la settimana n. 40 del 10 novembre 2013

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 10 novembre 2013 uale rapporto sostanziale fra laici e preti? Se accogliamo della Chiesa una immagine che mi pare rispondente alla sua essenza, quella della “famiglia di coloro che si riconoscono figli di Dio e an- nunciano l’amore del Padre”, è chiaro che ai laici come ai preti spetta la comune sostanziale qualifica di “figli del Padre”, di fratelli fra di lo- ro, quindi di salvati e di membri della Chiesa. Come in ogni famiglia non vi sono gradi intermedi fra padre e figlio, ma o si è padri o si è figli, così nella famiglia Chiesa il prete non è “il padre”, ma è solo un figlio che ha dal Padre l’incarico di renderlo pre- sente in particolari compiti; nella Chiesa insomma o si è l’Unico Sa- cerdote o si è uomini, con servizi diversi, ma sempre uomini. (Lettera Pastorale alla Diocesi 1973) Q Un «parafulmine» per il mondo a Chiesa celebra il 21 Novembre, l’annuale Giornata Pro Orantibus, che invita a pregare per le religiose e i religiosi di clausura e vuole far conoscere le comunità monastiche sparse in tutto il mondo. Istituita da Pio XII, la Giornata è legata alla memoria liturgica della Presentazione di Maria al Tempio, perché nell’offerta radicale della Vergine di Nazareth a Dio si riconosce pienamente l’ideale della vita consacrata e invita anche alla preghiera per i monasteri con particolari necessità. Nella nostra diocesi vive la comunità monastica delle suore Carmelitane. II Carmelo di S. Teresa, attualmente situato in Antignano di Livorno, fu fondato a Roma - alle 4 fontane, vicino al Quirinale - per iniziativa di Caterina Cesi, duchessa di Acquasparta che mise a disposizione il suo patrimonio per la costruzione del monastero e dell’attigua Chiesa, la prima in Roma dedicata a S. Teresa. Ottenuto da Papa Urbano VIII il breve per la fondazione del nuovo monastero, il 23 aprile 1627, Donna Caterina, vestito l’abito della Vergine, vi iniziò la vita carmelitana con altre due monache designate dallo stesso Papa: Sr. Maria Teresa di Gesù e Sr. Girolama di S. Maria entrambe provenienti dal Carmelo di S. Egidio in Roma. Il 19 maggio dello stesso anno venne assegnata alla Comunità come Priora Sr . Francesca di Gesù Maria del Carmelo di Napoli. Soppressione e trasferimenti Con la presa di Porta Pia (20 settembre 1870), a mano armata, le monache furono cacciate dal monastero che poi fu soppresso nel 1871. La Comunità si trasferì nel Carmelo di Regina Coeli; espulse anche da questo monastero, le monache trovarono rifugio presso le Mantellate e in seguito presso le Cappuccine. Finalmente, nel gennaio 1891, la Comunità di S. Teresa prese in affitto una casa di proprietà del Collegio Germano-Ungarico presso S. Stefano Rotondo al Celio. Trasferimento ad Antignano Nel 1930, essendo Priora la Madre Celina Maria del Cuor di Gesù (Evelina Piccioli di Livorno), su invito del Vescovo di Livorno, Mons. Piccioni, trasferì la Comunità a Livorno, nel nuovo monastero dedicato a S. Teresa di Gesù, sul colle di Antignano. Le suore del Carmelo, come vengono semplicemente chiamate a Livorno, sono disponibili all’incontro e all’ascolto (su appuntamento, perché la clausura ha precisi momenti di preghiera e di visita), pregano incessantemente per la città, per la Diocesi e per il mondo intero; esse vivono dei prodotti del loro orto e della generosità delle persone che le vanno a trovare, per questo sarebbe bello che nella giornata del 21 Novembre (ma anche in tante altre giornate!) potessimo dedicare una preghiera a loro e magari sostenerle anche economicamente in questa loro missione di "parafulmini del mondo" che intercedono grazie a Dio per l’umanità intera". Ogni giorno al Carmelo di Antignano viene celebrata la Messa alle 8.00. c.d. L on abbiate paura di mostrare la gioia di aver risposto alla chiamata del Signore, alla sua scelta di amore e di testimoniare il suo Vangelo nel servizio alla Chiesa», queste parole di Papa Francesco, sono state scelte dai seminaristi della Diocesi per presentare la settimana di eventi dedicati alla vita del seminario di Livorno. Una vera e propria “festa” per far conoscere questa realtà e per far incontrare ai giovani altri giovani che hanno scelto di studiare per dedicare la loro vita a Dio. Le iniziative partiranno DOMENICA 17 NOVEMBRE con l’annuncio della “Settimana del Seminario” in tutte le parrocchie. MERCOLEDÌ 20 NOVEMBRE si svolgerà un pellegrinaggio a Montenero, insieme alle Aggregazioni laicali, per pregare per i seminaristi e per tutti coloro che hanno detto “Sì” al Signore: il ritrovo è alle 17.30 nel piazzale Giovanni XXIII e dopo la salita a piedi, il Vescovo celebrerà la Messa nel Santuario, affidando i seminaristi alla Madonna. GIOVEDÌ 21 NOVEMBRE ALLE 9 nella chiesa di S. Andrea, mons. Celso Morga Iruzubieta, segretario della Congregazione per il clero, presiederà la Messa, a cui seguirà l’adorazione eucaristica ed il pranzo di tutti i sacerdoti della diocesi in Seminario. Ancora, VENERDÌ 22 NOVEMBRE ALLE 19 nella parrocchia di S. Rosa è in programma una veglia di preghiera per tutte le vocazioni al presbiterato, a cui sono invitati tutti i giovani della Diocesi. Alla veglia seguirà la cena insieme ed un momento di festa. DOMENICA 24 NOVEMBRE, infine, in tutte le parrocchie sarà effettuata la raccolta delle offerte per il Seminario e alle 17 in Cattedrale è prevista la celebrazione diocesana di chiusura solenne dell’anno della fede. c.d. N « UNA SETTIMANA PER IL SEMINARIO Scelte di vita Dal 17 al 24 novembre alcune iniziative per conoscere e pregare insieme ai seminaristi della Diocesi Tre domande alle suore del Carmelo Cosa vi spinge a vivere la vostra vita in modo così radicale? «Il desiderio di rendere amore per amore a Colui che così ci ha conquistate, e una grande passione per la salvezza eterna di tutti i nostri fratelli. Tutto passa, Dio solo resta». Quale contributo date alla società livornese? «Quello della preghiera, che ovviamente si colloca nell’ordine della fede ed esula perciò da qualsiasi considerazione puramente umana. Riprendendo un’immagine evangelica, che del resto si può riferire a tutta la realtà ecclesiale, siamo come il lievito nella pasta o come il chicco di grano che muore per dare frutto. La preghiera è una grande forza nascosta, che coopera invisibilmente al bene di tutta la società». Vi chiedete come vi vede la gente? «Sappiamo che un Monastero di clausura appare sempre un po’ misterioso a chi lo guarda dal di fuori, ed è comprensibile che sia così. Non tutti comprendono bene il senso della nostra scelta di vita, e a volte circolano anche idee strane e curiose su di noi… Ci sono però anche tante persone che ci vogliono bene e ci stimano, anche non credenti o non praticanti, e il rispetto che hanno verso di noi ci stimola ad essere sempre più fedeli alla nostra missione. Noi vogliamo essere solo un segno, speriamo eloquente, della presenza di Dio in questo mondo». Da un’intervista di Benedetta Agretti pubblicata sulle pagine de «La Settimana» La giornata del 21 novembre dedicata alla preghiera per le comunità monastiche. A Livorno il monastero delle Carmelitane scalze a Antignano IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi In preghiera per chi si dona a Dio

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 40 del 10 novembre 2013

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

10 novembre 2013

uale rapporto sostanziale fra laici e preti? Se accogliamo dellaChiesa una immagine che mi pare rispondente alla sua essenza,

quella della “famiglia di coloro che si riconoscono figli di Dio e an-nunciano l’amore del Padre”, è chiaro che ai laici come ai preti spettala comune sostanziale qualifica di “figli del Padre”, di fratelli fra di lo-ro, quindi di salvati e di membri della Chiesa.Come in ogni famiglia non vi sono gradi intermedi fra padre e figlio,ma o si è padri o si è figli, così nella famiglia Chiesa il prete non è “ilpadre”, ma è solo un figlio che ha dal Padre l’incarico di renderlo pre-sente in particolari compiti; nella Chiesa insomma o si è l’Unico Sa-cerdote o si è uomini, con servizi diversi, ma sempre uomini.

(Lettera Pastorale alla Diocesi 1973)

Q

Un «parafulmine»per il mondo

a Chiesa celebra il 21Novembre, l’annualeGiornata ProOrantibus, che invita a

pregare per le religiose e ireligiosi di clausura e vuolefar conoscere le comunitàmonastiche sparse in tutto ilmondo. Istituita da Pio XII,la Giornata è legata allamemoria liturgica dellaPresentazione di Maria alTempio, perché nell’offertaradicale della Vergine diNazareth a Dio si riconoscepienamente l’ideale dellavita consacrata e invitaanche alla preghiera per imonasteri con particolarinecessità.Nella nostra diocesi vive lacomunità monastica dellesuore Carmelitane. IICarmelo di S. Teresa,attualmente situato inAntignano di Livorno, fufondato a Roma - alle 4fontane, vicino al Quirinale- per iniziativa di CaterinaCesi, duchessa diAcquasparta che mise adisposizione il suopatrimonio per lacostruzione del monastero edell’attigua Chiesa, la primain Roma dedicata a S.Teresa.Ottenuto da Papa UrbanoVIII il breve per lafondazione del nuovomonastero, il 23 aprile1627, Donna Caterina,vestito l’abito della Vergine,vi iniziò la vita carmelitanacon altre due monachedesignate dallo stesso Papa:Sr. Maria Teresa di Gesù e Sr.Girolama di S. Mariaentrambe provenienti dalCarmelo di S. Egidio inRoma. Il 19 maggio dellostesso anno venne assegnataalla Comunità come PrioraSr . Francesca di Gesù Mariadel Carmelo di Napoli.

