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Rudolf SteinerLa scienza occulta

nelle sue linee generali

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nelle sue linee generali

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QUESTO E-BOOK:

TITOLO: La scienza occulta nelle sue linee generaliAUTORE: Steiner, RudolfTRADUTTORE: De Renzis, Emmelina e Battaglini, EmmaCURATORE: NOTE:

CODICE ISBN E-BOOK: n. d.

DIRITTI D'AUTORE: no

LICENZA: questo testo è distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet:http://www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze/

TRATTO DA: La scienza occulta nelle sue linee gene-rali / Rudolf Steiner ; traduzione dalla 4. ed. te-desca di E. De Renzis ed E. Battaglini ; con prefa-zione di Arturo Onofri. - Bari : Laterza, 1932. -XII, 292 p. ; 22 cm. - ( Studi religiosi ed esoteri-ci).

CODICE ISBN FONTE: n. d.

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 6 dicembre 2017

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TITOLO: La scienza occulta nelle sue linee generaliAUTORE: Steiner, RudolfTRADUTTORE: De Renzis, Emmelina e Battaglini, EmmaCURATORE: NOTE:

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TRATTO DA: La scienza occulta nelle sue linee gene-rali / Rudolf Steiner ; traduzione dalla 4. ed. te-desca di E. De Renzis ed E. Battaglini ; con prefa-zione di Arturo Onofri. - Bari : Laterza, 1932. -XII, 292 p. ; 22 cm. - ( Studi religiosi ed esoteri-ci).

CODICE ISBN FONTE: n. d.

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 6 dicembre 2017

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INDICE DI AFFIDABILITA': 1 0: affidabilità bassa 1: affidabilità standard 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima

SOGGETTO:OCC016000 CORPO, MENTE E SPIRITO / Occultismo

DIGITALIZZAZIONE:Enea Arosio, [email protected]

REVISIONE:Paolo Oliva, [email protected]

IMPAGINAZIONE:Enea Arosio, [email protected] Righi, [email protected]

PUBBLICAZIONE:Catia Righi, [email protected]

Informazioni sul "progetto Manuzio"Il "progetto Manuzio" è una iniziativa dell'associa-zione culturale Liber Liber. Aperto a chiunque vo-glia collaborare, si pone come scopo la pubblicazio-ne e la diffusione gratuita di opere letterarie informato elettronico. Ulteriori informazioni sono di-sponibili sul sito Internet:http://www.liberliber.it/

Aiuta anche tu il "progetto Manuzio"Se questo "libro elettronico" è stato di tuo gradi-mento, o se condividi le finalità del "progetto Ma-nuzio", invia una donazione a Liber Liber. Il tuosostegno ci aiuterà a far crescere ulteriormente lanostra biblioteca. Qui le istruzioni:http://www.liberliber.it/online/aiuta/

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Indice generale

PREFAZIONE................................................................7PREFAZIONE DELLA QUARTA EDIZIONE............17ICARATTERE DELLA SCIENZA OCCULTA............26IICOSTITUZIONE DELL’UOMO.................................41IIISONNO E MORTE......................................................68IVL’EVOLUZIONE DEL MONDO E L’UOMO..........129VLA CONOSCENZA DEI MONDI SUPERIORI(Dell’iniziazione)........................................................308VIL’EVOLUZIONE PRESENTE E FUTURA DEL MON-DO E DELL’UMANITÀ............................................416ALCUNE PARTICOLARITÀ DELLA SCIENZA DEL-LO SPIRITO...............................................................438

Il corpo eterico dell’uomo......................................438Il mondo astrale......................................................441La vita dell’uomo dopo la morte............................443Il corso della vita umana.........................................445Le regioni superiori del mondo spirituale...............448Gli arti dell’essere umano.......................................449Lo stato di sogno.....................................................450

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Indice generale

PREFAZIONE................................................................7PREFAZIONE DELLA QUARTA EDIZIONE............17ICARATTERE DELLA SCIENZA OCCULTA............26IICOSTITUZIONE DELL’UOMO.................................41IIISONNO E MORTE......................................................68IVL’EVOLUZIONE DEL MONDO E L’UOMO..........129VLA CONOSCENZA DEI MONDI SUPERIORI(Dell’iniziazione)........................................................308VIL’EVOLUZIONE PRESENTE E FUTURA DEL MON-DO E DELL’UMANITÀ............................................416ALCUNE PARTICOLARITÀ DELLA SCIENZA DEL-LO SPIRITO...............................................................438

Il corpo eterico dell’uomo......................................438Il mondo astrale......................................................441La vita dell’uomo dopo la morte............................443Il corso della vita umana.........................................445Le regioni superiori del mondo spirituale...............448Gli arti dell’essere umano.......................................449Lo stato di sogno.....................................................450

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L’acquisto delle conoscenze supersensibili............451Osservazioni su speciali eventi ed esseri del mondospirituale.................................................................453

OSSERVAZIONI SPECIALI.....................................455INDICE.......................................................................460

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L’acquisto delle conoscenze supersensibili............451Osservazioni su speciali eventi ed esseri del mondospirituale.................................................................453

OSSERVAZIONI SPECIALI.....................................455INDICE.......................................................................460

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RUDOLF STEINER

LA SCIENZA OCCULTANELLE SUE LINEE GENERALI

TRADUZIONE DALLA 4a EDIZ. TEDESCADI E. DE RENZIS ED E. BATTAGLINI

CON PREFAZIONE DIARTURO ONOFRI

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RUDOLF STEINER

LA SCIENZA OCCULTANELLE SUE LINEE GENERALI

TRADUZIONE DALLA 4a EDIZ. TEDESCADI E. DE RENZIS ED E. BATTAGLINI

CON PREFAZIONE DIARTURO ONOFRI

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PREFAZIONE

Tra le più alte personalità spirituali che negli ultimidecenni sono apparse in armi contro il drago del mate-rialismo moderno, primeggia in armonia e potenza inte-riori la personalità di Rudolf Steiner1, la cui opera capi-tale si presenta qui, primamente tradotta, ai lettori italia-ni.

So bene che queste due parole scienza occulta faran-no dapprima sorridere molti moderni, i quali non posso-no ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor diquella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioniscientifiche e universitarie; ma perchè il lettore possatranquillamente affrontare le proprie diffidenze su que-sto punto elementare, gli basterà riflettere un momentoche non precisamente così la pensavano quelle grandipersonalità, riconosciute dalla cultura ufficiale, che fu-rono Tommaso d’Aquino, Dante, Campanella, Bruno,per citare i primi nomi che vengono in mente.

Il fatto è che la moderna cultura scientifica, dal secoloXVI in poi, pur essendo una cultura a cui si deve indub-

1 È nato il 27 febbraio 1861 a Kralievic. Dimora da molti annia Dornach (Basilea) ove ha fondato la «Libera università diScienza spirituale». La sede di questa università antroposofica erail «Goetheanum», edificio originalissimo, architettato e costruitodallo stesso Steiner con l’aiuto dei suoi allievi, e che fu distruttoda un incendio il 31 dicembre 1922. L’edificio è in via di ricostru-zione.

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PREFAZIONE

Tra le più alte personalità spirituali che negli ultimidecenni sono apparse in armi contro il drago del mate-rialismo moderno, primeggia in armonia e potenza inte-riori la personalità di Rudolf Steiner1, la cui opera capi-tale si presenta qui, primamente tradotta, ai lettori italia-ni.

So bene che queste due parole scienza occulta faran-no dapprima sorridere molti moderni, i quali non posso-no ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor diquella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioniscientifiche e universitarie; ma perchè il lettore possatranquillamente affrontare le proprie diffidenze su que-sto punto elementare, gli basterà riflettere un momentoche non precisamente così la pensavano quelle grandipersonalità, riconosciute dalla cultura ufficiale, che fu-rono Tommaso d’Aquino, Dante, Campanella, Bruno,per citare i primi nomi che vengono in mente.

Il fatto è che la moderna cultura scientifica, dal secoloXVI in poi, pur essendo una cultura a cui si deve indub-

1 È nato il 27 febbraio 1861 a Kralievic. Dimora da molti annia Dornach (Basilea) ove ha fondato la «Libera università diScienza spirituale». La sede di questa università antroposofica erail «Goetheanum», edificio originalissimo, architettato e costruitodallo stesso Steiner con l’aiuto dei suoi allievi, e che fu distruttoda un incendio il 31 dicembre 1922. L’edificio è in via di ricostru-zione.

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biamente la conquista geografica del globo terrestre, e lariconosciuta configurazione dell’universo fisico, nonchèl’attitudine ad una precisione di pensiero più netto e ri-goroso di quanto non fosse concesso agli antichi, è unacultura che unisce a questa conquista positiva tutti i di-fetti e le limitazioni esclusive, che son proprie diun’astrazione. Essa ha compiuto a ben duro prezzo laconquista del mondo fisico e della sua propria forma dipensiero in precisi concetti; perchè ha perduto non solola coscienza di ciò che vive ed opera dietro l’universofisico, ma anche la contemplazione di ciò che anima emuove il pensiero stesso dell’uomo. In altre parole, ilconcetto che la scienza ufficiale si è formato dell’uni-verso è stato ottenuto mediante l’astrazione dalla realtàspirituale del mondo: temporaneamente smarrendo quel-la che nell’antichità era l’unitaria (sebbene un po’ con-fusa) percezione immediata del cosmo fisico-spirituale.Per quanto inconsapevolmente, la scienza ufficiale vi harinunciato per delimitarsi e specializzarsi nella conside-razione e nell’indagine dell’aspetto esteriore del mondoe della vita.

Abbiamo accennato ai vantaggi di tale grandioso pro-cesso scientifico-filosofico, di cui il principalissimo è ilpossesso intero della Terra con la parallela comprensio-ne delle leggi naturali meccaniche, e l’inerente potenzia-mento della concettualità filosofica. Ora bisogna accen-nare all’altro lato del processo, poichè solo a questastregua gli uomini, che finirebbero per addormentarsispiritualmente sulla materia e sulla sua meccanicità pas-siva, potranno novamente risvegliarsi alla coscienza in-

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biamente la conquista geografica del globo terrestre, e lariconosciuta configurazione dell’universo fisico, nonchèl’attitudine ad una precisione di pensiero più netto e ri-goroso di quanto non fosse concesso agli antichi, è unacultura che unisce a questa conquista positiva tutti i di-fetti e le limitazioni esclusive, che son proprie diun’astrazione. Essa ha compiuto a ben duro prezzo laconquista del mondo fisico e della sua propria forma dipensiero in precisi concetti; perchè ha perduto non solola coscienza di ciò che vive ed opera dietro l’universofisico, ma anche la contemplazione di ciò che anima emuove il pensiero stesso dell’uomo. In altre parole, ilconcetto che la scienza ufficiale si è formato dell’uni-verso è stato ottenuto mediante l’astrazione dalla realtàspirituale del mondo: temporaneamente smarrendo quel-la che nell’antichità era l’unitaria (sebbene un po’ con-fusa) percezione immediata del cosmo fisico-spirituale.Per quanto inconsapevolmente, la scienza ufficiale vi harinunciato per delimitarsi e specializzarsi nella conside-razione e nell’indagine dell’aspetto esteriore del mondoe della vita.

Abbiamo accennato ai vantaggi di tale grandioso pro-cesso scientifico-filosofico, di cui il principalissimo è ilpossesso intero della Terra con la parallela comprensio-ne delle leggi naturali meccaniche, e l’inerente potenzia-mento della concettualità filosofica. Ora bisogna accen-nare all’altro lato del processo, poichè solo a questastregua gli uomini, che finirebbero per addormentarsispiritualmente sulla materia e sulla sua meccanicità pas-siva, potranno novamente risvegliarsi alla coscienza in-

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tegrale della realtà; giacchè la realtà non è nè astratta-mente «spirituale» nè astrattamente «materiale».

Lo svantaggio, assai grave, di quella conquista scien-tifica è appunto la perduta unità dell’insieme, e il sensodi esclusione dell’uno dall’altro elemento. Dall’anticopassato ad oggi l’uomo ha guadagnato via via una chia-rezza sempre maggiore dei suoi sensi fisici e della suaconoscenza scientifica, chiudendosi sempre più all’altraconoscenza, fino a dimenticarla del tutto, e a negarlarabbiosamente, una volta perduta. Quest’altra conoscen-za (che un tempo c’era, sebbene confusa) è la conoscen-za diretta dello spirito. E, strano a dirsi, con questa per-dita, l’uomo è divenuto temporaneamente anche malde-stro nell’adempimento dei suoi còmpiti sociali. L’ingiu-stizia, che è nulla più che un aspetto della disarmoniainteriore umana, ha affiorato tragicamente alla sogliadella coscienza sociale, fino ai cataclismi politici e allelotte per la libertà individuale, che sono le nostre realidecorazioni d’uomini moderni.

Sta in fatto che d’ora in poi l’uomo non solo ricupere-rà gradatamente, col suo sforzo cosciente, la diretta co-noscenza dello spirito, ma conserverà, come facoltà ac-quisita, ciò che ha guadagnato con la scienza e la filo-sofia, anzi portando nella futura conoscenza dello spiritoquella stessa precisione di pensiero individuale ch’egliha raggiunto nell’àmbito della fisica e della filosofia.

Egli non camminerà, dunque, verso l’avvenire in vir-tù di un suo misticismo che rifiuti e neghi e sopprimatutto quanto l’uomo ha ormai raggiunto nella sua pre-senza di cittadino terrestre e nella sua concettualità diuomo fra uomini, per appartarsi dalla Vita in pratiche

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tegrale della realtà; giacchè la realtà non è nè astratta-mente «spirituale» nè astrattamente «materiale».

Lo svantaggio, assai grave, di quella conquista scien-tifica è appunto la perduta unità dell’insieme, e il sensodi esclusione dell’uno dall’altro elemento. Dall’anticopassato ad oggi l’uomo ha guadagnato via via una chia-rezza sempre maggiore dei suoi sensi fisici e della suaconoscenza scientifica, chiudendosi sempre più all’altraconoscenza, fino a dimenticarla del tutto, e a negarlarabbiosamente, una volta perduta. Quest’altra conoscen-za (che un tempo c’era, sebbene confusa) è la conoscen-za diretta dello spirito. E, strano a dirsi, con questa per-dita, l’uomo è divenuto temporaneamente anche malde-stro nell’adempimento dei suoi còmpiti sociali. L’ingiu-stizia, che è nulla più che un aspetto della disarmoniainteriore umana, ha affiorato tragicamente alla sogliadella coscienza sociale, fino ai cataclismi politici e allelotte per la libertà individuale, che sono le nostre realidecorazioni d’uomini moderni.

Sta in fatto che d’ora in poi l’uomo non solo ricupere-rà gradatamente, col suo sforzo cosciente, la diretta co-noscenza dello spirito, ma conserverà, come facoltà ac-quisita, ciò che ha guadagnato con la scienza e la filo-sofia, anzi portando nella futura conoscenza dello spiritoquella stessa precisione di pensiero individuale ch’egliha raggiunto nell’àmbito della fisica e della filosofia.

Egli non camminerà, dunque, verso l’avvenire in vir-tù di un suo misticismo che rifiuti e neghi e sopprimatutto quanto l’uomo ha ormai raggiunto nella sua pre-senza di cittadino terrestre e nella sua concettualità diuomo fra uomini, per appartarsi dalla Vita in pratiche

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Page 10: La scienza occulta -   · PDF fileno ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma

ascetiche o in estatici rapimenti; tutt’altro! Egli dovrànel più preciso e consapevole sforzo della sua vita inte-riore, sollevarsi mediante la sua volontà d’uomo terrenofino alla conquista di un metodo integrale, che, senzafargli smarrire sè stesso come io singolo, lo conduca allacoscienza, sempre più chiara e individualizzata, dellarealtà spirituale che effettivamente opera in quello stes-so mondo dov’egli vive, pensa, lavora, soffre e indagaquotidianamente.

Ma per riuscire a ciò, egli ha bisogno dapprima di chisappia aiutarlo, indicandogli la via da seguire. Da questaindicazione pratico-spirituale, egli otterrà di poter am-pliare, intanto, il suo senso della realtà, e nello stessotempo si sentirà rinforzato nella sua presenza terrestreda una più intensa capacità di adempiere ai suoi còmpitinormali con energia e perfezione sempre crescente. Ecosì egli potrà conseguentemente imparare a leggerenella vita, direttamente, ciò che ora gli resta celato, oc-culto, dietro il velo delle sue passioni e dei suoi pregiu-dizi materialistici.

Il presente libro dello Steiner è appunto l’indicazionedi questo metodo della realtà integrale, come io credodi poterlo chiamare. E nelle pagine che seguono bisognavedere sopratutto un aiuto reale, sebbene apparentemen-te indiretto, ad affrontare con disposizione giusta le gra-vi questioni pratiche dell’età nostra. So bene che l’orgo-glio moderno si drizza «dalla cintola in su» pretendendoche non ha bisogno d’essere aiutato; ma appunto questaè la prova del suo estremo bisogno d’aiuto.

Ed è proprio l’orgoglio degli intellettuali moderni,quello che non sa dare la giusta importanza all’età com-

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ascetiche o in estatici rapimenti; tutt’altro! Egli dovrànel più preciso e consapevole sforzo della sua vita inte-riore, sollevarsi mediante la sua volontà d’uomo terrenofino alla conquista di un metodo integrale, che, senzafargli smarrire sè stesso come io singolo, lo conduca allacoscienza, sempre più chiara e individualizzata, dellarealtà spirituale che effettivamente opera in quello stes-so mondo dov’egli vive, pensa, lavora, soffre e indagaquotidianamente.

Ma per riuscire a ciò, egli ha bisogno dapprima di chisappia aiutarlo, indicandogli la via da seguire. Da questaindicazione pratico-spirituale, egli otterrà di poter am-pliare, intanto, il suo senso della realtà, e nello stessotempo si sentirà rinforzato nella sua presenza terrestreda una più intensa capacità di adempiere ai suoi còmpitinormali con energia e perfezione sempre crescente. Ecosì egli potrà conseguentemente imparare a leggerenella vita, direttamente, ciò che ora gli resta celato, oc-culto, dietro il velo delle sue passioni e dei suoi pregiu-dizi materialistici.

Il presente libro dello Steiner è appunto l’indicazionedi questo metodo della realtà integrale, come io credodi poterlo chiamare. E nelle pagine che seguono bisognavedere sopratutto un aiuto reale, sebbene apparentemen-te indiretto, ad affrontare con disposizione giusta le gra-vi questioni pratiche dell’età nostra. So bene che l’orgo-glio moderno si drizza «dalla cintola in su» pretendendoche non ha bisogno d’essere aiutato; ma appunto questaè la prova del suo estremo bisogno d’aiuto.

Ed è proprio l’orgoglio degli intellettuali moderni,quello che non sa dare la giusta importanza all’età com-

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plessa in cui viviamo, e che ci si presenta con tutti i suoiintricati enigmi da risolvere. Per questi enigmi non bastache noi siamo razionalmente o filosoficamente armati diteorie o di sistemi pragmatici, occorre che le nostre realifacoltà di conoscenza, di simpatia e d’immedesimazionecol mondo siano altamente sviluppate ed abbiano vivoin sè stesse l’intimo significato di tutta la vita. È neces-sario, per questo, che arriviamo a conoscere ciò chel’uomo è in ciascuno di noi.

Questo libro mostra dell’esistenza reale il fondo cela-to, e ci indica la trama di forze che opera dentro e dietrola nostra realtà di uomini; perciò è un libro destinato adaumentare le nostre facoltà di partecipazione terrestrealla vita dell’universo.

A parte l’orgoglio, che è un atteggiamento degli uo-mini d’oggi sopratutto in presenza degli altri, c’è un al-tro fatto cui bisogna accennare.

Una tentazione, sia pure una generosa tentazione, sipuò insinuare dapprima da questa grande opera, nel cuo-re del lettore, il quale pur vincendo il senso delle diffi-coltà inevitabili alla lettura d’un libro che vuol rifare co-lui che legge, non sappia tuttavia riconoscere quest’altratentazione che può essere l’ostacolo vero. È la tentazio-ne della fuga dalla vita: la tentazione di appartarsidall’attività di ieri, per dedicarsi esclusivamente allapropria elevazione di domani.

Noi siamo, figli d’una cultura e d’una forma di pen-siero che porta inevitabilmente con sè il frutto della suamaterialità grossolana: questo frutto è l’egoismo. Cia-scuno di noi è propenso a dar valore solamente a sè stes-so, ai propri istinti, ai propri giudizi, ai propri impulsi,

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plessa in cui viviamo, e che ci si presenta con tutti i suoiintricati enigmi da risolvere. Per questi enigmi non bastache noi siamo razionalmente o filosoficamente armati diteorie o di sistemi pragmatici, occorre che le nostre realifacoltà di conoscenza, di simpatia e d’immedesimazionecol mondo siano altamente sviluppate ed abbiano vivoin sè stesse l’intimo significato di tutta la vita. È neces-sario, per questo, che arriviamo a conoscere ciò chel’uomo è in ciascuno di noi.

Questo libro mostra dell’esistenza reale il fondo cela-to, e ci indica la trama di forze che opera dentro e dietrola nostra realtà di uomini; perciò è un libro destinato adaumentare le nostre facoltà di partecipazione terrestrealla vita dell’universo.

A parte l’orgoglio, che è un atteggiamento degli uo-mini d’oggi sopratutto in presenza degli altri, c’è un al-tro fatto cui bisogna accennare.

Una tentazione, sia pure una generosa tentazione, sipuò insinuare dapprima da questa grande opera, nel cuo-re del lettore, il quale pur vincendo il senso delle diffi-coltà inevitabili alla lettura d’un libro che vuol rifare co-lui che legge, non sappia tuttavia riconoscere quest’altratentazione che può essere l’ostacolo vero. È la tentazio-ne della fuga dalla vita: la tentazione di appartarsidall’attività di ieri, per dedicarsi esclusivamente allapropria elevazione di domani.

Noi siamo, figli d’una cultura e d’una forma di pen-siero che porta inevitabilmente con sè il frutto della suamaterialità grossolana: questo frutto è l’egoismo. Cia-scuno di noi è propenso a dar valore solamente a sè stes-so, ai propri istinti, ai propri giudizi, ai propri impulsi,

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alle proprie aspirazioni. E certo siffatta caratteristica ciimpedisce violentemente di salire alla oggettiva super-coscienza spirituale del mondo; ma già quand’essa nonè più così forte da impedirci di accogliere serenamenteil messaggio e l’opera di coloro che sono come gli ante-signani della nostra risalita, allora l’egoismo, da veroPròteo inafferrabile, prende una tutt’altra forma e cispinge a preoccuparci unicamente del nostro sviluppointeriore, trascurando il resto della vita che è la vita de-gli altri, e senza la quale nessuno di noi potrebbe vivereal mondo.

Il segno vero che non si è compresa un’opera comequesta dello Steiner, e che è la scienza di ciò che per noiè occulto (ma che non è affatto occulto a chi si è resocapace di conoscerlo) il segno vero della nostra incom-prensione, sarebbe questo, che noi, portando il nostroegoismo ancora più in alto, volessimo dare esclusivaimportanza, d’ora in poi, al nostro personale sviluppo.

Questo egoismo, che tutti abbiamo assai coltivato nel-la recente concezione materialistica del mondo, unifor-mandovi, senz’accorgercene, non solo i nostri pensieri,ma anche i nostri atti e quei segreti moti dell’anima cheoperano potentemente nel nostro profondo, questo egoi-smo non si può più portare con sè quando si vuol salirecon la propria coscienza individuale nel mondo delloSpirito.

Il metodo della realtà integrale esige che ciascuno dinoi salga accogliendo questa stessa realtà come fosse ilnostro vero io, pur senza perdere la nostra individualecoscienza. Talchè l’uomo si sentirà allora posto nell’uni-verso come un centro di unificazione e di con-passione

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alle proprie aspirazioni. E certo siffatta caratteristica ciimpedisce violentemente di salire alla oggettiva super-coscienza spirituale del mondo; ma già quand’essa nonè più così forte da impedirci di accogliere serenamenteil messaggio e l’opera di coloro che sono come gli ante-signani della nostra risalita, allora l’egoismo, da veroPròteo inafferrabile, prende una tutt’altra forma e cispinge a preoccuparci unicamente del nostro sviluppointeriore, trascurando il resto della vita che è la vita de-gli altri, e senza la quale nessuno di noi potrebbe vivereal mondo.

Il segno vero che non si è compresa un’opera comequesta dello Steiner, e che è la scienza di ciò che per noiè occulto (ma che non è affatto occulto a chi si è resocapace di conoscerlo) il segno vero della nostra incom-prensione, sarebbe questo, che noi, portando il nostroegoismo ancora più in alto, volessimo dare esclusivaimportanza, d’ora in poi, al nostro personale sviluppo.

Questo egoismo, che tutti abbiamo assai coltivato nel-la recente concezione materialistica del mondo, unifor-mandovi, senz’accorgercene, non solo i nostri pensieri,ma anche i nostri atti e quei segreti moti dell’anima cheoperano potentemente nel nostro profondo, questo egoi-smo non si può più portare con sè quando si vuol salirecon la propria coscienza individuale nel mondo delloSpirito.

Il metodo della realtà integrale esige che ciascuno dinoi salga accogliendo questa stessa realtà come fosse ilnostro vero io, pur senza perdere la nostra individualecoscienza. Talchè l’uomo si sentirà allora posto nell’uni-verso come un centro di unificazione e di con-passione

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con una cerchia di mondo sempre più vasta, che egli im-parerà, via via, a identificare con la realtà della sua vitad’ogni giorno.

Questa Sapienza o Scienza, che viene qui presentatada una spiritualità odierna assai elevata sulla grandemaggioranza degli uomini, è una sapienza il cui frutto sichiama Amore. E la natura dell’Amore è di unificare, diarmonizzare, di accordare il mondo con sè stesso; non èdi separarlo in pezzi, di escluderne le parti, di rinnegarel’una in nome dell’altra, di uccidere per impazienza, madi sforzarsi a convertire gli odi capziosi in libere armo-nie di riconciliazione.

La stella che brilla su questo libro è la Stelladell’Unione, e la sua luce, alta sul buio mare del presen-te, è destinata alla prossima salvezza dei naviganti cheper tutta la notte hanno navigato sotto cieli ciechi, e siapprestano adesso a raggiungere alfine il porto dell’ori-ginaria patria, una patria da conquistare a nuovo nellarinnovellata coscienza maturatasi durante il lungo esiliodella peregrinazione. Ora, poco prima dell’alba, sorge lastella mattutina: la luce del Cristo spirituale, che riporte-rà gli uomini all’unione divina di tutti nell’Uno, e questaUnione sarà anche quella di due scienze: una ufficialeoccidentale moderna, con una occulta orientale antichis-sima. Ma entrambe muteranno la loro natura, se vorran-no raggiungere l’Unione, e solamente nell’unione reci-proca entrambe son vere.

Tutta la tradizione della sapienza orientale dei Misteriè il ricordo del mondo divino dal quale l’uomo discesesulla terra; ed essa è anche il tracciato del cammino anti-co dal quale la cultura occidentale stessa è nata estrema-

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con una cerchia di mondo sempre più vasta, che egli im-parerà, via via, a identificare con la realtà della sua vitad’ogni giorno.

Questa Sapienza o Scienza, che viene qui presentatada una spiritualità odierna assai elevata sulla grandemaggioranza degli uomini, è una sapienza il cui frutto sichiama Amore. E la natura dell’Amore è di unificare, diarmonizzare, di accordare il mondo con sè stesso; non èdi separarlo in pezzi, di escluderne le parti, di rinnegarel’una in nome dell’altra, di uccidere per impazienza, madi sforzarsi a convertire gli odi capziosi in libere armo-nie di riconciliazione.

La stella che brilla su questo libro è la Stelladell’Unione, e la sua luce, alta sul buio mare del presen-te, è destinata alla prossima salvezza dei naviganti cheper tutta la notte hanno navigato sotto cieli ciechi, e siapprestano adesso a raggiungere alfine il porto dell’ori-ginaria patria, una patria da conquistare a nuovo nellarinnovellata coscienza maturatasi durante il lungo esiliodella peregrinazione. Ora, poco prima dell’alba, sorge lastella mattutina: la luce del Cristo spirituale, che riporte-rà gli uomini all’unione divina di tutti nell’Uno, e questaUnione sarà anche quella di due scienze: una ufficialeoccidentale moderna, con una occulta orientale antichis-sima. Ma entrambe muteranno la loro natura, se vorran-no raggiungere l’Unione, e solamente nell’unione reci-proca entrambe son vere.

Tutta la tradizione della sapienza orientale dei Misteriè il ricordo del mondo divino dal quale l’uomo discesesulla terra; ed essa è anche il tracciato del cammino anti-co dal quale la cultura occidentale stessa è nata estrema-

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mente. Tutta la cultura occidentale delle scienze fisichee filosofiche, è la promessa di un’individuazione com-pleta dell’Universo sotto specie di coscienza d’uomo.Ma quest’ultima raggiungerà il suo promesso avveniresolo nella volontaria unione con la ricuperata coscienzadei sacri Misteri. Da questa Unione, che è la Scienza delGral, fino a ieri occulta, ma d’ora in poi sempre più pa-lesabile agli uomini, per la loro accresciuta maturità spi-rituale, sorgerà non solamente la vera coscienza del Cri-sto-Uomo-Dio, cioè del Cristo cosmico e terrestre, che èil vero Io dell’uomo e degli uomini, ma sorgerà anche lasintesi reale fra fede e scienza, fra arte e filosofia, framistica e pratica: sintesi senza la quale non possono es-ser vere ed intere, in sè stesse, nè fede nè scienza, nèarte nè filosofia, nè mistica nè pratica.

I sei capitoli principali di questa Scienza occulta delloSteiner sono concepiti e scritti in tal modo che le forze ele attività fondamentali dell’interno umano operano inuna reciproca e integrale fusione dell’una nell’altra.Questo supremo equilibrio di armonia attiva, svegliatoin un uomo altamente evoluto, ha potuto fare dell’autoredi questo libro un veggente e una guida nella nostra etàancora caotica e informe.

In questa Scienza occulta, che si integra con tutte lealtre sue opere, egli ci comunica la sua conoscenza delloSpirito. E, com’egli dice in questo libro, «la conoscenzaspirituale, per la sua essenza medesima, si trasforma inamore». Questo pensiero si ravvicina spontaneamenteda sè alla celebre profezia del Cristo espresso nel Van-gelo di S. Giovanni con queste parole: «Voi conosceretela Verità, e la Verità vi farà liberi».

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mente. Tutta la cultura occidentale delle scienze fisichee filosofiche, è la promessa di un’individuazione com-pleta dell’Universo sotto specie di coscienza d’uomo.Ma quest’ultima raggiungerà il suo promesso avveniresolo nella volontaria unione con la ricuperata coscienzadei sacri Misteri. Da questa Unione, che è la Scienza delGral, fino a ieri occulta, ma d’ora in poi sempre più pa-lesabile agli uomini, per la loro accresciuta maturità spi-rituale, sorgerà non solamente la vera coscienza del Cri-sto-Uomo-Dio, cioè del Cristo cosmico e terrestre, che èil vero Io dell’uomo e degli uomini, ma sorgerà anche lasintesi reale fra fede e scienza, fra arte e filosofia, framistica e pratica: sintesi senza la quale non possono es-ser vere ed intere, in sè stesse, nè fede nè scienza, nèarte nè filosofia, nè mistica nè pratica.

I sei capitoli principali di questa Scienza occulta delloSteiner sono concepiti e scritti in tal modo che le forze ele attività fondamentali dell’interno umano operano inuna reciproca e integrale fusione dell’una nell’altra.Questo supremo equilibrio di armonia attiva, svegliatoin un uomo altamente evoluto, ha potuto fare dell’autoredi questo libro un veggente e una guida nella nostra etàancora caotica e informe.

In questa Scienza occulta, che si integra con tutte lealtre sue opere, egli ci comunica la sua conoscenza delloSpirito. E, com’egli dice in questo libro, «la conoscenzaspirituale, per la sua essenza medesima, si trasforma inamore». Questo pensiero si ravvicina spontaneamenteda sè alla celebre profezia del Cristo espresso nel Van-gelo di S. Giovanni con queste parole: «Voi conosceretela Verità, e la Verità vi farà liberi».

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Non più una scienza asservita a sè stessa in una su-perstiziosa esclusività della materia astratta dallo spirito,non più un’arte che geme e si contorce sotto il giogo delpiù ristretto personalismo psicologico ed estetico, nonpiù una fede reclusa in un dogmatismo irrigidito e pie-troso, non più una filosofia che partorisce e combinaconcetti come fossero «realtà assolute» in sè stesse, nonpiù una mistica che si perde nelle nebbie suggestiva-mente fantastiche della sua appartata ed egoistica con-templazione o della sua paralizzante ascesi, non più unapratica per la quale l’azione sia motivata soltanto in sè,quale una pragmatica d’impulsi e d’energie cieche, persoddisfazione di appetiti e d’ambizioni; ma il ritrova-mento dell’universo nell’uomo, e dell’uomo nell’univer-so, per poter salire progressivamente, lungo una scalagerarchica ascendente, fino alla coscienza del divino-in-noi, e del noi-in-Dio.

Chiunque, ad esempio, riuscirà a leggere, sia pure inpiù volte, il capitolo intitolato «L’Evoluzione del mondoe l’uomo» fino a poterlo afferrare nel suo ritmo d’insie-me, avrà la consapevolezza d’essersi svegliato ad unarealtà scientifica, ma nello stesso tempo sentirà di do-verla vivere, quella realtà, con lo stesso entusiasmo pro-fondo che ci dànno le grandi opere d’arte dell’umanità.E quel capitolo è realmente un poema, un poema di ve-rità, che agisce in noi risvegliando quel potere (l’imma-ginazione cosmica, che portiamo latente dal mondo spi-rituale onde siamo discesi nascendo. Così, anche il si-gnificato e il concetto dell’arte si trasformerà, per ritro-vare sempre più il senso della realtà unitaria del mondo,uscendo dal suo formalismo stilistico e intellettuale (che

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Non più una scienza asservita a sè stessa in una su-perstiziosa esclusività della materia astratta dallo spirito,non più un’arte che geme e si contorce sotto il giogo delpiù ristretto personalismo psicologico ed estetico, nonpiù una fede reclusa in un dogmatismo irrigidito e pie-troso, non più una filosofia che partorisce e combinaconcetti come fossero «realtà assolute» in sè stesse, nonpiù una mistica che si perde nelle nebbie suggestiva-mente fantastiche della sua appartata ed egoistica con-templazione o della sua paralizzante ascesi, non più unapratica per la quale l’azione sia motivata soltanto in sè,quale una pragmatica d’impulsi e d’energie cieche, persoddisfazione di appetiti e d’ambizioni; ma il ritrova-mento dell’universo nell’uomo, e dell’uomo nell’univer-so, per poter salire progressivamente, lungo una scalagerarchica ascendente, fino alla coscienza del divino-in-noi, e del noi-in-Dio.

Chiunque, ad esempio, riuscirà a leggere, sia pure inpiù volte, il capitolo intitolato «L’Evoluzione del mondoe l’uomo» fino a poterlo afferrare nel suo ritmo d’insie-me, avrà la consapevolezza d’essersi svegliato ad unarealtà scientifica, ma nello stesso tempo sentirà di do-verla vivere, quella realtà, con lo stesso entusiasmo pro-fondo che ci dànno le grandi opere d’arte dell’umanità.E quel capitolo è realmente un poema, un poema di ve-rità, che agisce in noi risvegliando quel potere (l’imma-ginazione cosmica, che portiamo latente dal mondo spi-rituale onde siamo discesi nascendo. Così, anche il si-gnificato e il concetto dell’arte si trasformerà, per ritro-vare sempre più il senso della realtà unitaria del mondo,uscendo dal suo formalismo stilistico e intellettuale (che

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fa esatto riscontro al concettualismo dei filosofi e al ma-terialismo degli scienziati) e nel quale numerosi zelatoriprofessionali e dilettanteschi vorrebbero oggi tenere ingiaciglio questa povera arte moderna.

Io ho volentieri accettato di premettere alcune parolea quest’opera, non solo per la gioia di rendere pubblicoatto d’omaggio a un venerabile insegnamento che ci fudato, ma anche e sopratutto per poter testimoniare, neilimiti delle mie forze, della praticità operante di questagrande corrente dello spirito occidentale, che mette capoallo Steiner, e che è la stessa corrente dalla quale i crea-tori tutelari d’Italia ricevettero un giorno le loro più alteispirazioni. Dante, Raffaello, Leonardo, Michelangelo,Bruno (per nominare alcuni soltanto fra i maggiori) rice-vettero da questa corrente creativa i più alti messaggidelle loro creazioni. Questa stessa corrente creativa oc-cidentale che allora fluì celatamente, come nelle profon-dità latenti dell’umana coscienza, emerge ora finalmentedal sottosuolo alla luce del mondo, e riconosce sè stessapalesemente, nella sua vera portata.

Riconosciamola, dunque, e confidiamo nel sacro av-venire lavorando a trasformare noi stessi.

Roma, 27 febbraio 1924.ARTURO ONOFRI

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fa esatto riscontro al concettualismo dei filosofi e al ma-terialismo degli scienziati) e nel quale numerosi zelatoriprofessionali e dilettanteschi vorrebbero oggi tenere ingiaciglio questa povera arte moderna.

Io ho volentieri accettato di premettere alcune parolea quest’opera, non solo per la gioia di rendere pubblicoatto d’omaggio a un venerabile insegnamento che ci fudato, ma anche e sopratutto per poter testimoniare, neilimiti delle mie forze, della praticità operante di questagrande corrente dello spirito occidentale, che mette capoallo Steiner, e che è la stessa corrente dalla quale i crea-tori tutelari d’Italia ricevettero un giorno le loro più alteispirazioni. Dante, Raffaello, Leonardo, Michelangelo,Bruno (per nominare alcuni soltanto fra i maggiori) rice-vettero da questa corrente creativa i più alti messaggidelle loro creazioni. Questa stessa corrente creativa oc-cidentale che allora fluì celatamente, come nelle profon-dità latenti dell’umana coscienza, emerge ora finalmentedal sottosuolo alla luce del mondo, e riconosce sè stessapalesemente, nella sua vera portata.

Riconosciamola, dunque, e confidiamo nel sacro av-venire lavorando a trasformare noi stessi.

Roma, 27 febbraio 1924.ARTURO ONOFRI

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PREFAZIONE DELLA QUARTA EDIZIONE

Chi si accinge alla descrizione dei risultati ottenutidall’investigazione spirituale scientifica, del genere diquelli esposti in questo libro, deve anzitutto tener con-to del fatto che, all’epoca attuale, questa specie di ri-cerche è dai più ritenuta impossibile. Qui infatti verra-no dette cose, che un modo di pensare, oggidì consi-derato rigorosamente esatto, afferma «dovere proba-bilmente restar sempre insolute per la mente umana».Chi conosce e sa apprezzare le ragioni, che spingonotante persone serie a tale affermazione, sente semprenuovamente il desiderio di cercare di dimostrare qualisiano i malintesi, su cui si basa la convinzione che allaconoscenza umana sia vietato l’accesso nei mondi su-persensibili.

Due considerazioni si affacciano. Primo: nes-sun’anima umana, dopo profonda riflessione, potràcontinuare a lungo a negare, che le questioni più gravisul significato e l’importanza della vita dovrebbero ri-manere insolute se non fosse possibile l’accesso neimondi supersensibili. Ci si potrà illudere teoricamenteintorno a questo fatto; nelle profondità dell’anima,però, non ci si appaga di tale illusione. Chi non vuoledare ascolto all’intima voce dell’anima respingerà

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PREFAZIONE DELLA QUARTA EDIZIONE

Chi si accinge alla descrizione dei risultati ottenutidall’investigazione spirituale scientifica, del genere diquelli esposti in questo libro, deve anzitutto tener con-to del fatto che, all’epoca attuale, questa specie di ri-cerche è dai più ritenuta impossibile. Qui infatti verra-no dette cose, che un modo di pensare, oggidì consi-derato rigorosamente esatto, afferma «dovere proba-bilmente restar sempre insolute per la mente umana».Chi conosce e sa apprezzare le ragioni, che spingonotante persone serie a tale affermazione, sente semprenuovamente il desiderio di cercare di dimostrare qualisiano i malintesi, su cui si basa la convinzione che allaconoscenza umana sia vietato l’accesso nei mondi su-persensibili.

Due considerazioni si affacciano. Primo: nes-sun’anima umana, dopo profonda riflessione, potràcontinuare a lungo a negare, che le questioni più gravisul significato e l’importanza della vita dovrebbero ri-manere insolute se non fosse possibile l’accesso neimondi supersensibili. Ci si potrà illudere teoricamenteintorno a questo fatto; nelle profondità dell’anima,però, non ci si appaga di tale illusione. Chi non vuoledare ascolto all’intima voce dell’anima respingerà

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qualsiasi comunicazione intorno ai mondi supersensi-bili; vi sono però degli uomini – e il numero loro nonè esiguo – i quali non riescono a rimaner sordi a que-ste insistenti richieste interiori, e tornano sempre nuo-vamente a bussare alle porte, che, a parere degli altri,sbarrano l’accesso all’incomprensibile.

Secondo: le considerazioni del modo di pensare ri-gorosamente esatto non sono affatto da disprezzarsi;chi si occupa di esse ne apprezzerà, quando sono se-rie, tutta l’importanza. Lo scrittore di questo libro nonvorrebbe essere accusato di aver a cuor leggero messoda canto l’enorme lavoro mentale impiegato a deter-minare i limiti dell’intelletto umano. Non è possibilesvalutare tale lavoro del pensiero con semplici frasirettoriche sulla «saggezza accademica» e simili; inmolti casi esso deriva da vera penetrazione della co-noscenza e da acuto discernimento. Si deve anzi am-mettere, che sono state addotte ragioni per dimostrare,che la conoscenza attualmente considerata scientificanon può penetrare nei mondi supersensibili, e questeragioni, sotto un determinato aspetto, sono irrefutabi-li.

Tale affermazione viene ammessa senza difficoltàdallo scrittore di questo libro; potrà perciò sembrarestrano, che egli nondimeno si accinga a fare delle co-municazioni intorno ai mondi supersensibili. Sembre-rebbe doversi escludere, che si possano ammettere,sotto un determinato aspetto, le ragioni addotte per di-mostrare, che non è dato di penetrare nei mondi super-

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qualsiasi comunicazione intorno ai mondi supersensi-bili; vi sono però degli uomini – e il numero loro nonè esiguo – i quali non riescono a rimaner sordi a que-ste insistenti richieste interiori, e tornano sempre nuo-vamente a bussare alle porte, che, a parere degli altri,sbarrano l’accesso all’incomprensibile.

Secondo: le considerazioni del modo di pensare ri-gorosamente esatto non sono affatto da disprezzarsi;chi si occupa di esse ne apprezzerà, quando sono se-rie, tutta l’importanza. Lo scrittore di questo libro nonvorrebbe essere accusato di aver a cuor leggero messoda canto l’enorme lavoro mentale impiegato a deter-minare i limiti dell’intelletto umano. Non è possibilesvalutare tale lavoro del pensiero con semplici frasirettoriche sulla «saggezza accademica» e simili; inmolti casi esso deriva da vera penetrazione della co-noscenza e da acuto discernimento. Si deve anzi am-mettere, che sono state addotte ragioni per dimostrare,che la conoscenza attualmente considerata scientificanon può penetrare nei mondi supersensibili, e questeragioni, sotto un determinato aspetto, sono irrefutabi-li.

Tale affermazione viene ammessa senza difficoltàdallo scrittore di questo libro; potrà perciò sembrarestrano, che egli nondimeno si accinga a fare delle co-municazioni intorno ai mondi supersensibili. Sembre-rebbe doversi escludere, che si possano ammettere,sotto un determinato aspetto, le ragioni addotte per di-mostrare, che non è dato di penetrare nei mondi super-

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sensibili, e si continui nondimeno a parlare di questimondi; tuttavia tale atteggiamento è possibile, malgra-do ci si renda conto dell’apparente contraddizione.Non a tutti è dato penetrare nelle esperienze che si at-traversano quando ci si avvicina alle regioni supersen-sibili con l’intelletto umano. Quelle esperienze ci rive-lano, che, sebbene le prove intellettuali possano essereirrefutabili, malgrado la loro irrefutabilità, non sononecessariamente decisive per giudicare della realtà.Invece di ricorrere a spiegazioni teoriche cercheremodi aiutarci con un paragone. Benchè i paragoni nonabbiano per sè stessi valore di prova, nondimeno aiu-tano spesso a chiarire quello che si desidera esprime-re.

La conoscenza umana, così come si esplica nellavita giornaliera e nella scienza comune, è realmentecostituita in modo, che non può penetrare nei mondisupersensibili. Questo può essere dimostrato senzatema di smentita; ma questa dimostrazione, per un de-terminato livello della vita animica, può avere altret-tanto valore quanto il volere dimostrare, che l’occhionormale dell’uomo non può penetrare con la sua capa-cità visiva fino alle più minute cellule di un essere vi-vente o fino alla natura degli astri lontani. L’afferma-zione che la capacità visiva normale non penetra findentro alle cellule è altrettanto giusta e dimostrabile,quanto quella che la conoscenza ordinaria non può pe-netrare nei mondi supersensibili. Nondimeno la prova,che la facoltà visiva normale non arriva a penetrare

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sensibili, e si continui nondimeno a parlare di questimondi; tuttavia tale atteggiamento è possibile, malgra-do ci si renda conto dell’apparente contraddizione.Non a tutti è dato penetrare nelle esperienze che si at-traversano quando ci si avvicina alle regioni supersen-sibili con l’intelletto umano. Quelle esperienze ci rive-lano, che, sebbene le prove intellettuali possano essereirrefutabili, malgrado la loro irrefutabilità, non sononecessariamente decisive per giudicare della realtà.Invece di ricorrere a spiegazioni teoriche cercheremodi aiutarci con un paragone. Benchè i paragoni nonabbiano per sè stessi valore di prova, nondimeno aiu-tano spesso a chiarire quello che si desidera esprime-re.

La conoscenza umana, così come si esplica nellavita giornaliera e nella scienza comune, è realmentecostituita in modo, che non può penetrare nei mondisupersensibili. Questo può essere dimostrato senzatema di smentita; ma questa dimostrazione, per un de-terminato livello della vita animica, può avere altret-tanto valore quanto il volere dimostrare, che l’occhionormale dell’uomo non può penetrare con la sua capa-cità visiva fino alle più minute cellule di un essere vi-vente o fino alla natura degli astri lontani. L’afferma-zione che la capacità visiva normale non penetra findentro alle cellule è altrettanto giusta e dimostrabile,quanto quella che la conoscenza ordinaria non può pe-netrare nei mondi supersensibili. Nondimeno la prova,che la facoltà visiva normale non arriva a penetrare

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nelle cellule, non esclude affatto, che esse possano es-sere investigate. Perchè dunque dalla dimostrazioneche la capacità conoscitiva normale deve arrestarsi da-vanti ai mondi supersensibili dovremmo poi dedurreche sia impossibile investigarli?

Ci si può immaginare il sentimento che questo pa-ragone potrà destare in molte persone e partecipare aldubbio che potrà sorgere in alcune di esse, che l’auto-re di un siffatto paragone non si renda affatto contodella serietà del lavoro intellettuale sopra descritto.Nondimeno colui che scrive queste righe non è soltan-to convinto di quella serietà, ma ritiene anzi, che que-sto lavoro intellettuale sia da annoverarsi fra le più no-bili attività dell’umanità. Dimostrare che la capacitàvisiva dell’uomo non può arrivare senza aiuto a pene-trare nelle cellule sarebbe certo impresa vana; ma ren-dersi conto, con rigoroso pensiero, della natura delpensiero stesso è compiere un lavoro necessario per lospirito. È più che naturale che la persona la quale sidedica a tale lavoro non si accorga che la realtà puòconfutarla. La prefazione di quest’opera non si prestaall’esame di tutte le «confutazioni» opposte alle primeedizioni da persone, a cui manca assolutamente lacomprensione della mèta che questo libro si prefigge,o che dirigono i loro attacchi infondati contro la per-sona dell’autore; occorre però di affermare energica-mente, che questo libro non potrà essere accusato didisprezzare il lavoro scientifico serio, se non da chi si

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nelle cellule, non esclude affatto, che esse possano es-sere investigate. Perchè dunque dalla dimostrazioneche la capacità conoscitiva normale deve arrestarsi da-vanti ai mondi supersensibili dovremmo poi dedurreche sia impossibile investigarli?

Ci si può immaginare il sentimento che questo pa-ragone potrà destare in molte persone e partecipare aldubbio che potrà sorgere in alcune di esse, che l’auto-re di un siffatto paragone non si renda affatto contodella serietà del lavoro intellettuale sopra descritto.Nondimeno colui che scrive queste righe non è soltan-to convinto di quella serietà, ma ritiene anzi, che que-sto lavoro intellettuale sia da annoverarsi fra le più no-bili attività dell’umanità. Dimostrare che la capacitàvisiva dell’uomo non può arrivare senza aiuto a pene-trare nelle cellule sarebbe certo impresa vana; ma ren-dersi conto, con rigoroso pensiero, della natura delpensiero stesso è compiere un lavoro necessario per lospirito. È più che naturale che la persona la quale sidedica a tale lavoro non si accorga che la realtà puòconfutarla. La prefazione di quest’opera non si prestaall’esame di tutte le «confutazioni» opposte alle primeedizioni da persone, a cui manca assolutamente lacomprensione della mèta che questo libro si prefigge,o che dirigono i loro attacchi infondati contro la per-sona dell’autore; occorre però di affermare energica-mente, che questo libro non potrà essere accusato didisprezzare il lavoro scientifico serio, se non da chi si

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rifiuti di comprendere l’intenzione di ciò che vi stascritto.

La facoltà conoscitiva dell’uomo può essere rinfor-zata, rinvigorita, così come può essere rinforzata lacapacità visiva degli occhi. I mezzi però che servono arinvigorire la conoscenza sono di natura spirituale;sono processi interiori, puramente animici, costituitida ciò che vien descritto in questo libro come medita-zione, concentrazione (contemplazione). La vita ani-mica normale è vincolata agli strumenti del corpo; lavita animica rafforzata se ne rende libera. Vi sono del-le correnti di pensiero all’epoca attuale a cui una taleaffermazione dovrà sembrare assurda, alle quali essapare poggiata sull’illusione. Ad esse riuscirà facile,dal loro punto di vista, dimostrare, come «ogni vitaanimica» sia legala al sistema nervoso. Ma chi sa ap-prezzare il punto di vista dal quale questo libro è statoscritto comprende completamente queste dimostrazio-ni; comprende coloro i quali giudicano superficialel’opinione, che vi possa essere una vita mimica indi-pendente dal corpo, e sono completamente convintiche tali esperienze dell’anima presentano un rapportocon il sistema nervoso, che il «dilettantismo spiri-tuale-scientifico» però non sa scoprire.

Su questo argomento vi sono determinate abitudinidel pensiero – assolutamente comprensibili – in oppo-sizione così netta a quanto viene descritto in questo li-bro, che non vi è speranza per ora di arrivare aun’intesa con molta gente. A questo proposito è vera-

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rifiuti di comprendere l’intenzione di ciò che vi stascritto.

La facoltà conoscitiva dell’uomo può essere rinfor-zata, rinvigorita, così come può essere rinforzata lacapacità visiva degli occhi. I mezzi però che servono arinvigorire la conoscenza sono di natura spirituale;sono processi interiori, puramente animici, costituitida ciò che vien descritto in questo libro come medita-zione, concentrazione (contemplazione). La vita ani-mica normale è vincolata agli strumenti del corpo; lavita animica rafforzata se ne rende libera. Vi sono del-le correnti di pensiero all’epoca attuale a cui una taleaffermazione dovrà sembrare assurda, alle quali essapare poggiata sull’illusione. Ad esse riuscirà facile,dal loro punto di vista, dimostrare, come «ogni vitaanimica» sia legala al sistema nervoso. Ma chi sa ap-prezzare il punto di vista dal quale questo libro è statoscritto comprende completamente queste dimostrazio-ni; comprende coloro i quali giudicano superficialel’opinione, che vi possa essere una vita mimica indi-pendente dal corpo, e sono completamente convintiche tali esperienze dell’anima presentano un rapportocon il sistema nervoso, che il «dilettantismo spiri-tuale-scientifico» però non sa scoprire.

Su questo argomento vi sono determinate abitudinidel pensiero – assolutamente comprensibili – in oppo-sizione così netta a quanto viene descritto in questo li-bro, che non vi è speranza per ora di arrivare aun’intesa con molta gente. A questo proposito è vera-

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mente da desiderarsi, che la caratteristica della colturaattuale non sia più quella di condannare come fantasti-co e illusorio ogni metodo di ricerca che diverge net-tamente dal proprio. D’altra parte attualmente già sipuò constatare il fatto, che molte persone sono capacidi comprendere il metodo d’indagine supersensibile,quale viene esposto in questo libro, e si accorgono cheil significato della vita non si spiega con parole gene-riche sull’anima, sul Sè, ecc., ma che esso non può es-sere rilevato che dallo studio sincero dei risultati dellaricerca supersensibile.

È con un senso di sincera soddisfazione e non pervanità, che l’autore di questo libro ha sentito viva lanecessità di pubblicare questa quarta edizione dopo untempo relativamente breve. Egli non può menar vantodi questo fatto, perchè è chiaramente cosciente delleimperfezioni di questa nuova edizione e di quantopoco essa corrisponda ancora a ciò che dovrebbe esse-re una concezione cosmica supersensibile nelle suelince generali. In questa occasione l’intiero libro è sta-to di nuovo riveduto e in esso sono state introdotte,nei punti più importanti, numerose aggiunte e spiega-zioni. L’autore però spesso ha sentito quanto sianoinadeguati, rispetto alle rivelazioni della ricerca super-sensibile, i mezzi di espressione di cui poteva dispor-re; gli è stato appena possibile di indicare una via perla quale si può arrivare alle rappresentazioni deglieventi esposti in questo libro riguardanti l’evoluzionedi Saturno, del Sole e della Luna. Un importante pun-

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mente da desiderarsi, che la caratteristica della colturaattuale non sia più quella di condannare come fantasti-co e illusorio ogni metodo di ricerca che diverge net-tamente dal proprio. D’altra parte attualmente già sipuò constatare il fatto, che molte persone sono capacidi comprendere il metodo d’indagine supersensibile,quale viene esposto in questo libro, e si accorgono cheil significato della vita non si spiega con parole gene-riche sull’anima, sul Sè, ecc., ma che esso non può es-sere rilevato che dallo studio sincero dei risultati dellaricerca supersensibile.

È con un senso di sincera soddisfazione e non pervanità, che l’autore di questo libro ha sentito viva lanecessità di pubblicare questa quarta edizione dopo untempo relativamente breve. Egli non può menar vantodi questo fatto, perchè è chiaramente cosciente delleimperfezioni di questa nuova edizione e di quantopoco essa corrisponda ancora a ciò che dovrebbe esse-re una concezione cosmica supersensibile nelle suelince generali. In questa occasione l’intiero libro è sta-to di nuovo riveduto e in esso sono state introdotte,nei punti più importanti, numerose aggiunte e spiega-zioni. L’autore però spesso ha sentito quanto sianoinadeguati, rispetto alle rivelazioni della ricerca super-sensibile, i mezzi di espressione di cui poteva dispor-re; gli è stato appena possibile di indicare una via perla quale si può arrivare alle rappresentazioni deglieventi esposti in questo libro riguardanti l’evoluzionedi Saturno, del Sole e della Luna. Un importante pun-

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to di vista di questo argomento è stato brevementetrattato a nuovo in questa edizione. Le esperienze peròin questo campo differiscono così profondamente datutte le esperienze nel campo dei sensi, che la descri-zione di esse costringe a una continua ricerca di termi-ni e di espressioni, purtroppo soltanto relativamenteadeguate. Chi voglia esaminare più profondamente ladescrizione che questo libro cerca di dare osserveràforse, che essa ha tentato di supplire col modo dellarappresentazione alla impossibilità di esprimere talunecose con aride parole. Difatti è diverso il modo di de-scrivere l’evoluzione di Saturno, da quello con cuivien descritta quella del Sole e della Luna, ecc.

Si sono ora introdotte nella seconda parte del libro,là dove tratta della «conoscenza dei mondi superiori»,molte aggiunte e ampliamenti, che l’autore ha ritenutinecessari; egli ha tentato di descrivere in modo evi-dente il genere di processi animici interiori, per mezzodei quali la conoscenza si libera dai limiti ad essa im-posti dal mondo sensibile, per rendersi atta a speri-mentare il mondo supersensibile. L’autore ha cercatopure di dimostrare che questa esperienza, sebbenevenga acquistata per virtù di mezzi e di vie assoluta-mente interiori, non ha però un significato puramentesubbiettivo per il singolo uomo che l’acquista. Questadescrizione tenta di dimostrare che la singolarità e lapeculiarità personale vengono eliminate dentro l’ani-ma, e che essa arriva a esperienze, che sono del mede-simo genere per ogni uomo, di cui l’evoluzione si

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to di vista di questo argomento è stato brevementetrattato a nuovo in questa edizione. Le esperienze peròin questo campo differiscono così profondamente datutte le esperienze nel campo dei sensi, che la descri-zione di esse costringe a una continua ricerca di termi-ni e di espressioni, purtroppo soltanto relativamenteadeguate. Chi voglia esaminare più profondamente ladescrizione che questo libro cerca di dare osserveràforse, che essa ha tentato di supplire col modo dellarappresentazione alla impossibilità di esprimere talunecose con aride parole. Difatti è diverso il modo di de-scrivere l’evoluzione di Saturno, da quello con cuivien descritta quella del Sole e della Luna, ecc.

Si sono ora introdotte nella seconda parte del libro,là dove tratta della «conoscenza dei mondi superiori»,molte aggiunte e ampliamenti, che l’autore ha ritenutinecessari; egli ha tentato di descrivere in modo evi-dente il genere di processi animici interiori, per mezzodei quali la conoscenza si libera dai limiti ad essa im-posti dal mondo sensibile, per rendersi atta a speri-mentare il mondo supersensibile. L’autore ha cercatopure di dimostrare che questa esperienza, sebbenevenga acquistata per virtù di mezzi e di vie assoluta-mente interiori, non ha però un significato puramentesubbiettivo per il singolo uomo che l’acquista. Questadescrizione tenta di dimostrare che la singolarità e lapeculiarità personale vengono eliminate dentro l’ani-ma, e che essa arriva a esperienze, che sono del mede-simo genere per ogni uomo, di cui l’evoluzione si

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svolga in modo giusto attraverso le sue esperienzesubbiettive. Soltanto quando la «conoscenza dei mon-di supersensibili» viene da noi concepita con questacaratteristica, siamo capaci di distinguerla da tutte leesperienze semplicemente subbiettive del mistico, ecc.– Di tale misticismo si può dire veramente, che è più omeno una vicenda subbiettiva, che riguarda il misticostesso. La disciplina spirituale scientifica dell’anima,come qui viene intesa, aspira invece a esperienzeobiettive, che appunto perciò hanno un valore eviden-te generale, sebbene la loro verità venga riconosciutadel tutto interiormente. – A questo riguardo pure èmolto difficile arrivare a un’intesa con i modi di pen-sare della nostra epoca.

Per conchiudere, l’autore desidera far notare ancheai lettori più benevoli, che sarebbe bene accogliere lecomunicazioni fatte in questo libro per quel tanto chedànno di contenuto proprio. È diffusa la tendenza og-gidì di applicare ai diversi movimenti spirituali deinomi tratti dall’antichità, e per molte persone talinomi ne accrescano il valore. Ma si potrebbe chiedere:«Quale vantaggio può derivare alle comunicazioni diquesto libro dal fatto, di essere chiamate «rosicrucia-ne» o con altro nome?». Quello che veramente impor-ta è lo scopo a cui tendono: di arrivare cioè con i mez-zi possibili e adatti per l’anima nel periodo attualedell’evoluzione a gittare uno sguardo nei mondi su-per-sensibili, perchè da questo punto di vista gli enig-mi del destino umano e dell’esistenza umana possano

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svolga in modo giusto attraverso le sue esperienzesubbiettive. Soltanto quando la «conoscenza dei mon-di supersensibili» viene da noi concepita con questacaratteristica, siamo capaci di distinguerla da tutte leesperienze semplicemente subbiettive del mistico, ecc.– Di tale misticismo si può dire veramente, che è più omeno una vicenda subbiettiva, che riguarda il misticostesso. La disciplina spirituale scientifica dell’anima,come qui viene intesa, aspira invece a esperienzeobiettive, che appunto perciò hanno un valore eviden-te generale, sebbene la loro verità venga riconosciutadel tutto interiormente. – A questo riguardo pure èmolto difficile arrivare a un’intesa con i modi di pen-sare della nostra epoca.

Per conchiudere, l’autore desidera far notare ancheai lettori più benevoli, che sarebbe bene accogliere lecomunicazioni fatte in questo libro per quel tanto chedànno di contenuto proprio. È diffusa la tendenza og-gidì di applicare ai diversi movimenti spirituali deinomi tratti dall’antichità, e per molte persone talinomi ne accrescano il valore. Ma si potrebbe chiedere:«Quale vantaggio può derivare alle comunicazioni diquesto libro dal fatto, di essere chiamate «rosicrucia-ne» o con altro nome?». Quello che veramente impor-ta è lo scopo a cui tendono: di arrivare cioè con i mez-zi possibili e adatti per l’anima nel periodo attualedell’evoluzione a gittare uno sguardo nei mondi su-per-sensibili, perchè da questo punto di vista gli enig-mi del destino umano e dell’esistenza umana possano

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essere osservati al di là dei limiti della nascita e dellamorte. Non si tratta di un tentativo di cui il metodo siconformi a questa o a quell’antica denominazione, madi un tentativo verso la verità.

D’altra parte speciali designazioni sono state appli-cate anche con intenzione ostile alla concezionedell’universo descritta in questo libro. A prescinderedal fatto, che quelle destinate a colpire e a screditaremaggiormente l’autore, sono assurde ed obbiettiva-mente false, l’indegnità di esse si rivela dal fatto, chescreditano una ricerca completamente indipendentedella verità, in quanto non esprimono un giudizio au-tonomo, ma cercano d’imporre ad altri come giudizioproprio una critica da essi inventata o arbitrariamentetratta e sviluppata da questa o da quella fonte. Perquanto queste parole siano necessarie di fronte ai nu-merosi attacchi diretti contro l’autore di questo libro,tuttavia a lui non sembra conveniente in questo postodi aggiungere altro in proposito.

Scritto nel giugno 1913.

RUDOLF STEINER.

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essere osservati al di là dei limiti della nascita e dellamorte. Non si tratta di un tentativo di cui il metodo siconformi a questa o a quell’antica denominazione, madi un tentativo verso la verità.

D’altra parte speciali designazioni sono state appli-cate anche con intenzione ostile alla concezionedell’universo descritta in questo libro. A prescinderedal fatto, che quelle destinate a colpire e a screditaremaggiormente l’autore, sono assurde ed obbiettiva-mente false, l’indegnità di esse si rivela dal fatto, chescreditano una ricerca completamente indipendentedella verità, in quanto non esprimono un giudizio au-tonomo, ma cercano d’imporre ad altri come giudizioproprio una critica da essi inventata o arbitrariamentetratta e sviluppata da questa o da quella fonte. Perquanto queste parole siano necessarie di fronte ai nu-merosi attacchi diretti contro l’autore di questo libro,tuttavia a lui non sembra conveniente in questo postodi aggiungere altro in proposito.

Scritto nel giugno 1913.

RUDOLF STEINER.

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ICARATTERE DELLA SCIENZA OCCULTA

Al giorno d’oggi le parole «Scienza occulta» produ-cono in uomini diversi impressioni assolutamente op-poste. Su alcuni agiscono con un fascino quasi magi-co, come l’annunziazione di ciò verso cui sono attrattidalle più intime forze dell’anima; per altri hanno qual-che cosa di repulsivo, che provoca sprezzo o scherno,o sorriso di compassione. Per alcuni la scienza occultarappresenta una mèta altissima dell’aspirazione uma-na, quasi il coronamento di ogni altro sapere e di ognialtra conoscenza; invece per altri, che con grande se-rietà e con nobile amore di verità coltivano quella cheapparisce loro come la vera scienza, rappresenta unozioso vaneggiamento, una fantasticheria, una formadi superstizione. Per alcuni è come una luce senza laquale la vita non avrebbe valore; per altri è un veropericolo spirituale capace di portare a perdizione testeimmature e anime deboli. Fra questi due punti di vistanettamente opposti, si trovano tutti i possibili gradi in-termedi.

Chi ha acquistato una certa imparzialità di giudiziocirca la scienza occulta e i suoi seguaci ed oppositori,può provare uno strano sentimento nel vedere uomini,

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ICARATTERE DELLA SCIENZA OCCULTA

Al giorno d’oggi le parole «Scienza occulta» produ-cono in uomini diversi impressioni assolutamente op-poste. Su alcuni agiscono con un fascino quasi magi-co, come l’annunziazione di ciò verso cui sono attrattidalle più intime forze dell’anima; per altri hanno qual-che cosa di repulsivo, che provoca sprezzo o scherno,o sorriso di compassione. Per alcuni la scienza occultarappresenta una mèta altissima dell’aspirazione uma-na, quasi il coronamento di ogni altro sapere e di ognialtra conoscenza; invece per altri, che con grande se-rietà e con nobile amore di verità coltivano quella cheapparisce loro come la vera scienza, rappresenta unozioso vaneggiamento, una fantasticheria, una formadi superstizione. Per alcuni è come una luce senza laquale la vita non avrebbe valore; per altri è un veropericolo spirituale capace di portare a perdizione testeimmature e anime deboli. Fra questi due punti di vistanettamente opposti, si trovano tutti i possibili gradi in-termedi.

Chi ha acquistato una certa imparzialità di giudiziocirca la scienza occulta e i suoi seguaci ed oppositori,può provare uno strano sentimento nel vedere uomini,

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i quali in molte cose posseggono indubbiamente unsenso vero di libertà, divenire intolleranti appena sitratta di quest’indirizzo spirituale. Un giudice impar-ziale non può fare a meno di riconoscere che ciò cheattrae molti seguaci della scienza occulta (o occulti-smo) non è altro che una fatale ricerca dell’ignoto, delmisterioso, dell’oscuro, e deve convenire che le obie-zioni che gli oppositori seri di detto indirizzo solleva-no contro ogni forma di vaneggiamento e di fantasti-cheria hanno grande peso. Chi si occupa di scienzaocculta farà invero bene a non perdere mai di vista ilfatto, che l’attrazione del «misterioso» trascina moltiuomini dietro fatuità senza valore, anzi pericolose.

L’occultista, pur tenendo sempre d’occhio ogni fa-tuità dei suoi seguaci e ogni opposizione giustificata,ha però dei motivi per non entrare direttamente nelconflitto come difensore dei suoi sforzi e delle sueaspirazioni. Questi motivi si rivelano di per sè achiunque si addentra nella scienza occulta. Esporli quisarebbe quindi superfluo. Un accenno provvisorio adessi, prima di varcare la soglia stessa di tale scienza,non potrebbe persuadere colui che, trattenuto da in-vincibile repugnanza, non vuole penetrare attraversodetta soglia. Invece, a chi entra, scaturiranno subitodavanti all’anima in tutta chiarezza dalla cosa stessatali motivi. Si può da ciò arguire com’essi indichinoall’occultista una certa linea di condotta come l’unicache per lui sia giusta. Egli eviterà, per quanto gli saràpossibile, ogni genere di difesa esteriore o di discus-

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i quali in molte cose posseggono indubbiamente unsenso vero di libertà, divenire intolleranti appena sitratta di quest’indirizzo spirituale. Un giudice impar-ziale non può fare a meno di riconoscere che ciò cheattrae molti seguaci della scienza occulta (o occulti-smo) non è altro che una fatale ricerca dell’ignoto, delmisterioso, dell’oscuro, e deve convenire che le obie-zioni che gli oppositori seri di detto indirizzo solleva-no contro ogni forma di vaneggiamento e di fantasti-cheria hanno grande peso. Chi si occupa di scienzaocculta farà invero bene a non perdere mai di vista ilfatto, che l’attrazione del «misterioso» trascina moltiuomini dietro fatuità senza valore, anzi pericolose.

L’occultista, pur tenendo sempre d’occhio ogni fa-tuità dei suoi seguaci e ogni opposizione giustificata,ha però dei motivi per non entrare direttamente nelconflitto come difensore dei suoi sforzi e delle sueaspirazioni. Questi motivi si rivelano di per sè achiunque si addentra nella scienza occulta. Esporli quisarebbe quindi superfluo. Un accenno provvisorio adessi, prima di varcare la soglia stessa di tale scienza,non potrebbe persuadere colui che, trattenuto da in-vincibile repugnanza, non vuole penetrare attraversodetta soglia. Invece, a chi entra, scaturiranno subitodavanti all’anima in tutta chiarezza dalla cosa stessatali motivi. Si può da ciò arguire com’essi indichinoall’occultista una certa linea di condotta come l’unicache per lui sia giusta. Egli eviterà, per quanto gli saràpossibile, ogni genere di difesa esteriore o di discus-

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sione esteriore, e lascerà che le cose parlino da sè.Esporrà semplicemente la «scienza occulta», e da ciòch’essa ha da dire sui vari argomenti egli mostreràcome le sue cognizioni si connettano con altri campidella vita e del sapere, come certe opposizioni sienopossibili, e come la realtà testimoni in favore delle co-gnizioni in parola. Egli sa, che non solo per la difetto-sa maniera corrente di pensare, ma anche per una cer-ta intima necessità, le «difese» porterebbero a metodiartificiosi di persuasione; nè può voler altro, che la-sciar agire la scienza occulta di per sè sola.

Nella scienza occulta non si tratta di esporre opinio-ni o vedute che richiedano dimostrazione, ma solo dicomunicare, di raccontare esperienze che hanno luo-go in un mondo diverso da quello che si vede con gliocchi fisici e si tocca con le mani fisiche, e di indicareposcia i mezzi coi quali l’uomo può esperimentare laverità di tali comunicazioni. Chi infatti si addentranella vera scienza occulta presto si accorgerà comeessa modifichi molte rappresentazioni e idee, che al-trimenti ci formiamo – e a ragione – nella vita. Arrive-rà necessariamente a concepire in modo affatto nuovoanche ciò che prima chiamavamo una prova; impareràa vedere che tale parola in certi campi perde il suosenso usuale, e che per conoscere e giudicare vi sonoaltri motivi che non «prove» di quel genere.

Tutta la scienza occulta deriva da due pensieri, chepossono metter radice in qualsiasi uomo. Per l’occulti-sta questi due pensieri esprimono fatti, che possono

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sione esteriore, e lascerà che le cose parlino da sè.Esporrà semplicemente la «scienza occulta», e da ciòch’essa ha da dire sui vari argomenti egli mostreràcome le sue cognizioni si connettano con altri campidella vita e del sapere, come certe opposizioni sienopossibili, e come la realtà testimoni in favore delle co-gnizioni in parola. Egli sa, che non solo per la difetto-sa maniera corrente di pensare, ma anche per una cer-ta intima necessità, le «difese» porterebbero a metodiartificiosi di persuasione; nè può voler altro, che la-sciar agire la scienza occulta di per sè sola.

Nella scienza occulta non si tratta di esporre opinio-ni o vedute che richiedano dimostrazione, ma solo dicomunicare, di raccontare esperienze che hanno luo-go in un mondo diverso da quello che si vede con gliocchi fisici e si tocca con le mani fisiche, e di indicareposcia i mezzi coi quali l’uomo può esperimentare laverità di tali comunicazioni. Chi infatti si addentranella vera scienza occulta presto si accorgerà comeessa modifichi molte rappresentazioni e idee, che al-trimenti ci formiamo – e a ragione – nella vita. Arrive-rà necessariamente a concepire in modo affatto nuovoanche ciò che prima chiamavamo una prova; impareràa vedere che tale parola in certi campi perde il suosenso usuale, e che per conoscere e giudicare vi sonoaltri motivi che non «prove» di quel genere.

Tutta la scienza occulta deriva da due pensieri, chepossono metter radice in qualsiasi uomo. Per l’occulti-sta questi due pensieri esprimono fatti, che possono

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essere direttamente vissuti se ci si serve dei mezzi giu-sti; per molti, invece, questi pensieri rappresentano, senon qualche cosa di cui si può addirittura «dimostra-re» l’impossibilità, certo asserzioni altamente discuti-bili e molto contrastabili.

Questi due pensieri sono: che dietro il mondo visi-bile vi è un mondo invisibile, un mondo che si nascon-de a tutta prima ai sensi e al pensiero legato con essi;che l’uomo, sviluppando certe facoltà che dormono inlui, può penetrare in questo mondo nascosto.

Non esiste un simile mondo nascosto, dicono alcu-ni. Non esiste che il mondo che l’uomo percepisce coisuoi sensi. I relativi enimmi si possono risolvere permezzo del mondo dei sensi stesso. Anche se l’uomo èattualmente molto lontano dal poter rispondere a tuttele interrogazioni che affaccia l’esistenza, verrà beneun giorno in cui l’esperienza dei sensi, e la scienzache su essa si appoggia, potranno dare le risposte.

Altri dicono che non si può affermare che non esi-sta un mondo nascosto dietro il mondo visibile; mache le forze conoscitive dell’uomo non possono pene-trare in tal mondo. Esse hanno dei limiti che non pos-sono superare. Il bisogno della «fede» può cercar rifu-gio in un simile mondo, ma una vera scienza, che sifonda su fatti accertati, non può occuparsene.

Altri vedono una specie di temerarietà nell’uomoche vuol penetrare col suo lavoro conoscitivo in uncampo, in cui si deve rinunziare al «sapere», e decide-re colla «fede». I seguaci di questa opinione credono

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essere direttamente vissuti se ci si serve dei mezzi giu-sti; per molti, invece, questi pensieri rappresentano, senon qualche cosa di cui si può addirittura «dimostra-re» l’impossibilità, certo asserzioni altamente discuti-bili e molto contrastabili.

Questi due pensieri sono: che dietro il mondo visi-bile vi è un mondo invisibile, un mondo che si nascon-de a tutta prima ai sensi e al pensiero legato con essi;che l’uomo, sviluppando certe facoltà che dormono inlui, può penetrare in questo mondo nascosto.

Non esiste un simile mondo nascosto, dicono alcu-ni. Non esiste che il mondo che l’uomo percepisce coisuoi sensi. I relativi enimmi si possono risolvere permezzo del mondo dei sensi stesso. Anche se l’uomo èattualmente molto lontano dal poter rispondere a tuttele interrogazioni che affaccia l’esistenza, verrà beneun giorno in cui l’esperienza dei sensi, e la scienzache su essa si appoggia, potranno dare le risposte.

Altri dicono che non si può affermare che non esi-sta un mondo nascosto dietro il mondo visibile; mache le forze conoscitive dell’uomo non possono pene-trare in tal mondo. Esse hanno dei limiti che non pos-sono superare. Il bisogno della «fede» può cercar rifu-gio in un simile mondo, ma una vera scienza, che sifonda su fatti accertati, non può occuparsene.

Altri vedono una specie di temerarietà nell’uomoche vuol penetrare col suo lavoro conoscitivo in uncampo, in cui si deve rinunziare al «sapere», e decide-re colla «fede». I seguaci di questa opinione credono

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ch’abbia torto l’uomo che nella sua debolezza vuolpenetrare in un mondo che può appartenere solo allavita religiosa.

Altri dicono anche che è possibile una conoscenzacomune a tutti gli uomini dei fatti del mondo dei sen-si, ma che riguardo alle cose ultrasensibili possonoaversi solo opinioni personali dei singoli, e non sideve parlare di una certezza che abbia valore univer-sale.

Apri infine sostengono molte cose ancora.L’occultista sa in modo perfettamente chiaro, che lo

studio del mondo visibile pone all’uomo dei problemi,che non potranno mai esser risolti in base ai fatti delmondo visibile stesso. Non saranno per tal via risolti,neppure quando la scienza di questi fatti abbia rag-giunto l’estremo progresso possibile. Chè i fatti visibi-li accennano chiaramente, con la loro propria intimaessenza, a un mondo nascosto. Chi ciò non vede chiu-de gli occhi a problemi che sorgono ovunque chiara-mente dai fatti del mondo dei sensi. Non vuole vederecerti problemi e certe quistioni, e crede perciò che atutte le domande si possa rispondere coi fatti che ca-dono sotto i sensi. Invero i problemi, che egli vuoleporsi, possono essere tutti risolti coi fatti ch’egli si ri-promette saranno prima o poi scoperti: su ciò convie-ne ogni vero occultista. Ma perchè dovrebbe aspettarsiuna risposta su certe cose anche colui che non ponenessuna domanda? L’occultista non dice altro se nonche per lui simili domande sono naturali, e ch’esse

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ch’abbia torto l’uomo che nella sua debolezza vuolpenetrare in un mondo che può appartenere solo allavita religiosa.

Altri dicono anche che è possibile una conoscenzacomune a tutti gli uomini dei fatti del mondo dei sen-si, ma che riguardo alle cose ultrasensibili possonoaversi solo opinioni personali dei singoli, e non sideve parlare di una certezza che abbia valore univer-sale.

Apri infine sostengono molte cose ancora.L’occultista sa in modo perfettamente chiaro, che lo

studio del mondo visibile pone all’uomo dei problemi,che non potranno mai esser risolti in base ai fatti delmondo visibile stesso. Non saranno per tal via risolti,neppure quando la scienza di questi fatti abbia rag-giunto l’estremo progresso possibile. Chè i fatti visibi-li accennano chiaramente, con la loro propria intimaessenza, a un mondo nascosto. Chi ciò non vede chiu-de gli occhi a problemi che sorgono ovunque chiara-mente dai fatti del mondo dei sensi. Non vuole vederecerti problemi e certe quistioni, e crede perciò che atutte le domande si possa rispondere coi fatti che ca-dono sotto i sensi. Invero i problemi, che egli vuoleporsi, possono essere tutti risolti coi fatti ch’egli si ri-promette saranno prima o poi scoperti: su ciò convie-ne ogni vero occultista. Ma perchè dovrebbe aspettarsiuna risposta su certe cose anche colui che non ponenessuna domanda? L’occultista non dice altro se nonche per lui simili domande sono naturali, e ch’esse

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debbono essere riconosciute come espressione piena-mente giustificata dell’anima umana. Non si può con-finare la scienza entro certi limiti, proibendo all’uomodi affrontare spregiudicatamente certi problemi.

A chi sostiene che vi sono limiti alla conoscenzadell’uomo, i quali non possono essere superati, e chelo arrestano davanti a un mondo invisibile, l’occultistarisponde: «Non v’è dubbio alcuno che per mezzo delgenere di conoscenza di cui si tratta, non si può pene-trare in un mondo invisibile. Chi ritiene possibile soloquel genere di conoscenza non può giungere a conclu-sione diversa da questa: che all’uomo è impedito dipenetrare in un eventuale mondo superiore». Mal’occultista aggiunge: «È possibile sviluppare un altrogenere di conoscenza e questo ci introduce nel mondoinvisibile». Se si asserisce impossibile questo altro ge-nere di conoscenza, si arriva a un punto di vista dalquale ogni discorso circa un mondo invisibile appari-sce come un’assoluta assurdità. Per una simile asser-zione, di fronte a un giudizio spregiudicato, non puòperò affacciarsi altro motivo se non quello cheall’assertore è sconosciuto l’altro genere di conoscen-za. Ma come si può mai giudicare di una cosa che siammette di non conoscere? La scienza occulta deveprofessare il principio, che si può parlare solo di ciòche si conosce e che non si può asserir nulla su ciòche non si conosce. Può consentire che uno abbia ildiritto di parlare di quanto ha sperimentato, ma nonche uno abbia il diritto di dichiarare impossibile ciò

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debbono essere riconosciute come espressione piena-mente giustificata dell’anima umana. Non si può con-finare la scienza entro certi limiti, proibendo all’uomodi affrontare spregiudicatamente certi problemi.

A chi sostiene che vi sono limiti alla conoscenzadell’uomo, i quali non possono essere superati, e chelo arrestano davanti a un mondo invisibile, l’occultistarisponde: «Non v’è dubbio alcuno che per mezzo delgenere di conoscenza di cui si tratta, non si può pene-trare in un mondo invisibile. Chi ritiene possibile soloquel genere di conoscenza non può giungere a conclu-sione diversa da questa: che all’uomo è impedito dipenetrare in un eventuale mondo superiore». Mal’occultista aggiunge: «È possibile sviluppare un altrogenere di conoscenza e questo ci introduce nel mondoinvisibile». Se si asserisce impossibile questo altro ge-nere di conoscenza, si arriva a un punto di vista dalquale ogni discorso circa un mondo invisibile appari-sce come un’assoluta assurdità. Per una simile asser-zione, di fronte a un giudizio spregiudicato, non puòperò affacciarsi altro motivo se non quello cheall’assertore è sconosciuto l’altro genere di conoscen-za. Ma come si può mai giudicare di una cosa che siammette di non conoscere? La scienza occulta deveprofessare il principio, che si può parlare solo di ciòche si conosce e che non si può asserir nulla su ciòche non si conosce. Può consentire che uno abbia ildiritto di parlare di quanto ha sperimentato, ma nonche uno abbia il diritto di dichiarare impossibile ciò

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che non conosce o che non vuol conoscere. L’occulti-sta non può negare ad alcuno il diritto di non interes-sarsi all’invisibile; ma non potrà esserci mai un buonargomento per cui uno si dichiari competente a giudi-care, non solo di ciò ch’egli può sapere, ma anche ditutto ciò che un «uomo» non può sapere.

A coloro che considerano come temerarietà entrarenel campo dell’invisibile, l’occultista mostra sempli-cemente che ciò si può fare, e che sarebbe un peccatolasciare incolte le facoltà largite all’uomo, anzicchèsvilupparle ed usarle.

Chi poi crede che le vedute circa il mondo invisibi-le debbano far parte unicamente delle opinioni e deisentimenti personali rinnega ciò che vi è di comunein tutti gli esseri umani. Se anche può essere giusto,che ognuno debba trovare in sè stesso il modo di pe-netrare in queste cose, è un fatto che tutti quegli uomi-ni che vanno abbastanza avanti, pervengono circaqueste cose non a risultati diversi, ma a risultati ugua-li. La differenza si riscontra solo fino a che gli uominisi vogliono avvicinare alle più alte verità, non per lavia ben battuta della scienza occulta, ma per altre viearbitrarie. La vera scienza occulta ammetterà certa-mente senz’altro, che la giustezza della via da essa se-guita non può essere riconosciuta che da coloro chel’hanno percorsa, o che almeno hanno incominciato apercorrerla. Ma questi riconoscono tutti e hanno sem-pre riconosciuta la sua giustezza.

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che non conosce o che non vuol conoscere. L’occulti-sta non può negare ad alcuno il diritto di non interes-sarsi all’invisibile; ma non potrà esserci mai un buonargomento per cui uno si dichiari competente a giudi-care, non solo di ciò ch’egli può sapere, ma anche ditutto ciò che un «uomo» non può sapere.

A coloro che considerano come temerarietà entrarenel campo dell’invisibile, l’occultista mostra sempli-cemente che ciò si può fare, e che sarebbe un peccatolasciare incolte le facoltà largite all’uomo, anzicchèsvilupparle ed usarle.

Chi poi crede che le vedute circa il mondo invisibi-le debbano far parte unicamente delle opinioni e deisentimenti personali rinnega ciò che vi è di comunein tutti gli esseri umani. Se anche può essere giusto,che ognuno debba trovare in sè stesso il modo di pe-netrare in queste cose, è un fatto che tutti quegli uomi-ni che vanno abbastanza avanti, pervengono circaqueste cose non a risultati diversi, ma a risultati ugua-li. La differenza si riscontra solo fino a che gli uominisi vogliono avvicinare alle più alte verità, non per lavia ben battuta della scienza occulta, ma per altre viearbitrarie. La vera scienza occulta ammetterà certa-mente senz’altro, che la giustezza della via da essa se-guita non può essere riconosciuta che da coloro chel’hanno percorsa, o che almeno hanno incominciato apercorrerla. Ma questi riconoscono tutti e hanno sem-pre riconosciuta la sua giustezza.

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La via alla scienza occulta sarà trovata a momentoopportuno da ogni essere umano che fuor dal visibilericonosce (o anche solo suppone o sospetta) l’esisten-za di qualche cosa di nascosto, e che, dalla coscienzache le forze conoscitive sono capaci di sviluppo, èportato a sentire che il nascosto gli si può svelare.All’uomo, che attraverso queste esperienze dell’animaarriva alla scienza occulta, essa non spalanca soltantola prospettiva di trovare la risposta alle domande af-facciate dal suo bisogno di conoscenza, Ma anche laprospettiva, affatto diversa, di poter superare tutto ciòche ostacola e indebolisce la vita. E, in un senso piùelevato, si ha un indebolimento della vita, anzi unamorte dell’anima, quando l’uomo si vede costretto avolger le spalle all’invisibile, o a rinnegarlo. E, in cer-te circostanze, quando l’uomo perde la speranza chel’invisibile gli venga rivelato, si ha vera disperazione.Questa morte e questa disperazione, nelle loro molte-plici forme, s’impiantano entro nell’anima anchecome avversari della scienza occulta. Entrano in giocoquando si dilegua la forza interna dell’uomo. Alloraogni forza di vita gli deve essere fornita dal di fuori,se egli debba possederne alcuna. Egli percepisce lecose, le entità e i processi che si affacciano ai suoisensi, e li anatomizza col suo intelletto. Essi gli appa-recchiano gioia e dolore; lo spingono alle azioni di cuiè capace. Per un po’di tempo egli potrà andare avanticosì; ma poi arriverà ad un punto in cui interiormentemorirà. Chè quanto in tal modo può essere aspirato fi-

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La via alla scienza occulta sarà trovata a momentoopportuno da ogni essere umano che fuor dal visibilericonosce (o anche solo suppone o sospetta) l’esisten-za di qualche cosa di nascosto, e che, dalla coscienzache le forze conoscitive sono capaci di sviluppo, èportato a sentire che il nascosto gli si può svelare.All’uomo, che attraverso queste esperienze dell’animaarriva alla scienza occulta, essa non spalanca soltantola prospettiva di trovare la risposta alle domande af-facciate dal suo bisogno di conoscenza, Ma anche laprospettiva, affatto diversa, di poter superare tutto ciòche ostacola e indebolisce la vita. E, in un senso piùelevato, si ha un indebolimento della vita, anzi unamorte dell’anima, quando l’uomo si vede costretto avolger le spalle all’invisibile, o a rinnegarlo. E, in cer-te circostanze, quando l’uomo perde la speranza chel’invisibile gli venga rivelato, si ha vera disperazione.Questa morte e questa disperazione, nelle loro molte-plici forme, s’impiantano entro nell’anima anchecome avversari della scienza occulta. Entrano in giocoquando si dilegua la forza interna dell’uomo. Alloraogni forza di vita gli deve essere fornita dal di fuori,se egli debba possederne alcuna. Egli percepisce lecose, le entità e i processi che si affacciano ai suoisensi, e li anatomizza col suo intelletto. Essi gli appa-recchiano gioia e dolore; lo spingono alle azioni di cuiè capace. Per un po’di tempo egli potrà andare avanticosì; ma poi arriverà ad un punto in cui interiormentemorirà. Chè quanto in tal modo può essere aspirato fi-

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nir dal mondo a vantaggio dell’uomo si esaurisce.Questa non è un’asserzione che deriva dall’esperienzapersonale di un singolo, ma è qualcosa che risulta dal-la considerazione spregiudicata di tutta la vita umana.Ciò che preserva da simile esaurimento è quello che viè di nascosto nel profondo delle cose. Se si spegnenell’uomo la forza di discendere in queste profonditàper estrarne sempre nuova forza di vita, poco a pocoanche la parte esteriore delle cose si dimostra incapa-ce di riuscire vivificante.

E ciò non riguarda solamente il singolo uomo, ilsuo bene e il suo male personale. Appunto nella scien-za occulta l’uomo acquista la certezza che, considera-to da un punto di vista più alto, il bene ed il male deisingoli è intimamente collegato col bene e col maledel mondo intiero. Vi è un sentiero, per il qualel’uomo arriva a conoscere ch’egli arreca un danno almondo intiero, e a tutti gli esseri che sono in esso,quando non sviluppa in modo giusto le proprie forze.Se l’uomo rovina la sua vita perdendo la connessionecon l’invisibile, egli non solo distrugge entro di sèqualche cosa la cui scomparsa può spingerlo col tem-po alla disperazione, ma egli crea, con la sua debolez-za, un ostacolo allo sviluppo dell’intiero mondo nelquale vive.

L’uomo può ingannarsi; può credere che non vi siaun invisibile, e che in quello che si rivela ai sensi eall’intelletto sia contenuto tutto ciò che può esistere.Ma tale illusione può ingannare solo la superficie del-

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nir dal mondo a vantaggio dell’uomo si esaurisce.Questa non è un’asserzione che deriva dall’esperienzapersonale di un singolo, ma è qualcosa che risulta dal-la considerazione spregiudicata di tutta la vita umana.Ciò che preserva da simile esaurimento è quello che viè di nascosto nel profondo delle cose. Se si spegnenell’uomo la forza di discendere in queste profonditàper estrarne sempre nuova forza di vita, poco a pocoanche la parte esteriore delle cose si dimostra incapa-ce di riuscire vivificante.

E ciò non riguarda solamente il singolo uomo, ilsuo bene e il suo male personale. Appunto nella scien-za occulta l’uomo acquista la certezza che, considera-to da un punto di vista più alto, il bene ed il male deisingoli è intimamente collegato col bene e col maledel mondo intiero. Vi è un sentiero, per il qualel’uomo arriva a conoscere ch’egli arreca un danno almondo intiero, e a tutti gli esseri che sono in esso,quando non sviluppa in modo giusto le proprie forze.Se l’uomo rovina la sua vita perdendo la connessionecon l’invisibile, egli non solo distrugge entro di sèqualche cosa la cui scomparsa può spingerlo col tem-po alla disperazione, ma egli crea, con la sua debolez-za, un ostacolo allo sviluppo dell’intiero mondo nelquale vive.

L’uomo può ingannarsi; può credere che non vi siaun invisibile, e che in quello che si rivela ai sensi eall’intelletto sia contenuto tutto ciò che può esistere.Ma tale illusione può ingannare solo la superficie del-

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la coscienza, non il fondo. Il sentimento e il desiderionon si adattano a questa ingannevole credenza, e in unmodo o in mi altro si rivolgeranno sempre all’invisibi-le. Quando ciò venga loro impedito, trascinerannol’uomo nel dubbio, nell’incertezza, nella disperazione.La scienza occulta, in quanto palesa le cose nascoste,è atta a vincere ogni sfiducia, ogni incertezza, ogni di-sperazione, tutto ciò – in breve – che indebolisce lavita e la rende incapace di compiere la sua necessariafunzione nell’Universo.

Questo è il ricco frutto della scienza occulta: essadà forza e consistenza alla vita, oltre a soddisfare ildesiderio di conoscenza. La fonte, a cui l’occultista at-tinge forza per il lavoro e fiducia per la vita, è unafonte inesauribile. Chiunque abbia una volta trovatoveramente tale sorgente, ogni volta che ricorrerà dinuovo ad essa, ne partirà rinvigorito.

Vi sono uomini che non vogliono sapere di scienzaocculta, proprio perchè in ciò che abbiamo ora dettovedono già qualche cosa di malsano. Per quanto ri-guarda la parte superficiale ed esteriore della vita han-no ragione. Non vogliono che si tolga valore a quelloche la vita presenta nella cosidetta realtà. Vedono de-bolezza nell’uomo che volta le spalle alla realtà, e cer-ca la sua salute in un mondo nascosto, che per essiequivale a un mondo della fantasia e del sogno. El’occultista, se non vuole cadere in uno stato di mor-boso vaneggiamento e di prostrazione, deve ricono-scere che tali obiezioni sono parzialmente giustificate,

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la coscienza, non il fondo. Il sentimento e il desiderionon si adattano a questa ingannevole credenza, e in unmodo o in mi altro si rivolgeranno sempre all’invisibi-le. Quando ciò venga loro impedito, trascinerannol’uomo nel dubbio, nell’incertezza, nella disperazione.La scienza occulta, in quanto palesa le cose nascoste,è atta a vincere ogni sfiducia, ogni incertezza, ogni di-sperazione, tutto ciò – in breve – che indebolisce lavita e la rende incapace di compiere la sua necessariafunzione nell’Universo.

Questo è il ricco frutto della scienza occulta: essadà forza e consistenza alla vita, oltre a soddisfare ildesiderio di conoscenza. La fonte, a cui l’occultista at-tinge forza per il lavoro e fiducia per la vita, è unafonte inesauribile. Chiunque abbia una volta trovatoveramente tale sorgente, ogni volta che ricorrerà dinuovo ad essa, ne partirà rinvigorito.

Vi sono uomini che non vogliono sapere di scienzaocculta, proprio perchè in ciò che abbiamo ora dettovedono già qualche cosa di malsano. Per quanto ri-guarda la parte superficiale ed esteriore della vita han-no ragione. Non vogliono che si tolga valore a quelloche la vita presenta nella cosidetta realtà. Vedono de-bolezza nell’uomo che volta le spalle alla realtà, e cer-ca la sua salute in un mondo nascosto, che per essiequivale a un mondo della fantasia e del sogno. El’occultista, se non vuole cadere in uno stato di mor-boso vaneggiamento e di prostrazione, deve ricono-scere che tali obiezioni sono parzialmente giustificate,

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in quanto riposano sopra un giudizio sano, che se por-ta ad una mezza verità, e non ad una verità intiera, èsolo perchè invece di penetrare nel fondo delle coserimane alla superficie loro. Qualora la scienza occultafosse atta a indebolire la forza di vivere e ad allonta-nare l’uomo dalla vera realtà, queste obiezioni sareb-bero certamente sufficienti a scalzare dalle fondamen-ta tale indirizzo spirituale. Ma anche di fronte a similiatteggiamenti, la scienza occulta non batterebbe la viagiusta se volesse difendersi coi metodi ordinari. An-che in questo caso può parlare solo attraverso ciòch’essa dà a chi la coltiva: cioè vera forza e vera in-tensità di vita. Essa non dà debolezza, ma vigore allavita, perchè arma l’uomo non solo delle forze delmondo palesi, ma anche di quelle del mondo nascosto,di cui il primo è l’effetto. Rappresenta quindi non unimpoverimento, ma un arricchimento della vita. Ilvero occultista non diviene estraneo al mondo, maanzi un amico della realtà: non deve godere l’invisibi-le come in un sogno, lontano dal mondo; il suo godi-mento consiste nel portare nel mondo forze semprenuove, attingendole a quelle fonti invisibili da cui ilmondo stesso deriva e da cui dev’essere di continuofecondato.

Alcuni incontrano molti ostacoli, quando si metto-no sulla via della scienza occulta. Uno fra i tanti, èquello di chi tenta i primi passi e resta spaventatodall’esser subito introdotto nei particolari del mondoultrasensibile, particolari che deve imparare a cono-

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in quanto riposano sopra un giudizio sano, che se por-ta ad una mezza verità, e non ad una verità intiera, èsolo perchè invece di penetrare nel fondo delle coserimane alla superficie loro. Qualora la scienza occultafosse atta a indebolire la forza di vivere e ad allonta-nare l’uomo dalla vera realtà, queste obiezioni sareb-bero certamente sufficienti a scalzare dalle fondamen-ta tale indirizzo spirituale. Ma anche di fronte a similiatteggiamenti, la scienza occulta non batterebbe la viagiusta se volesse difendersi coi metodi ordinari. An-che in questo caso può parlare solo attraverso ciòch’essa dà a chi la coltiva: cioè vera forza e vera in-tensità di vita. Essa non dà debolezza, ma vigore allavita, perchè arma l’uomo non solo delle forze delmondo palesi, ma anche di quelle del mondo nascosto,di cui il primo è l’effetto. Rappresenta quindi non unimpoverimento, ma un arricchimento della vita. Ilvero occultista non diviene estraneo al mondo, maanzi un amico della realtà: non deve godere l’invisibi-le come in un sogno, lontano dal mondo; il suo godi-mento consiste nel portare nel mondo forze semprenuove, attingendole a quelle fonti invisibili da cui ilmondo stesso deriva e da cui dev’essere di continuofecondato.

Alcuni incontrano molti ostacoli, quando si metto-no sulla via della scienza occulta. Uno fra i tanti, èquello di chi tenta i primi passi e resta spaventatodall’esser subito introdotto nei particolari del mondoultrasensibile, particolari che deve imparare a cono-

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scere con tutta pazienza ed abnegazione. Gli vien fattainvero una serie di comunicazioni circa la costituzioneocculta dell’uomo, circa ben determinati processi chesi svolgono nelle regioni a cui apre l’ingresso la mor-te, circa l’evoluzione dell’uomo, della Terra,dell’intiero sistema solare. S’egli si aspettava di poterpenetrare d’un salto nel mondo ultrasensibile, dice al-lora: «Tutto quello, che qui mi viene imbandito, è nu-trimento per il mio intelletto, ma lascia fredda la miaanima. Io vorrei approfondire quest’anima mia, vorreitrovare me in me stesso. Io cerco ciò che inalza l’ani-ma ai regni divini, ciò che la conduce alla sua vera pa-tria; non cerco comunicazioni circa la costituzionedell’uomo e i processi del mondo». L’uomo che parlacosì non sospetta che proprio tali sentimenti gli sbar-rano l’accesso a ciò ch’egli cerca. Chè proprio quan-do con mente libera ed aperta, con pazienza ed abne-gazione, assimilerà ciò che chiama «soltanto» nutri-mento per l’intelletto, allora e soltanto allora, troveràper la sua anima ciò di cui è assetato. Il sentiero, checonduce all’unione dell’anima col divino, è quello cheporta alla conoscenza delle opere del divino. L’inalza-mento del cuore è la conseguenza dell’intrinsechezzacolle creazioni dello Spirito.

Per questo la scienza occulta deve cominciare conquelle comunicazioni che fanno penetrare nei campidel mondo spirituale. E anche questo libro incomince-rà con quanto per mezzo della ricerca spirituale puòscoprirsi circa i mondi occulti. Si esporrà ciò che è

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scere con tutta pazienza ed abnegazione. Gli vien fattainvero una serie di comunicazioni circa la costituzioneocculta dell’uomo, circa ben determinati processi chesi svolgono nelle regioni a cui apre l’ingresso la mor-te, circa l’evoluzione dell’uomo, della Terra,dell’intiero sistema solare. S’egli si aspettava di poterpenetrare d’un salto nel mondo ultrasensibile, dice al-lora: «Tutto quello, che qui mi viene imbandito, è nu-trimento per il mio intelletto, ma lascia fredda la miaanima. Io vorrei approfondire quest’anima mia, vorreitrovare me in me stesso. Io cerco ciò che inalza l’ani-ma ai regni divini, ciò che la conduce alla sua vera pa-tria; non cerco comunicazioni circa la costituzionedell’uomo e i processi del mondo». L’uomo che parlacosì non sospetta che proprio tali sentimenti gli sbar-rano l’accesso a ciò ch’egli cerca. Chè proprio quan-do con mente libera ed aperta, con pazienza ed abne-gazione, assimilerà ciò che chiama «soltanto» nutri-mento per l’intelletto, allora e soltanto allora, troveràper la sua anima ciò di cui è assetato. Il sentiero, checonduce all’unione dell’anima col divino, è quello cheporta alla conoscenza delle opere del divino. L’inalza-mento del cuore è la conseguenza dell’intrinsechezzacolle creazioni dello Spirito.

Per questo la scienza occulta deve cominciare conquelle comunicazioni che fanno penetrare nei campidel mondo spirituale. E anche questo libro incomince-rà con quanto per mezzo della ricerca spirituale puòscoprirsi circa i mondi occulti. Si esporrà ciò che è

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mortale e ciò che è immortale nell’uomo in relazionecol mondo di cui egli fa parte. Indi seguirà una esposi-zione dei mezzi con cui l’uomo può sviluppare le for-ze conoscitive latenti in lui, le quali lo introducono inquel mondo. Di tali mezzi si dirà quel tanto che è at-tualmente possibile dire in un libro come questo. Sipotrebbe facilmente essere indotti a credere chel’esposizione di tali mezzi dovesse avere la preceden-za, sembrando che la cosa più importante sia di far co-noscere all’uomo ciò che può portar lui stesso, per suapropria forza, alla desiderata visione del mondo supe-riore. Molti possono infatti dire: «A che giova che al-tri mi comunichino ciò ch’essi sanno circa i mondi su-periori? Voglio veder da me stesso». Ma la verità èche per esperimentare con reale profitto i misteri delmondo occulto è necessario prendere previa cono-scenza di certi fatti di tale mondo. Il perchè risulteràin modo abbastanza chiaro dall’esposizione che segue.Sarebbe però erronea la credenza, che le verità dellascienza occulta, che vengono comunicate dagli occul-tisti prima ch’essi espongano i mezzi per penetrare nelmondo spirituale stesso, possano essere riconosciute ecomprese solo mercè quella capacità superiore di vi-sione che risulta dallo sviluppo delle forze latentinell’uomo. Non è così. Per scoprire e approfondire imisteri del mondo ultrasensibile è necessaria quellavisione superiore; nessuno, senza la chiaroveggenza(che equivale a quella visione superiore), può trovare ifatti del mondo invisibile. Ma, una volta ch’essi sieno

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mortale e ciò che è immortale nell’uomo in relazionecol mondo di cui egli fa parte. Indi seguirà una esposi-zione dei mezzi con cui l’uomo può sviluppare le for-ze conoscitive latenti in lui, le quali lo introducono inquel mondo. Di tali mezzi si dirà quel tanto che è at-tualmente possibile dire in un libro come questo. Sipotrebbe facilmente essere indotti a credere chel’esposizione di tali mezzi dovesse avere la preceden-za, sembrando che la cosa più importante sia di far co-noscere all’uomo ciò che può portar lui stesso, per suapropria forza, alla desiderata visione del mondo supe-riore. Molti possono infatti dire: «A che giova che al-tri mi comunichino ciò ch’essi sanno circa i mondi su-periori? Voglio veder da me stesso». Ma la verità èche per esperimentare con reale profitto i misteri delmondo occulto è necessario prendere previa cono-scenza di certi fatti di tale mondo. Il perchè risulteràin modo abbastanza chiaro dall’esposizione che segue.Sarebbe però erronea la credenza, che le verità dellascienza occulta, che vengono comunicate dagli occul-tisti prima ch’essi espongano i mezzi per penetrare nelmondo spirituale stesso, possano essere riconosciute ecomprese solo mercè quella capacità superiore di vi-sione che risulta dallo sviluppo delle forze latentinell’uomo. Non è così. Per scoprire e approfondire imisteri del mondo ultrasensibile è necessaria quellavisione superiore; nessuno, senza la chiaroveggenza(che equivale a quella visione superiore), può trovare ifatti del mondo invisibile. Ma, una volta ch’essi sieno

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stati trovati e ch’essi vengano comunicati sotto formanarrativa, chiunque, usando solo dell’ordinaria intelli-genza in tutta la sua estensione e della facoltà giudica-tiva senza preconcetti, può comprenderli e può acqui-stare un alto grado di convinzione circa i medesimi.Se qualcuno sostiene che tali misteri sono per lui in-comprensibili, ciò non può mai dipendere dal fattoch’egli non è ancora chiaroveggente, ma solo dal fat-to, ch’egli non è ancora riuscito a mettere in attivitàquelle forze conoscitive che, anche senza la chiaro-veggenza, possono esser proprie di chiunque. Un me-todo moderno di presentare tali cose consistenell’esporle dopo che sono state scoperte per mezzodella chiaroveggenza, in una forma pienamente acces-sibile alla facoltà giudicativa. Se uno non si racchiudein pregiudizi, nessun ostacolo si oppone alla forma-zione di una convinzione, anche senza visione supe-riore. Alcuni eccepiranno invero che tale metodo re-cente di esporre, quale è adottato in questo libro, noncorrisponde alle loro forme abituali di giudizio. Matale eccezione si dileguerà rapidamente per chi si sfor-zi di seguire veramente fino alle loro ultime conse-guenze queste forme abituali stesse.

Quando l’uomo, mercè un’ampliata applicazionedei modi ordinari di giungere alle rappresentazionidelle cose, avrà assimilato un certo numero di veritàsuperiori, e le avrà trovate intelligibili, allora saràgiunto per lui il momento opportuno di applicare allasua propria personalità i mezzi di ricerca della scienza

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stati trovati e ch’essi vengano comunicati sotto formanarrativa, chiunque, usando solo dell’ordinaria intelli-genza in tutta la sua estensione e della facoltà giudica-tiva senza preconcetti, può comprenderli e può acqui-stare un alto grado di convinzione circa i medesimi.Se qualcuno sostiene che tali misteri sono per lui in-comprensibili, ciò non può mai dipendere dal fattoch’egli non è ancora chiaroveggente, ma solo dal fat-to, ch’egli non è ancora riuscito a mettere in attivitàquelle forze conoscitive che, anche senza la chiaro-veggenza, possono esser proprie di chiunque. Un me-todo moderno di presentare tali cose consistenell’esporle dopo che sono state scoperte per mezzodella chiaroveggenza, in una forma pienamente acces-sibile alla facoltà giudicativa. Se uno non si racchiudein pregiudizi, nessun ostacolo si oppone alla forma-zione di una convinzione, anche senza visione supe-riore. Alcuni eccepiranno invero che tale metodo re-cente di esporre, quale è adottato in questo libro, noncorrisponde alle loro forme abituali di giudizio. Matale eccezione si dileguerà rapidamente per chi si sfor-zi di seguire veramente fino alle loro ultime conse-guenze queste forme abituali stesse.

Quando l’uomo, mercè un’ampliata applicazionedei modi ordinari di giungere alle rappresentazionidelle cose, avrà assimilato un certo numero di veritàsuperiori, e le avrà trovate intelligibili, allora saràgiunto per lui il momento opportuno di applicare allasua propria personalità i mezzi di ricerca della scienza

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occulta, ed essi gli faranno trovare l’accesso al mondoinvisibile.

Nessun vero scienziato potrà trovare contraddizio-ne, secondo lo spirito e secondo il vero senso, fra lasua scienza basata sui fatti del mondo visibile e ilmodo d’indagare della scienza occulta. Ogni scienzia-to si serve di certi strumenti e di certi metodi; costrui-sce gli strumenti elaborando ciò che gli dà la «Natu-ra». Anche la scienza occulta si serve di uno strumen-to, e questo è l’uomo stesso. E tale strumento puredeve essere prima elaborato per l’indagine superiore.Bisogna che le capacità e le forze date all’uomo, sen-za intromissione di lui, dalla «Natura» siano primatrasformate in capacità e in forze superiori. Per talmodo l’uomo può far di sè stesso lo strumento adattoalla investigazione del mondo invisibile.

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occulta, ed essi gli faranno trovare l’accesso al mondoinvisibile.

Nessun vero scienziato potrà trovare contraddizio-ne, secondo lo spirito e secondo il vero senso, fra lasua scienza basata sui fatti del mondo visibile e ilmodo d’indagare della scienza occulta. Ogni scienzia-to si serve di certi strumenti e di certi metodi; costrui-sce gli strumenti elaborando ciò che gli dà la «Natu-ra». Anche la scienza occulta si serve di uno strumen-to, e questo è l’uomo stesso. E tale strumento puredeve essere prima elaborato per l’indagine superiore.Bisogna che le capacità e le forze date all’uomo, sen-za intromissione di lui, dalla «Natura» siano primatrasformate in capacità e in forze superiori. Per talmodo l’uomo può far di sè stesso lo strumento adattoalla investigazione del mondo invisibile.

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IICOSTITUZIONE DELL’UOMO

Nel considerare l’uomo dal punto di vista dellascienza occulta, si ha subito un’applicazione delle ca-ratteristiche generali di questa scienza. Essa poggiasul riconoscimento di qualche cosa di nascosto dietroa ciò che si rivela ai sensi esterni e all’intelletto appli-cato alle percezioni dei sensi. A questi sensi e a questointelletto è accessibile solo una parte di ciò che lascienza occulta scopre come ente umano completo.Tale parte è il corpo fisico, per illuminare il concettodel quale la scienza occulta richiama anzitutto l’atten-zione sopra un fenomeno che si presenta come ungrande enigma in ogni osservazione della vita – lamorte – e, conseguentemente, sopra la cosidetta naturainanimata, sopra il regno minerale. Per tal modo si ac-cenna a fatti, la cui spiegazione è fra i fini della scien-za occulta, e ai quali dev’essere dedicata una parte im-portante di questo libro. Ma qui ora si daranno sola-mente alcune idee per un primo orientamento.

Secondo la scienza occulta, il corpo fisico è nelmondo manifesto ciò in cui l’uomo è simile al mondominerale; d’altra parte, per essa non è corpo fisico tut-to ciò che differenzia l’uomo dal minerale. Da questo

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IICOSTITUZIONE DELL’UOMO

Nel considerare l’uomo dal punto di vista dellascienza occulta, si ha subito un’applicazione delle ca-ratteristiche generali di questa scienza. Essa poggiasul riconoscimento di qualche cosa di nascosto dietroa ciò che si rivela ai sensi esterni e all’intelletto appli-cato alle percezioni dei sensi. A questi sensi e a questointelletto è accessibile solo una parte di ciò che lascienza occulta scopre come ente umano completo.Tale parte è il corpo fisico, per illuminare il concettodel quale la scienza occulta richiama anzitutto l’atten-zione sopra un fenomeno che si presenta come ungrande enigma in ogni osservazione della vita – lamorte – e, conseguentemente, sopra la cosidetta naturainanimata, sopra il regno minerale. Per tal modo si ac-cenna a fatti, la cui spiegazione è fra i fini della scien-za occulta, e ai quali dev’essere dedicata una parte im-portante di questo libro. Ma qui ora si daranno sola-mente alcune idee per un primo orientamento.

Secondo la scienza occulta, il corpo fisico è nelmondo manifesto ciò in cui l’uomo è simile al mondominerale; d’altra parte, per essa non è corpo fisico tut-to ciò che differenzia l’uomo dal minerale. Da questo

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punto di vista, il fatto di massima importanza è che lamorte separa dall’ente umano ciò che nella vita è dellastessa natura del mondo minerale. La scienza occultaconsidera il cadavere come la parte dell’uomo che haun modo d’esistere uguale a quello del regno minera-le. Essa accentua vivamente il fatto, che nell’elementocostitutivo dell’ente umano, ch’essa vede come corpofisico, e che la morte riduce a cadavere, sono attive lestesse sostanze e le stesse forze del regno minerale;ma insiste non meno vivamente sul punto, che con lamorte questo corpo fisico entra in decomposizione.Essa dice perciò: «Certamente nel corpo fisicodell’uomo sono attive le stesse sostanze e forze chenel minerale, ma la loro attività è posta durante la vitaal servizio di qualche cosa di più elevato. Esse nonsono lasciate a sè stesse che quando interviene la mor-te; allora entrano in gioco, come devono entrare inconformità della loro natura; cioè come dissolvitricidel corpo fisico».

Bisogna distinguere nell’uomo nettamente l’ele-mento visibile dall’invisibile, il quale, durante la vita,deve condurre una guerra ininterrotta contro le sostan-ze e le forze del mondo della mineralità. – Questo è ilpunto in cui entra in campo la scienza occulta. Essadeve determinare che cosa è che conduce tale lotta. Èquesto appunto quanto rimane celato all’osservazionedei sensi, e accessibile solo all’osservazione chiaro-veggente. Come l’uomo arrivi a vedere il «nascosto»così apertamente, come gli occhi ordinari vedono le

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punto di vista, il fatto di massima importanza è che lamorte separa dall’ente umano ciò che nella vita è dellastessa natura del mondo minerale. La scienza occultaconsidera il cadavere come la parte dell’uomo che haun modo d’esistere uguale a quello del regno minera-le. Essa accentua vivamente il fatto, che nell’elementocostitutivo dell’ente umano, ch’essa vede come corpofisico, e che la morte riduce a cadavere, sono attive lestesse sostanze e le stesse forze del regno minerale;ma insiste non meno vivamente sul punto, che con lamorte questo corpo fisico entra in decomposizione.Essa dice perciò: «Certamente nel corpo fisicodell’uomo sono attive le stesse sostanze e forze chenel minerale, ma la loro attività è posta durante la vitaal servizio di qualche cosa di più elevato. Esse nonsono lasciate a sè stesse che quando interviene la mor-te; allora entrano in gioco, come devono entrare inconformità della loro natura; cioè come dissolvitricidel corpo fisico».

Bisogna distinguere nell’uomo nettamente l’ele-mento visibile dall’invisibile, il quale, durante la vita,deve condurre una guerra ininterrotta contro le sostan-ze e le forze del mondo della mineralità. – Questo è ilpunto in cui entra in campo la scienza occulta. Essadeve determinare che cosa è che conduce tale lotta. Èquesto appunto quanto rimane celato all’osservazionedei sensi, e accessibile solo all’osservazione chiaro-veggente. Come l’uomo arrivi a vedere il «nascosto»così apertamente, come gli occhi ordinari vedono le

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apparenze sensibili, sarà detto in altra parte di questolibro: qui descriveremo solamente (per le ragioniesposte nel precedente capitolo) ciò che risultadall’osservazione chiaroveggente. L’indicazione dellastrada per arrivare alla visione superiore può infattiriuscir utile all’uomo solo quando egli si sia familia-rizzato attraverso una semplice narrazione, con ciòche vien rivelato dall’indagine chiaroveggente. Che inquesto campo si può comprendere anche ciò che anco-ra non si può osservare: anzi la strada buona alla per-cezione, alla visione, è proprio quella che parte dallacomprensione.

Orbene, se quel non so che di nascosto che nel cor-po fisico, lotta senza tregua contro la decomposizionesi può osservare solo per via della visione superiore,nei suoi effetti però è chiaramente evidente anche perla forza giudicativa, limitata alle cose manifeste. E talieffetti si esprimono nella forma o figura, secondo cui,durante la vita, le sostanze e le forze minerali del cor-po fisico sono riunite insieme. Questa forma scomparea poco a poco e il corpo fisico diviene parte del mon-do minerale quando interviene la morte. Ma ciò chedurante la vita impedisce alle sostanze e alle forze fi-siche di seguire le proprie vie, conducenti alla dissolu-zione del corpo fisico, il chiaroveggente lo può osser-vare nell’ente umano come un elemento costitutivo asè. Ei chiama «corpo eterico» o «corpo vitale» questoarto o elemento indipendente. Per evitare che sorganomalintesi fin da principio, bisogna fare due osserva-

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apparenze sensibili, sarà detto in altra parte di questolibro: qui descriveremo solamente (per le ragioniesposte nel precedente capitolo) ciò che risultadall’osservazione chiaroveggente. L’indicazione dellastrada per arrivare alla visione superiore può infattiriuscir utile all’uomo solo quando egli si sia familia-rizzato attraverso una semplice narrazione, con ciòche vien rivelato dall’indagine chiaroveggente. Che inquesto campo si può comprendere anche ciò che anco-ra non si può osservare: anzi la strada buona alla per-cezione, alla visione, è proprio quella che parte dallacomprensione.

Orbene, se quel non so che di nascosto che nel cor-po fisico, lotta senza tregua contro la decomposizionesi può osservare solo per via della visione superiore,nei suoi effetti però è chiaramente evidente anche perla forza giudicativa, limitata alle cose manifeste. E talieffetti si esprimono nella forma o figura, secondo cui,durante la vita, le sostanze e le forze minerali del cor-po fisico sono riunite insieme. Questa forma scomparea poco a poco e il corpo fisico diviene parte del mon-do minerale quando interviene la morte. Ma ciò chedurante la vita impedisce alle sostanze e alle forze fi-siche di seguire le proprie vie, conducenti alla dissolu-zione del corpo fisico, il chiaroveggente lo può osser-vare nell’ente umano come un elemento costitutivo asè. Ei chiama «corpo eterico» o «corpo vitale» questoarto o elemento indipendente. Per evitare che sorganomalintesi fin da principio, bisogna fare due osserva-

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zioni circa questo secondo arto dell’essere umano. Laparola «etere» viene qui usata in un altro senso diquello che le dà la fisica odierna. Questa chiama etere,ad es., il mezzo in cui si propaga la luce. Nella scienzaocculta la parola dev’essere invece ristretta al sensosopra indicato; dev’essere applicata a ciò che, accessi-bile alla visione superiore, si rivela all’osservazionedei sensi solo nei suoi effetti, cioè, in quanto dà unadeterminata forma o figura alle sostanze e alle forzeminerali presenti nel corpo fisico. E anche la parola«corpo» non deve essere fraintesa. Per indicare le cosepiù alte dell’esistenza bisogna pur sempre valersi delleparole del linguaggio ordinario; e queste, quando sitratta di osservazioni dei sensi, esprimono solo la par-te sensibile, fisica. Il senso fisico il «corpo eterico»non è naturalmente niente di corporeo, per quanto te-nue ci si possa immaginare un corpo.

Appena l’occultista menziona questo «corpo eteri-co» o «corpo vitale», tocca già un punto in cui si vie-ne a trovare in contraddizione con parecchie ideed’oggigiorno. L’evoluzione dello spirito umano ha fat-to sì che all’epoca nostra il parlare di un simile ele-mento costitutivo dell’essere umano debba considerar-si come anti-scientifico. La concezione materialisticaè giunta a non vedere nel corpo vivente se non unariunione di sostanze e di forze fisiche, quali si trovanoanche nei cosidetti corpi inanimati, nei minerali; solonel corpo vivente la combinazione sarebbe più com-plessa che nel corpo inanimato. Eppure, nella scienza

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zioni circa questo secondo arto dell’essere umano. Laparola «etere» viene qui usata in un altro senso diquello che le dà la fisica odierna. Questa chiama etere,ad es., il mezzo in cui si propaga la luce. Nella scienzaocculta la parola dev’essere invece ristretta al sensosopra indicato; dev’essere applicata a ciò che, accessi-bile alla visione superiore, si rivela all’osservazionedei sensi solo nei suoi effetti, cioè, in quanto dà unadeterminata forma o figura alle sostanze e alle forzeminerali presenti nel corpo fisico. E anche la parola«corpo» non deve essere fraintesa. Per indicare le cosepiù alte dell’esistenza bisogna pur sempre valersi delleparole del linguaggio ordinario; e queste, quando sitratta di osservazioni dei sensi, esprimono solo la par-te sensibile, fisica. Il senso fisico il «corpo eterico»non è naturalmente niente di corporeo, per quanto te-nue ci si possa immaginare un corpo.

Appena l’occultista menziona questo «corpo eteri-co» o «corpo vitale», tocca già un punto in cui si vie-ne a trovare in contraddizione con parecchie ideed’oggigiorno. L’evoluzione dello spirito umano ha fat-to sì che all’epoca nostra il parlare di un simile ele-mento costitutivo dell’essere umano debba considerar-si come anti-scientifico. La concezione materialisticaè giunta a non vedere nel corpo vivente se non unariunione di sostanze e di forze fisiche, quali si trovanoanche nei cosidetti corpi inanimati, nei minerali; solonel corpo vivente la combinazione sarebbe più com-plessa che nel corpo inanimato. Eppure, nella scienza

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Page 45: La scienza occulta -   · PDF fileno ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma

ordinaria si erano avute idee diverse fino a non moltotempo addietro. Chi legge gli scritti di certi scienziatiserii della prima metà del secolo XIX vede che anchei «rigidi naturalisti» avevano allora coscienza che nelcorpo vivente vi è qualche cosa che non c’è nel mine-rale inanimato. Essi parlano difatti di una certa «forzavitale», la quale non era invero concepita come ciòche noi abbiamo chiamato «corpo vitale»; nel fondodella loro concezione vi era però il presentimento del-la sua esistenza. Essi si rappresentavano questa «forzavitale» come qualcosa che si unisce nel corpo viventealle sostanze e alle forze fisiche, in modo analogo aquello in cui la forza magnetica si unisce al ferro nelmagnete. Poi venne un tempo in cui tale «forza vitale»fu bandita dal campo della scienza, e si volle spiegaretutto con cause puramente fisiche e chimiche. Attual-mente si nota a questo riguardo una certa reazione daparte dei naturalisti più riflessivi: da parecchi si con-cede che l’ipotesi di qualche cosa di simile alla «forzavitale» non è proprio completamente assurda; tuttaviaanche quello «scienziato», che è disposto a tale con-cessione, non vuol fare causa comune con l’occultistacirca il «corpo vitale».

Di regola non si raggiunge nessuno scopo utile en-trando in discussione con tali idee dal punto di vistadella scienza occulta; piuttosto l’occultista dovrebbericonoscere che la concezione materialistica è un fe-nomeno necessariamente connesso col grande pro-gresso scientifico dell’epoca nostra, il quale poggia

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ordinaria si erano avute idee diverse fino a non moltotempo addietro. Chi legge gli scritti di certi scienziatiserii della prima metà del secolo XIX vede che anchei «rigidi naturalisti» avevano allora coscienza che nelcorpo vivente vi è qualche cosa che non c’è nel mine-rale inanimato. Essi parlano difatti di una certa «forzavitale», la quale non era invero concepita come ciòche noi abbiamo chiamato «corpo vitale»; nel fondodella loro concezione vi era però il presentimento del-la sua esistenza. Essi si rappresentavano questa «forzavitale» come qualcosa che si unisce nel corpo viventealle sostanze e alle forze fisiche, in modo analogo aquello in cui la forza magnetica si unisce al ferro nelmagnete. Poi venne un tempo in cui tale «forza vitale»fu bandita dal campo della scienza, e si volle spiegaretutto con cause puramente fisiche e chimiche. Attual-mente si nota a questo riguardo una certa reazione daparte dei naturalisti più riflessivi: da parecchi si con-cede che l’ipotesi di qualche cosa di simile alla «forzavitale» non è proprio completamente assurda; tuttaviaanche quello «scienziato», che è disposto a tale con-cessione, non vuol fare causa comune con l’occultistacirca il «corpo vitale».

Di regola non si raggiunge nessuno scopo utile en-trando in discussione con tali idee dal punto di vistadella scienza occulta; piuttosto l’occultista dovrebbericonoscere che la concezione materialistica è un fe-nomeno necessariamente connesso col grande pro-gresso scientifico dell’epoca nostra, il quale poggia

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sopra uno straordinario perfezionamento dei mezziper le osservazioni coi sensi. Ed è proprio dell’uomo,ch’egli nella sua evoluzione porti ad un certo grado diperfezione determinale facoltà, alle spese di altre.L’osservazione esatta dei sensi, che si è sviluppata inuna misura così importante attraverso la scienza natu-rale, doveva lasciar passare in seconda linea l’educa-zione di quelle facoltà umane che guidano ai «mondiinvisibili». Ma ora siamo in un’epoca in cui sono pro-prio queste le facoltà che bisogna coltivare. E il rico-noscimento dell’invisibile non si ottiene combattendole idee che derivano come logiche conseguenze dallanegazione dell’invisibile, bensì mettendo l’invisibilein giusta luce. Allora, quelli, per cui «il momento ègiunto», lo riconosceranno.

Abbiamo qui dovuto dire queste poche parole per-chè non si supponga che i punti di vista della scienzanaturale siano ignoti alla scienza occulta, quand’essaparla di un «corpo eterico», che in molti circoli nonpuò che considerarsi come qualche cosa di completa-mente fantastico.

Questo corpo eterico è dunque un secondo arto oelemento costitutivo dell’essere umano; esso possiedeper il chiaroveggente un grado di realtà più alto chenon il corpo fisico. Una descrizione del modo in cui ilchiaroveggente lo vede si potrà dare soltanto in unsuccessivo capitolo di questo libro, quando risulteràchiaro il senso in cui debbono prendersi simili descri-zioni. Provvisoriamente basterà dire che il corpo eteri-

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sopra uno straordinario perfezionamento dei mezziper le osservazioni coi sensi. Ed è proprio dell’uomo,ch’egli nella sua evoluzione porti ad un certo grado diperfezione determinale facoltà, alle spese di altre.L’osservazione esatta dei sensi, che si è sviluppata inuna misura così importante attraverso la scienza natu-rale, doveva lasciar passare in seconda linea l’educa-zione di quelle facoltà umane che guidano ai «mondiinvisibili». Ma ora siamo in un’epoca in cui sono pro-prio queste le facoltà che bisogna coltivare. E il rico-noscimento dell’invisibile non si ottiene combattendole idee che derivano come logiche conseguenze dallanegazione dell’invisibile, bensì mettendo l’invisibilein giusta luce. Allora, quelli, per cui «il momento ègiunto», lo riconosceranno.

Abbiamo qui dovuto dire queste poche parole per-chè non si supponga che i punti di vista della scienzanaturale siano ignoti alla scienza occulta, quand’essaparla di un «corpo eterico», che in molti circoli nonpuò che considerarsi come qualche cosa di completa-mente fantastico.

Questo corpo eterico è dunque un secondo arto oelemento costitutivo dell’essere umano; esso possiedeper il chiaroveggente un grado di realtà più alto chenon il corpo fisico. Una descrizione del modo in cui ilchiaroveggente lo vede si potrà dare soltanto in unsuccessivo capitolo di questo libro, quando risulteràchiaro il senso in cui debbono prendersi simili descri-zioni. Provvisoriamente basterà dire che il corpo eteri-

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co interpreta tutto il corpo fisico e deve considerarsicome una specie di architetto del medesimo. Tutti gliorgani mantengono la loro forma e la loro figura gra-zie alle correnti e ai movimenti del corpo eterico. Ilfondamento di un cuore fisico è un «cuore eterico»,quello di un cervello fisico è un «cervello eterico»,ecc. Il corpo eterico è suddiviso ed organizzato comeil corpo fisico solo è più complicato; in esso tutto è unvivente fluire e un continuo frammischiarsi delle varieparti, mentre nel corpo fisico le varie parti sono sepa-rate.

L’uomo ha in comune con la vegetalità il corpo ete-rico, come ha in comune con la mineralità il corpo fi-sico. Tutto ciò che vive ha un corpo eterico.

Dal corpo eterico la scienza occulta sale a conside-rare un terzo arto o elemento costitutivo dell’enteuomo; e per dare un’idea di questo terzo arto richiamal’attenzione sul fenomeno del sonno, alla stessa guisache pel corpo eterico l’aveva richiamata sul fenomenodella morte. – Tutto il lavoro umano, per quanto ri-guarda la sfera del visibile, riposa sull’attività allo sta-to di veglia. Questa attività è però possibile solo quan-do l’uomo ricostituisca periodicamente per mezzo delsonno le sue forze esaurite. Nel sonno scomparisconol’azione ed il pensiero; la coscienza del dolore e quel-la del piacere si perdono. Come da un’occulta miste-riosa sorgente d’energie, al risvegliarsi dell’uomo leforze coscienti risorgono su dall’incoscienza del son-no. È la stessa coscienza che all’addormentarsi cala

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co interpreta tutto il corpo fisico e deve considerarsicome una specie di architetto del medesimo. Tutti gliorgani mantengono la loro forma e la loro figura gra-zie alle correnti e ai movimenti del corpo eterico. Ilfondamento di un cuore fisico è un «cuore eterico»,quello di un cervello fisico è un «cervello eterico»,ecc. Il corpo eterico è suddiviso ed organizzato comeil corpo fisico solo è più complicato; in esso tutto è unvivente fluire e un continuo frammischiarsi delle varieparti, mentre nel corpo fisico le varie parti sono sepa-rate.

L’uomo ha in comune con la vegetalità il corpo ete-rico, come ha in comune con la mineralità il corpo fi-sico. Tutto ciò che vive ha un corpo eterico.

Dal corpo eterico la scienza occulta sale a conside-rare un terzo arto o elemento costitutivo dell’enteuomo; e per dare un’idea di questo terzo arto richiamal’attenzione sul fenomeno del sonno, alla stessa guisache pel corpo eterico l’aveva richiamata sul fenomenodella morte. – Tutto il lavoro umano, per quanto ri-guarda la sfera del visibile, riposa sull’attività allo sta-to di veglia. Questa attività è però possibile solo quan-do l’uomo ricostituisca periodicamente per mezzo delsonno le sue forze esaurite. Nel sonno scomparisconol’azione ed il pensiero; la coscienza del dolore e quel-la del piacere si perdono. Come da un’occulta miste-riosa sorgente d’energie, al risvegliarsi dell’uomo leforze coscienti risorgono su dall’incoscienza del son-no. È la stessa coscienza che all’addormentarsi cala

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giù nelle oscure profondità e al risvegliarsi sale dinuovo a galla. Ciò che ridesta continuamente la vitafuor dello stato d’incoscienza è dal punto di vistadell’occultismo il terzo elemento costitutivodell’uomo, ed è chiamato «corpo astrale». Come ilcorpo fisico non può ottenere la sua forma per mezzodelle sostanze e delle forze minerali che si trovano inlui, ma solo per mezzo dell’interpenetrazione sua colcorpo eterico, così le forze del corpo eterico non pos-sono di per sè sole illuminarsi della luce della coscien-za. Un corpo eterico, che fosse lasciato solo a sè stes-so, dovrebbe trovarsi permanentemente in stato disonno, ossia potrebbe alimentare nel corpo fisico soloun’esistenza di pianta. Un corpo eterico desto è illu-minato da un corpo astrale. Per l’osservazione deisensi l’effetto di questo corpo astrale scompare quan-do l’uomo s’immerge nel sonno: per l’osservazionechiaroveggente il corpo astrale rimane invece sempreesistente, ma solo allibire separato, o al dì fuori delcorpo eterico. L’osservazione dei sensi – si noti – nonriguarda invero il corpo astrale stesso, ma soltanto isuoi effetti su ciò che è manifesto. E questi durante ilsonno non sono direttamente visibili. Nello stesso sen-so in cui l’uomo ha in comune coi minerali il corpo fi-sico e con le piante il corpo eterico, così egli ha il cor-po astrale in comune con gli animali. Le piante sonopermanentemente in uno stato di sonno. Chi in questecose non giudica esattamente può facilmente caderenell’errore di attribuire anche alle piante una specie di

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giù nelle oscure profondità e al risvegliarsi sale dinuovo a galla. Ciò che ridesta continuamente la vitafuor dello stato d’incoscienza è dal punto di vistadell’occultismo il terzo elemento costitutivodell’uomo, ed è chiamato «corpo astrale». Come ilcorpo fisico non può ottenere la sua forma per mezzodelle sostanze e delle forze minerali che si trovano inlui, ma solo per mezzo dell’interpenetrazione sua colcorpo eterico, così le forze del corpo eterico non pos-sono di per sè sole illuminarsi della luce della coscien-za. Un corpo eterico, che fosse lasciato solo a sè stes-so, dovrebbe trovarsi permanentemente in stato disonno, ossia potrebbe alimentare nel corpo fisico soloun’esistenza di pianta. Un corpo eterico desto è illu-minato da un corpo astrale. Per l’osservazione deisensi l’effetto di questo corpo astrale scompare quan-do l’uomo s’immerge nel sonno: per l’osservazionechiaroveggente il corpo astrale rimane invece sempreesistente, ma solo allibire separato, o al dì fuori delcorpo eterico. L’osservazione dei sensi – si noti – nonriguarda invero il corpo astrale stesso, ma soltanto isuoi effetti su ciò che è manifesto. E questi durante ilsonno non sono direttamente visibili. Nello stesso sen-so in cui l’uomo ha in comune coi minerali il corpo fi-sico e con le piante il corpo eterico, così egli ha il cor-po astrale in comune con gli animali. Le piante sonopermanentemente in uno stato di sonno. Chi in questecose non giudica esattamente può facilmente caderenell’errore di attribuire anche alle piante una specie di

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coscienza, come l’hanno gli animali e gli uomini allostato di veglia. Ma ciò può accadere solo se ci si for-ma, una rappresentazione inesatta della coscienza. Sidice allora, che quando si esercita un eccitamentoesterno sopra la pianta, essa compie certi movimentiproprio come l’animale; si parta della sensibilità dicerte piante, che, ad es., chiudono le foglie sottol’influenza di determinati agenti esterni. Ma ciò che inun essere caratterizza la coscienza non è l’apparire diuna reazione di fronte ad un’azione, bensì il fatto chel’essere verifica nel suo interno un’esperienza che siaggiunge alla semplice reazione come qualche cosa dinuovo. Altrimenti si potrebbe parlare di coscienza an-che quando un pezzo di ferro si dilata sotto l’influen-za del calore. La coscienza si ha, invece, solo quando,ad es., l’essere, per l’azione del calore, prova interior-mente dolore.

Il quarto arto o elemento, che la scienza occulta as-segna all’ente uomo, non ha più niente di comune colmondo visibile che circonda l’uomo, ma è ciò che lodistingue di fronte agli altri esseri che vivono con lui,è ciò per cui egli è la corona della creazione a cui ap-partiene. Per formare una rappresentazione di questoulteriore elemento dell’ente uomo, la scienza occultafa vedere che anche entro l’ambito delle esperienzeallo stato di veglia vi sono differenze essenziali. Que-ste saltano subito agli occhi, quando l’uomo consideriche allo stato di veglia da un lato si trova continua-mente in mezzo a esperienze che debbono di necessità

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coscienza, come l’hanno gli animali e gli uomini allostato di veglia. Ma ciò può accadere solo se ci si for-ma, una rappresentazione inesatta della coscienza. Sidice allora, che quando si esercita un eccitamentoesterno sopra la pianta, essa compie certi movimentiproprio come l’animale; si parta della sensibilità dicerte piante, che, ad es., chiudono le foglie sottol’influenza di determinati agenti esterni. Ma ciò che inun essere caratterizza la coscienza non è l’apparire diuna reazione di fronte ad un’azione, bensì il fatto chel’essere verifica nel suo interno un’esperienza che siaggiunge alla semplice reazione come qualche cosa dinuovo. Altrimenti si potrebbe parlare di coscienza an-che quando un pezzo di ferro si dilata sotto l’influen-za del calore. La coscienza si ha, invece, solo quando,ad es., l’essere, per l’azione del calore, prova interior-mente dolore.

Il quarto arto o elemento, che la scienza occulta as-segna all’ente uomo, non ha più niente di comune colmondo visibile che circonda l’uomo, ma è ciò che lodistingue di fronte agli altri esseri che vivono con lui,è ciò per cui egli è la corona della creazione a cui ap-partiene. Per formare una rappresentazione di questoulteriore elemento dell’ente uomo, la scienza occultafa vedere che anche entro l’ambito delle esperienzeallo stato di veglia vi sono differenze essenziali. Que-ste saltano subito agli occhi, quando l’uomo consideriche allo stato di veglia da un lato si trova continua-mente in mezzo a esperienze che debbono di necessità

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andare e venire, e dall’altro a esperienze in cui ciò nonsi verifica. In modo speciale questo risulta evidente,quando si paragonino le esperienze dell’uomo conquelle degli animali. Questi risentono con grande re-golarità le influenze del mondo esterno; sottol’influenza del caldo e del freddo acquistano coscien-za del dolore e del piacere, sotto certi processi del lorocorpo, regolarmente ricorrenti, sentono fame e sete.La vita dell’uomo non si esaurisce in queste esperien-ze: egli può sviluppare bisogni e desideri che vanno aldi là di tutto ciò. – Per l’animale si può sempre rin-tracciare dentro al corpo o al di fuori di esso – se si saguardare abbastanza addentro – la causa determinantedi un’azione o di una sensazione. Questo non è affattoil caso per l’uomo, che può mostrare desideri e biso-gni, la cui origine non risiede nè fuori nè dentro al suocorpo. Quanto rientra in questo campo va attribuito auna sorgente speciale, che per la scienza occulta èl’«Io» dell’uomo. L’«Io» si considera quindi come ilquarto arto o elemento costitutivo dell’ente uomo. –Se il corpo astrale fosse lasciato a sè stesso, si svolge-rebbero in lui i sentimenti di piacere e di dolore e lesensazioni di fame e di sete, ma non si svilupperebbela sensazione che in tutto ciò vi è qualcosa che perma-ne. Non è ciò che permane, preso come tale, ma ciòche esperimenta la sensazione di qualche cosa chepermane, che noi chiamiamo «Io».

Bisogna in questo campo avere concetti ben netti sesi vogliono evitare equivoci. Quando si scopre qual-

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andare e venire, e dall’altro a esperienze in cui ciò nonsi verifica. In modo speciale questo risulta evidente,quando si paragonino le esperienze dell’uomo conquelle degli animali. Questi risentono con grande re-golarità le influenze del mondo esterno; sottol’influenza del caldo e del freddo acquistano coscien-za del dolore e del piacere, sotto certi processi del lorocorpo, regolarmente ricorrenti, sentono fame e sete.La vita dell’uomo non si esaurisce in queste esperien-ze: egli può sviluppare bisogni e desideri che vanno aldi là di tutto ciò. – Per l’animale si può sempre rin-tracciare dentro al corpo o al di fuori di esso – se si saguardare abbastanza addentro – la causa determinantedi un’azione o di una sensazione. Questo non è affattoil caso per l’uomo, che può mostrare desideri e biso-gni, la cui origine non risiede nè fuori nè dentro al suocorpo. Quanto rientra in questo campo va attribuito auna sorgente speciale, che per la scienza occulta èl’«Io» dell’uomo. L’«Io» si considera quindi come ilquarto arto o elemento costitutivo dell’ente uomo. –Se il corpo astrale fosse lasciato a sè stesso, si svolge-rebbero in lui i sentimenti di piacere e di dolore e lesensazioni di fame e di sete, ma non si svilupperebbela sensazione che in tutto ciò vi è qualcosa che perma-ne. Non è ciò che permane, preso come tale, ma ciòche esperimenta la sensazione di qualche cosa chepermane, che noi chiamiamo «Io».

Bisogna in questo campo avere concetti ben netti sesi vogliono evitare equivoci. Quando si scopre qual-

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che cosa di durevole, di permanente in mezzo al muta-re delle esperienze interiori, comincia a spuntare il«sentimento dell’Io». Il fatto che un essere ha famenon può dargli il sentimento dell’Io. La fame si pre-senta quando le cause ricorrenti che la provocano sifanno sentire nell’essere, il quale si getta sul cibo ap-punto perchè vi sono quelle cause ricorrenti. Il senti-mento dell’Io sorge quando non solo queste cause ri-correnti spingono alla nutrizione, ma quando si è pre-cedentemente provato il piacere di saziare la fame edè rimasta la coscienza di questo piacere, in modo cheal cibo si sia portati non solo dall’esperienza attualedella fame, ma anche dal piacere passato. – Come ilcorpo fisico si disgrega quando non lo tiene assieme ilcorpo eterico, come il corpo eterico cade nell’inco-scienza quando non lo illumina il corpo astrale, così ilcorpo astrale deve lasciar cadere il passato continua-mente nell’oblio, se l’«Io» non lo salva e non lo ri-chiama in vita nel presente. L’oblio pel corpo astraleequivale alla morte pel corpo fisico e al sonno pel cor-po eterico. Si può anche dire: del corpo eterico è pro-prio il vivere, del corpo astrale l’aver coscienza,dell’Io il ricordare.

Anche più facile dell’errore di attribuire alle piantela coscienza, è quello di parlare di memoria a proposi-to degli animali. Vien fatto facilmente di pensare allamemoria quando si vede un cane riconoscere il padro-ne dopo una lunga assenza. Ma in verità il riconosci-mento non poggia affatto sulla memoria, ma su qual-

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che cosa di durevole, di permanente in mezzo al muta-re delle esperienze interiori, comincia a spuntare il«sentimento dell’Io». Il fatto che un essere ha famenon può dargli il sentimento dell’Io. La fame si pre-senta quando le cause ricorrenti che la provocano sifanno sentire nell’essere, il quale si getta sul cibo ap-punto perchè vi sono quelle cause ricorrenti. Il senti-mento dell’Io sorge quando non solo queste cause ri-correnti spingono alla nutrizione, ma quando si è pre-cedentemente provato il piacere di saziare la fame edè rimasta la coscienza di questo piacere, in modo cheal cibo si sia portati non solo dall’esperienza attualedella fame, ma anche dal piacere passato. – Come ilcorpo fisico si disgrega quando non lo tiene assieme ilcorpo eterico, come il corpo eterico cade nell’inco-scienza quando non lo illumina il corpo astrale, così ilcorpo astrale deve lasciar cadere il passato continua-mente nell’oblio, se l’«Io» non lo salva e non lo ri-chiama in vita nel presente. L’oblio pel corpo astraleequivale alla morte pel corpo fisico e al sonno pel cor-po eterico. Si può anche dire: del corpo eterico è pro-prio il vivere, del corpo astrale l’aver coscienza,dell’Io il ricordare.

Anche più facile dell’errore di attribuire alle piantela coscienza, è quello di parlare di memoria a proposi-to degli animali. Vien fatto facilmente di pensare allamemoria quando si vede un cane riconoscere il padro-ne dopo una lunga assenza. Ma in verità il riconosci-mento non poggia affatto sulla memoria, ma su qual-

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che cosa di completamente diverso. Il cane sente unacerta attrazione per il suo padrone; essa emana dallanatura di quest’ultimo. Tale natura procura al canepiacere, quando il padrone è presente, ed e causa di unrinnovarsi del piacere ogniqualvolta si ripete il fattodella presenza del padrone. Ma ricordo si ha soltantoquando un essere, oltre a sentire le sue esperienze pre-senti, conserva, quelle del passato. Si potrebbe am-mettere questa distinzione e tuttavia cadere nell’erroredi credere che il cane abbia memoria. Si potrebbe infatti dire: «Il cane resta triste quando il padrone lo halasciato, quindi gli rimane il ricordo di lui». Ma anchequesto è un giudizio non giusto, poichè, per la convi-venza col padrone, la presenza di questo diventa unbisogno per il cane, che quindi risente l’assenza delpadrone alla stessa guisa per cui risente la fame. Chinon fa queste distinzioni non arriverà mai a vederchiaro circa i veri rapporti della vita.

Memoria e oblio rappresentano per l’«Io» qualchecosa di analogo a quel che veglia e sonno rappresenta-no per il corpo astrale. Come il sonno fa scomparirenel nulla le preoccupazioni e i tormenti del giorno,così l’oblio distende un velo sopra le brutte esperienzedella vita e cancella pure una parte del passato. E,come è necessario il sonno per il ricupero delle forzevitali esaurite, così è necessario che l’uomo sopprimadalla memoria certe parti del passato perchè possa af-frontare nuove esperienze liberamente e senza precon-cetti. Precisamente dal dimenticare cresce in lui vigo-

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che cosa di completamente diverso. Il cane sente unacerta attrazione per il suo padrone; essa emana dallanatura di quest’ultimo. Tale natura procura al canepiacere, quando il padrone è presente, ed e causa di unrinnovarsi del piacere ogniqualvolta si ripete il fattodella presenza del padrone. Ma ricordo si ha soltantoquando un essere, oltre a sentire le sue esperienze pre-senti, conserva, quelle del passato. Si potrebbe am-mettere questa distinzione e tuttavia cadere nell’erroredi credere che il cane abbia memoria. Si potrebbe infatti dire: «Il cane resta triste quando il padrone lo halasciato, quindi gli rimane il ricordo di lui». Ma anchequesto è un giudizio non giusto, poichè, per la convi-venza col padrone, la presenza di questo diventa unbisogno per il cane, che quindi risente l’assenza delpadrone alla stessa guisa per cui risente la fame. Chinon fa queste distinzioni non arriverà mai a vederchiaro circa i veri rapporti della vita.

Memoria e oblio rappresentano per l’«Io» qualchecosa di analogo a quel che veglia e sonno rappresenta-no per il corpo astrale. Come il sonno fa scomparirenel nulla le preoccupazioni e i tormenti del giorno,così l’oblio distende un velo sopra le brutte esperienzedella vita e cancella pure una parte del passato. E,come è necessario il sonno per il ricupero delle forzevitali esaurite, così è necessario che l’uomo sopprimadalla memoria certe parti del passato perchè possa af-frontare nuove esperienze liberamente e senza precon-cetti. Precisamente dal dimenticare cresce in lui vigo-

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re per la percezione di cose nuove. Si pensi a fatticome l’imparare a scrivere: tutti i particolari attraver-so cui deve passare il bambino per imparare l’uso del-la penna si dimenticano; ciò che rimane è la capacitàdi scrivere. Come potrebbe l’uomo compiere taleazione, se ogni volta che deve eseguirla risorgesseronell’anima sua i ricordi di tutte le esperienze che hadovuto attraversare per imparare a scrivere?

Occorre distinguere diversi gradi della memoria. Laforma più semplice di memoria si ha quando l’uomopercepisce un oggetto e dopo l’allontanamento di essone conserva una rappresentazione. L’uomo si è forma-to quella rappresentazione mentre percepiva l’oggetto.Si è svolto allora un procedimento fra il suo corpoastrale e il suo Io. Il corpo astrale ha fatto divenir co-sciente l’impressione esterna dovuta all’oggetto, ma laconoscenza dell’oggetto sarebbe durata solo fino atanto ch’esso era presente, se l’Io non avesse assorbitoin sè e fatto sua tale conoscenza. – Qui, a questo pun-to, la scienza occulta segna la separazione fra il corpo-reo e l’animico. Si parla di corpo astrale finchè si hain vista il sorgere della conoscenza di un oggetto pre-sente, ma si chiama anima ciò che dà durata alla cono-scenza; si vede però subito da quanto si e detto, comesia strettamente legato nell’uomo il corpo astrale conquella parte dell’anima che dà durata alla conoscenza.In certo modo l’uno e l’altra formano un solo elemen-to costitutivo dell’ente uomo, e perciò spesso si indicaquesta riunione sotto il nome di corpo astrale. Quando

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re per la percezione di cose nuove. Si pensi a fatticome l’imparare a scrivere: tutti i particolari attraver-so cui deve passare il bambino per imparare l’uso del-la penna si dimenticano; ciò che rimane è la capacitàdi scrivere. Come potrebbe l’uomo compiere taleazione, se ogni volta che deve eseguirla risorgesseronell’anima sua i ricordi di tutte le esperienze che hadovuto attraversare per imparare a scrivere?

Occorre distinguere diversi gradi della memoria. Laforma più semplice di memoria si ha quando l’uomopercepisce un oggetto e dopo l’allontanamento di essone conserva una rappresentazione. L’uomo si è forma-to quella rappresentazione mentre percepiva l’oggetto.Si è svolto allora un procedimento fra il suo corpoastrale e il suo Io. Il corpo astrale ha fatto divenir co-sciente l’impressione esterna dovuta all’oggetto, ma laconoscenza dell’oggetto sarebbe durata solo fino atanto ch’esso era presente, se l’Io non avesse assorbitoin sè e fatto sua tale conoscenza. – Qui, a questo pun-to, la scienza occulta segna la separazione fra il corpo-reo e l’animico. Si parla di corpo astrale finchè si hain vista il sorgere della conoscenza di un oggetto pre-sente, ma si chiama anima ciò che dà durata alla cono-scenza; si vede però subito da quanto si e detto, comesia strettamente legato nell’uomo il corpo astrale conquella parte dell’anima che dà durata alla conoscenza.In certo modo l’uno e l’altra formano un solo elemen-to costitutivo dell’ente uomo, e perciò spesso si indicaquesta riunione sotto il nome di corpo astrale. Quando

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si vuole una indicazione esatta si chiama il corpoastrale dell’uomo corpo animico, e l’anima – in quan-to essa è unita a quel corpo – anima senziente.

L’Io sale a un gradino più alto, quando dirige la suaattività su ciò che della conoscenza degli oggetti haassorbito in sè e fatto suo. È questa attività mercè laquale l’Io si svincola sempre più dagli oggetti dellapercezione per lavorare nel suo proprio campo. Laparte dell’anima, cui ciò spetta, si può chiamare ani-ma razionale o anima affettiva. È proprio tantodell’anima senziente quanto dell’anima razionale dilavorare su ciò ch’esse ricevono attraverso le impres-sioni degli oggetti percepiti dai sensi e di cui conser-vano memoria. In ciò l’anima è completamente assor-bita da qualche cosa di esterno ad essa; ha invero rice-vuto dall’esterno anche ciò che grazie alla memoria hapotuto assimilare; ma la sua attività può salire a gradipiù alti. Non è soltanto anima senziente e anima razio-nale. La scienza occulta può dare facilmente un’ideadello stadio ulteriore, richiamando l’attenzione sopraun fatto semplice, che deve però essere apprezzato nelsuo profondo significato. È il fatto che in tutto il cam-po del linguaggio vi è un nome che per la sua essenzadi distingue da tutti gli altri nomi: il nome «Io». Ognialtro nome può essere dato alla cosa o all’essere cui siriferisce da ogni uomo. «Io», come indicazione di unessere, ha senso solo se l’essere l’adopera per indicaresè stesso. La parola «Io» non può mai penetrare dal difuori nell’orecchio di un essere umano come suo ap-

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si vuole una indicazione esatta si chiama il corpoastrale dell’uomo corpo animico, e l’anima – in quan-to essa è unita a quel corpo – anima senziente.

L’Io sale a un gradino più alto, quando dirige la suaattività su ciò che della conoscenza degli oggetti haassorbito in sè e fatto suo. È questa attività mercè laquale l’Io si svincola sempre più dagli oggetti dellapercezione per lavorare nel suo proprio campo. Laparte dell’anima, cui ciò spetta, si può chiamare ani-ma razionale o anima affettiva. È proprio tantodell’anima senziente quanto dell’anima razionale dilavorare su ciò ch’esse ricevono attraverso le impres-sioni degli oggetti percepiti dai sensi e di cui conser-vano memoria. In ciò l’anima è completamente assor-bita da qualche cosa di esterno ad essa; ha invero rice-vuto dall’esterno anche ciò che grazie alla memoria hapotuto assimilare; ma la sua attività può salire a gradipiù alti. Non è soltanto anima senziente e anima razio-nale. La scienza occulta può dare facilmente un’ideadello stadio ulteriore, richiamando l’attenzione sopraun fatto semplice, che deve però essere apprezzato nelsuo profondo significato. È il fatto che in tutto il cam-po del linguaggio vi è un nome che per la sua essenzadi distingue da tutti gli altri nomi: il nome «Io». Ognialtro nome può essere dato alla cosa o all’essere cui siriferisce da ogni uomo. «Io», come indicazione di unessere, ha senso solo se l’essere l’adopera per indicaresè stesso. La parola «Io» non può mai penetrare dal difuori nell’orecchio di un essere umano come suo ap-

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pellativo; solo l’essere stesso può applicarla a sè. «Iosono un Io solo per me; per ogni altro Io sono un tu, eogni altro è per me un tu». Questo fatto è l’espressio-ne esterna di una verità di profondo significato.L’essenza propria dell’Io è indipendente da tutto ciòche è esterno; per questa ragione non può essere chia-mato col suo nome da niente che gli sia esterno. Leconfessioni religiose, che coscientemente hanno con-servato la loro connessione con la scienza occulta,chiamano la parola «Io» il «nome impronunziabile diDio», poichè quando si usa questa espressione si allu-de proprio al fatto ora accennato. Niente di esterno haaccesso a quella parte dell’anima umana di cui oraparliamo. È il «santuario nascosto» dell’anima, in cuipuò riuscire a penetrare solo un essere che sia dellanatura di essa. «Il Dio che abita nell’uomo parla quan-do l’anima stessa si riconosce come Io». Come l’ani-ma senziente e l’anima razionale vivono nel modoesterno, così un terzo elemento dell’anima si immergenel divino, quand’essa arriva alla percezione della suapropria essenza.

Ciò potrebbe facilmente far sorgere il malinteso chela scienza occulta consideri l’Io come una cosa solacon Dio. Essa però non dice affatto che l’Io sia Dio,ma soltanto che è della stessa natura e della stessa es-senza del divino. Ritiene forse alcuno che la gocciad’acqua presa dal mare sia il mare, quando dice che lagoccia è della stessa essenza o sostanza del mare? –Se si vuol fare un paragone, si può dire che l’Io è alla

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pellativo; solo l’essere stesso può applicarla a sè. «Iosono un Io solo per me; per ogni altro Io sono un tu, eogni altro è per me un tu». Questo fatto è l’espressio-ne esterna di una verità di profondo significato.L’essenza propria dell’Io è indipendente da tutto ciòche è esterno; per questa ragione non può essere chia-mato col suo nome da niente che gli sia esterno. Leconfessioni religiose, che coscientemente hanno con-servato la loro connessione con la scienza occulta,chiamano la parola «Io» il «nome impronunziabile diDio», poichè quando si usa questa espressione si allu-de proprio al fatto ora accennato. Niente di esterno haaccesso a quella parte dell’anima umana di cui oraparliamo. È il «santuario nascosto» dell’anima, in cuipuò riuscire a penetrare solo un essere che sia dellanatura di essa. «Il Dio che abita nell’uomo parla quan-do l’anima stessa si riconosce come Io». Come l’ani-ma senziente e l’anima razionale vivono nel modoesterno, così un terzo elemento dell’anima si immergenel divino, quand’essa arriva alla percezione della suapropria essenza.

Ciò potrebbe facilmente far sorgere il malinteso chela scienza occulta consideri l’Io come una cosa solacon Dio. Essa però non dice affatto che l’Io sia Dio,ma soltanto che è della stessa natura e della stessa es-senza del divino. Ritiene forse alcuno che la gocciad’acqua presa dal mare sia il mare, quando dice che lagoccia è della stessa essenza o sostanza del mare? –Se si vuol fare un paragone, si può dire che l’Io è alla

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Divinità quel che la goccia è al mare. L’uomo può tro-vare in sè un che di divino, perchè la sua particolareessenza proviene dal divino. L’uomo raggiunge, permezzo di questo terzo elemento della sua anima, unaconoscenza interiore di sè stesso, così come per mez-zo del corpo astrale raggiunge una conoscenza delmondo esterno. Per questo la scienza occulta chiamaquesto terzo arto dell’anima l’anima cosciente. E con-sidera la parte animica dell’uomo costituita da tre par-ti: l’anima senziente, l’anima razionale e l’anima co-sciente, alla stessa guisa che la parte corporea è costi-tuita da tre elementi o arti: il corpo fisico, il corpo ete-rico e il corpo astrale.

È nell’anima cosciente che comincia a rivelarsi lavera natura dell’«Io». Chè mentre attraverso la sensa-zione e l’intelligenza l’anima si perde in altre cose,come anima cosciente essa afferra la sua propria es-senza. Quindi questo «Io» non può essere percepitodall’anima cosciente in altro modo che per mezzo diuna certa attività interiore. Le rappresentazioni deglioggetti esterni si formano così come gli oggetti vannoe vengono; e queste rappresentazioni continuanonell’intelletto a lavorare per propria forza. Ma quandol’«Io» deve percepire sè stesso, non basta che essosemplicemente si offra; deve, per attività interiore, trarprima su dal suo profondo la propria essenza, per po-terne acquistare coscienza. Con la percezionedell’«Io» – con l’auto-conoscenza – comincia un’atti-vità interiore dell’«Io». Attraverso questa attività la

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Divinità quel che la goccia è al mare. L’uomo può tro-vare in sè un che di divino, perchè la sua particolareessenza proviene dal divino. L’uomo raggiunge, permezzo di questo terzo elemento della sua anima, unaconoscenza interiore di sè stesso, così come per mez-zo del corpo astrale raggiunge una conoscenza delmondo esterno. Per questo la scienza occulta chiamaquesto terzo arto dell’anima l’anima cosciente. E con-sidera la parte animica dell’uomo costituita da tre par-ti: l’anima senziente, l’anima razionale e l’anima co-sciente, alla stessa guisa che la parte corporea è costi-tuita da tre elementi o arti: il corpo fisico, il corpo ete-rico e il corpo astrale.

È nell’anima cosciente che comincia a rivelarsi lavera natura dell’«Io». Chè mentre attraverso la sensa-zione e l’intelligenza l’anima si perde in altre cose,come anima cosciente essa afferra la sua propria es-senza. Quindi questo «Io» non può essere percepitodall’anima cosciente in altro modo che per mezzo diuna certa attività interiore. Le rappresentazioni deglioggetti esterni si formano così come gli oggetti vannoe vengono; e queste rappresentazioni continuanonell’intelletto a lavorare per propria forza. Ma quandol’«Io» deve percepire sè stesso, non basta che essosemplicemente si offra; deve, per attività interiore, trarprima su dal suo profondo la propria essenza, per po-terne acquistare coscienza. Con la percezionedell’«Io» – con l’auto-conoscenza – comincia un’atti-vità interiore dell’«Io». Attraverso questa attività la

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percezione dell’Io nell’anima cosciente ha per l’uomoun tutt’altro significato che l’osservazione di tutto ciòche penetra in lui attraverso i tre elementi corporei egli altri due elementi animici. La forza che svela l’Ionell’anima cosciente è quella stessa che si manifestaovunque altrove nel mondo. Solo nel corpo e neglielementi inferiori dell’anima non apparisce diretta-mente, ma si rivela gradualmente nei suoi effetti. Lasua manifestazione più bassa è quella che si ha nelcorpo fisico; poi, per gradini, si sale fino al contenutodell’anima razionale. Si potrebbe dire che a ogni gra-dino che si sale cade uno dei veli che avviluppanol’arcano. Con ciò che riempie l’anima coscientequest’arcano entra senza veli nel sacrario dell’anima.E tuttavia apparisce qui proprio come una goccia sol-tanto, fuor dal mare dell’essere primordiale, che tuttopervade; e qui proprio l’uomo deve imparare ad affer-rare quest’essere primordiale. Lo deve riconoscere insè stesso, poi potrà trovarlo anche nelle sue manifesta-zioni.

Ciò che qui penetra, come una goccia, nell’animacosciente è quel che la scienza occulta chiama Spirito.L’anima cosciente si collega così con lo Spirito, ilquale è la parte nascosta di tutto ciò che è manifesto.Se l’uomo vuole afferrare lo Spirito in tutto il mondomanifesto, deve farlo alla stessa guisa in cui afferral’Io nell’anima cosciente. Deve estendere al mondomanifesto l’attività che lo ha condotto alla percezionedell’Io. Ma ciò facendo egli sviluppa lati più alti della

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percezione dell’Io nell’anima cosciente ha per l’uomoun tutt’altro significato che l’osservazione di tutto ciòche penetra in lui attraverso i tre elementi corporei egli altri due elementi animici. La forza che svela l’Ionell’anima cosciente è quella stessa che si manifestaovunque altrove nel mondo. Solo nel corpo e neglielementi inferiori dell’anima non apparisce diretta-mente, ma si rivela gradualmente nei suoi effetti. Lasua manifestazione più bassa è quella che si ha nelcorpo fisico; poi, per gradini, si sale fino al contenutodell’anima razionale. Si potrebbe dire che a ogni gra-dino che si sale cade uno dei veli che avviluppanol’arcano. Con ciò che riempie l’anima coscientequest’arcano entra senza veli nel sacrario dell’anima.E tuttavia apparisce qui proprio come una goccia sol-tanto, fuor dal mare dell’essere primordiale, che tuttopervade; e qui proprio l’uomo deve imparare ad affer-rare quest’essere primordiale. Lo deve riconoscere insè stesso, poi potrà trovarlo anche nelle sue manifesta-zioni.

Ciò che qui penetra, come una goccia, nell’animacosciente è quel che la scienza occulta chiama Spirito.L’anima cosciente si collega così con lo Spirito, ilquale è la parte nascosta di tutto ciò che è manifesto.Se l’uomo vuole afferrare lo Spirito in tutto il mondomanifesto, deve farlo alla stessa guisa in cui afferral’Io nell’anima cosciente. Deve estendere al mondomanifesto l’attività che lo ha condotto alla percezionedell’Io. Ma ciò facendo egli sviluppa lati più alti della

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sua natura. Aggiunge qualche cosa di nuovo ai suoielementi corporei ed animici. In primo luogo egli di-vien padrone di ciò che giace nascosto negli elementiinferiori della sua anima e ciò avviene per il lavoroche l’Io compie entro l’anima. Che l’uomo compiatale lavoro, apparisce dal confronto fra un individuoancora dedito ai desideri inferiori e ai cosidetti piacerisensuali ed un elevato idealista. Il secondo deriva dalprimo, se questo abbandona certe tendenze inferiori ene svolge altre superiori. L’uomo agisce per mezzodell’Io sulla sua anima, nobilitandola e spiritualizzan-dola. L’Io diviene signore della vita dell’anima.Ciò’può andare così oltre, che nell’anima non entri al-cun desiderio nè alcun piacere, senza che l’Io, comeautorità competente, ne permetta l’ingresso. Per tal vial’intiera anima diviene una manifestazione dell’Io,mentre al principio ciò accadeva solo per l’anima co-sciente. In fondo, tutta la civilizzazione e tutto lo sfor-zo spirituale dell’umanità consiste in un lavoro che haper mèta questa supremazia dell’Io. Ogni uomo viven-te, oggigiorno, è impegnato in questo lavoro, lo vogliao no, ne sia o no cosciente.

Grazie a tale lavoro si sale a gradini sempre più altidell’umana natura. L’uomo sviluppa, per tal mezzo,nuovi elementi costitutivi del suo essere. Essi stannonascosti sotto a ciò che è a lui manifesto. L’uomo nonsolo può diventare padrone della sua anima lavorandoin essa con l’Io, in modo ch’essa tragga il nascostofuor dal manifesto, ma può anche estendere tale lavo-

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sua natura. Aggiunge qualche cosa di nuovo ai suoielementi corporei ed animici. In primo luogo egli di-vien padrone di ciò che giace nascosto negli elementiinferiori della sua anima e ciò avviene per il lavoroche l’Io compie entro l’anima. Che l’uomo compiatale lavoro, apparisce dal confronto fra un individuoancora dedito ai desideri inferiori e ai cosidetti piacerisensuali ed un elevato idealista. Il secondo deriva dalprimo, se questo abbandona certe tendenze inferiori ene svolge altre superiori. L’uomo agisce per mezzodell’Io sulla sua anima, nobilitandola e spiritualizzan-dola. L’Io diviene signore della vita dell’anima.Ciò’può andare così oltre, che nell’anima non entri al-cun desiderio nè alcun piacere, senza che l’Io, comeautorità competente, ne permetta l’ingresso. Per tal vial’intiera anima diviene una manifestazione dell’Io,mentre al principio ciò accadeva solo per l’anima co-sciente. In fondo, tutta la civilizzazione e tutto lo sfor-zo spirituale dell’umanità consiste in un lavoro che haper mèta questa supremazia dell’Io. Ogni uomo viven-te, oggigiorno, è impegnato in questo lavoro, lo vogliao no, ne sia o no cosciente.