Soppressione e trasferimentiCon la presa di Porta Pia(20 settembre 1870), amano armata, le monachefurono cacciate dalmonastero che poi fusoppresso nel 1871. LaComunità si trasferì nelCarmelo di Regina Coeli;espulse anche da questomonastero, le monachetrovarono rifugio presso leMantellate e in seguitopresso le Cappuccine.Finalmente, nel gennaio1891, la Comunità di S.

Teresa prese in affitto unacasa di proprietà delCollegio Germano-Ungaricopresso S. Stefano Rotondo al

Celio.Trasferimento ad AntignanoNel 1930, essendo Priora laMadre Celina Maria delCuor di Gesù (EvelinaPiccioli di Livorno), suinvito del Vescovo diLivorno, Mons. Piccioni,trasferì la Comunità aLivorno, nel nuovomonastero dedicato a S.Teresa di Gesù, sul colle diAntignano.Le suore del Carmelo, comevengono semplicementechiamate a Livorno, sonodisponibili all’incontro eall’ascolto (suappuntamento, perché laclausura ha precisi momentidi preghiera e di visita),pregano incessantementeper la città, per la Diocesi eper il mondo intero; essevivono dei prodotti del loroorto e della generosità dellepersone che le vanno atrovare, per questo sarebbebello che nella giornata del21 Novembre (ma anche intante altre giornate!)potessimo dedicare unapreghiera a loro e magarisostenerle ancheeconomicamente in questaloro missione di"parafulmini del mondo"che intercedono grazie a Dioper l’umanità intera".Ogni giorno al Carmelo diAntignano viene celebrata laMessa alle 8.00.

c.d.

L

on abbiate paura di mostrare la gioia di averrisposto alla chiamata del Signore, alla suascelta di amore e di testimoniare il suo Vangelonel servizio alla Chiesa», queste parole di Papa

Francesco, sono state scelte dai seminaristi della Diocesi perpresentare la settimana di eventi dedicati alla vita delseminario di Livorno.Una vera e propria “festa” per far conoscere questa realtà e perfar incontrare ai giovani altri giovani che hanno scelto distudiare per dedicare la loro vita a Dio. Le iniziativepartiranno DOMENICA 17 NOVEMBRE con l’annuncio della“Settimana del Seminario” in tutte le parrocchie.MERCOLEDÌ 20 NOVEMBRE si svolgerà un pellegrinaggio aMontenero, insieme alle Aggregazioni laicali, per pregare per iseminaristi e per tutti coloro che hanno detto “Sì” al Signore:il ritrovo è alle 17.30 nel piazzale Giovanni XXIII e dopo lasalita a piedi, il Vescovo celebrerà la Messa nel Santuario,affidando i seminaristi alla Madonna.GIOVEDÌ 21 NOVEMBRE ALLE 9 nella chiesa di S. Andrea,mons. Celso Morga Iruzubieta, segretario della Congregazioneper il clero, presiederà la Messa, a cui seguirà l’adorazioneeucaristica ed il pranzo di tutti i sacerdoti della diocesi inSeminario.Ancora, VENERDÌ 22 NOVEMBRE ALLE 19 nella parrocchia di S.Rosa è in programma una veglia di preghiera per tutte levocazioni al presbiterato, a cui sono invitati tutti i giovanidella Diocesi. Alla veglia seguirà la cena insieme ed unmomento di festa. DOMENICA 24 NOVEMBRE, infine, in tutte leparrocchie sarà effettuata la raccolta delle offerte per ilSeminario e alle 17 in Cattedrale è prevista la celebrazionediocesana di chiusura solenne dell’anno della fede.

c.d.

UNA SETTIMANA PER IL SEMINARIO

Scelte di vitaDal 17 al 24 novembre alcune iniziativeper conoscere e pregare insieme aiseminaristi della Diocesi

Tre domande alle suore del CarmeloCosa vi spinge a vivere la vostra vita in modo cosìradicale?«Il desiderio di rendere amore per amore a Colui che cosìci ha conquistate, e una grande passione per la salvezzaeterna di tutti i nostri fratelli. Tutto passa, Dio solo resta».

Quale contributo date alla società livornese?«Quello della preghiera, che ovviamente si collocanell’ordine della fede ed esula perciò da qualsiasiconsiderazione puramente umana. Riprendendoun’immagine evangelica, che del resto si può riferire atutta la realtà ecclesiale, siamo come il lievito nella pastao come il chicco di grano che muore per dare frutto. Lapreghiera è una grande forza nascosta, che cooperainvisibilmente al bene di tutta la società».

Vi chiedete come vi vede la gente?«Sappiamo che un Monastero di clausura appare sempreun po’ misterioso a chi lo guarda dal di fuori, ed ècomprensibile che sia così. Non tutti comprendono beneil senso della nostra scelta di vita, e a volte circolanoanche idee strane e curiose su di noi… Ci sono peròanche tante persone che ci vogliono bene e ci stimano,anche non credenti o non praticanti, e il rispetto chehanno verso di noi ci stimola ad essere sempre più fedelialla nostra missione. Noi vogliamo essere solo un segno,speriamo eloquente, della presenza di Dio in questomondo».

Da un’intervista di Benedetta Agretti pubblicata sullepagine de «La Settimana»

La giornata del 21 novembre dedicata alla preghiera per le comunità monastiche.A Livorno il monastero delle Carmelitanescalze a Antignano

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

Inpreghieraper chi sidona a Dio

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI10 novembre 2013II

La parola alla... CARITAS

È iniziato l’Anno delvolontariato sociale

opo il Convegno annuale di LaVerna riprendono gli incontri di

formazione con i Vescovi dellaToscana, il prossimo incontro sarà SABATO 16 NOVEMBRE con Mons.Fausto Tardelli, Vescovo di SanMiniato, sul tema: Ordo Virginumprovocazione per il mondocontemporaneo.L’incontro inizierà alle ore 10.30presso la Cappella del Salvatore,Parrocchia de La Scala - San Miniato,è aperto a tutte le consacrate, informazione e interessate a conoscerequesta scelta di vitaInfo: [email protected]

D

TRADIZIONI A CONFRONTO

n occasione della presentazione del libro«I Salmi dell’Allel» e la traduzione che ne

fece Cassiodoro, ebrei e cristiani si sonodati appuntamento alla Sala degli Specchidi Villa Mimbelli per mettere a confrontole proprie tradizioni circa il libro dei Salmiche è l’unico libro in comune con il qualetutti pregano. Don Tarzia, Direttore dellarivista ecumenica ed interreligiosa Jesus,presentando la figura di Cassiodoro,umanista romano (485ca.-580ca.),politico, letterato, ha messo in rilievocome fosse stata proprio la lettura deiSalmi, quando ancor giovane, e nel pienodella carriera militare a Ravenna, adintrodurlo nell’esperienza di Dio che colpassare degli anni lo spinse a ritirarsi dallavita politica e a fondare diversi monasteridove con altri monaci si dedicòcompletamente agli studi e in particolarmodo a quelli della Sacra Scrittura. I Salmidell’Hallel, fanno parte di una trilogia,dove da una parte, per la grandeerudizione, Cassiodoro cerca di spiegareparola per parola il testo con frequentiriferimenti a conoscenze scientifiche di cuiera ricco; dall’altra invece, riprendendo das. Agostino l’esegesi cristiana dove l’autoredei Salmi è un profeta che vede in anticipocome Dio avrebbe realizzato il suo disegnodi Salvezza, pone al centro Cristo nel qualela storia, che è storia di liberazione, trovapienezza di significato e di realizzazione. ISalmi dell’Hallel sono: l’Hallel egiziano(dal 112 al 117) così chiamato perché si