Grazie a tale lavoro si sale a gradini sempre più altidell’umana natura. L’uomo sviluppa, per tal mezzo,nuovi elementi costitutivi del suo essere. Essi stannonascosti sotto a ciò che è a lui manifesto. L’uomo nonsolo può diventare padrone della sua anima lavorandoin essa con l’Io, in modo ch’essa tragga il nascostofuor dal manifesto, ma può anche estendere tale lavo-

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ro. Può intaccare il corpo astrale. Con ciò l’Io si impa-dronisce di questo corpo astrale, in quanto si uniscecon la sua essenza nascosta. Questo corpo astrale do-minato e trasformato dall’Io può chiamarsi in scienzaocculta la Personalità (Sè) Spirituale. (È quello che,con parola presa in prestito dalla sapienza orientale, sichiama anche «Manas»). Nel Sè spirituale si ha un piùelevato elemento costitutivo dell’ente uomo, un ele-mento che in lui è, per così dire, presente solo in ger-me, ma che a mano a mano ch’egli lavora su sè stessoemerge sempre più.

Come l’uomo diventa padrone del suo corpo astralecol farsi strada fino alle forze nascoste che stan dietroad esso, così nel corso ulteriore della sua evoluzionediventa padrone del corpo eterico. Il lavoro sul corpoeterico è però più arduo che quello sul corpo astrale;perchè ciò che si nasconde nel corpo eterico è avvi-luppato da due veli, mentre ciò che si nasconde nelcorpo astrale è avviluppato da un velo solo. La scien-za occulta può dare un’idea della differenza nel lavorosui due corpi, richiamando l’attenzione su certi cam-biamenti che possono intervenire nell’uomo nel corsodella sua evoluzione. Si consideri anzitutto come sisviluppino certe proprietà dell’anima umana quandol’Io lavora su di essa: come piaceri e desideri, gioie edolori possano cambiare. Basta che l’uomo ripensiall’infanzia sua. Da che derivavano allora le sue gioiee i suoi dolori? Che cosa imparando ha aggiunto a ciòche sapeva da fanciullo? La risposta non sarà che una

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ro. Può intaccare il corpo astrale. Con ciò l’Io si impa-dronisce di questo corpo astrale, in quanto si uniscecon la sua essenza nascosta. Questo corpo astrale do-minato e trasformato dall’Io può chiamarsi in scienzaocculta la Personalità (Sè) Spirituale. (È quello che,con parola presa in prestito dalla sapienza orientale, sichiama anche «Manas»). Nel Sè spirituale si ha un piùelevato elemento costitutivo dell’ente uomo, un ele-mento che in lui è, per così dire, presente solo in ger-me, ma che a mano a mano ch’egli lavora su sè stessoemerge sempre più.

Come l’uomo diventa padrone del suo corpo astralecol farsi strada fino alle forze nascoste che stan dietroad esso, così nel corso ulteriore della sua evoluzionediventa padrone del corpo eterico. Il lavoro sul corpoeterico è però più arduo che quello sul corpo astrale;perchè ciò che si nasconde nel corpo eterico è avvi-luppato da due veli, mentre ciò che si nasconde nelcorpo astrale è avviluppato da un velo solo. La scien-za occulta può dare un’idea della differenza nel lavorosui due corpi, richiamando l’attenzione su certi cam-biamenti che possono intervenire nell’uomo nel corsodella sua evoluzione. Si consideri anzitutto come sisviluppino certe proprietà dell’anima umana quandol’Io lavora su di essa: come piaceri e desideri, gioie edolori possano cambiare. Basta che l’uomo ripensiall’infanzia sua. Da che derivavano allora le sue gioiee i suoi dolori? Che cosa imparando ha aggiunto a ciòche sapeva da fanciullo? La risposta non sarà che una

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prova della supremazia che l’Io ha acquistata sul cor-po astrale: che esso è infatti il veicolo di piaceri e didispiaceri, di gioie e dolori. E si consideri quantopoco, in confronto, si modifichino invece con l’andardegli anni certe altre proprietà dell’uomo, quali il suotemperamento, le peculiarità più profonde del suo ca-rattere, ecc. Uno, che da fanciullo è irascibile, conser-verà spesso certi aspetti dell’irascibilità anche duranteil suo ulteriore sviluppo e pel restante della vita. Lacosa salta così agli occhi, che vi sono dei pensatori iquali escludono del tutto la possibilità che si possacambiare il carattere fondamentale di un uomo. Riten-gono che il carattere permanga inalterato attraversotutta la vita, e soltanto riveli ora uno ora un altro deisuoi lati. Un simile giudizio riposa però sopra un di-fetto d’osservazione. Chi ha il senso per vedere certecose vede chiaramente che anche il carattere e il tem-peramento dell’uomo si modificano sotto influenzadell’Io, per quanto si tratti i di una modificazione as-sai lenta rispetto alla modificazione delle proprietà ac-cennate più sopra. Il rapporto in cui procedono le duevariazioni si può paragonare al rapporto fra le velocitàcon cui marciano, in un orologio, la lancetta dei minu-ti e quella delle ore. Le forze che producono le modi-ficazioni del carattere o del temperamento apparten-gono alle forze nascoste del corpo eterico. Sono dellostesso genere delle forze che dominano il regno dellavita, ossia delle forze della crescenza, della nutrizione,della riproduzione. Queste cose si metteranno in giu-

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prova della supremazia che l’Io ha acquistata sul cor-po astrale: che esso è infatti il veicolo di piaceri e didispiaceri, di gioie e dolori. E si consideri quantopoco, in confronto, si modifichino invece con l’andardegli anni certe altre proprietà dell’uomo, quali il suotemperamento, le peculiarità più profonde del suo ca-rattere, ecc. Uno, che da fanciullo è irascibile, conser-verà spesso certi aspetti dell’irascibilità anche duranteil suo ulteriore sviluppo e pel restante della vita. Lacosa salta così agli occhi, che vi sono dei pensatori iquali escludono del tutto la possibilità che si possacambiare il carattere fondamentale di un uomo. Riten-gono che il carattere permanga inalterato attraversotutta la vita, e soltanto riveli ora uno ora un altro deisuoi lati. Un simile giudizio riposa però sopra un di-fetto d’osservazione. Chi ha il senso per vedere certecose vede chiaramente che anche il carattere e il tem-peramento dell’uomo si modificano sotto influenzadell’Io, per quanto si tratti i di una modificazione as-sai lenta rispetto alla modificazione delle proprietà ac-cennate più sopra. Il rapporto in cui procedono le duevariazioni si può paragonare al rapporto fra le velocitàcon cui marciano, in un orologio, la lancetta dei minu-ti e quella delle ore. Le forze che producono le modi-ficazioni del carattere o del temperamento apparten-gono alle forze nascoste del corpo eterico. Sono dellostesso genere delle forze che dominano il regno dellavita, ossia delle forze della crescenza, della nutrizione,della riproduzione. Queste cose si metteranno in giu-

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sta luce in altra parte del presente libro. – Dunque nonè soltanto quando l’uomo si abbandona al piacere e aldispiacere, alla gioia e al dolore, che l’Io lavora sulcorpo astrale, ma pure quando si modificano le carat-teristiche di queste qualità dell’anima; e parimente illavoro si estende al corpo eterico quando l’Io rivolgela sua attività a una modificazione delle qualità del ca-rattere o del temperamento. Anche a quest’ultima mo-dificazione ogni uomo vivente lavora, ne sia o no co-sciente. Gl’impulsi più forti, che nella vita ordinariaspingono a tale modificazione, sono quelli religiosi.Quando l’Io fa continuamente agire su sè stesso, infi-nite volte, gli incitamenti che vengono dalla religione,essi creano in lui una forza che agisce fin dentro alcorpo eterico e lo trasforma, alla stessa guisa che i mi-nori impulsi della vita producono la trasformazionedel corpo astrale. Questi minori impulsi, che vengonoall’uomo dallo studio, dalla meditazione, dalla nobili-tazione dei sentimenti, ecc., seguono le molteplici vi-cende dell’esistenza; il sentimento religioso imprimeinvece un che di unitario a tutti i pensieri, a tutti i sen-timenti, a tutti gli atti volitivi; diffonde, per così dire,una luce comune e unitaria sovra l’intiera vitadell’anima. L’uomo pensa e sente oggi questo, domaniquello, influenzato dalle cause più diverse; ma coluiche, grazie a un sentimento religioso costante, intuiscequalche cosa che perdura attraverso i varii cambia-menti, riferirà a tale sentimento fondamentale siaquello che pensa e sente oggi, sia le esperienze che

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sta luce in altra parte del presente libro. – Dunque nonè soltanto quando l’uomo si abbandona al piacere e aldispiacere, alla gioia e al dolore, che l’Io lavora sulcorpo astrale, ma pure quando si modificano le carat-teristiche di queste qualità dell’anima; e parimente illavoro si estende al corpo eterico quando l’Io rivolgela sua attività a una modificazione delle qualità del ca-rattere o del temperamento. Anche a quest’ultima mo-dificazione ogni uomo vivente lavora, ne sia o no co-sciente. Gl’impulsi più forti, che nella vita ordinariaspingono a tale modificazione, sono quelli religiosi.Quando l’Io fa continuamente agire su sè stesso, infi-nite volte, gli incitamenti che vengono dalla religione,essi creano in lui una forza che agisce fin dentro alcorpo eterico e lo trasforma, alla stessa guisa che i mi-nori impulsi della vita producono la trasformazionedel corpo astrale. Questi minori impulsi, che vengonoall’uomo dallo studio, dalla meditazione, dalla nobili-tazione dei sentimenti, ecc., seguono le molteplici vi-cende dell’esistenza; il sentimento religioso imprimeinvece un che di unitario a tutti i pensieri, a tutti i sen-timenti, a tutti gli atti volitivi; diffonde, per così dire,una luce comune e unitaria sovra l’intiera vitadell’anima. L’uomo pensa e sente oggi questo, domaniquello, influenzato dalle cause più diverse; ma coluiche, grazie a un sentimento religioso costante, intuiscequalche cosa che perdura attraverso i varii cambia-menti, riferirà a tale sentimento fondamentale siaquello che pensa e sente oggi, sia le esperienze che

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l’anima sua avrà domani. La fede religiosa in talmodo ha presa su tutta la vita dell’anima; i suoi influs-si si rafforzano sempre più con l’andar del tempo, inquanto la loro azione è continuamente ripetuta. Edessi arrivano così ad acquistare il potere d’agire sulcorpo eterico. In modo analogo agiscono sull’uomogli influssi dell’arte vera. Quando l’uomo, in presenzadi un’opera d’arte, attraverso la forma esterna o il co-lore o il suono, penetra colla rappresentazione e colsentimento nei substrati spirituali di essa, gl’impulsiche l’Io ne riceve arrivano in verità ad agire fino sulcorpo eterico. Se si approfondisce questo pensiero, sipotrà misurare l’enorme importanza dell’arte per tuttal’evoluzione umana. – Qui si è accennato solo ad al-cuni degli influssi da cui l’Io è spinto ad agire sul cor-po eterico. Nella vita umana vi sono molti influssi si-mili, che non appariscono allo sguardo osservatorecosì chiaramente come i precedenti. Ma da quellimenzionati già si vede che nell’uomo è nascosto unaltro arto o elemento costitutivo della natura sua, chel’Io elabora sempre più. La scienza occulta riconoscein questo elemento il secondo elemento dello spirito, elo chiama Spirito vitale. (È quello stesso che con pa-rola presa in prestito dalla sapienza orientale si chia-ma «Buddhi»). L’espressione «spirito vitale» è appro-priata, perchè in ciò ch’essa denota agiscono le stesseforze che nel «corpo vitale»; solo quando tali forze simanifestano come corpo vitale non è in esse attivo

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l’anima sua avrà domani. La fede religiosa in talmodo ha presa su tutta la vita dell’anima; i suoi influs-si si rafforzano sempre più con l’andar del tempo, inquanto la loro azione è continuamente ripetuta. Edessi arrivano così ad acquistare il potere d’agire sulcorpo eterico. In modo analogo agiscono sull’uomogli influssi dell’arte vera. Quando l’uomo, in presenzadi un’opera d’arte, attraverso la forma esterna o il co-lore o il suono, penetra colla rappresentazione e colsentimento nei substrati spirituali di essa, gl’impulsiche l’Io ne riceve arrivano in verità ad agire fino sulcorpo eterico. Se si approfondisce questo pensiero, sipotrà misurare l’enorme importanza dell’arte per tuttal’evoluzione umana. – Qui si è accennato solo ad al-cuni degli influssi da cui l’Io è spinto ad agire sul cor-po eterico. Nella vita umana vi sono molti influssi si-mili, che non appariscono allo sguardo osservatorecosì chiaramente come i precedenti. Ma da quellimenzionati già si vede che nell’uomo è nascosto unaltro arto o elemento costitutivo della natura sua, chel’Io elabora sempre più. La scienza occulta riconoscein questo elemento il secondo elemento dello spirito, elo chiama Spirito vitale. (È quello stesso che con pa-rola presa in prestito dalla sapienza orientale si chia-ma «Buddhi»). L’espressione «spirito vitale» è appro-priata, perchè in ciò ch’essa denota agiscono le stesseforze che nel «corpo vitale»; solo quando tali forze simanifestano come corpo vitale non è in esse attivo

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l’Io umano, mentre quando si estrinsecano come spiri-to vitale esse sono impregnate dall’attività dell’Io.

Lo sviluppo intellettuale dell’uomo, la purificazio-ne e la nobilitazione dei suoi sentimenti e delle suevolizioni ci dànno la misura della trasformazione delsuo corpo astrale in Sè spirituale; le sue esperienze re-ligiose, e varie altre sue prove e vicende, s’imprimononel suo corpo eterico, e trasformano questo in spiritovitale. Nell’andamento ordinario della vita ciò avvienepiù o meno incoscientemente: la cosidetta Iniziazionedell’uomo si ha quando invece, per mezzo della scien-za occulta, vengono forniti all’uomo i mezzi per pren-dere nelle proprie mani in piena coscienza l’elabora-zione del Sè spirituale e dello spirito vitale. Di talimezzi parleremo in un capitolo successivo. Per il mo-mento si tratta solo di mostrare che nell’uomo, oltreall’anima e al corpo, è attivo anche lo spirito. In ap-presso si mostrerà pure che questo spirito appartiene aciò che è eterno nell’uomo, a differenza del suo corpoperituro.

Col lavoro sul corpo astrale e sul corpo eterico nonè però esaurita l’attività dell’Io. Essa si estende ancheal corpo fisico. Un segno dell’influenza dell’Io sulcorpo fisico si può vedere quando certe esperienzeprovocano, p. es., i fenomeni dell’arrossire odell’impallidire. Qui invero l’Io è la cagione di unprocesso nel corpo fisico. Quando, per l’attivitàdell’Io, si verificano nell’uomo dei cambiamenti neiriguardi della sua influenza sul corpo fisico, l’Io è ve-

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l’Io umano, mentre quando si estrinsecano come spiri-to vitale esse sono impregnate dall’attività dell’Io.

Lo sviluppo intellettuale dell’uomo, la purificazio-ne e la nobilitazione dei suoi sentimenti e delle suevolizioni ci dànno la misura della trasformazione delsuo corpo astrale in Sè spirituale; le sue esperienze re-ligiose, e varie altre sue prove e vicende, s’imprimononel suo corpo eterico, e trasformano questo in spiritovitale. Nell’andamento ordinario della vita ciò avvienepiù o meno incoscientemente: la cosidetta Iniziazionedell’uomo si ha quando invece, per mezzo della scien-za occulta, vengono forniti all’uomo i mezzi per pren-dere nelle proprie mani in piena coscienza l’elabora-zione del Sè spirituale e dello spirito vitale. Di talimezzi parleremo in un capitolo successivo. Per il mo-mento si tratta solo di mostrare che nell’uomo, oltreall’anima e al corpo, è attivo anche lo spirito. In ap-presso si mostrerà pure che questo spirito appartiene aciò che è eterno nell’uomo, a differenza del suo corpoperituro.

Col lavoro sul corpo astrale e sul corpo eterico nonè però esaurita l’attività dell’Io. Essa si estende ancheal corpo fisico. Un segno dell’influenza dell’Io sulcorpo fisico si può vedere quando certe esperienzeprovocano, p. es., i fenomeni dell’arrossire odell’impallidire. Qui invero l’Io è la cagione di unprocesso nel corpo fisico. Quando, per l’attivitàdell’Io, si verificano nell’uomo dei cambiamenti neiriguardi della sua influenza sul corpo fisico, l’Io è ve-

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ramente unito con le forze nascoste di questo corpo fi-sico, cioè con le stesse forze che producono i suoi pro-cessi fisici. In scienza occulta si dice allora che duran-te tale attività l’Io lavora sul corpo fisico. L’espressio-ne non deve essere fraintesa. Non si deve pensare adun lavoro rozzamente materiale. Ciò che nel corpo fi-sico apparisce rozzamente materiale è solo la sua par-te manifesta. Dietro questa parte manifesta stanno lesue forze nascoste, che sono di natura spirituale. Quinon parliamo quindi di un lavoro sulla parte materialeapparente del corpo fisico, ma di un lavoro spiritualesulle forze invisibili che ne procurano la formazione ela disgregazione. Nella vita ordinaria l’uomo non puòarrivare che a una coscienza assai poco chiara di que-sto lavoro dell’Io sul corpo fisico. La chiarezza divie-ne però piena quando l’uomo sotto l’influenza dellascienza occulta prende tale lavoro coscientemente nel-le proprie mani. Allora risulta evidente che nell’uomovi è ancora un terzo elemento spirituale. È quello chela scienza occulta chiama l’Uomo Spirito in opposi-zione all’uomo fisico (nella sapienza orientale l’UomoSpirito si chiama «Attua»).

Anche riguardo all’Uomo Spirito si può facilmenteesser tratti in errore. Nel corpo fisico vediamo l’ele-mento più basso dell’uomo e quindi possiamo difficil-mente rappresentarci che il lavoro su questo corpo fi-sico debba essere compiuto dall’elemento più altodell’uomo. Ma, appunto perchè il corpo fisico nascon-de sotto tre veli lo spirito che in lui è attivo, appartie-

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ramente unito con le forze nascoste di questo corpo fi-sico, cioè con le stesse forze che producono i suoi pro-cessi fisici. In scienza occulta si dice allora che duran-te tale attività l’Io lavora sul corpo fisico. L’espressio-ne non deve essere fraintesa. Non si deve pensare adun lavoro rozzamente materiale. Ciò che nel corpo fi-sico apparisce rozzamente materiale è solo la sua par-te manifesta. Dietro questa parte manifesta stanno lesue forze nascoste, che sono di natura spirituale. Quinon parliamo quindi di un lavoro sulla parte materialeapparente del corpo fisico, ma di un lavoro spiritualesulle forze invisibili che ne procurano la formazione ela disgregazione. Nella vita ordinaria l’uomo non puòarrivare che a una coscienza assai poco chiara di que-sto lavoro dell’Io sul corpo fisico. La chiarezza divie-ne però piena quando l’uomo sotto l’influenza dellascienza occulta prende tale lavoro coscientemente nel-le proprie mani. Allora risulta evidente che nell’uomovi è ancora un terzo elemento spirituale. È quello chela scienza occulta chiama l’Uomo Spirito in opposi-zione all’uomo fisico (nella sapienza orientale l’UomoSpirito si chiama «Attua»).

Anche riguardo all’Uomo Spirito si può facilmenteesser tratti in errore. Nel corpo fisico vediamo l’ele-mento più basso dell’uomo e quindi possiamo difficil-mente rappresentarci che il lavoro su questo corpo fi-sico debba essere compiuto dall’elemento più altodell’uomo. Ma, appunto perchè il corpo fisico nascon-de sotto tre veli lo spirito che in lui è attivo, appartie-

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ne al più alto genere di lavoro umano di unire l’Io conciò che è il suo spirito nascosto.

L’uomo dunque si presenta per la scienza occultacome un ente composto di diversi elementi. Sono dicarattere corporeo il corpo fisico, il corpo eterico e ilcorpo astrale. Sono animici: l’anima senziente, l’ani-ma razionale e l’anima cosciente. Nell’anima diffondela sua luce l’Io. E sono spirituali: il Sè spirituale, loSpirito vitale e l’Uomo Spirito. Come fu detto, l’ani-ma senziente e il corpo astrale sono strettamente unitie in un certo modo formano una cosa sola, come inmodo analogo l’anima cosciente e il Sè spirituale. Chènell’anima cosciente risplende lo spirito e da essa egliillumina gli altri elementi costitutivi della natura uma-na. Con riguardo a ciò la scienza occulta raggruppaanche in altro modo gli elementi costitutivi dell’uomo.Si riuniscono in un solo elemento il corpo astrale el’anima senziente; altrettanto si fa dell’anima coscien-te e del Sè spirituale, e l’anima razionale che partecipadella natura dell’Io e in un certo senso è già «l’Io»,non ancora cosciente della sua essenza spirituale, sichiama senz’altro «l’Io». Si arriva così a sette partidell’uomo:

I. – Corpo fisico2. – Corpo eterico o corpo vitale3. – Corpo astrale4. – Io5. – Personalità (Sè) spirituale6. – Spirito vitale

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ne al più alto genere di lavoro umano di unire l’Io conciò che è il suo spirito nascosto.

L’uomo dunque si presenta per la scienza occultacome un ente composto di diversi elementi. Sono dicarattere corporeo il corpo fisico, il corpo eterico e ilcorpo astrale. Sono animici: l’anima senziente, l’ani-ma razionale e l’anima cosciente. Nell’anima diffondela sua luce l’Io. E sono spirituali: il Sè spirituale, loSpirito vitale e l’Uomo Spirito. Come fu detto, l’ani-ma senziente e il corpo astrale sono strettamente unitie in un certo modo formano una cosa sola, come inmodo analogo l’anima cosciente e il Sè spirituale. Chènell’anima cosciente risplende lo spirito e da essa egliillumina gli altri elementi costitutivi della natura uma-na. Con riguardo a ciò la scienza occulta raggruppaanche in altro modo gli elementi costitutivi dell’uomo.Si riuniscono in un solo elemento il corpo astrale el’anima senziente; altrettanto si fa dell’anima coscien-te e del Sè spirituale, e l’anima razionale che partecipadella natura dell’Io e in un certo senso è già «l’Io»,non ancora cosciente della sua essenza spirituale, sichiama senz’altro «l’Io». Si arriva così a sette partidell’uomo:

I. – Corpo fisico2. – Corpo eterico o corpo vitale3. – Corpo astrale4. – Io5. – Personalità (Sè) spirituale6. – Spirito vitale

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7. – Uomo-Spirito.Anche l’uomo abituato alle rappresentazioni mate-

rialistiche non troverà in questa settemplice organizza-zione un preconcetto di «oscura magia», come spessovien detto, qualora si attenga strettamente al sensodelle spiegazioni precedenti e non metta egli stesso apriori l’idea del «magico» nella cosa. La scienza oc-culta parla di questi «sette» elementi dell’uomo allostesso modo (dal punto di vista però di una forma su-periore di osservazione del mondo) in cui si parla deisette colori che formano la luce bianca o delle settenote che formano la scala (considerata l’ottava comela ripetizione del suono fondamentale). Come la luceapparisce in sette colori e il suono in sette note, così lanatura umana unitaria apparisce nei sette elementimenzionati. Al numero sette non è legato niente di più«superstizioso», in scienza occulta, di quel che vi sialegato in ottica o in acustica. In una occasione in cuiqueste cose venivano esposte verbalmente, fu osserva-to che non era giusto parlare del numero sette a propo-sito dei colori, in quanto al di là del «rosso» e del«violetto» vi sono altri colori che l’occhio non perce-pisce. Invece il paragone coi colori calza anche in ciò,perchè al di là del corpo fisico da una parte edell’Uomo-Spirito dall’altra continua anche l’enteuomo; ma queste continuazioni sono «spiritualmenteinvisibili» pei mezzi di osservazione spirituale chefornisce inizialmente la scienza occulta, come perl’occhio fisico sono invisibili i colori al di là del rosso

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7. – Uomo-Spirito.Anche l’uomo abituato alle rappresentazioni mate-

rialistiche non troverà in questa settemplice organizza-zione un preconcetto di «oscura magia», come spessovien detto, qualora si attenga strettamente al sensodelle spiegazioni precedenti e non metta egli stesso apriori l’idea del «magico» nella cosa. La scienza oc-culta parla di questi «sette» elementi dell’uomo allostesso modo (dal punto di vista però di una forma su-periore di osservazione del mondo) in cui si parla deisette colori che formano la luce bianca o delle settenote che formano la scala (considerata l’ottava comela ripetizione del suono fondamentale). Come la luceapparisce in sette colori e il suono in sette note, così lanatura umana unitaria apparisce nei sette elementimenzionati. Al numero sette non è legato niente di più«superstizioso», in scienza occulta, di quel che vi sialegato in ottica o in acustica. In una occasione in cuiqueste cose venivano esposte verbalmente, fu osserva-to che non era giusto parlare del numero sette a propo-sito dei colori, in quanto al di là del «rosso» e del«violetto» vi sono altri colori che l’occhio non perce-pisce. Invece il paragone coi colori calza anche in ciò,perchè al di là del corpo fisico da una parte edell’Uomo-Spirito dall’altra continua anche l’enteuomo; ma queste continuazioni sono «spiritualmenteinvisibili» pei mezzi di osservazione spirituale chefornisce inizialmente la scienza occulta, come perl’occhio fisico sono invisibili i colori al di là del rosso

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e del violetto. Bisognava fare questa osservazione per-chè spesso si sente dire che la scienza occulta non tienconto esatto del pensiero scientifico, ma fa al riguardodel dilettantismo. Chi guarda in fondo al preciso signi-ficato di ciò che dice la scienza occulta troverà in ve-rità ch’essa non è mai in contraddizione con la scienzanaturale seria, nè quando cita fatti naturali a scopo il-lustrativo, nè quando le sue affermazioni entrano di-rettamente nel campo della scienza naturale.

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e del violetto. Bisognava fare questa osservazione per-chè spesso si sente dire che la scienza occulta non tienconto esatto del pensiero scientifico, ma fa al riguardodel dilettantismo. Chi guarda in fondo al preciso signi-ficato di ciò che dice la scienza occulta troverà in ve-rità ch’essa non è mai in contraddizione con la scienzanaturale seria, nè quando cita fatti naturali a scopo il-lustrativo, nè quando le sue affermazioni entrano di-rettamente nel campo della scienza naturale.

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IIISONNO E MORTE

Non si può penetrate la natura della «coscienza diveglia» senza studiare lo stato in cui vive l’uomo du-rante il sonno; e così non si può affrontare l’enigmadella vita senza studiare la morte. In un uomo, chenon senta in alcun modo il significato della scienzaocculta, può nascere una certa diffidenza verso di que-sta, anzitutto per la sua maniera di considerare il son-no e la morte. La scienza occulta può apprezzare i mo-tivi che fanno sorgere tale diffidenza. Infatti non è in-concepibile che qualcuno dica che l’uomo esiste per lavita attiva e produttiva, che dal dedicarsi ad essa di-pende l’utilità sua, che lo sprofondarsi nella medita-zione di stati quali il sonno e la morte può sorgeresolo dall’inclinazione a oziosi trasognamenti, e nonpuò condurre ad altro che a vuote fantasticherie. Il re-spingere simili fantasticherie può quindi facilmenteconsiderarsi come indice di mente sana, e l’abbando-narsi a quegli oziosi trasognamenti come una morbo-sità, propria di persone cui fa difetto la forza e la gioiadi vivere, e incapaci di vera attività produttiva. Siavrebbe torto a scartare senz’altro come ingiusto que-sto giudizio. Chè esso ha in sè una certa parte di veri-

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IIISONNO E MORTE

Non si può penetrate la natura della «coscienza diveglia» senza studiare lo stato in cui vive l’uomo du-rante il sonno; e così non si può affrontare l’enigmadella vita senza studiare la morte. In un uomo, chenon senta in alcun modo il significato della scienzaocculta, può nascere una certa diffidenza verso di que-sta, anzitutto per la sua maniera di considerare il son-no e la morte. La scienza occulta può apprezzare i mo-tivi che fanno sorgere tale diffidenza. Infatti non è in-concepibile che qualcuno dica che l’uomo esiste per lavita attiva e produttiva, che dal dedicarsi ad essa di-pende l’utilità sua, che lo sprofondarsi nella medita-zione di stati quali il sonno e la morte può sorgeresolo dall’inclinazione a oziosi trasognamenti, e nonpuò condurre ad altro che a vuote fantasticherie. Il re-spingere simili fantasticherie può quindi facilmenteconsiderarsi come indice di mente sana, e l’abbando-narsi a quegli oziosi trasognamenti come una morbo-sità, propria di persone cui fa difetto la forza e la gioiadi vivere, e incapaci di vera attività produttiva. Siavrebbe torto a scartare senz’altro come ingiusto que-sto giudizio. Chè esso ha in sè una certa parte di veri-

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tà, un quarto di verità; ma questa deve essere comple-tata dagli altri tre quarti che le appartengono. Chi vedechiaramente questo primo quarto giusto, e non sospet-ta neppure l’esistenza degli altri tre, diverrebbe a ra-gione diffidente, ove noi lo si volesse mettere in di-scussione. Bisogna invero ammettere incondizionata-mente, che lo studio di ciò che si nasconde sotto ilsonno e sotto la morte è cosa morbosa, se conduce adun indebolimento, ad un allontanamento dalla veravita. E bisogna altresì ammettere che ciò che in passa-to è andato per il mondo come scienza occulta, e ciòche anche oggi va in giro sotto tale nome, ha moltevolte un’impronta malsana e ostile alla vita. Ma nientemai di malsano scaturisce dalla vera scienza occulta.Anzi la verità è piuttosto questa: come l’uomo nonpuò esser sempre desto, così nelle esigenze reali dellavita, presa in tutta la sua estensione, egli non può farea meno di ciò che gli fornisce la scienza occulta. Lavita continua nel sonno, e le forze che lavorano ocreano durante la veglia prendono vigore e ristoro daciò che il sonno dà loro. Altrettanto avviene di ciò chel’uomo può osservare nel mondo manifesto. I confinidel mondo sono più vasti del campo di questa osserva-zione, e quel che l’uomo riconosce nel visibile deveessere completato e fecondato, per mezzo di quel cheegli può apprendere circa i mondi invisibili. Un uomo,che non rinnovi continuamente col sonno il vigoredelle forze esaurite, giunge alla distruzione della pro-pria vita; parimenti una considerazione del mondo,

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tà, un quarto di verità; ma questa deve essere comple-tata dagli altri tre quarti che le appartengono. Chi vedechiaramente questo primo quarto giusto, e non sospet-ta neppure l’esistenza degli altri tre, diverrebbe a ra-gione diffidente, ove noi lo si volesse mettere in di-scussione. Bisogna invero ammettere incondizionata-mente, che lo studio di ciò che si nasconde sotto ilsonno e sotto la morte è cosa morbosa, se conduce adun indebolimento, ad un allontanamento dalla veravita. E bisogna altresì ammettere che ciò che in passa-to è andato per il mondo come scienza occulta, e ciòche anche oggi va in giro sotto tale nome, ha moltevolte un’impronta malsana e ostile alla vita. Ma nientemai di malsano scaturisce dalla vera scienza occulta.Anzi la verità è piuttosto questa: come l’uomo nonpuò esser sempre desto, così nelle esigenze reali dellavita, presa in tutta la sua estensione, egli non può farea meno di ciò che gli fornisce la scienza occulta. Lavita continua nel sonno, e le forze che lavorano ocreano durante la veglia prendono vigore e ristoro daciò che il sonno dà loro. Altrettanto avviene di ciò chel’uomo può osservare nel mondo manifesto. I confinidel mondo sono più vasti del campo di questa osserva-zione, e quel che l’uomo riconosce nel visibile deveessere completato e fecondato, per mezzo di quel cheegli può apprendere circa i mondi invisibili. Un uomo,che non rinnovi continuamente col sonno il vigoredelle forze esaurite, giunge alla distruzione della pro-pria vita; parimenti una considerazione del mondo,

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che non sia fecondata dal riconoscimento dell’invisi-bile, conduce alla desolazione. Similmente è della«morte»: gli esseri viventi soggiacciono alla morteperchè possa sorgere nuova vita. È la scienza occultache diffonde chiara luce sulle belle parole di Goethe:«La natura ha inventato la morte per aver molta vita».Come non vi sarebbe vita, nel senso ordinario, senzala morte, così non vi può essere una reale conoscenzadel mondo visibile senza che lo sguardo penetrinell’invisibile. Ogni conoscenza del visibile deve con-tinuamente rituffarsi nell’invisibile per potersi svilup-pare. – È quindi evidente che soltanto la scienza oc-culta rende possibile la vita della scienza manifesta;non indebolisce mai la vita, se si presenta nella suavera figura; anzi la rinforza, e continuamente la rinno-vella e la risana allorchè, lasciata a sè stessa, è divenu-ta fiacca e malata.

Quando l’uomo cade nel sonno, la connessione fra isuoi elementi costitutivi, quale è stata descritta antece-dentemente in questo libro, cambia. Ciò chedell’uomo dormiente sta sul giaciglio contiene il cor-po fisico e il corpo eterico, ma non il corpo astrale, nèl’Io. Appunto perchè nel sonno il corpo eterico rimaneconnesso col corpo fisico, le attività vitali continuano;chè il momento in cui il corpo fisico fosse lasciato asè stesso dovrebbe necessariamente andare in sfacelo.Quel che nel sonno è spento sono le rappresentazioni,il dolore e il piacere, la gioia e la pena; è la facoltà diestrinsecare una volontà cosciente e facoltà simili

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che non sia fecondata dal riconoscimento dell’invisi-bile, conduce alla desolazione. Similmente è della«morte»: gli esseri viventi soggiacciono alla morteperchè possa sorgere nuova vita. È la scienza occultache diffonde chiara luce sulle belle parole di Goethe:«La natura ha inventato la morte per aver molta vita».Come non vi sarebbe vita, nel senso ordinario, senzala morte, così non vi può essere una reale conoscenzadel mondo visibile senza che lo sguardo penetrinell’invisibile. Ogni conoscenza del visibile deve con-tinuamente rituffarsi nell’invisibile per potersi svilup-pare. – È quindi evidente che soltanto la scienza oc-culta rende possibile la vita della scienza manifesta;non indebolisce mai la vita, se si presenta nella suavera figura; anzi la rinforza, e continuamente la rinno-vella e la risana allorchè, lasciata a sè stessa, è divenu-ta fiacca e malata.

Quando l’uomo cade nel sonno, la connessione fra isuoi elementi costitutivi, quale è stata descritta antece-dentemente in questo libro, cambia. Ciò chedell’uomo dormiente sta sul giaciglio contiene il cor-po fisico e il corpo eterico, ma non il corpo astrale, nèl’Io. Appunto perchè nel sonno il corpo eterico rimaneconnesso col corpo fisico, le attività vitali continuano;chè il momento in cui il corpo fisico fosse lasciato asè stesso dovrebbe necessariamente andare in sfacelo.Quel che nel sonno è spento sono le rappresentazioni,il dolore e il piacere, la gioia e la pena; è la facoltà diestrinsecare una volontà cosciente e facoltà simili

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dell’esistenza. Ma di tutto ciò è veicolo il corpo astra-le. Naturalmente, chi giudichi senza preconcetti nonpuò neppure prendere in considerazione l’idea, chenel sonno il corpo astrale – con ogni piacere e ognidolore, con tutto il mondo del pensiero e della volontà– sia annientato. Esiste in fatti tuttora, ma in un altrostato. Affinchè l’Io umano e il corpo astrale non solosiano riempiti di piacere e dolore e di quanto è statosopra accennato, ma ne abbiano anche una percezionecosciente, è necessario che il corpo astrale sia con-giunto col corpo fisico e col corpo eterico. Nella ve-glia lo è, nel sonno non lo è; si è ritirato da essi. Haassunto una forma d’esistenza diversa da quella chepossiede quando è congiunto col corpo fisico e il cor-po eterico, ed è compito della scienza occulta di con-siderare quest’altra forma d’esistenza del corpo astra-le. Durante il sonno il corpo astrale sparisce perl’osservazione nel mondo esterno; ed è la scienza oc-culta che deve seguire la vita ch’esso vive fino aquando, al risveglio, riprende possesso del corpo fisi-co e del corpo eterico. Come in tutti quei casi in cui sitratta della conoscenza di cose e processi occulti delmondo, così pure per la scoperta dei fatti reali dellostato di sonno, nel loro vero aspetto, è necessarial’osservazione chiaroveggente; ma ciò che si può sco-prir per tal via, una volta che sia reso noto, riescesenz’altro comprensibile ad una mente veramente sen-za preconcetti. Chè i processi del mondo occulto si ri-velano coi loro effetti in quello manifesto. Quando si

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dell’esistenza. Ma di tutto ciò è veicolo il corpo astra-le. Naturalmente, chi giudichi senza preconcetti nonpuò neppure prendere in considerazione l’idea, chenel sonno il corpo astrale – con ogni piacere e ognidolore, con tutto il mondo del pensiero e della volontà– sia annientato. Esiste in fatti tuttora, ma in un altrostato. Affinchè l’Io umano e il corpo astrale non solosiano riempiti di piacere e dolore e di quanto è statosopra accennato, ma ne abbiano anche una percezionecosciente, è necessario che il corpo astrale sia con-giunto col corpo fisico e col corpo eterico. Nella ve-glia lo è, nel sonno non lo è; si è ritirato da essi. Haassunto una forma d’esistenza diversa da quella chepossiede quando è congiunto col corpo fisico e il cor-po eterico, ed è compito della scienza occulta di con-siderare quest’altra forma d’esistenza del corpo astra-le. Durante il sonno il corpo astrale sparisce perl’osservazione nel mondo esterno; ed è la scienza oc-culta che deve seguire la vita ch’esso vive fino aquando, al risveglio, riprende possesso del corpo fisi-co e del corpo eterico. Come in tutti quei casi in cui sitratta della conoscenza di cose e processi occulti delmondo, così pure per la scoperta dei fatti reali dellostato di sonno, nel loro vero aspetto, è necessarial’osservazione chiaroveggente; ma ciò che si può sco-prir per tal via, una volta che sia reso noto, riescesenz’altro comprensibile ad una mente veramente sen-za preconcetti. Chè i processi del mondo occulto si ri-velano coi loro effetti in quello manifesto. Quando si

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riconosca che i risultati dell’indagine chiaroveggenterendono comprensibili i processi visibili, in questaconferma che fornisce la vita si ha tutta la dimostra-zione che è lecito richiedere per simili cose. Chi nonvuole usare dei mezzi che appresso indicheremo pergiungere all’osservazione chiaroveggente può farl’esperimento seguente. Può cominciare con l’ammet-tere come validi i dati del chiaroveggente e indi appli-carli alle cose manifeste nel campo della sua esperien-za. Egli troverà allora che la vita diviene per tal mezzochiara e comprensibile; e tanto più si convincerà diciò, quanto più esattamente e più a fondo osserverà lavita ordinaria.

Anche se nel sonno il corpo astrale non ha rappre-sentazioni, anche se non prova piacere e dolore, essonon rimane inattivo; anzi proprio in tale stato è obbli-gato ad un’attività intensa. È infatti quello che ridà ga-gliardia e freschezza alle forze dell’uomo esauste dal-la veglia. Fino a tanto che il corpo astrale è congiuntocol corpo fisico e con l’eterico, entra in rapporto colmondo esterno attraverso questi due. Essi gli apporta-no le percezioni e le rappresentazioni; attraverso leimpressioni che essi ricevono dal mondo circostante,l’astrale prova gioia e dolore. – Al corpo fisico puòessere mantenuta la forma e la struttura adattaall’uomo solo per mezzo del corpo eterico; ma questaforma umana del corpo fisico può essere solo mante-nuta per mezzo di un corpo eterico che a sua volta ri-ceve le opportune forze dal corpo astrale. Il corpo ete-

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riconosca che i risultati dell’indagine chiaroveggenterendono comprensibili i processi visibili, in questaconferma che fornisce la vita si ha tutta la dimostra-zione che è lecito richiedere per simili cose. Chi nonvuole usare dei mezzi che appresso indicheremo pergiungere all’osservazione chiaroveggente può farl’esperimento seguente. Può cominciare con l’ammet-tere come validi i dati del chiaroveggente e indi appli-carli alle cose manifeste nel campo della sua esperien-za. Egli troverà allora che la vita diviene per tal mezzochiara e comprensibile; e tanto più si convincerà diciò, quanto più esattamente e più a fondo osserverà lavita ordinaria.

Anche se nel sonno il corpo astrale non ha rappre-sentazioni, anche se non prova piacere e dolore, essonon rimane inattivo; anzi proprio in tale stato è obbli-gato ad un’attività intensa. È infatti quello che ridà ga-gliardia e freschezza alle forze dell’uomo esauste dal-la veglia. Fino a tanto che il corpo astrale è congiuntocol corpo fisico e con l’eterico, entra in rapporto colmondo esterno attraverso questi due. Essi gli apporta-no le percezioni e le rappresentazioni; attraverso leimpressioni che essi ricevono dal mondo circostante,l’astrale prova gioia e dolore. – Al corpo fisico puòessere mantenuta la forma e la struttura adattaall’uomo solo per mezzo del corpo eterico; ma questaforma umana del corpo fisico può essere solo mante-nuta per mezzo di un corpo eterico che a sua volta ri-ceve le opportune forze dal corpo astrale. Il corpo ete-

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rico è il costruttore, l’architetto del corpo fisico; mapuò costruire convenientemente solo se ricevel’impulso, circa il modo in cui deve costruire, dal cor-po astrale. In questo sono i modelli secondo cui il cor-po eterico dà forma al corpo fisico. Durante la vegliail corpo astrale non contiene però questi modelli, o al-meno li contiene solo fino a un certo punto. Chè du-rante la veglia l’anima pone al loro posto le sue pro-prie imagini. Quando l’uomo rivolge i sensi al mondoche lo circonda, forma nella sua mente, attraverso lapercezione, delle imagini che ritraggono il mondo cir-costante stesso. Esse riescono di disturbo a quei mo-delli, i quali stimolano il corpo eterico alla conserva-zione del corpo fisico. Soltanto quando l’uomo potes-se, per propria attività, fornire al suo corpo astraleimagini capaci di dare il dovuto stimolo al corpo eteri-co, solo allora quel disturbo non avrebbe luogo. Tutta-via nell’esistenza umana tale disturbo ha una parte im-portante, e fa sì, che durante la veglia i modelli per ilcorpo eterico non agiscano con tutta la loro forza.Questo fatto si rivela nella stanchezza. Nel sonno nes-suna impressione esterna disturba la forza del corpoastrale, ed esso può allora eliminare la stanchezza. Illavoro del corpo astrale durante il sonno consiste ap-punto nello spazzar via la stanchezza, nè può compie-re tale lavoro se non abbandonando il corpo fisico e ilcorpo eterico. Durante la veglia, il corpo astrale lavoranell’interno del corpo fisico; durante il sonno lavorasu di esso dal di fuori.

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rico è il costruttore, l’architetto del corpo fisico; mapuò costruire convenientemente solo se ricevel’impulso, circa il modo in cui deve costruire, dal cor-po astrale. In questo sono i modelli secondo cui il cor-po eterico dà forma al corpo fisico. Durante la vegliail corpo astrale non contiene però questi modelli, o al-meno li contiene solo fino a un certo punto. Chè du-rante la veglia l’anima pone al loro posto le sue pro-prie imagini. Quando l’uomo rivolge i sensi al mondoche lo circonda, forma nella sua mente, attraverso lapercezione, delle imagini che ritraggono il mondo cir-costante stesso. Esse riescono di disturbo a quei mo-delli, i quali stimolano il corpo eterico alla conserva-zione del corpo fisico. Soltanto quando l’uomo potes-se, per propria attività, fornire al suo corpo astraleimagini capaci di dare il dovuto stimolo al corpo eteri-co, solo allora quel disturbo non avrebbe luogo. Tutta-via nell’esistenza umana tale disturbo ha una parte im-portante, e fa sì, che durante la veglia i modelli per ilcorpo eterico non agiscano con tutta la loro forza.Questo fatto si rivela nella stanchezza. Nel sonno nes-suna impressione esterna disturba la forza del corpoastrale, ed esso può allora eliminare la stanchezza. Illavoro del corpo astrale durante il sonno consiste ap-punto nello spazzar via la stanchezza, nè può compie-re tale lavoro se non abbandonando il corpo fisico e ilcorpo eterico. Durante la veglia, il corpo astrale lavoranell’interno del corpo fisico; durante il sonno lavorasu di esso dal di fuori.

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Come, ad esempio, il corpo fisico ha bisogno delmondo esterno, che è della sua stessa natura, per laprovvista degli alimenti, così qualche cosa di simileavviene anche per il corpo astrale. Si pensi un corpofisico umano allontanato dal mondo che lo circonda.Dovrebbe andare in rovina. Ciò mostra che senzal’intiero ambiente fisico quel corpo sarebbe un’impos-sibilità. Effettivamente la Terra deve proprio esseretutta così come è, se su di essa, debbono esistere deicorpi fisici umani. In verità questo intiero corpo uma-no è solo una parte della Terra, anzi, in un senso piùlato, dell’universo fisico. Da questo punto di vista sipuò paragonare, ad esempio, al dito di una mano ri-spetto all’intiero corpo umano. Se si separa il dito dal-la mano, non è più un dito: marcisce. Altrettanto av-verrebbe del corpo umano, se venisse separato da quelcorpo di cui è membro, da quelle condizioni di vitache la Terra gli offre. Se venisse sollevato di un nume-ro sufficiente di chilometri al di sopra della superficiedella Terra, esso morirebbe, come accade del dito,quando si amputa dalla mano. Se l’uomo si accorgemeno di questo rapporto fra il suo corpo fisico e laTerra che non di quello fra un dito e un corpo, ciò pro-viene semplicemente dalla circostanza, che il dito nonpuò andare in giro pel corpo come può far l’uomo sul-la Terra, e che quindi nel primo caso la dipendenzasalta maggiormente agli occhi.

Orbene, come il corpo fisico fa parte del mondo fi-sico, così appartiene il corpo astrale al suo proprio

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Come, ad esempio, il corpo fisico ha bisogno delmondo esterno, che è della sua stessa natura, per laprovvista degli alimenti, così qualche cosa di simileavviene anche per il corpo astrale. Si pensi un corpofisico umano allontanato dal mondo che lo circonda.Dovrebbe andare in rovina. Ciò mostra che senzal’intiero ambiente fisico quel corpo sarebbe un’impos-sibilità. Effettivamente la Terra deve proprio esseretutta così come è, se su di essa, debbono esistere deicorpi fisici umani. In verità questo intiero corpo uma-no è solo una parte della Terra, anzi, in un senso piùlato, dell’universo fisico. Da questo punto di vista sipuò paragonare, ad esempio, al dito di una mano ri-spetto all’intiero corpo umano. Se si separa il dito dal-la mano, non è più un dito: marcisce. Altrettanto av-verrebbe del corpo umano, se venisse separato da quelcorpo di cui è membro, da quelle condizioni di vitache la Terra gli offre. Se venisse sollevato di un nume-ro sufficiente di chilometri al di sopra della superficiedella Terra, esso morirebbe, come accade del dito,quando si amputa dalla mano. Se l’uomo si accorgemeno di questo rapporto fra il suo corpo fisico e laTerra che non di quello fra un dito e un corpo, ciò pro-viene semplicemente dalla circostanza, che il dito nonpuò andare in giro pel corpo come può far l’uomo sul-la Terra, e che quindi nel primo caso la dipendenzasalta maggiormente agli occhi.

Orbene, come il corpo fisico fa parte del mondo fi-sico, così appartiene il corpo astrale al suo proprio

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mondo. La vita di veglia lo strappa però via da questosuo mondo. Si può dare un’idea di quel che avvienecon una similitudine. Imaginiamo d’aver un vasod’acqua. Una goccia non è niente di separato in sè en-tro l’intiera massa d’acqua. Ma prendiamo una piccolaspugna e succhiamo con essa una goccia fuoridell’intiera massa d’acqua. Qualche cosa di simile av-viene del corpo astrale umano al risveglio. Durante ilsonno esso sta in un mondo della sua natura stessa; neforma parte in certo modo. Al risveglio il corpo fisicoe il corpo eterico lo assorbono e s’impregnano di lui.Essi contengono gli organi per mezzo dei quali il cor-po astrale percepisce il mondo esterno. Ma, per giun-gere a questa percezione, il corpo astrale deve distac-carsi dal suo proprio mondo, e tuttavia i modelli di cuiabbisogna per il corpo eterico può averli soltanto daquel suo proprio mondo. – Come dall’ambiente fisico,pervengono ad esempio gli alimenti al corpo fisico,così durante il sonno pervengono al corpo astrale leimagini del mondo astrale. Effettivamente esso viveallora nell’universo al di fuori del corpo fisico e delcorpo eterico; nello stesso universo che ha partoritol’uomo completo. In questo universo è la fonte delleimmagini per mezzo delle quali l’uomo ottiene la suaforma. Egli è armonicamente incorporato in quell’uni-verso. Durante la veglia egli si allontana daquest’ampia armonia per venire alla percezione ester-na; nel sonno il suo corpo astrale ritorna nell’armoniauniversale. Al risveglio egli ne porta tanta forza ai

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mondo. La vita di veglia lo strappa però via da questosuo mondo. Si può dare un’idea di quel che avvienecon una similitudine. Imaginiamo d’aver un vasod’acqua. Una goccia non è niente di separato in sè en-tro l’intiera massa d’acqua. Ma prendiamo una piccolaspugna e succhiamo con essa una goccia fuoridell’intiera massa d’acqua. Qualche cosa di simile av-viene del corpo astrale umano al risveglio. Durante ilsonno esso sta in un mondo della sua natura stessa; neforma parte in certo modo. Al risveglio il corpo fisicoe il corpo eterico lo assorbono e s’impregnano di lui.Essi contengono gli organi per mezzo dei quali il cor-po astrale percepisce il mondo esterno. Ma, per giun-gere a questa percezione, il corpo astrale deve distac-carsi dal suo proprio mondo, e tuttavia i modelli di cuiabbisogna per il corpo eterico può averli soltanto daquel suo proprio mondo. – Come dall’ambiente fisico,pervengono ad esempio gli alimenti al corpo fisico,così durante il sonno pervengono al corpo astrale leimagini del mondo astrale. Effettivamente esso viveallora nell’universo al di fuori del corpo fisico e delcorpo eterico; nello stesso universo che ha partoritol’uomo completo. In questo universo è la fonte delleimmagini per mezzo delle quali l’uomo ottiene la suaforma. Egli è armonicamente incorporato in quell’uni-verso. Durante la veglia egli si allontana daquest’ampia armonia per venire alla percezione ester-na; nel sonno il suo corpo astrale ritorna nell’armoniauniversale. Al risveglio egli ne porta tanta forza ai

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suoi corpi, che per un certo tempo può di nuovo fare ameno di soggiornare nell’armonia. Durante il sonno ilcorpo astrale ritorna alla patria sua, e al risveglio portacon sè nella vita forze rinnovate. La ricchezza, che ilcorpo astrale porta con sè al risveglio, si palesaall’esterno col ristoro che un sonno sano produce.

Procedendo nella scienza occulta si vedrà come lapatria del corpo astrale sia più vasta di quella che ap-partiene al corpo fisico nel senso più ristrettodell’ambiente fisico. Mentre infatti l’uomo come esse-re fisico è un membro della Terra, il suo corpo astraleappartiene a dei mondi, nei quali accanto alla Terratrovano posto anche altri corpi celesti. Quindi egli en-tra durante il sonno, come già si è detto – e ciò si ve-drà meglio in appresso –, in un mondo di cui fan partealtre stelle oltre la Terra. In riconoscimento del fattoche durante il sonno l’uomo vive in un mondo stellare(in un mondo «astrale») la scienza occulta chiama ap-punto corpo astrale quella parte dell’uomo che ha lapropria patria in tale mondo astrale, e che in ogni pas-saggio allo stato di sonno attinge nuove forze da dettomondo.

Dovrebbe essere superfluo accennare ad un malin-teso che potrebbe facilmente sorgere riguardo a questifatti; ma ai giorni nostri, in cui esistono certi modimaterialistici di vedere le cose, non è del tutto inutile.Nei circoli ove dominano tali modi di vedere si potrànaturalmente considerare che lo studio di cose come,per esempio, la fatica, è scientifico soltanto quando è

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suoi corpi, che per un certo tempo può di nuovo fare ameno di soggiornare nell’armonia. Durante il sonno ilcorpo astrale ritorna alla patria sua, e al risveglio portacon sè nella vita forze rinnovate. La ricchezza, che ilcorpo astrale porta con sè al risveglio, si palesaall’esterno col ristoro che un sonno sano produce.

Procedendo nella scienza occulta si vedrà come lapatria del corpo astrale sia più vasta di quella che ap-partiene al corpo fisico nel senso più ristrettodell’ambiente fisico. Mentre infatti l’uomo come esse-re fisico è un membro della Terra, il suo corpo astraleappartiene a dei mondi, nei quali accanto alla Terratrovano posto anche altri corpi celesti. Quindi egli en-tra durante il sonno, come già si è detto – e ciò si ve-drà meglio in appresso –, in un mondo di cui fan partealtre stelle oltre la Terra. In riconoscimento del fattoche durante il sonno l’uomo vive in un mondo stellare(in un mondo «astrale») la scienza occulta chiama ap-punto corpo astrale quella parte dell’uomo che ha lapropria patria in tale mondo astrale, e che in ogni pas-saggio allo stato di sonno attinge nuove forze da dettomondo.

Dovrebbe essere superfluo accennare ad un malin-teso che potrebbe facilmente sorgere riguardo a questifatti; ma ai giorni nostri, in cui esistono certi modimaterialistici di vedere le cose, non è del tutto inutile.Nei circoli ove dominano tali modi di vedere si potrànaturalmente considerare che lo studio di cose come,per esempio, la fatica, è scientifico soltanto quando è

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fondato su elementi fisici. Se gli scienziati non sonoancora d’accordo sulla causa fisica della stanchezza,una cosa è però certa: la necessità di ammettere certideterminati processi fisici che stanno a base di tale fe-nomeno. Sarebbe però bene riconoscere che la scienzaocculta non è affatto in contraddizione con questo as-serto. Essa ammette tutto quel che si dice in tal sensocosì, come si ammette che per il sorgere fisico di unacasa bisogna porre un mattone sull’altro, e che, quan-do la casa è finita, la sua forma e la sua struttura sispiegano con leggi puramente meccaniche. Ma, per-chè sorga la casa, è necessario il pensiero dell’archi-tetto. E a questo pensiero non si giunge se si investi-gano semplicemente le leggi fisiche. – Come dietro leleggi fisiche che rendono spiegabile la casa stanno ipensieri del suo creatore, così, dietro ciò che la scien-za fisica prospetta in modo perfettamente giusto, stan-no le affermazioni della scienza occulta. Certo questasimilitudine viene affacciata spesso, quando, si trattadi giustificare l’esistenza di una base spirituale delmondo, e può sembrare superficiale. Ma in questi ar-gomenti quel che conta non è di conoscere certi daticoncetti, ma di dar loro l’importanza giusta nella valu-tazione dei fatti. Un ostacolo ci si può presentare nelsoverchio potere che rappresentazioni contrarie eserci-tano sul nostro giudizio, così da impedire il giusto ap-prezzamento dei fatti.

Il sogno costituisce uno stato intermedio fra sonnoe veglia. Ciò che l’esperienza del sogno presenta

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fondato su elementi fisici. Se gli scienziati non sonoancora d’accordo sulla causa fisica della stanchezza,una cosa è però certa: la necessità di ammettere certideterminati processi fisici che stanno a base di tale fe-nomeno. Sarebbe però bene riconoscere che la scienzaocculta non è affatto in contraddizione con questo as-serto. Essa ammette tutto quel che si dice in tal sensocosì, come si ammette che per il sorgere fisico di unacasa bisogna porre un mattone sull’altro, e che, quan-do la casa è finita, la sua forma e la sua struttura sispiegano con leggi puramente meccaniche. Ma, per-chè sorga la casa, è necessario il pensiero dell’archi-tetto. E a questo pensiero non si giunge se si investi-gano semplicemente le leggi fisiche. – Come dietro leleggi fisiche che rendono spiegabile la casa stanno ipensieri del suo creatore, così, dietro ciò che la scien-za fisica prospetta in modo perfettamente giusto, stan-no le affermazioni della scienza occulta. Certo questasimilitudine viene affacciata spesso, quando, si trattadi giustificare l’esistenza di una base spirituale delmondo, e può sembrare superficiale. Ma in questi ar-gomenti quel che conta non è di conoscere certi daticoncetti, ma di dar loro l’importanza giusta nella valu-tazione dei fatti. Un ostacolo ci si può presentare nelsoverchio potere che rappresentazioni contrarie eserci-tano sul nostro giudizio, così da impedire il giusto ap-prezzamento dei fatti.

Il sogno costituisce uno stato intermedio fra sonnoe veglia. Ciò che l’esperienza del sogno presenta

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all’osservazione assennata è un mondo di imaginimolteplici, variopinte e intersecantisi, che pur tuttavianasconde in sè un ordine, una legge. Questo mondopalesa, sulle prime, come un flusso e riflusso in suc-cessione disordinata. Durante la vita del sonno l’uomoè libero dalle leggi della coscienza di veglia, che lo in-catenano alla percezione sensoria e alle norme del suoraziocinio. Eppure il sogno segue misteriose leggi cheattraggono ed affascinano la mente umana, e questa èl’intima ragione per cui quel vago giuoco della fanta-sia, che è base di ogni emozione artistica, vien volen-tieri paragonato al «sognare». Basta ricordare qualchesogno caratteristico per trovare la conferma di questaasserzione. Un uomo sogna, per esempio, che sta di-fendendosi da un cane che gli si avventa contro. Sisveglia e si trova nell’atto di respingere inconsciamen-te da sè parte delle coltri, che coprendo il suo corpo inmodo incomodo, gli diventavano opprimenti. In qualmaniera la vita di sogno trasforma un procedimentopercettibile ai sensi? – Ciò che i sensi percepirebberoallo stato di veglia rimane completamente nell’inco-scienza, però il sogno ne trattiene un elemento essen-ziale, il fatto, cioè, che l’uomo desidera respingere dasè qualche cosa, e intreccia intorno a questo fatto unprocedimento immaginativo. Tali imagini sono comel’eco della vita di veglia. Il loro modo di costituirsi haalcunchè di arbitrario. Ognuno sente che la medesimacausa esteriore potrebbe evocare nel sogno anche altreimagini. Ma nel caso suddetto esse esprimono simbo-

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all’osservazione assennata è un mondo di imaginimolteplici, variopinte e intersecantisi, che pur tuttavianasconde in sè un ordine, una legge. Questo mondopalesa, sulle prime, come un flusso e riflusso in suc-cessione disordinata. Durante la vita del sonno l’uomoè libero dalle leggi della coscienza di veglia, che lo in-catenano alla percezione sensoria e alle norme del suoraziocinio. Eppure il sogno segue misteriose leggi cheattraggono ed affascinano la mente umana, e questa èl’intima ragione per cui quel vago giuoco della fanta-sia, che è base di ogni emozione artistica, vien volen-tieri paragonato al «sognare». Basta ricordare qualchesogno caratteristico per trovare la conferma di questaasserzione. Un uomo sogna, per esempio, che sta di-fendendosi da un cane che gli si avventa contro. Sisveglia e si trova nell’atto di respingere inconsciamen-te da sè parte delle coltri, che coprendo il suo corpo inmodo incomodo, gli diventavano opprimenti. In qualmaniera la vita di sogno trasforma un procedimentopercettibile ai sensi? – Ciò che i sensi percepirebberoallo stato di veglia rimane completamente nell’inco-scienza, però il sogno ne trattiene un elemento essen-ziale, il fatto, cioè, che l’uomo desidera respingere dasè qualche cosa, e intreccia intorno a questo fatto unprocedimento immaginativo. Tali imagini sono comel’eco della vita di veglia. Il loro modo di costituirsi haalcunchè di arbitrario. Ognuno sente che la medesimacausa esteriore potrebbe evocare nel sogno anche altreimagini. Ma nel caso suddetto esse esprimono simbo-

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licamente la sensazione, che l’uomo deve respingerequalche cosa da sè. Il sogno crea imagini; è simboli-sta. I procedimenti interiori possono pure venir tra-sformati in tali simboli di sogno. Un uomo sogna disentire accanto a sè il crepitio di un fuoco, ne vede insogno la fiamma. Si sveglia e si accorge di esser trop-po coperto e di aver caldo. La sensazione di caldo ec-cessivo si esprime simbolicamente in quell’imagine.Si possono attraversare così in sogno esperienzedrammatiche. Qualcuno sogna, p. es., di trovarsisull’orlo di un precipizio, mentre un bambino si avvi-cina di corsa. Il sogno gli fa sperimentare tutte le an-goscie della preoccupazione che il bambino possa es-sere disattento e cadere nell’abisso! Egli lo vede cade-re e sente il tonfo sordo del corpo nel fondo. Si sve-glia e si accorge che un oggetto si è staccato dalla pa-rete e ha prodotto, cadendo, un rumore sordo. La vitadi sogno trasforma questo avvenimento così semplicein un’avventura che si svolge in imagini affannose.Non è necessario per ora fermarsi a considerare comeavvenga in questo caso, che il fatto della cadutadell’oggetto pesante si esplichi in una serie di processisuccessivi, che sembrano svolgersi in un determinatospazio di tempo: basta solo tener presente, come il so-gno trasformi in imagini le percezioni dello stato diveglia.

Si vede dunque che, non appena i sensi pongonofine alla loro azione, si manifesta nell’uomo la facoltàcreatrice. Questa è la medesima forza creativa esisten-

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licamente la sensazione, che l’uomo deve respingerequalche cosa da sè. Il sogno crea imagini; è simboli-sta. I procedimenti interiori possono pure venir tra-sformati in tali simboli di sogno. Un uomo sogna disentire accanto a sè il crepitio di un fuoco, ne vede insogno la fiamma. Si sveglia e si accorge di esser trop-po coperto e di aver caldo. La sensazione di caldo ec-cessivo si esprime simbolicamente in quell’imagine.Si possono attraversare così in sogno esperienzedrammatiche. Qualcuno sogna, p. es., di trovarsisull’orlo di un precipizio, mentre un bambino si avvi-cina di corsa. Il sogno gli fa sperimentare tutte le an-goscie della preoccupazione che il bambino possa es-sere disattento e cadere nell’abisso! Egli lo vede cade-re e sente il tonfo sordo del corpo nel fondo. Si sve-glia e si accorge che un oggetto si è staccato dalla pa-rete e ha prodotto, cadendo, un rumore sordo. La vitadi sogno trasforma questo avvenimento così semplicein un’avventura che si svolge in imagini affannose.Non è necessario per ora fermarsi a considerare comeavvenga in questo caso, che il fatto della cadutadell’oggetto pesante si esplichi in una serie di processisuccessivi, che sembrano svolgersi in un determinatospazio di tempo: basta solo tener presente, come il so-gno trasformi in imagini le percezioni dello stato diveglia.

Si vede dunque che, non appena i sensi pongonofine alla loro azione, si manifesta nell’uomo la facoltàcreatrice. Questa è la medesima forza creativa esisten-

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te anche nel sonno senza sogni, e che ritempra le forzeumane esauste. Perchè il sonno senza sogni possa ve-rificarsi, occorre che il corpo astrale si ritragga dalcorpo eterico e da quello fisico. Durante lo stato di so-gno esso è separato dal corpo fisico in modo, da nonaver più rapporto con gli organi dei sensi; conservaperò un certo rapporto col corpo eterico. Il percepirein forma d’imagini i processi del corpo astrale derivada questa sua unione col corpo eterico. Nel momentoin cui anche questa unione cessa, le imagini sprofon-dano nell’oscurità dell’incoscienza e si giunge al son-no senza sogni. L’elemento arbitrario e spesso scon-clusionato delle imagini del sogno dipende dal fatto,che il corpo astrale, per la sua separazione dagli orga-ni sensori del corpo fisico, non può, in modo giusto,riferire quelle imagini agli oggetti e agli avvenimentidell’ambiente esteriore. Particolarmente conclusiva èa questo riguardo l’osservazione di un sogno, in cuil’Io si sia in certo qual modo scisso: come p. es. allor-chè uno sogna di essere uno scolaro, e di non poter ri-spondere ad una domanda rivoltagli dal maestro, allaquale, pur tuttavia, subito dopo, il maestro stesso ri-sponde. Chi sogna, non potendo adoperare i suoi orga-ni fisici di percezione, non è al caso di riferire i dueprocedimenti a sè stesso come ad un solo e medesimoindividuo. Così, anche per riconoscere sè stesso comeun Io permanente, occorre che l’uomo sia fornito diorgani esterni di percezione. Solo quando l’uomoavesse acquistato la capacità di essere cosciente del

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te anche nel sonno senza sogni, e che ritempra le forzeumane esauste. Perchè il sonno senza sogni possa ve-rificarsi, occorre che il corpo astrale si ritragga dalcorpo eterico e da quello fisico. Durante lo stato di so-gno esso è separato dal corpo fisico in modo, da nonaver più rapporto con gli organi dei sensi; conservaperò un certo rapporto col corpo eterico. Il percepirein forma d’imagini i processi del corpo astrale derivada questa sua unione col corpo eterico. Nel momentoin cui anche questa unione cessa, le imagini sprofon-dano nell’oscurità dell’incoscienza e si giunge al son-no senza sogni. L’elemento arbitrario e spesso scon-clusionato delle imagini del sogno dipende dal fatto,che il corpo astrale, per la sua separazione dagli orga-ni sensori del corpo fisico, non può, in modo giusto,riferire quelle imagini agli oggetti e agli avvenimentidell’ambiente esteriore. Particolarmente conclusiva èa questo riguardo l’osservazione di un sogno, in cuil’Io si sia in certo qual modo scisso: come p. es. allor-chè uno sogna di essere uno scolaro, e di non poter ri-spondere ad una domanda rivoltagli dal maestro, allaquale, pur tuttavia, subito dopo, il maestro stesso ri-sponde. Chi sogna, non potendo adoperare i suoi orga-ni fisici di percezione, non è al caso di riferire i dueprocedimenti a sè stesso come ad un solo e medesimoindividuo. Così, anche per riconoscere sè stesso comeun Io permanente, occorre che l’uomo sia fornito diorgani esterni di percezione. Solo quando l’uomoavesse acquistato la capacità di essere cosciente del

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proprio Io in altro modo, che non per mezzo di tali or-gani di percezione, l’Io permanente gli diverrebbepercettibile anche al di fuori del suo corpo fisico. Lacoscienza chiaroveggente deve fornire questa facoltà,e i mezzi per conseguirla saranno esaminati in partico-lare più oltre, nel corso di questo libro.

La morte stessa ha per sola causa un mutamento nelrapporto degli arti dell’entità umana. Quanto l’osser-vazione chiaroveggente ci palesa in proposito può es-sere confermato dai suoi effetti nel mondo manifesto;anche in questo caso, dunque, chi voglia giudicarespassionatamente troverà confermati nella vita esterio-re gl’insegnamenti della scienza occulta. Però, riguar-do a questi fatti, l’espressione dell’invisibile nel visi-bile è meno evidente, e s’incontrano grandi difficoltàper valutare tutta l’importanza di ciò che i procedi-menti della vita esteriore ci dicono a conferma dellecomunicazioni che ci fa la scienza occulta in questocampo. In questo caso, dunque, meglio che in moltialtri esaminati nel presente libro, si può essere portatia ritenere che si tratti di pura e semplice fantastiche-ria, quando ci si rifiuti di riconoscere che tutto il visi-bile contiene un chiaro indizio dell’invisibile.

Mentre nel sonno il corpo astrale si distacca soltan-to dal corpo fisico e dal corpo eterico, i quali restanonondimeno uniti fra loro, nella morte il distacco av-viene anche fra il corpo fisico e il corpo eterico. Ilcorpo fisico resta abbandonato alle proprie forze, eperciò si disgrega e diventa cadavere. Il corpo eterico

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proprio Io in altro modo, che non per mezzo di tali or-gani di percezione, l’Io permanente gli diverrebbepercettibile anche al di fuori del suo corpo fisico. Lacoscienza chiaroveggente deve fornire questa facoltà,e i mezzi per conseguirla saranno esaminati in partico-lare più oltre, nel corso di questo libro.

La morte stessa ha per sola causa un mutamento nelrapporto degli arti dell’entità umana. Quanto l’osser-vazione chiaroveggente ci palesa in proposito può es-sere confermato dai suoi effetti nel mondo manifesto;anche in questo caso, dunque, chi voglia giudicarespassionatamente troverà confermati nella vita esterio-re gl’insegnamenti della scienza occulta. Però, riguar-do a questi fatti, l’espressione dell’invisibile nel visi-bile è meno evidente, e s’incontrano grandi difficoltàper valutare tutta l’importanza di ciò che i procedi-menti della vita esteriore ci dicono a conferma dellecomunicazioni che ci fa la scienza occulta in questocampo. In questo caso, dunque, meglio che in moltialtri esaminati nel presente libro, si può essere portatia ritenere che si tratti di pura e semplice fantastiche-ria, quando ci si rifiuti di riconoscere che tutto il visi-bile contiene un chiaro indizio dell’invisibile.

Mentre nel sonno il corpo astrale si distacca soltan-to dal corpo fisico e dal corpo eterico, i quali restanonondimeno uniti fra loro, nella morte il distacco av-viene anche fra il corpo fisico e il corpo eterico. Ilcorpo fisico resta abbandonato alle proprie forze, eperciò si disgrega e diventa cadavere. Il corpo eterico

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si trova ormai con la morte in una condizione, in cuinon si era trovato mai durante il periodo fra la nascitae la morte – eccezione fatta per alcune condizionistraordinarie di cui verrà detto in seguito. – Esso sitrova, cioè, unito ora al suo corpo astrale e privo delcorpo fisico; poichè il corpo eterico e il corpo astralenon si separano immediatamente dopo la morte. Essisono tenuti insieme da una forza di cui è facile com-prendere la necessità, poichè senza di essa il corpoeterico non potrebbe affatto sciogliersi dal corpo fisi-co; rimarrebbe collegato a questo, come avviene nelsonno, durante il quale il corpo astrale non è capace distaccare l’uno dall’altro questi due arti dell’entitàumana. Tale forza entra in azione con la morte; liberail corpo eterico dal corpo fisico, per modo che il pri-mo ora resta unito al corpo astrale. L’osservazionechiaroveggente dimostra che questa unione dopo lamorte è diversa nei varii uomini. La durata si misura agiorni. Della durata di questo tempo parleremo breve-mente, a semplice titolo di informazione.

Più tardi il corpo astrale si stacca pure dal corpoeterico, e prosegue la sua via senza di esso. Durantel’unione dei due corpi l’uomo si trova in una condi-zione che gli permette di rendersi conto delle espe-rienze del corpo astrale. Finchè esiste un corpo fisico,il corpo astrale, non appena si distacca nel sonno,deve iniziare il suo lavoro dall’esterno per rinvigoriregli organi stanchi dall’uso. Quando il corpo fisico si èdistaccato tale lavoro cessa. Nondimeno, la forza, che

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si trova ormai con la morte in una condizione, in cuinon si era trovato mai durante il periodo fra la nascitae la morte – eccezione fatta per alcune condizionistraordinarie di cui verrà detto in seguito. – Esso sitrova, cioè, unito ora al suo corpo astrale e privo delcorpo fisico; poichè il corpo eterico e il corpo astralenon si separano immediatamente dopo la morte. Essisono tenuti insieme da una forza di cui è facile com-prendere la necessità, poichè senza di essa il corpoeterico non potrebbe affatto sciogliersi dal corpo fisi-co; rimarrebbe collegato a questo, come avviene nelsonno, durante il quale il corpo astrale non è capace distaccare l’uno dall’altro questi due arti dell’entitàumana. Tale forza entra in azione con la morte; liberail corpo eterico dal corpo fisico, per modo che il pri-mo ora resta unito al corpo astrale. L’osservazionechiaroveggente dimostra che questa unione dopo lamorte è diversa nei varii uomini. La durata si misura agiorni. Della durata di questo tempo parleremo breve-mente, a semplice titolo di informazione.

Più tardi il corpo astrale si stacca pure dal corpoeterico, e prosegue la sua via senza di esso. Durantel’unione dei due corpi l’uomo si trova in una condi-zione che gli permette di rendersi conto delle espe-rienze del corpo astrale. Finchè esiste un corpo fisico,il corpo astrale, non appena si distacca nel sonno,deve iniziare il suo lavoro dall’esterno per rinvigoriregli organi stanchi dall’uso. Quando il corpo fisico si èdistaccato tale lavoro cessa. Nondimeno, la forza, che

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veniva adoperata in quel modo durante il sonno, sussi-ste dopo la morte e può ormai esser rivolta ad altroscopo. Essa serve infatti per rendere percettibili leesperienze proprie del corpo astrale. Durante il perio-do di unione dell’uomo col suo corpo fisico, il mondoesteriore si manifesta alla coscienza per via di imagi-ni; dopo il distacco di questo corpo, ciò che il corpoastrale sperimenta, mentre non è collegato col mondoesterno da nessun organo di senso, diventa percepibi-le. Sulle prime non ha esperienze nuove; la sua unio-ne col corpo eterico gli impedisce di sperimentare al-cunchè di nuovo.

Esso possiede però il ricordo della vita passata. Lapresenza del corpo eterico fa sì che la vita trascorsapossa apparire come un quadro vivido e complessivo.È questa la prima esperienza dell’uomo dopo la mor-te; egli vede la sua vita dalla nascita alla morte disten-derglisi innanzi in una serie di imagini. Durante que-sta vita i ricordi sussistono solo durante lo stato di ve-glia, quando l’uomo è unito al suo corpo solo per queltanto che un tal corpo lo consente; per l’anima invecenulla va perduto di quanto ha prodotto su di leiun’impressione durante la vita. Se il corpo fisico fosseuno strumento perfetto dovrebbe riuscir possibile adogni momento della vita di rievocare nell’anima tuttoil passato; con la morte l’impedimento cessa. Finchè ilcorpo eterico sussiste, il ricordo rimane in certo qualmodo completo; sparisce poi a poco a poco a misurache il corpo eterico perde la forma che possedeva du-

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veniva adoperata in quel modo durante il sonno, sussi-ste dopo la morte e può ormai esser rivolta ad altroscopo. Essa serve infatti per rendere percettibili leesperienze proprie del corpo astrale. Durante il perio-do di unione dell’uomo col suo corpo fisico, il mondoesteriore si manifesta alla coscienza per via di imagi-ni; dopo il distacco di questo corpo, ciò che il corpoastrale sperimenta, mentre non è collegato col mondoesterno da nessun organo di senso, diventa percepibi-le. Sulle prime non ha esperienze nuove; la sua unio-ne col corpo eterico gli impedisce di sperimentare al-cunchè di nuovo.

Esso possiede però il ricordo della vita passata. Lapresenza del corpo eterico fa sì che la vita trascorsapossa apparire come un quadro vivido e complessivo.È questa la prima esperienza dell’uomo dopo la mor-te; egli vede la sua vita dalla nascita alla morte disten-derglisi innanzi in una serie di imagini. Durante que-sta vita i ricordi sussistono solo durante lo stato di ve-glia, quando l’uomo è unito al suo corpo solo per queltanto che un tal corpo lo consente; per l’anima invecenulla va perduto di quanto ha prodotto su di leiun’impressione durante la vita. Se il corpo fisico fosseuno strumento perfetto dovrebbe riuscir possibile adogni momento della vita di rievocare nell’anima tuttoil passato; con la morte l’impedimento cessa. Finchè ilcorpo eterico sussiste, il ricordo rimane in certo qualmodo completo; sparisce poi a poco a poco a misurache il corpo eterico perde la forma che possedeva du-

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rante la sua dimora nel corpo fisico, e che somiglia aquest’ultimo; tale è pure la ragione per cui il corpoastrale si separa dall’eterico dopo un certo periodo, li-mitato dal tempo per il quale perdura nel corpo etericola forma simile al corpo fisico.

Nel periodo di vita fra nascita e morte la separazio-ne del corpo eterico avviene solo in casi eccezionali esoltanto per un tempo breve. Se per esempio una fortepressione viene esercitata su di un arto dell’uomo, unaparte del corpo eterico può staccarsi dal fisico. Noi di-ciamo allora che quel tale arto si è addormentato, e lasensazione particolare che ne riceviamo dipende dallostaccarsi del corpo eterico. (Naturalmente un’interpre-tazione materialista negherebbe anche in questo casol’invisibile che si manifesta nel visibile, e direbbe chetutto ciò nasce da un disturbo fisico derivante dallapressione). L’osservazione chiaroveggente scorge intal caso che una parte del corpo eterico esce fuoridall’arto fisico. Se un uomo viene colpito da forte spa-vento, o da alcunchè di simile, tale separazione delcorpo eterico dal fisico può verificarsi per un tempoassai breve, su di una gran parte del corpo. Avvieneappunto così, quando per una qualsiasi cagione unuomo si trova subitamente faccia a faccia con la mor-te, quando, per esempio, sta per annegare, o duranteuna gita in montagna corre rischio di cadere. Ciò cheraccontano le persone che hanno attraversato tali espe-rienze si avvicina di molto alla verità e può essereconfermato dall’osservazione chiaroveggente. Esse af-

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rante la sua dimora nel corpo fisico, e che somiglia aquest’ultimo; tale è pure la ragione per cui il corpoastrale si separa dall’eterico dopo un certo periodo, li-mitato dal tempo per il quale perdura nel corpo etericola forma simile al corpo fisico.

Nel periodo di vita fra nascita e morte la separazio-ne del corpo eterico avviene solo in casi eccezionali esoltanto per un tempo breve. Se per esempio una fortepressione viene esercitata su di un arto dell’uomo, unaparte del corpo eterico può staccarsi dal fisico. Noi di-ciamo allora che quel tale arto si è addormentato, e lasensazione particolare che ne riceviamo dipende dallostaccarsi del corpo eterico. (Naturalmente un’interpre-tazione materialista negherebbe anche in questo casol’invisibile che si manifesta nel visibile, e direbbe chetutto ciò nasce da un disturbo fisico derivante dallapressione). L’osservazione chiaroveggente scorge intal caso che una parte del corpo eterico esce fuoridall’arto fisico. Se un uomo viene colpito da forte spa-vento, o da alcunchè di simile, tale separazione delcorpo eterico dal fisico può verificarsi per un tempoassai breve, su di una gran parte del corpo. Avvieneappunto così, quando per una qualsiasi cagione unuomo si trova subitamente faccia a faccia con la mor-te, quando, per esempio, sta per annegare, o duranteuna gita in montagna corre rischio di cadere. Ciò cheraccontano le persone che hanno attraversato tali espe-rienze si avvicina di molto alla verità e può essereconfermato dall’osservazione chiaroveggente. Esse af-

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fermano che in quei momenti la loro vita intera si èsvolta dinanzi alla loro anima come in un immensoquadro mnemonico.

Fra i molti esempi che potrebbero essere addotti, nesceglieremo uno solo, perchè si riferisce a persona acui, per la sua abitudine mentale, tutto quanto venia-mo dicendo a questo proposito deve apparire vuotafantasticheria.

È particolarmente utile, specie per chi voglia avan-zare di qualche passo nella scienza occulta, di rendersiconto dei concetti di coloro, che ritengono questascienza una semplice fantasticheria. Tali concetti nonsi possono così facilmente ascrivere a parzialitàdell’osservatore. Gli occultisti dovranno imparar mol-to da coloro, che considerano la loro scienza comeuna follia, nè dovranno prendersela a male se non ver-ranno ricambiati con uguale considerazione. L’osser-vazione occulta certamente non ha bisogno di questaconferma delle proprie risultanze, nè questi accennidevono ritenersi come prove, bensì come illustrazioni.

Maurizio Benedict, l’illustre antropologo criminali-sta ed eminente studioso di molti altri rami di scienzenaturali, narra nei «Ricordi della sua vita» una suaesperienza, e cioè, che una volta, essendo sul punto diannegare, mentre si trovava al bagno, vide tutta la suavita passata presentarglisi dinanzi come in un unicoquadro. Se altre persone descrivono in modo diversotali imagini vedute in circostanze simili, e se le descri-vono per modo, che sembra non abbiano nulla a che

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fermano che in quei momenti la loro vita intera si èsvolta dinanzi alla loro anima come in un immensoquadro mnemonico.

Fra i molti esempi che potrebbero essere addotti, nesceglieremo uno solo, perchè si riferisce a persona acui, per la sua abitudine mentale, tutto quanto venia-mo dicendo a questo proposito deve apparire vuotafantasticheria.

È particolarmente utile, specie per chi voglia avan-zare di qualche passo nella scienza occulta, di rendersiconto dei concetti di coloro, che ritengono questascienza una semplice fantasticheria. Tali concetti nonsi possono così facilmente ascrivere a parzialitàdell’osservatore. Gli occultisti dovranno imparar mol-to da coloro, che considerano la loro scienza comeuna follia, nè dovranno prendersela a male se non ver-ranno ricambiati con uguale considerazione. L’osser-vazione occulta certamente non ha bisogno di questaconferma delle proprie risultanze, nè questi accennidevono ritenersi come prove, bensì come illustrazioni.

Maurizio Benedict, l’illustre antropologo criminali-sta ed eminente studioso di molti altri rami di scienzenaturali, narra nei «Ricordi della sua vita» una suaesperienza, e cioè, che una volta, essendo sul punto diannegare, mentre si trovava al bagno, vide tutta la suavita passata presentarglisi dinanzi come in un unicoquadro. Se altre persone descrivono in modo diversotali imagini vedute in circostanze simili, e se le descri-vono per modo, che sembra non abbiano nulla a che

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fare con gli avvenimenti della loro vita passata, ciònon contraddice a quanto abbiamo affermato, poichèle imagini, che si presentano in quella condizione af-fatto anormale della separazione dal corpo fisico, sonotalvolta, a prima vista, poco chiare nel loro rapportocon la vita. Osservandole in modo giusto però, il rap-porto si ritroverà sempre.

Nè costituisce obiezione il fatto, che qualcuno, p.es., pur essendosi trovato in procinto di annegare, nonabbia attraversato l’esperienza ora descritta. Bisognatener presente che ciò accade soltanto quando il corpoeterico si stacca effettivamente dal corpo fisico, re-stando però unito al corpo astrale. Se per lo spaventoavviene un distacco parziale anche fra il corpo etericoe quello astrale, l’esperienza non ha più luogo, perchèsopraggiunge la completa incoscienza, come nel son-no senza sogni.

Immediatamente dopo la morte gli avvenimenti delpassato appaiono riassunti come in un quadro mnemo-nico. Dopo di essersi separato dal corpo eterico, il cor-po astrale prosegue da solo il suo viaggio. Non è diffi-cile comprendere che nel corpo astrale rimane tuttociò che, per effetto della sua propria attività, esso haacquistato durante il suo soggiorno nel corpo fisico.L’Io ha elaborato fino ad un certo grado il Sè, o Perso-nalità Spirituale, lo Spirito Vitale e l’Uomo Spirito. Inquanto allo sviluppo di questi ultimi, essi non debbo-no la loro esistenza ai vari organi dei diversi corpi,bensì all’Io. E questo Io appunto è quell’essere, il qua-

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fare con gli avvenimenti della loro vita passata, ciònon contraddice a quanto abbiamo affermato, poichèle imagini, che si presentano in quella condizione af-fatto anormale della separazione dal corpo fisico, sonotalvolta, a prima vista, poco chiare nel loro rapportocon la vita. Osservandole in modo giusto però, il rap-porto si ritroverà sempre.

Nè costituisce obiezione il fatto, che qualcuno, p.es., pur essendosi trovato in procinto di annegare, nonabbia attraversato l’esperienza ora descritta. Bisognatener presente che ciò accade soltanto quando il corpoeterico si stacca effettivamente dal corpo fisico, re-stando però unito al corpo astrale. Se per lo spaventoavviene un distacco parziale anche fra il corpo etericoe quello astrale, l’esperienza non ha più luogo, perchèsopraggiunge la completa incoscienza, come nel son-no senza sogni.

Immediatamente dopo la morte gli avvenimenti delpassato appaiono riassunti come in un quadro mnemo-nico. Dopo di essersi separato dal corpo eterico, il cor-po astrale prosegue da solo il suo viaggio. Non è diffi-cile comprendere che nel corpo astrale rimane tuttociò che, per effetto della sua propria attività, esso haacquistato durante il suo soggiorno nel corpo fisico.L’Io ha elaborato fino ad un certo grado il Sè, o Perso-nalità Spirituale, lo Spirito Vitale e l’Uomo Spirito. Inquanto allo sviluppo di questi ultimi, essi non debbo-no la loro esistenza ai vari organi dei diversi corpi,bensì all’Io. E questo Io appunto è quell’essere, il qua-

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le non ha bisogno di organi esterni per percepire, perrimanere in possesso di ciò che ha unificato in sè. Sipotrebbe opporre: «Come mai, durante il sonno, nonsi ha percezione alcuna di questo Sè, o PersonalitàSpirituale, dello Spirito Vitale, dell’Uomo Spirito evo-luti?» – Perchè, fra la nascita e la morte, l’Io è incate-nato al corpo fisico. Se pure, durante il sonno, esso sitrova insieme al corpo astrale, fuori del corpo fisico,pur tuttavia rimane strettamente collegato a questocorpo fisico, perchè l’attività del suo corpo astrale èrivolta al corpo fisico. Per tale fatto l’Io, con la suapercezione, si trova relegato nel mondo sensibile, enon può accogliere le rivelazioni spirituali nella loroforma diretta. Soltanto con la morte queste rivelazioniriescono accessibili all’Io, perchè per mezzo di essa,l’Io si libera dalla sua unione col corpo fisico e colcorpo eterico. Un altro mondo può brillare nel campodella coscienza, nell’istante in cui l’Io è tratto fuoridal mondo fisico, che ne vincola l’attività durante lavita.

Vi sono però ragioni, per le quali anche in tale mo-mento non cessa per l’uomo ogni rapporto col mondoesteriore dei sensi. Perdurano infatti alcuni desideriche mantengono in attività quel rapporto. Vi sono de-sideri che l’uomo stesso crea in sè, coll’acquistar co-scienza del suo Io, come quarto principio (arto) delsuo essere. Quei desideri, quegli appetiti, che derivanodall’essenza dei tre corpi inferiori, possono agire sol-tanto nel mondo esterno e la loro azione cessa quando

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le non ha bisogno di organi esterni per percepire, perrimanere in possesso di ciò che ha unificato in sè. Sipotrebbe opporre: «Come mai, durante il sonno, nonsi ha percezione alcuna di questo Sè, o PersonalitàSpirituale, dello Spirito Vitale, dell’Uomo Spirito evo-luti?» – Perchè, fra la nascita e la morte, l’Io è incate-nato al corpo fisico. Se pure, durante il sonno, esso sitrova insieme al corpo astrale, fuori del corpo fisico,pur tuttavia rimane strettamente collegato a questocorpo fisico, perchè l’attività del suo corpo astrale èrivolta al corpo fisico. Per tale fatto l’Io, con la suapercezione, si trova relegato nel mondo sensibile, enon può accogliere le rivelazioni spirituali nella loroforma diretta. Soltanto con la morte queste rivelazioniriescono accessibili all’Io, perchè per mezzo di essa,l’Io si libera dalla sua unione col corpo fisico e colcorpo eterico. Un altro mondo può brillare nel campodella coscienza, nell’istante in cui l’Io è tratto fuoridal mondo fisico, che ne vincola l’attività durante lavita.

Vi sono però ragioni, per le quali anche in tale mo-mento non cessa per l’uomo ogni rapporto col mondoesteriore dei sensi. Perdurano infatti alcuni desideriche mantengono in attività quel rapporto. Vi sono de-sideri che l’uomo stesso crea in sè, coll’acquistar co-scienza del suo Io, come quarto principio (arto) delsuo essere. Quei desideri, quegli appetiti, che derivanodall’essenza dei tre corpi inferiori, possono agire sol-tanto nel mondo esterno e la loro azione cessa quando

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quei corpi sono deposti. La fame è cagionata dal cor-po esterno e non si fa più sentire quando questo non èpiù unito con l’Io. Se l’Io dunque avesse solo i deside-ri inerenti alla sua propria essenza spirituale, potrebbe,dopo la morte, trovare pieno soddisfacimento nelmondo spirituale in cui viene trasferito. Ma la vita ter-restre gli ha dato altri desideri. Ha acceso in lui la ten-denza a piaceri che si possono soddisfare solo colmezzo di organi fisici, sebbene essi non provenganodalla natura stessa di quegli organi. Non i tre corpisoltanto domandano il loro appagamento dal mondofisico; anche l’Io trova in quel mondo piaceri, per sod-disfare ai quali non esistono mezzi adeguati nel mon-do spirituale.

L’Io ha due specie di desideri durante la vita. Quelliche provengono dai corpi e debbono esser soddisfattinell’ambito di essi, ma che cesseranno al momento delloro disgregarsi: e quelli che derivano dalla natura spi-rituale dell’Io. Finchè l’Io dimora nei corpi, anchequei desideri vengono soddisfatti mediante gli organicorporei. Poichè nelle manifestazioni degli organi cor-porei agisce la spiritualità nascosta e i sensi accolgonoalcunchè di spirituale con tutto ciò che percepiscono,questo elemento spirituale, pur sotto altra forma, sus-siste dopo la morte, e tutta quella spiritualità che l’Ioha vagheggiata nel mondo dei sensi gli rimane anchequando i sensi non esistono più.

Or dunque, se non si dovesse aggiungere una terzaspecie di desideri alle due già accennate, la morte sa-

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quei corpi sono deposti. La fame è cagionata dal cor-po esterno e non si fa più sentire quando questo non èpiù unito con l’Io. Se l’Io dunque avesse solo i deside-ri inerenti alla sua propria essenza spirituale, potrebbe,dopo la morte, trovare pieno soddisfacimento nelmondo spirituale in cui viene trasferito. Ma la vita ter-restre gli ha dato altri desideri. Ha acceso in lui la ten-denza a piaceri che si possono soddisfare solo colmezzo di organi fisici, sebbene essi non provenganodalla natura stessa di quegli organi. Non i tre corpisoltanto domandano il loro appagamento dal mondofisico; anche l’Io trova in quel mondo piaceri, per sod-disfare ai quali non esistono mezzi adeguati nel mon-do spirituale.

L’Io ha due specie di desideri durante la vita. Quelliche provengono dai corpi e debbono esser soddisfattinell’ambito di essi, ma che cesseranno al momento delloro disgregarsi: e quelli che derivano dalla natura spi-rituale dell’Io. Finchè l’Io dimora nei corpi, anchequei desideri vengono soddisfatti mediante gli organicorporei. Poichè nelle manifestazioni degli organi cor-porei agisce la spiritualità nascosta e i sensi accolgonoalcunchè di spirituale con tutto ciò che percepiscono,questo elemento spirituale, pur sotto altra forma, sus-siste dopo la morte, e tutta quella spiritualità che l’Ioha vagheggiata nel mondo dei sensi gli rimane anchequando i sensi non esistono più.

Or dunque, se non si dovesse aggiungere una terzaspecie di desideri alle due già accennate, la morte sa-

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rebbe solo un passaggio da desideri, che si possonoappagare a mezzo dei sensi, a desideri che trovano illoro soddisfacimento nelle rivelazioni del mondo spi-rituale. Questa terza specie di desideri è costituita daquelli che l’Io ha creati in sè durante la sua vita nelmondo fisico, perchè in questo trova piacere, anchequando esso non gli riveli nulla di spirituale. I piaceripiù umili possono essere manifestazioni dello spirito.Il piacere, che prova un uomo affamato cibandosi, èmanifestazione dello spirito, poichè col prendere ilnutrimento si crea quella condizione di cose, senza laquale, in un certo senso, la natura non potrebbe svi-lupparsi. Ma l’Io può andar oltre al piacere, che inquesto caso rappresenta la soddisfazione di una neces-sita. Esso può desiderare un cibo saporito, a prescin-dere dal beneficio che può apportare allo spirito il fat-to di nutrirsi. Lo stesso si dica per altre cose del mon-do fisico. Vengono a crearsi così desideri, che non sisarebbero mai palesati nel mondo dei sensi, se in essinon si fosse incorporato l’Io umano. Nè tali desideriprovengono dalla natura spirituale dell’Io. L’Io deveavere desideri dei sensi finchè vive nel corpo, anche acausa della sua natura spirituale, perchè lo spirito simanifesta nelle cose materiali, ed è dello spirito ap-punto che l’Io gode, quando si abbandona a quell’ele-mento del mondo sensibile, che è irradiato dalla lucedi esso.

Nella gioia di questa luce continuerà a trovarsi an-che quando i sensi non saranno più il tramite dell’irra-

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rebbe solo un passaggio da desideri, che si possonoappagare a mezzo dei sensi, a desideri che trovano illoro soddisfacimento nelle rivelazioni del mondo spi-rituale. Questa terza specie di desideri è costituita daquelli che l’Io ha creati in sè durante la sua vita nelmondo fisico, perchè in questo trova piacere, anchequando esso non gli riveli nulla di spirituale. I piaceripiù umili possono essere manifestazioni dello spirito.Il piacere, che prova un uomo affamato cibandosi, èmanifestazione dello spirito, poichè col prendere ilnutrimento si crea quella condizione di cose, senza laquale, in un certo senso, la natura non potrebbe svi-lupparsi. Ma l’Io può andar oltre al piacere, che inquesto caso rappresenta la soddisfazione di una neces-sita. Esso può desiderare un cibo saporito, a prescin-dere dal beneficio che può apportare allo spirito il fat-to di nutrirsi. Lo stesso si dica per altre cose del mon-do fisico. Vengono a crearsi così desideri, che non sisarebbero mai palesati nel mondo dei sensi, se in essinon si fosse incorporato l’Io umano. Nè tali desideriprovengono dalla natura spirituale dell’Io. L’Io deveavere desideri dei sensi finchè vive nel corpo, anche acausa della sua natura spirituale, perchè lo spirito simanifesta nelle cose materiali, ed è dello spirito ap-punto che l’Io gode, quando si abbandona a quell’ele-mento del mondo sensibile, che è irradiato dalla lucedi esso.

Nella gioia di questa luce continuerà a trovarsi an-che quando i sensi non saranno più il tramite dell’irra-

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diazione spirituale. Nel mondo dello spirito però nonesiste appagamento per quei desideri, che non eranogià animati di spiritualità nel mondo sensibile. Con lamorte cessa la possibilità di soddisfare a desideri ditale natura. Il piacere che si prova a mangiare cibi sa-poriti può sussistere, in quanto esistono organi fisiciatti a gustarli: palato, lingua, ecc., che l’uomo nonpossiede più, dopo aver abbandonato il corpo fisico;se l’Io richiede ancora questi piaceri, essi dovranno ri-manere insoddisfatti. Se un godimento fisico si con-forma allo spirito, dura solo fino a che durano gli or-gani fisici, ma se l’Io lo ha creato senza porlo a servi-zio dello spirito, esso rimane in lui dopo la mortecome desiderio, che invano cerca soddisfazione. Cifacciamo un’idea di ciò che si prova in quelle condi-zioni, raffigurandoci un uomo che soffra di sete arden-te in una regione in cui per lungo e per largo non siapossibile trovare una stilla d’acqua. Così succedeall’Io dopo la morte, in quanto nutre in sè desideri nonancora spenti per i piaceri del mondo esteriore, e nonpossiede più gli organi atti a soddisfarli. Naturalmen-te, quell’ardentissima sete, presa a paragone per lostato dell’Io dopo la morte, dobbiamo immaginarla in-tensificata e rappresentarcela estesa a tutti i diversi de-sideri ancora esistenti e per i quali manca ogni possi-bilità di appagamento.

L’Io si trova allora in condizione di doversi liberareda quel suo legame di attrazione con il mondo esterio-re. L’Io deve operare in sè a questo riguardo una puri-

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diazione spirituale. Nel mondo dello spirito però nonesiste appagamento per quei desideri, che non eranogià animati di spiritualità nel mondo sensibile. Con lamorte cessa la possibilità di soddisfare a desideri ditale natura. Il piacere che si prova a mangiare cibi sa-poriti può sussistere, in quanto esistono organi fisiciatti a gustarli: palato, lingua, ecc., che l’uomo nonpossiede più, dopo aver abbandonato il corpo fisico;se l’Io richiede ancora questi piaceri, essi dovranno ri-manere insoddisfatti. Se un godimento fisico si con-forma allo spirito, dura solo fino a che durano gli or-gani fisici, ma se l’Io lo ha creato senza porlo a servi-zio dello spirito, esso rimane in lui dopo la mortecome desiderio, che invano cerca soddisfazione. Cifacciamo un’idea di ciò che si prova in quelle condi-zioni, raffigurandoci un uomo che soffra di sete arden-te in una regione in cui per lungo e per largo non siapossibile trovare una stilla d’acqua. Così succedeall’Io dopo la morte, in quanto nutre in sè desideri nonancora spenti per i piaceri del mondo esteriore, e nonpossiede più gli organi atti a soddisfarli. Naturalmen-te, quell’ardentissima sete, presa a paragone per lostato dell’Io dopo la morte, dobbiamo immaginarla in-tensificata e rappresentarcela estesa a tutti i diversi de-sideri ancora esistenti e per i quali manca ogni possi-bilità di appagamento.

L’Io si trova allora in condizione di doversi liberareda quel suo legame di attrazione con il mondo esterio-re. L’Io deve operare in sè a questo riguardo una puri-

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ficazione, una liberazione. Devono essere espulsi dalui tutti i desideri che egli si è creati durante la dimoranel corpo, e che non hanno diritto di cittadinanza nelmondo spirituale. Come un oggetto gettato nel fuocone è investito ed arso, così il mondo dei desideri oradescritto viene spezzato e distrutto dopo la morte. Cisi trova allora di fronte a quel mondo, che la scienzaocculta designa col nome di «mondo del fuoco spiri-tuale distruttore». Tale fuoco divora quei desideri deisensi, in cui questi non sono un’espressione dello spi-rito. Le rivelazioni della scienza occulta a questo ri-guardo possono sembrare terribili e sconfortanti. Puòapparire invero spaventevole che una speranza, la cuirealizzazione richiede organi sensori, debba dopo lamorte trasformarsi in disperazione; e che un desiderioche si può appagare soltanto nel mondo fisico, debbadiventare una privazione torturante.

Ci si può attenere a questa opinione soltanto finchènon ci si renda ben conto, che tutti i desideri e le aspi-razioni non rappresentano nel vero senso forze benefi-che alla vita, bensì forze distruttive. A mezzo di que-ste forze l’Io si lega al mondo dei sensi molto più diquanto non sia necessario a raggiungere il giusto sco-po di trarre da detto mondo tutto quanto può riuscirgligiovevole. Il mondo dei sensi è la manifestazione delmondo spirituale che si nasconde dietro ad esso. L’Ionon potrebbe mai godere della spiritualità, nella formacaratteristica in cui questa può manifestarsi soltantoattraverso i sensi corporei, se non volesse utilizzare

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ficazione, una liberazione. Devono essere espulsi dalui tutti i desideri che egli si è creati durante la dimoranel corpo, e che non hanno diritto di cittadinanza nelmondo spirituale. Come un oggetto gettato nel fuocone è investito ed arso, così il mondo dei desideri oradescritto viene spezzato e distrutto dopo la morte. Cisi trova allora di fronte a quel mondo, che la scienzaocculta designa col nome di «mondo del fuoco spiri-tuale distruttore». Tale fuoco divora quei desideri deisensi, in cui questi non sono un’espressione dello spi-rito. Le rivelazioni della scienza occulta a questo ri-guardo possono sembrare terribili e sconfortanti. Puòapparire invero spaventevole che una speranza, la cuirealizzazione richiede organi sensori, debba dopo lamorte trasformarsi in disperazione; e che un desiderioche si può appagare soltanto nel mondo fisico, debbadiventare una privazione torturante.

Ci si può attenere a questa opinione soltanto finchènon ci si renda ben conto, che tutti i desideri e le aspi-razioni non rappresentano nel vero senso forze benefi-che alla vita, bensì forze distruttive. A mezzo di que-ste forze l’Io si lega al mondo dei sensi molto più diquanto non sia necessario a raggiungere il giusto sco-po di trarre da detto mondo tutto quanto può riuscirgligiovevole. Il mondo dei sensi è la manifestazione delmondo spirituale che si nasconde dietro ad esso. L’Ionon potrebbe mai godere della spiritualità, nella formacaratteristica in cui questa può manifestarsi soltantoattraverso i sensi corporei, se non volesse utilizzare

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questi ultimi per godere di quanto nel sensibile vi hadi spirituale. Nondimeno l’Io di tanto si allontana dal-la vera realtà spirituale del mondo, per quanto nelmondo sensibile tende a desideri da cui lo spirito è as-sente. Mentre il piacere sensorio, come espressionedello spirito, significa elevazione, evoluzione dell’Io,quel piacere invece che non è espressione dello spiritosignifica decadenza ed immiserimento. Se si appagaun desiderio di tal natura nel mondo sensibile, il suoeffetto nocivo sull’Io tuttavia permane; soltanto, pri-ma della morte, esso non è percettibile all’Io. Nellavita, perciò, la soddisfazione di tali desideri può crea-re nuovi desideri simili, e l’uomo non si accorge affat-to che da sè stesso si va avviluppando nel fuoco divo-ratore. Dopo la morte diventa visibile semplicementeciò, che già durante la vita lo circondava, e nel render-si visibile si palesa al tempo stesso nelle sue conse-guenze efficaci e benefiche. Chi ama veramenteun’altra persona non è attratto soltanto da quella partedi essa, che è percettibile ai sensi fisici, e che è la sola,si può dire, che con la morte è sottratta alla percezio-ne. Quella parte invece della persona cara, per la per-cezione della quale i sensi fisici erano soltanto unmezzo, è proprio quella che diviene percettibile. Anzil’unico ostacolo a questa visibilità sarebbe la presenzadi desideri, che possono esser soddisfatti soltanto amezzo degli organi fisici. Finchè tali desideri non sia-no estinti, non si potrà avere la percezione coscientedi una persona cara dopo la morte. Osservando le cose

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questi ultimi per godere di quanto nel sensibile vi hadi spirituale. Nondimeno l’Io di tanto si allontana dal-la vera realtà spirituale del mondo, per quanto nelmondo sensibile tende a desideri da cui lo spirito è as-sente. Mentre il piacere sensorio, come espressionedello spirito, significa elevazione, evoluzione dell’Io,quel piacere invece che non è espressione dello spiritosignifica decadenza ed immiserimento. Se si appagaun desiderio di tal natura nel mondo sensibile, il suoeffetto nocivo sull’Io tuttavia permane; soltanto, pri-ma della morte, esso non è percettibile all’Io. Nellavita, perciò, la soddisfazione di tali desideri può crea-re nuovi desideri simili, e l’uomo non si accorge affat-to che da sè stesso si va avviluppando nel fuoco divo-ratore. Dopo la morte diventa visibile semplicementeciò, che già durante la vita lo circondava, e nel render-si visibile si palesa al tempo stesso nelle sue conse-guenze efficaci e benefiche. Chi ama veramenteun’altra persona non è attratto soltanto da quella partedi essa, che è percettibile ai sensi fisici, e che è la sola,si può dire, che con la morte è sottratta alla percezio-ne. Quella parte invece della persona cara, per la per-cezione della quale i sensi fisici erano soltanto unmezzo, è proprio quella che diviene percettibile. Anzil’unico ostacolo a questa visibilità sarebbe la presenzadi desideri, che possono esser soddisfatti soltanto amezzo degli organi fisici. Finchè tali desideri non sia-no estinti, non si potrà avere la percezione coscientedi una persona cara dopo la morte. Osservando le cose

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da questo punto di vista, le esperienze che seguono lamorte, descritte dalla scienza occulta, perdono il carat-tere di spavento e di desolazione e si mutano in alcun-chè di confortevole e di soddisfacente.

Le esperienze immediate dopo la morte differisco-no da quelle della vita presente anche sotto un’altraaspetto. Durante il periodo della purificazione l’uomorifà il cammino della propria vita all’indietro. Rivivetutto il percorso delle esperienze, che egli ha attraver-sate dalla nascita in poi; cominciando dagli eventi chehanno preceduto immediatamente la morte, egli speri-menta all’indietro nuovamente tutta la sua vita, finoalla propria infanzia. E allora gli si presenta agli occhispiritualmente ciò che durante la vita non emanavadalla natura spirituale dell’Io. Egli però ora lo speri-menta in senso inverso. Un uomo, p. es., che sia mortoa sessant’anni, e che al suo quarantesimo anno di età,in un impeto di collera, abbia cagionato a qualcuno undolore qualsiasi, sia fisico, sia morale, rivivrà questamedesima esperienza quando, nel sua viaggioall’indietro dopo la morte, avrà raggiunto il momentodel suo quarantesimo anno. Non risentirà però il pia-cere che lo sfogo della sua collera gli procurò, bensìil dolore che egli ha inflitto all’altro. Da quanto abbia-mo detto risulta pertanto, come ciò che l’Io può perce-pire come dolore durante tale processo dopo la mortesia cagionato sempre da un suo desiderio, che trae ori-gine soltanto dal mondo fisico esteriore. Ed inverol’Io non fa danno soltanto agli altri appagando tali de-

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da questo punto di vista, le esperienze che seguono lamorte, descritte dalla scienza occulta, perdono il carat-tere di spavento e di desolazione e si mutano in alcun-chè di confortevole e di soddisfacente.

Le esperienze immediate dopo la morte differisco-no da quelle della vita presente anche sotto un’altraaspetto. Durante il periodo della purificazione l’uomorifà il cammino della propria vita all’indietro. Rivivetutto il percorso delle esperienze, che egli ha attraver-sate dalla nascita in poi; cominciando dagli eventi chehanno preceduto immediatamente la morte, egli speri-menta all’indietro nuovamente tutta la sua vita, finoalla propria infanzia. E allora gli si presenta agli occhispiritualmente ciò che durante la vita non emanavadalla natura spirituale dell’Io. Egli però ora lo speri-menta in senso inverso. Un uomo, p. es., che sia mortoa sessant’anni, e che al suo quarantesimo anno di età,in un impeto di collera, abbia cagionato a qualcuno undolore qualsiasi, sia fisico, sia morale, rivivrà questamedesima esperienza quando, nel sua viaggioall’indietro dopo la morte, avrà raggiunto il momentodel suo quarantesimo anno. Non risentirà però il pia-cere che lo sfogo della sua collera gli procurò, bensìil dolore che egli ha inflitto all’altro. Da quanto abbia-mo detto risulta pertanto, come ciò che l’Io può perce-pire come dolore durante tale processo dopo la mortesia cagionato sempre da un suo desiderio, che trae ori-gine soltanto dal mondo fisico esteriore. Ed inverol’Io non fa danno soltanto agli altri appagando tali de-

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sideri, ma danneggia sè stesso, sebbene non se ne ren-da conto finchè dura la vita. Dopo la morte, però, que-sto mondo nocivo del desiderio diventa completamen-te visibile all’Io, il quale si sente attirato da ogniessere od oggetto, che abbia acceso il suo desiderio,affinchè nel «fuoco distruttore» esso si consumi comeè nato. Quando L’uomo, ripercorrendo la propria vita,raggiunge il momento della nascita, allora soltantotutti i desideri sono passati attraverso il fuoco purifi-catore, e nulla gl’impedisce più di dedicarsi completa-mente al mondo spirituale. Egli passa a un nuovo gra-dino di esistenza. Come nella morte egli ha abbando-nato il corpo fisico, e poco dopo abbandona il corpoeterico, così si disgrega ormai quella parte del corpoastrale, che può vivere solo nella coscienza del mondofisico esteriore.

Secondo la scienza occulta dunque esistono tre ca-daveri: il fisico, l’eterico, l’astrale. Il momento in cuiquest’ultimo viene abbandonato dall’uomo segna lafine del periodo della «purificazione» il quale è costi-tuito da circa un terzo del tempo trascorso dall’uomosulla Terra fra nascita e morte. Soltanto in seguito,quando esamineremo il corso della vita umana sullabase della scienza occulta, potremo comprendere chia-ramente la ragione di questo fatto.

Per l’osservazione chiaroveggente sono continua-mente visibili nel mondo umano i cadaveri astrali ab-bandonati dagli uomini, che passano dallo stato di pu-

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sideri, ma danneggia sè stesso, sebbene non se ne ren-da conto finchè dura la vita. Dopo la morte, però, que-sto mondo nocivo del desiderio diventa completamen-te visibile all’Io, il quale si sente attirato da ogniessere od oggetto, che abbia acceso il suo desiderio,affinchè nel «fuoco distruttore» esso si consumi comeè nato. Quando L’uomo, ripercorrendo la propria vita,raggiunge il momento della nascita, allora soltantotutti i desideri sono passati attraverso il fuoco purifi-catore, e nulla gl’impedisce più di dedicarsi completa-mente al mondo spirituale. Egli passa a un nuovo gra-dino di esistenza. Come nella morte egli ha abbando-nato il corpo fisico, e poco dopo abbandona il corpoeterico, così si disgrega ormai quella parte del corpoastrale, che può vivere solo nella coscienza del mondofisico esteriore.

Secondo la scienza occulta dunque esistono tre ca-daveri: il fisico, l’eterico, l’astrale. Il momento in cuiquest’ultimo viene abbandonato dall’uomo segna lafine del periodo della «purificazione» il quale è costi-tuito da circa un terzo del tempo trascorso dall’uomosulla Terra fra nascita e morte. Soltanto in seguito,quando esamineremo il corso della vita umana sullabase della scienza occulta, potremo comprendere chia-ramente la ragione di questo fatto.

Per l’osservazione chiaroveggente sono continua-mente visibili nel mondo umano i cadaveri astrali ab-bandonati dagli uomini, che passano dallo stato di pu-

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rificazione ad un’esistenza più alta, nello stesso modocome i cadaveri fisici sono visibili nel nostro mondo2.

Dopo la purificazione incomincia per l’Io uno statodi coscienza affatto nuovo. Mentre prima della mortele imagini esteriori dovevano affluire verso di lui, per-chè la luce della coscienza le potesse illuminare, ora èinvece dall’interiorità che scaturisce un mondo, chegiunge alla coscienza. L’Io vive in questo mondo an-che nel periodo fra nascita e morte, ma esso gli si pre-senta rivestito dalle manifestazioni dei sensi. Soltantoquando l’Io, libero dalle percezioni sensorie, percepi-sce sè stesso nella sua interiorità più sacra, gli si pale-sa nella sua vera forma ciò che gli appariva prima sol-tanto attraverso il velo dei sensi. Così come la perce-zione dell’Io si svolge prima della morte nell’interiori-tà, così dall’interiorità il mondo spirituale gli si mani-festa nella sua pienezza dopo la morte e la purificazio-ne. Tale rivelazione avviene di fatto subito dopol’abbandono del corpo eterico; ma i desideri rivolti almondo esteriore formano come una nube oscura chene ottenebra la vista. È come se a un mondo beato diesperienze spirituali si frammischiassero nere ombredemoniache, sorte da quei desideri stessi, che vannoconsumandosi nel «fuoco purificatore». Invero queidesideri non sono semplicemente ombre, ma fatti rea-li; questo risulta evidente, quando l’Io, liberatosi dagli

2 Nella letteratura teosofica, lo stato dell’Io dopo la mortefino alla fine della Purificazione viene spesso chiamato Kama-loca.

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rificazione ad un’esistenza più alta, nello stesso modocome i cadaveri fisici sono visibili nel nostro mondo2.

Dopo la purificazione incomincia per l’Io uno statodi coscienza affatto nuovo. Mentre prima della mortele imagini esteriori dovevano affluire verso di lui, per-chè la luce della coscienza le potesse illuminare, ora èinvece dall’interiorità che scaturisce un mondo, chegiunge alla coscienza. L’Io vive in questo mondo an-che nel periodo fra nascita e morte, ma esso gli si pre-senta rivestito dalle manifestazioni dei sensi. Soltantoquando l’Io, libero dalle percezioni sensorie, percepi-sce sè stesso nella sua interiorità più sacra, gli si pale-sa nella sua vera forma ciò che gli appariva prima sol-tanto attraverso il velo dei sensi. Così come la perce-zione dell’Io si svolge prima della morte nell’interiori-tà, così dall’interiorità il mondo spirituale gli si mani-festa nella sua pienezza dopo la morte e la purificazio-ne. Tale rivelazione avviene di fatto subito dopol’abbandono del corpo eterico; ma i desideri rivolti almondo esteriore formano come una nube oscura chene ottenebra la vista. È come se a un mondo beato diesperienze spirituali si frammischiassero nere ombredemoniache, sorte da quei desideri stessi, che vannoconsumandosi nel «fuoco purificatore». Invero queidesideri non sono semplicemente ombre, ma fatti rea-li; questo risulta evidente, quando l’Io, liberatosi dagli

2 Nella letteratura teosofica, lo stato dell’Io dopo la mortefino alla fine della Purificazione viene spesso chiamato Kama-loca.

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organi fisici, può percepire ciò che è di natura spiri-tuale. Questi esseri appariscono come contraffazioni ecaricature di quello di cui l’uomo, un tempo, ha presocoscienza a mezzo dei sensi. L’osservazione chiaro-veggente scorge l’ambiente del fuoco purificatore po-polato da esseri, la cui vista può riuscire orrida e tre-menda all’occhio spirituale; esseri, per i quali il piace-re par consista solo nella distruzione, e le cui passionisono improntate a male così grande, che quello delmondo fisico è un nulla al confronto. I desideri del ge-nere di quelli descritti, che l’uomo porta seco in quelmondo, sono considerati da quegli esseri come un nu-trimento, per mezzo del quale la loro potenza acquistasempre nuova forza e vigore. La descrizione di un talmondo, invisibile ai sensi, apparirà meno inverosimi-le, se osserveremo con animo scevro da pregiudizi unaparte del mondo animale. Che cosa rappresenta dalpunto di vista spirituale un lupo feroce? Che cosa simanifesta in ciò che i sensi percepiscono, osservando-lo? Null’altro che un’anima che vive nelle passioni enelle quali l’azione è determinata da esse. La formaesteriore del lupo si può chiamare l’incarnazione diquesti desideri. E se l’uomo non avesse organi perpercepire cotal forma, dovrebbe nondimeno ammette-re l’esistenza di un tale essere, quando le passioni diesso si manifestassero invisibilmente soltanto nei loroeffetti, e una forza invisibile si aggirasse all’intorno eproducesse tutto ciò che produce il lupo visibile. Or-bene, gli esseri del fuoco purificatore sono visibili

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organi fisici, può percepire ciò che è di natura spiri-tuale. Questi esseri appariscono come contraffazioni ecaricature di quello di cui l’uomo, un tempo, ha presocoscienza a mezzo dei sensi. L’osservazione chiaro-veggente scorge l’ambiente del fuoco purificatore po-polato da esseri, la cui vista può riuscire orrida e tre-menda all’occhio spirituale; esseri, per i quali il piace-re par consista solo nella distruzione, e le cui passionisono improntate a male così grande, che quello delmondo fisico è un nulla al confronto. I desideri del ge-nere di quelli descritti, che l’uomo porta seco in quelmondo, sono considerati da quegli esseri come un nu-trimento, per mezzo del quale la loro potenza acquistasempre nuova forza e vigore. La descrizione di un talmondo, invisibile ai sensi, apparirà meno inverosimi-le, se osserveremo con animo scevro da pregiudizi unaparte del mondo animale. Che cosa rappresenta dalpunto di vista spirituale un lupo feroce? Che cosa simanifesta in ciò che i sensi percepiscono, osservando-lo? Null’altro che un’anima che vive nelle passioni enelle quali l’azione è determinata da esse. La formaesteriore del lupo si può chiamare l’incarnazione diquesti desideri. E se l’uomo non avesse organi perpercepire cotal forma, dovrebbe nondimeno ammette-re l’esistenza di un tale essere, quando le passioni diesso si manifestassero invisibilmente soltanto nei loroeffetti, e una forza invisibile si aggirasse all’intorno eproducesse tutto ciò che produce il lupo visibile. Or-bene, gli esseri del fuoco purificatore sono visibili

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all’occhio chiaroveggente, ma non all’occhio fisico; laloro azione però risulta evidente e consiste nella di-struzione dell’Io, se questo dà loro nutrimento. Equest’azione diventa chiaramente visibile, quando unpiacere consentito giunge fino all’eccesso e alla disso-lutezza. Perchè ciò che è percettibile ai sensi dovrebbeattrarre l’Io soltanto, in quanto il piacere tragga origi-ne dalla sua natura stessa. L’animale ricerca soltantoquelle cose esteriori che i suoi tre corpi desiderano.L’uomo ha piaceri più alti, perchè ai suoi tre arti cor-porei se ne è aggiunto un quarto; l’Io. Ma se l’Io cercasoddisfazioni dirette non alla conservazione ed allosviluppo della sua natura, ma alla sua distruzione, taletendenza non può provenire nè dall’azione dei suoi trecorpi, nè dalla propria sua natura, ma soltanto da quel-la di entità, la cui forma reale rimane celata ai sensi,ma che possono appunto avvicinarsi nascostamentealla natura superiore dell’Io, ed eccitare in essa desi-deri, non dipendenti dai sensi, ma appagabili solo daorgani sensori. Esistono appunto degli esseri che sinutrono di passioni e desideri di natura peggiore diquelli degli animali, perchè non si esplicano nel cam-po dei sensi, ma si attaccano all’elemento spirituale,abbassandolo al livello di quello. Le forme di tali es-seri appaiono perciò orribili allo sguardo spirituale,più spaventevoli assai delle forme degli animali piùferoci, nei quali s’incarnano soltanto passioni radicatenei sensi; e le forze distruttrici di questi esseri supera-no di molto qualsiasi violenza del mondo animale per-

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all’occhio chiaroveggente, ma non all’occhio fisico; laloro azione però risulta evidente e consiste nella di-struzione dell’Io, se questo dà loro nutrimento. Equest’azione diventa chiaramente visibile, quando unpiacere consentito giunge fino all’eccesso e alla disso-lutezza. Perchè ciò che è percettibile ai sensi dovrebbeattrarre l’Io soltanto, in quanto il piacere tragga origi-ne dalla sua natura stessa. L’animale ricerca soltantoquelle cose esteriori che i suoi tre corpi desiderano.L’uomo ha piaceri più alti, perchè ai suoi tre arti cor-porei se ne è aggiunto un quarto; l’Io. Ma se l’Io cercasoddisfazioni dirette non alla conservazione ed allosviluppo della sua natura, ma alla sua distruzione, taletendenza non può provenire nè dall’azione dei suoi trecorpi, nè dalla propria sua natura, ma soltanto da quel-la di entità, la cui forma reale rimane celata ai sensi,ma che possono appunto avvicinarsi nascostamentealla natura superiore dell’Io, ed eccitare in essa desi-deri, non dipendenti dai sensi, ma appagabili solo daorgani sensori. Esistono appunto degli esseri che sinutrono di passioni e desideri di natura peggiore diquelli degli animali, perchè non si esplicano nel cam-po dei sensi, ma si attaccano all’elemento spirituale,abbassandolo al livello di quello. Le forme di tali es-seri appaiono perciò orribili allo sguardo spirituale,più spaventevoli assai delle forme degli animali piùferoci, nei quali s’incarnano soltanto passioni radicatenei sensi; e le forze distruttrici di questi esseri supera-no di molto qualsiasi violenza del mondo animale per-

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cettibile nell’ambiente terrestre. L’occultismo si trovaperciò costretto a dirigere lo sguardo degli uominiverso un mondo di entità inferiori, sotto molti riguar-di, al mondo visibile degli animali distruttori.

Quando l’uomo dopo la morte ha attraversato ilmondo appunto descritto, si trova di fronte ad unmondo colmo di spiritualità e che crea in lui soltantodesideri appagabili a mezzo di ciò che è spirituale.Però l’uomo distingue anche qui quello che appartienein proprio al suo Io, da quello che costituiscel’ambiente dell’Io, e che si potrebbe anche chiamare ilmondo spirituale esteriore di esso. Ma quello, che eglisperimenta di questo ambiente, affluisce verso di lui,come la percezione del suo proprio Io affluiva a luidurante il suo soggiorno nel corpo. Così, mentre ciòche circonda l’uomo fra nascita e morte gli parla amezzo degli organi dei suoi corpi, il linguaggio delsuo nuovo ambiente penetra direttamente nell’«intimosantuario» dell’Io, allorchè questo si è liberato di tuttii suoi corpi. L’intiero ambiente che circonda l’uomo èora pieno di entità della natura medesima del suo Io,poichè soltanto un Io può entrare in rapporto con unaltro Io. Come durante la vita l’uomo è circondato daminerali, piante e animali, che compongono il mondodei sensi, così dopo la morte egli è circondato da unmondo costituito di entità di natura spirituale. L’uomoperò porta seco in questo mondo qualche cosa che nonfa parte di quell’ambiente: cioè, quello che l’Io hasperimentato nel modo dei sensi. Dapprima, immedia-

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cettibile nell’ambiente terrestre. L’occultismo si trovaperciò costretto a dirigere lo sguardo degli uominiverso un mondo di entità inferiori, sotto molti riguar-di, al mondo visibile degli animali distruttori.

Quando l’uomo dopo la morte ha attraversato ilmondo appunto descritto, si trova di fronte ad unmondo colmo di spiritualità e che crea in lui soltantodesideri appagabili a mezzo di ciò che è spirituale.Però l’uomo distingue anche qui quello che appartienein proprio al suo Io, da quello che costituiscel’ambiente dell’Io, e che si potrebbe anche chiamare ilmondo spirituale esteriore di esso. Ma quello, che eglisperimenta di questo ambiente, affluisce verso di lui,come la percezione del suo proprio Io affluiva a luidurante il suo soggiorno nel corpo. Così, mentre ciòche circonda l’uomo fra nascita e morte gli parla amezzo degli organi dei suoi corpi, il linguaggio delsuo nuovo ambiente penetra direttamente nell’«intimosantuario» dell’Io, allorchè questo si è liberato di tuttii suoi corpi. L’intiero ambiente che circonda l’uomo èora pieno di entità della natura medesima del suo Io,poichè soltanto un Io può entrare in rapporto con unaltro Io. Come durante la vita l’uomo è circondato daminerali, piante e animali, che compongono il mondodei sensi, così dopo la morte egli è circondato da unmondo costituito di entità di natura spirituale. L’uomoperò porta seco in questo mondo qualche cosa che nonfa parte di quell’ambiente: cioè, quello che l’Io hasperimentato nel modo dei sensi. Dapprima, immedia-

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Page 99: La scienza occulta -   · PDF fileno ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma

tamente dopo la morte, quando il corpo eterico era an-cora unito all’Io, il complesso di queste esperienze simanifestò in un quadro mnemonico d’insieme. Il cor-po eterico stesso fu poi deposto, ma di quel quadromnemonico qualche cosa rimase in possesso dell’Io,come sua proprietà permanente.

Come se da tutti gli avvenimenti, da tutte le espe-rienze attraversate dall’uomo fra nascita e morte si ri-cavasse un estratto, una essenza, così si presenta oraciò che rimane all’Io. È il prodotto spirituale dellavita, il frutto di essa. Questo prodotto è di natura spiri-tuale. Contiene tutto quanto di spirituale si manifesta amezzo di sensi; non avrebbe però potuto costituirsisenza la vita del mondo dei sensi. L’Io, dopo la morte,sente che questo frutto spirituale del mondo dei sensiè il suo proprio mondo, è il suo mondo interiore, e cheesso penetra nel mondo costituito da entità, che si ma-nifestano come soltanto il suo Io può manifestare sèstesso nella propria interiorità più intima. Come ilseme di una pianta che è l’essenza della pianta stessasi sviluppa soltanto quando è sepolto in un altro mon-do, cioè nella terra, così quello che l’Io porta con sèdal mondo dei sensi si sviluppa ora come un seme,sotto l’azione dell’ambiente spirituale che ormai lo haaccolto.

La scienza occulta certamente può dare soltantodelle imagini quando deve descrivere ciò che accadein questo «mondo dello Spirito»; però queste imaginipossono essere tali, da presentarsi allo sguardo chiaro-

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tamente dopo la morte, quando il corpo eterico era an-cora unito all’Io, il complesso di queste esperienze simanifestò in un quadro mnemonico d’insieme. Il cor-po eterico stesso fu poi deposto, ma di quel quadromnemonico qualche cosa rimase in possesso dell’Io,come sua proprietà permanente.

Come se da tutti gli avvenimenti, da tutte le espe-rienze attraversate dall’uomo fra nascita e morte si ri-cavasse un estratto, una essenza, così si presenta oraciò che rimane all’Io. È il prodotto spirituale dellavita, il frutto di essa. Questo prodotto è di natura spiri-tuale. Contiene tutto quanto di spirituale si manifesta amezzo di sensi; non avrebbe però potuto costituirsisenza la vita del mondo dei sensi. L’Io, dopo la morte,sente che questo frutto spirituale del mondo dei sensiè il suo proprio mondo, è il suo mondo interiore, e cheesso penetra nel mondo costituito da entità, che si ma-nifestano come soltanto il suo Io può manifestare sèstesso nella propria interiorità più intima. Come ilseme di una pianta che è l’essenza della pianta stessasi sviluppa soltanto quando è sepolto in un altro mon-do, cioè nella terra, così quello che l’Io porta con sèdal mondo dei sensi si sviluppa ora come un seme,sotto l’azione dell’ambiente spirituale che ormai lo haaccolto.

La scienza occulta certamente può dare soltantodelle imagini quando deve descrivere ciò che accadein questo «mondo dello Spirito»; però queste imaginipossono essere tali, da presentarsi allo sguardo chiaro-

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veggente come realtà assoluta, quando esso perseguegli avvenimenti invisibili corrispondenti a quelli visi-bili per l’occhio fisico. Ciò che vi è da descrivere puòessere reso evidente da paragoni col mondo sensibile,perchè, quantunque sia di natura affatto spirituale, as-somiglia, sotto certi, riguardi, al mondo fisico. Come,per esempio, in questo mondo un colore appare, quan-do questo o quell’oggetto colpisce l’occhio, così uncolore si presenta all’Io nel «mondo dello Spirito»,quando un’entità esercita un’azione su di esso; peròquesto colore viene prodotto nello stesso modo comedurante la vita fra nascita e morte, soltanto la perce-zione dell’Io può essere interiormente determinata.Non è come se la luce penetrasse dall’esterno interior-mente nell’uomo, ma come se un altro essere agissedirettamente sull’Io e lo incitasse a rappresentarsi que-sta azione in forma di imagine colorata. Così tutti gliesseri dell’ambiente spirituale dell’Io trovano la loroespressione in un mondo che irradia colori. Poichè talicolori del mondo spirituale hanno origine diversa,essi, ben inteso, hanno anche un carattere alquanto di-verso dai colori fisici. Anche per altre impressioni,che l’uomo riceve nel mondo sensibile, si deve dire lostesso. Le impressioni più somiglianti a quelle delmondo fisico vengono date dai suoni del mondo spiri-tuale. E quanto più l’uomo si familiarizza con questomondo, tanto più esso gli si manifesta come una vitadi per sè stessa animata, che si può paragonare ai suo-ni della realtà sensoria e alla loro armonia. Però egli

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veggente come realtà assoluta, quando esso perseguegli avvenimenti invisibili corrispondenti a quelli visi-bili per l’occhio fisico. Ciò che vi è da descrivere puòessere reso evidente da paragoni col mondo sensibile,perchè, quantunque sia di natura affatto spirituale, as-somiglia, sotto certi, riguardi, al mondo fisico. Come,per esempio, in questo mondo un colore appare, quan-do questo o quell’oggetto colpisce l’occhio, così uncolore si presenta all’Io nel «mondo dello Spirito»,quando un’entità esercita un’azione su di esso; peròquesto colore viene prodotto nello stesso modo comedurante la vita fra nascita e morte, soltanto la perce-zione dell’Io può essere interiormente determinata.Non è come se la luce penetrasse dall’esterno interior-mente nell’uomo, ma come se un altro essere agissedirettamente sull’Io e lo incitasse a rappresentarsi que-sta azione in forma di imagine colorata. Così tutti gliesseri dell’ambiente spirituale dell’Io trovano la loroespressione in un mondo che irradia colori. Poichè talicolori del mondo spirituale hanno origine diversa,essi, ben inteso, hanno anche un carattere alquanto di-verso dai colori fisici. Anche per altre impressioni,che l’uomo riceve nel mondo sensibile, si deve dire lostesso. Le impressioni più somiglianti a quelle delmondo fisico vengono date dai suoni del mondo spiri-tuale. E quanto più l’uomo si familiarizza con questomondo, tanto più esso gli si manifesta come una vitadi per sè stessa animata, che si può paragonare ai suo-ni della realtà sensoria e alla loro armonia. Però egli

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Page 101: La scienza occulta -   · PDF fileno ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma

non sente il suono come qualcosa che colpisce un or-gano dall’esteriore, bensì come una forza, che attra-versa il suo Io e scorre fuori nel mondo. Egli sente ilsuono, come sente nel mondo fisico la propria parola,il proprio canto, con la differenza che ora, nel mondospirituale, egli sa che i suoni emanati da lui sono neltempo stesso la manifestazione di altre entità, le qualisi riversano nel mondo per mezzo di essi. Una manife-stazione di grado ancor più elevato avviene nel «mon-do dello Spirito», quando il suono diventa «Parola spi-rituale». Allora, attraverso l’Io fluisce non soltanto lavita pulsante di un altro essere spirituale, maquell’essere stesso fa partecipare l’Io alla propria inte-riorità. E quando la Parola spirituale irradia nell’Io,due esseri vivono effettivamente l’uno nell’altro, sen-za quella barriera di separazione, che deve esisteresempre in ogni unione del mondo fisico. E veramente,dopo la morte questa è la natura dell’unione dell’Iocon altri esseri spirituali.

Nel mondo spirituale vi sono tre regioni, che si pos-sono paragonare a tre parti del mondo fisico dei sensi.La prima regione è, in certo qual modo, la «terra fer-ma» del mondo spirituale; la seconda, la regione delmare e dei fiumi, e la terza la regione atmosferica. –Quello che sulla Terra assume forma fisica, in guisada poter essere percepito a mezzo di organi fisici, vienpercepito, nella sua essenza spirituale, nella prima re-gione del «mondo dello Spirito». In esso, per esempio,si potrà vedere la forza che plasma la forma di un cri-

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non sente il suono come qualcosa che colpisce un or-gano dall’esteriore, bensì come una forza, che attra-versa il suo Io e scorre fuori nel mondo. Egli sente ilsuono, come sente nel mondo fisico la propria parola,il proprio canto, con la differenza che ora, nel mondospirituale, egli sa che i suoni emanati da lui sono neltempo stesso la manifestazione di altre entità, le qualisi riversano nel mondo per mezzo di essi. Una manife-stazione di grado ancor più elevato avviene nel «mon-do dello Spirito», quando il suono diventa «Parola spi-rituale». Allora, attraverso l’Io fluisce non soltanto lavita pulsante di un altro essere spirituale, maquell’essere stesso fa partecipare l’Io alla propria inte-riorità. E quando la Parola spirituale irradia nell’Io,due esseri vivono effettivamente l’uno nell’altro, sen-za quella barriera di separazione, che deve esisteresempre in ogni unione del mondo fisico. E veramente,dopo la morte questa è la natura dell’unione dell’Iocon altri esseri spirituali.

Nel mondo spirituale vi sono tre regioni, che si pos-sono paragonare a tre parti del mondo fisico dei sensi.La prima regione è, in certo qual modo, la «terra fer-ma» del mondo spirituale; la seconda, la regione delmare e dei fiumi, e la terza la regione atmosferica. –Quello che sulla Terra assume forma fisica, in guisada poter essere percepito a mezzo di organi fisici, vienpercepito, nella sua essenza spirituale, nella prima re-gione del «mondo dello Spirito». In esso, per esempio,si potrà vedere la forza che plasma la forma di un cri-

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stallo. Si manifesta però tutto il contrario di ciò cheappare alla visione sensoria. Lo spazio, che nel mondodei sensi è riempito da un masso di pietra, si presentaallo sguardo spirituale come uno spazio vuoto; ma in-torno ad esso si vede la forza che elabora la forma del-la pietra. Il colore che una pietra ha nel mondo fisicosi manifesta nel mondo spirituale nel suo colore com-plementare; così una pietra rossa ci appare verde nelmondo spirituale; una pietra verde ci appare rossa, evia di seguito. Anche le altre proprietà appariscononei loro contrari. Come le pietre, le masse di terra e si-mili compongono la «terra ferma», la «regione conti-nentale» del mondo fisico, così le formazioni che ab-biamo descritte costituiscono la «terra, ferma» delmondo spirituale. – Tutto ciò che il mondo dei sensicontiene in sè come vita, costituisce la «regione delmare» del mondo spirituale. All’occhio fisico la vita sipalesa nelle sue manifestazioni, cioè nelle piante, ne-gli animali e negli uomini. Per l’occhio spirituale lavita è un’essenza fluente, simile ai mari e ai fiumi, chesi diffonde nella regione spirituale. Paragone più esat-to è quello con la circolazione del sangue nel corpo,poichè, mentre i mari ed i fiumi del mondo fisico ciappariscono distribuiti irregolarmente, una certa qualregolarità regna nella distribuzione della vita fluentedel mondo spirituale, come per la circolazione delsangue nel corpo. Questa «vita fluente» appunto è per-cepita ad un tempo come suono spirituale.

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stallo. Si manifesta però tutto il contrario di ciò cheappare alla visione sensoria. Lo spazio, che nel mondodei sensi è riempito da un masso di pietra, si presentaallo sguardo spirituale come uno spazio vuoto; ma in-torno ad esso si vede la forza che elabora la forma del-la pietra. Il colore che una pietra ha nel mondo fisicosi manifesta nel mondo spirituale nel suo colore com-plementare; così una pietra rossa ci appare verde nelmondo spirituale; una pietra verde ci appare rossa, evia di seguito. Anche le altre proprietà appariscononei loro contrari. Come le pietre, le masse di terra e si-mili compongono la «terra ferma», la «regione conti-nentale» del mondo fisico, così le formazioni che ab-biamo descritte costituiscono la «terra, ferma» delmondo spirituale. – Tutto ciò che il mondo dei sensicontiene in sè come vita, costituisce la «regione delmare» del mondo spirituale. All’occhio fisico la vita sipalesa nelle sue manifestazioni, cioè nelle piante, ne-gli animali e negli uomini. Per l’occhio spirituale lavita è un’essenza fluente, simile ai mari e ai fiumi, chesi diffonde nella regione spirituale. Paragone più esat-to è quello con la circolazione del sangue nel corpo,poichè, mentre i mari ed i fiumi del mondo fisico ciappariscono distribuiti irregolarmente, una certa qualregolarità regna nella distribuzione della vita fluentedel mondo spirituale, come per la circolazione delsangue nel corpo. Questa «vita fluente» appunto è per-cepita ad un tempo come suono spirituale.

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Terza regione del mondo dello spirito è quella dellasua «atmosfera». Ciò che nel mondo fisico si presentacome sensazione esiste pure nella regione spiritualepervadendola intieramente, come l’aria sulla terra.Dobbiamo raffigurarci un mare agitato di sensazioni.Dolore e tristezza, gioia ed estasi scorrono violente-mente in questa regione, come il vento e la tempestanell’atmosfera del mondo fisico. Si pensi ad una batta-glia che si combatte sulla terra. Vi si trovano di frontenon soltanto semplici forme umane che l’occhio fisicopuò vedere, ma sentimenti contro sentimenti, passionicontro passioni; il campo di battaglia è riempito disofferenze, come lo è di forme umane. Tutto ciò chein esso vive come passioni, come dolore, come gioiadi vittoria non vi esiste soltanto nei suoi effetti percet-tibili ai sensi, ma può rivelarsi ai sensi spirituali comeprocesso dell’atmosfera del mondo spirituale. Tale av-venimento è nell’ambiente spirituale come una tempe-sta del mondo fisico. E la percezione di tale avveni-mento si può paragonare alla percezione auditiva dellaparola nel mondo fisico. Perciò si dice: Come l’ariaavviluppa e pervade gli esseri terrestri, così la «flut-tuante parola spirituale» avviluppa e pervade gli esseried i processi del mondo spirituale.

È pure possibile fare delle altre osservazioni in que-sto mondo spirituale. Vi si trova anche qualche cosache si può paragonare al calore ed alla luce del mondofisico. È il mondo stesso del pensiero quello che com-penetra tutto il mondo spirituale, così come il calore

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Terza regione del mondo dello spirito è quella dellasua «atmosfera». Ciò che nel mondo fisico si presentacome sensazione esiste pure nella regione spiritualepervadendola intieramente, come l’aria sulla terra.Dobbiamo raffigurarci un mare agitato di sensazioni.Dolore e tristezza, gioia ed estasi scorrono violente-mente in questa regione, come il vento e la tempestanell’atmosfera del mondo fisico. Si pensi ad una batta-glia che si combatte sulla terra. Vi si trovano di frontenon soltanto semplici forme umane che l’occhio fisicopuò vedere, ma sentimenti contro sentimenti, passionicontro passioni; il campo di battaglia è riempito disofferenze, come lo è di forme umane. Tutto ciò chein esso vive come passioni, come dolore, come gioiadi vittoria non vi esiste soltanto nei suoi effetti percet-tibili ai sensi, ma può rivelarsi ai sensi spirituali comeprocesso dell’atmosfera del mondo spirituale. Tale av-venimento è nell’ambiente spirituale come una tempe-sta del mondo fisico. E la percezione di tale avveni-mento si può paragonare alla percezione auditiva dellaparola nel mondo fisico. Perciò si dice: Come l’ariaavviluppa e pervade gli esseri terrestri, così la «flut-tuante parola spirituale» avviluppa e pervade gli esseried i processi del mondo spirituale.

È pure possibile fare delle altre osservazioni in que-sto mondo spirituale. Vi si trova anche qualche cosache si può paragonare al calore ed alla luce del mondofisico. È il mondo stesso del pensiero quello che com-penetra tutto il mondo spirituale, così come il calore

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compenetra gli esseri e le cose sulla terra; però i pen-sieri bisogna rappresentarseli come esseri viventi e in-dipendenti. Ciò che l’uomo considera e chiama pen-siero nel mondo manifesto non è che l’ombra di ciòche vive nel mondo dello Spirito come entità-pensie-ro. Immaginate il pensiero quale esiste negli uomini,costituito al di fuori di essi come entità attiva, dotatadi vita interiore propria, e avrete una debole imaginedi ciò che riempie la quarta regione del mondo dellospirito. Ciò che l’uomo percepisce come «pensiero»nel suo mondo fisico, fra nascita e morte, non è che lamanifestazione del mondo del pensiero, così comeesso può foggiarsi per mezzo degli strumenti del cor-po. Ma tutti quei pensieri che l’uomo alberga in sè,che importano un arricchimento per il mondo fisico,traggono origine da questa regione; non occorre chesiano unicamente quelli di grandi inventori o di uomi-ni di genio: ogni uomo può avere «idee» di cui non vadebitore unicamente al mondo esteriore, ma con lequali, anzi, egli lo trasforma. I sentimenti e le passionisuscitate dal mondo esteriore sono percettibili nellaterza regione del mondo dello Spirito; ma tutto ciò chepuò vivere nell’anima umana, per modo che l’uomo sirenda capace di creare e di trasformare e fecondare ilproprio ambiente, si manifesta nella sua forma origi-naria ed essenziale nella quarta regione del mondospirituale. Ciò che si trova nella quinta regione si puòparagonare alla luce fisica. Nella sua forma archetipoè «Saggezza» in manifestazione. Appartengono a que-

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compenetra gli esseri e le cose sulla terra; però i pen-sieri bisogna rappresentarseli come esseri viventi e in-dipendenti. Ciò che l’uomo considera e chiama pen-siero nel mondo manifesto non è che l’ombra di ciòche vive nel mondo dello Spirito come entità-pensie-ro. Immaginate il pensiero quale esiste negli uomini,costituito al di fuori di essi come entità attiva, dotatadi vita interiore propria, e avrete una debole imaginedi ciò che riempie la quarta regione del mondo dellospirito. Ciò che l’uomo percepisce come «pensiero»nel suo mondo fisico, fra nascita e morte, non è che lamanifestazione del mondo del pensiero, così comeesso può foggiarsi per mezzo degli strumenti del cor-po. Ma tutti quei pensieri che l’uomo alberga in sè,che importano un arricchimento per il mondo fisico,traggono origine da questa regione; non occorre chesiano unicamente quelli di grandi inventori o di uomi-ni di genio: ogni uomo può avere «idee» di cui non vadebitore unicamente al mondo esteriore, ma con lequali, anzi, egli lo trasforma. I sentimenti e le passionisuscitate dal mondo esteriore sono percettibili nellaterza regione del mondo dello Spirito; ma tutto ciò chepuò vivere nell’anima umana, per modo che l’uomo sirenda capace di creare e di trasformare e fecondare ilproprio ambiente, si manifesta nella sua forma origi-naria ed essenziale nella quarta regione del mondospirituale. Ciò che si trova nella quinta regione si puòparagonare alla luce fisica. Nella sua forma archetipoè «Saggezza» in manifestazione. Appartengono a que-

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sta regione esseri, che irradiano saggezza nel loro am-biente, come il sole su gli esseri del mondo fisico.Quello che viene illuminato da questa saggezza si pa-lesa nel suo vero senso e importanza per il mondo spi-rituale, come un oggetto fisico palesa alla luce il suocolore. Esistono poi regioni ancora più elevate nelmondo dello Spirito, che verranno descritte nel corsodi quest’opera.

Dopo la morte, l’Io si trova immerso in quel mon-do, assieme al frutto di ciò che porta con sè della vitadei sensi. E questo frutto è ancora unito alla parte delcorpo astrale che non è stata abbandonata al terminedel periodo di purificazione; mentre si distacca soloquella, che dopo la morte ha desideri e aspirazioni ri-volti alla vita fisica. L’immersione dell’Io nel mondospirituale, unitamente a ciò che esso ha acquistato amezzo della vita nel mondo fisico, si può paragonareall’immersione di un seme nel terreno che dovrà farlomaturare. Come il seme trae sostanza e forza da quan-to lo circonda per potersi sviluppare in una piantanuova, allo stesso modo l’Io, impiantato nel mondospirituale, cresce e si sviluppa. – In quello che un or-gano percepisce risiede anche nascostamente la forza,per mezzo della quale l’organo stesso vien formato.L’occhio percepisce la luce, ma se la luce non esistes-se non esisterebbe neanche l’occhio. Gli esseri chetrascorrono la vita nell’oscurità non sviluppano gli or-gani visivi. Così l’intiero corpo dell’uomo vien costi-tuito dalle forze nascoste in ciò che gli organi del cor-

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sta regione esseri, che irradiano saggezza nel loro am-biente, come il sole su gli esseri del mondo fisico.Quello che viene illuminato da questa saggezza si pa-lesa nel suo vero senso e importanza per il mondo spi-rituale, come un oggetto fisico palesa alla luce il suocolore. Esistono poi regioni ancora più elevate nelmondo dello Spirito, che verranno descritte nel corsodi quest’opera.

Dopo la morte, l’Io si trova immerso in quel mon-do, assieme al frutto di ciò che porta con sè della vitadei sensi. E questo frutto è ancora unito alla parte delcorpo astrale che non è stata abbandonata al terminedel periodo di purificazione; mentre si distacca soloquella, che dopo la morte ha desideri e aspirazioni ri-volti alla vita fisica. L’immersione dell’Io nel mondospirituale, unitamente a ciò che esso ha acquistato amezzo della vita nel mondo fisico, si può paragonareall’immersione di un seme nel terreno che dovrà farlomaturare. Come il seme trae sostanza e forza da quan-to lo circonda per potersi sviluppare in una piantanuova, allo stesso modo l’Io, impiantato nel mondospirituale, cresce e si sviluppa. – In quello che un or-gano percepisce risiede anche nascostamente la forza,per mezzo della quale l’organo stesso vien formato.L’occhio percepisce la luce, ma se la luce non esistes-se non esisterebbe neanche l’occhio. Gli esseri chetrascorrono la vita nell’oscurità non sviluppano gli or-gani visivi. Così l’intiero corpo dell’uomo vien costi-tuito dalle forze nascoste in ciò che gli organi del cor-

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po percepiscono. Il corpo fisico è formato dalle forzedel mondo fisico, il corpo eterico dalle forze del mon-do vitale, e il corpo astrale è elaborato dal mondoastrale. Quando l’Io dunque vien trasferito nel mondodello Spirito si trova a contatto proprio con quelle for-ze che rimangono nascoste alla percezione fisica. Nel-la prima regione del mondo dello Spirito diventano vi-sibili le entità spirituali che circondano semprel’uomo, e che hanno anche costruito il suo corpo fisi-co. Nel mondo fisico l’uomo non percepisce altro chele manifestazioni di quelle forze spirituali, che hannocostituito il suo proprio corpo fisico. Dopo la morteegli si trova appunto in mezzo a queste forze plasma-trici, le quali, prima nascoste, gli si rivelano ora nellaloro vera forma. Così pure, nella seconda regione eglista in mezzo alle forze che formavano il suo corpoeterico; nella terza regione, poi, affluiscono verso dilui le forze che hanno costituito il suo corpo astrale.Anche le regioni più elevate del mondo spirituale fan-no affluire verso di lui ciò che ha contribuito alla suaformazione per la vita fra nascita e morte.

Queste entità del mondo spirituale lavorano ora uni-tamente a ciò che l’uomo ha portato con sè come frut-to della vita anteriore, e che diventa ora un germe. Permezzo di questa cooperazione, l’uomo viene anzituttocostituito di nuovo come essere spirituale. Durante ilsonno il corpo fisico e il corpo eterico sono ancorapresenti; il corpo astrale e l’Io si trovano al di fuori diquei due corpi, ma ancora con essi collegati, e ciò che

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po percepiscono. Il corpo fisico è formato dalle forzedel mondo fisico, il corpo eterico dalle forze del mon-do vitale, e il corpo astrale è elaborato dal mondoastrale. Quando l’Io dunque vien trasferito nel mondodello Spirito si trova a contatto proprio con quelle for-ze che rimangono nascoste alla percezione fisica. Nel-la prima regione del mondo dello Spirito diventano vi-sibili le entità spirituali che circondano semprel’uomo, e che hanno anche costruito il suo corpo fisi-co. Nel mondo fisico l’uomo non percepisce altro chele manifestazioni di quelle forze spirituali, che hannocostituito il suo proprio corpo fisico. Dopo la morteegli si trova appunto in mezzo a queste forze plasma-trici, le quali, prima nascoste, gli si rivelano ora nellaloro vera forma. Così pure, nella seconda regione eglista in mezzo alle forze che formavano il suo corpoeterico; nella terza regione, poi, affluiscono verso dilui le forze che hanno costituito il suo corpo astrale.Anche le regioni più elevate del mondo spirituale fan-no affluire verso di lui ciò che ha contribuito alla suaformazione per la vita fra nascita e morte.

Queste entità del mondo spirituale lavorano ora uni-tamente a ciò che l’uomo ha portato con sè come frut-to della vita anteriore, e che diventa ora un germe. Permezzo di questa cooperazione, l’uomo viene anzituttocostituito di nuovo come essere spirituale. Durante ilsonno il corpo fisico e il corpo eterico sono ancorapresenti; il corpo astrale e l’Io si trovano al di fuori diquei due corpi, ma ancora con essi collegati, e ciò che

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durante tale stato possono ricevere come influsso delmondo spirituale può servire soltanto a ripristinare leforze esaurite durante la veglia. Ma quando sono statideposti il corpo fisico e il corpo eterico, e, dopo la pu-rificazione, anche quella parte del corpo astrale che èrivolta verso i desideri del mondo fisico, allora tuttociò che dal mondo spirituale fluisce verso l’Io esercitaun’azione, non soltanto di miglioramento, ma anche diriorganizzazione. E dopo un determinato tempo, di cuiparleremo più oltre in questo libro, si foggia intornoall’Io un nuovo corpo astrale, atto ad abitare un corpoeterico e un corpo fisico simile a quello che è propriodell’uomo fra nascita e morte. L’uomo può passareper una nuova nascita e riapparire in una nuova esi-stenza terrestre, in cui è incorporato però il fruttodell’esistenza antecedente. Finchè è in corso la forma-zione del corpo astrale, l’uomo assiste come testimo-nio a questa sua ricostituzione; perchè le forze delmondo spirituale non gli si manifestano a mezzo di or-gani esteriori, bensì interiormente, come il proprio Ionell’autocoscienza; così egli può percepire queste ma-nifestazioni, fintanto che i suoi sensi non siano ancorarivolti verso un mondo esteriore di percezione. Dalmomento in cui il corpo astrale si è costituito nuova-mente questo senso però si volge verso l’esteriore. Ilcorpo astrale richiede ormai di nuovo un corpo etericoesteriore e un corpo fisico; così esso si distoglie dallemanifestazioni dell’interiorità. Si presenta perciò orauno stato intermedio, durante il quale l’uomo cade

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durante tale stato possono ricevere come influsso delmondo spirituale può servire soltanto a ripristinare leforze esaurite durante la veglia. Ma quando sono statideposti il corpo fisico e il corpo eterico, e, dopo la pu-rificazione, anche quella parte del corpo astrale che èrivolta verso i desideri del mondo fisico, allora tuttociò che dal mondo spirituale fluisce verso l’Io esercitaun’azione, non soltanto di miglioramento, ma anche diriorganizzazione. E dopo un determinato tempo, di cuiparleremo più oltre in questo libro, si foggia intornoall’Io un nuovo corpo astrale, atto ad abitare un corpoeterico e un corpo fisico simile a quello che è propriodell’uomo fra nascita e morte. L’uomo può passareper una nuova nascita e riapparire in una nuova esi-stenza terrestre, in cui è incorporato però il fruttodell’esistenza antecedente. Finchè è in corso la forma-zione del corpo astrale, l’uomo assiste come testimo-nio a questa sua ricostituzione; perchè le forze delmondo spirituale non gli si manifestano a mezzo di or-gani esteriori, bensì interiormente, come il proprio Ionell’autocoscienza; così egli può percepire queste ma-nifestazioni, fintanto che i suoi sensi non siano ancorarivolti verso un mondo esteriore di percezione. Dalmomento in cui il corpo astrale si è costituito nuova-mente questo senso però si volge verso l’esteriore. Ilcorpo astrale richiede ormai di nuovo un corpo etericoesteriore e un corpo fisico; così esso si distoglie dallemanifestazioni dell’interiorità. Si presenta perciò orauno stato intermedio, durante il quale l’uomo cade

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nell’incoscienza. La coscienza può risorgere nel mon-do fisico soltanto dopo formati gli organi necessari perla percezione fisica. Durante il tempo, in cui la co-scienza rischiarata dalla percezione interiore finisce diagire, il nuovo corpo eterico comincia a collegarsi alcorpo astrale e l’uomo può nuovamente entrare in uncorpo fisico. Potrebbe prender parte cosciente ad untale processo di collegamento soltanto un Io, il qualedalle forze creatrici nascoste nel corpo eterico e nelcorpo fisico avesse costituito, lo Spirito Vitale el’Uomo, Spirito. Finchè l’uomo non sia giunto a tanto,altre entità, più di lui progredite nella loro evoluzione,debbono compiere questa unione. Il corpo astrale vienguidato da tali entità verso una coppia di genitori, chepotrà fornirgli il corpo eterico e il corpo fisico adatto.Prima che si compia il collegamento del corpo eterico,qualcosa di straordinariamente importante si verificaper l’uomo che è sul punto di entrare nuovamentenell’esistenza fisica. L’uomo ha creato durante la suavita precedente delle forze disturbatrici, che gli sisono palesate durante il viaggio a ritroso effettuatosidopo la morte. Ricorriamo all’esempio già citato,cioè, dell’uomo, che nel quarantesimo anno della suavita precedente abbia cagionato in un impulso di col-lera dolore a qualcuno. Dopo la morte questo dolorealtrui li si para dinanzi, come una forza contrastanteallo sviluppo del suo proprio Io. E così è per tutti icasi simili della sua vita precedente. Al suo rientrarenella vita fisica questi impedimenti all’evoluzione si

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nell’incoscienza. La coscienza può risorgere nel mon-do fisico soltanto dopo formati gli organi necessari perla percezione fisica. Durante il tempo, in cui la co-scienza rischiarata dalla percezione interiore finisce diagire, il nuovo corpo eterico comincia a collegarsi alcorpo astrale e l’uomo può nuovamente entrare in uncorpo fisico. Potrebbe prender parte cosciente ad untale processo di collegamento soltanto un Io, il qualedalle forze creatrici nascoste nel corpo eterico e nelcorpo fisico avesse costituito, lo Spirito Vitale el’Uomo, Spirito. Finchè l’uomo non sia giunto a tanto,altre entità, più di lui progredite nella loro evoluzione,debbono compiere questa unione. Il corpo astrale vienguidato da tali entità verso una coppia di genitori, chepotrà fornirgli il corpo eterico e il corpo fisico adatto.Prima che si compia il collegamento del corpo eterico,qualcosa di straordinariamente importante si verificaper l’uomo che è sul punto di entrare nuovamentenell’esistenza fisica. L’uomo ha creato durante la suavita precedente delle forze disturbatrici, che gli sisono palesate durante il viaggio a ritroso effettuatosidopo la morte. Ricorriamo all’esempio già citato,cioè, dell’uomo, che nel quarantesimo anno della suavita precedente abbia cagionato in un impulso di col-lera dolore a qualcuno. Dopo la morte questo dolorealtrui li si para dinanzi, come una forza contrastanteallo sviluppo del suo proprio Io. E così è per tutti icasi simili della sua vita precedente. Al suo rientrarenella vita fisica questi impedimenti all’evoluzione si

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presentano nuovamente dinanzi all’Io. Come al so-praggiungere della morte si presenta all’Io umano unaspecie imagine mnemonica, così ora si presenta adesso un’imagine della vita da venire. L’uomo vedenuovamente un’imagine la quale gli palesa ormai tuttigli ostacoli che egli dovrà superare, se vuol progredirenella sua evoluzione. E ciò che egli vede in tal mododiventa il punto di partenza di forze, che l’uomo deveprendere seco nella nuova vita. L’imagine del doloreinflitto ad altri diventa una forza, che spinge l’Io,quando ritorna nella vita, a rimediare a questo dolore.La vita precedente esercita così una azione determi-nante sulla nuova vita. Le cause delle azioni dellanuova vita si trovano in certo qual modo nella vitaprecedente. Questa legittima correlazione fra la passa-ta esistenza e quella nuova costituisce la «Legge delDestino», che noi indichiamo generalmente col nomedi «Karma», nome tratto dalla sapienza orientale.

La costituzione di un nuovo insieme di corpi non èperò la sola attività che incombe all’uomo fra la mortee una nuova nascita. Mentre questa costituzione sicompie, l’uomo vive al di fuori del mondo fisico, cheintanto procede più oltre nella propria evoluzione. Inperiodi di tempo relativamente brevi la Terra cambiadi aspetto. Come apparivano alcune migliaia di annior sono le regioni che costituiscono oggi la Germania?Quando l’uomo inizia una nuova esistenza sulla Terra,questa, in regola generale, non presenta mai il medesi-mo aspetto che aveva durante la sua vita precedente.

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presentano nuovamente dinanzi all’Io. Come al so-praggiungere della morte si presenta all’Io umano unaspecie imagine mnemonica, così ora si presenta adesso un’imagine della vita da venire. L’uomo vedenuovamente un’imagine la quale gli palesa ormai tuttigli ostacoli che egli dovrà superare, se vuol progredirenella sua evoluzione. E ciò che egli vede in tal mododiventa il punto di partenza di forze, che l’uomo deveprendere seco nella nuova vita. L’imagine del doloreinflitto ad altri diventa una forza, che spinge l’Io,quando ritorna nella vita, a rimediare a questo dolore.La vita precedente esercita così una azione determi-nante sulla nuova vita. Le cause delle azioni dellanuova vita si trovano in certo qual modo nella vitaprecedente. Questa legittima correlazione fra la passa-ta esistenza e quella nuova costituisce la «Legge delDestino», che noi indichiamo generalmente col nomedi «Karma», nome tratto dalla sapienza orientale.

La costituzione di un nuovo insieme di corpi non èperò la sola attività che incombe all’uomo fra la mortee una nuova nascita. Mentre questa costituzione sicompie, l’uomo vive al di fuori del mondo fisico, cheintanto procede più oltre nella propria evoluzione. Inperiodi di tempo relativamente brevi la Terra cambiadi aspetto. Come apparivano alcune migliaia di annior sono le regioni che costituiscono oggi la Germania?Quando l’uomo inizia una nuova esistenza sulla Terra,questa, in regola generale, non presenta mai il medesi-mo aspetto che aveva durante la sua vita precedente.

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Mentre egli è stato assente tutto ciò che poteva tra-sformarsi si è cambiato. In queste trasformazionidell’aspetto della Terra agiscono pure forze nascoste,che esercitano la loro azione da quel mondo, in cuil’uomo si trova dopo la morte. L’uomo stesso devecollaborare a queste trasformazioni della Terra, e puòfar ciò soltanto sotto la direzione di entità superiori,finchè con la costituzione dello Spirito vitale edell’Uomo Spirito egli non abbia acquistato la cono-scenza chiara del rapporto fra lo spirituale e la suaespressione nel fisico. Egli collabora però alle trasfor-mazioni delle condizioni terrestri. Si può dire che du-rante il tempo fra morte e rinascita l’uomo trasformala Terra per modo, che le condizioni di questa si ac-cordino con quello che egli stesso ha sviluppato in sè.Se osserviamo in un determinato momento uno spe-ciale punto della Terra e torniamo poi ad osservarlodopo molto tempo, lo troveremo completamente cam-biato; le forze che hanno prodotto quei cambiamenti sitrovano nell’ambiente dei morti. In tal modo anche framorte e rinascita gli uomini si trovano in connessionecon la Terra. L’osservazione chiaroveggente vede intutta l’esistenza fisica la manifestazione di una spiri-tualità nascosta. Per l’osservazione fisica è la luce delsole, i cambiamenti di clima, ecc., che producono lemodificazioni della Terra. Per l’osservazione chiaro-veggente, invece, è la forza degli uomini morti, cheagisce nel raggio di luce che dal sole cade sulla pianta.Il chiaroveggente vede le anime umane aleggiare sulle

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Mentre egli è stato assente tutto ciò che poteva tra-sformarsi si è cambiato. In queste trasformazionidell’aspetto della Terra agiscono pure forze nascoste,che esercitano la loro azione da quel mondo, in cuil’uomo si trova dopo la morte. L’uomo stesso devecollaborare a queste trasformazioni della Terra, e puòfar ciò soltanto sotto la direzione di entità superiori,finchè con la costituzione dello Spirito vitale edell’Uomo Spirito egli non abbia acquistato la cono-scenza chiara del rapporto fra lo spirituale e la suaespressione nel fisico. Egli collabora però alle trasfor-mazioni delle condizioni terrestri. Si può dire che du-rante il tempo fra morte e rinascita l’uomo trasformala Terra per modo, che le condizioni di questa si ac-cordino con quello che egli stesso ha sviluppato in sè.Se osserviamo in un determinato momento uno spe-ciale punto della Terra e torniamo poi ad osservarlodopo molto tempo, lo troveremo completamente cam-biato; le forze che hanno prodotto quei cambiamenti sitrovano nell’ambiente dei morti. In tal modo anche framorte e rinascita gli uomini si trovano in connessionecon la Terra. L’osservazione chiaroveggente vede intutta l’esistenza fisica la manifestazione di una spiri-tualità nascosta. Per l’osservazione fisica è la luce delsole, i cambiamenti di clima, ecc., che producono lemodificazioni della Terra. Per l’osservazione chiaro-veggente, invece, è la forza degli uomini morti, cheagisce nel raggio di luce che dal sole cade sulla pianta.Il chiaroveggente vede le anime umane aleggiare sulle

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Page 111: La scienza occulta -   · PDF fileno ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma

piante, trasformare il suolo ed altre cose simili. Dopola morte l’uomo non si occupa soltanto di sè stesso edella preparazione alla nuova sua vita. Egli ha il com-pito di lavorare spiritualmente per il mondo esteriore,così come durante il periodo fra nascita e morte avevail compito di lavorare fisicamente.

La vita degli uomini nel mondo spirituale influiscesulle condizioni del mondo fisico, ma a sua volta an-che l’attività della esistenza esercita la sua azione sulmondo spirituale. Un esempio potrà illustrare quantoaccade a questo riguardo. Un legame di affetto esistefra madre e figlio. Questo affetto emana dalla recipro-ca attrazione, che ha radice nelle forze del mondo deisensi. Ma nel corso del tempo l’affetto si trasforma, eil legame fisico si evolve a legame spirituale, il qualenon è intessuto soltanto per il mondo fisico, ma ancheper il mondo dello Spirito. Ciò si verifica ugualmentein altre circostanze simili. Quello che nel mondo fisi-co è stato intessuto da entità spirituali permane nelmondo spirituale. Amici, che durante la vita furonointimamente legati, si ritrovano nel mondo spirituale,e dopo l’abbandono del corpo la loro unione è anchepiù intima che nella vita fisica. Difatti, come spiriti,essi si manifestano l’uno all’altro per la via dell’inte-riorità nel modo già descritto, e che è proprio alle enti-tà spirituali, un legame siffatto intessuto fra due uomi-ni li riconduce insieme anche in una nuova vita. Nelvero senso della parola possiamo dunque dire, che gliuomini si ritrovano dopo la morte.

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piante, trasformare il suolo ed altre cose simili. Dopola morte l’uomo non si occupa soltanto di sè stesso edella preparazione alla nuova sua vita. Egli ha il com-pito di lavorare spiritualmente per il mondo esteriore,così come durante il periodo fra nascita e morte avevail compito di lavorare fisicamente.

La vita degli uomini nel mondo spirituale influiscesulle condizioni del mondo fisico, ma a sua volta an-che l’attività della esistenza esercita la sua azione sulmondo spirituale. Un esempio potrà illustrare quantoaccade a questo riguardo. Un legame di affetto esistefra madre e figlio. Questo affetto emana dalla recipro-ca attrazione, che ha radice nelle forze del mondo deisensi. Ma nel corso del tempo l’affetto si trasforma, eil legame fisico si evolve a legame spirituale, il qualenon è intessuto soltanto per il mondo fisico, ma ancheper il mondo dello Spirito. Ciò si verifica ugualmentein altre circostanze simili. Quello che nel mondo fisi-co è stato intessuto da entità spirituali permane nelmondo spirituale. Amici, che durante la vita furonointimamente legati, si ritrovano nel mondo spirituale,e dopo l’abbandono del corpo la loro unione è anchepiù intima che nella vita fisica. Difatti, come spiriti,essi si manifestano l’uno all’altro per la via dell’inte-riorità nel modo già descritto, e che è proprio alle enti-tà spirituali, un legame siffatto intessuto fra due uomi-ni li riconduce insieme anche in una nuova vita. Nelvero senso della parola possiamo dunque dire, che gliuomini si ritrovano dopo la morte.

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Tutto ciò che si è verificato per l’uomo fra nascita emorte, e poi fra la morte e una nuova nascita, si ripete.L’uomo torna sempre di nuovo sulla Terra, quando ilfrutto che egli ha acquistato durante un’esistenza fisi-ca è giunto a maturazione nel mondo spirituale. Nonsi tratta però di una ripetizione senza principio e senzafine. L’uomo è pervenuto da altre forme di esistenza aquella che ora descriviamo, e passerà nuovamente al-tre forme nell’avvenire. Avremo un’idea di questi statitransitori, quando in seguito descriveremo dal puntodi vista della scienza occulta l’evoluzione dell’univer-so in rapporto a quella dell’uomo.

I processi che si svolgono fra la morte e una nuovanascita riescono naturalmente ancora più occulti perl’osservazione dei sensi esteriori, di quanto non lo siala spiritualità, che serve di base all’esistenza manife-sta fra nascita e morte. L’osservazione dei sensi puòvedere l’azione di quella parte del mondo solo là doveessa si manifesta nell’esistenza fisica. Si potrebbe do-mandare a questo proposito, se l’uomo, il quale attra-verso la nascita entra nell’esistenza, porti seco qual-che cosa di quei processi descritti dalla scienza occul-ta, i quali si svolgono fra la morte che precede l’ulti-ma nascita e la nascita stessa. Quando si trova il gu-scio di una conchiglia, in cui non resti traccia dell’ani-male, si dovrà ciò malgrado ammettere, che tale gu-scio fu formato dall’attività dell’animale, ne si potràcredere, che esso si sia plasmato in quella sua formaunicamente per mezzo di forze fisiche. Allo stesso

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Tutto ciò che si è verificato per l’uomo fra nascita emorte, e poi fra la morte e una nuova nascita, si ripete.L’uomo torna sempre di nuovo sulla Terra, quando ilfrutto che egli ha acquistato durante un’esistenza fisi-ca è giunto a maturazione nel mondo spirituale. Nonsi tratta però di una ripetizione senza principio e senzafine. L’uomo è pervenuto da altre forme di esistenza aquella che ora descriviamo, e passerà nuovamente al-tre forme nell’avvenire. Avremo un’idea di questi statitransitori, quando in seguito descriveremo dal puntodi vista della scienza occulta l’evoluzione dell’univer-so in rapporto a quella dell’uomo.

I processi che si svolgono fra la morte e una nuovanascita riescono naturalmente ancora più occulti perl’osservazione dei sensi esteriori, di quanto non lo siala spiritualità, che serve di base all’esistenza manife-sta fra nascita e morte. L’osservazione dei sensi puòvedere l’azione di quella parte del mondo solo là doveessa si manifesta nell’esistenza fisica. Si potrebbe do-mandare a questo proposito, se l’uomo, il quale attra-verso la nascita entra nell’esistenza, porti seco qual-che cosa di quei processi descritti dalla scienza occul-ta, i quali si svolgono fra la morte che precede l’ulti-ma nascita e la nascita stessa. Quando si trova il gu-scio di una conchiglia, in cui non resti traccia dell’ani-male, si dovrà ciò malgrado ammettere, che tale gu-scio fu formato dall’attività dell’animale, ne si potràcredere, che esso si sia plasmato in quella sua formaunicamente per mezzo di forze fisiche. Allo stesso

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modo, chi studia l’uomo durante la sua vita e trova inesso qualcosa che da «questa vita» non può derivare,potrà ragionevolmente ammettere che ciò derivi daquanto la scienza occulta descrive, se così facendopuò gettar luce su fenomeni, che altrimenti rimarreb-bero inesplicabili. In tal modo, anche in questo caso,l’osservazione propria dell’intelletto fisico potrebbedagli effetti visibili arrivare a trovare comprensibili lecause invisibili. E chi osserva questa vita imparzial-mente rileverà con ogni nuova osservazione come ciòsia vero. Si tratta soltanto di trovare il punto giusto divista per esaminare quegli effetti nella vita. Dove tro-viamo per esempio le conseguenze di quanto la scien-za occulta descrive come processi del periodo di puri-ficazione? – Come si manifestano gli effetti di ciò che,secondo la scienza occulta, l’uomo sperimenta nelleregioni della pura spiritualità, dopo trascorso il tempodella purificazione? –

Degli enigmi si affacciano da ogni parte in questocampo a chi osservi la vita con serietà e con coscien-za. Vediamo nascere un uomo nel bisogno o nella mi-seria, e lo vediamo dotato di capacità così meschine,che per queste condizioni inerenti alla sua nascitasembra destinato a priori ad un’esistenza miserevole.Un altro fin dal primo istante di sua vita è sostenuto ecurato da cuori e da mani amorevoli; si sviluppano inlui brillanti facoltà: egli è destinato ad un’esistenzaricca di successo e di soddisfazioni. Questi problemisi possono esaminare da due diversi punti di vista.

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modo, chi studia l’uomo durante la sua vita e trova inesso qualcosa che da «questa vita» non può derivare,potrà ragionevolmente ammettere che ciò derivi daquanto la scienza occulta descrive, se così facendopuò gettar luce su fenomeni, che altrimenti rimarreb-bero inesplicabili. In tal modo, anche in questo caso,l’osservazione propria dell’intelletto fisico potrebbedagli effetti visibili arrivare a trovare comprensibili lecause invisibili. E chi osserva questa vita imparzial-mente rileverà con ogni nuova osservazione come ciòsia vero. Si tratta soltanto di trovare il punto giusto divista per esaminare quegli effetti nella vita. Dove tro-viamo per esempio le conseguenze di quanto la scien-za occulta descrive come processi del periodo di puri-ficazione? – Come si manifestano gli effetti di ciò che,secondo la scienza occulta, l’uomo sperimenta nelleregioni della pura spiritualità, dopo trascorso il tempodella purificazione? –

Degli enigmi si affacciano da ogni parte in questocampo a chi osservi la vita con serietà e con coscien-za. Vediamo nascere un uomo nel bisogno o nella mi-seria, e lo vediamo dotato di capacità così meschine,che per queste condizioni inerenti alla sua nascitasembra destinato a priori ad un’esistenza miserevole.Un altro fin dal primo istante di sua vita è sostenuto ecurato da cuori e da mani amorevoli; si sviluppano inlui brillanti facoltà: egli è destinato ad un’esistenzaricca di successo e di soddisfazioni. Questi problemisi possono esaminare da due diversi punti di vista.

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L’uno si atterrà a quello che i sensi percepiscono e aciò che l’intelletto, su di essi basato, è capace di com-prendere. Questo punto di vista non ammetterà che visia un problema da risolvere nel fatto, che un uomonasce fortunato ed un altro sventurato. Se pur la paro-la caso non sarà pronunziata, non ci si fermerà certo asupporre l’esistenza di una legge di causa ed effettoche operi in tal maniera. Riguardo alle disposizioni,alle capacità, esse verranno considerate da tal punto divista come ereditate dai genitori, dai nonni, o dagli an-tenati, e non ne verranno cercate le cause nei processispirituali, sperimentati dall’uomo stesso – indipenden-temente dalla linea di eredità degli antenati – primadella sua nascita, e a mezzo dei quali egli ha formatole proprie disposizioni e capacità. –

Ma un altro punto di vista non resterà soddisfatto dauna tale interpretazione, e dirà: «Anche nel mondomanifesto, per tutto quello che accade in ogni occasio-ne ed in ogni ambiente, è d’uopo presupporre dellecause determinanti». Se pure spesse volte tali causenon sono state ricercate, nondimeno esse esistono. Unfiore alpino non può nascere nella bassa pianura. Vi ènella sua natura qualcosa che lo connette alle regionialpine. Nello stesso modo appunto deve esistere inogni uomo qualche cosa che lo fa nascere in un deter-minato ambiente. Le sole cause fisiche non sono suffi-cienti a spiegare questo fatto, perchè una simile spie-gazione, per chi ragiona con una certa profondità,equivarrebbe ad attribuire il colpo che un uomo dà ad

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L’uno si atterrà a quello che i sensi percepiscono e aciò che l’intelletto, su di essi basato, è capace di com-prendere. Questo punto di vista non ammetterà che visia un problema da risolvere nel fatto, che un uomonasce fortunato ed un altro sventurato. Se pur la paro-la caso non sarà pronunziata, non ci si fermerà certo asupporre l’esistenza di una legge di causa ed effettoche operi in tal maniera. Riguardo alle disposizioni,alle capacità, esse verranno considerate da tal punto divista come ereditate dai genitori, dai nonni, o dagli an-tenati, e non ne verranno cercate le cause nei processispirituali, sperimentati dall’uomo stesso – indipenden-temente dalla linea di eredità degli antenati – primadella sua nascita, e a mezzo dei quali egli ha formatole proprie disposizioni e capacità. –

Ma un altro punto di vista non resterà soddisfatto dauna tale interpretazione, e dirà: «Anche nel mondomanifesto, per tutto quello che accade in ogni occasio-ne ed in ogni ambiente, è d’uopo presupporre dellecause determinanti». Se pure spesse volte tali causenon sono state ricercate, nondimeno esse esistono. Unfiore alpino non può nascere nella bassa pianura. Vi ènella sua natura qualcosa che lo connette alle regionialpine. Nello stesso modo appunto deve esistere inogni uomo qualche cosa che lo fa nascere in un deter-minato ambiente. Le sole cause fisiche non sono suffi-cienti a spiegare questo fatto, perchè una simile spie-gazione, per chi ragiona con una certa profondità,equivarrebbe ad attribuire il colpo che un uomo dà ad

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un altro, non all’espressione del sentimento diquest’uomo, ma al semplice meccanismo fisico dellasua mano.

Nello stesso modo non può soddisfare la spiegazio-ne che attribuisce la capacità e le tendenze di un uomoal solo fattore ereditario. È vero che si può dire:«Guardate come certe capacità si trasmettono per ere-dità in certe famiglie». Per due secoli e mezzo il talen-to musicale fu ereditario nella famiglia di Bach. La fa-miglia Bernoulli conta ben otto matematici, i qualinella loro infanzia erano stati destinati ad altre profes-sioni; il talento ereditario però li conduce tutti alla vo-cazione di famiglia. Si può osservare inoltre che, risa-lendo la linea ereditaria di una personalità cospicua,risulta che, in un modo o nell’altro, le facoltà di cui,essa è dotata erano apparse anche nei suoi antenati, erappresentano come la somma di capacità ereditate. –Chiunque si attenga al secondo punto di vista suindi-cato non trascurerà di notare questi fatti, i quali nonavranno per lui però lo stesso significato, che hannoper chi appoggia le sue interpretazioni sulla solo evi-denza dei sensi. Il primo farà osservare che le capacitàereditarie non possono combinarsi di per sè stesse inuna personalità completa, così come pure i varii pezzidi un orologio non possono di per sè riunirsi e formareun orologio. E se si obietta che la cooperazione deigenitori può produrre senza dubbio la combinazionedelle capacità – e corrisponde così all’azione dell’oro-logiaio – si potrà replicare: «Guardate spregiudicata-

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un altro, non all’espressione del sentimento diquest’uomo, ma al semplice meccanismo fisico dellasua mano.

Nello stesso modo non può soddisfare la spiegazio-ne che attribuisce la capacità e le tendenze di un uomoal solo fattore ereditario. È vero che si può dire:«Guardate come certe capacità si trasmettono per ere-dità in certe famiglie». Per due secoli e mezzo il talen-to musicale fu ereditario nella famiglia di Bach. La fa-miglia Bernoulli conta ben otto matematici, i qualinella loro infanzia erano stati destinati ad altre profes-sioni; il talento ereditario però li conduce tutti alla vo-cazione di famiglia. Si può osservare inoltre che, risa-lendo la linea ereditaria di una personalità cospicua,risulta che, in un modo o nell’altro, le facoltà di cui,essa è dotata erano apparse anche nei suoi antenati, erappresentano come la somma di capacità ereditate. –Chiunque si attenga al secondo punto di vista suindi-cato non trascurerà di notare questi fatti, i quali nonavranno per lui però lo stesso significato, che hannoper chi appoggia le sue interpretazioni sulla solo evi-denza dei sensi. Il primo farà osservare che le capacitàereditarie non possono combinarsi di per sè stesse inuna personalità completa, così come pure i varii pezzidi un orologio non possono di per sè riunirsi e formareun orologio. E se si obietta che la cooperazione deigenitori può produrre senza dubbio la combinazionedelle capacità – e corrisponde così all’azione dell’oro-logiaio – si potrà replicare: «Guardate spregiudicata-

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mente ciò che di nuovo si riscontra in ogni personalitàinfantile; ciò non può provenire dai genitori, per lasemplice ragione che non esiste in essi».

La mancanza di chiarezza del pensiero può genera-re a questo riguardo molta confusione; e il peggio ac-cade, quando i sostenitori del primo punto di vista ac-cusano i partigiani del secondo di opporsi a ciò che,dopo tutto, si basa su fatti accertati. Ma può darsi be-nissimo che questi ultimi, non abbiano la minima in-tenzione di negare la verità e il valore di tali fatti. Peresempio, essi vedono pure che un’attitudine mentaledeterminata, o una predisposizione è ereditaria in unafamiglia, e che certi doni accumulati e combinati inuno dei discendenti producono una personalità spicca-ta. Essi sono disposti ad ammettere quanto si afferma,e cioè che i nomi più celebri si trovano raramente alprincipio di una stirpe, ma piuttosto alla fine di essa.Non bisogna però rimproverarli se si trovano costrettia formarsi un’opinione affatto diversa da quella dellepersone, che si basano soltanto sull’evidenza materia-le. A queste ultime si potrebbe dire, che certamente unuomo palesa le caratteristiche dei proprii antenati, per-chè l’elemento spirituale-animico, che penetranell’esistenza fisica con la nascita, trae la sua sostanzacorporea da ciò che vien trasmesso per via di eredità.Però questo significa soltanto che un essere porta lecaratteristiche dell’ambiente in cui è disceso.

Senza dubbio il seguente paragone sembrerà strano,anzi superficiale; ma una persona spregiudicata non

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mente ciò che di nuovo si riscontra in ogni personalitàinfantile; ciò non può provenire dai genitori, per lasemplice ragione che non esiste in essi».

La mancanza di chiarezza del pensiero può genera-re a questo riguardo molta confusione; e il peggio ac-cade, quando i sostenitori del primo punto di vista ac-cusano i partigiani del secondo di opporsi a ciò che,dopo tutto, si basa su fatti accertati. Ma può darsi be-nissimo che questi ultimi, non abbiano la minima in-tenzione di negare la verità e il valore di tali fatti. Peresempio, essi vedono pure che un’attitudine mentaledeterminata, o una predisposizione è ereditaria in unafamiglia, e che certi doni accumulati e combinati inuno dei discendenti producono una personalità spicca-ta. Essi sono disposti ad ammettere quanto si afferma,e cioè che i nomi più celebri si trovano raramente alprincipio di una stirpe, ma piuttosto alla fine di essa.Non bisogna però rimproverarli se si trovano costrettia formarsi un’opinione affatto diversa da quella dellepersone, che si basano soltanto sull’evidenza materia-le. A queste ultime si potrebbe dire, che certamente unuomo palesa le caratteristiche dei proprii antenati, per-chè l’elemento spirituale-animico, che penetranell’esistenza fisica con la nascita, trae la sua sostanzacorporea da ciò che vien trasmesso per via di eredità.Però questo significa soltanto che un essere porta lecaratteristiche dell’ambiente in cui è disceso.

Senza dubbio il seguente paragone sembrerà strano,anzi superficiale; ma una persona spregiudicata non

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potrà negarne il valore. Il fatto che un essere umano sipalesa dotato delle qualità dei suoi antenati serve al-trettanto poco a dimostrare l’origine delle sue qualitàpersonali, quanto il fatto di vederlo bagnato, se è ca-duto nell’acqua, può servire a dimostrare l’intima na-tura dell’uomo stesso. E si potrà dire inoltre, che, se inomi più celebri stanno alla fine di una stirpe, ciò di-mostra come il possessore di tal nome celebre avessebisogno di quella particolare linea di antenati per po-ter costituire il corpo necessario all’espressione dellasua completa personalità. Ma ciò non costituisce unaprova della trasmissione ereditaria delle sue qualitàpersonali, anzi, tale affermazione è contraria alla logi-ca. Se le doti personali fossero ereditarie dovrebberotrovarsi al principio della stirpe e, partendo da quelpunto, venir trasmesse ai discendenti. Poichè invece sitrovano alla fine, ciò dimostra appunto, che esse nonsono ereditate.

Non si può negare peraltro, che coloro che afferma-no l’esistenza di una causalità spirituale nella vitahanno anch’essi contribuito non poco a portar confu-sione nel pensiero. Essi discutono per lo più in modogenerico e indeterminato, e questo è un errore.L’asserzione che la personalità umana è una combina-zione di caratteristiche ereditate si può paragonare conla pretesa, che dei pezzi di metallo si possano di per sèriunire per costituire un orologio. Bisogna anche am-mettere, nei riguardi di molte affermazioni sul mondospirituale, che è come se qualcuno dicesse: «Poichè le

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potrà negarne il valore. Il fatto che un essere umano sipalesa dotato delle qualità dei suoi antenati serve al-trettanto poco a dimostrare l’origine delle sue qualitàpersonali, quanto il fatto di vederlo bagnato, se è ca-duto nell’acqua, può servire a dimostrare l’intima na-tura dell’uomo stesso. E si potrà dire inoltre, che, se inomi più celebri stanno alla fine di una stirpe, ciò di-mostra come il possessore di tal nome celebre avessebisogno di quella particolare linea di antenati per po-ter costituire il corpo necessario all’espressione dellasua completa personalità. Ma ciò non costituisce unaprova della trasmissione ereditaria delle sue qualitàpersonali, anzi, tale affermazione è contraria alla logi-ca. Se le doti personali fossero ereditarie dovrebberotrovarsi al principio della stirpe e, partendo da quelpunto, venir trasmesse ai discendenti. Poichè invece sitrovano alla fine, ciò dimostra appunto, che esse nonsono ereditate.

Non si può negare peraltro, che coloro che afferma-no l’esistenza di una causalità spirituale nella vitahanno anch’essi contribuito non poco a portar confu-sione nel pensiero. Essi discutono per lo più in modogenerico e indeterminato, e questo è un errore.L’asserzione che la personalità umana è una combina-zione di caratteristiche ereditate si può paragonare conla pretesa, che dei pezzi di metallo si possano di per sèriunire per costituire un orologio. Bisogna anche am-mettere, nei riguardi di molte affermazioni sul mondospirituale, che è come se qualcuno dicesse: «Poichè le

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parti dell’orologio non possono riunirsi di per sè stes-se in modo da far avanzare le sfere, vi deve essereun’intelligenza che determina quel movimento». Ri-spetto ad un’asserzione simile, poggia indubbiamentesu base più sicura il ragionamento di colui che dice:«Oh! non m’interesso affatto di tali esseri «mistici»che spingono innanzi le sfere; ma cerco di conoscereil congegno meccanico che effettua quel movimento».Non si tratta soltanto di sapere che dietro ad un mec-canismo, come per esempio all’orologio, vi staun’intelligenza (l’orologiaio); l’importante sarà di co-noscere le idee, che nella mente dell’orologiaio hannopreceduto la costruzione dell’orologio. Queste idee sipossono ritrovare nel meccanismo.

Ogni semplice sognare e fantasticare nei riguardidel mondo supersensibile conduce soltanto a unagrande confusione, perchè non vale a dar soddisfazio-ne agli oppositori. Questi hanno il diritto di dire, chetali allusioni generiche a esseri supersensibili non con-tribuiscono per nulla, alla comprensione dei fatti.

Certamente tali oppositori possono affermare lostesso, riguardo alle constatazioni esatte della scienzaocculta. Ma in questo caso si può far osservare, chegli effetti delle cause spirituali occulte si rivelano nel-la vita manifesta. Si può dire: «Ammettiamo per unmomento l’esattezza di quello che la scienza occultaha stabilito per mezzo delle sue ricerche, e cioè chel’uomo abbia attraversato dopo la morte un periodo dipurificazione, e che durante questo tempo egli abbia

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parti dell’orologio non possono riunirsi di per sè stes-se in modo da far avanzare le sfere, vi deve essereun’intelligenza che determina quel movimento». Ri-spetto ad un’asserzione simile, poggia indubbiamentesu base più sicura il ragionamento di colui che dice:«Oh! non m’interesso affatto di tali esseri «mistici»che spingono innanzi le sfere; ma cerco di conoscereil congegno meccanico che effettua quel movimento».Non si tratta soltanto di sapere che dietro ad un mec-canismo, come per esempio all’orologio, vi staun’intelligenza (l’orologiaio); l’importante sarà di co-noscere le idee, che nella mente dell’orologiaio hannopreceduto la costruzione dell’orologio. Queste idee sipossono ritrovare nel meccanismo.

Ogni semplice sognare e fantasticare nei riguardidel mondo supersensibile conduce soltanto a unagrande confusione, perchè non vale a dar soddisfazio-ne agli oppositori. Questi hanno il diritto di dire, chetali allusioni generiche a esseri supersensibili non con-tribuiscono per nulla, alla comprensione dei fatti.

Certamente tali oppositori possono affermare lostesso, riguardo alle constatazioni esatte della scienzaocculta. Ma in questo caso si può far osservare, chegli effetti delle cause spirituali occulte si rivelano nel-la vita manifesta. Si può dire: «Ammettiamo per unmomento l’esattezza di quello che la scienza occultaha stabilito per mezzo delle sue ricerche, e cioè chel’uomo abbia attraversato dopo la morte un periodo dipurificazione, e che durante questo tempo egli abbia

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sperimentato animicamente come una determinataazione da lui compiuta nella vita precedente costitui-sca un ostacolo al processo della sua evoluzione.Mentre egli ha attraversato tale esperienza, si è forma-to in lui l’impulso di porre riparo ai risultati di quelfatto. Egli porta con sè quest’impulso in una nuovavita, e la presenza di esso produce nella sua natura unatendenza, che lo spinge verso quelle condizioni, chegli renderanno possibile tale ammenda. Tenendo contodel complesso di questi impulsi troviamo la ragioneper cui un essere umano nasce nell’ambiente corri-spondente al suo destino.

Consideriamo ora nello stesso modo un altro postu-lato. Supponiamo che sia corretta l’asserzione dellascienza occulta, che i frutti di una passata vita sianoincorporati nel germe spirituale dell’uomo e che laplaga spirituale, nella quale esso viene a trovarsi neltempo fra la morte e la nuova nascita, sia il campo incui questi frutti maturano e si trasformano in talenti ecapacità, per ricomparire poi in una nuova vita e performare la personalità in modo, che essa si palesicome l’effetto di ciò che è stato acquistato nella suavita precedente. – Riesce evidente per chiunque accet-ti questa premessa e con essa contempli imparzial-mente la vita, che con questo mezzo tutti i fatti mate-riali possono venir apprezzati nella loro completa ve-rità e importanza, e che al contempo diventa pure in-telligibile, per chi volge la sua attenzione verso ilmondo spirituale, tutto ciò che rimarrebbe sempre in-

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sperimentato animicamente come una determinataazione da lui compiuta nella vita precedente costitui-sca un ostacolo al processo della sua evoluzione.Mentre egli ha attraversato tale esperienza, si è forma-to in lui l’impulso di porre riparo ai risultati di quelfatto. Egli porta con sè quest’impulso in una nuovavita, e la presenza di esso produce nella sua natura unatendenza, che lo spinge verso quelle condizioni, chegli renderanno possibile tale ammenda. Tenendo contodel complesso di questi impulsi troviamo la ragioneper cui un essere umano nasce nell’ambiente corri-spondente al suo destino.

Consideriamo ora nello stesso modo un altro postu-lato. Supponiamo che sia corretta l’asserzione dellascienza occulta, che i frutti di una passata vita sianoincorporati nel germe spirituale dell’uomo e che laplaga spirituale, nella quale esso viene a trovarsi neltempo fra la morte e la nuova nascita, sia il campo incui questi frutti maturano e si trasformano in talenti ecapacità, per ricomparire poi in una nuova vita e performare la personalità in modo, che essa si palesicome l’effetto di ciò che è stato acquistato nella suavita precedente. – Riesce evidente per chiunque accet-ti questa premessa e con essa contempli imparzial-mente la vita, che con questo mezzo tutti i fatti mate-riali possono venir apprezzati nella loro completa ve-rità e importanza, e che al contempo diventa pure in-telligibile, per chi volge la sua attenzione verso ilmondo spirituale, tutto ciò che rimarrebbe sempre in-

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comprensibile, se si basasse soltanto sui fatti materia-li. E, cosa ancor più importante, svanirà quell’illogicoragionare a cui abbiamo accennato pur dianzi, chevuol affermare, perchè il nome più illustre di una di-scendenza si trova alla fine di essa, che la personalitàin quistione debba aver ereditato tali doni. La vita di-viene logicamente comprensibile a mezzo dei fatti su-persensibili accertati dalla scienza occulta.

Ora però un’obiezione di molto valore potrebbe es-sere mossa dal ricercatore coscienzioso della verità,che desideri raggiungere la persuasione dei fatti, senzaaver un’esperienza propria del mondo supersensibile.Egli può dire che è inammissibile accettare l’esistenzadi fatti di qualsiasi specie, semplicemente perchè ser-vono a spiegare ciò che altrimenti sarebbe inesplicabi-le. Tale obiezione non ha significato per colui che co-nosce i relativi fatti a mezzo dell’esperienza supersen-sibile, e nei susseguenti capitoli di quest’opera sarà in-dicata la via da seguire per acquistare, per esperienzapersonale, la conoscenza, non soltanto dei fatti spiri-tuali su descritti, ma anche della legge di causalità spi-rituale che li determina; chiunque però non si sente di-sposto a percorrere tale via può considerare l’obiezio-ne suddetta come molto importante. Tutto quanto sipotrà dire contro di essa avrà valore anche per chi sisarà prefisso di seguire la via indicata, perchè, se quel-le spiegazioni saranno accolte nel loro vero senso, ciòcostituirà appunto il primo e migliore passo su quellavia. È bensì vero che non si deve accettare l’esistenza

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comprensibile, se si basasse soltanto sui fatti materia-li. E, cosa ancor più importante, svanirà quell’illogicoragionare a cui abbiamo accennato pur dianzi, chevuol affermare, perchè il nome più illustre di una di-scendenza si trova alla fine di essa, che la personalitàin quistione debba aver ereditato tali doni. La vita di-viene logicamente comprensibile a mezzo dei fatti su-persensibili accertati dalla scienza occulta.

Ora però un’obiezione di molto valore potrebbe es-sere mossa dal ricercatore coscienzioso della verità,che desideri raggiungere la persuasione dei fatti, senzaaver un’esperienza propria del mondo supersensibile.Egli può dire che è inammissibile accettare l’esistenzadi fatti di qualsiasi specie, semplicemente perchè ser-vono a spiegare ciò che altrimenti sarebbe inesplicabi-le. Tale obiezione non ha significato per colui che co-nosce i relativi fatti a mezzo dell’esperienza supersen-sibile, e nei susseguenti capitoli di quest’opera sarà in-dicata la via da seguire per acquistare, per esperienzapersonale, la conoscenza, non soltanto dei fatti spiri-tuali su descritti, ma anche della legge di causalità spi-rituale che li determina; chiunque però non si sente di-sposto a percorrere tale via può considerare l’obiezio-ne suddetta come molto importante. Tutto quanto sipotrà dire contro di essa avrà valore anche per chi sisarà prefisso di seguire la via indicata, perchè, se quel-le spiegazioni saranno accolte nel loro vero senso, ciòcostituirà appunto il primo e migliore passo su quellavia. È bensì vero che non si deve accettare l’esistenza

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di una cosa a noi completamente ignota, solo perchècon tale mezzo ci è dato spiegare qualcosa che reste-rebbe altrimenti inesplicabile. Ma, nei riguardi dei fat-ti spirituali sopra citati, il caso è diverso. Se le spiega-zioni vengono accettate ne risulta, non soltanto la con-seguenza intellettuale che per mezzo di esse la vita di-venta intelligibile, sibbene, con l’accettazione di talipremesse, si sperimenta nei propri pensieri qualchecosa di assolutamente nuovo. Prendiamo il caso se-guente: Ad un uomo accade qualche cosa, che gli ca-giona sensazione assai penosa. Egli può affrontarequesta situazione in due modi diversi: può sottomet-tersi cioè a quanto gli accade, come a cosa penosissi-ma, e abbandonarsi alla sensazione dolorosa, lascian-dosi assorbire dal proprio dolore, ma può anche agirein altro modo. Egli può dirsi: «Effettivamente sono iostesso che in una vita precedente ho formato in me laforza che mi ha condotto oggi a quest’evento; real-mente io stesso mi sono attirato questa esperienza do-lorosa». Egli può allora svegliare in sè tutti i senti-menti che questo pensiero trae seco. Ben inteso, talepensiero deve essere sperimentato con tutta serietà econ massima forza, qualora se ne vogliano trarre legiuste conseguenze nella vita della sensazione e delsentimento. Chi riesce a questo sperimenterà qualchecosa che sarà compreso meglio a mezzo di un parago-ne. Supponiamo che due uomini abbiano ciascunonella propria mano una bacchettina di ceralacca. Unodi essi comincia a riflettere sull’intima natura della

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di una cosa a noi completamente ignota, solo perchècon tale mezzo ci è dato spiegare qualcosa che reste-rebbe altrimenti inesplicabile. Ma, nei riguardi dei fat-ti spirituali sopra citati, il caso è diverso. Se le spiega-zioni vengono accettate ne risulta, non soltanto la con-seguenza intellettuale che per mezzo di esse la vita di-venta intelligibile, sibbene, con l’accettazione di talipremesse, si sperimenta nei propri pensieri qualchecosa di assolutamente nuovo. Prendiamo il caso se-guente: Ad un uomo accade qualche cosa, che gli ca-giona sensazione assai penosa. Egli può affrontarequesta situazione in due modi diversi: può sottomet-tersi cioè a quanto gli accade, come a cosa penosissi-ma, e abbandonarsi alla sensazione dolorosa, lascian-dosi assorbire dal proprio dolore, ma può anche agirein altro modo. Egli può dirsi: «Effettivamente sono iostesso che in una vita precedente ho formato in me laforza che mi ha condotto oggi a quest’evento; real-mente io stesso mi sono attirato questa esperienza do-lorosa». Egli può allora svegliare in sè tutti i senti-menti che questo pensiero trae seco. Ben inteso, talepensiero deve essere sperimentato con tutta serietà econ massima forza, qualora se ne vogliano trarre legiuste conseguenze nella vita della sensazione e delsentimento. Chi riesce a questo sperimenterà qualchecosa che sarà compreso meglio a mezzo di un parago-ne. Supponiamo che due uomini abbiano ciascunonella propria mano una bacchettina di ceralacca. Unodi essi comincia a riflettere sull’intima natura della

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bacchetta; i suoi pensieri saranno forse molto saggi,ma, se questa «intima natura» non si manifesta in nes-sun modo, gli si potrà sempre obiettare che si tratta difantasticherie. L’altro uomo invece strofina la ceralac-ca con un panno di lana e dimostra che la bacchetta at-tira delle particelle. Vi è una differenza assai impor-tante tra i pensieri, che hanno attraversato la mente delprimo uomo e hanno suggerito le sue osservazioni, equelli del secondo. Le riflessioni del primo non hannonessun risultato effettivo, mentre quelle del secondohanno evocato una forza nascosta e quindi alcunchè dieffettivo.

Lo stesso accade nel pensiero di un uomo, il qualesi raffiguri che un determinato evento sia il risultato diuna forza da lui stesso generata in un’esistenza prece-dente. Questa semplice rappresentazione risveglia inlui una vera forza, che lo rende capace di affrontare ilfatto molto diversamente di quanto non accadrebbesenza l’aiuto di essa; gli riesce in tal modo chiara lanecessità di un avvenimento che egli avrebbe altri-menti attribuito al caso. Una percezione subitanea il-luminerà la sua mente: «Il mio pensiero era giusto,poichè ha avuto il potere di svelarmi una realtà». Se siripetono tali processi interiori, essi costituiranno unasorgente di forze, di cui l’efficacia, che ne dimostra larealtà, si paleserà gradatamente con sempre maggiorintensità; questi processi agiscono in modo salutaresul corpo, sull’anima e sullo spirito, e influiscono be-neficamente in ogni modo sulla vita. L’uomo si rende

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bacchetta; i suoi pensieri saranno forse molto saggi,ma, se questa «intima natura» non si manifesta in nes-sun modo, gli si potrà sempre obiettare che si tratta difantasticherie. L’altro uomo invece strofina la ceralac-ca con un panno di lana e dimostra che la bacchetta at-tira delle particelle. Vi è una differenza assai impor-tante tra i pensieri, che hanno attraversato la mente delprimo uomo e hanno suggerito le sue osservazioni, equelli del secondo. Le riflessioni del primo non hannonessun risultato effettivo, mentre quelle del secondohanno evocato una forza nascosta e quindi alcunchè dieffettivo.

Lo stesso accade nel pensiero di un uomo, il qualesi raffiguri che un determinato evento sia il risultato diuna forza da lui stesso generata in un’esistenza prece-dente. Questa semplice rappresentazione risveglia inlui una vera forza, che lo rende capace di affrontare ilfatto molto diversamente di quanto non accadrebbesenza l’aiuto di essa; gli riesce in tal modo chiara lanecessità di un avvenimento che egli avrebbe altri-menti attribuito al caso. Una percezione subitanea il-luminerà la sua mente: «Il mio pensiero era giusto,poichè ha avuto il potere di svelarmi una realtà». Se siripetono tali processi interiori, essi costituiranno unasorgente di forze, di cui l’efficacia, che ne dimostra larealtà, si paleserà gradatamente con sempre maggiorintensità; questi processi agiscono in modo salutaresul corpo, sull’anima e sullo spirito, e influiscono be-neficamente in ogni modo sulla vita. L’uomo si rende

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conto, che in tal modo egli si colloca in un giusto rap-porto con il complesso della vita, mentre, prendendoin considerazione una singola vita fra nascita e morte,egli vien tratto in errore. L’uomo diventa animicamen-te più forte, per virtù di tale conoscenza. Una siffattadimostrazione puramente interiore della causalità spi-rituale può indubbiamente essere ottenuta da ognunosoltanto entro la propria interiorità, ma è accessibile atutti. Chi non l’ha ottenuta non può naturalmente giu-dicare della sua capacità dimostrativa, ma, invece, chise l’è procurata non può aver più alcun dubbio al ri-guardo; nè vi è da sorprendersi che sia così. È naturaleche una cosa, tanto strettamente legata con l’intimaessenza e la personalità dell’uomo, non possa essereadeguatamente dimostrata in altro modo che conl’esperienza interiore. D’altra parte non se ne deve in-ferire, perchè tale dimostrazione corrisponde aun’esperienza di natura intima e personale, che essadebba essere condotta a termine da ognuno per contoproprio, e che non possa formare oggetto di studio perla scienza dello spirito. Certamente ognuno deve farl’esperienza da sè, così come ognuno deve giungereda sè alla soluzione di un problema di matematica. Mala via per mezzo della quale tale esperienza può essereraggiunta è aperta a tutti gli uomini, similmente al fat-to che il metodo per la dimostrazione di un teoremamatematico è a disposizione di tutti.

Non si può negare – astraendo naturalmentedall’osservazione chiaroveggente – che la dimostra-

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conto, che in tal modo egli si colloca in un giusto rap-porto con il complesso della vita, mentre, prendendoin considerazione una singola vita fra nascita e morte,egli vien tratto in errore. L’uomo diventa animicamen-te più forte, per virtù di tale conoscenza. Una siffattadimostrazione puramente interiore della causalità spi-rituale può indubbiamente essere ottenuta da ognunosoltanto entro la propria interiorità, ma è accessibile atutti. Chi non l’ha ottenuta non può naturalmente giu-dicare della sua capacità dimostrativa, ma, invece, chise l’è procurata non può aver più alcun dubbio al ri-guardo; nè vi è da sorprendersi che sia così. È naturaleche una cosa, tanto strettamente legata con l’intimaessenza e la personalità dell’uomo, non possa essereadeguatamente dimostrata in altro modo che conl’esperienza interiore. D’altra parte non se ne deve in-ferire, perchè tale dimostrazione corrisponde aun’esperienza di natura intima e personale, che essadebba essere condotta a termine da ognuno per contoproprio, e che non possa formare oggetto di studio perla scienza dello spirito. Certamente ognuno deve farl’esperienza da sè, così come ognuno deve giungereda sè alla soluzione di un problema di matematica. Mala via per mezzo della quale tale esperienza può essereraggiunta è aperta a tutti gli uomini, similmente al fat-to che il metodo per la dimostrazione di un teoremamatematico è a disposizione di tutti.

Non si può negare – astraendo naturalmentedall’osservazione chiaroveggente – che la dimostra-

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zione appunto citata della forza generatrice, che sisprigiona dal giusto pensare, sia la sola che possa op-porsi al ragionamento logico spregiudicato. Tutte lealtre considerazioni sono indubbiamente molto impor-tanti, ma offrono sempre qualche punto di appiglio alquale un oppositore si può attaccare. Indubbiamentechi abbia acquistato il modo veramente imparziale diconsiderare le cose troverà già nella possibilità e nelfatto pratico dell’educazione dell’uomo una prova lo-gica, che dimostra che un essere spirituale lotta perl’esistenza nell’involucro del corpo. Egli paragoneràgli animali all’uomo, e dirà a sè stesso: «Nei primi, lequalità e le capacità si presentano fin dalla nascita inun modo ben determinato, il quale dimostra chiara-mente come esse siano state preordinate per eredità esi sviluppino nel mondo esteriore». Noi vediamocome un pulcino compia fin dalla nascita le funzioniassegnate nella vita. Nell’uomo però, per mezzodell’educazione, qualche cosa entra in un rapporto conla sua vita interiore, che non può avere nessuna rela-zione con l’ereditarietà. Egli può trovarsi in condizio-ni di assimilare gli effetti di siffatte influenze esteriori.L’educatore sa che a queste influenze devono venireincontro delle forze che provengono dall’intima natu-ra dell’uomo; se ciò non fosse, qualsiasi istruzione ededucazione riuscirebbe vana. L’educatore spregiudica-to scorge nettamente la linea di demarcazione fra letendenze ereditarie e quelle forze intime dell’uomoche risplendono attraverso di esse, e che provengono

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zione appunto citata della forza generatrice, che sisprigiona dal giusto pensare, sia la sola che possa op-porsi al ragionamento logico spregiudicato. Tutte lealtre considerazioni sono indubbiamente molto impor-tanti, ma offrono sempre qualche punto di appiglio alquale un oppositore si può attaccare. Indubbiamentechi abbia acquistato il modo veramente imparziale diconsiderare le cose troverà già nella possibilità e nelfatto pratico dell’educazione dell’uomo una prova lo-gica, che dimostra che un essere spirituale lotta perl’esistenza nell’involucro del corpo. Egli paragoneràgli animali all’uomo, e dirà a sè stesso: «Nei primi, lequalità e le capacità si presentano fin dalla nascita inun modo ben determinato, il quale dimostra chiara-mente come esse siano state preordinate per eredità esi sviluppino nel mondo esteriore». Noi vediamocome un pulcino compia fin dalla nascita le funzioniassegnate nella vita. Nell’uomo però, per mezzodell’educazione, qualche cosa entra in un rapporto conla sua vita interiore, che non può avere nessuna rela-zione con l’ereditarietà. Egli può trovarsi in condizio-ni di assimilare gli effetti di siffatte influenze esteriori.L’educatore sa che a queste influenze devono venireincontro delle forze che provengono dall’intima natu-ra dell’uomo; se ciò non fosse, qualsiasi istruzione ededucazione riuscirebbe vana. L’educatore spregiudica-to scorge nettamente la linea di demarcazione fra letendenze ereditarie e quelle forze intime dell’uomoche risplendono attraverso di esse, e che provengono

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dalle vite precedenti. Certamente per cose di questogenere non possiamo portare delle prove da posarsisulla bilancia, come quelle che si possono addurre peralcuni fatti fisici. Quelle cose rappresentano appuntoil campo intimo della vita, e chi è capace di apprezza-re tali prove impalpabili le troverà convincenti – anzipiù convincenti della realtà palpabile.

Che gli animali possano essere educati, e che possa-no acquistare in tal modo fino a un certo segno dellequalità e delle capacità, non costituisce un’obiezioneper chi è capace di vedere l’essenziale della quistione,perchè, a prescindere dal fatto, che nel mondo ci sitrova dinanzi a stati di transizione di ogni genere, i ri-sultati dell’educazione non si amalgamano nell’ani-male con l’essere individuale nello stesso modo comenell’uomo. Di più è stata data molta importanza al fat-to, che le capacità acquistate dagli animali domesticimercè la loro convivenza con l’uomo diventano eredi-tarie, cioè agiscono d’allora in poi nelle specie e nonnell’individuo. Darwin parla di cani, che cercano eportano spontaneamente gli oggetti, senza essere statia ciò istruiti e senza averlo visto fare dagli altri. Chipotrebbe affermare altrettanto dell’educazione umana?

Vi sono pensatori, i quali a mezzo delle loro osser-vazioni hanno sorpassato l’idea, che l’uomo sia costi-tuito dall’esteriore, da forze puramente ereditarie. Essisi elevano fino all’idea dell’esistenza di un essere spi-rituale, di un’individualità che precede la vita corpo-rea e che l’elabora; ma molti di essi non concepiscono

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dalle vite precedenti. Certamente per cose di questogenere non possiamo portare delle prove da posarsisulla bilancia, come quelle che si possono addurre peralcuni fatti fisici. Quelle cose rappresentano appuntoil campo intimo della vita, e chi è capace di apprezza-re tali prove impalpabili le troverà convincenti – anzipiù convincenti della realtà palpabile.

Che gli animali possano essere educati, e che possa-no acquistare in tal modo fino a un certo segno dellequalità e delle capacità, non costituisce un’obiezioneper chi è capace di vedere l’essenziale della quistione,perchè, a prescindere dal fatto, che nel mondo ci sitrova dinanzi a stati di transizione di ogni genere, i ri-sultati dell’educazione non si amalgamano nell’ani-male con l’essere individuale nello stesso modo comenell’uomo. Di più è stata data molta importanza al fat-to, che le capacità acquistate dagli animali domesticimercè la loro convivenza con l’uomo diventano eredi-tarie, cioè agiscono d’allora in poi nelle specie e nonnell’individuo. Darwin parla di cani, che cercano eportano spontaneamente gli oggetti, senza essere statia ciò istruiti e senza averlo visto fare dagli altri. Chipotrebbe affermare altrettanto dell’educazione umana?

Vi sono pensatori, i quali a mezzo delle loro osser-vazioni hanno sorpassato l’idea, che l’uomo sia costi-tuito dall’esteriore, da forze puramente ereditarie. Essisi elevano fino all’idea dell’esistenza di un essere spi-rituale, di un’individualità che precede la vita corpo-rea e che l’elabora; ma molti di essi non concepiscono

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la possibilità, che vi siano molte ripetute vite terrene,e che i frutti di esse, negli intervalli fra le varie vite,costituiscano delle forze formative. Citiamo comeesempio uno di questi pensatori: Emanuele ErmannoFichte, figlio del grande Fichte, espone nella sua An-tropologia (p. 528) le osservazioni, che lo conduconoalle conclusioni seguenti: «I genitori non sono genera-tori nel senso assoluto della parola. Essi forniscono lasostanza organica, e non solo quella, ma anche l’ele-mento intermedio sensuale-affettivo che si palesa neltemperamento, nella speciale disposizione del caratte-re, in determinate tendenze degli istinti, ecc., di cui lasorgente generale è la «fantasia», in quel senso largoda noi indicato. In tutti questi elementi della persona-lità l’intrecciarsi e il combinarsi, speciale dell’animadei genitori emergono chiaramente; perciò l’asserzio-ne, che tale combinazione risulta dalla procreazione,anche se ci si decidesse a considerare quest’ultimacome un vero processo animico, è perfettamente giu-sta. Ma il centro reale conclusivo della personalità èproprio quello che qui manca, poichè un’osservazionepiù profonda e accurata rivela il fatto, che queste me-desime peculiarità affettive non sono che uno stru-mento e un involucro, che serve a contenere le verecapacità ideali e spirituali dell’uomo, ed è adatto adaiutarne lo sviluppo o ad ostacolarlo, ma non è in al-cun modo capace di generarle». – Inoltre nel medesi-mo scritto (p. 532) sta detto: «Ogni uomo preesisteper quanto riguarda la forma fondamentale del suo

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la possibilità, che vi siano molte ripetute vite terrene,e che i frutti di esse, negli intervalli fra le varie vite,costituiscano delle forze formative. Citiamo comeesempio uno di questi pensatori: Emanuele ErmannoFichte, figlio del grande Fichte, espone nella sua An-tropologia (p. 528) le osservazioni, che lo conduconoalle conclusioni seguenti: «I genitori non sono genera-tori nel senso assoluto della parola. Essi forniscono lasostanza organica, e non solo quella, ma anche l’ele-mento intermedio sensuale-affettivo che si palesa neltemperamento, nella speciale disposizione del caratte-re, in determinate tendenze degli istinti, ecc., di cui lasorgente generale è la «fantasia», in quel senso largoda noi indicato. In tutti questi elementi della persona-lità l’intrecciarsi e il combinarsi, speciale dell’animadei genitori emergono chiaramente; perciò l’asserzio-ne, che tale combinazione risulta dalla procreazione,anche se ci si decidesse a considerare quest’ultimacome un vero processo animico, è perfettamente giu-sta. Ma il centro reale conclusivo della personalità èproprio quello che qui manca, poichè un’osservazionepiù profonda e accurata rivela il fatto, che queste me-desime peculiarità affettive non sono che uno stru-mento e un involucro, che serve a contenere le verecapacità ideali e spirituali dell’uomo, ed è adatto adaiutarne lo sviluppo o ad ostacolarlo, ma non è in al-cun modo capace di generarle». – Inoltre nel medesi-mo scritto (p. 532) sta detto: «Ogni uomo preesisteper quanto riguarda la forma fondamentale del suo

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spirito, perchè nel suo aspetto spirituale nessun indivi-duo è uguale all’altro, così come nessuna specie ani-male è uguale a un’altra specie».

Questo modo di pensare arriva soltanto ad ammet-tere l’esistenza di un essere spirituale nella corporeitàfisica dell’uomo. Ma, poichè le forze costruttrici di untal essere non si fanno derivare da cause attinenti avite antecedenti, occorrerebbe che per ogni nuova per-sonalità un essere spirituale siffatto scaturisse dallaCausa Prima Divina. Con questa ipotesi non riescepossibile spiegare il rapporto innegabile fra le poten-zialità che si sprigionano dall’intimo dell’uomo, e ciòche durante il corso della vita penetra forzatamente inesso dall’ambiente terrestre esteriore. L’essere interio-re umano, proveniente volta a volta da una CausaPrima Divina, si sentirebbe affatto estraneo a ciò chegli si affaccia nella vita terrena. In un solo caso questonon si verificherebbe – come difatti non avviene – e cioè quando questa interiorità umana già fosse stataunita con il mondo esteriore e in questo non vivesseper la prima volta.

L’educatore spassionato può fare la seguente osser-vazione: «Porto al discepolo, come frutto delle vicen-de delle vite terrestri, qualcosa di certamente estraneoalle sue qualità semplicemente ereditarie, ma che glidà nondimeno l’impressione di aver già preso parte allavoro che ha dato origine a quei risultati. Solo l’ipo-tesi delle ripetute vite terrene, insieme ai fatti descrittidalla scienza occulta, che si svolgono nelle regioni

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spirito, perchè nel suo aspetto spirituale nessun indivi-duo è uguale all’altro, così come nessuna specie ani-male è uguale a un’altra specie».

Questo modo di pensare arriva soltanto ad ammet-tere l’esistenza di un essere spirituale nella corporeitàfisica dell’uomo. Ma, poichè le forze costruttrici di untal essere non si fanno derivare da cause attinenti avite antecedenti, occorrerebbe che per ogni nuova per-sonalità un essere spirituale siffatto scaturisse dallaCausa Prima Divina. Con questa ipotesi non riescepossibile spiegare il rapporto innegabile fra le poten-zialità che si sprigionano dall’intimo dell’uomo, e ciòche durante il corso della vita penetra forzatamente inesso dall’ambiente terrestre esteriore. L’essere interio-re umano, proveniente volta a volta da una CausaPrima Divina, si sentirebbe affatto estraneo a ciò chegli si affaccia nella vita terrena. In un solo caso questonon si verificherebbe – come difatti non avviene – e cioè quando questa interiorità umana già fosse stataunita con il mondo esteriore e in questo non vivesseper la prima volta.

L’educatore spassionato può fare la seguente osser-vazione: «Porto al discepolo, come frutto delle vicen-de delle vite terrestri, qualcosa di certamente estraneoalle sue qualità semplicemente ereditarie, ma che glidà nondimeno l’impressione di aver già preso parte allavoro che ha dato origine a quei risultati. Solo l’ipo-tesi delle ripetute vite terrene, insieme ai fatti descrittidalla scienza occulta, che si svolgono nelle regioni

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spirituali fra due vite terrestri, può dare una spiegazio-ne soddisfacente della vita dell’umanità attuale consi-derata sotto tutti i suoi aspetti. A ragion veduta dico«dell’umanità attuale», perchè dall’investigazione oc-culta risulta, che indubbiamente il ciclo delle viteumane ebbe un principio, e che allora esistevano con-dizioni diverse dalle attuali per l’essere spiritualeumano, che penetrava nell’involucro corporeo. Neicapitoli seguenti rimonteremo il corso della vita fino aqueste primitive condizioni dell’essere umano. Quan-do i risultati della scienza occulta avranno così dimo-strato, in qual modo questo essere umano abbia conse-guito la sua forma presente in relazione con l’evolu-zione della Terra, si potrà spiegare con maggiore pre-cisione, come il germe spirituale dell’essere umanopenetri dai mondi supersensibili nell’involucro corpo-reo, e come si determini la legge spirituale di causali-tà, ossia il «destino umano».

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spirituali fra due vite terrestri, può dare una spiegazio-ne soddisfacente della vita dell’umanità attuale consi-derata sotto tutti i suoi aspetti. A ragion veduta dico«dell’umanità attuale», perchè dall’investigazione oc-culta risulta, che indubbiamente il ciclo delle viteumane ebbe un principio, e che allora esistevano con-dizioni diverse dalle attuali per l’essere spiritualeumano, che penetrava nell’involucro corporeo. Neicapitoli seguenti rimonteremo il corso della vita fino aqueste primitive condizioni dell’essere umano. Quan-do i risultati della scienza occulta avranno così dimo-strato, in qual modo questo essere umano abbia conse-guito la sua forma presente in relazione con l’evolu-zione della Terra, si potrà spiegare con maggiore pre-cisione, come il germe spirituale dell’essere umanopenetri dai mondi supersensibili nell’involucro corpo-reo, e come si determini la legge spirituale di causali-tà, ossia il «destino umano».

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IVL’EVOLUZIONE DEL MONDO E L’UOMO

Dalle considerazioni che precedono risulta chel’essere umano è costituito di quattro principii o arti: ilcorpo fisico, il corpo eterico, il corpo astrale e il vei-colo dell’Io. L’Io elabora gli altri tre principii e li tra-sforma. A mezzo di tale trasformazione si costituisco-no a un primo gradino di evoluzione, l’anima senzien-te, l’anima razionale e l’anima cosciente; e su di ungradino superiore dell’esistenza umana, il Sè o Perso-nalità Spirituale, lo Spirito Vitale e l’Uomo-Spirito.Questi arti della natura umana stanno in molteplici esvariatissimi rapporti con l’intero universo e la loroevoluzione è strettamente connessa con quelladell’universo stesso. Studiando dunque tale evoluzio-ne lo sguardo riesce a penetrare nei misteri più pro-fondi di questa entità umana. È evidente che la vitaumana è legata nei modi più varii con quanto la cir-conda, con l’ambiente in cui si esplica. Orbene, anchela scienza esteriore, fondandosi su dati di fatti, è statacostretta ad ammettere, che la Terra stessa, dimoradell’uomo nel senso più vasto della parola, ha attra-versato un’evoluzione; accenna a condizioni dell’esi-stenza terrestre, durante le quali l’uomo non esisteva

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IVL’EVOLUZIONE DEL MONDO E L’UOMO

Dalle considerazioni che precedono risulta chel’essere umano è costituito di quattro principii o arti: ilcorpo fisico, il corpo eterico, il corpo astrale e il vei-colo dell’Io. L’Io elabora gli altri tre principii e li tra-sforma. A mezzo di tale trasformazione si costituisco-no a un primo gradino di evoluzione, l’anima senzien-te, l’anima razionale e l’anima cosciente; e su di ungradino superiore dell’esistenza umana, il Sè o Perso-nalità Spirituale, lo Spirito Vitale e l’Uomo-Spirito.Questi arti della natura umana stanno in molteplici esvariatissimi rapporti con l’intero universo e la loroevoluzione è strettamente connessa con quelladell’universo stesso. Studiando dunque tale evoluzio-ne lo sguardo riesce a penetrare nei misteri più pro-fondi di questa entità umana. È evidente che la vitaumana è legata nei modi più varii con quanto la cir-conda, con l’ambiente in cui si esplica. Orbene, anchela scienza esteriore, fondandosi su dati di fatti, è statacostretta ad ammettere, che la Terra stessa, dimoradell’uomo nel senso più vasto della parola, ha attra-versato un’evoluzione; accenna a condizioni dell’esi-stenza terrestre, durante le quali l’uomo non esisteva

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nell’attuale sua forma sul nostro pianeta; e dimostrapure come l’uomo si sia evoluto da condizioni primiti-ve di civiltà, fino all’attuale suo stato. Anche questascienza dunque giunge alla conclusione, che esiste unrapporto fra l’evoluzione dell’uomo e quella del suocorpo celeste, la Terra.

La scienza dello spirito rintraccia tale rapporto amezzo di quella conoscenza, che attinge i suoi datidall’osservazione esercitata con la percezione acuitadagli organi spirituali; segue il divenire dell’uomo nelpassato, e ha contezza che l’intimo essere spiritualedell’uomo ha attraversato una serie di esistenze terre-stri. La ricerca occulta giunge però in tal modo adun’epoca remotissima del lontano passato, in cui perla prima volta questo essere umano interiore si è pre-sentato in una vita esteriore nel senso odierno dellaparola. Fu durante questa prima incarnazione terrestre,che l’Io cominciò a svolgere la sua attività nei tre cor-pi: l’astrale, l’eterico o vitale e il fisico, e portò poiseco i frutti di questo lavoro nella vita successiva.

Se noi risaliamo nel modo indicato fino aquell’epoca, ci accorgiamo che l’Io trova, al suo appa-rire, uno stato della Terra, in cui i tre corpi: il fisico,l’eterico e l’astrale sono già sviluppati e già hannoraggiunto un determinato rapporto fra di loro. L’Io siunisce per la prima volta con l’entità costituita da que-sti tre corpi, e da allora in poi partecipa all’ulterioreevoluzione di essi; fino a quel momento questi tre cor-

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nell’attuale sua forma sul nostro pianeta; e dimostrapure come l’uomo si sia evoluto da condizioni primiti-ve di civiltà, fino all’attuale suo stato. Anche questascienza dunque giunge alla conclusione, che esiste unrapporto fra l’evoluzione dell’uomo e quella del suocorpo celeste, la Terra.

La scienza dello spirito rintraccia tale rapporto amezzo di quella conoscenza, che attinge i suoi datidall’osservazione esercitata con la percezione acuitadagli organi spirituali; segue il divenire dell’uomo nelpassato, e ha contezza che l’intimo essere spiritualedell’uomo ha attraversato una serie di esistenze terre-stri. La ricerca occulta giunge però in tal modo adun’epoca remotissima del lontano passato, in cui perla prima volta questo essere umano interiore si è pre-sentato in una vita esteriore nel senso odierno dellaparola. Fu durante questa prima incarnazione terrestre,che l’Io cominciò a svolgere la sua attività nei tre cor-pi: l’astrale, l’eterico o vitale e il fisico, e portò poiseco i frutti di questo lavoro nella vita successiva.

Se noi risaliamo nel modo indicato fino aquell’epoca, ci accorgiamo che l’Io trova, al suo appa-rire, uno stato della Terra, in cui i tre corpi: il fisico,l’eterico e l’astrale sono già sviluppati e già hannoraggiunto un determinato rapporto fra di loro. L’Io siunisce per la prima volta con l’entità costituita da que-sti tre corpi, e da allora in poi partecipa all’ulterioreevoluzione di essi; fino a quel momento questi tre cor-

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pi avevano raggiunto senza l’io umano quel certo gra-do di sviluppo al quale allora l’Io li ha trovati.

La scienza dello spirito deve risalir con le sue ricer-che ancora più indietro, se vuol rispondere alle do-mande: Questi tre corpi come sono giunti a quel gradi-no di evoluzione, su cui hanno potuto accogliere in sèun Io? – E questo Io come è venuto in esistenza ecome ha acquistato la capacità di esercitare la suaazione entro i corpi stessi? –

La risposta a tali domande è possibile soltanto se sisegue il divenire del pianeta Terra dal punto di vistadella scienza dello spirito. Con tale indagine si arrivaa un principio del pianeta terrestre, mentre il metododi esame che si fonda soltanto sui dati forniti dai sensifisici, non può giungere a risultati conclusivi circaquesto inizio della Terra. Una certa teoria, che si servedi simili risultati conclusivi, afferma che tutta la so-stanza della Terra si sia formata da una nebulosa pri-mordiale. Quest’opera non può tenere un gran contodi siffatte teorie, perchè alla scienza dello spirito nontanto importa considerare i procedimenti fisicidell’evoluzione terrestre, quanto le cause spirituali cherisiedono dietro a tutto ciò che è materiale. Se ci tro-viamo dinanzi a un uomo che alza una mano, potremoconsiderare questo suo gesto in due modi diversi: po-tremo esaminare il meccanismo del braccio e del restodell’organismo e descrivere quel procedimento, qualesi svolge nel campo puramente fisico. Ma potremo an-che dirigere il nostro sguardo spirituale verso ciò che

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pi avevano raggiunto senza l’io umano quel certo gra-do di sviluppo al quale allora l’Io li ha trovati.

La scienza dello spirito deve risalir con le sue ricer-che ancora più indietro, se vuol rispondere alle do-mande: Questi tre corpi come sono giunti a quel gradi-no di evoluzione, su cui hanno potuto accogliere in sèun Io? – E questo Io come è venuto in esistenza ecome ha acquistato la capacità di esercitare la suaazione entro i corpi stessi? –

La risposta a tali domande è possibile soltanto se sisegue il divenire del pianeta Terra dal punto di vistadella scienza dello spirito. Con tale indagine si arrivaa un principio del pianeta terrestre, mentre il metododi esame che si fonda soltanto sui dati forniti dai sensifisici, non può giungere a risultati conclusivi circaquesto inizio della Terra. Una certa teoria, che si servedi simili risultati conclusivi, afferma che tutta la so-stanza della Terra si sia formata da una nebulosa pri-mordiale. Quest’opera non può tenere un gran contodi siffatte teorie, perchè alla scienza dello spirito nontanto importa considerare i procedimenti fisicidell’evoluzione terrestre, quanto le cause spirituali cherisiedono dietro a tutto ciò che è materiale. Se ci tro-viamo dinanzi a un uomo che alza una mano, potremoconsiderare questo suo gesto in due modi diversi: po-tremo esaminare il meccanismo del braccio e del restodell’organismo e descrivere quel procedimento, qualesi svolge nel campo puramente fisico. Ma potremo an-che dirigere il nostro sguardo spirituale verso ciò che

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si svolge nell’anima di quell’uomo, e che costituiscela causa animica di quel movimento. Nello stessomodo l’indagatore educato alla percezione spiritualescorge dei procedimenti spirituali dietro a tutti glieventi del mondo fisico sensibile. Per lui tutte le tra-sformazioni delle sostanze del pianeta terrestre altronon sono, che manifestazioni di forze spirituali le qua-li risiedono dietro a tutto ciò che è materiale. Se peròtale osservazione spirituale sulla vita della Terra risalesempre più nel passato, arriva a un punto dell’evolu-zione, in cui, per la prima volta, tutto ciò che è mate-riale inizia la sua esistenza: al punto, cioè, in cui l’ele-mento materiale si sviluppa dallo spirituale, poichèprima esisteva soltanto quest’ultimo. Mediantel’osservazione spirituale si giunge a percepire l’ele-mento spirituale e si vede come in seguito esso, in cer-to qual modo, si sia in parte condensato in materia. Siha dinanzi a sè un procedimento che si svolge – sopraa un gradino più alto – come se si osservasse un reci-piente con dell’acqua, in cui si andassero gradatamen-te formando dei pezzi di ghiaccio per effetto di uncongelamento artificiale. Come ciò che prima era ac-qua si vede condensarsi in ghiaccio, così, per mezzodell’osservazione spirituale, si può seguire, come daun precedente stato completamente spirituale si siano,in certo qual modo, condensate le cose, i processi e leentità materiali. Così il pianeta terrestre fisico si è svi-luppato da un’essenza spirituale cosmica, e tutto ciòche è materialmente connesso con questo pianeta ter-

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si svolge nell’anima di quell’uomo, e che costituiscela causa animica di quel movimento. Nello stessomodo l’indagatore educato alla percezione spiritualescorge dei procedimenti spirituali dietro a tutti glieventi del mondo fisico sensibile. Per lui tutte le tra-sformazioni delle sostanze del pianeta terrestre altronon sono, che manifestazioni di forze spirituali le qua-li risiedono dietro a tutto ciò che è materiale. Se peròtale osservazione spirituale sulla vita della Terra risalesempre più nel passato, arriva a un punto dell’evolu-zione, in cui, per la prima volta, tutto ciò che è mate-riale inizia la sua esistenza: al punto, cioè, in cui l’ele-mento materiale si sviluppa dallo spirituale, poichèprima esisteva soltanto quest’ultimo. Mediantel’osservazione spirituale si giunge a percepire l’ele-mento spirituale e si vede come in seguito esso, in cer-to qual modo, si sia in parte condensato in materia. Siha dinanzi a sè un procedimento che si svolge – sopraa un gradino più alto – come se si osservasse un reci-piente con dell’acqua, in cui si andassero gradatamen-te formando dei pezzi di ghiaccio per effetto di uncongelamento artificiale. Come ciò che prima era ac-qua si vede condensarsi in ghiaccio, così, per mezzodell’osservazione spirituale, si può seguire, come daun precedente stato completamente spirituale si siano,in certo qual modo, condensate le cose, i processi e leentità materiali. Così il pianeta terrestre fisico si è svi-luppato da un’essenza spirituale cosmica, e tutto ciòche è materialmente connesso con questo pianeta ter-

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restre è una condensazione di quello che era primacollegato con esso soltanto spiritualmente. Non biso-gna però credere, che a un dato momento tutto lo spi-rituale si sia trasformato in materiale; questo rappre-senta sempre soltanto una trasformazione parziale del-la spiritualità originaria, la quale quindi, anche duran-te il periodo dell’evoluzione materiale, resta pur sem-pre il vero principio dirigente.

È chiaro che l’abito mentale, che si attiene soltantoalle manifestazioni fisico-sensibili, e a ciò che l’intel-letto ne può dedurre, non riesce a formarsi un concettodi siffatto elemento spirituale. Supponiamo che esistaun essere dotato di sensi capaci soltanto di percepire ilghiaccio, ma non quello stato più sottile dell’acqua dacui il ghiaccio deriva per congelamento; per un esserecosì fatto l’acqua non esisterebbe e ne potrebbe perce-pire soltanto quelle parti che si fossero trasformate inghiaccio. Analogamente l’essenza spirituale, che stadietro ai processi terrestri, rimane nascosta all’uomo,che vuol dar valore soltanto a ciò che è percettibile aisensi fisici. E, se dai fatti fisici che osservi attualmen-te, egli si forma delle conclusioni giuste riguardo allecondizioni originarie del pianeta Terra, potrà risaliresoltanto fino al punto dell’evoluzione in cui cominciòa condensarsi in materia una parte della spiritualitàprimitiva; questa è altrettanto poco visibile per un talemetodo di investigazione, quanto la spiritualità chepur oggi domina, non vista, dietro a tutto ciò che èmateriale.

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restre è una condensazione di quello che era primacollegato con esso soltanto spiritualmente. Non biso-gna però credere, che a un dato momento tutto lo spi-rituale si sia trasformato in materiale; questo rappre-senta sempre soltanto una trasformazione parziale del-la spiritualità originaria, la quale quindi, anche duran-te il periodo dell’evoluzione materiale, resta pur sem-pre il vero principio dirigente.

È chiaro che l’abito mentale, che si attiene soltantoalle manifestazioni fisico-sensibili, e a ciò che l’intel-letto ne può dedurre, non riesce a formarsi un concettodi siffatto elemento spirituale. Supponiamo che esistaun essere dotato di sensi capaci soltanto di percepire ilghiaccio, ma non quello stato più sottile dell’acqua dacui il ghiaccio deriva per congelamento; per un esserecosì fatto l’acqua non esisterebbe e ne potrebbe perce-pire soltanto quelle parti che si fossero trasformate inghiaccio. Analogamente l’essenza spirituale, che stadietro ai processi terrestri, rimane nascosta all’uomo,che vuol dar valore soltanto a ciò che è percettibile aisensi fisici. E, se dai fatti fisici che osservi attualmen-te, egli si forma delle conclusioni giuste riguardo allecondizioni originarie del pianeta Terra, potrà risaliresoltanto fino al punto dell’evoluzione in cui cominciòa condensarsi in materia una parte della spiritualitàprimitiva; questa è altrettanto poco visibile per un talemetodo di investigazione, quanto la spiritualità chepur oggi domina, non vista, dietro a tutto ciò che èmateriale.

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Soltanto negli ultimi capitoli di quest’opera si potràparlare delle vie per mezzo delle quali l’uomo acqui-sta la capacità di percepire spiritualmente le primitivecondizioni della Terra. Accenneremo qui soltanto bre-vemente, che i fatti perfino del remotissimo passatonon sono perduti per l’indagine spirituale. Quando unessere arriva ad una esistenza corporea, la conseguen-za della morte di questo suo corpo, è che la parte ma-teriale perisce. Non spariscono però nello stesso modole forze spirituali dalle quali questa corporeità trae lasua origine; esse lasciano la loro traccia, la loro im-pronta esatta nelle fondamenta spirituali del mondo; echi attraverso al mondo visibile si rende capace di ele-varsi alla percezione di quello invisibile, giunge final-mente a vedere dinanzi a sè qualcosa, che si potrebbeparagonare a un vasto panorama spirituale, in cui sonoimpressi tutti i passati eventi del mondo. La scienzaocculta dà a queste incancellabili tracce di tutto ciòche è spirituale il nome di Cronaca dell’Akasha. Quitorna opportuno ripetere, che l’investigazione nelle re-gioni supersensibili dell’esistenza si può compieresoltanto con l’aiuto della percezione spirituale, e per-ciò, nel campo che appunto stiamo esaminando, sol-tanto per mezzo della lettura della suddetta Cronacadell’Akasha. Vale per altro, anche in questo caso, ciòche in altri simili casi è già stato detto precedentemen-te in questo libro. I fatti supersensibili possono essereinvestigati soltanto mediante la percezione supersensi-bile; ma quando sono stati investigati e vengano co-

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Soltanto negli ultimi capitoli di quest’opera si potràparlare delle vie per mezzo delle quali l’uomo acqui-sta la capacità di percepire spiritualmente le primitivecondizioni della Terra. Accenneremo qui soltanto bre-vemente, che i fatti perfino del remotissimo passatonon sono perduti per l’indagine spirituale. Quando unessere arriva ad una esistenza corporea, la conseguen-za della morte di questo suo corpo, è che la parte ma-teriale perisce. Non spariscono però nello stesso modole forze spirituali dalle quali questa corporeità trae lasua origine; esse lasciano la loro traccia, la loro im-pronta esatta nelle fondamenta spirituali del mondo; echi attraverso al mondo visibile si rende capace di ele-varsi alla percezione di quello invisibile, giunge final-mente a vedere dinanzi a sè qualcosa, che si potrebbeparagonare a un vasto panorama spirituale, in cui sonoimpressi tutti i passati eventi del mondo. La scienzaocculta dà a queste incancellabili tracce di tutto ciòche è spirituale il nome di Cronaca dell’Akasha. Quitorna opportuno ripetere, che l’investigazione nelle re-gioni supersensibili dell’esistenza si può compieresoltanto con l’aiuto della percezione spirituale, e per-ciò, nel campo che appunto stiamo esaminando, sol-tanto per mezzo della lettura della suddetta Cronacadell’Akasha. Vale per altro, anche in questo caso, ciòche in altri simili casi è già stato detto precedentemen-te in questo libro. I fatti supersensibili possono essereinvestigati soltanto mediante la percezione supersensi-bile; ma quando sono stati investigati e vengano co-

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municati dalla scienza occulta, essi possono esserecompresi per mezzo del pensiero normale purchè siaveramente spregiudicato.

Nelle pagine che seguono esporremo le condizionidell’evoluzione della Terra dal punto di vista dellascienza occulta, e seguiremo le trasformazioni del no-stro pianeta fino alle condizioni di vita in cui questo sitrova attualmente. Se qualcuno osserva con menterealmente spregiudicata ciò che si palesa attualmentealla semplice percezione sensibile, e poi accoglie in sèquanto la scienza occulta dice in proposito, e cioè,come da un lontanissimo passato si sia sviluppato lostato presente, egli dovrà dire a sè stesso: In primoluogo quello che la scienza occulta afferma è perfetta-mente logico; in seconda luogo posso rendermi ragio-ne, che le cose siano divenute tali, quali oggi appuntomi si presentano, se accetto per giuste le comunicazio-ni dell’indagine supersensibile. A questo riguardo,parlando di «logica», naturalmente non intendo dire,che in qualche esposizione dell’indagine scientificaocculta non si siano potuti infiltrare alcuni errori di lo-gica. Anche qui si deve parlare di logica soltanto nelsenso che se ne usa parlare nella vita abituale delmondo fisico. Come una esposizione logica ha valorein quanto risponde ad una esigenza logica, sebbenequesto o quell’espositore di un certo campo di fatti siaesposto a cadere in errori di logica, così succede pureper la scienza occulta. Può perfino succedere, che uninvestigatore, capace di percepire le regioni supersen-

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municati dalla scienza occulta, essi possono esserecompresi per mezzo del pensiero normale purchè siaveramente spregiudicato.

Nelle pagine che seguono esporremo le condizionidell’evoluzione della Terra dal punto di vista dellascienza occulta, e seguiremo le trasformazioni del no-stro pianeta fino alle condizioni di vita in cui questo sitrova attualmente. Se qualcuno osserva con menterealmente spregiudicata ciò che si palesa attualmentealla semplice percezione sensibile, e poi accoglie in sèquanto la scienza occulta dice in proposito, e cioè,come da un lontanissimo passato si sia sviluppato lostato presente, egli dovrà dire a sè stesso: In primoluogo quello che la scienza occulta afferma è perfetta-mente logico; in seconda luogo posso rendermi ragio-ne, che le cose siano divenute tali, quali oggi appuntomi si presentano, se accetto per giuste le comunicazio-ni dell’indagine supersensibile. A questo riguardo,parlando di «logica», naturalmente non intendo dire,che in qualche esposizione dell’indagine scientificaocculta non si siano potuti infiltrare alcuni errori di lo-gica. Anche qui si deve parlare di logica soltanto nelsenso che se ne usa parlare nella vita abituale delmondo fisico. Come una esposizione logica ha valorein quanto risponde ad una esigenza logica, sebbenequesto o quell’espositore di un certo campo di fatti siaesposto a cadere in errori di logica, così succede pureper la scienza occulta. Può perfino succedere, che uninvestigatore, capace di percepire le regioni supersen-

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sibili, sia soggetto a errori nell’esposizione logica, eche possa venir corretto da altra persona incapace dipercepire il supersensibile, ma dotata invece di forzasana di pensiero. Ma in realtà nessuna seria obiezionepuò venir sollevata contro la logica che è stata appli-cata nella scienza occulta. Nè occorre dire che contro ifatti stessi non può essere sollevata alcuna obiezionebasata su semplici ragioni logiche. Come nel campodel mondo fisico non si può logicamente dimostrarel’esistenza o meno di una balena, ma soltanto permezzo della dimostrazione oculare, così anche i fattisupersensibili possono essere soltanto conosciuti amezzo della percezione spirituale. Occorre ripeterecon insistenza a chi si accinge allo studio delle regionisupersensibili, che è assolutamente necessario, primadi tentare di avvicinarsi ai mondi spirituali con la per-cezione diretta, che ne acquisti un’idea generale permezzo appunto della suddetta logica, e tanto più quan-do si riconosce come il mondo manifesto ai sensi rie-sca ovunque facile a comprendersi qualora si premettala giustezza delle comunicazioni della scienza occulta.Ogni esperienza nel mondo supersensibile non potràessere fatta che a tastoni e riuscirà incerta – perfinopericolosa – se si trascura la via di preparazione ap-punto descritta. Questa è la ragione per cui in questolibro verranno prima comunicati i fatti supersensibilidell’evoluzione terrestre, e soltanto dopo si parleràdella via che conduce alla conoscenza superiore.

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sibili, sia soggetto a errori nell’esposizione logica, eche possa venir corretto da altra persona incapace dipercepire il supersensibile, ma dotata invece di forzasana di pensiero. Ma in realtà nessuna seria obiezionepuò venir sollevata contro la logica che è stata appli-cata nella scienza occulta. Nè occorre dire che contro ifatti stessi non può essere sollevata alcuna obiezionebasata su semplici ragioni logiche. Come nel campodel mondo fisico non si può logicamente dimostrarel’esistenza o meno di una balena, ma soltanto permezzo della dimostrazione oculare, così anche i fattisupersensibili possono essere soltanto conosciuti amezzo della percezione spirituale. Occorre ripeterecon insistenza a chi si accinge allo studio delle regionisupersensibili, che è assolutamente necessario, primadi tentare di avvicinarsi ai mondi spirituali con la per-cezione diretta, che ne acquisti un’idea generale permezzo appunto della suddetta logica, e tanto più quan-do si riconosce come il mondo manifesto ai sensi rie-sca ovunque facile a comprendersi qualora si premettala giustezza delle comunicazioni della scienza occulta.Ogni esperienza nel mondo supersensibile non potràessere fatta che a tastoni e riuscirà incerta – perfinopericolosa – se si trascura la via di preparazione ap-punto descritta. Questa è la ragione per cui in questolibro verranno prima comunicati i fatti supersensibilidell’evoluzione terrestre, e soltanto dopo si parleràdella via che conduce alla conoscenza superiore.

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Bisogna anche tener conto, che un uomo, il quale sifamiliarizza per la via del puro pensiero con quanto lascienza occulta ha da dirgli, non si trova affatto nellemedesime condizioni di colui che ascolta il raccontodi un evento fisico, che egli stesso non può vedere.Poichè il pensare è già di per sè un’attività supersensi-bile; se rivolto al sensibile, non può per sè stesso con-durre a processi supersensibili; ma quando questopensiero vien diretto verso i processi supersensibiliespostici dalla scienza occulta, allora per virtù pro-pria esso s’inalza e penetra nel mondo supersensibile.Anzi, una delle migliori vie per conseguire la perce-zione diretta delle regioni supersensibili è quellad’inalzarsi col pensiero al mondo superiore, meditan-do su ciò che vien comunicato dalla scienza occulta.Una siffatta penetrazione è accompagnata dalla massi-ma chiarezza; perciò una determinata scuola di indagi-ne occulta considera che quel pensare è il primo e ilmiglior passo per qualsiasi insegnamento scientificoocculto.

È facile comprendere, che è impossibile dare inquest’opera tutti i particolari dell’evoluzione terrestre,quali risultano dalla indagine spirituale, nell’intento didimostrare in qual modo il supersensibile si afferminel manifesto. E difatti non s’intendeva dire questo,quando si è detto che l’occulto può essere rintracciatodapertutto, nelle sue manifestazioni esteriori. Il con-cetto piuttosto è questo: che a poco a poco l’uomopuò trovar chiaro e comprensibile tutto ciò che gli si

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Bisogna anche tener conto, che un uomo, il quale sifamiliarizza per la via del puro pensiero con quanto lascienza occulta ha da dirgli, non si trova affatto nellemedesime condizioni di colui che ascolta il raccontodi un evento fisico, che egli stesso non può vedere.Poichè il pensare è già di per sè un’attività supersensi-bile; se rivolto al sensibile, non può per sè stesso con-durre a processi supersensibili; ma quando questopensiero vien diretto verso i processi supersensibiliespostici dalla scienza occulta, allora per virtù pro-pria esso s’inalza e penetra nel mondo supersensibile.Anzi, una delle migliori vie per conseguire la perce-zione diretta delle regioni supersensibili è quellad’inalzarsi col pensiero al mondo superiore, meditan-do su ciò che vien comunicato dalla scienza occulta.Una siffatta penetrazione è accompagnata dalla massi-ma chiarezza; perciò una determinata scuola di indagi-ne occulta considera che quel pensare è il primo e ilmiglior passo per qualsiasi insegnamento scientificoocculto.

È facile comprendere, che è impossibile dare inquest’opera tutti i particolari dell’evoluzione terrestre,quali risultano dalla indagine spirituale, nell’intento didimostrare in qual modo il supersensibile si afferminel manifesto. E difatti non s’intendeva dire questo,quando si è detto che l’occulto può essere rintracciatodapertutto, nelle sue manifestazioni esteriori. Il con-cetto piuttosto è questo: che a poco a poco l’uomopuò trovar chiaro e comprensibile tutto ciò che gli si

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presenta, se esamina i procedimenti esteriori alla lucedegl’insegnamenti occulti. Soltanto in alcuni casi ca-ratteristici ci riferiremo alla constatazione dell’occultoa mezzo del manifesto, per dimostrare come, purchè sivoglia, questo possa sempre esser fatto nel corso dellavita pratica.

* * *

Se per mezzo dell’investigazione della scienza spi-rituale suddescritta si rintraccia a ritroso il corsodell’evoluzione terrestre, si arriva a una condizionespirituale del nostro pianeta; ma se si risale ancora piùindietro nel passato, ci si accorge che quella spirituali-tà stessa era già passata prima attraverso una specie diincarnazione fisica. Si arriva dunque a un passato sta-to planetario fisico, che si è poi spiritualizzato, ma chematerializzandosi più tardi nuovamente si è trasforma-to nella nostra Terra; questa rappresenta dunque la rin-carnazione di un antichissimo pianeta. La scienza del-lo spirito, però, può risalire ancora più indietro; essavede allora l’intiero processo ripetersi ancora due vol-te. La nostra Terra dunque ha attraversato tre stati pla-netari precedenti, separati sempre da stati intermedi dispiritualizzazione. La sostanza fisica risulta semprepiù raffinata, quanto più si risale indietro nelle incar-nazioni.

Orbene, l’uomo si presenta nella forma, in cui at-tualmente si evolve, soltanto durante la quarta delle

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presenta, se esamina i procedimenti esteriori alla lucedegl’insegnamenti occulti. Soltanto in alcuni casi ca-ratteristici ci riferiremo alla constatazione dell’occultoa mezzo del manifesto, per dimostrare come, purchè sivoglia, questo possa sempre esser fatto nel corso dellavita pratica.

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Se per mezzo dell’investigazione della scienza spi-rituale suddescritta si rintraccia a ritroso il corsodell’evoluzione terrestre, si arriva a una condizionespirituale del nostro pianeta; ma se si risale ancora piùindietro nel passato, ci si accorge che quella spirituali-tà stessa era già passata prima attraverso una specie diincarnazione fisica. Si arriva dunque a un passato sta-to planetario fisico, che si è poi spiritualizzato, ma chematerializzandosi più tardi nuovamente si è trasforma-to nella nostra Terra; questa rappresenta dunque la rin-carnazione di un antichissimo pianeta. La scienza del-lo spirito, però, può risalire ancora più indietro; essavede allora l’intiero processo ripetersi ancora due vol-te. La nostra Terra dunque ha attraversato tre stati pla-netari precedenti, separati sempre da stati intermedi dispiritualizzazione. La sostanza fisica risulta semprepiù raffinata, quanto più si risale indietro nelle incar-nazioni.

Orbene, l’uomo si presenta nella forma, in cui at-tualmente si evolve, soltanto durante la quarta delle

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incarnazioni planetarie appunto descritte, e propria-mente sulla Terra. La caratteristica essenziale di que-sta forma consiste nel fatto, che l’uomo è costituito diquattro arti: il corpo fisico, l’eterico, l’astrale e l’Io.Questa forma non avrebbe però potuto costituirsi, senon fosse stata preparata dai precedenti eventidell’evoluzione, preparazione che si è svolta per il fat-to, che durante le prime incarnazioni planetarie si svi-lupparono esseri, i quali già possedevano tre degli at-tuali arti umani: il corpo fisico, l’eterico e l’astrale.Questi esseri, che si potrebbero chiamare, in un certosenso, i progenitori dell’uomo, non possedevano an-cora l’Io, ma svilupparono gli altri tre arti e il loro re-ciproco rapporto in modo, che divennero maturi peraccogliere più tardi «l’Io». I progenitori dell’uomodunque, durante le prime incarnazioni planetarie, con-dussero i loro tre arti a un determinato stato di maturi-tà. Subentrò allora un periodo di spiritualizzazione,dal quale venne a formarsi poi una nuova condizioneplanetaria, quella della nostra Terra. Questa contenevain sè, quale germi, quei progenitori dell’uomo in talmodo maturatisi. Per il fatto che l’intero pianeta avevaattraversato un periodo di spiritualizzazione ed era ri-comparso in una nuova forma, esso offerse ai germiche conteneva, costituiti di corpo fisico, corpo vitale ecorpo astrale, non soltanto l’occasione di evolverenuovamente fino all’altezza che prima avevano rag-giunto, ma anche la possibilità, dopo conseguitaquell’altezza, di trascendere sè stessi e di accogliere

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incarnazioni planetarie appunto descritte, e propria-mente sulla Terra. La caratteristica essenziale di que-sta forma consiste nel fatto, che l’uomo è costituito diquattro arti: il corpo fisico, l’eterico, l’astrale e l’Io.Questa forma non avrebbe però potuto costituirsi, senon fosse stata preparata dai precedenti eventidell’evoluzione, preparazione che si è svolta per il fat-to, che durante le prime incarnazioni planetarie si svi-lupparono esseri, i quali già possedevano tre degli at-tuali arti umani: il corpo fisico, l’eterico e l’astrale.Questi esseri, che si potrebbero chiamare, in un certosenso, i progenitori dell’uomo, non possedevano an-cora l’Io, ma svilupparono gli altri tre arti e il loro re-ciproco rapporto in modo, che divennero maturi peraccogliere più tardi «l’Io». I progenitori dell’uomodunque, durante le prime incarnazioni planetarie, con-dussero i loro tre arti a un determinato stato di maturi-tà. Subentrò allora un periodo di spiritualizzazione,dal quale venne a formarsi poi una nuova condizioneplanetaria, quella della nostra Terra. Questa contenevain sè, quale germi, quei progenitori dell’uomo in talmodo maturatisi. Per il fatto che l’intero pianeta avevaattraversato un periodo di spiritualizzazione ed era ri-comparso in una nuova forma, esso offerse ai germiche conteneva, costituiti di corpo fisico, corpo vitale ecorpo astrale, non soltanto l’occasione di evolverenuovamente fino all’altezza che prima avevano rag-giunto, ma anche la possibilità, dopo conseguitaquell’altezza, di trascendere sè stessi e di accogliere

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l’«Io». L’evoluzione terrestre consta dunque di dueparti: in un primo periodo la Terra stessa ci si presentacome la rincarnazione di uno stato planetario anterio-re. Questa ripetizione segna però un progresso sullaprecedente incarnazione, dovuto alla spiritualizzazio-ne verificatasi fra le due incarnazioni. E la Terra con-tiene in sè i germi dei progenitori dell’uomo dei pia-neti precedenti, germi che si evolvono dapprima finoal livello al quale si trovavano precedentemente. Illoro arrivo a questo punto segna il termine del primoperiodo; ma la Terra, per virtù del proprio grado supe-riore di evoluzione, può condurre i germi a maggiorperfezionamento, può renderli, cioè, capaci di acco-gliere «l’Io». Il secondo periodo dell’evoluzione terre-stre è quello dello sviluppo dell’Io nel corpo fisico,nel corpo vitale e nel corpo astrale.

Come l’uomo, per mezzo dell’evoluzione della Ter-ra, ha potuto in questo modo salire a un gradino piùalto, così egli era pure salito di un gradino in ognunadelle precedenti incarnazioni planetarie; perchèl’uomo in parte già esisteva quando la prima di questeincarnazioni si è verificata. Per fare luce dunquesull’entità attuale dell’uomo, è utile rintracciarnel’evoluzione fino al remotissimo passato della primadelle suddette incarnazioni planetarie. – L’indagine:occulta dà a quella prima incarnazione planetaria ilnome di «Saturno» – alla seconda di «Sole», alla terzadi «Luna», la quarta è appunto la «Terra». Bisogna te-ner presente, che non si possono anzitutto mettere tali

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l’«Io». L’evoluzione terrestre consta dunque di dueparti: in un primo periodo la Terra stessa ci si presentacome la rincarnazione di uno stato planetario anterio-re. Questa ripetizione segna però un progresso sullaprecedente incarnazione, dovuto alla spiritualizzazio-ne verificatasi fra le due incarnazioni. E la Terra con-tiene in sè i germi dei progenitori dell’uomo dei pia-neti precedenti, germi che si evolvono dapprima finoal livello al quale si trovavano precedentemente. Illoro arrivo a questo punto segna il termine del primoperiodo; ma la Terra, per virtù del proprio grado supe-riore di evoluzione, può condurre i germi a maggiorperfezionamento, può renderli, cioè, capaci di acco-gliere «l’Io». Il secondo periodo dell’evoluzione terre-stre è quello dello sviluppo dell’Io nel corpo fisico,nel corpo vitale e nel corpo astrale.

Come l’uomo, per mezzo dell’evoluzione della Ter-ra, ha potuto in questo modo salire a un gradino piùalto, così egli era pure salito di un gradino in ognunadelle precedenti incarnazioni planetarie; perchèl’uomo in parte già esisteva quando la prima di questeincarnazioni si è verificata. Per fare luce dunquesull’entità attuale dell’uomo, è utile rintracciarnel’evoluzione fino al remotissimo passato della primadelle suddette incarnazioni planetarie. – L’indagine:occulta dà a quella prima incarnazione planetaria ilnome di «Saturno» – alla seconda di «Sole», alla terzadi «Luna», la quarta è appunto la «Terra». Bisogna te-ner presente, che non si possono anzitutto mettere tali

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designazioni della scienza occulta in alcuna relazionecon i nomi posti a indicare i corpi celesti dell’attualenostro sistema solare. Nella scienza occulta, Saturno eSole e Luna, sono appunto i nomi di forme passate dievoluzione attraversate dalla nostra Terra. Quale sia ilrapporto tra questi mondi primordiali e il presente si-stema solare verrà esposto nel corso di quest’opera.

Si potranno descrivere i rapporti fra le quattro in-carnazioni planetarie sovraccennate sommariamentesoltanto, visto che gli eventi, gli esseri e i loro destini,sono altrettanto svariati su Saturno, Sole e Luna,quanto sulla Terra stessa. Ci sarà perciò possibile difar rilevare soltanto alcune caratteristiche di quelle di-verse condizioni, atte ad illustrare come le condizionidella Terra si siano andate formando dalle precedenti.Bisogna anche tener presente, che quelle condizionirisultano sempre più dissimili dalle attuali, per quantopiù si risale indietro nel passato. Nondimeno si posso-no descrivere soltanto facendo uso delle rappresenta-zioni che convengono alle condizioni attuali della Ter-ra. Quando, p. es., si parla di luce, di calore o di qual-cosa di simile nei riguardi di questi stati primordiali,bisogna ricordarsi che ciò non significa quello cheoggi si indica come luce o calore. Non per tanto taledenominazione è giusta, perchè, in quei primi gradinidell’evoluzione, all’osservatore chiaroveggente si ma-nifesta qualcosa che è poi divenuto ciò che attualmen-te è luce, calore, ecc. E chi segue le descrizioni chesono state date dalla scienza occulta potrà rilevare, dal

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designazioni della scienza occulta in alcuna relazionecon i nomi posti a indicare i corpi celesti dell’attualenostro sistema solare. Nella scienza occulta, Saturno eSole e Luna, sono appunto i nomi di forme passate dievoluzione attraversate dalla nostra Terra. Quale sia ilrapporto tra questi mondi primordiali e il presente si-stema solare verrà esposto nel corso di quest’opera.

Si potranno descrivere i rapporti fra le quattro in-carnazioni planetarie sovraccennate sommariamentesoltanto, visto che gli eventi, gli esseri e i loro destini,sono altrettanto svariati su Saturno, Sole e Luna,quanto sulla Terra stessa. Ci sarà perciò possibile difar rilevare soltanto alcune caratteristiche di quelle di-verse condizioni, atte ad illustrare come le condizionidella Terra si siano andate formando dalle precedenti.Bisogna anche tener presente, che quelle condizionirisultano sempre più dissimili dalle attuali, per quantopiù si risale indietro nel passato. Nondimeno si posso-no descrivere soltanto facendo uso delle rappresenta-zioni che convengono alle condizioni attuali della Ter-ra. Quando, p. es., si parla di luce, di calore o di qual-cosa di simile nei riguardi di questi stati primordiali,bisogna ricordarsi che ciò non significa quello cheoggi si indica come luce o calore. Non per tanto taledenominazione è giusta, perchè, in quei primi gradinidell’evoluzione, all’osservatore chiaroveggente si ma-nifesta qualcosa che è poi divenuto ciò che attualmen-te è luce, calore, ecc. E chi segue le descrizioni chesono state date dalla scienza occulta potrà rilevare, dal

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rapporto in cui queste cose sono poste, quali rappre-sentazioni occorra acquistare per ottenere imagini eparagoni caratteristici dei fatti, che si sono svolti nelremotissimo passato.

Questo riuscirà indubbiamente molto difficile neiriguardi degli stati planetari che precedettero l’incar-nazione lunare. Durante quest’ultima le condizioniche dominavano avevano qualche somiglianza conquelle terrestri, e chi voglia descriverle trova in talesomiglianza col presente dei punti di appoggio peresprimere con chiarezza i risultati dell’osservazionechiaroveggente. Ma è diverso quando si tratta di de-scrivere l’evoluzione saturnia e quella solare. Ciò chesi manifesta allora all’osservazione chiaroveggente èassolutamente diverso dalle condizioni e dagli esseri,che fanno parte della sfera della vita umana attuale;ciò rende particolarmente difficile di far entrare queifatti primordiali perfino nel campo della coscienzachiaroveggente stessa. Ma l’entità umana attuale, nonpuò essere compresa, se non si risale nella evoluzionefino all’epoca planetaria di Saturno. Occorre quindidescrivere quelle condizioni primordiali; certamentepotranno venir giustamente comprese soltanto da chitenga presente l’esistenza di tali difficoltà, e comeperciò gran parte di quanto viene detto debba essereconsiderato piuttosto come un accenno, una indicazio-ne ai fatti in questione, anzichè come una adeguatadescrizione.

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rapporto in cui queste cose sono poste, quali rappre-sentazioni occorra acquistare per ottenere imagini eparagoni caratteristici dei fatti, che si sono svolti nelremotissimo passato.

Questo riuscirà indubbiamente molto difficile neiriguardi degli stati planetari che precedettero l’incar-nazione lunare. Durante quest’ultima le condizioniche dominavano avevano qualche somiglianza conquelle terrestri, e chi voglia descriverle trova in talesomiglianza col presente dei punti di appoggio peresprimere con chiarezza i risultati dell’osservazionechiaroveggente. Ma è diverso quando si tratta di de-scrivere l’evoluzione saturnia e quella solare. Ciò chesi manifesta allora all’osservazione chiaroveggente èassolutamente diverso dalle condizioni e dagli esseri,che fanno parte della sfera della vita umana attuale;ciò rende particolarmente difficile di far entrare queifatti primordiali perfino nel campo della coscienzachiaroveggente stessa. Ma l’entità umana attuale, nonpuò essere compresa, se non si risale nella evoluzionefino all’epoca planetaria di Saturno. Occorre quindidescrivere quelle condizioni primordiali; certamentepotranno venir giustamente comprese soltanto da chitenga presente l’esistenza di tali difficoltà, e comeperciò gran parte di quanto viene detto debba essereconsiderato piuttosto come un accenno, una indicazio-ne ai fatti in questione, anzichè come una adeguatadescrizione.

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Dei quattro arti che costituiscono attualmentel’entità umana il corpo fisico è il più antico, ed è an-che quello che ha raggiunto la massima perfezionedella sua propria natura. La ricerca occulta dimostra,che esso già esisteva durante l’evoluzione di Saturno.Nel corso di questo studio sarà esposto come indub-biamente la forma di questo corpo fisico su Saturnofosse affatto diversa da quella dell’attuale corpo fisicoumano. Quest’ultimo, per sua natura, può sussisteresoltanto per il suo rapporto con il corpo vitale, conquello astrale e con l’Io come già è stato spiegato nel-la prima parte di questo libro. Un tale nesso ancoranon esisteva su Saturno; allora il corpo fisico percor-reva il primo gradino di evoluzione, senza che gli fos-sero stati incorporati un corpo vitale, un corpo astrale,nè un Io umani; e andò maturando durante l’evoluzio-ne saturnia per poter accogliere un corpo vitale. Per-chè ciò si verificasse Saturno ha dovuto prima spiri-tualizzarsi e poi rincarnarsi come Sole. Durantel’incarnazione Sole si è di nuovo sviluppato, come daun germe del passato, il corpo fisico, quale era diven-tato su Saturno; e allora soltanto ha potuto esserecompenetrato da un corpo eterico. Per mezzodell’incorporazione di un corpo eterico si trasformò lanatura del corpo fisico, e si elevò a un secondo gradodi perfezionamento. Un fatto analogo si verificò du-rante l’evoluzione lunare. Il progenitore dell’uomo,

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Dei quattro arti che costituiscono attualmentel’entità umana il corpo fisico è il più antico, ed è an-che quello che ha raggiunto la massima perfezionedella sua propria natura. La ricerca occulta dimostra,che esso già esisteva durante l’evoluzione di Saturno.Nel corso di questo studio sarà esposto come indub-biamente la forma di questo corpo fisico su Saturnofosse affatto diversa da quella dell’attuale corpo fisicoumano. Quest’ultimo, per sua natura, può sussisteresoltanto per il suo rapporto con il corpo vitale, conquello astrale e con l’Io come già è stato spiegato nel-la prima parte di questo libro. Un tale nesso ancoranon esisteva su Saturno; allora il corpo fisico percor-reva il primo gradino di evoluzione, senza che gli fos-sero stati incorporati un corpo vitale, un corpo astrale,nè un Io umani; e andò maturando durante l’evoluzio-ne saturnia per poter accogliere un corpo vitale. Per-chè ciò si verificasse Saturno ha dovuto prima spiri-tualizzarsi e poi rincarnarsi come Sole. Durantel’incarnazione Sole si è di nuovo sviluppato, come daun germe del passato, il corpo fisico, quale era diven-tato su Saturno; e allora soltanto ha potuto esserecompenetrato da un corpo eterico. Per mezzodell’incorporazione di un corpo eterico si trasformò lanatura del corpo fisico, e si elevò a un secondo gradodi perfezionamento. Un fatto analogo si verificò du-rante l’evoluzione lunare. Il progenitore dell’uomo,

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evolvendosi dal Sole alla Luna, incorporò in sè il cor-po astrale, e così il corpo umano subì una terza tra-sformazione, e s’inalzò a un terzo grado del suo perfe-zionamento. Il corpo vitale venne allora pure trasfor-mato e salì al secondo grado del suo perfezionamento.Sulla Terra infine, in questo antenato dell’uomo costi-tuito dal corpo fisico, dal corpo vitale e da quelloastrale venne incorporato l’Io. In tal modo il corpo fi-sico raggiunse il suo quarto grado di perfezionamento,il corpo vitale raggiunse il terzo, e il corpo astrale ilsecondo; l’Io invece si trova ora al primo scalino dellasua esistenza.

Esaminando la natura dell’uomo senza preconcetti,non riuscirà difficile rappresentarsi in modo giustoquesti gradi diversi di perfezione dei singoli arti; aquesto riguardo basta paragonare il corpo fisico aquello astrale. Certamente il corpo astrale, nella suaqualità di arto animico, si trova a un gradino più altodi evoluzione del fisico, e quando nell’avvenire si saràperfezionato, avrà per l’entità complessiva dell’uomoun’importanza molto più grande, del corpo fisico at-tuale. Però, nella sua propria natura quest’ultimo è ar-rivato a un determinato punto di perfezione.

Riflettete sulla profonda saggezza manifestata nellacostituzione del cuore, sulla meravigliosa costruzionedel cervello, ecc., perfino di ogni osso nei suoi singoliparticolari come, p. es., la parte superiore del femore.All’estremità di quest’osso si trova un mirabile retico-lato o armatura, regolarmente congegnata per mezzo

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evolvendosi dal Sole alla Luna, incorporò in sè il cor-po astrale, e così il corpo umano subì una terza tra-sformazione, e s’inalzò a un terzo grado del suo perfe-zionamento. Il corpo vitale venne allora pure trasfor-mato e salì al secondo grado del suo perfezionamento.Sulla Terra infine, in questo antenato dell’uomo costi-tuito dal corpo fisico, dal corpo vitale e da quelloastrale venne incorporato l’Io. In tal modo il corpo fi-sico raggiunse il suo quarto grado di perfezionamento,il corpo vitale raggiunse il terzo, e il corpo astrale ilsecondo; l’Io invece si trova ora al primo scalino dellasua esistenza.

Esaminando la natura dell’uomo senza preconcetti,non riuscirà difficile rappresentarsi in modo giustoquesti gradi diversi di perfezione dei singoli arti; aquesto riguardo basta paragonare il corpo fisico aquello astrale. Certamente il corpo astrale, nella suaqualità di arto animico, si trova a un gradino più altodi evoluzione del fisico, e quando nell’avvenire si saràperfezionato, avrà per l’entità complessiva dell’uomoun’importanza molto più grande, del corpo fisico at-tuale. Però, nella sua propria natura quest’ultimo è ar-rivato a un determinato punto di perfezione.

Riflettete sulla profonda saggezza manifestata nellacostituzione del cuore, sulla meravigliosa costruzionedel cervello, ecc., perfino di ogni osso nei suoi singoliparticolari come, p. es., la parte superiore del femore.All’estremità di quest’osso si trova un mirabile retico-lato o armatura, regolarmente congegnata per mezzo

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di tante piccole bacchettine; il tutto è costituito inmodo, che coll’impiego del minimo di sostanze mate-riali si ottiene la migliore azione sulla superficiedell’articolazione, p. es., l’opportuna distribuzionedell’attrito per conseguire un giusto genere di movi-mento.

Si trovano così provvedimenti pieni di saggezzanelle diverse parti del corpo fisico. E chi osservil’armonia, con cui le diverse parti collaborano con iltutto, troverà giusto che si parli per questo artodell’entità umana di una sua propria perfezione. Nèvarrà l’obiezione che alcune parti appaiono senza sco-po, o che si possono verificare disturbi nella struttura,o nelle funzioni di esso. Si potrà perfino trovare, chetali disturbi, sotto un certo riguardo, non sono che leombre necessarie della luce piena di saggezza, che èstata riversata sull’intiero organismo fisico. E ora siparagoni con questo il corpo astrale, come veicolo delpiacere e del dolore, dei desideri e delle passioni.Quanta incertezza regna in esso nei riguardi del piace-re e del dolore; quali desideri e passioni, spesso insen-sate, vi si svolgono, in contrasto con la mèta superioredell’uomo. Il corpo astrale è appena ora sulla via diraggiungere l’armonia e l’interiore indipendenza, chegià esiste nel corpo fisico. Nella stessa guisa si potreb-be dimostrare, che, nel suo genere, il corpo vitale èpiù perfezionato del corpo astrale e meno del fisico. Erisulterebbe pure, dal relativo studio, che il noccioloessenziale dell’entità umana – «l’Io» – si trova al pre-

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di tante piccole bacchettine; il tutto è costituito inmodo, che coll’impiego del minimo di sostanze mate-riali si ottiene la migliore azione sulla superficiedell’articolazione, p. es., l’opportuna distribuzionedell’attrito per conseguire un giusto genere di movi-mento.

Si trovano così provvedimenti pieni di saggezzanelle diverse parti del corpo fisico. E chi osservil’armonia, con cui le diverse parti collaborano con iltutto, troverà giusto che si parli per questo artodell’entità umana di una sua propria perfezione. Nèvarrà l’obiezione che alcune parti appaiono senza sco-po, o che si possono verificare disturbi nella struttura,o nelle funzioni di esso. Si potrà perfino trovare, chetali disturbi, sotto un certo riguardo, non sono che leombre necessarie della luce piena di saggezza, che èstata riversata sull’intiero organismo fisico. E ora siparagoni con questo il corpo astrale, come veicolo delpiacere e del dolore, dei desideri e delle passioni.Quanta incertezza regna in esso nei riguardi del piace-re e del dolore; quali desideri e passioni, spesso insen-sate, vi si svolgono, in contrasto con la mèta superioredell’uomo. Il corpo astrale è appena ora sulla via diraggiungere l’armonia e l’interiore indipendenza, chegià esiste nel corpo fisico. Nella stessa guisa si potreb-be dimostrare, che, nel suo genere, il corpo vitale èpiù perfezionato del corpo astrale e meno del fisico. Erisulterebbe pure, dal relativo studio, che il noccioloessenziale dell’entità umana – «l’Io» – si trova al pre-

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sente soltanto all’inizio della sua evoluzione. Difattiquesto Io, fino a che punto ha già raggiunto il suocompito di trasformare gli altri arti dell’entità umanadi guisa che essi diventino una manifestazione dellasua propria natura? – Ciò che risulta in questo modoanche all’osservazione esteriore si palesa anche piùintensamente allo studioso della scienza dello spirito.Si potrebbe osservare, che il corpo fisico è soggettoalle malattie, ma la scienza dello spirito si trova ormaiin condizione di dimostrare, che gran parte di esse di-pende dal fatto, che le perversità e gli errori del corpoastrale vengono trasmessi al corpo vitale e turbano in-direttamente, per mezzo di questo, l’armonia del cor-po fisico. L’intima connessione, alla quale possiamoqui soltanto accennare, e la vera causa di molti pro-cessi morbosi sfuggono all’osservazione scientifica,che si limita soltanto ai fatti fisici sensibili. Questaconnessione per lo più si esplica in modo, che un gua-sto del corpo astrale non produce dei fenomeni mor-bosi nel corpo fisico durante la vita, in cui quel guastosi è verificato, ma li produce in una vita susseguente.Perciò le leggi che stiamo ora esaminando hanno unsignificato soltanto per coloro, che ammettono il ripe-tersi delle vite umane. Ma se pure non si vuol sapernulla di questa conoscenza più profonda, risulta tutta-via evidente, anche all’osservazione ordinaria dellavita, che l’uomo si abbandona troppo spesso a piacerie desideri, che distruggono l’armonia del corpo fisico.E la sede dei piaceri, dei desideri e dello passioni non

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sente soltanto all’inizio della sua evoluzione. Difattiquesto Io, fino a che punto ha già raggiunto il suocompito di trasformare gli altri arti dell’entità umanadi guisa che essi diventino una manifestazione dellasua propria natura? – Ciò che risulta in questo modoanche all’osservazione esteriore si palesa anche piùintensamente allo studioso della scienza dello spirito.Si potrebbe osservare, che il corpo fisico è soggettoalle malattie, ma la scienza dello spirito si trova ormaiin condizione di dimostrare, che gran parte di esse di-pende dal fatto, che le perversità e gli errori del corpoastrale vengono trasmessi al corpo vitale e turbano in-direttamente, per mezzo di questo, l’armonia del cor-po fisico. L’intima connessione, alla quale possiamoqui soltanto accennare, e la vera causa di molti pro-cessi morbosi sfuggono all’osservazione scientifica,che si limita soltanto ai fatti fisici sensibili. Questaconnessione per lo più si esplica in modo, che un gua-sto del corpo astrale non produce dei fenomeni mor-bosi nel corpo fisico durante la vita, in cui quel guastosi è verificato, ma li produce in una vita susseguente.Perciò le leggi che stiamo ora esaminando hanno unsignificato soltanto per coloro, che ammettono il ripe-tersi delle vite umane. Ma se pure non si vuol sapernulla di questa conoscenza più profonda, risulta tutta-via evidente, anche all’osservazione ordinaria dellavita, che l’uomo si abbandona troppo spesso a piacerie desideri, che distruggono l’armonia del corpo fisico.E la sede dei piaceri, dei desideri e dello passioni non

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è il corpo fisico, bensì il corpo astrale, il quale permolti riguardi è ancora talmente imperfetto, che puòdistruggere la perfezione del corpo fisico.

Occorre far notare, che con tali spiegazioni nons’intende dare come dimostrate le affermazioni dellascienza dello spirito riguardo all’evoluzione dei quat-tro arti dell’entità umana. Le prove si attingonodall’investigazione spirituale, la quale dimostra, che ilcorpo fisico ha dietro di sè ben quattro trasformazioni,che lo hanno condotto a un maggior grado di perfezio-ne, mentre gli altri arti umani ne hanno avute di meno,come già è stato descritto; ma si è voluto soltanto in-dicare, che queste comunicazioni della ricerca spiri-tuale riguardano fatti, che si palesano nei loro effettianche all’osservazione esteriore, nei diversi gradi diperfezione del corpo fisico, del corpo vitale, ecc.

* * *

Se ci si vuol formare un’immagine che rappresentiapprossimativamente le condizioni prevalenti durantel’evoluzione di Saturno bisogna tenere presente, che aquel tempo – essenzialmente – le cose e gli esseri cheappartengono attualmente alla Terra e costituiscono ilregno animale, quello vegetale e minerale, ancora nonesistevano. Gli esseri di questi tre regni si sono forma-ti soltanto più tardi durante i successivi periodi di evo-luzione. Degli esseri terrestri oggi fisicamente percet-tibili esisteva allora soltanto l’uomo, e di lui il solo

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è il corpo fisico, bensì il corpo astrale, il quale permolti riguardi è ancora talmente imperfetto, che puòdistruggere la perfezione del corpo fisico.

Occorre far notare, che con tali spiegazioni nons’intende dare come dimostrate le affermazioni dellascienza dello spirito riguardo all’evoluzione dei quat-tro arti dell’entità umana. Le prove si attingonodall’investigazione spirituale, la quale dimostra, che ilcorpo fisico ha dietro di sè ben quattro trasformazioni,che lo hanno condotto a un maggior grado di perfezio-ne, mentre gli altri arti umani ne hanno avute di meno,come già è stato descritto; ma si è voluto soltanto in-dicare, che queste comunicazioni della ricerca spiri-tuale riguardano fatti, che si palesano nei loro effettianche all’osservazione esteriore, nei diversi gradi diperfezione del corpo fisico, del corpo vitale, ecc.

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Se ci si vuol formare un’immagine che rappresentiapprossimativamente le condizioni prevalenti durantel’evoluzione di Saturno bisogna tenere presente, che aquel tempo – essenzialmente – le cose e gli esseri cheappartengono attualmente alla Terra e costituiscono ilregno animale, quello vegetale e minerale, ancora nonesistevano. Gli esseri di questi tre regni si sono forma-ti soltanto più tardi durante i successivi periodi di evo-luzione. Degli esseri terrestri oggi fisicamente percet-tibili esisteva allora soltanto l’uomo, e di lui il solo

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corpo fisico, nel modo descritto. Alla Terra però at-tualmente appartengono non soltanto gli esseri del re-gno minerale, animale, vegetale e del regno umano,bensì anche altri esseri, che non si manifestano in unacorporeità fisica, ma che erano presenti anche durantel’evoluzione di Saturno, e la loro attività sul campo diazione saturnio determinò la evoluzione che più tardisi è effettuata nell’uomo.

Se si dirigono gli organi dell’osservazione spiritua-le, non verso il principio e la fine, ma verso la metàdel periodo di evoluzione di questa incarnazione sa-turnia, ci si palesa una condizione che consiste, per lamassima parte, soltanto di «calore»; non vi si trovanulla di gassoso, nulla di liquido e tanto meno partisolide; tutti questi stati si costituiscono soltanto piùtardi nelle seguenti rincarnazioni. Supponiamo che unessere umano, fornito degli attuali organi sensori, siavvicini come osservatore a questo stato di Saturno;nessuna delle impressioni sensorie di cui è capace glisi manifesterà all’infuori di quella del calore. Ammes-so che un tale essere potesse avvicinarsi a Saturno,egli sentirebbe, appena arrivato nella parte dello spa-zio occupato da quel pianeta, che ivi esiste una condi-zione di calore diversa da quella di tutto l’ambientecircostante. Egli non vi troverebbe una uguale distri-buzione di questo calore, ma sentirebbe l’alternarsi, indiversissimi modi, di parti calde e di parti fredde; per-cepirebbe delle determinate linee di calore irradiante,le quali non segnerebbero semplicemente un tracciato

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corpo fisico, nel modo descritto. Alla Terra però at-tualmente appartengono non soltanto gli esseri del re-gno minerale, animale, vegetale e del regno umano,bensì anche altri esseri, che non si manifestano in unacorporeità fisica, ma che erano presenti anche durantel’evoluzione di Saturno, e la loro attività sul campo diazione saturnio determinò la evoluzione che più tardisi è effettuata nell’uomo.

Se si dirigono gli organi dell’osservazione spiritua-le, non verso il principio e la fine, ma verso la metàdel periodo di evoluzione di questa incarnazione sa-turnia, ci si palesa una condizione che consiste, per lamassima parte, soltanto di «calore»; non vi si trovanulla di gassoso, nulla di liquido e tanto meno partisolide; tutti questi stati si costituiscono soltanto piùtardi nelle seguenti rincarnazioni. Supponiamo che unessere umano, fornito degli attuali organi sensori, siavvicini come osservatore a questo stato di Saturno;nessuna delle impressioni sensorie di cui è capace glisi manifesterà all’infuori di quella del calore. Ammes-so che un tale essere potesse avvicinarsi a Saturno,egli sentirebbe, appena arrivato nella parte dello spa-zio occupato da quel pianeta, che ivi esiste una condi-zione di calore diversa da quella di tutto l’ambientecircostante. Egli non vi troverebbe una uguale distri-buzione di questo calore, ma sentirebbe l’alternarsi, indiversissimi modi, di parti calde e di parti fredde; per-cepirebbe delle determinate linee di calore irradiante,le quali non segnerebbero semplicemente un tracciato

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diretto, ma per mezzo di variazioni calorifiche verreb-bero a costituire delle forme regolari. Si avrebbe di-nanzi a sè come un’entità cosmica, in sè organizzata,in condizioni mutevoli, e costituita di solo calore.

All’uomo odierno riesce difficile rappresentarsi uncorpo composto di solo calore, poichè egli è abituato anon considerare il calore come una cosa per sè esi-stente, ma soltanto come una qualità percettibile deicorpi gassosi, liquidi o solidi. A colui specialmenteche ha adottato le idee della fisica dei nostri tempi,parlar di calore nel senso sopradetto appare assurdo.Costui dirà forse: «Esistono corpi solidi, liquidi e gas-sosi; il calore indica soltanto una condizione assuntada una di queste tre forme di corpi. Quando le minimeparticelle di un gas si mettono in movimento, questoviene percepito come calore. Dove non esiste gas, nonpuò esistere tale movimento, e perciò nessun calore».

Al ricercatore occulto il fatto appare diverso. Per luiil calore è qualcosa di cui parla, come parla di gas, difluidità o di corpi solidi; per lui è soltanto una sostan-za ancor più sottile di un gas. E quest’ultimo è per luisoltanto calore condensato, nello stesso modo che il li-quido è gas condensato, e un solido è liquido conden-sato. Perciò l’investigatore occulto parla di corpi dicalore, così come parla di corpi formati di gas o di va-pore. –

È necessario ammettere l’esistenza della percezioneocculta, se si vuol seguire l’indagatore spirituale inquesto campo. Nel mondo adatto ai sensi fisici il calo-

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diretto, ma per mezzo di variazioni calorifiche verreb-bero a costituire delle forme regolari. Si avrebbe di-nanzi a sè come un’entità cosmica, in sè organizzata,in condizioni mutevoli, e costituita di solo calore.

All’uomo odierno riesce difficile rappresentarsi uncorpo composto di solo calore, poichè egli è abituato anon considerare il calore come una cosa per sè esi-stente, ma soltanto come una qualità percettibile deicorpi gassosi, liquidi o solidi. A colui specialmenteche ha adottato le idee della fisica dei nostri tempi,parlar di calore nel senso sopradetto appare assurdo.Costui dirà forse: «Esistono corpi solidi, liquidi e gas-sosi; il calore indica soltanto una condizione assuntada una di queste tre forme di corpi. Quando le minimeparticelle di un gas si mettono in movimento, questoviene percepito come calore. Dove non esiste gas, nonpuò esistere tale movimento, e perciò nessun calore».

Al ricercatore occulto il fatto appare diverso. Per luiil calore è qualcosa di cui parla, come parla di gas, difluidità o di corpi solidi; per lui è soltanto una sostan-za ancor più sottile di un gas. E quest’ultimo è per luisoltanto calore condensato, nello stesso modo che il li-quido è gas condensato, e un solido è liquido conden-sato. Perciò l’investigatore occulto parla di corpi dicalore, così come parla di corpi formati di gas o di va-pore. –

È necessario ammettere l’esistenza della percezioneocculta, se si vuol seguire l’indagatore spirituale inquesto campo. Nel mondo adatto ai sensi fisici il calo-

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re si manifesta assolutamente come uno stato dei corpisolidi, liquidi e gassosi, il quale non è che l’aspetto,esteriore del calore, o, anche, l’effetto di esso. La fisi-ca parla soltanto di questo effetto del calore, nondell’intima sua natura. Cerchiamo per una volta di nontener conto di nessun effetto di calore che ci pervengadai corpi esterni e di non rappresentarci che l’espe-rienza interiore, la quale si ha, quanto si dicono le pa-role: «Io sento caldo», «Io sento freddo». Questaesperienza interiore soltanto è capace di dare un’ideaapprossimativa di ciò che era Saturno durante il sopra-descritto periodo della sua evoluzione. Si sarebbe po-tuto percorrere l’intiero spazio da esso occupato; nes-sun gas sarebbe stato trovato per esercitate una pres-sione, nessun corpo solido o liquido dal quale poter ri-cevere una qualsiasi impressione luminosa; ma in ognipunto dello spazio si sarebbe sentito interiormente,senza ricevere nessuna impressione esteriore: Qui vi èquesto o quel grado di calore.

In un corpo cosmico così fatto non esistono condi-zioni adatte per gli esseri animali, vegetali e mineralidell’epoca presente. – Non occorre far notare, chequello che è stato appunto detto, non potrebbe effetti-vamente mai verificarsi; un uomo odierno non potreb-be come tale mettersi di fronte all’antico Saturno perosservarlo, l’esempio è stato citato soltanto a scopo diillustrazione. – Le entità che avevano su Saturno illoro campo di azione si trovavano su di un gradino dievoluzione affatto diverso da quello degli esseri terre-

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re si manifesta assolutamente come uno stato dei corpisolidi, liquidi e gassosi, il quale non è che l’aspetto,esteriore del calore, o, anche, l’effetto di esso. La fisi-ca parla soltanto di questo effetto del calore, nondell’intima sua natura. Cerchiamo per una volta di nontener conto di nessun effetto di calore che ci pervengadai corpi esterni e di non rappresentarci che l’espe-rienza interiore, la quale si ha, quanto si dicono le pa-role: «Io sento caldo», «Io sento freddo». Questaesperienza interiore soltanto è capace di dare un’ideaapprossimativa di ciò che era Saturno durante il sopra-descritto periodo della sua evoluzione. Si sarebbe po-tuto percorrere l’intiero spazio da esso occupato; nes-sun gas sarebbe stato trovato per esercitate una pres-sione, nessun corpo solido o liquido dal quale poter ri-cevere una qualsiasi impressione luminosa; ma in ognipunto dello spazio si sarebbe sentito interiormente,senza ricevere nessuna impressione esteriore: Qui vi èquesto o quel grado di calore.

In un corpo cosmico così fatto non esistono condi-zioni adatte per gli esseri animali, vegetali e mineralidell’epoca presente. – Non occorre far notare, chequello che è stato appunto detto, non potrebbe effetti-vamente mai verificarsi; un uomo odierno non potreb-be come tale mettersi di fronte all’antico Saturno perosservarlo, l’esempio è stato citato soltanto a scopo diillustrazione. – Le entità che avevano su Saturno illoro campo di azione si trovavano su di un gradino dievoluzione affatto diverso da quello degli esseri terre-

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stri attuali fisicamente percettibili. Anzitutto vi eranoesseri, i quali non avevano un corpo fisico comel’uomo possiede oggidì. Bisogna perciò ben guardarsidal pensare all’attuale corporeità fisica dell’uomo,quando si parla qui del «corpo fisico». Occorre piutto-sto distinguere con cura il corpo fisico dal corpo mi-nerale. Per corpo fisico s’intende quello che è domina-to dalle leggi fisiche che si osservano oggidì nel regnominerale. Il corpo fisico umano attuale non soltanto èretto da tali leggi fisiche, ma è inoltre compenetratoda sostanza minerale, mentre di un corpo fisico mine-rale siffatto non è ancora il caso di parlare su Saturno.Su di esso esiste soltanto una corporeità fisica, domi-nata da leggi fisiche, le quali si manifestano soltantoper mezzo dell’attività del calore; trattasi perciò di uncorpo fine, sottile, eterico, di calore, e l’intiero Satur-no è costituito da siffatti corpi di calore. Questi corpidi calore sono il primo germe dell’attuale corpo fisicominerale umano, che si è formato, perchè le sostanzegassose, liquide e solide costituitesi più tardi si sonoincorporate nel primitivo corpo di calore. Fra gli esse-ri che oltre all’uomo abitavano Saturno ve ne erano,per esempio, alcuni, i quali non abbisognavano affattodi un corpo fisico. L’arto inferiore di quelle entità eraun corpo eterico, ossia vitale. D’altro canto esse pos-sedevano un arto più alto di quelli della natura umana.Il principio, o arto più alto dell’uomo è l’Uomo Spiri-to, tali esseri posseggono inoltre un arto superiore aquello. E fra il corpo eterico e l’Uomo Spirito essi

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stri attuali fisicamente percettibili. Anzitutto vi eranoesseri, i quali non avevano un corpo fisico comel’uomo possiede oggidì. Bisogna perciò ben guardarsidal pensare all’attuale corporeità fisica dell’uomo,quando si parla qui del «corpo fisico». Occorre piutto-sto distinguere con cura il corpo fisico dal corpo mi-nerale. Per corpo fisico s’intende quello che è domina-to dalle leggi fisiche che si osservano oggidì nel regnominerale. Il corpo fisico umano attuale non soltanto èretto da tali leggi fisiche, ma è inoltre compenetratoda sostanza minerale, mentre di un corpo fisico mine-rale siffatto non è ancora il caso di parlare su Saturno.Su di esso esiste soltanto una corporeità fisica, domi-nata da leggi fisiche, le quali si manifestano soltantoper mezzo dell’attività del calore; trattasi perciò di uncorpo fine, sottile, eterico, di calore, e l’intiero Satur-no è costituito da siffatti corpi di calore. Questi corpidi calore sono il primo germe dell’attuale corpo fisicominerale umano, che si è formato, perchè le sostanzegassose, liquide e solide costituitesi più tardi si sonoincorporate nel primitivo corpo di calore. Fra gli esse-ri che oltre all’uomo abitavano Saturno ve ne erano,per esempio, alcuni, i quali non abbisognavano affattodi un corpo fisico. L’arto inferiore di quelle entità eraun corpo eterico, ossia vitale. D’altro canto esse pos-sedevano un arto più alto di quelli della natura umana.Il principio, o arto più alto dell’uomo è l’Uomo Spiri-to, tali esseri posseggono inoltre un arto superiore aquello. E fra il corpo eterico e l’Uomo Spirito essi

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posseggono tutti gli arti o principii descritti in questolibro e che si trovano anche nell’uomo; il corpo astra-le, l’Io, la Personalità Spirituale e lo Spirito Vitale.Pure Saturno, come la nostra Terra, era circondato daun’atmosfera, però di natura spirituale. Consistevaessa effettivamente degli esseri che abbiamo indicati,e di alcuni altri. Vigeva uno scambio continuo di reci-proca azione dei corpi di calore di Saturno con gli es-seri appunto caratterizzati, i quali immergevano i prin-cipii del loro essere nei primi. I corpi di calore maiavevano vita propria, ma si esprimeva in loro la vita diesseri che li attorniavano. Potrebbero venir paragonatia specchi; però in essi non si riflettevano le immaginidei suddetti esseri vitali, bensì le loro condizioni divita. Non si sarebbe potuto scoprire nulla di vivente suSaturno, nondimeno esso esercitava un effetto vivifi-catore sull’ambiente celeste che lo circondava, perchèriverberava in questo, come un’eco, la vita che gli erastata mandata. L’intiero Saturno appariva come unospecchio della vita celeste. Le eccelse entità la cui vitaveniva riflessa da Saturno sono chiamate dalla scienzadello spirito «Spiriti della Saggezza». (Nella scienzaspirituale cristiana esse vengono chiamate Kyriotetes,o Dominazioni). La loro attività su Saturno non ha co-minciato nel periodo medio dell’evoluzione che ab-biamo descritto; anzi, in un certo senso, essa era giun-ta allora già al suo termine. Prima che quegli spiritipotessero arrivare al punto di godere del riflesso dellaloro propria vita nei corpi di calore di Saturno, dovet-

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posseggono tutti gli arti o principii descritti in questolibro e che si trovano anche nell’uomo; il corpo astra-le, l’Io, la Personalità Spirituale e lo Spirito Vitale.Pure Saturno, come la nostra Terra, era circondato daun’atmosfera, però di natura spirituale. Consistevaessa effettivamente degli esseri che abbiamo indicati,e di alcuni altri. Vigeva uno scambio continuo di reci-proca azione dei corpi di calore di Saturno con gli es-seri appunto caratterizzati, i quali immergevano i prin-cipii del loro essere nei primi. I corpi di calore maiavevano vita propria, ma si esprimeva in loro la vita diesseri che li attorniavano. Potrebbero venir paragonatia specchi; però in essi non si riflettevano le immaginidei suddetti esseri vitali, bensì le loro condizioni divita. Non si sarebbe potuto scoprire nulla di vivente suSaturno, nondimeno esso esercitava un effetto vivifi-catore sull’ambiente celeste che lo circondava, perchèriverberava in questo, come un’eco, la vita che gli erastata mandata. L’intiero Saturno appariva come unospecchio della vita celeste. Le eccelse entità la cui vitaveniva riflessa da Saturno sono chiamate dalla scienzadello spirito «Spiriti della Saggezza». (Nella scienzaspirituale cristiana esse vengono chiamate Kyriotetes,o Dominazioni). La loro attività su Saturno non ha co-minciato nel periodo medio dell’evoluzione che ab-biamo descritto; anzi, in un certo senso, essa era giun-ta allora già al suo termine. Prima che quegli spiritipotessero arrivare al punto di godere del riflesso dellaloro propria vita nei corpi di calore di Saturno, dovet-

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tero rendere questi ultimi capaci di effettuare tale ri-flesso. Perciò la loro attività entrò in azione pocodopo il principio dell’evoluzione di Saturno, e quandociò avvenne, la corporeità di Saturno era ancora costi-tuita da sostanze caotiche, che non avrebbero potutoriflettere nulla.

Contemplando tali sostanze caotiche per mezzodell’osservazione spirituale ci si trova trasferiti alprincipio dell’evoluzione di Saturno. Ciò che ci si os-serva non ha ancora la caratteristica del calore che as-sume più tardi; se si vuol descriverlo se ne potrà sol-tanto parlare come di una proprietà, paragonabile allavolontà umana. In tutto e per tutto non è che volontà;si tratta quindi di una condizione completamente spiri-tuale. Se si vuol rintracciare la sorgente di tale «volon-tà», ci si accorge che viene emanata da entità eccelse,le quali hanno raggiunto con la loro evoluzione subli-mi altezze trascendentali, di guisa che all’iniziodell’evoluzione di Saturno, esse hanno potuto emana-re «volontà» dal loro proprio essere. Dopo che questaemanazione fu durata un determinato tempo, l’attivitàdegli Spiriti della Saggezza, dei quali prima abbiamoparlato, si unì alla volontà, la quale, fino allora privadi attributi, ricevette con questo mezzo gradatamentela capacità di rispecchiare la vita negli spazi celesti. –La scienza dello spirito dà il nome di «Spiriti dellaVolontà» a quelle entità, le quali al principio dell’evo-luzione di Saturno provavano beatitudine emanandovolontà: (Nella scienza esoterica cristiana vengono

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tero rendere questi ultimi capaci di effettuare tale ri-flesso. Perciò la loro attività entrò in azione pocodopo il principio dell’evoluzione di Saturno, e quandociò avvenne, la corporeità di Saturno era ancora costi-tuita da sostanze caotiche, che non avrebbero potutoriflettere nulla.

Contemplando tali sostanze caotiche per mezzodell’osservazione spirituale ci si trova trasferiti alprincipio dell’evoluzione di Saturno. Ciò che ci si os-serva non ha ancora la caratteristica del calore che as-sume più tardi; se si vuol descriverlo se ne potrà sol-tanto parlare come di una proprietà, paragonabile allavolontà umana. In tutto e per tutto non è che volontà;si tratta quindi di una condizione completamente spiri-tuale. Se si vuol rintracciare la sorgente di tale «volon-tà», ci si accorge che viene emanata da entità eccelse,le quali hanno raggiunto con la loro evoluzione subli-mi altezze trascendentali, di guisa che all’iniziodell’evoluzione di Saturno, esse hanno potuto emana-re «volontà» dal loro proprio essere. Dopo che questaemanazione fu durata un determinato tempo, l’attivitàdegli Spiriti della Saggezza, dei quali prima abbiamoparlato, si unì alla volontà, la quale, fino allora privadi attributi, ricevette con questo mezzo gradatamentela capacità di rispecchiare la vita negli spazi celesti. –La scienza dello spirito dà il nome di «Spiriti dellaVolontà» a quelle entità, le quali al principio dell’evo-luzione di Saturno provavano beatitudine emanandovolontà: (Nella scienza esoterica cristiana vengono

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chiamate «Troni»). Quando l’evoluzione di Saturnoebbe raggiunto un determinato gradino a mezzo dellacooperazione della volontà e della vita, intervennel’influenza di altri esseri, i quali si trovavano purenell’ambiente che circondava Saturno; sono essi gli«Spiriti del Moto». (La scienza esoterica cristiana dàloro il nome di «Dynamis» o «Virtù»). Essi non hannonè corpo fisico, nè corpo vitale; il loro arto o principiopiù basso è il corpo astrale. Quando i corpi di Saturnoebbero acquistata la capacità di rispecchiare la vita,questa fu capace di compenetrarsi delle qualità chehanno sede nel corpo astrale degli «Spiriti del Moto».In conseguenza di questo fatto sembra come se dellemanifestazioni di sentimenti, emozioni ed altre similiforze animiche venissero lanciate fuori da Saturnonello spazio celeste; l’intiero Saturno appare comeun’entità animata, che manifesta simpatie e antipatie;tali manifestazioni animiche però non sono affatto lesue proprie, ma semplicemente l’attività animica degli«Spiriti del Moto», riflessa da Saturno. – Tale stato èdurato un dato tempo e poi si e iniziata l’attività di al-tri esseri, cioè degli «Spiriti della Forma»; il loro artoinferiore è pure il corpo astrale, che però si trova a unpunto di evoluzione diverso da quello degli «Spiritidel Moto». Mentre questi comunicano alla vita river-berata da Saturno soltanto delle manifestazioni gene-rali di sentimento, il corpo astrale degli «Spiriti dellaForma» (detti «Exusiai» o «Potestà» dalla scienzaesoterica cristiana) opera in modo, che le manifesta-

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chiamate «Troni»). Quando l’evoluzione di Saturnoebbe raggiunto un determinato gradino a mezzo dellacooperazione della volontà e della vita, intervennel’influenza di altri esseri, i quali si trovavano purenell’ambiente che circondava Saturno; sono essi gli«Spiriti del Moto». (La scienza esoterica cristiana dàloro il nome di «Dynamis» o «Virtù»). Essi non hannonè corpo fisico, nè corpo vitale; il loro arto o principiopiù basso è il corpo astrale. Quando i corpi di Saturnoebbero acquistata la capacità di rispecchiare la vita,questa fu capace di compenetrarsi delle qualità chehanno sede nel corpo astrale degli «Spiriti del Moto».In conseguenza di questo fatto sembra come se dellemanifestazioni di sentimenti, emozioni ed altre similiforze animiche venissero lanciate fuori da Saturnonello spazio celeste; l’intiero Saturno appare comeun’entità animata, che manifesta simpatie e antipatie;tali manifestazioni animiche però non sono affatto lesue proprie, ma semplicemente l’attività animica degli«Spiriti del Moto», riflessa da Saturno. – Tale stato èdurato un dato tempo e poi si e iniziata l’attività di al-tri esseri, cioè degli «Spiriti della Forma»; il loro artoinferiore è pure il corpo astrale, che però si trova a unpunto di evoluzione diverso da quello degli «Spiritidel Moto». Mentre questi comunicano alla vita river-berata da Saturno soltanto delle manifestazioni gene-rali di sentimento, il corpo astrale degli «Spiriti dellaForma» (detti «Exusiai» o «Potestà» dalla scienzaesoterica cristiana) opera in modo, che le manifesta-

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zioni di sentimento vengono lanciate nello spazio co-smico, come se provenissero da entità individuali. Sipotrebbe dire, che gli «Spiriti del Moto» fanno appari-re Saturno, nel suo complesso, come un essere anima-to. Gli «Spiriti della Forma» ripartiscono questa vitain tanti singoli esseri viventi, di guisa che Saturno ap-pare ora come un assieme di tali esseri animici.

Raffiguriamoci, per meglio comprendere, una moradi macchia o di gelso costituita dall’agglomeramentodi tanti piccoli grani. Così, all’osservazione chiaro-veggente della suddescritta epoca di evoluzione, Sa-turno appare come costituito da tanti singoli esseri, iquali certamente non hanno nè vita nè anima propria,ma riflettono la vita e l’anima delle entità celesti cheabitano in loro. A questo punto dell’evoluzione di Sa-turno intervengono entità, le quali hanno come arto in-feriore il corpo astrale, ma che lo hanno portato a talealto grado di evoluzione, che esso opera come l’Ioumano attuale. A mezzo di questi esseri l’Io abbassadall’ambiente circostante il suo sguardo su Saturno ecomunica la propria natura ai singoli esseri viventi diSaturno. Vien così lanciato qualche cosa, da Saturnonello spazio cosmico, che assomiglia all’attività dellapersonalità umana nell’esistenza attuale. Le entità chein tal modo agiscono sono designate col nome di«Spiriti della Personalità», e nella scienza esotericacristiana col nome di «Archai»: «Principii Primordia-li». Esse conferiscono alle corporeità saturnie l’appa-renza della personalità. La personalità in sè stessa non

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zioni di sentimento vengono lanciate nello spazio co-smico, come se provenissero da entità individuali. Sipotrebbe dire, che gli «Spiriti del Moto» fanno appari-re Saturno, nel suo complesso, come un essere anima-to. Gli «Spiriti della Forma» ripartiscono questa vitain tanti singoli esseri viventi, di guisa che Saturno ap-pare ora come un assieme di tali esseri animici.

Raffiguriamoci, per meglio comprendere, una moradi macchia o di gelso costituita dall’agglomeramentodi tanti piccoli grani. Così, all’osservazione chiaro-veggente della suddescritta epoca di evoluzione, Sa-turno appare come costituito da tanti singoli esseri, iquali certamente non hanno nè vita nè anima propria,ma riflettono la vita e l’anima delle entità celesti cheabitano in loro. A questo punto dell’evoluzione di Sa-turno intervengono entità, le quali hanno come arto in-feriore il corpo astrale, ma che lo hanno portato a talealto grado di evoluzione, che esso opera come l’Ioumano attuale. A mezzo di questi esseri l’Io abbassadall’ambiente circostante il suo sguardo su Saturno ecomunica la propria natura ai singoli esseri viventi diSaturno. Vien così lanciato qualche cosa, da Saturnonello spazio cosmico, che assomiglia all’attività dellapersonalità umana nell’esistenza attuale. Le entità chein tal modo agiscono sono designate col nome di«Spiriti della Personalità», e nella scienza esotericacristiana col nome di «Archai»: «Principii Primordia-li». Esse conferiscono alle corporeità saturnie l’appa-renza della personalità. La personalità in sè stessa non

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esiste pertanto in Saturno, ma vi esiste soltanto, si po-trebbe dire, l’immagine riflessa, il guscio di essa. Lapersonalità reale di questi Spiriti si trova nell’ambien-te che circonda Saturno. Per il fatto, che questi «Spiri-ti della Personalità» fanno riverberare la loro essenzanel modo descritto dai corpi di Saturno, viene conferi-to a questi ultimi quella sostanza sottilissima che pri-ma è stata indicata col nome di «calore ». – Nell’intie-ro Saturno non vi è vita interiore; ma gli «Spiriti dellaPersonalità» riconoscono l’immagine della loro pro-pria interiorità, quando quest’immagine affluisce adessi da Saturno, come calore.

Allorchè tutto ciò si verifica, gli «Spiriti della Per-sonalità» si trovano al grado di evoluzione, a cui ora sitrova l’uomo; essi attraversano a quell’epoca il loroperiodo di umanità. Per poter giudicare questo avveni-mento spregiudicatamente dobbiamo rappresentarci,che un’entità può essere «umana» anche senza esserecostituita come l’uomo lo è attualmente. Gli «Spiritidella Personalità» sono «uomini» su Saturno, macome arto inferiore essi non hanno il corpo fisico,bensì l’astrale e l’Io; non possono perciò esprimere leesperienze del loro corpo astrale, in un corpo fisico evitale, come può fare l’uomo attuale. Essi non soltantoposseggono un «Io», ma sanno anche di averlo, pervirtù delle emanazioni di calore di Saturno, che porta-no a coscienza questo «Io» riverberandolo; essi sonoappunto «uomini», sebbene in condizioni differentidalle terrestri.

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esiste pertanto in Saturno, ma vi esiste soltanto, si po-trebbe dire, l’immagine riflessa, il guscio di essa. Lapersonalità reale di questi Spiriti si trova nell’ambien-te che circonda Saturno. Per il fatto, che questi «Spiri-ti della Personalità» fanno riverberare la loro essenzanel modo descritto dai corpi di Saturno, viene conferi-to a questi ultimi quella sostanza sottilissima che pri-ma è stata indicata col nome di «calore ». – Nell’intie-ro Saturno non vi è vita interiore; ma gli «Spiriti dellaPersonalità» riconoscono l’immagine della loro pro-pria interiorità, quando quest’immagine affluisce adessi da Saturno, come calore.

Allorchè tutto ciò si verifica, gli «Spiriti della Per-sonalità» si trovano al grado di evoluzione, a cui ora sitrova l’uomo; essi attraversano a quell’epoca il loroperiodo di umanità. Per poter giudicare questo avveni-mento spregiudicatamente dobbiamo rappresentarci,che un’entità può essere «umana» anche senza esserecostituita come l’uomo lo è attualmente. Gli «Spiritidella Personalità» sono «uomini» su Saturno, macome arto inferiore essi non hanno il corpo fisico,bensì l’astrale e l’Io; non possono perciò esprimere leesperienze del loro corpo astrale, in un corpo fisico evitale, come può fare l’uomo attuale. Essi non soltantoposseggono un «Io», ma sanno anche di averlo, pervirtù delle emanazioni di calore di Saturno, che porta-no a coscienza questo «Io» riverberandolo; essi sonoappunto «uomini», sebbene in condizioni differentidalle terrestri.

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Nell’ulteriore corso dell’evoluzione di Saturno sisvolgono anche fatti di genere diverso da quelli giànarrati. Mentre fino a quel momento tutto era stato ilriflesso di vita e di sentimento esteriore, s’inizia ormaiuna specie di vita interiore. Nel mondo saturnio co-mincia qua e là una vita di luce, che a volta a volta siaccende e si oscura; scintillano da varie parti luci tre-molanti, guizza la folgore. I corpi di calore di Saturnocominciano a scintillare, a risplendere, perfino a irra-diare. Col raggiungimento di questo grado di evolu-zione sorge di rimando per alcuni esseri la possibilitàdi diventare attivi. Si tratta delle entità che la scienzadello spirito chiama «Spiriti del Fuoco», e quella cri-stiana chiama «Arcangeli». Queste entità hanno uncorpo astrale, ma non sono capaci, a questo grado del-la loro evoluzione, di stimolarlo in alcun modo; nè po-trebbero destarvi nessuna sensazione o emozione, senon fosse loro dato di agire su quei corpi-calore chehanno raggiunto su Saturno il grado di evoluzione de-scritto. Questa azione dà loro la possibilità di ricono-scere la propria esistenza, a mezzo dell’effetto cheproducono. Esse non possono dire a sè stesse: «Iosono qui», ma piuttosto: «Il mio ambiente mi fa esi-stere». Esse possono percepire, e ciò che percepisconosono appunto i fenomeni luminosi di Saturno ora de-scritti, i quali costituiscono, in certo modo, il loro«Io». Questa condizione conferisce loro un generespeciale di coscienza, ossia, quella che si chiama la«Coscienza per immagini». Possiamo raffigurarcela

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Nell’ulteriore corso dell’evoluzione di Saturno sisvolgono anche fatti di genere diverso da quelli giànarrati. Mentre fino a quel momento tutto era stato ilriflesso di vita e di sentimento esteriore, s’inizia ormaiuna specie di vita interiore. Nel mondo saturnio co-mincia qua e là una vita di luce, che a volta a volta siaccende e si oscura; scintillano da varie parti luci tre-molanti, guizza la folgore. I corpi di calore di Saturnocominciano a scintillare, a risplendere, perfino a irra-diare. Col raggiungimento di questo grado di evolu-zione sorge di rimando per alcuni esseri la possibilitàdi diventare attivi. Si tratta delle entità che la scienzadello spirito chiama «Spiriti del Fuoco», e quella cri-stiana chiama «Arcangeli». Queste entità hanno uncorpo astrale, ma non sono capaci, a questo grado del-la loro evoluzione, di stimolarlo in alcun modo; nè po-trebbero destarvi nessuna sensazione o emozione, senon fosse loro dato di agire su quei corpi-calore chehanno raggiunto su Saturno il grado di evoluzione de-scritto. Questa azione dà loro la possibilità di ricono-scere la propria esistenza, a mezzo dell’effetto cheproducono. Esse non possono dire a sè stesse: «Iosono qui», ma piuttosto: «Il mio ambiente mi fa esi-stere». Esse possono percepire, e ciò che percepisconosono appunto i fenomeni luminosi di Saturno ora de-scritti, i quali costituiscono, in certo modo, il loro«Io». Questa condizione conferisce loro un generespeciale di coscienza, ossia, quella che si chiama la«Coscienza per immagini». Possiamo raffigurarcela

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sul genere della coscienza di sogno dell’uomo; peròbisogna rappresentarcene l’attività come molto piùgrande di quella del sogno umano e ricordarci, chenon si tratta del fluttuare di immagini illusorie di so-gno, ma di immagini, che stanno realmente in relazio-ne con i fenomeni luminosi di Saturno. –

Durante questo scambio di azione fra gli «Spiritidel Fuoco» e i corpi-calore di Saturno, vengono incor-porati nell’evoluzione i germi degli organi umani deisensi. Gli organi, a mezzo dei quali l’uomo percepisceattualmente il mondo fisico, cominciano a risplenderenel loro aspetto sottile eterico iniziale. Ombre di uo-mini che non si rivelano se non come l’archetipo diluce degli organi dei sensi diventano dentro Saturnoconoscibili per la percezione chiaroveggente. Questiorgani sensori sono dunque il risultato dell’attività de-gli Spiriti del Fuoco; ma la loro formazione è dovutaanche ad altri Spiriti, sorti contemporaneamente aquelli del fuoco sul campo di azione di Saturno, i qua-li sono talmente progrediti nella loro evoluzione dapotersi servire di quei germi sensori per osservare glieventi cosmici che si svolgono nella vita di Saturno.Sono gli «Spiriti dell’Amore» (detti nella scienza eso-terica cristiana «Serafini»), e se essi non fossero pre-senti gli Spiriti del Fuoco non potrebbero avere la co-scienza descritta. Essi osservano gli eventi che si svol-gono su Saturno con una coscienza che permette lorodi trasferire questi eventi sugli Spiriti del Fuoco comeimmagini; rinunziano a tutti i vantaggi che potrebbero

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sul genere della coscienza di sogno dell’uomo; peròbisogna rappresentarcene l’attività come molto piùgrande di quella del sogno umano e ricordarci, chenon si tratta del fluttuare di immagini illusorie di so-gno, ma di immagini, che stanno realmente in relazio-ne con i fenomeni luminosi di Saturno. –

Durante questo scambio di azione fra gli «Spiritidel Fuoco» e i corpi-calore di Saturno, vengono incor-porati nell’evoluzione i germi degli organi umani deisensi. Gli organi, a mezzo dei quali l’uomo percepisceattualmente il mondo fisico, cominciano a risplenderenel loro aspetto sottile eterico iniziale. Ombre di uo-mini che non si rivelano se non come l’archetipo diluce degli organi dei sensi diventano dentro Saturnoconoscibili per la percezione chiaroveggente. Questiorgani sensori sono dunque il risultato dell’attività de-gli Spiriti del Fuoco; ma la loro formazione è dovutaanche ad altri Spiriti, sorti contemporaneamente aquelli del fuoco sul campo di azione di Saturno, i qua-li sono talmente progrediti nella loro evoluzione dapotersi servire di quei germi sensori per osservare glieventi cosmici che si svolgono nella vita di Saturno.Sono gli «Spiriti dell’Amore» (detti nella scienza eso-terica cristiana «Serafini»), e se essi non fossero pre-senti gli Spiriti del Fuoco non potrebbero avere la co-scienza descritta. Essi osservano gli eventi che si svol-gono su Saturno con una coscienza che permette lorodi trasferire questi eventi sugli Spiriti del Fuoco comeimmagini; rinunziano a tutti i vantaggi che potrebbero

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venir loro dalla contemplazione degli eventi di Satur-no, a tutti i diletti e tutte le gioie; rinunziano a ciò,perchè gli Spiriti del Fuoco possano profittarne.

Dopo questi avvenimenti si svolge un nuovo perio-do dell’esistenza di Saturno; qualche cosa viene adaggiungersi ai fenomeni di luce. A molta gente sem-brerà assolutamente assurda la descrizione di ciò chesi presenta ora alla percezione chiaroveggente.Nell’interno di Saturno, sembrano intrecciarsi, flut-tuando e ondeggiando, sensazioni gustative; nei variipunti dell’interno di Saturno si possono osservare sa-pori dolci, amari, acri, e al di fuori, nello spazio cele-ste, tutto ciò vien percepito come suono, come unaspecie di Musica. Durante il corso di questi processialtri esseri trovano alla loro volta la possibilità di eser-citare un’azione su Saturno. Sono questi gli «Spiritidel Crepuscolo o della vita» (la scienza, esoterica cri-stiana dà loro il nome di «Angeloi»); si stabilisce unareciproca azione fra essi e le forze gustative, che flut-tuano nell’interno di Saturno. Per mezzo di ciò il lorocorpo eterico, o vitale, raggiunge un grado di attività,che si potrebbe chiamare una specie di ricambio orga-nico; essi portano vita nell’interno di Saturno, e perciòsi verificano su Saturno dei processi di nutrizione e disecrezione. Questa vita interiore rende possibile ad al-tri esseri, agli «Spiriti dell’Armonia» (detti «Cherubi-ni» dalla scienza esoterica cristiana) di entrare in azio-ne in questo corpo cosmico. Essi conferiscono ai «Fi-gli della Vita» una specie di coscienza ottusa, ancor

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venir loro dalla contemplazione degli eventi di Satur-no, a tutti i diletti e tutte le gioie; rinunziano a ciò,perchè gli Spiriti del Fuoco possano profittarne.

Dopo questi avvenimenti si svolge un nuovo perio-do dell’esistenza di Saturno; qualche cosa viene adaggiungersi ai fenomeni di luce. A molta gente sem-brerà assolutamente assurda la descrizione di ciò chesi presenta ora alla percezione chiaroveggente.Nell’interno di Saturno, sembrano intrecciarsi, flut-tuando e ondeggiando, sensazioni gustative; nei variipunti dell’interno di Saturno si possono osservare sa-pori dolci, amari, acri, e al di fuori, nello spazio cele-ste, tutto ciò vien percepito come suono, come unaspecie di Musica. Durante il corso di questi processialtri esseri trovano alla loro volta la possibilità di eser-citare un’azione su Saturno. Sono questi gli «Spiritidel Crepuscolo o della vita» (la scienza, esoterica cri-stiana dà loro il nome di «Angeloi»); si stabilisce unareciproca azione fra essi e le forze gustative, che flut-tuano nell’interno di Saturno. Per mezzo di ciò il lorocorpo eterico, o vitale, raggiunge un grado di attività,che si potrebbe chiamare una specie di ricambio orga-nico; essi portano vita nell’interno di Saturno, e perciòsi verificano su Saturno dei processi di nutrizione e disecrezione. Questa vita interiore rende possibile ad al-tri esseri, agli «Spiriti dell’Armonia» (detti «Cherubi-ni» dalla scienza esoterica cristiana) di entrare in azio-ne in questo corpo cosmico. Essi conferiscono ai «Fi-gli della Vita» una specie di coscienza ottusa, ancor

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più incerta e crepuscolare della coscienza di sognodell’uomo odierno, e simile piuttosto a quella chel’uomo ha nel sonno senza sogni; questa è di un ordi-ne tanto basso che, in certo qual modo, l’uomo non neè cosciente, ma non pertanto esiste. Differisce dallacoscienza di veglia per grado e natura. Anche le pian-te attualmente hanno questa «coscienza di sonno sen-za sogni». Sebbene questa non sia, nel senso umano, iltramite delle percezioni di un mondo esteriore, essaregola nondimeno i processi vitali e li armonizza con iprocessi del mondo esteriore. Al grado ora descrittodell’evoluzione saturnia, questo ordinamento non puòessere percepito dai «Figli della Vita», bensì dagli«Spiriti delle Armonie» che sono quindi effettivamen-te i veri Regolatori. Tutta questa vita si svolge nelleombre di uomini sopra descritte; all’occhio chiaroveg-gente esse appaiono perciò animate; la loro vita però èsoltanto una parvenza di vita. È la vita dei «Figli dellavita», i quali utilizzano, in certo qual modo, le ombredi uomini per manifestare sè stessi nella vita.

Volgiamo ora l’attenzione su queste ombre di uomi-ni dotate di una parvenza di vita. Durante il periodosaturnio, ora descritto, la loro forma è di continuo mu-tevole; assumono a volte un aspetto, a volte un altro.Nell’ulteriore corso dell’evoluzione la loro forma di-venta più decisa e a volte più duratura; ciò è dovuto alfatto, che queste figure vengon ora interpenetratedall’azione degli spiriti da noi già descritti all’iniziodell’evoluzione di Saturno, cioè, degli «Spiriti della

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più incerta e crepuscolare della coscienza di sognodell’uomo odierno, e simile piuttosto a quella chel’uomo ha nel sonno senza sogni; questa è di un ordi-ne tanto basso che, in certo qual modo, l’uomo non neè cosciente, ma non pertanto esiste. Differisce dallacoscienza di veglia per grado e natura. Anche le pian-te attualmente hanno questa «coscienza di sonno sen-za sogni». Sebbene questa non sia, nel senso umano, iltramite delle percezioni di un mondo esteriore, essaregola nondimeno i processi vitali e li armonizza con iprocessi del mondo esteriore. Al grado ora descrittodell’evoluzione saturnia, questo ordinamento non puòessere percepito dai «Figli della Vita», bensì dagli«Spiriti delle Armonie» che sono quindi effettivamen-te i veri Regolatori. Tutta questa vita si svolge nelleombre di uomini sopra descritte; all’occhio chiaroveg-gente esse appaiono perciò animate; la loro vita però èsoltanto una parvenza di vita. È la vita dei «Figli dellavita», i quali utilizzano, in certo qual modo, le ombredi uomini per manifestare sè stessi nella vita.

Volgiamo ora l’attenzione su queste ombre di uomi-ni dotate di una parvenza di vita. Durante il periodosaturnio, ora descritto, la loro forma è di continuo mu-tevole; assumono a volte un aspetto, a volte un altro.Nell’ulteriore corso dell’evoluzione la loro forma di-venta più decisa e a volte più duratura; ciò è dovuto alfatto, che queste figure vengon ora interpenetratedall’azione degli spiriti da noi già descritti all’iniziodell’evoluzione di Saturno, cioè, degli «Spiriti della

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Volontà» (Troni). Ne viene di conseguenza chel’ombra umana stessa è dotata di una forma di co-scienza delle più semplici e ottuse, che dobbiamo raf-figurarci come ancora più ottusa della coscienza delsonno senza sogni. Nelle condizioni attuali i mineralihanno tale genere di coscienza; essa armonizza l’esse-re interiore col mondo fisico esteriore. Su Saturno gli«Spiriti della Volontà» regolano quest’armonia, el’uomo rispecchia in tal modo la vita stessa di Satur-no; a questo gradino dell’evoluzione, l’uomo è in pic-colo ciò che la vita di Saturno è in grande. In questomodo vien dato l’embrione di ciò che oggi ancora èallo stato di germe nell’uomo, e cioè l’«Uomo Spiri-to» (Atma). Alla facoltà chiaroveggente questa oscuravolontà umana si manifesta nell’interno di Saturno, amezzo di fenomeni paragonabili a degli «odori»;all’esterno, nello spazio celeste, la manifestazione ap-pare come quella di una personalità, la quale però nonsia diretta per virtù di un «Io» interiore, ma regolatadal di fuori come una macchina. Quelli che la regola-no sono gli «Spiriti della Volontà».

Se si considera quanto è stato finora esposto appari-rà evidente, che a partire dalla metà dell’evoluzione diSaturno prima descritta, i gradini di questa evoluzionepossono venir caratterizzati, paragonandone gli effetticon le percezioni sensorie del tempo presente. Si po-trebbe dire, che l’evoluzione di Saturno si manifestacome calore; vi entra poi in azione la luce e più tardi ilsapore e il suono; e alla fine appare un’attività che si

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Volontà» (Troni). Ne viene di conseguenza chel’ombra umana stessa è dotata di una forma di co-scienza delle più semplici e ottuse, che dobbiamo raf-figurarci come ancora più ottusa della coscienza delsonno senza sogni. Nelle condizioni attuali i mineralihanno tale genere di coscienza; essa armonizza l’esse-re interiore col mondo fisico esteriore. Su Saturno gli«Spiriti della Volontà» regolano quest’armonia, el’uomo rispecchia in tal modo la vita stessa di Satur-no; a questo gradino dell’evoluzione, l’uomo è in pic-colo ciò che la vita di Saturno è in grande. In questomodo vien dato l’embrione di ciò che oggi ancora èallo stato di germe nell’uomo, e cioè l’«Uomo Spiri-to» (Atma). Alla facoltà chiaroveggente questa oscuravolontà umana si manifesta nell’interno di Saturno, amezzo di fenomeni paragonabili a degli «odori»;all’esterno, nello spazio celeste, la manifestazione ap-pare come quella di una personalità, la quale però nonsia diretta per virtù di un «Io» interiore, ma regolatadal di fuori come una macchina. Quelli che la regola-no sono gli «Spiriti della Volontà».

Se si considera quanto è stato finora esposto appari-rà evidente, che a partire dalla metà dell’evoluzione diSaturno prima descritta, i gradini di questa evoluzionepossono venir caratterizzati, paragonandone gli effetticon le percezioni sensorie del tempo presente. Si po-trebbe dire, che l’evoluzione di Saturno si manifestacome calore; vi entra poi in azione la luce e più tardi ilsapore e il suono; e alla fine appare un’attività che si

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manifesta nell’interno di Saturno con delle sensazioniolfattive, e all’esterno come un Io umano che lavorimosso da un impulso meccanico.

Le rivelazioni su Saturno che cosa ci comunicanointorno alle condizioni che hanno preceduto quelle delcalore? – Si tratta di qualche cosa, che non si può pa-ragonare a nessun fenomeno accessibile alla percezio-ne sensoria esteriore, e che può essere sperimentatodall’uomo attualmente soltanto nel proprio essere in-teriore. Quando egli si abbandona a rappresentazioniche si formano nella propria anima, senza esservispinto dall’incitamento di nessuna impressione este-riore, allora ha in sè qualcosa, che non può essere per-cepito da nessun senso fisico, ma piuttosto è accessi-bile soltanto alla percezione della più alta visionechiaroveggente. Le manifestazioni, che precedono lacondizione «calore» di Saturno, possono essere perce-pite soltanto da un chiaroveggente. Tre di queste con-dizioni possono essere indicate: il puro calore animi-co, che non è percettibile esteriormente, la pura lucespirituale, che esteriormente è tenebra, e infinel’essenza spirituale in sè completa, che non ha biso-gno di nessun essere esteriore per diventare coscientedi sè. Il puro calore interiore accompagna la comparsadegli «Spiriti del Moto»; la pura luce spirituale quelladegli «Spiriti della Saggezza»; la pura essenza interio-re è legata alla prima emanazione degli «Spiriti dellaVolontà».

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manifesta nell’interno di Saturno con delle sensazioniolfattive, e all’esterno come un Io umano che lavorimosso da un impulso meccanico.

Le rivelazioni su Saturno che cosa ci comunicanointorno alle condizioni che hanno preceduto quelle delcalore? – Si tratta di qualche cosa, che non si può pa-ragonare a nessun fenomeno accessibile alla percezio-ne sensoria esteriore, e che può essere sperimentatodall’uomo attualmente soltanto nel proprio essere in-teriore. Quando egli si abbandona a rappresentazioniche si formano nella propria anima, senza esservispinto dall’incitamento di nessuna impressione este-riore, allora ha in sè qualcosa, che non può essere per-cepito da nessun senso fisico, ma piuttosto è accessi-bile soltanto alla percezione della più alta visionechiaroveggente. Le manifestazioni, che precedono lacondizione «calore» di Saturno, possono essere perce-pite soltanto da un chiaroveggente. Tre di queste con-dizioni possono essere indicate: il puro calore animi-co, che non è percettibile esteriormente, la pura lucespirituale, che esteriormente è tenebra, e infinel’essenza spirituale in sè completa, che non ha biso-gno di nessun essere esteriore per diventare coscientedi sè. Il puro calore interiore accompagna la comparsadegli «Spiriti del Moto»; la pura luce spirituale quelladegli «Spiriti della Saggezza»; la pura essenza interio-re è legata alla prima emanazione degli «Spiriti dellaVolontà».

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Così, con il primo apparire del calore di Saturno, lanostra evoluzione esce per la prima volta dalla vita in-teriore, dalla spiritualità pura, per entrare nell’esisten-za che si manifesta esteriormente. Naturalmente èmolto difficile per la coscienza odierna di rendersiconto di tutto ciò, tanto più se aggiungo inoltre, checon lo stato del calore saturnio è apparso per la primavolta quello che si chiama il «tempo». Vale a dire, chele condizioni antecedenti nulla avevano a che fare coltempo, esse appartengono a quella regione, che nellascienza dello spirito si può chiamare della «Durabili-tà».

Tutto quello perciò che vien detto in questo libro ri-guardo alle condizioni esistenti nella «Regione dellaDurabilità» deve essere interpretato in modo, che leespressioni che si riferiscono a condizioni di tempos’intendano come adoperate soltanto a mo’di parago-ne, per meglio chiarire il pensiero. Il linguaggio uma-no può esprimere ciò, che in certo qual modo è ante-riore al «tempo», soltanto con termini che implicanol’idea del tempo. Occorre anche rendersi conto, chesebbene la prima, la seconda e la terza condizione diSaturno non si siano svolte l’una dopo l’altra,nell’attuale senso della parola, non possiamo però farealtrimenti, che descriverle successivamente. Invero,malgrado la loro «durata» o contemporaneità, essesono così dipendenti l’una dall’altra, che questa di-pendenza può essere paragonata a un succedersi neltempo. Queste indicazioni sulle prime condizioni

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Così, con il primo apparire del calore di Saturno, lanostra evoluzione esce per la prima volta dalla vita in-teriore, dalla spiritualità pura, per entrare nell’esisten-za che si manifesta esteriormente. Naturalmente èmolto difficile per la coscienza odierna di rendersiconto di tutto ciò, tanto più se aggiungo inoltre, checon lo stato del calore saturnio è apparso per la primavolta quello che si chiama il «tempo». Vale a dire, chele condizioni antecedenti nulla avevano a che fare coltempo, esse appartengono a quella regione, che nellascienza dello spirito si può chiamare della «Durabili-tà».

Tutto quello perciò che vien detto in questo libro ri-guardo alle condizioni esistenti nella «Regione dellaDurabilità» deve essere interpretato in modo, che leespressioni che si riferiscono a condizioni di tempos’intendano come adoperate soltanto a mo’di parago-ne, per meglio chiarire il pensiero. Il linguaggio uma-no può esprimere ciò, che in certo qual modo è ante-riore al «tempo», soltanto con termini che implicanol’idea del tempo. Occorre anche rendersi conto, chesebbene la prima, la seconda e la terza condizione diSaturno non si siano svolte l’una dopo l’altra,nell’attuale senso della parola, non possiamo però farealtrimenti, che descriverle successivamente. Invero,malgrado la loro «durata» o contemporaneità, essesono così dipendenti l’una dall’altra, che questa di-pendenza può essere paragonata a un succedersi neltempo. Queste indicazioni sulle prime condizioni

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dell’evoluzione di Saturno gittano luce anche sopraogni ulteriore quesito intorno all’origine di tali condi-zioni. Da un punto di vista prettamente intellettuale èpossibile, naturalmente, quando si ricerca l’origine diqualche cosa, di voler risalire anche all’«origine diquell’origine». Ma nel campo dei fatti ciò non è possi-bile. Un paragone ci aiuterà a meglio comprendere. Sesi trovano dei solchi su di una via potremo domanda-re: «Da che provengono?» – «Da una carrozza». Sipotrà domandare ancora: «Da dove veniva la carroz-za? dove andava?». Una risposta fondata sui fatti saràancora possibile. Ma si potrà. anche chiedere: «Chioccupava la carrozza? Quali erano le intenzioni dellapersona che l’occupava?». All’ultimo però giungere-mo a un punto, in cui l’inchiesta basata sui fatti arrive-rà a un fine naturale. Chi volesse ancora insistere conaltre domande finirebbe per allontanarsi dal quesitooriginario, continuerebbe l’inchiesta, per così dire,macchinalmente.

Nei casi simili a quello da noi citato come esempioè facile scorgere il punto, dove i fatti richiedonol’arresto dell’indagine; ma ciò non è altrettanto facile,quando ci si trova di fronte alle grandi questioni co-smiche. Un esame però realmente accurato ci dimo-strerà, che ogni domanda sulle origini deve arrestarsialle condizioni saturnie sopra descritte, perchè abbia-mo raggiunto un campo in cui esseri ed eventi trovanola loro giustificazione in sè stessi, e non possono esse-re giustificati per mezzo di ciò da cui provengono.

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dell’evoluzione di Saturno gittano luce anche sopraogni ulteriore quesito intorno all’origine di tali condi-zioni. Da un punto di vista prettamente intellettuale èpossibile, naturalmente, quando si ricerca l’origine diqualche cosa, di voler risalire anche all’«origine diquell’origine». Ma nel campo dei fatti ciò non è possi-bile. Un paragone ci aiuterà a meglio comprendere. Sesi trovano dei solchi su di una via potremo domanda-re: «Da che provengono?» – «Da una carrozza». Sipotrà domandare ancora: «Da dove veniva la carroz-za? dove andava?». Una risposta fondata sui fatti saràancora possibile. Ma si potrà. anche chiedere: «Chioccupava la carrozza? Quali erano le intenzioni dellapersona che l’occupava?». All’ultimo però giungere-mo a un punto, in cui l’inchiesta basata sui fatti arrive-rà a un fine naturale. Chi volesse ancora insistere conaltre domande finirebbe per allontanarsi dal quesitooriginario, continuerebbe l’inchiesta, per così dire,macchinalmente.

Nei casi simili a quello da noi citato come esempioè facile scorgere il punto, dove i fatti richiedonol’arresto dell’indagine; ma ciò non è altrettanto facile,quando ci si trova di fronte alle grandi questioni co-smiche. Un esame però realmente accurato ci dimo-strerà, che ogni domanda sulle origini deve arrestarsialle condizioni saturnie sopra descritte, perchè abbia-mo raggiunto un campo in cui esseri ed eventi trovanola loro giustificazione in sè stessi, e non possono esse-re giustificati per mezzo di ciò da cui provengono.