I

canta la liberazione dallaschiavitù d’Egitto, il grandeHallel ( 134,135), l’Hallelfinale che sono i salmi chevenivano cantati dagli ebreinelle celebrazioni pasquali eche dunque anche Gesù hacantato. Il dr.Gadi Polaccodella comunità ebraica diLivorno, ricordando che laparola salmo deriva dalgreco psalmòs, nell’ebraismosi pronuncia tehillìm e nellaBibbia vengono suddivisi icinque libri in base ai giornidell’anno. La tradizioneattribuisce a Davide lacomposizione; in realtà sonoil prodotto di vari autori e non furonoscritti prima del VI secolo, e poiché ilregno di Davide risale all’incirca al X sec.a.C., il materiale risalente a Davidedovrebbe essere stato preservato dallatradizione orale per secoli. I Salmiracchiudono tutti i sentimenti del rapportodell’uomo con Dio: fiducia, gratitudine,lodi, ma anche lamenti. Quelli dell’Hallel,generalmente sono di lode a Dio ed hannotutti il titolo iniziale Alleluia. Vengonoutilizzati in momenti particolari della vitae della preghiera del popolo: Festa delleCapanne, Hannukkà, il Primo giorno diPesach e Shavuòt. Sono comunementecollocati verso la fine del salterio. Inquesto incontro la corale Ventura direttadal Maestro Filidei, avrebbe dovuto cantarei Salmi, ma un grave lutto ha colpito laComunità ebraica: la morte improvvisa deldr. Davide Bedarida, membro del coro.Pertanto l’iniziativa viene rimandata ad unprossimo incontro di Amicizia Ebraico-Cristiana. Il dr. Guido Guastalla, hasottolineato come questo incontro sia ilrisultato di un cammino intrapreso tra le

due comunità da moltissimi anni eseguendo le indicazioni dell’alloracardinale Ratzinger hanno coltol’importanza della lettura giudaica deltesto che è una lettura che può aiutare icristiani e che " a loro volta i cristianisperano che gli ebrei possano trarre utilitàdai progressi dell’esegesi cristiana".Naturalmente non poteva mancare unaffettuoso pensiero rivolto al compiantoMonsignor Alberto Ablondi "maestro deldialogo" di cui l’Amicizia Ebraico-cristianaè solo una testimonianza. Ablondi che hasempre sostenuto che il proselitismo èl’aspetto negativo del dialogo, con ilprincipio del confronto e dell’incontro hadissodato e arato un terreno che cominciaa dare i suoi frutti ed ha ora in PapaFrancesco una nuova e sicura guida.L’incontro è stato promosso dall’Associazione Amicizia ebraico-cristiana diLivorno, dai Cooperatori Paolini diLivorno, con la collaborazione dellaComunità ebraica di Livorno e delComune di Livorno.

Mo.C.

Sabato 16 novembrea San Miniato

OrdoVirginum:tempo diformazione

iutare ilprossimoattraversovarie forme

di volontariato,agendo in struttureapposite, entrando acontatto con realtà dimarginalità eoffrendo il propriocontributo nelrisollevare situazionidi disagio: è questol’obiettivo dell’Annodel VolontariatoSociale, una propostarivolta ai giovani perimpegnare il propriotempo in modocostruttivo, nell’ambitodelle attività di serviziocivile volontario.Dodici mesi per unamedia di 30 oresettimanali di impegnopratico, e conpossibilità di vitacomunitaria, un vero eproprio “valoreaggiunto”, per far sìche i ragazzisperimentino il dialogofraterno e l’aiutoreciproco. L’impegno prevedeanche tutta una serie diincentivi rivolti aglistessi volontari, qualil’ottenimento di crediti

formativi scolastici,eventuali forme diassistenza sanitariaintegrativa, bonusuniversitari, bonusspendibili nel territorio(utilizzo di trasportipubblici, inserimentonel mondo del lavoro)e bonus culturali(abbonamento a rivistespecifiche o altri testisignificativi, attinential progetto che si stasvolgendo).Per quest’anno il titolodel progetto è “Ingioco”, e vedeimpegnati i giovani conattività di accoglienzaper le famiglie el’organizzazione dispazi per i giochi dei

bambini, nella gestionedel servizio docce e delcosiddetto“Guardaroba famiglie”e dei “Doposcuola”,oppure in attivitàricreative e formative. Aquesti vanno aggiunti iruoli nel ServizioMensa della Caritas,per il ricevimento e ilcontrollo della merce,pr la preparazione deipasti e l’accoglienza,nonché per l’attività diconfezionamento econsegna dei pasti adomicilio per coloroche non possono

recarsi in Caritas. Tutte queste attività sisvolgono nei localidella Caritas Diocesanadi Livorno, del CentroAccoglienza di viaDonnini,dell’AssociazioneProgetto Strada, sugliScali D’Azeglio, e dellaParrocchia S. Matteo. «Attualmente sono benquattro i ragazzi chehanno scelto l’AVS -spiega ValentinaVaccari, responsabileufficio Comunicazionidella Caritas diocesana- effettuando i servizi

nelle strutturesopracitate: Alice, incontinuità con ilServizio Civile, Elisa eChiara, alla primaesperienza, e Davide,che alterna la suapresenza con lacollaborazione alCantiere Giovani, altraimportante iniziativadel nostro Ente.»

Fabio Figara

Per ogni informazionesul servizio è possibilevisitare il sito ufficialedella caritas diocesanawww.caritaslivorno.it

A

Un’esperienza di servizio educativa,alternativa, solidale ed interculturaleche coinvolge ragazzi tra i 18 e i 28 anni, per un percorsodi formazione e di crescita personale

Guiderà l’incontromonsignor Tardelli

I SALMI: LIBRO COMUNE DI PREGHIERA PER EBREI E CRISTIANI

Ebrei e cristiani si sono datiappuntamento alla Sala degliSpecchi di Villa Mimbelli perconfrontarsi sul libro dei Salmi

Sinodo della famiglia: dueeventi tra il 2014 e il 2015

38 DOMANDEINVIATE AIVESCOVI DI TUTTOIL MONDO

on era mai capitato nella storia della Chiesa che siavvertisse l’esigenza di indire due Sinodi a un

anno di distanza l’uno dall’altro sullo stesso argomento.In realtà la doppia convocazione decisa da papaFrancesco per il biennio 2014-2015 sul tema dellafamiglia rientra nello stesso grandioso progetto.Verificare innanzi tutto lo "stato di salute" della famiglianel mondo, indagare le conseguenze determinate sugenitori e figli da una certa cultura del relativismo e deldisimpegno, dare voce al malessere espresso da tantefamiglie cristiane che vorrebbero trovare nuove stradeper testimoniare la fedeltà alla propria vocazione.

Questa amplissima ricognizione sfocerà nel Sinodostraordinario dell’ottobre 2014 che permetterà aivescovi di ragionare sulla base di un quadro certo didati e di situazioni. La seconda tappa sarà poi il Sinodoordinario del 2015, in cui si cercheranno le lineeoperative per la pastorale. Si darà insomma concretezzadi proposte e di decisioni con l’obiettivo di rispondere almale oscuro che minaccia le radici della cellulafondamentale della società e della Chiesa. Prevedereoggi se e come cambierà la teologia del matrimonio edella famiglia, sarebbe fare torto alle capacità di analisie di riflessione dei pastori e degli esperti che sarannoimpegnati nel biennio 2014-2015. Per la raccolta delleinformazioni sulle condizioni delle famiglie è già statoinviato ai vescovi di tutto il mondo un documento,comprendente anche questionario con 38 domande chedovrà essere compilato entro i primi mesi del prossimoanno.

Per fornire risposte esaurienti e dettagliate, i vescovisono stati invitati anche a consultare associazioni,movimenti, gruppi che lavorano per e con la famiglia.In ogni comunità, già dalle prossime settimane, saràquindi avviata una sorta di verifica allargata sulla basedella traccia fornita dal documento preparatoriodeivescovi.(questo articolo di Luciano Moia si può leggerenella versione integrale su Avvenirehttp://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/sinodofamigliaricognizione.aspx)

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI10 novembre 2013 III

IMMAGINARE UNA SCUOLAtecnologica

Una scuola 2.0

nche se con fatica, lescuole italiane si stannolentamente dotando dimezzi tecnologici che

preparino gli alunni ad affrontareun mondo sempre piùdigitalizzato. Per sapernequalcosa in più, abbiamoincontrato Luca Paolini, docentedi Religione Cattolica dellaDiocesi di Livorno e anima delsito religione 2.0.

Da quanto tempo insegna equando ha iniziato a usare latecnologia nelle sue lezioni?«Insegno Religione Cattolicadal 1986; ho un ricco bagagliodi esperienze perché sonostato sia alla scuola primaria,sia al serale, sia nelle duesecondarie di 1° e 2°. Ingenerale ho sempre usato gliaudiovisivi e il computer ascuola, magari coinvolgendo iragazzi nel sito internetscolastico. È solo però dal2007 che ho scoperto ladidattica 2.0 ed ho cominciatotimidamente a sperimentarlain contemporanea con il blog“Religione 2.0”. Allora dididattica interattiva se neparlava poco o punto, le LIMerano solo in pochi istituti,quindi mi sono dovutoinventare i miei percorsididattici, e ancora oggi cerco disperimentarne di nuovi, è unlavoro che non finisce mai,perchè la tecnologia evolve enoi dobbiamo evolvereinsieme a lei, senzaappiattimenti ma anche senzarimanere troppo indietro».

Nel corso degli anni diinsegnamento, cosa vede didifferente fra gli alunni di oggie quelli che ha incontratoall’inizio della sua carriera?«Io credo che gli alunni sianosempre alunni, in qualsiasiepoca. Bambini e ragazzi chehanno bisogno di una guidaautorevole e non autoritaria oancora peggio insignificante.Certo è che oggi i ragazziarrivano a scuola con altre“attese”, che puntualmentevengono “disattese” perché lascuola spesso è vecchia,lontana dal loro mondo, non èpiù un luogo dove si vavolentieri e dove si fannoscoperte, perchél’apprendimento avviene ingran parte per via informale.Specialmente nella fascia di etàtra i 6 e i 13 anni, sono i verinativi digitali, manipolano latecnologia e vorrebbero spazitecnologici anche a scuoladove invece si ritrovano perore su libri, quaderni e voci

Anoiose dell’insegnante; si badibene lungi da me l’idea distigmatizzare libri e quaderni,che sono sempre utili eimportanti, ma credo che oggiserva anche altro».

Come si svolge concretamenteuna sua lezione?«Le mie lezioni sono tuttediverse e utilizzano anchemedia e device differenti;posso chiedere di lavorare acasa con il computer, a scuolacon il cellulare o con il tablet,oppure fare una lezioneinterattiva alla LIM. Per fare unesempio: spesso inizio lalezione con unbrainstormingfatto con le tagcloud alla LIM,poi vediamoalcuni spezzoni divideo o immagini,oppure facciamovisite virtuali conGoogle StreetView o GoogleEarth; dopo passoalla parteveramente attivadella lezione doveloro devonoprodurre un tweet,un video, fare fotoin giro per la cittàcon il lorocellulare. Trattomolto la storiabiblica e la storiadella Chiesa inquesto modo, maanche la parte più esistenzialesi presta molto all’utilizzo diquesti strumenti. Ad esempionelle prime classi della scuolasecondaria di 1° dove insegno,l’anno scorso hanno realizzatole parabole con fumettianimati, reinterpretandole aloro modo. E’ stato come intanti altri casi un vero successoe quelle parabole non credoche le dimenticheranno tantofacilmente».

Spesso le classi hanno le Lim,ma poi i docenti non le usano,oppure c’è la Lim, ma magarimanca l’adattatore. Secondo leifra tecnologia, istituzionescolastica e corpo docente c’èaffinità?«Io direi che spesso le Lim cisono ma si usano come unanormale lavagna di ardesia equesto è molto triste. Ad oggiil corpo docente è in gran parteformato da persone non piùgiovani, tante volte stanche diavere a che fare con leproblematiche sempre piùdifficili della scuola, con unagenerazione che sembra

indifferente alle loro lezioni,desiderosi solo di andare inpensione. Non si è capito chel’uso della tecnologia non èsolo una risorsa per i ragazzi,ma è una risorsa anche per idocenti che possono tornare aguardare con simpatia edentusiasmo il loro lavoro, iloro ragazzi; conoscoinsegnanti anche non piùgiovanissimi, che hanno avutoil coraggio di rimettersi indiscussione ed oggi vanno ascuola felici di sperimentareuna didattica nuova e hannoricostruito un rapporto con iloro alunni».

Molti pensano che l’uso deimezzi tecnologici sia più unafonte di distrazione cheun’opportunità per acquisire ilsapere. Cosa si sente dirispondere a questa obiezione?«Io credo che molti oggiparlino così perché fanno purademagogia, perchè non sonomai entrati in una classe,oppure non hanno maiprovato a proporre unadidattica diversa. E’ chiaro che

è più facile demonizzare cherimboccarsi le maniche elavorare seriamente peracquisire nuove competenzedigitali da trasferire poi inclasse. Questo è vero per tuttigli insegnanti e anche per gliinsegnanti di ReligioneCattolica».

Si sente una mosca biancaoppure lavora in rete con altridocenti?«Molto si sta muovendo inquesto campo. Per esempio,sono stato contattato da alcuniUffici Scuola delle variediocesi italiane che mi hannochiesto di organizzare corsisulla didattica 2.0. SuFacebook poi esiste un gruppomolto attivo di circa 1000docenti irc che si chiamaproprio Insegnanti diReligione Cattolica 2.0, è unluogo di confronto, di dialogoproprio su queste tematiche».

Fonte:http://www.ancoraonline.it/2013/10/21/una-didattica-multimediale-anche-per-lirc/»

Vi proponiamo l’intervista a Luca Paolini, sulle nuove forme di insegnamento della religione cattolica a scuola; l’approccioalternativo del mondo 2.0 a sostegno dei più conosciuti libri e quaderni

l mio breve intervento parte dalla miaesperienza quasi trentennale ormai, dilavoro

a scuola come insegnante di religione cattolica.Ma non solo... 7 anni fa infatti cominciavaanche un’altra avventura, quella di bloggercattolico con il blog Religione 2.0 e poi con ilsocial network insegnanti di religione cattolica2.0. Il blog e il social network sono nati comeluogo di incontro tra la Religione e la rete e nelmio caso speci?co tra l’insegnamento dellareligione cattolica e il web 2.0. A quel tempo,che sembra ormai così lontano,la chiesa, ilmondo cattolico ma anche la scuolaguardavano ancora con dif?denza la rete, comese il mondo virtuale fosse sinonimo diperdizione per una e alienazione per l’altra.Padre Antonio ricordo che scriveva proprio inquegli anni i suoi primi articoli su "La CiviltàCattolica" parlando di Wiki, di Blog, di SecondLife, era quasiuna voce solitaria in un mare dicritiche e perplessità. E se siamo qui oggi vuoldire che la storia ci ha dato ragione...Per quanto mi riguarda, l’avvento del websociale mi sembrava che in qualche modoavesse ed abbia ancora oggi qualcosa da direal mio lavoro di insegnante di religionecattolica ma anche al mondo dalqualeprovengo e nel quale sono cresciuto, ilmondo della religione e dellachiesa.La mia s?da quale è stata? E’ stata quella difare "Cultura" con la "C" maiuscola a scuola,cultura cattolica nel mio caso, nel mondo deinativi digitali, con una metodologia e unapproccio completamente diversi dal passato.I ragazzi che oggi come allora arrivano ascuola ormai lo sappiamo perchèabbiamo tutti?gli e nipoti, crescono con lo smartphone e ivideogiochi inmano, qualcuno li de?nisce"distrattenti" cioè distratti in alcuni momentima molto concentrati in altri... comeinsegnante di religione mi sono chiesto: comeposso intercettare, farmi ascoltare, entrare inquestadistrattenzione, come posso parlare allamente e al cuore di questiragazzi così diversidalle generazioni precedenti, così polimediali? Con alcuni colleghi più intraprendenti abbiamocominciato a fare religione ascuola, veicolandogli stessi contenuti, quelli dettati dall’IntesaStato-Chiesa, ma con un registro e unlinguaggio diversi, il linguaggio deisocialnetwork e il linguaggio delle nuove tecnologie.Usando ad esempio le mappe di google permostrare più da vicino i luoghi citati nellaBibbia, creando podcast per coinvolgerli in unadidattica più attiva, usando la nuova realtàaumentata e il 3D per mostrare modellini diChiese e luoghisacri, sperimentando l’uso deltanto amato, quanto criticato,smartphone,come strumento didattico e diinterazione con la classe.Il risultato è stato che in molti casi l’ora direligione cattolica ha perso quella patina divecchio e di muffa, come ha detto il PapaFrancesco ai catechisti a proposito di unachiesa chiusa, che gli era stata ritagliataaddosso per tanti anni e si è trasformata in unamateria amata dai ragazzi e all’avanguardiarispetto ad altre materie e spesso alla scuolastessa.Credo che questa esperienza per certi versipossa e debba in qualche modo esseretrasferita anche nell’ambito del catechismo,dell’essere educatori cattolici al tempo dellarete. Mi è molto piaciuta ad esempio l’idea difare una applicazione per iPhone dedicata alcatechismo della Chiesa Cattolica. E’ un primopasso in questo senso io credo.E’ allora proprio in questa prospettiva che miriguarda più da vicino, quella del lavoroquotidiano con i nativi digitali, quella diecucatore, vorrei rivolgere unadomanda aPadre Antonio. Diverse volte abbiamo parlatodi Theillard De Chardin come un anticipatore diquel mondo interconnesso teso a formareun’intelligenza collettiva che anche la rete starealizzando; nel tuo libro c’è una frase che inquesto senso mi ha colpito quando dici "Larete diventa una tappa del camminodell’umanità mosso, sollecitato e guidatodaDio"; anche secondo De Kerckovenell’ultimo intervento al Prix Italia di Torino, "Isocial network non sono nemici di uno sviluppospiritualedell’umanità, ma sono essi stessi ungermoglio di una nuova umanitàpiù solidale e,appunto, più spirituale".Se è vero allora che la rete e la fede possonoandare a braccetto, comeormai pare assodato,e che la rete in qualche modo partecipa alpiano"divino", i nativi digitali sono allora iprimi segni viventi di questouomointerconnesso che tende verso il PuntoOmega, più delle generazioniprecedenti? E poiuna seconda domanda: che consigli darestiagli insegnanti, educatori, catechisti perentrare in sintonia con questa nuovagenerazione di ragazzi.