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Come risultato dell’evoluzione saturnia il germeumano si è sviluppato fino a un determinato grado, eha raggiunto il basso, oscuro stato di coscienza di cuiprima abbiamo parlato. Non ci si deve rappresentareche la sua evoluzione sia cominciata soltanto negli ul-timi stadii di Saturno. Gli «Spiriti della Volontà» eser-citano la loro azione attraverso tutti gli stadii dell’evo-luzione di Saturno, ma il più spiccato effetto della loroattività si palesa all’osservazione chiaroveggente du-rante l’ultimo periodo. Nessun limite fisso dividel’attività dei diversi gruppi di entità. Quando si dice,che gli Spiriti della Volontà hanno lavorato prima, epoi gli Spiriti della Saggezza, e così di seguito, nons’intende dire che lavorano soltanto durante quel tem-po. Essi lavorano durante tutta l’evoluzione di Satur-no; ma la loro attività si manifesta più chiaramentedurante i periodi indicati. Le diverse entità hanno ladirezione, in certo qual modo, di quei periodi.

Così l’intera evoluzione saturnia appare come unaelaborazione di ciò che viene emanato dagli «Spiritidella Volontà», attraverso gli «Spiriti della Saggezza»,del «Moto», della « Forma», ecc. In tal modo quelleentità spirituali attraversano pure un’evoluzione. Peresempio, gli «Spiriti della Volontà» si trovano a ungradino diverso, dopo di aver ricevuto da Saturno il ri-verbero della propria vita, da quello su cui si trovava-no prima. Dal frutto di questa attività risultano accre-sciute le facoltà del loro proprio essere. Ne vien diconseguenza, che, terminato l’esercizio di quell’attivi-

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Come risultato dell’evoluzione saturnia il germeumano si è sviluppato fino a un determinato grado, eha raggiunto il basso, oscuro stato di coscienza di cuiprima abbiamo parlato. Non ci si deve rappresentareche la sua evoluzione sia cominciata soltanto negli ul-timi stadii di Saturno. Gli «Spiriti della Volontà» eser-citano la loro azione attraverso tutti gli stadii dell’evo-luzione di Saturno, ma il più spiccato effetto della loroattività si palesa all’osservazione chiaroveggente du-rante l’ultimo periodo. Nessun limite fisso dividel’attività dei diversi gruppi di entità. Quando si dice,che gli Spiriti della Volontà hanno lavorato prima, epoi gli Spiriti della Saggezza, e così di seguito, nons’intende dire che lavorano soltanto durante quel tem-po. Essi lavorano durante tutta l’evoluzione di Satur-no; ma la loro attività si manifesta più chiaramentedurante i periodi indicati. Le diverse entità hanno ladirezione, in certo qual modo, di quei periodi.

Così l’intera evoluzione saturnia appare come unaelaborazione di ciò che viene emanato dagli «Spiritidella Volontà», attraverso gli «Spiriti della Saggezza»,del «Moto», della « Forma», ecc. In tal modo quelleentità spirituali attraversano pure un’evoluzione. Peresempio, gli «Spiriti della Volontà» si trovano a ungradino diverso, dopo di aver ricevuto da Saturno il ri-verbero della propria vita, da quello su cui si trovava-no prima. Dal frutto di questa attività risultano accre-sciute le facoltà del loro proprio essere. Ne vien diconseguenza, che, terminato l’esercizio di quell’attivi-

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tà, esse cadono in uno stato che somiglia al sonnoumano. Ai periodi della loro attività su Saturno nesuccedono altri, durante i quali essi vivono, in certoqual modo, in altri mondi, e distolgono l’opera loro daSaturno. Difatti l’osservazione chiaroveggente scorge,nell’evoluzione di Saturno ora descritta, un’ascesa, se-guita da una discesa. L’ascesa dura fino alla formazio-ne della condizione di calore; allora con i fenomeniluminosi s’inizia il periodo discendente. E quando ifantasmi umani hanno assunto forma a mezzo degli«Spiriti della Volontà», le entità spirituali si sono gra-datamente ritirate indietro; l’evoluzione saturnia persè stessa muore, quell’evoluzione sparisce, sopravvie-ne una specie di sosta di riposo. Il germe umano entraallora come in uno stato di dissoluzione; non tale peròda sparire completamente, ma in uno stato simile aquello del seme di una pianta, che riposa nella terraper germogliare in nuova pianta. Così il germe umanoriposa in seno al Cosmo fino al suo nuovo risveglio e,quando questo giunge, le entità spirituali sopra de-scritte si sono acquistate, in altre condizioni di esisten-za, le facoltà a mezzo delle quali potranno elaborareulteriormente il germe umano. Gli Spiriti della Sag-gezza hanno acquistato nel loro corpo eterico la capa-cità, non soltanto di godere come su Saturno del ri-flesso della propria vita, ma sono ormai capaci diemanare tale vita per donarla ad altri esseri. Gli «Spi-riti del Moto» hanno ora raggiunto il grado di evolu-zione che gli «Spiriti della Saggezza » avevano su Sa-

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tà, esse cadono in uno stato che somiglia al sonnoumano. Ai periodi della loro attività su Saturno nesuccedono altri, durante i quali essi vivono, in certoqual modo, in altri mondi, e distolgono l’opera loro daSaturno. Difatti l’osservazione chiaroveggente scorge,nell’evoluzione di Saturno ora descritta, un’ascesa, se-guita da una discesa. L’ascesa dura fino alla formazio-ne della condizione di calore; allora con i fenomeniluminosi s’inizia il periodo discendente. E quando ifantasmi umani hanno assunto forma a mezzo degli«Spiriti della Volontà», le entità spirituali si sono gra-datamente ritirate indietro; l’evoluzione saturnia persè stessa muore, quell’evoluzione sparisce, sopravvie-ne una specie di sosta di riposo. Il germe umano entraallora come in uno stato di dissoluzione; non tale peròda sparire completamente, ma in uno stato simile aquello del seme di una pianta, che riposa nella terraper germogliare in nuova pianta. Così il germe umanoriposa in seno al Cosmo fino al suo nuovo risveglio e,quando questo giunge, le entità spirituali sopra de-scritte si sono acquistate, in altre condizioni di esisten-za, le facoltà a mezzo delle quali potranno elaborareulteriormente il germe umano. Gli Spiriti della Sag-gezza hanno acquistato nel loro corpo eterico la capa-cità, non soltanto di godere come su Saturno del ri-flesso della propria vita, ma sono ormai capaci diemanare tale vita per donarla ad altri esseri. Gli «Spi-riti del Moto» hanno ora raggiunto il grado di evolu-zione che gli «Spiriti della Saggezza » avevano su Sa-

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turno; a quel tempo il loro arto, o principio più basso,era il corpo astrale; essi posseggono ora un corpo ete-rico, o vitale. Ugualmente anche le altre entità spiri-tuali hanno raggiunto un grado più avanzato di evolu-zione; tutte queste entità spirituali sono perciò ormaicapaci di agire in modo diverso sull’evoluzione ulte-riore del germe umano da come agivano su Saturno.

Ma il germe umano si era disciolto alla finedell’evoluzione saturnia. Affinchè le entità spiritualiprogredite potessero riprendere l’opera loro al puntoin cui l’avevano lasciata, quel germe umano dovevarecapitolare brevemente gli stadii che aveva attraver-sati su Saturno; questo appunto è quanto si palesa allefacoltà chiaroveggenti di percezione. Il germe umanoesce dalla sua condizione di riposo e comincia a evol-versi per virtù propria, a mezzo delle forze che glisono state inoculate su Saturno; esce dalle tenebrecome un essere di volontà, riacquista la parvenza divita, di anima, ecc., e raggiunge quella manifestazionemeccanica di personalità che possedeva alla finedell’evoluzione saturnia.

* * *

Il secondo dei grandi periodi di evoluzione, che èstato detto il «Periodo Solare», fa salire l’entità umanaa un grado di coscienza superiore a quello raggiuntosu Saturno. Paragonando però lo stato presente di co-scienza dell’uomo allo stato di coscienza che egli ave-

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turno; a quel tempo il loro arto, o principio più basso,era il corpo astrale; essi posseggono ora un corpo ete-rico, o vitale. Ugualmente anche le altre entità spiri-tuali hanno raggiunto un grado più avanzato di evolu-zione; tutte queste entità spirituali sono perciò ormaicapaci di agire in modo diverso sull’evoluzione ulte-riore del germe umano da come agivano su Saturno.

Ma il germe umano si era disciolto alla finedell’evoluzione saturnia. Affinchè le entità spiritualiprogredite potessero riprendere l’opera loro al puntoin cui l’avevano lasciata, quel germe umano dovevarecapitolare brevemente gli stadii che aveva attraver-sati su Saturno; questo appunto è quanto si palesa allefacoltà chiaroveggenti di percezione. Il germe umanoesce dalla sua condizione di riposo e comincia a evol-versi per virtù propria, a mezzo delle forze che glisono state inoculate su Saturno; esce dalle tenebrecome un essere di volontà, riacquista la parvenza divita, di anima, ecc., e raggiunge quella manifestazionemeccanica di personalità che possedeva alla finedell’evoluzione saturnia.

* * *

Il secondo dei grandi periodi di evoluzione, che èstato detto il «Periodo Solare», fa salire l’entità umanaa un grado di coscienza superiore a quello raggiuntosu Saturno. Paragonando però lo stato presente di co-scienza dell’uomo allo stato di coscienza che egli ave-

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va all’epoca solare, quest’ultimo potrebbe essere chia-mato uno stato d’«incoscienza»; esso è presso a pocosimile a quello in cui l’uomo si trova oggidì durante ilsonno profondo senza sogni; lo si potrebbe anche pa-ragonare a quel grado inferiore di coscienza in cui staassopito oggidì il nostro mondo vegetale. Per la scien-za occulta non esiste l’«incoscienza»; esistono sologradi differenti di coscienza. Tutto è cosciente nelmondo.

Nel corso dell’evoluzione solare l’essere umanoraggiunge un grado più alto di coscienza, perchè gliviene allora incorporato il corpo eterico, o vitale. Pri-ma che ciò possa succedere occorre che una recapito-lazione delle condizioni saturnie si verifichi nel modogià descritto. Tale recapitolazione ha un significatoben determinato. Quando, cioè, il periodo di riposo dicui prima abbiamo parlato è giunto al suo termine, sidesta dal «sonno cosmico» ciò che prima era Saturnoe si ripresenta quale nuovo corpo cosmico, come Sole.Ma le condizioni dell’evoluzione si sono intanto mu-tate: le entità spirituali, di cui abbiamo descritto l’atti-vità su Saturno, sono progredite verso nuove condi-zioni. Dapprima, costituitosi il nuovo Sole, il germeumano appare ivi tale e quale era divenuto su Saturno;deve anzitutto trasformare i diversi stadii di evoluzio-ne attraversati su Saturno, in modo da adattarsi allecondizioni che si trovano sul Sole; in conseguenzal’epoca solare comincia con una ricapitolazione diquanto si svolse su Saturno, ma adattato alle condizio-

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va all’epoca solare, quest’ultimo potrebbe essere chia-mato uno stato d’«incoscienza»; esso è presso a pocosimile a quello in cui l’uomo si trova oggidì durante ilsonno profondo senza sogni; lo si potrebbe anche pa-ragonare a quel grado inferiore di coscienza in cui staassopito oggidì il nostro mondo vegetale. Per la scien-za occulta non esiste l’«incoscienza»; esistono sologradi differenti di coscienza. Tutto è cosciente nelmondo.

Nel corso dell’evoluzione solare l’essere umanoraggiunge un grado più alto di coscienza, perchè gliviene allora incorporato il corpo eterico, o vitale. Pri-ma che ciò possa succedere occorre che una recapito-lazione delle condizioni saturnie si verifichi nel modogià descritto. Tale recapitolazione ha un significatoben determinato. Quando, cioè, il periodo di riposo dicui prima abbiamo parlato è giunto al suo termine, sidesta dal «sonno cosmico» ciò che prima era Saturnoe si ripresenta quale nuovo corpo cosmico, come Sole.Ma le condizioni dell’evoluzione si sono intanto mu-tate: le entità spirituali, di cui abbiamo descritto l’atti-vità su Saturno, sono progredite verso nuove condi-zioni. Dapprima, costituitosi il nuovo Sole, il germeumano appare ivi tale e quale era divenuto su Saturno;deve anzitutto trasformare i diversi stadii di evoluzio-ne attraversati su Saturno, in modo da adattarsi allecondizioni che si trovano sul Sole; in conseguenzal’epoca solare comincia con una ricapitolazione diquanto si svolse su Saturno, ma adattato alle condizio-

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ni mutate della vita solare. Orbene, quando l’essereumano è avanzato a tal punto che il grado di evoluzio-ne da esso raggiunto su Saturno si è adattato alle con-dizioni del Sole, gli «Spiriti della Saggezza» già no-minati cominciano a far scorrere il corpo eterico o vi-tale nel corpo fisico. Il grado più avanzato che l’uomoraggiunge sul Sole può dunque essere caratterizzatodicendo, che il corpo fisico, formatosi allo stato digerme su Saturno, viene inalzato a un secondo gradinodi perfezionamento divenendo il veicolo di un corpoeterico o vitale. Quest’ultimo raggiunge per sè stessoil primo grado del suo perfezionamento durante l’evo-luzione solare. Ma perchè il secondo grado di perfe-zione per il corpo fisico e il primo per il corpo vitalepossano essere raggiunti, è necessario, nell’ulteriorecorso della vita solare, che ancora altre entità spiritualiintervengano in modo simile a quello descritto per ilperiodo saturnio.

Quando comincia ad affluire il corpo vitale per ope-ra degli «Spiriti della Saggezza» il corpo solare, finoallora oscuro, principia a risplendere; contemporanea-mente si affacciano nel germe umano i primi segni diattività interiore: comincia la vita. Ciò che si è dovutodescrivere per Saturno come una parvenza di vita, di-venta ora vita reale; l’influsso dura un determinatotempo, alla fine del quale un’importante modificazio-ne si verifica nel germe umano; esso si scinde, cioè, indue parti. Mentre fino a questo momento il corpo fisi-co e quello vitale formavano un tutto strettamente

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ni mutate della vita solare. Orbene, quando l’essereumano è avanzato a tal punto che il grado di evoluzio-ne da esso raggiunto su Saturno si è adattato alle con-dizioni del Sole, gli «Spiriti della Saggezza» già no-minati cominciano a far scorrere il corpo eterico o vi-tale nel corpo fisico. Il grado più avanzato che l’uomoraggiunge sul Sole può dunque essere caratterizzatodicendo, che il corpo fisico, formatosi allo stato digerme su Saturno, viene inalzato a un secondo gradinodi perfezionamento divenendo il veicolo di un corpoeterico o vitale. Quest’ultimo raggiunge per sè stessoil primo grado del suo perfezionamento durante l’evo-luzione solare. Ma perchè il secondo grado di perfe-zione per il corpo fisico e il primo per il corpo vitalepossano essere raggiunti, è necessario, nell’ulteriorecorso della vita solare, che ancora altre entità spiritualiintervengano in modo simile a quello descritto per ilperiodo saturnio.

Quando comincia ad affluire il corpo vitale per ope-ra degli «Spiriti della Saggezza» il corpo solare, finoallora oscuro, principia a risplendere; contemporanea-mente si affacciano nel germe umano i primi segni diattività interiore: comincia la vita. Ciò che si è dovutodescrivere per Saturno come una parvenza di vita, di-venta ora vita reale; l’influsso dura un determinatotempo, alla fine del quale un’importante modificazio-ne si verifica nel germe umano; esso si scinde, cioè, indue parti. Mentre fino a questo momento il corpo fisi-co e quello vitale formavano un tutto strettamente

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connesso, ora il corpo fisico comincia a staccarsicome una parte separata, la quale pur tuttavia continuaad essere pervasa dal corpo vitale. Abbiamo ora dun-que dinanzi a noi un essere umano composto di dueparti, o principii. Una delle parti è un corpo fisico ela-borato da un corpo vitale, l’altra è semplicemente cor-po vitale. Questa scissione avviene però nel corso diun periodo di riposo della vita solare, durante il qualesi spegne la luminosità che aveva cominciato a riluce-re; il distacco si verifica, in certo qual modo, duranteuna «notte cosmica». Ma questa sosta di riposo è assaipiù breve di quella già descritta che separa l’evoluzio-ne saturnia da quella solare. Dopo terminato il periododi riposo gli «Spiriti della Saggezza» continuano illoro lavoro per qualche tempo sull’entità umana a duearti, così come avevano fatto per l’entità che aveva unarto solo. Gli «Spiriti del Moto» iniziano allora la loroattività, facendo scorrere il loro proprio corpo astralenel corpo vitale dell’essere umano. Con questo mezzol’uomo acquista la capacità di eseguire dei determinatimovimenti interiori nel corpo fisico. Questi movimen-ti si possono paragonare con l’attuale circolazione delsucco in una pianta.

Il corpo di Saturno consisteva intieramente di so-stanza-calore che durante l’epoca solare si condensòin uno stato paragonabile a quello del gas o del vaporeoggidì: questa è la condizione che la scienza occultasuole chiamare «aria». I primi sintomi di questo statoprincipiano a palesarsi dopo che gli «Spiriti del Moto»

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connesso, ora il corpo fisico comincia a staccarsicome una parte separata, la quale pur tuttavia continuaad essere pervasa dal corpo vitale. Abbiamo ora dun-que dinanzi a noi un essere umano composto di dueparti, o principii. Una delle parti è un corpo fisico ela-borato da un corpo vitale, l’altra è semplicemente cor-po vitale. Questa scissione avviene però nel corso diun periodo di riposo della vita solare, durante il qualesi spegne la luminosità che aveva cominciato a riluce-re; il distacco si verifica, in certo qual modo, duranteuna «notte cosmica». Ma questa sosta di riposo è assaipiù breve di quella già descritta che separa l’evoluzio-ne saturnia da quella solare. Dopo terminato il periododi riposo gli «Spiriti della Saggezza» continuano illoro lavoro per qualche tempo sull’entità umana a duearti, così come avevano fatto per l’entità che aveva unarto solo. Gli «Spiriti del Moto» iniziano allora la loroattività, facendo scorrere il loro proprio corpo astralenel corpo vitale dell’essere umano. Con questo mezzol’uomo acquista la capacità di eseguire dei determinatimovimenti interiori nel corpo fisico. Questi movimen-ti si possono paragonare con l’attuale circolazione delsucco in una pianta.

Il corpo di Saturno consisteva intieramente di so-stanza-calore che durante l’epoca solare si condensòin uno stato paragonabile a quello del gas o del vaporeoggidì: questa è la condizione che la scienza occultasuole chiamare «aria». I primi sintomi di questo statoprincipiano a palesarsi dopo che gli «Spiriti del Moto»

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hanno cominciato a esercitare la loro attività. Alla co-scienza chiaroveggente si rivela il seguente spettaco-lo: dentro alla sostanza-calore appaiono forme tenuidotate di movimenti regolari dalle forze del corpo vi-tale; queste forme rappresentano il corpo fisicodell’essere umano allo stato di evoluzione in cui allorasi trova; sono completamente interpenetrate di caloree come rinchiuse in un involucro di calore. Riguardoal fisico, questo essere umano si può chiamare una fi-gura di calore, in cui sono incorporate forme gassoseanimate di movimento regolare. Se si vuol conservarel’esempio sopra citato di una pianta dei nostri giorni,dobbiamo ricordarci che non si ha a che fare con unorganismo vegetale solido, ma con una forma di aria odi gas3, i cui movimenti si possono paragonare allacircolazione del succo nelle piante di oggigiorno. –L’evoluzione descritta progredisce più oltre e dopo uncerto tempo sopraggiunge un nuovo periodo di riposo;terminata questa sosta, gli «Spiriti del Moto» conti-nuano la loro opera, finchè vengono coadiuvatidall’azione degli «Spiriti della Forma». Per virtù diquest’ultima le forme gassose, prima continuamentemutevoli, assumono ora forme durevoli. Questo acca-de pure per il fatto che «Spiriti della Forma» fannoscorrere le loro forze attraverso il corpo vitale

3 Il gas si rivela alla coscienza chiaroveggente per mezzodell’effetto di luce che emana da esso; si potrebbe dunque par-lare anche di forme luminose, che si palesano allo sguardo spi-rituale.

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hanno cominciato a esercitare la loro attività. Alla co-scienza chiaroveggente si rivela il seguente spettaco-lo: dentro alla sostanza-calore appaiono forme tenuidotate di movimenti regolari dalle forze del corpo vi-tale; queste forme rappresentano il corpo fisicodell’essere umano allo stato di evoluzione in cui allorasi trova; sono completamente interpenetrate di caloree come rinchiuse in un involucro di calore. Riguardoal fisico, questo essere umano si può chiamare una fi-gura di calore, in cui sono incorporate forme gassoseanimate di movimento regolare. Se si vuol conservarel’esempio sopra citato di una pianta dei nostri giorni,dobbiamo ricordarci che non si ha a che fare con unorganismo vegetale solido, ma con una forma di aria odi gas3, i cui movimenti si possono paragonare allacircolazione del succo nelle piante di oggigiorno. –L’evoluzione descritta progredisce più oltre e dopo uncerto tempo sopraggiunge un nuovo periodo di riposo;terminata questa sosta, gli «Spiriti del Moto» conti-nuano la loro opera, finchè vengono coadiuvatidall’azione degli «Spiriti della Forma». Per virtù diquest’ultima le forme gassose, prima continuamentemutevoli, assumono ora forme durevoli. Questo acca-de pure per il fatto che «Spiriti della Forma» fannoscorrere le loro forze attraverso il corpo vitale

3 Il gas si rivela alla coscienza chiaroveggente per mezzodell’effetto di luce che emana da esso; si potrebbe dunque par-lare anche di forme luminose, che si palesano allo sguardo spi-rituale.

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dell’essere umano. Quando gli «Spiriti del Moto»esercitavano un’azione sugli organismi gassosi, questierano in perpetuo movimento, non conservavano laloro forma neppure per un istante; ormai però essi as-sumono temporaneamente delle forme distinte. – Dinuovo, dopo un certo tempo, ritorna il periodo di ripo-so, e dopo di esso gli Spiriti della Forma riprendonoancora la loro attività; nell’evoluzione solare si pre-sentano però allora condizioni affatto nuove.

Ormai l’evoluzione solare è arrivata a metà del suocorso; ed è questo il momento in cui gli Spiriti dellaPersonalità, che avevano raggiunto il loro gradino diumanità su Saturno, ascendono a un grado di perfezio-ne più elevato. Essi oltrepassano il grado umano e ac-quistano uno stato di coscienza, che l’uomo attualenon possiede ancora nel corso normale della sua evo-luzione sulla Terra. Egli l’acquisterà quando la Terra –che è il quarto stadio planetario dell’evoluzione – avràraggiunto la sua mèta e sarà entrata nel successivo pe-riodo planetario; allora non soltanto percepirà intornoa sè quello che gli vien trasmesso dai sensi fisici at-tuali, ma sarà capace di vedere come immagini le con-dizioni animiche interiori degli esseri che lo circonda-no. Egli avrà una coscienza immaginativa (chiaroveg-gente), pur conservando completa l’autocoscienza; e,senza che vi sia nulla di trasognato e di oscuro nellasua chiaroveggenza, percepirà ciò che è animico amezzo di immagini, in guisa però che queste sarannol’espressione di realtà, così come lo sono ora i suoni e

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dell’essere umano. Quando gli «Spiriti del Moto»esercitavano un’azione sugli organismi gassosi, questierano in perpetuo movimento, non conservavano laloro forma neppure per un istante; ormai però essi as-sumono temporaneamente delle forme distinte. – Dinuovo, dopo un certo tempo, ritorna il periodo di ripo-so, e dopo di esso gli Spiriti della Forma riprendonoancora la loro attività; nell’evoluzione solare si pre-sentano però allora condizioni affatto nuove.

Ormai l’evoluzione solare è arrivata a metà del suocorso; ed è questo il momento in cui gli Spiriti dellaPersonalità, che avevano raggiunto il loro gradino diumanità su Saturno, ascendono a un grado di perfezio-ne più elevato. Essi oltrepassano il grado umano e ac-quistano uno stato di coscienza, che l’uomo attualenon possiede ancora nel corso normale della sua evo-luzione sulla Terra. Egli l’acquisterà quando la Terra –che è il quarto stadio planetario dell’evoluzione – avràraggiunto la sua mèta e sarà entrata nel successivo pe-riodo planetario; allora non soltanto percepirà intornoa sè quello che gli vien trasmesso dai sensi fisici at-tuali, ma sarà capace di vedere come immagini le con-dizioni animiche interiori degli esseri che lo circonda-no. Egli avrà una coscienza immaginativa (chiaroveg-gente), pur conservando completa l’autocoscienza; e,senza che vi sia nulla di trasognato e di oscuro nellasua chiaroveggenza, percepirà ciò che è animico amezzo di immagini, in guisa però che queste sarannol’espressione di realtà, così come lo sono ora i suoni e

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i colori fisici. Attualmente l’uomo può elevarsi a que-sto grado di chiaroveggenza soltanto mediante la di-sciplina scientifico-occulta, di cui tratteremo nei pros-simi capitoli di questo libro.

Orbene, a metà dell’evoluzione solare, gli Spiritidella Personalità acquistano questa chiaroveggenzacome dote normale della loro evoluzione e appuntoperciò essi diventano capaci, durante l’evoluzione so-lare, di esercitare sul corpo vitale formato a nuovodell’essere umano un’azione uguale a quella, che essiesercitarono su Saturno sul corpo fisico. Così come ilcalore su Saturno riverberava a guisa di specchio laloro personalità, così ora le figure gassose rispecchia-no luminosamente le immagini della loro coscienzachiaroveggente; esse vedono chiaroveggentemente ciòche si svolge sul Sole. Non si tratta però di una sem-plice osservazione, ma accade come se nelle immaginiche emanano dal Sole si facesse valere alcunchè dellaforza, che l’uomo terrestre chiama «amore». E se unchiaroveggente osserva più attentamente, troverà laragione di questo fenomeno, cioè, l’attività di entitàelevatissime, la quale si è frammista alla luce che vie-ne irradiata dal Sole. Queste entità sono gli «Spiritidell’Amore» (i Serafini del cristianesimo), di cui ab-biamo già parlato. Da allora in poi questi spiriti agi-scono insieme agli Spiriti della Personalità sul corpoeterico o vitale umano, che per mezzo di questa attivi-tà avanza di un passo sulla via dell’evoluzione. Essoacquista la capacità, non solo di trasformare le figure

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i colori fisici. Attualmente l’uomo può elevarsi a que-sto grado di chiaroveggenza soltanto mediante la di-sciplina scientifico-occulta, di cui tratteremo nei pros-simi capitoli di questo libro.

Orbene, a metà dell’evoluzione solare, gli Spiritidella Personalità acquistano questa chiaroveggenzacome dote normale della loro evoluzione e appuntoperciò essi diventano capaci, durante l’evoluzione so-lare, di esercitare sul corpo vitale formato a nuovodell’essere umano un’azione uguale a quella, che essiesercitarono su Saturno sul corpo fisico. Così come ilcalore su Saturno riverberava a guisa di specchio laloro personalità, così ora le figure gassose rispecchia-no luminosamente le immagini della loro coscienzachiaroveggente; esse vedono chiaroveggentemente ciòche si svolge sul Sole. Non si tratta però di una sem-plice osservazione, ma accade come se nelle immaginiche emanano dal Sole si facesse valere alcunchè dellaforza, che l’uomo terrestre chiama «amore». E se unchiaroveggente osserva più attentamente, troverà laragione di questo fenomeno, cioè, l’attività di entitàelevatissime, la quale si è frammista alla luce che vie-ne irradiata dal Sole. Queste entità sono gli «Spiritidell’Amore» (i Serafini del cristianesimo), di cui ab-biamo già parlato. Da allora in poi questi spiriti agi-scono insieme agli Spiriti della Personalità sul corpoeterico o vitale umano, che per mezzo di questa attivi-tà avanza di un passo sulla via dell’evoluzione. Essoacquista la capacità, non solo di trasformare le figure

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gassose che contiene, ma di elaborarle in modo, cheincominciano ad apparire i primi indizi della propaga-zione di esseri umani viventi. In certo qual modo dellesecrezioni vengono emesse (come per trasudamento)dagli organismi gassosi, ed esse assumono delle formeche somigliano alle loro forme madri.

Per poter descrivere il corso ulteriore dell’evoluzio-ne solare dobbiamo richiamare l’attenzione sopra unfatto del divenire cosmico che è di massima importan-za; quello, cioè, che nel corso di un’epoca una partesoltanto degli esseri raggiunge la mèta della sua evo-luzione, gli altri restano indietro. Così, durante l’evo-luzione saturnia, tutti gli Spiriti della Personalità nonhanno raggiunto effettivamente lo stadio umano a cuierano destinati, e così pure tutti i corpi fisici umanisviluppati su Saturno non hanno raggiunto il grado dimaturità adatto per essere capaci sul Sole di divenire ilveicolo di un corpo vitale indipendente. Ne viene diconseguenza che vi sono sul Sole degli esseri e delleforme, che non sono adatte al loro ambiente, e questedevono ora riparare, durante l’evoluzione solare, a ciòche hanno trascurato di fare su Saturno. Si può osser-vare chiaroveggentemente, che durante l’epoca solare,quando gli Spiriti della Saggezza cominciavano a fareaffluire il corpo vitale, il corpo del Sole si è, in certoqual modo, oscurato. Fluttuano in esso delle figure, lequali apparterrebbero veramente ancora a Saturno; fi-gure di calore che non hanno la capacità di condensar-si in aria nel modo giusto. Sono gli esseri umani, che

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gassose che contiene, ma di elaborarle in modo, cheincominciano ad apparire i primi indizi della propaga-zione di esseri umani viventi. In certo qual modo dellesecrezioni vengono emesse (come per trasudamento)dagli organismi gassosi, ed esse assumono delle formeche somigliano alle loro forme madri.

Per poter descrivere il corso ulteriore dell’evoluzio-ne solare dobbiamo richiamare l’attenzione sopra unfatto del divenire cosmico che è di massima importan-za; quello, cioè, che nel corso di un’epoca una partesoltanto degli esseri raggiunge la mèta della sua evo-luzione, gli altri restano indietro. Così, durante l’evo-luzione saturnia, tutti gli Spiriti della Personalità nonhanno raggiunto effettivamente lo stadio umano a cuierano destinati, e così pure tutti i corpi fisici umanisviluppati su Saturno non hanno raggiunto il grado dimaturità adatto per essere capaci sul Sole di divenire ilveicolo di un corpo vitale indipendente. Ne viene diconseguenza che vi sono sul Sole degli esseri e delleforme, che non sono adatte al loro ambiente, e questedevono ora riparare, durante l’evoluzione solare, a ciòche hanno trascurato di fare su Saturno. Si può osser-vare chiaroveggentemente, che durante l’epoca solare,quando gli Spiriti della Saggezza cominciavano a fareaffluire il corpo vitale, il corpo del Sole si è, in certoqual modo, oscurato. Fluttuano in esso delle figure, lequali apparterrebbero veramente ancora a Saturno; fi-gure di calore che non hanno la capacità di condensar-si in aria nel modo giusto. Sono gli esseri umani, che

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rimasti indietro sul gradino di Saturno, non possonodivenire il veicolo di un corpo vitale normalmente co-stituito.

Orbene, questa sostanza-calore di Saturno rimastaindietro si scinde sul Sole in due parti; l’una di esseviene, per così dire, assorbita dai corpi umani e formad’allora in poi nell’entità umana una specie di naturainferiore di essa. Così l’essere umano accoglie sulSole qualcosa nella sua corporeità che corrisponde ve-ramente al gradino saturnio. Allo stesso modo che ilcorpo saturnio dell’uomo ha reso possibile agli Spiritidella Personalità di inalzarsi al gradino di umanità,così la parte saturnia dell’uomo offre sul Sole la stessaoccasione agli Spiriti del Fuoco. Essi s’inalzano algradino umano facendo scorrere le loro forze attraver-so questa parte saturnia dell’essere umano, come gliSpiriti della Personalità avevano fatto su Saturno. An-che questo si verifica a metà dell’evoluzione solare.La parte saturnia dell’essere umano ha ormai un gradodi maturità tale, che col suo aiuto gli Spiriti del Fuoco(Arcangeli) divengono capaci di attraversare il lorostadio di umanità. – L’altra parte della sostanza-caloredi Saturno si organizza separatamente e acquistaun’esistenza indipendente accanto e in mezzo agli es-seri umani del Sole. Formasi così un secondo regno alato del regno umano; un regno che sviluppa sul Sole,come corpo fisico completamente indipendente, sol-tanto un corpo-calore. In conseguenza di ciò gli Spiritiperfettamente sviluppati della Personalità non possono

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rimasti indietro sul gradino di Saturno, non possonodivenire il veicolo di un corpo vitale normalmente co-stituito.

Orbene, questa sostanza-calore di Saturno rimastaindietro si scinde sul Sole in due parti; l’una di esseviene, per così dire, assorbita dai corpi umani e formad’allora in poi nell’entità umana una specie di naturainferiore di essa. Così l’essere umano accoglie sulSole qualcosa nella sua corporeità che corrisponde ve-ramente al gradino saturnio. Allo stesso modo che ilcorpo saturnio dell’uomo ha reso possibile agli Spiritidella Personalità di inalzarsi al gradino di umanità,così la parte saturnia dell’uomo offre sul Sole la stessaoccasione agli Spiriti del Fuoco. Essi s’inalzano algradino umano facendo scorrere le loro forze attraver-so questa parte saturnia dell’essere umano, come gliSpiriti della Personalità avevano fatto su Saturno. An-che questo si verifica a metà dell’evoluzione solare.La parte saturnia dell’essere umano ha ormai un gradodi maturità tale, che col suo aiuto gli Spiriti del Fuoco(Arcangeli) divengono capaci di attraversare il lorostadio di umanità. – L’altra parte della sostanza-caloredi Saturno si organizza separatamente e acquistaun’esistenza indipendente accanto e in mezzo agli es-seri umani del Sole. Formasi così un secondo regno alato del regno umano; un regno che sviluppa sul Sole,come corpo fisico completamente indipendente, sol-tanto un corpo-calore. In conseguenza di ciò gli Spiritiperfettamente sviluppati della Personalità non possono

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dirigere la loro attività nel modo descritto verso nes-sun corpo vitale indipendente. Vi sono però altri Spiri-ti della Personalità rimasti indietro durante l’epoca sa-turnia, i quali non hanno potuto raggiungere allora illoro grado di umanità. Esiste un legame di attrazionefra il secondo regno solare che si è reso indipendentee questi spiriti che devono comportarsi sul Sole versoil regno ritardatario nello stesso modo, come i lorocompagni più evoluti si comportarono su Saturno ver-so gli esseri umani. Questi ultimi pure avevano forma-to su Saturno soltanto il corpo fisico; ma sul Sole stes-so gli Spiriti della Personalità rimasti indietro non tro-vano possibilità di compiere tale lavoro e perciò si se-parano dal corpo solare formando al di fuori di essoun corpo cosmico indipendente. Questo corpo perciòsi stacca dal Sole, e da esso gli Spiriti della Personali-tà ritardatari esercitano un’azione sugli esseri già de-scritti del secondo regno solare. In tal modo due corpicosmici si sono costituiti dall’unico originario corpodi Saturno. Il Sole ha vicino a sè un secondo corpo co-smico, che rappresenta una specie di rinascita di Sa-turno, un nuovo Saturno, ed è da questo che la caratte-ristica della personalità vien conferita al secondo re-gno solare. Perciò nell’ambito di quel regno si ha ache fare con esseri, i quali non hanno una personalitàpropria sul Sole e che quindi riverberano agli Spiritidella Personalità, i quali si trovano sul nuovo Saturno,la personalità di quegli spiriti stessi. La coscienzachiaroveggente può osservare fra gli esseri umani sul

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dirigere la loro attività nel modo descritto verso nes-sun corpo vitale indipendente. Vi sono però altri Spiri-ti della Personalità rimasti indietro durante l’epoca sa-turnia, i quali non hanno potuto raggiungere allora illoro grado di umanità. Esiste un legame di attrazionefra il secondo regno solare che si è reso indipendentee questi spiriti che devono comportarsi sul Sole versoil regno ritardatario nello stesso modo, come i lorocompagni più evoluti si comportarono su Saturno ver-so gli esseri umani. Questi ultimi pure avevano forma-to su Saturno soltanto il corpo fisico; ma sul Sole stes-so gli Spiriti della Personalità rimasti indietro non tro-vano possibilità di compiere tale lavoro e perciò si se-parano dal corpo solare formando al di fuori di essoun corpo cosmico indipendente. Questo corpo perciòsi stacca dal Sole, e da esso gli Spiriti della Personali-tà ritardatari esercitano un’azione sugli esseri già de-scritti del secondo regno solare. In tal modo due corpicosmici si sono costituiti dall’unico originario corpodi Saturno. Il Sole ha vicino a sè un secondo corpo co-smico, che rappresenta una specie di rinascita di Sa-turno, un nuovo Saturno, ed è da questo che la caratte-ristica della personalità vien conferita al secondo re-gno solare. Perciò nell’ambito di quel regno si ha ache fare con esseri, i quali non hanno una personalitàpropria sul Sole e che quindi riverberano agli Spiritidella Personalità, i quali si trovano sul nuovo Saturno,la personalità di quegli spiriti stessi. La coscienzachiaroveggente può osservare fra gli esseri umani sul

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Sole delle forze di calore, che prendono parte al corsoregolare dell’evoluzione solare e nelle quali si manife-sta l’azione degli spiriti sopra descritti del nuovo Sa-turno.

A metà dell’evoluzione solare si possono notarenell’essere umano i seguenti fatti. Egli è costituito daun corpo fisico e un corpo vitale nei quali gli Spiritidella Personalità progrediti, unitamente agli Spiritidell’Amore, esplicano la loro attività; una parte di so-stanza saturnia ritardataria è ormai frammischiata alcorpo fisico, e in questa spiegano la loro attività gliSpiriti del Fuoco. Dobbiamo scorgere, in tutto ciò chequesti spiriti effettuano su quella parte ritardataria disostanza saturnia, la preparazione degli attuali organisensori dell’uomo terrestre. È stato dimostrato, che suSaturno questi Spiriti del Fuoco già si occupavanodell’elaborazione dei germi sensori nella sostanza-calore. L’opera compiuta dagli Spiriti della Personali-tà unitamente agli Spiriti dell’Amore (Serafini), hadato l’inizio agli attuali organi glandulari umani, macon questo ancora non è esaurito il lavoro degli Spiritidella Personalità, elle abitano il nuovo Saturno; essiestendono la loro attività, non solo sul secondo regnosolare già citato, ma stabiliscono anche una specie dirapporto fra questo regno e i sensi umani. Le so-stanze-calore di questo regno scorrono attraverso igermi dei sensi umani. In questo modo l’essere umanoarriva sul Sole a una specie di percezione dei regni in-feriori esistenti al di fuori di esso; percezione natural-

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Sole delle forze di calore, che prendono parte al corsoregolare dell’evoluzione solare e nelle quali si manife-sta l’azione degli spiriti sopra descritti del nuovo Sa-turno.

A metà dell’evoluzione solare si possono notarenell’essere umano i seguenti fatti. Egli è costituito daun corpo fisico e un corpo vitale nei quali gli Spiritidella Personalità progrediti, unitamente agli Spiritidell’Amore, esplicano la loro attività; una parte di so-stanza saturnia ritardataria è ormai frammischiata alcorpo fisico, e in questa spiegano la loro attività gliSpiriti del Fuoco. Dobbiamo scorgere, in tutto ciò chequesti spiriti effettuano su quella parte ritardataria disostanza saturnia, la preparazione degli attuali organisensori dell’uomo terrestre. È stato dimostrato, che suSaturno questi Spiriti del Fuoco già si occupavanodell’elaborazione dei germi sensori nella sostanza-calore. L’opera compiuta dagli Spiriti della Personali-tà unitamente agli Spiriti dell’Amore (Serafini), hadato l’inizio agli attuali organi glandulari umani, macon questo ancora non è esaurito il lavoro degli Spiritidella Personalità, elle abitano il nuovo Saturno; essiestendono la loro attività, non solo sul secondo regnosolare già citato, ma stabiliscono anche una specie dirapporto fra questo regno e i sensi umani. Le so-stanze-calore di questo regno scorrono attraverso igermi dei sensi umani. In questo modo l’essere umanoarriva sul Sole a una specie di percezione dei regni in-feriori esistenti al di fuori di esso; percezione natural-

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mente oscurissima, corrispondente strettamenteall’oscura coscienza saturnia di cui abbiamo già parla-to e che consiste essenzialmente in svariate impressio-ni di calore.

Tutto ciò che è stato descritto nei riguardi dellametà dell’evoluzione solare continua per un determi-nato tempo; poi sopravviene un nuovo periodo di ri-poso; quindi le varie attività proseguono nel medesi-mo modo il loro lavoro fino a un momento dell’evolu-zione, in cui il corpo eterico umano ha raggiunto ilgrado di maturità necessaria, perchè possa iniziarsiuna collaborazione fra gli «Spiriti della Vita» (Ange-loi) e gli «Spiriti dell’Armonia» (Cherubini).Nell’essere umano si palesano allora alla coscienzachiaroveggente alcune manifestazioni, che si possonoparagonare a delle percezioni gustative, e che si espri-mono esteriormente come suoni. Un fenomeno simileè già stato notato durante l’evoluzione di Saturno, maormai sul Sole tutti questi processi nell’entità umanasono più intimi e forniti di vita più autonoma. I «Figlidella Vita» acquistano allora la oscura coscienza diimmagini che gli Spiriti del Fuoco avevano già conse-guita su Saturno; vengono aiutati a ciò dagli «Spiritidell’Armonia» (Cherubini). Questi ultimi effettiva-mente osservano chiaroveggentemente ciò che si stasvolgendo nell’evoluzione solare, ma rinunziano aqualsiasi risultato di tale contemplazione e al godi-mento che deriva dal sorgere di quelle immagini disaggezza, permettendo a queste invece di scorrere

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mente oscurissima, corrispondente strettamenteall’oscura coscienza saturnia di cui abbiamo già parla-to e che consiste essenzialmente in svariate impressio-ni di calore.

Tutto ciò che è stato descritto nei riguardi dellametà dell’evoluzione solare continua per un determi-nato tempo; poi sopravviene un nuovo periodo di ri-poso; quindi le varie attività proseguono nel medesi-mo modo il loro lavoro fino a un momento dell’evolu-zione, in cui il corpo eterico umano ha raggiunto ilgrado di maturità necessaria, perchè possa iniziarsiuna collaborazione fra gli «Spiriti della Vita» (Ange-loi) e gli «Spiriti dell’Armonia» (Cherubini).Nell’essere umano si palesano allora alla coscienzachiaroveggente alcune manifestazioni, che si possonoparagonare a delle percezioni gustative, e che si espri-mono esteriormente come suoni. Un fenomeno simileè già stato notato durante l’evoluzione di Saturno, maormai sul Sole tutti questi processi nell’entità umanasono più intimi e forniti di vita più autonoma. I «Figlidella Vita» acquistano allora la oscura coscienza diimmagini che gli Spiriti del Fuoco avevano già conse-guita su Saturno; vengono aiutati a ciò dagli «Spiritidell’Armonia» (Cherubini). Questi ultimi effettiva-mente osservano chiaroveggentemente ciò che si stasvolgendo nell’evoluzione solare, ma rinunziano aqualsiasi risultato di tale contemplazione e al godi-mento che deriva dal sorgere di quelle immagini disaggezza, permettendo a queste invece di scorrere

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come splendide visioni magiche nella coscienza di so-gno dei «Figli della Vita», i quali elaborano alla lorovolta tali immagini della loro visione nel corpo etericodell’uomo, per modo che questo raggiunga gradiniognor più alti di evoluzione. – Subentra un nuovo pe-riodo di riposo; il tutto poi risorge nuovamente dal«sonno cosmico» e, dopo trascorso un determinatotempo, l’entità umana, è progredita al punto da poterdisporre ormai di forze proprie. Queste forze sono lemedesime che i «Troni» fecero scorrere nell’entitàumana durante l’ultimo periodo dell’evoluzione satur-nia. L’essere umano evolve ormai una vita interiore laquale, nella sua manifestazione alla coscienza chiaro-veggente, può esser paragonata a una intima percezio-ne olfattiva. Ma verso l’esteriore, verso lo spazio cele-ste, l’entità umana si manifesta come una personalità,non diretta però da un «Io» interiore; si palesa piutto-sto come una pianta che agisce come una personalità.È stato già detto, che sulla fine dell’evoluzione satur-nia la personalità si manifesta come una macchina. Ecome allora si è sviluppato il primo germe di ciò cheancora sta germogliando nell’uomo attuale, cioè,«l’Uomo Spirito» (Atma), così a questo puntodell’evoluzione è stato formato il primo germe per lo«Spirito Vitale» (Buddhi). –

Dopo che tutto ciò si è svolto per alquanto tempo,sopravviene un altro periodo di riposo, dopo il quale,come le volte precedenti, l’essere umano riprende perun certo tempo la sua attività, finchè si presentano

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come splendide visioni magiche nella coscienza di so-gno dei «Figli della Vita», i quali elaborano alla lorovolta tali immagini della loro visione nel corpo etericodell’uomo, per modo che questo raggiunga gradiniognor più alti di evoluzione. – Subentra un nuovo pe-riodo di riposo; il tutto poi risorge nuovamente dal«sonno cosmico» e, dopo trascorso un determinatotempo, l’entità umana, è progredita al punto da poterdisporre ormai di forze proprie. Queste forze sono lemedesime che i «Troni» fecero scorrere nell’entitàumana durante l’ultimo periodo dell’evoluzione satur-nia. L’essere umano evolve ormai una vita interiore laquale, nella sua manifestazione alla coscienza chiaro-veggente, può esser paragonata a una intima percezio-ne olfattiva. Ma verso l’esteriore, verso lo spazio cele-ste, l’entità umana si manifesta come una personalità,non diretta però da un «Io» interiore; si palesa piutto-sto come una pianta che agisce come una personalità.È stato già detto, che sulla fine dell’evoluzione satur-nia la personalità si manifesta come una macchina. Ecome allora si è sviluppato il primo germe di ciò cheancora sta germogliando nell’uomo attuale, cioè,«l’Uomo Spirito» (Atma), così a questo puntodell’evoluzione è stato formato il primo germe per lo«Spirito Vitale» (Buddhi). –

Dopo che tutto ciò si è svolto per alquanto tempo,sopravviene un altro periodo di riposo, dopo il quale,come le volte precedenti, l’essere umano riprende perun certo tempo la sua attività, finchè si presentano

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condizioni dovute a un nuovo intervento degli Spiritidella Saggezza; per mezzo di questi l’essere umanodiviene capace di sentire il primo accenno della sim-patia e dell’antipatia verso l’ambiente che lo circonda.Non si tratta ancora di sensazione vera e profonda, masoltanto di un principio di sensazione. L’attività vitaleinteriore, di cui la manifestazione potrebbe essere ca-ratterizzata come una percezione dell’odore, si rivelaesteriormente con una specie di linguaggio primitivo.Se l’essere umano percepisce interiormente un odoresimpatico, oppure un sapore, o un luccichio, ciò simanifesta all’esterno come suono, e lo stesso succedecorrispondentemente quando la percezione interioregli riesce antipatica. – Il vero scopo dell’evoluzionesolare per l’essere umano vien raggiunto a mezzo deiprocessi che abbiamo descritti; questo essere è arriva-to a uno stadio di coscienza più elevato di quello cheaveva su Saturno, e cioè alla coscienza di sonno.

Dopo qualche tempo vien raggiunto anche quelpunto dell’evoluzione, in cui le entità superiori con-nesse all’evoluzione solare devono passare in altresfere, per elaborare ciò che esse stesse hanno acquista-to per virtù del loro lavoro sull’entità umana. S’iniziaun lungo periodo di riposo simile a quello trascorsofra l’evoluzione saturnia e quella solare. Tutto ciò cheè venuto perfezionandosi sul Sole entra in uno stato,che si può paragonare a quello di una pianta quando lesue forze di crescenza riposano nel seme. Ma appuntocome queste forze di crescenza tornano ad affacciarsi

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condizioni dovute a un nuovo intervento degli Spiritidella Saggezza; per mezzo di questi l’essere umanodiviene capace di sentire il primo accenno della sim-patia e dell’antipatia verso l’ambiente che lo circonda.Non si tratta ancora di sensazione vera e profonda, masoltanto di un principio di sensazione. L’attività vitaleinteriore, di cui la manifestazione potrebbe essere ca-ratterizzata come una percezione dell’odore, si rivelaesteriormente con una specie di linguaggio primitivo.Se l’essere umano percepisce interiormente un odoresimpatico, oppure un sapore, o un luccichio, ciò simanifesta all’esterno come suono, e lo stesso succedecorrispondentemente quando la percezione interioregli riesce antipatica. – Il vero scopo dell’evoluzionesolare per l’essere umano vien raggiunto a mezzo deiprocessi che abbiamo descritti; questo essere è arriva-to a uno stadio di coscienza più elevato di quello cheaveva su Saturno, e cioè alla coscienza di sonno.

Dopo qualche tempo vien raggiunto anche quelpunto dell’evoluzione, in cui le entità superiori con-nesse all’evoluzione solare devono passare in altresfere, per elaborare ciò che esse stesse hanno acquista-to per virtù del loro lavoro sull’entità umana. S’iniziaun lungo periodo di riposo simile a quello trascorsofra l’evoluzione saturnia e quella solare. Tutto ciò cheè venuto perfezionandosi sul Sole entra in uno stato,che si può paragonare a quello di una pianta quando lesue forze di crescenza riposano nel seme. Ma appuntocome queste forze di crescenza tornano ad affacciarsi

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alla luce del giorno in una nuova pianta, così tutto ciòche era vita sul Sole emerge nuovamente, dopo un pe-riodo di riposo, dal grembo dell’universo, e cominciauna nuova esistenza planetaria. – Il significato di unatale sosta di riposo o «sonno cosmico» riuscirà evi-dente, se si dirige il nostro sguardo spirituale versouna delle Gerarchie già indicate, p. es. sugli Spiritidella Saggezza. Essi non erano abbastanza evoluti suSaturno per essere capaci di emanare da sè stessi uncorpo eterico; furono appunto preparati a questo dalleesperienze attraversate su Saturno. Durante il periododi riposo essi elaborano ciò che in loro era stato sol-tanto preparato e lo trasformano in vere capacità, diguisa che sul Sole si trovano abbastanza evoluti perversare la loro vita nell’essere umano, per dotarlo diun corpo vitale suo proprio.

* * *

Dopo un intervallo di riposo, ciò che prima era esi-stito come Sole risorge nuovamente dal «sonno co-smico», diventa, cioè, di nuovo percettibile alle facol-tà chiaroveggenti, dalle quali prima poteva essere os-servato, mentre durante il periodo di riposo non eraper esse più visibile. Vi sono ora due fatti da notare ri-guardo al nuovo essere planetario che appare, e che lascienza occulta chiama «Luna» (questa non si deveconfondere con quella parte di essa che è la luna at-tuale). Prima di tutto ciò che si era distaccato durante

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alla luce del giorno in una nuova pianta, così tutto ciòche era vita sul Sole emerge nuovamente, dopo un pe-riodo di riposo, dal grembo dell’universo, e cominciauna nuova esistenza planetaria. – Il significato di unatale sosta di riposo o «sonno cosmico» riuscirà evi-dente, se si dirige il nostro sguardo spirituale versouna delle Gerarchie già indicate, p. es. sugli Spiritidella Saggezza. Essi non erano abbastanza evoluti suSaturno per essere capaci di emanare da sè stessi uncorpo eterico; furono appunto preparati a questo dalleesperienze attraversate su Saturno. Durante il periododi riposo essi elaborano ciò che in loro era stato sol-tanto preparato e lo trasformano in vere capacità, diguisa che sul Sole si trovano abbastanza evoluti perversare la loro vita nell’essere umano, per dotarlo diun corpo vitale suo proprio.

* * *

Dopo un intervallo di riposo, ciò che prima era esi-stito come Sole risorge nuovamente dal «sonno co-smico», diventa, cioè, di nuovo percettibile alle facol-tà chiaroveggenti, dalle quali prima poteva essere os-servato, mentre durante il periodo di riposo non eraper esse più visibile. Vi sono ora due fatti da notare ri-guardo al nuovo essere planetario che appare, e che lascienza occulta chiama «Luna» (questa non si deveconfondere con quella parte di essa che è la luna at-tuale). Prima di tutto ciò che si era distaccato durante

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il periodo solare formando il «nuovo Saturno», si tro-va contenuto nel nuovo corpo planetario. Questo Sa-turno si è unito nuovamente col Sole durante il perio-do di riposo, e tutto ciò che esisteva nel Saturno origi-nario riappare dapprima come un solo organismo co-smico. In un secondo periodo i corpi vitali degli esseriumani che si erano formati sul Sole sono stati assorbitidurante la sosta di riposo da ciò che costituisce l’invo-lucro spirituale del pianeta. In questo momento perciòessi non appaiono uniti ai corrispondenti corpi fisiciumani, ma questi ultimi si presentano dapprima sepa-ratamente per conto loro. I corpi fisici umani conten-gono veramente tutto ciò che era stato in loro elabora-to su Saturno e sul Sole, ma sono privi del corpo eteri-co o vitale, e non possono neppure accogliere questocorpo eterico immediatamente, perchè esso appuntoha attraversato durante il periodo di riposo un’evolu-zione con cui essi non si trovano ancora in armonia. –

Orbene, al principio dell’evoluzione lunare, perconseguire questo adattamento, si verifica anzituttoun’altra recapitolazione degli eventi saturnii. La partefisica dell’essere umano percorre nuovamente gli sta-dii dell’evoluzione saturnia, ma in condizioni moltodiverse. Su Saturno agivano in lui soltanto le forze diun corpo-calore; ora agiscono anche quelle del corpogassoso che è stato elaborato. Queste ultime forzeperò non si manifestano proprio sul principiodell’evoluzione lunare; anzi, sembra allora come segli esseri umani fossero costituiti soltanto di sostanza-

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il periodo solare formando il «nuovo Saturno», si tro-va contenuto nel nuovo corpo planetario. Questo Sa-turno si è unito nuovamente col Sole durante il perio-do di riposo, e tutto ciò che esisteva nel Saturno origi-nario riappare dapprima come un solo organismo co-smico. In un secondo periodo i corpi vitali degli esseriumani che si erano formati sul Sole sono stati assorbitidurante la sosta di riposo da ciò che costituisce l’invo-lucro spirituale del pianeta. In questo momento perciòessi non appaiono uniti ai corrispondenti corpi fisiciumani, ma questi ultimi si presentano dapprima sepa-ratamente per conto loro. I corpi fisici umani conten-gono veramente tutto ciò che era stato in loro elabora-to su Saturno e sul Sole, ma sono privi del corpo eteri-co o vitale, e non possono neppure accogliere questocorpo eterico immediatamente, perchè esso appuntoha attraversato durante il periodo di riposo un’evolu-zione con cui essi non si trovano ancora in armonia. –

Orbene, al principio dell’evoluzione lunare, perconseguire questo adattamento, si verifica anzituttoun’altra recapitolazione degli eventi saturnii. La partefisica dell’essere umano percorre nuovamente gli sta-dii dell’evoluzione saturnia, ma in condizioni moltodiverse. Su Saturno agivano in lui soltanto le forze diun corpo-calore; ora agiscono anche quelle del corpogassoso che è stato elaborato. Queste ultime forzeperò non si manifestano proprio sul principiodell’evoluzione lunare; anzi, sembra allora come segli esseri umani fossero costituiti soltanto di sostanza-

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calore, in cui le forze gassose giacciono assopite. Vie-ne poi un momento, in cui i primi inizii di queste ulti-me cominciano a manifestarsi, e finalmente, nell’ulti-mo periodo della recapitolazione saturnia, l’entitàumana presenta lo stesso aspetto che aveva nelle suecondizioni di vita sul Sole. Nondimeno anche a quelpunto tutta la vita non è che parvenza di vita.

Si verifica allora un periodo di riposo simile allebrevi soste verificatesi durante l’evoluzione solare;dopo il quale ricomincia, ad affluire il corpo vitale,che trova il corpo fisico ormai maturo per riceverlo.Come per le recapitolazioni di Saturno, questo influs-so ha luogo durante tre periodi diversi. Durante il se-condo periodo l’entità umana si è adattata alle condi-zioni nuove sulla Luna sufficientemente, perchè gliSpiriti del Moto possano mettere in azione la facoltàche hanno acquistata, e cioè la capacità di riversare,come estratto dalla propria essenza, il corpo astralenell’uomo. Essi si sono preparati a questo lavoro du-rante l’evoluzione solare, e il periodo di riposo fraSole e Luna ha permesso loro di trasformare ciò cheavevano elaborato nella facoltà suddetta. Questo in-flusso dura per un certo tempo, poi viene interrotto dauno degli intervalli di riposo più brevi, per riprenderenuovamente dopo di questo, finchè entrano in attivitàgli Spiriti della Forma. L’entità umana, per il fatto chegli Spiriti del Moto hanno riversato in essa il corpoastrale, acquista le prime qualità animiche. I processi,che si svolgono in quell’essere per il fatto che possie-

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calore, in cui le forze gassose giacciono assopite. Vie-ne poi un momento, in cui i primi inizii di queste ulti-me cominciano a manifestarsi, e finalmente, nell’ulti-mo periodo della recapitolazione saturnia, l’entitàumana presenta lo stesso aspetto che aveva nelle suecondizioni di vita sul Sole. Nondimeno anche a quelpunto tutta la vita non è che parvenza di vita.

Si verifica allora un periodo di riposo simile allebrevi soste verificatesi durante l’evoluzione solare;dopo il quale ricomincia, ad affluire il corpo vitale,che trova il corpo fisico ormai maturo per riceverlo.Come per le recapitolazioni di Saturno, questo influs-so ha luogo durante tre periodi diversi. Durante il se-condo periodo l’entità umana si è adattata alle condi-zioni nuove sulla Luna sufficientemente, perchè gliSpiriti del Moto possano mettere in azione la facoltàche hanno acquistata, e cioè la capacità di riversare,come estratto dalla propria essenza, il corpo astralenell’uomo. Essi si sono preparati a questo lavoro du-rante l’evoluzione solare, e il periodo di riposo fraSole e Luna ha permesso loro di trasformare ciò cheavevano elaborato nella facoltà suddetta. Questo in-flusso dura per un certo tempo, poi viene interrotto dauno degli intervalli di riposo più brevi, per riprenderenuovamente dopo di questo, finchè entrano in attivitàgli Spiriti della Forma. L’entità umana, per il fatto chegli Spiriti del Moto hanno riversato in essa il corpoastrale, acquista le prime qualità animiche. I processi,che si svolgono in quell’essere per il fatto che possie-

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de un corpo vitale, e che erano, durante l’evoluzionesolare, ancora di genere vegetativo, cominciano a es-sere seguiti da esso con sensazioni accompagnate daun senso di piacere e di dispiacere. Non si tratta perora che di flussi e riflussi interiori di piacere e di di-spiacere che si alternano, finchè intervengono gli Spi-riti della Forma, e allora questi sentimenti mutevoli sitrasformano in modo, che sorge nella natura umanaciò che si potrebbe considerare il primo indizio del de-siderio e della passione. L’entità tende verso la ripeti-zione di ciò che le ha recato piacere, e cerca di evitareciò per cui sente antipatia. Siccome però gli Spiritidella Forma non cedono all’essere umano la propriaessenza, ma fanno soltanto scorrere le loro forze attra-verso di esso, il desiderio manca di profondità e di in-dipendenza: vien diretto dagli Spiriti della Forma, e sipresenta con carattere istintivo.

Il corpo fisico dell’essere umano su Saturno era uncorpo di calore; sul Sole si verifica una condensazioneallo stato di gas o di «aria». Orbene, durante l’evolu-zione lunare affluisce l’elemento astrale; perciò la par-te fisica a un dato momento acquista un grado ulterio-re di condensazione, e raggiunge uno stato che puòparagonarsi a quello di un liquido dei nostri giorni. Lascienza occulta vuole dare a questo stato il nome di«acqua»; ma con questa parola non intende indicarel’acqua quale l’abbiamo oggi, ma qualsiasi forma li-quida esistente. Il corpo fisico umano assume gradata-mente una forma composta di tre specie di sostanze

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de un corpo vitale, e che erano, durante l’evoluzionesolare, ancora di genere vegetativo, cominciano a es-sere seguiti da esso con sensazioni accompagnate daun senso di piacere e di dispiacere. Non si tratta perora che di flussi e riflussi interiori di piacere e di di-spiacere che si alternano, finchè intervengono gli Spi-riti della Forma, e allora questi sentimenti mutevoli sitrasformano in modo, che sorge nella natura umanaciò che si potrebbe considerare il primo indizio del de-siderio e della passione. L’entità tende verso la ripeti-zione di ciò che le ha recato piacere, e cerca di evitareciò per cui sente antipatia. Siccome però gli Spiritidella Forma non cedono all’essere umano la propriaessenza, ma fanno soltanto scorrere le loro forze attra-verso di esso, il desiderio manca di profondità e di in-dipendenza: vien diretto dagli Spiriti della Forma, e sipresenta con carattere istintivo.

Il corpo fisico dell’essere umano su Saturno era uncorpo di calore; sul Sole si verifica una condensazioneallo stato di gas o di «aria». Orbene, durante l’evolu-zione lunare affluisce l’elemento astrale; perciò la par-te fisica a un dato momento acquista un grado ulterio-re di condensazione, e raggiunge uno stato che puòparagonarsi a quello di un liquido dei nostri giorni. Lascienza occulta vuole dare a questo stato il nome di«acqua»; ma con questa parola non intende indicarel’acqua quale l’abbiamo oggi, ma qualsiasi forma li-quida esistente. Il corpo fisico umano assume gradata-mente una forma composta di tre specie di sostanze

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materiali: La più densa è un «corpo di acqua»; attra-verso di esso scorrono correnti di aria, e il tutto è in-terpenetrato dall’azione del calore.

Non tutti gli organismi raggiungono la completa egiusta maturità durante il periodo solare. Perciò sullaLuna esistono esseri che si trovano ancora allo stadiosaturnio, e altri, che hanno raggiunto soltanto lo stadiosolare. Così due altri regni sorgono a fianco del regnoumano normalmente evoluto; uno di essi consta degliesseri, che si sono formati allo stadio saturnio e hannoperciò soltanto un corpo fisico, il quale anche ora sul-la Luna non è capace di diventare il veicolo di un cor-po vitale indipendente: è questo il regno più basso del-la Luna. Il secondo consta di esseri rimasti indietro alperiodo solare, e che non sono perciò abbastanza ma-turi per potersi incorporare sulla Luna un corpo astraleindipendente. Questi formano un regno intermedio,fra quello dei ritardatari saturnii e il regno umano nor-malmente evoluto. –

Ma un altro fenomeno si verifica e, cioè, le sostanzedotate di sola forza-calore e quelle dotate di solaforza-aria interpenetrano anche gli esseri umani, diguisa che questi contengono sulla Luna anche una na-tura saturnia e una natura solare. In tal modo si è veri-ficata nella natura umana una specie di scissione e permezzo di questa, dopo intervenuta l’attività degli Spi-riti della Forma, vien provocato nell’evoluzione luna-re un evento molto importante. Comincia, cioè, a pre-pararsi una scissione nel mondo cosmico lunare; una

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materiali: La più densa è un «corpo di acqua»; attra-verso di esso scorrono correnti di aria, e il tutto è in-terpenetrato dall’azione del calore.

Non tutti gli organismi raggiungono la completa egiusta maturità durante il periodo solare. Perciò sullaLuna esistono esseri che si trovano ancora allo stadiosaturnio, e altri, che hanno raggiunto soltanto lo stadiosolare. Così due altri regni sorgono a fianco del regnoumano normalmente evoluto; uno di essi consta degliesseri, che si sono formati allo stadio saturnio e hannoperciò soltanto un corpo fisico, il quale anche ora sul-la Luna non è capace di diventare il veicolo di un cor-po vitale indipendente: è questo il regno più basso del-la Luna. Il secondo consta di esseri rimasti indietro alperiodo solare, e che non sono perciò abbastanza ma-turi per potersi incorporare sulla Luna un corpo astraleindipendente. Questi formano un regno intermedio,fra quello dei ritardatari saturnii e il regno umano nor-malmente evoluto. –

Ma un altro fenomeno si verifica e, cioè, le sostanzedotate di sola forza-calore e quelle dotate di solaforza-aria interpenetrano anche gli esseri umani, diguisa che questi contengono sulla Luna anche una na-tura saturnia e una natura solare. In tal modo si è veri-ficata nella natura umana una specie di scissione e permezzo di questa, dopo intervenuta l’attività degli Spi-riti della Forma, vien provocato nell’evoluzione luna-re un evento molto importante. Comincia, cioè, a pre-pararsi una scissione nel mondo cosmico lunare; una

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parte delle sue sostanze e dei suoi esseri si separadall’altra; quell’unico corpo cosmico si divide in duecorpi. Uno di questi diventa la dimora di alcune entitàpiù elevate che erano prima più intimamente connessecol corpo cosmico indiviso, mentre l’altro vien occu-pato dagli esseri umani, dai due regni inferiori già ac-cennati e da alcune entità superiori che non esularonosul primo corpo cosmico.

Il primo corpo cosmico con le entità più elevate ap-pare come un Sole rinato, ma raffinato; l’altro ormairealmente è una nuova formazione, l’antica Luna, os-sia la terza incarnazione planetaria della nostra Terradopo le incarnazioni planetarie Saturno e Sole. Dallesostanze sorte sulla Luna, il Sole rinato prende con sèsoltanto il «calore» e «l’aria»; sul residuo che rimanecome Luna esiste inoltre una sostanza allo stato liqui-do. Per virtù di questa separazione le entità esiliate sulnuovo Sole non si trovano anzitutto ostacolate nellaloro evoluzione dagli esseri lunari molto più densi, epossono così proseguire indisturbate nella loro evolu-zione. In tal modo esse acquistano però tanta maggiorforza, da poter ormai esercitare dall’esteriore, dal loroSole, un’azione sugli esseri lunari, i quali acquistanopure così nuove possibilità di evoluzione. Con essisono rimasti tuttora uniti gli Spiriti della Forma, checonsolidano la natura dei desideri e degli appetiti, equesto fatto manifesta gradatamente anche in una con-densazione maggiore del corpo fisico dell’essere uma-no; ciò che di questo era prima soltanto liquido assu-

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parte delle sue sostanze e dei suoi esseri si separadall’altra; quell’unico corpo cosmico si divide in duecorpi. Uno di questi diventa la dimora di alcune entitàpiù elevate che erano prima più intimamente connessecol corpo cosmico indiviso, mentre l’altro vien occu-pato dagli esseri umani, dai due regni inferiori già ac-cennati e da alcune entità superiori che non esularonosul primo corpo cosmico.

Il primo corpo cosmico con le entità più elevate ap-pare come un Sole rinato, ma raffinato; l’altro ormairealmente è una nuova formazione, l’antica Luna, os-sia la terza incarnazione planetaria della nostra Terradopo le incarnazioni planetarie Saturno e Sole. Dallesostanze sorte sulla Luna, il Sole rinato prende con sèsoltanto il «calore» e «l’aria»; sul residuo che rimanecome Luna esiste inoltre una sostanza allo stato liqui-do. Per virtù di questa separazione le entità esiliate sulnuovo Sole non si trovano anzitutto ostacolate nellaloro evoluzione dagli esseri lunari molto più densi, epossono così proseguire indisturbate nella loro evolu-zione. In tal modo esse acquistano però tanta maggiorforza, da poter ormai esercitare dall’esteriore, dal loroSole, un’azione sugli esseri lunari, i quali acquistanopure così nuove possibilità di evoluzione. Con essisono rimasti tuttora uniti gli Spiriti della Forma, checonsolidano la natura dei desideri e degli appetiti, equesto fatto manifesta gradatamente anche in una con-densazione maggiore del corpo fisico dell’essere uma-no; ciò che di questo era prima soltanto liquido assu-

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me una forma viscida, densa; gli organismi di aria e dicalore si condensano corrispondentemente. Processisimili si verificano puri nei due regni inferiori.

Come risultato della separazione del corpo-Lunadal corpo-Sole, il primo viene a trovarsi rispetto al se-condo nel medesimo rapporto, in cui il corpo saturniosi trovava una volta con la intiera evoluzione cosmicacircostante. Il corpo saturnio era stato formato dal cor-po degli «Spiriti della Volontà» (i Troni), la sua so-stanza riverberava nello spazio cosmico tutto ciò cheveniva sperimentato nell’ambiente circostante dalleentità spirituali sopra descritte; tale radiazione destògradatamente la vita indipendente mediante i seguentiprocessi. Ogni evoluzione è dovuta al fatto, chel’essere autonomo si separa anzitutto dalla vita che locirconda, che l’ambiente s’imprime come per riverbe-ro sull’essere differenziato e che questo poi prosegueindipendente la propria evoluzione. E così difatti ilcorpo-Luna si staccò dal corpo-Sole del quale dappri-ma rispecchiò la vita. Se non fosse accaduto altro, sisarebbe verificato questo processo cosmico: vi sareb-be stato un corpo-Sole, in cui delle entità spirituali,adatte a quel corpo, avrebbero attraversato le loroesperienze negli elementi calore e aria. Di fronte aquesto corpo-Sole vi sarebbe un corpo-Luna, in cui al-tri esseri di natura uguale a quella degli esseri solariavrebbero attraversato le loro esperienze negli ele-menti calore, aria e acqua. Il progresso dall’evoluzio-ne solare a quella lunare sarebbe consistito nel fatto,

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me una forma viscida, densa; gli organismi di aria e dicalore si condensano corrispondentemente. Processisimili si verificano puri nei due regni inferiori.

Come risultato della separazione del corpo-Lunadal corpo-Sole, il primo viene a trovarsi rispetto al se-condo nel medesimo rapporto, in cui il corpo saturniosi trovava una volta con la intiera evoluzione cosmicacircostante. Il corpo saturnio era stato formato dal cor-po degli «Spiriti della Volontà» (i Troni), la sua so-stanza riverberava nello spazio cosmico tutto ciò cheveniva sperimentato nell’ambiente circostante dalleentità spirituali sopra descritte; tale radiazione destògradatamente la vita indipendente mediante i seguentiprocessi. Ogni evoluzione è dovuta al fatto, chel’essere autonomo si separa anzitutto dalla vita che locirconda, che l’ambiente s’imprime come per riverbe-ro sull’essere differenziato e che questo poi prosegueindipendente la propria evoluzione. E così difatti ilcorpo-Luna si staccò dal corpo-Sole del quale dappri-ma rispecchiò la vita. Se non fosse accaduto altro, sisarebbe verificato questo processo cosmico: vi sareb-be stato un corpo-Sole, in cui delle entità spirituali,adatte a quel corpo, avrebbero attraversato le loroesperienze negli elementi calore e aria. Di fronte aquesto corpo-Sole vi sarebbe un corpo-Luna, in cui al-tri esseri di natura uguale a quella degli esseri solariavrebbero attraversato le loro esperienze negli ele-menti calore, aria e acqua. Il progresso dall’evoluzio-ne solare a quella lunare sarebbe consistito nel fatto,

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che gli esseri solari avrebbero veduto la propria vitariflessa nei processi lunari, come da uno specchio, eavrebbero così potuto goderne, mentre ciò non era perloro ancora possibile durante l’incarnazione solare. –Ma l’evoluzione non si arrestò a questo stadio; si veri-ficò un evento di profonda importanza per tutta l’evo-luzione a venire. Alcune entità adatte al corpo lunares’impossessarono dell’elemento volontà (eredità deiTroni) che avevano a disposizione, e con questo mez-zo svilupparono una vita loro propria, che si foggiòindipendentemente dalla vita solare. A lato dunquedelle esperienze lunari, che si trovano interamente sot-to l’influenza del Sole, sorgono delle esperienze lunariindipendenti, ossia degli stati di opposizione e di ri-bellione contro gli esseri solari. I varii regni che eranosorti sul Sole e sulla Luna, e primo fra essi quello de-gli antenati dell’uomo, vennero attirati in queste con-dizioni. In tal modo il corpo-Luna racchiude in sè spi-ritualmente e materialmente due correnti di vita: l’unache è in intima unione con la vita solare, e l’altra chese ne è «staccata» e prosegue indipendentemente lapropria via. Questa scissione in due vite diverse si ma-nifesta in tutti gli eventi successivi dell’incarnazionelunare.

Ciò che si presenta alla coscienza chiaroveggente inquesto periodo dell’evoluzione può essere espressocon le seguenti immagini. L’intiera massa fondamen-tale della Luna è costituita da una sostanza semiviven-te, che si muove a volte lentamente, a volte rapida-

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che gli esseri solari avrebbero veduto la propria vitariflessa nei processi lunari, come da uno specchio, eavrebbero così potuto goderne, mentre ciò non era perloro ancora possibile durante l’incarnazione solare. –Ma l’evoluzione non si arrestò a questo stadio; si veri-ficò un evento di profonda importanza per tutta l’evo-luzione a venire. Alcune entità adatte al corpo lunares’impossessarono dell’elemento volontà (eredità deiTroni) che avevano a disposizione, e con questo mez-zo svilupparono una vita loro propria, che si foggiòindipendentemente dalla vita solare. A lato dunquedelle esperienze lunari, che si trovano interamente sot-to l’influenza del Sole, sorgono delle esperienze lunariindipendenti, ossia degli stati di opposizione e di ri-bellione contro gli esseri solari. I varii regni che eranosorti sul Sole e sulla Luna, e primo fra essi quello de-gli antenati dell’uomo, vennero attirati in queste con-dizioni. In tal modo il corpo-Luna racchiude in sè spi-ritualmente e materialmente due correnti di vita: l’unache è in intima unione con la vita solare, e l’altra chese ne è «staccata» e prosegue indipendentemente lapropria via. Questa scissione in due vite diverse si ma-nifesta in tutti gli eventi successivi dell’incarnazionelunare.

Ciò che si presenta alla coscienza chiaroveggente inquesto periodo dell’evoluzione può essere espressocon le seguenti immagini. L’intiera massa fondamen-tale della Luna è costituita da una sostanza semiviven-te, che si muove a volte lentamente, a volte rapida-

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mente. Non si tratta però ancora di una massa minera-le come le rocce e il terreno sul quale l’uomo si aggiraattualmente; si potrebbe chiamare piuttosto un regnovegetale-minerale; ma occorre rappresentarsi che labase principale del corpo lunare è costituita da questasostanza vegetale-minerale, come la Terra oggidì è co-stituita di rocce, di terra arabile e di altre sostanze.Come oggidì abbiamo delle masse torreggianti di roc-ce, così pure delle masse più consistenti formavanoparte della massa lunare, e si potrebbero paragonare adelle strutture dure, legnose, o a forme fatte di corno;e come ora le piante spuntano fuori dal suolo minera-le, così la superficie della Luna era coperta e interpe-netrata dal secondo regno consistente in una specie dipiante-animali. La loro sostanza era più molle dellamassa generale lunare e in sè più mobile. Questo re-gno si stendeva sull’altro come un mare viscido.

L’uomo stesso a quel tempo può essere chiamatoanimale-uomo. La sua natura conteneva le parti costi-tuenti degli altri due regni, ma il suo essere era com-pletamente interpenetrato da un corpo vitale e da uncorpo astrale, sui quali le forze che le entità più alteemanavano dal Sole che si era separato esercitavanola loro azione; la sua figura venne da essi nobilitata.Mentre gli Spiriti della Forma gli davano una figura,per mezzo della quale egli diventava adatto alla vitalunare, gli Spiriti solari fecero di lui un essere superio-re a quella vita. Egli aveva il potere di nobilitare lapropria natura, mediante le facoltà fornitegli da questi

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mente. Non si tratta però ancora di una massa minera-le come le rocce e il terreno sul quale l’uomo si aggiraattualmente; si potrebbe chiamare piuttosto un regnovegetale-minerale; ma occorre rappresentarsi che labase principale del corpo lunare è costituita da questasostanza vegetale-minerale, come la Terra oggidì è co-stituita di rocce, di terra arabile e di altre sostanze.Come oggidì abbiamo delle masse torreggianti di roc-ce, così pure delle masse più consistenti formavanoparte della massa lunare, e si potrebbero paragonare adelle strutture dure, legnose, o a forme fatte di corno;e come ora le piante spuntano fuori dal suolo minera-le, così la superficie della Luna era coperta e interpe-netrata dal secondo regno consistente in una specie dipiante-animali. La loro sostanza era più molle dellamassa generale lunare e in sè più mobile. Questo re-gno si stendeva sull’altro come un mare viscido.

L’uomo stesso a quel tempo può essere chiamatoanimale-uomo. La sua natura conteneva le parti costi-tuenti degli altri due regni, ma il suo essere era com-pletamente interpenetrato da un corpo vitale e da uncorpo astrale, sui quali le forze che le entità più alteemanavano dal Sole che si era separato esercitavanola loro azione; la sua figura venne da essi nobilitata.Mentre gli Spiriti della Forma gli davano una figura,per mezzo della quale egli diventava adatto alla vitalunare, gli Spiriti solari fecero di lui un essere superio-re a quella vita. Egli aveva il potere di nobilitare lapropria natura, mediante le facoltà fornitegli da questi

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Spiriti – anzi aveva anche quella di inalzare ciò cheapparteneva ai regni inferiori a un livello più elevato.

Osservati spiritualmente, i processi che stiamo esa-minando possono essere descritti nel modo seguente.L’antenato dell’uomo venne nobilitato dalle entità ca-dute dal regno solare. Questo miglioramento si estesespecialmente a tutto ciò che poteva essere sperimenta-to nell’elemento «acqua»; su questo elemento le entitàsolari, che dominavano negli elementi calore e aria,avevano minore influenza. Ne risultò come conse-guenza che l’organismo dell’antenato umano fu in-fluenzato da due generi diversi di entità; una partedell’organismo fu completamente compenetratadall’azione delle entità solari; nell’altra agirono le en-tità lunari cadute, e perciò quest’ultima parte era piùindipendente dell’altra. Nella prima poterono sorgeresoltanto stati di coscienza in cui vivevano le entità so-lari; invece nell’ultima vi era una specie di coscienzacosmica simile a quella dello stato saturnio, ma ormaisopra un gradino più elevato. L’antenato dell’uomoappariva perciò a sè stesso come «l’immaginedell’universo», mentre la sua «parte solare» si sentivasoltanto «l’immagine del Sole». – Orbene, fra questedue entità diverse è sorto una specie di conflitto nellanatura umana. Una soluzione di questo conflitto venneraggiunta per l’influenza delle entità solari, per operadelle quali la sostanza organica che dava la possibilitàdi una coscienza cosmica indipendente venne resa fra-gile e corruttibile. Di tempo in tempo questa parte

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Spiriti – anzi aveva anche quella di inalzare ciò cheapparteneva ai regni inferiori a un livello più elevato.

Osservati spiritualmente, i processi che stiamo esa-minando possono essere descritti nel modo seguente.L’antenato dell’uomo venne nobilitato dalle entità ca-dute dal regno solare. Questo miglioramento si estesespecialmente a tutto ciò che poteva essere sperimenta-to nell’elemento «acqua»; su questo elemento le entitàsolari, che dominavano negli elementi calore e aria,avevano minore influenza. Ne risultò come conse-guenza che l’organismo dell’antenato umano fu in-fluenzato da due generi diversi di entità; una partedell’organismo fu completamente compenetratadall’azione delle entità solari; nell’altra agirono le en-tità lunari cadute, e perciò quest’ultima parte era piùindipendente dell’altra. Nella prima poterono sorgeresoltanto stati di coscienza in cui vivevano le entità so-lari; invece nell’ultima vi era una specie di coscienzacosmica simile a quella dello stato saturnio, ma ormaisopra un gradino più elevato. L’antenato dell’uomoappariva perciò a sè stesso come «l’immaginedell’universo», mentre la sua «parte solare» si sentivasoltanto «l’immagine del Sole». – Orbene, fra questedue entità diverse è sorto una specie di conflitto nellanatura umana. Una soluzione di questo conflitto venneraggiunta per l’influenza delle entità solari, per operadelle quali la sostanza organica che dava la possibilitàdi una coscienza cosmica indipendente venne resa fra-gile e corruttibile. Di tempo in tempo questa parte

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dell’organismo doveva essere eliminata. Durante que-sta eliminazione, e per qualche tempo dopo di essa,l’antenato dell’uomo era un essere unicamente dipen-dente dall’influenza solare; la sua coscienza divenivameno indipendente; egli viveva in essa completamen-te in balia della vita solare. Dopo però la parte lunareindipendente risorgeva nuovamente, e questo processosi ripeteva periodicamente; l’antenato dell’uomo vive-va perciò sulla luna in condizioni alternanti di co-scienza più chiara e più oscura, e questo alternarsi eraaccompagnato da un cambiamento materiale del suoessere. Di tempo in tempo egli deponeva il suo corpolunare e più tardi lo riprendeva.

Nell’aspetto fisico grandi diversità si palesano neiregni sopra citati della Luna; i minerali-piante, lepiante-animali e gli animali-uomini si differenziano invarii gruppi. Ci si può spiegare questa diversità, se sitien conto, che degli organismi essendo rimasti indie-tro in ognuno dei diversi stadii dell’evoluzione, delleforme di diversissime qualità sono state incorporate.Si trovano organismi che ancora palesano le qualitàelementari del principio dell’evoluzione saturnia, altridel periodo medio di quel corpo cosmico, e altri anco-ra dell’ultimo. E lo stesso si può dire di tutti gli stadiidell’evoluzione solare.

Come alcuni organismi collegati col pianeta cosmi-co in via di evoluzione sono rimasti indietro, così èsuccesso pure ad altre entità che hanno rapporto conquell’evoluzione. Durante il progresso evolutivo che

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dell’organismo doveva essere eliminata. Durante que-sta eliminazione, e per qualche tempo dopo di essa,l’antenato dell’uomo era un essere unicamente dipen-dente dall’influenza solare; la sua coscienza divenivameno indipendente; egli viveva in essa completamen-te in balia della vita solare. Dopo però la parte lunareindipendente risorgeva nuovamente, e questo processosi ripeteva periodicamente; l’antenato dell’uomo vive-va perciò sulla luna in condizioni alternanti di co-scienza più chiara e più oscura, e questo alternarsi eraaccompagnato da un cambiamento materiale del suoessere. Di tempo in tempo egli deponeva il suo corpolunare e più tardi lo riprendeva.

Nell’aspetto fisico grandi diversità si palesano neiregni sopra citati della Luna; i minerali-piante, lepiante-animali e gli animali-uomini si differenziano invarii gruppi. Ci si può spiegare questa diversità, se sitien conto, che degli organismi essendo rimasti indie-tro in ognuno dei diversi stadii dell’evoluzione, delleforme di diversissime qualità sono state incorporate.Si trovano organismi che ancora palesano le qualitàelementari del principio dell’evoluzione saturnia, altridel periodo medio di quel corpo cosmico, e altri anco-ra dell’ultimo. E lo stesso si può dire di tutti gli stadiidell’evoluzione solare.

Come alcuni organismi collegati col pianeta cosmi-co in via di evoluzione sono rimasti indietro, così èsuccesso pure ad altre entità che hanno rapporto conquell’evoluzione. Durante il progresso evolutivo che

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ha condotto al periodo lunare, molte categorie di que-ste entità si sono andate formando. Vi sono gli Spiritidella Personalità, i quali non raggiunsero il loro stadioumano sul Sole; ma ve ne sono anche che hanno ri-conquistato sulla Luna il tempo perduto e son diventa-ti umani. Un certo numero di Spiriti del Fuoco, cheavrebbero dovuto raggiungere l’umanità sul Sole,sono pure rimasti indietro. Orbene, come durantel’evoluzione solare alcuni Spiriti della Personalità siallontanarono dal Sole e permisero in tal modo a Sa-turno di rivivere come corpo cosmico separato, cosìanche durante il corso dell’evoluzione lunare le entitàora descritte si distaccano e formano corpi cosmici se-parati. Finora abbiamo parlato soltanto della separa-zione del Sole e della Luna, ma altri organismi cosmi-ci si sono distaccati, per le ragioni sopra esposte, dalcorpo lunare che è ricomparso dopo il lungo intervallodi riposo susseguente allo stato planetario solare.Dopo un determinato tempo ci si trova dinanzi a un si-stema di corpi celesti, di cui il più progredito, come sivede facilmente, è il nuovo Sole. E quel medesimo le-game di attrazione, che abbiamo descritto per l’evolu-zione solare, come esistente fra il regno saturnio ritar-datario e gli Spiriti della Personalità sul nuovo Satur-no, si costituisce fra ognuno di questi corpi cosmici ele corrispondenti entità lunari. Non possiamo occupar-ci qui singolarmente di tutti i corpi celesti che si van-no formando; basta aver indicato la ragione, per cuitutta una serie di corpi cosmici si è andata gradata-

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ha condotto al periodo lunare, molte categorie di que-ste entità si sono andate formando. Vi sono gli Spiritidella Personalità, i quali non raggiunsero il loro stadioumano sul Sole; ma ve ne sono anche che hanno ri-conquistato sulla Luna il tempo perduto e son diventa-ti umani. Un certo numero di Spiriti del Fuoco, cheavrebbero dovuto raggiungere l’umanità sul Sole,sono pure rimasti indietro. Orbene, come durantel’evoluzione solare alcuni Spiriti della Personalità siallontanarono dal Sole e permisero in tal modo a Sa-turno di rivivere come corpo cosmico separato, cosìanche durante il corso dell’evoluzione lunare le entitàora descritte si distaccano e formano corpi cosmici se-parati. Finora abbiamo parlato soltanto della separa-zione del Sole e della Luna, ma altri organismi cosmi-ci si sono distaccati, per le ragioni sopra esposte, dalcorpo lunare che è ricomparso dopo il lungo intervallodi riposo susseguente allo stato planetario solare.Dopo un determinato tempo ci si trova dinanzi a un si-stema di corpi celesti, di cui il più progredito, come sivede facilmente, è il nuovo Sole. E quel medesimo le-game di attrazione, che abbiamo descritto per l’evolu-zione solare, come esistente fra il regno saturnio ritar-datario e gli Spiriti della Personalità sul nuovo Satur-no, si costituisce fra ognuno di questi corpi cosmici ele corrispondenti entità lunari. Non possiamo occupar-ci qui singolarmente di tutti i corpi celesti che si van-no formando; basta aver indicato la ragione, per cuitutta una serie di corpi cosmici si è andata gradata-

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mente distaccando dall’organismo cosmico indiviso,che si è manifestato come Saturno all’inizio dell’evo-luzione dell’umanità.

Dopo l’intervento degli Spiriti della Forma sullaLuna l’evoluzione procede per un certo tempo nelmodo che abbiamo descritto, finchè si verifica unanuova pausa, durante la quale le parti più grossolanedei tre regni lunari si trovano in una specie di torpore,mentre le più raffinate, e sopratutto il corpo astraledell’essere umano, si svincolano dalle prime, e rag-giungono uno stato, in cui le forze superiori delle enti-tà solari eccelse possono esercitare su di esse forteazione. Dopo il periodo di riposo esse interpenetranodi nuovo quelle parti dell’entità umana composta disostanze più grossolane. Per il fatto di aver accoltodurante la pausa di riposo – in condizioni di completalibertà – tali forze potenti, esse divengono capaci dimaturare queste sostanze più dense, perchè possanoaccogliere l’influenza che verrà esercitata su di essedopo un determinato tempo dagli Spiriti della Perso-nalità e dagli Spiriti del Fuoco evoluti normalmente.

Nel frattempo questi Spiriti della Personalità sonosaliti a un gradino su cui posseggono la «coscienzadell’ispirazione». Essi sono capaci ormai, non soltantodi osservare sotto forma di immagini lo stato interioredegli altri esseri, come accadeva con la coscienzachiaroveggente immaginativa, ma possono percepirel’interiorità stessa di quegli esseri, la quale si manife-sta a loro con un linguaggio di suoni spirituali. Gli

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mente distaccando dall’organismo cosmico indiviso,che si è manifestato come Saturno all’inizio dell’evo-luzione dell’umanità.

Dopo l’intervento degli Spiriti della Forma sullaLuna l’evoluzione procede per un certo tempo nelmodo che abbiamo descritto, finchè si verifica unanuova pausa, durante la quale le parti più grossolanedei tre regni lunari si trovano in una specie di torpore,mentre le più raffinate, e sopratutto il corpo astraledell’essere umano, si svincolano dalle prime, e rag-giungono uno stato, in cui le forze superiori delle enti-tà solari eccelse possono esercitare su di esse forteazione. Dopo il periodo di riposo esse interpenetranodi nuovo quelle parti dell’entità umana composta disostanze più grossolane. Per il fatto di aver accoltodurante la pausa di riposo – in condizioni di completalibertà – tali forze potenti, esse divengono capaci dimaturare queste sostanze più dense, perchè possanoaccogliere l’influenza che verrà esercitata su di essedopo un determinato tempo dagli Spiriti della Perso-nalità e dagli Spiriti del Fuoco evoluti normalmente.

Nel frattempo questi Spiriti della Personalità sonosaliti a un gradino su cui posseggono la «coscienzadell’ispirazione». Essi sono capaci ormai, non soltantodi osservare sotto forma di immagini lo stato interioredegli altri esseri, come accadeva con la coscienzachiaroveggente immaginativa, ma possono percepirel’interiorità stessa di quegli esseri, la quale si manife-sta a loro con un linguaggio di suoni spirituali. Gli

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Spiriti del Fuoco sono saliti all’altezza di coscienzache gli Spiriti della Personalità possedevano sul Sole;queste due gerarchie spirituali possono perciò interve-nire nella vita progredita dell’essere umano. Gli Spiri-ti della Personalità operano sul corpo astrale, gli Spiri-ti del Fuoco sul corpo eterico dell’entità umana. Ilcorpo astrale acquista in tal modo la caratteristica del-la personalità; sperimenta non soltanto il piacere e ildolore, ma può riferirli a sè stesso, non ha però rag-giunto ancora la completa coscienza dell’Io, che dicea sè stesso: «Io sono qui», ma si sente sostenuto e pro-tetto da altri esseri che lo circondano. Guardando adessi, è capace di dire: «Ciò che mi circonda mi tienein vita».

Gli Spiriti del Fuoco operano ormai sul corpo eteri-co e per la loro influenza il movimento delle forze inquel corpo vieppiù diventa attività vitale interiore; ciòche ne risulta trova la sua espressione fisica nella cir-colazione dei fluidi e in fenomeni di crescenza. Le so-stanze gassose si sono condensate in sostanze liquide;si può ora parlare di alcunchè di simile ad un processodi nutrizione, nel senso che ciò che l’essere ricevedall’esterno viene interiormente trasformato ed elabo-rato. Se ci si raffigura alcunchè di intermedio fral’attuale nutrizione e la respirazione, si ottiene un’ideadi ciò che accadeva a tale riguardo. L’essere umanoattingeva le sostanze alimentari dal regno degli ani-mali-piante. Bisogna rappresentarsi questi animali-piante come fluttuanti o nuotanti nell’elemento che li

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Spiriti del Fuoco sono saliti all’altezza di coscienzache gli Spiriti della Personalità possedevano sul Sole;queste due gerarchie spirituali possono perciò interve-nire nella vita progredita dell’essere umano. Gli Spiri-ti della Personalità operano sul corpo astrale, gli Spiri-ti del Fuoco sul corpo eterico dell’entità umana. Ilcorpo astrale acquista in tal modo la caratteristica del-la personalità; sperimenta non soltanto il piacere e ildolore, ma può riferirli a sè stesso, non ha però rag-giunto ancora la completa coscienza dell’Io, che dicea sè stesso: «Io sono qui», ma si sente sostenuto e pro-tetto da altri esseri che lo circondano. Guardando adessi, è capace di dire: «Ciò che mi circonda mi tienein vita».

Gli Spiriti del Fuoco operano ormai sul corpo eteri-co e per la loro influenza il movimento delle forze inquel corpo vieppiù diventa attività vitale interiore; ciòche ne risulta trova la sua espressione fisica nella cir-colazione dei fluidi e in fenomeni di crescenza. Le so-stanze gassose si sono condensate in sostanze liquide;si può ora parlare di alcunchè di simile ad un processodi nutrizione, nel senso che ciò che l’essere ricevedall’esterno viene interiormente trasformato ed elabo-rato. Se ci si raffigura alcunchè di intermedio fral’attuale nutrizione e la respirazione, si ottiene un’ideadi ciò che accadeva a tale riguardo. L’essere umanoattingeva le sostanze alimentari dal regno degli ani-mali-piante. Bisogna rappresentarsi questi animali-piante come fluttuanti o nuotanti nell’elemento che li

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circonda, o anche leggermente aderenti ad esso, comegli animali inferiori attuali vivono nell’acqua e gli ani-mali terrestri nell’aria. Questo elemento però non è nèacqua nè aria nel senso attuale di queste parole, maqualcosa di intermedio; è come un denso vapore, incui le sostanze più varie si trovano come disciolte escorrono qua e là in varie direzioni. Gli animali-pianteappaiono soltanto come forme regolari condensate diquesto elemento, e fisicamente esse sono spesso pocodiverse dal loro ambiente. Il processo respiratorio sisvolge oltre a quello della nutrizione, ma non si espli-ca come qui sulla Terra; si tratta piuttosto di un’inspi-razione e di una espirazione di calore. All’osservazio-ne chiaroveggente appare come se con questi processisi aprissero e si richiudessero degli organi attraversatida una corrente di calore e in cui scorrono dentro efuori anche le sostanze simili all’acqua e all’aria. Epoichè l’essere umano già possiede a questo puntodella sua evoluzione un corpo astrale, questa respira-zione e questa nutrizione sono accompagnale da sen-sazioni, di guisa che egli prova una specie di piacere,quando assorbe dall’esteriore quelle sostanze,che sono utili per la costituzione del suo essere, e sen-te dispiacere quando delle sostanze nocive penetranoin lui, o gli si avvicinano.

Come è stato descritto, che durante l’evoluzione lu-nare il processo respiratorio era molto affine a un pro-cesso di nutrizione, così pure il processo immaginati-vo era molto affine alla procreazione. Le cose e gli es-

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circonda, o anche leggermente aderenti ad esso, comegli animali inferiori attuali vivono nell’acqua e gli ani-mali terrestri nell’aria. Questo elemento però non è nèacqua nè aria nel senso attuale di queste parole, maqualcosa di intermedio; è come un denso vapore, incui le sostanze più varie si trovano come disciolte escorrono qua e là in varie direzioni. Gli animali-pianteappaiono soltanto come forme regolari condensate diquesto elemento, e fisicamente esse sono spesso pocodiverse dal loro ambiente. Il processo respiratorio sisvolge oltre a quello della nutrizione, ma non si espli-ca come qui sulla Terra; si tratta piuttosto di un’inspi-razione e di una espirazione di calore. All’osservazio-ne chiaroveggente appare come se con questi processisi aprissero e si richiudessero degli organi attraversatida una corrente di calore e in cui scorrono dentro efuori anche le sostanze simili all’acqua e all’aria. Epoichè l’essere umano già possiede a questo puntodella sua evoluzione un corpo astrale, questa respira-zione e questa nutrizione sono accompagnale da sen-sazioni, di guisa che egli prova una specie di piacere,quando assorbe dall’esteriore quelle sostanze,che sono utili per la costituzione del suo essere, e sen-te dispiacere quando delle sostanze nocive penetranoin lui, o gli si avvicinano.

Come è stato descritto, che durante l’evoluzione lu-nare il processo respiratorio era molto affine a un pro-cesso di nutrizione, così pure il processo immaginati-vo era molto affine alla procreazione. Le cose e gli es-

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seri dell’ambiente degli uomini sulla Luna non eserci-tavano azione diretta sui sensi; le rappresentazionisuccedevano piuttosto per il fatto, che la presenza ditali esseri e di tali cose destava nella ottusa coscienzacrepuscolare delle immagini, le quali erano molto piùintimamente connesse con la vera natura dell’ambien-te, che non le percezioni dei sensi attuali, i quali amezzo dei colori, dei suoni, dei profumi non ci palesa-no, in certo qual modo, che l’aspetto esteriore degliesseri. Per farsi un concetto più chiaro dello stato dicoscienza degli uomini sulla Luna, bisogna rappresen-tarsi questi come immersi nell’ambiente nebuloso cheabbiamo descritto. In questo ambiente nebuloso sisvolgono i processi più diversi; si verificano dellecombinazioni e dissociazioni di sostanze, alcune partidi esse si condensano, altre diventano più tenui. Tuttociò si svolge in modo, che gli esseri umani non vedo-no nè sentono direttamente quei processi, ma questidestano nella loro coscienza delle immagini che sipossono paragonare a quelle dell’attuale coscienza disogno. È come quando un oggetto cade in terra, el’uomo, nel sonno, non comprende il vero processoche si è svolto, ma crede di aver udito un colpo diarma da fuoco. Le immagini della coscienza lunarenon sono però arbitrarie come tali immagini di sogno;sono simboli, piuttosto che copie, ma corrispondonoagli eventi esteriori; difatti, a un determinato processoesteriore corrisponde una determinata immagine.L’uomo lunare si trova perciò in condizione di regola-

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seri dell’ambiente degli uomini sulla Luna non eserci-tavano azione diretta sui sensi; le rappresentazionisuccedevano piuttosto per il fatto, che la presenza ditali esseri e di tali cose destava nella ottusa coscienzacrepuscolare delle immagini, le quali erano molto piùintimamente connesse con la vera natura dell’ambien-te, che non le percezioni dei sensi attuali, i quali amezzo dei colori, dei suoni, dei profumi non ci palesa-no, in certo qual modo, che l’aspetto esteriore degliesseri. Per farsi un concetto più chiaro dello stato dicoscienza degli uomini sulla Luna, bisogna rappresen-tarsi questi come immersi nell’ambiente nebuloso cheabbiamo descritto. In questo ambiente nebuloso sisvolgono i processi più diversi; si verificano dellecombinazioni e dissociazioni di sostanze, alcune partidi esse si condensano, altre diventano più tenui. Tuttociò si svolge in modo, che gli esseri umani non vedo-no nè sentono direttamente quei processi, ma questidestano nella loro coscienza delle immagini che sipossono paragonare a quelle dell’attuale coscienza disogno. È come quando un oggetto cade in terra, el’uomo, nel sonno, non comprende il vero processoche si è svolto, ma crede di aver udito un colpo diarma da fuoco. Le immagini della coscienza lunarenon sono però arbitrarie come tali immagini di sogno;sono simboli, piuttosto che copie, ma corrispondonoagli eventi esteriori; difatti, a un determinato processoesteriore corrisponde una determinata immagine.L’uomo lunare si trova perciò in condizione di regola-

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re la sua condotta a seconda di queste immagini, cosìcome l’uomo attuale la regola in ordine alle sue perce-zioni. Bisogna osservare però, che la condotta basatasulle percezioni è sottoposta alla volontà, mentrel’azione determinata per l’influenza delle immaginisuddette è il risultato di uno stimolo oscuro e istintivo.– Questa coscienza d’immagini permette di percepirenon soltanto i processi fisici esteriori ma, a mezzo del-le immagini, diventano manifesti anche gli esseri, chedominano dietro agli eventi fisici, e le loro attività.Così in tutto ciò che concerne il regno degli animali-piante sono visibili gli Spiriti della Personalità; dietroe dentro agli esseri minerali-vegetali appaiono gli Spi-riti del Fuoco, e, come esseri che l’uomo è capace dirappresentarsi senza riferirli ad alcunchè di fisico, eche egli vede, in certo qual modo, come forme ete-rico-animiche, appaiono i «Figli della Vita». – Sebbe-ne queste rappresentazioni della coscienza lunare nonfossero copie, ma soltanto simboli delle cose esteriori,esse esercitavano nondimeno un’azione molto più im-portante sull’interiorità dell’essere umano di quellache esercitano le rappresentazioni attuali ottenute amezzo della percezione; erano capaci di mettere inmovimento, in attività, tutta l’interiorità umana; in or-dine ad esse si formavano i processi interiori; eranovere forze formatrici. L’essere umano divenne ciò chequeste forze formatrici ne fecero; divenne, in certoqual modo, l’immagine dei processi della sua coscien-za.

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re la sua condotta a seconda di queste immagini, cosìcome l’uomo attuale la regola in ordine alle sue perce-zioni. Bisogna osservare però, che la condotta basatasulle percezioni è sottoposta alla volontà, mentrel’azione determinata per l’influenza delle immaginisuddette è il risultato di uno stimolo oscuro e istintivo.– Questa coscienza d’immagini permette di percepirenon soltanto i processi fisici esteriori ma, a mezzo del-le immagini, diventano manifesti anche gli esseri, chedominano dietro agli eventi fisici, e le loro attività.Così in tutto ciò che concerne il regno degli animali-piante sono visibili gli Spiriti della Personalità; dietroe dentro agli esseri minerali-vegetali appaiono gli Spi-riti del Fuoco, e, come esseri che l’uomo è capace dirappresentarsi senza riferirli ad alcunchè di fisico, eche egli vede, in certo qual modo, come forme ete-rico-animiche, appaiono i «Figli della Vita». – Sebbe-ne queste rappresentazioni della coscienza lunare nonfossero copie, ma soltanto simboli delle cose esteriori,esse esercitavano nondimeno un’azione molto più im-portante sull’interiorità dell’essere umano di quellache esercitano le rappresentazioni attuali ottenute amezzo della percezione; erano capaci di mettere inmovimento, in attività, tutta l’interiorità umana; in or-dine ad esse si formavano i processi interiori; eranovere forze formatrici. L’essere umano divenne ciò chequeste forze formatrici ne fecero; divenne, in certoqual modo, l’immagine dei processi della sua coscien-za.

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Quanto più il corso dell’evoluzione si svolge inquesto modo e tanto più ne risulta come conseguenzaun profondo, decisivo cambiamento dell’essere uma-no. Gradatamente la forza, che emana dalle immaginidella coscienza, non può più estendere la sua azionesull’intera corporeità dell’uomo, e quest’ultima si di-vide in due parti, in due nature. Si costituiscono degliarti sottoposti all’azione formatrice della coscienzad’immagini e che divengono in sommo grado una co-pia della vita immaginativa nel modo già descritto; al-tri organi però sfuggono a tale influenza, perchè, incerto qual modo sono troppo densi, troppo determinatida altre leggi, per modellarsi in ordine alle immaginidella coscienza; si sottraggono perciò all’influenzadell’essere umano, ma subiscono quella dei sublimiesseri solari. Tale gradino dell’evoluzione però è pre-ceduto da un periodo di riposo, durante il quale gliSpiriti solari raccolgono la forza necessaria per poterpoi esercitare un’azione sugli esseri della Luna, incondizioni del tutto nuove. – Dopo questa sosta l’esse-re umano è nettamente scisso in due nature. Una diesse sfugge all’azione indipendente della coscienza diimmagini, assume una forma più determinata e si tro-va sotto l’influenza di forze, le quali emanano vera-mente dai corpi lunari, ma che nascono in questi sol-tanto per mezzo dell’influenza degli esseri solari.Questa parte dell’essere umano partecipa sempre piùalla vita alimentata dall’influenza solare; l’altra invecesi erge come una specie di testa sopra la prima; è mo-

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Quanto più il corso dell’evoluzione si svolge inquesto modo e tanto più ne risulta come conseguenzaun profondo, decisivo cambiamento dell’essere uma-no. Gradatamente la forza, che emana dalle immaginidella coscienza, non può più estendere la sua azionesull’intera corporeità dell’uomo, e quest’ultima si di-vide in due parti, in due nature. Si costituiscono degliarti sottoposti all’azione formatrice della coscienzad’immagini e che divengono in sommo grado una co-pia della vita immaginativa nel modo già descritto; al-tri organi però sfuggono a tale influenza, perchè, incerto qual modo sono troppo densi, troppo determinatida altre leggi, per modellarsi in ordine alle immaginidella coscienza; si sottraggono perciò all’influenzadell’essere umano, ma subiscono quella dei sublimiesseri solari. Tale gradino dell’evoluzione però è pre-ceduto da un periodo di riposo, durante il quale gliSpiriti solari raccolgono la forza necessaria per poterpoi esercitare un’azione sugli esseri della Luna, incondizioni del tutto nuove. – Dopo questa sosta l’esse-re umano è nettamente scisso in due nature. Una diesse sfugge all’azione indipendente della coscienza diimmagini, assume una forma più determinata e si tro-va sotto l’influenza di forze, le quali emanano vera-mente dai corpi lunari, ma che nascono in questi sol-tanto per mezzo dell’influenza degli esseri solari.Questa parte dell’essere umano partecipa sempre piùalla vita alimentata dall’influenza solare; l’altra invecesi erge come una specie di testa sopra la prima; è mo-

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bile, flessibile e si modella in ordine alla vita dellaoscura coscienza umana. Ambedue sono però intima-mente collegate e reciprocamente si scambiano i lorosucchi; i loro arti si intersecano.

Un’armonia importante viene raggiunta per il fatto,che durante il tempo, in cui tutto ciò si è andato svol-gendo, si stabilì anche un rapporto fra Sole e Lunaconforme all’indirizzo di tale evoluzione. È già statospiegato (pag. 128) che gli esseri progrediti attraversoi diversi gradi dell’evoluzione hanno distaccato i lorocorpi celesti dalla massa generale cosmica, e che ema-nano, in certo qual modo, le forze in ordine alle qualile sostanze si organizzano. Sole e Luna si sono perciòseparati l’uno dall’altro, e ciò era necessario per pre-parare delle dimore adatte ai diversi esseri; ma la de-stinazione data alle sostanze e alle loro forze dalloSpirito va anche più oltre. Gli esseri stessi determina-no taluni movimenti dei corpi cosmici, fanno sì chealcuni astri girino intorno agli altri, di guisa che questicorpi celesti non si trovano sempre nella medesimaposizione fra di loro. Quando la posizione, il rapporto,di un corpo cosmico con l’altro si muta, viene a modi-ficarsi anche l’azione che gli esseri corrispondentiesercitano gli uni sugli altri. Così avvenne per il Solee la Luna; a mezzo del movimento costituitosi di que-sta attorno a quello gli esseri umani si trovano alterna-tivamente, a volte maggiormente nella cerchiad’influenza del Sole, a volte possono ritrarsene tro-vandosi allora più poggiati sulle proprie forze. Il mo-

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bile, flessibile e si modella in ordine alla vita dellaoscura coscienza umana. Ambedue sono però intima-mente collegate e reciprocamente si scambiano i lorosucchi; i loro arti si intersecano.

Un’armonia importante viene raggiunta per il fatto,che durante il tempo, in cui tutto ciò si è andato svol-gendo, si stabilì anche un rapporto fra Sole e Lunaconforme all’indirizzo di tale evoluzione. È già statospiegato (pag. 128) che gli esseri progrediti attraversoi diversi gradi dell’evoluzione hanno distaccato i lorocorpi celesti dalla massa generale cosmica, e che ema-nano, in certo qual modo, le forze in ordine alle qualile sostanze si organizzano. Sole e Luna si sono perciòseparati l’uno dall’altro, e ciò era necessario per pre-parare delle dimore adatte ai diversi esseri; ma la de-stinazione data alle sostanze e alle loro forze dalloSpirito va anche più oltre. Gli esseri stessi determina-no taluni movimenti dei corpi cosmici, fanno sì chealcuni astri girino intorno agli altri, di guisa che questicorpi celesti non si trovano sempre nella medesimaposizione fra di loro. Quando la posizione, il rapporto,di un corpo cosmico con l’altro si muta, viene a modi-ficarsi anche l’azione che gli esseri corrispondentiesercitano gli uni sugli altri. Così avvenne per il Solee la Luna; a mezzo del movimento costituitosi di que-sta attorno a quello gli esseri umani si trovano alterna-tivamente, a volte maggiormente nella cerchiad’influenza del Sole, a volte possono ritrarsene tro-vandosi allora più poggiati sulle proprie forze. Il mo-

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vimento è una conseguenza della sopra descritta «ca-duta» di determinati esseri lunari e dall’assestamentodel conflitto che ne risultò; non è che l’espressione fi-sica del nuovo rapporto delle forze spirituali creatosiin seguito a quella caduta. Il fatto che alcuni corpi gi-rano attorno ad altri produce negli abitanti dei corpistessi quei diversi stati di coscienza alternantisi di cuisopra abbiamo parlato. Si può dire che la Luna alter-nativamente volge la propria vita verso il Sole e la di-stoglie dal medesimo; vi è un periodo solare e un pe-riodo planetario, e in quest’ultimo gli esseri lunari sievolvono nella parte della Luna che non è volta versoil Sole. Certamente vi sono sulla Luna anche altri mo-vimenti oltre quello dei corpi celesti. Quando la co-scienza chiaroveggente si volge indietro, verso il pas-sato, può vedere che gli esseri lunari stessi emigranoperiodicamente da una parte all’altra del loro pianeta,e cercano in determinati periodi il luogo adatto per po-ter ricevere l’influenza solare; in altre epoche emigra-no nei punti dove sfuggono a tale influenza e dove,per così dire, possono riflettere su sè stessi.

Per completare l’immagine dei processi che stiamodescrivendo conviene tener conto, che durante questoperiodo di tempo i «Figli della Vita» arrivano al lorogrado di umanità. Anche sulla Luna l’uomo non puòancora utilizzare i sensi, di cui il germe già si era co-stituito su Saturno, per percepire direttamente gli og-getti esteriori. Durante il periodo lunare questi sensidivengono istrumenti per i «Figli della Vita»; questi se

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vimento è una conseguenza della sopra descritta «ca-duta» di determinati esseri lunari e dall’assestamentodel conflitto che ne risultò; non è che l’espressione fi-sica del nuovo rapporto delle forze spirituali creatosiin seguito a quella caduta. Il fatto che alcuni corpi gi-rano attorno ad altri produce negli abitanti dei corpistessi quei diversi stati di coscienza alternantisi di cuisopra abbiamo parlato. Si può dire che la Luna alter-nativamente volge la propria vita verso il Sole e la di-stoglie dal medesimo; vi è un periodo solare e un pe-riodo planetario, e in quest’ultimo gli esseri lunari sievolvono nella parte della Luna che non è volta versoil Sole. Certamente vi sono sulla Luna anche altri mo-vimenti oltre quello dei corpi celesti. Quando la co-scienza chiaroveggente si volge indietro, verso il pas-sato, può vedere che gli esseri lunari stessi emigranoperiodicamente da una parte all’altra del loro pianeta,e cercano in determinati periodi il luogo adatto per po-ter ricevere l’influenza solare; in altre epoche emigra-no nei punti dove sfuggono a tale influenza e dove,per così dire, possono riflettere su sè stessi.

Per completare l’immagine dei processi che stiamodescrivendo conviene tener conto, che durante questoperiodo di tempo i «Figli della Vita» arrivano al lorogrado di umanità. Anche sulla Luna l’uomo non puòancora utilizzare i sensi, di cui il germe già si era co-stituito su Saturno, per percepire direttamente gli og-getti esteriori. Durante il periodo lunare questi sensidivengono istrumenti per i «Figli della Vita»; questi se

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ne servono per percepire attraverso ad essi. I sensi cheappartengono al corpo umano fisico entrano perciò inuna reciprocità di rapporti con i «Figli della Vita», iquali non soltanto li utilizzano per sè, ma li perfezio-nano.

Orbene, la varietà dei rapporti degli esseri umanicon il Sole determina un cambiamento nelle loro con-dizioni di vita, per modo, che quando l’essere umanosoggiace all’influenza solare, si trova rivolto più versola vita solare e ai suoi fenomeni, anzichè verso sè stes-so; egli sente durante quei periodi la grandezza e losplendore dell’universo, che si esprimono nell’esisten-za solare; egli, per così dire, li assorbe. Gli esseri su-blimi, che hanno dimora sul Sole, esercitano allora ap-punto un’azione sulla Luna; la quale a sua volta agiscesull’essere umano. Però quest’azione non si estendesull’intiero essere umano, ma si esplica in specialmodo su quelle parti di esso che si sono sottratteall’influenza della propria coscienza immaginativa. Ilcorpo fisico e il corpo vitale sopratutto acquistano aquell’epoca maggiore grandezza e forma; diminuisco-no all’incontro i fenomeni della coscienza. Quandol’essere umano non ha la vita rivolta verso il Sole, eglisi occupa della propria natura, nella quale s’iniziaun’attività interiore sopratutto nel corpo astrale, men-tre la forma esterna, al contrario, rimane insignifican-te, incompleta. – Durante l’evoluzione limare sussi-stono dunque due stati di coscienza chiaramente di-stinti e che si alternano, uno più oscuro, durante il pe-

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ne servono per percepire attraverso ad essi. I sensi cheappartengono al corpo umano fisico entrano perciò inuna reciprocità di rapporti con i «Figli della Vita», iquali non soltanto li utilizzano per sè, ma li perfezio-nano.

Orbene, la varietà dei rapporti degli esseri umanicon il Sole determina un cambiamento nelle loro con-dizioni di vita, per modo, che quando l’essere umanosoggiace all’influenza solare, si trova rivolto più versola vita solare e ai suoi fenomeni, anzichè verso sè stes-so; egli sente durante quei periodi la grandezza e losplendore dell’universo, che si esprimono nell’esisten-za solare; egli, per così dire, li assorbe. Gli esseri su-blimi, che hanno dimora sul Sole, esercitano allora ap-punto un’azione sulla Luna; la quale a sua volta agiscesull’essere umano. Però quest’azione non si estendesull’intiero essere umano, ma si esplica in specialmodo su quelle parti di esso che si sono sottratteall’influenza della propria coscienza immaginativa. Ilcorpo fisico e il corpo vitale sopratutto acquistano aquell’epoca maggiore grandezza e forma; diminuisco-no all’incontro i fenomeni della coscienza. Quandol’essere umano non ha la vita rivolta verso il Sole, eglisi occupa della propria natura, nella quale s’iniziaun’attività interiore sopratutto nel corpo astrale, men-tre la forma esterna, al contrario, rimane insignifican-te, incompleta. – Durante l’evoluzione limare sussi-stono dunque due stati di coscienza chiaramente di-stinti e che si alternano, uno più oscuro, durante il pe-

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riodo solare, l’altro, più chiaro, nell’epoca in cui lavita è più concentrata in sè stessa. Il primo stato è piùoscuro, ma è anche meno egoista; in esso la vitadell’uomo è più dedicata al mondo esteriore, all’uni-verso rispecchiato nel Sole. L’alternarsi degli stati dicoscienza si può paragonare, in certo qual modo, tantoall’alternarsi del sonno e della veglia nell’umanitàpresente, quanto all’alternarsi dei due periodi dellavita umana, cioè quello fra nascita e morte e quellopiù spirituale dell’esistenza fra la morte e la nuova na-scita. Il risveglio lunare dopo la fine del periodo sola-re era qualcosa d’intermedio fra l’attuale risvegliarsidell’uomo ogni mattina e il suo nascere nel mondo fi-sico. Così pure l’oscuramento della coscienza che siverificava gradatamente con l’avvicinarsi del periodosolare si può chiamare uno stato intermedio fra il dor-mire e il morire, perchè sull’antica Luna l’uomo nonaveva coscienza della nascita e della morte come haattualmente; egli si abbandonava al piacere di viverein quella specie di vita solare. Durante quel tempo erasottratto alla vita individuale e viveva maggiormentenella spiritualità. Si può dare soltanto un’idea appros-simativa di ciò che l’uomo sperimentava durante queiperiodi. Egli aveva l’impressione che tutte le forzedell’universo scorressero e pulsassero in lui; si sentivacome ebbro dell’armonia universale alla cui vita par-tecipava; il suo corpo astrale e anche una parte diquello vitale erano in quel tempo come liberati dalcorpo fisico. Questa figura costituita dal corpo astrale

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riodo solare, l’altro, più chiaro, nell’epoca in cui lavita è più concentrata in sè stessa. Il primo stato è piùoscuro, ma è anche meno egoista; in esso la vitadell’uomo è più dedicata al mondo esteriore, all’uni-verso rispecchiato nel Sole. L’alternarsi degli stati dicoscienza si può paragonare, in certo qual modo, tantoall’alternarsi del sonno e della veglia nell’umanitàpresente, quanto all’alternarsi dei due periodi dellavita umana, cioè quello fra nascita e morte e quellopiù spirituale dell’esistenza fra la morte e la nuova na-scita. Il risveglio lunare dopo la fine del periodo sola-re era qualcosa d’intermedio fra l’attuale risvegliarsidell’uomo ogni mattina e il suo nascere nel mondo fi-sico. Così pure l’oscuramento della coscienza che siverificava gradatamente con l’avvicinarsi del periodosolare si può chiamare uno stato intermedio fra il dor-mire e il morire, perchè sull’antica Luna l’uomo nonaveva coscienza della nascita e della morte come haattualmente; egli si abbandonava al piacere di viverein quella specie di vita solare. Durante quel tempo erasottratto alla vita individuale e viveva maggiormentenella spiritualità. Si può dare soltanto un’idea appros-simativa di ciò che l’uomo sperimentava durante queiperiodi. Egli aveva l’impressione che tutte le forzedell’universo scorressero e pulsassero in lui; si sentivacome ebbro dell’armonia universale alla cui vita par-tecipava; il suo corpo astrale e anche una parte diquello vitale erano in quel tempo come liberati dalcorpo fisico. Questa figura costituita dal corpo astrale

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e dal corpo vitale somigliava a un delicato e meravi-glioso istrumento musicale, di cui i misteri dell’uni-verso facevano vibrare le corde. In ordine all’armoniauniversale venivano modellati gli arti di quella partedegli esseri umani, sui quali la coscienza aveva mino-re influenza, perchè in quelle armonie agivano gli es-seri del Sole. La forma di quella parte dell’uomo è sta-ta dunque scolpita dalle armonie spirituali dell’univer-so.

La differenza fra lo stato di coscienza più chiaro de-gli esseri umani durante il periodo solare e questo sta-to più oscuro, non era così accentuata come la diffe-renza che vi è fra la veglia e il sonno senza sogni degliuomini attuali. La coscienza immaginativa non eraperò tanto chiara, quanto l’attuale coscienza di veglia;ma l’altro stato di coscienza non era a sua volta cosìoscuro, come il sonno senza sogni del tempo presente.L’essere umano percepiva così in modo attenuatol’azione delle armonie cosmiche nel suo corpo fisico enella parte del corpo eterico, rimasta collegata a quel-lo fisico. Durante il tempo in cui il Sole, in certo qualmodo, non risplendeva per l’essere umano, le rappre-sentazioni immaginative prendevano nella coscienza ilposto delle armonie, e durante quel tempo si animava-no principalmente gli arti del corpo fisico e del corpoeterico, che si trovavano in dipendenza immediatadella coscienza. Al contrario, le altre parti dell’essereumano, su cui ormai non agivano le forze costruttricidel Sole, subivano un processo di indurimento, di dis-

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e dal corpo vitale somigliava a un delicato e meravi-glioso istrumento musicale, di cui i misteri dell’uni-verso facevano vibrare le corde. In ordine all’armoniauniversale venivano modellati gli arti di quella partedegli esseri umani, sui quali la coscienza aveva mino-re influenza, perchè in quelle armonie agivano gli es-seri del Sole. La forma di quella parte dell’uomo è sta-ta dunque scolpita dalle armonie spirituali dell’univer-so.

La differenza fra lo stato di coscienza più chiaro de-gli esseri umani durante il periodo solare e questo sta-to più oscuro, non era così accentuata come la diffe-renza che vi è fra la veglia e il sonno senza sogni degliuomini attuali. La coscienza immaginativa non eraperò tanto chiara, quanto l’attuale coscienza di veglia;ma l’altro stato di coscienza non era a sua volta cosìoscuro, come il sonno senza sogni del tempo presente.L’essere umano percepiva così in modo attenuatol’azione delle armonie cosmiche nel suo corpo fisico enella parte del corpo eterico, rimasta collegata a quel-lo fisico. Durante il tempo in cui il Sole, in certo qualmodo, non risplendeva per l’essere umano, le rappre-sentazioni immaginative prendevano nella coscienza ilposto delle armonie, e durante quel tempo si animava-no principalmente gli arti del corpo fisico e del corpoeterico, che si trovavano in dipendenza immediatadella coscienza. Al contrario, le altre parti dell’essereumano, su cui ormai non agivano le forze costruttricidel Sole, subivano un processo di indurimento, di dis-

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seccamento. E quando poi ritornava il periodo solaregli antichi corpi deperivano e si staccavano dall’essereumano; questo risorgeva come dalla tomba della suaantica corporeità, interiormente rinnovato, sebbenetuttavia con forma esigua. Si era verificato un rinno-vamento del processo vitale. A mezzo dell’azione de-gli esseri solari e delle loro armonie, il corpo rinato siricostituiva nella sua perfezione, e il processo su de-scritto si ripeteva. Tale rinnovamento veniva sentitodall’uomo come se indossasse un nuovo abito. Il nu-cleo del suo essere non aveva attraversato una vera epropria nascita, o una morte, ma era solo passato dauno stato di coscienza del suono spirituale, in cui eramaggiormente rivolto al mondo esteriore, ad uno statodi coscienza in cui era maggiormente rivolto verso lapropria interiorità. Egli aveva cambiato pelle; e poichèl’antico corpo era divenuto inutilizzabile, se ne eraspogliato e l’aveva rinnovato. Così ci viene più chia-ramente spiegato il processo di quel genere di pro-creazione di cui prima si è parlato, e di cui è stato det-to, che era molto affine alla vita immaginativa. L’esse-re umano, nei riguardi di alcune parti del corpo fisicoe del corpo eterico, ha veramente procreato un esseresuo simile; ma in questo caso l’essere generatore nonha dato esistenza a nessun rampollo completamentediverso da lui, bensì l’essenza del padre è passata nelfiglio. Non si tratta di un essere nuovo, ma del mede-simo, sotto nuova forma.

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seccamento. E quando poi ritornava il periodo solaregli antichi corpi deperivano e si staccavano dall’essereumano; questo risorgeva come dalla tomba della suaantica corporeità, interiormente rinnovato, sebbenetuttavia con forma esigua. Si era verificato un rinno-vamento del processo vitale. A mezzo dell’azione de-gli esseri solari e delle loro armonie, il corpo rinato siricostituiva nella sua perfezione, e il processo su de-scritto si ripeteva. Tale rinnovamento veniva sentitodall’uomo come se indossasse un nuovo abito. Il nu-cleo del suo essere non aveva attraversato una vera epropria nascita, o una morte, ma era solo passato dauno stato di coscienza del suono spirituale, in cui eramaggiormente rivolto al mondo esteriore, ad uno statodi coscienza in cui era maggiormente rivolto verso lapropria interiorità. Egli aveva cambiato pelle; e poichèl’antico corpo era divenuto inutilizzabile, se ne eraspogliato e l’aveva rinnovato. Così ci viene più chia-ramente spiegato il processo di quel genere di pro-creazione di cui prima si è parlato, e di cui è stato det-to, che era molto affine alla vita immaginativa. L’esse-re umano, nei riguardi di alcune parti del corpo fisicoe del corpo eterico, ha veramente procreato un esseresuo simile; ma in questo caso l’essere generatore nonha dato esistenza a nessun rampollo completamentediverso da lui, bensì l’essenza del padre è passata nelfiglio. Non si tratta di un essere nuovo, ma del mede-simo, sotto nuova forma.

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Così l’uomo lunare sperimenta degli stati alternantidi coscienza; quando il periodo solare si avvicina lesue rappresentazioni immaginative divengono semprepiù ottuse, egli si abbandona ad una specie di estasi enella calma sua interiorità risuonano le armonie co-smiche. Verso la fine di quel periodo le immagini siravvivano nel corpo astrale; l’uomo incomincia mag-giormente a sentire sè stesso; sperimenta allora comeun risveglio dalla beatitudine e dalla tranquillità in cuiera immerso durante il periodo solare. Si verifica allo-ra però un’altra esperienza importante. Quando la co-scienza immaginativa dell’essere umano si rischiara,questi vede sè stesso come avvolto in una nuvola, laquale, come fosse un’entità, è discesa su di luidall’universo; sente questa entità come qualche cosache gli appartiene, e che completa la sua natura; lasente come una sorgente della sua esistenza, come ilsuo «Io». Questa entità è uno dei «Figli della Vita».Rispetto ad essa l’uomo sente: «Anche quando mi eroabbandonato allo splendore dell’universo, durante ilperiodo solare, io ho vissuto in questa entità, alloraessa era per me invisibile, mentre ora invece mi è di-venuta visibile». Ed è anche da questo «Figlio dellaVita» che irradia la forza, che rende l’uomo capace diesercitare un’azione sulla propria corporeità durante ilperiodo, in cui manca il Sole; quando poi ritorna il pe-riodo solare, l’uomo si sente immedesimato col «Fi-glio della Vita», intimamente unito a lui, sebbene nonlo veda.

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Così l’uomo lunare sperimenta degli stati alternantidi coscienza; quando il periodo solare si avvicina lesue rappresentazioni immaginative divengono semprepiù ottuse, egli si abbandona ad una specie di estasi enella calma sua interiorità risuonano le armonie co-smiche. Verso la fine di quel periodo le immagini siravvivano nel corpo astrale; l’uomo incomincia mag-giormente a sentire sè stesso; sperimenta allora comeun risveglio dalla beatitudine e dalla tranquillità in cuiera immerso durante il periodo solare. Si verifica allo-ra però un’altra esperienza importante. Quando la co-scienza immaginativa dell’essere umano si rischiara,questi vede sè stesso come avvolto in una nuvola, laquale, come fosse un’entità, è discesa su di luidall’universo; sente questa entità come qualche cosache gli appartiene, e che completa la sua natura; lasente come una sorgente della sua esistenza, come ilsuo «Io». Questa entità è uno dei «Figli della Vita».Rispetto ad essa l’uomo sente: «Anche quando mi eroabbandonato allo splendore dell’universo, durante ilperiodo solare, io ho vissuto in questa entità, alloraessa era per me invisibile, mentre ora invece mi è di-venuta visibile». Ed è anche da questo «Figlio dellaVita» che irradia la forza, che rende l’uomo capace diesercitare un’azione sulla propria corporeità durante ilperiodo, in cui manca il Sole; quando poi ritorna il pe-riodo solare, l’uomo si sente immedesimato col «Fi-glio della Vita», intimamente unito a lui, sebbene nonlo veda.

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Il rapporto fra l’uomo e i Figli della Vita non eratale, che ogni singolo essere umano avesse un suoproprio Figlio della Vita, ma un intiero gruppo di uo-mini sentiva un Figlio della Vita come ad esso appar-tenente. Gli uomini sulla Luna vivevano divisi in tantigruppi, e ognuno di questi sentiva in un determinatoFiglio della Vita il proprio «Io di gruppo». La diffe-renza dei gruppi era caratterizzata dal fatto, che il cor-po eterico di ognuno di essi aveva una forma sua pro-pria, ma siccome i corpi fisici si plasmano a secondadei corpi eterici, così in essi venivano impresse le ca-ratteristiche di questi ultimi, e i singoli gruppi umaniapparivano come tante differenti specie umane. Quan-do i Figli della Vita abbassavano lo sguardo sui rispet-tivi gruppi umani vedevano sè stessi, in certo qualmodo, moltiplicati nei singoli esseri umani, nei qualisentivano la propria individualità. Negli uomini essivedevano, per così dire, il proprio riflesso. Questa eraappunto la missione dei sensi umani a quel tempo. Ègià stato detto, che essi non percepivano ancora glioggetti, ma riflettevano l’essenza dei Figli della Vita.Ciò che i «Figli della Vita» percepivano per mezzo diquel riflesso, dava loro la coscienza del proprio «Io»;ciò che veniva suscitato nel corpo astrale umano, permezzo di quel riflesso, costituiva appunto le immaginidell’oscura e crepuscolare coscienza lunare. L’effettodi questa reciproca azione fra gli uomini e i «Figli del-la Vita» determinò nel corpo fisico umano l’inizio delsistema nervoso. I nervi si costituivano appunto, come

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Il rapporto fra l’uomo e i Figli della Vita non eratale, che ogni singolo essere umano avesse un suoproprio Figlio della Vita, ma un intiero gruppo di uo-mini sentiva un Figlio della Vita come ad esso appar-tenente. Gli uomini sulla Luna vivevano divisi in tantigruppi, e ognuno di questi sentiva in un determinatoFiglio della Vita il proprio «Io di gruppo». La diffe-renza dei gruppi era caratterizzata dal fatto, che il cor-po eterico di ognuno di essi aveva una forma sua pro-pria, ma siccome i corpi fisici si plasmano a secondadei corpi eterici, così in essi venivano impresse le ca-ratteristiche di questi ultimi, e i singoli gruppi umaniapparivano come tante differenti specie umane. Quan-do i Figli della Vita abbassavano lo sguardo sui rispet-tivi gruppi umani vedevano sè stessi, in certo qualmodo, moltiplicati nei singoli esseri umani, nei qualisentivano la propria individualità. Negli uomini essivedevano, per così dire, il proprio riflesso. Questa eraappunto la missione dei sensi umani a quel tempo. Ègià stato detto, che essi non percepivano ancora glioggetti, ma riflettevano l’essenza dei Figli della Vita.Ciò che i «Figli della Vita» percepivano per mezzo diquel riflesso, dava loro la coscienza del proprio «Io»;ciò che veniva suscitato nel corpo astrale umano, permezzo di quel riflesso, costituiva appunto le immaginidell’oscura e crepuscolare coscienza lunare. L’effettodi questa reciproca azione fra gli uomini e i «Figli del-la Vita» determinò nel corpo fisico umano l’inizio delsistema nervoso. I nervi si costituivano appunto, come

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un prolungamento dei sensi verso l’interno del corpoumano.

Da quanto abbiamo descritto risulta evidente qualesia stata l’azione di tre gerarchie di spiriti sugli uominilunari: gli Spiriti della Personalità, gli Spiriti del Fuo-co e i Figli della Vita. Se si osserva il periodo più im-portante dell’evoluzione lunare, ossia l’epoca a metàdi quella evoluzione, si potrà dire: gli Spiriti della Per-sonalità hanno impiantato nel corpo astrale umanol’indipendenza, il carattere personale, e si deve ascri-vere a questo fatto la possibilità che nell’epoca in cuiil Sole non risplende, per così dire, per l’uomo,quest’ultimo può volgere la propria attenzione su sèstesso ed è capace di lavorare al proprio sviluppo. GliSpiriti del Fuoco agiscono sul corpo eterico, in quantoquesto ha impresso in sè la formazione indipendentedell’essere umano; è per mezzo loro, che ogni voltache il corpo è rinnovato, l’essere umano torna, cometale, a sentirsi in esso. Per mezzo degli Spiriti del Fuo-co il corpo eterico acquista perciò anche una specie dimemoria. I «Figli della Vita» agiscono sul corpo fisicoin modo, che questo possa diventare l’espressione delcorpo astrale fattosi indipendente; dànno la possibilitàche il corpo fisico diventi una copia della fisionomiadel corpo astrale. Durante il periodo solare, quando ilcorpo fisico e il corpo eterico si sviluppano indipen-dentemente dal corpo astrale autonomo, agiscono suquei due corpi delle entità spirituali più elevate, e

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un prolungamento dei sensi verso l’interno del corpoumano.

Da quanto abbiamo descritto risulta evidente qualesia stata l’azione di tre gerarchie di spiriti sugli uominilunari: gli Spiriti della Personalità, gli Spiriti del Fuo-co e i Figli della Vita. Se si osserva il periodo più im-portante dell’evoluzione lunare, ossia l’epoca a metàdi quella evoluzione, si potrà dire: gli Spiriti della Per-sonalità hanno impiantato nel corpo astrale umanol’indipendenza, il carattere personale, e si deve ascri-vere a questo fatto la possibilità che nell’epoca in cuiil Sole non risplende, per così dire, per l’uomo,quest’ultimo può volgere la propria attenzione su sèstesso ed è capace di lavorare al proprio sviluppo. GliSpiriti del Fuoco agiscono sul corpo eterico, in quantoquesto ha impresso in sè la formazione indipendentedell’essere umano; è per mezzo loro, che ogni voltache il corpo è rinnovato, l’essere umano torna, cometale, a sentirsi in esso. Per mezzo degli Spiriti del Fuo-co il corpo eterico acquista perciò anche una specie dimemoria. I «Figli della Vita» agiscono sul corpo fisicoin modo, che questo possa diventare l’espressione delcorpo astrale fattosi indipendente; dànno la possibilitàche il corpo fisico diventi una copia della fisionomiadel corpo astrale. Durante il periodo solare, quando ilcorpo fisico e il corpo eterico si sviluppano indipen-dentemente dal corpo astrale autonomo, agiscono suquei due corpi delle entità spirituali più elevate, e

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cioè, gli Spiriti della Forma e quelli del Moto; il lorointervento si esplica dal Sole nel modo già descritto.

Sotto l’influenza di tali avvenimenti l’essere umanomatura in guisa da poter costituire in sè gradatamenteil germe della Personalità spirituale, nel modo stessoin cui costituì il germe dell’Uomo-Spirito, durante laseconda metà dell’evoluzione saturnia, e il germedello Spirito vitale sul Sole. In seguito a ciò tutte lecondizioni sulla Luna si modificano. Per virtù dellesuccessive trasformazioni e rinnovamenti gli esseriumani si sono sempre più raffinati e nobilitati, mahanno anche acquistato forza; la coscienza immagina-tiva perciò si andò affermando sempre più nei periodisolari, ed esercitò la sua influenza anche sulla forma-zione del corpo fisico e del corpo eterico, che prima siverificava completamente per mezzo dell’azione degliesseri solari. Ciò che succedeva sulla Luna per mezzodegli esseri umani e degli spiriti con essi uniti andòsempre più assomigliando all’azione svolta anteceden-temente dal Sole e dalle sue entità superiori. Ne vennedi conseguenza che tali entità poterono sempre più ri-tirarsi indietro e dedicare le loro forze alla propriaevoluzione; in tal modo la Luna divenne dopo qualchetempo matura per poter di nuovo essere riunita alSole. Considerati spiritualmente, questi eventi si svol-sero nel modo seguente: gli «esseri lunari caduti»sono stati gradatamente dominati dagli esseri solari;hanno dovuto subordinarsi a questi ultimi e sottomet-tersi alle loro leggi, uniformando a quelle il loro lavo-

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cioè, gli Spiriti della Forma e quelli del Moto; il lorointervento si esplica dal Sole nel modo già descritto.

Sotto l’influenza di tali avvenimenti l’essere umanomatura in guisa da poter costituire in sè gradatamenteil germe della Personalità spirituale, nel modo stessoin cui costituì il germe dell’Uomo-Spirito, durante laseconda metà dell’evoluzione saturnia, e il germedello Spirito vitale sul Sole. In seguito a ciò tutte lecondizioni sulla Luna si modificano. Per virtù dellesuccessive trasformazioni e rinnovamenti gli esseriumani si sono sempre più raffinati e nobilitati, mahanno anche acquistato forza; la coscienza immagina-tiva perciò si andò affermando sempre più nei periodisolari, ed esercitò la sua influenza anche sulla forma-zione del corpo fisico e del corpo eterico, che prima siverificava completamente per mezzo dell’azione degliesseri solari. Ciò che succedeva sulla Luna per mezzodegli esseri umani e degli spiriti con essi uniti andòsempre più assomigliando all’azione svolta anteceden-temente dal Sole e dalle sue entità superiori. Ne vennedi conseguenza che tali entità poterono sempre più ri-tirarsi indietro e dedicare le loro forze alla propriaevoluzione; in tal modo la Luna divenne dopo qualchetempo matura per poter di nuovo essere riunita alSole. Considerati spiritualmente, questi eventi si svol-sero nel modo seguente: gli «esseri lunari caduti»sono stati gradatamente dominati dagli esseri solari;hanno dovuto subordinarsi a questi ultimi e sottomet-tersi alle loro leggi, uniformando a quelle il loro lavo-

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Page 209: La scienza occulta -   · PDF fileno ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma

ro. Questo è successo però soltanto dopo che a traver-so lunghe epoche i periodi lunari erano andati diven-tando sempre più brevi, e i periodi solari più lunghi.Si verifica allora di nuovo un’evoluzione, durante laquale Sole e Luna costituiscono un solo corpo cosmi-co, e in cui il corpo fisico umano è divenuto completa-mente eterico. Non bisogna però immaginarsi, quandosi dice che il corpo fisico è divenuto completamenteeterico, che per tali stati non si possa più parlare dicorpo fisico; ciò che si era costituito come corpo fisi-co durante il periodo saturino, quello solare e quellolunare esiste tuttavia. Si tratta di riconoscere il fisico,anche quando esso non si manifesta esteriormentecome tale, poichè esso può sussistere anche assumen-do all’esteriore la forma eterica e perfino quella astra-le. È necessario distinguere con cura l’apparenza este-riore dalla legge interiore. Il fisico può eterizzarsi eastralizzarsi, pur rimanendo costituito secondo leggifisiche, e così appunto succede allorchè il corpo fisicodell’uomo, dopo aver raggiunto sulla Luna un datogrado di perfezione, acquista forma eterica. Quandoperò l’osservazione chiaroveggente che lo può vedererivolge la sua attenzione su tale corpo di forma eteri-ca, questo non gli si palesa come compenetrato da leg-gi eteriche, ma da quelle fisiche; l’elemento fisico èstato in tal caso accolto da quello eterico per riposarein esso e per esserne curato come fosse nel grembomaterno. Più tardi l’elemento fisico ricompare anchein forma fisica, ma su di un gradino più alto di evolu-

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ro. Questo è successo però soltanto dopo che a traver-so lunghe epoche i periodi lunari erano andati diven-tando sempre più brevi, e i periodi solari più lunghi.Si verifica allora di nuovo un’evoluzione, durante laquale Sole e Luna costituiscono un solo corpo cosmi-co, e in cui il corpo fisico umano è divenuto completa-mente eterico. Non bisogna però immaginarsi, quandosi dice che il corpo fisico è divenuto completamenteeterico, che per tali stati non si possa più parlare dicorpo fisico; ciò che si era costituito come corpo fisi-co durante il periodo saturino, quello solare e quellolunare esiste tuttavia. Si tratta di riconoscere il fisico,anche quando esso non si manifesta esteriormentecome tale, poichè esso può sussistere anche assumen-do all’esteriore la forma eterica e perfino quella astra-le. È necessario distinguere con cura l’apparenza este-riore dalla legge interiore. Il fisico può eterizzarsi eastralizzarsi, pur rimanendo costituito secondo leggifisiche, e così appunto succede allorchè il corpo fisicodell’uomo, dopo aver raggiunto sulla Luna un datogrado di perfezione, acquista forma eterica. Quandoperò l’osservazione chiaroveggente che lo può vedererivolge la sua attenzione su tale corpo di forma eteri-ca, questo non gli si palesa come compenetrato da leg-gi eteriche, ma da quelle fisiche; l’elemento fisico èstato in tal caso accolto da quello eterico per riposarein esso e per esserne curato come fosse nel grembomaterno. Più tardi l’elemento fisico ricompare anchein forma fisica, ma su di un gradino più alto di evolu-

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zione. Se gli esseri umani della Luna avessero conser-vato il loro corpo fisico nella sua forma fisica grosso-lana, la Luna non avrebbe potuto mai riunirsi al Sole.Assumendo la forma eterica, il corpo fisico diventapiù affine al corpo eterico e può quindi anche interpe-netrarsi più intimamente con quelle parti del corpoeterico e del corpo astrale, le quali hanno dovuto al-lontanarsi da esso durante le epoche solari dell’evolu-zione lunare. L’uomo, il quale durante la separazionedel Sole e della Luna sembrava un essere duplice, siunifica di nuovo in un essere solo. La parte fisica di-venta più animica, ma quella animica a sua volta siunisce più strettamente a quella fisica; su questo esse-re umano unificato, che è penetrato nella sfera d’azio-ne diretta degli spiriti solari, questi possono esercitareormai un’azione affatto diversa da quella che esercita-vano prima sulla Luna dall’esteriore. L’uomo si trovaormai in un ambiente più animico-spirituale, e gli«Spiriti della Saggezza» possono perciò esercitare sudi lui un’azione molto importante. Essi gli trasfondo-no la saggezza, gli inoculano la saggezza, per modoche, in un certo senso, l’anima umana diventa indi-pendente. All’influenza di queste entità si aggiungeallora anche l’azione degli Spiriti del Moto, i qualiagiscono in special modo sul corpo astrale, di guisache, sotto l’influenza delle suddette entità, questo rie-sce a costituire in sè un’attività animica e un corpo vi-tale colmo di saggezza. Il corpo eterico compenetratodi saggezza è il principio di quello che abbiamo chia-

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zione. Se gli esseri umani della Luna avessero conser-vato il loro corpo fisico nella sua forma fisica grosso-lana, la Luna non avrebbe potuto mai riunirsi al Sole.Assumendo la forma eterica, il corpo fisico diventapiù affine al corpo eterico e può quindi anche interpe-netrarsi più intimamente con quelle parti del corpoeterico e del corpo astrale, le quali hanno dovuto al-lontanarsi da esso durante le epoche solari dell’evolu-zione lunare. L’uomo, il quale durante la separazionedel Sole e della Luna sembrava un essere duplice, siunifica di nuovo in un essere solo. La parte fisica di-venta più animica, ma quella animica a sua volta siunisce più strettamente a quella fisica; su questo esse-re umano unificato, che è penetrato nella sfera d’azio-ne diretta degli spiriti solari, questi possono esercitareormai un’azione affatto diversa da quella che esercita-vano prima sulla Luna dall’esteriore. L’uomo si trovaormai in un ambiente più animico-spirituale, e gli«Spiriti della Saggezza» possono perciò esercitare sudi lui un’azione molto importante. Essi gli trasfondo-no la saggezza, gli inoculano la saggezza, per modoche, in un certo senso, l’anima umana diventa indi-pendente. All’influenza di queste entità si aggiungeallora anche l’azione degli Spiriti del Moto, i qualiagiscono in special modo sul corpo astrale, di guisache, sotto l’influenza delle suddette entità, questo rie-sce a costituire in sè un’attività animica e un corpo vi-tale colmo di saggezza. Il corpo eterico compenetratodi saggezza è il principio di quello che abbiamo chia-

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mato (pag. 41) l’anima razionale dell’uomo attuale,mentre il corpo astrale, stimolato dagli «Spiriti delMoto», e il primo germe dell’anima senziente. E sic-come tutto ciò viene effettuato nell’essere umano,quando esso ha raggiunto una condizione d’indipen-denza più elevata, i germi dell’anima razionale edell’anima senziente si manifestano come espressionedella «Personalità Spirituale». Non bisogna però cade-re nell’errore di raffigurarsi la Personalità Spirituale diquesto periodo dell’evoluzione come qualche cosa diseparato dall’anima razionale e dall’anima sensibile.Queste ultime sono l’espressione della PersonalitàSpirituale, la quale a sua volta rappresenta la loro uni-tà e armonia superiore.

È importante il fatto, che gli Spiriti della Saggezzaintervengano in quest’epoca nel modo sopra descritto;la loro azione non resta limitata al solo essere umano,ma si estende agli altri regni che si sono venuti for-mando sulla Luna. Quando il Sole si è riunito con laLuna, questi regni inferiori vengono attirati nella suasfera, e tutto ciò che in essi era fisico diventa eterizza-to. Sul Sole vi sono perciò tanto i minerali-piante,quanto le piante-animali, oltre all’essere umano; peròquesti altri esseri rimangono costituiti in ordine alleproprie leggi e si sentono per tal ragione come stranie-ri in quell’ambiente, pel quale posseggono una naturapoco adatta; ma, essendosi eterizzati, l’azione degli«Spiriti della Saggezza» può estendersi anche su diloro. Tutto ciò che è venuto dalla Luna sul Sole viene

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mato (pag. 41) l’anima razionale dell’uomo attuale,mentre il corpo astrale, stimolato dagli «Spiriti delMoto», e il primo germe dell’anima senziente. E sic-come tutto ciò viene effettuato nell’essere umano,quando esso ha raggiunto una condizione d’indipen-denza più elevata, i germi dell’anima razionale edell’anima senziente si manifestano come espressionedella «Personalità Spirituale». Non bisogna però cade-re nell’errore di raffigurarsi la Personalità Spirituale diquesto periodo dell’evoluzione come qualche cosa diseparato dall’anima razionale e dall’anima sensibile.Queste ultime sono l’espressione della PersonalitàSpirituale, la quale a sua volta rappresenta la loro uni-tà e armonia superiore.

È importante il fatto, che gli Spiriti della Saggezzaintervengano in quest’epoca nel modo sopra descritto;la loro azione non resta limitata al solo essere umano,ma si estende agli altri regni che si sono venuti for-mando sulla Luna. Quando il Sole si è riunito con laLuna, questi regni inferiori vengono attirati nella suasfera, e tutto ciò che in essi era fisico diventa eterizza-to. Sul Sole vi sono perciò tanto i minerali-piante,quanto le piante-animali, oltre all’essere umano; peròquesti altri esseri rimangono costituiti in ordine alleproprie leggi e si sentono per tal ragione come stranie-ri in quell’ambiente, pel quale posseggono una naturapoco adatta; ma, essendosi eterizzati, l’azione degli«Spiriti della Saggezza» può estendersi anche su diloro. Tutto ciò che è venuto dalla Luna sul Sole viene

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ormai compenetrato dalle forze degli «Spiriti dellaSaggezza»; ciò dunque che l’assieme Sole-Luna è di-venuto entro questo periodo di evoluzione vien chia-mato dalla scienza occulta «Cosmo della Saggezza».Quando, dopo un intervallo di riposo, il nostro sistematerrestre comparisce come successore di questo Co-smo della Saggezza, tutti gli esseri, che sbocciati dailoro germi lunari, rivivono ormai sulla Terra, si pale-sano pieni di saggezza. Questa è la ragione per cuil’uomo terrestre, quando osserva le cose che lo circon-dano, scorge tanta saggezza nella loro natura. Si puòammirare la saggezza che si palesa in ogni foglia, inogni osso animale o umano, nella mirabile strutturadel cervello e del cuore. Se l’uomo ha bisogno di sag-gezza per comprendere le cose, se egli ne attinge sag-gezza, ciò dimostra che esse contengono la saggezza,e per quanto l’uomo si possa arrabattare per mezzo dirappresentazioni piene di saggezza per comprenderele cose, egli non potrebbe trarne nessuna saggezza, sequesta in esse non fosse già stata riposta. Chi a mezzodella saggezza vuol comprendere cose, che ritiene nonabbiano già ricevuto la saggezza, potrebbe anche cre-dere che sia possibile trarre acqua da un recipiente, incui questa non fosse già prima stata versata. La Terra,come sarà dimostrato più oltre in questo libro, è la«vecchia Luna» risuscitata, ed essa ci si presentacome un corpo cosmico pieno di saggezza, perchènell’epoca or descritta fu penetrata dalle forze degliSpiriti della Saggezza.

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ormai compenetrato dalle forze degli «Spiriti dellaSaggezza»; ciò dunque che l’assieme Sole-Luna è di-venuto entro questo periodo di evoluzione vien chia-mato dalla scienza occulta «Cosmo della Saggezza».Quando, dopo un intervallo di riposo, il nostro sistematerrestre comparisce come successore di questo Co-smo della Saggezza, tutti gli esseri, che sbocciati dailoro germi lunari, rivivono ormai sulla Terra, si pale-sano pieni di saggezza. Questa è la ragione per cuil’uomo terrestre, quando osserva le cose che lo circon-dano, scorge tanta saggezza nella loro natura. Si puòammirare la saggezza che si palesa in ogni foglia, inogni osso animale o umano, nella mirabile strutturadel cervello e del cuore. Se l’uomo ha bisogno di sag-gezza per comprendere le cose, se egli ne attinge sag-gezza, ciò dimostra che esse contengono la saggezza,e per quanto l’uomo si possa arrabattare per mezzo dirappresentazioni piene di saggezza per comprenderele cose, egli non potrebbe trarne nessuna saggezza, sequesta in esse non fosse già stata riposta. Chi a mezzodella saggezza vuol comprendere cose, che ritiene nonabbiano già ricevuto la saggezza, potrebbe anche cre-dere che sia possibile trarre acqua da un recipiente, incui questa non fosse già prima stata versata. La Terra,come sarà dimostrato più oltre in questo libro, è la«vecchia Luna» risuscitata, ed essa ci si presentacome un corpo cosmico pieno di saggezza, perchènell’epoca or descritta fu penetrata dalle forze degliSpiriti della Saggezza.

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Si comprenderà facilmente, che in questa descrizio-ne delle condizioni lunari si è potuto tener conto sol-tanto di alcune forme transitorie dell’evoluzione. Eranecessario fissare alcuni eventi nella concatenazionedei fatti, per farli emergere nella descrizione. Questomodo di esporre procede certamente a mezzo di fattistaccati, e gli si potrà rimproverare di non aver inqua-drato il corso dell’evoluzione entro un sistema di con-cetti ben determinati. Di fronte a tale addebito si potràfar osservare, che proprio per partito preso si è evitatodi dare alla descrizione una forma così precisa, poichènon importa esporre qui dei concetti speculativi e del-le costruzioni ideologiche, ma occorre dare un’ideadel panorama che si presenta alla coscienza chiaro-veggente, quando volge lo sguardo nel passato versoquei fatti lontani. Nei riguardi dell’evoluzione lunarequesto panorama non si presenta con contorni netti eprecisi, come i fatti si presentano alla percezione ter-restre. Durante l’epoca lunare si tratta piuttosto di im-pressioni mutevoli e alternantisi, d’immagini fluttuan-ti e mobili, e delle loro trasformazioni; oltre a ciò bi-sogna tener conto, che si tratta di un’evoluzione cheabbraccia lunghissimi periodi di tempo, e che da essanon possiamo cogliere e fissare nella nostra descrizio-ne se non alcune immagini momentanee.

Al momento in cui il corpo astrale inoculatonell’essere umano è arrivato a tale punto di evoluzio-ne, da permettere ai «Figli della vita» di raggiungere illoro gradino di umanità, ci si trova al momento culmi-

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Si comprenderà facilmente, che in questa descrizio-ne delle condizioni lunari si è potuto tener conto sol-tanto di alcune forme transitorie dell’evoluzione. Eranecessario fissare alcuni eventi nella concatenazionedei fatti, per farli emergere nella descrizione. Questomodo di esporre procede certamente a mezzo di fattistaccati, e gli si potrà rimproverare di non aver inqua-drato il corso dell’evoluzione entro un sistema di con-cetti ben determinati. Di fronte a tale addebito si potràfar osservare, che proprio per partito preso si è evitatodi dare alla descrizione una forma così precisa, poichènon importa esporre qui dei concetti speculativi e del-le costruzioni ideologiche, ma occorre dare un’ideadel panorama che si presenta alla coscienza chiaro-veggente, quando volge lo sguardo nel passato versoquei fatti lontani. Nei riguardi dell’evoluzione lunarequesto panorama non si presenta con contorni netti eprecisi, come i fatti si presentano alla percezione ter-restre. Durante l’epoca lunare si tratta piuttosto di im-pressioni mutevoli e alternantisi, d’immagini fluttuan-ti e mobili, e delle loro trasformazioni; oltre a ciò bi-sogna tener conto, che si tratta di un’evoluzione cheabbraccia lunghissimi periodi di tempo, e che da essanon possiamo cogliere e fissare nella nostra descrizio-ne se non alcune immagini momentanee.

Al momento in cui il corpo astrale inoculatonell’essere umano è arrivato a tale punto di evoluzio-ne, da permettere ai «Figli della vita» di raggiungere illoro gradino di umanità, ci si trova al momento culmi-

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nante dell’epoca lunare; allora anche l’essere umanoha ottenuto tutto ciò che quell’epoca può dare, sia alui stesso, che alla sua interiorità, sulla via del «pro-gresso». Quella che segue, cioè la seconda metadell’evoluzione lunare, si potrebbe chiamare una ma-rea discendente; si può osservare pertanto, che in rap-porto all’ambiente dell’uomo e anche per lui stesso siverifica in quest’epoca appunto qualcosa di molto im-portante: la saggezza viene inoculata nel corpo delSole-Luna. È stato dimostrato che durante il corso diquesta marea discendente i germi dell’anima senzientee dell’anima razionale sono stati costituiti. Essi però sisvilupperanno soltanto durante il periodo terrestre in-sieme all’anima cosciente, a cui seguirà la nascitadell’«Io», della libera autocoscienza. Sul gradinodell’evoluzione lunare l’anima senziente e l’anima ra-zionale non si palesano ancora come se l’essere uma-no si esprimesse per loro mezzo, ma piuttosto comestrumenti utilizzati da quei «Figli della Vita»; chesono in rapporto con l’essere umano. Se si volesse ca-ratterizzare il sentimento che l’uomo prova a quel ri-guardo sulla Luna, bisognerebbe dire, che egli sentecosì: «In me e attraverso di me vive il «Figlio dellaVita»; per mezzo mio egli vede l’ambiente lunare e ri-flette in me sugli esseri e le cose dell’ambiente circo-stante». L’essere umano lunare si sente sotto l’ombradel «Figlio della Vita», sente di essere uno strumentodi questo essere più elevato. Durante la separazionedel Sole dalla Luna, l’uomo sentiva maggiore indipen-

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nante dell’epoca lunare; allora anche l’essere umanoha ottenuto tutto ciò che quell’epoca può dare, sia alui stesso, che alla sua interiorità, sulla via del «pro-gresso». Quella che segue, cioè la seconda metadell’evoluzione lunare, si potrebbe chiamare una ma-rea discendente; si può osservare pertanto, che in rap-porto all’ambiente dell’uomo e anche per lui stesso siverifica in quest’epoca appunto qualcosa di molto im-portante: la saggezza viene inoculata nel corpo delSole-Luna. È stato dimostrato che durante il corso diquesta marea discendente i germi dell’anima senzientee dell’anima razionale sono stati costituiti. Essi però sisvilupperanno soltanto durante il periodo terrestre in-sieme all’anima cosciente, a cui seguirà la nascitadell’«Io», della libera autocoscienza. Sul gradinodell’evoluzione lunare l’anima senziente e l’anima ra-zionale non si palesano ancora come se l’essere uma-no si esprimesse per loro mezzo, ma piuttosto comestrumenti utilizzati da quei «Figli della Vita»; chesono in rapporto con l’essere umano. Se si volesse ca-ratterizzare il sentimento che l’uomo prova a quel ri-guardo sulla Luna, bisognerebbe dire, che egli sentecosì: «In me e attraverso di me vive il «Figlio dellaVita»; per mezzo mio egli vede l’ambiente lunare e ri-flette in me sugli esseri e le cose dell’ambiente circo-stante». L’essere umano lunare si sente sotto l’ombradel «Figlio della Vita», sente di essere uno strumentodi questo essere più elevato. Durante la separazionedel Sole dalla Luna, l’uomo sentiva maggiore indipen-

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denza nella stagione in cui non vi era il Sole; sentivaperò pure come se il suo «Io», che sfuggiva alla co-scienza immaginativa durante il periodo solare, diven-tasse allora per lui visibile. L’uomo lunare sperimenta-va un alternarsi degli stati di coscienza, per modo cheegli aveva questo sentimento: «Il mio Io s’inalza conme durante il periodo solare in regioni più elevatepresso esseri sublimi, e quando il Sole scompare di-scende con me in mondi più bassi». –

L’evoluzione lunare propriamente detta fu precedu-ta da una rapida ripetizione, in certo qual modo,dell’evoluzione saturnia e di quella solare. Dopo il ri-congiungimento del Sole con la Luna, nel periodo di-scendente, si possono pure distinguere due epoche di-verse, in cui si verificano, fino a un determinato gra-do, perfino delle condensazioni fisiche, di guisa che lecondizioni spirituali animiche dell’organismo Sole-Luna si alternano con condizioni fisiche più dense.Durante tali epoche fisiche gli esseri umani, comepure quelli dei regni inferiori, si palesano con formerigide e non indipendenti, quali prototipi di ciò chedovranno diventare più tardi, con maggiore autono-mia, nel periodo terrestre; si può parlare perciò di dueepoche di preparazione dell’evoluzione lunare e didue altre epoche durante il suo periodo di decrescen-za. La scienza occulta dà il nome di «Cicli» a questeepoche (la letteratura teosofica corrente le chiama«Ronde»; per evitare però di rappresentarsi tali cosein modo troppo schematico è meglio attenersi alla de-

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denza nella stagione in cui non vi era il Sole; sentivaperò pure come se il suo «Io», che sfuggiva alla co-scienza immaginativa durante il periodo solare, diven-tasse allora per lui visibile. L’uomo lunare sperimenta-va un alternarsi degli stati di coscienza, per modo cheegli aveva questo sentimento: «Il mio Io s’inalza conme durante il periodo solare in regioni più elevatepresso esseri sublimi, e quando il Sole scompare di-scende con me in mondi più bassi». –

L’evoluzione lunare propriamente detta fu precedu-ta da una rapida ripetizione, in certo qual modo,dell’evoluzione saturnia e di quella solare. Dopo il ri-congiungimento del Sole con la Luna, nel periodo di-scendente, si possono pure distinguere due epoche di-verse, in cui si verificano, fino a un determinato gra-do, perfino delle condensazioni fisiche, di guisa che lecondizioni spirituali animiche dell’organismo Sole-Luna si alternano con condizioni fisiche più dense.Durante tali epoche fisiche gli esseri umani, comepure quelli dei regni inferiori, si palesano con formerigide e non indipendenti, quali prototipi di ciò chedovranno diventare più tardi, con maggiore autono-mia, nel periodo terrestre; si può parlare perciò di dueepoche di preparazione dell’evoluzione lunare e didue altre epoche durante il suo periodo di decrescen-za. La scienza occulta dà il nome di «Cicli» a questeepoche (la letteratura teosofica corrente le chiama«Ronde»; per evitare però di rappresentarsi tali cosein modo troppo schematico è meglio attenersi alla de-

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scrizione più figurata, che qui ne è stata data). Nel pe-riodo che segue le due epoche di preparazione e cheprecede quelle della decrescenza, cioè, durante il pe-riodo della scissione lunare, si possono anche distin-guere tre epoche, o cicli. L’epoca centrale è quella incui i «Figli della Vita» raggiungono il loro stato uma-no. Quest’epoca è stata preceduta da un’altra in cuitutte le circostanze convergevano a quello scopo prin-cipale, ed è stata seguita da un ciclo di adattamento edi elaborazione delle nuove creazioni. Così il periodocentrale dell’evoluzione lunare si scinde a sua volta intre epoche, che con le due di preparazione e le dueepoche decrescenti formano sette cicli lunari. Si puòdire dunque che l’intera evoluzione lunare consta disette cicli; ognuno di questi è separato da una sosta diriposo cosmico, di cui abbiamo già parlato nella de-scrizione precedente. Non bisogna però rappresentarsidelle transizioni subitanee ed accentuate fra i periodidi attività e gl’intervalli di riposo. Per esempio: gli es-seri solari ritirano gradatamente la loro attività dallaLuna e incomincia per essi un periodo, che all’esternosi manifesta come il loro periodo di riposo, mentresulla Luna stessa regna tuttavia un’attività intensa eindipendente; così l’epoca di attività di una categoriadi esseri si estende per lo più nella sosta di riposodell’altra. Se si tien conto di questo fatto si può parla-re di un’ascesa e di una discesa ritmica delle forze deivarii cicli; anzi si riscontrano tali divisioni anche nelcorso dei sette cicli lunari, di cui abbiamo trattato. Si

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scrizione più figurata, che qui ne è stata data). Nel pe-riodo che segue le due epoche di preparazione e cheprecede quelle della decrescenza, cioè, durante il pe-riodo della scissione lunare, si possono anche distin-guere tre epoche, o cicli. L’epoca centrale è quella incui i «Figli della Vita» raggiungono il loro stato uma-no. Quest’epoca è stata preceduta da un’altra in cuitutte le circostanze convergevano a quello scopo prin-cipale, ed è stata seguita da un ciclo di adattamento edi elaborazione delle nuove creazioni. Così il periodocentrale dell’evoluzione lunare si scinde a sua volta intre epoche, che con le due di preparazione e le dueepoche decrescenti formano sette cicli lunari. Si puòdire dunque che l’intera evoluzione lunare consta disette cicli; ognuno di questi è separato da una sosta diriposo cosmico, di cui abbiamo già parlato nella de-scrizione precedente. Non bisogna però rappresentarsidelle transizioni subitanee ed accentuate fra i periodidi attività e gl’intervalli di riposo. Per esempio: gli es-seri solari ritirano gradatamente la loro attività dallaLuna e incomincia per essi un periodo, che all’esternosi manifesta come il loro periodo di riposo, mentresulla Luna stessa regna tuttavia un’attività intensa eindipendente; così l’epoca di attività di una categoriadi esseri si estende per lo più nella sosta di riposodell’altra. Se si tien conto di questo fatto si può parla-re di un’ascesa e di una discesa ritmica delle forze deivarii cicli; anzi si riscontrano tali divisioni anche nelcorso dei sette cicli lunari, di cui abbiamo trattato. Si

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può dunque chiamare l’assieme dell’evoluzione lunareun grande ciclo, un corso planetario, e le sette suddivi-sioni di esso dei «piccoli cicli», e le diverse parti incui questi ultimi sono divisi dei «cicli ancora più pic-coli». Questa divisione in sette volte sette suddivisionisi osserva anche nell’evoluzione solare, e in quella sa-turnia. Bisogna però tener conto, che le demarcazionitra le varie suddivisioni sono poco accentuate durantel’evoluzione solare, ancora più sfumate durante quellasaturnia, ma vanno diventando sempre più accentuatea misura che l’evoluzione procede verso l’epoca terre-stre.

* * *

Alla fine dell’evoluzione lunare, che ho appuntodescritto nelle sue grandi linee, tutte le forze e le enti-tà che vi hanno preso parte entrano in una forma diesistenza più spirituale, che sta sopra un gradino affat-to differente dall’esistenza del periodo lunare e ancheda quella del successivo periodo, cioè dell’evoluzioneterrestre. Un essere, il quale avesse capacità di cono-scenza tanto elevata da poter percepire tutti i partico-lari della evoluzione lunare e di quella terrestre, po-trebbe nondimeno non essere ancora capace di vedereciò che succede nel periodo che separa le due evolu-zioni. Un essere siffatto, alla fine del periodo lunare,vedrebbe, in certo qual modo, sparire nel Nulla le for-ze e gli esseri, e dopo un periodo di tempo intermedio

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può dunque chiamare l’assieme dell’evoluzione lunareun grande ciclo, un corso planetario, e le sette suddivi-sioni di esso dei «piccoli cicli», e le diverse parti incui questi ultimi sono divisi dei «cicli ancora più pic-coli». Questa divisione in sette volte sette suddivisionisi osserva anche nell’evoluzione solare, e in quella sa-turnia. Bisogna però tener conto, che le demarcazionitra le varie suddivisioni sono poco accentuate durantel’evoluzione solare, ancora più sfumate durante quellasaturnia, ma vanno diventando sempre più accentuatea misura che l’evoluzione procede verso l’epoca terre-stre.

* * *

Alla fine dell’evoluzione lunare, che ho appuntodescritto nelle sue grandi linee, tutte le forze e le enti-tà che vi hanno preso parte entrano in una forma diesistenza più spirituale, che sta sopra un gradino affat-to differente dall’esistenza del periodo lunare e ancheda quella del successivo periodo, cioè dell’evoluzioneterrestre. Un essere, il quale avesse capacità di cono-scenza tanto elevata da poter percepire tutti i partico-lari della evoluzione lunare e di quella terrestre, po-trebbe nondimeno non essere ancora capace di vedereciò che succede nel periodo che separa le due evolu-zioni. Un essere siffatto, alla fine del periodo lunare,vedrebbe, in certo qual modo, sparire nel Nulla le for-ze e gli esseri, e dopo un periodo di tempo intermedio

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li vedrebbe ricomparire dall’oscurità, dal grembodell’universo. Soltanto un essere dotato di capacitàmolto più elevata potrebbe seguire i fatti spirituali chesi verificano nel periodo intermedio.

Alla fine del periodo intermedio le entità, che ave-vano preso parte ai procedimenti evolutivi su Saturno,Sole e Luna, si ripresentano con facoltà nuove. Le en-tità superiori all’uomo, per virtù delle loro passateazioni, hanno acquistato la capacità di farlo evolverein modo, che egli possa sviluppare in sè stesso duranteil periodo terrestre un genere di coscienza più elevatadella coscienza immaginativa di cui disponeva duran-te il periodo lunare; occorre però che prima l’uomo siapreparato a ricevere ciò che gli verrà dato. Durante leevoluzioni di Saturno, Sole e Luna egli ha incorporatonel suo essere i tre arti: corpo fisico, corpo vitale, cor-po astrale. Ma questi arti del suo essere hanno ricevu-to soltanto le capacità e le forze di cui abbisognavanoper vivere con una coscienza immaginativa, mentremancano ancora gli organi e la forma, a mezzo di cuipossano percepire un mondo di oggetti sensibili este-riori, quali si addice appunto per il gradino terrestredell’evoluzione. Come una nuova pianta sviluppa sol-tanto quello che è contenuto nel seme che provienedalla pianta antica, così al principio del nuovo stadiodi evoluzione i tre arti della natura umana si presenta-no con organi e forme atte soltanto ad esplicare la co-scienza immaginativa. Per sviluppare un gradino piùalto di coscienza devono essere prima preparati, e ciò

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li vedrebbe ricomparire dall’oscurità, dal grembodell’universo. Soltanto un essere dotato di capacitàmolto più elevata potrebbe seguire i fatti spirituali chesi verificano nel periodo intermedio.

Alla fine del periodo intermedio le entità, che ave-vano preso parte ai procedimenti evolutivi su Saturno,Sole e Luna, si ripresentano con facoltà nuove. Le en-tità superiori all’uomo, per virtù delle loro passateazioni, hanno acquistato la capacità di farlo evolverein modo, che egli possa sviluppare in sè stesso duranteil periodo terrestre un genere di coscienza più elevatadella coscienza immaginativa di cui disponeva duran-te il periodo lunare; occorre però che prima l’uomo siapreparato a ricevere ciò che gli verrà dato. Durante leevoluzioni di Saturno, Sole e Luna egli ha incorporatonel suo essere i tre arti: corpo fisico, corpo vitale, cor-po astrale. Ma questi arti del suo essere hanno ricevu-to soltanto le capacità e le forze di cui abbisognavanoper vivere con una coscienza immaginativa, mentremancano ancora gli organi e la forma, a mezzo di cuipossano percepire un mondo di oggetti sensibili este-riori, quali si addice appunto per il gradino terrestredell’evoluzione. Come una nuova pianta sviluppa sol-tanto quello che è contenuto nel seme che provienedalla pianta antica, così al principio del nuovo stadiodi evoluzione i tre arti della natura umana si presenta-no con organi e forme atte soltanto ad esplicare la co-scienza immaginativa. Per sviluppare un gradino piùalto di coscienza devono essere prima preparati, e ciò

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avviene per mezzo di tre stadi preliminari. Durante ilprimo il corpo fisico progredisce al punto di potersitrasformare in modo da divenire la sede adatta per unacoscienza oggettiva. Questo è uno dei gradini prelimi-nari dell’evoluzione della Terra stessa, che può essereconsiderata come una recapitolazione, a un grado piùelevato, del periodo saturnio, perchè le entità superiorioperano durante questo periodo soltanto sul corpo fisi-co, così come avvenne appunto durante il periodo sa-turnio. Quando il corpo fisico è sufficientemente pro-gredito, tutte le entità dovranno attraversare nuova-mente una forma di esistenza più elevata, prima che ilcorpo vitale a sua volta possa progredire. Il corpo fisi-co dovrà, in certo qual modo, essere fuso a nuovo, perpoter accogliere nella sua forma superiore il corpo vi-tale progredito. Dopo questa sosta cosmica, dedicata auna forma di esistenza più elevata, avviene una speciedi ripetizione dell’evoluzione solare, sopra un gradinosuperiore, per la formazione del corpo vitale. E dopoun nuovo periodo intermedio un processo simile sisvolge per il corpo astrale, per mezzo di una recapito-lazione dell’evoluzione lunare.

Esaminiamo ora attentamente i fatti dell’evoluzio-ne, che si svolgono dopo terminata la terza delle ripe-tizioni ora descritte. Tutte le entità e le forze si sononuovamente spiritualizzate, e durante questa spiritua-lizzazione sono ascese in mondi superiori; il mondopiù basso in cui si possono ancora rintracciare durantequesto intervallo spirituale è appunto quel mondo, in

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avviene per mezzo di tre stadi preliminari. Durante ilprimo il corpo fisico progredisce al punto di potersitrasformare in modo da divenire la sede adatta per unacoscienza oggettiva. Questo è uno dei gradini prelimi-nari dell’evoluzione della Terra stessa, che può essereconsiderata come una recapitolazione, a un grado piùelevato, del periodo saturnio, perchè le entità superiorioperano durante questo periodo soltanto sul corpo fisi-co, così come avvenne appunto durante il periodo sa-turnio. Quando il corpo fisico è sufficientemente pro-gredito, tutte le entità dovranno attraversare nuova-mente una forma di esistenza più elevata, prima che ilcorpo vitale a sua volta possa progredire. Il corpo fisi-co dovrà, in certo qual modo, essere fuso a nuovo, perpoter accogliere nella sua forma superiore il corpo vi-tale progredito. Dopo questa sosta cosmica, dedicata auna forma di esistenza più elevata, avviene una speciedi ripetizione dell’evoluzione solare, sopra un gradinosuperiore, per la formazione del corpo vitale. E dopoun nuovo periodo intermedio un processo simile sisvolge per il corpo astrale, per mezzo di una recapito-lazione dell’evoluzione lunare.

Esaminiamo ora attentamente i fatti dell’evoluzio-ne, che si svolgono dopo terminata la terza delle ripe-tizioni ora descritte. Tutte le entità e le forze si sononuovamente spiritualizzate, e durante questa spiritua-lizzazione sono ascese in mondi superiori; il mondopiù basso in cui si possono ancora rintracciare durantequesto intervallo spirituale è appunto quel mondo, in

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cui l’uomo attuale dimora fra la morte e una nuovanascita, e cioè le regioni del Mondo degli Spiriti. Essediscendono poi gradatamente di nuovo nei mondi piùbassi, e prima che incominci l’evoluzione fisica dellaTerra, sono già discese abbastanza, perchè le loro ma-nifestazioni inferiori si possano scorgere nel mondoastrale o animico.

Tutto ciò che esiste dell’uomo durante quest’epocaha ancora forma astrale. Per comprendere le condizio-ni dell’umanità di quel tempo bisogna tenere benepresente, che l’uomo allora possiede un corpo fisico,un corpo vitale e un corpo astrale, ma che tanto il cor-po fisico quanto il corpo vitale non esistono in formafisica o eterica, ma in forma astrale. Ciò che dà la ca-ratteristica al corpo fisico non è la forma fisica, ma ilfatto, che sebbene abbia forma astrale, ubbidisce aleggi fisiche; è un essere in forma animica, sottopostoall’imperio di leggi fisiche. Lo stesso si può dire ri-guardo al corpo vitale.

All’occhio spirituale la Terra appare in questo mo-mento dell’evoluzione come un globo cosmico intera-mente costituito di anima e di spirito e in cui anche leforze fisiche e vitali si manifestano ancora in formaanimica. Questo corpo cosmico contiene il germe ditutto ciò che più tardi si dovrà trasformare in creaturedella Terra fisica. Il globo è lucente, ma la sua lucenon è tale, che degli occhi fisici, se ve ne fossero, lapossano percepire, e risplende soltanto di luce animicaper l’occhio del veggente.

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cui l’uomo attuale dimora fra la morte e una nuovanascita, e cioè le regioni del Mondo degli Spiriti. Essediscendono poi gradatamente di nuovo nei mondi piùbassi, e prima che incominci l’evoluzione fisica dellaTerra, sono già discese abbastanza, perchè le loro ma-nifestazioni inferiori si possano scorgere nel mondoastrale o animico.

Tutto ciò che esiste dell’uomo durante quest’epocaha ancora forma astrale. Per comprendere le condizio-ni dell’umanità di quel tempo bisogna tenere benepresente, che l’uomo allora possiede un corpo fisico,un corpo vitale e un corpo astrale, ma che tanto il cor-po fisico quanto il corpo vitale non esistono in formafisica o eterica, ma in forma astrale. Ciò che dà la ca-ratteristica al corpo fisico non è la forma fisica, ma ilfatto, che sebbene abbia forma astrale, ubbidisce aleggi fisiche; è un essere in forma animica, sottopostoall’imperio di leggi fisiche. Lo stesso si può dire ri-guardo al corpo vitale.

All’occhio spirituale la Terra appare in questo mo-mento dell’evoluzione come un globo cosmico intera-mente costituito di anima e di spirito e in cui anche leforze fisiche e vitali si manifestano ancora in formaanimica. Questo corpo cosmico contiene il germe ditutto ciò che più tardi si dovrà trasformare in creaturedella Terra fisica. Il globo è lucente, ma la sua lucenon è tale, che degli occhi fisici, se ve ne fossero, lapossano percepire, e risplende soltanto di luce animicaper l’occhio del veggente.

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Si verifica in questo globo una specie di condensa-zione, come risultato della quale, dopo qualche tempo,compare in mezzo al globo animico una forma ignea,simile a quella di Saturno nella sua fase massima didensità. Questa forma ignea è interpenetrata dall’azio-ne delle diverse entità, che partecipano all’evoluzione.La reciproca azione che si svolge fra queste entità el’igneo globo terrestre si manifesta sotto forma di unflusso e di un riflusso di forze, che s’immergono nelcorpo celeste e se ne sprigionano. Il globo igneo terre-stre non si presenta perciò come una sostanza omoge-nea, ma piuttosto come un organismo interpenetrato dianima e di spirito. Quegli esseri che sono destinati adivenire più tardi uomini con la forma attuale si trova-no ancora in condizioni da partecipare ben poco aquesta immersione nel corpo di fuoco: essi dimoranonelle regioni meno dense, giacciono ancora nel grem-bo delle entità spirituali superiori. A questo stadio del-la loro evoluzione un solo punto della loro forma ani-mica entra in contatto con la Terra ignea; ne risultache il calore densifica una parte della loro forma astra-le; con tal mezzo il fuoco della vita terrestre si accen-de in loro. Essi appartengono perciò ancora con lamaggior parte del loro essere ai mondi animico-spiri-tuali, e solo per effetto del contatto col fuoco terrestrevengono compenetrati del calore vitale. Se ci si vuolformare un’immagine materiale e al contempo super-sensibile di questi uomini all’inizio del periodo fisico-terrestre, bisognerebbe immaginarsi una forma animi-

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Si verifica in questo globo una specie di condensa-zione, come risultato della quale, dopo qualche tempo,compare in mezzo al globo animico una forma ignea,simile a quella di Saturno nella sua fase massima didensità. Questa forma ignea è interpenetrata dall’azio-ne delle diverse entità, che partecipano all’evoluzione.La reciproca azione che si svolge fra queste entità el’igneo globo terrestre si manifesta sotto forma di unflusso e di un riflusso di forze, che s’immergono nelcorpo celeste e se ne sprigionano. Il globo igneo terre-stre non si presenta perciò come una sostanza omoge-nea, ma piuttosto come un organismo interpenetrato dianima e di spirito. Quegli esseri che sono destinati adivenire più tardi uomini con la forma attuale si trova-no ancora in condizioni da partecipare ben poco aquesta immersione nel corpo di fuoco: essi dimoranonelle regioni meno dense, giacciono ancora nel grem-bo delle entità spirituali superiori. A questo stadio del-la loro evoluzione un solo punto della loro forma ani-mica entra in contatto con la Terra ignea; ne risultache il calore densifica una parte della loro forma astra-le; con tal mezzo il fuoco della vita terrestre si accen-de in loro. Essi appartengono perciò ancora con lamaggior parte del loro essere ai mondi animico-spiri-tuali, e solo per effetto del contatto col fuoco terrestrevengono compenetrati del calore vitale. Se ci si vuolformare un’immagine materiale e al contempo super-sensibile di questi uomini all’inizio del periodo fisico-terrestre, bisognerebbe immaginarsi una forma animi-

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ca ovoidale contenuta nell’ambiente terrestre, e di cuila superficie della parte inferiore è racchiusa, comefosse una ghianda, in un piccolo calice. La sostanzache costituisce il calice consiste però unicamente dicalore, ossia di fuoco. Il fatto di essere così avviluppa-ta di calore non porta la sola conseguenza di accende-re la vita nell’uomo, ma opera anche una trasforma-zione nel suo corpo astrale in cui s’incorpora il primogerme di ciò che diverrà più tardi l’anima senziente.Si può dire dunque che l’uomo, a questo punto dellasua esistenza, consta dell’anima senziente, del corpoastrale, del corpo vitale e di un corpo fisico contessutodi fuoco. Il corpo astrale è percorso in tutti i sensi dal-le entità spirituali, che prendono parte alla costituzio-ne dell’uomo, il quale si sente collegato al corpo co-smico terrestre mediante la sua anima senziente; pre-domina perciò in lui durante questo tempo la coscien-za immaginativa in cui si manifestano le entità spiri-tuali, nel grembo delle quali egli giace; e come in unsol punto di questa coscienza riluce in lui il senso delproprio corpo. Egli contempla, in certo qual modo, dalmondo spirituale una sua proprietà terrestre, di cuisente di poter dire: «Questa è tua». La Terra sempremaggiormente si condensa e al contempo la differen-ziazione già caratterizzata delle varie parti dell’uomosempre più si accentua. In un determinato momentodell’evoluzione la Terra si è condensata per modo, chesolo una parte di essa è rimasta ignea, un’altra parteha assunto forma materiale, che si potrebbe chiamare

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ca ovoidale contenuta nell’ambiente terrestre, e di cuila superficie della parte inferiore è racchiusa, comefosse una ghianda, in un piccolo calice. La sostanzache costituisce il calice consiste però unicamente dicalore, ossia di fuoco. Il fatto di essere così avviluppa-ta di calore non porta la sola conseguenza di accende-re la vita nell’uomo, ma opera anche una trasforma-zione nel suo corpo astrale in cui s’incorpora il primogerme di ciò che diverrà più tardi l’anima senziente.Si può dire dunque che l’uomo, a questo punto dellasua esistenza, consta dell’anima senziente, del corpoastrale, del corpo vitale e di un corpo fisico contessutodi fuoco. Il corpo astrale è percorso in tutti i sensi dal-le entità spirituali, che prendono parte alla costituzio-ne dell’uomo, il quale si sente collegato al corpo co-smico terrestre mediante la sua anima senziente; pre-domina perciò in lui durante questo tempo la coscien-za immaginativa in cui si manifestano le entità spiri-tuali, nel grembo delle quali egli giace; e come in unsol punto di questa coscienza riluce in lui il senso delproprio corpo. Egli contempla, in certo qual modo, dalmondo spirituale una sua proprietà terrestre, di cuisente di poter dire: «Questa è tua». La Terra sempremaggiormente si condensa e al contempo la differen-ziazione già caratterizzata delle varie parti dell’uomosempre più si accentua. In un determinato momentodell’evoluzione la Terra si è condensata per modo, chesolo una parte di essa è rimasta ignea, un’altra parteha assunto forma materiale, che si potrebbe chiamare

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«gas» o «aria». Si verifica quindi una trasformazioneanche nell’uomo. Egli ormai non è più soltanto incontatto col calore terrestre, ma la sostanza gassosa,s’incorpora nel suo corpo di fuoco. E come il caloregli aveva acceso la vita, così ora l’aria che lo avvolgeesercita su di lui un’azione, che si esprime come sono-rità (spirituale): il suo corpo vitale risuona. Nel mede-simo tempo una parte del corpo astrale si distacca, edè il primo germe di ciò che diverrà poi l’anima razio-nale.

Per potersi raffigurare ciò che si svolge durantequesto tempo nell’anima umana bisogna tener presen-te, che le entità superiori all’uomo fluttuano attraversoil corpo di fuoco e di aria della Terra. Nel calore delfuoco si trovano in primo luogo gli Spiriti della Perso-nalità, che sono importanti per l’uomo; mentre l’uomovien destato alla vita dal calore terrestre, la sua animasenziente gli dice: «Questi sono gli Spiriti della Perso-nalità». Così pure si manifestano nei corpi gassosiquelle entità, che abbiamo chiamato «Arcangeli» (ter-mine esoterico cristiano); la loro azione è quella chel’uomo sente in sè come suono quando l’aria lo avvol-ge, e l’anima razionale gli dice allora: «Questi sonogli Arcangeli». Ciò che l’uomo percepisce dunque suquesto gradino dell’evoluzione mediante il suo colle-gamento con la Terra non è ancora un insieme di og-getti fisici; egli vive in sensazioni di calore che salgo-no verso di lui, e in vibrazioni sonore; ma sente inquel torrente di calore e in quell’ondeggiare dei suoni

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«gas» o «aria». Si verifica quindi una trasformazioneanche nell’uomo. Egli ormai non è più soltanto incontatto col calore terrestre, ma la sostanza gassosa,s’incorpora nel suo corpo di fuoco. E come il caloregli aveva acceso la vita, così ora l’aria che lo avvolgeesercita su di lui un’azione, che si esprime come sono-rità (spirituale): il suo corpo vitale risuona. Nel mede-simo tempo una parte del corpo astrale si distacca, edè il primo germe di ciò che diverrà poi l’anima razio-nale.

Per potersi raffigurare ciò che si svolge durantequesto tempo nell’anima umana bisogna tener presen-te, che le entità superiori all’uomo fluttuano attraversoil corpo di fuoco e di aria della Terra. Nel calore delfuoco si trovano in primo luogo gli Spiriti della Perso-nalità, che sono importanti per l’uomo; mentre l’uomovien destato alla vita dal calore terrestre, la sua animasenziente gli dice: «Questi sono gli Spiriti della Perso-nalità». Così pure si manifestano nei corpi gassosiquelle entità, che abbiamo chiamato «Arcangeli» (ter-mine esoterico cristiano); la loro azione è quella chel’uomo sente in sè come suono quando l’aria lo avvol-ge, e l’anima razionale gli dice allora: «Questi sonogli Arcangeli». Ciò che l’uomo percepisce dunque suquesto gradino dell’evoluzione mediante il suo colle-gamento con la Terra non è ancora un insieme di og-getti fisici; egli vive in sensazioni di calore che salgo-no verso di lui, e in vibrazioni sonore; ma sente inquel torrente di calore e in quell’ondeggiare dei suoni

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gli «Spiriti della Personalità» e gli «Arcangeli ». Eglinon può percepire quelle entità direttamente, ma sol-tanto attraverso il velo del calore e del suono. Mentretali percezioni terrestri penetrano nella sua anima,continuano in questa a discendere e a risorgere le im-magini delle entità superiori nel cui grembo l’uomo sisente adagiato.

L’evoluzione terrestre continua a progredire, e taleprogresso si manifesta in una nuova condensazione; lasostanza liquida si aggiunge ai corpi terrestri, permodo che essi constano ormai di tre elementi costitu-tivi: il fuoco, l’aria e l’acqua. Prima che ciò accada, siverifica un processo importante. Dal corpo cosmicoFuoco-Aria-Terra si distacca un corpo cosmico indi-pendente, il quale nell’ulteriore corso della sua evolu-zione diverrà il sole attuale. Terra e sole formavanoprima un solo corpo. Dopo il distacco del Sole la Ter-ra contiene ancora in sè tutto ciò che vi è dentro e so-pra la luna attuale. La separazione del sole si verificaperchè le entità superiori non potevano più servirsi perla loro evoluzione, nè per il lavoro che dovevanocompiere per la Terra, della materia che si era conden-sata fino allo stato acqueo; esse separano dalla massaterrestre soltanto quelle sostanze che possono utilizza-re, e vanno a formarsi una nuova dimora sul sole,donde esercitano esteriormente la loro azione sullaTerra. All’uomo occorre invece un campo d’azione incui la materia sia ancora più condensata per potersvolgere ulteriormente la sua evoluzione.

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gli «Spiriti della Personalità» e gli «Arcangeli ». Eglinon può percepire quelle entità direttamente, ma sol-tanto attraverso il velo del calore e del suono. Mentretali percezioni terrestri penetrano nella sua anima,continuano in questa a discendere e a risorgere le im-magini delle entità superiori nel cui grembo l’uomo sisente adagiato.

L’evoluzione terrestre continua a progredire, e taleprogresso si manifesta in una nuova condensazione; lasostanza liquida si aggiunge ai corpi terrestri, permodo che essi constano ormai di tre elementi costitu-tivi: il fuoco, l’aria e l’acqua. Prima che ciò accada, siverifica un processo importante. Dal corpo cosmicoFuoco-Aria-Terra si distacca un corpo cosmico indi-pendente, il quale nell’ulteriore corso della sua evolu-zione diverrà il sole attuale. Terra e sole formavanoprima un solo corpo. Dopo il distacco del Sole la Ter-ra contiene ancora in sè tutto ciò che vi è dentro e so-pra la luna attuale. La separazione del sole si verificaperchè le entità superiori non potevano più servirsi perla loro evoluzione, nè per il lavoro che dovevanocompiere per la Terra, della materia che si era conden-sata fino allo stato acqueo; esse separano dalla massaterrestre soltanto quelle sostanze che possono utilizza-re, e vanno a formarsi una nuova dimora sul sole,donde esercitano esteriormente la loro azione sullaTerra. All’uomo occorre invece un campo d’azione incui la materia sia ancora più condensata per potersvolgere ulteriormente la sua evoluzione.

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Con l’incorporazione della sostanza liquida nei cor-pi terrestri si è verificata una trasformazione anchenell’uomo; ormai non soltanto il fuoco scorre in lui,non soltanto l’aria, lo circonda, ma la sostanza liquidastessa fa parte del suo corpo fisico. Nel medesimotempo si trasforma la parte eterica dell’uomo; egli lapercepisce ormai come un tenue corpo luminoso, ementre prima sentiva affluire verso di sè dalla Terradelle correnti di calore, si sentiva interpenetrare dallevibrazioni sonore dell’aria, ora il suo corpo di fuoco edi aria viene impregnato dall’elemento liquido, e ilflusso e riflusso delle acque gli appare come fossel’accendersi e lo spegnersi di una luce. Ma anchenell’anima sua si produce un cambiamento; ai germidell’anima senziente e dell’anima razionale si è unitoil germe dell’anima cosciente. Nell’elemento acquaoperano gli «Angeli»; essi sono i veri suscitatori dellaluce, e in questa sembrano manifestarsi agli uomini.Delle determinate entità superiori, le quali erano pri-ma nel corpo terrestre stesso, esercitano ormai la loroazione su quest’ultimo dal sole, e per mezzo di ciò simodificano tutte le attività sulla Terra. L’uomo incate-nato alla Terra non potrebbe più sentire in sè l’influen-za delle entità solari, se la sua anima fosse sempre ri-volta verso la Terra, da cui è stato tratto il suo corpofisico. Si verifica ora un cambiamento negli stati dicoscienza dell’uomo; le entità solari sottraggono l’ani-ma dell’uomo in determinati momenti all’influenzadel suo corpo fisico, per modo che alternativamente

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Con l’incorporazione della sostanza liquida nei cor-pi terrestri si è verificata una trasformazione anchenell’uomo; ormai non soltanto il fuoco scorre in lui,non soltanto l’aria, lo circonda, ma la sostanza liquidastessa fa parte del suo corpo fisico. Nel medesimotempo si trasforma la parte eterica dell’uomo; egli lapercepisce ormai come un tenue corpo luminoso, ementre prima sentiva affluire verso di sè dalla Terradelle correnti di calore, si sentiva interpenetrare dallevibrazioni sonore dell’aria, ora il suo corpo di fuoco edi aria viene impregnato dall’elemento liquido, e ilflusso e riflusso delle acque gli appare come fossel’accendersi e lo spegnersi di una luce. Ma anchenell’anima sua si produce un cambiamento; ai germidell’anima senziente e dell’anima razionale si è unitoil germe dell’anima cosciente. Nell’elemento acquaoperano gli «Angeli»; essi sono i veri suscitatori dellaluce, e in questa sembrano manifestarsi agli uomini.Delle determinate entità superiori, le quali erano pri-ma nel corpo terrestre stesso, esercitano ormai la loroazione su quest’ultimo dal sole, e per mezzo di ciò simodificano tutte le attività sulla Terra. L’uomo incate-nato alla Terra non potrebbe più sentire in sè l’influen-za delle entità solari, se la sua anima fosse sempre ri-volta verso la Terra, da cui è stato tratto il suo corpofisico. Si verifica ora un cambiamento negli stati dicoscienza dell’uomo; le entità solari sottraggono l’ani-ma dell’uomo in determinati momenti all’influenzadel suo corpo fisico, per modo che alternativamente

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l’uomo si trova, o completamente animico, in gremboalle entità solari, o in altri momenti in una condizione,in cui è legato al suo corpo e riceve le influenze dellaTerra. Quando egli si trova nel corpo fisico, affluisco-no verso di lui correnti di calore, risuonano attorno alui le masse gassose, le acque scorrono dentro e fuoridel suo organismo; quando si trova fuori del suo corpoegli ha l’anima pervasa dalle immagini delle entità su-periori, nel cui grembo giace. La Terra attraversa, aquesto punto della sua evoluzione, due periodi. Du-rante il primo, essa può avvolgere le anime umane conle sue sostanze e rivestirne i corpi; nel secondo le ani-me le sfuggono, solo i corpi le rimangono. Essa si tro-va con gli esseri umani in uno stato di sonno; è esattoperciò dire, che in quel remotissimo passato la Terraattraversava periodi diurni e notturni. – Nel senso fisi-co dello spazio questo significa che per l’azione delleentità solari e terrestri si determinò un movimento del-la Terra in rapporto al Sole; da ciò risulta il caratteri-stico alternarsi della notte e del giorno. Il periododiurno si verifica quando la superficie terrestre, su cuil’uomo svolge la sua evoluzione, è rivolta al Sole; ilperiodo notturno è il periodo durante il quale l’uomovive di vita puramente animica, e in cui la superficieterrestre, sulla quale si trova, non è più rivolta verso ilSole. Non bisogna però credere, che in quel lontanopassato il movimento della Terra in rapporto al Solefosse già simile all’attuale; le condizioni erano ancoraaffatto diverse, ma è utile di osservare, che i movi-

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l’uomo si trova, o completamente animico, in gremboalle entità solari, o in altri momenti in una condizione,in cui è legato al suo corpo e riceve le influenze dellaTerra. Quando egli si trova nel corpo fisico, affluisco-no verso di lui correnti di calore, risuonano attorno alui le masse gassose, le acque scorrono dentro e fuoridel suo organismo; quando si trova fuori del suo corpoegli ha l’anima pervasa dalle immagini delle entità su-periori, nel cui grembo giace. La Terra attraversa, aquesto punto della sua evoluzione, due periodi. Du-rante il primo, essa può avvolgere le anime umane conle sue sostanze e rivestirne i corpi; nel secondo le ani-me le sfuggono, solo i corpi le rimangono. Essa si tro-va con gli esseri umani in uno stato di sonno; è esattoperciò dire, che in quel remotissimo passato la Terraattraversava periodi diurni e notturni. – Nel senso fisi-co dello spazio questo significa che per l’azione delleentità solari e terrestri si determinò un movimento del-la Terra in rapporto al Sole; da ciò risulta il caratteri-stico alternarsi della notte e del giorno. Il periododiurno si verifica quando la superficie terrestre, su cuil’uomo svolge la sua evoluzione, è rivolta al Sole; ilperiodo notturno è il periodo durante il quale l’uomovive di vita puramente animica, e in cui la superficieterrestre, sulla quale si trova, non è più rivolta verso ilSole. Non bisogna però credere, che in quel lontanopassato il movimento della Terra in rapporto al Solefosse già simile all’attuale; le condizioni erano ancoraaffatto diverse, ma è utile di osservare, che i movi-

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menti dei corpi celesti sono determinati dai reciprocirapporti delle diverse entità spirituali che li abitano.La percezione ed i movimenti dei corpi celesti ebberoorigine da cause animico-spirituali, e si verificaronoin modo che fosse possibile agli stati spirituali diesplicarsi nel campo fisico. –

Se si volgesse lo sguardo sulla Terra durante il suoperiodo notturno si osserverebbe che il suo corpo è si-mile a un cadavere, poichè essa è costituita alloraprincipalmente dei corpi in decomposizione degli uo-mini, le cui anime si trovano in un’altra forma di esi-stenza. Le forme organizzate acquee e gassose di cuierano formati i corpi umani si decompongono e si di-sciolgono nella massa terrestre. Soltanto quella partedel corpo umano che si era costituita fin dal principiodell’evoluzione terrestre, mercè la cooperazione delfuoco e dell’anima umana, e che in seguito si era sem-pre più condensata, permane come un germe di aspet-to insignificante. Il periodo diurno e quello notturno,quale vengono qui descritti, non dobbiamo immagi-narceli troppo simili, a quelli che si svolgono sullaTerra attuale. Quando poi la Terra, all’inizio del nuovoperiodo diurno, viene a ritrovarsi sotto il diretto in-flusso dell’azione solare, le anime umane penetranonel regno della vita fisica, prendono contatto con que-gli embrioni e li fanno germogliare per modo, che essiassumano una forma esteriore, che appare come unacopia dell’essere animico umano. Quello che si svolgefra l’anima umana e il germe corporeo è come una de-

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menti dei corpi celesti sono determinati dai reciprocirapporti delle diverse entità spirituali che li abitano.La percezione ed i movimenti dei corpi celesti ebberoorigine da cause animico-spirituali, e si verificaronoin modo che fosse possibile agli stati spirituali diesplicarsi nel campo fisico. –

Se si volgesse lo sguardo sulla Terra durante il suoperiodo notturno si osserverebbe che il suo corpo è si-mile a un cadavere, poichè essa è costituita alloraprincipalmente dei corpi in decomposizione degli uo-mini, le cui anime si trovano in un’altra forma di esi-stenza. Le forme organizzate acquee e gassose di cuierano formati i corpi umani si decompongono e si di-sciolgono nella massa terrestre. Soltanto quella partedel corpo umano che si era costituita fin dal principiodell’evoluzione terrestre, mercè la cooperazione delfuoco e dell’anima umana, e che in seguito si era sem-pre più condensata, permane come un germe di aspet-to insignificante. Il periodo diurno e quello notturno,quale vengono qui descritti, non dobbiamo immagi-narceli troppo simili, a quelli che si svolgono sullaTerra attuale. Quando poi la Terra, all’inizio del nuovoperiodo diurno, viene a ritrovarsi sotto il diretto in-flusso dell’azione solare, le anime umane penetranonel regno della vita fisica, prendono contatto con que-gli embrioni e li fanno germogliare per modo, che essiassumano una forma esteriore, che appare come unacopia dell’essere animico umano. Quello che si svolgefra l’anima umana e il germe corporeo è come una de-

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Page 228: La scienza occulta -   · PDF fileno ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma

licata fecondazione. Le anime in tal modo incarnatecominciano nuovamente ad attirare le materie acqueee aeree e ad assimilarle nel proprio corpo. L’aria è as-sorbita e respinta dal corpo organizzato; è questo l’ini-zio di ciò che sarà più tardi il processo respiratorio.Anche l’acqua viene accolta e respinta, comincia cosìuna forma primitiva del processo nutritivo. Tali pro-cessi non sono però ancora percepiti come processiesteriori. Una specie di percezione esteriore si verificanell’anima soltanto durante quel genere di fecondazio-ne a cui abbiamo accennato. L’anima sente oscura-mente il suo risveglio all’esistenza fisica mentre vienein contatto con il germe, che la Terra le presenta. Essadice, in certo qual modo, a sè stessa: «Questa è la miaforma». E tale sentimento, che potremmo anche chia-mare una oscura coscienza dell’Io, permane nell’ani-ma durante tutto il tempo della sua unione col corpofisico. Il processo dell’assorbimento dell’aria viensentito però ancora dall’anima come qualcosa di ani-mico-spirituale, sotto forma d’immagine. Le apparesotto forma immaginativa di vibrazioni sonore, le qua-li dànno forma al germe che si sta organizzando.L’anima si sente circondata ovunque dal suono e senteche sta modellando il suo corpo in conformità di quel-le forze sonore. A quel punto della evoluzione vengo-no a trovarsi organizzate così delle forme umane, chela coscienza attuale non potrebbe percepire in alcunmondo esteriore; sono forme vegetali e floreali di so-stanza sottilissima interiormente mobili, cosicchè ap-

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licata fecondazione. Le anime in tal modo incarnatecominciano nuovamente ad attirare le materie acqueee aeree e ad assimilarle nel proprio corpo. L’aria è as-sorbita e respinta dal corpo organizzato; è questo l’ini-zio di ciò che sarà più tardi il processo respiratorio.Anche l’acqua viene accolta e respinta, comincia cosìuna forma primitiva del processo nutritivo. Tali pro-cessi non sono però ancora percepiti come processiesteriori. Una specie di percezione esteriore si verificanell’anima soltanto durante quel genere di fecondazio-ne a cui abbiamo accennato. L’anima sente oscura-mente il suo risveglio all’esistenza fisica mentre vienein contatto con il germe, che la Terra le presenta. Essadice, in certo qual modo, a sè stessa: «Questa è la miaforma». E tale sentimento, che potremmo anche chia-mare una oscura coscienza dell’Io, permane nell’ani-ma durante tutto il tempo della sua unione col corpofisico. Il processo dell’assorbimento dell’aria viensentito però ancora dall’anima come qualcosa di ani-mico-spirituale, sotto forma d’immagine. Le apparesotto forma immaginativa di vibrazioni sonore, le qua-li dànno forma al germe che si sta organizzando.L’anima si sente circondata ovunque dal suono e senteche sta modellando il suo corpo in conformità di quel-le forze sonore. A quel punto della evoluzione vengo-no a trovarsi organizzate così delle forme umane, chela coscienza attuale non potrebbe percepire in alcunmondo esteriore; sono forme vegetali e floreali di so-stanza sottilissima interiormente mobili, cosicchè ap-

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paiono come fiori svolazzanti. E il senso di beatitudi-ne della sua formazione in tali forme viene sperimen-tato dall’uomo durante il suo periodo terrestre;l’assorbimento delle parti liquide è sentito dall’animacome un aumento di forza, come un rinvigorimentointeriore. All’esterno il processo si manifesta comecrescenza della forma umana fisica. Quando l’azionediretta del sole viene a mancare, manca pure all’animaumana la forza di dominare tali processi, e questi ven-gono gradatamente abbandonati; ne rimangono soltan-to quelle parti che devono far maturare il germe di cuiabbiamo parlato. L’uomo però abbandona allora il suocorpo e ritorna all’esistenza spirituale (non tutte leparti della massa terrestre sono impiegate alla costitu-zione dei corpi umani e non bisogna quindi immagi-narsi, che durante il periodo notturno la Terra constisolo dei cadaveri in dissoluzione e dei germi cheaspettano il risveglio, poichè tutti questi fanno parte dialtre formazioni costituitesi dalle sostanze della Terrae di cui parleremo in seguito).

Ma ormai il processo di condensazione delle so-stanze terrestri continua e all’elemento acqueo si ag-giunge l’elemento solido, o «terrestre» (nel senso oc-culto della parola). Allora, durante il suo periodo ter-restre, anche l’uomo comincia, a incorporarsi l’ele-mento terrestre. Non appena s’inizia tale processo, leforze che l’anima ha portato seco dal periodo in cuiera libera dal corpo perdono gran parte del loro pote-re; finora l’anima aveva elaborato il proprio corpo da-

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paiono come fiori svolazzanti. E il senso di beatitudi-ne della sua formazione in tali forme viene sperimen-tato dall’uomo durante il suo periodo terrestre;l’assorbimento delle parti liquide è sentito dall’animacome un aumento di forza, come un rinvigorimentointeriore. All’esterno il processo si manifesta comecrescenza della forma umana fisica. Quando l’azionediretta del sole viene a mancare, manca pure all’animaumana la forza di dominare tali processi, e questi ven-gono gradatamente abbandonati; ne rimangono soltan-to quelle parti che devono far maturare il germe di cuiabbiamo parlato. L’uomo però abbandona allora il suocorpo e ritorna all’esistenza spirituale (non tutte leparti della massa terrestre sono impiegate alla costitu-zione dei corpi umani e non bisogna quindi immagi-narsi, che durante il periodo notturno la Terra constisolo dei cadaveri in dissoluzione e dei germi cheaspettano il risveglio, poichè tutti questi fanno parte dialtre formazioni costituitesi dalle sostanze della Terrae di cui parleremo in seguito).

Ma ormai il processo di condensazione delle so-stanze terrestri continua e all’elemento acqueo si ag-giunge l’elemento solido, o «terrestre» (nel senso oc-culto della parola). Allora, durante il suo periodo ter-restre, anche l’uomo comincia, a incorporarsi l’ele-mento terrestre. Non appena s’inizia tale processo, leforze che l’anima ha portato seco dal periodo in cuiera libera dal corpo perdono gran parte del loro pote-re; finora l’anima aveva elaborato il proprio corpo da-

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gli elementi fuoco, aria e acqua e lo aveva plasmato aseconda dei suoni che risuonavano intorno a lei, e del-le immagini di luce che l’attorniavano; ora, a causadella forma solida, l’anima non può più farlo, e altrepotenze intervengono ad organizzarlo. Quella partedell’uomo, che rimane indietro quando l’anima si al-lontana dal corpo, non è ormai più costituita da unsemplice germe che il ritorno dell’anima ridesta allavita, ma è una forma che contiene in sè la forza di vi-vificare sè stessa. L’anima, nel separarsi dalla forma,non lascia sulla Terra soltanto un’immagine di sè stes-sa, ma infonde in questa anche una parte della sua for-za vivificante. Ormai però, quando essa ricomparesulla Terra, non può più da sola risvegliarequell’immagine alla vita, ma occorre che la vivifica-zione si verifichi nell’immagine stessa. Le entità spiri-tuali, le quali agiscono esteriormente dal sole sullaTerra, mantengono ora la forza vivificatrice nei corpiumani, anche quando l’uomo stesso non si trova sullaTerra. L’anima, rincarnandosi, percepisce ormai nonsoltanto le onde sonore e le immagini luminose permezzo di cui sente le entità immediatamente superiori,ma acquistando l’elemento terrestre soggiaceall’influsso di quelle entità ancora più elevate, che sisono stabilite sul sole. L’uomo, prima, sentiva che ap-parteneva alle entità animico-spirituali alle quali sitrovava unito durante il tempo in cui era libero dalcorpo; il suo «Io» giaceva ancora nel loro grembo; daora in poi, durante l’incarnazione fisica, questo «Io»

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gli elementi fuoco, aria e acqua e lo aveva plasmato aseconda dei suoni che risuonavano intorno a lei, e del-le immagini di luce che l’attorniavano; ora, a causadella forma solida, l’anima non può più farlo, e altrepotenze intervengono ad organizzarlo. Quella partedell’uomo, che rimane indietro quando l’anima si al-lontana dal corpo, non è ormai più costituita da unsemplice germe che il ritorno dell’anima ridesta allavita, ma è una forma che contiene in sè la forza di vi-vificare sè stessa. L’anima, nel separarsi dalla forma,non lascia sulla Terra soltanto un’immagine di sè stes-sa, ma infonde in questa anche una parte della sua for-za vivificante. Ormai però, quando essa ricomparesulla Terra, non può più da sola risvegliarequell’immagine alla vita, ma occorre che la vivifica-zione si verifichi nell’immagine stessa. Le entità spiri-tuali, le quali agiscono esteriormente dal sole sullaTerra, mantengono ora la forza vivificatrice nei corpiumani, anche quando l’uomo stesso non si trova sullaTerra. L’anima, rincarnandosi, percepisce ormai nonsoltanto le onde sonore e le immagini luminose permezzo di cui sente le entità immediatamente superiori,ma acquistando l’elemento terrestre soggiaceall’influsso di quelle entità ancora più elevate, che sisono stabilite sul sole. L’uomo, prima, sentiva che ap-parteneva alle entità animico-spirituali alle quali sitrovava unito durante il tempo in cui era libero dalcorpo; il suo «Io» giaceva ancora nel loro grembo; daora in poi, durante l’incarnazione fisica, questo «Io»

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gli si presenta, così come gli si presentano tutti gli og-getti che lo attorniano nell’ambiente fisico. Ormai vierano sulla Terra delle copie indipendenti dell’essereumano animico-spirituale. Paragonate ai corpi umaniattuali, esse appaiono formate di materia più tenue,poichè le particelle terrestri che vi si trovavano fram-mischiate erano di sottilissima sostanza; succedeva aun dipresso così come succede all’uomo oggidì, quan-do accoglie a mezzo dell’olfatto le sostanze sottilissi-me emanate da un oggetto. I corpi umani erano comeombre, e, poichè erano distribuiti sull’intiera Terra,soggiacevano alle influenze di questa; influenze peròche erano di diverso genere, a seconda delle varie par-ti della superficie terrestre. Mentre prima le copie cor-poree corrispondevano agli uomini animici da cui ve-nivano vivificate, ed erano quindi uguali sull’intieraTerra, ora invece delle differenze si presentarono nelleforme umane; si preparò così ciò che più tardi dovevaessere la differenza delle razze. – Quando l’uomo cor-poreo divenne indipendente, si rallentò, fino a un de-terminato grado, la stretta connessione che esistevaprima fra gli uomini terrestri e il mondo animico-spi-rituale; ormai, quando l’anima lasciava il corpo, que-sto continuava a vivere, come fosse una specie di pro-lungamento della vita. Se l’evoluzione avesse conti-nuato a svolgersi in questo modo, la Terra, sottol’influenza dei suoi elementi solidi, avrebbe dovutoindurirsi. All’occhio del veggente, rivolto verso quelremotissimo passato, riesce palese, che i corpi umani,

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gli si presenta, così come gli si presentano tutti gli og-getti che lo attorniano nell’ambiente fisico. Ormai vierano sulla Terra delle copie indipendenti dell’essereumano animico-spirituale. Paragonate ai corpi umaniattuali, esse appaiono formate di materia più tenue,poichè le particelle terrestri che vi si trovavano fram-mischiate erano di sottilissima sostanza; succedeva aun dipresso così come succede all’uomo oggidì, quan-do accoglie a mezzo dell’olfatto le sostanze sottilissi-me emanate da un oggetto. I corpi umani erano comeombre, e, poichè erano distribuiti sull’intiera Terra,soggiacevano alle influenze di questa; influenze peròche erano di diverso genere, a seconda delle varie par-ti della superficie terrestre. Mentre prima le copie cor-poree corrispondevano agli uomini animici da cui ve-nivano vivificate, ed erano quindi uguali sull’intieraTerra, ora invece delle differenze si presentarono nelleforme umane; si preparò così ciò che più tardi dovevaessere la differenza delle razze. – Quando l’uomo cor-poreo divenne indipendente, si rallentò, fino a un de-terminato grado, la stretta connessione che esistevaprima fra gli uomini terrestri e il mondo animico-spi-rituale; ormai, quando l’anima lasciava il corpo, que-sto continuava a vivere, come fosse una specie di pro-lungamento della vita. Se l’evoluzione avesse conti-nuato a svolgersi in questo modo, la Terra, sottol’influenza dei suoi elementi solidi, avrebbe dovutoindurirsi. All’occhio del veggente, rivolto verso quelremotissimo passato, riesce palese, che i corpi umani,

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abbandonati dalle loro anime, vieppiù s’indurivano, econ l’andar del tempo le anime umane non avrebberopiù trovato materiale utilizzabile con cui congiungersial momento del loro ritorno sulla Terra; tutte le so-stanze utilizzabili per l’uomo sarebbero state adopera-te a riempire la Terra con i residui induriti delle passa-te incarnazioni.

Si verificò però a questo punto un evento, che mutòtutto il corso dell’evoluzione; tutto ciò che nella so-stanza solida terrestre poteva contribuire alla solidifi-cazione duratura venne eliminato. La nostra luna at-tuale abbandonò allora la Terra. Tutto ciò che nellaTerra aveva contribuito prima direttamente alla solidi-ficazione delle forme esercitò ormai un’azione più de-bole e indiretta dalla luna. Le entità superiori, da cuidipendeva la plasmatura delle forme, avevano decisodi esercitare la loro azione, non più dall’interno dellaTerra, ma dall’esterno; da questo fatto risultò una di-versità nelle forme umane corporee, che si può consi-derare come il principio della separazione dei sessi inmaschile e femminile. Le forme umani più tenui, cheabitavano prima la Terra per virtù della cooperazionein loro stesse delle due forze, e cioè del germe e dellaforza vivificante, produssero la nuova forma umana, illoro discendente. Questi discendenti cominciarono atrasformarsi; in un gruppo agì maggiormente la forzadel germe animico-spirituale; nell’altro, la forza delgerme vivificatore. Quest’azione si effettuò per il fat-to, che col distacco della luna dalla Terra la forza

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abbandonati dalle loro anime, vieppiù s’indurivano, econ l’andar del tempo le anime umane non avrebberopiù trovato materiale utilizzabile con cui congiungersial momento del loro ritorno sulla Terra; tutte le so-stanze utilizzabili per l’uomo sarebbero state adopera-te a riempire la Terra con i residui induriti delle passa-te incarnazioni.

Si verificò però a questo punto un evento, che mutòtutto il corso dell’evoluzione; tutto ciò che nella so-stanza solida terrestre poteva contribuire alla solidifi-cazione duratura venne eliminato. La nostra luna at-tuale abbandonò allora la Terra. Tutto ciò che nellaTerra aveva contribuito prima direttamente alla solidi-ficazione delle forme esercitò ormai un’azione più de-bole e indiretta dalla luna. Le entità superiori, da cuidipendeva la plasmatura delle forme, avevano decisodi esercitare la loro azione, non più dall’interno dellaTerra, ma dall’esterno; da questo fatto risultò una di-versità nelle forme umane corporee, che si può consi-derare come il principio della separazione dei sessi inmaschile e femminile. Le forme umani più tenui, cheabitavano prima la Terra per virtù della cooperazionein loro stesse delle due forze, e cioè del germe e dellaforza vivificante, produssero la nuova forma umana, illoro discendente. Questi discendenti cominciarono atrasformarsi; in un gruppo agì maggiormente la forzadel germe animico-spirituale; nell’altro, la forza delgerme vivificatore. Quest’azione si effettuò per il fat-to, che col distacco della luna dalla Terra la forza

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dell’elemento terrestre subì un affievolimento: la reci-proca azione delle due forze divenne ormai più debo-le, poichè si svolgeva in un unico corpo. In conse-guenza di ciò, il discendente pure era più delicato, piùtenue; comparve sulla Terra con un involucro pocodenso, e gradatamente soltanto si aggregò delle parti-celle più solide. In tal modo venne data di nuovoall’anima umana che ritornava sulla Terra la possibili-tà di riunirsi col corpo; essa ormai non lo vivificò piùdal di fuori, poichè la vivificazione si svolgeva sullaTerra stessa, ma si unì al corpo e ne determinò la cre-scenza, alla quale venne però assegnato un dato limi-te. A causa del distacco della luna il corpo umano, perun certo tempo, divenne flessibile; ma, quanto piùandò crescendo sulla Terra, tanto più, le forze solidifi-canti ripresero il sopravvento; alla fine l’anima nonpotè più partecipare che debolmente all’organizzazio-ne del corpo, e questo si decompose, mentre l’animaascendeva a una forma di esistenza animico-spirituale.

Si può osservare, come le forze che l’uomo è anda-to acquistando a grado a grado durante le evoluzionidi Saturno, del Sole e della Luna prendano parte gra-datamente al progresso umano durante il periodo ap-punto descritto della formazione della Terra. Anzituttoil corpo astrale, che contiene ancora disciolto in sèstesso il corpo vitale e il corpo fisico, viene acceso dalfuoco terrestre. Dall’essenza del corpo astrale vienead organizzarsi una parte astrale più sottile, l’animasenziente, e una parte più densa, eterica, che ormai en-

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dell’elemento terrestre subì un affievolimento: la reci-proca azione delle due forze divenne ormai più debo-le, poichè si svolgeva in un unico corpo. In conse-guenza di ciò, il discendente pure era più delicato, piùtenue; comparve sulla Terra con un involucro pocodenso, e gradatamente soltanto si aggregò delle parti-celle più solide. In tal modo venne data di nuovoall’anima umana che ritornava sulla Terra la possibili-tà di riunirsi col corpo; essa ormai non lo vivificò piùdal di fuori, poichè la vivificazione si svolgeva sullaTerra stessa, ma si unì al corpo e ne determinò la cre-scenza, alla quale venne però assegnato un dato limi-te. A causa del distacco della luna il corpo umano, perun certo tempo, divenne flessibile; ma, quanto piùandò crescendo sulla Terra, tanto più, le forze solidifi-canti ripresero il sopravvento; alla fine l’anima nonpotè più partecipare che debolmente all’organizzazio-ne del corpo, e questo si decompose, mentre l’animaascendeva a una forma di esistenza animico-spirituale.

Si può osservare, come le forze che l’uomo è anda-to acquistando a grado a grado durante le evoluzionidi Saturno, del Sole e della Luna prendano parte gra-datamente al progresso umano durante il periodo ap-punto descritto della formazione della Terra. Anzituttoil corpo astrale, che contiene ancora disciolto in sèstesso il corpo vitale e il corpo fisico, viene acceso dalfuoco terrestre. Dall’essenza del corpo astrale vienead organizzarsi una parte astrale più sottile, l’animasenziente, e una parte più densa, eterica, che ormai en-

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tra in contatto con gli elementi terrestri; si palesa allo-ra il corpo vitale, o eterico, che si era antecedentemen-te formato. E, mentre nell’uomo astrale si costituisco-no l’anima razionale e quella cosciente, si aggreganoal corpo eterico le parti più grossolane, suscettibiliall’influenza del suono e della luce. Al momento incui il corpo eterico ancora più si condensa, di guisache da corpo di luce, qual’era, diventa un corpo difuoco e di calore, si è raggiunto quel gradino dell’evo-luzione in cui, come abbiamo già detto, la partedell’elemento solido terrestre si incorpora nell’uomo.Poichè il corpo eterico si è condensato fino allo statodi fuoco, esso può ora, a mezzo anche delle forze delcorpo fisico di cui il germe già è stato deposto in lui,unirsi a quelle sostanze della Terra fisica che si sonoraffinate fino allo stato igneo. Ma il corpo eterico nonpotrebbe da per sè solo introdurre le sostanze aereenel corpo che si è andato vieppiù solidificando; inter-vengono perciò, come sopra è stato detto, quelle entitàpiù elevate, che dimorano sul sole e insufflano l’arianel corpo solidificato. Or dunque, mentre l’uomo, pervirtù del suo passato, possiede la forza di compene-trarsi del fuoco terrestre, delle entità più elevate insuf-flano l’aria nel suo corpo. Prima della sua costituzionecompleta il corpo vitale dell’uomo, come ricevitoredel suono, poteva dirigere le correnti dell’aria. Essointerpenetrava il proprio corpo fisico di vita; ora il suocorpo fisico riceve una vita esteriore, che per conse-guenza diviene indipendente dalla parte animica uma-

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tra in contatto con gli elementi terrestri; si palesa allo-ra il corpo vitale, o eterico, che si era antecedentemen-te formato. E, mentre nell’uomo astrale si costituisco-no l’anima razionale e quella cosciente, si aggreganoal corpo eterico le parti più grossolane, suscettibiliall’influenza del suono e della luce. Al momento incui il corpo eterico ancora più si condensa, di guisache da corpo di luce, qual’era, diventa un corpo difuoco e di calore, si è raggiunto quel gradino dell’evo-luzione in cui, come abbiamo già detto, la partedell’elemento solido terrestre si incorpora nell’uomo.Poichè il corpo eterico si è condensato fino allo statodi fuoco, esso può ora, a mezzo anche delle forze delcorpo fisico di cui il germe già è stato deposto in lui,unirsi a quelle sostanze della Terra fisica che si sonoraffinate fino allo stato igneo. Ma il corpo eterico nonpotrebbe da per sè solo introdurre le sostanze aereenel corpo che si è andato vieppiù solidificando; inter-vengono perciò, come sopra è stato detto, quelle entitàpiù elevate, che dimorano sul sole e insufflano l’arianel corpo solidificato. Or dunque, mentre l’uomo, pervirtù del suo passato, possiede la forza di compene-trarsi del fuoco terrestre, delle entità più elevate insuf-flano l’aria nel suo corpo. Prima della sua costituzionecompleta il corpo vitale dell’uomo, come ricevitoredel suono, poteva dirigere le correnti dell’aria. Essointerpenetrava il proprio corpo fisico di vita; ora il suocorpo fisico riceve una vita esteriore, che per conse-guenza diviene indipendente dalla parte animica uma-

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na. L’uomo lascia dietro di sè, quando abbandona laTerra, non soltanto il germe della sua forma, ma unavivente immagine di sè stesso. Gli «Spiriti della For-ma» rimangono ormai uniti a quell’immagine; essitrasferiscono la vita che hanno emanato nei discen-denti dell’uomo, quando l’anima umana ha abbando-nato il corpo. Si costituisce così ciò che si può chia-mare l’ereditarietà. Quando l’anima umana riapparesulla Terra, essa sente di abitare un corpo, in cui lavita è stata trasmessa dai suoi antenati, e sente unaparticolare attrazione verso quel corpo. In questomodo viene a formarsi una specie di memoria degliantenati con i quali l’anima si sente unita; questa me-moria si perpetua sotto forma di una coscienza comu-ne fra tutti i discendenti. L’«Io» scorre attraverso legenerazioni.

L’uomo, a questo punto della sua evoluzione, du-rante il suo soggiorno sulla Terra, si sentiva come es-sere indipendente. Egli sentiva che il fuoco interioredel suo corpo vitale era collegato al fuoco esterioredella Terra. Egli poteva avvertire il proprio «Io» nelcalore che scorreva in lui: in queste correnti di calorecontessute di vita si trova l’inizio della circolazionedel sangue. In ciò che scorreva in lui come aria,l’uomo non sentiva però interamente il proprio essere;operavano infatti in quell’aria le forze delle entità su-periori di cui abbiamo parlato. Nell’aria che scorrevaattraverso di lui rimaneva all’uomo però quella partedelle forze attive che gli apparteneva per virtù delle

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na. L’uomo lascia dietro di sè, quando abbandona laTerra, non soltanto il germe della sua forma, ma unavivente immagine di sè stesso. Gli «Spiriti della For-ma» rimangono ormai uniti a quell’immagine; essitrasferiscono la vita che hanno emanato nei discen-denti dell’uomo, quando l’anima umana ha abbando-nato il corpo. Si costituisce così ciò che si può chia-mare l’ereditarietà. Quando l’anima umana riapparesulla Terra, essa sente di abitare un corpo, in cui lavita è stata trasmessa dai suoi antenati, e sente unaparticolare attrazione verso quel corpo. In questomodo viene a formarsi una specie di memoria degliantenati con i quali l’anima si sente unita; questa me-moria si perpetua sotto forma di una coscienza comu-ne fra tutti i discendenti. L’«Io» scorre attraverso legenerazioni.

L’uomo, a questo punto della sua evoluzione, du-rante il suo soggiorno sulla Terra, si sentiva come es-sere indipendente. Egli sentiva che il fuoco interioredel suo corpo vitale era collegato al fuoco esterioredella Terra. Egli poteva avvertire il proprio «Io» nelcalore che scorreva in lui: in queste correnti di calorecontessute di vita si trova l’inizio della circolazionedel sangue. In ciò che scorreva in lui come aria,l’uomo non sentiva però interamente il proprio essere;operavano infatti in quell’aria le forze delle entità su-periori di cui abbiamo parlato. Nell’aria che scorrevaattraverso di lui rimaneva all’uomo però quella partedelle forze attive che gli apparteneva per virtù delle

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forze eteriche che egli si era antecedentemente forma-te. L’uomo dominava una parte di queste correnti diaria, e perciò non soltanto le entità superiori, ma eglistesso operava per quella parte alla propria costituzio-ne. Egli organizzava in sè le parti aeree a seconda del-le immagini del corpo suo astrale; mentre dall’esternol’aria lo penetrava, gettando le basi di ciò che poi di-verrà il processo respiratorio, una parte di aria venivaa formare interiormente un organismo, che rimase im-presso nell’uomo e divenne poi la base del sistemanervoso. Così a mezzo del calore e dell’aria l’uomo sitrovava allora in rapporto col mondo esteriore dellaTerra. Per contro egli non sentiva affatto la penetra-zione nel suo organismo degli elementi solidi dellaTerra; questi s’incorporavano in lui al momento dellasua rincarnazione sulla Terra, ma egli non poteva per-cepire tale processo direttamente; ne era oscuramentecosciente, per mezzo delle immagini delle entità supe-riori che vi prendevano parte. Sotto tali formed’immagini, come espressioni di entità superiori,l’uomo aveva percepito anche nel passato la penetra-zione degli elementi liquidi terrestri. A causa dellacondensazione della forma terrestre umana, queste im-magini hanno subìto un cambiamento nella coscienzadell’uomo. L’elemento liquido è ormai mischiato aquello solido, perciò anche questa penetrazione vienesentita come azione di entità superiori, che operanodall’esterno. L’uomo non può più avere nella sua ani-ma la forza di dirigere tale penetrazione, poichè

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forze eteriche che egli si era antecedentemente forma-te. L’uomo dominava una parte di queste correnti diaria, e perciò non soltanto le entità superiori, ma eglistesso operava per quella parte alla propria costituzio-ne. Egli organizzava in sè le parti aeree a seconda del-le immagini del corpo suo astrale; mentre dall’esternol’aria lo penetrava, gettando le basi di ciò che poi di-verrà il processo respiratorio, una parte di aria venivaa formare interiormente un organismo, che rimase im-presso nell’uomo e divenne poi la base del sistemanervoso. Così a mezzo del calore e dell’aria l’uomo sitrovava allora in rapporto col mondo esteriore dellaTerra. Per contro egli non sentiva affatto la penetra-zione nel suo organismo degli elementi solidi dellaTerra; questi s’incorporavano in lui al momento dellasua rincarnazione sulla Terra, ma egli non poteva per-cepire tale processo direttamente; ne era oscuramentecosciente, per mezzo delle immagini delle entità supe-riori che vi prendevano parte. Sotto tali formed’immagini, come espressioni di entità superiori,l’uomo aveva percepito anche nel passato la penetra-zione degli elementi liquidi terrestri. A causa dellacondensazione della forma terrestre umana, queste im-magini hanno subìto un cambiamento nella coscienzadell’uomo. L’elemento liquido è ormai mischiato aquello solido, perciò anche questa penetrazione vienesentita come azione di entità superiori, che operanodall’esterno. L’uomo non può più avere nella sua ani-ma la forza di dirigere tale penetrazione, poichè

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quest’ultima deve ormai servire al suo corpo, che vie-ne costituito dall’esteriore, e se egli tentasse di dirige-re da sè quel processo ne guasterebbe la forma. Pertale ragione ciò che egli introduce in sè dall’esternogli sembra provenire dalla forza di quelle entità supe-riori, che operano nella costituzione del suo corpo.L’uomo si sente un Io; ha in sè l’anima razionale,come parte del corpo astrale; con quella sperimentainteriormente come immagini ciò che si svolgeall’esterno, e a mezzo di essa impregna il suo delicatosistema nervoso. Egli sente di essere un discendentedegli antenati, per virtù della vita che scorre attraversole generazioni; ciò che respira e sente gli appare comeazione delle suddette entità superiori, cioè, degli «Spi-riti della Forma». Ed egli dipende da questi anche perquanto dai loro impulsi gli viene portato dall’esteriorecome nutrimento. La sua origine come individuo glirimane però oscura; sa soltanto a questo proposito diaver subito l’influenza degli Spiriti della Forma, i qua-li si manifestano nelle forze terrestri. L’uomo vienediretto e guidato nei suoi rapporti col mondo esteriore;ciò si manifesta nel fatto, che egli ha coscienza delleattività animico-spirituali che si esplicano dietro aquel suo mondo fisico; non percepisce le entità spiri-tuali nella loro vera forma, ma sperimenta nella pro-pria anima i suoni, i colori, ecc., e sa che in questomondo di rappresentazioni vivono le attività delle en-tità spirituali. Ciò che quelle entità, gli comunicano ri-suona in lui, e nelle immagini luminose egli vede la

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quest’ultima deve ormai servire al suo corpo, che vie-ne costituito dall’esteriore, e se egli tentasse di dirige-re da sè quel processo ne guasterebbe la forma. Pertale ragione ciò che egli introduce in sè dall’esternogli sembra provenire dalla forza di quelle entità supe-riori, che operano nella costituzione del suo corpo.L’uomo si sente un Io; ha in sè l’anima razionale,come parte del corpo astrale; con quella sperimentainteriormente come immagini ciò che si svolgeall’esterno, e a mezzo di essa impregna il suo delicatosistema nervoso. Egli sente di essere un discendentedegli antenati, per virtù della vita che scorre attraversole generazioni; ciò che respira e sente gli appare comeazione delle suddette entità superiori, cioè, degli «Spi-riti della Forma». Ed egli dipende da questi anche perquanto dai loro impulsi gli viene portato dall’esteriorecome nutrimento. La sua origine come individuo glirimane però oscura; sa soltanto a questo proposito diaver subito l’influenza degli Spiriti della Forma, i qua-li si manifestano nelle forze terrestri. L’uomo vienediretto e guidato nei suoi rapporti col mondo esteriore;ciò si manifesta nel fatto, che egli ha coscienza delleattività animico-spirituali che si esplicano dietro aquel suo mondo fisico; non percepisce le entità spiri-tuali nella loro vera forma, ma sperimenta nella pro-pria anima i suoni, i colori, ecc., e sa che in questomondo di rappresentazioni vivono le attività delle en-tità spirituali. Ciò che quelle entità, gli comunicano ri-suona in lui, e nelle immagini luminose egli vede la

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loro manifestazione. L’uomo terrestre però sente sèstesso più intimamente nelle rappresentazioni che ac-coglie dall’elemento del fuoco o del calore; distinguegià il suo proprio calore interiore da quello che scorrenell’ambiente terrestre. In quest’ultimo si manifestanogli Spiriti della Personalità. L’uomo però non ha cheun’oscura coscienza di ciò che sta dietro alle correntidel calore esterno; sente appunto in queste correntil’influenza degli Spiriti della Forma. Quando l’attivitàdel fuoco produce dei fenomeni potenti nell’ambientedell’uomo, l’anima sente: «Ora le entità spirituali sfol-gorano nell’ambiente della Terra, e una scintilla diquel fuoco si è staccata e ha permeato di calore la miainteriorità».

Nell’azione della luce l’uomo non distingue ancoraaltrettanto bene l’esteriore dall’interiore. Quando delleimmagini luminose sorgono nell’ambiente, esse nondestano nell’anima dell’uomo terrestre sempre il me-desimo sentimento. Vi furono periodi durante i qualil’uomo sentiva queste immagini luminose come este-riori, cioè, al tempo quando l’uomo, dallo stato incor-poreo, discendeva nell’incarnazione: il periodo dellasua crescenza sulla Terra. Quando poi si avvicinava ilmomento in cui si formava il germe per il nuovouomo terrestre, queste immagini impallidivano e ne ri-manevano all’uomo soltanto delle rappresentazioni in-teriori nella memoria. Quelle immagini luminose illu-stravano l’azione degli Spiriti del Fuoco (Arcangeli);apparivano all’uomo come ministri delle Entità del

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loro manifestazione. L’uomo terrestre però sente sèstesso più intimamente nelle rappresentazioni che ac-coglie dall’elemento del fuoco o del calore; distinguegià il suo proprio calore interiore da quello che scorrenell’ambiente terrestre. In quest’ultimo si manifestanogli Spiriti della Personalità. L’uomo però non ha cheun’oscura coscienza di ciò che sta dietro alle correntidel calore esterno; sente appunto in queste correntil’influenza degli Spiriti della Forma. Quando l’attivitàdel fuoco produce dei fenomeni potenti nell’ambientedell’uomo, l’anima sente: «Ora le entità spirituali sfol-gorano nell’ambiente della Terra, e una scintilla diquel fuoco si è staccata e ha permeato di calore la miainteriorità».

Nell’azione della luce l’uomo non distingue ancoraaltrettanto bene l’esteriore dall’interiore. Quando delleimmagini luminose sorgono nell’ambiente, esse nondestano nell’anima dell’uomo terrestre sempre il me-desimo sentimento. Vi furono periodi durante i qualil’uomo sentiva queste immagini luminose come este-riori, cioè, al tempo quando l’uomo, dallo stato incor-poreo, discendeva nell’incarnazione: il periodo dellasua crescenza sulla Terra. Quando poi si avvicinava ilmomento in cui si formava il germe per il nuovouomo terrestre, queste immagini impallidivano e ne ri-manevano all’uomo soltanto delle rappresentazioni in-teriori nella memoria. Quelle immagini luminose illu-stravano l’azione degli Spiriti del Fuoco (Arcangeli);apparivano all’uomo come ministri delle Entità del

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Fuoco, le quali avevano immerso una scintilla nellasua interiorità; quando le loro manifestazioni esteriorisi spensero, l’uomo le sperimentò nella sua interioritàsotto forma di rappresentazioni (ricordi). Egli si sentìcollegato con le loro forze, e lo era difatti, poichè, amezzo di ciò che aveva ricevuto da esse, egli potevaagire sull’ambiente circostante dell’aria la quale, sottotale influenza, cominciò a diventare luminosa. A queitempi le forze della natura e le forze dell’uomo nonerano già così nettamente separate come più tardi, ifenomeni terrestri dipendevano ancora principalmentedalle forze dell’uomo. Colui, che avesse potuto osser-vare a quel tempo dall’esteriore della Terra i processinaturali che in questa si svolgevano, avrebbe scorto inessi, non soltanto qualche cosa di indipendentedall’uomo, ma anche l’azione dell’uomo stesso. Lepercezioni sonore si manifestano all’uomo terrestre inmodo diverso; esse furono percepite come alcunchè diesteriore fin dal principio della vita terrestre. Mentrele immagini aeree furono percepite come esteriori finoalla metà dell’esistenza terrestre, i suoni esteriori po-terono essere uditi anche dopo quel tempo. Soltantoverso la fine della vita l’uomo terrestre divenne insen-sibile a quei suoni; gliene rimase il ricordo sotto for-ma d’immagini. Essi contenevano la manifestazionedei Figli della Vita (gli Angeli). Quando l’uomo, ver-so la fine della sua vita, si sentiva intimamente unitocon queste forze, egli poteva, imitandone l’azione,produrre degli effetti potenti sull’elemento-acqua del-

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Fuoco, le quali avevano immerso una scintilla nellasua interiorità; quando le loro manifestazioni esteriorisi spensero, l’uomo le sperimentò nella sua interioritàsotto forma di rappresentazioni (ricordi). Egli si sentìcollegato con le loro forze, e lo era difatti, poichè, amezzo di ciò che aveva ricevuto da esse, egli potevaagire sull’ambiente circostante dell’aria la quale, sottotale influenza, cominciò a diventare luminosa. A queitempi le forze della natura e le forze dell’uomo nonerano già così nettamente separate come più tardi, ifenomeni terrestri dipendevano ancora principalmentedalle forze dell’uomo. Colui, che avesse potuto osser-vare a quel tempo dall’esteriore della Terra i processinaturali che in questa si svolgevano, avrebbe scorto inessi, non soltanto qualche cosa di indipendentedall’uomo, ma anche l’azione dell’uomo stesso. Lepercezioni sonore si manifestano all’uomo terrestre inmodo diverso; esse furono percepite come alcunchè diesteriore fin dal principio della vita terrestre. Mentrele immagini aeree furono percepite come esteriori finoalla metà dell’esistenza terrestre, i suoni esteriori po-terono essere uditi anche dopo quel tempo. Soltantoverso la fine della vita l’uomo terrestre divenne insen-sibile a quei suoni; gliene rimase il ricordo sotto for-ma d’immagini. Essi contenevano la manifestazionedei Figli della Vita (gli Angeli). Quando l’uomo, ver-so la fine della sua vita, si sentiva intimamente unitocon queste forze, egli poteva, imitandone l’azione,produrre degli effetti potenti sull’elemento-acqua del-

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la Terra; con la sua influenza egli produceva un flussoe un riflusso nelle acque. L’uomo aveva delle perce-zioni gustative, soltanto durante il primo quarto dellasua vita terrestre; allora pure esse apparivano all’ani-ma come un ricordo delle esperienze attraversate du-rante il periodo del suo stato incorporeo, e finchè per-durarono, il corpo dell’uomo vieppiù si andò consoli-dando a mezzo dell’assimilazione delle sostanze este-riori. Durante il secondo quarto dell’esistenza terrestreil corpo umano continuò a crescere, ma la sua figuragià era completamente formata. L’uomo, durante quelperiodo di tempo, poteva percepire gli altri esseri chevivevano accanto a lui soltanto a mezzo dell’azionedel loro calore, della loro luce e del loro suono, poichènon era ancora capace di formarsi una rappresentazio-ne dell’elemento solido. Durante il primo quarto dellasua vita egli riceveva le impressioni gustative di cuiabbiamo parlato soltanto dall’elemento liquido. Il cor-po esteriore dell’uomo era come la riproduzione diquesto suo stato animico interiore. Le parti che conte-nevano la disposizione ad assumere più tardi la formadella testa erano più perfezionate, gli altri organi sipresentavano soltanto come appendici; erano pocochiari e nebulosi. Gli uomini non presentavano peròtutti il medesimo aspetto; a seconda delle condizioniterrestri in cui si svolgeva la loro vita presentavanodelle appendici più o meno sviluppate. Questa diffe-renza era determinata dalla diversità dell’ambienteterrestre in cui gli uomini risiedevano; dove gli uomi-

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la Terra; con la sua influenza egli produceva un flussoe un riflusso nelle acque. L’uomo aveva delle perce-zioni gustative, soltanto durante il primo quarto dellasua vita terrestre; allora pure esse apparivano all’ani-ma come un ricordo delle esperienze attraversate du-rante il periodo del suo stato incorporeo, e finchè per-durarono, il corpo dell’uomo vieppiù si andò consoli-dando a mezzo dell’assimilazione delle sostanze este-riori. Durante il secondo quarto dell’esistenza terrestreil corpo umano continuò a crescere, ma la sua figuragià era completamente formata. L’uomo, durante quelperiodo di tempo, poteva percepire gli altri esseri chevivevano accanto a lui soltanto a mezzo dell’azionedel loro calore, della loro luce e del loro suono, poichènon era ancora capace di formarsi una rappresentazio-ne dell’elemento solido. Durante il primo quarto dellasua vita egli riceveva le impressioni gustative di cuiabbiamo parlato soltanto dall’elemento liquido. Il cor-po esteriore dell’uomo era come la riproduzione diquesto suo stato animico interiore. Le parti che conte-nevano la disposizione ad assumere più tardi la formadella testa erano più perfezionate, gli altri organi sipresentavano soltanto come appendici; erano pocochiari e nebulosi. Gli uomini non presentavano peròtutti il medesimo aspetto; a seconda delle condizioniterrestri in cui si svolgeva la loro vita presentavanodelle appendici più o meno sviluppate. Questa diffe-renza era determinata dalla diversità dell’ambienteterrestre in cui gli uomini risiedevano; dove gli uomi-

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ni si trovarono maggiormente vincolati al mondo ter-restre, le appendici assumevano maggiore importanza.Quegli uomini, i quali all’inizio dell’evoluzione fisicaterrestre si trovavano per virtù della loro evoluzioneprecedente più maturi, di guisa da sperimentare fin dalprincipio, quando la Terra non si era ancora condensa-ta in aria, il contatto con l’elemento-fuoco, poteronoora sviluppare maggiormente i germi rudimentali del-la testa. E furono questi gli uomini costituiti più armo-nicamente. Altri uomini si trovarono pronti a venire acontatto con l’elemento-fuoco, soltanto quando la Ter-ra aveva già organizzato in sè l’elemento-aria. Questiuomini risultarono maggiormente dipendenti dallecondizioni esteriori di quanto non fossero gli altri. Iprimi sentivano nel calore chiaramente gli Spiriti dellaforma, e durante la loro vita terrestre conservavanocome il ricordo di aver appartenuto a quegli Spiriti edi essere stati assieme ad essi nello stato incorporeo.Gli uomini della seconda categoria non si ricordavanoche debolmente del loro stato incorporeo; sentivano laloro affinità col mondo spirituale principalmente attra-verso le influenze luminose degli Spiriti del Fuoco(Arcangeli ). Uomini di una terza categoria si trovava-no ancora più impigliati nell’esistenza terrestre, edessi poterono venire in contatto con l’elemento-fuocosoltanto quando la Terra si divise dal sole e accolsel’elemento acqueo. All’inizio della vita terrestre essinon avevano che un debolissimo senso della loro affi-nità col mondo spirituale, la sentirono soltanto dopo

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ni si trovarono maggiormente vincolati al mondo ter-restre, le appendici assumevano maggiore importanza.Quegli uomini, i quali all’inizio dell’evoluzione fisicaterrestre si trovavano per virtù della loro evoluzioneprecedente più maturi, di guisa da sperimentare fin dalprincipio, quando la Terra non si era ancora condensa-ta in aria, il contatto con l’elemento-fuoco, poteronoora sviluppare maggiormente i germi rudimentali del-la testa. E furono questi gli uomini costituiti più armo-nicamente. Altri uomini si trovarono pronti a venire acontatto con l’elemento-fuoco, soltanto quando la Ter-ra aveva già organizzato in sè l’elemento-aria. Questiuomini risultarono maggiormente dipendenti dallecondizioni esteriori di quanto non fossero gli altri. Iprimi sentivano nel calore chiaramente gli Spiriti dellaforma, e durante la loro vita terrestre conservavanocome il ricordo di aver appartenuto a quegli Spiriti edi essere stati assieme ad essi nello stato incorporeo.Gli uomini della seconda categoria non si ricordavanoche debolmente del loro stato incorporeo; sentivano laloro affinità col mondo spirituale principalmente attra-verso le influenze luminose degli Spiriti del Fuoco(Arcangeli ). Uomini di una terza categoria si trovava-no ancora più impigliati nell’esistenza terrestre, edessi poterono venire in contatto con l’elemento-fuocosoltanto quando la Terra si divise dal sole e accolsel’elemento acqueo. All’inizio della vita terrestre essinon avevano che un debolissimo senso della loro affi-nità col mondo spirituale, la sentirono soltanto dopo

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che l’azione degli Arcangeli e sopratutto degli Angeliebbe stimolata la vita delle loro rappresentazioni inte-riori. Al principio della loro vita terrestre sentivano in-vece degli impulsi prepotenti verso le azioni che pos-sono essere compiute nell’ambito delle condizioni ter-restri. Le appendici erano in loro particolarmente svi-luppate.

Prima che la luna si staccasse dalla Terra le forzelunari tendevano sempre più alla consolidazione diquest’ultima: ne risultò perciò il fatto, che fra i discen-denti dei germi lasciati indietro dagli uomini sullaTerra ve ne furono alcuni, in cui le anime che ritorna-vano dallo stato incorporeo non potevano più rincar-narsi. La forma di quei discendenti si era troppo indu-rita, e l’influsso lunare l’aveva resa troppo dissimiledalla forma umana, perchè delle anime umane vi sipotessero incarnare; alcune di queste perciò non trova-rono più in quelle condizioni la possibilità di ritornaresulla Terra; sole le anime più mature e più forti si sen-tivano in grado di trasformare il corpo terrestre duran-te la crescenza, in guisa da svilupparlo in forma uma-na. Alcuni soltanto dunque dei discendenti di queicorpi umani poterono divenire veicoli per gli uominiterrestri. Gli altri corpi invece, per causa della solidifi-cazione della loro forma, poterono accogliere soltantodelle anime di grado inferiore a quelle umane. Unaparte perciò delle anime umane si trovò costretta a ri-nunziare a prender parte all’evoluzione terrestre diquell’epoca e dovette avviarsi verso un altro genere di

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che l’azione degli Arcangeli e sopratutto degli Angeliebbe stimolata la vita delle loro rappresentazioni inte-riori. Al principio della loro vita terrestre sentivano in-vece degli impulsi prepotenti verso le azioni che pos-sono essere compiute nell’ambito delle condizioni ter-restri. Le appendici erano in loro particolarmente svi-luppate.

Prima che la luna si staccasse dalla Terra le forzelunari tendevano sempre più alla consolidazione diquest’ultima: ne risultò perciò il fatto, che fra i discen-denti dei germi lasciati indietro dagli uomini sullaTerra ve ne furono alcuni, in cui le anime che ritorna-vano dallo stato incorporeo non potevano più rincar-narsi. La forma di quei discendenti si era troppo indu-rita, e l’influsso lunare l’aveva resa troppo dissimiledalla forma umana, perchè delle anime umane vi sipotessero incarnare; alcune di queste perciò non trova-rono più in quelle condizioni la possibilità di ritornaresulla Terra; sole le anime più mature e più forti si sen-tivano in grado di trasformare il corpo terrestre duran-te la crescenza, in guisa da svilupparlo in forma uma-na. Alcuni soltanto dunque dei discendenti di queicorpi umani poterono divenire veicoli per gli uominiterrestri. Gli altri corpi invece, per causa della solidifi-cazione della loro forma, poterono accogliere soltantodelle anime di grado inferiore a quelle umane. Unaparte perciò delle anime umane si trovò costretta a ri-nunziare a prender parte all’evoluzione terrestre diquell’epoca e dovette avviarsi verso un altro genere di

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vita. Fin dal momento della separazione del sole dallaTerra, alcune anime non avevano trovato posto adattosu quest’ultima; esse vennero in certo qual modo tra-sferite, per poter proseguire nella loro evoluzione, sudi un pianeta, che si stava distaccando sotto la direzio-ne di entità cosmiche dalla sostanza cosmica universa-le, della quale la Terra formava parte al principio dellasua evoluzione fisica e da cui anche il sole si era di-staccato. Questo è il pianeta, alla manifestazione fisicadel quale vien dato dalla scienza esteriore il nome di«Giove».

(Noi parliamo qui sovente dei corpi celesti, dei pia-neti e dei loro nomi nel medesimo senso come ne par-lava l’antica scienza, che era in armonia con la scien-za dello Spirito. Come la Terra fisica è semplicementel’espressione fisica di un grande organismo spirituale-animico, così lo sono pure tutti gli altri corpi celesti;come il veggente, dicendo «Terra», non intende indi-care il semplice pianeta fisico, e dicendo «Sole», lasola stella fissa fisica, così, quando parla di «Giove» edi «Marte», egli intende riferirsi a vasti rapporti spiri-tuali. La forma dei corpi celesti ed i compiti ad essiassegnati sono naturalmente cambiati da quei tempi inpoi, anzi sotto un dato aspetto è cambiata anche laloro posizione nello spazio celeste; soltanto chi è ca-pace di seguire con lo sguardo del veggente l’evolu-zione di quei corpi celesti, risalendo fino a un remotis-simo passato, potrebbe rintracciare il rapporto dei pia-neti attuali con i loro predecessori). Su Giove, le ani-

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vita. Fin dal momento della separazione del sole dallaTerra, alcune anime non avevano trovato posto adattosu quest’ultima; esse vennero in certo qual modo tra-sferite, per poter proseguire nella loro evoluzione, sudi un pianeta, che si stava distaccando sotto la direzio-ne di entità cosmiche dalla sostanza cosmica universa-le, della quale la Terra formava parte al principio dellasua evoluzione fisica e da cui anche il sole si era di-staccato. Questo è il pianeta, alla manifestazione fisicadel quale vien dato dalla scienza esteriore il nome di«Giove».

(Noi parliamo qui sovente dei corpi celesti, dei pia-neti e dei loro nomi nel medesimo senso come ne par-lava l’antica scienza, che era in armonia con la scien-za dello Spirito. Come la Terra fisica è semplicementel’espressione fisica di un grande organismo spirituale-animico, così lo sono pure tutti gli altri corpi celesti;come il veggente, dicendo «Terra», non intende indi-care il semplice pianeta fisico, e dicendo «Sole», lasola stella fissa fisica, così, quando parla di «Giove» edi «Marte», egli intende riferirsi a vasti rapporti spiri-tuali. La forma dei corpi celesti ed i compiti ad essiassegnati sono naturalmente cambiati da quei tempi inpoi, anzi sotto un dato aspetto è cambiata anche laloro posizione nello spazio celeste; soltanto chi è ca-pace di seguire con lo sguardo del veggente l’evolu-zione di quei corpi celesti, risalendo fino a un remotis-simo passato, potrebbe rintracciare il rapporto dei pia-neti attuali con i loro predecessori). Su Giove, le ani-

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me di cui abbiamo parlato continuarono dapprima adevolvere, ma più tardi, quando la Terra si fu vieppiùsolidificata, divenne necessario di preparare un altroambiente a quelle anime, le quali avevano la capacitàdi dimorare per un dato tempo in un corpo indurito,ma ormai non potevano più risiedervi, perchè la soli-dificazione ne era troppo accentuata. Fu «Marte» cheofferse a queste anime un ambiente adatto per la loroevoluzione ulteriore. Già quando l’anima, ancora uni-ta col Sole, ne organizzava in sè gli elementi aerei, av-venne che delle anime non risultassero adatte perl’evoluzione terrestre; non potevano sopportare la fi-gura corporea terrestre, e dovettero perciò essere sot-tratte fin da quel tempo all’influsso diretto delle forzesolari; fu perciò necessario che queste agissero su diesse dal di fuori. Quelle anime trovarono allora su«Saturno» l’ambiente adatto alla loro evoluzione. Nelcorso dell’evoluzione terrestre perciò il numero delleforme umane andò diminuendo; vi furono delle formein cui non si erano incarnate anime umane. Questeforme potevano accogliere soltanto dei corpi astrali,così come i corpi fisici e i corpi vitali degli uomini liavevano accolti sull’antica Luna. Mentre la Terra siandava spopolando dei suoi abitatori umani, questi es-seri speciali vi si insediavano, e alla fine tutte le animeumane avrebbero dovuto abbandonare la Terra, se conil distacco della luna non fosse stata data la possibilitàalle forme umane, ancora capaci di albergare delleanime umane, di sottrarre durante la vita terrestre il

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me di cui abbiamo parlato continuarono dapprima adevolvere, ma più tardi, quando la Terra si fu vieppiùsolidificata, divenne necessario di preparare un altroambiente a quelle anime, le quali avevano la capacitàdi dimorare per un dato tempo in un corpo indurito,ma ormai non potevano più risiedervi, perchè la soli-dificazione ne era troppo accentuata. Fu «Marte» cheofferse a queste anime un ambiente adatto per la loroevoluzione ulteriore. Già quando l’anima, ancora uni-ta col Sole, ne organizzava in sè gli elementi aerei, av-venne che delle anime non risultassero adatte perl’evoluzione terrestre; non potevano sopportare la fi-gura corporea terrestre, e dovettero perciò essere sot-tratte fin da quel tempo all’influsso diretto delle forzesolari; fu perciò necessario che queste agissero su diesse dal di fuori. Quelle anime trovarono allora su«Saturno» l’ambiente adatto alla loro evoluzione. Nelcorso dell’evoluzione terrestre perciò il numero delleforme umane andò diminuendo; vi furono delle formein cui non si erano incarnate anime umane. Questeforme potevano accogliere soltanto dei corpi astrali,così come i corpi fisici e i corpi vitali degli uomini liavevano accolti sull’antica Luna. Mentre la Terra siandava spopolando dei suoi abitatori umani, questi es-seri speciali vi si insediavano, e alla fine tutte le animeumane avrebbero dovuto abbandonare la Terra, se conil distacco della luna non fosse stata data la possibilitàalle forme umane, ancora capaci di albergare delleanime umane, di sottrarre durante la vita terrestre il

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germe umano alle forze lunari emananti direttamentedalla Terra, e di lasciarlo maturare fino al momento, incui fosse poi possibile di esporlo a quelle forze. Fin-chè il germe umano si organizzava nell’interioritàdell’uomo, egli rimase sotto l’influsso di quegli esseri,i quali sotto la guida del loro capo più possente aveva-no staccato la luna dalla Terra, per far superare a que-sta un momento critico della sua evoluzione.

Quando la Terra ebbe sviluppato in sè l’elementoaereo, vi erano degli esseri astrali, come è stato de-scritto, rimasti indietro dall’antica Luna, e che si tro-vavano sulla via dell’evoluzione a un livello inferiorea quello delle più basse anime umane. Essi divennerole anime delle forme che gli uomini avevano dovutoabbandonare prima del distacco del sole; questi esserisono appunto i progenitori del regno animale. Nel cor-so del tempo essi svilupparono principalmente quegliorgani, che nell’uomo esistevano soltanto come ap-pendici; il loro corpo astrale doveva esercitare sul cor-po vitale e sul corpo fisico la medesima azione che ilcorpo astrale umano esercitava durante il periodo lu-nare. Gli animali così costituiti avevano anime chenon potevano abitare in un singolo animale; la mede-sima anima si estendeva anche sui discendenti dellaforma progenitrice. Gli animali che discendono essen-zialmente da una medesima forma hanno un’animacollettiva; soltanto quando il discendente, per qualchespeciale influenza, si allontana dalla forma primitiva,viene a incarnarsi una nuova anima animale. Riguardo

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germe umano alle forze lunari emananti direttamentedalla Terra, e di lasciarlo maturare fino al momento, incui fosse poi possibile di esporlo a quelle forze. Fin-chè il germe umano si organizzava nell’interioritàdell’uomo, egli rimase sotto l’influsso di quegli esseri,i quali sotto la guida del loro capo più possente aveva-no staccato la luna dalla Terra, per far superare a que-sta un momento critico della sua evoluzione.

Quando la Terra ebbe sviluppato in sè l’elementoaereo, vi erano degli esseri astrali, come è stato de-scritto, rimasti indietro dall’antica Luna, e che si tro-vavano sulla via dell’evoluzione a un livello inferiorea quello delle più basse anime umane. Essi divennerole anime delle forme che gli uomini avevano dovutoabbandonare prima del distacco del sole; questi esserisono appunto i progenitori del regno animale. Nel cor-so del tempo essi svilupparono principalmente quegliorgani, che nell’uomo esistevano soltanto come ap-pendici; il loro corpo astrale doveva esercitare sul cor-po vitale e sul corpo fisico la medesima azione che ilcorpo astrale umano esercitava durante il periodo lu-nare. Gli animali così costituiti avevano anime chenon potevano abitare in un singolo animale; la mede-sima anima si estendeva anche sui discendenti dellaforma progenitrice. Gli animali che discendono essen-zialmente da una medesima forma hanno un’animacollettiva; soltanto quando il discendente, per qualchespeciale influenza, si allontana dalla forma primitiva,viene a incarnarsi una nuova anima animale. Riguardo

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agli animali si può dunque dire, che secondo la scien-za dello Spirito posseggono una specie di anima digruppo o di specie.

Qualcosa di simile si verificò al momento della se-parazione del sole dalla Terra. Dall’elemento acqueouscirono delle forme che avevano raggiunto soltanto ilgrado di evoluzione che l’uomo aveva prima dell’anti-ca Luna. Esse potevano accogliere l’azione astralesoltanto quando l’influenza di questa veniva esercitatasu di loro dall’esteriore; ciò potè verificarsi soltantodopo l’allontanamento del sole dalla Terra. Ogni voltache la Terra attraversava il periodo solare l’elementoastrale del sole stimolava quelle forme per modo, cheesse formavano il loro corpo vitale traendolo dall’ele-mento eterico della Terra; quando il sole non era piùrivolto verso la Terra questo corpo vitale tornava afondersi con la vita generale della Terra. In conse-guenza della cooperazione dell’elemento astrale delsole e dell’elemento eterico della Terra sono emersedall’elemento acqueo le forme fisiche, che furono ipredecessori dell’attuale regno vegetale.

L’uomo è divenuto sulla Terra un essere animico in-dividualizzato; il suo corpo astrale, che gli era statoinfuso sulla Luna dagli Spiriti del Moto, si è organiz-zato sulla Terra costituendo l’anima senziente, l’animarazionale e l’anima cosciente. E, quando la sua animacosciente fu progredita in modo da potersi formare uncorpo adatto per la vita terrestre, gli Spiriti della For-ma donarono all’uomo una scintilla del loro fuoco:

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agli animali si può dunque dire, che secondo la scien-za dello Spirito posseggono una specie di anima digruppo o di specie.

Qualcosa di simile si verificò al momento della se-parazione del sole dalla Terra. Dall’elemento acqueouscirono delle forme che avevano raggiunto soltanto ilgrado di evoluzione che l’uomo aveva prima dell’anti-ca Luna. Esse potevano accogliere l’azione astralesoltanto quando l’influenza di questa veniva esercitatasu di loro dall’esteriore; ciò potè verificarsi soltantodopo l’allontanamento del sole dalla Terra. Ogni voltache la Terra attraversava il periodo solare l’elementoastrale del sole stimolava quelle forme per modo, cheesse formavano il loro corpo vitale traendolo dall’ele-mento eterico della Terra; quando il sole non era piùrivolto verso la Terra questo corpo vitale tornava afondersi con la vita generale della Terra. In conse-guenza della cooperazione dell’elemento astrale delsole e dell’elemento eterico della Terra sono emersedall’elemento acqueo le forme fisiche, che furono ipredecessori dell’attuale regno vegetale.

L’uomo è divenuto sulla Terra un essere animico in-dividualizzato; il suo corpo astrale, che gli era statoinfuso sulla Luna dagli Spiriti del Moto, si è organiz-zato sulla Terra costituendo l’anima senziente, l’animarazionale e l’anima cosciente. E, quando la sua animacosciente fu progredita in modo da potersi formare uncorpo adatto per la vita terrestre, gli Spiriti della For-ma donarono all’uomo una scintilla del loro fuoco:

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l’«Io» venne acceso in lui. Ogni qualvolta l’uomo ab-bandonava il corpo fisico, si trovava nel mondo spiri-tuale, in cui incontrava le entità, le quali durante leevoluzioni planetarie Saturno, Sole e Luna gli aveva-no dato il suo corpo fisico, il suo corpo vitale e il suocorpo astrale, e avevano contribuito alla sua evoluzio-ne fino al grado terrestre. Dal momento in cui la scin-tilla dell’«Io» venne accesa nella vita terrestre, uncambiamento si verificò anche nella vita incorporea.Prima di aver raggiunto questo punto della sua evolu-zione l’uomo non aveva nessuna indipendenza nelmondo spirituale; non si sentiva come un essere sepa-rato in quel mondo, ma gli sembrava di essere un artodell’organismo sublime costituito dalle entità superio-ri. L’esperienza dell’«Io» sulla Terra estende la suaazione anche nel mondo spirituale; l’uomo si sente or-mai, fino a un determinato grado, una unità anche inquel mondo, ma sente pure di essere a quello indisso-lubilmente legato. Durante il periodo incorporeo gliSpiriti della Forma gli si manifestano in aspetto anco-ra più sublime di quanto non gli si siano manifestatisulla Terra a mezzo della scintilla del suo «Io».

Con il distacco della luna dalla Terra si verificarononel mondo spirituale possibilità di esperienze perquelle anime disincarnate che erano connesse con taledivisione. Soltanto per virtù del fatto, che una partedelle forze formative della Terra era stata trasferitasulla luna, fu possibile continuare a formare sulla Ter-ra delle forme umane, capaci di accogliere l’indivi-

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l’«Io» venne acceso in lui. Ogni qualvolta l’uomo ab-bandonava il corpo fisico, si trovava nel mondo spiri-tuale, in cui incontrava le entità, le quali durante leevoluzioni planetarie Saturno, Sole e Luna gli aveva-no dato il suo corpo fisico, il suo corpo vitale e il suocorpo astrale, e avevano contribuito alla sua evoluzio-ne fino al grado terrestre. Dal momento in cui la scin-tilla dell’«Io» venne accesa nella vita terrestre, uncambiamento si verificò anche nella vita incorporea.Prima di aver raggiunto questo punto della sua evolu-zione l’uomo non aveva nessuna indipendenza nelmondo spirituale; non si sentiva come un essere sepa-rato in quel mondo, ma gli sembrava di essere un artodell’organismo sublime costituito dalle entità superio-ri. L’esperienza dell’«Io» sulla Terra estende la suaazione anche nel mondo spirituale; l’uomo si sente or-mai, fino a un determinato grado, una unità anche inquel mondo, ma sente pure di essere a quello indisso-lubilmente legato. Durante il periodo incorporeo gliSpiriti della Forma gli si manifestano in aspetto anco-ra più sublime di quanto non gli si siano manifestatisulla Terra a mezzo della scintilla del suo «Io».

Con il distacco della luna dalla Terra si verificarononel mondo spirituale possibilità di esperienze perquelle anime disincarnate che erano connesse con taledivisione. Soltanto per virtù del fatto, che una partedelle forze formative della Terra era stata trasferitasulla luna, fu possibile continuare a formare sulla Ter-ra delle forme umane, capaci di accogliere l’indivi-

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dualità delle anime. In questo modo l’individualitàumana venne a trovarsi nella sfera d’azione degli es-seri lunari. E durante lo stato incorporeo l’ecodell’individualità terrestre poteva farsi sentire soltantoperchè, anche durante quello stato, l’anima rimanevanella sfera degli Spiriti possenti, che avevano effettua-to la separazione della luna. Il processo si svolgevaper modo, che, immediatamente dopo l’abbandono delcorpo terrestre, l’anima non poteva vedere le sublimientità solari altro che in una luce riflessa dalle entitàlunari. Soltanto dopo essersi sufficientemente prepara-ta a mezzo della visione di quella luce riflessa l’animaarrivava alla visione diretta delle sublimi Entità solari.

Anche il regno minerale sulla Terra è nato da ciòche è stato eliminato dall’evoluzione generaledell’umanità; le sue forme, costituite dagli elementi ri-masti allo stato solido quando la luna si divise dallaTerra, attiravano soltanto l’essenza animica che era ri-masta al gradino dell’evoluzione saturnia, e perciò ca-pace soltanto di formare delle forme fisiche. Tutti glieventi di cui parliamo, e di cui parleremo in seguito, sisvolsero attraverso lunghissimi periodi di tempo, manon si tratta ora di precisarne la durata.

I processi descritti espongono l’evoluzione terrestredal suo aspetto esteriore; considerata invece sotto ilsuo aspetto spirituale ci appare nel modo seguente: leentità spirituali, le quali avevano tratto la luna dallaTerra, e unita ad essa la propria esistenza – diventandocosì esseri della luna terrestre –, per mezzo delle forze

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dualità delle anime. In questo modo l’individualitàumana venne a trovarsi nella sfera d’azione degli es-seri lunari. E durante lo stato incorporeo l’ecodell’individualità terrestre poteva farsi sentire soltantoperchè, anche durante quello stato, l’anima rimanevanella sfera degli Spiriti possenti, che avevano effettua-to la separazione della luna. Il processo si svolgevaper modo, che, immediatamente dopo l’abbandono delcorpo terrestre, l’anima non poteva vedere le sublimientità solari altro che in una luce riflessa dalle entitàlunari. Soltanto dopo essersi sufficientemente prepara-ta a mezzo della visione di quella luce riflessa l’animaarrivava alla visione diretta delle sublimi Entità solari.

Anche il regno minerale sulla Terra è nato da ciòche è stato eliminato dall’evoluzione generaledell’umanità; le sue forme, costituite dagli elementi ri-masti allo stato solido quando la luna si divise dallaTerra, attiravano soltanto l’essenza animica che era ri-masta al gradino dell’evoluzione saturnia, e perciò ca-pace soltanto di formare delle forme fisiche. Tutti glieventi di cui parliamo, e di cui parleremo in seguito, sisvolsero attraverso lunghissimi periodi di tempo, manon si tratta ora di precisarne la durata.

I processi descritti espongono l’evoluzione terrestredal suo aspetto esteriore; considerata invece sotto ilsuo aspetto spirituale ci appare nel modo seguente: leentità spirituali, le quali avevano tratto la luna dallaTerra, e unita ad essa la propria esistenza – diventandocosì esseri della luna terrestre –, per mezzo delle forze

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che da quest’ultimo corpo cosmico emanavano sullaTerra operarono una determinata formazionedell’organismo umano. La loro influenza agì sull’«Io»che l’uomo si era acquistato, e in special modosull’azione reciproca di questo «Io» col corpo astrale,il corpo eterico e il corpo fisico. Per virtù della loroinfluenza è sorta la possibilità nell’uomo di rifletterecoscientemente il saggio ordinamento del mondo, diriprodurlo come rispecchiato nella conoscenza. Ricor-diamoci che durante l’antica epoca lunare l’uomo, percausa del distacco del sole allora verificatosi, avevaacquistato una certa indipendenza nel suo organismo,un grado più libero di coscienza di quello che egli po-teva avere prima, sotto la diretta influenza degli esserisolari. Questa coscienza libera, indipendente, è ricom-parsa nuovamente – come retaggio dell’antica evolu-zione lunare – durante l’epoca dell’evoluzione terre-stre di cui ora parliamo; essa appunto, per mezzodell’influenza degli esseri della luna terrestre sopradescritti, avrebbe potuto essere nuovamente armoniz-zata con l’universo e diventarne, in certo qual modo,lo specchio. Ciò difatti sarebbe successo, se nes-sun’altra influenza si fosse affermata; l’uomo sarebbediventato un essere con una coscienza di cui le imma-gini avrebbero rispecchiato il mondo, però queste im-magini sarebbero state determinate per necessità natu-rale e non dalla propria iniziativa; ma tutto ciò non siè verificato. Intervennero nell’evoluzione dell’uomo,all’epoca appunto del distacco della luna, delle specia-

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che da quest’ultimo corpo cosmico emanavano sullaTerra operarono una determinata formazionedell’organismo umano. La loro influenza agì sull’«Io»che l’uomo si era acquistato, e in special modosull’azione reciproca di questo «Io» col corpo astrale,il corpo eterico e il corpo fisico. Per virtù della loroinfluenza è sorta la possibilità nell’uomo di rifletterecoscientemente il saggio ordinamento del mondo, diriprodurlo come rispecchiato nella conoscenza. Ricor-diamoci che durante l’antica epoca lunare l’uomo, percausa del distacco del sole allora verificatosi, avevaacquistato una certa indipendenza nel suo organismo,un grado più libero di coscienza di quello che egli po-teva avere prima, sotto la diretta influenza degli esserisolari. Questa coscienza libera, indipendente, è ricom-parsa nuovamente – come retaggio dell’antica evolu-zione lunare – durante l’epoca dell’evoluzione terre-stre di cui ora parliamo; essa appunto, per mezzodell’influenza degli esseri della luna terrestre sopradescritti, avrebbe potuto essere nuovamente armoniz-zata con l’universo e diventarne, in certo qual modo,lo specchio. Ciò difatti sarebbe successo, se nes-sun’altra influenza si fosse affermata; l’uomo sarebbediventato un essere con una coscienza di cui le imma-gini avrebbero rispecchiato il mondo, però queste im-magini sarebbero state determinate per necessità natu-rale e non dalla propria iniziativa; ma tutto ciò non siè verificato. Intervennero nell’evoluzione dell’uomo,all’epoca appunto del distacco della luna, delle specia-

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li entità spirituali, che avevano conservato tanta partedella loro natura lunare da non poter partecipareall’esodo del sole dalla Terra; erano pure escluse dalleinfluenze di quegli esseri, i quali esercitavano dallaluna terrestre un’azione sulla Terra. Questi esseri conl’antica natura lunare erano, in certo qual modo, rele-gati sulla Terra, ma la loro evoluzione era irregolare.Nella loro natura lunare contenevano appuntoquell’elemento di rivolta, che durante l’antica evolu-zione lunare si era ribellato agli Spiriti solari; ribellio-ne che era stata allora utile per gli uomini, perchè liaveva condotti a uno stato indipendente e libero di co-scienza. Le conseguenze della peculiare evoluzione diquesti esseri durante l’epoca terrestre fecero sì, che,durante questa evoluzione, divennero gli oppositori diquelle entità, che dalla luna cercavano di ridurre la co-scienza umana a dare un riflesso automatico del mon-do. Ciò che aveva aiutato gli uomini sull’antica Lunaad elevarsi ad uno stato superiore si trovò ad essere inopposizione con l’ordinamento che l’evoluzione terre-stre aveva reso possibile. Le potenze oppositrici ave-vano portato seco dalla natura lunare la forza di agiresul corpo astrale dell’uomo, cioè – nel senso già de-scritto – di renderlo indipendente, ed esercitaronoquesta forza dando al corpo astrale – ormai anche perl’epoca terrestre – una certa indipendenza rispetto allostato di coscienza automatico (non libero), sviluppaloper mezzo degli esseri della luna terrestre. È difficileesprimere con le parole abituali l’azione delle sudde-

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li entità spirituali, che avevano conservato tanta partedella loro natura lunare da non poter partecipareall’esodo del sole dalla Terra; erano pure escluse dalleinfluenze di quegli esseri, i quali esercitavano dallaluna terrestre un’azione sulla Terra. Questi esseri conl’antica natura lunare erano, in certo qual modo, rele-gati sulla Terra, ma la loro evoluzione era irregolare.Nella loro natura lunare contenevano appuntoquell’elemento di rivolta, che durante l’antica evolu-zione lunare si era ribellato agli Spiriti solari; ribellio-ne che era stata allora utile per gli uomini, perchè liaveva condotti a uno stato indipendente e libero di co-scienza. Le conseguenze della peculiare evoluzione diquesti esseri durante l’epoca terrestre fecero sì, che,durante questa evoluzione, divennero gli oppositori diquelle entità, che dalla luna cercavano di ridurre la co-scienza umana a dare un riflesso automatico del mon-do. Ciò che aveva aiutato gli uomini sull’antica Lunaad elevarsi ad uno stato superiore si trovò ad essere inopposizione con l’ordinamento che l’evoluzione terre-stre aveva reso possibile. Le potenze oppositrici ave-vano portato seco dalla natura lunare la forza di agiresul corpo astrale dell’uomo, cioè – nel senso già de-scritto – di renderlo indipendente, ed esercitaronoquesta forza dando al corpo astrale – ormai anche perl’epoca terrestre – una certa indipendenza rispetto allostato di coscienza automatico (non libero), sviluppaloper mezzo degli esseri della luna terrestre. È difficileesprimere con le parole abituali l’azione delle sudde-

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scritte entità spirituali sugli uomini in quei tempi pri-mordiali; non ce la dobbiamo raffigurare, nè come leinfluenze attuali della natura, e nemmeno come l’azio-ne che un uomo può esercitare sull’altro, quando ilprimo desta nel secondo, per mezzo di parole, delleforze interiori della coscienza, dalle quali quest’ultimoimpara a comprendere qualche cosa, o viene stimolatoalla virtù o al vizio. L’azione di cui parliamo in queitempi primordiali non era una forza naturale, maun’influenza spirituale, che esercitava azione pure spi-rituale e che veniva spiritualmente trasmessa dagli es-seri spirituali superiori all’uomo, in conformità delsuo stato di coscienza a quell’epoca. Se ci s’immaginaquell’azione come una forza della natura, non se necoglie affatto la vera essenza; se si dice invece, che leentità con l’antica natura lunare si avvicinaronoall’uomo per tentarlo e «sedurlo» ai loro scopi, ci siserve di un’espressione simbolica che è giusta, purchèci si ricordi che è un simbolo e ci si renda conto cheun fatto spirituale si nasconde dietro di esso.

L’azione esercitata dagli esseri spirituali rimasti in-dietro al grado lunare sull’uomo ebbe per quest’ultimoun doppio risultato. La sua coscienza venne in talmodo spogliata dalla caratteristica di semplice riflessodell’universo, perchè nel corpo astrale umano vennestimolata la possibilità di regolare e di dominare leimmagini della coscienza: l’uomo divenne il padronedella propria conoscenza. D’altra parte però il corpoastrale diventò il punto di partenza di questa padro-

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scritte entità spirituali sugli uomini in quei tempi pri-mordiali; non ce la dobbiamo raffigurare, nè come leinfluenze attuali della natura, e nemmeno come l’azio-ne che un uomo può esercitare sull’altro, quando ilprimo desta nel secondo, per mezzo di parole, delleforze interiori della coscienza, dalle quali quest’ultimoimpara a comprendere qualche cosa, o viene stimolatoalla virtù o al vizio. L’azione di cui parliamo in queitempi primordiali non era una forza naturale, maun’influenza spirituale, che esercitava azione pure spi-rituale e che veniva spiritualmente trasmessa dagli es-seri spirituali superiori all’uomo, in conformità delsuo stato di coscienza a quell’epoca. Se ci s’immaginaquell’azione come una forza della natura, non se necoglie affatto la vera essenza; se si dice invece, che leentità con l’antica natura lunare si avvicinaronoall’uomo per tentarlo e «sedurlo» ai loro scopi, ci siserve di un’espressione simbolica che è giusta, purchèci si ricordi che è un simbolo e ci si renda conto cheun fatto spirituale si nasconde dietro di esso.

L’azione esercitata dagli esseri spirituali rimasti in-dietro al grado lunare sull’uomo ebbe per quest’ultimoun doppio risultato. La sua coscienza venne in talmodo spogliata dalla caratteristica di semplice riflessodell’universo, perchè nel corpo astrale umano vennestimolata la possibilità di regolare e di dominare leimmagini della coscienza: l’uomo divenne il padronedella propria conoscenza. D’altra parte però il corpoastrale diventò il punto di partenza di questa padro-

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nanza, e l’«Io», ad esso superiore, si trovò invece aquello continuamente assoggettato. D’allora in poil’uomo rimase in tal modo esposto alla continua in-fluenza di un elemento inferiore della sua natura. Eglipotè discendere nella sua vita a un livello molto infe-riore a quello in cui era stato posto durante il corsodell’universo dalle entità della luna terrestre. D’allorain poi l’uomo, nella sua natura, rimase soggetto allacontinua influenza degli esseri lunari irregolarmenteevoluti appunto descritti, i quali si possono chiamare«Spiriti luciferici», rispetto a quegli altri spiriti, chedalla luna terrestre fecero della coscienza lo specchiodell’universo, ma che non concessero all’uomo nessu-na libertà di volontà. Gli spiriti luciferici diederoall’uomo la possibilità di esplicare nella sua coscienzapiena libertà di azione, ma lo esposero al contempoanche alla possibilità dell’errore e del male.

Per virtù di questi fatti l’uomo si trovò in un rap-porto con gli esseri solari diverso da quello assegnato-gli dagli spiriti della luna terrestre, i quali volevanosviluppare lo specchio della coscienza umana inmodo, che l’intiera vita dell’anima umana fosse domi-nata dall’influenza degli esseri solari. Ma gli eventi siopposero a queste loro intenzioni, venne a crearsinell’essere umano un’opposizione fra l’influenza delloSpirito solare e l’influenza degli spiriti lunari irrego-larmente evoluti. Da questo contrasto è sortanell’uomo anche l’incapacità di riconoscere la veranatura delle influenze solari, che rimasero per lui na-

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nanza, e l’«Io», ad esso superiore, si trovò invece aquello continuamente assoggettato. D’allora in poil’uomo rimase in tal modo esposto alla continua in-fluenza di un elemento inferiore della sua natura. Eglipotè discendere nella sua vita a un livello molto infe-riore a quello in cui era stato posto durante il corsodell’universo dalle entità della luna terrestre. D’allorain poi l’uomo, nella sua natura, rimase soggetto allacontinua influenza degli esseri lunari irregolarmenteevoluti appunto descritti, i quali si possono chiamare«Spiriti luciferici», rispetto a quegli altri spiriti, chedalla luna terrestre fecero della coscienza lo specchiodell’universo, ma che non concessero all’uomo nessu-na libertà di volontà. Gli spiriti luciferici diederoall’uomo la possibilità di esplicare nella sua coscienzapiena libertà di azione, ma lo esposero al contempoanche alla possibilità dell’errore e del male.

Per virtù di questi fatti l’uomo si trovò in un rap-porto con gli esseri solari diverso da quello assegnato-gli dagli spiriti della luna terrestre, i quali volevanosviluppare lo specchio della coscienza umana inmodo, che l’intiera vita dell’anima umana fosse domi-nata dall’influenza degli esseri solari. Ma gli eventi siopposero a queste loro intenzioni, venne a crearsinell’essere umano un’opposizione fra l’influenza delloSpirito solare e l’influenza degli spiriti lunari irrego-larmente evoluti. Da questo contrasto è sortanell’uomo anche l’incapacità di riconoscere la veranatura delle influenze solari, che rimasero per lui na-

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scoste dietro alle impressioni terrene del mondo este-riore. La parte astrale dell’uomo, riempita di questeimpressioni, venne attratta nella sfera dell’«Io». Que-sto «Io», il quale altrimenti avrebbe sentito soltanto lascintilla del fuoco conferitagli dagli Spiriti della For-ma, e, in tutto ciò che si riferiva al fuoco esteriore, sisarebbe sottomesso agli ordini di questi spiriti, agìd’ora innanzi sui fenomeni esteriori del calore, permezzo dell’elemento che in lui stesso era stato inocu-lato. Venne stabilita così una corrente di attrazione fradi esso e il fuoco terrestre, e in tal modo l’uomo fuspinto più addentro nella materialità terrestre, di quan-to era stato destinato. Mentre egli prima aveva un cor-po fisico costituito principalmente di fuoco, aria e ac-qua, e soltanto una specie di forma tenue di sostanzaterrestre, come fosse un’ombra, ora invece il corpo diterra divenne più denso. Mentre prima l’uomo, qualeessere sottilmente organizzato, si moveva rasentandoil suolo terrestre, librandosi come a nuoto sopra diesso, egli ormai dovette discendere dall’ambiente checircondava la Terra e poggiarsi su quelle parti di essa,che già più o meno si erano consolidate.

Che tali effetti fisici delle influenze spirituali de-scritte abbiano potuto presentarsi si spiega dal fatto,che si trattava d’influenze appunto del genere sopradetto, cioè, non d’influenze della natura, nè di quelleelle agiscono per via animica da uomo a uomo, e chenon penetrano con la loro azione nella corporeità al-trettanto quanto le forze spirituali di cui ora parliamo.

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scoste dietro alle impressioni terrene del mondo este-riore. La parte astrale dell’uomo, riempita di questeimpressioni, venne attratta nella sfera dell’«Io». Que-sto «Io», il quale altrimenti avrebbe sentito soltanto lascintilla del fuoco conferitagli dagli Spiriti della For-ma, e, in tutto ciò che si riferiva al fuoco esteriore, sisarebbe sottomesso agli ordini di questi spiriti, agìd’ora innanzi sui fenomeni esteriori del calore, permezzo dell’elemento che in lui stesso era stato inocu-lato. Venne stabilita così una corrente di attrazione fradi esso e il fuoco terrestre, e in tal modo l’uomo fuspinto più addentro nella materialità terrestre, di quan-to era stato destinato. Mentre egli prima aveva un cor-po fisico costituito principalmente di fuoco, aria e ac-qua, e soltanto una specie di forma tenue di sostanzaterrestre, come fosse un’ombra, ora invece il corpo diterra divenne più denso. Mentre prima l’uomo, qualeessere sottilmente organizzato, si moveva rasentandoil suolo terrestre, librandosi come a nuoto sopra diesso, egli ormai dovette discendere dall’ambiente checircondava la Terra e poggiarsi su quelle parti di essa,che già più o meno si erano consolidate.

Che tali effetti fisici delle influenze spirituali de-scritte abbiano potuto presentarsi si spiega dal fatto,che si trattava d’influenze appunto del genere sopradetto, cioè, non d’influenze della natura, nè di quelleelle agiscono per via animica da uomo a uomo, e chenon penetrano con la loro azione nella corporeità al-trettanto quanto le forze spirituali di cui ora parliamo.

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L’uomo, in balia delle sue rappresentazioni, sogget-to all’errore, si esponeva perciò alle influenze delmondo esteriore, tendeva a soddisfare i suoi istinti e lesue passioni, senza permettere che venissero regolatedalle influenze superiori spirituali; da questo fatto ènata la possibilità delle malattie. Per effetto specialedell’influsso luciferico l’uomo ormai non potè piùsentire la sua singola vita terrestre come la continua-zione dell’esistenza incorporea. Egli accolse le in-fluenze terrestri, le quali potevano essere sperimentateper mezzo dell’elemento astrale che gli era stato ino-culato, e che si unirono alle forze distruttive per il cor-po fisico, e sentì in questo modo il decadimento dellapropria esistenza fisica. La «morte» si è presentata nelmondo per causa della natura umana stessa. Si trattaqui di un importante mistero della natura umana, cioè,del rapporto del corpo astrale umano con le malattie econ la morte.

Delle condizioni importanti si verificarono alloraper il corpo vitale umano. Esso si trovò posto fra ilcorpo fisico e il corpo astrale, in guisa da rimaneresente, in certo qual modo, dalle facoltà che l’uomoaveva assimilate per mezzo delle influenze luciferi-che; una parte di esso rimase talmente al di fuori delcorpo fisico da non poter essere dominata che dalleentità superiori, e si sottrasse al dominio dell’Io. Detteentità superiori erano quelle che al momento del di-stacco del sole avevano abbandonato la Terra sotto laguida dell’Essere più elevato della loro gerarchia, per

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L’uomo, in balia delle sue rappresentazioni, sogget-to all’errore, si esponeva perciò alle influenze delmondo esteriore, tendeva a soddisfare i suoi istinti e lesue passioni, senza permettere che venissero regolatedalle influenze superiori spirituali; da questo fatto ènata la possibilità delle malattie. Per effetto specialedell’influsso luciferico l’uomo ormai non potè piùsentire la sua singola vita terrestre come la continua-zione dell’esistenza incorporea. Egli accolse le in-fluenze terrestri, le quali potevano essere sperimentateper mezzo dell’elemento astrale che gli era stato ino-culato, e che si unirono alle forze distruttive per il cor-po fisico, e sentì in questo modo il decadimento dellapropria esistenza fisica. La «morte» si è presentata nelmondo per causa della natura umana stessa. Si trattaqui di un importante mistero della natura umana, cioè,del rapporto del corpo astrale umano con le malattie econ la morte.

Delle condizioni importanti si verificarono alloraper il corpo vitale umano. Esso si trovò posto fra ilcorpo fisico e il corpo astrale, in guisa da rimaneresente, in certo qual modo, dalle facoltà che l’uomoaveva assimilate per mezzo delle influenze luciferi-che; una parte di esso rimase talmente al di fuori delcorpo fisico da non poter essere dominata che dalleentità superiori, e si sottrasse al dominio dell’Io. Detteentità superiori erano quelle che al momento del di-stacco del sole avevano abbandonato la Terra sotto laguida dell’Essere più elevato della loro gerarchia, per

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Page 255: La scienza occulta -   · PDF fileno ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma

procurarsi una nuova dimora. Se questa parte del cor-po vitale umano fosse rimasta unita al corpo astrale,l’uomo avrebbe avuto a propria disposizione le forzesupersensibili di cui prima disponeva; avrebbe estesol’influsso luciferico su quelle forze, si sarebbe stacca-to gradatamente del tutto dalle entità solari, e il suo Iosarebbe divenuto completamente un Io terrestre.Avrebbe potuto accadere che questo Io terrestre, dopola morte del corpo fisico (o pure anche durante il de-cadere di esso), penetrasse in un altro corpo fisico, inun discendente del primo, senza traversare uno stadiodi unione con le entità spirituali superiori passandoper uno stato incorporeo. L’uomo sarebbe giunto cosìalla coscienza del suo Io, ma solamente come «Io ter-restre». Questa possibilità venne evitata per mezzo delprocesso attraversato dal corpo vitale per opera degliesseri della luna terrestre. Il vero Io individuale rimasein tal modo talmente poco attaccato al semplice Io ter-restre, che l’uomo, durante la vita terrestre, sentivasolo in parte il proprio ego, ma sentiva al contempo ilsuo Io terrestre come una continuazione attraverso legenerazioni dell’Io terrestre dei suoi progenitori.L’anima sentiva nella vita terrestre una specie di «Iodi gruppo», che risaliva fino ai più lontani antenati, el’uomo si sentiva come un arto di questo gruppo. Solodurante lo stato incorporeo l’Io individuale potevasentirsi come un essere separato; ma a questo statod’isolamento noceva il fatto, che l’Io rimaneva attac-cato al ricordo della coscienza terrestre (Io terrestre),

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procurarsi una nuova dimora. Se questa parte del cor-po vitale umano fosse rimasta unita al corpo astrale,l’uomo avrebbe avuto a propria disposizione le forzesupersensibili di cui prima disponeva; avrebbe estesol’influsso luciferico su quelle forze, si sarebbe stacca-to gradatamente del tutto dalle entità solari, e il suo Iosarebbe divenuto completamente un Io terrestre.Avrebbe potuto accadere che questo Io terrestre, dopola morte del corpo fisico (o pure anche durante il de-cadere di esso), penetrasse in un altro corpo fisico, inun discendente del primo, senza traversare uno stadiodi unione con le entità spirituali superiori passandoper uno stato incorporeo. L’uomo sarebbe giunto cosìalla coscienza del suo Io, ma solamente come «Io ter-restre». Questa possibilità venne evitata per mezzo delprocesso attraversato dal corpo vitale per opera degliesseri della luna terrestre. Il vero Io individuale rimasein tal modo talmente poco attaccato al semplice Io ter-restre, che l’uomo, durante la vita terrestre, sentivasolo in parte il proprio ego, ma sentiva al contempo ilsuo Io terrestre come una continuazione attraverso legenerazioni dell’Io terrestre dei suoi progenitori.L’anima sentiva nella vita terrestre una specie di «Iodi gruppo», che risaliva fino ai più lontani antenati, el’uomo si sentiva come un arto di questo gruppo. Solodurante lo stato incorporeo l’Io individuale potevasentirsi come un essere separato; ma a questo statod’isolamento noceva il fatto, che l’Io rimaneva attac-cato al ricordo della coscienza terrestre (Io terrestre),

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ricordo che offuscava la visione del mondo spirituale,la quale cominciò, durante il periodo fra morte e na-scita, ad essere ricoperta come da un velo, allo stessomodo come può succedere per lo sguardo fisico sullaTerra.

La manifestazione fisica di tutti i cambiamenti chesi svolgevano nel mondo spirituale, mentre l’evoluzio-ne umana attraversava le diverse condizioni che ab-biamo descritte, si ebbe nella graduale regolarizzazio-ne dei reciproci rapporti fra sole, luna e Terra (e anchedi altri corpi celesti). Una delle conseguenze di questinuovi rapporti è l’alternarsi del giorno e della notte. (Imovimenti dei corpi celesti sono regolati dalle entitàche vi dimorano. Il movimento della Terra, per cuigiorno e notte si alternano, venne prodotto dal recipro-co rapporto dei differenti spiriti superiori agli uomini.Allo stesso modo avvenne per il movimento dellaluna; infatti, dopo il distacco dalla Terra, la sua rota-zione attorno a questa diede modo agli Spiriti dellaForma di agire sul corpo fisico umano in maniera con-veniente, con ritmo giusto). Durante il giorno l’Io e ilcorpo astrale dell’uomo lavorarono ormai nel corpo fi-sico e nel corpo vitale; di notte quest’azione si arresta-va, e l’Io e il corpo astrale uscivano dal corpo fisico edal corpo vitale. Essi penetravano allora completa-mente nella sfera dei Figli della Vita (Angeli), degliSpiriti del Fuoco (Arcangeli), degli Spiriti della Perso-nalità e degli Spiriti della Forma. A quel tempo, oltreagli Spiriti della Forma, anche gli Spiriti del Moto, gli

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ricordo che offuscava la visione del mondo spirituale,la quale cominciò, durante il periodo fra morte e na-scita, ad essere ricoperta come da un velo, allo stessomodo come può succedere per lo sguardo fisico sullaTerra.

La manifestazione fisica di tutti i cambiamenti chesi svolgevano nel mondo spirituale, mentre l’evoluzio-ne umana attraversava le diverse condizioni che ab-biamo descritte, si ebbe nella graduale regolarizzazio-ne dei reciproci rapporti fra sole, luna e Terra (e anchedi altri corpi celesti). Una delle conseguenze di questinuovi rapporti è l’alternarsi del giorno e della notte. (Imovimenti dei corpi celesti sono regolati dalle entitàche vi dimorano. Il movimento della Terra, per cuigiorno e notte si alternano, venne prodotto dal recipro-co rapporto dei differenti spiriti superiori agli uomini.Allo stesso modo avvenne per il movimento dellaluna; infatti, dopo il distacco dalla Terra, la sua rota-zione attorno a questa diede modo agli Spiriti dellaForma di agire sul corpo fisico umano in maniera con-veniente, con ritmo giusto). Durante il giorno l’Io e ilcorpo astrale dell’uomo lavorarono ormai nel corpo fi-sico e nel corpo vitale; di notte quest’azione si arresta-va, e l’Io e il corpo astrale uscivano dal corpo fisico edal corpo vitale. Essi penetravano allora completa-mente nella sfera dei Figli della Vita (Angeli), degliSpiriti del Fuoco (Arcangeli), degli Spiriti della Perso-nalità e degli Spiriti della Forma. A quel tempo, oltreagli Spiriti della Forma, anche gli Spiriti del Moto, gli

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Page 257: La scienza occulta -   · PDF fileno ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma

Spiriti della Saggezza e i Troni abbracciavano il corpofisico e il corpo vitale nella loro sfera d’azione; così leinfluenze deleterie esercitate durante il giornosull’uomo, per causa degli errori del corpo astrale, ve-nivano in certo qual modo corrette.

Ora che gli uomini cominciavano di nuovo ad au-mentare di numero sulla Terra non vi era più ragionealcuna che le anime umane non potessero incarnarsinei loro discendenti. L’influenza delle forze della lunaterrestre operava in modo da rendere i corpi umaniperfettamente adatti ad accogliere le anime umane;tutte quelle prima emigrate su Marte, su Giove, ecc.vennero nuovamente dirette verso la Terra: cosicchève ne fu una pronta per ogni discendente umano chenasceva nel corso delle generazioni. Ciò durò per lun-go spazio di tempo, per modo che il ritorno delle ani-me alla Terra corrispose all’aumento del numero degliuomini. Quelle anime, che abbandonavano ormai ilcorpo per causa della morte terrestre, conservavanocome in un ricordo, durante lo stato incorporeo, la ecodella loro individualità terrestre. Il ricordo operava inmaniera, che, quando un corpo ad esse adatto rinasce-va sulla Terra, esse vi si rincarnavano. Nella progenieumana si riscontrarono dunque in seguito uomini dicui l’anima si era trovata sulla Terra ai tempi primor-diali e vi ritornava ora per la prima volta, e anime chesi erano rincarnate già parecchie volte sulla Terra. Colproseguire dell’evoluzione il numero delle anime gio-vani che venivano per la prima volta sulla Terra andò

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Spiriti della Saggezza e i Troni abbracciavano il corpofisico e il corpo vitale nella loro sfera d’azione; così leinfluenze deleterie esercitate durante il giornosull’uomo, per causa degli errori del corpo astrale, ve-nivano in certo qual modo corrette.

Ora che gli uomini cominciavano di nuovo ad au-mentare di numero sulla Terra non vi era più ragionealcuna che le anime umane non potessero incarnarsinei loro discendenti. L’influenza delle forze della lunaterrestre operava in modo da rendere i corpi umaniperfettamente adatti ad accogliere le anime umane;tutte quelle prima emigrate su Marte, su Giove, ecc.vennero nuovamente dirette verso la Terra: cosicchève ne fu una pronta per ogni discendente umano chenasceva nel corso delle generazioni. Ciò durò per lun-go spazio di tempo, per modo che il ritorno delle ani-me alla Terra corrispose all’aumento del numero degliuomini. Quelle anime, che abbandonavano ormai ilcorpo per causa della morte terrestre, conservavanocome in un ricordo, durante lo stato incorporeo, la ecodella loro individualità terrestre. Il ricordo operava inmaniera, che, quando un corpo ad esse adatto rinasce-va sulla Terra, esse vi si rincarnavano. Nella progenieumana si riscontrarono dunque in seguito uomini dicui l’anima si era trovata sulla Terra ai tempi primor-diali e vi ritornava ora per la prima volta, e anime chesi erano rincarnate già parecchie volte sulla Terra. Colproseguire dell’evoluzione il numero delle anime gio-vani che venivano per la prima volta sulla Terra andò

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diminuendo, e andò crescendo invece, quello delleanime già spesso rincarnate; l’umanità rimase però co-stituita per lungo tempo da queste due categorie di uo-mini. Sulla Terra l’uomo si sentì sempre maggiormen-te collegato con i suoi progenitori a mezzo dell’Io digruppo, che aveva comune con essi. L’esperienzadell’Io individuale divenne invece molto più forte du-rante lo stato incorporeo fra la morte e una nuova na-scita. Le anime che dagli spazi celesti penetravano neicorpi umani si trovavano in condizione diversa daquelle che avevano già attraversato una o più incarna-zioni; le prime portarono come anime alla vita fisicasoltanto il risultato delle esperienze fatte nel mondospirituale superiore e al di fuori della sfera terrestre; leseconde avevano creato delle nuove condizioni pro-prie per mezzo delle loro vite precedenti. La sorte del-le prime era determinata soltanto da fatti estranei allenuove condizioni terrestri; quella invece delle secon-de, delle anime rincarnate, era anche determinata daciò che esse avevano operato nelle precedenti vitesvolte nelle condizioni terrestri. Con la rincarnazioneè comparso al contempo il Karma individuale umano.Per il fatto che il corpo vitale umano era stato sottrattoal corpo astrale nel modo appunto descritto, la funzio-ne della generazione non era compresa nell’ambitodella coscienza umana, ma rimase sotto il dominio delmondo spirituale. Quando un’anima doveva discende-re sulla Terra sorgeva negli uomini l’impulso di pro-creare; per la coscienza umana l’intero processo rima-

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diminuendo, e andò crescendo invece, quello delleanime già spesso rincarnate; l’umanità rimase però co-stituita per lungo tempo da queste due categorie di uo-mini. Sulla Terra l’uomo si sentì sempre maggiormen-te collegato con i suoi progenitori a mezzo dell’Io digruppo, che aveva comune con essi. L’esperienzadell’Io individuale divenne invece molto più forte du-rante lo stato incorporeo fra la morte e una nuova na-scita. Le anime che dagli spazi celesti penetravano neicorpi umani si trovavano in condizione diversa daquelle che avevano già attraversato una o più incarna-zioni; le prime portarono come anime alla vita fisicasoltanto il risultato delle esperienze fatte nel mondospirituale superiore e al di fuori della sfera terrestre; leseconde avevano creato delle nuove condizioni pro-prie per mezzo delle loro vite precedenti. La sorte del-le prime era determinata soltanto da fatti estranei allenuove condizioni terrestri; quella invece delle secon-de, delle anime rincarnate, era anche determinata daciò che esse avevano operato nelle precedenti vitesvolte nelle condizioni terrestri. Con la rincarnazioneè comparso al contempo il Karma individuale umano.Per il fatto che il corpo vitale umano era stato sottrattoal corpo astrale nel modo appunto descritto, la funzio-ne della generazione non era compresa nell’ambitodella coscienza umana, ma rimase sotto il dominio delmondo spirituale. Quando un’anima doveva discende-re sulla Terra sorgeva negli uomini l’impulso di pro-creare; per la coscienza umana l’intero processo rima-

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neva, fino a un certo grado, avvolto in un’oscurità mi-steriosa.

Ma le conseguenze della parziale separazione delcorpo vitale dal fisico si fecero sentire anche durantela vita terrestre: le facoltà del primo potevano esseremolto intensificate per mezzo dell’influenza spiritua-le. Nella vita dell’anima questa intensificazione si ma-nifestava nel perfezionamento della memoria. Il pen-siero logico indipendente si trovava a quel momentodell’esistenza umana al suo primo inizio; d’altra partela memoria quasi non aveva limiti. Esteriormente eraevidente che l’uomo aveva la conoscenza diretta delleforze attive di tutto ciò che vive, che poteva disporredelle forze vitali e generative del regno animale e spe-cialmente del regno vegetale. L’uomo poteva estrarre,per esempio, dalla pianta la forza che la spinge a cre-scere, e utilizzarla come utilizza oggidì le forze dellanatura inanimata – per esempio, la forza latente nelcarbone – per mettere in movimento le macchine(maggiori schiarimenti su tale argomento si trovanonel mio libro «La cronaca dell’Akasha», dove parlodegli antenati umani, e anche nel breve mio scritto «Inostri progenitori atlantei»). Anche la via animica in-teriore degli uomini subì grandi mutamenti per effettodell’influsso luciferico. Si potrebbero indicare molti evarii sentimenti ed emozioni sorti da quell’influenza;ne citeremo qualcuno. Fino al momento in cui è inter-venuto l’influsso luciferico, l’anima uniformava il suolavoro, tutto ciò che doveva fare e formare, alle diret-

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neva, fino a un certo grado, avvolto in un’oscurità mi-steriosa.

Ma le conseguenze della parziale separazione delcorpo vitale dal fisico si fecero sentire anche durantela vita terrestre: le facoltà del primo potevano esseremolto intensificate per mezzo dell’influenza spiritua-le. Nella vita dell’anima questa intensificazione si ma-nifestava nel perfezionamento della memoria. Il pen-siero logico indipendente si trovava a quel momentodell’esistenza umana al suo primo inizio; d’altra partela memoria quasi non aveva limiti. Esteriormente eraevidente che l’uomo aveva la conoscenza diretta delleforze attive di tutto ciò che vive, che poteva disporredelle forze vitali e generative del regno animale e spe-cialmente del regno vegetale. L’uomo poteva estrarre,per esempio, dalla pianta la forza che la spinge a cre-scere, e utilizzarla come utilizza oggidì le forze dellanatura inanimata – per esempio, la forza latente nelcarbone – per mettere in movimento le macchine(maggiori schiarimenti su tale argomento si trovanonel mio libro «La cronaca dell’Akasha», dove parlodegli antenati umani, e anche nel breve mio scritto «Inostri progenitori atlantei»). Anche la via animica in-teriore degli uomini subì grandi mutamenti per effettodell’influsso luciferico. Si potrebbero indicare molti evarii sentimenti ed emozioni sorti da quell’influenza;ne citeremo qualcuno. Fino al momento in cui è inter-venuto l’influsso luciferico, l’anima uniformava il suolavoro, tutto ciò che doveva fare e formare, alle diret-

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tive delle entità spirituali superiori. Il piano di ciò chedoveva essere compiuto era tracciato a priori, e la co-scienza umana, in ordine al grado del suo sviluppo,poteva anche prevedere come gli eventi avvenire sisarebbero svolti in conformità di quel piano prestabili-to. Questa coscienza profetica andò perduta, quando lemanifestazioni delle entità superiori vennero occultatedal velo delle percezioni terrestri, e che in queste sinascosero le vere forze delle entità solari. Il futuro di-venne ormai incerto, e per tal ragione s’introdussenell’anima il senso della paura, che è una conseguenzadiretta dell’errore. Si può vedere però anche come, pervirtù dell’influsso luciferico, l’uomo abbia potuto di-ventare indipendente da alcune determinate forze dacui prima dipendeva ciecamente, e prendere decisionidettate dalla propria volontà. La libertà è il risultato diquest’influsso, la paura e altri sentimenti simili nonsono che i fenomeni che accompagnano l’evoluzionedell’uomo verso la libertà. Considerata spiritualmente,la paura è comparsa perchè nella sfera delle forze ter-restri, sotto l’influenza delle quali l’uomo era stato po-sto per mezzo delle potenze luciferiche, operavanodelle altre potenze, che si erano sviluppate irregolar-mente, nel corso dell’evoluzione, molto prima dellepotenze luciferiche. L’uomo accolse nella sua naturacon le forze terrestri l’influenza di queste potenze irre-golari, che diedero la caratteristica della paura a deisentimenti, che si sarebbero altrimenti esplicati inmodo affatto diverso. Si può dare a queste entità il

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tive delle entità spirituali superiori. Il piano di ciò chedoveva essere compiuto era tracciato a priori, e la co-scienza umana, in ordine al grado del suo sviluppo,poteva anche prevedere come gli eventi avvenire sisarebbero svolti in conformità di quel piano prestabili-to. Questa coscienza profetica andò perduta, quando lemanifestazioni delle entità superiori vennero occultatedal velo delle percezioni terrestri, e che in queste sinascosero le vere forze delle entità solari. Il futuro di-venne ormai incerto, e per tal ragione s’introdussenell’anima il senso della paura, che è una conseguenzadiretta dell’errore. Si può vedere però anche come, pervirtù dell’influsso luciferico, l’uomo abbia potuto di-ventare indipendente da alcune determinate forze dacui prima dipendeva ciecamente, e prendere decisionidettate dalla propria volontà. La libertà è il risultato diquest’influsso, la paura e altri sentimenti simili nonsono che i fenomeni che accompagnano l’evoluzionedell’uomo verso la libertà. Considerata spiritualmente,la paura è comparsa perchè nella sfera delle forze ter-restri, sotto l’influenza delle quali l’uomo era stato po-sto per mezzo delle potenze luciferiche, operavanodelle altre potenze, che si erano sviluppate irregolar-mente, nel corso dell’evoluzione, molto prima dellepotenze luciferiche. L’uomo accolse nella sua naturacon le forze terrestri l’influenza di queste potenze irre-golari, che diedero la caratteristica della paura a deisentimenti, che si sarebbero altrimenti esplicati inmodo affatto diverso. Si può dare a queste entità il

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nome di arimaniche; sono le medesime che da Goethesono state chiamate mefistofeliche.

L’influsso luciferico agì dapprima soltanto sugli uo-mini maggiormente progrediti, ma in breve estese lapropria azione anche sugli altri. I discendenti dei pri-mi si mischiarono ai discendenti dei meno progreditinei quali l’influsso luciferico potè in tal modo purepenetrare. Ma il corpo vitale delle anime che ritorna-vano dai pianeti non poteva essere altrettanto ben pro-tetto quanto quello dei discendenti di coloro che eranorimasti sulla Terra. La protezione di questi ultimi ema-nava da un’entità sublime, che guidava il cosmo, al-lorchè il sole si distaccò dalla Terra; questa Entità è ilreggente del regno solare. Gli spiriti, i quali mercè laloro evoluzione cosmica avevano raggiunto il gradonecessario di maturità, seguirono quell’entità, quandoessa prese stanza sul sole; esistevano però anche degliesseri; al momento della separazione del sole, che nonavevano raggiunto tale altezza di evoluzione, e chedovettero cercare un’altra dimora. Ad essi principal-mente è dovuto il fatto, che Giove e altri pianeti sistaccarono dalla sostanza cosmica generale, che stavada principio nell’organismo fisico terrestre. Giove di-venne la dimora degli esseri non ancora abbastanzaevoluti per elevarsi all’altezza del sole, e l’entità chefra essi era più evoluta divenne la guida di Giove.Come la guida dell’evoluzione solare divenne l’«Iosuperiore», che agiva sul corpo vitale dei discendentidi coloro che erano rimasti stilla Terra, così pure la

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nome di arimaniche; sono le medesime che da Goethesono state chiamate mefistofeliche.

L’influsso luciferico agì dapprima soltanto sugli uo-mini maggiormente progrediti, ma in breve estese lapropria azione anche sugli altri. I discendenti dei pri-mi si mischiarono ai discendenti dei meno progreditinei quali l’influsso luciferico potè in tal modo purepenetrare. Ma il corpo vitale delle anime che ritorna-vano dai pianeti non poteva essere altrettanto ben pro-tetto quanto quello dei discendenti di coloro che eranorimasti sulla Terra. La protezione di questi ultimi ema-nava da un’entità sublime, che guidava il cosmo, al-lorchè il sole si distaccò dalla Terra; questa Entità è ilreggente del regno solare. Gli spiriti, i quali mercè laloro evoluzione cosmica avevano raggiunto il gradonecessario di maturità, seguirono quell’entità, quandoessa prese stanza sul sole; esistevano però anche degliesseri; al momento della separazione del sole, che nonavevano raggiunto tale altezza di evoluzione, e chedovettero cercare un’altra dimora. Ad essi principal-mente è dovuto il fatto, che Giove e altri pianeti sistaccarono dalla sostanza cosmica generale, che stavada principio nell’organismo fisico terrestre. Giove di-venne la dimora degli esseri non ancora abbastanzaevoluti per elevarsi all’altezza del sole, e l’entità chefra essi era più evoluta divenne la guida di Giove.Come la guida dell’evoluzione solare divenne l’«Iosuperiore», che agiva sul corpo vitale dei discendentidi coloro che erano rimasti stilla Terra, così pure la

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guida di Giove divenne l’«Io superiore», che pervasecome una coscienza collettiva gli uomini, derivatidall’unione dei discendenti di coloro che erano rimastisulla Terra con i discendenti di quegli uomini i quali,come abbiamo descritto, erano apparsi sulla Terra perla prima volta durante il periodo dell’elemento-aria, esi erano trasferiti su Giove. Attenendoci ai concettidella scienza dello Spirito possiamo chiamarli «uomi-ni di Giove». Erano essi i discendenti di quegli uominii quali; in quegli antichi tempi, già avevano accoltoanime umane, ma non abbastanza mature, all’iniziodell’evoluzione della Terra, per sopportare il contattodel fuoco. Erano anime intermedie, fra il regno delleanime umane e il regno delle anime animali. Esisteva-no altresì esseri, i quali sotto la guida del loro compa-gno più evoluto avevano distaccato Marte dalla so-stanza cosmica universale per farne la loro dimora;sotto il loro influsso si costituì una terza categoria diuomini da loro derivata, e cioè, «gli uomini di Marte»(queste cognizioni gettano luce sulle origini della co-stituzione del nostro sistema solare, poichè tutti i corpidi questo sistema sono nati dalla diversità del grado dimaturità degli esseri che li abitavano; naturalmentenon possiamo addentrarci qui in tutti i particolari dellaformazione cosmica). Gli uomini, i quali sentivano nelloro corpo vitale l’influenza del sublime Essere solare,si possono chiamare «Uomini solari», L’Essere che vi-veva in essi come «Io superiore» – ben inteso nellegenerazioni, non nel singolo individuo – è il medesi-

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guida di Giove divenne l’«Io superiore», che pervasecome una coscienza collettiva gli uomini, derivatidall’unione dei discendenti di coloro che erano rimastisulla Terra con i discendenti di quegli uomini i quali,come abbiamo descritto, erano apparsi sulla Terra perla prima volta durante il periodo dell’elemento-aria, esi erano trasferiti su Giove. Attenendoci ai concettidella scienza dello Spirito possiamo chiamarli «uomi-ni di Giove». Erano essi i discendenti di quegli uominii quali; in quegli antichi tempi, già avevano accoltoanime umane, ma non abbastanza mature, all’iniziodell’evoluzione della Terra, per sopportare il contattodel fuoco. Erano anime intermedie, fra il regno delleanime umane e il regno delle anime animali. Esisteva-no altresì esseri, i quali sotto la guida del loro compa-gno più evoluto avevano distaccato Marte dalla so-stanza cosmica universale per farne la loro dimora;sotto il loro influsso si costituì una terza categoria diuomini da loro derivata, e cioè, «gli uomini di Marte»(queste cognizioni gettano luce sulle origini della co-stituzione del nostro sistema solare, poichè tutti i corpidi questo sistema sono nati dalla diversità del grado dimaturità degli esseri che li abitavano; naturalmentenon possiamo addentrarci qui in tutti i particolari dellaformazione cosmica). Gli uomini, i quali sentivano nelloro corpo vitale l’influenza del sublime Essere solare,si possono chiamare «Uomini solari», L’Essere che vi-veva in essi come «Io superiore» – ben inteso nellegenerazioni, non nel singolo individuo – è il medesi-

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mo che più tardi, quando gli uomini giunsero ad aver-ne una cognizione cosciente, fu chiamato con diversinomi, e che agli uomini attuali si presenta come il Cri-sto. Un altro gruppo era costituito dagli «uomini diSaturno». Fra di essi agiva come «Io superiore» unEssere, il quale aveva dovuto allontanarsi con i suoicompagni dalla sostanza generale cosmica prima dellaseparazione del sole. Questi uomini erano costituiti inmodo, che una parte del corpo vitale, e anche una par-te del corpo fisico, era rimasta immune dall’influssoluciferico.

Il corpo vitale degli uomini che si trovavano a un li-vello inferiore di evoluzione non era sufficientementeprotetto, in modo da potersi difendere dall’influenzadelle entità luciferiche. Questi uomini potevano esten-dere l’azione della scintilla di fuoco contenuta nel loro«Io» in modo da provocare nel loro ambiente dellemanifestazioni ignee potenti e dannose; ne risultò unatremenda catastrofe terrestre. La tempesta di fuoco di-strusse buona parte della Terra allora abitata, e conessa perirono gli uomini che erano caduti nell’errore;soltanto un piccolo gruppo di uomini, che ne era rima-sto ancora immune, potè trovar salvezza su di un pun-to della Terra, che era stato tenuto fino allora al riparodalle influenze nocive umane. La dimora specialmenteadatta per la nuova umanità fu quella regione dellaTerra oggi ricoperta dall’Oceano Atlantico; in essa sistabilì la parte dell’umanità che era rimasta, fino a uncerto segno, immune dall’errore; le altre regioni furo-

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mo che più tardi, quando gli uomini giunsero ad aver-ne una cognizione cosciente, fu chiamato con diversinomi, e che agli uomini attuali si presenta come il Cri-sto. Un altro gruppo era costituito dagli «uomini diSaturno». Fra di essi agiva come «Io superiore» unEssere, il quale aveva dovuto allontanarsi con i suoicompagni dalla sostanza generale cosmica prima dellaseparazione del sole. Questi uomini erano costituiti inmodo, che una parte del corpo vitale, e anche una par-te del corpo fisico, era rimasta immune dall’influssoluciferico.

Il corpo vitale degli uomini che si trovavano a un li-vello inferiore di evoluzione non era sufficientementeprotetto, in modo da potersi difendere dall’influenzadelle entità luciferiche. Questi uomini potevano esten-dere l’azione della scintilla di fuoco contenuta nel loro«Io» in modo da provocare nel loro ambiente dellemanifestazioni ignee potenti e dannose; ne risultò unatremenda catastrofe terrestre. La tempesta di fuoco di-strusse buona parte della Terra allora abitata, e conessa perirono gli uomini che erano caduti nell’errore;soltanto un piccolo gruppo di uomini, che ne era rima-sto ancora immune, potè trovar salvezza su di un pun-to della Terra, che era stato tenuto fino allora al riparodalle influenze nocive umane. La dimora specialmenteadatta per la nuova umanità fu quella regione dellaTerra oggi ricoperta dall’Oceano Atlantico; in essa sistabilì la parte dell’umanità che era rimasta, fino a uncerto segno, immune dall’errore; le altre regioni furo-

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no abitate soltanto da piccoli nuclei dispersi di uomi-ni. La scienza dello Spirito chiama «Atlantide» quellaparte della Terra che allora era situata fra gli attualicontinenti: Europa, Africa e America. (Nella letteratu-ra teosofica il periodo dell’evoluzione umana ora de-scritto viene chiamato il periodo lemurico terrestre;immediatamente dopo di quello viene il periodo atlan-teo. Il periodo invece, durante il quale le forze lunarinon avevano ancora esplicato la loro azione principa-le, è chiamato il periodo iperboreo; e questo è statopreceduto da un altro periodo che corrisponde ai pri-missimi tempi dell’evoluzione fisica terrestre. Nellatradizione biblica il tempo antecedente all’azionedell’influsso luciferico vien descritto come l’epoca delParadiso, e la discesa dell’uomo sulla Terra, la sua pe-netrazione nel mondo dei sensi, vien chiamata la cac-ciata dal Paradiso).

Il periodo atlanteo dell’evoluzione fu il tempo incui avvenne effettivamente la divisione dell’umanitàin uomini di Saturno, uomini del Sole, uomini di Gio-ve e uomini di Marte, divisione che prima era soloallo stato embrionale. Orbene, l’alternarsi del sonno edella veglia ebbe, per l’essere umano, conseguenzeimportanti, che si palesarono particolarmentenell’umanità atlantea. Durante la notte il corpo astralee l’Io penetravano nella sfera delle entità superioriall’uomo, fino agli Spiriti della Personalità. Per mezzodella parte del corpo vitale che non era unita al corpofisico, l’uomo percepiva i Figli della Vita (Angeli) e

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no abitate soltanto da piccoli nuclei dispersi di uomi-ni. La scienza dello Spirito chiama «Atlantide» quellaparte della Terra che allora era situata fra gli attualicontinenti: Europa, Africa e America. (Nella letteratu-ra teosofica il periodo dell’evoluzione umana ora de-scritto viene chiamato il periodo lemurico terrestre;immediatamente dopo di quello viene il periodo atlan-teo. Il periodo invece, durante il quale le forze lunarinon avevano ancora esplicato la loro azione principa-le, è chiamato il periodo iperboreo; e questo è statopreceduto da un altro periodo che corrisponde ai pri-missimi tempi dell’evoluzione fisica terrestre. Nellatradizione biblica il tempo antecedente all’azionedell’influsso luciferico vien descritto come l’epoca delParadiso, e la discesa dell’uomo sulla Terra, la sua pe-netrazione nel mondo dei sensi, vien chiamata la cac-ciata dal Paradiso).

Il periodo atlanteo dell’evoluzione fu il tempo incui avvenne effettivamente la divisione dell’umanitàin uomini di Saturno, uomini del Sole, uomini di Gio-ve e uomini di Marte, divisione che prima era soloallo stato embrionale. Orbene, l’alternarsi del sonno edella veglia ebbe, per l’essere umano, conseguenzeimportanti, che si palesarono particolarmentenell’umanità atlantea. Durante la notte il corpo astralee l’Io penetravano nella sfera delle entità superioriall’uomo, fino agli Spiriti della Personalità. Per mezzodella parte del corpo vitale che non era unita al corpofisico, l’uomo percepiva i Figli della Vita (Angeli) e

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gli Spiriti del Fuoco (Arcangeli), perchè durante ilsonno egli poteva rimanere collegato con la parte delcorpo vitale che non era compenetrata dal corpo fisi-co. La sua percezione degli Spiriti della Personalitànon era però chiara, a cagione dell’influsso luciferico.Ma, mentre l’uomo si trovava nella condizione cheabbiamo descritta, diventavano per lui visibili, oltregli Angeli e gli Arcangeli, anche quegli esseri, i quali,arrestatisi allo stato solare e lunare, non avevano potu-to penetrare nell’esistenza terrestre, e dovevano rima-nere perciò nel mondo animico-spirituale. L’uomoperò, per mezzo dell’influenza luciferica, li attrassenell’ambito della parte della sua anima che era separa-ta dal corpo fisico; egli entrò in tal modo in contattocon degli esseri che spiegarono su di lui un’azionecorruttrice. Essi intensificarono nella sua anima la ten-denza all’errore, spingendolo specialmente a fare cat-tivo uso delle forze della crescenza e della riproduzio-ne che, per causa della separazione del corpo fisico edel corpo vitale, egli poteva ormai dominare.

Venne ormai data ad alcuni uomini del periodoatlanteo la possibilità di non immergersi completa-mente nel mondo dei sensi; per mezzo di essi l’influs-so luciferico, invece di essere un ostacolo all’evolu-zione dell’umanità, divenne un mezzo di ulteriore pro-gresso. Per virtù dell’influenza luciferica gli uomini sitrovarono in condizione di sviluppare la conoscenzadelle cose terrene assai prima di quanto altrimenti sa-rebbe stato possibile. Essi cercarono perciò di allonta-

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gli Spiriti del Fuoco (Arcangeli), perchè durante ilsonno egli poteva rimanere collegato con la parte delcorpo vitale che non era compenetrata dal corpo fisi-co. La sua percezione degli Spiriti della Personalitànon era però chiara, a cagione dell’influsso luciferico.Ma, mentre l’uomo si trovava nella condizione cheabbiamo descritta, diventavano per lui visibili, oltregli Angeli e gli Arcangeli, anche quegli esseri, i quali,arrestatisi allo stato solare e lunare, non avevano potu-to penetrare nell’esistenza terrestre, e dovevano rima-nere perciò nel mondo animico-spirituale. L’uomoperò, per mezzo dell’influenza luciferica, li attrassenell’ambito della parte della sua anima che era separa-ta dal corpo fisico; egli entrò in tal modo in contattocon degli esseri che spiegarono su di lui un’azionecorruttrice. Essi intensificarono nella sua anima la ten-denza all’errore, spingendolo specialmente a fare cat-tivo uso delle forze della crescenza e della riproduzio-ne che, per causa della separazione del corpo fisico edel corpo vitale, egli poteva ormai dominare.

Venne ormai data ad alcuni uomini del periodoatlanteo la possibilità di non immergersi completa-mente nel mondo dei sensi; per mezzo di essi l’influs-so luciferico, invece di essere un ostacolo all’evolu-zione dell’umanità, divenne un mezzo di ulteriore pro-gresso. Per virtù dell’influenza luciferica gli uomini sitrovarono in condizione di sviluppare la conoscenzadelle cose terrene assai prima di quanto altrimenti sa-rebbe stato possibile. Essi cercarono perciò di allonta-

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nare l’errore dalle loro rappresentazioni e di approfon-dire i fenomeni dell’universo per rintracciare le inten-zioni originarie delle entità spirituali. Si tennero lonta-ni dalle passioni e dai desideri del corpo astrale chetendono soltanto al mondo dei sensi, e si liberarono intal modo sempre più dagli errori di quel corpo. Questadisciplina provocò in essi uno stato di coscienza, permezzo del quale percepivano soltanto con quella partedel corpo vitale, che era separata dal corpo fisico nelmodo testè descritto. Durante questo stato le possibili-tà di percezione del corpo fisico erano annientate, equest’ultimo era come morto. Essi si trovavano alloracompletamente collegati, per mezzo del corpo vitale,col regno degli Spiriti della Forma, e da questi poteva-no sapere, come fossero condotti e diretti da quella su-blime Entità che li guidava quando avvenne la separa-zione del sole e della Terra, cioè dal «Cristo». Tali uo-mini erano degli «Iniziati»; però, siccome l’individua-lità umana si trovava nel modo già descritto nel cam-po d’azione degli esseri lunari, gl’Iniziati non poteva-no entrare in contatto diretto con la Entità del Cristo;ma ne potevano soltanto contemplare il riflesso attra-verso gli esseri lunari. Essi non vedevano direttamentel’Entità-Cristo, non ne vedevano che il riflesso. Questiuomini divennero le guide del resto dell’umanità a cuipoterono comunicare i segreti da loro veduti, e attira-rono dei discepoli, ai quali insegnarono la via checonduce all’Iniziazione. Alla conoscenza del «Cristo»potevano però giungere soltanto coloro, che apparte-

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nare l’errore dalle loro rappresentazioni e di approfon-dire i fenomeni dell’universo per rintracciare le inten-zioni originarie delle entità spirituali. Si tennero lonta-ni dalle passioni e dai desideri del corpo astrale chetendono soltanto al mondo dei sensi, e si liberarono intal modo sempre più dagli errori di quel corpo. Questadisciplina provocò in essi uno stato di coscienza, permezzo del quale percepivano soltanto con quella partedel corpo vitale, che era separata dal corpo fisico nelmodo testè descritto. Durante questo stato le possibili-tà di percezione del corpo fisico erano annientate, equest’ultimo era come morto. Essi si trovavano alloracompletamente collegati, per mezzo del corpo vitale,col regno degli Spiriti della Forma, e da questi poteva-no sapere, come fossero condotti e diretti da quella su-blime Entità che li guidava quando avvenne la separa-zione del sole e della Terra, cioè dal «Cristo». Tali uo-mini erano degli «Iniziati»; però, siccome l’individua-lità umana si trovava nel modo già descritto nel cam-po d’azione degli esseri lunari, gl’Iniziati non poteva-no entrare in contatto diretto con la Entità del Cristo;ma ne potevano soltanto contemplare il riflesso attra-verso gli esseri lunari. Essi non vedevano direttamentel’Entità-Cristo, non ne vedevano che il riflesso. Questiuomini divennero le guide del resto dell’umanità a cuipoterono comunicare i segreti da loro veduti, e attira-rono dei discepoli, ai quali insegnarono la via checonduce all’Iniziazione. Alla conoscenza del «Cristo»potevano però giungere soltanto coloro, che apparte-

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nevano all’umanità solare di cui sopra è stato parlato.Essi coltivavano la loro scienza occulta e le disciplineche vi conducono in una località speciale, alla quale diaccordo con la scienza dello Spirito, si può dare ilnome di Oracolo di Cristo o del Sole (il termine «ora-colo» serve a indicare un luogo dove vengono svelatele intenzioni delle entità spirituali).

Altri oracoli sono sorti per opera degli esseri umanidi Saturno, Marte e Giove. Gl’iniziati di queste uma-nità spingevano il loro sguardo soltanto fino a quelleentità, che potevano rivelarsi nel loro corpo vitale,come loro rispettivo «Io superiore»; vi furono così deiseguaci della saggezza di Saturno, di Giove e di Mar-te. Oltre a questi metodi di iniziazione ve ne furonoaltri per quegli uomini, i quali avevano accolto troppol’influsso luciferico per essere capaci di staccare dalcorpo fisico una parte del corpo vitale grande quantoquella staccata dagli uomini solari. In questi uomini ilcorpo astrale tratteneva nel corpo fisico una partemaggiore del corpo vitale che negli uomini solari. Essinon potevano elevarsi, per mezzo delle condizioni dicui abbiamo parlato, fino alla rivelazione del Cristo.Per causa del loro corpo astrale troppo sottomessoall’influsso luciferico, essi dovevano seguire una di-sciplina più severa per poter riuscire, sebbene in unostato di libertà molto limitata, a ricevere la rivelazio-ne, non del Cristo stesso, ma di altre entità elevate.Esistevano delle entità, le quali avevano abbandonatola Terra al momento del distacco del sole, ma che non

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nevano all’umanità solare di cui sopra è stato parlato.Essi coltivavano la loro scienza occulta e le disciplineche vi conducono in una località speciale, alla quale diaccordo con la scienza dello Spirito, si può dare ilnome di Oracolo di Cristo o del Sole (il termine «ora-colo» serve a indicare un luogo dove vengono svelatele intenzioni delle entità spirituali).

Altri oracoli sono sorti per opera degli esseri umanidi Saturno, Marte e Giove. Gl’iniziati di queste uma-nità spingevano il loro sguardo soltanto fino a quelleentità, che potevano rivelarsi nel loro corpo vitale,come loro rispettivo «Io superiore»; vi furono così deiseguaci della saggezza di Saturno, di Giove e di Mar-te. Oltre a questi metodi di iniziazione ve ne furonoaltri per quegli uomini, i quali avevano accolto troppol’influsso luciferico per essere capaci di staccare dalcorpo fisico una parte del corpo vitale grande quantoquella staccata dagli uomini solari. In questi uomini ilcorpo astrale tratteneva nel corpo fisico una partemaggiore del corpo vitale che negli uomini solari. Essinon potevano elevarsi, per mezzo delle condizioni dicui abbiamo parlato, fino alla rivelazione del Cristo.Per causa del loro corpo astrale troppo sottomessoall’influsso luciferico, essi dovevano seguire una di-sciplina più severa per poter riuscire, sebbene in unostato di libertà molto limitata, a ricevere la rivelazio-ne, non del Cristo stesso, ma di altre entità elevate.Esistevano delle entità, le quali avevano abbandonatola Terra al momento del distacco del sole, ma che non

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si trovavano a tale altezza di evoluzione da poter se-guire a lungo l’evoluzione solare; esse si costituironocome dimora Venere, staccandola dal sole, dopo chequesto si era scisso dalla Terra, e su quella si stabiliro-no. La loro guida fu l’entità che divenne ormai «l’Iosuperiore» di quegl’iniziati e dei loro seguaci. Lo stes-so si verificò per lo spirito che guidava Mercurio neiriguardi di un altro gruppo di uomini; si costituironocosì gli oracoli di Venere e di Mercurio. Una determi-nata, categoria di uomini che avevano maggiormenteassorbito l’influsso luciferico non potè arrivare che aun’entità, la quale insieme ai suoi simili era stata laprima ad essere espulsa dall’evoluzione solare. Questoessere non occupa nessun pianeta speciale, ma vivetuttora nell’ambiente che circonda la Terra, con laquale si è unito dopo il suo ritorno dal sole. Quegliuomini, a cui questa entità si svelava come loro «Iosuperiore», possono essere chiamati i seguaci dell’ora-colo di Vulcano. Il loro sguardo era più rivolto verso ifenomeni terrestri, di quello degli altri iniziati; essiposero le prime basi di ciò che divenne poi scienza earte fra gli uomini. Gl’iniziati di Mercurio, al contra-rio, fondarono la scienza delle cose supersensibili, ecosì pure fecero gli iniziati di Venere, in grado anchemaggiore. Gl’iniziati di Vulcano, di Mercurio e di Ve-nere si differenziavano da quelli di Saturno, Giove eMarte per il fatto, che questi ultimi ricevevano i loroMisteri in forma più completa, come una rivelazionedall’alto, mentre í primi ricevevano la loro sapienza

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si trovavano a tale altezza di evoluzione da poter se-guire a lungo l’evoluzione solare; esse si costituironocome dimora Venere, staccandola dal sole, dopo chequesto si era scisso dalla Terra, e su quella si stabiliro-no. La loro guida fu l’entità che divenne ormai «l’Iosuperiore» di quegl’iniziati e dei loro seguaci. Lo stes-so si verificò per lo spirito che guidava Mercurio neiriguardi di un altro gruppo di uomini; si costituironocosì gli oracoli di Venere e di Mercurio. Una determi-nata, categoria di uomini che avevano maggiormenteassorbito l’influsso luciferico non potè arrivare che aun’entità, la quale insieme ai suoi simili era stata laprima ad essere espulsa dall’evoluzione solare. Questoessere non occupa nessun pianeta speciale, ma vivetuttora nell’ambiente che circonda la Terra, con laquale si è unito dopo il suo ritorno dal sole. Quegliuomini, a cui questa entità si svelava come loro «Iosuperiore», possono essere chiamati i seguaci dell’ora-colo di Vulcano. Il loro sguardo era più rivolto verso ifenomeni terrestri, di quello degli altri iniziati; essiposero le prime basi di ciò che divenne poi scienza earte fra gli uomini. Gl’iniziati di Mercurio, al contra-rio, fondarono la scienza delle cose supersensibili, ecosì pure fecero gli iniziati di Venere, in grado anchemaggiore. Gl’iniziati di Vulcano, di Mercurio e di Ve-nere si differenziavano da quelli di Saturno, Giove eMarte per il fatto, che questi ultimi ricevevano i loroMisteri in forma più completa, come una rivelazionedall’alto, mentre í primi ricevevano la loro sapienza

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sotto la forma di concetti e di idee proprie. In mezzofra questi due gruppi vi erano gl’iniziati del Cristo.Essi accoglievano i loro Misteri per rivelazione diret-ta, e ricevevano anche la capacita di dare a queste lorocognizioni occulte una forma accessibile all’intellettoumano. Gl’iniziati di Saturno, Giove e Marte doveva-no esprimersi sopratutto per via di simboli; gli inizialidel Cristo, di Venere, di Mercurio e di Vulcano pote-vano comunicare la loro sapienza per via di concetti.

Tutto ciò che è pervenuto in tal modo all’umanitàatlantea vi è arrivato per il tramite degl’iniziati; maanche il resto dell’umanità ricevette dal principio luci-ferico talune capacità, le quali avrebbero potuto vera-mente condurla alla sua rovina, ma che per virtùdell’intervento delle sublimi entità cosmiche venneroinvece trasformate a fin di bene. Una di queste facoltàfu l’acquisto della favella. Questa fu acquistatadall’uomo in seguito al condensamento della sua ma-terialità fisica e alla separazione di una parte del suocorpo vitale dal suo corpo fisico. Durante il periodoche si svolse dopo il distacco della luna, l’uomo sisentì anzitutto collegato con i suoi progenitori fisici amezzo dell’Io di gruppo, ma questa coscienza comuneche collegava i discendenti ai progenitori andò per-dendosi gradatamente nel corso delle generazioni. Gliultimi discendenti serbarono la memoria interiore sol-tanto dei loro progenitori più vicini, e non potevanopiù estenderla fino agli antenati più antichi. Soloquando si trovavano in uno stato somigliante al sonno,

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sotto la forma di concetti e di idee proprie. In mezzofra questi due gruppi vi erano gl’iniziati del Cristo.Essi accoglievano i loro Misteri per rivelazione diret-ta, e ricevevano anche la capacita di dare a queste lorocognizioni occulte una forma accessibile all’intellettoumano. Gl’iniziati di Saturno, Giove e Marte doveva-no esprimersi sopratutto per via di simboli; gli inizialidel Cristo, di Venere, di Mercurio e di Vulcano pote-vano comunicare la loro sapienza per via di concetti.