I

L’intervento di LucaPaolini al Convegno“Cyber Teologia”

Fare culturacon la «C»maiuscola

«Oggi i ragazziarrivano a scuola con altre “attese”, che puntualmentevengono “disattese”perché la scuolaspesso è vecchia,lontana dal loromondo, non è più unluogo dove si vavolentieri e dove sifanno scoperte, perchél’apprendimentoavviene in gran parteper via informale»

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI10 novembre 2013IV

VENERDÌ 8 NOVEMBRENella mattina, udienze laici in vesco-vado21.00 predicazione degli esercizi spiri-tuali a sposi e fidanzati al Calambrone(vedi locandina pag.8)

SABATO 9 NOVEMBRE9.30 predicazione degli esercizi spiri-tuali a sposi e fidanzati al Calambrone(vedi locandina pag.8)12.00 in vescovado, incontro con il pa-dre provinciale dei Barnabiti15.30 predicazione degli esercizi spiri-tuali a sposi e fidanzati al Calambrone(vedi locandina pag.8)18.00 S. Messa in occasione del primoanniversario della chiesa Beata MadreTeresa di Calcutta

DOMENICA 10 NOVEMBRE8.30 predicazione degli esercizi spiri-tuali a sposi e fidanzati e Santa Messaal Calambrone (vedi locandina pag.8)11.00 S. Messa in occasione della festapatronale alla chiesa di S. Martino aParrana

Da lunedì 11 novembre a venerdì 15novembre, il Vescovo guiderà gliesercizi spirituali del clero a SanCerbone

VENERDÌ 15 NOVEMBRE 19.00 incontro con la nuova equipe dipastorale giovanile

SABATO 16 NOVEMBRE17.30 S. Messa in occasione della festapatronale alla chiesa di S.Leopoldo aVada

DOMENICA 17 NOVEMBRE11.00 S. Messa e cresime alla chiesa diS.Giuseppe

Agenda del VESCOVO

PELLEGRINAGGIO A ROMA9-10 NOVEMBRE con don Cornelio

QUOTA euro 120,00 p. p. (minimo 40 partecipanti) SUPPLEMENTO CAMERA SINGOLA euro 30.00

La quota comprende: viaggio in pullman gran turismo - permessi inRoma per 2 giorni - sistemazione in hotel 4* semicentrale (zona Aure-lia) con trattamento di mezza pensione - bevande incluse ai pasti ( ¼vino e ½ minerale) - ingresso e visita guidata alle catacombe di S. Se-bastiano - mezza giornata di visita guidata di Roma (come da pro-gramma)- assicurazione personale. La quota non comprende: pranzo del primo e secondo giorno - tassadi soggiorno da pagare direttamente in hotel - mance - ingressi nonspecificati - extra personali in genere - tutto quanto non indicato allavoce "la quota comprende".

NAPOLI E POMPEI16 e 17 NOVMEBRE con don Remigio

QUOTA euro 165.00 p.p. (min. 35 partecipanti) Suppl. camera singola euro 20.00 - disponibilità limitata Non incluso nella quota:INGRESSO SCAVI DI POMPEI euro 11,00 Riduzioni: INGRESSO SCAVI euro 5,50 per i cittadini della Comunità Europea dietà compresa tra i 18 e i 24 anni

INGRESSO GRATUITO AGLI SCAVI: Cittadini al di sotto di 18 anni, con documento che ne attesti l’età Cittadini della Comunità Europea con età superiore ai 65 anni

La quota comprende: bus per l’intera durata del tour - sistemazione inhotel 4 stelle in camere doppie con servizi privati, zona Torre del Gre-co o dintorni - pranzo del primo e secondo giorno in ristorante - Trat-tamento di mezza pensione in hotel con bevande incluse ai pasti -mezza giornata di visita guidata di Napoli - visita guidata agli scavi diPompei - ingresso al Chiostro di Santa Chiara - visita del Santuario diPompei - assicurazione sanitaria.La quota non comprende: ingresso agli scavi di Pompei e ingressi nonspecificati - mance ed extra in genere - Tutto quanto non espressamen-te indicato alla voce la "quota comprende".

PELLEGRINAGGIO A FATIMADal 5 al 9 dicembre con il Movimento del Messaggio di FatimaGiovedì 05 dicembre - Livorno / Lisbona / Fatima Ore 05.00 partenza da Livorno in bus privato per l’aeroporto di Ro-ma/Fiumicino. . Pranzo libero e trasferimento in bus per Fatima. Si-stemazione in hotel, cena e pernottamento. Santo Rosario. Venerdì 06 - Sabato 7- Domenica 8 dicembre - FátimaLunedì 9 dicembre - Fátima/Lisbona/Livorno Prima colazione in hotel e partenza per Lisbona.

QUOTA euro 550,00 per persona (min. 15 partecipanti) SUPPLEMENTO CAMERA SINGOLA euro 95,00 (disponibilità limi-tata)

La quota comprende: Trasferimento in bus privato da Livorno all’ae-roporto di Roma e ritorno - Volo di linea Roma - Lisbona - Roma - Tas-se aeroportuali ad oggi calcolate (soggette a possibile adeguamentoda parte della compagnia aerea) - trasferimenti in bus da Lisbona a Fa-tima e ritorno - sistemazione in hotel a Fatima con trattamento dipensione completa dalla cena del primo giorno alla prima colazionedell’ultimo giorno - Vino della casa e acqua minerale incluse ai pasti -assicurazione sanitaria. La quota non comprende: mance, ingressi, extra personali, tuttoquanto non indicato alla voce "la Quota comprende".IN COLLABORAZIONE CON IL MESSAGGIO MOVIMENTO DI FATI-MA

Roma, Napolie Pompei, Fatima

Cooperatori Paolini e Associazione Culturale Il CentroMARTEDÌ 12 NOVEMBRE ALLE 17,30Nella Sala Consiliare Provincia di Livor-no, presentazione libro del prof. FrancoCardini “L’Imperatore, il re del mondo, ilcavaliere”.Interverranno: dr. Enrico dello Sbarbapresidente Associazione Il Centro che in-troduce l’ incontro, Giorgio Kutufà Presi-dente della Provincia di Livorno, dr. Mas-simo Lucchesi giornalista di Rai Tre, dr.Mauro Donateo giovane giornalista UC-SI.Saranno presenti: Prof. Franco Cardini,autore del libro, Prof. Maria Paola Forla-ni, autrice dei disegni del libro, Dr. PaoloGianessi Editore L’iniziativa è promossadai Cooperatori Paolini di Livorno e l’As-sociazione culturale Il Centro

ACLI VENERDÌ 15 NOVEMBRE ALLE 18.00La Sede Provinciale delle ACLI di Livornoe i Circoli ACLI di Guasticce e Stagno, nel-la ricorrenza della morte di Giorgio La Pi-ra, organizzano, un’iniziativa sulla me-moria e sulla attualità del pensiero diGiorgio La Pira che si svilupperà secondoil seguente programma orario: -18,00 incontro presso il Circolo G.La Piradi Guasticce con una prolusione del Prof.Emanule Rossi sulla grande figura di LaPira. Concluderà l’Onorevole FedericoGelli Presidente Regionale ENAIP. -20,00 Cena Sociale presso il Circolo ACLIdi Stagno. Interverranno il Sindaco di CollesalvettiLorenzo Bacci; il Sindaco di Livorno Ales-sandro Cosimi; il Presidente della Provin-cia Giorgio Kutufà; il Dott.Paolo Rotelli; ilDott.Alessandro Latorraca;il Dott.Arch.Giovanni Cariddi Graziani;don EdoardoMedori e Don Placido Bevinetto.

Le proposte di PHARUS VIAGGI

BREVI DALLA DIOCESI

L’8 novembre a Rosignano Solvay e ai Sette Santi unmomento iniziale tutti insieme

lcuni diranno "Finalmente", ma tanti diranno"Ancora!!!"

Certo la formazione è importante, ma richiede sacri-ficio, in questi giorni sono arrivati i primi calendaridegli incontri per la Carità e la Catechesi, manca laLiturgia, ma non preoccupatevi se avremo iscrittipartiremo subito anche con quella. Per il momentoil primo incontro per tutti gli operatori della Carità,della Catechesi e della Liturgia, principianti e non,sarà l’8 novembre in due sedi un primo incontro alleore 18,00 a S. Croce a Rosignano Solvay e un secon-do incontro ai Sette Santi alle ore 21,00. Sono invi-tati a partecipare tutti anche chi non si è ancoraiscritto, sarà un incontro organizzativo, durante ilquale saranno date tutte le delucidazioni e sarannoconsegnati i calendari delle "lezioni".La novità di quest’anno sarà per la catechesi e la ca-rità che avranno dei momenti di attività insieme inoccasione del Convegno Diocesano Catechistico edella Carità che sarà strutturato su tre momenti: ilprimo sarà il 18 Dicembre con Mons. Bregantini, ilsecondo il 29 Marzo e il terzo sarà la Gita, un’occa-sione che in questi anni ha mostrato l’importanza diavere relazioni tra operatori.Quindi "Prendi l’occasione, la SFOP sarà un succes-sone!" (speriamo!)

don Fabio Menicagli

A

È tempo di SFOP!Inizia un NUOVO ANNO

PASTORALE FAMILIARESecondo incontro della Consulta della Pastorale Fami-liare, allargato a tutta la Diocesi

Uno spazio di riflessione per le famiglie, gli animatoridei gruppi giovanili ed i catechisti, sui percorsi educativiall’affettività ed all’amore, in una società sempre piùimpermeabile a qualsiasi tipo di valore e che rendesempre più difficile qualsiasi progetto di vita

Adolescenti e Giovani: è ancorapossibile un percorso di educazioneall’affettività e all’amore?

Interverrà il diaconoAndrea Zargani, colla-boratore pastorale perla parrocchia studente-sca e membro dell’e-quipe educativa delSeminario vescovile

SABATO 16NOVEMBRE DALLE15.45 ALLE 18.00 INVESCOVADO

Programma15.45 Ritrovo16.00 Riflessione17.00 Lavori di gruppo18.00 Conclusione*Per i bambini è previsto un servizio di babysitter

Per informazioni:Antonio e Rita Domenici: 335 354216/0586 501418Giuseppe e Monica Ciamaglia: 339 3972116/0586 890185

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI10 novembre 2013 V

utti siamo in ricerca eUlisse è il nostro prototipo,l’intelligenza è la vela checi permette di attraversare

il mare della conoscenza e trovareItaca.

Che cosa porterà il futuroall’umanità?Un regno di pace e di giustizia?O quello che accadrà saràcompletamente diverso? Visarà, alla fine, una guerraatomica? Una catastrofeclimatica? Un progressivoavvelenamento della terra?Indipendentemente da quelloche avverrà, che si tratti di unafine buona o cattiva, noi ciimmaginiamo la storia comeun processo orientato versouna fine, verso una fine.Questa idea è sopraggiunta nelmondo soltanto con ilgiudaismo e con ilcristianesimo.In precedenza si pensava iltempo come un ciclo, uncircolo. Ci si orientava sullanatura, il cosmo, il corso ciclicodelle stelle, il ripetersi dellestagioni. In questo mondo delritorno, non vi era nulla dinuovo. Non vi era nemmenonulla di unico. Vi era senzadubbio mutamento. Ma talemutamento si realizzavasecondo un ritmo sempreuguale. Tutto era così come erasempre stato.Con il cristianesimo questaconcezione del tempo e dellastoria si è trasformata. Per icristiani la storia ha un fine.Essa ha un inizio nellacreazione, un centronell’incarnazione di Dio, unafine nel ritorno del Signore. Lastoria non viene piùrappresentata come un circolo.Ce la rappresentiamo piuttostocome una freccia diretta versoun bersaglio.

Questa concezione del tempo edella storia ha avuto un talesuccesso da essere, negli ultimisecoli, ripetutamente imitata. Èstata secolarizzata tanto nellefilosofie della storia come purenegli scenari di una possibilefine del mondo prodotti dallescienze naturali. (…)Le escatologie secolarizzatesono anche figlie degeneridella storia della salvezza. Alposto di Dio esse pongonol’uomo. L’uomo, non Dio, deveessere il Signore della storia. Lepotenze e le forzeintramondane divengono laProvvidenza, con cui Dio guidala storia. Per Bacone, e moltidopo di lui, sono la scienzanaturale e la tecnica. (…) InKant è l’ "intenzione dellanatura" la grande forzamondana, che spinge l’uomoalla cultura e a una paceperpetua. In Hegel la storiaviene guidata da uno "spiritouniversale", che conducepopoli e individui - contro laloro intenzione - al "progressonella coscienza della libertà". InMarx sono le forze produttive ilmotore della storia. Esse sisviluppano automaticamente,spezzano le catene dei rapportidi produzione volta a voltavigenti, mandando avanti in talmodo il progresso. InCondorcet e Comte sono iprogressi del sapere e dellescienze, che conduconol’umanità dallo stadio del mitoe della metafisica al regno delsapere universale. (…)

Il XX secolo ha scosso allefondamenta questa fiducia nel

T

progresso e nella buona fine ditutte le cose. Le guerremondiali, i genocidi, i semprepiù evidenti lati negativi deldominio della natura hannosuscitato dubbi intorno alleteorie del progresso. Sonoarrivate così altre storie dellafine: storie di una fine terribile.Esse si trovano nei romanzi diScience Fiction, nelle utopienere o nei film popolarihollywoodiani dedicati allecatastrofi.Queste storie della fine sonospaventose, ma ancheaffascinanti. Addiritturaarrivano a divertirci. In fondo,fino ad ora, siamosopravvissuti, e in tal modoassaporiamo un piacevolebrivido di spavento, unamiscela di angoscia e disensazione di averla ancora unavolta scampata. (…) L’umanitàsi fa coraggio di fronte a unapossibile fine spaventosa.Stiamo alla larga dal problema.Rimuoviamo il pensiero dellafine, perché è terribile e perchésupera la nostra capacitàrappresentativa. (...) Le formesecolarizzate della concezionedella storia cercano di offrireconforto predicendo ilprogresso o una fine buona. Manon sono nella condizione dimantenere le loro promesse.Lasciano infatti apertedomande decisive: come puòessere possibile un mondogiusto su questa terra? Comepuò giustificarsi l’uomo, se lasua storia fino ad ora è statasoltanto una catena dicatastrofi? (…)

Che cosa parla contro le storiesecolarizzate della fine e del

fine della storia? A sfavoreparla il fatto che non si puòconoscere la fine, il fine dellastoria. Non lo si puòconoscere, lo si deve credere.Nella storia non vi sono néleggi né tantomeno un’unicalegge dello sviluppo che sipossano conoscere o provarescientificamente. Chi sostiene ilcontrario non sa quel che dice.O forse, sì, lo sa, ma in questocaso persegue altri fini rispettoa quelli della conoscenza.L’asserita conoscenza del finedella storia serve in questo casoalla creazione di una ideologia.Dalla conoscenza del fine dellastoria viene desunta la pretesadi indicare all’uomo ilcammino verso questo fine. Epoiché parliamo del fine dellastoria stessa, il fine della storianel suo complesso, questapretesa è totalitaria" (HenningOttmann, Convegno Gesùnostro contemporaneo Roma9-11 febbraio 2012, L’escatologia nel mondosecolarizzato)

A questa pretesa oggi imperantee quasi da pensiero unico,ovviamente una intelligenzalibera solleva almeno deidubbi, delle forti perplessità evuole semplicemente ragionaree porsi domande: come si puòvivere? Come è possibile"affrontare il nostro presente",spesso segnato dallosmarrimento e dal dolore?Come sopportare ogni giornola fatica del vivere? A questedomande - che si agitano nelcuore di ogni donna e di ogniuomo del nostro tempo -vogliamo cercare di rispondere.La risposta che cercheremo di

dare vuole esseretantoragionevolmentequanto fiduciosanell’aprirsi a unaradicale novità.(…)

L’essere cristiano -che non èun’ideologia o unamorale, ma l’incontrocon qualcuno chedavvero cambia la vita- sperimenta ognigiorno quella novitàche Paolo annunciavaquasi venti secoli fa:"Siamo salvati nellasperanza". Nell’attesacioè di un futuro cheabita già il cuoredell’uomo.I fondamenti dellascelta cristiana e la

radice, sono, lo sappiamo, leScritture; in questo casosoprattutto, ma non solo, lelettere paoline, capaci diesprimere l’angoscia del lorotempo nelle parole di unepitaffio che sembra scrittodalla disperazione di oggi: nelnulla dal nulla quanto prestoricadiamo. Le ragioni dellasperanza cristiana, checercheremo di mostrare,muovono dalla Scrittura, lettaalla luce della tradizionecristiana, e dunque illuminataanche dall’esperienza di alcunefigure esemplari: quelle deisanti. Così il pensiero sullasperanza trova conferma nellastoria cristiana contemporanea.Non temiamo il confronto conil pensiero moderno, anzi locerchiamo, per un rapportopacato e fiducioso. Così laspiegazione della speranzameditata e vissuta siaccompagna nel libro, alladialettica con quanti hannooriginato il sentire del nostrotempo, spesso così lontanodalla speranza cristiana: leneuroscienze che spesso sonotentate di divenireneurofilosofie pagane.Di fronte "all’ambiguità delprogresso anche delle scienze"che caratterizza il nostrotempo, è allora necessario chela ragione - "grande dono diDio all’uomo" al punto che "lavittoria della ragionesull’irrazionale è anche unoscopo della fede cristiana" - siapra alla fede. Salvati nellasperanza, i cristiani aspettano lerealtà ultime, dette un temponovissimi - morte, giudizio,inferno, paradiso - e sul lorosignificato, radicalmentesempre attuale, riflettiamo.

L’attesa che abita giàil cuore dell’uomo

TRATTO DA: “CORRI TEMPO S’AVVICINA LA FESTA”.........

Pubblichiamoin questonumerol’introduzione del nuovo libro del Vescovo mons. SimoneGiusti, in uscitanelle librerie in questi giorni

VES

COV

OIl

libro

del

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI10 novembre 2013VI

L’iniziativadella parrocchiadi RosignanoMarittimo

La celebrazione al cimitero della Misericordia nel giorno dei defunti

Vicini per sempre ai nostri cari

ella ricorrenza dellacommemorazione deidefunti il vescovo Si-mone Giusti, nell’o-

melia della S.Messa celebrata alcimitero della Misericordia, haposto al centro della nostra vitala morte, che la società con-temporanea tende invece adesorcizzare o peggio a non vo-ler considerare, in quanto lacultura dell’esteriorità tende acancellare dal vocabolario que-sta parola, perchè rappresente-rebbe l’unica realtà negativadella nostra esistenza. “La mor-te è l’unico evento certo che ab-biamo davanti - ha esordito ilvescovo Simone che parlandodei nostri defunti ha così pro-seguito - la scomparsa dei no-stri cari non deve rattristarci,perché la loro assenza è solo fi-sica, in realtà essi sono presentispiritualmente nella nostra vitaquotidiana ed è per questo cheportiamo loro un fiore, pulia-mo la tomba, recitiamo loroun’orazione ed a volte ci fer-

miamo anche a parlare con lo-ro, perché essi continuano a vi-vere nel nostro cuore. La rasse-gnazione alla morte è il com-portamento di chi non ha Fedee che crede di trovare la felicità

nell’appagamento di ogni desi-derio terreno, perché tutto fini-sce con la morte. Chi crede, sainvece che l’amore di Dio vincela morte e lui ci aspetta tutti nelsuo regno. Grazie all’amore i

nostri cari sono sempre vivi franoi, perché la misericordia diDio è più forte della morte eDio è la linfa vitale della nostraesistenza”.