Tutto ciò che è pervenuto in tal modo all’umanitàatlantea vi è arrivato per il tramite degl’iniziati; maanche il resto dell’umanità ricevette dal principio luci-ferico talune capacità, le quali avrebbero potuto vera-mente condurla alla sua rovina, ma che per virtùdell’intervento delle sublimi entità cosmiche venneroinvece trasformate a fin di bene. Una di queste facoltàfu l’acquisto della favella. Questa fu acquistatadall’uomo in seguito al condensamento della sua ma-terialità fisica e alla separazione di una parte del suocorpo vitale dal suo corpo fisico. Durante il periodoche si svolse dopo il distacco della luna, l’uomo sisentì anzitutto collegato con i suoi progenitori fisici amezzo dell’Io di gruppo, ma questa coscienza comuneche collegava i discendenti ai progenitori andò per-dendosi gradatamente nel corso delle generazioni. Gliultimi discendenti serbarono la memoria interiore sol-tanto dei loro progenitori più vicini, e non potevanopiù estenderla fino agli antenati più antichi. Soloquando si trovavano in uno stato somigliante al sonno,

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stato in cui l’uomo veniva a trovarsi a contatto colmondo spirituale, il ricordo di questo o di quell’ante-nato sorgeva improvvisamente; gli uomini sentivanoallora di far parte di quell’antenato, che credevano ri-nato in loro. Fu questo un’idea errata della rincarna-zione, che si manifestò specialmente durante l’ultimoperiodo atlanteo. La conoscenza vera della rincarna-zione poteva essere esperimentata soltanto nelle scuo-le degli Iniziati; questi vedevano le anime umane in-corporee passare da una incarnazione all’altra, ed essisoli potevano comunicare a questo riguardo la veritàai loro discepoli.

La forma fisica umana, nel lontanissimo passato dicui parliamo, assai diversa dalla presente, era ancoraal massimo grado l’espressione delle qualità animiche.L’uomo era costituito di una materia assai più duttile epiù tenue di quella che ha assunto più tardi; ciò che èattualmente solidificato nell’organismo era allora mol-le, pieghevole e plasmabile. L’uomo spiritualmenteevoluto possedeva una struttura corporea pieghevole,mobile, espressiva; invece, un uomo poco evoluto spi-ritualmente aveva forma corporea rozza, rigida, emeno plasmabile. Il progresso animico contraeva lemembra, e la figura s’impiccioliva; il ritardato svilup-po animico invece e lo sprofondamento nella materia-lità si manifestavano nelle forme di grandezza gigan-tesca. Mentre l’uomo si trovava nel periodo della cre-scenza, il suo corpo si formava in un modo, che per leidee di oggidì sembrerebbe incredibile e fantastico, in

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stato in cui l’uomo veniva a trovarsi a contatto colmondo spirituale, il ricordo di questo o di quell’ante-nato sorgeva improvvisamente; gli uomini sentivanoallora di far parte di quell’antenato, che credevano ri-nato in loro. Fu questo un’idea errata della rincarna-zione, che si manifestò specialmente durante l’ultimoperiodo atlanteo. La conoscenza vera della rincarna-zione poteva essere esperimentata soltanto nelle scuo-le degli Iniziati; questi vedevano le anime umane in-corporee passare da una incarnazione all’altra, ed essisoli potevano comunicare a questo riguardo la veritàai loro discepoli.

La forma fisica umana, nel lontanissimo passato dicui parliamo, assai diversa dalla presente, era ancoraal massimo grado l’espressione delle qualità animiche.L’uomo era costituito di una materia assai più duttile epiù tenue di quella che ha assunto più tardi; ciò che èattualmente solidificato nell’organismo era allora mol-le, pieghevole e plasmabile. L’uomo spiritualmenteevoluto possedeva una struttura corporea pieghevole,mobile, espressiva; invece, un uomo poco evoluto spi-ritualmente aveva forma corporea rozza, rigida, emeno plasmabile. Il progresso animico contraeva lemembra, e la figura s’impiccioliva; il ritardato svilup-po animico invece e lo sprofondamento nella materia-lità si manifestavano nelle forme di grandezza gigan-tesca. Mentre l’uomo si trovava nel periodo della cre-scenza, il suo corpo si formava in un modo, che per leidee di oggidì sembrerebbe incredibile e fantastico, in

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conformità di ciò che si svolgeva nella sua anima; laperversione delle passioni, degl’impulsi, degl’istintiproduceva un aumento gigantesco della parte materia-le dell’uomo. La forma fisica dell’uomo attuale è ri-sultata dalla contrazione, condensazione e solidifica-zione degli uomini atlantei. Mentre prima dell’epocaatlantea l’uomo rispecchiava fedelmente nel suo corpola propria entità animica, i processi che si svolgevanoappunto durante l’evoluzione atlantea contenevano lecause che condussero alla struttura degli uomini post-atlantei, dotati di una forma fisica solida e relativa-mente indipendente dalle proprietà animiche (le formedel regno animale si densificarono sulla Terra assaiprima dell’uomo). Le leggi dunque che reggono at-tualmente la costituzione delle forme nei regni dellanatura non devono essere applicate a quel remotissimopassato.

Verso la metà dell’evoluzione atlantea il male sisviluppò gradatamente nell’umanità; i segreti degl’ini-ziati dovettero esser nascosti con molta cura, perchènon ne avessero conoscenza gli uomini, i quali nonavevano purificato il loro corpo astrale dall’errore, permezzo di una preparazione adatta. Se essi avesseropotuto penetrare con lo sguardo fino a quelle cono-scenze occulte, a quelle leggi, a mezzo delle quali leentità superiori dirigono le forze della natura, se ne sa-rebbero serviti per soddisfare i loro desideri e le loropassioni malsane. Il pericolo era tanto maggiore, inquanto che gli uomini, come abbiam detto, erano en-

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conformità di ciò che si svolgeva nella sua anima; laperversione delle passioni, degl’impulsi, degl’istintiproduceva un aumento gigantesco della parte materia-le dell’uomo. La forma fisica dell’uomo attuale è ri-sultata dalla contrazione, condensazione e solidifica-zione degli uomini atlantei. Mentre prima dell’epocaatlantea l’uomo rispecchiava fedelmente nel suo corpola propria entità animica, i processi che si svolgevanoappunto durante l’evoluzione atlantea contenevano lecause che condussero alla struttura degli uomini post-atlantei, dotati di una forma fisica solida e relativa-mente indipendente dalle proprietà animiche (le formedel regno animale si densificarono sulla Terra assaiprima dell’uomo). Le leggi dunque che reggono at-tualmente la costituzione delle forme nei regni dellanatura non devono essere applicate a quel remotissimopassato.

Verso la metà dell’evoluzione atlantea il male sisviluppò gradatamente nell’umanità; i segreti degl’ini-ziati dovettero esser nascosti con molta cura, perchènon ne avessero conoscenza gli uomini, i quali nonavevano purificato il loro corpo astrale dall’errore, permezzo di una preparazione adatta. Se essi avesseropotuto penetrare con lo sguardo fino a quelle cono-scenze occulte, a quelle leggi, a mezzo delle quali leentità superiori dirigono le forze della natura, se ne sa-rebbero serviti per soddisfare i loro desideri e le loropassioni malsane. Il pericolo era tanto maggiore, inquanto che gli uomini, come abbiam detto, erano en-

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trati in contatto con degli esseri spirituali inferiori, iquali non potevano partecipare alla regolare evoluzio-ne della Terra, e perciò la ostacolavano. Questi spiritiinfluirono sugli uomini in modo da ispirar loro dei de-sideri veramente contrari al bene dell’umanità. Orbe-ne, gli nomini avevano però ancora la capacità di di-sporre delle forze della crescenza e della riproduzionedella natura animale e della natura umana. Le tenta-zioni di quegli esseri spirituali inferiori ebbero forzadi sedurre non soltanto gli nomini ordinari, ma anchedegl’iniziati, i quali si servirono così delle forze su-persensibili, di cui abbiamo parlato, per scopi contrariall’evoluzione dell’umanità; si associarono con talfine anche altri uomini che non erano iniziati, e che sivalevano dei segreti delle forze supersensibili dellanatura per scopi molto bassi; ne risultò una grandecorruzione nell’umanità. Il male si andò estendendo.Le forze della crescenza e della procreazione, quandosono strappate dalla Terra-madre e vengono utilizzateisolatamente, sono in occulto rapporto con altre deter-minate forze che agiscono nell’aria e nell’acqua; per-ciò a mezzo delle azioni umane vennero scatenate dal-le forze naturali straordinariamente potenti e dannose,che determinarono gradatamente la distruzione dellaregione atlantea, per mezzo di catastrofi dovuteall’aria e all’acqua. La parte dell’umanità atlantea, cheriuscì a salvarsi, dovette emigrare. Per virtù di questetempeste la Terra ha assunto un nuovo aspetto; da uncanto l’Europa, l’Asia e l’Africa sono sorte, assumen-

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trati in contatto con degli esseri spirituali inferiori, iquali non potevano partecipare alla regolare evoluzio-ne della Terra, e perciò la ostacolavano. Questi spiritiinfluirono sugli uomini in modo da ispirar loro dei de-sideri veramente contrari al bene dell’umanità. Orbe-ne, gli nomini avevano però ancora la capacità di di-sporre delle forze della crescenza e della riproduzionedella natura animale e della natura umana. Le tenta-zioni di quegli esseri spirituali inferiori ebbero forzadi sedurre non soltanto gli nomini ordinari, ma anchedegl’iniziati, i quali si servirono così delle forze su-persensibili, di cui abbiamo parlato, per scopi contrariall’evoluzione dell’umanità; si associarono con talfine anche altri uomini che non erano iniziati, e che sivalevano dei segreti delle forze supersensibili dellanatura per scopi molto bassi; ne risultò una grandecorruzione nell’umanità. Il male si andò estendendo.Le forze della crescenza e della procreazione, quandosono strappate dalla Terra-madre e vengono utilizzateisolatamente, sono in occulto rapporto con altre deter-minate forze che agiscono nell’aria e nell’acqua; per-ciò a mezzo delle azioni umane vennero scatenate dal-le forze naturali straordinariamente potenti e dannose,che determinarono gradatamente la distruzione dellaregione atlantea, per mezzo di catastrofi dovuteall’aria e all’acqua. La parte dell’umanità atlantea, cheriuscì a salvarsi, dovette emigrare. Per virtù di questetempeste la Terra ha assunto un nuovo aspetto; da uncanto l’Europa, l’Asia e l’Africa sono sorte, assumen-

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do gradatamente la loro forma attuale, dall’altro è sor-ta l’America. Verso questi paesi si diressero grandicorrenti di emigrazione, tra le quali le più importantiper noi sono quelle che dall’Atlantide andarono versol’Oriente. L’Europa, l’Asia e l’Africa furono gradata-mente popolate dai discendenti degli Atlantei; vari po-poli stabilirono colà la loro dimora. Essi si trovavanoin gradi diversi di evoluzione e anche in gradi diversidi corruzione. In mezzo a loro emigrarono anchegl’iniziati, i custodi dei segreti degli oracoli, che fon-darono in diversi paesi dei santuari in cui veniva colti-vato il culto di Giove, di Venere, ecc., talvolta in sen-so buono, talvolta in senso cattivo. Un influsso parti-colarmente sfavorevole venne esercitato dalla divulga-zione illecita del segreto di Vulcano, poichè lo sguar-do dei seguaci di quel culto era diretto in particolarmodo verso le vicende terrestri. Quella divulgazioneassoggettò l’umanità a degli esseri spirituali, i quali,per causa della loro passata evoluzione, si opponeva-no a tutto ciò che proveniva dal mondo spirituale svi-luppatosi dalla separazione della Terra dal sole. Con-formemente a questa loro tendenza essi agirono ap-punto su quell’elemento che si era sviluppatonell’uomo per virtù delle percezioni che egli aveva delmondo sensibile, dietro al quale sta nascosto il mondospirituale. Tali esseri acquistarono ormai su molti abi-tanti umani della Terra grande influenza che si fecesentire particolarmente nel fatto, che gli uomini anda-rono sempre più perdendo il senso delle realtà spiri-

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do gradatamente la loro forma attuale, dall’altro è sor-ta l’America. Verso questi paesi si diressero grandicorrenti di emigrazione, tra le quali le più importantiper noi sono quelle che dall’Atlantide andarono versol’Oriente. L’Europa, l’Asia e l’Africa furono gradata-mente popolate dai discendenti degli Atlantei; vari po-poli stabilirono colà la loro dimora. Essi si trovavanoin gradi diversi di evoluzione e anche in gradi diversidi corruzione. In mezzo a loro emigrarono anchegl’iniziati, i custodi dei segreti degli oracoli, che fon-darono in diversi paesi dei santuari in cui veniva colti-vato il culto di Giove, di Venere, ecc., talvolta in sen-so buono, talvolta in senso cattivo. Un influsso parti-colarmente sfavorevole venne esercitato dalla divulga-zione illecita del segreto di Vulcano, poichè lo sguar-do dei seguaci di quel culto era diretto in particolarmodo verso le vicende terrestri. Quella divulgazioneassoggettò l’umanità a degli esseri spirituali, i quali,per causa della loro passata evoluzione, si opponeva-no a tutto ciò che proveniva dal mondo spirituale svi-luppatosi dalla separazione della Terra dal sole. Con-formemente a questa loro tendenza essi agirono ap-punto su quell’elemento che si era sviluppatonell’uomo per virtù delle percezioni che egli aveva delmondo sensibile, dietro al quale sta nascosto il mondospirituale. Tali esseri acquistarono ormai su molti abi-tanti umani della Terra grande influenza che si fecesentire particolarmente nel fatto, che gli uomini anda-rono sempre più perdendo il senso delle realtà spiri-

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tuali. Siccome a quel tempo la grandezza, la forma ela plasticità del corpo fisico dell’uomo erano ancora ingran parte determinate dalle qualità della sua anima,così come conseguenza di quella divulgazione si veri-ficarono anche delle trasformazioni a questo riguardonella specie umana. Là dove la corruzione umana siesplicava in particolar modo con l’asservimento delleforze supersensibili alla soddisfazione di bassi deside-ri, istinti e passioni, nacquero dei corpi umani bizzarrie grotteschi per forma e per grandezza. Questi corpinon poterono in alcun modo sopravvivere al periodoatlanteo, e perirono. L’umanità post-atlantea è fisica-mente derivata da quegli antenati atlantei, le formecorporee dei quali erano sufficientemente resistenti,per non lasciarsi plasmare dalle forze animiche per-vertite e contro natura. Vi fu un determinato periododell’evoluzione atlantea in cui la figura umana si tro-vò sottoposta alle leggi, che regolavano le condizioniinteriori ed esteriori della Terra, e che ne determinava-no la solidificazione. Quelle forme umane di razze chesi erano solidificate antecedentemente a questo perio-do poterono riprodursi per lungo tempo; ma le animeche si incorporavano in esse, vi si trovarono a poco apoco talmente ristrette, che dovettero perire; nondime-no, parecchie di queste razze perdurarono a lungo finoal periodo post-atlanteo, e quelle che erano rimastepiù flessibili continuarono ancora per molto temposotto altre forme. Le forme umane rimaste ancoramalleabili dopo l’epoca di cui parliamo furono occu-

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tuali. Siccome a quel tempo la grandezza, la forma ela plasticità del corpo fisico dell’uomo erano ancora ingran parte determinate dalle qualità della sua anima,così come conseguenza di quella divulgazione si veri-ficarono anche delle trasformazioni a questo riguardonella specie umana. Là dove la corruzione umana siesplicava in particolar modo con l’asservimento delleforze supersensibili alla soddisfazione di bassi deside-ri, istinti e passioni, nacquero dei corpi umani bizzarrie grotteschi per forma e per grandezza. Questi corpinon poterono in alcun modo sopravvivere al periodoatlanteo, e perirono. L’umanità post-atlantea è fisica-mente derivata da quegli antenati atlantei, le formecorporee dei quali erano sufficientemente resistenti,per non lasciarsi plasmare dalle forze animiche per-vertite e contro natura. Vi fu un determinato periododell’evoluzione atlantea in cui la figura umana si tro-vò sottoposta alle leggi, che regolavano le condizioniinteriori ed esteriori della Terra, e che ne determinava-no la solidificazione. Quelle forme umane di razze chesi erano solidificate antecedentemente a questo perio-do poterono riprodursi per lungo tempo; ma le animeche si incorporavano in esse, vi si trovarono a poco apoco talmente ristrette, che dovettero perire; nondime-no, parecchie di queste razze perdurarono a lungo finoal periodo post-atlanteo, e quelle che erano rimastepiù flessibili continuarono ancora per molto temposotto altre forme. Le forme umane rimaste ancoramalleabili dopo l’epoca di cui parliamo furono occu-

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pate da anime, le quali avevano subìto in specialmodo l’influsso nocivo della rivelazione dei misteri diVulcano sopra descritta; esse erano destinate ad unarapida dissoluzione.

Dopo la metà dell’evoluzione atlantea esercitaronoinfluenza nel campo dell’evoluzione umana alcuni es-seri, i quali tendevano a spingere l’uomo nella vita delmondo fisico sensibile in modo non spirituale. Questaloro influenza ebbe tale forza che l’uomo, invece divedere il mondo nel suo vero aspetto, scorgeva delleimmagini illusorie e dei fantasmi, e non era espostosoltanto all’influsso luciferico, ma anche all’influssodi questi altri esseri, alla guida dei quali può esseredato il nome di Arimane, perchè così fu chiamato piùtardi dalla civiltà persiana (Mefistofele è la stessa en-tità). A cagione di questo influsso l’uomo venne a tro-varsi anche dopo la morte soggetto a forze, che lo fa-cevano apparire come un essere completamente dedi-cato alle condizioni terrestri materiali. La chiara visio-ne dei processi del mondo spirituale venne gradata-mente tolta all’uomo; egli dovette sentirsi sottopostoalle forze di Arimane e allontanato in certo qual mododa ogni comunicazione col mondo spirituale.

Grande importanza aveva allora un santuario il qua-le, in mezzo al generale dissolvimento, aveva custodi-to l’antico culto in tutta la sua purezza. Questo santua-rio apparteneva all’Oracolo del Cristo e poteva perciòcustodire, non soltanto il mistero del Cristo, ma anchequello di altri oracoli, poichè nella manifestazione del

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pate da anime, le quali avevano subìto in specialmodo l’influsso nocivo della rivelazione dei misteri diVulcano sopra descritta; esse erano destinate ad unarapida dissoluzione.

Dopo la metà dell’evoluzione atlantea esercitaronoinfluenza nel campo dell’evoluzione umana alcuni es-seri, i quali tendevano a spingere l’uomo nella vita delmondo fisico sensibile in modo non spirituale. Questaloro influenza ebbe tale forza che l’uomo, invece divedere il mondo nel suo vero aspetto, scorgeva delleimmagini illusorie e dei fantasmi, e non era espostosoltanto all’influsso luciferico, ma anche all’influssodi questi altri esseri, alla guida dei quali può esseredato il nome di Arimane, perchè così fu chiamato piùtardi dalla civiltà persiana (Mefistofele è la stessa en-tità). A cagione di questo influsso l’uomo venne a tro-varsi anche dopo la morte soggetto a forze, che lo fa-cevano apparire come un essere completamente dedi-cato alle condizioni terrestri materiali. La chiara visio-ne dei processi del mondo spirituale venne gradata-mente tolta all’uomo; egli dovette sentirsi sottopostoalle forze di Arimane e allontanato in certo qual mododa ogni comunicazione col mondo spirituale.

Grande importanza aveva allora un santuario il qua-le, in mezzo al generale dissolvimento, aveva custodi-to l’antico culto in tutta la sua purezza. Questo santua-rio apparteneva all’Oracolo del Cristo e poteva perciòcustodire, non soltanto il mistero del Cristo, ma anchequello di altri oracoli, poichè nella manifestazione del

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sublime Spirito solare erano state anche rivelate leguide di Saturno, di Giove, ecc. Gl’iniziati dell’oraco-lo solare conoscevano il segreto per produrre in alcunispeciali uomini dei corpi vitali simili a quelli già pos-seduti dai migliori iniziati di Giove, Mercurio, ecc.;valendosi dei mezzi di cui potevano disporre, e chenon è il caso di spiegare, essi conservavano l’improntadei migliori corpi vitali degli antichi iniziati, per do-tarne più tardi gli uomini più adatti. Per gl’iniziati diVenere, Mercurio e Vulcano il processo si poteva ap-plicare anche al corpo astrale.

In una determinata epoca la guida degl’iniziati delCristo si trovò unita a dei compagni, ai quali non pote-va comunicare che una piccolissima parte dei segretidel mondo, perchè erano uomini che avevano la di-sposizione naturale per staccare il loro corpo fisico dalvitale in misura limitatissima, ed erano quindi in quelmomento appunto i più adatti per promuovere il pro-gresso dell’umanità. Le esperienze nello stato di son-no erano rarissime per loro; dinanzi ad essi il mondospirituale si era andato chiudendo, perciò mancavanoanche della comprensione per tutto ciò che era statorivelato negli antichi tempi, quando l’uomo possedevasoltanto un corpo vitale e non possedeva ancora uncorpo fisico. Gli uomini che si trovavano nell’imme-diata dipendenza del sacerdote dell’oracolo del Cristoerano i più progrediti nei riguardi dell’unione col cor-po fisico di quella parte del corpo vitale che se ne eraprecedentemente staccata. Questa unione si verificò in

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sublime Spirito solare erano state anche rivelate leguide di Saturno, di Giove, ecc. Gl’iniziati dell’oraco-lo solare conoscevano il segreto per produrre in alcunispeciali uomini dei corpi vitali simili a quelli già pos-seduti dai migliori iniziati di Giove, Mercurio, ecc.;valendosi dei mezzi di cui potevano disporre, e chenon è il caso di spiegare, essi conservavano l’improntadei migliori corpi vitali degli antichi iniziati, per do-tarne più tardi gli uomini più adatti. Per gl’iniziati diVenere, Mercurio e Vulcano il processo si poteva ap-plicare anche al corpo astrale.

In una determinata epoca la guida degl’iniziati delCristo si trovò unita a dei compagni, ai quali non pote-va comunicare che una piccolissima parte dei segretidel mondo, perchè erano uomini che avevano la di-sposizione naturale per staccare il loro corpo fisico dalvitale in misura limitatissima, ed erano quindi in quelmomento appunto i più adatti per promuovere il pro-gresso dell’umanità. Le esperienze nello stato di son-no erano rarissime per loro; dinanzi ad essi il mondospirituale si era andato chiudendo, perciò mancavanoanche della comprensione per tutto ciò che era statorivelato negli antichi tempi, quando l’uomo possedevasoltanto un corpo vitale e non possedeva ancora uncorpo fisico. Gli uomini che si trovavano nell’imme-diata dipendenza del sacerdote dell’oracolo del Cristoerano i più progrediti nei riguardi dell’unione col cor-po fisico di quella parte del corpo vitale che se ne eraprecedentemente staccata. Questa unione si verificò in

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seguito nell’umanità come conseguenza delle trasfor-mazioni avvenute in generale sulla Terra e in partico-lar modo sul continente atlanteo. Il corpo vitaledell’uomo sempre più andò a coincidere col corpo fi-sico, e per tal fatto le facoltà della memoria, che primaerano quasi illimitate, si trasformarono nell’uomo invita del pensiero; la parte del corpo vitale vincolata alcorpo fisico trasformò il cervello fisico in un verostrumento per il pensiero; è da allora in poi chel’uomo ha percepito effettivamente il suo «Io» nelcorpo fisico. Allora soltanto si destò l’autocoscienzadell’uomo. Questo fatto si verificò dapprima soltantoin una piccola parte dell’umanità, ma particolarmentenei compagni della guida dell’Oracolo del Sole. Il re-sto dell’umanità sparsa nell’Europa, nell’Asia enell’Africa conservò con proporzioni diverse i residuidell’antico stato di coscienza, e aveva perciò esperien-za diretta del mondo supersensibile.

I compagni dell’iniziato del Cristo erano uominid’intelletto molto sviluppato, ma che avevano menoesperienza nel campo supersensibile di tutti gli altriuomini di quel periodo. L’iniziato che li guidava emi-grò con essi dall’occidente verso l’oriente, in una con-trada dell’interno dell’Asia. Egli voleva per quantopiù possibile sottrarli al contatto degli uomini menoprogrediti nell’evoluzione intellettuale. Educò queisuoi compagni conformemente ai Misteri che cono-sceva e influì in tal senso principalmente sui loro di-scendenti; si costituì così un gruppo di uomini, i quali

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seguito nell’umanità come conseguenza delle trasfor-mazioni avvenute in generale sulla Terra e in partico-lar modo sul continente atlanteo. Il corpo vitaledell’uomo sempre più andò a coincidere col corpo fi-sico, e per tal fatto le facoltà della memoria, che primaerano quasi illimitate, si trasformarono nell’uomo invita del pensiero; la parte del corpo vitale vincolata alcorpo fisico trasformò il cervello fisico in un verostrumento per il pensiero; è da allora in poi chel’uomo ha percepito effettivamente il suo «Io» nelcorpo fisico. Allora soltanto si destò l’autocoscienzadell’uomo. Questo fatto si verificò dapprima soltantoin una piccola parte dell’umanità, ma particolarmentenei compagni della guida dell’Oracolo del Sole. Il re-sto dell’umanità sparsa nell’Europa, nell’Asia enell’Africa conservò con proporzioni diverse i residuidell’antico stato di coscienza, e aveva perciò esperien-za diretta del mondo supersensibile.

I compagni dell’iniziato del Cristo erano uominid’intelletto molto sviluppato, ma che avevano menoesperienza nel campo supersensibile di tutti gli altriuomini di quel periodo. L’iniziato che li guidava emi-grò con essi dall’occidente verso l’oriente, in una con-trada dell’interno dell’Asia. Egli voleva per quantopiù possibile sottrarli al contatto degli uomini menoprogrediti nell’evoluzione intellettuale. Educò queisuoi compagni conformemente ai Misteri che cono-sceva e influì in tal senso principalmente sui loro di-scendenti; si costituì così un gruppo di uomini, i quali

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avevano accolto nel loro cuore gl’impulsi emanati daiMisteri dell’iniziazione del Cristo. Da questo gruppol’iniziato scelse sette uomini più evoluti per infonderloro un corpo vitale e un corpo astrale che corrispon-deva all’impronta di quelli che avevano appartenuto aisette iniziali atlantei più elevati. Egli educò così unsuccessore per ognuno degli Iniziati del Cristo, di Sa-turno, di Giove, ecc. Questi sette Iniziali divennero imaestri e le guide di quegli nomini i quali, all’epocapost-atlantea, si stabilirono al sud dell’Asia o propria-mente nell’antica India. Per il fatto che quei grandiMaestri erano dotati del corpo vitale dei loro antenatispirituali, ciò che era contenuto nel loro corpo astrale,e cioè, la sapienza e la conoscenza da essi stessi ela-borata, non era sufficiente per le rivelazioni che pro-venivano dal corpo vitale. Quando queste rivelazioniperciò si manifestavano in loro, essi dovevano impor-re silenzio alla propria sapienza, alla propria cono-scenza; attraverso di loro e della loro bocca parlavanoallora le entità sublimi, le quali avevano parlato ancheai loro antenati spirituali. Al di fuori dei momenti incui queste entità parlavano attraverso di loro, essi era-no uomini semplici, dotati soltanto di quelle capacitàdi sentimento e di intelligenza che si erano elaborateda sè.

Abitava allora nell’India una razza di uomini cheaveva conservato un ricordo vivace dell’antico statoanimico degli Atlantei, stato che ammetteva alle espe-rienze nel mondo spirituale. Buona parte di cotali uo-

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avevano accolto nel loro cuore gl’impulsi emanati daiMisteri dell’iniziazione del Cristo. Da questo gruppol’iniziato scelse sette uomini più evoluti per infonderloro un corpo vitale e un corpo astrale che corrispon-deva all’impronta di quelli che avevano appartenuto aisette iniziali atlantei più elevati. Egli educò così unsuccessore per ognuno degli Iniziati del Cristo, di Sa-turno, di Giove, ecc. Questi sette Iniziali divennero imaestri e le guide di quegli nomini i quali, all’epocapost-atlantea, si stabilirono al sud dell’Asia o propria-mente nell’antica India. Per il fatto che quei grandiMaestri erano dotati del corpo vitale dei loro antenatispirituali, ciò che era contenuto nel loro corpo astrale,e cioè, la sapienza e la conoscenza da essi stessi ela-borata, non era sufficiente per le rivelazioni che pro-venivano dal corpo vitale. Quando queste rivelazioniperciò si manifestavano in loro, essi dovevano impor-re silenzio alla propria sapienza, alla propria cono-scenza; attraverso di loro e della loro bocca parlavanoallora le entità sublimi, le quali avevano parlato ancheai loro antenati spirituali. Al di fuori dei momenti incui queste entità parlavano attraverso di loro, essi era-no uomini semplici, dotati soltanto di quelle capacitàdi sentimento e di intelligenza che si erano elaborateda sè.

Abitava allora nell’India una razza di uomini cheaveva conservato un ricordo vivace dell’antico statoanimico degli Atlantei, stato che ammetteva alle espe-rienze nel mondo spirituale. Buona parte di cotali uo-

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mini sentiva ancora nel cuore e nell’intendimento unapotente attrazione verso quelle esperienze del mondosupersensibile. Una saggia disposizione della sorteaveva fatto emigrare verso il sud dell’Asia la maggiorparte degli uomini che costituivano il gruppo più pro-gredito della popolazione atlantea; oltre a questo grup-po principale, poi, altri minori vi emigrarono in epo-che diverse. L’iniziato del Cristo, di cui abbiamo par-lato, assegnò come Maestri a queste popolazioni i suoisette grandi Discepoli; essi impartirono a questi popolila loro saggezza e la loro legge. Fra questi antichi In-diani ve ne erano molti che avevano bisogno di benpoca preparazione perchè si risvegliassero in loro lecapacità appena attutite, che permettevano di giungerealla percezione dei mondi supersensibili. L’aspirazio-ne verso quei mondi era effettivamente il sentimentoche dominava nelle anime degli Indiani. Essi sentiva-no che il mondo supersensibile è la patria originariadegli uomini, e che da quello essi erano stati trasferitinel mondo delle percezioni esteriori sensorie, edell’intelletto che ad esse è collegato. Gli antichi In-diani sentivano che il mondo supersensibile era il veromondo, e quello dei sensi un inganno della percezioneumana, un’illusione (Maya), e mettevano in opera tuttii mezzi per arrivare alla visione del mondo vero. Ilmondo illusorio dei sensi non suscitava in essi nessuninteresse, o ne suscitava soltanto in quanto rappresen-tava il velo che ricopre il mondo supersensibile. Il po-tere che i sette grandi Maestri potevano esercitare su

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mini sentiva ancora nel cuore e nell’intendimento unapotente attrazione verso quelle esperienze del mondosupersensibile. Una saggia disposizione della sorteaveva fatto emigrare verso il sud dell’Asia la maggiorparte degli uomini che costituivano il gruppo più pro-gredito della popolazione atlantea; oltre a questo grup-po principale, poi, altri minori vi emigrarono in epo-che diverse. L’iniziato del Cristo, di cui abbiamo par-lato, assegnò come Maestri a queste popolazioni i suoisette grandi Discepoli; essi impartirono a questi popolila loro saggezza e la loro legge. Fra questi antichi In-diani ve ne erano molti che avevano bisogno di benpoca preparazione perchè si risvegliassero in loro lecapacità appena attutite, che permettevano di giungerealla percezione dei mondi supersensibili. L’aspirazio-ne verso quei mondi era effettivamente il sentimentoche dominava nelle anime degli Indiani. Essi sentiva-no che il mondo supersensibile è la patria originariadegli uomini, e che da quello essi erano stati trasferitinel mondo delle percezioni esteriori sensorie, edell’intelletto che ad esse è collegato. Gli antichi In-diani sentivano che il mondo supersensibile era il veromondo, e quello dei sensi un inganno della percezioneumana, un’illusione (Maya), e mettevano in opera tuttii mezzi per arrivare alla visione del mondo vero. Ilmondo illusorio dei sensi non suscitava in essi nessuninteresse, o ne suscitava soltanto in quanto rappresen-tava il velo che ricopre il mondo supersensibile. Il po-tere che i sette grandi Maestri potevano esercitare su

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tali uomini era immenso, e ciò che rivelavano penetra-va profondamente nelle anime indiane. Il possesso deicorpi vitali e dei corpi astrali che erano stati trasmessia quei Maestri conferiva loro grandi forze, di guisache essi potevano agire sui loro discepoli anche pervia magica. Essi veramente non insegnavano, ma agi-vano come per forza magica da una personalitàsull’altra. È sorta in tal modo una cultura completa-mente compenetrata dalla saggezza supersensibile.Ciò che è contenuto nei libri della sapienza indiana (iVeda) non ci presenta l’originario aspetto dell’anticasaggezza, quale era coltivata nei tempi antichi daigrandi Maestri, ma ce ne dà soltanto un debole rifles-so. Unicamente lo sguardo del veggente, rivolto versogli arcani del passato, può scorgere la sapienza origi-naria mai scritta, che si asconde dietro a quella scritta.Una caratteristica speciale di questa saggezza origina-ria sta nell’accordo armonico dei diversi oracoli delperiodo atlanteo. Ognuno dei grandi Maestri potevasvelare la saggezza di uno di quegli oracoli; i varaiaspetti della saggezza si fondevano in un’armoniacompleta, perchè dietro di essi vi era la saggezza fon-damentale dell’iniziazione del Cristo. Veramente ilMaestro che era il seguace spirituale dell’Iniziato delCristo non rivelava i medesimi misteri che il suo pre-decessore, l’Iniziato stesso del Cristo, poteva rivelare.Quest’ultimo era rimasto nel retroscena dell’evoluzio-ne e non trovò dapprima nessun uomo post-atlanteo alquale poter trasmettere l’alto suo ministero. La diffe-

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tali uomini era immenso, e ciò che rivelavano penetra-va profondamente nelle anime indiane. Il possesso deicorpi vitali e dei corpi astrali che erano stati trasmessia quei Maestri conferiva loro grandi forze, di guisache essi potevano agire sui loro discepoli anche pervia magica. Essi veramente non insegnavano, ma agi-vano come per forza magica da una personalitàsull’altra. È sorta in tal modo una cultura completa-mente compenetrata dalla saggezza supersensibile.Ciò che è contenuto nei libri della sapienza indiana (iVeda) non ci presenta l’originario aspetto dell’anticasaggezza, quale era coltivata nei tempi antichi daigrandi Maestri, ma ce ne dà soltanto un debole rifles-so. Unicamente lo sguardo del veggente, rivolto versogli arcani del passato, può scorgere la sapienza origi-naria mai scritta, che si asconde dietro a quella scritta.Una caratteristica speciale di questa saggezza origina-ria sta nell’accordo armonico dei diversi oracoli delperiodo atlanteo. Ognuno dei grandi Maestri potevasvelare la saggezza di uno di quegli oracoli; i varaiaspetti della saggezza si fondevano in un’armoniacompleta, perchè dietro di essi vi era la saggezza fon-damentale dell’iniziazione del Cristo. Veramente ilMaestro che era il seguace spirituale dell’Iniziato delCristo non rivelava i medesimi misteri che il suo pre-decessore, l’Iniziato stesso del Cristo, poteva rivelare.Quest’ultimo era rimasto nel retroscena dell’evoluzio-ne e non trovò dapprima nessun uomo post-atlanteo alquale poter trasmettere l’alto suo ministero. La diffe-

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renza fra questo Iniziato del Cristo e il suo successore,che insegnava ai sette grandi Maestri indiani, stava nelfatto, che egli era capace di esprimere completamentela sua visione del mistero del Cristo con delle rappre-sentazioni umane, mentre l’Iniziato indiano del Cristone poteva rappresentare soltanto un riflesso, a mezzodi simboli e di segni, perchè il suo intendimento uma-no non aveva la forza di concepire tale mistero. Però,dall’unione dei sette Maestri, risultò una conoscenzadel mondo supersensibile rappresentata come in ungrandissimo panorama di saggezza; di questa, i diversiantichi oracoli Atlanlei potevano rivelare soltanto del-le singole parti. Le grandi guide che dirigono il mon-do cosmico vennero rivelate e venne anche indicatolontanamente il grande Spirito solare, lo spirito nasco-sto, che domina sulle grandi entità rivelate dai setteMaestri.

Quando qui vien parlato degli «antichi Indiani»,non s’intende alludere al popolo generalmente chia-mato con quel nome. Non esistono documenti esterio-ri dell’antichissima epoca di cui ora si tratta. Il popoloche siamo soliti chiamare «Indiano» corrisponde a ungradino di evoluzione della storia che si è svolto mol-to tempo dopo l’epoca ora in questione. Occorre rico-noscere un primo periodo terrestre post-atlanteo, incui dominava appunto la «cultura indiana», ora carat-terizzata; si svolse poi un secondo periodo post-atlan-teo, in cui dominò la cultura che più oltre in questo li-bro vien chiamata la «cultura antica persiana»; più tar-

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renza fra questo Iniziato del Cristo e il suo successore,che insegnava ai sette grandi Maestri indiani, stava nelfatto, che egli era capace di esprimere completamentela sua visione del mistero del Cristo con delle rappre-sentazioni umane, mentre l’Iniziato indiano del Cristone poteva rappresentare soltanto un riflesso, a mezzodi simboli e di segni, perchè il suo intendimento uma-no non aveva la forza di concepire tale mistero. Però,dall’unione dei sette Maestri, risultò una conoscenzadel mondo supersensibile rappresentata come in ungrandissimo panorama di saggezza; di questa, i diversiantichi oracoli Atlanlei potevano rivelare soltanto del-le singole parti. Le grandi guide che dirigono il mon-do cosmico vennero rivelate e venne anche indicatolontanamente il grande Spirito solare, lo spirito nasco-sto, che domina sulle grandi entità rivelate dai setteMaestri.

Quando qui vien parlato degli «antichi Indiani»,non s’intende alludere al popolo generalmente chia-mato con quel nome. Non esistono documenti esterio-ri dell’antichissima epoca di cui ora si tratta. Il popoloche siamo soliti chiamare «Indiano» corrisponde a ungradino di evoluzione della storia che si è svolto mol-to tempo dopo l’epoca ora in questione. Occorre rico-noscere un primo periodo terrestre post-atlanteo, incui dominava appunto la «cultura indiana», ora carat-terizzata; si svolse poi un secondo periodo post-atlan-teo, in cui dominò la cultura che più oltre in questo li-bro vien chiamata la «cultura antica persiana»; più tar-

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di ancora si sviluppò la cultura egizio-caldaica di cuiancora dovremo parlare. Durante lo sviluppo di questaseconda e terza epoca post-atlantea di cultura anchel’antico «indianesimo» sviluppava una seconda e terzaepoca. E a questa terza epoca appunto si riferisce ciòche ordinariamente vien descritto dell’antica India.Quello che qui è stato detto non si riferisce dunqueall’«antica India» di cui ordinariamente si parla.

Altro tratto caratteristico della cultura atlantea fuquello che condusse alla divisione degli uomini in ca-ste. Gli abitanti dell’India sono discendenti di quegliAtlantei che appartenevano alle diverse categorie diuomini, di Saturno, di Giove, ecc. Per mezzodegl’insegnamenti occulti gli uomini compresero chel’anima non s’incarna in una determinata casta percaso, ma perchè essa stessa determina il proprio desti-no. Tale interpretazione degli insegnamenti supersen-sibili fu accolta tanto più facilmente in quanto che inmolti uomini rimaneva desto quel ricordo interiore de-gli antenati di cui abbiamo fatto cenno, ricordo, però,che poteva condurre pure a una concezione erroneadella rincarnazione. Mentre durante l’antico periodoatlanteo si poteva conseguire la giusta idea della rin-carnazione soltanto a mezzo degl’iniziati, così ora,nell’antica India, si poteva conseguire soltanto a mez-zo del diretto contatto con i grandi Maestri. Le ideeerrate sulla rincarnazione si diffusero largamente fra ipopoli, i quali dopo lo sprofondamento dell’Atlantideemigrarono in Europa, in Asia e in Africa. E poichè

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di ancora si sviluppò la cultura egizio-caldaica di cuiancora dovremo parlare. Durante lo sviluppo di questaseconda e terza epoca post-atlantea di cultura anchel’antico «indianesimo» sviluppava una seconda e terzaepoca. E a questa terza epoca appunto si riferisce ciòche ordinariamente vien descritto dell’antica India.Quello che qui è stato detto non si riferisce dunqueall’«antica India» di cui ordinariamente si parla.

Altro tratto caratteristico della cultura atlantea fuquello che condusse alla divisione degli uomini in ca-ste. Gli abitanti dell’India sono discendenti di quegliAtlantei che appartenevano alle diverse categorie diuomini, di Saturno, di Giove, ecc. Per mezzodegl’insegnamenti occulti gli uomini compresero chel’anima non s’incarna in una determinata casta percaso, ma perchè essa stessa determina il proprio desti-no. Tale interpretazione degli insegnamenti supersen-sibili fu accolta tanto più facilmente in quanto che inmolti uomini rimaneva desto quel ricordo interiore de-gli antenati di cui abbiamo fatto cenno, ricordo, però,che poteva condurre pure a una concezione erroneadella rincarnazione. Mentre durante l’antico periodoatlanteo si poteva conseguire la giusta idea della rin-carnazione soltanto a mezzo degl’iniziati, così ora,nell’antica India, si poteva conseguire soltanto a mez-zo del diretto contatto con i grandi Maestri. Le ideeerrate sulla rincarnazione si diffusero largamente fra ipopoli, i quali dopo lo sprofondamento dell’Atlantideemigrarono in Europa, in Asia e in Africa. E poichè

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gl’iniziati che si erano traviati durante l’evoluzioneatlantea avevano comunicato quel mistero ad animeimmature, gli uomini andarono sempre più confon-dendo le idee vere con quelle errate. Era rimasta amolti di essi, come eredità del periodo Atlanteo, unaspecie di chiaroveggenza crepuscolare. Gli atlantei,durante il sonno, penetravano nell’ambiente del mon-do spirituale; i loro discendenti avevano delle espe-rienze del mondo spirituale in uno stato anormale in-termedio fra sonno e veglia, durante il quale risorge-vano in loro le immagini del tempo antico, in cui iloro antenati avevano vissuto. Essi si credettero le rin-carnazioni di quei medesimi uomini; si diffusero cosìin tutto l’ambiente terrestre delle idee sulla rincarna-zione, in perfetta antitesi con la giusta dottrinadegl’iniziati.

In seguito alle continue emigrazioni, determinatesida ponente verso levante al principio della catastrofeatlantea, si costituì nelle regioni dell’Asia Minore unacollettività umana, di cui i discendenti sono conosciutinella storia sotto il nome di popolo persiano, con lesue ramificazioni. Questo fatto si riferisce a tempi as-sai più remoti dei tempi storici di questo popolo. Sitratta dapprima di antenati primitivi di quegli uominiche furono poi detti i persiani, e presso i quali si costi-tuì il secondo grande periodo di cultura dell’evoluzio-ne post-atlantea, che fa seguito al periodo della culturaindiana. I popoli di questo secondo periodo avevanoun compito diverso da quello del popolo indiano; le

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gl’iniziati che si erano traviati durante l’evoluzioneatlantea avevano comunicato quel mistero ad animeimmature, gli uomini andarono sempre più confon-dendo le idee vere con quelle errate. Era rimasta amolti di essi, come eredità del periodo Atlanteo, unaspecie di chiaroveggenza crepuscolare. Gli atlantei,durante il sonno, penetravano nell’ambiente del mon-do spirituale; i loro discendenti avevano delle espe-rienze del mondo spirituale in uno stato anormale in-termedio fra sonno e veglia, durante il quale risorge-vano in loro le immagini del tempo antico, in cui iloro antenati avevano vissuto. Essi si credettero le rin-carnazioni di quei medesimi uomini; si diffusero cosìin tutto l’ambiente terrestre delle idee sulla rincarna-zione, in perfetta antitesi con la giusta dottrinadegl’iniziati.

In seguito alle continue emigrazioni, determinatesida ponente verso levante al principio della catastrofeatlantea, si costituì nelle regioni dell’Asia Minore unacollettività umana, di cui i discendenti sono conosciutinella storia sotto il nome di popolo persiano, con lesue ramificazioni. Questo fatto si riferisce a tempi as-sai più remoti dei tempi storici di questo popolo. Sitratta dapprima di antenati primitivi di quegli uominiche furono poi detti i persiani, e presso i quali si costi-tuì il secondo grande periodo di cultura dell’evoluzio-ne post-atlantea, che fa seguito al periodo della culturaindiana. I popoli di questo secondo periodo avevanoun compito diverso da quello del popolo indiano; le

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loro disposizioni, le loro aspirazioni non erano rivoltesoltanto verso il mondo supersensibile. Essi eranoadatti anche per il mondo fisico-sensibile, impararonoad amare la terra; apprezzavano ciò che l’uomo nepuò trarre e ciò che può acquistare a mezzo delle forzedi quella; le loro imprese guerresche, e i mezzi cheadoperavano per trarre dalla terra i suoi tesori, sonofrutti della loro peculiare natura. Per essi non esistevail pericolo che l’aspirazione verso il supersensibile lidistogliesse completamente dall’«illusione» della ma-terialità fisica; esisteva piuttosto un altro pericolo, ecioè, che la tendenza verso quest’ultima facesse per-dere loro del tutto il rapporto animico col mondo su-persensibile. Anche i santuari degli oracoli, chedall’antica Atlantide erano stati trasferiti in quella re-gione, portavano a loro modo l’impronta del caratteregenerale del popolo. Delle forze che prima l’uomo po-teva acquistare per mezzo delle esperienze nel mondosupersensibile, e che potevano ancora essere dominatenelle forme inferiori, vennero coltivate nei santuari inmodo, da sottomettere i fenomeni della naturaagl’interessi personali dell’uomo. Quell’antico popolopossedeva ancora grande potere per dominare alcuneforze della natura, che più tardi si sottrassero alla vo-lontà umana. I custodi degli oracoli avevano potere suforze interiori in rapporto col fuoco e con altri ele-menti; essi si possono chiamare dei maghi. La cono-scenza e le forze supersensibili, rimaste a costorocome eredità degli antichi tempi, erano certo ben poca

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loro disposizioni, le loro aspirazioni non erano rivoltesoltanto verso il mondo supersensibile. Essi eranoadatti anche per il mondo fisico-sensibile, impararonoad amare la terra; apprezzavano ciò che l’uomo nepuò trarre e ciò che può acquistare a mezzo delle forzedi quella; le loro imprese guerresche, e i mezzi cheadoperavano per trarre dalla terra i suoi tesori, sonofrutti della loro peculiare natura. Per essi non esistevail pericolo che l’aspirazione verso il supersensibile lidistogliesse completamente dall’«illusione» della ma-terialità fisica; esisteva piuttosto un altro pericolo, ecioè, che la tendenza verso quest’ultima facesse per-dere loro del tutto il rapporto animico col mondo su-persensibile. Anche i santuari degli oracoli, chedall’antica Atlantide erano stati trasferiti in quella re-gione, portavano a loro modo l’impronta del caratteregenerale del popolo. Delle forze che prima l’uomo po-teva acquistare per mezzo delle esperienze nel mondosupersensibile, e che potevano ancora essere dominatenelle forme inferiori, vennero coltivate nei santuari inmodo, da sottomettere i fenomeni della naturaagl’interessi personali dell’uomo. Quell’antico popolopossedeva ancora grande potere per dominare alcuneforze della natura, che più tardi si sottrassero alla vo-lontà umana. I custodi degli oracoli avevano potere suforze interiori in rapporto col fuoco e con altri ele-menti; essi si possono chiamare dei maghi. La cono-scenza e le forze supersensibili, rimaste a costorocome eredità degli antichi tempi, erano certo ben poca

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cosa in paragone di ciò che possedeva l’uomodell’antichità remota; ma questa eredità si esplicavanondimeno in svariate forme, sia nelle arti più nobili,che avevano per solo scopo il bene dell’umanità, sianelle cerimonie più riprovevoli. L’azione lucifericaagiva in modo speciale su questi uomini, essa li avevamessi in rapporto con tutto ciò che li distoglieva dalledirettive di quelle entità elevate, le quali avrebberoguidato da sole l’ulteriore evoluzione dell’umanitàverso il progresso, se l’intervento luciferico non sifosse verificato. Anche quegli individui ancora dotatidi un residuo dell’antica facoltà chiaroveggente, de-scritta come uno stato intermedio fra veglia e sonno,si sentivano fortemente attratti dagli esseri inferioridel mondo spirituale. Occorreva che a questo popolovenisse dato un impulso spirituale capace di controbi-lanciare tali disposizioni caratteristiche, e l’impulsogli pervenne appunto dalla medesima sorgente cheaveva alimentato l’antica vita spirituale indiana. Il cu-stode dei misteri dell’oracolo solare mandò a quel po-polo una guida.

A questa guida dell’antica cultura spirituale persia-na, mandata a quel popolo dal custode dell’oracolo so-lare, si può dare il nome che già è conosciuto nellastoria, cioè quello di Zaratustra o Zoroastro. Bisognaperò tener presente che la personalità a cui alludiamoappartiene a un periodo di tempo assai più antico diquello a cui appartiene la personalità indicata dallastoria con tale nome. Ma non si tratta qui di ricerca

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cosa in paragone di ciò che possedeva l’uomodell’antichità remota; ma questa eredità si esplicavanondimeno in svariate forme, sia nelle arti più nobili,che avevano per solo scopo il bene dell’umanità, sianelle cerimonie più riprovevoli. L’azione lucifericaagiva in modo speciale su questi uomini, essa li avevamessi in rapporto con tutto ciò che li distoglieva dalledirettive di quelle entità elevate, le quali avrebberoguidato da sole l’ulteriore evoluzione dell’umanitàverso il progresso, se l’intervento luciferico non sifosse verificato. Anche quegli individui ancora dotatidi un residuo dell’antica facoltà chiaroveggente, de-scritta come uno stato intermedio fra veglia e sonno,si sentivano fortemente attratti dagli esseri inferioridel mondo spirituale. Occorreva che a questo popolovenisse dato un impulso spirituale capace di controbi-lanciare tali disposizioni caratteristiche, e l’impulsogli pervenne appunto dalla medesima sorgente cheaveva alimentato l’antica vita spirituale indiana. Il cu-stode dei misteri dell’oracolo solare mandò a quel po-polo una guida.

A questa guida dell’antica cultura spirituale persia-na, mandata a quel popolo dal custode dell’oracolo so-lare, si può dare il nome che già è conosciuto nellastoria, cioè quello di Zaratustra o Zoroastro. Bisognaperò tener presente che la personalità a cui alludiamoappartiene a un periodo di tempo assai più antico diquello a cui appartiene la personalità indicata dallastoria con tale nome. Ma non si tratta qui di ricerca

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storica, ma di scienza dello Spirito, e quando pensia-mo a colui, il quale più tardi portò il nome di Zaratu-stra, dovremo ricordarci di considerarlo, in accordocon la scienza dello Spirito, come un seguace di quelprimo grande Zaratustra del quale ha assunto il nomee diffuso la dottrina. Còmpito dello Zaratustra fu divolgere il suo popolo verso una comprensione delmondo sensibile che non glielo facesse apparire vuotodi spiritualità, come gli appariva quando lo osservavasotto la sola influenza della natura luciferica. L’uomodeve a quest’ultima la sua autonomia e il senso dellalibertà, però deve agire in lui all’unisono con la naturaspirituale ad essa contrapposta. L’antico popolo per-siano, per il fatto della sua tendenza verso il mondo fi-sico-sensibile, era minacciato di essere completamen-te assorbito dalle entità luciferiche; occorreva perciòmantener vivo in esso il senso della natura spirituale.Zaratustra aveva ricevuto dal custode dell’oracolo so-lare un’iniziazione che gli permetteva di ricevere le ri-velazioni delle alte entità solari. Durante uno specialestato di coscienza a cui era pervenuto con l’iniziazio-ne gli era dato di scorgere la Guida stessa degli esserisolari, la quale, come già dicemmo, aveva preso sottola sua protezione il corpo vitale dell’uomo; egli sape-va, che quell’Entità solare dirige l’evoluzione umana,ma che potrebbe discendere soltanto a un determinatomomento dallo spazio sulla Terra. Per questo era ne-cessario che essa potesse agire nel corpo astrale di unuomo, così come aveva agito nel corpo vitale umano

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storica, ma di scienza dello Spirito, e quando pensia-mo a colui, il quale più tardi portò il nome di Zaratu-stra, dovremo ricordarci di considerarlo, in accordocon la scienza dello Spirito, come un seguace di quelprimo grande Zaratustra del quale ha assunto il nomee diffuso la dottrina. Còmpito dello Zaratustra fu divolgere il suo popolo verso una comprensione delmondo sensibile che non glielo facesse apparire vuotodi spiritualità, come gli appariva quando lo osservavasotto la sola influenza della natura luciferica. L’uomodeve a quest’ultima la sua autonomia e il senso dellalibertà, però deve agire in lui all’unisono con la naturaspirituale ad essa contrapposta. L’antico popolo per-siano, per il fatto della sua tendenza verso il mondo fi-sico-sensibile, era minacciato di essere completamen-te assorbito dalle entità luciferiche; occorreva perciòmantener vivo in esso il senso della natura spirituale.Zaratustra aveva ricevuto dal custode dell’oracolo so-lare un’iniziazione che gli permetteva di ricevere le ri-velazioni delle alte entità solari. Durante uno specialestato di coscienza a cui era pervenuto con l’iniziazio-ne gli era dato di scorgere la Guida stessa degli esserisolari, la quale, come già dicemmo, aveva preso sottola sua protezione il corpo vitale dell’uomo; egli sape-va, che quell’Entità solare dirige l’evoluzione umana,ma che potrebbe discendere soltanto a un determinatomomento dallo spazio sulla Terra. Per questo era ne-cessario che essa potesse agire nel corpo astrale di unuomo, così come aveva agito nel corpo vitale umano

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dopo l’intervento luciferico. Doveva perciò comparireun uomo, che avesse trasformato il corpo astrale inmodo, da condurlo alla condizione che avrebbe rag-giunto a un determinato momento dell’evoluzione(verso la metà dell’evoluzione atlantea) se l’interventoluciferico non si fosse verificato. Senza l’azione diLucifero l’uomo sarebbe arrivato molto più presto aquel gradino dell’evoluzione, ma mai avrebbe acqui-stato nè l’indipendenza, nè la libertà. Ormai, però,malgrado queste nuove facoltà, l’uomo doveva riusci-re ad elevarsi a quelle altezze spirituali. Zaratustra,nelle sue visioni chiaroveggenti, vedeva che nel corsodell’evoluzione una personalità umana sarebbe sorta,dotata di un corpo astrale adeguato a quell’alta mis-sione; sapeva altresì che prima di quel tempoquell’alta Entità solare non avrebbe potuto esser tro-vata sulla Terra, ma che poteva essere veduta dal veg-gente nella sfera della parte spirituale del Sole.

Zaratustra scorgeva quell’Entità, quando volgevaverso il Sole il suo sguardo chiaroveggente ed egli an-nunziò al suo popolo quell’Entità, la quale si potevatrovare dapprima soltanto nel mondo spirituale, mache più tardi sarebbe discesa sulla Terra. Fu questol’annunzio del grande Spirito solare, o Spirito di luce(Aura solare, Ahyura mazdao, Ormuzd). Lo Spirito diluce si rivelò a Zaratustra e ai suoi discepoli comequello Spirito, il quale per il momento, volgeva versol’uomo il suo volto dal mondo spirituale, ma chenell’avvenire avrebbe potuto essere accolto in seno

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dopo l’intervento luciferico. Doveva perciò comparireun uomo, che avesse trasformato il corpo astrale inmodo, da condurlo alla condizione che avrebbe rag-giunto a un determinato momento dell’evoluzione(verso la metà dell’evoluzione atlantea) se l’interventoluciferico non si fosse verificato. Senza l’azione diLucifero l’uomo sarebbe arrivato molto più presto aquel gradino dell’evoluzione, ma mai avrebbe acqui-stato nè l’indipendenza, nè la libertà. Ormai, però,malgrado queste nuove facoltà, l’uomo doveva riusci-re ad elevarsi a quelle altezze spirituali. Zaratustra,nelle sue visioni chiaroveggenti, vedeva che nel corsodell’evoluzione una personalità umana sarebbe sorta,dotata di un corpo astrale adeguato a quell’alta mis-sione; sapeva altresì che prima di quel tempoquell’alta Entità solare non avrebbe potuto esser tro-vata sulla Terra, ma che poteva essere veduta dal veg-gente nella sfera della parte spirituale del Sole.

Zaratustra scorgeva quell’Entità, quando volgevaverso il Sole il suo sguardo chiaroveggente ed egli an-nunziò al suo popolo quell’Entità, la quale si potevatrovare dapprima soltanto nel mondo spirituale, mache più tardi sarebbe discesa sulla Terra. Fu questol’annunzio del grande Spirito solare, o Spirito di luce(Aura solare, Ahyura mazdao, Ormuzd). Lo Spirito diluce si rivelò a Zaratustra e ai suoi discepoli comequello Spirito, il quale per il momento, volgeva versol’uomo il suo volto dal mondo spirituale, ma chenell’avvenire avrebbe potuto essere accolto in seno

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all’umanità. L’essere annunziato da Zaratustra comeSpirito di luce è il Cristo, prima della sua venuta sullaTerra. D’altra parte Zaratustra rappresenta Arimane(Angra mainju) come una potenza, la quale esercitaun’influenza dannosa sulla vita animica dell’uomo, sequesta si abbandona ad essa completamente. Questapotenza è la medesima che abbiamo già descritta, laquale aveva acquistato forte imperio sul mondo dopoil tradimento della rivelazione dei misteri di Vulcano.Oltre all’annunzio del Dio di luce, Zaratustra comuni-cò anche degl’insegnamenti riguardo a quegli esserispirituali, i quali appariscono allo sguardo purificatodel veggente come compagni dello Spirito di luce; aquesti si contrappongono i tentatori, visibili per gli uo-mini dotati della chiaroveggenza impura, residuodell’epoca atlantea. Occorreva far comprendere chia-ramente al popolo antichissimo persiano, che nell’ani-ma umana, in quanto è rivolta all’azione e alla lottanel mondo fisico-sensibile, si svolge un conflitto fra laforza dello Spirito di luce e quella del suo oppositore,e come l’uomo debba comportarsi per non essere pre-cipitato nell’abisso da quest’ultimo, ma per volgereinvece l’influenza di esso verso il bene, per mezzodella forza del primo.

Una terza epoca di cultura post-atlantea è sorta fraquei popoli, che in seguito alla loro emigrazione sitrovarono riuniti nell’Asia Minore e nell’Africa set-tentrionale, e cioè, fra i Caldei, Babilonesi e Assiri dauna parte, e gli Egiziani dall’altra. Questi popoli ave-

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all’umanità. L’essere annunziato da Zaratustra comeSpirito di luce è il Cristo, prima della sua venuta sullaTerra. D’altra parte Zaratustra rappresenta Arimane(Angra mainju) come una potenza, la quale esercitaun’influenza dannosa sulla vita animica dell’uomo, sequesta si abbandona ad essa completamente. Questapotenza è la medesima che abbiamo già descritta, laquale aveva acquistato forte imperio sul mondo dopoil tradimento della rivelazione dei misteri di Vulcano.Oltre all’annunzio del Dio di luce, Zaratustra comuni-cò anche degl’insegnamenti riguardo a quegli esserispirituali, i quali appariscono allo sguardo purificatodel veggente come compagni dello Spirito di luce; aquesti si contrappongono i tentatori, visibili per gli uo-mini dotati della chiaroveggenza impura, residuodell’epoca atlantea. Occorreva far comprendere chia-ramente al popolo antichissimo persiano, che nell’ani-ma umana, in quanto è rivolta all’azione e alla lottanel mondo fisico-sensibile, si svolge un conflitto fra laforza dello Spirito di luce e quella del suo oppositore,e come l’uomo debba comportarsi per non essere pre-cipitato nell’abisso da quest’ultimo, ma per volgereinvece l’influenza di esso verso il bene, per mezzodella forza del primo.

Una terza epoca di cultura post-atlantea è sorta fraquei popoli, che in seguito alla loro emigrazione sitrovarono riuniti nell’Asia Minore e nell’Africa set-tentrionale, e cioè, fra i Caldei, Babilonesi e Assiri dauna parte, e gli Egiziani dall’altra. Questi popoli ave-

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vano un senso del mondo fisico-sensibile diverso daquello che ne avevano avuto i persiani; essi avevanoaccolto in maggior misura la tendenza spirituale cheserve di base alla forza del pensiero, alla riflessionelogica, sviluppatasi dopo gli ultimi tempi del periodoatlanteo. Còmpito dell’umanità post-atlantea fu infattilo sviluppo delle capacità animiche raggiungibili amezzo di quelle forze del pensiero e del sentimento,che non sono sotto lo stimolo diretto del mondo spiri-tuale, ma vengono a costituirsi per il fatto, che l’uomovive nel mondo dei sensi, si familiarizza con esso e loelabora. La conquista di tale mondo fisico-sensibile,per opera delle capacità umane, deve esser consideratacome la missione dell’umanità post-atlantea; essa pro-cede di gradino in gradino. Nell’antica India l’uomo,per l’atteggiamento della sua anima, già era volto ver-so il mondo, ma egli ancora lo considerava comeun’illusione e il suo spirito aspirava al mondo super-sensibile. Una tendenza opposta si manifesta nel po-polo persiano; esso sente l’impulso di conquistare ilmondo fisico-sensibile, ma tenta di farlo utilizzandoquelle forze animiche rimastegli come retaggio di untempo, in cui l’uomo poteva mettersi in rapporto diret-to col mondo supersensibile. I popoli della terza epocadi cultura hanno smarrito quasi completamente questefacoltà supersensibili. L’anima deve ormai investigarel’ambiente fisico stesso per cercarvi le manifestazionidella spiritualità, e per progredire più oltre mediante lerivelazioni e le scoperte dei mezzi di cultura di quel

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vano un senso del mondo fisico-sensibile diverso daquello che ne avevano avuto i persiani; essi avevanoaccolto in maggior misura la tendenza spirituale cheserve di base alla forza del pensiero, alla riflessionelogica, sviluppatasi dopo gli ultimi tempi del periodoatlanteo. Còmpito dell’umanità post-atlantea fu infattilo sviluppo delle capacità animiche raggiungibili amezzo di quelle forze del pensiero e del sentimento,che non sono sotto lo stimolo diretto del mondo spiri-tuale, ma vengono a costituirsi per il fatto, che l’uomovive nel mondo dei sensi, si familiarizza con esso e loelabora. La conquista di tale mondo fisico-sensibile,per opera delle capacità umane, deve esser consideratacome la missione dell’umanità post-atlantea; essa pro-cede di gradino in gradino. Nell’antica India l’uomo,per l’atteggiamento della sua anima, già era volto ver-so il mondo, ma egli ancora lo considerava comeun’illusione e il suo spirito aspirava al mondo super-sensibile. Una tendenza opposta si manifesta nel po-polo persiano; esso sente l’impulso di conquistare ilmondo fisico-sensibile, ma tenta di farlo utilizzandoquelle forze animiche rimastegli come retaggio di untempo, in cui l’uomo poteva mettersi in rapporto diret-to col mondo supersensibile. I popoli della terza epocadi cultura hanno smarrito quasi completamente questefacoltà supersensibili. L’anima deve ormai investigarel’ambiente fisico stesso per cercarvi le manifestazionidella spiritualità, e per progredire più oltre mediante lerivelazioni e le scoperte dei mezzi di cultura di quel

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mondo. Per il fatto, che dal mondo fisico-sensibile gliuomini hanno investigato le leggi spirituali che dietroa quello stanno nascoste, è nata la scienza umana;mentre la tecnica umana, il lavoro artistico con i suoimetodi e i suoi strumenti risultarono dal riconosci-mento e dall’elaborazione delle forze del mondo fisi-co. Per gli uomini del popolo caldeo-babilonese ilmondo sensibile non era più un’illusione; nei suoi re-gni, nei suoi monti e nei suoi mari, nell’aria enell’acqua era una manifestazione delle attività spiri-tuali delle potenze nascoste, delle quali l’uomo dove-va conoscere le leggi. Per l’egiziano, la Terra era uncampo d’azione, che gli veniva donato in una condi-zione che doveva elaborare per mezzo delle forze del-la propria intelligenza, perchè portasse l’impronta del-la potenza umana. Nell’Egitto erano stati trasferiti perlo più quei santuari degli oracoli dell’Atlantide chederivavano dall’oracolo di Mercurio; ve ne erano peròanche altri, quelli di Venere, per esempio. Un nuovogerme di cultura venne versato nel popolo egizianoper mezzo degl’insegnamenti coltivati nei santuari diquesti oracoli. Questo germe proveniva da un grandeMaestro, il quale aveva seguito la disciplina dellascuola persiana dei Misteri dello Zaratustra (costui erala rincarnazione della personalità di un discepolo delgrande Zaratustra stesso): lo si può chiamare «Erme-te». Per il fatto di aver accolto i Misteri dello Zaratu-stra egli poteva indicare la via giusta, per guidare ilpopolo egiziano. Questo popolo, durante la vita terre-

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mondo. Per il fatto, che dal mondo fisico-sensibile gliuomini hanno investigato le leggi spirituali che dietroa quello stanno nascoste, è nata la scienza umana;mentre la tecnica umana, il lavoro artistico con i suoimetodi e i suoi strumenti risultarono dal riconosci-mento e dall’elaborazione delle forze del mondo fisi-co. Per gli uomini del popolo caldeo-babilonese ilmondo sensibile non era più un’illusione; nei suoi re-gni, nei suoi monti e nei suoi mari, nell’aria enell’acqua era una manifestazione delle attività spiri-tuali delle potenze nascoste, delle quali l’uomo dove-va conoscere le leggi. Per l’egiziano, la Terra era uncampo d’azione, che gli veniva donato in una condi-zione che doveva elaborare per mezzo delle forze del-la propria intelligenza, perchè portasse l’impronta del-la potenza umana. Nell’Egitto erano stati trasferiti perlo più quei santuari degli oracoli dell’Atlantide chederivavano dall’oracolo di Mercurio; ve ne erano peròanche altri, quelli di Venere, per esempio. Un nuovogerme di cultura venne versato nel popolo egizianoper mezzo degl’insegnamenti coltivati nei santuari diquesti oracoli. Questo germe proveniva da un grandeMaestro, il quale aveva seguito la disciplina dellascuola persiana dei Misteri dello Zaratustra (costui erala rincarnazione della personalità di un discepolo delgrande Zaratustra stesso): lo si può chiamare «Erme-te». Per il fatto di aver accolto i Misteri dello Zaratu-stra egli poteva indicare la via giusta, per guidare ilpopolo egiziano. Questo popolo, durante la vita terre-

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stre fra nascita e morte, pur avendo lo sguardo rivoltoverso il mondo fisico-sensibile in modo, che gli per-metteva soltanto una visione indiretta molto limitatadel mondo spirituale che vi sta dietro, nondimeno ri-conosceva nel mondo fisico le leggi spirituali. Il mon-do spirituale non poteva dunque essere rappresentato aquel popolo come un mondo col quale si sarebbe po-tuto familiarizzare durante la sua dimora sulla Terra.Gli si poteva però dimostrare che l’uomo, durante lostato incorporeo che segue la morte, vive nel mondodi quegli spiriti, dei quali l’impronta si manifesta nellavita terrena, nel mondo fisico-sensibile. Ermete inse-gnava: che l’uomo, per quanto impiega le sue forzesulla Terra per favorire le direttive delle Potenze spiri-tuali, altrettanto si rende capace di unirsi a questedopo la morte. Coloro specialmente che hanno lavora-to più strenuamente fra nascita e morte a tale scopo, siuniranno con Osiride, la sublime entità solare. Nellaparte caldea-babilonese di questa corrente di civiltà latendenza della mente umana verso il mondo fisico-sensibile fu più accentuata che presso gli egiziani; leleggi del mondo fisico furono investigate e gli archeti-pi spirituali vennero osservati nelle loro produzioni fi-siche. Il popolo però, sotto molti rapporti, rimase lega-to alle cose sensibili; diede importanza alla stella, in-vece che allo spirito stellare, e così pure alle copie ter-restri di molte altre entità spirituali. Le guide dei po-poli soltanto acquistarono veramente delle profondeconoscenze delle leggi del mondo supersensibile e

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stre fra nascita e morte, pur avendo lo sguardo rivoltoverso il mondo fisico-sensibile in modo, che gli per-metteva soltanto una visione indiretta molto limitatadel mondo spirituale che vi sta dietro, nondimeno ri-conosceva nel mondo fisico le leggi spirituali. Il mon-do spirituale non poteva dunque essere rappresentato aquel popolo come un mondo col quale si sarebbe po-tuto familiarizzare durante la sua dimora sulla Terra.Gli si poteva però dimostrare che l’uomo, durante lostato incorporeo che segue la morte, vive nel mondodi quegli spiriti, dei quali l’impronta si manifesta nellavita terrena, nel mondo fisico-sensibile. Ermete inse-gnava: che l’uomo, per quanto impiega le sue forzesulla Terra per favorire le direttive delle Potenze spiri-tuali, altrettanto si rende capace di unirsi a questedopo la morte. Coloro specialmente che hanno lavora-to più strenuamente fra nascita e morte a tale scopo, siuniranno con Osiride, la sublime entità solare. Nellaparte caldea-babilonese di questa corrente di civiltà latendenza della mente umana verso il mondo fisico-sensibile fu più accentuata che presso gli egiziani; leleggi del mondo fisico furono investigate e gli archeti-pi spirituali vennero osservati nelle loro produzioni fi-siche. Il popolo però, sotto molti rapporti, rimase lega-to alle cose sensibili; diede importanza alla stella, in-vece che allo spirito stellare, e così pure alle copie ter-restri di molte altre entità spirituali. Le guide dei po-poli soltanto acquistarono veramente delle profondeconoscenze delle leggi del mondo supersensibile e

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della loro cooperazione con il mondo fisico, di guisache si accentuò specialmente fra quei popoli il contra-sto fra la conoscenza degl’iniziati e la credenza erratadella nazione in generale.

Condizioni affatto diverse si riscontravano nei paesidell’Europa meridionale e dell’Asia occidentale, làdove fioriva la quarta epoca di cultura post-atlantea.In accordo con la scienza occulta possiamo chiamarequel periodo l’epoca della cultura greco-latina. Si era-no riuniti in quei paesi i discendenti degli uomini emi-grati dalle contrade più diverse dell’antico mondo; vierano santuari di oracoli che continuavano le tradizio-ni degli oracoli dell’Atlantide; vi erano uomini cheavevano ereditato e possedevano come dono naturalealcunchè dell’antica chiaroveggenza, e altri, ai qualiera relativamente facile acquistarla, mediante una giu-sta disciplina. In molti santuari erano conservate, nonsoltanto le tradizioni degli antichi iniziati, ma vi eranoanche dei degni successori di quei Maestri, i quali atti-ravano dei discepoli capaci di elevarsi ad alti gradi divisione spirituale. Quei popoli sentivano l’impulso dicreare nel mondo sensibile una regione, in cui lo spiri-to potesse venire espresso nella sostanza fisica conforma perfetta. L’arte greca è, insieme a molte altrecose, una conseguenza di tale aspirazione. Basta guar-dare un tempio greco con lo sguardo spirituale per ac-corgersi, che in quella mirabile opera d’arte la sostan-za fisica è stata elaborata dall’uomo, in modo che inogni minimo suo particolare essa appare l’espressione

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della loro cooperazione con il mondo fisico, di guisache si accentuò specialmente fra quei popoli il contra-sto fra la conoscenza degl’iniziati e la credenza erratadella nazione in generale.

Condizioni affatto diverse si riscontravano nei paesidell’Europa meridionale e dell’Asia occidentale, làdove fioriva la quarta epoca di cultura post-atlantea.In accordo con la scienza occulta possiamo chiamarequel periodo l’epoca della cultura greco-latina. Si era-no riuniti in quei paesi i discendenti degli uomini emi-grati dalle contrade più diverse dell’antico mondo; vierano santuari di oracoli che continuavano le tradizio-ni degli oracoli dell’Atlantide; vi erano uomini cheavevano ereditato e possedevano come dono naturalealcunchè dell’antica chiaroveggenza, e altri, ai qualiera relativamente facile acquistarla, mediante una giu-sta disciplina. In molti santuari erano conservate, nonsoltanto le tradizioni degli antichi iniziati, ma vi eranoanche dei degni successori di quei Maestri, i quali atti-ravano dei discepoli capaci di elevarsi ad alti gradi divisione spirituale. Quei popoli sentivano l’impulso dicreare nel mondo sensibile una regione, in cui lo spiri-to potesse venire espresso nella sostanza fisica conforma perfetta. L’arte greca è, insieme a molte altrecose, una conseguenza di tale aspirazione. Basta guar-dare un tempio greco con lo sguardo spirituale per ac-corgersi, che in quella mirabile opera d’arte la sostan-za fisica è stata elaborata dall’uomo, in modo che inogni minimo suo particolare essa appare l’espressione

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della spiritualità. Il tempio greco è la «dimora delloSpirito»; esso esprime nelle sue forze ciò che è visibi-le soltanto all’occhio del veggente. Un tempio di Zeus(o Giove) è costituito in modo, da apparire all’occhiofisico come un involucro degno di avviluppare il mi-stero profondo, che si rivela all’occhio spirituale delcustode dell’iniziazione di Giove. E lo stesso si puòdire di tutta l’arte greca. La saggezza degl’iniziatiscorre per vie occulte nei poeti, negli artisti, nei pen-satori sotto forma di concetti, di idee; i segretidegl’iniziati si ritrovano nei sistemi ideologici dellaconcezione cosmica dei filosofi greci. L’influsso dellavita spirituale, i segreti degli antichi santuari asiatici eafricani scorrono per entro questi popoli e le loro gui-de. I grandi maestri indiani, i compagni di Zaratustra,i segnaci di Ermete avevano reclutato dei discepoli, equesti e i loro discendenti fondarono alla loro voltadei santuari d’iniziazione, in cui rivisse l’antica sa-viezza sotto nuova forma. Sono questi i Misteridell’antichità, in cui i discepoli venivano preparati apoter raggiungere quello stato di coscienza che per-metteva loro di spingere lo sguardo fin dentro ai mon-di spirituali (maggiori particolari riguardo ai Maestridell’antichità si trovano nel mio libro «Il cristianesimocome fatto mistico», e ne verrà anche trattato più am-piamente negli ultimi capitoli di quest’opera). Da que-sti santuari dell’iniziazione i Misteri irradiavano versotutti coloro che nell’Asia Minore, nella Grecia e inItalia coltivavano i Misteri spirituali (il mondo Greco

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della spiritualità. Il tempio greco è la «dimora delloSpirito»; esso esprime nelle sue forze ciò che è visibi-le soltanto all’occhio del veggente. Un tempio di Zeus(o Giove) è costituito in modo, da apparire all’occhiofisico come un involucro degno di avviluppare il mi-stero profondo, che si rivela all’occhio spirituale delcustode dell’iniziazione di Giove. E lo stesso si puòdire di tutta l’arte greca. La saggezza degl’iniziatiscorre per vie occulte nei poeti, negli artisti, nei pen-satori sotto forma di concetti, di idee; i segretidegl’iniziati si ritrovano nei sistemi ideologici dellaconcezione cosmica dei filosofi greci. L’influsso dellavita spirituale, i segreti degli antichi santuari asiatici eafricani scorrono per entro questi popoli e le loro gui-de. I grandi maestri indiani, i compagni di Zaratustra,i segnaci di Ermete avevano reclutato dei discepoli, equesti e i loro discendenti fondarono alla loro voltadei santuari d’iniziazione, in cui rivisse l’antica sa-viezza sotto nuova forma. Sono questi i Misteridell’antichità, in cui i discepoli venivano preparati apoter raggiungere quello stato di coscienza che per-metteva loro di spingere lo sguardo fin dentro ai mon-di spirituali (maggiori particolari riguardo ai Maestridell’antichità si trovano nel mio libro «Il cristianesimocome fatto mistico», e ne verrà anche trattato più am-piamente negli ultimi capitoli di quest’opera). Da que-sti santuari dell’iniziazione i Misteri irradiavano versotutti coloro che nell’Asia Minore, nella Grecia e inItalia coltivavano i Misteri spirituali (il mondo Greco

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possedeva con i suoi Misteri Orfici ed Eleusinidegl’importanti santuari d’iniziazione. Nella scuola diPitagora dominavano ancora i grandi insegnamenti e imetodi della saggezza della remota antichità; Pitagorastesso era stato iniziato in varie scuole di Misteri, nelcorso dei suoi lunghi viaggi).

* * *

La vita che gli uomini dell’epoca post-atlantea con-ducevano fra nascita e morte esercitava la sua influen-za anche sullo stato incorporeo che segue la morte;quanto più l’uomo volgeva il suo interesse alle cosedel mondo fisico-sensibile e tanto più grande divenivala possibilità che Arimane, insediandosi nell’animasua durante la vita, conservasse il suo imperio oltre lamorte. Presso i popoli dell’antica India tale pericoloera ancora minimo, poichè durante la vita terrestreessi sentivano il mondo fisico-sensibile come un’illu-sione. In tal modo essi si sottraevano dopo la morteall’influenza di Arimane. Il pericolo diveniva minac-cioso per gli antichissimi popoli persiani, i quali ave-vano volto lo sguardo durante la vita terrestre al mon-do fisico-sensibile con interesse maggiore, e sarebberoin buona parte caduti preda di Arimane, se la parolaispirata di Zaratustra non avesse rivelato loro, a mezzodell’insegnamento del Dio della luce, che dietro almondo fisico-sensibile vi è quello degli Spiriti dellaluce. Quanto maggiormente gli uomini di quella civil-

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possedeva con i suoi Misteri Orfici ed Eleusinidegl’importanti santuari d’iniziazione. Nella scuola diPitagora dominavano ancora i grandi insegnamenti e imetodi della saggezza della remota antichità; Pitagorastesso era stato iniziato in varie scuole di Misteri, nelcorso dei suoi lunghi viaggi).

* * *

La vita che gli uomini dell’epoca post-atlantea con-ducevano fra nascita e morte esercitava la sua influen-za anche sullo stato incorporeo che segue la morte;quanto più l’uomo volgeva il suo interesse alle cosedel mondo fisico-sensibile e tanto più grande divenivala possibilità che Arimane, insediandosi nell’animasua durante la vita, conservasse il suo imperio oltre lamorte. Presso i popoli dell’antica India tale pericoloera ancora minimo, poichè durante la vita terrestreessi sentivano il mondo fisico-sensibile come un’illu-sione. In tal modo essi si sottraevano dopo la morteall’influenza di Arimane. Il pericolo diveniva minac-cioso per gli antichissimi popoli persiani, i quali ave-vano volto lo sguardo durante la vita terrestre al mon-do fisico-sensibile con interesse maggiore, e sarebberoin buona parte caduti preda di Arimane, se la parolaispirata di Zaratustra non avesse rivelato loro, a mezzodell’insegnamento del Dio della luce, che dietro almondo fisico-sensibile vi è quello degli Spiriti dellaluce. Quanto maggiormente gli uomini di quella civil-

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Page 295: La scienza occulta -   · PDF fileno ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma

tà avevano potuto accogliere nell’anima questo nuovomondo di rappresentazioni destato in loro, tanto me-glio riuscivano a sfuggire durante la vita terrestreall’attrazione di Arimane, e ad eluderlo dopo la morte,quando dovevano prepararsi per una nuova esistenzaterrena. La potenza di Arimane durante la vita terrenaagisce nell’uomo in guisa da fargli considerare la vitafisico-sensibile come la sola esistente e da chiudergliin tal modo il passaggio alla visione del mondo spiri-tuale. Nel mondo spirituale questa potenza conducel’uomo all’isolamento, alla concentrazione della suaattenzione soltanto su sè stesso. Gli uomini che si tro-vano dopo la morte sotto al potere di Arimane rina-scono come egoisti.

La scienza occulta attualmente può descrivere qualeè veramente la vita che si svolge fra la morte e una na-scita nuova, quando l’influsso arimanico è stato fino aun dato grado superato. E così difatti è stata descrittadall’autore di questo libro nei primi capitoli di esso eanche in altre opere; e così deve essere descritta, se sivuole far comprendere ciò che l’uomo può sperimen-tare in questa condizione di esistenza, quando si è ele-vato alla pura visione spirituale della realtà. Ogni indi-viduo riesce a sperimentare in grado diverso, a secon-da della sua vittoria sull’influsso arimanico. L’uomo siavvicina sempre più a ciò che egli può divenire nelmondo spirituale; occorre ora studiare il corsodell’evoluzione dell’umanità per precisare bene quali

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tà avevano potuto accogliere nell’anima questo nuovomondo di rappresentazioni destato in loro, tanto me-glio riuscivano a sfuggire durante la vita terrestreall’attrazione di Arimane, e ad eluderlo dopo la morte,quando dovevano prepararsi per una nuova esistenzaterrena. La potenza di Arimane durante la vita terrenaagisce nell’uomo in guisa da fargli considerare la vitafisico-sensibile come la sola esistente e da chiudergliin tal modo il passaggio alla visione del mondo spiri-tuale. Nel mondo spirituale questa potenza conducel’uomo all’isolamento, alla concentrazione della suaattenzione soltanto su sè stesso. Gli uomini che si tro-vano dopo la morte sotto al potere di Arimane rina-scono come egoisti.

La scienza occulta attualmente può descrivere qualeè veramente la vita che si svolge fra la morte e una na-scita nuova, quando l’influsso arimanico è stato fino aun dato grado superato. E così difatti è stata descrittadall’autore di questo libro nei primi capitoli di esso eanche in altre opere; e così deve essere descritta, se sivuole far comprendere ciò che l’uomo può sperimen-tare in questa condizione di esistenza, quando si è ele-vato alla pura visione spirituale della realtà. Ogni indi-viduo riesce a sperimentare in grado diverso, a secon-da della sua vittoria sull’influsso arimanico. L’uomo siavvicina sempre più a ciò che egli può divenire nelmondo spirituale; occorre ora studiare il corsodell’evoluzione dell’umanità per precisare bene quali

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sono le altre influenze che possono ritardare l’uomo inquesto suo progresso.

Presso il popolo egiziano, Ermete ebbe cura che gliuomini si preparassero durante la vita terrena alla co-munione con lo Spirito di luce. Gl’interessi degli uo-mini fra nascita e morte si erano però a quel tempo co-stituiti per modo, che lo sguardo spirituale poteva amala pena penetrare al di là del velo fisico sensibile;perciò lo sguardo spirituale rimase oscurato anchedopo la morte, e la percezione del mondo della lucedivenne incerta. Il punto massimo di oscuramento delmondo spirituale dopo la morte si verificò per quelleanime, che, uscendo da un corpo appartenente alla ci-viltà greco-latina, passarono nello stato incorporeo.Durante la vita terrena esse si erano completamentededicate al perfezionamento dell’esistenza fisico-sen-sibile, e perciò si erano condannate a vivere come om-bre dopo la morte. I greci sentivano quindi la vita chesegue la morte come un’esistenza di ombre, e la paro-la pronunziata a quel tempo dall’eroe a cui è cara lavita dei sensi: «Meglio mendicante sulla Terra, che so-vrano nel regno delle ombre», non è una sempliceespressione retorica, ma l’affermazione di un senti-mento vero. Questa tendenza si accentuava ancora piùpresso quei popoli asiatici, che, invece di venerare gliarchetipi spirituali, ne adoravano soltanto le immaginisensibili. Buona parte dell’umanità si trovava in que-sta condizione all’epoca della cultura greco-latina. Èevidente che la missione degli uomini del periodo

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sono le altre influenze che possono ritardare l’uomo inquesto suo progresso.

Presso il popolo egiziano, Ermete ebbe cura che gliuomini si preparassero durante la vita terrena alla co-munione con lo Spirito di luce. Gl’interessi degli uo-mini fra nascita e morte si erano però a quel tempo co-stituiti per modo, che lo sguardo spirituale poteva amala pena penetrare al di là del velo fisico sensibile;perciò lo sguardo spirituale rimase oscurato anchedopo la morte, e la percezione del mondo della lucedivenne incerta. Il punto massimo di oscuramento delmondo spirituale dopo la morte si verificò per quelleanime, che, uscendo da un corpo appartenente alla ci-viltà greco-latina, passarono nello stato incorporeo.Durante la vita terrena esse si erano completamentededicate al perfezionamento dell’esistenza fisico-sen-sibile, e perciò si erano condannate a vivere come om-bre dopo la morte. I greci sentivano quindi la vita chesegue la morte come un’esistenza di ombre, e la paro-la pronunziata a quel tempo dall’eroe a cui è cara lavita dei sensi: «Meglio mendicante sulla Terra, che so-vrano nel regno delle ombre», non è una sempliceespressione retorica, ma l’affermazione di un senti-mento vero. Questa tendenza si accentuava ancora piùpresso quei popoli asiatici, che, invece di venerare gliarchetipi spirituali, ne adoravano soltanto le immaginisensibili. Buona parte dell’umanità si trovava in que-sta condizione all’epoca della cultura greco-latina. Èevidente che la missione degli uomini del periodo

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post-atlanteo, che consisteva nella valorizzazione delmondo fisico sensibile, dovesse avere come conse-guenza l’allontanamento dal mondo spirituale. Così lagrandezza in un campo è accompagnata necessaria-mente dalla decadenza nell’altro. Nei Misteri venivacoltivata la comunione dell’uomo col mondo spiritua-le. Gl’iniziati, che durante stati animici speciali pote-vano accogliere le rivelazioni di quel mondo, eranoper lo più successori degli antichi custodi degli oracoliatlantei, e ad essi si rivelava ciò che si era oscuratosotto l’influsso di Lucifero e di Arimane. Lucifero na-scondeva agli uomini quella parte del mondo spiritua-le che era penetrata nel corpo astrale umano, senza lacooperazione di esso, fino alla metà del periodo atlan-teo. Se il corpo vitale non si fosse trovato in partestaccato dal corpo fisico, l’uomo avrebbe potuto speri-mentare in sè stesso questa regione del mondo spiri-tuale come una rivelazione animica interiore; per cau-sa invece dell’influsso luciferico poteva sperimentarlasoltanto in condizioni animiche speciali; gli si presen-tava allora un mondo spirituale sotto veste astrale. Lecorrispondenti entità gli si manifestavano in forme chepossedevano soltanto gli arti della natura umana supe-riore, e questi arti erano i simboli astrali delle relativeforze spirituali. Delle forme superumane si manifesta-vano in questo modo. Dopo l’intervento di Arimane, aquesta specie di iniziazione se ne aggiunse un’altra.Arimane ha nascosto tutta quella parte del mondo spi-rituale che si sarebbe palesata dietro alle percezioni fi-

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post-atlanteo, che consisteva nella valorizzazione delmondo fisico sensibile, dovesse avere come conse-guenza l’allontanamento dal mondo spirituale. Così lagrandezza in un campo è accompagnata necessaria-mente dalla decadenza nell’altro. Nei Misteri venivacoltivata la comunione dell’uomo col mondo spiritua-le. Gl’iniziati, che durante stati animici speciali pote-vano accogliere le rivelazioni di quel mondo, eranoper lo più successori degli antichi custodi degli oracoliatlantei, e ad essi si rivelava ciò che si era oscuratosotto l’influsso di Lucifero e di Arimane. Lucifero na-scondeva agli uomini quella parte del mondo spiritua-le che era penetrata nel corpo astrale umano, senza lacooperazione di esso, fino alla metà del periodo atlan-teo. Se il corpo vitale non si fosse trovato in partestaccato dal corpo fisico, l’uomo avrebbe potuto speri-mentare in sè stesso questa regione del mondo spiri-tuale come una rivelazione animica interiore; per cau-sa invece dell’influsso luciferico poteva sperimentarlasoltanto in condizioni animiche speciali; gli si presen-tava allora un mondo spirituale sotto veste astrale. Lecorrispondenti entità gli si manifestavano in forme chepossedevano soltanto gli arti della natura umana supe-riore, e questi arti erano i simboli astrali delle relativeforze spirituali. Delle forme superumane si manifesta-vano in questo modo. Dopo l’intervento di Arimane, aquesta specie di iniziazione se ne aggiunse un’altra.Arimane ha nascosto tutta quella parte del mondo spi-rituale che si sarebbe palesata dietro alle percezioni fi-

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sico-sensibili, se verso la metà dell’epoca atlantea ilsuo intervento non si fosse verificato. Tutto ciò si ri-velava agl’iniziati dei Misteri per virtù del fatto, chetutte le facoltà, che l’uomo era andato da quell’epocaacquistando, venivano da essi sviluppate a un gradomolto più intenso di quello necessario per la percezio-ne sensibile. Essi vedevano perciò la potenza spiritua-le che si cela nelle forze della natura, potevano parlaredelle entità spirituali che agiscono dietro alla natura.Le potenze creatrici delle forze, che operano al di sot-to dell’uomo nella natura, si rivelavano ad essi. Ciòche da Saturno, dal Sole e dall’antica Luna ha conti-nuato ad operare e aveva formato il corpo fisico, ilcorpo vitale e quello astrale dell’uomo come pure ilregno minerale, il regno vegetale e il regno animale,costituiva il contenuto di un determinato genere diMisteri; su questi appunto dominava Arimane. Ciòche ha condotto all’anima senziente, all’anima razio-nale e all’anima cosciente, e che agli uomini è statonascosto da Lucifero, veniva rivelato in un secondogenere di Misteri. Una sola profezia però potevanofare i Misteri; e cioè, che, nel corso dei tempi, unuomo sarebbe nato sulla Terra dotato di un corpoastrale, il quale, malgrado Lucifero, avrebbe potutodivenire cosciente, per mezzo del corpo eterico e sen-za condizioni animiche speciali, del mondo di lucedello Spirito solare. E il corpo fisico di questo Essereumano sarebbe stato di tal natura da permettergli dipercepire tutto ciò che proviene dal mondo spirituale e

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sico-sensibili, se verso la metà dell’epoca atlantea ilsuo intervento non si fosse verificato. Tutto ciò si ri-velava agl’iniziati dei Misteri per virtù del fatto, chetutte le facoltà, che l’uomo era andato da quell’epocaacquistando, venivano da essi sviluppate a un gradomolto più intenso di quello necessario per la percezio-ne sensibile. Essi vedevano perciò la potenza spiritua-le che si cela nelle forze della natura, potevano parlaredelle entità spirituali che agiscono dietro alla natura.Le potenze creatrici delle forze, che operano al di sot-to dell’uomo nella natura, si rivelavano ad essi. Ciòche da Saturno, dal Sole e dall’antica Luna ha conti-nuato ad operare e aveva formato il corpo fisico, ilcorpo vitale e quello astrale dell’uomo come pure ilregno minerale, il regno vegetale e il regno animale,costituiva il contenuto di un determinato genere diMisteri; su questi appunto dominava Arimane. Ciòche ha condotto all’anima senziente, all’anima razio-nale e all’anima cosciente, e che agli uomini è statonascosto da Lucifero, veniva rivelato in un secondogenere di Misteri. Una sola profezia però potevanofare i Misteri; e cioè, che, nel corso dei tempi, unuomo sarebbe nato sulla Terra dotato di un corpoastrale, il quale, malgrado Lucifero, avrebbe potutodivenire cosciente, per mezzo del corpo eterico e sen-za condizioni animiche speciali, del mondo di lucedello Spirito solare. E il corpo fisico di questo Essereumano sarebbe stato di tal natura da permettergli dipercepire tutto ciò che proviene dal mondo spirituale e

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che Arimane nasconde all’uomo fino al tempo dellasua morte fisica. La morte fisica non potrebbe cambia-re nulla al contenuto vitale di quell’essere umano,cioè, non potrebbe esercitare su di lui alcun potere. Inun essere umano di tal fatta l’Io si manifesta in modo,che la pienezza della sua vita spirituale si esplica com-pletamente anche nella vita fisica. Un essere siffatto èil veicolo dello Spirito di luce fino al quale l’iniziatosi eleva per due vie, sia che egli venga condotto sottospeciali condizioni animiche allo Spirito del superu-mano, sia che s’immerga nell’essenza delle forze dellanatura. Annunziando che nel corso dei tempi un taleEssere apparirebbe sulla Terra, gl’iniziati si palesava-no come profeti del Cristo.

Come profeta speciale del Cristo è sorto un uomo inun popolo, al quale erano state trasmesse per via ere-ditaria le facoltà degli antichi popoli asiatici, e che pervia di educazione aveva accolto gl’insegnamenti dellacultura egiziana. Si tratta del popolo israelita e delprofeta Mosè. L’influenza dell’iniziazione agiva nellasua anima in un modo, che questa, in determinate con-dizioni di coscienza, percepiva l’entità la quale ha as-sunto il compito nella regolare evoluzione della Terradi elaborare dalla luna la coscienza umana. Nel lampoe nel tuono Mosè riconosceva, non soltanto l’espres-sione di un fatto fisico, ma anche la manifestazione diquello Spirito; nella sua anima aveva operato però an-che l’altro genere di Misteri, e nella visione astraleegli poteva scorgere il super-umano che diventa uma-

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che Arimane nasconde all’uomo fino al tempo dellasua morte fisica. La morte fisica non potrebbe cambia-re nulla al contenuto vitale di quell’essere umano,cioè, non potrebbe esercitare su di lui alcun potere. Inun essere umano di tal fatta l’Io si manifesta in modo,che la pienezza della sua vita spirituale si esplica com-pletamente anche nella vita fisica. Un essere siffatto èil veicolo dello Spirito di luce fino al quale l’iniziatosi eleva per due vie, sia che egli venga condotto sottospeciali condizioni animiche allo Spirito del superu-mano, sia che s’immerga nell’essenza delle forze dellanatura. Annunziando che nel corso dei tempi un taleEssere apparirebbe sulla Terra, gl’iniziati si palesava-no come profeti del Cristo.

Come profeta speciale del Cristo è sorto un uomo inun popolo, al quale erano state trasmesse per via ere-ditaria le facoltà degli antichi popoli asiatici, e che pervia di educazione aveva accolto gl’insegnamenti dellacultura egiziana. Si tratta del popolo israelita e delprofeta Mosè. L’influenza dell’iniziazione agiva nellasua anima in un modo, che questa, in determinate con-dizioni di coscienza, percepiva l’entità la quale ha as-sunto il compito nella regolare evoluzione della Terradi elaborare dalla luna la coscienza umana. Nel lampoe nel tuono Mosè riconosceva, non soltanto l’espres-sione di un fatto fisico, ma anche la manifestazione diquello Spirito; nella sua anima aveva operato però an-che l’altro genere di Misteri, e nella visione astraleegli poteva scorgere il super-umano che diventa uma-

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no a mezzo dell’«Io». In questo modo Colui, il qualedoveva venire al contempo da due direzioni, si rivela-va a Mosè come la più alta espressione dell’«Io».

E col Cristo il sublime Spirito solare, in forma diuomo, è apparso come il grande Ideale della vita uma-na sulla Terra. Con la sua comparsa tutta la sapienzadei Misteri ha dovuto assumere sotto certi aspetti unaforma nuova; fino allora essa tendeva esclusivamentea condurre l’uomo a quello stato animico in cui potevapercepire il regno dello Spirito solare come al di fuoridell’evoluzione della Terra; ma ormai i Misteri assun-sero il còmpito di rendere l’uomo capace di riconosce-re l’entità primordiale nel Cristo diventato uomo, e,partendo da questo centro di ogni saggezza, di com-prendere il mondo naturale e quello spirituale (ciò cheancora si può dire su questo argomento sarà trattatonell’ultimo capitolo di questo libro, quando si parleràdella conoscenza supersensibile).

Nel momento della sua vita, in cui il corpo astraledel Cristo Gesù conteneva tutto ciò che dall’influssoluciferico può essere celato, cominciò la sua missionedi Maestro dell’Umanità. Da quel momento venneinoculata nell’evoluzione umana terrestre la capacitàdi accogliere quella sapienza, per mezzo della quale loscopo fisico della Terra può essere raggiunto. Quandol’evento del Golgota si verificò un’altra capacità ven-ne inoculata nell’uomo, per mezzo della qualel’influsso di Arimane può essere rivolto al bene. At-traversando la soglia della morte, l’uomo può ormai

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no a mezzo dell’«Io». In questo modo Colui, il qualedoveva venire al contempo da due direzioni, si rivela-va a Mosè come la più alta espressione dell’«Io».

E col Cristo il sublime Spirito solare, in forma diuomo, è apparso come il grande Ideale della vita uma-na sulla Terra. Con la sua comparsa tutta la sapienzadei Misteri ha dovuto assumere sotto certi aspetti unaforma nuova; fino allora essa tendeva esclusivamentea condurre l’uomo a quello stato animico in cui potevapercepire il regno dello Spirito solare come al di fuoridell’evoluzione della Terra; ma ormai i Misteri assun-sero il còmpito di rendere l’uomo capace di riconosce-re l’entità primordiale nel Cristo diventato uomo, e,partendo da questo centro di ogni saggezza, di com-prendere il mondo naturale e quello spirituale (ciò cheancora si può dire su questo argomento sarà trattatonell’ultimo capitolo di questo libro, quando si parleràdella conoscenza supersensibile).

Nel momento della sua vita, in cui il corpo astraledel Cristo Gesù conteneva tutto ciò che dall’influssoluciferico può essere celato, cominciò la sua missionedi Maestro dell’Umanità. Da quel momento venneinoculata nell’evoluzione umana terrestre la capacitàdi accogliere quella sapienza, per mezzo della quale loscopo fisico della Terra può essere raggiunto. Quandol’evento del Golgota si verificò un’altra capacità ven-ne inoculata nell’uomo, per mezzo della qualel’influsso di Arimane può essere rivolto al bene. At-traversando la soglia della morte, l’uomo può ormai

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portare con sè quello che avrà tratto dalla vita e chenel mondo spirituale lo libera dall’isolamento. L’even-to di Palestina rappresenta non soltanto il punto cen-trale dell’evoluzione fisica dell’umanità, ma anchequello degli altri mondi a cui l’uomo appartiene; e,quando l’evento del Golgota è stato compiuto, quandola morte sulla croce si è verificata, il Cristo è apparsonel mondo in cui le anime dimorano dopo la morte eha segnato dei limiti alla potenza di Arimane. Da queltempo in poi la regione, che il popolo greco chiamava«il regno delle ombre», fu attraversata da quel lampospirituale, che dimostrò agli esseri che la popolavanoche la luce tornerebbe a risplendervi; ciò che era statoacquistato per il mondo fisico per mezzo del «Misterodel Golgota » illuminò con la sua luce anche il mondospirituale. L’evoluzione dell’umanità post-atlantea,fino al momento dell’evento del Golgota, è un pro-gresso nel mondo fisico sensibile, ma è anche una de-cadenza nel mondo spirituale. Tutto ciò che fluiva nelmondo dei sensi scaturiva da una spiritualità, che esi-steva fin da tempi antichissimi. Dopo l’avvento delCristo, coloro i quali sono capaci di innalzarsi sino alMistero del Cristo possono portare seco nel mondospirituale il risultato delle proprie conquiste nel mon-do sensibile, risultato che dal mondo spirituale tornapoi a fluire nuovamente nel mondo dei sensi fisici,poichè gli uomini, rincarnandosi, riportino sulla Terrail frutto da essi raccolto dell’impulso-Cristo nel perio-

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portare con sè quello che avrà tratto dalla vita e chenel mondo spirituale lo libera dall’isolamento. L’even-to di Palestina rappresenta non soltanto il punto cen-trale dell’evoluzione fisica dell’umanità, ma anchequello degli altri mondi a cui l’uomo appartiene; e,quando l’evento del Golgota è stato compiuto, quandola morte sulla croce si è verificata, il Cristo è apparsonel mondo in cui le anime dimorano dopo la morte eha segnato dei limiti alla potenza di Arimane. Da queltempo in poi la regione, che il popolo greco chiamava«il regno delle ombre», fu attraversata da quel lampospirituale, che dimostrò agli esseri che la popolavanoche la luce tornerebbe a risplendervi; ciò che era statoacquistato per il mondo fisico per mezzo del «Misterodel Golgota » illuminò con la sua luce anche il mondospirituale. L’evoluzione dell’umanità post-atlantea,fino al momento dell’evento del Golgota, è un pro-gresso nel mondo fisico sensibile, ma è anche una de-cadenza nel mondo spirituale. Tutto ciò che fluiva nelmondo dei sensi scaturiva da una spiritualità, che esi-steva fin da tempi antichissimi. Dopo l’avvento delCristo, coloro i quali sono capaci di innalzarsi sino alMistero del Cristo possono portare seco nel mondospirituale il risultato delle proprie conquiste nel mon-do sensibile, risultato che dal mondo spirituale tornapoi a fluire nuovamente nel mondo dei sensi fisici,poichè gli uomini, rincarnandosi, riportino sulla Terrail frutto da essi raccolto dell’impulso-Cristo nel perio-

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do di tempo trascorso nel mondo spirituale fra la mor-te e la nuova nascita.

Ciò che è penetrato nell’evoluzione umana permezzo dell’avvento del Cristo agisce in quella comeun seme; questo non può maturare che gradatamente.Soltanto una parte minima della profonda, nuova sag-gezza ha potuto finora penetrare nell’esistenza fisica.Questa esistenza non è che all’inizio della sua evolu-zione cristiana; nei periodi che si susseguirono dopola comparsa del cristianesimo, questo potè rivelaredella propria intima essenza solo quel tanto, che gliuomini, i popoli erano capaci di accogliere, e che illoro intelletto era capace di comprendere. La primaforma in cui quell’essenza ha potuto esprimersi è inun ideale morale complessivo della vita. Come tale,era in opposizione con le forme di vita sviluppatesinell’umanità post-atlantea. Abbiamo già descritto lecondizioni di esistenza che hanno operato nell’evolu-zione dell’umanità dopo la ripopolazione della Terranell’epoca lemurica. Abbiamo visto che le anime de-gli uomini discendono da entità diverse, venute da al-tri mondi a incarnarsi nei corpi dei discendenti degliantichi lemurici. Le diverse razze umane sono conse-guenza di questo fatto; nelle anime reincarnate si svi-lupparono interessi molto diversi nella vita, a secondadel loro Karma. Finchè le conseguenze di questo statodi fatto perduravano non poteva esistere un idealeumano universale. L’umanità è partita dall’unità; mal’evoluzione terrestre finora svoltasi ha condotto alla

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do di tempo trascorso nel mondo spirituale fra la mor-te e la nuova nascita.

Ciò che è penetrato nell’evoluzione umana permezzo dell’avvento del Cristo agisce in quella comeun seme; questo non può maturare che gradatamente.Soltanto una parte minima della profonda, nuova sag-gezza ha potuto finora penetrare nell’esistenza fisica.Questa esistenza non è che all’inizio della sua evolu-zione cristiana; nei periodi che si susseguirono dopola comparsa del cristianesimo, questo potè rivelaredella propria intima essenza solo quel tanto, che gliuomini, i popoli erano capaci di accogliere, e che illoro intelletto era capace di comprendere. La primaforma in cui quell’essenza ha potuto esprimersi è inun ideale morale complessivo della vita. Come tale,era in opposizione con le forme di vita sviluppatesinell’umanità post-atlantea. Abbiamo già descritto lecondizioni di esistenza che hanno operato nell’evolu-zione dell’umanità dopo la ripopolazione della Terranell’epoca lemurica. Abbiamo visto che le anime de-gli uomini discendono da entità diverse, venute da al-tri mondi a incarnarsi nei corpi dei discendenti degliantichi lemurici. Le diverse razze umane sono conse-guenza di questo fatto; nelle anime reincarnate si svi-lupparono interessi molto diversi nella vita, a secondadel loro Karma. Finchè le conseguenze di questo statodi fatto perduravano non poteva esistere un idealeumano universale. L’umanità è partita dall’unità; mal’evoluzione terrestre finora svoltasi ha condotto alla

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separatività. Il Cristo rappresenta un ideale che si op-pone a qualsiasi separatività, poichè nell’uomo cheporta il nome del Cristo vive il sublime Essere solare,nel quale ogni Io umano trova la propria origine. Ilpopolo israelita sentiva sè stesso ancora come popolo,e ogni individuo di esso si sentiva un arto di quel po-polo. Quando si giunse ad afferrare il concetto, chenel Cristo Gesù vive l’uomo ideale, che si trova al disopra di tutte le cause della separatività, il cristianesi-mo divenne l’ideale della fratellanza universale. Al disopra di tutti gl’interessi individuali, di tutte le diver-sità di parentela, si affermò il sentimento della comu-ne origine dell’intimo Io di ogni uomo (al di sopra de-gli antenati terrestri comparisce il Padre comune a tut-ti gli uomini: «Io e il Padre siamo Uno»).

Durante il 4°, il 5° e il 6° secolo dopo Cristo andòpreparandosi in Europa il quinto periodo di cultura,nel quale viviamo ancora attualmente, che dovevaprendere gradatamente il posto della quarta civiltà,cioè della greco-latina, e costituire il quinto periodo dicultura post-atlantea. I popoli che dopo le più varieperegrinazioni e i destini più diversi diedero origine aquella cultura, erano i discendenti di quegli Atlantei, iquali erano rimasti più degli altri lontani da tutto ciòche era andato svolgendosi durante i precedenti perio-di di cultura. Essi non erano penetrati nelle contradein cui le diverse civiltà intermedie avevano preso radi-ce; d’altra parte a modo proprio avevano continuato acoltivare la cultura atlantea. Parecchi di essi avevano

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separatività. Il Cristo rappresenta un ideale che si op-pone a qualsiasi separatività, poichè nell’uomo cheporta il nome del Cristo vive il sublime Essere solare,nel quale ogni Io umano trova la propria origine. Ilpopolo israelita sentiva sè stesso ancora come popolo,e ogni individuo di esso si sentiva un arto di quel po-polo. Quando si giunse ad afferrare il concetto, chenel Cristo Gesù vive l’uomo ideale, che si trova al disopra di tutte le cause della separatività, il cristianesi-mo divenne l’ideale della fratellanza universale. Al disopra di tutti gl’interessi individuali, di tutte le diver-sità di parentela, si affermò il sentimento della comu-ne origine dell’intimo Io di ogni uomo (al di sopra de-gli antenati terrestri comparisce il Padre comune a tut-ti gli uomini: «Io e il Padre siamo Uno»).

Durante il 4°, il 5° e il 6° secolo dopo Cristo andòpreparandosi in Europa il quinto periodo di cultura,nel quale viviamo ancora attualmente, che dovevaprendere gradatamente il posto della quarta civiltà,cioè della greco-latina, e costituire il quinto periodo dicultura post-atlantea. I popoli che dopo le più varieperegrinazioni e i destini più diversi diedero origine aquella cultura, erano i discendenti di quegli Atlantei, iquali erano rimasti più degli altri lontani da tutto ciòche era andato svolgendosi durante i precedenti perio-di di cultura. Essi non erano penetrati nelle contradein cui le diverse civiltà intermedie avevano preso radi-ce; d’altra parte a modo proprio avevano continuato acoltivare la cultura atlantea. Parecchi di essi avevano

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conservato come dono ereditario un alto gradodell’antica chiaroveggenza crepuscolare, di quello sta-to che abbiamo descritto come intermedio fra veglia esonno; conoscevano il mondo spirituale per esperien-za personale e potevano dare comunicazioni ai loro si-mili di ciò che si svolge in quel mondo. Venne così acostituirsi un mondo di leggende riguardanti esseri eprocedimenti spirituali. Il tesoro epico e leggendariodei popoli deriva da tali esperienze spirituali, perchèla chiaroveggenza crepuscolare di molti uomini è du-rata sino ad un’epoca non molto lontana dalla presen-te. Altri uomini di quei popoli avevano perduto deltutto la chiaroveggenza, ma le loro capacità di azionenel mondo fisico-sensibile si foggiavano su sensazionie sentimenti corrispondenti alle esperienze di quellachiaroveggenza. Gli oracoli atlantei avevano anchequi i loro discendenti; ovunque si trovavano i Misteri;questi però coltivavano lo speciale aspetto dell’inizia-zione, che conduce alla conoscenza della parte delmondo spirituale celato da Arimane, rivelavano le po-tenze spirituali che muovono le forze della natura. Lamitologia dei popoli europei contiene il residuo di ciòche gl’iniziati di quei Misteri potevano rivelare agliuomini. Le mitologie possedevano però anche l’altroaspetto dei Misteri, ma in una forma meno completadi quella posseduta dai Misteri del mezzogiorno edell’oriente.

In Europa le entità supersensibili erano conosciute,ma i popoli se le raffiguravano in una perenne lotta

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conservato come dono ereditario un alto gradodell’antica chiaroveggenza crepuscolare, di quello sta-to che abbiamo descritto come intermedio fra veglia esonno; conoscevano il mondo spirituale per esperien-za personale e potevano dare comunicazioni ai loro si-mili di ciò che si svolge in quel mondo. Venne così acostituirsi un mondo di leggende riguardanti esseri eprocedimenti spirituali. Il tesoro epico e leggendariodei popoli deriva da tali esperienze spirituali, perchèla chiaroveggenza crepuscolare di molti uomini è du-rata sino ad un’epoca non molto lontana dalla presen-te. Altri uomini di quei popoli avevano perduto deltutto la chiaroveggenza, ma le loro capacità di azionenel mondo fisico-sensibile si foggiavano su sensazionie sentimenti corrispondenti alle esperienze di quellachiaroveggenza. Gli oracoli atlantei avevano anchequi i loro discendenti; ovunque si trovavano i Misteri;questi però coltivavano lo speciale aspetto dell’inizia-zione, che conduce alla conoscenza della parte delmondo spirituale celato da Arimane, rivelavano le po-tenze spirituali che muovono le forze della natura. Lamitologia dei popoli europei contiene il residuo di ciòche gl’iniziati di quei Misteri potevano rivelare agliuomini. Le mitologie possedevano però anche l’altroaspetto dei Misteri, ma in una forma meno completadi quella posseduta dai Misteri del mezzogiorno edell’oriente.

In Europa le entità supersensibili erano conosciute,ma i popoli se le raffiguravano in una perenne lotta

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con i compagni di Lucifero. Il Dio di luce era statoprofetizzato, ma non in forma tale da assicurargli lavittoria su Lucifero. Nondimeno anche in questi Mi-steri risplendeva la figura avvenire del Cristo; venivaannunziato che la sua venuta avrebbe annientato il re-gno di ogni altro Dio di luce (le leggende del crepu-scolo degli Dei e simili traevano tutte origine da que-sta conoscenza dei Misteri dell’Europa). Tali influen-ze determinarono una scissione animica fra gli uominidella quinta epoca di cultura, scissione che dura anco-ra oggi, e che si riflette in tutti gli aspetti della vita.L’anima portò seco dagli antichi tempi una tendenzaverso la spiritualità, ma non abbastanza forte da poterconservare il rapporto fra il mondo spirituale e quellosensibile; essa lo conservò soltanto come educazionedella vita affettiva e del sentimento, non più peròcome visione immediata del mondo supersensibile. In-vece l’uomo rivolse sempre più il suo sguardo verso ilmondo dei sensi e verso la conquista di esso, e tutte leforze dell’intelletto umano costituitesi durante l’ulti-mo periodo atlanteo, e che hanno per strumento il cer-vello, furono adoperate per l’osservazione e la domi-nazione del mondo fisico. Due mondi, per così dire, sisvilupparono nell’interiorità umana; l’uno è voltoall’esistenza fisico sensibile, l’altro è ricettivo allemanifestazioni della spiritualità; le può accogliere colsentimento, ma non può penetrare sino alla visione diesse. Quando la dottrina del Cristo penetrò in Europagià esisteva la tendenza a questa scissione. Il messag-

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con i compagni di Lucifero. Il Dio di luce era statoprofetizzato, ma non in forma tale da assicurargli lavittoria su Lucifero. Nondimeno anche in questi Mi-steri risplendeva la figura avvenire del Cristo; venivaannunziato che la sua venuta avrebbe annientato il re-gno di ogni altro Dio di luce (le leggende del crepu-scolo degli Dei e simili traevano tutte origine da que-sta conoscenza dei Misteri dell’Europa). Tali influen-ze determinarono una scissione animica fra gli uominidella quinta epoca di cultura, scissione che dura anco-ra oggi, e che si riflette in tutti gli aspetti della vita.L’anima portò seco dagli antichi tempi una tendenzaverso la spiritualità, ma non abbastanza forte da poterconservare il rapporto fra il mondo spirituale e quellosensibile; essa lo conservò soltanto come educazionedella vita affettiva e del sentimento, non più peròcome visione immediata del mondo supersensibile. In-vece l’uomo rivolse sempre più il suo sguardo verso ilmondo dei sensi e verso la conquista di esso, e tutte leforze dell’intelletto umano costituitesi durante l’ulti-mo periodo atlanteo, e che hanno per strumento il cer-vello, furono adoperate per l’osservazione e la domi-nazione del mondo fisico. Due mondi, per così dire, sisvilupparono nell’interiorità umana; l’uno è voltoall’esistenza fisico sensibile, l’altro è ricettivo allemanifestazioni della spiritualità; le può accogliere colsentimento, ma non può penetrare sino alla visione diesse. Quando la dottrina del Cristo penetrò in Europagià esisteva la tendenza a questa scissione. Il messag-

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Page 306: La scienza occulta -   · PDF fileno ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma

gio del Cristo fu accolto nel cuore degli uomini, essine compenetrarono le loro emozioni e i loro sentimen-ti, ma non seppero gittare un ponte che riunissequell’insegnamento alle scoperte dell’intelletto nelmondo fisico-sensibile. Il contrasto odierno fra scien-za esteriore e conoscenza spirituale è una conseguenzadi tale fatto; il misticismo cristiano (Eckhart, Tauler,ecc.) è risultato dalla penetrazione del cristianesimonella vita del sentimento. La scienza unicamente diret-ta verso il mondo dei sensi e l’effetto di essa sono leconseguenze dell’altra tendenza dell’anima umana.Tutte le conquiste raggiunte nel campo della culturaesteriore materiale sono da attribuirsi appunto alla di-vergenza delle due tendenze. Le capacità umane, chehanno per strumento il cervello, essendosi volte unica-mente verso la vita fisica, hanno potuto raggiungerequell’alto grado di perfezione che ha reso possibile lascienza e la tecnica moderna. Tale cultura materialepoteva prendere origine soltanto dai popoli europei,perchè questi discendevano da quegli antichi atlantei,i quali trasformarono in facoltà intellettuali la lorotendenza verso il mondo fisico-sensibile soltanto,quando questa ebbe raggiunto un determinato grado dimaturità. Fino allora la conservarono latente, vivendodei residui dell’antica chiaroveggenza atlantea e dellecomunicazioni degl’iniziati. Mentre esteriormente lacultura intellettuale sembrava dedicata soltanto a que-ste influenze, si maturava in essa lentamente il deside-rio della conquista materiale del mondo sensibile.

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gio del Cristo fu accolto nel cuore degli uomini, essine compenetrarono le loro emozioni e i loro sentimen-ti, ma non seppero gittare un ponte che riunissequell’insegnamento alle scoperte dell’intelletto nelmondo fisico-sensibile. Il contrasto odierno fra scien-za esteriore e conoscenza spirituale è una conseguenzadi tale fatto; il misticismo cristiano (Eckhart, Tauler,ecc.) è risultato dalla penetrazione del cristianesimonella vita del sentimento. La scienza unicamente diret-ta verso il mondo dei sensi e l’effetto di essa sono leconseguenze dell’altra tendenza dell’anima umana.Tutte le conquiste raggiunte nel campo della culturaesteriore materiale sono da attribuirsi appunto alla di-vergenza delle due tendenze. Le capacità umane, chehanno per strumento il cervello, essendosi volte unica-mente verso la vita fisica, hanno potuto raggiungerequell’alto grado di perfezione che ha reso possibile lascienza e la tecnica moderna. Tale cultura materialepoteva prendere origine soltanto dai popoli europei,perchè questi discendevano da quegli antichi atlantei,i quali trasformarono in facoltà intellettuali la lorotendenza verso il mondo fisico-sensibile soltanto,quando questa ebbe raggiunto un determinato grado dimaturità. Fino allora la conservarono latente, vivendodei residui dell’antica chiaroveggenza atlantea e dellecomunicazioni degl’iniziati. Mentre esteriormente lacultura intellettuale sembrava dedicata soltanto a que-ste influenze, si maturava in essa lentamente il deside-rio della conquista materiale del mondo sensibile.

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Ai tempi nostri però già si annunzia l’alba del sestoperiodo di cultura post-atlantea, perchè ciò che deveaffacciarsi a un determinato periodo dell’evoluzioneumana comincia a maturare lentamente fin dall’epocaprecedente. Fin da ora può iniziarsi la ricerca dei filiche collegano nell’anima umana le due tendenze, cioè,la cultura materiale con la vita nel mondo spirituale.Per raggiungere tale scopo è necessario che le espe-rienze della visione spirituale siano comprese, e chenelle osservazioni e nelle esperienze del mondo sensi-bile vengano riconosciute le manifestazioni dello spi-rito. La sesta epoca di cultura porterà a completo svi-luppo l’armonia fra queste due direzioni.

Le osservazioni contenute in questo libro sono arri-vate ormai fino a un punto, che ci permette di traspor-tare il nostro esame dalla visione del passato a quelladell’avvenire. Sarà meglio però esporre prima qualcheosservazione sulla conoscenza del mondo superiore esull’iniziazione. Nei limiti consentiti da questo librodaremo in seguito un breve cenno dell’evoluzione av-venire. – Abbiamo fin qui esaminato l’influsso eserci-tato dall’Entità-Cristo sull’evoluzione dell’umanitàsoltanto dal suo aspetto esteriore; ne esamineremo oral’aspetto interiore nel nostro studio sull’iniziazione.

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Ai tempi nostri però già si annunzia l’alba del sestoperiodo di cultura post-atlantea, perchè ciò che deveaffacciarsi a un determinato periodo dell’evoluzioneumana comincia a maturare lentamente fin dall’epocaprecedente. Fin da ora può iniziarsi la ricerca dei filiche collegano nell’anima umana le due tendenze, cioè,la cultura materiale con la vita nel mondo spirituale.Per raggiungere tale scopo è necessario che le espe-rienze della visione spirituale siano comprese, e chenelle osservazioni e nelle esperienze del mondo sensi-bile vengano riconosciute le manifestazioni dello spi-rito. La sesta epoca di cultura porterà a completo svi-luppo l’armonia fra queste due direzioni.

Le osservazioni contenute in questo libro sono arri-vate ormai fino a un punto, che ci permette di traspor-tare il nostro esame dalla visione del passato a quelladell’avvenire. Sarà meglio però esporre prima qualcheosservazione sulla conoscenza del mondo superiore esull’iniziazione. Nei limiti consentiti da questo librodaremo in seguito un breve cenno dell’evoluzione av-venire. – Abbiamo fin qui esaminato l’influsso eserci-tato dall’Entità-Cristo sull’evoluzione dell’umanitàsoltanto dal suo aspetto esteriore; ne esamineremo oral’aspetto interiore nel nostro studio sull’iniziazione.

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VLA CONOSCENZA DEI MONDI SUPERIORI

(Dell’iniziazione)

Allo stato attuale della sua evoluzione l’uomo spe-rimenta nella vita ordinaria, fra nascita e morte, trestati dell’anima: la veglia, il sonno e uno stato inter-medio, il sogno. Di quest’ultimo parleremo brevemen-te nel seguito di questo libro. Osserveremo per ora lavita nei due stati principali che si alternano, quellodella veglia e quello del sonno. – L’uomo arriva ad ac-quistare cognizioni nei mondi superiori quando, oltreallo stato di sonno e di veglia, raggiunge un terzo statodell’anima. Durante la veglia l’anima si abbandonaalle impressioni dei sensi e alle rappresentazioni, chevengono stimolate da queste impressioni sensorie. Du-rante il sonno tacciono le impressioni dei sensi, peròl’anima perde anche la coscienza; le esperienze delgiorno sprofondano nel mare dell’incoscienza.

Immaginiamoci ora che durante il sonno l’anima possa conseguire una forma di coscienza, non ostantel’eliminazione delle impressioni dei sensi, quale suc-cede nel sonno profondo; anche il ricordo delle espe-rienze diurne dovrebbe scomparire. L’anima si trove-rebbe allora forse di fronte al Nulla? – Non potrebbe

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VLA CONOSCENZA DEI MONDI SUPERIORI

(Dell’iniziazione)

Allo stato attuale della sua evoluzione l’uomo spe-rimenta nella vita ordinaria, fra nascita e morte, trestati dell’anima: la veglia, il sonno e uno stato inter-medio, il sogno. Di quest’ultimo parleremo brevemen-te nel seguito di questo libro. Osserveremo per ora lavita nei due stati principali che si alternano, quellodella veglia e quello del sonno. – L’uomo arriva ad ac-quistare cognizioni nei mondi superiori quando, oltreallo stato di sonno e di veglia, raggiunge un terzo statodell’anima. Durante la veglia l’anima si abbandonaalle impressioni dei sensi e alle rappresentazioni, chevengono stimolate da queste impressioni sensorie. Du-rante il sonno tacciono le impressioni dei sensi, peròl’anima perde anche la coscienza; le esperienze delgiorno sprofondano nel mare dell’incoscienza.

Immaginiamoci ora che durante il sonno l’anima possa conseguire una forma di coscienza, non ostantel’eliminazione delle impressioni dei sensi, quale suc-cede nel sonno profondo; anche il ricordo delle espe-rienze diurne dovrebbe scomparire. L’anima si trove-rebbe allora forse di fronte al Nulla? – Non potrebbe

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avere esperienza alcuna? – Una risposta a questa do-manda si trova soltanto, quando si può prospettare unacondizione, che sia analoga o somigliante a quella de-scritta, e cioè, che l’anima riesca a sperimentare qual-cosa, anche quando nessuna impressione dei sensi enessun ricordo come tale esistano in essa. Allora, neiriguardi del mondo esteriore, l’anima si troverebbecome nel sonno; nondimeno non dormirebbe, ma sitroverebbe, come durante la veglia, di fronte a unmondo reale. – Orbene, uno stato di coscienza siffattopuò essere raggiunto, se l’uomo provoca nella sua ani-ma le esperienze che gli vengono indicate dalla scien-za dello Spirito. E tutto ciò che da questa gli viene co-municato riguardo a quei mondi che trascendono ilcampo dei sensi, viene investigato a mezzo di siffattostato di coscienza. Nelle considerazioni precedentisono state comunicate alcune notizie riguardo ai mon-di superiori; in quelle che seguiranno verrà parlato –per quanto questo libro ce lo consente – dei mezzi coiquali ci si può procurare lo stato di coscienza necessa-rio per quelle investigazioni.

Questo stato di coscienza somiglia a quello del son-no sotto un solo aspetto, cioè per il fatto, che per mez-zo di esso tacciono tutte le impressioni sensorie este-riori; pure tutti i pensieri stimolati da quelle impres-sioni sensorie rimangono eliminati. Ma, mentre nelsonno l’anima non ha forza di sperimentare qualcosacoscientemente, essa acquista questa forza per virtù diquesto stato di coscienza. Per mezzo di esso viene

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avere esperienza alcuna? – Una risposta a questa do-manda si trova soltanto, quando si può prospettare unacondizione, che sia analoga o somigliante a quella de-scritta, e cioè, che l’anima riesca a sperimentare qual-cosa, anche quando nessuna impressione dei sensi enessun ricordo come tale esistano in essa. Allora, neiriguardi del mondo esteriore, l’anima si troverebbecome nel sonno; nondimeno non dormirebbe, ma sitroverebbe, come durante la veglia, di fronte a unmondo reale. – Orbene, uno stato di coscienza siffattopuò essere raggiunto, se l’uomo provoca nella sua ani-ma le esperienze che gli vengono indicate dalla scien-za dello Spirito. E tutto ciò che da questa gli viene co-municato riguardo a quei mondi che trascendono ilcampo dei sensi, viene investigato a mezzo di siffattostato di coscienza. Nelle considerazioni precedentisono state comunicate alcune notizie riguardo ai mon-di superiori; in quelle che seguiranno verrà parlato –per quanto questo libro ce lo consente – dei mezzi coiquali ci si può procurare lo stato di coscienza necessa-rio per quelle investigazioni.

Questo stato di coscienza somiglia a quello del son-no sotto un solo aspetto, cioè per il fatto, che per mez-zo di esso tacciono tutte le impressioni sensorie este-riori; pure tutti i pensieri stimolati da quelle impres-sioni sensorie rimangono eliminati. Ma, mentre nelsonno l’anima non ha forza di sperimentare qualcosacoscientemente, essa acquista questa forza per virtù diquesto stato di coscienza. Per mezzo di esso viene

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dunque destata nell’anima quella capacità di speri-mentare, che durante l’esistenza normale viene stimo-lata soltanto dall’azione dei sensi. Al risvegliodell’anima a siffatto stato superiore di coscienza puòessere dato il nome di Iniziazione.

I metodi dell’iniziazione conducono l’uomo dallostato normale della coscienza diurna a un’attività ani-mica, per mezzo della quale egli si serve di strumentispirituali di osservazione. Questi strumenti già esisto-no come germi nell’anima, ma occorre svilupparli.Orbene, può presentarsi il caso, che un uomo, a un de-terminato momento del corso della sua esistenza esenza alcuna speciale preparazione, scopra nella suaanima ad un tratto, che tali strumenti si sono effettiva-mente sviluppati in lui. Si è verificato in questo casouna specie di autorisveglio involontario. Un tale uomosentirà da tal fatto trasformato l’intiero suo essere; lasua vita animica diventerà ricca di esperienze, ed eglitroverà, che non vi è esperienza del mondo sensibileche possa recargli la beatitudine, la soddisfazione e ilcalore interiore che egli sente, quando si schiudonoalla sua vista le realtà che nessun occhio fisico puòvedere, nessuna mano può afferrare. Forza e sicurezzadi vita scorreranno nella sua volontà dal mondo spiri-tuale. – Vi sono casi simili di auto-iniziazione; questinon devono però indurci a credere, che sia bene diaspettare un tale fenomeno senza far niente per procu-rarci l’iniziazione per mezzo di una disciplina regola-re. Qui non occorre parlare dell’auto-iniziazione, poi-

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dunque destata nell’anima quella capacità di speri-mentare, che durante l’esistenza normale viene stimo-lata soltanto dall’azione dei sensi. Al risvegliodell’anima a siffatto stato superiore di coscienza puòessere dato il nome di Iniziazione.

I metodi dell’iniziazione conducono l’uomo dallostato normale della coscienza diurna a un’attività ani-mica, per mezzo della quale egli si serve di strumentispirituali di osservazione. Questi strumenti già esisto-no come germi nell’anima, ma occorre svilupparli.Orbene, può presentarsi il caso, che un uomo, a un de-terminato momento del corso della sua esistenza esenza alcuna speciale preparazione, scopra nella suaanima ad un tratto, che tali strumenti si sono effettiva-mente sviluppati in lui. Si è verificato in questo casouna specie di autorisveglio involontario. Un tale uomosentirà da tal fatto trasformato l’intiero suo essere; lasua vita animica diventerà ricca di esperienze, ed eglitroverà, che non vi è esperienza del mondo sensibileche possa recargli la beatitudine, la soddisfazione e ilcalore interiore che egli sente, quando si schiudonoalla sua vista le realtà che nessun occhio fisico puòvedere, nessuna mano può afferrare. Forza e sicurezzadi vita scorreranno nella sua volontà dal mondo spiri-tuale. – Vi sono casi simili di auto-iniziazione; questinon devono però indurci a credere, che sia bene diaspettare un tale fenomeno senza far niente per procu-rarci l’iniziazione per mezzo di una disciplina regola-re. Qui non occorre parlare dell’auto-iniziazione, poi-

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chè essa può affacciarsi appunto, senza che ci si sotto-metta a nessuna regola speciale; dobbiamo però spie-gare, come per mezzo di una disciplina si possano svi-luppare gli organi di percezione, di cui i germi giac-ciono latenti nell’anima. Gli uomini, i quali non sisentono specialmente disposti a lavorare per la propriaevoluzione, potranno facilmente dire: «La vita umanaè in mano alle potenze spirituali, non bisogna interve-nire nella loro direzione; occorre aspettare tranquilla-mente il momento, in cui quelle potenze riterrannogiusto di schiudere all’anima un nuovo mondo». Datali uomini il desiderio di ingerirsi nella saggia dire-zione di quelle potenze spirituali è giudicato comepresuntuoso, o come il frutto di una curiosità indiscre-ta. Le persone che pensano a quel modo potrannocambiare di opinione soltanto, se qualche specialeidea fa su di loro un’impressione sufficientementeprofonda. Se, per esempio, dicono: «Tale saggia dire-zione mi ha dato delle determinate facoltà; essa nonme le ha concesse perchè io le lasci inoperose, maperchè me ne serva. La saggezza della direzione con-siste appunto nel fatto, che essa ha posto in me i germiper uno stato più elevato di coscienza. La comprensio-ne di questa direzione m’impone il dovere di fare tuttociò che potrà servire allo sviluppo di tali germi».Quando un pensiero siffatto esercita un’impressioneabbastanza forte sull’anima, spariscono tutti i sudde-scritti dubbi sul merito di una disciplina per consegui-re uno stato superiore di coscienza.

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chè essa può affacciarsi appunto, senza che ci si sotto-metta a nessuna regola speciale; dobbiamo però spie-gare, come per mezzo di una disciplina si possano svi-luppare gli organi di percezione, di cui i germi giac-ciono latenti nell’anima. Gli uomini, i quali non sisentono specialmente disposti a lavorare per la propriaevoluzione, potranno facilmente dire: «La vita umanaè in mano alle potenze spirituali, non bisogna interve-nire nella loro direzione; occorre aspettare tranquilla-mente il momento, in cui quelle potenze riterrannogiusto di schiudere all’anima un nuovo mondo». Datali uomini il desiderio di ingerirsi nella saggia dire-zione di quelle potenze spirituali è giudicato comepresuntuoso, o come il frutto di una curiosità indiscre-ta. Le persone che pensano a quel modo potrannocambiare di opinione soltanto, se qualche specialeidea fa su di loro un’impressione sufficientementeprofonda. Se, per esempio, dicono: «Tale saggia dire-zione mi ha dato delle determinate facoltà; essa nonme le ha concesse perchè io le lasci inoperose, maperchè me ne serva. La saggezza della direzione con-siste appunto nel fatto, che essa ha posto in me i germiper uno stato più elevato di coscienza. La comprensio-ne di questa direzione m’impone il dovere di fare tuttociò che potrà servire allo sviluppo di tali germi».Quando un pensiero siffatto esercita un’impressioneabbastanza forte sull’anima, spariscono tutti i sudde-scritti dubbi sul merito di una disciplina per consegui-re uno stato superiore di coscienza.

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Certo, potrà venir sollevata anche un’altra obiezio-ne contro una tale disciplina. Ci si può dire: «L’evolu-zione delle intime facoltà animiche penetra nel santua-rio più arcano dell’uomo; comprende in sè una deter-minata trasformazione dell’intiero essere umano. Imezzi per tale trasformazione non possono essere nor-malmente escogitati dall’uomo; il modo di arrivare inun mondo superiore può essere noto soltanto a colui,che ne conosce la via per esperienza propria. Se ci sirivolge a una persona siffatta, le si concedeun’influenza sul santuario più intimo dell’anima». –Chi pensa a quel modo non si sentirebbe rassicuratoneppure se i mezzi per procurarsi uno stato di coscien-za superiore si trovassero esposti in un libro. Perchèpoco importa che ci venga comunicato qualcosa oral-mente, o che una persona che possiede la conoscenzadi questi mezzi li esponga in un libro, nel quale poi sipossano leggere. Orbene, vi sono delle persone, lequali posseggono la conoscenza delle norme necessa-rie per l’evoluzione degli organi della percezione spi-rituale, ma ritengono che non convenga affidare quelleistruzioni a un libro; esse non approvano per lo più ladiffusione di determinate verità che si riferiscono almondo spirituale. Questo punto di vista però, da undato aspetto, va considerato come antiquato nei ri-guardi della presente epoca di evoluzione della umani-tà. È vero, che le norme in questione non possono es-sere comunicate che fino a un determinato grado; non-dimeno ciò che viene comunicato è sufficiente, perchè

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Certo, potrà venir sollevata anche un’altra obiezio-ne contro una tale disciplina. Ci si può dire: «L’evolu-zione delle intime facoltà animiche penetra nel santua-rio più arcano dell’uomo; comprende in sè una deter-minata trasformazione dell’intiero essere umano. Imezzi per tale trasformazione non possono essere nor-malmente escogitati dall’uomo; il modo di arrivare inun mondo superiore può essere noto soltanto a colui,che ne conosce la via per esperienza propria. Se ci sirivolge a una persona siffatta, le si concedeun’influenza sul santuario più intimo dell’anima». –Chi pensa a quel modo non si sentirebbe rassicuratoneppure se i mezzi per procurarsi uno stato di coscien-za superiore si trovassero esposti in un libro. Perchèpoco importa che ci venga comunicato qualcosa oral-mente, o che una persona che possiede la conoscenzadi questi mezzi li esponga in un libro, nel quale poi sipossano leggere. Orbene, vi sono delle persone, lequali posseggono la conoscenza delle norme necessa-rie per l’evoluzione degli organi della percezione spi-rituale, ma ritengono che non convenga affidare quelleistruzioni a un libro; esse non approvano per lo più ladiffusione di determinate verità che si riferiscono almondo spirituale. Questo punto di vista però, da undato aspetto, va considerato come antiquato nei ri-guardi della presente epoca di evoluzione della umani-tà. È vero, che le norme in questione non possono es-sere comunicate che fino a un determinato grado; non-dimeno ciò che viene comunicato è sufficiente, perchè

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la persona che lo applica alla propria anima possa arri-vare, nel corso della sua evoluzione, alla conoscenzache gli permette di scoprire l’ulteriore suo cammino;questo si svolge però poi in un modo, del quale ci sipuò fare un’idea giusta soltanto per mezzo di quantoprima è stato sperimentato.

Da tutti questi fatti possono sorgere delle obiezionicontro la via della conoscenza spirituale. Questi dubbisvaniscono quando si esamina la natura del corsodell’evoluzione indicata dalla disciplina adatta per lanostra epoca. Parleremo qui di questa disciplina e da-remo anche qualche breve cenno di altri metodid’istruzione.

La disciplina di cui ora si tratta conferisce a colui,che tende con volontà alla propria evoluzione superio-re, i mezzi per intraprendere la trasformazione dellasua anima. Un’influenza pericolosa sulla natura deldiscepolo potrebbe esservi soltanto, se per ottenerequesta trasformazione il maestro si servisse di mezzi,che sfuggono alla coscienza dello scolaro. Ma nessunaguida giusta dell’evoluzione spirituale si serveall’epoca nostra di tali mezzi; essa non fa dello scola-ro uno strumento cieco, ma gli indica le norme da se-guire, e lo scolaro le mette in pratica. Quando occorre,viene anche spiegata la ragione, per cui questa o quel-la speciale norma viene consigliata. Per accettare e ap-plicare quelle norme non occorre che la persona desi-derosa di evolvere spiritualmente si abbandoni a unafede cieca; anzi in questo campo ciò è assolutamente

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la persona che lo applica alla propria anima possa arri-vare, nel corso della sua evoluzione, alla conoscenzache gli permette di scoprire l’ulteriore suo cammino;questo si svolge però poi in un modo, del quale ci sipuò fare un’idea giusta soltanto per mezzo di quantoprima è stato sperimentato.

Da tutti questi fatti possono sorgere delle obiezionicontro la via della conoscenza spirituale. Questi dubbisvaniscono quando si esamina la natura del corsodell’evoluzione indicata dalla disciplina adatta per lanostra epoca. Parleremo qui di questa disciplina e da-remo anche qualche breve cenno di altri metodid’istruzione.

La disciplina di cui ora si tratta conferisce a colui,che tende con volontà alla propria evoluzione superio-re, i mezzi per intraprendere la trasformazione dellasua anima. Un’influenza pericolosa sulla natura deldiscepolo potrebbe esservi soltanto, se per ottenerequesta trasformazione il maestro si servisse di mezzi,che sfuggono alla coscienza dello scolaro. Ma nessunaguida giusta dell’evoluzione spirituale si serveall’epoca nostra di tali mezzi; essa non fa dello scola-ro uno strumento cieco, ma gli indica le norme da se-guire, e lo scolaro le mette in pratica. Quando occorre,viene anche spiegata la ragione, per cui questa o quel-la speciale norma viene consigliata. Per accettare e ap-plicare quelle norme non occorre che la persona desi-derosa di evolvere spiritualmente si abbandoni a unafede cieca; anzi in questo campo ciò è assolutamente

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da escludersi. Chi contempla la natura dell’animaumana, per mezzo della semplice auto-osservazione, esenza l’aiuto di nessuna speciale disciplina occulta,può chiedere a sè stesso, quando gli vengono indicatele norme consigliate dalla disciplina spirituale: qualeazione queste norme possono esercitare nella vitadell’anima? – A questo quesito si potrà rispondere inmodo soddisfacente, a prescindere da qualsiasi disci-plina, purchè si voglia far uso spregiudicato del sanointelletto umano. Ci possiamo formare delle idee esat-te sul modo di agire di queste norme prima di adottar-le; ma indubbiamente non se ne possono sperimentaregli effetti che dopo averle messe in pratica. Ma ancheallora l’esperienza andrà di pari passo con la com-prensione, perchè ad ogni tappa si applichi il criteriodel sano buon senso. La vera scienza dello Spirito at-tualmente indicherà soltanto delle norme da seguire,che possano essere vagliate dal sano criterio. Per lapersona che ha volontà di dedicarsi unicamente a unadisciplina di tal genere, e di non lasciarsi trascinare danessun pregiudizio alla fede cieca, svanirà presto ognidubbio. Le obiezioni, sollevate contro una disciplinaregolare per arrivare a una condizione superiore dellacoscienza, non la turberanno.

Perfino alla persona dotata di maturità interiore, dacui potrà essere condotta in tempo più o meno breveall’auto-risveglio degli organi spirituali di percezione,la disciplina potrà giovare, anzi, sarà per lei in specialmodo adatta; perchè salvo pochi casi, una persona in

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da escludersi. Chi contempla la natura dell’animaumana, per mezzo della semplice auto-osservazione, esenza l’aiuto di nessuna speciale disciplina occulta,può chiedere a sè stesso, quando gli vengono indicatele norme consigliate dalla disciplina spirituale: qualeazione queste norme possono esercitare nella vitadell’anima? – A questo quesito si potrà rispondere inmodo soddisfacente, a prescindere da qualsiasi disci-plina, purchè si voglia far uso spregiudicato del sanointelletto umano. Ci possiamo formare delle idee esat-te sul modo di agire di queste norme prima di adottar-le; ma indubbiamente non se ne possono sperimentaregli effetti che dopo averle messe in pratica. Ma ancheallora l’esperienza andrà di pari passo con la com-prensione, perchè ad ogni tappa si applichi il criteriodel sano buon senso. La vera scienza dello Spirito at-tualmente indicherà soltanto delle norme da seguire,che possano essere vagliate dal sano criterio. Per lapersona che ha volontà di dedicarsi unicamente a unadisciplina di tal genere, e di non lasciarsi trascinare danessun pregiudizio alla fede cieca, svanirà presto ognidubbio. Le obiezioni, sollevate contro una disciplinaregolare per arrivare a una condizione superiore dellacoscienza, non la turberanno.

Perfino alla persona dotata di maturità interiore, dacui potrà essere condotta in tempo più o meno breveall’auto-risveglio degli organi spirituali di percezione,la disciplina potrà giovare, anzi, sarà per lei in specialmodo adatta; perchè salvo pochi casi, una persona in

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quelle condizioni si trova per lo più costretta, primadell’auto-iniziazione, a seguire vie secondarie traversee inutili. La disciplina le risparmia queste vie traverse,e la conduce nella direzione giusta. Quando un’inizia-zione spontanea si verifica in un’anima, ciò provienedal fatto, che nel corso delle vite precedenti essa si èacquistata la maturità adatta. Orbene, avviene spessoche una tale anima abbia oscuramente coscienza dellapropria maturità e che ciò la induca a respingere qual-siasi disciplina. Un tale sentimento può generare unacerta superbia, che ostacola la fiducia nella vera disci-plina spirituale. Un dato gradino dell’evoluzionedell’anima può rimanere nascosto fino a una determi-nata età e rivelarsi soltanto allora. Ma la disciplinapuò essere appunto il giusto mezzo per favorire quellarivelazione. Se un uomo in tale condizione respingequella disciplina, può succedere, che la sua capacitàrimanga nascosta durante il relativo corso della suavita, e si riveli soltanto nel corso di una delle sue pros-sime incarnazioni.

* * *

L’ascesa verso lo stato di coscienza supersensibilepuò avere, come punto di partenza, soltanto la co-scienza normale di veglia; l’anima vive appunto inquesta coscienza prima della sua ascesa. Dalla disci-plina le vengono forniti i mezzi per trascendere questacoscienza. La disciplina di cui ora tratteremo consiglia

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quelle condizioni si trova per lo più costretta, primadell’auto-iniziazione, a seguire vie secondarie traversee inutili. La disciplina le risparmia queste vie traverse,e la conduce nella direzione giusta. Quando un’inizia-zione spontanea si verifica in un’anima, ciò provienedal fatto, che nel corso delle vite precedenti essa si èacquistata la maturità adatta. Orbene, avviene spessoche una tale anima abbia oscuramente coscienza dellapropria maturità e che ciò la induca a respingere qual-siasi disciplina. Un tale sentimento può generare unacerta superbia, che ostacola la fiducia nella vera disci-plina spirituale. Un dato gradino dell’evoluzionedell’anima può rimanere nascosto fino a una determi-nata età e rivelarsi soltanto allora. Ma la disciplinapuò essere appunto il giusto mezzo per favorire quellarivelazione. Se un uomo in tale condizione respingequella disciplina, può succedere, che la sua capacitàrimanga nascosta durante il relativo corso della suavita, e si riveli soltanto nel corso di una delle sue pros-sime incarnazioni.

* * *

L’ascesa verso lo stato di coscienza supersensibilepuò avere, come punto di partenza, soltanto la co-scienza normale di veglia; l’anima vive appunto inquesta coscienza prima della sua ascesa. Dalla disci-plina le vengono forniti i mezzi per trascendere questacoscienza. La disciplina di cui ora tratteremo consiglia

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anzitutto dei mezzi tratti dalla coscienza normale diur-na; i più efficaci sono appunto quelli che consistono inpratiche serene e silenziose dell’anima. Importa chel’anima si dedichi a delle rappresentazioni ben deter-minate, le quali per loro natura devono essere capacidi esercitare una forza che risvegli delle determinatefacoltà nascoste dell’interiorità umana. Esse si diffe-renziano dalle rappresentazioni della vita di veglia, lequali hanno il còmpito di rispecchiare una cosa este-riore, e tanto più sono vere quanto più fedelmente larispecchiano; e difatti in conformità della loro naturadevono appunto essere vere in quel senso; ma le rap-presentazioni alle quali l’anima deve dedicarsi a scopodi disciplina spirituale non hanno tale missione; essesono tali, che non riproducono una cosa esteriore, mahanno in loro stesse la forza di esercitare un’azione dirisveglio sull’anima. Le migliori rappresentazioni atale scopo sono allegoriche o simboliche; ci si puòperò servire anche di altre rappresentazioni. Perchènon importa il loro contenuto, ma unicamente chel’anima applichi tutte le sue forze per non ammetterealtro nella coscienza che la suddetta rappresentazione.Mentre le forze dell’anima, nella sua vita abituale,sono distribuite su vasto campo, e le rappresentazionisi susseguono rapidamente, la disciplina occulta è di-retta a concentrare l’intiera vita dell’anima sopra unasola rappresentazione, la quale deve venire posta dallavolontà nel centro della coscienza. Perciò le rappre-sentazioni allegoriche sono migliori di quelle che ri-

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anzitutto dei mezzi tratti dalla coscienza normale diur-na; i più efficaci sono appunto quelli che consistono inpratiche serene e silenziose dell’anima. Importa chel’anima si dedichi a delle rappresentazioni ben deter-minate, le quali per loro natura devono essere capacidi esercitare una forza che risvegli delle determinatefacoltà nascoste dell’interiorità umana. Esse si diffe-renziano dalle rappresentazioni della vita di veglia, lequali hanno il còmpito di rispecchiare una cosa este-riore, e tanto più sono vere quanto più fedelmente larispecchiano; e difatti in conformità della loro naturadevono appunto essere vere in quel senso; ma le rap-presentazioni alle quali l’anima deve dedicarsi a scopodi disciplina spirituale non hanno tale missione; essesono tali, che non riproducono una cosa esteriore, mahanno in loro stesse la forza di esercitare un’azione dirisveglio sull’anima. Le migliori rappresentazioni atale scopo sono allegoriche o simboliche; ci si puòperò servire anche di altre rappresentazioni. Perchènon importa il loro contenuto, ma unicamente chel’anima applichi tutte le sue forze per non ammetterealtro nella coscienza che la suddetta rappresentazione.Mentre le forze dell’anima, nella sua vita abituale,sono distribuite su vasto campo, e le rappresentazionisi susseguono rapidamente, la disciplina occulta è di-retta a concentrare l’intiera vita dell’anima sopra unasola rappresentazione, la quale deve venire posta dallavolontà nel centro della coscienza. Perciò le rappre-sentazioni allegoriche sono migliori di quelle che ri-

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traggono oggetti o processi esteriori, perchè queste ul-time hanno un punto d’appoggio nel mondo esteriore,e per tal fatto l’anima non è costretta con quelle a ba-sarsi soltanto su sè stessa come con le allegoriche, chevengono create dalla propria energia animica. L’atten-zione principale va posta sull’intensità della forza chel’anima deve impiegare. L’essenziale non è già quelloche viene rappresentato, sibbene la durata e l’intensitàdello sforzo che vien diretto sopra una rappresentazio-ne. È dalle profondità sconosciute dell’anima che sor-ge la forza attirata per mezzo della concentrazione so-pra una determinata rappresentazione. Vi sono molterappresentazioni nella scienza dello Spirito di cui è di-mostrato che posseggono quella forza.

Si arriva a comprendere tale concentrazione in unarappresentazione se si evoca per un momento il con-cetto di ciò che è un ricordo. Se, per esempio, si volgel’occhio verso un albero e poi si voltano a quello lespalle, di guisa da non poterlo più vedere, si sarà non-dimeno capaci di conservare la rappresentazionedell’albero nell’anima nostra. Questa rappresentazionedell’albero, che si conserva quando questo non ci stapiù dinanzi agli occhi, è un ricordo dell’albero. Oraimmaginiamoci di conservare questo ricordo nell’ani-ma, di lasciare che l’anima, in certo qual modo, siadagi su quel ricordo, sforzandoci di escludere da essaqualsiasi altra rappresentazione. Allora l’anima è con-centrata nella rappresentazione-ricordo dell’albero. Sitratta allora della concentrazione dell’anima in una

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traggono oggetti o processi esteriori, perchè queste ul-time hanno un punto d’appoggio nel mondo esteriore,e per tal fatto l’anima non è costretta con quelle a ba-sarsi soltanto su sè stessa come con le allegoriche, chevengono create dalla propria energia animica. L’atten-zione principale va posta sull’intensità della forza chel’anima deve impiegare. L’essenziale non è già quelloche viene rappresentato, sibbene la durata e l’intensitàdello sforzo che vien diretto sopra una rappresentazio-ne. È dalle profondità sconosciute dell’anima che sor-ge la forza attirata per mezzo della concentrazione so-pra una determinata rappresentazione. Vi sono molterappresentazioni nella scienza dello Spirito di cui è di-mostrato che posseggono quella forza.

Si arriva a comprendere tale concentrazione in unarappresentazione se si evoca per un momento il con-cetto di ciò che è un ricordo. Se, per esempio, si volgel’occhio verso un albero e poi si voltano a quello lespalle, di guisa da non poterlo più vedere, si sarà non-dimeno capaci di conservare la rappresentazionedell’albero nell’anima nostra. Questa rappresentazionedell’albero, che si conserva quando questo non ci stapiù dinanzi agli occhi, è un ricordo dell’albero. Oraimmaginiamoci di conservare questo ricordo nell’ani-ma, di lasciare che l’anima, in certo qual modo, siadagi su quel ricordo, sforzandoci di escludere da essaqualsiasi altra rappresentazione. Allora l’anima è con-centrata nella rappresentazione-ricordo dell’albero. Sitratta allora della concentrazione dell’anima in una

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rappresentazione; però questa rappresentazione è la ri-produzione di cose percepite dai sensi. Ma, se ci si ac-cinge a questo esercizio con una rappresentazione im-posta volontariamente alla coscienza, si potrà conse-guire a poco a poco l’effetto desiderato.

Citerò ora un solo esempio della concentrazione in-teriore in una rappresentazione simbolica. Anzituttooccorre che tale rappresentazione venga edificatanell’anima, e ciò può farsi nel seguente modo. Rap-presentiamoci una pianta radicata nel suolo, che cac-cia fuori una foglia dopo l’altra e si sviluppa final-mente nel fiore. Immaginiamoci ora un uomo allato diquella pianta, e suscitiamo nell’anima nostra, con for-ma vivente il pensiero, che l’uomo ha capacità e fa-coltà invero più perfette di quelle della pianta; occorreriflettere come egli possa recarsi qua o là a secondadei suoi sentimenti e della sua volontà, mentre la pian-ta è vincolata, al suolo. Orbene, ci si dica pure: «Sì,certamente, l’uomo è più perfetto della pianta; mascopro in lui delle disposizioni che mancano nellapianta, e per tale immunità essa mi appare, sotto undeterminato punto di vista, più perfetta dell’uomo.L’uomo è pieno di desideri e di passioni alle quali uni-forma la sua condotta. Posso affermare veramente,che i suoi desideri e le sue passioni lo trascinano amolte aberrazioni. La pianta invece segue le pure leg-gi della crescenza di foglia in foglia, essa schiude isuoi fiori senza passione ai raggi puri del sole».

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rappresentazione; però questa rappresentazione è la ri-produzione di cose percepite dai sensi. Ma, se ci si ac-cinge a questo esercizio con una rappresentazione im-posta volontariamente alla coscienza, si potrà conse-guire a poco a poco l’effetto desiderato.

Citerò ora un solo esempio della concentrazione in-teriore in una rappresentazione simbolica. Anzituttooccorre che tale rappresentazione venga edificatanell’anima, e ciò può farsi nel seguente modo. Rap-presentiamoci una pianta radicata nel suolo, che cac-cia fuori una foglia dopo l’altra e si sviluppa final-mente nel fiore. Immaginiamoci ora un uomo allato diquella pianta, e suscitiamo nell’anima nostra, con for-ma vivente il pensiero, che l’uomo ha capacità e fa-coltà invero più perfette di quelle della pianta; occorreriflettere come egli possa recarsi qua o là a secondadei suoi sentimenti e della sua volontà, mentre la pian-ta è vincolata, al suolo. Orbene, ci si dica pure: «Sì,certamente, l’uomo è più perfetto della pianta; mascopro in lui delle disposizioni che mancano nellapianta, e per tale immunità essa mi appare, sotto undeterminato punto di vista, più perfetta dell’uomo.L’uomo è pieno di desideri e di passioni alle quali uni-forma la sua condotta. Posso affermare veramente,che i suoi desideri e le sue passioni lo trascinano amolte aberrazioni. La pianta invece segue le pure leg-gi della crescenza di foglia in foglia, essa schiude isuoi fiori senza passione ai raggi puri del sole».

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Posso dire a me stesso: l’uomo gode di una certaperfezione rispetto alla pianta, ma per acquistarsi que-sta perfezione ha dovuto permettere, che oltre alle for-ze pure che vedo nella pianta, gli istinti, i desideri, e lepassioni penetrassero nel suo essere. Io mi rappresen-to ora che il verde succo scorre attraverso la pianta edè l’espressione delle leggi pure e prive di passionedella crescenza; mi rappresento poi, come il sanguerosso scorra attraverso le arterie dell’uomo, e in essovedo l’espressione degl’istinti, dei desideri e dellepassioni. Queste idee devono divenir viventi nella miaanima. Mi rappresento, inoltre, come l’uomo sia capa-ce di evoluzione; come egli possa purificare i suoiistinti e le sue passioni per mezzo delle facoltà supe-riori della sua anima. Penso come in tal modo gli ele-menti inferiori di questi istinti e di queste passioni ri-mangano annientati e quelle qualità purificate rinasca-no sopra un gradino superiore. Il sangue potrà quindirappresentare l’espressione degli istinti e delle passio-ni purificate. Allora con lo sguardo spirituale conside-ro la rosa e dico a me stesso: «Nel succo rosso dellarosa vedo il colore del verde succo della pianta tra-sformata in rosso; e la rosa rossa segue, come la fogliaverde, le leggi pure, scevre di passioni, della crescen-za. Il rosso della rosa può ormai diventare per me ilsimbolo di un sangue, in cui si esprimono gli istinti ele passioni purificate, che lottino eliminato i loro ele-menti inferiori, e nella loro purezza uguagliano ormaile forze che sono attive nella rosa rossa». Devo elabo-

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Posso dire a me stesso: l’uomo gode di una certaperfezione rispetto alla pianta, ma per acquistarsi que-sta perfezione ha dovuto permettere, che oltre alle for-ze pure che vedo nella pianta, gli istinti, i desideri, e lepassioni penetrassero nel suo essere. Io mi rappresen-to ora che il verde succo scorre attraverso la pianta edè l’espressione delle leggi pure e prive di passionedella crescenza; mi rappresento poi, come il sanguerosso scorra attraverso le arterie dell’uomo, e in essovedo l’espressione degl’istinti, dei desideri e dellepassioni. Queste idee devono divenir viventi nella miaanima. Mi rappresento, inoltre, come l’uomo sia capa-ce di evoluzione; come egli possa purificare i suoiistinti e le sue passioni per mezzo delle facoltà supe-riori della sua anima. Penso come in tal modo gli ele-menti inferiori di questi istinti e di queste passioni ri-mangano annientati e quelle qualità purificate rinasca-no sopra un gradino superiore. Il sangue potrà quindirappresentare l’espressione degli istinti e delle passio-ni purificate. Allora con lo sguardo spirituale conside-ro la rosa e dico a me stesso: «Nel succo rosso dellarosa vedo il colore del verde succo della pianta tra-sformata in rosso; e la rosa rossa segue, come la fogliaverde, le leggi pure, scevre di passioni, della crescen-za. Il rosso della rosa può ormai diventare per me ilsimbolo di un sangue, in cui si esprimono gli istinti ele passioni purificate, che lottino eliminato i loro ele-menti inferiori, e nella loro purezza uguagliano ormaile forze che sono attive nella rosa rossa». Devo elabo-

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rare tali pensieri, non soltanto nella mia mente, mafarli vivere nei miei sentimenti. Può invadermi un sen-timento di beatitudine, quando mi rappresento la pu-rezza e la mancanza di passione della pianta crescen-te; posso creare in me il sentimento che delle determi-nate perfezioni superiori debbano essere acquistate at-traverso gl’istinti e le passioni. Questa idea può tra-sformare la beatitudine che prima sentiva in un senti-mento più serio, mentre può destarsi allora in me unsenso speciale di liberazione, se mi dedico all’idea delsangue rosso che come il succo rosso della rosa puòdiventare il veicolo delle pure esperienze interiori. Èimportante di non restare impassibili di fronte ai pen-sieri, che servono alla costruzione di una rappresenta-zione simbolica. Dopo essersi dati a tali pensieri esentimenti, occorre trasformarli nella seguente rappre-sentazione simbolica. Ci si rappresenta una crocenera. Questa deve essere il simbolo degli elementi di-strutti, inferiori, degl’istinti e delle passioni, e là dovele braccia della croce s’incrociano, bisogna raffigurar-si sette rose rosse raggianti, ordinate a forma di circo-lo. Queste rose saranno il simbolo del sangue cheesprime, le passioni e gl’istinti purificati4.

4 Poco importa che questi pensieri trovino o meno la lorogiustificazione nella scienza naturale, perchè si tratta dello svi-luppo di pensieri sulla pianta e l’uomo, i quali, indipendente-mente da qualsiasi teoria, possano essere acquistati per mezzodella semplice contemplazione diretta. Tali pensieri hanno an-che la loro importanza, come, sotto un altro rapporto, sono im-

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rare tali pensieri, non soltanto nella mia mente, mafarli vivere nei miei sentimenti. Può invadermi un sen-timento di beatitudine, quando mi rappresento la pu-rezza e la mancanza di passione della pianta crescen-te; posso creare in me il sentimento che delle determi-nate perfezioni superiori debbano essere acquistate at-traverso gl’istinti e le passioni. Questa idea può tra-sformare la beatitudine che prima sentiva in un senti-mento più serio, mentre può destarsi allora in me unsenso speciale di liberazione, se mi dedico all’idea delsangue rosso che come il succo rosso della rosa puòdiventare il veicolo delle pure esperienze interiori. Èimportante di non restare impassibili di fronte ai pen-sieri, che servono alla costruzione di una rappresenta-zione simbolica. Dopo essersi dati a tali pensieri esentimenti, occorre trasformarli nella seguente rappre-sentazione simbolica. Ci si rappresenta una crocenera. Questa deve essere il simbolo degli elementi di-strutti, inferiori, degl’istinti e delle passioni, e là dovele braccia della croce s’incrociano, bisogna raffigurar-si sette rose rosse raggianti, ordinate a forma di circo-lo. Queste rose saranno il simbolo del sangue cheesprime, le passioni e gl’istinti purificati4.

4 Poco importa che questi pensieri trovino o meno la lorogiustificazione nella scienza naturale, perchè si tratta dello svi-luppo di pensieri sulla pianta e l’uomo, i quali, indipendente-mente da qualsiasi teoria, possano essere acquistati per mezzodella semplice contemplazione diretta. Tali pensieri hanno an-che la loro importanza, come, sotto un altro rapporto, sono im-

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Questa è la rappresentazione simbolica che deve or-mai essere evocata nell’anima, nel modo già descrittoper la rappresentazione di un ricordo. Tali rappresen-tazioni hanno forza risvegliatrice, se interiormente cisi immerge in esse. Mentre ci si concentra bisognacercare di escludere ogni altra rappresentazione. Sol-tanto il simbolo appunto caratterizzato deve dimorarespiritualmente nell’anima, con la maggiore vivacitàpossibile. Non è senza importanza il fatto, che questosimbolo non è citato qui semplicemente come unarappresentazione risvegliatrice, ma che esso è statoprima costruito per mezzo di determinate considera-zioni sulla pianta e sull’uomo. Perchè l’influenza diun tale simbolo dipende dal fatto di essere stato co-struito nel modo descritto, prima di servire alla con-centrazione interiore. Se si evoca quel simbolo nellanostra anima, senza aver eseguito tale lavoro di co-struzione, esso rimarrà freddo e molto meno efficace,come se gli mancasse la forza vivificatrice animicache gli proviene dalla preparazione. Durante la con-centrazione, però, non bisogna richiamare nell’anima ipensieri che hanno servito a preparare il simbolo, devealeggiare spiritualmente nell’anima unicamente

portanti pure le rappresentazioni teoretiche sulle cose del mon-do esteriore. E i pensieri in questo caso non vi sono per esporrescientificamente uno stato di fatto, sibbene per costruire unsimbolo, che si dimostri efficace, malgrado tutte le obiezioniche potranno presentarsi a questa o ad altra persona durante lacostruzione del simbolo stesso.

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Questa è la rappresentazione simbolica che deve or-mai essere evocata nell’anima, nel modo già descrittoper la rappresentazione di un ricordo. Tali rappresen-tazioni hanno forza risvegliatrice, se interiormente cisi immerge in esse. Mentre ci si concentra bisognacercare di escludere ogni altra rappresentazione. Sol-tanto il simbolo appunto caratterizzato deve dimorarespiritualmente nell’anima, con la maggiore vivacitàpossibile. Non è senza importanza il fatto, che questosimbolo non è citato qui semplicemente come unarappresentazione risvegliatrice, ma che esso è statoprima costruito per mezzo di determinate considera-zioni sulla pianta e sull’uomo. Perchè l’influenza diun tale simbolo dipende dal fatto di essere stato co-struito nel modo descritto, prima di servire alla con-centrazione interiore. Se si evoca quel simbolo nellanostra anima, senza aver eseguito tale lavoro di co-struzione, esso rimarrà freddo e molto meno efficace,come se gli mancasse la forza vivificatrice animicache gli proviene dalla preparazione. Durante la con-centrazione, però, non bisogna richiamare nell’anima ipensieri che hanno servito a preparare il simbolo, devealeggiare spiritualmente nell’anima unicamente

portanti pure le rappresentazioni teoretiche sulle cose del mon-do esteriore. E i pensieri in questo caso non vi sono per esporrescientificamente uno stato di fatto, sibbene per costruire unsimbolo, che si dimostri efficace, malgrado tutte le obiezioniche potranno presentarsi a questa o ad altra persona durante lacostruzione del simbolo stesso.

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l’immagine vivente del simbolo, e all’unisono conessa deve vibrare nell’anima il sentimento, che è risul-tato dai pensieri preparatori. Così il simbolo diventaun segno accompagnato da una esperienza del senti-mento; l’effetto viene appunto esercitato dal soffer-marsi dell’anima in questa esperienza. Quanto più alungo vi si può trattenere senza essere disturbata da al-tre rappresentazioni, e tanto più risulterà efficacel’intiero processo. Nondimeno è bene, perchè il senti-mento non si affievolisca, che, oltre al tempo effetti-vamente dedicato alla concentrazione, vengano spessorievocati i pensieri e i sentimenti che hanno servito nelmodo appunto descritto a costruire tale immagine. E,quanto più pazienza si applica in tale ricapitolazione,tanto più l’immagine risulta efficace per l’anima (nel-le considerazioni del mio libro: «Come si conseguonole conoscenze dei mondi superiori?» sono stati citatialtri mezzi per la concentrazione interiore. Sono parti-colarmente efficaci le meditazioni indicate inquell’opera sul divenire e sull’appassire delle piante,sulle forze del divenire latenti nel seme della pianta,sulle forme dei cristalli, ecc.; qui, invece, è stato scel-to un solo esempio per esporre la natura della medita-zione).