Roberto Olivato

N

Mons. Pietro Basci, nuovo proposto erettore della Cattedrale, dopo questanomina, che cosa cambia nella sua vi-ta?«Cambia un po’ tutto. Si lascia la par-rocchia con tutte le sue attività e si as-sumono altre responsabilità più am-pie. Nell’esercizio di questo servizioalla cattedrale, nello spirito di obbe-dienza e collaborazione al ministerodel Vescovo e anche in comunionecon il presbiterio della diocesi, saràmio impegno coordinare gli incarichiper l’armonico svolgimento delle cele-brazioni nella cattedrale.Sarà ancora mia premura osservarequanto disposto dal Diritto Canonicoe dagli articoli dell’ultimo sinodo dio-cesano. Mi sento in dovere di ringraziare il Ve-scovo per la stima che manifesta neimiei confronti; io cercherò di renderela vita dei miei collaboratori moltobella, proprio perché dobbiamo darequesta visione di chiesa, di essere ami-ci e di lavorare per il bene di tutti».

Chi saranno i suoi collaboratori?«Mi ha già dato la sua disponibilitàdon Giuseppe Coperchini, don MarioSorbi in qualità di penitenziere e poisicuramente gli altri canonici e poimagari anche qualche altro sacerdotepiù giovane».

In parrocchia che cose le hanno detto?«In parrocchia sono tutti sgomenti!Sono nell’apprensione di essere ab-bandonati anche se ho già detto loroche il Vescovo provvederà a mandareun sacerdote a Quercianella. La miapresenza la mattina dalle suore ri-marrà; dunque per chi mi vuole vede-re ed incontrare la possibilità ci saràsempre.

Non sono allarmati, ma ho cercato dinon dare adito a battaglie che nonfanno bene né a me né a loro e neppu-re alla Chiesa».

Allora auguri…«Grazie! E speriamo di riuscire ad uni-re il più possibile tutti gli spiriti buoniche ci sono in questa Diocesi e in que-sta città».

È possibile rivedere l’intervista sul sitodella diocesi: www.diocesilivorno.it

Chi crede sa chel’amore di Dio vince la morte

i è svolta nella Parrocchia dei SS.Giovanni Battista e Ilario aRosignano Marittimo la primaEdizione di “Santoween”. Il nuovo

parroco don Federico Locatelli halanciato, primo in Diocesi la proposta:“Riscoprire gli antichi motivi che hannodato origine a questa tradizione“liberandola” dalla dimensioneconsumistica e dalla patina di occultismodel quale è stata ricoperta”. Dunque unascelta educativa non di opposizione madi riscoperta.Il Nome “Halloween” è un termine diorigine cristiana che deriva da “AllHallow’s Eve” che vuol diresemplicemente “Sera della Festa deiSanti”. Ed è proprio alla “luce di Cristoche vince la Morte e della Comunionedei Santi” che si sono dati appuntamentonei locali parrocchiali un gruppo diragazzi sotto la guida di San GiovanniBattista, San Giorgio e Sant’AntonioAbate (Rispettivamente il parroco e iCatechisti Elisa e Igor Tinagli). Sonoarrivati all’incontro dopo aver “sfogliato”le agiografie e “riconosciuto” la chiamataquotidiana di tutti alla Santità. Hannoriscoperto uomini e donne che in tutte leepoche hanno saputo essere fedeli alVangelo, divenuti Santi perché pervasi da

SSpirito D’Amore.Hanno quindicondiviso la cena egiocato insieme: SanFrancesco (SimoneMorelli), Santa Chiara(Adele Benetti), SantaGiovanna D’Arco(Carlotta Berti) SanMichele Arcangelo(Michele Pepi), SanGiovanni Bosco(Matteo Pepi), SantaLucia (MichelaBoldrini) e il“Draghetto” di SanGiorgio (GregorioMaria Antonini). Ilgruppetto ha, poi,sfilato per le vie delpaese e, come daantica tradizione sonostati loro a donare “dolcetti”e non achiederli. Hanno destato non pocacuriosità visto che sfilavano anchevampiri, diavoletti e fantasmini. Ma lavista dei “Santi” non ha creato divisione:ma allegra condivisione, perché ibambini e i ragazzi colgono in questoavvenimento solo l’aspetto ludico e“carnevalesco”.

L’intento era semplicemente di farriflettere su quanto le tradizioni sianoalla base della nostra identità religiosariappropriandoci del senso profondodella Festa dei Santi. Augurandoci chetale iniziativa abbia seguito anche nellealtre parrocchie, vi aspettiamo numerosialla prossima edizione!

Donatella Mansueti

Arriva Santoween...una ragione di festa!

Monsignor PietroBasci, nuovoproposto e rettoredella Cattedrale

Obbedienza,collaborazionee comunioneDomenica scorsain Duomo, l’immissionesolenne presiedutadal Vescovo

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI10 novembre 2013 VII

n questi tempi di crisi, crisi dei valori,della politica, del vivere sociale, la figura

di Igino Giordani (1894-1980) è dariscoprire e da riproporre all’attenzionedelle nuove generazioni in tutta la suainterezza di vita. Ben venga perciò il volumedell’Editoriale San Paolo: “Igino Giordani –Cristiano, politico, scrittore”, pubblicato adue mani da Jean Marie Wallet e TommasoSorgi, due studiosi appartenenti alMovimento dei Focolari, conoscitoriprofondi della persona e dell’opera delGiordani. Gli autori mettono in particolareevidenza l’incontro che Giordani ebbe conChiara Lubich negli ultimi giorni dell’estate1948 in una saletta del Parlamento aMontecitorio in cui Chiara potette spiegarecosa era e cosa si proponeva il suoMovimento dei Focolari. Ma chi eraGiordani? Era un intellettuale, amico di PioXII e del futuro Paolo VI, monsignorMontini, e dei più grandi personaggidell’epoca, e come deputato, accantoall’allora capo del Governo Alcide DeGasperi, dal quale era profondamentestimato, partecipò insieme ai suoi amicidemocristiani alla ricostruzione dell’Italia edell’Europa. E’ bene ricordare che Giordanifu uno dei “padri” della nostraCostituzione, infatti fu eletto all’AssembleaCostituente nel 1946 e nel 1948 conquistòun seggio alla Camera dei Deputati, nonvenne però rieletto nelle successive elezionidel 1953 quasi a dimostrare uno spirito diindipendenza e di non acquiescenzariguardo al suo stesso partito. Possiamosenz’altro dire che la sua carica spiritualeche aveva dimostrato scrivendo numerosilibri sulla religiosità, sull’amore per Dio eper gli uomini, trovarono in Chiara Lubiche nel movimento dei Focolari, nell’Opera diMaria, la Mariapoli, il suo punto diapprodo. Entrò talmente dentro allo spiritodei Focolari che la stessa Chiara lo definìcome il “co-fondatore” della sua opera. Gliautori descrivono compiutamente l’azionedel Giordani nell’aderire ai Focolari,all’aiuto da lui dato nei momenti critici peril movimento anche in rapporto ai settoripiù conservatori e retrivi della Chiesa, ebbeinvece l’appoggio di monsignor Montiniche condivideva con il Giordani laconoscenza degli intellettuali cattolicifrancesi. Giordani infatti studiò in linguaoriginale gli scritti di Lamennais, del padreLacordaire, Ozanam, Veuillot, Claudel,Vassaurd, ed ebbe una grande ammirazioneper quel “cavaliere della libertà” che fuCharles Forbes de Montalembert, dal qualeriprese le idee che utilizzò attraverso inumerosi articoli pubblicati nel 1925 sulquotidiano “Il Popolo” e sul “Il PopoloNuovo” contro il totalitarismo fascistaprima della loro forzata chiusura. In queigiornali, espressione del Partito PopolareItaliano, creato da don Luigi Sturzo, di cuiGiordani fu un caro amico, egli manifestò ilsuo temperamento di combattente“adamantino, libero e forte, di eccezionaledirittura morale” (pag.62). L’ultima partedel volume riporta una antologia dei suoiscritti, dal volume “La rivolta morale” si puòleggere come lui intendesse la politica: Lapolitica è fatta per il popolo e non il popoloper la politica. Essa è un mezzo, non è unfine. Prima la morale, prima l’uomo, primala collettività, poi il partito, poi le tavole delprogramma, poi le teorie di governo. Lapolitica è -nel più dignitoso senso cristiano-una ancella, e non deve diventare padrona:non farsi abuso, né dominio e neppuredogma. Qui è la sua finzione e la suadignità: di essere servizio sociale, carità inatto: la prima forma della carità di patria. Edal volume “Cristianizzare la politica”: Setutti i settori umani han bisogno diredenzione, il settore politico ne ha unbisogno particolare … il cristianesimo hadato agli uomini la redenzione, eredenzione vuol dire libertà dal male, che ineconomia è libertà dalla corruzione,dall’egoismo; in politica è libertà in sensomoderno. La tirannide, il totalitarismo, gliestremismi sono il risultato della carenza dicristianesimo (pag.269-270). In “La Chiesadella contestazione” scrive: La pace come laguerra, origina dal cuore di ciascuno. Airancori, alle rivalità, agli egoismi, si opponel’amore: “L’uomo è fatto per amare, è fattoper la pace”, e la pace è la vita mentre laguerra è morte. Urge insegnare agli uominia riconciliarsi” (pag.313). Come dicevamoall’inizio Igino Giordani è un intellettualecristiano certamente da riscoprire … masarebbe ancora più opportuno cercare dimettere in pratica quello che ha detto!