Un simbolo come quello descritto non rappresentanessuna cosa o essere esteriore, nessun prodotto dellanatura; per questa ragione appunto esso possiede laforza di destare delle determinate facoltà interiori. In-dubbiamente si potrebbe sollevare la seguente obie-

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l’immagine vivente del simbolo, e all’unisono conessa deve vibrare nell’anima il sentimento, che è risul-tato dai pensieri preparatori. Così il simbolo diventaun segno accompagnato da una esperienza del senti-mento; l’effetto viene appunto esercitato dal soffer-marsi dell’anima in questa esperienza. Quanto più alungo vi si può trattenere senza essere disturbata da al-tre rappresentazioni, e tanto più risulterà efficacel’intiero processo. Nondimeno è bene, perchè il senti-mento non si affievolisca, che, oltre al tempo effetti-vamente dedicato alla concentrazione, vengano spessorievocati i pensieri e i sentimenti che hanno servito nelmodo appunto descritto a costruire tale immagine. E,quanto più pazienza si applica in tale ricapitolazione,tanto più l’immagine risulta efficace per l’anima (nel-le considerazioni del mio libro: «Come si conseguonole conoscenze dei mondi superiori?» sono stati citatialtri mezzi per la concentrazione interiore. Sono parti-colarmente efficaci le meditazioni indicate inquell’opera sul divenire e sull’appassire delle piante,sulle forze del divenire latenti nel seme della pianta,sulle forme dei cristalli, ecc.; qui, invece, è stato scel-to un solo esempio per esporre la natura della medita-zione).

Un simbolo come quello descritto non rappresentanessuna cosa o essere esteriore, nessun prodotto dellanatura; per questa ragione appunto esso possiede laforza di destare delle determinate facoltà interiori. In-dubbiamente si potrebbe sollevare la seguente obie-

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zione: «Certo questo «simbolo», nel suo assieme, nonesiste nella natura; ma nondimeno tutti i singoli parti-colari di esso sono tratti dalla natura: il colore nero, lerose, ecc., tutto ciò viene percepito dai sensi». Chi sipreoccupasse di tale obiezione dovrebbe riflettere, chenon sono le riproduzioni delle percezioni dei sensi checonducono al risveglio delle facoltà superiori dell’ani-ma, ma che questo effetto viene prodotto unicamentedal modo, come queste particolarità sono state con-nesse. E questa connessione non riproduce qualcosache esiste nel mondo sensibile.

Questo simbolo è stato citato come esempio per di-mostrare il processo di una concentrazione efficaceper l’anima. Nell’educazione spirituale occulta vengo-no indicate innumerevoli immagini di questo genere,costruite nei modi più diversi. Possono venir date an-che delle determinate frasi, formule, singole parole, incui lo scolaro deve concentrarsi; però tutti questi mez-zi per la concentrazione interiore tenderanno semprealla mèta di staccare l’anima dalla percezione dei sen-si e di stimolarla a una attività, in cui l’impressionesui sensi fisici non abbia importanza, e lo sviluppodelle facoltà animiche interiori latenti diventi l’essen-ziale. Vi possono essere anche delle concentrazionisopra dei semplici sentimenti, ecc., queste sono di par-ticolare efficacia. Si può prendere, per esempio, il sen-timento della gioia. Nel corso normale della vita l’ani-ma può sperimentare della gioia per effetto di uno sti-molo esteriore. Quando un’anima dotata di sentimenti

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zione: «Certo questo «simbolo», nel suo assieme, nonesiste nella natura; ma nondimeno tutti i singoli parti-colari di esso sono tratti dalla natura: il colore nero, lerose, ecc., tutto ciò viene percepito dai sensi». Chi sipreoccupasse di tale obiezione dovrebbe riflettere, chenon sono le riproduzioni delle percezioni dei sensi checonducono al risveglio delle facoltà superiori dell’ani-ma, ma che questo effetto viene prodotto unicamentedal modo, come queste particolarità sono state con-nesse. E questa connessione non riproduce qualcosache esiste nel mondo sensibile.

Questo simbolo è stato citato come esempio per di-mostrare il processo di una concentrazione efficaceper l’anima. Nell’educazione spirituale occulta vengo-no indicate innumerevoli immagini di questo genere,costruite nei modi più diversi. Possono venir date an-che delle determinate frasi, formule, singole parole, incui lo scolaro deve concentrarsi; però tutti questi mez-zi per la concentrazione interiore tenderanno semprealla mèta di staccare l’anima dalla percezione dei sen-si e di stimolarla a una attività, in cui l’impressionesui sensi fisici non abbia importanza, e lo sviluppodelle facoltà animiche interiori latenti diventi l’essen-ziale. Vi possono essere anche delle concentrazionisopra dei semplici sentimenti, ecc., queste sono di par-ticolare efficacia. Si può prendere, per esempio, il sen-timento della gioia. Nel corso normale della vita l’ani-ma può sperimentare della gioia per effetto di uno sti-molo esteriore. Quando un’anima dotata di sentimenti

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sani si accorge, che un uomo compie un’azione perbontà di cuore, essa potrà provarne soddisfazione egioia; ma, può inoltre riflettere sopra un’azione diquel genere, e dirsi: «Chi compie un’azione per bontàdi cuore non persegue il proprio interesse, ma l’inte-resse del suo simile. E una tale azione può essere dettamoralmente buona». Orbene, l’anima che la contem-pla può mettere da parte completamente la rappresen-tazione di quel singolo caso esteriore che le ha procu-rato gioia o soddisfazione, e può formarsi un’idea ge-nerale della bontà di cuore. Riflettendo su questa puòpensare, che la bontà di cuore deriva dal fatto, cheun’anima assimila, per così dire, l’interesse dell’altra,e ne fa il proprio. L’anima può ora, per questa ideamorale della bontà di cuore provare della gioia, chenon è connessa a nessun processo del mondo sensibi-le, ma all’idea come tale. Se si cerca di far vivere que-sta gioia per lungo tempo nell’anima, si ottiene la con-centrazione sopra un sentimento. Allora non è l’ideache esercita un’influenza sul risveglio delle facoltàanimiche interiori, ma quel risveglio è frutto della per-manenza nell’anima di un sentimento destato in essaindipendentemente da qualsiasi impressione esteriore.Poichè la scienza dello Spirito è capace di penetrarenella natura delle cose più profondamente che non larappresentazione abituale; il maestro della disciplinaspirituale potrà indicare allo scolaro dei sentimenti edelle impressioni, che esercitano una influenza ancorapiù intensa sullo sviluppo delle facoltà animiche,

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sani si accorge, che un uomo compie un’azione perbontà di cuore, essa potrà provarne soddisfazione egioia; ma, può inoltre riflettere sopra un’azione diquel genere, e dirsi: «Chi compie un’azione per bontàdi cuore non persegue il proprio interesse, ma l’inte-resse del suo simile. E una tale azione può essere dettamoralmente buona». Orbene, l’anima che la contem-pla può mettere da parte completamente la rappresen-tazione di quel singolo caso esteriore che le ha procu-rato gioia o soddisfazione, e può formarsi un’idea ge-nerale della bontà di cuore. Riflettendo su questa puòpensare, che la bontà di cuore deriva dal fatto, cheun’anima assimila, per così dire, l’interesse dell’altra,e ne fa il proprio. L’anima può ora, per questa ideamorale della bontà di cuore provare della gioia, chenon è connessa a nessun processo del mondo sensibi-le, ma all’idea come tale. Se si cerca di far vivere que-sta gioia per lungo tempo nell’anima, si ottiene la con-centrazione sopra un sentimento. Allora non è l’ideache esercita un’influenza sul risveglio delle facoltàanimiche interiori, ma quel risveglio è frutto della per-manenza nell’anima di un sentimento destato in essaindipendentemente da qualsiasi impressione esteriore.Poichè la scienza dello Spirito è capace di penetrarenella natura delle cose più profondamente che non larappresentazione abituale; il maestro della disciplinaspirituale potrà indicare allo scolaro dei sentimenti edelle impressioni, che esercitano una influenza ancorapiù intensa sullo sviluppo delle facoltà animiche,

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quando vengono applicate alla concentrazione interio-re. Per quanto necessarie esse potranno essere in se-guito per i gradi superiori dell’istruzione spirituale oc-corre però riflettere, che la concentrazione energicasopra sentimenti come, per esempio, quello descrittosulla contemplazione della bontà di cuore, può giàcondurre molto lontano sulla via del progresso. Comele nature degli uomini sono tanto diverse, così pure di-versi dovranno essere i mezzi di allenamento, a secon-da dei vari individui. Riguardo alla durata della con-centrazione bisogna renderci conto, che quanto piùvien prolungata e tanto più ne aumenta l’efficacia,però ogni esagerazione in quel campo riesce nociva.Vi è tuttavia uno speciale senso interiore, che si svi-luppa per virtù degli esercizi stessi, che insegna alloscolaro la giusta misura a cui deve attenersi. Chi com-pie la sua educazione spirituale sotto la direzione diuna guida, riceverà dei consigli precisi sui singoli par-ticolari, ma questi non possono essere dati che da unoccultista esperto.

Occorre generalmente proseguire tali esercizi diconcentrazione interiore per lungo tempo prima di po-terne constatare qualche risultato. Nell’educazionespirituale è necessario assolutamente aver pazienza eperseveranza. Chi non desta in sè queste qualità, e nonprosegue con completa calma i suoi esercizi, in modoche pazienza e perseveranza formino la disposizionefondamentale della sua anima, non potrà progrediremolto.

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quando vengono applicate alla concentrazione interio-re. Per quanto necessarie esse potranno essere in se-guito per i gradi superiori dell’istruzione spirituale oc-corre però riflettere, che la concentrazione energicasopra sentimenti come, per esempio, quello descrittosulla contemplazione della bontà di cuore, può giàcondurre molto lontano sulla via del progresso. Comele nature degli uomini sono tanto diverse, così pure di-versi dovranno essere i mezzi di allenamento, a secon-da dei vari individui. Riguardo alla durata della con-centrazione bisogna renderci conto, che quanto piùvien prolungata e tanto più ne aumenta l’efficacia,però ogni esagerazione in quel campo riesce nociva.Vi è tuttavia uno speciale senso interiore, che si svi-luppa per virtù degli esercizi stessi, che insegna alloscolaro la giusta misura a cui deve attenersi. Chi com-pie la sua educazione spirituale sotto la direzione diuna guida, riceverà dei consigli precisi sui singoli par-ticolari, ma questi non possono essere dati che da unoccultista esperto.

Occorre generalmente proseguire tali esercizi diconcentrazione interiore per lungo tempo prima di po-terne constatare qualche risultato. Nell’educazionespirituale è necessario assolutamente aver pazienza eperseveranza. Chi non desta in sè queste qualità, e nonprosegue con completa calma i suoi esercizi, in modoche pazienza e perseveranza formino la disposizionefondamentale della sua anima, non potrà progrediremolto.

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Da ciò che precede è evidente, che la concentrazio-ne interiore (meditazione) è un mezzo per arrivare allaconoscenza dei mondi superiori; quest’effetto non siottiene però, facendo uso di una rappresentazionequalsiasi, ma occorre che il contenuto della rappresen-tazione sia stato costruito secondo il metodo indicato.

La via qui descritta conduce anzitutto a ciò che sipuò chiamare la conoscenza immaginativa. Essa è ilprimo gradino della conoscenza superiore. La cono-scenza che poggia sulle percezioni sensorie e sullaelaborazione delle medesime a mezzo dell’intelligen-za che è collegata ai sensi, può essere chiamata – se-condo la scienza dello Spirito – la conoscenza «obiet-tiva». Al di là di questa si stendono i gradini della co-noscenza superiore, di cui il primo è appunto quellodella conoscenza immaginativa. La parola «immagi-nativa» potrebbe generare il dubbio, che si tratti sol-tanto di una rappresentazione «immaginaria», che noncorrisponde a nessuna realtà. Nella scienza dello Spi-rito, però, la conoscenza «immaginativa» significa unmodo di conoscere, prodotto da uno stato di coscienzasupersensibile dell’anima, nel quale vengono percepitifatti ed entità spirituali, a cui i sensi non possono arri-vare. Siccome questo stato viene destato nell’animaper mezzo della concentrazione sui simboli, o sulle«immaginazioni», così anche il mondo che corrispon-de a questo stato superiore di coscienza, e la cono-scenza che vi si riferisce, può essere chiamala «imma-ginativa». In questo senso dunque la parola «immagi-

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Da ciò che precede è evidente, che la concentrazio-ne interiore (meditazione) è un mezzo per arrivare allaconoscenza dei mondi superiori; quest’effetto non siottiene però, facendo uso di una rappresentazionequalsiasi, ma occorre che il contenuto della rappresen-tazione sia stato costruito secondo il metodo indicato.

La via qui descritta conduce anzitutto a ciò che sipuò chiamare la conoscenza immaginativa. Essa è ilprimo gradino della conoscenza superiore. La cono-scenza che poggia sulle percezioni sensorie e sullaelaborazione delle medesime a mezzo dell’intelligen-za che è collegata ai sensi, può essere chiamata – se-condo la scienza dello Spirito – la conoscenza «obiet-tiva». Al di là di questa si stendono i gradini della co-noscenza superiore, di cui il primo è appunto quellodella conoscenza immaginativa. La parola «immagi-nativa» potrebbe generare il dubbio, che si tratti sol-tanto di una rappresentazione «immaginaria», che noncorrisponde a nessuna realtà. Nella scienza dello Spi-rito, però, la conoscenza «immaginativa» significa unmodo di conoscere, prodotto da uno stato di coscienzasupersensibile dell’anima, nel quale vengono percepitifatti ed entità spirituali, a cui i sensi non possono arri-vare. Siccome questo stato viene destato nell’animaper mezzo della concentrazione sui simboli, o sulle«immaginazioni», così anche il mondo che corrispon-de a questo stato superiore di coscienza, e la cono-scenza che vi si riferisce, può essere chiamala «imma-ginativa». In questo senso dunque la parola «immagi-

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nativa» si applica ad esseri e a fatti «veri», in un sensopiù elevato, quanto lo sono i fatti e gli esseri percepitiper il tramite dei sensi.

Contro l’impiego delle rappresentazioni simbolicheappunto descritte potrebbe essere facilmente sollevatal’obiezione, che la loro formazione derivi da un’attivi-tà simile a quella del sogno e da una fantasia arbitra-ria; i risultati che si ottengono sarebbero perciò moltodiscutibili. Ma questa obiezione viene a cadere difronte alle immagini simboliche che stanno a basedell’educazione spirituale. Tali simboli vengono sceltiin modo, che si può far completa astrazione dal lororapporto con una realtà esteriore materiale. Il loro va-lore risiede unicamente nella forza con cui essi agi-scono sull’anima, quando questa distoglie completa-mente la sua attenzione dal mondo esteriore, soffocatutte le impressioni dei sensi ed esclude tutti i pensieriche possono pervenirle da stimolo esteriore. Il proces-so della meditazione si può meglio spiegare quando losi paragona al sonno; da un lato somiglia allo stato disonno, dall’altro è completamente il contrario. La me-ditazione è un sonno, che rappresenta un grado supe-riore di veglia di quello della coscienza diurna. Ciò di-pende dal fatto, che per la concentrazione sulla relati-va rappresentazione, o immagine, l’anima è costrettaad attingere dalle proprie profondità forze molto piùenergiche di quelle che applica alla vita ordinaria, oalla conoscenza abituale; la sua attività interiore neriesce perciò accresciuta. Essa si libera dal suo involu-

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nativa» si applica ad esseri e a fatti «veri», in un sensopiù elevato, quanto lo sono i fatti e gli esseri percepitiper il tramite dei sensi.

Contro l’impiego delle rappresentazioni simbolicheappunto descritte potrebbe essere facilmente sollevatal’obiezione, che la loro formazione derivi da un’attivi-tà simile a quella del sogno e da una fantasia arbitra-ria; i risultati che si ottengono sarebbero perciò moltodiscutibili. Ma questa obiezione viene a cadere difronte alle immagini simboliche che stanno a basedell’educazione spirituale. Tali simboli vengono sceltiin modo, che si può far completa astrazione dal lororapporto con una realtà esteriore materiale. Il loro va-lore risiede unicamente nella forza con cui essi agi-scono sull’anima, quando questa distoglie completa-mente la sua attenzione dal mondo esteriore, soffocatutte le impressioni dei sensi ed esclude tutti i pensieriche possono pervenirle da stimolo esteriore. Il proces-so della meditazione si può meglio spiegare quando losi paragona al sonno; da un lato somiglia allo stato disonno, dall’altro è completamente il contrario. La me-ditazione è un sonno, che rappresenta un grado supe-riore di veglia di quello della coscienza diurna. Ciò di-pende dal fatto, che per la concentrazione sulla relati-va rappresentazione, o immagine, l’anima è costrettaad attingere dalle proprie profondità forze molto piùenergiche di quelle che applica alla vita ordinaria, oalla conoscenza abituale; la sua attività interiore neriesce perciò accresciuta. Essa si libera dal suo involu-

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cro corporeo, come usa fare nel sonno, ma non cadecome in questo nell’incoscienza, sibbene sperimentaun mondo che prima non sperimentava. Il suo stato,malgrado si possa paragonare a quello del sonno, peril fatto che l’anima si è liberata dal corpo, è nondime-no tale, che rispetto all’abituale coscienza di vegliapuò essere caratterizzato come uno stato intensificatodi veglia, per mezzo del quale l’anima conosce sèstessa, sperimenta la propria vera essenza indipenden-te interiore; invece nella vita ordinaria, per causa dellospiegamento più debole delle sue forze, l’anima nonarriva alla coscienza di sè, che mercè l’aiuto del cor-po, e perciò non sperimenta sè stessa, ma si vede sol-tanto nell’immagine tracciata – come una specie di ri-flesso – dal corpo, o piuttosto dai processi di esso.

Quei simboli costruiti nel modo appunto descrittonon si riferiscono naturalmente ancora a niente di rea-le nel mondo spirituale, ma servono per staccare l’ani-ma dalla percezione sensoria esteriore e dallo stru-mento del cervello fisico, al quale l’intelligenza è an-zitutto collegata. Questo distacco non può verificarsiprima che l’uomo non si sia fatto questo ragionamen-to: «Ora mi rappresento qualche cosa per mezzo diforze per le quali i miei sensi e il mio cervello non miservono di strumento». Su questa via l’uomo speri-menta a tutta prima siffatta liberazione dagli organi fi-sici, e può dire allora a sè stesso: «La mia coscienzanon si spegne quando mi astraggo dalle percezionisensorie e dal pensiero logico abituale; mi posso ele-

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cro corporeo, come usa fare nel sonno, ma non cadecome in questo nell’incoscienza, sibbene sperimentaun mondo che prima non sperimentava. Il suo stato,malgrado si possa paragonare a quello del sonno, peril fatto che l’anima si è liberata dal corpo, è nondime-no tale, che rispetto all’abituale coscienza di vegliapuò essere caratterizzato come uno stato intensificatodi veglia, per mezzo del quale l’anima conosce sèstessa, sperimenta la propria vera essenza indipenden-te interiore; invece nella vita ordinaria, per causa dellospiegamento più debole delle sue forze, l’anima nonarriva alla coscienza di sè, che mercè l’aiuto del cor-po, e perciò non sperimenta sè stessa, ma si vede sol-tanto nell’immagine tracciata – come una specie di ri-flesso – dal corpo, o piuttosto dai processi di esso.

Quei simboli costruiti nel modo appunto descrittonon si riferiscono naturalmente ancora a niente di rea-le nel mondo spirituale, ma servono per staccare l’ani-ma dalla percezione sensoria esteriore e dallo stru-mento del cervello fisico, al quale l’intelligenza è an-zitutto collegata. Questo distacco non può verificarsiprima che l’uomo non si sia fatto questo ragionamen-to: «Ora mi rappresento qualche cosa per mezzo diforze per le quali i miei sensi e il mio cervello non miservono di strumento». Su questa via l’uomo speri-menta a tutta prima siffatta liberazione dagli organi fi-sici, e può dire allora a sè stesso: «La mia coscienzanon si spegne quando mi astraggo dalle percezionisensorie e dal pensiero logico abituale; mi posso ele-

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vare al di sopra di questa e mi sento allora comeun’entità separata accanto a ciò che ero prima». Que-sta è la prima esperienza assolutamente spirituale;l’osservazione di un essere individuale, di un ego ani-mico-spirituale, che è sorto come un nuovo Sè daquell’altro Sè, che era vincolato ai sensi fisici eall’intelligenza fisica. Se l’uomo si liberasse dal mon-do dei sensi e dell’intelletto, senza la concentrazione,cadrebbe nel «Nulla» dell’incoscienza. Questa entitàanimico-spirituale, ben inteso, risiede nell’uomo an-che prima della concentrazione, ma essa allora nonpossiede ancora nessuno strumento per l’osservazionedel mondo spirituale; somiglia, a un dipresso, a uncorpo fisico senza occhi per vedere e orecchi per udi-re. La forza che è stata impiegata nella concentrazioneha per primo creato gli organi animico-spiritualinell’entità animico-spirituale, che fino allora non eraorganizzata. Ciò che l’uomo si è creato in questomodo è appunto quanto per primo egli percepisce; laprima esperienza, sotto un dato aspetto, è dunqueun’esperienza di autopercezione. L’educazione spiri-tuale, per sua natura, fa sì, che l’anima, per mezzodell’esercizio dell’autoeducazione, è pienamente co-sciente a questo punto della sua evoluzione, che neimondi delle immagini (immaginazioni), che sorgonoper virtù degli esercizi descritti, essa anzitutto perce-pisce sè stessa. Queste immagini sorgono effettiva-mente come un nuovo mondo; l’anima deve però rico-noscere, che dapprima esse sono soltanto un riflesso

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vare al di sopra di questa e mi sento allora comeun’entità separata accanto a ciò che ero prima». Que-sta è la prima esperienza assolutamente spirituale;l’osservazione di un essere individuale, di un ego ani-mico-spirituale, che è sorto come un nuovo Sè daquell’altro Sè, che era vincolato ai sensi fisici eall’intelligenza fisica. Se l’uomo si liberasse dal mon-do dei sensi e dell’intelletto, senza la concentrazione,cadrebbe nel «Nulla» dell’incoscienza. Questa entitàanimico-spirituale, ben inteso, risiede nell’uomo an-che prima della concentrazione, ma essa allora nonpossiede ancora nessuno strumento per l’osservazionedel mondo spirituale; somiglia, a un dipresso, a uncorpo fisico senza occhi per vedere e orecchi per udi-re. La forza che è stata impiegata nella concentrazioneha per primo creato gli organi animico-spiritualinell’entità animico-spirituale, che fino allora non eraorganizzata. Ciò che l’uomo si è creato in questomodo è appunto quanto per primo egli percepisce; laprima esperienza, sotto un dato aspetto, è dunqueun’esperienza di autopercezione. L’educazione spiri-tuale, per sua natura, fa sì, che l’anima, per mezzodell’esercizio dell’autoeducazione, è pienamente co-sciente a questo punto della sua evoluzione, che neimondi delle immagini (immaginazioni), che sorgonoper virtù degli esercizi descritti, essa anzitutto perce-pisce sè stessa. Queste immagini sorgono effettiva-mente come un nuovo mondo; l’anima deve però rico-noscere, che dapprima esse sono soltanto un riflesso

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del proprio essere rinvigorito dagli esercizi occulti; edeve con la sua ragione, non solo riconoscere questofatto, ma essere anche arrivata a tale educazione dellavolontà da potere in qualunque momento spegnere eallontanare dalla coscienza quelle immagini. L’animadeve poter conservare completa libertà di azione inmezzo a tali immagini. A questo punto della sua evo-luzione quella indipendenza è indizio di una giustaevoluzione spirituale, perchè se l’anima non fosse li-bera si troverebbe, nel campo delle esperienze spiri-tuali, in condizione analoga a quella di un’anima, chenel mondo fisico dovesse rimanere attaccata ad ognioggetto che vede, in modo da non poterne distoglierepiù lo sguardo. Da questa possibilità di estinguerequelle immagini va escluso un solo gruppo di espe-rienze interiori immaginative, le quali, a quel gradinodella disciplina occulta, non devono essere estinte;esse rappresentano appunto il nucleo essenzialedell’anima, e lo scolaro dell’occultismo riconosce inqueste immagini quell’essenza fondamentale dellapropria natura, che si conserva attraverso tutte le varievite terrene. A questo punto la conoscenza delle rin-carnazioni terrestri che si succedono diventa una espe-rienza reale. Nei riguardi però di tutte le altre perce-zioni immaginative deve regnare la libertà di movi-mento già descritta. Soltanto quando si è acquistata lacapacità di estinguere le esperienze, ci si può avvici-nare realmente al mondo spirituale esteriore; le perce-zioni estinte ritornano sotto altra forma, e vengono al-

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del proprio essere rinvigorito dagli esercizi occulti; edeve con la sua ragione, non solo riconoscere questofatto, ma essere anche arrivata a tale educazione dellavolontà da potere in qualunque momento spegnere eallontanare dalla coscienza quelle immagini. L’animadeve poter conservare completa libertà di azione inmezzo a tali immagini. A questo punto della sua evo-luzione quella indipendenza è indizio di una giustaevoluzione spirituale, perchè se l’anima non fosse li-bera si troverebbe, nel campo delle esperienze spiri-tuali, in condizione analoga a quella di un’anima, chenel mondo fisico dovesse rimanere attaccata ad ognioggetto che vede, in modo da non poterne distoglierepiù lo sguardo. Da questa possibilità di estinguerequelle immagini va escluso un solo gruppo di espe-rienze interiori immaginative, le quali, a quel gradinodella disciplina occulta, non devono essere estinte;esse rappresentano appunto il nucleo essenzialedell’anima, e lo scolaro dell’occultismo riconosce inqueste immagini quell’essenza fondamentale dellapropria natura, che si conserva attraverso tutte le varievite terrene. A questo punto la conoscenza delle rin-carnazioni terrestri che si succedono diventa una espe-rienza reale. Nei riguardi però di tutte le altre perce-zioni immaginative deve regnare la libertà di movi-mento già descritta. Soltanto quando si è acquistata lacapacità di estinguere le esperienze, ci si può avvici-nare realmente al mondo spirituale esteriore; le perce-zioni estinte ritornano sotto altra forma, e vengono al-

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lora sperimentate come realtà esteriori spirituali; l’ani-ma si sente crescere spiritualmente, dall’essere inde-terminato che era prima, a qualcosa di determinato.Da questa auto-osservazione si deve procedere oltrealla percezione di un mondo esteriore animico-spiri-tuale, percezione che si consegue, quando si regolanole nostre esperienze interiori nel modo che ora verràdescritto.

Dapprima l’anima dell’allievo dell’occultismo è de-bole di fronte a ciò che deve percepire nel mondo ani-mico-spirituale; egli dovrà applicare una grande ener-gia per conservare nella concentrazione interiore isimboli o le altre rappresentazioni, che si è costruitocon gli elementi forniti dal mondo sensibile; d’altron-de, se egli vuole pervenire alla vera osservazione inun mondo superiore, non deve attenersi soltanto aqueste rappresentazioni, ma, dopo aver fatto ciò, eglideve ancora potersi fermare in una condizione, nellaquale nessuno stimolo dal mondo esteriore sensibilepossa agire sull’anima, ma in cui persino quelle rap-presentazioni immaginative dianzi caratterizzate ven-gano eliminate dalla coscienza. Allora può presentarsinella coscienza soltanto ciò che si è formato per mez-zo della concentrazione. Occorre ormai, che vi sia suf-ficiente forza animica interiore, perchè quanto è statoformato possa veramente essere veduto spiritualmen-te, perchè non sfugga all’attenzione, come succede di-fatti generalmente quando l’energia interiore è debol-mente sviluppata. L’organismo animico-spirituale che

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lora sperimentate come realtà esteriori spirituali; l’ani-ma si sente crescere spiritualmente, dall’essere inde-terminato che era prima, a qualcosa di determinato.Da questa auto-osservazione si deve procedere oltrealla percezione di un mondo esteriore animico-spiri-tuale, percezione che si consegue, quando si regolanole nostre esperienze interiori nel modo che ora verràdescritto.

Dapprima l’anima dell’allievo dell’occultismo è de-bole di fronte a ciò che deve percepire nel mondo ani-mico-spirituale; egli dovrà applicare una grande ener-gia per conservare nella concentrazione interiore isimboli o le altre rappresentazioni, che si è costruitocon gli elementi forniti dal mondo sensibile; d’altron-de, se egli vuole pervenire alla vera osservazione inun mondo superiore, non deve attenersi soltanto aqueste rappresentazioni, ma, dopo aver fatto ciò, eglideve ancora potersi fermare in una condizione, nellaquale nessuno stimolo dal mondo esteriore sensibilepossa agire sull’anima, ma in cui persino quelle rap-presentazioni immaginative dianzi caratterizzate ven-gano eliminate dalla coscienza. Allora può presentarsinella coscienza soltanto ciò che si è formato per mez-zo della concentrazione. Occorre ormai, che vi sia suf-ficiente forza animica interiore, perchè quanto è statoformato possa veramente essere veduto spiritualmen-te, perchè non sfugga all’attenzione, come succede di-fatti generalmente quando l’energia interiore è debol-mente sviluppata. L’organismo animico-spirituale che

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dapprima si forma e che viene scoperto dall’autoper-cezione è tenue ed evanescente, e le distrazioni delmondo esteriore fisico sono grandi, per quanto ci sipossa sforzare di evitarle. Non si tratta soltanto delledistrazioni che si avvertono, ma piuttosto di quelle chenella vita ordinaria sfuggono alla nostra attenzione. Lanatura dell’uomo appunto ha permesso uno stato ditransizione a questo riguardo, e ciò che l’anima nonpuò effettuare dapprima nella condizione di veglia,per causa delle distrazioni del mondo fisico, le riesceinvece possibile di effettuare durante lo stato di sonno.La persona che si dedica alla concentrazione interioresi accorgerà, purchè vi porga attenzione, di un fattonuovo durante il sonno; sentirà che talora «non dormecompletamente», ma che vi sono degli intervalli, incui la sua anima esplica nondimeno una certa attività.In tali condizioni i processi naturali tengono lontane leinfluenze del mondo esteriore che l’anima non è anco-ra capace per forza propria di scartare durante la ve-glia. Quando però gli esercizi della concentrazione co-minciano ad esercitare il loro effetto, l’anima ci liberadurante il sonno dall’incoscienza, e sente il mondospirituale-animico. Ciò può succedere in due modi,l’uomo può avere durante il sonno la seguente perce-zione: «Io sono ora in un altro mondo»; oppure sve-gliandosi, avere questo ricordo:«Io sono stato in un al-tro mondo». Per il primo caso occorre indubbiamenteun’energia interiore più intensa che per il secondo, ilquale difatti si verifica più spesso fra chi è all’inizio

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dapprima si forma e che viene scoperto dall’autoper-cezione è tenue ed evanescente, e le distrazioni delmondo esteriore fisico sono grandi, per quanto ci sipossa sforzare di evitarle. Non si tratta soltanto delledistrazioni che si avvertono, ma piuttosto di quelle chenella vita ordinaria sfuggono alla nostra attenzione. Lanatura dell’uomo appunto ha permesso uno stato ditransizione a questo riguardo, e ciò che l’anima nonpuò effettuare dapprima nella condizione di veglia,per causa delle distrazioni del mondo fisico, le riesceinvece possibile di effettuare durante lo stato di sonno.La persona che si dedica alla concentrazione interioresi accorgerà, purchè vi porga attenzione, di un fattonuovo durante il sonno; sentirà che talora «non dormecompletamente», ma che vi sono degli intervalli, incui la sua anima esplica nondimeno una certa attività.In tali condizioni i processi naturali tengono lontane leinfluenze del mondo esteriore che l’anima non è anco-ra capace per forza propria di scartare durante la ve-glia. Quando però gli esercizi della concentrazione co-minciano ad esercitare il loro effetto, l’anima ci liberadurante il sonno dall’incoscienza, e sente il mondospirituale-animico. Ciò può succedere in due modi,l’uomo può avere durante il sonno la seguente perce-zione: «Io sono ora in un altro mondo»; oppure sve-gliandosi, avere questo ricordo:«Io sono stato in un al-tro mondo». Per il primo caso occorre indubbiamenteun’energia interiore più intensa che per il secondo, ilquale difatti si verifica più spesso fra chi è all’inizio

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della disciplina occulta. A poco a poco questo senti-mento può arrivare al punto, che dopo il risvegliol’allievo si dica: «Durante tutto il tempo che ho dor-mito, sono stato in un altro mondo, dal quale sonouscito con il risveglio». E il suo ricordo delle entità edei fatti di quest’altro mondo diventa sempre più pre-ciso. In ambo i casi si è verificato a questo punto neldiscepolo ciò che la scienza dello Spirito chiama lacontinuità della coscienza (la continuazione della co-scienza durante il sonno). Non occorre che l’uomoconservi sempre la coscienza durante il sonno; per lacontinuità di essa già molto avrà conseguito se, duran-te il sonno, egli ha dei determinati intervalli in cui, in-vece di dormire come gli altri, è cosciente di un mon-do spirituale animico, o anche se si ricorda dopo de-stato di tali brevi stati di coscienza. Occorre però tenerconto, che quanto viene qui descritto non è da consi-derarsi se non come uno stato di transizione, che èbene attraversare, con l’aiuto della disciplina, ma dalquale non bisogna credere di poter trarre alcuna visio-ne conclusiva del mondo spirituale. L’anima, in questacondizione, non è sicura di sè, e non può fidarsi di ciòche percepisce, ma per mezzo di tali esperienze racco-glie sempre maggior forza per poter poi allontanare dasè durante la veglia le influenze disturbatrici del mon-do esteriore e del mondo interiore, e per arrivare in talmodo all’osservazione spirituale animica. Occorre perquesto che nessuna impressione permanga per mezzodei sensi, che l’intelligenza che è legata al cervello fi-

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della disciplina occulta. A poco a poco questo senti-mento può arrivare al punto, che dopo il risvegliol’allievo si dica: «Durante tutto il tempo che ho dor-mito, sono stato in un altro mondo, dal quale sonouscito con il risveglio». E il suo ricordo delle entità edei fatti di quest’altro mondo diventa sempre più pre-ciso. In ambo i casi si è verificato a questo punto neldiscepolo ciò che la scienza dello Spirito chiama lacontinuità della coscienza (la continuazione della co-scienza durante il sonno). Non occorre che l’uomoconservi sempre la coscienza durante il sonno; per lacontinuità di essa già molto avrà conseguito se, duran-te il sonno, egli ha dei determinati intervalli in cui, in-vece di dormire come gli altri, è cosciente di un mon-do spirituale animico, o anche se si ricorda dopo de-stato di tali brevi stati di coscienza. Occorre però tenerconto, che quanto viene qui descritto non è da consi-derarsi se non come uno stato di transizione, che èbene attraversare, con l’aiuto della disciplina, ma dalquale non bisogna credere di poter trarre alcuna visio-ne conclusiva del mondo spirituale. L’anima, in questacondizione, non è sicura di sè, e non può fidarsi di ciòche percepisce, ma per mezzo di tali esperienze racco-glie sempre maggior forza per poter poi allontanare dasè durante la veglia le influenze disturbatrici del mon-do esteriore e del mondo interiore, e per arrivare in talmodo all’osservazione spirituale animica. Occorre perquesto che nessuna impressione permanga per mezzodei sensi, che l’intelligenza che è legata al cervello fi-

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sico taccia, e che le rappresentazioni della concentra-zione, che hanno servito di preparazione per arrivarealla visione spirituale, siano pure allontanate dalla co-scienza. Tutti gl’insegnamenti che sotto varie formevengono comunicati dalla scienza dello Spirito nondovranno mai derivare da altra sorgente, se non daquella dell’osservazione spirituale animica compiutadurante il completo stato di veglia.

Due esperienze dell’anima, sono importanti durantel’educazione spirituale. La prima è quella in cuil’uomo può dire a sè stesso: «Ormai, quando miastraggo da tutte le impressioni che mi possono perve-nire dal mondo esteriore, vedo nella mia interiorità unessere, in cui non è spenta ogni attività; vedo, anzi, unessere cosciente di sè, in un mondo di cui io non sonulla, finchè mi lascio stimolare soltanto dalle ordina-rie impressioni materiali dell’intelligenza». L’anima inquel momento ha il senso di aver fatto nascere in sèun nuovo essere, il proprio nucleo essenziale. Questonuovo essere ha delle facoltà affatto diverse da quelleche erano prima nell’anima.

La seconda esperienza consiste nel fatto, che il di-scepolo considera ormai il proprio essere passatocome una seconda entità, che gli sta a fianco. Ciò incui fino ad allora si sentiva racchiuso diventa qualcosache gli sta di fronte; egli si sente temporaneamente aldi fuori di quanto di solito aveva considerato come ilproprio essere, e che aveva chiamato il proprio «Io».Ormai è come se vivesse in due «Io», uno dei quali è

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sico taccia, e che le rappresentazioni della concentra-zione, che hanno servito di preparazione per arrivarealla visione spirituale, siano pure allontanate dalla co-scienza. Tutti gl’insegnamenti che sotto varie formevengono comunicati dalla scienza dello Spirito nondovranno mai derivare da altra sorgente, se non daquella dell’osservazione spirituale animica compiutadurante il completo stato di veglia.

Due esperienze dell’anima, sono importanti durantel’educazione spirituale. La prima è quella in cuil’uomo può dire a sè stesso: «Ormai, quando miastraggo da tutte le impressioni che mi possono perve-nire dal mondo esteriore, vedo nella mia interiorità unessere, in cui non è spenta ogni attività; vedo, anzi, unessere cosciente di sè, in un mondo di cui io non sonulla, finchè mi lascio stimolare soltanto dalle ordina-rie impressioni materiali dell’intelligenza». L’anima inquel momento ha il senso di aver fatto nascere in sèun nuovo essere, il proprio nucleo essenziale. Questonuovo essere ha delle facoltà affatto diverse da quelleche erano prima nell’anima.

La seconda esperienza consiste nel fatto, che il di-scepolo considera ormai il proprio essere passatocome una seconda entità, che gli sta a fianco. Ciò incui fino ad allora si sentiva racchiuso diventa qualcosache gli sta di fronte; egli si sente temporaneamente aldi fuori di quanto di solito aveva considerato come ilproprio essere, e che aveva chiamato il proprio «Io».Ormai è come se vivesse in due «Io», uno dei quali è

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quello che fino ad allora ha conosciuto, l’altro si pre-senta come un essere nato allora e superiore al primo;ed egli sente che il primo Io acquista una data indi-pendenza rispetto al secondo, a un dipresso come ilcorpo dell’uomo gode di una certa autonomia rispettoal primo. Questa esperienza è di grande importanza,perchè dimostra all’uomo ciò che significa vivere nelmondo al quale egli si sforza di arrivare per mezzodella disciplina.

Il secondo Io – il nuovo nato – può ormai giungerealla conoscenza del mondo spirituale; in lui può svi-lupparsi ciò che esplica nel mondo spirituale una fun-zione corrispondente a quella degli organi sensori nelmondo fisico-sensibile. Se l’evoluzione dell’uomo èprogredita fino al grado necessario, egli sentirà nonsoltanto sè stesso come un nuovo Io, nato allora, mapercepirà attorno a sè ormai dei fatti spirituali e delleentità spirituali, così come percepisce il mondo fisicoper mezzo dei sensi fisici. È questa una terza espe-rienza importante. Per progredire giustamente su talegradino dell’educazione spirituale il discepolo devetener conto, che, col rafforzamento delle forze animi-che, l’amore di sè stesso e l’egoismo si presentano aun grado d’intensità mai raggiunto nella vita interiorenormale. Sarebbe un errore credere, che si tratti a que-sto punto soltanto di un semplice egoismo; essos’intensifica a questo gradino dell’evoluzione in mododa trasformarsi nell’anima in una vera forza della na-tura, e per poterne trionfare occorre una forte discipli-

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quello che fino ad allora ha conosciuto, l’altro si pre-senta come un essere nato allora e superiore al primo;ed egli sente che il primo Io acquista una data indi-pendenza rispetto al secondo, a un dipresso come ilcorpo dell’uomo gode di una certa autonomia rispettoal primo. Questa esperienza è di grande importanza,perchè dimostra all’uomo ciò che significa vivere nelmondo al quale egli si sforza di arrivare per mezzodella disciplina.

Il secondo Io – il nuovo nato – può ormai giungerealla conoscenza del mondo spirituale; in lui può svi-lupparsi ciò che esplica nel mondo spirituale una fun-zione corrispondente a quella degli organi sensori nelmondo fisico-sensibile. Se l’evoluzione dell’uomo èprogredita fino al grado necessario, egli sentirà nonsoltanto sè stesso come un nuovo Io, nato allora, mapercepirà attorno a sè ormai dei fatti spirituali e delleentità spirituali, così come percepisce il mondo fisicoper mezzo dei sensi fisici. È questa una terza espe-rienza importante. Per progredire giustamente su talegradino dell’educazione spirituale il discepolo devetener conto, che, col rafforzamento delle forze animi-che, l’amore di sè stesso e l’egoismo si presentano aun grado d’intensità mai raggiunto nella vita interiorenormale. Sarebbe un errore credere, che si tratti a que-sto punto soltanto di un semplice egoismo; essos’intensifica a questo gradino dell’evoluzione in mododa trasformarsi nell’anima in una vera forza della na-tura, e per poterne trionfare occorre una forte discipli-

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na della volontà; questa deve progredire di pari passocon l’altra disciplina spirituale. L’uomo sente allorauna forte tendenza a godere del mondo che egli stessosi è creato, ma deve poter annientare nel modo de-scritto ciò che è stata la mèta dei suoi sforzi. Nel mon-do immaginativo a cui è arrivato occorre che l’uomospenga sè stesso, ma i più forti impulsi dell’egoismosi oppongono a questa estinzione.

Potrebbe nascere facilmente il dubbio, che gli eser-cizi della disciplina spirituale siano qualcosa di este-riore e di indipendente dall’evoluzione moraledell’anima. A questo riguardo si deve dire che la forzamorale necessaria per trionfare dell’egoismo non puòessere acquistata se l’atteggiamento morale dell’animanon si è elevato a un grado corrispondente. Non è pos-sibile un progresso nella disciplina spirituale, se nonaccompagnato da un progresso morale. Senza forzamorale non è possibile trionfare dell’egoismo sopradescritto. Chi dice, che la vera disciplina morale non èal contempo un’educazione morale, non afferma ilvero. Soltanto all’uomo che non ha attraversatol’esperienza stessa potrà affacciarsi l’obiezione:«Come possiamo essere sicuri, quando crediamo diavere delle percezioni spirituali, di trovarci di fronte adelle realtà e non a semplici illusioni (visioni, alluci-nazioni e simili)?» – Chi è arrivato al gradino descrit-to, per mezzo di una regolare disciplina, può distin-guere la differenza fra una sua propria rappresentazio-ne e una realtà altrettanto bene, quanto un uomo dota-

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na della volontà; questa deve progredire di pari passocon l’altra disciplina spirituale. L’uomo sente allorauna forte tendenza a godere del mondo che egli stessosi è creato, ma deve poter annientare nel modo de-scritto ciò che è stata la mèta dei suoi sforzi. Nel mon-do immaginativo a cui è arrivato occorre che l’uomospenga sè stesso, ma i più forti impulsi dell’egoismosi oppongono a questa estinzione.

Potrebbe nascere facilmente il dubbio, che gli eser-cizi della disciplina spirituale siano qualcosa di este-riore e di indipendente dall’evoluzione moraledell’anima. A questo riguardo si deve dire che la forzamorale necessaria per trionfare dell’egoismo non puòessere acquistata se l’atteggiamento morale dell’animanon si è elevato a un grado corrispondente. Non è pos-sibile un progresso nella disciplina spirituale, se nonaccompagnato da un progresso morale. Senza forzamorale non è possibile trionfare dell’egoismo sopradescritto. Chi dice, che la vera disciplina morale non èal contempo un’educazione morale, non afferma ilvero. Soltanto all’uomo che non ha attraversatol’esperienza stessa potrà affacciarsi l’obiezione:«Come possiamo essere sicuri, quando crediamo diavere delle percezioni spirituali, di trovarci di fronte adelle realtà e non a semplici illusioni (visioni, alluci-nazioni e simili)?» – Chi è arrivato al gradino descrit-to, per mezzo di una regolare disciplina, può distin-guere la differenza fra una sua propria rappresentazio-ne e una realtà altrettanto bene, quanto un uomo dota-

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to di sano criterio può distinguere la differenza tra larappresentazione di un ferro rovente e la vera presen-za di un tale ferro, che egli tocca con la mano. La sanaesperienza soltanto può determinare la differenza, maniente altro; anche nel mondo spirituale, la vita servedi pietra di saggio. Come si sa che nel mondo dei sen-si la rappresentazione di un ferro, per quanto caldo sipossa immaginare, non brucia le dita, così purel’occultista sa, se il fatto ch’egli sperimenta sta soltan-to nella sua fantasia, o se dei fatti o delle entità realiesercitano effettivamente un’impressione sopra gli or-gani della sua percezione spirituale risvegliatisi permezzo della concentrazione. Le norme da osservaredurante l’educazione spirituale, per non cadere vittimadelle illusioni a questo riguardo, verranno descritte nelseguito di questo libro.

È molto importante che il discepolo abbia consegui-to un atteggiamento ben determinato dell’anima quan-do si desta in lui la coscienza del nuovo Io. Perchèl’uomo, per mezzo del suo Io, è padrone dei suoi sen-timenti, emozioni, rappresentazioni, istinti, desideri epassioni. Le percezioni e le rappresentazioni dell’ani-ma non devono essere abbandonate a loro stesse; de-vono essere regolate dalle leggi del pensiero. Ed è l’Ioche dispone di queste leggi del pensiero e che porta,per mezzo di esse, l’ordine nella vita delle rappresen-tazioni e delle idee. Così pure si può dire dei desideri,degl’istinti, delle tendenze e delle passioni. Le massi-me etiche fondamentali diventano le guide di queste

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to di sano criterio può distinguere la differenza tra larappresentazione di un ferro rovente e la vera presen-za di un tale ferro, che egli tocca con la mano. La sanaesperienza soltanto può determinare la differenza, maniente altro; anche nel mondo spirituale, la vita servedi pietra di saggio. Come si sa che nel mondo dei sen-si la rappresentazione di un ferro, per quanto caldo sipossa immaginare, non brucia le dita, così purel’occultista sa, se il fatto ch’egli sperimenta sta soltan-to nella sua fantasia, o se dei fatti o delle entità realiesercitano effettivamente un’impressione sopra gli or-gani della sua percezione spirituale risvegliatisi permezzo della concentrazione. Le norme da osservaredurante l’educazione spirituale, per non cadere vittimadelle illusioni a questo riguardo, verranno descritte nelseguito di questo libro.

È molto importante che il discepolo abbia consegui-to un atteggiamento ben determinato dell’anima quan-do si desta in lui la coscienza del nuovo Io. Perchèl’uomo, per mezzo del suo Io, è padrone dei suoi sen-timenti, emozioni, rappresentazioni, istinti, desideri epassioni. Le percezioni e le rappresentazioni dell’ani-ma non devono essere abbandonate a loro stesse; de-vono essere regolate dalle leggi del pensiero. Ed è l’Ioche dispone di queste leggi del pensiero e che porta,per mezzo di esse, l’ordine nella vita delle rappresen-tazioni e delle idee. Così pure si può dire dei desideri,degl’istinti, delle tendenze e delle passioni. Le massi-me etiche fondamentali diventano le guide di queste

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forze dell’anima, e per mezzo del criterio morale l’Iodiventa la guida dell’anima in questo campo. Quandoormai l’uomo estrae dal suo Io abituale un Io superio-re, il primo diventa, sotto un certo riguardo, indipen-dente; viene tolta ad esso tanta forza viva quanta nevien applicata all’Io superiore. Supponiamo però chel’uomo non abbia ancora sviluppato in s’e capacità efermezza sufficienti per regolare le leggi del pensieroe la forza del criterio, e voglia nondimeno far nascereil suo Io superiore. Egli non potrà in tal caso lasciareal suo Io normale, se non quelle capacità di pensieroch’egli prima aveva sviluppato. Se la quantità del pen-siero disciplinato è troppo meschina, l’Io normale, or-mai divenuto indipendente, cadrà vittima di pensieri edi giudizi confusi e fantastici. D’altra parte l’Io supe-riore, appena nato, non può essere che debole, perciòl’Io inferiore finirà per dominare, e l’uomo perderàl’equilibrio del suo discernimento, del sano criterio,mentre se avesse sviluppato sufficiente capacità e fer-mezza di pensiero logico, potrebbe abbandonare tran-quillamente l’Io normale alla sua indipendenza. – Sulcampo etico succede lo stesso. Se l’uomo non ha ac-quistato sicurezza nel discernimento morale, se nonriesce a padroneggiare sufficientemente le tendenze,gl’istinti e le passioni, egli renderà indipendente il suoIo abituale quando ancora si trova in condizione, darimanere sopraffatto da quelle forze dell’anima. Po-trebbe allora succedere, che per mezzo della nascitadell’Io superiore, l’uomo diventi peggiore a quello

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forze dell’anima, e per mezzo del criterio morale l’Iodiventa la guida dell’anima in questo campo. Quandoormai l’uomo estrae dal suo Io abituale un Io superio-re, il primo diventa, sotto un certo riguardo, indipen-dente; viene tolta ad esso tanta forza viva quanta nevien applicata all’Io superiore. Supponiamo però chel’uomo non abbia ancora sviluppato in s’e capacità efermezza sufficienti per regolare le leggi del pensieroe la forza del criterio, e voglia nondimeno far nascereil suo Io superiore. Egli non potrà in tal caso lasciareal suo Io normale, se non quelle capacità di pensieroch’egli prima aveva sviluppato. Se la quantità del pen-siero disciplinato è troppo meschina, l’Io normale, or-mai divenuto indipendente, cadrà vittima di pensieri edi giudizi confusi e fantastici. D’altra parte l’Io supe-riore, appena nato, non può essere che debole, perciòl’Io inferiore finirà per dominare, e l’uomo perderàl’equilibrio del suo discernimento, del sano criterio,mentre se avesse sviluppato sufficiente capacità e fer-mezza di pensiero logico, potrebbe abbandonare tran-quillamente l’Io normale alla sua indipendenza. – Sulcampo etico succede lo stesso. Se l’uomo non ha ac-quistato sicurezza nel discernimento morale, se nonriesce a padroneggiare sufficientemente le tendenze,gl’istinti e le passioni, egli renderà indipendente il suoIo abituale quando ancora si trova in condizione, darimanere sopraffatto da quelle forze dell’anima. Po-trebbe allora succedere, che per mezzo della nascitadell’Io superiore, l’uomo diventi peggiore a quello

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che prima non fosse. Se egli avesse aspettato a farlonascere, che l’Io ordinario fosse sufficientemente ela-borato, e avesse sviluppato sicurezza di criterio etico,fermezza di carattere e profondità di coscienza mora-le, egli avrebbe potuto lasciare tutte queste qualità nelprimo Io, prima di generare il secondo, ma se non os-serva questa norma, si espone al rischio di perderel’equilibrio morale. E ciò non deve succedere quandola disciplina è giusta. A questo riguardo occorre tenerconto di due difficoltà. Da un canto, bisogna conside-rare con la maggior serietà possibile il pericolo appun-to descritto; dall’altra, però, ciò non deve assoluta-mente divenire uno spauracchio che ci allontani dalladisciplina.

Chi ha la forte volontà di far tutto ciò che contribui-sce a dare sicurezza interiore al primo Io nell’eserci-zio della sua attività, non si deve spaventare di vedernascere un secondo Io per effetto della disciplina spi-rituale. Egli non deve dimenticare però, che l’autosug-gestione esercita gran potere, quando si tratta perl’uomo di decidere, se ha raggiunto la necessaria «ma-turità». Nella disciplina spirituale qui descritta,l’uomo sviluppa educazione tale del pensiero, che eglinon si trova esposto ai pericoli che altrimenti si po-trebbero temere. Questa educazione del pensiero per-mette all’anima di attraversare tutte le esperienze inte-riori necessarie, senza che essa risenta alcuna scossanociva, mentre senza la corrispondente educazione delpensiero, le esperienze possono provocare molta in-

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che prima non fosse. Se egli avesse aspettato a farlonascere, che l’Io ordinario fosse sufficientemente ela-borato, e avesse sviluppato sicurezza di criterio etico,fermezza di carattere e profondità di coscienza mora-le, egli avrebbe potuto lasciare tutte queste qualità nelprimo Io, prima di generare il secondo, ma se non os-serva questa norma, si espone al rischio di perderel’equilibrio morale. E ciò non deve succedere quandola disciplina è giusta. A questo riguardo occorre tenerconto di due difficoltà. Da un canto, bisogna conside-rare con la maggior serietà possibile il pericolo appun-to descritto; dall’altra, però, ciò non deve assoluta-mente divenire uno spauracchio che ci allontani dalladisciplina.

Chi ha la forte volontà di far tutto ciò che contribui-sce a dare sicurezza interiore al primo Io nell’eserci-zio della sua attività, non si deve spaventare di vedernascere un secondo Io per effetto della disciplina spi-rituale. Egli non deve dimenticare però, che l’autosug-gestione esercita gran potere, quando si tratta perl’uomo di decidere, se ha raggiunto la necessaria «ma-turità». Nella disciplina spirituale qui descritta,l’uomo sviluppa educazione tale del pensiero, che eglinon si trova esposto ai pericoli che altrimenti si po-trebbero temere. Questa educazione del pensiero per-mette all’anima di attraversare tutte le esperienze inte-riori necessarie, senza che essa risenta alcuna scossanociva, mentre senza la corrispondente educazione delpensiero, le esperienze possono provocare molta in-

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certezza nell’anima. Il metodo qui indicato fa sì, chele esperienze sorgano in modo da produrre completa-mente il loro effetto senza provocare nessuna scossanociva. Per mezzo dell’educazione del pensiero,l’uomo diventa piuttosto un osservatore di ciò chesperimenta in sè, mentre senza quell’educazione sitroverebbe completamente immerso nell’esperienza ene sentirebbe tutta la scossa.

Ogni giusta disciplina indica alcune determinatequalità, che devono essere acquistate per mezzodell’esercizio del discepolo in cerca della via dei mon-di spirituali superiori; prima di tutto, la padronanzadell’anima sulla direzione dei propri pensieri, sullavolontà e sui sentimenti.

Il modo con cui questa padronanza deve essere ac-quistata per mezzo dell’esercizio mira a un doppioscopo: da un lato l’anima deve acquistare con quelmezzo tale fermezza, sicurezza ed equilibrio da esserecapace di conservare queste qualità anche dopo la na-scita del secondo Io; dall’altro, il secondo Io deve ve-nir provvisto di forza e di fermezza interiore per ilproprio pellegrinaggio.

È necessario in tutti i campi che il pensierodell’uomo sia conforme ai fatti, sia obiettivo. Nelmondo fisico-sensibile la vita è incaricata di ammae-strare l’Io umano all’obiettività. Se l’anima lasciasseerrare qua e là i suoi pensieri senza scopo, verrebbeben presto corretta dalla vita, a meno di volersi mette-re in conflitto con questa. L’anima deve conformare i

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certezza nell’anima. Il metodo qui indicato fa sì, chele esperienze sorgano in modo da produrre completa-mente il loro effetto senza provocare nessuna scossanociva. Per mezzo dell’educazione del pensiero,l’uomo diventa piuttosto un osservatore di ciò chesperimenta in sè, mentre senza quell’educazione sitroverebbe completamente immerso nell’esperienza ene sentirebbe tutta la scossa.

Ogni giusta disciplina indica alcune determinatequalità, che devono essere acquistate per mezzodell’esercizio del discepolo in cerca della via dei mon-di spirituali superiori; prima di tutto, la padronanzadell’anima sulla direzione dei propri pensieri, sullavolontà e sui sentimenti.

Il modo con cui questa padronanza deve essere ac-quistata per mezzo dell’esercizio mira a un doppioscopo: da un lato l’anima deve acquistare con quelmezzo tale fermezza, sicurezza ed equilibrio da esserecapace di conservare queste qualità anche dopo la na-scita del secondo Io; dall’altro, il secondo Io deve ve-nir provvisto di forza e di fermezza interiore per ilproprio pellegrinaggio.

È necessario in tutti i campi che il pensierodell’uomo sia conforme ai fatti, sia obiettivo. Nelmondo fisico-sensibile la vita è incaricata di ammae-strare l’Io umano all’obiettività. Se l’anima lasciasseerrare qua e là i suoi pensieri senza scopo, verrebbeben presto corretta dalla vita, a meno di volersi mette-re in conflitto con questa. L’anima deve conformare i

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suoi pensieri alla realtà dell’esistenza. Ma quandol’uomo distoglie l’attenzione dal mondo fisico sensi-bile, gli viene a mancare il necessario correttivo, e seallora il suo pensiero non è al caso di correggere sèstesso, si abbandonerà alla confusione. Il pensiero per-ciò dello studioso di occultismo deve esercitarsi inmodo da prefiggersi la propria direzione e il proprioscopo. La saldezza interiore e la capacità di concen-trarsi esclusivamente sopra un oggetto: ecco le qualitàche il pensiero deve tendere ad acquistare. Difatti, pergli esercizi della «meditazione» non si devono cercaresoggetti lontani o complicati, ma facili e familiari. Chiriesce a fissare il suo pensiero durante varii mesi, al-meno per cinque minuti al giorno sopra un oggettoqualsiasi (per esempio, una spilla, una matita, ecc.), ead escludere durante quel tempo ogni altra idea, chenon si riferisca a quell’oggetto, avrà già fatto moltoper raggiungere il suo scopo (si può pensare tutti igiorni a un nuovo oggetto, o pure conservare il mede-simo per varii giorni). Anche colui che sente di essereun «pensatore» non deve disprezzare questo modo direndersi «maturo» per l’educazione occulta; perchè, sel’uomo fissa il pensiero per qualche tempo sopra unoggetto familiare, può essere sicuro di pensare obietti-vamente. Chi chiede a sè stesso: Come è costituita unamatita? Come viene preparato il materiale che costi-tuisce la matita? Come vengono connesse le diversesue parti? Quando è stata inventata la matita? – E cosìdi seguito; chi pensa a quel modo armonizza le pro-

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suoi pensieri alla realtà dell’esistenza. Ma quandol’uomo distoglie l’attenzione dal mondo fisico sensi-bile, gli viene a mancare il necessario correttivo, e seallora il suo pensiero non è al caso di correggere sèstesso, si abbandonerà alla confusione. Il pensiero per-ciò dello studioso di occultismo deve esercitarsi inmodo da prefiggersi la propria direzione e il proprioscopo. La saldezza interiore e la capacità di concen-trarsi esclusivamente sopra un oggetto: ecco le qualitàche il pensiero deve tendere ad acquistare. Difatti, pergli esercizi della «meditazione» non si devono cercaresoggetti lontani o complicati, ma facili e familiari. Chiriesce a fissare il suo pensiero durante varii mesi, al-meno per cinque minuti al giorno sopra un oggettoqualsiasi (per esempio, una spilla, una matita, ecc.), ead escludere durante quel tempo ogni altra idea, chenon si riferisca a quell’oggetto, avrà già fatto moltoper raggiungere il suo scopo (si può pensare tutti igiorni a un nuovo oggetto, o pure conservare il mede-simo per varii giorni). Anche colui che sente di essereun «pensatore» non deve disprezzare questo modo direndersi «maturo» per l’educazione occulta; perchè, sel’uomo fissa il pensiero per qualche tempo sopra unoggetto familiare, può essere sicuro di pensare obietti-vamente. Chi chiede a sè stesso: Come è costituita unamatita? Come viene preparato il materiale che costi-tuisce la matita? Come vengono connesse le diversesue parti? Quando è stata inventata la matita? – E cosìdi seguito; chi pensa a quel modo armonizza le pro-

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prie idee molto più con la realtà, di colui che riflettesopra la discendenza dell’uomo, o su ciò che è la vita.Gli esercizi semplici del pensiero ci preparano moltomeglio a orientarci nelle evoluzioni, di Saturno, delSole e della Luna, che non le idee complicate e erudi-te, perchè non si tratta affatto di pensare questa oquella cosa, ma di pensare obiettivamente per virtù diforza interiore. Se l’uomo si è educato all’accuratezzadel pensiero con lo studio di un processo fisico-sensi-bile facile ad osservare, il suo pensiero si abitua a es-sere obiettivo, anche quando non si sente più domina-to dal mondo fisico-sensibile e dalle sue leggi; egliperde l’abitudine di lasciare errare il suo pensiero.

L’anima deve diventare padrona, non soltanto nelmondo del pensiero, ma anche nel campo della volon-tà. Nel mondo fisico sensibile è pure la vita che si pre-senta come dominatrice, facendo sentire agli uominiquesta o quella necessità, così che la volontà si sentestimolata a soddisfare a tali richieste. Per la disciplinasuperiore l’uomo si deve abituare a ubbidire severa-mente ai proprii ordini, dopo di che sempre meno glisuccederà di desiderare cose inutili. La scontentezza el’instabilità nella vita della volontà provengano daldesiderio di cose, di cui non ci formiamo un chiaroconcetto. Quando l’Io superiore nasce nell’anima talescontento può turbare tutta la vita affettiva. Un buonesercizio è quello d’imporre a sè stesso per varii mesi,a una determinata ora del giorno, l’esecuzione di qual-che speciale atto, e di dire: «Oggi, a questa determina-

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prie idee molto più con la realtà, di colui che riflettesopra la discendenza dell’uomo, o su ciò che è la vita.Gli esercizi semplici del pensiero ci preparano moltomeglio a orientarci nelle evoluzioni, di Saturno, delSole e della Luna, che non le idee complicate e erudi-te, perchè non si tratta affatto di pensare questa oquella cosa, ma di pensare obiettivamente per virtù diforza interiore. Se l’uomo si è educato all’accuratezzadel pensiero con lo studio di un processo fisico-sensi-bile facile ad osservare, il suo pensiero si abitua a es-sere obiettivo, anche quando non si sente più domina-to dal mondo fisico-sensibile e dalle sue leggi; egliperde l’abitudine di lasciare errare il suo pensiero.

L’anima deve diventare padrona, non soltanto nelmondo del pensiero, ma anche nel campo della volon-tà. Nel mondo fisico sensibile è pure la vita che si pre-senta come dominatrice, facendo sentire agli uominiquesta o quella necessità, così che la volontà si sentestimolata a soddisfare a tali richieste. Per la disciplinasuperiore l’uomo si deve abituare a ubbidire severa-mente ai proprii ordini, dopo di che sempre meno glisuccederà di desiderare cose inutili. La scontentezza el’instabilità nella vita della volontà provengano daldesiderio di cose, di cui non ci formiamo un chiaroconcetto. Quando l’Io superiore nasce nell’anima talescontento può turbare tutta la vita affettiva. Un buonesercizio è quello d’imporre a sè stesso per varii mesi,a una determinata ora del giorno, l’esecuzione di qual-che speciale atto, e di dire: «Oggi, a questa determina-

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ta ora, tu dovrai compiere quest’azione». Si arrivacosì gradatamente a imporsi l’ora dell’azione e ilmodo d’attuarla di guisa, che l’esecuzione riesca asso-lutamente possibile. Ci si eleva in tal modo al di sopradella cattiva abitudine di dire: «Desidero questo, o de-sidero quello», senza riflettere affatto alla possibilitàdi effettuare quel desiderio. Un grande uomo fa dire auna veggente: «Amo colui, che aspira all’impossibile»(GOETHE, Faust, II). E il medesimo uomo (Goethe)dice: «Vivere nell’idea significa considerare l’impos-sibile, come se fosse possibile» (GOETHE, Massimein prosa). Tali detti non devono essere consideraticome obiezioni a ciò che è stato qui esposto, perchèalla richiesta di Goethe e della sua veggente (Manto)può dare soddisfazione soltanto l’uomo, il quale primasi sia educato a desiderare ciò che è possibile, e cosìfacendo si sia reso capace di trasformare l’«impossibi-le», mediante una forte volontà, in modo da renderlopossibile.

Nei riguardi del sentimento l’anima del discepolodeve acquistare una determinata calma, per ottenere laquale è necessario che sappia padroneggiare l’espres-sione del piacere e del dispiacere, della gioia e del do-lore. Contro l’acquisto appunto di questa facoltà pos-sono essere sollevate molte obiezioni. Si potrebbe te-mere di diventare insensibili e indifferenti al mondoche ci attornia, «non rallegrandosi della gioia e nonaddolorandosi del dolore». Ma questo non deve succe-dere. Una cosa piacevole deve rallegrare l’anima, e

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ta ora, tu dovrai compiere quest’azione». Si arrivacosì gradatamente a imporsi l’ora dell’azione e ilmodo d’attuarla di guisa, che l’esecuzione riesca asso-lutamente possibile. Ci si eleva in tal modo al di sopradella cattiva abitudine di dire: «Desidero questo, o de-sidero quello», senza riflettere affatto alla possibilitàdi effettuare quel desiderio. Un grande uomo fa dire auna veggente: «Amo colui, che aspira all’impossibile»(GOETHE, Faust, II). E il medesimo uomo (Goethe)dice: «Vivere nell’idea significa considerare l’impos-sibile, come se fosse possibile» (GOETHE, Massimein prosa). Tali detti non devono essere consideraticome obiezioni a ciò che è stato qui esposto, perchèalla richiesta di Goethe e della sua veggente (Manto)può dare soddisfazione soltanto l’uomo, il quale primasi sia educato a desiderare ciò che è possibile, e cosìfacendo si sia reso capace di trasformare l’«impossibi-le», mediante una forte volontà, in modo da renderlopossibile.

Nei riguardi del sentimento l’anima del discepolodeve acquistare una determinata calma, per ottenere laquale è necessario che sappia padroneggiare l’espres-sione del piacere e del dispiacere, della gioia e del do-lore. Contro l’acquisto appunto di questa facoltà pos-sono essere sollevate molte obiezioni. Si potrebbe te-mere di diventare insensibili e indifferenti al mondoche ci attornia, «non rallegrandosi della gioia e nonaddolorandosi del dolore». Ma questo non deve succe-dere. Una cosa piacevole deve rallegrare l’anima, e

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una cosa triste deve riuscirle penosa. L’anima deveperò arrivare a dominare l’espressione della gioia edel dolore, del piacere e del dispiacere. Se tende aquesto, il discepolo si accorgerà ben presto, che inve-ce di diventare indifferente, egli diventerà anzi piùsensibile di quella che prima non fosse, per tutta lagioia e il dolore che lo attornia. Per riuscire ad acqui-stare quelle qualità, occorre però che egli si sorvegliper lungo tempo, e che impari a prendere completa-mente parte alla gioia e al dolore, senza abbandonarvi-si al punto, da dare involontaria espressione ai suoisentimenti. Non bisogna reprimere il legittimo dolore,ma il pianto involontario, non l’orrore di un’azionemalvagia, ma il cieco sfogo della collera; è giusto pre-munirsi da un pericolo, ma bisogna evitare l’inutile«timore» ecc. – Soltanto per mezzo di tale esercizio ildiscepolo dell’occultismo consegne l’intima calma ne-cessaria per evitare che dopo la nascita dell’Io supe-riore l’anima, come una specie di doppio di quell’Iosuperiore, svolga vita malsana a lato di esso. In questocampo appunto non bisogna abbandonarsi a nessunaillusione su sè stesso. Alcuni si possono già credereprovvisti nella vita di un determinato equilibrio, e ri-tengono perciò superflui quegli esercizi; sono invecequelle persone appunto, che ne hanno maggiormentebisogno. Esse possono veramente rimanere completa-mente calme di fronte agli eventi della vita ordinaria;ma quando ascendono nel mondo superiore ritornacon maggior forza a manifestarsi la mancanza di equi-

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una cosa triste deve riuscirle penosa. L’anima deveperò arrivare a dominare l’espressione della gioia edel dolore, del piacere e del dispiacere. Se tende aquesto, il discepolo si accorgerà ben presto, che inve-ce di diventare indifferente, egli diventerà anzi piùsensibile di quella che prima non fosse, per tutta lagioia e il dolore che lo attornia. Per riuscire ad acqui-stare quelle qualità, occorre però che egli si sorvegliper lungo tempo, e che impari a prendere completa-mente parte alla gioia e al dolore, senza abbandonarvi-si al punto, da dare involontaria espressione ai suoisentimenti. Non bisogna reprimere il legittimo dolore,ma il pianto involontario, non l’orrore di un’azionemalvagia, ma il cieco sfogo della collera; è giusto pre-munirsi da un pericolo, ma bisogna evitare l’inutile«timore» ecc. – Soltanto per mezzo di tale esercizio ildiscepolo dell’occultismo consegne l’intima calma ne-cessaria per evitare che dopo la nascita dell’Io supe-riore l’anima, come una specie di doppio di quell’Iosuperiore, svolga vita malsana a lato di esso. In questocampo appunto non bisogna abbandonarsi a nessunaillusione su sè stesso. Alcuni si possono già credereprovvisti nella vita di un determinato equilibrio, e ri-tengono perciò superflui quegli esercizi; sono invecequelle persone appunto, che ne hanno maggiormentebisogno. Esse possono veramente rimanere completa-mente calme di fronte agli eventi della vita ordinaria;ma quando ascendono nel mondo superiore ritornacon maggior forza a manifestarsi la mancanza di equi-

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librio, che era stata in loro soltanto repressa. Occorreassolutamente convincersi, che per la disciplina occul-ta non si tratta di ciò che ci sembra già di possedere,ma piuttosto importa esercitare regolarmente le quali-tà che ci occorrono. Per quanto queste parole possanosembrare contradittorie, nondimeno sono giuste. Lavita può averci insegnato molte cose, ma per l’educa-zione spirituale occorrono le qualità che da noi stessici siamo acquistate. Se la vita vi ha reso irascibile, do-vete spogliarvi di questa irascibilità; ma se la vita viha insegnato l’indifferenza dovete scuotervi, per mez-zo dell’autoeducazione, in modo che l’espressionedell’anima corrisponda all’impressione ricevuta.L’uomo, che non è capace di ridere di niente, dominaaltrettanto poco il proprio riso quanto colui, il quale siabbandona continuamente al riso senza dominarsi.

Per educare il pensiero e il sentimento vi è un altromezzo, e cioè l’acquisto della facoltà che si chiamapositività. In una bella leggenda vien raccontato, cheil Cristo Gesù, passeggiando con alcune persone, tro-vò sulla strada il cadavere di un cane. Mentre gli altridistolsero lo sguardo da quella brutta vista, il Cristoinvece parlò con ammirazione dei bei denti dell’ani-male. Possiamo esercitarci appunto a svilupparenell’anima nostra un atteggiamento, rispetto al mon-do, conforme a quello indicato dalla leggenda. L’erro-re, il male, il brutto non devono mai impedire l’animadal riconoscere il vero, il buono e il bello ovunque sitrovi. Non bisogna confondere questa positività con la

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librio, che era stata in loro soltanto repressa. Occorreassolutamente convincersi, che per la disciplina occul-ta non si tratta di ciò che ci sembra già di possedere,ma piuttosto importa esercitare regolarmente le quali-tà che ci occorrono. Per quanto queste parole possanosembrare contradittorie, nondimeno sono giuste. Lavita può averci insegnato molte cose, ma per l’educa-zione spirituale occorrono le qualità che da noi stessici siamo acquistate. Se la vita vi ha reso irascibile, do-vete spogliarvi di questa irascibilità; ma se la vita viha insegnato l’indifferenza dovete scuotervi, per mez-zo dell’autoeducazione, in modo che l’espressionedell’anima corrisponda all’impressione ricevuta.L’uomo, che non è capace di ridere di niente, dominaaltrettanto poco il proprio riso quanto colui, il quale siabbandona continuamente al riso senza dominarsi.

Per educare il pensiero e il sentimento vi è un altromezzo, e cioè l’acquisto della facoltà che si chiamapositività. In una bella leggenda vien raccontato, cheil Cristo Gesù, passeggiando con alcune persone, tro-vò sulla strada il cadavere di un cane. Mentre gli altridistolsero lo sguardo da quella brutta vista, il Cristoinvece parlò con ammirazione dei bei denti dell’ani-male. Possiamo esercitarci appunto a svilupparenell’anima nostra un atteggiamento, rispetto al mon-do, conforme a quello indicato dalla leggenda. L’erro-re, il male, il brutto non devono mai impedire l’animadal riconoscere il vero, il buono e il bello ovunque sitrovi. Non bisogna confondere questa positività con la

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mancanza di critica, con la volontà di chiudere gli oc-chi al male, al falso e al mediocre. Chi ammira i «beidenti» di un cadavere vede anche il corpo in decom-posizione; ma questo non gli impedisce di vedere i beidenti. Non è possibile ritenere che il male sia bene oche l’errore sia verità, ma il male non deve impedircidi vedere il bene, nè di scoprire la verità attraversol’errore.

Il pensiero, unito alla volontà, acquista una certamaturità, purchè l’uomo non permetta alle esperienzeantiche di togliergli la ricettività per accogliere spre-giudicatamente quelle nuove. Il discepolo dell’occulti-smo non deve dar valore al pensiero «Questo non l’homai sentito, questo non lo credo»; ma deve anzi dedi-carsi per un determinato tempo a imparare qualcosa dinuovo da ogni cosa e da ogni essere. Ogni soffiod’aria, ogni foglia d’albero, ogni balbettio infantile cipuò insegnare qualcosa, purchè si osservi da un puntodi vista nuovo. Certamente è facile esagerare a tale ri-guardo, e a una determinata età non bisogna trascuraredi tener conto delle esperienze attraversate. Ciò che sisperimenta attualmente deve essere giudicato alla stre-gua delle esperienze raccolte nel passato; queste devo-no pesare sopra un piatto della bilancia, mentresull’altro il discepolo deve porre la sua tendenza a rac-cogliere sempre nuove esperienze, convinto sopratuttodella possibilità, che le esperienze nuove possano es-sere in completa contraddizione con le antiche.

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mancanza di critica, con la volontà di chiudere gli oc-chi al male, al falso e al mediocre. Chi ammira i «beidenti» di un cadavere vede anche il corpo in decom-posizione; ma questo non gli impedisce di vedere i beidenti. Non è possibile ritenere che il male sia bene oche l’errore sia verità, ma il male non deve impedircidi vedere il bene, nè di scoprire la verità attraversol’errore.

Il pensiero, unito alla volontà, acquista una certamaturità, purchè l’uomo non permetta alle esperienzeantiche di togliergli la ricettività per accogliere spre-giudicatamente quelle nuove. Il discepolo dell’occulti-smo non deve dar valore al pensiero «Questo non l’homai sentito, questo non lo credo»; ma deve anzi dedi-carsi per un determinato tempo a imparare qualcosa dinuovo da ogni cosa e da ogni essere. Ogni soffiod’aria, ogni foglia d’albero, ogni balbettio infantile cipuò insegnare qualcosa, purchè si osservi da un puntodi vista nuovo. Certamente è facile esagerare a tale ri-guardo, e a una determinata età non bisogna trascuraredi tener conto delle esperienze attraversate. Ciò che sisperimenta attualmente deve essere giudicato alla stre-gua delle esperienze raccolte nel passato; queste devo-no pesare sopra un piatto della bilancia, mentresull’altro il discepolo deve porre la sua tendenza a rac-cogliere sempre nuove esperienze, convinto sopratuttodella possibilità, che le esperienze nuove possano es-sere in completa contraddizione con le antiche.

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Abbiamo così enumerato le cinque qualità dell’ani-ma, che il discepolo dell’occultismo deve acquistare amezzo di una regolare disciplina: la padronanza delpensiero, il dominio sugl’impulsi volitivi, l’impertur-babilità di fronte al piacere e al dispiacere, la positivi-tà nel giudicare del mondo, la spregiudicatezza nellaconcezione della vita. Il discepolo, dopo di essersi de-dicato di seguito per qualche tempo all’esercizio diqueste qualità, dovrà anche armonizzarle nella propriaanima; occorrerà perciò che egli le eserciti simulta-neamente, per gruppi di due o di tre alla volta, perconseguire l’armonia desiderata.

Gli esercizi descritti sono indicati come metodi dal-la disciplina occulta perchè, se vengono eseguiti co-scienziosamente, producono non soltanto i risultai im-mediati sopra descritti, ma indirettamente creano an-che delle forze utili al discepolo per il suo camminoverso i mondi spirituali. Chi pratica a sufficienza que-sti esercizi, si accorgerà di molte mancanze ed errorinella sua vita animica, ma troverà appunto da sè anchei mezzi adatti per dare forza e sicurezza al suo intellet-to, al suo carattere e ai suoi sentimenti; avrà certamen-te bisogno di molti altri esercizi, a seconda delle suecapacità, del suo temperamento e del suo carattere;questi però si presenteranno da per loro, se i primivengono praticati esaurientemente. Anzi, il discepolopotrà osservare che gli esercizi citati dànno indiretta-mente a poco a poco anche dei risultati, a tutta primanon previsti. Per esempio, qualcuno che difetta di fi-

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Abbiamo così enumerato le cinque qualità dell’ani-ma, che il discepolo dell’occultismo deve acquistare amezzo di una regolare disciplina: la padronanza delpensiero, il dominio sugl’impulsi volitivi, l’impertur-babilità di fronte al piacere e al dispiacere, la positivi-tà nel giudicare del mondo, la spregiudicatezza nellaconcezione della vita. Il discepolo, dopo di essersi de-dicato di seguito per qualche tempo all’esercizio diqueste qualità, dovrà anche armonizzarle nella propriaanima; occorrerà perciò che egli le eserciti simulta-neamente, per gruppi di due o di tre alla volta, perconseguire l’armonia desiderata.

Gli esercizi descritti sono indicati come metodi dal-la disciplina occulta perchè, se vengono eseguiti co-scienziosamente, producono non soltanto i risultai im-mediati sopra descritti, ma indirettamente creano an-che delle forze utili al discepolo per il suo camminoverso i mondi spirituali. Chi pratica a sufficienza que-sti esercizi, si accorgerà di molte mancanze ed errorinella sua vita animica, ma troverà appunto da sè anchei mezzi adatti per dare forza e sicurezza al suo intellet-to, al suo carattere e ai suoi sentimenti; avrà certamen-te bisogno di molti altri esercizi, a seconda delle suecapacità, del suo temperamento e del suo carattere;questi però si presenteranno da per loro, se i primivengono praticati esaurientemente. Anzi, il discepolopotrà osservare che gli esercizi citati dànno indiretta-mente a poco a poco anche dei risultati, a tutta primanon previsti. Per esempio, qualcuno che difetta di fi-

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ducia in sè medesimo, potrà osservare dopo qualchetempo, che per mezzo degli esercizi cresce in lui que-sta qualità; così pure succede per altre qualità dell’ani-ma. Nel mio libro: «Come si consegue la conoscenzadei mondi spirituali», si trovano dettagli più precisiper esercizi speciali. È importante che il discepolo siadoperi sempre a intensificare le qualità anzidette.Egli deve dominare i pensieri e i sentimenti a tal se-gno, che l’anima acquisti il potere di procurarsi deimomenti di completa calma interiore, in cui l’uomoallontana dal proprio spirito e dal proprio cuore tuttociò che la vita esteriore giornaliera gli reca di piaceree di dispiacere, di soddisfazioni e di preoccupazioni,di compiti e di necessità. Durante questo periodo devepenetrare nell’anima soltanto ciò che essa vuole am-mettere nella sua concentrazione. È facile sorgaun’obiezione al riguardo. Si potrebbe credere che ilfatto di ritrarsi dalla vita ogni giorno per qualche tem-po col cuore e lo spirito renda l’uomo estraneo allavita e ai suoi doveri. Ma non è assolutamente così.Chi si abbandona, nel modo descritto, a dei periodi dicalma e di serenità interiore sentirà a mezzo di essicrescere in sè forze così potenti, da adempiere ancheai doveri della vita esteriore molto meglio di quelloche prima non facesse. – È di grande importanza chel’uomo si liberi completamente durante tali periodi daipensieri delle sue vicende personali e si elevi a ciò cheriguarda non soltanto sè stesso, ma l’umanità in gene-rale. Se egli è capace di riempire la sua anima

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ducia in sè medesimo, potrà osservare dopo qualchetempo, che per mezzo degli esercizi cresce in lui que-sta qualità; così pure succede per altre qualità dell’ani-ma. Nel mio libro: «Come si consegue la conoscenzadei mondi spirituali», si trovano dettagli più precisiper esercizi speciali. È importante che il discepolo siadoperi sempre a intensificare le qualità anzidette.Egli deve dominare i pensieri e i sentimenti a tal se-gno, che l’anima acquisti il potere di procurarsi deimomenti di completa calma interiore, in cui l’uomoallontana dal proprio spirito e dal proprio cuore tuttociò che la vita esteriore giornaliera gli reca di piaceree di dispiacere, di soddisfazioni e di preoccupazioni,di compiti e di necessità. Durante questo periodo devepenetrare nell’anima soltanto ciò che essa vuole am-mettere nella sua concentrazione. È facile sorgaun’obiezione al riguardo. Si potrebbe credere che ilfatto di ritrarsi dalla vita ogni giorno per qualche tem-po col cuore e lo spirito renda l’uomo estraneo allavita e ai suoi doveri. Ma non è assolutamente così.Chi si abbandona, nel modo descritto, a dei periodi dicalma e di serenità interiore sentirà a mezzo di essicrescere in sè forze così potenti, da adempiere ancheai doveri della vita esteriore molto meglio di quelloche prima non facesse. – È di grande importanza chel’uomo si liberi completamente durante tali periodi daipensieri delle sue vicende personali e si elevi a ciò cheriguarda non soltanto sè stesso, ma l’umanità in gene-rale. Se egli è capace di riempire la sua anima

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degl’insegnamenti che concernono i mondi spiritualisuperiori, e d’interessarsi a quelli come s’interessa auna cura o vicenda sua personale, la sua anima potràraccogliere utilissimi frutti. – Chi si sforza in tal mododi portare l’ordine nella vita della propria anima arri-verà anche alla possibilità di un’auto-osservazione chegli permetterà di considerare le proprie vicende con lamedesima serenità con cui considera quelle di unestraneo. Poter contemplare le proprie esperienze, leproprie gioie e i proprii dolori come fossero quelli diun’altra persona, è una buona preparazione per l’edu-cazione occulta. È utile a tale riguardo, per conseguiregradatamente la necessaria calma, di rievocare men-talmente ogni giorno, dopo compiuto il proprio lavo-ro, le immagini delle esperienze della giornata; inmezzo a queste l’uomo deve vedere anche sè stesso,deve contemplarsi dall’esteriore nella propria vitagiornaliera. Per conseguire una certa pratica in taleauto-osservazione, è utile dapprima rappresentarsi sol-tanto singole frazioni della vita della propria giornata.Gradatamente poi l’uomo acquista maggiore abilitàper tale retrospezione, di guisa che dopo averla eserci-tata per qualche tempo riuscirà a compierla completa-mente e con rapidità. Sempre più «l’ideale» del disce-polo dell’occultismo sarà quello di avere un atteggia-mento di fronte agli eventi della vita che gli permettadi accoglierli con sicurezza e calma interiore e di nongiudicarli in ordine alla disposizione della propriaanima, ma in ordine al loro intimo significato e al loro

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degl’insegnamenti che concernono i mondi spiritualisuperiori, e d’interessarsi a quelli come s’interessa auna cura o vicenda sua personale, la sua anima potràraccogliere utilissimi frutti. – Chi si sforza in tal mododi portare l’ordine nella vita della propria anima arri-verà anche alla possibilità di un’auto-osservazione chegli permetterà di considerare le proprie vicende con lamedesima serenità con cui considera quelle di unestraneo. Poter contemplare le proprie esperienze, leproprie gioie e i proprii dolori come fossero quelli diun’altra persona, è una buona preparazione per l’edu-cazione occulta. È utile a tale riguardo, per conseguiregradatamente la necessaria calma, di rievocare men-talmente ogni giorno, dopo compiuto il proprio lavo-ro, le immagini delle esperienze della giornata; inmezzo a queste l’uomo deve vedere anche sè stesso,deve contemplarsi dall’esteriore nella propria vitagiornaliera. Per conseguire una certa pratica in taleauto-osservazione, è utile dapprima rappresentarsi sol-tanto singole frazioni della vita della propria giornata.Gradatamente poi l’uomo acquista maggiore abilitàper tale retrospezione, di guisa che dopo averla eserci-tata per qualche tempo riuscirà a compierla completa-mente e con rapidità. Sempre più «l’ideale» del disce-polo dell’occultismo sarà quello di avere un atteggia-mento di fronte agli eventi della vita che gli permettadi accoglierli con sicurezza e calma interiore e di nongiudicarli in ordine alla disposizione della propriaanima, ma in ordine al loro intimo significato e al loro

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intimo valore. Lo studioso, che si prefigge questoideale, si crea in tal modo una base sicura per l’anima,che gli permetterà di dedicarsi alla concentrazione giàdescritta sopra pensieri simbolici e altri sentimenti.

Le condizioni appunto descritte sono necessarie,perchè l’esperienza supersensibile è edificata sul ter-reno che serve di base alla vita abituale dell’animaprima della sua penetrazione nel mondo supersensibi-le. Ogni sperimentare supersensibile dipende in dupli-ce modo dal punto di partenza dell’anima prima diquella penetrazione. Chi trascura di formarsi findall’inizio una forza sana di criterio, che serva di basealla sua educazione occulta, svilupperà facoltà di per-cezione supersensibili inesatte e difettose e i suoi or-gani spirituali di percezione si svilupperanno in modonon giusto. E come un occhio difettoso e malato nonpuò veder bene nel mondo sensibile, così pure non sipotrà percepire correttamente con organi spirituali,che non sieno formati sulla base di una sana capacitadi criterio. – Se al punto di partenza l’atteggiamentodell’anima del discepolo è immorale, egli si eleva neimondi superiori con una visione spirituale ottusa, an-nebbiata, e si trova di fronte a quei mondi come unuomo, che in stato di stordimento volesse osservare ilmondo sensibile. Mentre però questo certamente nonarriverebbe a nessuna osservazione importante, invecel’osservatore spirituale, anche quando si trova in unostato di confusione, è tuttavia più desto di qualsiasiuomo nella coscienza normale, e trarrà perciò dalle

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intimo valore. Lo studioso, che si prefigge questoideale, si crea in tal modo una base sicura per l’anima,che gli permetterà di dedicarsi alla concentrazione giàdescritta sopra pensieri simbolici e altri sentimenti.

Le condizioni appunto descritte sono necessarie,perchè l’esperienza supersensibile è edificata sul ter-reno che serve di base alla vita abituale dell’animaprima della sua penetrazione nel mondo supersensibi-le. Ogni sperimentare supersensibile dipende in dupli-ce modo dal punto di partenza dell’anima prima diquella penetrazione. Chi trascura di formarsi findall’inizio una forza sana di criterio, che serva di basealla sua educazione occulta, svilupperà facoltà di per-cezione supersensibili inesatte e difettose e i suoi or-gani spirituali di percezione si svilupperanno in modonon giusto. E come un occhio difettoso e malato nonpuò veder bene nel mondo sensibile, così pure non sipotrà percepire correttamente con organi spirituali,che non sieno formati sulla base di una sana capacitadi criterio. – Se al punto di partenza l’atteggiamentodell’anima del discepolo è immorale, egli si eleva neimondi superiori con una visione spirituale ottusa, an-nebbiata, e si trova di fronte a quei mondi come unuomo, che in stato di stordimento volesse osservare ilmondo sensibile. Mentre però questo certamente nonarriverebbe a nessuna osservazione importante, invecel’osservatore spirituale, anche quando si trova in unostato di confusione, è tuttavia più desto di qualsiasiuomo nella coscienza normale, e trarrà perciò dalle

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sue osservazioni dei risultati errati nei riguardi delmondo spirituale.

* * *

Il valore interiore del gradino immaginativo dellaconoscenza viene assicurato, quando in appoggio del-le concentrazioni (meditazioni) animiche appunto de-scritte, il discepolo coltiva l’abitudine di ciò che sipuò chiamare il «pensiero libero dai sensi». Allorchèl’uomo si forma un’idea basata su quanto è stato os-servato nel mondo fisico-sensibile, questa idea non èlibera dalla influenza dei sensi. Ma non è detto chel’uomo possa formarsi soltanto idee di quel genere, nèche il pensiero umano diventi vuoto e insignificantequando non è riempito dalle osservazioni dei sensi.Per il discepolo dell’occultismo la via più sicura perconseguire tale pensiero libero dai sensi potrebbe es-sere quella, di assimilare gl’insegnamenti della scien-za dello Spirito riguardo ai fatti del mondo superiore eformare di essi il contenuto del proprio pensiero. Que-sti fatti non possono essere osservati per mezzo deisensi fisici; nondimeno il discepolo si accorgerà che lipuò comprendere, purchè eserciti sufficiente pazienzae perseveranza. Il mondo spirituale non può essere danoi investigato senza un’adeguata preparazione; maanche senza la disciplina superiore possiamo arrivarea comprendere tutto ciò che ci viene riferito dagli oc-cultisti. Se qualcuno ritenesse di non poter accettare

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sue osservazioni dei risultati errati nei riguardi delmondo spirituale.

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Il valore interiore del gradino immaginativo dellaconoscenza viene assicurato, quando in appoggio del-le concentrazioni (meditazioni) animiche appunto de-scritte, il discepolo coltiva l’abitudine di ciò che sipuò chiamare il «pensiero libero dai sensi». Allorchèl’uomo si forma un’idea basata su quanto è stato os-servato nel mondo fisico-sensibile, questa idea non èlibera dalla influenza dei sensi. Ma non è detto chel’uomo possa formarsi soltanto idee di quel genere, nèche il pensiero umano diventi vuoto e insignificantequando non è riempito dalle osservazioni dei sensi.Per il discepolo dell’occultismo la via più sicura perconseguire tale pensiero libero dai sensi potrebbe es-sere quella, di assimilare gl’insegnamenti della scien-za dello Spirito riguardo ai fatti del mondo superiore eformare di essi il contenuto del proprio pensiero. Que-sti fatti non possono essere osservati per mezzo deisensi fisici; nondimeno il discepolo si accorgerà che lipuò comprendere, purchè eserciti sufficiente pazienzae perseveranza. Il mondo spirituale non può essere danoi investigato senza un’adeguata preparazione; maanche senza la disciplina superiore possiamo arrivarea comprendere tutto ciò che ci viene riferito dagli oc-cultisti. Se qualcuno ritenesse di non poter accettare

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con convinzione ciò che viene riferito dagl’investiga-tori, perchè direttamente non è in grado di verificarequelle notizie, egli cadrebbe in errore, essendo assolu-tamente possibile, per mezzo della semplice riflessio-ne, di acquistare l’assoluta convinzione della verità diquelle comunicazioni. E se qualcuno non riesce con lariflessione a formarsi tale convinzione ciò non provie-ne affatto dall’impossibilità di «credere» a qualcosache non si vede, ma unicamente dal fatto, che la suariflessione difetta tuttora di imparzialità, di larghezzae di profondità. Per chiarire questo punto bisogna ri-flettere, che il pensiero umano, quando si stimola inte-riormente con energia, arriva ad abbracciare un campomolto più vasto di quello che di solito gli viene asse-gnato, poichè il pensiero contiene un’essenza interio-re, la quale è in rapporto con il mondo supersensibile.L’anima di solito non è cosciente di questo rapporto,perchè è abituata a educare il suo pensiero soltantoper il mondo dei sensi, e giudica perciò incomprensi-bili le comunicazioni tratte dal mondo supersensibile;ma queste sono comprensibili, non soltanto per il pen-siero educato alla disciplina occulta, ma anche perogni pensiero, che sia cosciente di tutta la propria for-za e desideroso di servirsene. Assimilando continua-mente in tal modo gl’insegnamenti dell’investigazioneocculta ci si abitua a pensieri che non sono tratti dallepercezioni dei sensi; s’impara a riconoscere chenell’intimità dell’anima un pensiero vien contessutodall’altro, un pensiero si associa all’altro, anche quan-

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con convinzione ciò che viene riferito dagl’investiga-tori, perchè direttamente non è in grado di verificarequelle notizie, egli cadrebbe in errore, essendo assolu-tamente possibile, per mezzo della semplice riflessio-ne, di acquistare l’assoluta convinzione della verità diquelle comunicazioni. E se qualcuno non riesce con lariflessione a formarsi tale convinzione ciò non provie-ne affatto dall’impossibilità di «credere» a qualcosache non si vede, ma unicamente dal fatto, che la suariflessione difetta tuttora di imparzialità, di larghezzae di profondità. Per chiarire questo punto bisogna ri-flettere, che il pensiero umano, quando si stimola inte-riormente con energia, arriva ad abbracciare un campomolto più vasto di quello che di solito gli viene asse-gnato, poichè il pensiero contiene un’essenza interio-re, la quale è in rapporto con il mondo supersensibile.L’anima di solito non è cosciente di questo rapporto,perchè è abituata a educare il suo pensiero soltantoper il mondo dei sensi, e giudica perciò incomprensi-bili le comunicazioni tratte dal mondo supersensibile;ma queste sono comprensibili, non soltanto per il pen-siero educato alla disciplina occulta, ma anche perogni pensiero, che sia cosciente di tutta la propria for-za e desideroso di servirsene. Assimilando continua-mente in tal modo gl’insegnamenti dell’investigazioneocculta ci si abitua a pensieri che non sono tratti dallepercezioni dei sensi; s’impara a riconoscere chenell’intimità dell’anima un pensiero vien contessutodall’altro, un pensiero si associa all’altro, anche quan-

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do il loro nesso non è determinato dalla forzadell’osservazione sensoria. L’essenziale è il fatto diaccorgersi, che il mondo del pensiero ha una vita inte-riore, e che mentre si pensa ci si trova nel campo diuna forza supersensibile vivente. L’uomo dice a sèstesso: «Vi è in me come un organismo formato dipensiero; io sono però tutt’uno con esso». Abbando-nandosi al pensiero libero dai sensi si diventa coscien-ti di un’essenza che fluisce nella nostra vita interiore,così come le proprietà delle cose sensibili che noi os-serviamo con i sensi fluiscono in noi attraverso i no-stri organi fisici. L’osservatore del mondo fisico dice:«Là fuori, nello spazio, vi è una rosa; essa non mi èestranea, perchè mi si rivela per mezzo del suo coloree del suo profumo». Orbene, quando agisce nell’uomoil pensiero libero dai sensi, basta ch’egli sia spregiudi-cato per poter dire ugualmente a sè stesso: «Qualcosadi essenziale si rivela a me, ricollega in me un pensie-ro all’altro e costituisce in tal modo un organismo for-mato di pensiero». Le due attività però destano senti-menti diversi; vi è una differenza fra ciò che si palesaall’osservatore del mondo sensibile esteriore, il qualevede la rosa, e ciò che essenzialmente si rivelaall’uomo nel pensiero libero dai sensi. Il primo osser-vatore si sente di fronte alla rosa, si sente al di fuori diessa, mentre colui che si abbandona al pensiero liberodai sensi ne sente l’essenza che gli si rivela come den-tro di sè, si sente tutt’uno con essa. L’uomo, il qualepiù o meno incoscientemente dà valore essenziale sol-

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do il loro nesso non è determinato dalla forzadell’osservazione sensoria. L’essenziale è il fatto diaccorgersi, che il mondo del pensiero ha una vita inte-riore, e che mentre si pensa ci si trova nel campo diuna forza supersensibile vivente. L’uomo dice a sèstesso: «Vi è in me come un organismo formato dipensiero; io sono però tutt’uno con esso». Abbando-nandosi al pensiero libero dai sensi si diventa coscien-ti di un’essenza che fluisce nella nostra vita interiore,così come le proprietà delle cose sensibili che noi os-serviamo con i sensi fluiscono in noi attraverso i no-stri organi fisici. L’osservatore del mondo fisico dice:«Là fuori, nello spazio, vi è una rosa; essa non mi èestranea, perchè mi si rivela per mezzo del suo coloree del suo profumo». Orbene, quando agisce nell’uomoil pensiero libero dai sensi, basta ch’egli sia spregiudi-cato per poter dire ugualmente a sè stesso: «Qualcosadi essenziale si rivela a me, ricollega in me un pensie-ro all’altro e costituisce in tal modo un organismo for-mato di pensiero». Le due attività però destano senti-menti diversi; vi è una differenza fra ciò che si palesaall’osservatore del mondo sensibile esteriore, il qualevede la rosa, e ciò che essenzialmente si rivelaall’uomo nel pensiero libero dai sensi. Il primo osser-vatore si sente di fronte alla rosa, si sente al di fuori diessa, mentre colui che si abbandona al pensiero liberodai sensi ne sente l’essenza che gli si rivela come den-tro di sè, si sente tutt’uno con essa. L’uomo, il qualepiù o meno incoscientemente dà valore essenziale sol-

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tanto a ciò che gli sta di fronte come oggetto esteriore,non potrà certamente avere il senso che una cosa diper sè essenziale possa rivelarsi a lui anche per il fattoch’egli si senta tutt’uno con essa. Per discernere la ve-rità a questo riguardo occorre potere avere la seguenteesperienza interiore. Bisogna imparare a distinguerefra le associazioni di idee volontariamente create equelle sperimentate in noi, quando la nostra volontà èmessa a tacere. Nell’ultimo caso si può dire: «Io ri-mango completamente tranquillo, non provoco nessu-na concatenazione di idee, mi abbandono a ciò che«pensa in me». Allora si può dire con ragione: «Agi-sce in me un alcunchè di essenziale»; come pure si hadiritto di dire: «Ricevo un’impressione dalla rosa,quando vedo un determinato colore, o percepisco undeterminato profumo». Non vi è nessuna contradizio-ne nel fatto di avere attinto il contenuto dei propriipensieri dagl’insegnamenti dell’investigatore spiritua-le. I pensieri già esistono quando ci abbandoniamo adessi; ma non si potrebbero pensare se non si creasseroogni volta a nuovo nell’anima. Si tratta appunto diquesto: che l’investigatore occultista desti nel suo udi-tore o lettore dei pensieri, che questo deve attingereanzitutto in sè stesso, mentre colui il quale descrivedelle realtà sensibili indica qualcosa che può essereosservato dall’uditore o dal lettore nel mondo sensibi-le.

(La via che conduce al pensiero libero dai sensi permezzo delle comunicazioni della scienza dello Spirito

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tanto a ciò che gli sta di fronte come oggetto esteriore,non potrà certamente avere il senso che una cosa diper sè essenziale possa rivelarsi a lui anche per il fattoch’egli si senta tutt’uno con essa. Per discernere la ve-rità a questo riguardo occorre potere avere la seguenteesperienza interiore. Bisogna imparare a distinguerefra le associazioni di idee volontariamente create equelle sperimentate in noi, quando la nostra volontà èmessa a tacere. Nell’ultimo caso si può dire: «Io ri-mango completamente tranquillo, non provoco nessu-na concatenazione di idee, mi abbandono a ciò che«pensa in me». Allora si può dire con ragione: «Agi-sce in me un alcunchè di essenziale»; come pure si hadiritto di dire: «Ricevo un’impressione dalla rosa,quando vedo un determinato colore, o percepisco undeterminato profumo». Non vi è nessuna contradizio-ne nel fatto di avere attinto il contenuto dei propriipensieri dagl’insegnamenti dell’investigatore spiritua-le. I pensieri già esistono quando ci abbandoniamo adessi; ma non si potrebbero pensare se non si creasseroogni volta a nuovo nell’anima. Si tratta appunto diquesto: che l’investigatore occultista desti nel suo udi-tore o lettore dei pensieri, che questo deve attingereanzitutto in sè stesso, mentre colui il quale descrivedelle realtà sensibili indica qualcosa che può essereosservato dall’uditore o dal lettore nel mondo sensibi-le.

(La via che conduce al pensiero libero dai sensi permezzo delle comunicazioni della scienza dello Spirito

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è completamente sicura. Ve ne è un’altra anche più si-cura, e specialmente più esatta, sebbene sia per moltiuomini più difficile e sta descritta nei miei libri: «Lateoria della conoscenza nella concezione goethianadel mondo» e la «Filosofia della libertà». Questi libriespongono i risultati a cui il pensiero umano può arri-vare, quando invece di abbandonarsi alle impressionidel mondo esteriore fisico-sensibile, esso si concentrasoltanto in sè stesso. Soltanto il pensiero puro, comeun’entità di per sè vivente, esplica allora la sua attivitànell’uomo. I libri sopra citati non hanno tratto nientedalle comunicazioni della scienza dello Spirito; nondi-meno in essi viene dimostrato, che il pensiero puroconcentrato in sè stesso può arrivare a spiegazioni delmondo, della vita e dell’uomo. Quei due libri rappre-sentano un gradino intermedio molto importante fra laconoscenza del mondo sensibile e quella del mondospirituale, e offrono ciò che il pensiero può conseguirequando si eleva al di sopra dell’osservazione sensibi-le, sebbene ancora eviti l’accesso all’investigazionedei mondi superiori. L’uomo che impregna completa-mente la propria anima con le idee esposte in quei li-bri già si trova nel mondo spirituale, sebbene questogli si palesi come un mondo del pensiero. Chi si sentecapace di attraversare questo gradino intermedio se-gue una via più sicura, più pura, e può acquistarsi intal modo dei sentimenti riguardo al mondo superioreche gli arrecheranno bellissimi frutti per l’intiero av-venire).

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è completamente sicura. Ve ne è un’altra anche più si-cura, e specialmente più esatta, sebbene sia per moltiuomini più difficile e sta descritta nei miei libri: «Lateoria della conoscenza nella concezione goethianadel mondo» e la «Filosofia della libertà». Questi libriespongono i risultati a cui il pensiero umano può arri-vare, quando invece di abbandonarsi alle impressionidel mondo esteriore fisico-sensibile, esso si concentrasoltanto in sè stesso. Soltanto il pensiero puro, comeun’entità di per sè vivente, esplica allora la sua attivitànell’uomo. I libri sopra citati non hanno tratto nientedalle comunicazioni della scienza dello Spirito; nondi-meno in essi viene dimostrato, che il pensiero puroconcentrato in sè stesso può arrivare a spiegazioni delmondo, della vita e dell’uomo. Quei due libri rappre-sentano un gradino intermedio molto importante fra laconoscenza del mondo sensibile e quella del mondospirituale, e offrono ciò che il pensiero può conseguirequando si eleva al di sopra dell’osservazione sensibi-le, sebbene ancora eviti l’accesso all’investigazionedei mondi superiori. L’uomo che impregna completa-mente la propria anima con le idee esposte in quei li-bri già si trova nel mondo spirituale, sebbene questogli si palesi come un mondo del pensiero. Chi si sentecapace di attraversare questo gradino intermedio se-gue una via più sicura, più pura, e può acquistarsi intal modo dei sentimenti riguardo al mondo superioreche gli arrecheranno bellissimi frutti per l’intiero av-venire).

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Lo scopo della concentrazione (meditazione) sullerappresentazioni e i sentimenti simbolici sopra de-scritti è precisamente la formazione degli organi dellapercezione superiore nel corpo astrale dell’uomo. Essivengono anzitutto creati dalla sostanza di questo cor-po astrale. Questi organi di percezione rivelano unnuovo mondo, nel quale l’uomo impara a conoscere sèstesso come un nuovo Io; essi si differenziano daquelli del mondo fisico sensibile già, per il fatto, chesono organi attivi. Mentre gli occhi e gli orecchi sonopassivi e subiscono la luce e il suono, si può invecedire, che gli organi di percezione spirituale-animicisono continuamente attivi mentre percepiscono, e chein certo qual modo essi abbracciano gli oggetti e i fattiche gli si palesano. Da questo nasce il senso che la co-noscenza spirituale animica è un’unione con i fatti cheessa percepisce, è «un vivere in essi». I singoli organispirituali animici che si formano dalla sostanza delcorpo astrale possono essere paragonati a dei «fiori diloto» data la forma che assumono per la coscienzachiaroveggente (ben inteso, bisogna rendersi chiara-mente conto, che tale denominazione corrisponde al-trettanto poco agli organi stessi quanto il termine«ali», quando è applicato ai polmoni. Degli specialimodi di concentrazione interiore esercitano un’azionesul corpo astrale in guisa, da determinare la formazio-ne di questo o di quell’organo spirituale animico, di

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Lo scopo della concentrazione (meditazione) sullerappresentazioni e i sentimenti simbolici sopra de-scritti è precisamente la formazione degli organi dellapercezione superiore nel corpo astrale dell’uomo. Essivengono anzitutto creati dalla sostanza di questo cor-po astrale. Questi organi di percezione rivelano unnuovo mondo, nel quale l’uomo impara a conoscere sèstesso come un nuovo Io; essi si differenziano daquelli del mondo fisico sensibile già, per il fatto, chesono organi attivi. Mentre gli occhi e gli orecchi sonopassivi e subiscono la luce e il suono, si può invecedire, che gli organi di percezione spirituale-animicisono continuamente attivi mentre percepiscono, e chein certo qual modo essi abbracciano gli oggetti e i fattiche gli si palesano. Da questo nasce il senso che la co-noscenza spirituale animica è un’unione con i fatti cheessa percepisce, è «un vivere in essi». I singoli organispirituali animici che si formano dalla sostanza delcorpo astrale possono essere paragonati a dei «fiori diloto» data la forma che assumono per la coscienzachiaroveggente (ben inteso, bisogna rendersi chiara-mente conto, che tale denominazione corrisponde al-trettanto poco agli organi stessi quanto il termine«ali», quando è applicato ai polmoni. Degli specialimodi di concentrazione interiore esercitano un’azionesul corpo astrale in guisa, da determinare la formazio-ne di questo o di quell’organo spirituale animico, di

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questo o di quel «fiore di loto». Ogni giusta medita-zione che tende allo sviluppo della conoscenza imma-ginativa produce un effetto sopra uno di quegli organi(nel libro «Come si consegue la conoscenza dei mondisuperiori» sono indicati alcuni metodi di meditazionee degli esercizi che agiscono sopra i diversi organi).Una giusta disciplina regola i singoli esercizi per il di-scepolo occultista in modo, che essi si susseguanodando modo agli organi di potersi formare singolar-mente o consecutivamente. Per riuscire in questo in-tento occorre che il discepolo sia fornito di molta pa-zienza e perseveranza, poichè non gli basterà soloquel tanto di pazienza che si acquista nelle condizioniordinarie della vita. Occorre molto, anzi moltissimotempo, prima che gli organi siano capaci di servire aldiscepolo per percepire nei mondi superiori; in quelmomento si produce nel discepolo ciò che si chiamal’Illuminazione, mentre la Preparazione o Purificazio-ne è invece costituita dagli esercizi per la formazionedegli organi (il termine di «purificazione» vien impie-gato, perchè per mezzo dei relativi esercizi il discepo-lo purifica un determinato campo della sua vita inte-riore da tutto ciò che deriva dall’osservazione delmondo sensibile). Succede talvolta, che primadell’effettiva Illuminazione, l’uomo riceva ripetuta-mente degli sprazzi di luce dal mondo superiore; deveraccoglierli con riconoscenza, poichè questi già lorendono testimonio del mondo spirituale. Egli nondeve però vacillare, se durante il suo periodo di prepa-

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questo o di quel «fiore di loto». Ogni giusta medita-zione che tende allo sviluppo della conoscenza imma-ginativa produce un effetto sopra uno di quegli organi(nel libro «Come si consegue la conoscenza dei mondisuperiori» sono indicati alcuni metodi di meditazionee degli esercizi che agiscono sopra i diversi organi).Una giusta disciplina regola i singoli esercizi per il di-scepolo occultista in modo, che essi si susseguanodando modo agli organi di potersi formare singolar-mente o consecutivamente. Per riuscire in questo in-tento occorre che il discepolo sia fornito di molta pa-zienza e perseveranza, poichè non gli basterà soloquel tanto di pazienza che si acquista nelle condizioniordinarie della vita. Occorre molto, anzi moltissimotempo, prima che gli organi siano capaci di servire aldiscepolo per percepire nei mondi superiori; in quelmomento si produce nel discepolo ciò che si chiamal’Illuminazione, mentre la Preparazione o Purificazio-ne è invece costituita dagli esercizi per la formazionedegli organi (il termine di «purificazione» vien impie-gato, perchè per mezzo dei relativi esercizi il discepo-lo purifica un determinato campo della sua vita inte-riore da tutto ciò che deriva dall’osservazione delmondo sensibile). Succede talvolta, che primadell’effettiva Illuminazione, l’uomo riceva ripetuta-mente degli sprazzi di luce dal mondo superiore; deveraccoglierli con riconoscenza, poichè questi già lorendono testimonio del mondo spirituale. Egli nondeve però vacillare, se durante il suo periodo di prepa-

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razione, per quanto lungo questo gli possa sembrare,questi sprazzi non gli venissero concessi. Del restol’uomo che s’impazienta, perchè «ancora non vedenulla», non ha acquistato il giusto atteggiamento versoil mondo superiore, atteggiamento che ha soltanto co-lui, il quale considera gli esercizi e la disciplina comefine a sè stessi. Questi esercizi sono realmente un’ela-borazione della sostanza spirituale animica, cioè delcorpo astrale dell’uomo, il quale può «sentire» anchequando «non vede niente», che sta elaborando la so-stanza spirituale animica. Quando però ha l’idea pre-concetta di ciò che effettivamente vuol «vedere», eglinon sperimenta quel sentimento. In tal caso egli nondarà valore a ciò che invece è di straordinaria impor-tanza. Bisognerebbe osservare con minuta cura tuttociò che si sperimenta durante gli esercizi; quelle espe-rienze sono radicalmente diverse da quelle del mondosensibile. Il discepolo noterà allora che il corpo astralesul quale egli lavora non è una sostanza neutra, mache vive in esso un mondo affatto diverso, che non siconosce per mezzo della vita dei sensi. Delle entitàsuperiori agiscono sul corpo astrale, così come il mon-do esteriore fisico-sensibile agisce sul corpo fisico. El’uomo si trova di fronte alla vita superiore nel propriocorpo astrale, purchè si voglia aprire ad essa. Quandoqualcuno ripete sempre a sè stesso: «Io non vedo nien-te», succede di solito, che egli si è immaginato a prioril’aspetto di ciò che deve percepire, e siccome non

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razione, per quanto lungo questo gli possa sembrare,questi sprazzi non gli venissero concessi. Del restol’uomo che s’impazienta, perchè «ancora non vedenulla», non ha acquistato il giusto atteggiamento versoil mondo superiore, atteggiamento che ha soltanto co-lui, il quale considera gli esercizi e la disciplina comefine a sè stessi. Questi esercizi sono realmente un’ela-borazione della sostanza spirituale animica, cioè delcorpo astrale dell’uomo, il quale può «sentire» anchequando «non vede niente», che sta elaborando la so-stanza spirituale animica. Quando però ha l’idea pre-concetta di ciò che effettivamente vuol «vedere», eglinon sperimenta quel sentimento. In tal caso egli nondarà valore a ciò che invece è di straordinaria impor-tanza. Bisognerebbe osservare con minuta cura tuttociò che si sperimenta durante gli esercizi; quelle espe-rienze sono radicalmente diverse da quelle del mondosensibile. Il discepolo noterà allora che il corpo astralesul quale egli lavora non è una sostanza neutra, mache vive in esso un mondo affatto diverso, che non siconosce per mezzo della vita dei sensi. Delle entitàsuperiori agiscono sul corpo astrale, così come il mon-do esteriore fisico-sensibile agisce sul corpo fisico. El’uomo si trova di fronte alla vita superiore nel propriocorpo astrale, purchè si voglia aprire ad essa. Quandoqualcuno ripete sempre a sè stesso: «Io non vedo nien-te», succede di solito, che egli si è immaginato a prioril’aspetto di ciò che deve percepire, e siccome non

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vede quello che si è immaginato di dover vedere, eglidice: «Non vedo nulla».

L’uomo però, che pratica la disciplina con un giustoatteggiamento, amerà sempre più quegli esercizi perciò che gli arrecano; essi acquistano per lui tale im-portanza come funzione vitale che egli non vi può piùrinunziare. Egli sa pure che per mezzo di tali eserciziagisce in un mondo spirituale-animico e aspetta conpazienza e rassegnazione il risultato dei suoi sforzi.Questo atteggiamento può affacciarsi alla coscienzadel discepolo con le seguenti parole; «Io voglio faretutti gli esercizi che mi vengono assegnati, e so che altempo giusto mi verrà dato ciò che a me importa; nonchiedo questo con impazienza, mi preparo però ad ac-coglierlo». D’altra parte si può obiettare: «Lo studiosodi occultismo deve dunque procedere a tastoni nelbuio forse per lunghissimo tempo; difatti come puòegli sapere di essere sulla via giusta, se prima non ot-tiene un risultato?». Ma non è vero che dal solo risul-tato si arrivi a conoscere la bontà della disciplina.Quando il discepolo ha un atteggiamento giusto difronte alla disciplina, la soddisfazione recatagli dagliesercizi stessi gli dimostra, prima di qualsiasi risulta-to, che sta sulla buona via. L’esercizio giusto della di-sciplina spirituale arreca una soddisfazione che non èsemplice gioia, ma conoscenza; la conoscenza cioè,che ci permette di dire: «Sto facendo qualcosa che mifa certamente progredire nella direzione giusta». Lostudioso di occultismo può procurarsi questa cono-

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vede quello che si è immaginato di dover vedere, eglidice: «Non vedo nulla».

L’uomo però, che pratica la disciplina con un giustoatteggiamento, amerà sempre più quegli esercizi perciò che gli arrecano; essi acquistano per lui tale im-portanza come funzione vitale che egli non vi può piùrinunziare. Egli sa pure che per mezzo di tali eserciziagisce in un mondo spirituale-animico e aspetta conpazienza e rassegnazione il risultato dei suoi sforzi.Questo atteggiamento può affacciarsi alla coscienzadel discepolo con le seguenti parole; «Io voglio faretutti gli esercizi che mi vengono assegnati, e so che altempo giusto mi verrà dato ciò che a me importa; nonchiedo questo con impazienza, mi preparo però ad ac-coglierlo». D’altra parte si può obiettare: «Lo studiosodi occultismo deve dunque procedere a tastoni nelbuio forse per lunghissimo tempo; difatti come puòegli sapere di essere sulla via giusta, se prima non ot-tiene un risultato?». Ma non è vero che dal solo risul-tato si arrivi a conoscere la bontà della disciplina.Quando il discepolo ha un atteggiamento giusto difronte alla disciplina, la soddisfazione recatagli dagliesercizi stessi gli dimostra, prima di qualsiasi risulta-to, che sta sulla buona via. L’esercizio giusto della di-sciplina spirituale arreca una soddisfazione che non èsemplice gioia, ma conoscenza; la conoscenza cioè,che ci permette di dire: «Sto facendo qualcosa che mifa certamente progredire nella direzione giusta». Lostudioso di occultismo può procurarsi questa cono-

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scenza in qualsiasi momento, purchè osservi con curale proprie esperienze, altrimenti egli passerà davantiad esse come un viandante assorto nei proprii pensieri,il quale non vede gli alberi che fiancheggiano la stra-da, sebbene li vedrebbe certamente, purchè dirigesseverso quelli lo sguardo con attenzione. – Non è affattodesiderabile affrettare la comparsa di risultati diversida quelli che devono accompagnare naturalmente ilcorso degli esercizi, perchè potrebbe darsi facilmenteche quei risultati prematuri non fossero che una mini-ma parte di ciò che effettivamente dovrebbe presentar-si. Nell’evoluzione occulta un successo parziale èspesso causa di un lungo ritardo nel risultato comple-to. L’incontro con le forme della vita spirituale checorrispondono al risultato parziale rende l’uomo in-sensibile agl’influssi delle forze che conducono a gra-dini superiori dell’evoluzione, e il successo consegui-to per il fatto di avere finalmente «guardato» nel mon-do spirituale, non è che apparente; perchè questomodo di guardarvi non conduce alla verità, ma soltan-to a immagini illusorie.

* * *

Gli organi spirituali animici, ossia i fiori di loto, siformano in modo, che allo sguardo del chiaroveggenteappaiono situati, nell’uomo che segue una disciplinaocculta, nella vicinanza di determinati organi fisici delcorpo. Di questi organi animici citerò il cosiddetto fio-

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scenza in qualsiasi momento, purchè osservi con curale proprie esperienze, altrimenti egli passerà davantiad esse come un viandante assorto nei proprii pensieri,il quale non vede gli alberi che fiancheggiano la stra-da, sebbene li vedrebbe certamente, purchè dirigesseverso quelli lo sguardo con attenzione. – Non è affattodesiderabile affrettare la comparsa di risultati diversida quelli che devono accompagnare naturalmente ilcorso degli esercizi, perchè potrebbe darsi facilmenteche quei risultati prematuri non fossero che una mini-ma parte di ciò che effettivamente dovrebbe presentar-si. Nell’evoluzione occulta un successo parziale èspesso causa di un lungo ritardo nel risultato comple-to. L’incontro con le forme della vita spirituale checorrispondono al risultato parziale rende l’uomo in-sensibile agl’influssi delle forze che conducono a gra-dini superiori dell’evoluzione, e il successo consegui-to per il fatto di avere finalmente «guardato» nel mon-do spirituale, non è che apparente; perchè questomodo di guardarvi non conduce alla verità, ma soltan-to a immagini illusorie.

* * *

Gli organi spirituali animici, ossia i fiori di loto, siformano in modo, che allo sguardo del chiaroveggenteappaiono situati, nell’uomo che segue una disciplinaocculta, nella vicinanza di determinati organi fisici delcorpo. Di questi organi animici citerò il cosiddetto fio-

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re di loto a due petali, situato a un dipresso al centrofra le due sopracciglia; il fiore di loto a sedici petali,nella vicinanza della laringe: il terzo, il fiore di loto adodici petali, nelle vicinanze del cuore; il quarto nellaregione epigastrica. Altri organi simili si palesano nel-la vicinanza di altre parti del corpo fisico (i nomi di«fiori di loto a due o a sedici petali» vengono adope-rati, perchè i relativi organi si possono paragonare adei fiori con quel numero di petali).

I fiori di loto si vanno formando dal corpo astrale, edal momento in cui l’uomo ha sviluppato uno di que-sti fiori, egli sa di possederlo, e sente di potersene ser-vire per penetrare veramente in un mondo superiore.Le impressioni che riceve da tale mondo somiglianosotto molti riguardi ancora a quelle del mondo fisico-sensibile. Chi ha la conoscenza immaginativa potràparlare del nuovo mondo superiore indicando le im-pressioni che ne riceve, come impressioni di calore odi freddo, come percezioni di suono o di parole, comeeffetti di luce o di colore, perchè come tali egli le per-cepisce. Il discepolo è però cosciente che queste per-cezioni esprimono qualcosa di diverso nel mondo im-maginativo di quello che esprimono nella realtà fisica.Egli riconosce che dietro di esse non vi sono cause fi-sico-materiali, ma animico-spirituali. Quando riceveun’impressione di calore, egli non l’attribuisce, peresempio, a un pezzo di ferro rovente, ma la consideracome emanazione di un processo animico da lui finoallora sperimentato soltanto nella vita interiore animi-

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re di loto a due petali, situato a un dipresso al centrofra le due sopracciglia; il fiore di loto a sedici petali,nella vicinanza della laringe: il terzo, il fiore di loto adodici petali, nelle vicinanze del cuore; il quarto nellaregione epigastrica. Altri organi simili si palesano nel-la vicinanza di altre parti del corpo fisico (i nomi di«fiori di loto a due o a sedici petali» vengono adope-rati, perchè i relativi organi si possono paragonare adei fiori con quel numero di petali).

I fiori di loto si vanno formando dal corpo astrale, edal momento in cui l’uomo ha sviluppato uno di que-sti fiori, egli sa di possederlo, e sente di potersene ser-vire per penetrare veramente in un mondo superiore.Le impressioni che riceve da tale mondo somiglianosotto molti riguardi ancora a quelle del mondo fisico-sensibile. Chi ha la conoscenza immaginativa potràparlare del nuovo mondo superiore indicando le im-pressioni che ne riceve, come impressioni di calore odi freddo, come percezioni di suono o di parole, comeeffetti di luce o di colore, perchè come tali egli le per-cepisce. Il discepolo è però cosciente che queste per-cezioni esprimono qualcosa di diverso nel mondo im-maginativo di quello che esprimono nella realtà fisica.Egli riconosce che dietro di esse non vi sono cause fi-sico-materiali, ma animico-spirituali. Quando riceveun’impressione di calore, egli non l’attribuisce, peresempio, a un pezzo di ferro rovente, ma la consideracome emanazione di un processo animico da lui finoallora sperimentato soltanto nella vita interiore animi-

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ca; sa che dietro alle percezioni immaginative vi sonocose e processi animici e spirituali, così come dietro lepercezioni fisiche vi sono esseri e fatti fisico-materia-li. In questa somiglianza fra il mondo immaginativo equello fisico occorre notare però un’importante diffe-renza. Esiste qualcosa nel mondo fisico che in quelloimmaginativo si presenta in modo affatto diverso. Nelprimo si osserva un continuo nascere e appassire dellecose, un alternarsi di nascita e di morte; nel mondoimmaginativo, invece di questo fenomeno, si nota unacontinua trasformazione di una cosa nell’altra. Nelmondo fisico, per esempio, si vede appassire unapianta; nel mondo immaginativo, a misura che la pian-ta appassisce, si manifesta un’altra forma, che non èfisicamente visibile, e in cui la pianta che appassiscegradatamente si trasmuta. Quando la pianta è sparita,questa nuova formazione trovasi in sua vece piena-mente sviluppata. La nascita e la morte sono rappre-sentazioni che perdono il loro significato nel mondoimmaginativo dove subentra il concetto della trasfor-mazione di una cosa nell’altra. – Per virtù di tale fattodiventano accessibili alla conoscenza immaginativaquelle verità sull’entità dell’uomo, che sono state co-municate in questo libro nel capitolo «Costituzionedell’Uomo» (pag. 32). Per la percezione fisico-sensi-bile soltanto i processi del corpo fisico sono visibili:essi si svolgono nella «sfera della nascita e della mor-te»; gli altri arti della natura umana, il corpo vitale, ilcorpo senziente e l’Io sono soggetti alla legge della

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ca; sa che dietro alle percezioni immaginative vi sonocose e processi animici e spirituali, così come dietro lepercezioni fisiche vi sono esseri e fatti fisico-materia-li. In questa somiglianza fra il mondo immaginativo equello fisico occorre notare però un’importante diffe-renza. Esiste qualcosa nel mondo fisico che in quelloimmaginativo si presenta in modo affatto diverso. Nelprimo si osserva un continuo nascere e appassire dellecose, un alternarsi di nascita e di morte; nel mondoimmaginativo, invece di questo fenomeno, si nota unacontinua trasformazione di una cosa nell’altra. Nelmondo fisico, per esempio, si vede appassire unapianta; nel mondo immaginativo, a misura che la pian-ta appassisce, si manifesta un’altra forma, che non èfisicamente visibile, e in cui la pianta che appassiscegradatamente si trasmuta. Quando la pianta è sparita,questa nuova formazione trovasi in sua vece piena-mente sviluppata. La nascita e la morte sono rappre-sentazioni che perdono il loro significato nel mondoimmaginativo dove subentra il concetto della trasfor-mazione di una cosa nell’altra. – Per virtù di tale fattodiventano accessibili alla conoscenza immaginativaquelle verità sull’entità dell’uomo, che sono state co-municate in questo libro nel capitolo «Costituzionedell’Uomo» (pag. 32). Per la percezione fisico-sensi-bile soltanto i processi del corpo fisico sono visibili:essi si svolgono nella «sfera della nascita e della mor-te»; gli altri arti della natura umana, il corpo vitale, ilcorpo senziente e l’Io sono soggetti alla legge della

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trasformazione e diventano visibili alla coscienza im-maginativa. L’uomo progredito fino a questa cono-scenza vede liberarsi, in certo qual modo, dal corpo fi-sico gli elementi che con la morte continuano ulterior-mente a vivere in un altro genere di esistenza.

L’evoluzione non si ferma però nel mondo immagi-nativo; l’uomo, se vi si volesse fermare, percepirebbeveramente le entità in via di trasformazione, ma nonpotrebbe interpretare i processi di trasformazione, nonpotrebbe orientarsi nel nuovo mondo in cui è penetra-to. Il mondo immaginativo è una regione irrequieta; inesso, ovunque, non è che movimento, trasformazione;non vi sono punti di sosta. L’uomo arriva a delle soste,sol quando abbia trasceso il gradino della conoscenzaimmaginativa, e si sia evoluto a quello chiamato dallascienza dello Spirito il gradino della «conoscenza permezzo dell’Ispirazione». – Non è necessario, per coluiil quale cerca la conoscenza del mondo supersensibile,di evolversi in guisa da acquistare prima completa-mente la conoscenza immaginativa, per poter poi ele-varsi all’«ispirazione». I suoi esercizi possono esserediretti in modo, da sviluppare contemporaneamente lapreparazione che conduce all’Immaginazione e quellache conduce all’Ispirazione. Il discepolo allora, dopoun determinato tempo, penetrerà in un mondo superio-re, in cui potrà non soltanto percepire, ma nel qualesarà anche capace di orientarsi, perchè lo saprà inter-pretare. Il progresso, indubbiamente, si svolge di soli-to in modo, che il discepolo comincia a percepire dap-

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trasformazione e diventano visibili alla coscienza im-maginativa. L’uomo progredito fino a questa cono-scenza vede liberarsi, in certo qual modo, dal corpo fi-sico gli elementi che con la morte continuano ulterior-mente a vivere in un altro genere di esistenza.

L’evoluzione non si ferma però nel mondo immagi-nativo; l’uomo, se vi si volesse fermare, percepirebbeveramente le entità in via di trasformazione, ma nonpotrebbe interpretare i processi di trasformazione, nonpotrebbe orientarsi nel nuovo mondo in cui è penetra-to. Il mondo immaginativo è una regione irrequieta; inesso, ovunque, non è che movimento, trasformazione;non vi sono punti di sosta. L’uomo arriva a delle soste,sol quando abbia trasceso il gradino della conoscenzaimmaginativa, e si sia evoluto a quello chiamato dallascienza dello Spirito il gradino della «conoscenza permezzo dell’Ispirazione». – Non è necessario, per coluiil quale cerca la conoscenza del mondo supersensibile,di evolversi in guisa da acquistare prima completa-mente la conoscenza immaginativa, per poter poi ele-varsi all’«ispirazione». I suoi esercizi possono esserediretti in modo, da sviluppare contemporaneamente lapreparazione che conduce all’Immaginazione e quellache conduce all’Ispirazione. Il discepolo allora, dopoun determinato tempo, penetrerà in un mondo superio-re, in cui potrà non soltanto percepire, ma nel qualesarà anche capace di orientarsi, perchè lo saprà inter-pretare. Il progresso, indubbiamente, si svolge di soli-to in modo, che il discepolo comincia a percepire dap-

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prima alcuni fenomeni del mondo immaginativo edopo qualche tempo sente, che comincia anche adorientarvisi. – Nondimeno il mondo dell’Ispirazione èaffatto diverso da quello della semplice Immaginazio-ne. Per mezzo di quest’ultima si percepisce la trasfor-mazione di un processo nell’altro, mentre per mezzodell’Ispirazione s’imparano a conoscere le proprietàinteriori degli esseri stessi che si trasformano; permezzo dell’Immaginazione si conosce la manifesta-zione animica degli esseri; per mezzo dell’Ispirazionesi penetra nell’interiorità spirituale di essi. Si ricono-sce anzitutto una molteplicità di esseri spirituali e dirapporti fra quegli esseri. Anche nel mondo fisico ab-biamo a che fare con una molteplicità di esseri diffe-renti; nel mondo dell’Ispirazione però questa molte-plicità è di carattere diverso. In esso ogni essere si tro-va in rapporti ben determinati con gli altri esseri, maquesti rapporti non sono dovuti come nel mondo fisi-co all’esercizio di una reciproca influenza esteriore,ma dipendono dall’intima natura degli esseri stessi.Quando si percepisce un’entità nel mondo dell’Ispira-zione, non la si vede esercitare sulle altre entità nessu-na influenza esteriore che sia paragonabile a un di-presso all’azione di un essere fisico sull’altro; esistenondimeno un rapporto fra quelle entità per causa del-la loro costituzione interiore. Questo rapporto si po-trebbe paragonare a quello in cui i diversi suoni o let-tere che compongono una parola si trovano nel mondofisico. Per esempio, con la parola «uomo» l’impres-

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prima alcuni fenomeni del mondo immaginativo edopo qualche tempo sente, che comincia anche adorientarvisi. – Nondimeno il mondo dell’Ispirazione èaffatto diverso da quello della semplice Immaginazio-ne. Per mezzo di quest’ultima si percepisce la trasfor-mazione di un processo nell’altro, mentre per mezzodell’Ispirazione s’imparano a conoscere le proprietàinteriori degli esseri stessi che si trasformano; permezzo dell’Immaginazione si conosce la manifesta-zione animica degli esseri; per mezzo dell’Ispirazionesi penetra nell’interiorità spirituale di essi. Si ricono-sce anzitutto una molteplicità di esseri spirituali e dirapporti fra quegli esseri. Anche nel mondo fisico ab-biamo a che fare con una molteplicità di esseri diffe-renti; nel mondo dell’Ispirazione però questa molte-plicità è di carattere diverso. In esso ogni essere si tro-va in rapporti ben determinati con gli altri esseri, maquesti rapporti non sono dovuti come nel mondo fisi-co all’esercizio di una reciproca influenza esteriore,ma dipendono dall’intima natura degli esseri stessi.Quando si percepisce un’entità nel mondo dell’Ispira-zione, non la si vede esercitare sulle altre entità nessu-na influenza esteriore che sia paragonabile a un di-presso all’azione di un essere fisico sull’altro; esistenondimeno un rapporto fra quelle entità per causa del-la loro costituzione interiore. Questo rapporto si po-trebbe paragonare a quello in cui i diversi suoni o let-tere che compongono una parola si trovano nel mondofisico. Per esempio, con la parola «uomo» l’impres-

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sione che si riceve, è dovuta alla concordanza del suo-ni: u-o-m-o. Nessuna spinta o influenza esteriore vie-ne esercitata, per esempio dall’o sull’m, ma i due suo-ni cooperano in un assieme per virtù della propria loronatura interiore. L’osservazione perciò nel mondodell’Ispirazione si può paragonare soltanto a una let-tura; e gli esseri in quel mondo fanno l’impressionesull’osservatore, come fossero segni di una scritturache egli deve imparare a conoscere e di cui i rapportigli si devono rivelare come per scrittura supersensibi-le. La scienza dello Spirito, perciò, chiama la cono-scenza per mezzo dell’Ispirazione anche «la letturadella scrittura occulta».

Come questa «scrittura occulta» possa essere letta,e come il contenuto di essa possa essere comunicatoagli altri, già è stato spiegato nei precedenti capitoli diquesto libro. È stato prima descritto l’essere umano, ecome esso sia costituito da arti diversi; è stato poi di-mostrato, come l’essere cosmico, sul quale l’uomo sievolve, attraversi le varie condizioni: saturnia, solare,lunare e terrestre. Le percezioni per mezzo delle qualisi possono riconoscere, da un canto gli arti dell’uomo,e dall’altro le successive condizioni della Terra e lesue precedenti trasformazioni, si rivelano alla cono-scenza immaginativa. Occorreva però ormai ricono-scere quali rapporti vi sono fra lo stato saturnio e ilcorpo umano, lo stato solare e il corpo eterico, ecc.;doveva essere dimostrato, che il germe del corpo fisi-co umano già si è costituito durante lo stato saturnio;

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sione che si riceve, è dovuta alla concordanza del suo-ni: u-o-m-o. Nessuna spinta o influenza esteriore vie-ne esercitata, per esempio dall’o sull’m, ma i due suo-ni cooperano in un assieme per virtù della propria loronatura interiore. L’osservazione perciò nel mondodell’Ispirazione si può paragonare soltanto a una let-tura; e gli esseri in quel mondo fanno l’impressionesull’osservatore, come fossero segni di una scritturache egli deve imparare a conoscere e di cui i rapportigli si devono rivelare come per scrittura supersensibi-le. La scienza dello Spirito, perciò, chiama la cono-scenza per mezzo dell’Ispirazione anche «la letturadella scrittura occulta».

Come questa «scrittura occulta» possa essere letta,e come il contenuto di essa possa essere comunicatoagli altri, già è stato spiegato nei precedenti capitoli diquesto libro. È stato prima descritto l’essere umano, ecome esso sia costituito da arti diversi; è stato poi di-mostrato, come l’essere cosmico, sul quale l’uomo sievolve, attraversi le varie condizioni: saturnia, solare,lunare e terrestre. Le percezioni per mezzo delle qualisi possono riconoscere, da un canto gli arti dell’uomo,e dall’altro le successive condizioni della Terra e lesue precedenti trasformazioni, si rivelano alla cono-scenza immaginativa. Occorreva però ormai ricono-scere quali rapporti vi sono fra lo stato saturnio e ilcorpo umano, lo stato solare e il corpo eterico, ecc.;doveva essere dimostrato, che il germe del corpo fisi-co umano già si è costituito durante lo stato saturnio;

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esso si è poi ulteriormente evoluto fino alla sua figuraattuale durante lo stato solare, quello lunare e quelloterrestre. È stato necessario, per esempio, anche indi-care quali trasformazioni si sono effettuate nell’essereumano per il fatto del distacco del sole dalla Terra, edi quello della luna. Ha dovuto inoltre essere spiegato,quali cause abbiano collaborato per produrresull’umanità le trasformazioni verificatesi durantel’epoca atlantea e nei successivi periodi, cioè in quelloindiano, nell’antichissimo persiano, nell’egiziano, ecc.La descrizione di questi rapporti non risulta dalla per-cezione immaginativa, ma dalla conoscenza ispirata,ossia dalla lettura della scrittura occulta. Per questa«lettura» le percezioni immaginative sono come tantelettere dell’alfabeto o suoni; essa è necessaria, nonsoltanto per la spiegazione di fatti cosmici comequelli appunto descritti, ma anche il corso stesso dellavita dell’uomo non si potrebbe comprendere, se lo siconsiderasse soltanto per mezzo della conoscenza im-maginativa. In tal modo difatti si potrebbe percepirecome con la morte gli arti animici spirituali si distac-chino da ciò che rimane nel mondo fisico; ma non sipotrebbe comprendere il rapporto dello statodell’uomo dopo la morte con le condizioni che l’han-no preceduta e che la seguono, se non ci si sa orienta-re nel mondo che è percepito dall’Immaginazione.Senza la conoscenza per mezzo dell’Ispirazione ilmondo immaginativo rimarrebbe una scrittura che sipotrebbe guardare, ma non decifrare.

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esso si è poi ulteriormente evoluto fino alla sua figuraattuale durante lo stato solare, quello lunare e quelloterrestre. È stato necessario, per esempio, anche indi-care quali trasformazioni si sono effettuate nell’essereumano per il fatto del distacco del sole dalla Terra, edi quello della luna. Ha dovuto inoltre essere spiegato,quali cause abbiano collaborato per produrresull’umanità le trasformazioni verificatesi durantel’epoca atlantea e nei successivi periodi, cioè in quelloindiano, nell’antichissimo persiano, nell’egiziano, ecc.La descrizione di questi rapporti non risulta dalla per-cezione immaginativa, ma dalla conoscenza ispirata,ossia dalla lettura della scrittura occulta. Per questa«lettura» le percezioni immaginative sono come tantelettere dell’alfabeto o suoni; essa è necessaria, nonsoltanto per la spiegazione di fatti cosmici comequelli appunto descritti, ma anche il corso stesso dellavita dell’uomo non si potrebbe comprendere, se lo siconsiderasse soltanto per mezzo della conoscenza im-maginativa. In tal modo difatti si potrebbe percepirecome con la morte gli arti animici spirituali si distac-chino da ciò che rimane nel mondo fisico; ma non sipotrebbe comprendere il rapporto dello statodell’uomo dopo la morte con le condizioni che l’han-no preceduta e che la seguono, se non ci si sa orienta-re nel mondo che è percepito dall’Immaginazione.Senza la conoscenza per mezzo dell’Ispirazione ilmondo immaginativo rimarrebbe una scrittura che sipotrebbe guardare, ma non decifrare.

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Quando il discepolo progredisce dall’Immaginazio-ne all’Ispirazione, egli si accorge ben presto, che sa-rebbe errore rinunziare alla comprensione dei grandifenomeni cosmici, e di limitarsi soltanto ai fatti, i qua-li, in certo qual modo, interessano l’uomo più da vici-no. Chi non è iniziato in questi argomenti potrebbedire: «Mi sembra veramente che sia importante soltan-to conoscere la sorte dell’anima umana dopo la morte;a me basterebbe sapere questo; a che serve che lascienza occulta mi parli di fatti così lontani come del-lo stato di Saturno e del Sole, o del distacco del sole edella luna, ecc.?». Colui però, il quale si è formatoun’idea giusta su questi argomenti, si accorge, che,per conseguire la vera conoscenza di ciò che desiderasapere, occorre assolutamente studiare tutti queglieventi che sembrano dapprima così superflui. Una de-scrizione delle condizioni in cui l’uomo si trova dopola morte non può essere comprensibile e riesce inutilese l’uomo non può riconnetterla con dei concetti trattida quegli eventi così remoti; anche per le più elemen-tari indagini per via chiaroveggente occorre chel’osservatore possegga tali conoscenze. Quando, peresempio, una pianta passa dalla fioritura alla fruttifi-cazione, il chiaroveggente vede lo svolgersi di una tra-sformazione in un essere astrale, il quale ha ricopertoe avvolto dal di fuori la pianta, durante la fioritura, aguisa di nube. Se non si fosse verificata la fecondazio-ne, questo essere astrale avrebbe assunto una formacompletamente diversa da quella che ha assunto in se-

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Quando il discepolo progredisce dall’Immaginazio-ne all’Ispirazione, egli si accorge ben presto, che sa-rebbe errore rinunziare alla comprensione dei grandifenomeni cosmici, e di limitarsi soltanto ai fatti, i qua-li, in certo qual modo, interessano l’uomo più da vici-no. Chi non è iniziato in questi argomenti potrebbedire: «Mi sembra veramente che sia importante soltan-to conoscere la sorte dell’anima umana dopo la morte;a me basterebbe sapere questo; a che serve che lascienza occulta mi parli di fatti così lontani come del-lo stato di Saturno e del Sole, o del distacco del sole edella luna, ecc.?». Colui però, il quale si è formatoun’idea giusta su questi argomenti, si accorge, che,per conseguire la vera conoscenza di ciò che desiderasapere, occorre assolutamente studiare tutti queglieventi che sembrano dapprima così superflui. Una de-scrizione delle condizioni in cui l’uomo si trova dopola morte non può essere comprensibile e riesce inutilese l’uomo non può riconnetterla con dei concetti trattida quegli eventi così remoti; anche per le più elemen-tari indagini per via chiaroveggente occorre chel’osservatore possegga tali conoscenze. Quando, peresempio, una pianta passa dalla fioritura alla fruttifi-cazione, il chiaroveggente vede lo svolgersi di una tra-sformazione in un essere astrale, il quale ha ricopertoe avvolto dal di fuori la pianta, durante la fioritura, aguisa di nube. Se non si fosse verificata la fecondazio-ne, questo essere astrale avrebbe assunto una formacompletamente diversa da quella che ha assunto in se-

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guito a tale fecondazione. Orbene, si comprendel’intiero processo osservato per via chiaroveggente,quando si è imparato a intendere la propria natura allaluce di quel grande processo cosmico, in cui era coin-volta la Terra con tutti i suoi abitanti all’epoca del di-stacco del sole; prima della fecondazione la pianta sitrova nel medesimo stato in cui si trovava l’intieraTerra prima del distacco del sole. Dopo la fecondazio-ne la fioritura si presenta nella pianta, in modo che ri-corda la Terra, quando il sole si era distaccato, ma an-cora conteneva le forze lunari. Chi ha assimilato lerappresentazioni che sorgono dalla comprensione deldistacco del sole può intendere giustamente il signifi-cato della fecondazione della pianta e dire: «Primadella fecondazione la pianta è in una condizione sola-re, dopo di quella è in una condizione lunare». Effetti-vamente il più piccolo processo del mondo può esserecompreso soltanto, quando si riconosca in esso il ri-flesso dei grandi processi cosmici; in caso diverso, lavera natura del fenomeno rimane altrettanto incom-prensibile, quanto potrebbe esserlo la Madonna diRaffaello se, ricoperta da un fitto velo, rimanesse diessa visibile soltanto una piccola parte del dipinto.Tutto ciò che si svolge nell’uomo è un riflesso deigrandi processi cosmici che sono collegati con la suaesistenza. Se si vogliono comprendere le osservazionifatte per mezzo della coscienza chiaroveggente sui fe-nomeni che si svolgono fra la nascita e la morte, e asua volta dalla morte fino a una nuova nascita, occorre

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guito a tale fecondazione. Orbene, si comprendel’intiero processo osservato per via chiaroveggente,quando si è imparato a intendere la propria natura allaluce di quel grande processo cosmico, in cui era coin-volta la Terra con tutti i suoi abitanti all’epoca del di-stacco del sole; prima della fecondazione la pianta sitrova nel medesimo stato in cui si trovava l’intieraTerra prima del distacco del sole. Dopo la fecondazio-ne la fioritura si presenta nella pianta, in modo che ri-corda la Terra, quando il sole si era distaccato, ma an-cora conteneva le forze lunari. Chi ha assimilato lerappresentazioni che sorgono dalla comprensione deldistacco del sole può intendere giustamente il signifi-cato della fecondazione della pianta e dire: «Primadella fecondazione la pianta è in una condizione sola-re, dopo di quella è in una condizione lunare». Effetti-vamente il più piccolo processo del mondo può esserecompreso soltanto, quando si riconosca in esso il ri-flesso dei grandi processi cosmici; in caso diverso, lavera natura del fenomeno rimane altrettanto incom-prensibile, quanto potrebbe esserlo la Madonna diRaffaello se, ricoperta da un fitto velo, rimanesse diessa visibile soltanto una piccola parte del dipinto.Tutto ciò che si svolge nell’uomo è un riflesso deigrandi processi cosmici che sono collegati con la suaesistenza. Se si vogliono comprendere le osservazionifatte per mezzo della coscienza chiaroveggente sui fe-nomeni che si svolgono fra la nascita e la morte, e asua volta dalla morte fino a una nuova nascita, occorre

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avere acquistato la capacità di decifrare le osservazio-ni immaginative per mezzo delle rappresentazionitratte dallo studio dei grandi processi cosmici. Questostudio offre la chiave per la comprensione della vitaumana; perciò, secondo la scienza dello Spirito; stu-diare Saturno, Sole e Luna equivale a studiare l’uomo.

Per mezzo dell’Ispirazione si arriva a conoscere ireciproci rapporti delle entità dei mondi superiori; aun gradino ancor più elevato della conoscenza diventapossibile anche di conoscere l’interiore essenza diqueste entità. Questo gradino della conoscenza puòessere chiamato, in ordine alla scienza dello Spirito, laconoscenza intuitiva. La parola «intuizione» general-mente è adoperata, in modo errato, per indicare unanozione incerta, poco chiara di una cosa o di un’idea;questa nozione può a volte essere conforme alla veri-tà, ma di solito non è possibile darne una logica dimo-strazione. Questa specie di «intuizione» non ha nulladi comune con quella di cui ora parliamo. L’Intuizioneindica qui una conoscenza completamente luminosa echiara, e chi la possiede è completamente coscientedella base solida sulla quale è poggiata. Conoscere unessere sensibile, significa trovarsi al di fuori di esso egiudicarlo dall’impressione esteriore. Conoscere unessere spirituale per via dell’Intuizione significa esse-re diventato tutt’uno con lui, essersi unito con l’inte-riorità di lui. Il discepolo della via occulta si eleva agrado a grado fino a tale conoscenza. L’Immaginazio-ne lo conduce a non considerare più le percezioni

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avere acquistato la capacità di decifrare le osservazio-ni immaginative per mezzo delle rappresentazionitratte dallo studio dei grandi processi cosmici. Questostudio offre la chiave per la comprensione della vitaumana; perciò, secondo la scienza dello Spirito; stu-diare Saturno, Sole e Luna equivale a studiare l’uomo.

Per mezzo dell’Ispirazione si arriva a conoscere ireciproci rapporti delle entità dei mondi superiori; aun gradino ancor più elevato della conoscenza diventapossibile anche di conoscere l’interiore essenza diqueste entità. Questo gradino della conoscenza puòessere chiamato, in ordine alla scienza dello Spirito, laconoscenza intuitiva. La parola «intuizione» general-mente è adoperata, in modo errato, per indicare unanozione incerta, poco chiara di una cosa o di un’idea;questa nozione può a volte essere conforme alla veri-tà, ma di solito non è possibile darne una logica dimo-strazione. Questa specie di «intuizione» non ha nulladi comune con quella di cui ora parliamo. L’Intuizioneindica qui una conoscenza completamente luminosa echiara, e chi la possiede è completamente coscientedella base solida sulla quale è poggiata. Conoscere unessere sensibile, significa trovarsi al di fuori di esso egiudicarlo dall’impressione esteriore. Conoscere unessere spirituale per via dell’Intuizione significa esse-re diventato tutt’uno con lui, essersi unito con l’inte-riorità di lui. Il discepolo della via occulta si eleva agrado a grado fino a tale conoscenza. L’Immaginazio-ne lo conduce a non considerare più le percezioni

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come qualità esteriori degli esseri, ma a riconoscere inesse le emanazioni della spiritualità animica; l’Ispira-zione lo fa penetrare più oltre nell’interiorità degli es-seri. Per mezzo di essa egli impara a comprendere ciòche questi esseri sono reciprocamente gli uni per glialtri; con l’Intuizione egli penetra dentro alle entitàstesse. Dagl’insegnamenti contenuti in questo libro ri-sulta chiaro il significato che si deve dare all’Intuizio-ne. Nei capitoli precedenti è stato descritto non soltan-to lo svolgersi dell’evoluzione di Saturno, del Sole edella Luna, ma è stato anche spiegato che degli esserihanno in svariato modo preso parte a questo processo.Sono stati citati i Troni, o Spiriti della Volontà, gliSpiriti della Saggezza, quelli del Moto, ecc.; a propo-sito dell’evoluzione della Terra è stato parlato degliSpiriti di Lucifero e di Arimane. La costruzione delcosmo è stata fatta risalire fino alle entità che vi hannopreso parte; ciò che si può sapere intorno ad esse vie-ne conseguito per mezzo della conoscenza intuitiva, laquale è anche necessaria per conoscere il corso dellavita dell’uomo. Ciò che si discioglie dopo la mortedalla corporeità dell’uomo passa in seguito per statidiversi. Le condizioni esistenti immediatamente dopola morte si possono in parte descrivere per mezzo del-la conoscenza immaginativa, ma ciò che si svolge ul-teriormente quando l’uomo procede da una morte auna nuova nascita riuscirebbe assolutamente incom-prensibile per l’Immaginazione, se l’Ispirazione nonle venisse in aiuto. Soltanto l’Ispirazione è capace

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come qualità esteriori degli esseri, ma a riconoscere inesse le emanazioni della spiritualità animica; l’Ispira-zione lo fa penetrare più oltre nell’interiorità degli es-seri. Per mezzo di essa egli impara a comprendere ciòche questi esseri sono reciprocamente gli uni per glialtri; con l’Intuizione egli penetra dentro alle entitàstesse. Dagl’insegnamenti contenuti in questo libro ri-sulta chiaro il significato che si deve dare all’Intuizio-ne. Nei capitoli precedenti è stato descritto non soltan-to lo svolgersi dell’evoluzione di Saturno, del Sole edella Luna, ma è stato anche spiegato che degli esserihanno in svariato modo preso parte a questo processo.Sono stati citati i Troni, o Spiriti della Volontà, gliSpiriti della Saggezza, quelli del Moto, ecc.; a propo-sito dell’evoluzione della Terra è stato parlato degliSpiriti di Lucifero e di Arimane. La costruzione delcosmo è stata fatta risalire fino alle entità che vi hannopreso parte; ciò che si può sapere intorno ad esse vie-ne conseguito per mezzo della conoscenza intuitiva, laquale è anche necessaria per conoscere il corso dellavita dell’uomo. Ciò che si discioglie dopo la mortedalla corporeità dell’uomo passa in seguito per statidiversi. Le condizioni esistenti immediatamente dopola morte si possono in parte descrivere per mezzo del-la conoscenza immaginativa, ma ciò che si svolge ul-teriormente quando l’uomo procede da una morte auna nuova nascita riuscirebbe assolutamente incom-prensibile per l’Immaginazione, se l’Ispirazione nonle venisse in aiuto. Soltanto l’Ispirazione è capace

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d’investigare la vita dell’uomo dopo la purificazionenel «Mondo degli Spiriti» (vedi pag. 74 di questo li-bro). Ma vi è un determinato punto in cui si verificaqualcosa che l’Ispirazione non riesce a raggiungere;uno stadio, che essa, in certo qual modo, non arriva acomprendere. Vi è un periodo dell’evoluzione umanafra la morte e una nuova nascita, in cui l’entità umanaè accessibile soltanto alla conoscenza intuitiva. Questaparte dell’entità umana esiste però sempre nell’uomo;ma per comprenderla nella sua vera interiorità,dev’essere ricercata per mezzo dell’Intuizione anchenel periodo fra la nascita e la morte. A chi volesse co-noscere l’uomo, soltanto per mezzo dell’Immagina-zione e dell’Ispirazione, sfuggirebbero appunto queiprocessi della più intima essenza di esso, che si svol-gono da incarnazione a incarnazione. Soltanto permezzo della conoscenza intuitiva è perciò possibileun’investigazione giusta, della reincarnazione e delKarma; qualsiasi comunicazione vera che si riferisca aquesti processi deve necessariamente derivare dalle ri-cerche della conoscenza intuitiva. Se l’uomo vuol co-noscere l’intimo suo essere, dovrà ricorrere all’Intui-zione, per mezzo della quale percepisce ciò che in luiperdura da rincarnazione a rincarnazione; se a lui rie-sce possibile sapere qualcosa delle sue precedenti in-carnazioni ciò non potrà verificarsi che per mezzo del-la conoscenza intuitiva.

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d’investigare la vita dell’uomo dopo la purificazionenel «Mondo degli Spiriti» (vedi pag. 74 di questo li-bro). Ma vi è un determinato punto in cui si verificaqualcosa che l’Ispirazione non riesce a raggiungere;uno stadio, che essa, in certo qual modo, non arriva acomprendere. Vi è un periodo dell’evoluzione umanafra la morte e una nuova nascita, in cui l’entità umanaè accessibile soltanto alla conoscenza intuitiva. Questaparte dell’entità umana esiste però sempre nell’uomo;ma per comprenderla nella sua vera interiorità,dev’essere ricercata per mezzo dell’Intuizione anchenel periodo fra la nascita e la morte. A chi volesse co-noscere l’uomo, soltanto per mezzo dell’Immagina-zione e dell’Ispirazione, sfuggirebbero appunto queiprocessi della più intima essenza di esso, che si svol-gono da incarnazione a incarnazione. Soltanto permezzo della conoscenza intuitiva è perciò possibileun’investigazione giusta, della reincarnazione e delKarma; qualsiasi comunicazione vera che si riferisca aquesti processi deve necessariamente derivare dalle ri-cerche della conoscenza intuitiva. Se l’uomo vuol co-noscere l’intimo suo essere, dovrà ricorrere all’Intui-zione, per mezzo della quale percepisce ciò che in luiperdura da rincarnazione a rincarnazione; se a lui rie-sce possibile sapere qualcosa delle sue precedenti in-carnazioni ciò non potrà verificarsi che per mezzo del-la conoscenza intuitiva.

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L’uomo può conseguire la conoscenza attraversol’Ispirazione e l’Intuizione soltanto per mezzo degliesercizi animico-spirituali. Questi esercizi sono analo-ghi a quelli già descritti per acquistare l’Immaginazio-ne, e cioè «la concentrazione interiore» (Meditazione).Ma mentre gli esercizi che conducono all’Immagina-zione si riconnettono alle impressioni del mondo fi-sico-sensibile, negli esercizi invece che conduconoall’ispirazione, questo nesso deve sempre più essereeliminato. Per rendersi chiaramente conto di ciò che sideve verificare in tal caso, sarà bene considerare no-vamente il simbolo della Rosacroce. Quando un uomosi concentra in quel simbolo ha davanti a sè un’imma-gine, di cui le singole parti sono tratte dalle impressio-ni del mondo fisico; il colore nero della croce, le rose,ecc. Ma la distribuzione delle varie parti a forma diRosacroce non è tratta dal mondo sensibile. Se dunqueil discepolo cerca di eliminare completamente dallapropria coscienza, quali immagini di realtà sensibili,la croce nera e anche le rose rosse, e conservanell’anima soltanto l’attività spirituale che ha presie-duto alla distribuzione delle varie parti, egli disporràallora di un mezzo per una meditazione atta a condur-lo gradatamente all’Ispirazione. Occorre chiedersi, peresempio, nella propria anima: «Che cosa ho fatto inte-riormente per combinare quel simbolo della croce edelle rose? Desidero conservare ciò che ho fatto allo-ra, il processo che si è svolto nella mia anima, elimi-nando però dalla coscienza l’immagine che ne è risul-

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L’uomo può conseguire la conoscenza attraversol’Ispirazione e l’Intuizione soltanto per mezzo degliesercizi animico-spirituali. Questi esercizi sono analo-ghi a quelli già descritti per acquistare l’Immaginazio-ne, e cioè «la concentrazione interiore» (Meditazione).Ma mentre gli esercizi che conducono all’Immagina-zione si riconnettono alle impressioni del mondo fi-sico-sensibile, negli esercizi invece che conduconoall’ispirazione, questo nesso deve sempre più essereeliminato. Per rendersi chiaramente conto di ciò che sideve verificare in tal caso, sarà bene considerare no-vamente il simbolo della Rosacroce. Quando un uomosi concentra in quel simbolo ha davanti a sè un’imma-gine, di cui le singole parti sono tratte dalle impressio-ni del mondo fisico; il colore nero della croce, le rose,ecc. Ma la distribuzione delle varie parti a forma diRosacroce non è tratta dal mondo sensibile. Se dunqueil discepolo cerca di eliminare completamente dallapropria coscienza, quali immagini di realtà sensibili,la croce nera e anche le rose rosse, e conservanell’anima soltanto l’attività spirituale che ha presie-duto alla distribuzione delle varie parti, egli disporràallora di un mezzo per una meditazione atta a condur-lo gradatamente all’Ispirazione. Occorre chiedersi, peresempio, nella propria anima: «Che cosa ho fatto inte-riormente per combinare quel simbolo della croce edelle rose? Desidero conservare ciò che ho fatto allo-ra, il processo che si è svolto nella mia anima, elimi-nando però dalla coscienza l’immagine che ne è risul-

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tata. Voglio sentire in me l’attività esplicata dalla miaanima per generare quell’immagine, sopprimendoperò la rappresentazione dell’immagine stessa. Voglioormai vivere interiormente, nella mia attività che hacreato l’immagine. Voglio meditare perciò non sopraun’immagine, ma sulla mia attività animica, creatriced’immagini». Questa meditazione deve essere appli-cata a molti simboli; tale esercizio conduce finalmentealla conoscenza per mezzo dell’Ispirazione. Un altroesempio sarebbe quello di concentrarsi sulla rappre-sentazione del crescere e deperire di una pianta. Fatesorgere nella vostra anima l’immagine di una piantache cresce gradatamente, che spunta dal seme, che sisviluppa foglia per foglia fino alla fioritura, e final-mente fino al frutto; raffiguratevi poi la pianta che co-mincia ad appassire fino alla sua completa decomposi-zione. Per mezzo della concentrazione in siffatta im-magine si arriva gradatamente al senso della crescenzae del deperimento, di cui la pianta non rappresenta piùche un simbolo. Da questo sentimento, se l’esercizio èpraticato con perseveranza, può gradatamente venire aformarsi l’immagine della trasformazione che sta abase del crescere e del deperire nel mondo fisico. Mase si vuol arrivare alla corrispondente Ispirazionel’esercizio va fatto in modo diverso. Occorre in talcaso tener presente l’attività della propria anima, chedall’immagine della pianta ha acquistato la rappresen-tazione del divenire e del deperire. Bisogna ormai eli-minare la pianta completamente dalla coscienza e con-

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tata. Voglio sentire in me l’attività esplicata dalla miaanima per generare quell’immagine, sopprimendoperò la rappresentazione dell’immagine stessa. Voglioormai vivere interiormente, nella mia attività che hacreato l’immagine. Voglio meditare perciò non sopraun’immagine, ma sulla mia attività animica, creatriced’immagini». Questa meditazione deve essere appli-cata a molti simboli; tale esercizio conduce finalmentealla conoscenza per mezzo dell’Ispirazione. Un altroesempio sarebbe quello di concentrarsi sulla rappre-sentazione del crescere e deperire di una pianta. Fatesorgere nella vostra anima l’immagine di una piantache cresce gradatamente, che spunta dal seme, che sisviluppa foglia per foglia fino alla fioritura, e final-mente fino al frutto; raffiguratevi poi la pianta che co-mincia ad appassire fino alla sua completa decomposi-zione. Per mezzo della concentrazione in siffatta im-magine si arriva gradatamente al senso della crescenzae del deperimento, di cui la pianta non rappresenta piùche un simbolo. Da questo sentimento, se l’esercizio èpraticato con perseveranza, può gradatamente venire aformarsi l’immagine della trasformazione che sta abase del crescere e del deperire nel mondo fisico. Mase si vuol arrivare alla corrispondente Ispirazionel’esercizio va fatto in modo diverso. Occorre in talcaso tener presente l’attività della propria anima, chedall’immagine della pianta ha acquistato la rappresen-tazione del divenire e del deperire. Bisogna ormai eli-minare la pianta completamente dalla coscienza e con-

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centrarsi soltanto sulla propria attività interiore.L’ascesa all’Ispirazione è possibile soltanto per mezzodi tali esercizi; dapprima non riuscirà facile al disce-polo di comprendere completamente come regolarsiper eseguirli, e ciò dipende dal fatto, che l’uomo èabituato a far determinare la propria vita interiore dal-le impressioni esteriori, e si sente quindi subito vacil-lante e incerto quando deve sviluppare una vita animi-ca che si sia liberata da tutte le impressioni esteriori.Nei riguardi degli esercizi che conducono all’Ispira-zione – e questa precauzione è in tal caso ancora piùnecessaria che per gli esercizi che conduconoall’Immaginazione – occorre che il discepolo si rendachiaramente conto che, volendo accingersi a praticarli,egli deve al contempo coltivare tutto ciò che potrà aiu-tarlo a consolidare e ad affermare il suo giudizio, aportare ordine nel suo sentimento e a fortificare il suocarattere. Se egli prende questa precauzione raggiun-gerà un duplice scopo; prima di tutto non rischierà diperdere per mezzo degli esercizi l’equilibrio della suapersonalità; secondariamente, acquisterà in tal modola capacità di eseguire correttamente gli esercizi stes-si. Questi esercizi sembreranno difficili al discepolo,finchè egli non avrà acquistato un determinato atteg-giamento dell’anima, dei speciali sentimenti e sensa-zioni. La comprensione e la capacità per questi eserci-zi verrà ben presto acquistata da chi coltiva nell’animacon pazienza e perseveranza quelle qualità interiori fa-vorevoli al germogliare delle conoscenze supersensi-

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centrarsi soltanto sulla propria attività interiore.L’ascesa all’Ispirazione è possibile soltanto per mezzodi tali esercizi; dapprima non riuscirà facile al disce-polo di comprendere completamente come regolarsiper eseguirli, e ciò dipende dal fatto, che l’uomo èabituato a far determinare la propria vita interiore dal-le impressioni esteriori, e si sente quindi subito vacil-lante e incerto quando deve sviluppare una vita animi-ca che si sia liberata da tutte le impressioni esteriori.Nei riguardi degli esercizi che conducono all’Ispira-zione – e questa precauzione è in tal caso ancora piùnecessaria che per gli esercizi che conduconoall’Immaginazione – occorre che il discepolo si rendachiaramente conto che, volendo accingersi a praticarli,egli deve al contempo coltivare tutto ciò che potrà aiu-tarlo a consolidare e ad affermare il suo giudizio, aportare ordine nel suo sentimento e a fortificare il suocarattere. Se egli prende questa precauzione raggiun-gerà un duplice scopo; prima di tutto non rischierà diperdere per mezzo degli esercizi l’equilibrio della suapersonalità; secondariamente, acquisterà in tal modola capacità di eseguire correttamente gli esercizi stes-si. Questi esercizi sembreranno difficili al discepolo,finchè egli non avrà acquistato un determinato atteg-giamento dell’anima, dei speciali sentimenti e sensa-zioni. La comprensione e la capacità per questi eserci-zi verrà ben presto acquistata da chi coltiva nell’animacon pazienza e perseveranza quelle qualità interiori fa-vorevoli al germogliare delle conoscenze supersensi-

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bili. Chi si abitua a penetrare spesso nella propria inte-riorità, non tanto per rimuginare su sè stesso, quantoper riordinare ed elaborare con calma le esperienze at-traversate nella vita, farà gran progresso; si accorgeràche le rappresentazioni e i sentimenti si arricchisconoquando i varii eventi della vita sono ricollegati fra diloro dalla memoria, e comprenderà che si possono ac-quistare molte conoscenze, non soltanto per mezzo dinuove impressioni e di nuove esperienze, ma ancheper mezzo dell’elaborazione delle antiche. Convienelasciare libero giuoco al contrasto fra le nostre espe-rienze e perfino tra le nostre opinioni, cercando di nonprendervi parte alcuna con le nostre simpatie e antipa-tie, i nostri interessi e sentimenti personali; preparere-mo in tal modo un ottimo terreno per le forze cogniti-ve supersensibili; verrà così formata, effettivamente,ciò che si può chiamare una ricca vita interiore.

La misura e l’equilibrio delle facoltà animiche sonoperò di primaria importanza. L’uomo ha già gran ten-denza a cadere nell’unilateralità, quando coltiva unadeterminata attività dell’anima. Se si accorge, peresempio, dell’utilità della meditazione e della concen-trazione nella cerchia delle proprie rappresentazioni,egli può facilmente tendere a chiudersi alle impressio-ni del mondo esteriore; ma tale decisione conduceall’aridità e all’impoverimento della vita interiore. Co-lui, il quale oltre la capacità di ritirarsi nella propriainteriorità conserva anche completa ricettività per tut-te le impressioni del mondo esteriore, progredirà rapi-

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bili. Chi si abitua a penetrare spesso nella propria inte-riorità, non tanto per rimuginare su sè stesso, quantoper riordinare ed elaborare con calma le esperienze at-traversate nella vita, farà gran progresso; si accorgeràche le rappresentazioni e i sentimenti si arricchisconoquando i varii eventi della vita sono ricollegati fra diloro dalla memoria, e comprenderà che si possono ac-quistare molte conoscenze, non soltanto per mezzo dinuove impressioni e di nuove esperienze, ma ancheper mezzo dell’elaborazione delle antiche. Convienelasciare libero giuoco al contrasto fra le nostre espe-rienze e perfino tra le nostre opinioni, cercando di nonprendervi parte alcuna con le nostre simpatie e antipa-tie, i nostri interessi e sentimenti personali; preparere-mo in tal modo un ottimo terreno per le forze cogniti-ve supersensibili; verrà così formata, effettivamente,ciò che si può chiamare una ricca vita interiore.