Gianni Giovangiacomo

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el proseguo de-gli incontri perl’Anno della Fe-de , il Serra ha

invitato presso la Parroc-chia della Rosa, il Procu-ratore della Repubblica diLivorno Massimo Man-nucci a dibattere su unaquestione molto delicatanell’ambito giudiziario,riguardo il rapporto Ca-rità e Giustizia che seconsiderato solo dal pun-to di vista etico, esso tro-va una difficile realizza-zione sia nell’applicazio-ne della pena che dellasanzione. Il ProcuratoreMannucci ha subito os-servato come al di fuoridell’ambito cristiano ilbinomio Carità-Giustizianon trova una rispostapositiva in quanto i pre-supposti sono alquantodiversi. Infatti per i cri-stiani le due parole rispet-tivamente si collocano trale virtù teologali e quellecardinali e quindi hannoun intimo rapporto. Lacarità fa riferimento diret-to a Dio che è amore equindi giusto e buono; lagiustizia quale virtù car-dinale dà quanto compe-te a Dio e al prossimo.Spostando lo sguardo al-la sola sfera civile ci ac-corgiamo, soprattutto al-la luce dei recentissimieventi; in particolar mo-do riguardo Lampedusa,come si provi uno statod’animo di frustrazioneperché il nostro senso dicarità e giustizia non vie-ne applicato.Il termine giustizia che

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fin dall’antichità venivavisto come un principioideale quasi come un unanecessità che dovevamantenere ogni cosa alsuo posto, passerà poi asignificare un principionaturale di coordinazio-ne e di armonia nei rap-porti umani. Platone ladescrive come armoniatra le facoltà dell’anima eanche tra le classi di citta-dini, in quanto assegnaad ogni facoltà o ad ogniclasse sociale quello che aciascuno spetta, come at-tuazione del propriocompito. Se consideria-mo poi l’iconografia clas-sica vediamo che essa vie-ne rappresentata come

una donna che regge inuna mano la bilancia enell’altra la spada che èsguainata a dimostrareche essa è simbolo dellaforza, della difesa e del-l’offesa.La giustizia ha la sua radi-ce in ius che i Romani laconsideravano il pernodel Diritto e vedevano lanecessità di poterne at-tuare il suo esercizio inbase ad un codice di leggistabilite e con dei magi-strati dove al civis venivariconosciuta l’attuazionedei propri diritti fatta sal-va l’osservanza dei doveria carico di ogni cittadino.Nei secoli la filosofia delDiritto ha enucleato dei

principi che sempre piùrispondevano anche alprogresso sociale ed eco-nomico, per cui dalla fa-mosa legge del taglione odell’occhio per occhio, siè venuto sempre più mu-tuando in una sensibilitàvolta a non guardaresemplicemente alla nor-ma ma anche alla co-scienza del magistrato.È proprio in questo am-bito che per coloro chesono cristiani, talvolta di-venta assai arduo e diffici-le poter unire carità e giu-stizia, senza che ne vengamessa in crisi la propriaidentità. I delicatissimi te-mi quali l’aborto, il di-vorzio e in futuro l’omo-

sessualità, eutanasia, fe-condazione eterologa, ri-chiederanno molto di-scernimento. Va semprecomunque tenuto in con-siderazione che nell’am-bito del Diritto non deveessere visto solo l’eserci-zio del potere, ma del ser-vizio e il magistrato nonvive in una torre d’avoriocon una interpretazionepuramente oggettiva del-la legge, ma giudicando ilprossimo deve usare ilpiedistallo dell’umiltà: lalegge da sola non può ri-solvere i problemi delmondo ma è la carità chesalva perché esprime l’a-more di Cristo.

Monica Cuzzocrea

an Giovanni Bosco è arrivato(tutto il corpo in un’urna)

sabato 19 ottobre alla chiesadel "Sacro Cuore" (Salesiani) esanta Rosa da Viterbo è arrivatasabato 26 ottobre alla chiesa"Santa Rosa" in via Machiavelli(con una parte del cuore, che èla prima volta che viene aLivorno).A distanza di una settimana duesanti sono giunti nella nostracittà. Semplice coincidenza omessaggio cifrato che arrivadirettamente dall’Alto dei cieliqui a Livorno?Il sacerdote torinese e lagiovinetta viterbese cosa hannoin comune? Due cosesoprattutto: l’affidamento totaleal volere del Signore (don Boscocon i sogni che ha avuto dalcielo e santa Rosa con le visioniche ha avuto fin da bambina) ela capacità di tradurre"laicamente" il messaggiodivino, che i due santi hannoportato in ogni luogo da lorotoccato, anche con la forza delloro temperamento, ma maicontro le persone. Entrambihanno "avvertito" che il modo divivere dei contemporanei nonandava bene. C’era dainventarsi un "nuovo modello disviluppo" come si dice oggi (e idue santi non frequentavano glischieramenti partitici, rissosianche ai loro tempi, forse più diora).Davvero la Torino dell’ottocentoha qualcosa di analogo allaViterbo di 800 anni fa? E seesiste, questo "qualcosa", comepuò interessare alla Livorno del21esimo secolo? Questoqualcosa è la fatica che ogniepoca fa nel rispondereall’appello del Signore Gesù,

S appello che con difficoltà siconcilia con l’idea di "libertà"odierna. Santa Rosa avevaaccettato di vestirsi umilmenteda terziaria francescana (laicache seguiva i discepolifrancescani avendo ascoltato leprediche di quel grande figliodi Francesco che avevainsegnato nelle strade diViterbo: san Bonaventura daBagnoregio). San GiovanniBosco avendo perso il babbo a2 anni ha capito - prima ditanti pedagogisticontemporanei - che senza unaforte figura paterna e una fortefigura materna che "insieme" siimpegnano ad educare lagioventù… non ce la facciamoad edificare una società giustaed equa. Don Bosco e suamamma Margherita (insiemealla Mazzarello, suora che hafondato il ramo femminile dellaFamiglia Salesiana) hannocapito che l’uomo (pur santo)da solo non può nulla. Come ladonna (da sola) non ce la fa. E’un messaggio attualissimo.Mamma Margherita ha datol’impronta "femminile" al genioeducativo di don Bosco. Il"giocoliere" torinese (discolo daragazzino) ha capito una cosafondamentale che se accoltanell’impiantoeducativo/didattico della scuolaprimaria italiana - ad esempio -farebbe "positivamente" saltarein aria la scuola stessa. Lascuola primaria italiana è un"imbuto" al cui interno c’èancora una grande risorsa (leinsegnanti e gli insegnanti), mache si è intestardita a seguire la"pratica" del progettificio e della"valutazione europea" (cosa insé non negativa, ma da valutare

attentamente). Don Bosco hafatto una "rivoluzione" nonancora capita: ogni ragazzinoha una "chiave di accesso alcuore", e siccome educare è una"una cosa del cuore", setroviamo questa "chiave"l’impresa difficiledell’educazione diventapossibile, ovviamente usandotutte le conoscenzepedagogiche e tecnologichemoderne. E qui ci viene insoccorso santa Rosa. A circa 17anni si mette a girare scalza econ un grande crocifisso per levie di Viterbo, sfidando la culturadell’epoca. Una donna - e per dipiù giovinetta - che pretende diinsegnare. Ma santa Rosarichiamando a "seguire Cristo"non ha preteso di chiudere lalibertà dei contemporanei. Havoluto rispondere all’invitodall’Alto e si è spesa per i suoiconcittadini, nell’epoca in cui iComuni erano la struttura delterritorio italiano. Diciamo chein Italia chi si batte per un"federalismo europeo" in cui ipopoli siano integrati in unprogetto comune (e non sianosovrastati dal potere finanziarioglobale) potrebbe avere in

santa Rosa, definita un po’come la Giovanna D’Arcoitaliana, la patrona e laprotettrice. Federico II - ha dettosabato il vescovo di Viterbomons. Fumagalli - era unimperatore di larghe vedute chesi era circondato di personaggidiscutibili. Questo ha fatto sì cheFederico II e la piccola santaRosa si fronteggiassero. Havinto la piccola (leggete lastoria). Il punto non è chi havinto in passato. La scommessaè vincere ora, nel presente.L’Italia è passata dal 5.o al 9.oposto nella graduatoria delbenessere mondiale. Don Boscopuò aiutare per l’oggi? Sì, apatto che la sua Educazione"preventiva" sia capita (e quibisogna studiare, e tanto).Degni di rilievo fino allacommozione - lasciatevelo direda chi ha vissuto entrambi glieventi - i giovani livornesi chehanno fanno da "sfondoartistico" ai due santi. AiSalesiani nella messa di

mezzanotte ha danzato ecantato una compagnia teatralegiovanile (attorno all’urna delsanto di Valdocco), e alla chiesadi santa Rosa si sono esibiti aicanti (con le chitarre) il "gruppogiovani". Ecco, entrambi questigruppi non sono composti daprofessionisti, eppure hannotrasmesso emozioni vere conuna bravura "artistica" degna dimaggior palcoscenico. Rosa eGiovanni hanno suonato con laloro "vita" una bella colonnasonora.Vuoi vedere che questidue piccoli (di statura) giganti cisono di aiuto e sprone oggi?Essi hanno seguito Dio non inmodo "clericale" purdall’interno della Chiesa e cosìhanno aiutato i loroconcittadini. E’ possibile ancheoggi. Forse valorizzando esostenendo questi due "gruppi"giovanili, che rappresentanotanti altri giovani livornesi,simbolo di una città che deveancora "crederci"! O no?

Fabio Papini

Carità e giustiziabinomio inconciliabile?

Le conferenzedel Serra club

di Livorno

DUE SANTI A LIVORNO:semplice coincidenzao messaggio per tutta la città?

Una figura di ieri per le generazioni di oggi

Igino Giordani:un cattolicoda ricordaree da imitare

La riflessione di un nostro lettore

La conferenza al Serra del Procuratore della Repubblica Massimo Mannucci

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