La misura e l’equilibrio delle facoltà animiche sonoperò di primaria importanza. L’uomo ha già gran ten-denza a cadere nell’unilateralità, quando coltiva unadeterminata attività dell’anima. Se si accorge, peresempio, dell’utilità della meditazione e della concen-trazione nella cerchia delle proprie rappresentazioni,egli può facilmente tendere a chiudersi alle impressio-ni del mondo esteriore; ma tale decisione conduceall’aridità e all’impoverimento della vita interiore. Co-lui, il quale oltre la capacità di ritirarsi nella propriainteriorità conserva anche completa ricettività per tut-te le impressioni del mondo esteriore, progredirà rapi-

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damente. E non si tratta soltanto delle cosidette im-pressioni importanti della vita, ma ogni uomo, in qual-siasi condizione si trovi – anche chiuso entro quattromisere pareti – può avere delle esperienze, purchè siconservi ricettivo ad accoglierle. Le esperienze si tro-vano ovunque; non occorre cercarle. Di somma im-portanza è il modo come le esperienze vengono elabo-rate nell’anima dell’uomo. Per esempio, può succede-re che egli scopra in una persona, per la quale ha gran-de rispetto, qualche speciale tratto del carattere chepotrebbe essere considerato un difetto. Questa scoper-ta potrà stimolare il pensiero dell’uomo verso due di-verse direzioni. Egli potrà semplicemente dire a sèstesso: «Ora che ho riconosciuta quel difetto, non pos-so più stimare quella persona quanto prima». Egli po-trà però anche chiedersi: «Come è possibile che unapersona così degna di rispetto sia gravata da tale difet-to? Come posso rappresentarmi che non si tratta sol-tanto di un difetto, ma di una conseguenza della vitadi quella persona, determinata forse proprio dallegrandi qualità di essa?». Un uomo, il quale si ponequeste domande, arriverà forse alla conclusione, che ilsuo rispetto per quella persona non viene affatto me-nomato dalla scoperta di quel difetto. Ogni esperienzadi questo genere ci permetterà d’imparare qualchecosa, aumenterà la nostra comprensione della vita.Naturalmente sarebbe un errore permettere, chel’aspetto buono di tale concezione della vita c’indu-cesse a scusare tutti i difetti delle persone e delle cose

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damente. E non si tratta soltanto delle cosidette im-pressioni importanti della vita, ma ogni uomo, in qual-siasi condizione si trovi – anche chiuso entro quattromisere pareti – può avere delle esperienze, purchè siconservi ricettivo ad accoglierle. Le esperienze si tro-vano ovunque; non occorre cercarle. Di somma im-portanza è il modo come le esperienze vengono elabo-rate nell’anima dell’uomo. Per esempio, può succede-re che egli scopra in una persona, per la quale ha gran-de rispetto, qualche speciale tratto del carattere chepotrebbe essere considerato un difetto. Questa scoper-ta potrà stimolare il pensiero dell’uomo verso due di-verse direzioni. Egli potrà semplicemente dire a sèstesso: «Ora che ho riconosciuta quel difetto, non pos-so più stimare quella persona quanto prima». Egli po-trà però anche chiedersi: «Come è possibile che unapersona così degna di rispetto sia gravata da tale difet-to? Come posso rappresentarmi che non si tratta sol-tanto di un difetto, ma di una conseguenza della vitadi quella persona, determinata forse proprio dallegrandi qualità di essa?». Un uomo, il quale si ponequeste domande, arriverà forse alla conclusione, che ilsuo rispetto per quella persona non viene affatto me-nomato dalla scoperta di quel difetto. Ogni esperienzadi questo genere ci permetterà d’imparare qualchecosa, aumenterà la nostra comprensione della vita.Naturalmente sarebbe un errore permettere, chel’aspetto buono di tale concezione della vita c’indu-cesse a scusare tutti i difetti delle persone e delle cose

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per le quali sentiamo simpatia, o ci facesse prenderel’abitudine di non rilevare le azioni biasimevoli, ondericavarne un vantaggio per la nostra propria evoluzio-ne interiore. Quest’ultimo risultato effettivamente nonsi ottiene, quando l’impulso, non soltanto a biasimaregli errori e i difetti, ma anche a comprenderli, parte danoi stessi; lo si ottiene soltanto quando il nostro atteg-giamento viene determinato obiettivamente dal fattostesso, indipendentemente dal vantaggio o meno chene potremo ricavare. È assolutamente vero che non èper mezzo della condanna di un errore che ci s’istrui-sce, ma soltanto per mezzo della comprensione diesso; d’altra parte questa comprensione non deve im-pedirci di disapprovarlo, altrimenti non potremo pro-gredire molto oltre. Anche in questo caso non si trattadi unilateralità, in una speciale direzione, ma di stabi-lire la misura e l’equilibrio delle forze dell’anima. Equesto è in particolar modo utile nei riguardi di unaqualità dell’anima di massima importanza per l’evolu-zione dell’uomo; e cioè, del sentimento che si chiama«Venerazione» (devozione). Chi coltiva in sè questosentimento, o lo ha ricevuto come felice dono dallanatura, possiede un ottimo terreno per la produzionedelle forze che conducono alla conoscenza supersensi-bile. L’uomo, che fin dalla sua infanzia e giovinezzaha potuto alzare gli occhi con devota ammirazioneverso speciali persone e ideali elevati, possiede nellaprofondità dell’anima una disposizione particolarmen-te propizia per le conoscenze supersensibili. Colui, il

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per le quali sentiamo simpatia, o ci facesse prenderel’abitudine di non rilevare le azioni biasimevoli, ondericavarne un vantaggio per la nostra propria evoluzio-ne interiore. Quest’ultimo risultato effettivamente nonsi ottiene, quando l’impulso, non soltanto a biasimaregli errori e i difetti, ma anche a comprenderli, parte danoi stessi; lo si ottiene soltanto quando il nostro atteg-giamento viene determinato obiettivamente dal fattostesso, indipendentemente dal vantaggio o meno chene potremo ricavare. È assolutamente vero che non èper mezzo della condanna di un errore che ci s’istrui-sce, ma soltanto per mezzo della comprensione diesso; d’altra parte questa comprensione non deve im-pedirci di disapprovarlo, altrimenti non potremo pro-gredire molto oltre. Anche in questo caso non si trattadi unilateralità, in una speciale direzione, ma di stabi-lire la misura e l’equilibrio delle forze dell’anima. Equesto è in particolar modo utile nei riguardi di unaqualità dell’anima di massima importanza per l’evolu-zione dell’uomo; e cioè, del sentimento che si chiama«Venerazione» (devozione). Chi coltiva in sè questosentimento, o lo ha ricevuto come felice dono dallanatura, possiede un ottimo terreno per la produzionedelle forze che conducono alla conoscenza supersensi-bile. L’uomo, che fin dalla sua infanzia e giovinezzaha potuto alzare gli occhi con devota ammirazioneverso speciali persone e ideali elevati, possiede nellaprofondità dell’anima una disposizione particolarmen-te propizia per le conoscenze supersensibili. Colui, il

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quale con la maturità di giudizio dell’età più tarda, saalzare lo sguardo al cielo stellato e accogliere con cal-ma e devozione la mirabile manifestazione delle Po-tenze sublimi, si rende in tal modo maturo per la co-noscenza dei mondi supersensibili. Ugualmente suc-cede anche a colui, il quale ammira le forze che domi-nano nella vita umana; così pure è importante chel’uomo, giunto a maturità, sia capace di sentire in altogrado venerazione per quegli uomini, dei quali intui-sce o crede di conoscere il valore. La visione dei mon-di spirituali si schiude soltanto agli occhi di coloro chesono capaci di sentire questa venerazione. Chi non savenerare non può progredire molto nella conoscenza;l’essenza delle cose rimane chiusa per colui che nontrova niente da apprezzare nel mondo. – D’altra parteperò, se per eccesso di venerazione o di devozione ildiscepolo è spinto ad uccidere completamente la sanacoscienza di sè, e la fiducia in sè stesso, egli peccacontro la legge della misura e dell’equilibrio. Il disce-polo dell’occultismo lavorerà continuamente su di sèper perfezionarsi e per maturare la propria natura; intal caso egli deve avere fiducia nella propria persona-lità e nella progressiva crescenza delle forze di essa.L’uomo dotato di sentimenti giusti a questo riguardopotrà dire: «Risiedono in me forze nascoste, che possotrarre fuori dalla mia interiorità. Quando vedo perciòqualcuno di superiore a me, devo non soltanto vene-rarlo perchè vale più di me, ma devo anche confidaredi potere evolvere in me stesso tutto ciò che mi potrà

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quale con la maturità di giudizio dell’età più tarda, saalzare lo sguardo al cielo stellato e accogliere con cal-ma e devozione la mirabile manifestazione delle Po-tenze sublimi, si rende in tal modo maturo per la co-noscenza dei mondi supersensibili. Ugualmente suc-cede anche a colui, il quale ammira le forze che domi-nano nella vita umana; così pure è importante chel’uomo, giunto a maturità, sia capace di sentire in altogrado venerazione per quegli uomini, dei quali intui-sce o crede di conoscere il valore. La visione dei mon-di spirituali si schiude soltanto agli occhi di coloro chesono capaci di sentire questa venerazione. Chi non savenerare non può progredire molto nella conoscenza;l’essenza delle cose rimane chiusa per colui che nontrova niente da apprezzare nel mondo. – D’altra parteperò, se per eccesso di venerazione o di devozione ildiscepolo è spinto ad uccidere completamente la sanacoscienza di sè, e la fiducia in sè stesso, egli peccacontro la legge della misura e dell’equilibrio. Il disce-polo dell’occultismo lavorerà continuamente su di sèper perfezionarsi e per maturare la propria natura; intal caso egli deve avere fiducia nella propria persona-lità e nella progressiva crescenza delle forze di essa.L’uomo dotato di sentimenti giusti a questo riguardopotrà dire: «Risiedono in me forze nascoste, che possotrarre fuori dalla mia interiorità. Quando vedo perciòqualcuno di superiore a me, devo non soltanto vene-rarlo perchè vale più di me, ma devo anche confidaredi potere evolvere in me stesso tutto ciò che mi potrà

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elevare e mettermi a paro con l’essere che io ammi-ro».

Quanto più è sviluppata nell’uomo la capacità difissare la sua attenzione sopra dei determinati processidella vita, non sottoposti al suo giudizio personale,tanto più egli ha la possibilità di crearsi una base perl’evoluzione nei mondi spirituali. Citerò un esempio.Un uomo si trova nella vita in una situazione, in cuideve decidere se compiere o no una determinata azio-ne e, sebbene il suo giudizio lo spinga a compierla,egli sente nondimeno alcunchè d’inesplicabile che nelo trattiene. Può dunque succedere che l’uomo nonpresti attenzione a questo oscuro sentimento, e checompia semplicemente l’azione consigliatagli dal suogiudizio; potrebbe però anche darsi che l’uomo obbe-disca all’impulso di quella forza misteriosa e si asten-ga dal compiere l’azione. Se egli osserva in seguito glieventi potrà forse verificare, che se avesse seguito ilsuo giudizio, ne sarebbe risultato un vero danno, men-tre l’inadempimento di quell’azione si è risolto in unbene. Un’esperienza di questo genere può volgere ilpensiero dell’uomo in una direzione ben determinata.Egli può dire a sè stesso: «Vige in me qualcosa che midirige meglio del grado di giudizio che posseggo at-tualmente. Devo tener presente che esiste una «forzain me», che il mio giudizio nel suo sviluppo progressi-vo non ha ancora raggiunto». L’osservazione di casi diquesto genere riesce di gran profitto per l’anima; essasente allora, per mezzo di un sano presentimento, che

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elevare e mettermi a paro con l’essere che io ammi-ro».

Quanto più è sviluppata nell’uomo la capacità difissare la sua attenzione sopra dei determinati processidella vita, non sottoposti al suo giudizio personale,tanto più egli ha la possibilità di crearsi una base perl’evoluzione nei mondi spirituali. Citerò un esempio.Un uomo si trova nella vita in una situazione, in cuideve decidere se compiere o no una determinata azio-ne e, sebbene il suo giudizio lo spinga a compierla,egli sente nondimeno alcunchè d’inesplicabile che nelo trattiene. Può dunque succedere che l’uomo nonpresti attenzione a questo oscuro sentimento, e checompia semplicemente l’azione consigliatagli dal suogiudizio; potrebbe però anche darsi che l’uomo obbe-disca all’impulso di quella forza misteriosa e si asten-ga dal compiere l’azione. Se egli osserva in seguito glieventi potrà forse verificare, che se avesse seguito ilsuo giudizio, ne sarebbe risultato un vero danno, men-tre l’inadempimento di quell’azione si è risolto in unbene. Un’esperienza di questo genere può volgere ilpensiero dell’uomo in una direzione ben determinata.Egli può dire a sè stesso: «Vige in me qualcosa che midirige meglio del grado di giudizio che posseggo at-tualmente. Devo tener presente che esiste una «forzain me», che il mio giudizio nel suo sviluppo progressi-vo non ha ancora raggiunto». L’osservazione di casi diquesto genere riesce di gran profitto per l’anima; essasente allora, per mezzo di un sano presentimento, che

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l’uomo contiene assai più in sè di quello che il suogiudizio non sia capace di abbracciare. Da tale osser-vazione risulta un’espansione della vita dell’anima;ma anche qui possono verificarsi delle esagerazioniche sono da evitarsi. Chi volesse abituarsi a non farnessun assegnamento sul proprio giudizio, per seguirei presentimenti che lo spingono in questa o in quelladirezione, cadrebbe in balia di ogni oscuro istinto, everamente un’abitudine siffatta denoterebbe l’abban-dono di ogni criterio, e condurrebbe all’assoluta su-perstizione. Qualsiasi genere di superstizione è danno-so per il discepolo dell’occultismo. Per acquistarsi lapossibilità di penetrare in modo giusto nei campi dellavita spirituale occorre tenersi lontani con massimacura da ogni superstizione, fantasticheria o illusione.Non penetra giustamente nel mondo spirituale colui ilquale si rallegra di aver avuto un’esperienza, che nonpuò essere compresa dalla ragione umana». Non è cer-to la passione per «l’inesplicabile» che forma l’occul-tista; il discepolo deve completamente spogliarsidall’idea, che possa chiamarsi «mistico» colui, il qua-le nel mondo vede arbitrariamente ovunque l’insonda-bile e l’inesplicabile. Il giusto sentimento per l’occul-tista è di riconoscere ovunque la presenza di forze edentità nascoste; ma egli deve anche ammettere chel’inesplorato può essere esplorato, qualora si dispongadelle forze necessarie.

Vi è un determinato atteggiamento dell’anima che èimportante per il discepolo a ogni gradino della sua

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l’uomo contiene assai più in sè di quello che il suogiudizio non sia capace di abbracciare. Da tale osser-vazione risulta un’espansione della vita dell’anima;ma anche qui possono verificarsi delle esagerazioniche sono da evitarsi. Chi volesse abituarsi a non farnessun assegnamento sul proprio giudizio, per seguirei presentimenti che lo spingono in questa o in quelladirezione, cadrebbe in balia di ogni oscuro istinto, everamente un’abitudine siffatta denoterebbe l’abban-dono di ogni criterio, e condurrebbe all’assoluta su-perstizione. Qualsiasi genere di superstizione è danno-so per il discepolo dell’occultismo. Per acquistarsi lapossibilità di penetrare in modo giusto nei campi dellavita spirituale occorre tenersi lontani con massimacura da ogni superstizione, fantasticheria o illusione.Non penetra giustamente nel mondo spirituale colui ilquale si rallegra di aver avuto un’esperienza, che nonpuò essere compresa dalla ragione umana». Non è cer-to la passione per «l’inesplicabile» che forma l’occul-tista; il discepolo deve completamente spogliarsidall’idea, che possa chiamarsi «mistico» colui, il qua-le nel mondo vede arbitrariamente ovunque l’insonda-bile e l’inesplicabile. Il giusto sentimento per l’occul-tista è di riconoscere ovunque la presenza di forze edentità nascoste; ma egli deve anche ammettere chel’inesplorato può essere esplorato, qualora si dispongadelle forze necessarie.

Vi è un determinato atteggiamento dell’anima che èimportante per il discepolo a ogni gradino della sua

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evoluzione. Egli, cioè, per troppa sete di conoscenza,non deve irrigidirsi nella domanda: «Come si può ri-spondere a questo o a quel quesito?» ma invece devechiedersi: «Come posso evolvere in me stesso questao quella capacità?» Quando per mezzo di paziente la-voro interiore questa capacità si è finalmente svilup-pata, la risposta a quei quesiti gli si affaccia sponta-neamente. Il discepolo dell’occultismo deve semprecoltivare con cura questo atteggiamento dell’anima,che lo conduce a perfezionarsi e a rendersi vieppiùmaturo per saper resistere all’impulso che lo spinge ainsistere per ottenere risposte a determinate questioni;egli aspetterà finchè quelle risposte gli si affaccinospontaneamente. Ma chi si è abituato all’unilateralitàanche a questo riguardo, non potrà progredire giusta-mente. Il discepolo deve anche sentire, che a un deter-minato momento egli stesso, nell’àmbito delle proprieforze, potrà risolvere gli enimmi più elevati. Anchequi dunque la misura e l’equilibrio rappresentano unaparte importante nell’atteggiamento dell’anima.

Si potrebbero citare ancora molte altre capacitàdell’anima utili a coltivare e ad evolvere, quando il di-scepolo aspiri a raggiungere l’Ispirazione per mezzodegli esercizi. Ma per tutte occorre ripetere, che la mi-sura e l’equilibrio sono qualità essenziali dell’anima,poichè preparano alla comprensione e alla capacitàper praticare gli esercizi sopra descritti, che conduco-no all’Ispirazione.

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evoluzione. Egli, cioè, per troppa sete di conoscenza,non deve irrigidirsi nella domanda: «Come si può ri-spondere a questo o a quel quesito?» ma invece devechiedersi: «Come posso evolvere in me stesso questao quella capacità?» Quando per mezzo di paziente la-voro interiore questa capacità si è finalmente svilup-pata, la risposta a quei quesiti gli si affaccia sponta-neamente. Il discepolo dell’occultismo deve semprecoltivare con cura questo atteggiamento dell’anima,che lo conduce a perfezionarsi e a rendersi vieppiùmaturo per saper resistere all’impulso che lo spinge ainsistere per ottenere risposte a determinate questioni;egli aspetterà finchè quelle risposte gli si affaccinospontaneamente. Ma chi si è abituato all’unilateralitàanche a questo riguardo, non potrà progredire giusta-mente. Il discepolo deve anche sentire, che a un deter-minato momento egli stesso, nell’àmbito delle proprieforze, potrà risolvere gli enimmi più elevati. Anchequi dunque la misura e l’equilibrio rappresentano unaparte importante nell’atteggiamento dell’anima.

Si potrebbero citare ancora molte altre capacitàdell’anima utili a coltivare e ad evolvere, quando il di-scepolo aspiri a raggiungere l’Ispirazione per mezzodegli esercizi. Ma per tutte occorre ripetere, che la mi-sura e l’equilibrio sono qualità essenziali dell’anima,poichè preparano alla comprensione e alla capacitàper praticare gli esercizi sopra descritti, che conduco-no all’Ispirazione.

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Gli esercizi che conducono all’Intuizione richiedo-no dal discepolo che egli elimini dalla sua coscienza,non soltanto le immagini alle quali egli si è dedicatoper arrivare all’Immaginazione, ma anche la vita nellapropria attività animica in cui si è immerso per conse-guire l’Ispirazione. Occorre, alla lettera, che egli nonconservi niente nella sua anima delle esperienze este-riori o interiori fino allora conosciute. Ma, se dopoquesta eliminazione delle esperienze esteriori e inte-riori non rimanesse niente nella sua coscienza, cioè, sela coscienza stessa gli venisse allora a mancare, edegli cadesse nell’incoscienza, ciò gli dimostrerebbeche ancora non è maturo per gli esercizi adattiall’Intuizione; egli dovrebbe in tal caso continuare afare gli esercizi per l’Immaginazione e l’Ispirazione.Arriva certamente più tardi il momento, in cui la co-scienza, dopo eliminate le esperienze interiori ed este-riori, non resta vuota, anzi vi rimane qualcosa, comeeffetto di questa eliminazione, di cui si può servirecome oggetto per la concentrazione, così come primaci si serviva di quegli oggetti che devono la loro esi-stenza alle impressioni esteriori o interiori. Questo«qualche cosa» è di natura affatto speciale, ed è real-mente nuovo rispetto alle passate esperienze; quandolo si sperimenta ci si accorge, che mai prima si era co-nosciuto. Si tratta di una percezione come quella delvero suono che colpisce l’orecchio; ma questa perce-zione può penetrare nella coscienza soltanto per mez-zo dell’Intuizione, così come il suono fisico non può

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Gli esercizi che conducono all’Intuizione richiedo-no dal discepolo che egli elimini dalla sua coscienza,non soltanto le immagini alle quali egli si è dedicatoper arrivare all’Immaginazione, ma anche la vita nellapropria attività animica in cui si è immerso per conse-guire l’Ispirazione. Occorre, alla lettera, che egli nonconservi niente nella sua anima delle esperienze este-riori o interiori fino allora conosciute. Ma, se dopoquesta eliminazione delle esperienze esteriori e inte-riori non rimanesse niente nella sua coscienza, cioè, sela coscienza stessa gli venisse allora a mancare, edegli cadesse nell’incoscienza, ciò gli dimostrerebbeche ancora non è maturo per gli esercizi adattiall’Intuizione; egli dovrebbe in tal caso continuare afare gli esercizi per l’Immaginazione e l’Ispirazione.Arriva certamente più tardi il momento, in cui la co-scienza, dopo eliminate le esperienze interiori ed este-riori, non resta vuota, anzi vi rimane qualcosa, comeeffetto di questa eliminazione, di cui si può servirecome oggetto per la concentrazione, così come primaci si serviva di quegli oggetti che devono la loro esi-stenza alle impressioni esteriori o interiori. Questo«qualche cosa» è di natura affatto speciale, ed è real-mente nuovo rispetto alle passate esperienze; quandolo si sperimenta ci si accorge, che mai prima si era co-nosciuto. Si tratta di una percezione come quella delvero suono che colpisce l’orecchio; ma questa perce-zione può penetrare nella coscienza soltanto per mez-zo dell’Intuizione, così come il suono fisico non può

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penetrare nella coscienza che per mezzo dell’orecchio.Con l’Intuizione dunque, le impressioni dell’uomovengono spogliate degli ultimi residui della sensibilitàfisica; il mondo spirituale comincia a rivelarsi alla co-noscenza in una forma, che non ha più nulla di comu-ne con le proprietà del mondo fisico-sensibile.

* * *

La conoscenza immaginativa viene acquistata quan-do i fiori di loto si sviluppano dal corpo astrale. Gliesercizi diretti al conseguimento dell’Ispirazione edell’Intuizione generano nel corpo eterico o vitaledell’uomo dei determinati movimenti, delle specialiformazioni e correnti che prima non vi erano. Questiappunto sono gli organi, per mezzo dei quali l’uomopuò «leggere la scrittura occulta» e accogliere ciò cheè al di là di quella, nella sfera delle proprie facoltà.All’osservatore chiaroveggente le trasformazioni nelcorpo eterico di un uomo arrivato all’Ispirazione eall’Intuizione si palesano nel modo seguente: nelle vi-cinanze del cuore fisico si forma nel corpo eterico unnuovo centro: questo diventa un organo eterico. Daquesto organo scorrono verso le varie membra del cor-po umano dei movimenti e delle correnti diversissime;le più importanti fluiscono verso i fiori di loto, ne in-terpenetrano i singoli petali e poi scorrono nuovamen-te al di fuori, riversandosi come raggi nello spazioesteriore. Quanto più l’uomo è evoluto, tanto maggio-

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penetrare nella coscienza che per mezzo dell’orecchio.Con l’Intuizione dunque, le impressioni dell’uomovengono spogliate degli ultimi residui della sensibilitàfisica; il mondo spirituale comincia a rivelarsi alla co-noscenza in una forma, che non ha più nulla di comu-ne con le proprietà del mondo fisico-sensibile.

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La conoscenza immaginativa viene acquistata quan-do i fiori di loto si sviluppano dal corpo astrale. Gliesercizi diretti al conseguimento dell’Ispirazione edell’Intuizione generano nel corpo eterico o vitaledell’uomo dei determinati movimenti, delle specialiformazioni e correnti che prima non vi erano. Questiappunto sono gli organi, per mezzo dei quali l’uomopuò «leggere la scrittura occulta» e accogliere ciò cheè al di là di quella, nella sfera delle proprie facoltà.All’osservatore chiaroveggente le trasformazioni nelcorpo eterico di un uomo arrivato all’Ispirazione eall’Intuizione si palesano nel modo seguente: nelle vi-cinanze del cuore fisico si forma nel corpo eterico unnuovo centro: questo diventa un organo eterico. Daquesto organo scorrono verso le varie membra del cor-po umano dei movimenti e delle correnti diversissime;le più importanti fluiscono verso i fiori di loto, ne in-terpenetrano i singoli petali e poi scorrono nuovamen-te al di fuori, riversandosi come raggi nello spazioesteriore. Quanto più l’uomo è evoluto, tanto maggio-

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re è lo spazio attorno a lui in cui queste correnti sonopercettibili. Se la disciplina seguita è giusta e regolareil punto centrale nella vicinanza del cuore non è il pri-mo a formarsi; esso deve attraversare un periodo dipreparazione. Dapprima si costituisce un centro prov-visorio nella testa; questo poi si sposta e discende nel-la vicinanza della laringe, per trasferirsi finalmentenella regione del cuore fisico. Se l’evoluzione fosse ir-regolare, quell’organo potrebbe costituirsi fin da prin-cipio nella vicinanza del cuore; il discepolo però in talcaso, invece di arrivare a una chiaroveggenza calma eregolare, si troverebbe esposto al pericolo di cadere inaberrazioni e in fantasie. Nell’ulteriore corso della suaevoluzione il discepolo riesce a rendere indipendentidal corpo fisico queste correnti e questi organi del suocorpo eterico, e a potersene servire separatamente; ifiori di loto gli servono allora come strumenti permuovere il corpo eterico. Prima che questo possa veri-ficarsi, occorre che attorno all’intiero corpo eterico sisiano formate delle determinate correnti e irradiazioni,che avvolgono quel corpo come in una rete sottile e lodelimitano come essere separato; quando ciò si è veri-ficato i movimenti e le correnti nel corpo eterico pos-sono mettersi liberamente in contatto col mondo ani-mico-spirituale esteriore e unirsi ad esso, di guisa chegli eventi spirituali animici esteriori e quelli interioridel corpo eterico umano possano reciprocamentecombinarsi e unirsi. Quando questo succede è arrivatoil momento, in cui l’uomo percepisce coscientemente

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re è lo spazio attorno a lui in cui queste correnti sonopercettibili. Se la disciplina seguita è giusta e regolareil punto centrale nella vicinanza del cuore non è il pri-mo a formarsi; esso deve attraversare un periodo dipreparazione. Dapprima si costituisce un centro prov-visorio nella testa; questo poi si sposta e discende nel-la vicinanza della laringe, per trasferirsi finalmentenella regione del cuore fisico. Se l’evoluzione fosse ir-regolare, quell’organo potrebbe costituirsi fin da prin-cipio nella vicinanza del cuore; il discepolo però in talcaso, invece di arrivare a una chiaroveggenza calma eregolare, si troverebbe esposto al pericolo di cadere inaberrazioni e in fantasie. Nell’ulteriore corso della suaevoluzione il discepolo riesce a rendere indipendentidal corpo fisico queste correnti e questi organi del suocorpo eterico, e a potersene servire separatamente; ifiori di loto gli servono allora come strumenti permuovere il corpo eterico. Prima che questo possa veri-ficarsi, occorre che attorno all’intiero corpo eterico sisiano formate delle determinate correnti e irradiazioni,che avvolgono quel corpo come in una rete sottile e lodelimitano come essere separato; quando ciò si è veri-ficato i movimenti e le correnti nel corpo eterico pos-sono mettersi liberamente in contatto col mondo ani-mico-spirituale esteriore e unirsi ad esso, di guisa chegli eventi spirituali animici esteriori e quelli interioridel corpo eterico umano possano reciprocamentecombinarsi e unirsi. Quando questo succede è arrivatoil momento, in cui l’uomo percepisce coscientemente

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il mondo dell’Ispirazione. Questa conoscenza gli si af-faccia in modo diverso da quella che si ha del mondosensibile fisico. In quest’ultimo si ricevono delle per-cezioni per mezzo dei sensi e di esse ci si forma poidelle rappresentazioni e delle idee; ciò non succedenella conoscenza per via di Ispirazione. In questa siconosce per via diretta, per conoscenza immediata;non vi è riflessione dopo la percezione. Ciò che nellaconoscenza sensibile fisica viene acquistato soltantodopo, per mezzo della riflessione, viene conseguitoper via immediata nell’Ispirazione, contemporanea-mente alla percezione. Si correrebbe perciò il pericolodi fluire e di perdersi completamente nell’ambientespirituale circostante, in guisa da non potersi più di-stinguere da esso, se la rete appunto descritta non sifosse formata attorno al corpo eterico.

Gli esercizi destinati all’Intuizione esercitanoun’azione non soltanto sul corpo eterico, ma anchesulle forze supersensibili del corpo fisico. Non biso-gna però credere che da essi risulti un’azione sul cor-po fisico percettibile ai nostri sensi abituali; tali effettisono riconoscibili soltanto per la conoscenza chiaro-veggente, ma non per quella esteriore. Essi si affac-ciano come risultato della maturità della coscienzaquando questa può avere delle esperienze nell’Intui-zione, malgrado abbia da sè eliminate tutte le espe-rienze esteriori ed interiori che fino allora conobbe.Orbene, le esperienze dell’Intuizione sono delicate,intime e tenui; il corpo umano fisico, all’attuale gradi-

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il mondo dell’Ispirazione. Questa conoscenza gli si af-faccia in modo diverso da quella che si ha del mondosensibile fisico. In quest’ultimo si ricevono delle per-cezioni per mezzo dei sensi e di esse ci si forma poidelle rappresentazioni e delle idee; ciò non succedenella conoscenza per via di Ispirazione. In questa siconosce per via diretta, per conoscenza immediata;non vi è riflessione dopo la percezione. Ciò che nellaconoscenza sensibile fisica viene acquistato soltantodopo, per mezzo della riflessione, viene conseguitoper via immediata nell’Ispirazione, contemporanea-mente alla percezione. Si correrebbe perciò il pericolodi fluire e di perdersi completamente nell’ambientespirituale circostante, in guisa da non potersi più di-stinguere da esso, se la rete appunto descritta non sifosse formata attorno al corpo eterico.

Gli esercizi destinati all’Intuizione esercitanoun’azione non soltanto sul corpo eterico, ma anchesulle forze supersensibili del corpo fisico. Non biso-gna però credere che da essi risulti un’azione sul cor-po fisico percettibile ai nostri sensi abituali; tali effettisono riconoscibili soltanto per la conoscenza chiaro-veggente, ma non per quella esteriore. Essi si affac-ciano come risultato della maturità della coscienzaquando questa può avere delle esperienze nell’Intui-zione, malgrado abbia da sè eliminate tutte le espe-rienze esteriori ed interiori che fino allora conobbe.Orbene, le esperienze dell’Intuizione sono delicate,intime e tenui; il corpo umano fisico, all’attuale gradi-

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no della sua evoluzione, è grossolano in confronto diesse, e oppone perciò un forte ostacolo al risultato de-gli esercizi che mirano all’Intuizione. Ma se questivengono continuati con energia e perseveranza e conla necessaria calma interiore, finiscono per trionfaredei possenti ostacoli del corpo fisico. Il discepolo sene accorge dal fatto, che gradatamente alcune manife-stazioni del corpo fisico, le quali si esplicavano primasenza che egli ne avesse coscienza, diventano ora vo-lontarie, e l’osserva pure dal fatto, che per breve tem-po sente la necessità di regolare, per esempio, la suarespirazione (o qualche altra funzione simile) inmodo, da stabilire un determinato accordo, o armonia,con ciò che si compie nell’anima per mezzo degliesercizi o della concentrazione interiore. L’evoluzioneideale dovrebbe ormai essere tale che nessun eserciziofosse eseguito per mezzo del corpo fisico stesso, mache tutto ciò che deve verificarsi in quest’ultimo, sipresentasse soltanto come risultato degli esercizi perl’Intuizione. Appunto perchè il corpo fisico presentaun forte ostacolo, la disciplina può offrire delle facili-tazioni per mezzo di esercizi che agiscano sul corpofisico. In questo campo conviene però evitare comepericolosi tutti gl’insegnamenti non direttamente im-partiti dalle persone sperimentate nella vera disciplinaspirituale. Fra questi esercizi, per esempio, viene indi-cata la pratica, per breve tempo, di un processo respi-ratorio speciale, il quale consiste nel regolare il respi-ro, in guisa che esso corrisponda, in un determinato

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no della sua evoluzione, è grossolano in confronto diesse, e oppone perciò un forte ostacolo al risultato de-gli esercizi che mirano all’Intuizione. Ma se questivengono continuati con energia e perseveranza e conla necessaria calma interiore, finiscono per trionfaredei possenti ostacoli del corpo fisico. Il discepolo sene accorge dal fatto, che gradatamente alcune manife-stazioni del corpo fisico, le quali si esplicavano primasenza che egli ne avesse coscienza, diventano ora vo-lontarie, e l’osserva pure dal fatto, che per breve tem-po sente la necessità di regolare, per esempio, la suarespirazione (o qualche altra funzione simile) inmodo, da stabilire un determinato accordo, o armonia,con ciò che si compie nell’anima per mezzo degliesercizi o della concentrazione interiore. L’evoluzioneideale dovrebbe ormai essere tale che nessun eserciziofosse eseguito per mezzo del corpo fisico stesso, mache tutto ciò che deve verificarsi in quest’ultimo, sipresentasse soltanto come risultato degli esercizi perl’Intuizione. Appunto perchè il corpo fisico presentaun forte ostacolo, la disciplina può offrire delle facili-tazioni per mezzo di esercizi che agiscano sul corpofisico. In questo campo conviene però evitare comepericolosi tutti gl’insegnamenti non direttamente im-partiti dalle persone sperimentate nella vera disciplinaspirituale. Fra questi esercizi, per esempio, viene indi-cata la pratica, per breve tempo, di un processo respi-ratorio speciale, il quale consiste nel regolare il respi-ro, in guisa che esso corrisponda, in un determinato

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modo, a delle speciali leggi del mondo animico-spiri-tuale. La respirazione è una funzione fisica, e quandoviene esercitata in modo, da essere l’espressione diuna legge animico-spirituale, essa imprime diretta-mente nell’esistenza fisica un’essenza spirituale; tra-sforma la sostanzialità fisica nel suo corrispondentespirituale. Perciò la scienza occulta chiama un taleprocesso la diretta trasmutazione dell’elemento fisicoin spirituale, per mezzo di una forza spirituale, e per ilconoscitore di queste cose, rappresenta il lavoro con la«Pietra filosofale». Bisogna sfrondare questa idea dalutti i pregiudizi, imposture e ciarlatanerie che su diessa si sono accumulate nel corso dei tempi; l’impor-tanza del fenomeno non potrà risultare in tal modoche accresciuta per lo studioso, il quale, come occulti-sta, sarà alieno da qualsiasi superstizione. Quando larappresentazione di un fatto importante è stata da noiacquistata, si ha il diritto di chiamarla col suo veronome, anche se per malintesi o per cattiva intenzionequesto nome sia stato associato a degli errori e a delleassurdità.

Ogni vera intuizione è un «lavoro» con la pietra fi-losofale, perchè ogni intuizione ha diretta presa sulleforze, che dal mondo supersensibile agiscono dentroal mondo fisico.

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modo, a delle speciali leggi del mondo animico-spiri-tuale. La respirazione è una funzione fisica, e quandoviene esercitata in modo, da essere l’espressione diuna legge animico-spirituale, essa imprime diretta-mente nell’esistenza fisica un’essenza spirituale; tra-sforma la sostanzialità fisica nel suo corrispondentespirituale. Perciò la scienza occulta chiama un taleprocesso la diretta trasmutazione dell’elemento fisicoin spirituale, per mezzo di una forza spirituale, e per ilconoscitore di queste cose, rappresenta il lavoro con la«Pietra filosofale». Bisogna sfrondare questa idea dalutti i pregiudizi, imposture e ciarlatanerie che su diessa si sono accumulate nel corso dei tempi; l’impor-tanza del fenomeno non potrà risultare in tal modoche accresciuta per lo studioso, il quale, come occulti-sta, sarà alieno da qualsiasi superstizione. Quando larappresentazione di un fatto importante è stata da noiacquistata, si ha il diritto di chiamarla col suo veronome, anche se per malintesi o per cattiva intenzionequesto nome sia stato associato a degli errori e a delleassurdità.

Ogni vera intuizione è un «lavoro» con la pietra fi-losofale, perchè ogni intuizione ha diretta presa sulleforze, che dal mondo supersensibile agiscono dentroal mondo fisico.

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Quando il discepolo ascende nei mondi più elevatidella conoscenza osserva, a un determinato momento,che la connessione delle forze che costituiscono la suapersonalità assume una forma diversa da quella che hanel mondo fisico-sensibile. In quest’ultimo l’Io man-tiene una stretta cooperazione delle forze animiche,sopratutto di quelle del pensiero, del sentimento e del-la volontà. Queste tre forze dell’anima, nelle condizio-ni normali della vita umana, si trovano sempre in con-tinuo rapporto. Si vede, per esempio, un determinatooggetto nel mondo esteriore, che può piacere o dispia-cere all’anima, cioè, la cui rappresentazione è connes-sa necessariamente a un senso di piacere o di dispiace-re. Si può anche desiderare quell’oggetto o sentirsispinti a modificarlo in questo o in quel modo; cioè, ildesiderio e la volontà si associano alla rappresentazio-ne di esso e al sentimento che desta. Questa associa-zione si verifica, perchè l’Io raccoglie e unifica la rap-presentazione, ossia il pensare, il sentire e il volere, ecoordina in tal modo le forze della personalità. Questoordine sano verrebbe disturbato, se, per impotenzadell’Io, i desideri, per esempio, seguissero una via di-versa da quella del sentimento o della rappresentazio-ne. L’uomo non avrebbe un atteggiamento sanodell’anima qualora ritenesse giusta una cosa e invecene desiderasse un’altra, che egli stesso considera nongiusta; così pure se desiderasse ciò che non gli piace,invece di ciò che gli piace. Orbene, a un determinatomomento della via della conoscenza superiore, l’uomo

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Quando il discepolo ascende nei mondi più elevatidella conoscenza osserva, a un determinato momento,che la connessione delle forze che costituiscono la suapersonalità assume una forma diversa da quella che hanel mondo fisico-sensibile. In quest’ultimo l’Io man-tiene una stretta cooperazione delle forze animiche,sopratutto di quelle del pensiero, del sentimento e del-la volontà. Queste tre forze dell’anima, nelle condizio-ni normali della vita umana, si trovano sempre in con-tinuo rapporto. Si vede, per esempio, un determinatooggetto nel mondo esteriore, che può piacere o dispia-cere all’anima, cioè, la cui rappresentazione è connes-sa necessariamente a un senso di piacere o di dispiace-re. Si può anche desiderare quell’oggetto o sentirsispinti a modificarlo in questo o in quel modo; cioè, ildesiderio e la volontà si associano alla rappresentazio-ne di esso e al sentimento che desta. Questa associa-zione si verifica, perchè l’Io raccoglie e unifica la rap-presentazione, ossia il pensare, il sentire e il volere, ecoordina in tal modo le forze della personalità. Questoordine sano verrebbe disturbato, se, per impotenzadell’Io, i desideri, per esempio, seguissero una via di-versa da quella del sentimento o della rappresentazio-ne. L’uomo non avrebbe un atteggiamento sanodell’anima qualora ritenesse giusta una cosa e invecene desiderasse un’altra, che egli stesso considera nongiusta; così pure se desiderasse ciò che non gli piace,invece di ciò che gli piace. Orbene, a un determinatomomento della via della conoscenza superiore, l’uomo

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si accorge, che il pensare, il sentire e il volere effetti-vamente si scindono, e ognuno di essi assume una cer-ta indipendenza; un dato pensiero, per esempio, nonstimola per impulso proprio un determinato sentire evolere. Succede che si può percepire un oggetto colpensiero giustamente, ma che per arrivare a un senti-mento o a una qualsiasi decisione della volontà in pro-posito occorra attingere un ulteriore impulso indipen-dente in noi stessi. Pensare, sentire e volere non sonopiù appunto tre forze che irradiano dall’Io, quale co-mune centro della personalità, sibbene esse diventanodelle entità indipendenti, tre personalità, in certo qualmodo; occorre allora rinvigorire maggiormente il pro-prio Io, poichè questo ormai deve non solo stabilirel’ordine nelle tre forze, ma dirigere e guidare tre enti-tà. Questo è ciò che la scienza dello Spirito chiama lascissione della personalità. Da questo fatto di nuovo sirileva chiaramente, come sia importante associare agliesercizi per la disciplina superiore quelli destinati adare sicurezza e fermezza al nostro giudizio, e allavita del sentimento e della volontà. Se queste qualitànon vengono da noi portate nel mondo superiore, benpresto ci si accorge, quanto l’Io sia debole e incapacedi guidare correttamente il pensiero, il sentimento e lavolontà. Una tale debolezza dell’Io farebbe sì chel’anima, trascinata da tre diverse personalità in tantevarie direzioni, perderebbe l’intima sua unità. Ma sel’evoluzione del discepolo si svolge in modo giusto,questa moltiplicazione, per così dire, nella sua vita in-

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si accorge, che il pensare, il sentire e il volere effetti-vamente si scindono, e ognuno di essi assume una cer-ta indipendenza; un dato pensiero, per esempio, nonstimola per impulso proprio un determinato sentire evolere. Succede che si può percepire un oggetto colpensiero giustamente, ma che per arrivare a un senti-mento o a una qualsiasi decisione della volontà in pro-posito occorra attingere un ulteriore impulso indipen-dente in noi stessi. Pensare, sentire e volere non sonopiù appunto tre forze che irradiano dall’Io, quale co-mune centro della personalità, sibbene esse diventanodelle entità indipendenti, tre personalità, in certo qualmodo; occorre allora rinvigorire maggiormente il pro-prio Io, poichè questo ormai deve non solo stabilirel’ordine nelle tre forze, ma dirigere e guidare tre enti-tà. Questo è ciò che la scienza dello Spirito chiama lascissione della personalità. Da questo fatto di nuovo sirileva chiaramente, come sia importante associare agliesercizi per la disciplina superiore quelli destinati adare sicurezza e fermezza al nostro giudizio, e allavita del sentimento e della volontà. Se queste qualitànon vengono da noi portate nel mondo superiore, benpresto ci si accorge, quanto l’Io sia debole e incapacedi guidare correttamente il pensiero, il sentimento e lavolontà. Una tale debolezza dell’Io farebbe sì chel’anima, trascinata da tre diverse personalità in tantevarie direzioni, perderebbe l’intima sua unità. Ma sel’evoluzione del discepolo si svolge in modo giusto,questa moltiplicazione, per così dire, nella sua vita in-

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teriore è segno di vero progresso, e malgrado di essaegli rimane il regolatore supremo, come nuovo Io,delle entità indipendenti che ormai costituiscono lasua anima. Nell’ulteriore corso della sua evoluzionequesta scissione prosegue più oltre; il pensiero diven-tato indipendente determina la comparsa di una quartaspeciale entità animico-spirituale, che si può indicarecome un diretto affluire nell’uomo di correnti, le qualisomigliano a dei pensieri. L’intiero mondo appare al-lora come un edificio di pensieri, e si presenta dinanziall’uomo, come gli si presentano il mondo vegetale oquello animale nel campo fisico-sensibile. In ugualmodo il pensare e il volere, divenuti indipendenti, de-stano due forze nell’anima che operano in essa comedue entità indipendenti; e infine si aggiunge alle altreuna settima forza o entità che somiglia all’Io stesso. Intal modo, a un determinato gradino dell’evoluzione,l’uomo si trova costituito di sette entità, che egli deveguidare e dirigere.

A questa esperienza se ne viene ad aggiungereun’altra. Prima di penetrare nel mondo supersensibilel’uomo conosceva il pensiero, il sentimento e la vo-lontà soltanto come esperienze interiori dell’anima;appena però penetra nel mondo supersensibile eglipercepisce delle cose, che non esprimono niente di ciòche è fisico-sensibile, ma esprimono ciò che è ani-mico-spirituale. Dietro alle proprietà del nuovo mon-do che percepisce, egli vede delle entità animico-spiri-tuali, e queste gli si presentano ora quale mondo este-

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teriore è segno di vero progresso, e malgrado di essaegli rimane il regolatore supremo, come nuovo Io,delle entità indipendenti che ormai costituiscono lasua anima. Nell’ulteriore corso della sua evoluzionequesta scissione prosegue più oltre; il pensiero diven-tato indipendente determina la comparsa di una quartaspeciale entità animico-spirituale, che si può indicarecome un diretto affluire nell’uomo di correnti, le qualisomigliano a dei pensieri. L’intiero mondo appare al-lora come un edificio di pensieri, e si presenta dinanziall’uomo, come gli si presentano il mondo vegetale oquello animale nel campo fisico-sensibile. In ugualmodo il pensare e il volere, divenuti indipendenti, de-stano due forze nell’anima che operano in essa comedue entità indipendenti; e infine si aggiunge alle altreuna settima forza o entità che somiglia all’Io stesso. Intal modo, a un determinato gradino dell’evoluzione,l’uomo si trova costituito di sette entità, che egli deveguidare e dirigere.

A questa esperienza se ne viene ad aggiungereun’altra. Prima di penetrare nel mondo supersensibilel’uomo conosceva il pensiero, il sentimento e la vo-lontà soltanto come esperienze interiori dell’anima;appena però penetra nel mondo supersensibile eglipercepisce delle cose, che non esprimono niente di ciòche è fisico-sensibile, ma esprimono ciò che è ani-mico-spirituale. Dietro alle proprietà del nuovo mon-do che percepisce, egli vede delle entità animico-spiri-tuali, e queste gli si presentano ora quale mondo este-

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riore, così come nel campo fisico-sensibile i minerali,le piante e gli animali gli si presentano ai sensi. Il di-scepolo può ormai osservare una differenza importan-te fra quel mondo animico-spirituale che gli si sta ri-velando, e quell’altro, che era abituato a percepire permezzo dei suoi sensi fisici. Una pianta del mondo sen-sibile rimane ciò che è, malgrado quello che l’animadell’uomo ne possa pensare o sentire. Non succedecosì dapprima per le immagini del mondo animico-spirituale; esse si modificano, a seconda dei pensieri edei sentimenti dell’uomo, che in tal modo dà loroun’impronta del proprio essere. Vogliamo supporreche una determinata immagine sorga nel mondo im-maginativo dinanzi all’uomo; finchè egli rimane indif-ferente di fronte ad essa l’immagine si palesa con unadeterminata forma; dal momento però che essa destain lui sentimenti di piacere o di dispiacere, quella for-ma si modifica. Le immagini dunque esprimono nonsoltanto qualcosa d’indipendente al di fuoridell’uomo, ma riflettono inoltre qualcosa di ciò che èl’uomo stesso; esse sono completamente impregnatedi essenza umana, la quale si stende sulle entità spiri-tuali come un velo. In questo caso l’uomo, anche se sitrova di fronte a un’entità reale, non la vede, ma scor-ge soltanto ciò che egli stesso ha creato. Di guisa che,pur avendo la verità dinanzi a sè, egli può scorgere ilfalso. Effettivamente questo si verifica, non soltantonei riguardi di ciò che l’uomo ha osservato della pro-pria entità, ma di tutto ciò che vi è in lui e che esercita

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riore, così come nel campo fisico-sensibile i minerali,le piante e gli animali gli si presentano ai sensi. Il di-scepolo può ormai osservare una differenza importan-te fra quel mondo animico-spirituale che gli si sta ri-velando, e quell’altro, che era abituato a percepire permezzo dei suoi sensi fisici. Una pianta del mondo sen-sibile rimane ciò che è, malgrado quello che l’animadell’uomo ne possa pensare o sentire. Non succedecosì dapprima per le immagini del mondo animico-spirituale; esse si modificano, a seconda dei pensieri edei sentimenti dell’uomo, che in tal modo dà loroun’impronta del proprio essere. Vogliamo supporreche una determinata immagine sorga nel mondo im-maginativo dinanzi all’uomo; finchè egli rimane indif-ferente di fronte ad essa l’immagine si palesa con unadeterminata forma; dal momento però che essa destain lui sentimenti di piacere o di dispiacere, quella for-ma si modifica. Le immagini dunque esprimono nonsoltanto qualcosa d’indipendente al di fuoridell’uomo, ma riflettono inoltre qualcosa di ciò che èl’uomo stesso; esse sono completamente impregnatedi essenza umana, la quale si stende sulle entità spiri-tuali come un velo. In questo caso l’uomo, anche se sitrova di fronte a un’entità reale, non la vede, ma scor-ge soltanto ciò che egli stesso ha creato. Di guisa che,pur avendo la verità dinanzi a sè, egli può scorgere ilfalso. Effettivamente questo si verifica, non soltantonei riguardi di ciò che l’uomo ha osservato della pro-pria entità, ma di tutto ciò che vi è in lui e che esercita

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pure un’azione su quel mondo. Egli può avere, peresempio, delle tendenze nascoste, le quali per virtùdell’educazione o del carattere non si manifestano nel-la vita; esse nondimeno esercitano un’azione sul mon-do spirituale-animico, il quale acquista in tal modo unpeculiare colore dall’intera natura dell’uomo, indipen-dentemente dal fatto che questi abbia o meno coscien-za di questa sua natura.

Per poter progredire oltre questo gradino dell’evo-luzione occorre che l’uomo impari a distinguere fra sèstesso e il mondo spirituale esteriore, e che egli elimi-ni tutte le influenze del proprio Sè dal mondo ani-mico-spirituale che lo attornia; e questo potrà fare sol-tanto, dopo aver acquistato la conoscenza di ciò cheegli stesso porta nel nuovo mondo. Si tratta dunqueper l’uomo di conoscere prima sè stesso, per poter poipercepire in tutta la sua purezza il mondo animico-spi-rituale che lo attornia. Orbene, per virtù di determinatifatti dell’evoluzione umana, tale autoconoscenza deveverificarsi naturalmente, quando l’uomo penetra nelmondo superiore. L’uomo sviluppa nel mondo abitua-le fisico-sensibile il suo Io, la sua autocoscienza, equesto Io agisce ormai come centro di attrazione pertutto ciò che appartiene all’uomo. Tutte le sue tenden-ze, simpatie, antipatie, passioni, opinioni ecc. si rag-gruppano, in certo qual modo, attorno all’Io, e questoè pure il punto di attrazione per ciò che si chiama ilKarma dell’uomo. Se si vedesse questo Io spogliatoda tutti i suoi veli, si potrebbero anche vedere in lui i

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pure un’azione su quel mondo. Egli può avere, peresempio, delle tendenze nascoste, le quali per virtùdell’educazione o del carattere non si manifestano nel-la vita; esse nondimeno esercitano un’azione sul mon-do spirituale-animico, il quale acquista in tal modo unpeculiare colore dall’intera natura dell’uomo, indipen-dentemente dal fatto che questi abbia o meno coscien-za di questa sua natura.

Per poter progredire oltre questo gradino dell’evo-luzione occorre che l’uomo impari a distinguere fra sèstesso e il mondo spirituale esteriore, e che egli elimi-ni tutte le influenze del proprio Sè dal mondo ani-mico-spirituale che lo attornia; e questo potrà fare sol-tanto, dopo aver acquistato la conoscenza di ciò cheegli stesso porta nel nuovo mondo. Si tratta dunqueper l’uomo di conoscere prima sè stesso, per poter poipercepire in tutta la sua purezza il mondo animico-spi-rituale che lo attornia. Orbene, per virtù di determinatifatti dell’evoluzione umana, tale autoconoscenza deveverificarsi naturalmente, quando l’uomo penetra nelmondo superiore. L’uomo sviluppa nel mondo abitua-le fisico-sensibile il suo Io, la sua autocoscienza, equesto Io agisce ormai come centro di attrazione pertutto ciò che appartiene all’uomo. Tutte le sue tenden-ze, simpatie, antipatie, passioni, opinioni ecc. si rag-gruppano, in certo qual modo, attorno all’Io, e questoè pure il punto di attrazione per ciò che si chiama ilKarma dell’uomo. Se si vedesse questo Io spogliatoda tutti i suoi veli, si potrebbero anche vedere in lui i

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destini che lo attendono nell’attuale o nelle future in-carnazioni, a seconda della vita da lui vissuta nelleprecedenti, e delle qualità che egli ha assimilate. In talmodo l’Io, con tutto ciò che ad esso è attaccato, deveormai essere la prima immagine che si presentaall’anima dell’uomo, quando questa ascende nel mon-do animico-spirituale.

Questo doppio dell’uomo, per virtù di una legge delmondo spirituale, deve costituire la prima impressioneche gli si presenta in quel mondo. È facile comprende-re la legge che sta a base di questo fenomeno, se si ri-flette, che nella vita fisico-sensibile l’uomo percepiscesè stesso soltanto in quanto sperimenta interiormenteil proprio pensare, sentire e volere; questa percezioneperò è interiore: non si presenta esteriormente davantiall’uomo come gli si presentano i minerali, le piante,gli animali. Del resto, per mezzo della percezione in-teriore, l’uomo impara a conoscere sè stesso soltantoin parte, poichè ha in sè qualcosa che non gli permettedi approfondire troppo questa autocoscienza; è unostimolo, che appena l’uomo riconosce una disposizio-ne in sè per mezzo dell’autoconoscenza e non vuoleabbandonarsi a nessuna illusione sul proprio conto,lo spinge a trasformare questa disposizione.

Se egli non cede a questo stimolo e distoglie sem-plicemente la sua attenzione dal proprio sè, rimanendoquale è, si priva ben inteso anche della possibilità diconoscere sè stesso riguardo al punto in quistione. Sepenetra però in sè stesso ed esamina senza illusioni

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destini che lo attendono nell’attuale o nelle future in-carnazioni, a seconda della vita da lui vissuta nelleprecedenti, e delle qualità che egli ha assimilate. In talmodo l’Io, con tutto ciò che ad esso è attaccato, deveormai essere la prima immagine che si presentaall’anima dell’uomo, quando questa ascende nel mon-do animico-spirituale.

Questo doppio dell’uomo, per virtù di una legge delmondo spirituale, deve costituire la prima impressioneche gli si presenta in quel mondo. È facile comprende-re la legge che sta a base di questo fenomeno, se si ri-flette, che nella vita fisico-sensibile l’uomo percepiscesè stesso soltanto in quanto sperimenta interiormenteil proprio pensare, sentire e volere; questa percezioneperò è interiore: non si presenta esteriormente davantiall’uomo come gli si presentano i minerali, le piante,gli animali. Del resto, per mezzo della percezione in-teriore, l’uomo impara a conoscere sè stesso soltantoin parte, poichè ha in sè qualcosa che non gli permettedi approfondire troppo questa autocoscienza; è unostimolo, che appena l’uomo riconosce una disposizio-ne in sè per mezzo dell’autoconoscenza e non vuoleabbandonarsi a nessuna illusione sul proprio conto,lo spinge a trasformare questa disposizione.

Se egli non cede a questo stimolo e distoglie sem-plicemente la sua attenzione dal proprio sè, rimanendoquale è, si priva ben inteso anche della possibilità diconoscere sè stesso riguardo al punto in quistione. Sepenetra però in sè stesso ed esamina senza illusioni

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questa o quella speciale sua qualità, si troverà in con-dizione di correggerla, oppure non ne sarà capace nel-le attuali circostanze della sua vita; in quest’ultimocaso un sentimento s’insinuerà nella sua anima, senti-mento che si può chiamare di vergogna. Tale effettiva-mente è l’azione della natura sana dell’uomo; attraver-so l’autoconoscenza sperimenta molti generi di vergo-gna. Orbene, anche nella vita ordinaria questo senti-mento ha un effetto ben determinato: l’uomo di mentesana provvederà, perchè le qualità che hanno suscitatoquel sentimento non si manifestino esteriormente, nonsi esplichino in azioni esteriori. La vergogna è dunqueuna forza che spinge l’uomo a nascondere qualcosa insè stesso, per impedire che si palesi all’esteriore.

Se si riflette su tutto ciò, si arriverà a comprendere,che la ricerca spirituale attribuisce un’azione ancorapiù profonda a un’altra esperienza interiore dell’ani-ma, la quale è molto affine al sentimento della vergo-gna; essa trova, che nelle profondità reconditedell’anima esiste una specie di vergogna nascosta, dicui l’uomo non è cosciente nella vita fisico-sensibile.Questo sentimento nascosto agisce però in modo ana-logo a quello manifesto appunto descritto della vitaordinaria, e impedisce che l’entità più intimadell’uomo si presenti a lui sotto forma d’immaginepercettibile. Se questo sentimento non esistesse,l’uomo potrebbe vedersi quale egli è realmente; speri-menterebbe le proprie rappresentazioni, i proprii senti-menti e le proprie volontà non soltanto interiormente,

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questa o quella speciale sua qualità, si troverà in con-dizione di correggerla, oppure non ne sarà capace nel-le attuali circostanze della sua vita; in quest’ultimocaso un sentimento s’insinuerà nella sua anima, senti-mento che si può chiamare di vergogna. Tale effettiva-mente è l’azione della natura sana dell’uomo; attraver-so l’autoconoscenza sperimenta molti generi di vergo-gna. Orbene, anche nella vita ordinaria questo senti-mento ha un effetto ben determinato: l’uomo di mentesana provvederà, perchè le qualità che hanno suscitatoquel sentimento non si manifestino esteriormente, nonsi esplichino in azioni esteriori. La vergogna è dunqueuna forza che spinge l’uomo a nascondere qualcosa insè stesso, per impedire che si palesi all’esteriore.

Se si riflette su tutto ciò, si arriverà a comprendere,che la ricerca spirituale attribuisce un’azione ancorapiù profonda a un’altra esperienza interiore dell’ani-ma, la quale è molto affine al sentimento della vergo-gna; essa trova, che nelle profondità reconditedell’anima esiste una specie di vergogna nascosta, dicui l’uomo non è cosciente nella vita fisico-sensibile.Questo sentimento nascosto agisce però in modo ana-logo a quello manifesto appunto descritto della vitaordinaria, e impedisce che l’entità più intimadell’uomo si presenti a lui sotto forma d’immaginepercettibile. Se questo sentimento non esistesse,l’uomo potrebbe vedersi quale egli è realmente; speri-menterebbe le proprie rappresentazioni, i proprii senti-menti e le proprie volontà non soltanto interiormente,

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ma li scorgerebbe come vede le pietre, gli animali, lepiante. Questo sentimento perciò ottenebra la vistadell’uomo su sè stesso, e in tal modo gli nascondecontemporaneamente l’intiero mondo spirituale-ani-mico, perchè, se la propria essenza interiore rimaneper l’uomo nascosta, egli non può neppure vedere ciòper mezzo di cui deve sviluppare gli organi per cono-scere il mondo animico-spirituale, e non può trasfor-mare il suo essere di guisa che esso acquisti gli organispirituali di percezione. Se l’uomo però, per mezzo diuna giusta disciplina, lavora per acquistarsi questi or-gani di percezione, la prima impressione che gli sipresenta è quella di sè stesso, quale egli è veramente;vede il proprio doppio. Questa conoscenza di sè stessonon si può separare dalla percezione del resto delmondo spirituale-animico. Nella vita ordinaria delmondo fisico-sensibile il sentimento di vergogna ap-punto descritto agisce in modo, che chiude all’uomocontinuamente la porta del mondo spirituale-animico.Al primo passo che egli tenta per penetrare in quelmondo, subito sorge il sentimento di vergogna, di cuiperò non è cosciente, e gli nasconde quella parte delmondo spirituale-animico, che vuole manifestarsi. Gliesercizi descritti però aprono questo mondo. Effettiva-mente quel sentimento nascosto esercita un’azionemolto benefica per l’umanità; poichè tutto ciò chel’uomo ha acquistato, senza l’aiuto della disciplinaspirituale, come forza di criterio, di sentimento e divolontà, non basta per renderlo capace di sopportare la

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ma li scorgerebbe come vede le pietre, gli animali, lepiante. Questo sentimento perciò ottenebra la vistadell’uomo su sè stesso, e in tal modo gli nascondecontemporaneamente l’intiero mondo spirituale-ani-mico, perchè, se la propria essenza interiore rimaneper l’uomo nascosta, egli non può neppure vedere ciòper mezzo di cui deve sviluppare gli organi per cono-scere il mondo animico-spirituale, e non può trasfor-mare il suo essere di guisa che esso acquisti gli organispirituali di percezione. Se l’uomo però, per mezzo diuna giusta disciplina, lavora per acquistarsi questi or-gani di percezione, la prima impressione che gli sipresenta è quella di sè stesso, quale egli è veramente;vede il proprio doppio. Questa conoscenza di sè stessonon si può separare dalla percezione del resto delmondo spirituale-animico. Nella vita ordinaria delmondo fisico-sensibile il sentimento di vergogna ap-punto descritto agisce in modo, che chiude all’uomocontinuamente la porta del mondo spirituale-animico.Al primo passo che egli tenta per penetrare in quelmondo, subito sorge il sentimento di vergogna, di cuiperò non è cosciente, e gli nasconde quella parte delmondo spirituale-animico, che vuole manifestarsi. Gliesercizi descritti però aprono questo mondo. Effettiva-mente quel sentimento nascosto esercita un’azionemolto benefica per l’umanità; poichè tutto ciò chel’uomo ha acquistato, senza l’aiuto della disciplinaspirituale, come forza di criterio, di sentimento e divolontà, non basta per renderlo capace di sopportare la

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vista del vero aspetto della propria entità; vista che glifarebbe perdere ogni fiducia in sè stesso, ogni senti-mento o coscienza di sè. Per evitare che questo si veri-fichi, occorre praticare non soltanto gli esercizi checonducono alla conoscenza superiore, ma coltivare alcontempo lo sviluppo di un sano criterio, e il perfezio-namento della natura dei proprii sentimenti e del pro-prio carattere. Dalla scienza dello Spirito, per mezzodi una disciplina regolare, oltre ai molti mezzi perl’auto-conoscenza e l’auto-osservazione, l’uomo im-para quanto è necessario per dargli la forza di soppor-tare con fermezza l’incontro con il proprio doppio. Al-lora l’occultista vede l’immagine nel mondo immagi-nativo, sotto altra forma, di ciò che già ha conosciutonel mondo fisico. Chiunque per mezzo del proprio in-telletto già nel mondo fisico abbia compreso giusta-mente le leggi del Karma, non si sgomenterà ormaigran fatto nel vedere il proprio destino tracciatonell’immagine del suo doppio. Chi ha compreso colproprio criterio l’evoluzione del mondo e dell’umanitàe sa come, in un determinato momento di essa, le for-ze di Lucifero siano penetrate nell’anima umana, nontroverà difficoltà a sopportare la vista dell’immaginedella propria entità, che contiene quegli esseri luciferi-ci con tutti i loro effetti. – Da tutto questo, però, si ri-leva, quanto sia necessario che l’uomo non cerchi dipenetrare nel mondo spirituale, prima che per mezzodel suo giudizio normalmente evoluto nel mondo fi-sico-sensibile, egli non abbia compreso alcune deter-

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vista del vero aspetto della propria entità; vista che glifarebbe perdere ogni fiducia in sè stesso, ogni senti-mento o coscienza di sè. Per evitare che questo si veri-fichi, occorre praticare non soltanto gli esercizi checonducono alla conoscenza superiore, ma coltivare alcontempo lo sviluppo di un sano criterio, e il perfezio-namento della natura dei proprii sentimenti e del pro-prio carattere. Dalla scienza dello Spirito, per mezzodi una disciplina regolare, oltre ai molti mezzi perl’auto-conoscenza e l’auto-osservazione, l’uomo im-para quanto è necessario per dargli la forza di soppor-tare con fermezza l’incontro con il proprio doppio. Al-lora l’occultista vede l’immagine nel mondo immagi-nativo, sotto altra forma, di ciò che già ha conosciutonel mondo fisico. Chiunque per mezzo del proprio in-telletto già nel mondo fisico abbia compreso giusta-mente le leggi del Karma, non si sgomenterà ormaigran fatto nel vedere il proprio destino tracciatonell’immagine del suo doppio. Chi ha compreso colproprio criterio l’evoluzione del mondo e dell’umanitàe sa come, in un determinato momento di essa, le for-ze di Lucifero siano penetrate nell’anima umana, nontroverà difficoltà a sopportare la vista dell’immaginedella propria entità, che contiene quegli esseri luciferi-ci con tutti i loro effetti. – Da tutto questo, però, si ri-leva, quanto sia necessario che l’uomo non cerchi dipenetrare nel mondo spirituale, prima che per mezzodel suo giudizio normalmente evoluto nel mondo fi-sico-sensibile, egli non abbia compreso alcune deter-

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minate verità del mondo spirituale. Tutto ciò che vie-ne comunicato in questo libro e che precede la spiega-zione sulla «Conoscenza dei mondi superiori», do-vrebbe essere assimilato dal discepolo, nel corso rego-lare della sua evoluzione, per mezzo della normale suacapacità di giudizio, prima che egli stesso desideri dipenetrare nei mondi supersensibili.

Con una disciplina, che non tien conto della neces-sità di rinvigorire la sicurezza e la fermezza del giudi-zio e della vita del sentimento e del carattere, può suc-cedere, che il discepolo penetri nel mondo superiore,prima di avere acquistato le capacità interiori necessa-rie. L’incontro col suo doppio in tal caso lo angustie-rebbe. Ma se – come è anche possibile – l’incontro ve-nisse completamente evitato, e l’uomo penetrassenondimeno nel mondo supersensibile, egli non sareb-be mai capace di riconoscere quel mondo nella suavera forma; gli riuscirebbe impossibile di distinguerefra l’aspetto con cui egli stesso vede le cose e ciò cheesse realmente sono. Questa distinzione è possibilesoltanto quando il discepolo percepisce la propria en-tità come un’immagine a sè, e distacca in tal mododall’ambiente che lo circonda tutto ciò che fluisce dal-la propria interiorità. Nella vita dell’uomo nel mondofisico-sensibile il doppio, per virtù del sentimento divergogna appunto caratterizzato, diventa invisibile,non appena l’uomo si avvicina al mondo animico spi-rituale; così però il doppio nasconde completamenteanche tutto quel mondo. Esso sta dinanzi a quel mon-

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minate verità del mondo spirituale. Tutto ciò che vie-ne comunicato in questo libro e che precede la spiega-zione sulla «Conoscenza dei mondi superiori», do-vrebbe essere assimilato dal discepolo, nel corso rego-lare della sua evoluzione, per mezzo della normale suacapacità di giudizio, prima che egli stesso desideri dipenetrare nei mondi supersensibili.

Con una disciplina, che non tien conto della neces-sità di rinvigorire la sicurezza e la fermezza del giudi-zio e della vita del sentimento e del carattere, può suc-cedere, che il discepolo penetri nel mondo superiore,prima di avere acquistato le capacità interiori necessa-rie. L’incontro col suo doppio in tal caso lo angustie-rebbe. Ma se – come è anche possibile – l’incontro ve-nisse completamente evitato, e l’uomo penetrassenondimeno nel mondo supersensibile, egli non sareb-be mai capace di riconoscere quel mondo nella suavera forma; gli riuscirebbe impossibile di distinguerefra l’aspetto con cui egli stesso vede le cose e ciò cheesse realmente sono. Questa distinzione è possibilesoltanto quando il discepolo percepisce la propria en-tità come un’immagine a sè, e distacca in tal mododall’ambiente che lo circonda tutto ciò che fluisce dal-la propria interiorità. Nella vita dell’uomo nel mondofisico-sensibile il doppio, per virtù del sentimento divergogna appunto caratterizzato, diventa invisibile,non appena l’uomo si avvicina al mondo animico spi-rituale; così però il doppio nasconde completamenteanche tutto quel mondo. Esso sta dinanzi a quel mon-

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do come un «Guardiano», per vietarne l’ingresso a co-loro che ancora non sono adatti a penetrarvi, ed èchiamato perciò dalla scienza dello Spirito il «Guar-diano della soglia del mondo spirituale-animico».Anzi, lo si può veramente chiamare il «piccolo Guar-diano», perchè ve n’è un altro di cui più tardi parlere-mo. Oltre che all’entrata del mondo supersensibile,l’uomo incontra questo «Guardiano della Soglia» an-che quando passa per la morte fisica; esso gli si rivelagradatamente durante lo svolgersi dell’evoluzione ani-mico-spirituale che si verifica fra una morte e unanuova nascita. Allora però tale incontro non può angu-stiare l’uomo, perchè egli conosce altri mondi, cheignorava nella vita fra nascita e morte.

Se l’uomo penetrasse nel mondo spirituale-animicosenza incontrare il «Guardiano della Soglia», potrebbecadere vittima di molte illusioni; non potrebbe mai di-stinguere ciò che egli stesso reca in quel mondo, daciò che veramente appartiene ad esso; ma una discipli-na regolare deve guidare il discepolo nel campo dellaverità e non in quello dell’illusione; per virtù di essaperciò l’incontro dovrà necessariamente una volta ve-rificarsi. Quell’incontro è difatti l’unico rimedio effi-cace per evitare che nello studio dei mondi spiritualis’incorra nella possibilità delle illusioni e delle fanta-sticherie. È indispensabile che ogni discepolodell’occultismo ponga speciale cura all’educazione disè stesso, per non cadere in fantasticherie, per non di-ventare un uomo soggetto alle illusioni e agli errori,

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do come un «Guardiano», per vietarne l’ingresso a co-loro che ancora non sono adatti a penetrarvi, ed èchiamato perciò dalla scienza dello Spirito il «Guar-diano della soglia del mondo spirituale-animico».Anzi, lo si può veramente chiamare il «piccolo Guar-diano», perchè ve n’è un altro di cui più tardi parlere-mo. Oltre che all’entrata del mondo supersensibile,l’uomo incontra questo «Guardiano della Soglia» an-che quando passa per la morte fisica; esso gli si rivelagradatamente durante lo svolgersi dell’evoluzione ani-mico-spirituale che si verifica fra una morte e unanuova nascita. Allora però tale incontro non può angu-stiare l’uomo, perchè egli conosce altri mondi, cheignorava nella vita fra nascita e morte.

Se l’uomo penetrasse nel mondo spirituale-animicosenza incontrare il «Guardiano della Soglia», potrebbecadere vittima di molte illusioni; non potrebbe mai di-stinguere ciò che egli stesso reca in quel mondo, daciò che veramente appartiene ad esso; ma una discipli-na regolare deve guidare il discepolo nel campo dellaverità e non in quello dell’illusione; per virtù di essaperciò l’incontro dovrà necessariamente una volta ve-rificarsi. Quell’incontro è difatti l’unico rimedio effi-cace per evitare che nello studio dei mondi spiritualis’incorra nella possibilità delle illusioni e delle fanta-sticherie. È indispensabile che ogni discepolodell’occultismo ponga speciale cura all’educazione disè stesso, per non cadere in fantasticherie, per non di-ventare un uomo soggetto alle illusioni e agli errori,

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per effetto di suggestione o di autosuggestione. Quan-do le giuste norme della disciplina spirituale sono os-servate, rimangono annientate le sorgenti che potreb-bero essere causa di errore. Naturalmente qui non sipossono esaminare tutti i minuti particolari delle mi-sure che occorre osservare, ma è dato soltanto di ac-cennare alle cause delle illusioni di cui si tratta; questepossono provenire da due sorgenti. Derivano anzituttoin parte dal fatto, che il discepolo conferisce alla real-tà il colore della propria entità animica. Nella vita or-dinaria del mondo fisico-sensibile questa sorgente diillusioni presenta relativamente poco pericolo; perquanto l’osservatore possa desiderare di dotare ilmondo esteriore del colore dei proprii desideri e inte-ressi, questo però s’impone sempre nettamente con lapropria forma. Ma appena si penetra nel mondo im-maginativo le immagini subiscono effettivamente unatrasformazione per effetto di quei desideri e di quegliinteressi, e l’uomo si trova dinanzi come realtà, ciòche egli stesso si è formato, o a cui per lo meno hacollaborato. Orbene, poichè per mezzo dell’incontrocol Guardiano della Soglia il discepolo impara a cono-scere tutto ciò che è in lui, ciò che egli dunque puòportare seco nel mondo spirituale, questa sorgente diillusione rimane eliminata. La preparazione a cui il di-scepolo è sottoposto prima di penetrare nel mondoanimico-spirituale è diretta a dargli l’abitudine, anchenell’osservare il mondo fisico, di eliminare la propriapersonalità, e di lasciar che le cose e i processi gli par-

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per effetto di suggestione o di autosuggestione. Quan-do le giuste norme della disciplina spirituale sono os-servate, rimangono annientate le sorgenti che potreb-bero essere causa di errore. Naturalmente qui non sipossono esaminare tutti i minuti particolari delle mi-sure che occorre osservare, ma è dato soltanto di ac-cennare alle cause delle illusioni di cui si tratta; questepossono provenire da due sorgenti. Derivano anzituttoin parte dal fatto, che il discepolo conferisce alla real-tà il colore della propria entità animica. Nella vita or-dinaria del mondo fisico-sensibile questa sorgente diillusioni presenta relativamente poco pericolo; perquanto l’osservatore possa desiderare di dotare ilmondo esteriore del colore dei proprii desideri e inte-ressi, questo però s’impone sempre nettamente con lapropria forma. Ma appena si penetra nel mondo im-maginativo le immagini subiscono effettivamente unatrasformazione per effetto di quei desideri e di quegliinteressi, e l’uomo si trova dinanzi come realtà, ciòche egli stesso si è formato, o a cui per lo meno hacollaborato. Orbene, poichè per mezzo dell’incontrocol Guardiano della Soglia il discepolo impara a cono-scere tutto ciò che è in lui, ciò che egli dunque puòportare seco nel mondo spirituale, questa sorgente diillusione rimane eliminata. La preparazione a cui il di-scepolo è sottoposto prima di penetrare nel mondoanimico-spirituale è diretta a dargli l’abitudine, anchenell’osservare il mondo fisico, di eliminare la propriapersonalità, e di lasciar che le cose e i processi gli par-

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lino direttamente per virtù della loro propria natura.Chiunque abbia praticato sufficientemente questa pre-parazione può considerare con calma l’incontro colGuardiano della Soglia; questo incontro potrà definiti-vamente dimostrargli, se egli sia realmente in condi-zione di eliminare la propria personalità, quando sitrova di fronte al mondo animico-spirituale.

Oltre a questa sorgente di illusioni ve n’è un’altra;questa si palesa quando si dà interpretazione errataalle impressioni che si ricevono. Nel mondo fisico-sensibile un esempio tipico di tale illusione si puòavere quando, seduti in ferrovia, si crede che gli alberisi muovano nella direzione opposta al treno, mentreinvece siamo noi che ci muoviamo col treno. Tali er-rori nel mondo fisico-sensibile non sono sempre cosìfacili a constatare, quanto quello molto semplice ap-punto descritto; nondimeno è evidente che in questomondo l’uomo trova anche i mezzi per eliminare taliillusioni, purchè tenga conto con sano criterio di tuttigli elementi che possono servire alla spiegazione delrelativo fatto. Ma la cosa diventa diversa appena si pe-netra nelle sfere supersensibili. Nel mondo sensibilel’illusione umana non può modificare la realtà stessadei fatti, e perciò è possibile di rettificare l’illusioneper mezzo di un esame spregiudicato di quelli. Ma nelmondo supersensibile questa osservazione senz’altronon è possibile. Se un uomo vuole osservare un pro-cesso supersensibile e si avvicina ad esso con criterioerrato, introduce nel processo stesso un errore, per cui

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lino direttamente per virtù della loro propria natura.Chiunque abbia praticato sufficientemente questa pre-parazione può considerare con calma l’incontro colGuardiano della Soglia; questo incontro potrà definiti-vamente dimostrargli, se egli sia realmente in condi-zione di eliminare la propria personalità, quando sitrova di fronte al mondo animico-spirituale.

Oltre a questa sorgente di illusioni ve n’è un’altra;questa si palesa quando si dà interpretazione errataalle impressioni che si ricevono. Nel mondo fisico-sensibile un esempio tipico di tale illusione si puòavere quando, seduti in ferrovia, si crede che gli alberisi muovano nella direzione opposta al treno, mentreinvece siamo noi che ci muoviamo col treno. Tali er-rori nel mondo fisico-sensibile non sono sempre cosìfacili a constatare, quanto quello molto semplice ap-punto descritto; nondimeno è evidente che in questomondo l’uomo trova anche i mezzi per eliminare taliillusioni, purchè tenga conto con sano criterio di tuttigli elementi che possono servire alla spiegazione delrelativo fatto. Ma la cosa diventa diversa appena si pe-netra nelle sfere supersensibili. Nel mondo sensibilel’illusione umana non può modificare la realtà stessadei fatti, e perciò è possibile di rettificare l’illusioneper mezzo di un esame spregiudicato di quelli. Ma nelmondo supersensibile questa osservazione senz’altronon è possibile. Se un uomo vuole osservare un pro-cesso supersensibile e si avvicina ad esso con criterioerrato, introduce nel processo stesso un errore, per cui

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questo viene talmente intessuto con il fatto, che non èfacile a tutta prima distinguere l’uno dall’altro. In talcaso l’errore non è più dell’uomo, nè il fatto reale è aldi fuori di esso, sibbene l’errore stesso è divenuto par-te costitutiva del fatto esteriore; la realtà non può per-ciò essere rettificata semplicemente per mezzodell’osservazione spregiudicata del fatto. Questoesempio c’indica una perenne sorgente d’illusioni e difantasticherie per coloro che si avvicinano al mondosupersensibile senza giusta preparazione. – Orbene,come il discepolo acquista ormai la capacità di elimi-nare tutte le illusioni che provengono dalla colorazio-ne che la propria entità ha conferito ai fenomeni co-smici supersensibili, così egli deve conseguire anchela facoltà di annullare la seconda sorgente di illusionisopra descritte. Il discepolo può escludere ciò che eglistesso ha portato, appena avrà riconosciuto l’immagi-ne del proprio doppio, e potrà eliminare la secondasorgente di illusioni, quando avrà acquistato la capaci-tà di riconoscere, dalla natura stessa di un fatto delmondo supersensibile, se si tratti di realtà o di illusio-ne. Se le illusioni avessero precisamente il medesimoaspetto della realtà non sarebbe possibile distinguerle;ma così non è. Le illusioni dei mondi supersensibilihanno delle caratteristiche proprie, per cui si differen-ziano dalle realtà; occorre che il discepolo sappia di-stinguerle per riconoscere le realtà. – Scaturisce spon-tanea, a chi non conosce la disciplina spirituale, la do-manda: «Come è possibile difendersi dall’errore, se le

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questo viene talmente intessuto con il fatto, che non èfacile a tutta prima distinguere l’uno dall’altro. In talcaso l’errore non è più dell’uomo, nè il fatto reale è aldi fuori di esso, sibbene l’errore stesso è divenuto par-te costitutiva del fatto esteriore; la realtà non può per-ciò essere rettificata semplicemente per mezzodell’osservazione spregiudicata del fatto. Questoesempio c’indica una perenne sorgente d’illusioni e difantasticherie per coloro che si avvicinano al mondosupersensibile senza giusta preparazione. – Orbene,come il discepolo acquista ormai la capacità di elimi-nare tutte le illusioni che provengono dalla colorazio-ne che la propria entità ha conferito ai fenomeni co-smici supersensibili, così egli deve conseguire anchela facoltà di annullare la seconda sorgente di illusionisopra descritte. Il discepolo può escludere ciò che eglistesso ha portato, appena avrà riconosciuto l’immagi-ne del proprio doppio, e potrà eliminare la secondasorgente di illusioni, quando avrà acquistato la capaci-tà di riconoscere, dalla natura stessa di un fatto delmondo supersensibile, se si tratti di realtà o di illusio-ne. Se le illusioni avessero precisamente il medesimoaspetto della realtà non sarebbe possibile distinguerle;ma così non è. Le illusioni dei mondi supersensibilihanno delle caratteristiche proprie, per cui si differen-ziano dalle realtà; occorre che il discepolo sappia di-stinguerle per riconoscere le realtà. – Scaturisce spon-tanea, a chi non conosce la disciplina spirituale, la do-manda: «Come è possibile difendersi dall’errore, se le

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sorgenti delle illusioni son così numerose? esiste forseun solo occultista che possa affermare con sicurezza,che le sue pretese cognizioni superiori non pogginosull’illusione, cioè, sulla suggestione o l’autosugge-stione?» Chi parla a quel modo non tien conto del fat-to, che ogni vera disciplina spirituale si svolge inmodo, che le sorgenti delle illusioni rimangano elimi-nate. Anzitutto il vero discepolo dell’occultismo ac-quisterà, per virtù della sua preparazione, delle cogni-zioni sufficienti intorno a tutte le possibili cause di er-rori e di illusioni, da trovarsi in condizione di saperse-ne difendere. A questo riguardo egli ha realmentemaggiore possibilità di qualsiasi altro uomo di acqui-stare senno e giudizio per dirigere la sua vita. Tuttociò che egli impara gli insegna a non fare assegna-mento su nessun presentimento o premonizione inde-terminata, ecc.; la disciplina lo rende quanto mai pru-dente. Del resto ogni vero insegnamento è basato sullostudio di grandi eventi cosmici; di argomenti dunqueche richiedono tensione del discernimento e del giudi-zio; e tale esercizio rafforza e acuisce quelle facoltà. Acoloro soltanto che si rifiutano di studiare campi cosìvasti, e desiderano attenersi a «rivelazioni» più acces-sibili, può venire a mancare quel sano rafforzamentodel criterio, che rende capace di discernere con sicu-rezza l’illusione dalla realtà. Ma tutto ciò non èl’essenziale; l’importanza maggiore risiede negli eser-cizi stessi, praticati durante il corso di una disciplinaspirituale regolare. Questi devono, cioè, essere diretti

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sorgenti delle illusioni son così numerose? esiste forseun solo occultista che possa affermare con sicurezza,che le sue pretese cognizioni superiori non pogginosull’illusione, cioè, sulla suggestione o l’autosugge-stione?» Chi parla a quel modo non tien conto del fat-to, che ogni vera disciplina spirituale si svolge inmodo, che le sorgenti delle illusioni rimangano elimi-nate. Anzitutto il vero discepolo dell’occultismo ac-quisterà, per virtù della sua preparazione, delle cogni-zioni sufficienti intorno a tutte le possibili cause di er-rori e di illusioni, da trovarsi in condizione di saperse-ne difendere. A questo riguardo egli ha realmentemaggiore possibilità di qualsiasi altro uomo di acqui-stare senno e giudizio per dirigere la sua vita. Tuttociò che egli impara gli insegna a non fare assegna-mento su nessun presentimento o premonizione inde-terminata, ecc.; la disciplina lo rende quanto mai pru-dente. Del resto ogni vero insegnamento è basato sullostudio di grandi eventi cosmici; di argomenti dunqueche richiedono tensione del discernimento e del giudi-zio; e tale esercizio rafforza e acuisce quelle facoltà. Acoloro soltanto che si rifiutano di studiare campi cosìvasti, e desiderano attenersi a «rivelazioni» più acces-sibili, può venire a mancare quel sano rafforzamentodel criterio, che rende capace di discernere con sicu-rezza l’illusione dalla realtà. Ma tutto ciò non èl’essenziale; l’importanza maggiore risiede negli eser-cizi stessi, praticati durante il corso di una disciplinaspirituale regolare. Questi devono, cioè, essere diretti

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in modo, che la coscienza del discepolo, durante laconcentrazione interiore, possa osservare minutamen-te tutto ciò che si svolge nella sua anima. Anzitutto ildiscepolo deve formarsi un simbolo per provocarel’immaginazione; questo simbolo contiene ancora rap-presentazioni delle percezioni esteriori. L’uomo nonne stabilisce da solo il contenuto; non se lo forma dasè, e può perciò ingannarsi e interpretare erroneamen-te l’origine di esso. Egli allontana però questo conte-nuto dalla sua coscienza quando procede agli eserciziper l’Ispirazione, e si concentra soltanto nella propriaanima sull’attività che ha formato il simbolo. Ma an-che a questo punto vi è possibilità di errore; per mez-zo dell’educazione e dello studio ecc. l’uomo ha svi-luppato una speciale attività della sua anima, di cuiperò non conosce completamente l’origine. Il discepo-lo allontana ormai anche questa sua attività animicadalla coscienza, e se dopo questa eliminazione gli ri-mane ancora qualche cosa, non vi è però più nulla chepossa sfuggire all’osservazione, o di cui egli non pos-sa giudicare completamente il contenuto. Il discepolopossiede dunque con la sua Intuizione qualcosa, chegli dimostra come sia costituita una realtà pura delmondo spirituale-animico; se si serve poi delle carat-teristiche riconosciute della realtà spirituale-animicacome pietra di paragone per vagliare tutto ciò che sot-topone alla sua osservazione, potrà distinguere la par-venza dalla realtà. Se applica questa legge, può esserealtrettanto sicuro di proteggersi dall’illusione nel

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in modo, che la coscienza del discepolo, durante laconcentrazione interiore, possa osservare minutamen-te tutto ciò che si svolge nella sua anima. Anzitutto ildiscepolo deve formarsi un simbolo per provocarel’immaginazione; questo simbolo contiene ancora rap-presentazioni delle percezioni esteriori. L’uomo nonne stabilisce da solo il contenuto; non se lo forma dasè, e può perciò ingannarsi e interpretare erroneamen-te l’origine di esso. Egli allontana però questo conte-nuto dalla sua coscienza quando procede agli eserciziper l’Ispirazione, e si concentra soltanto nella propriaanima sull’attività che ha formato il simbolo. Ma an-che a questo punto vi è possibilità di errore; per mez-zo dell’educazione e dello studio ecc. l’uomo ha svi-luppato una speciale attività della sua anima, di cuiperò non conosce completamente l’origine. Il discepo-lo allontana ormai anche questa sua attività animicadalla coscienza, e se dopo questa eliminazione gli ri-mane ancora qualche cosa, non vi è però più nulla chepossa sfuggire all’osservazione, o di cui egli non pos-sa giudicare completamente il contenuto. Il discepolopossiede dunque con la sua Intuizione qualcosa, chegli dimostra come sia costituita una realtà pura delmondo spirituale-animico; se si serve poi delle carat-teristiche riconosciute della realtà spirituale-animicacome pietra di paragone per vagliare tutto ciò che sot-topone alla sua osservazione, potrà distinguere la par-venza dalla realtà. Se applica questa legge, può esserealtrettanto sicuro di proteggersi dall’illusione nel

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mondo supersensibile, quanto è sicuro nel mondo fi-sico-sensibile di non scambiare un ferro rovente im-maginario con un ferro vero che bruci realmente. Beninteso, tali considerazioni si possono applicare soltan-to a quelle cognizioni acquistate per esperienza pro-pria nei mondi supersensibili, e non a quelle che civengono comunicate da altri, e che si comprendonocon il nostro intelletto fisico e con un sano sentimentodi verità. Il discepolo deve adoperarsi per tracciare unlimite ben definito fra ciò che egli stesso si è acquista-to e quello che ha accolto da altri, e deve essere pron-to ad accogliere le comunicazioni sui mondi superiorie a vagliarle con il suo criterio. Quando si tratta peròdi un’esperienza sua propria, di un’osservazione fattada lui stesso, dovrà verificare accuratamente se questapresenta quelle caratteristiche, che egli ha imparato aconoscere con il mezzo infallibile dell’Intuizione.

* * *

Quando il discepolo ha superato l’incontro con il«Guardiano della Soglia», si trova di fronte ad altreesperienze. Anzitutto osserverà, che vi è un’intima af-finità fra questo «Guardiano della Soglia» e quellaforza dell’anima già descritta a proposito della scissio-ne della personalità, e che è la settima a formarsicome entità indipendente. Effettivamente, sotto uncerto riguardo, questa settima entità altro non è che ildoppio stesso, il «Guardiano della Soglia». Esso im-

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mondo supersensibile, quanto è sicuro nel mondo fi-sico-sensibile di non scambiare un ferro rovente im-maginario con un ferro vero che bruci realmente. Beninteso, tali considerazioni si possono applicare soltan-to a quelle cognizioni acquistate per esperienza pro-pria nei mondi supersensibili, e non a quelle che civengono comunicate da altri, e che si comprendonocon il nostro intelletto fisico e con un sano sentimentodi verità. Il discepolo deve adoperarsi per tracciare unlimite ben definito fra ciò che egli stesso si è acquista-to e quello che ha accolto da altri, e deve essere pron-to ad accogliere le comunicazioni sui mondi superiorie a vagliarle con il suo criterio. Quando si tratta peròdi un’esperienza sua propria, di un’osservazione fattada lui stesso, dovrà verificare accuratamente se questapresenta quelle caratteristiche, che egli ha imparato aconoscere con il mezzo infallibile dell’Intuizione.

* * *

Quando il discepolo ha superato l’incontro con il«Guardiano della Soglia», si trova di fronte ad altreesperienze. Anzitutto osserverà, che vi è un’intima af-finità fra questo «Guardiano della Soglia» e quellaforza dell’anima già descritta a proposito della scissio-ne della personalità, e che è la settima a formarsicome entità indipendente. Effettivamente, sotto uncerto riguardo, questa settima entità altro non è che ildoppio stesso, il «Guardiano della Soglia». Esso im-

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pone al discepolo un compito speciale, quello cioè, diguidare e di dirigere, per mezzo del nuovo Sè, il suoSè abituale, ossia il Sè, che gli apparisce nell’immagi-ne; ne risulta perciò una specie di lotta con il «dop-pio», il quale tenta continuamente di prendere il so-pravvento. Lo sforzo di stabilire con quello un giustorapporto e di non permettergli nessun’azione che nonsia controllata dal nuovo Ego, consolida e rinvigorisceanche le forze dell’uomo. – Orbene, nel mondo supe-riore l’autoconoscenza, sotto un determinato aspetto,non è la stessa che nel mondo fisico-sensibile, Mentrein quest’ultimo l’autoconoscenza si presenta soltantocome esperienza interiore, il nuovo Sè in vece si pale-sa subito come un fenomeno animico esteriore.L’uomo si trova dinanzi il nuovo Sè come un altro es-sere, ma non lo può percepire completamente. Perquanto ci si possa essere inalzati a grande altezza nellavia dei mondi superiori, vi saranno tuttavia semprenuovi gradini più elevati da ascendere, e da questiavremo una visione sempre più chiara del nostro «Sèsuperiore». Questo perciò può rivelarsi soltanto inparte al discepolo sui vari gradini. L’uomo si trovaesposto però a una tremenda tentazione, quando co-mincia ad accorgersi del suo «Sè superiore», e cioè, aquella di considerarlo, in certo qual modo, dal puntodi vista acquistatosi nel mondo fisico-sensibile. Que-sta tentazione è salutare e deve presentarsi, perchè laevoluzione possa svolgersi giustamente. Il discepolodeve considerare l’essere che gli si presenta come il

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pone al discepolo un compito speciale, quello cioè, diguidare e di dirigere, per mezzo del nuovo Sè, il suoSè abituale, ossia il Sè, che gli apparisce nell’immagi-ne; ne risulta perciò una specie di lotta con il «dop-pio», il quale tenta continuamente di prendere il so-pravvento. Lo sforzo di stabilire con quello un giustorapporto e di non permettergli nessun’azione che nonsia controllata dal nuovo Ego, consolida e rinvigorisceanche le forze dell’uomo. – Orbene, nel mondo supe-riore l’autoconoscenza, sotto un determinato aspetto,non è la stessa che nel mondo fisico-sensibile, Mentrein quest’ultimo l’autoconoscenza si presenta soltantocome esperienza interiore, il nuovo Sè in vece si pale-sa subito come un fenomeno animico esteriore.L’uomo si trova dinanzi il nuovo Sè come un altro es-sere, ma non lo può percepire completamente. Perquanto ci si possa essere inalzati a grande altezza nellavia dei mondi superiori, vi saranno tuttavia semprenuovi gradini più elevati da ascendere, e da questiavremo una visione sempre più chiara del nostro «Sèsuperiore». Questo perciò può rivelarsi soltanto inparte al discepolo sui vari gradini. L’uomo si trovaesposto però a una tremenda tentazione, quando co-mincia ad accorgersi del suo «Sè superiore», e cioè, aquella di considerarlo, in certo qual modo, dal puntodi vista acquistatosi nel mondo fisico-sensibile. Que-sta tentazione è salutare e deve presentarsi, perchè laevoluzione possa svolgersi giustamente. Il discepolodeve considerare l’essere che gli si presenta come il

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proprio doppio, come il «Guardiano della Soglia», eparagonarlo al «Sè superiore », per potere constatarela differenza fra ciò che egli stesso è, e ciò che devediventare. Ma durante questo esame il «Guardianodella Soglia» comincia ad assumere un altro aspetto;esso si presenta come immagine di tutti gli ostacoliche si oppongono all’evoluzione del Sè superiore. Ildiscepolo si accorge allora del pesante fardello di cuiè caricato il Sè abituale, e qualora, per virtù della suapreparazione, egli non fosse abbastanza forte per direa sè stesso; «Non mi fermerò qui, ma mi evolverò in-cessantemente fino al Sè superiore», il discepolo in-dietreggerà spaventato dinanzi all’avvenire. Egli in talcaso è penetrato nel mondo spirituale, ma rinunzia aprogredire più oltre, e diventa prigioniero di quella fi-gura che gli si presenta all’anima per mezzo del«Guardiano della Soglia». È importante il fatto, chequest’esperienza non dà al discepolo il senso di essereun prigioniero, anzi, egli crede di sperimentare qual-cosa di affatto diverso. La figura evocata dal «Guar-diano della Soglia» può essere tale, da produrrenell’anima di chi l’osserva l’impressione, di avere di-nanzi a sè, nelle immagini che sorgono a questo gradi-no dell’evoluzione, l’intiero assieme di tutti i mondi,di essere insomma arrivato all’apice della conoscenza,e che non le occorra progredire più oltre. Invece disentirsi prigioniero, il discepolo si sentirà in tal caso ilricco possessore di tutti i segreti cosmici. Non c’è dasorprendersi, che egli possa avere un’esperienza così

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proprio doppio, come il «Guardiano della Soglia», eparagonarlo al «Sè superiore », per potere constatarela differenza fra ciò che egli stesso è, e ciò che devediventare. Ma durante questo esame il «Guardianodella Soglia» comincia ad assumere un altro aspetto;esso si presenta come immagine di tutti gli ostacoliche si oppongono all’evoluzione del Sè superiore. Ildiscepolo si accorge allora del pesante fardello di cuiè caricato il Sè abituale, e qualora, per virtù della suapreparazione, egli non fosse abbastanza forte per direa sè stesso; «Non mi fermerò qui, ma mi evolverò in-cessantemente fino al Sè superiore», il discepolo in-dietreggerà spaventato dinanzi all’avvenire. Egli in talcaso è penetrato nel mondo spirituale, ma rinunzia aprogredire più oltre, e diventa prigioniero di quella fi-gura che gli si presenta all’anima per mezzo del«Guardiano della Soglia». È importante il fatto, chequest’esperienza non dà al discepolo il senso di essereun prigioniero, anzi, egli crede di sperimentare qual-cosa di affatto diverso. La figura evocata dal «Guar-diano della Soglia» può essere tale, da produrrenell’anima di chi l’osserva l’impressione, di avere di-nanzi a sè, nelle immagini che sorgono a questo gradi-no dell’evoluzione, l’intiero assieme di tutti i mondi,di essere insomma arrivato all’apice della conoscenza,e che non le occorra progredire più oltre. Invece disentirsi prigioniero, il discepolo si sentirà in tal caso ilricco possessore di tutti i segreti cosmici. Non c’è dasorprendersi, che egli possa avere un’esperienza così

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contraria alla verità, ove si rifletta che, quando speri-menta a quel modo, il discepolo già si trova nel mon-do animico-spirituale, e che una peculiarità diquest’ultimo è proprio quella, che gli eventi si presen-tano al contrario di come sono. In questo libro è statogià accennato a questo fatto, nelle osservazioni sullavita dopo la morte (vedi pag. 70).

La figura che l’uomo vede a tale gradino dell’evo-luzione gli palesa un aspetto del Guardiano della So-glia diverso da quello con cui la prima volta si era pre-sentato, poichè allora il discepolo poteva vedere in luitutte le qualità possedute dal Sè abituale dell’uomo,per effetto dell’influenza delle forze di Lucifero. Or-bene, durante il corso dell’evoluzione umana, per vir-tù dell’influenza di Lucifero, un’altra forza è penetratanelle anime degli uomini, la forza detta di Arimane(vedi pagg. 202 a 208). Questa è la forza che impedi-sce all’uomo durante l’esistenza fisica di vedere le en-tità spirituali animiche del mondo esteriore nascostedietro alla superficie del mondo sensibile. Quello chel’anima dell’uomo è divenuta sotto l’influenza di taleforza si manifesta nella figura, di cui l’immagine sipresenta al discepolo durante l’esperienza descritta.L’uomo che si avvicina a questa esperienza con unapreparazione sufficiente saprà darle il suo vero signifi-cato, e in tal caso gli si manifesta poco dopo un’altrafigura, cioè, quella che si può chiamare il «GrandeGuardiano della Soglia», la quale lo ammonisce a nonfermarsi, ma a lavorare energicamente per progredire

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contraria alla verità, ove si rifletta che, quando speri-menta a quel modo, il discepolo già si trova nel mon-do animico-spirituale, e che una peculiarità diquest’ultimo è proprio quella, che gli eventi si presen-tano al contrario di come sono. In questo libro è statogià accennato a questo fatto, nelle osservazioni sullavita dopo la morte (vedi pag. 70).

La figura che l’uomo vede a tale gradino dell’evo-luzione gli palesa un aspetto del Guardiano della So-glia diverso da quello con cui la prima volta si era pre-sentato, poichè allora il discepolo poteva vedere in luitutte le qualità possedute dal Sè abituale dell’uomo,per effetto dell’influenza delle forze di Lucifero. Or-bene, durante il corso dell’evoluzione umana, per vir-tù dell’influenza di Lucifero, un’altra forza è penetratanelle anime degli uomini, la forza detta di Arimane(vedi pagg. 202 a 208). Questa è la forza che impedi-sce all’uomo durante l’esistenza fisica di vedere le en-tità spirituali animiche del mondo esteriore nascostedietro alla superficie del mondo sensibile. Quello chel’anima dell’uomo è divenuta sotto l’influenza di taleforza si manifesta nella figura, di cui l’immagine sipresenta al discepolo durante l’esperienza descritta.L’uomo che si avvicina a questa esperienza con unapreparazione sufficiente saprà darle il suo vero signifi-cato, e in tal caso gli si manifesta poco dopo un’altrafigura, cioè, quella che si può chiamare il «GrandeGuardiano della Soglia», la quale lo ammonisce a nonfermarsi, ma a lavorare energicamente per progredire

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più oltre. Questa figura desta chiaramente la coscien-za, nell’uomo che l’osserva, che il mondo da lui con-quistato diventa una realtà e non si trasforma in illu-sione, purchè il lavoro venga giustamente proseguito.Se un uomo però che ha seguito una disciplina erratadovesse avvicinarsi a questa esperienza senza la ne-cessaria preparazione, alla vista del grande «Guardia-no della Soglia» egli si sentirebbe l’anima invasa daun sentimento, che si può qualificare come «di infinitoterrore», di invincibile paura.

Come l’incontro col piccolo «Guardiano della So-glia» offre al discepolo l’occasione di verificare, seegli è al riparo dalle illusioni che potrebbero sorgeredall’intromissione della sua personalità nel mondo su-persensibile, così pure egli può mettersi alla prova,con le esperienze che conducono finalmente al grande«Guardiano della Soglia», per verificare se è capace diresistere alle illusioni, che derivano dalla seconda sor-gente sopra descritta. Se sa resistere alla potente illu-sione, che gli presenta il mondo immaginativo da luiraggiunto come una ricca conquista, Mentre egli inve-ce non è che un prigioniero, allora si troverà anche alriparo, nell’ulteriore corso della sua evoluzione, dalpericolo di confondere l’apparenza con la realtà.

Il «Guardiano della Soglia» assumerà, fino a uncerto punto, una figura individuale per ogni singolouomo. L’incontro con esso corrisponde appuntoall’esperienza, per mezzo della quale il carattere per-sonale dell’osservazione supersensibile viene superato

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più oltre. Questa figura desta chiaramente la coscien-za, nell’uomo che l’osserva, che il mondo da lui con-quistato diventa una realtà e non si trasforma in illu-sione, purchè il lavoro venga giustamente proseguito.Se un uomo però che ha seguito una disciplina erratadovesse avvicinarsi a questa esperienza senza la ne-cessaria preparazione, alla vista del grande «Guardia-no della Soglia» egli si sentirebbe l’anima invasa daun sentimento, che si può qualificare come «di infinitoterrore», di invincibile paura.

Come l’incontro col piccolo «Guardiano della So-glia» offre al discepolo l’occasione di verificare, seegli è al riparo dalle illusioni che potrebbero sorgeredall’intromissione della sua personalità nel mondo su-persensibile, così pure egli può mettersi alla prova,con le esperienze che conducono finalmente al grande«Guardiano della Soglia», per verificare se è capace diresistere alle illusioni, che derivano dalla seconda sor-gente sopra descritta. Se sa resistere alla potente illu-sione, che gli presenta il mondo immaginativo da luiraggiunto come una ricca conquista, Mentre egli inve-ce non è che un prigioniero, allora si troverà anche alriparo, nell’ulteriore corso della sua evoluzione, dalpericolo di confondere l’apparenza con la realtà.

Il «Guardiano della Soglia» assumerà, fino a uncerto punto, una figura individuale per ogni singolouomo. L’incontro con esso corrisponde appuntoall’esperienza, per mezzo della quale il carattere per-sonale dell’osservazione supersensibile viene superato

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e vien data la possibilità di penetrare in una regione,in cui le esperienze sono libere da qualsiasi colorazio-ne personale, e che è aperta ad ogni entità umana.

* * *

Il discepolo, dopo le esperienze descritte, è capacedi distinguere nell’ambiente animico-spirituale ciò cheegli stesso è, da quanto lo attornia; egli intende alloraquanto sia necessaria la conoscenza dei processi co-smici descritti in questo libro per poter comprenderel’uomo e la vita di lui. Difatti, si capisce il corpo fisi-co soltanto quando si riconosce, come esso si sia an-dato edificando attraverso l’evoluzione di Saturno, delSole, della Luna e della Terra; e si arriva a compren-dere il corpo eterico, quando se ne segue la formazio-ne attraverso l’evoluzione del Sole, della Luna e dellaTerra. Si comprende pure tutto ciò che si riconnette at-tualmente con l’evoluzione terrestre, quando si rico-nosce come tutto si sia evoluto per gradi. La disciplinaocculta ci pone in condizione di riconoscere il rappor-to fra tutto ciò che vi è nell’uomo e i fatti e le entitàcorrispondenti del mondo che si trova al di fuoridell’uomo; perchè, realmente, ogni singolo artodell’uomo sta in rapporto con l’intiero universo. Inquesto libro è stato soltanto possibile dare un accennodi questo fatto; bisogna però riflettere, per esempio,che durante l’evoluzione di Saturno esisteva soltantoun primo germe del corpo fisico dell’uomo. I suoi or-

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e vien data la possibilità di penetrare in una regione,in cui le esperienze sono libere da qualsiasi colorazio-ne personale, e che è aperta ad ogni entità umana.

* * *

Il discepolo, dopo le esperienze descritte, è capacedi distinguere nell’ambiente animico-spirituale ciò cheegli stesso è, da quanto lo attornia; egli intende alloraquanto sia necessaria la conoscenza dei processi co-smici descritti in questo libro per poter comprenderel’uomo e la vita di lui. Difatti, si capisce il corpo fisi-co soltanto quando si riconosce, come esso si sia an-dato edificando attraverso l’evoluzione di Saturno, delSole, della Luna e della Terra; e si arriva a compren-dere il corpo eterico, quando se ne segue la formazio-ne attraverso l’evoluzione del Sole, della Luna e dellaTerra. Si comprende pure tutto ciò che si riconnette at-tualmente con l’evoluzione terrestre, quando si rico-nosce come tutto si sia evoluto per gradi. La disciplinaocculta ci pone in condizione di riconoscere il rappor-to fra tutto ciò che vi è nell’uomo e i fatti e le entitàcorrispondenti del mondo che si trova al di fuoridell’uomo; perchè, realmente, ogni singolo artodell’uomo sta in rapporto con l’intiero universo. Inquesto libro è stato soltanto possibile dare un accennodi questo fatto; bisogna però riflettere, per esempio,che durante l’evoluzione di Saturno esisteva soltantoun primo germe del corpo fisico dell’uomo. I suoi or-

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gani, il cuore, il polmone, il cervello si sono formatipiù tardi da quel primo germe, durante l’epoca solare,quella lunare e quella terrestre, di guisa che vi è rap-porto fra cuore, polmone, ecc., e l’evoluzione solare,la lunare e la terrestre; ugualmente vi è rapporto fraquelle evoluzioni e il corpo eterico, il corpo senziente,e l’anima senziente ecc. L’uomo è stato formatodall’intiero mondo che lo attornia; e ogni singola suaparte corrisponde ad un processo, a un essere delmondo esteriore. A un determinato gradino della suaevoluzione il discepolo arriva a riconoscere questorapporto del proprio essere coll’universo, e tale stadiodella conoscenza vien chiamato dalla scienza delloSpirito la coscienza della corrispondenza del «piccolomondo», il Microcosmo, cioè l’uomo stesso, con il«grande mondo », il Macrocosmo. Quando il discepo-lo si è elevato a tale conoscenza gli si può presentareuna nuova esperienza; egli comincia a sentirsi parteintegrante dell’intiero edificio cosmico, pur conti-nuando a sentir completa la propria indipendenza.Questo sentimento è come un sentirsi diffusonell’intiero mondo, diventar uno con esso, senza, peròperdere la propria entità personale. La scienza delloSpirito chiama questo gradino dell’evoluzione«l’unione con il Macrocosmo». È importante di nonrappresentarci questa unificazione come se con essa lacoscienza separata venisse a cessare, e l’entità umanasi diffondesse nel Tutto; tale idea non potrebbe deriva-re che da un giudizio non disciplinato. – Dopo questo

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gani, il cuore, il polmone, il cervello si sono formatipiù tardi da quel primo germe, durante l’epoca solare,quella lunare e quella terrestre, di guisa che vi è rap-porto fra cuore, polmone, ecc., e l’evoluzione solare,la lunare e la terrestre; ugualmente vi è rapporto fraquelle evoluzioni e il corpo eterico, il corpo senziente,e l’anima senziente ecc. L’uomo è stato formatodall’intiero mondo che lo attornia; e ogni singola suaparte corrisponde ad un processo, a un essere delmondo esteriore. A un determinato gradino della suaevoluzione il discepolo arriva a riconoscere questorapporto del proprio essere coll’universo, e tale stadiodella conoscenza vien chiamato dalla scienza delloSpirito la coscienza della corrispondenza del «piccolomondo», il Microcosmo, cioè l’uomo stesso, con il«grande mondo », il Macrocosmo. Quando il discepo-lo si è elevato a tale conoscenza gli si può presentareuna nuova esperienza; egli comincia a sentirsi parteintegrante dell’intiero edificio cosmico, pur conti-nuando a sentir completa la propria indipendenza.Questo sentimento è come un sentirsi diffusonell’intiero mondo, diventar uno con esso, senza, peròperdere la propria entità personale. La scienza delloSpirito chiama questo gradino dell’evoluzione«l’unione con il Macrocosmo». È importante di nonrappresentarci questa unificazione come se con essa lacoscienza separata venisse a cessare, e l’entità umanasi diffondesse nel Tutto; tale idea non potrebbe deriva-re che da un giudizio non disciplinato. – Dopo questo

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gradino di evoluzione il discepolo arriva a uno stadio,che la scienza occulta chiama la «Beatitudine divina».Non è nè possibile, nè necessario descrivere più esat-tamente questo stato, perchè nessuna parola umana haforza sufficiente per esprimere ciò che l’uomo speri-menta in esso; veramente si può dire, che per arrivarea formarsene una idea, bisognerebbe ricorrere a unmodo di pensare, che potesse fare a meno dello stru-mento del cervello umano.

I singoli gradini della conoscenza superiore, secon-do il processo di Iniziazione qui descritto, possonodunque essere indicati nel seguente ordine:

1. Lo studio della scienza dello Spirito, per il qualeci si serve anzitutto della forza di giudizio acquistatanel mondo fisico-sensibile.

2. L’acquisto della conoscenza immaginativa.3. La lettura della scrittura occulta (corrispondente

all’Ispirazione).4. Il lavoro con la pietra filosofale (corrispondente

all’Intuizione).5. La conoscenza dei rapporti fra Microcosmo e

Macrocosmo.6. L’unione col Macrocosmo.7. La Beatitudine divina.Non è necessario che questi gradini si susseguano

ordinatamente; a seconda dell’individualità del disce-polo la disciplina può anche svolgersi in modo, che,prima di aver completamente superato un gradino,egli già cominci a praticare gli esercizi per quello sus-

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gradino di evoluzione il discepolo arriva a uno stadio,che la scienza occulta chiama la «Beatitudine divina».Non è nè possibile, nè necessario descrivere più esat-tamente questo stato, perchè nessuna parola umana haforza sufficiente per esprimere ciò che l’uomo speri-menta in esso; veramente si può dire, che per arrivarea formarsene una idea, bisognerebbe ricorrere a unmodo di pensare, che potesse fare a meno dello stru-mento del cervello umano.

I singoli gradini della conoscenza superiore, secon-do il processo di Iniziazione qui descritto, possonodunque essere indicati nel seguente ordine:

1. Lo studio della scienza dello Spirito, per il qualeci si serve anzitutto della forza di giudizio acquistatanel mondo fisico-sensibile.

2. L’acquisto della conoscenza immaginativa.3. La lettura della scrittura occulta (corrispondente

all’Ispirazione).4. Il lavoro con la pietra filosofale (corrispondente

all’Intuizione).5. La conoscenza dei rapporti fra Microcosmo e

Macrocosmo.6. L’unione col Macrocosmo.7. La Beatitudine divina.Non è necessario che questi gradini si susseguano

ordinatamente; a seconda dell’individualità del disce-polo la disciplina può anche svolgersi in modo, che,prima di aver completamente superato un gradino,egli già cominci a praticare gli esercizi per quello sus-

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seguente. Può succedere benissimo, per esempio, cheil discepolo sia riuscito in modo sicuro a ottenere sol-tanto alcune Immaginazioni e già pratichi gli eserciziche attirano nel campo della sua esperienza l’Ispira-zione, l’Intuizione, o la conoscenza del rapporto fraMicrocosmo e Macrocosmo.

* * *

Il discepolo, dopo sperimentata l’Intuizione, cono-sce non soltanto le immagini del mondo animico-spi-rituale e legge i loro rapporti nella «scrittura occulta»,ma arriva anche alla conoscenza degli esseri stessi,per mezzo della cui collaborazione è stato costituito ilmondo al quale l’uomo appartiene; egli impara in talmodo a conoscere sè stesso nella forma che gli è pro-pria, come essere spirituale, nel mondo animico-spiri-tuale. Il discepolo si è elevato fino alla percezione delsuo Io superiore, e si è accorto quanto ancora debbalavorare per dominare il suo «doppio», il «Guardianodella Soglia»; ha però sperimentato anche l’incontrocol «grande Guardiano della Soglia», che gli sta difronte come continuo incitamento ad un ulteriore pro-gresso. Questo «grande Guardiano della Soglia» di-venta ormai il modello verso il quale egli aspira:quando questo sentimento si affaccia nel discepolo,egli ha raggiunto quel gradino importante dell’evolu-zione, in cui è capace di riconoscere chi è realmentel’Essere che gli si presenta, sotto l’aspetto del «grande

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seguente. Può succedere benissimo, per esempio, cheil discepolo sia riuscito in modo sicuro a ottenere sol-tanto alcune Immaginazioni e già pratichi gli eserciziche attirano nel campo della sua esperienza l’Ispira-zione, l’Intuizione, o la conoscenza del rapporto fraMicrocosmo e Macrocosmo.

* * *

Il discepolo, dopo sperimentata l’Intuizione, cono-sce non soltanto le immagini del mondo animico-spi-rituale e legge i loro rapporti nella «scrittura occulta»,ma arriva anche alla conoscenza degli esseri stessi,per mezzo della cui collaborazione è stato costituito ilmondo al quale l’uomo appartiene; egli impara in talmodo a conoscere sè stesso nella forma che gli è pro-pria, come essere spirituale, nel mondo animico-spiri-tuale. Il discepolo si è elevato fino alla percezione delsuo Io superiore, e si è accorto quanto ancora debbalavorare per dominare il suo «doppio», il «Guardianodella Soglia»; ha però sperimentato anche l’incontrocol «grande Guardiano della Soglia», che gli sta difronte come continuo incitamento ad un ulteriore pro-gresso. Questo «grande Guardiano della Soglia» di-venta ormai il modello verso il quale egli aspira:quando questo sentimento si affaccia nel discepolo,egli ha raggiunto quel gradino importante dell’evolu-zione, in cui è capace di riconoscere chi è realmentel’Essere che gli si presenta, sotto l’aspetto del «grande

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Guardiano della Soglia». Questo Guardiano ormai,nella visione del discepolo, si trasforma nella figuradel Cristo, dell’Essere, il cui intervento nell’evoluzio-ne terrestre è stato indicato nei precedenti capitoli diquesto libro (vedi pag. 227 e sg.). In tal modo, per vir-tù della sua Intuizione, il discepolo viene iniziato inquel sublime Mistero che è connesso al nome del Cri-sto. Il Cristo gli si rivela come il «grande esempio chel’uomo deve seguire sulla Terra» (vedi pag. 227). –Quando il Cristo viene riconosciuto nel mondo spiri-tuale per mezzo dell’Intuizione riesce anche possibiledi comprendere ciò che si è svolto storicamente sullaTerra, nel quarto periodo post-atlanteo dell’evoluzioneterrestre, nel periodo greco-latino. Per esperienza pro-pria allora il discepolo arriva a conoscere come aquell’epoca il grande Essere solare, l’Entità-Cristo, siaintervenuta nell’evoluzione della Terra, e come inquesta continui da allora in poi ad esercitare la suaazione. Per mezzo dell’Intuizione dunque il discepoloriceve la rivelazione del significato e dell’importanzadell’evoluzione terrestre.

La via ora descritta per arrivare alla conoscenza deimondi supersensibili può essere seguita da ogni uomo,in qualsiasi condizione egli si trovi nella vita attuale.A proposito di tale via occorre riflettere, che la mètadella conoscenza e della verità è sempre stata la mede-sima in ogni epoca dell’evoluzione terrestre, ma che ipunti di partenza per gli uomini sono stati differenti, aseconda delle varie epoche. L’uomo, attualmente, per

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Guardiano della Soglia». Questo Guardiano ormai,nella visione del discepolo, si trasforma nella figuradel Cristo, dell’Essere, il cui intervento nell’evoluzio-ne terrestre è stato indicato nei precedenti capitoli diquesto libro (vedi pag. 227 e sg.). In tal modo, per vir-tù della sua Intuizione, il discepolo viene iniziato inquel sublime Mistero che è connesso al nome del Cri-sto. Il Cristo gli si rivela come il «grande esempio chel’uomo deve seguire sulla Terra» (vedi pag. 227). –Quando il Cristo viene riconosciuto nel mondo spiri-tuale per mezzo dell’Intuizione riesce anche possibiledi comprendere ciò che si è svolto storicamente sullaTerra, nel quarto periodo post-atlanteo dell’evoluzioneterrestre, nel periodo greco-latino. Per esperienza pro-pria allora il discepolo arriva a conoscere come aquell’epoca il grande Essere solare, l’Entità-Cristo, siaintervenuta nell’evoluzione della Terra, e come inquesta continui da allora in poi ad esercitare la suaazione. Per mezzo dell’Intuizione dunque il discepoloriceve la rivelazione del significato e dell’importanzadell’evoluzione terrestre.

La via ora descritta per arrivare alla conoscenza deimondi supersensibili può essere seguita da ogni uomo,in qualsiasi condizione egli si trovi nella vita attuale.A proposito di tale via occorre riflettere, che la mètadella conoscenza e della verità è sempre stata la mede-sima in ogni epoca dell’evoluzione terrestre, ma che ipunti di partenza per gli uomini sono stati differenti, aseconda delle varie epoche. L’uomo, attualmente, per

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penetrare nelle regioni supersensibili non può partiredal medesimo punto dal quale partivano, per esempio,gli antichi iniziandi egiziani; gli esercizi perciò chevenivano imposti al discepolo egiziano non sono piùadatti per gli uomini attuali. Da quell’epoca le animeumane hanno attraversato varie incarnazioni, e questopassaggio ha avuto un’importanza e un significato. Lecapacità e le qualità delle anime si modificano da in-carnazione a incarnazione. Basta osservare anche su-perficialmente il corso della storia per accorgersi, chedal 12° al 13° secolo dopo Cristo in poi tutte le condi-zioni della vita sono cambiate, che le opinioni, i senti-menti e anche le rapacità degli uomini si sono trasfor-mati. La via della conoscenza superiore qui descritta èdunque adatta per le anime che s’incarnano nei tempiattuali; essa pone il punto di partenza per l’evoluzionespirituale là, dove l’uomo si trova nell’epoca presente,qualunque siano le condizioni impostegli dalla vita at-tuale. Nei riguardi delle vie che conducono alla cono-scenza superiore il progresso dell’evoluzione conducel’umanità da un’epoca all’altra a forme sempre nuove;così pure la vita esteriore modifica attraverso i tempile proprie forme. In ogni epoca è necessario che regniun perfetto accordo fra la vita esteriore e l’Iniziazione.Nel capitolo seguente verrà accennato alle trasforma-zioni, che hanno dovuto verificarsi nei metodidell’iniziazione praticati dagli antichi Misteri per con-durre il discepolo nei mondi superiori, per adattarliall’«Iniziazione» moderna, al conseguimento, cioè,

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penetrare nelle regioni supersensibili non può partiredal medesimo punto dal quale partivano, per esempio,gli antichi iniziandi egiziani; gli esercizi perciò chevenivano imposti al discepolo egiziano non sono piùadatti per gli uomini attuali. Da quell’epoca le animeumane hanno attraversato varie incarnazioni, e questopassaggio ha avuto un’importanza e un significato. Lecapacità e le qualità delle anime si modificano da in-carnazione a incarnazione. Basta osservare anche su-perficialmente il corso della storia per accorgersi, chedal 12° al 13° secolo dopo Cristo in poi tutte le condi-zioni della vita sono cambiate, che le opinioni, i senti-menti e anche le rapacità degli uomini si sono trasfor-mati. La via della conoscenza superiore qui descritta èdunque adatta per le anime che s’incarnano nei tempiattuali; essa pone il punto di partenza per l’evoluzionespirituale là, dove l’uomo si trova nell’epoca presente,qualunque siano le condizioni impostegli dalla vita at-tuale. Nei riguardi delle vie che conducono alla cono-scenza superiore il progresso dell’evoluzione conducel’umanità da un’epoca all’altra a forme sempre nuove;così pure la vita esteriore modifica attraverso i tempile proprie forme. In ogni epoca è necessario che regniun perfetto accordo fra la vita esteriore e l’Iniziazione.Nel capitolo seguente verrà accennato alle trasforma-zioni, che hanno dovuto verificarsi nei metodidell’iniziazione praticati dagli antichi Misteri per con-durre il discepolo nei mondi superiori, per adattarliall’«Iniziazione» moderna, al conseguimento, cioè,

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della conoscenza supersensibile nella sua forma attua-le.

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della conoscenza supersensibile nella sua forma attua-le.

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VIL’EVOLUZIONE PRESENTE E FUTURA

DEL MONDO E DELL’UMANITÀ

Non è possibile conoscere l’evoluzione presente efutura del mondo e dell’umanità, così come è intesadalla scienza dello Spirito, se non si comprende primaquesta evoluzione nel suo passato. Difatti, ciò che sirivela alla visione dell’investigatore occulto, quandoosserva i fatti nascosti nel passato, contiene al con-tempo tutto ciò che egli può sapere del presente e delfuturo. È stato parlato in questo libro delle evoluzionidi Saturno, del Sole, della Luna e della Terra. Non sipuò comprendere l’evoluzione terrestre, dal punto divista della scienza dello Spirito, se non si esaminano ifatti delle evoluzioni precedenti. Ciò che si presentaattualmente all’uomo, nell’ambito del mondo terre-stre, contiene in certo qual modo i fatti verificatisi du-rante le evoluzioni Luna, Sole e Saturno. Gli esseri ele cose che parteciparono all’evoluzione lunare sonoandati elaborandosi più compiutamente, e da essi è de-rivato tutto ciò che oggi appartiene alla Terra attuale.Non tutto però quello che è provenuto dalla Luna e siè poi sviluppato sulla Terra è percettibile per la co-scienza fisico-sensibile. Una parte di ciò che da questa

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VIL’EVOLUZIONE PRESENTE E FUTURA

DEL MONDO E DELL’UMANITÀ

Non è possibile conoscere l’evoluzione presente efutura del mondo e dell’umanità, così come è intesadalla scienza dello Spirito, se non si comprende primaquesta evoluzione nel suo passato. Difatti, ciò che sirivela alla visione dell’investigatore occulto, quandoosserva i fatti nascosti nel passato, contiene al con-tempo tutto ciò che egli può sapere del presente e delfuturo. È stato parlato in questo libro delle evoluzionidi Saturno, del Sole, della Luna e della Terra. Non sipuò comprendere l’evoluzione terrestre, dal punto divista della scienza dello Spirito, se non si esaminano ifatti delle evoluzioni precedenti. Ciò che si presentaattualmente all’uomo, nell’ambito del mondo terre-stre, contiene in certo qual modo i fatti verificatisi du-rante le evoluzioni Luna, Sole e Saturno. Gli esseri ele cose che parteciparono all’evoluzione lunare sonoandati elaborandosi più compiutamente, e da essi è de-rivato tutto ciò che oggi appartiene alla Terra attuale.Non tutto però quello che è provenuto dalla Luna e siè poi sviluppato sulla Terra è percettibile per la co-scienza fisico-sensibile. Una parte di ciò che da questa

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Luna si è sviluppato sulla Terra si rivela soltanto a undeterminato gradino della coscienza chiaroveggenteche abbia raggiunto la conoscenza dei mondi super-sensibili. Quando questa conoscenza è stata acquista-ta, si riconosce che il nostro mondo terrestre è unito aun mondo supersensibile, il quale contiene quella par-te dell’esistenza lunare non condensatasi fino al puntodi divenire percettibile ai sensi fisici; la contiene anzi-tutto quale essa è attualmente, e non come era all’epo-ca dell’antichissima evoluzione lunare. La coscienzachiaroveggente può però ottenere un’immagine diquella condizione primitiva, perchè quando approfon-disce le percezioni che attualmente gli è dato di rag-giungere, si accorge, che esse si scindono in due im-magini diverse. Una di queste presenta la forma che laTerra aveva durante la sua evoluzione lunare; l’altraimmagine ci si palesa invece in modo, che si ricono-sce che essa contiene una forma ancora in stato em-brionale, e che diventerà reale soltanto nell’avvenire,nel medesimo senso in cui la Terra oggidì è reale.L’osservazione ulteriore dimostra, che in questa formaavvenire scorrono, in certo qual modo, continuamentei risultati di tutto ciò che si svolge sulla Terra, di guisache questa forma futura ci presenta ciò che la nostraTerra sarà nell’avvenire. Gli effetti dell’esistenza ter-restre si uniranno con gli eventi del mondo or descrit-to, e da questa unione risulterà il nuovo essere cosmi-co in cui la Terra si trasformerà, così come la Luna siè trasformata nella Terra. La scienza dello Spirito

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Luna si è sviluppato sulla Terra si rivela soltanto a undeterminato gradino della coscienza chiaroveggenteche abbia raggiunto la conoscenza dei mondi super-sensibili. Quando questa conoscenza è stata acquista-ta, si riconosce che il nostro mondo terrestre è unito aun mondo supersensibile, il quale contiene quella par-te dell’esistenza lunare non condensatasi fino al puntodi divenire percettibile ai sensi fisici; la contiene anzi-tutto quale essa è attualmente, e non come era all’epo-ca dell’antichissima evoluzione lunare. La coscienzachiaroveggente può però ottenere un’immagine diquella condizione primitiva, perchè quando approfon-disce le percezioni che attualmente gli è dato di rag-giungere, si accorge, che esse si scindono in due im-magini diverse. Una di queste presenta la forma che laTerra aveva durante la sua evoluzione lunare; l’altraimmagine ci si palesa invece in modo, che si ricono-sce che essa contiene una forma ancora in stato em-brionale, e che diventerà reale soltanto nell’avvenire,nel medesimo senso in cui la Terra oggidì è reale.L’osservazione ulteriore dimostra, che in questa formaavvenire scorrono, in certo qual modo, continuamentei risultati di tutto ciò che si svolge sulla Terra, di guisache questa forma futura ci presenta ciò che la nostraTerra sarà nell’avvenire. Gli effetti dell’esistenza ter-restre si uniranno con gli eventi del mondo or descrit-to, e da questa unione risulterà il nuovo essere cosmi-co in cui la Terra si trasformerà, così come la Luna siè trasformata nella Terra. La scienza dello Spirito

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chiama questa forma avvenire lo stato di Giove. Que-sto stato, osservato chiaroveggentemente, ci palesache alcuni dati processi dovranno svolgersi nell’avve-nire, perchè nella parte supersensibile del mondo ter-restre derivata dalla Luna esistono esseri e cose, cheassumeranno speciali forme, quando dei speciali even-ti si saranno verificati nel mondo fisico-sensibile. Nel-lo stato di Giove vi sarà dunque qualche cosa di giàpredeterminato dall’evoluzione lunare; esso conterràperò pure alcunchè di nuovo, che attraverso gli eventiterrestri penetrerà per la prima volta nel complessodell’evoluzione; la coscienza chiaroveggente perciòpuò sperimentare in parte ciò che si svolgerà durantelo stato di Giove.

Le entità e i fatti osservati in questo campo dellacoscienza non hanno carattere d’immagini sensibili,non appaiono neppure come formazioni aeree tenui, dicui l’azione ricordi le impressioni dei sensi; esse dàn-no soltanto impressioni puramente spirituali di suono,di luce e di calore. Esse non si esprimono per mezzodi nessuna incarnazione materiale; possono esserepercepite soltanto dalla coscienza chiaroveggente. Sipuò dire, però, che queste entità hanno un «corpo»;questo però, in seno all’elemento animico, che è lamanifestazione del loro essere attuale, si palesa comeun assieme di ricordi condensati, che esse portano nelproprio essere animico. Si può distinguere nel loro es-sere ciò che esse sperimentano ora, da ciò che hannosperimentato nel passato e che ricordano. Quest’ulti-

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chiama questa forma avvenire lo stato di Giove. Que-sto stato, osservato chiaroveggentemente, ci palesache alcuni dati processi dovranno svolgersi nell’avve-nire, perchè nella parte supersensibile del mondo ter-restre derivata dalla Luna esistono esseri e cose, cheassumeranno speciali forme, quando dei speciali even-ti si saranno verificati nel mondo fisico-sensibile. Nel-lo stato di Giove vi sarà dunque qualche cosa di giàpredeterminato dall’evoluzione lunare; esso conterràperò pure alcunchè di nuovo, che attraverso gli eventiterrestri penetrerà per la prima volta nel complessodell’evoluzione; la coscienza chiaroveggente perciòpuò sperimentare in parte ciò che si svolgerà durantelo stato di Giove.

Le entità e i fatti osservati in questo campo dellacoscienza non hanno carattere d’immagini sensibili,non appaiono neppure come formazioni aeree tenui, dicui l’azione ricordi le impressioni dei sensi; esse dàn-no soltanto impressioni puramente spirituali di suono,di luce e di calore. Esse non si esprimono per mezzodi nessuna incarnazione materiale; possono esserepercepite soltanto dalla coscienza chiaroveggente. Sipuò dire, però, che queste entità hanno un «corpo»;questo però, in seno all’elemento animico, che è lamanifestazione del loro essere attuale, si palesa comeun assieme di ricordi condensati, che esse portano nelproprio essere animico. Si può distinguere nel loro es-sere ciò che esse sperimentano ora, da ciò che hannosperimentato nel passato e che ricordano. Quest’ulti-

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ma parte è contenuta da esse come un elemento corpo-reo e ne sono coscienti come l’uomo è cosciente delproprio corpo. A un gradino della evoluzione chiaro-veggente più elevato di quello appunto descritto comenecessario per la conoscenza della Luna e di Giove,divengono percettibili esseri e cose supersensibili chesono veramente le forme perfezionate di ciò che giàesisteva durante lo stato solare, ma che ormai ha rag-giunto condizioni di esistenza tanto elevate, da nonpoter essere percepito da una coscienza capace di os-servare soltanto le forme lunari. L’immagine di questomondo, se il discepolo si concentra profondamente sudi essa, si presenta pure scissa in due parti, una dellequali conduce alla conoscenza della condizione solaredel passato, l’altra presenta una forma avvenire dellaTerra e propriamente quella in cui si sarà trasformata,quando i risultati degli eventi che si svolgono su diessa e su Giove saranno penetrati nelle forme di quelmondo. Quanto in tal modo si osserva di quel mondofuturo costituisce ciò che dalla scienza dello Spiritovien chiamato lo stato di Venere. Ad una coscienzachiaroveggente ancor più elevata si rivela allo stessomodo un altro stadio dell’evoluzione avvenire, cioè, lostato di Vulcano; questo si trova in ugual rapporto conlo stato di Saturno, come Venere si trova con l’evolu-zione solare, e Giove con l’evoluzione lunare. Quandosi osserva dunque l’evoluzione della Terra nel passato,nel presente e nell’avvenire, si possono citare le evo-luzioni di Saturno, Sole, Luna, Terra, Venere e Vulca-

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ma parte è contenuta da esse come un elemento corpo-reo e ne sono coscienti come l’uomo è cosciente delproprio corpo. A un gradino della evoluzione chiaro-veggente più elevato di quello appunto descritto comenecessario per la conoscenza della Luna e di Giove,divengono percettibili esseri e cose supersensibili chesono veramente le forme perfezionate di ciò che giàesisteva durante lo stato solare, ma che ormai ha rag-giunto condizioni di esistenza tanto elevate, da nonpoter essere percepito da una coscienza capace di os-servare soltanto le forme lunari. L’immagine di questomondo, se il discepolo si concentra profondamente sudi essa, si presenta pure scissa in due parti, una dellequali conduce alla conoscenza della condizione solaredel passato, l’altra presenta una forma avvenire dellaTerra e propriamente quella in cui si sarà trasformata,quando i risultati degli eventi che si svolgono su diessa e su Giove saranno penetrati nelle forme di quelmondo. Quanto in tal modo si osserva di quel mondofuturo costituisce ciò che dalla scienza dello Spiritovien chiamato lo stato di Venere. Ad una coscienzachiaroveggente ancor più elevata si rivela allo stessomodo un altro stadio dell’evoluzione avvenire, cioè, lostato di Vulcano; questo si trova in ugual rapporto conlo stato di Saturno, come Venere si trova con l’evolu-zione solare, e Giove con l’evoluzione lunare. Quandosi osserva dunque l’evoluzione della Terra nel passato,nel presente e nell’avvenire, si possono citare le evo-luzioni di Saturno, Sole, Luna, Terra, Venere e Vulca-

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no. Oltre a queste condizioni generali della Terra sipalesano alla visione chiaroveggente anche circostan-ze riguardanti un avvenire più prossimo; a ogni imma-gine del passato corrisponde anche un’immaginedell’avvenire. Ma quando si parla di tali cose bisognatener presente una considerazione che è assolutamen-te indispensabile: dobbiamo completamente spogliarcidell’idea, che la semplice riflessione filosofica su diesse possa insegnarci qualcosa sull’argomento. Questecose non possono e non devono essere studiate maicon tale forma di riflessione. Se dopo aver accolto lecomunicazioni della scienza dello Spirito sulle condi-zioni dello stato lunare, qualcuno credesse di poterearrivare, paragonando le condizioni terrestri attualicon quelle antiche lunari a scoprire, per via di rifles-sione, le future condizioni di Giove, incorrerebbe ingrave errore. Queste circostanze devono essere inve-stigate soltanto per mezzo della coscienza chiaroveg-gente elevatasi all’osservazione diretta; quando i risul-tati di tali investigazioni vengono comunicati, alloraessi possono essere compresi anche senza l’aiuto dellachiaroveggenza.

Di fronte alle comunicazioni, che riguardano il fu-turo, l’investigatore occulto si trova in condizione di-versa, che non di fronte a quelle che concernono ilpassato. L’uomo dapprima non è capace di considera-re gli eventi futuri con l’equanimità con cui contemplail passato; ciò che accade nel futuro eccita il suo senti-mento e la sua volontà; il passato invece vien sentito

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no. Oltre a queste condizioni generali della Terra sipalesano alla visione chiaroveggente anche circostan-ze riguardanti un avvenire più prossimo; a ogni imma-gine del passato corrisponde anche un’immaginedell’avvenire. Ma quando si parla di tali cose bisognatener presente una considerazione che è assolutamen-te indispensabile: dobbiamo completamente spogliarcidell’idea, che la semplice riflessione filosofica su diesse possa insegnarci qualcosa sull’argomento. Questecose non possono e non devono essere studiate maicon tale forma di riflessione. Se dopo aver accolto lecomunicazioni della scienza dello Spirito sulle condi-zioni dello stato lunare, qualcuno credesse di poterearrivare, paragonando le condizioni terrestri attualicon quelle antiche lunari a scoprire, per via di rifles-sione, le future condizioni di Giove, incorrerebbe ingrave errore. Queste circostanze devono essere inve-stigate soltanto per mezzo della coscienza chiaroveg-gente elevatasi all’osservazione diretta; quando i risul-tati di tali investigazioni vengono comunicati, alloraessi possono essere compresi anche senza l’aiuto dellachiaroveggenza.

Di fronte alle comunicazioni, che riguardano il fu-turo, l’investigatore occulto si trova in condizione di-versa, che non di fronte a quelle che concernono ilpassato. L’uomo dapprima non è capace di considera-re gli eventi futuri con l’equanimità con cui contemplail passato; ciò che accade nel futuro eccita il suo senti-mento e la sua volontà; il passato invece vien sentito

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in modo molto diverso. Chi osserva la vita sa quantociò sia vero per il corso dell’esistenza ordinaria; mafino a quale alto grado tale fatto possa intensificarsi,quali forme possa assumere nei riguardi degli eventinascosti della vita, può riuscir palese soltantoall’uomo, a cui siano già noti alcuni fatti del mondosupersensibile; per questa ragione appunto, alla cono-scenza di tali cose vengono assegnati dei limiti bendeterminati.

La grande evoluzione del mondo può essere studia-ta attraverso successivi stati dall’epoca di Saturno finoa quella di Vulcano; allo stesso modo si possono stu-diare pure dei periodi di evoluzione più brevi, comeper esempio, quelli della Terra. Dopo i violenti cata-clismi che hanno segnato la fine dell’antica vita atlan-tea, l’evoluzione umana sulla Terra ha attraversatosuccessivi stati, nei diversi periodi indicati in questolibro, e cioè, quello indiano antico, quello persianooriginario, l’egizio-caldaico, e quello greco-latino. Ilquinto periodo è quello in cui l’umanità vive oggi,cioè il tempo presente; esso risale all’undicesimo, do-dicesimo e tredicesimo secolo dopo Cristo, ma già eraandato preparandosi nel quarto e quinto secolo. Il pe-riodo antecedente, il greco-latino, s’iniziò circaall’ottavo secolo prima di Cristo; verso la fine del pri-mo terzo di esso si è verificato l’avvento del Cristo.L’atteggiamento dell’anima umana e tutte le umanecapacità si trasformarono nel passaggio del periodoegizio-caldaico a quello greco-latino. Durante il primo

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in modo molto diverso. Chi osserva la vita sa quantociò sia vero per il corso dell’esistenza ordinaria; mafino a quale alto grado tale fatto possa intensificarsi,quali forme possa assumere nei riguardi degli eventinascosti della vita, può riuscir palese soltantoall’uomo, a cui siano già noti alcuni fatti del mondosupersensibile; per questa ragione appunto, alla cono-scenza di tali cose vengono assegnati dei limiti bendeterminati.

La grande evoluzione del mondo può essere studia-ta attraverso successivi stati dall’epoca di Saturno finoa quella di Vulcano; allo stesso modo si possono stu-diare pure dei periodi di evoluzione più brevi, comeper esempio, quelli della Terra. Dopo i violenti cata-clismi che hanno segnato la fine dell’antica vita atlan-tea, l’evoluzione umana sulla Terra ha attraversatosuccessivi stati, nei diversi periodi indicati in questolibro, e cioè, quello indiano antico, quello persianooriginario, l’egizio-caldaico, e quello greco-latino. Ilquinto periodo è quello in cui l’umanità vive oggi,cioè il tempo presente; esso risale all’undicesimo, do-dicesimo e tredicesimo secolo dopo Cristo, ma già eraandato preparandosi nel quarto e quinto secolo. Il pe-riodo antecedente, il greco-latino, s’iniziò circaall’ottavo secolo prima di Cristo; verso la fine del pri-mo terzo di esso si è verificato l’avvento del Cristo.L’atteggiamento dell’anima umana e tutte le umanecapacità si trasformarono nel passaggio del periodoegizio-caldaico a quello greco-latino. Durante il primo

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Page 422: La scienza occulta -   · PDF fileno ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma

non esisteva ancora quello che oggi si chiama il pen-siero logico, la comprensione intellettiva del mondo.La conoscenza che l’uomo assimila oggi a mezzodell’intelletto, la riceveva allora nella forma adatta perquei tempi, e cioè, direttamente, per mezzo di una co-noscenza interiore, in certo qual modo chiaroveggen-te. Egli percepiva le cose, e al contempo gli sorgevanell’anima il concetto, l’immagine di cui l’anima ave-va bisogno. Quando la forza cognitiva si esplica in talmaniera nascono nell’anima, non soltanto le immaginifisico-sensibili del mondo, ma dalle profondità di essasorge anche una certa conoscenza di fatti e di entitànon sensibili, che è un avanzo di quell’antica chiaro-veggenza crepuscolare, comune un tempo a tutti gliuomini. Durante il periodo greco-latino andò sempreaumentando il numero degli uomini ai quali mancavaquella capacità, al posto della quale si sviluppò la ri-flessione intelligente sulle cose. Gli uomini vennerosempre più allontanati dalla percezione diretta delmondo spirituale-animico, e costretti a formarseneun’immagine per mezzo del loro intelletto e del lorosentimento. Questo stato continuò sotto certi aspettidurante tutto il quarto periodo dell’epoca post-atlan-tea, e solo quegli uomini che avevano conservatocome retaggio l’antica costituzione animica potevanoavere coscienza diretta del mondo spirituale. Essi peròerano dei ritardatari dagli antichi tempi; in modo concui arrivavano alla conoscenza non era adatto ai nuovitempi, perchè, in conseguenza delle leggi dell’evolu-

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non esisteva ancora quello che oggi si chiama il pen-siero logico, la comprensione intellettiva del mondo.La conoscenza che l’uomo assimila oggi a mezzodell’intelletto, la riceveva allora nella forma adatta perquei tempi, e cioè, direttamente, per mezzo di una co-noscenza interiore, in certo qual modo chiaroveggen-te. Egli percepiva le cose, e al contempo gli sorgevanell’anima il concetto, l’immagine di cui l’anima ave-va bisogno. Quando la forza cognitiva si esplica in talmaniera nascono nell’anima, non soltanto le immaginifisico-sensibili del mondo, ma dalle profondità di essasorge anche una certa conoscenza di fatti e di entitànon sensibili, che è un avanzo di quell’antica chiaro-veggenza crepuscolare, comune un tempo a tutti gliuomini. Durante il periodo greco-latino andò sempreaumentando il numero degli uomini ai quali mancavaquella capacità, al posto della quale si sviluppò la ri-flessione intelligente sulle cose. Gli uomini vennerosempre più allontanati dalla percezione diretta delmondo spirituale-animico, e costretti a formarseneun’immagine per mezzo del loro intelletto e del lorosentimento. Questo stato continuò sotto certi aspettidurante tutto il quarto periodo dell’epoca post-atlan-tea, e solo quegli uomini che avevano conservatocome retaggio l’antica costituzione animica potevanoavere coscienza diretta del mondo spirituale. Essi peròerano dei ritardatari dagli antichi tempi; in modo concui arrivavano alla conoscenza non era adatto ai nuovitempi, perchè, in conseguenza delle leggi dell’evolu-

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Page 423: La scienza occulta -   · PDF fileno ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma

zione, un’antica capacità animica perde la sua com-pleta efficacia, quando compariscono capacità nuove.La vita umana si adatta allora a quelle nuove facoltà enon può più utilizzare le antiche. Esistevano però inquei tempi anche uomini, i quali cominciavano co-scientemente a sviluppare, oltre alle forze già raggiun-te dell’intelletto e del sentimento, altre forze ancorapiù elevate, che davano loro di nuovo la possibilità dipenetrare nel mondo animico-spirituale. Per riuscirenel loro intento, essi dovettero seguire un metodo di-verso da quello in uso presso i discepoli degli antichiiniziati, i quali non avevano avuto da tener conto dellecapacità animiche sviluppatesi poi nel quarto periodo.Il metodo d’insegnamento occulto descritto in questolibro, e che è il sistema adatto all’epoca attuale, ebbeprincipio nel quarto periodo. Esso non era allora cheal suo inizio, e raggiunse il suo completo sviluppo sol-tanto nel quinto periodo (a partire dal 12° e 13° seco-lo). Gli uomini che cercavano d’inalzarsi in tal modofino ai mondi supersensibili riuscivano, a mezzo dellapropria Immaginazione, Ispirazione e Intuizione, adacquistare qualche conoscenza delle regioni più eleva-te dell’esistenza. Coloro, di cui il progresso si arresta-va allo sviluppo delle facoltà dell’intelletto e del senti-mento, non potevano conoscere le cose note all’anticachiaroveggenza, che a mezzo della tradizione, che ve-niva trasmessa verbalmente o per iscritto di generazio-ne in generazione.

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zione, un’antica capacità animica perde la sua com-pleta efficacia, quando compariscono capacità nuove.La vita umana si adatta allora a quelle nuove facoltà enon può più utilizzare le antiche. Esistevano però inquei tempi anche uomini, i quali cominciavano co-scientemente a sviluppare, oltre alle forze già raggiun-te dell’intelletto e del sentimento, altre forze ancorapiù elevate, che davano loro di nuovo la possibilità dipenetrare nel mondo animico-spirituale. Per riuscirenel loro intento, essi dovettero seguire un metodo di-verso da quello in uso presso i discepoli degli antichiiniziati, i quali non avevano avuto da tener conto dellecapacità animiche sviluppatesi poi nel quarto periodo.Il metodo d’insegnamento occulto descritto in questolibro, e che è il sistema adatto all’epoca attuale, ebbeprincipio nel quarto periodo. Esso non era allora cheal suo inizio, e raggiunse il suo completo sviluppo sol-tanto nel quinto periodo (a partire dal 12° e 13° seco-lo). Gli uomini che cercavano d’inalzarsi in tal modofino ai mondi supersensibili riuscivano, a mezzo dellapropria Immaginazione, Ispirazione e Intuizione, adacquistare qualche conoscenza delle regioni più eleva-te dell’esistenza. Coloro, di cui il progresso si arresta-va allo sviluppo delle facoltà dell’intelletto e del senti-mento, non potevano conoscere le cose note all’anticachiaroveggenza, che a mezzo della tradizione, che ve-niva trasmessa verbalmente o per iscritto di generazio-ne in generazione.

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Gli uomini, pure, nati dopo l’avvento del Cristo, senon si erano elevati fino ai mondi supersensibili, nonpotevano conoscere la natura essenziale di quell’avve-nimento, che per mezzo di tali tradizioni. Esistevanoperò degl’iniziati ancora dotati di facoltà naturali perla percezione del mondo supersensibile, i quali, permezzo dell’evoluzione di quelle capacità s’inalzavanonel mondo superiore, malgrado non tenessero nessunconto delle nuove forze dell’intelletto e del sentimen-to. Per mezzo di essi venne effettuata la transizionedall’antico al nuovo metodo d’iniziazione. Vi sonostate personalità di quel genere anche nei periodi suc-cessivi. La caratteristica del quarto periodo consistenel fatto, che con l’esclusione dell’anima dalla direttacomunione col mondo animico-spirituale, si determi-nò nell’uomo una maggiore forza, un maggior vigorenelle capacità dell’intelletto e del sentimento. Le ani-me che s’incarnarono a quel tempo e svilupparono inalto grado le forze dell’intelletto e del sentimento tra-sportarono il frutto di quella loro evoluzione nellereincarnazioni del quinto periodo. Come compensoall’esclusione dal mondo spirituale, si conservarono lepossenti tradizioni della saggezza primordiale, spe-cialmente quelle riguardanti l’avvento del Cristo, lequali per virtù della forza del loro contenuto davanoalle anime la fidente persuasione dell’esistenza deimondi superiori. – Vi erano però sempre anche degliuomini, i quali sviluppavano forze superiori di cono-scenza, oltre alle facoltà dell’intelletto e del sentimen-

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Gli uomini, pure, nati dopo l’avvento del Cristo, senon si erano elevati fino ai mondi supersensibili, nonpotevano conoscere la natura essenziale di quell’avve-nimento, che per mezzo di tali tradizioni. Esistevanoperò degl’iniziati ancora dotati di facoltà naturali perla percezione del mondo supersensibile, i quali, permezzo dell’evoluzione di quelle capacità s’inalzavanonel mondo superiore, malgrado non tenessero nessunconto delle nuove forze dell’intelletto e del sentimen-to. Per mezzo di essi venne effettuata la transizionedall’antico al nuovo metodo d’iniziazione. Vi sonostate personalità di quel genere anche nei periodi suc-cessivi. La caratteristica del quarto periodo consistenel fatto, che con l’esclusione dell’anima dalla direttacomunione col mondo animico-spirituale, si determi-nò nell’uomo una maggiore forza, un maggior vigorenelle capacità dell’intelletto e del sentimento. Le ani-me che s’incarnarono a quel tempo e svilupparono inalto grado le forze dell’intelletto e del sentimento tra-sportarono il frutto di quella loro evoluzione nellereincarnazioni del quinto periodo. Come compensoall’esclusione dal mondo spirituale, si conservarono lepossenti tradizioni della saggezza primordiale, spe-cialmente quelle riguardanti l’avvento del Cristo, lequali per virtù della forza del loro contenuto davanoalle anime la fidente persuasione dell’esistenza deimondi superiori. – Vi erano però sempre anche degliuomini, i quali sviluppavano forze superiori di cono-scenza, oltre alle facoltà dell’intelletto e del sentimen-

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to; ad essi spettava di sperimentare, per mezzo dellaconoscenza supersensibile immediata, i fatti del mon-do superiore, e specialmente il mistero dell’avventodel Cristo; da essi scorreva nell’anima degli altri uo-mini quel tanto della conoscenza che poteva riuscire aquesti utile e comprensibile. In ordine all’evoluzioneterrestre era naturale che la prima affermazione delcristianesimo si verificasse in un’epoca, in cui le forzedella conoscenza supersensibile non erano ancora svi-luppate nella maggior parte dell’umanità; questa è laragione per cui la forza della tradizione aveva a queltempo tanta potenza. Occorreva effettivamente unaforza di tale potenza per ispirare fiducia nel mondosupersensibile a uomini incapaci di prenderne direttaconoscenza. L’azione svolta in quel tempo dal cristia-nesimo è stata descritta in questo libro (vedi pag.229). Esistevano però pur sempre (tranne durante unbreve periodo del tredicesimo secolo), uomini, i qualiper mezzo dell’Immaginazione, dell’Ispirazione edell’Intuizione si potevano elevare fino ai mondi su-periori; uomini che sono i successori post-cristiani de-gli antichi iniziati, delle guide e dei seguaci dei Miste-ri. Essi avevano la missione di arrivare a riconoscere,per virtù delle proprie capacità, ciò che in altri tempigli uomini potevano conoscere per mezzo dell’anticachiaroveggenza e dell’antico metodo di ascensione aimondi spirituali (l’antica Iniziazione); essi dovevanoinoltre acquistare la conoscenza dell’essenziale naturadell’avvento del Cristo.

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to; ad essi spettava di sperimentare, per mezzo dellaconoscenza supersensibile immediata, i fatti del mon-do superiore, e specialmente il mistero dell’avventodel Cristo; da essi scorreva nell’anima degli altri uo-mini quel tanto della conoscenza che poteva riuscire aquesti utile e comprensibile. In ordine all’evoluzioneterrestre era naturale che la prima affermazione delcristianesimo si verificasse in un’epoca, in cui le forzedella conoscenza supersensibile non erano ancora svi-luppate nella maggior parte dell’umanità; questa è laragione per cui la forza della tradizione aveva a queltempo tanta potenza. Occorreva effettivamente unaforza di tale potenza per ispirare fiducia nel mondosupersensibile a uomini incapaci di prenderne direttaconoscenza. L’azione svolta in quel tempo dal cristia-nesimo è stata descritta in questo libro (vedi pag.229). Esistevano però pur sempre (tranne durante unbreve periodo del tredicesimo secolo), uomini, i qualiper mezzo dell’Immaginazione, dell’Ispirazione edell’Intuizione si potevano elevare fino ai mondi su-periori; uomini che sono i successori post-cristiani de-gli antichi iniziati, delle guide e dei seguaci dei Miste-ri. Essi avevano la missione di arrivare a riconoscere,per virtù delle proprie capacità, ciò che in altri tempigli uomini potevano conoscere per mezzo dell’anticachiaroveggenza e dell’antico metodo di ascensione aimondi spirituali (l’antica Iniziazione); essi dovevanoinoltre acquistare la conoscenza dell’essenziale naturadell’avvento del Cristo.

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Si costituì così presso questi «nuovi Iniziati», unaconoscenza che abbracciava tutto ciò che formava ilcontenuto dell’antica iniziazione; ma al centro di que-sta scienza risplendeva la conoscenza superiore deiMisteri dell’avvento del Cristo. Di tale sapere non po-teva filtrare che una piccola parte nella vita generale,essendo quello il tempo in cui le anime umane delquarto periodo dovevano rinforzare le loro capacità diintelletto e di sentimento; perciò la «conoscenza» aquel tempo si può dire veramente che fosse una«scienza molto segreta». È sorto poi un nuovo perio-do, che si può chiamare il quinto, la caratteristica es-senziale del quale è il progresso dell’evoluzione dellecapacità intellettuali, che si svilupparono in alto gradoe ancor più si svilupperanno nell’avvenire. Tutto ciòandò preparandosi lentamente fin dal dodicesimo etredicesimo secolo e se ne accelerò sempre più il pro-gresso dal sedicesimo secolo fino all’epoca attuale.Sotto l’impulso di tali influenze l’evoluzione del quin-to periodo fu in special modo dedicata allo sviluppodelle forze dell’intelletto, mentre invece l’antica cono-scenza, basata sulla fede e la sapienza trasmessa pervia di tradizione, andò gradatamente perdendo dellasua forza sull’anima umana. D’Altra parte dal dodice-simo e tredicesimo secolo in poi cominciò a fluire consempre maggior forza nelle anime umane una correntedi conoscenza dovuta, si può dire, alla nuova coscien-za chiaroveggente. La «sapienza occulta» scorre, seb-bene ancora inosservata, nelle rappresentazioni degli

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Si costituì così presso questi «nuovi Iniziati», unaconoscenza che abbracciava tutto ciò che formava ilcontenuto dell’antica iniziazione; ma al centro di que-sta scienza risplendeva la conoscenza superiore deiMisteri dell’avvento del Cristo. Di tale sapere non po-teva filtrare che una piccola parte nella vita generale,essendo quello il tempo in cui le anime umane delquarto periodo dovevano rinforzare le loro capacità diintelletto e di sentimento; perciò la «conoscenza» aquel tempo si può dire veramente che fosse una«scienza molto segreta». È sorto poi un nuovo perio-do, che si può chiamare il quinto, la caratteristica es-senziale del quale è il progresso dell’evoluzione dellecapacità intellettuali, che si svilupparono in alto gradoe ancor più si svilupperanno nell’avvenire. Tutto ciòandò preparandosi lentamente fin dal dodicesimo etredicesimo secolo e se ne accelerò sempre più il pro-gresso dal sedicesimo secolo fino all’epoca attuale.Sotto l’impulso di tali influenze l’evoluzione del quin-to periodo fu in special modo dedicata allo sviluppodelle forze dell’intelletto, mentre invece l’antica cono-scenza, basata sulla fede e la sapienza trasmessa pervia di tradizione, andò gradatamente perdendo dellasua forza sull’anima umana. D’Altra parte dal dodice-simo e tredicesimo secolo in poi cominciò a fluire consempre maggior forza nelle anime umane una correntedi conoscenza dovuta, si può dire, alla nuova coscien-za chiaroveggente. La «sapienza occulta» scorre, seb-bene ancora inosservata, nelle rappresentazioni degli

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uomini di questo periodo. Come è naturale, fino adoggi, le forze intellettuali si sono mantenute contrariea quelle conoscenze; ma ciò che deve accadere, acca-drà, malgrado tutte le momentanee opposizioni. La«sapienza occulta», che esercita in tal modo la suaazione sull’umanità, e sempre maggiormente l’eserci-terà, si può chiamare simbolicamente la conoscenzadel «Graal». Chi impara a penetrare la profonda es-senza di questo simbolo, quale viene raccontato nellastoria e nella leggenda, si accorge che esso rappresen-ta in modo significativo la natura di ciò che abbiamochiamato la conoscenza della nuova iniziazione, con ilMistero del Cristo al centro. Gli iniziati moderni pos-sono essere perciò chiamati «Iniziati del Graal ».Quella via verso i mondi supersensibili, di cui abbia-mo descritto in questo libro i primi gradini, conducealla «Sapienza del Graal ». Tale conoscenza ha la pe-culiarità, che i fatti a cui allude possono essere inve-stigati soltanto dopo l’acquisto dei mezzi necessari,quali sono indicati in questo libro. Quando però i fattisono stati investigati, essi possono essere compresiappunto per mezzo delle forze animiche sviluppatesinel quinto periodo; e veramente diventerà sempre piùevidente che tali forze troveranno ognor maggioresoddisfazione in quelle conoscenze. Nei tempi in cuiora viviamo quelle conoscenze devono essere accoltenella coscienza generale più largamente di quanto nonlo fossero nel passato, ed è da tale punto di vista ap-punto che sono stati comunicati gl’insegnamenti con-

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uomini di questo periodo. Come è naturale, fino adoggi, le forze intellettuali si sono mantenute contrariea quelle conoscenze; ma ciò che deve accadere, acca-drà, malgrado tutte le momentanee opposizioni. La«sapienza occulta», che esercita in tal modo la suaazione sull’umanità, e sempre maggiormente l’eserci-terà, si può chiamare simbolicamente la conoscenzadel «Graal». Chi impara a penetrare la profonda es-senza di questo simbolo, quale viene raccontato nellastoria e nella leggenda, si accorge che esso rappresen-ta in modo significativo la natura di ciò che abbiamochiamato la conoscenza della nuova iniziazione, con ilMistero del Cristo al centro. Gli iniziati moderni pos-sono essere perciò chiamati «Iniziati del Graal ».Quella via verso i mondi supersensibili, di cui abbia-mo descritto in questo libro i primi gradini, conducealla «Sapienza del Graal ». Tale conoscenza ha la pe-culiarità, che i fatti a cui allude possono essere inve-stigati soltanto dopo l’acquisto dei mezzi necessari,quali sono indicati in questo libro. Quando però i fattisono stati investigati, essi possono essere compresiappunto per mezzo delle forze animiche sviluppatesinel quinto periodo; e veramente diventerà sempre piùevidente che tali forze troveranno ognor maggioresoddisfazione in quelle conoscenze. Nei tempi in cuiora viviamo quelle conoscenze devono essere accoltenella coscienza generale più largamente di quanto nonlo fossero nel passato, ed è da tale punto di vista ap-punto che sono stati comunicati gl’insegnamenti con-

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tenuti in questo libro. A misura che l’evoluzionedell’umanità assimilerà le conoscenze del Graal,l’impulso dato dall’avvento del Cristo acquisterà mag-gior forza e significato; la parte esteriore dell’evolu-zione cristiana andrà sempre più associata a quella«interiore». Tutto ciò che può essere conosciuto intor-no ai mondi superiori nei riguardi del Mistero del Cri-sto a mezzo dell’Immaginazione, dell’Ispirazione edell’Intuizione penetrerà sempre meglio nella vita in-tellettiva, sentimentale e volitiva dell’uomo. La «sa-pienza occulta del Graal» diverrà manifesta, e comeforza interiore compenetrerà sempre più le manifesta-zioni della vita umana.

Durante il quinto periodo le conoscenze riguardantii mondi supersensibili fluiranno nella coscienza uma-na, e, quando s’inizierà il sesto, l’umanità avrà riac-quistato su di un gradino più elevato ciò che possede-va ancora in un’epoca anteriore come chiaroveggenzacrepuscolare. Questo nuovo acquisto avrà forma peròaffatto diversa dall’antico. Ciò che dei mondi superio-ri l’uomo conosceva nei tempi antichi non era per-meato dalle forze del suo intelletto e del suo sentimen-to, ma era saputo come ispirazione; nell’avvenire, in-vece, l’anima non soltanto avrà delle ispirazioni, macomprenderà queste e le sentirà quale essenza dellapropria essenza. Allora, se essa acquisterà la cono-scenza di un dato essere o di una data cosa, l’intelli-genza troverà la conferma di tale cognizione ancheper virtù della propria natura; se poi si affermerà in lei

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tenuti in questo libro. A misura che l’evoluzionedell’umanità assimilerà le conoscenze del Graal,l’impulso dato dall’avvento del Cristo acquisterà mag-gior forza e significato; la parte esteriore dell’evolu-zione cristiana andrà sempre più associata a quella«interiore». Tutto ciò che può essere conosciuto intor-no ai mondi superiori nei riguardi del Mistero del Cri-sto a mezzo dell’Immaginazione, dell’Ispirazione edell’Intuizione penetrerà sempre meglio nella vita in-tellettiva, sentimentale e volitiva dell’uomo. La «sa-pienza occulta del Graal» diverrà manifesta, e comeforza interiore compenetrerà sempre più le manifesta-zioni della vita umana.

Durante il quinto periodo le conoscenze riguardantii mondi supersensibili fluiranno nella coscienza uma-na, e, quando s’inizierà il sesto, l’umanità avrà riac-quistato su di un gradino più elevato ciò che possede-va ancora in un’epoca anteriore come chiaroveggenzacrepuscolare. Questo nuovo acquisto avrà forma peròaffatto diversa dall’antico. Ciò che dei mondi superio-ri l’uomo conosceva nei tempi antichi non era per-meato dalle forze del suo intelletto e del suo sentimen-to, ma era saputo come ispirazione; nell’avvenire, in-vece, l’anima non soltanto avrà delle ispirazioni, macomprenderà queste e le sentirà quale essenza dellapropria essenza. Allora, se essa acquisterà la cono-scenza di un dato essere o di una data cosa, l’intelli-genza troverà la conferma di tale cognizione ancheper virtù della propria natura; se poi si affermerà in lei

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un’altra conoscenza nei riguardi di una legge morale odella condotta umana, l’anima dovrà dirsi: «Il miosentimento si giustifica dinanzi a sè stesso sol quandoio operi in conformità dell’intimo senso di questa co-noscenza». Tale atteggiamento dell’anima dovrà svi-lupparsi in un numero relativamente grande di uominidel sesto periodo.

Nel quinto periodo si ripete, in un determinatomodo, ciò che avvenne nel terzo periodo dell’evolu-zione umana, nell’egizio-caldaico. L’anima ancorapercepiva a quel tempo alcuni fatti del mondo super-sensibile, ma tale percezione tendeva a sparire, perchèle forze intellettive si stavano preparando per la loroevoluzione, e dovevano a tutta prima escluderel’uomo dal mondo supersensibile. Nel corso del quin-to periodo i fatti supersensibili, che durante il terzovenivano percepiti dagli uomini con la chiaroveggen-za crepuscolare, diverranno di nuovo manifesti, masaranno ormai compenetrati dalle forze intellettive esentimentali personali dell’uomo. Saranno anche per-meati da ciò che l’anima può acquistare mediante laconoscenza del Mistero del Cristo, e assumerannoperciò una forma affatto diversa da quella di prima.Mentre le impressioni dai mondi superiori venivanosentite negli antichi tempi come forze che scacciavanol’uomo dal mondo spirituale che lo attorniava e di cuiegli non faceva parte, per virtù invece dell’evoluzionedei nuovi tempi verranno sentite come impressioni diun mondo, nel quale l’uomo cresce e di cui forma

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un’altra conoscenza nei riguardi di una legge morale odella condotta umana, l’anima dovrà dirsi: «Il miosentimento si giustifica dinanzi a sè stesso sol quandoio operi in conformità dell’intimo senso di questa co-noscenza». Tale atteggiamento dell’anima dovrà svi-lupparsi in un numero relativamente grande di uominidel sesto periodo.

Nel quinto periodo si ripete, in un determinatomodo, ciò che avvenne nel terzo periodo dell’evolu-zione umana, nell’egizio-caldaico. L’anima ancorapercepiva a quel tempo alcuni fatti del mondo super-sensibile, ma tale percezione tendeva a sparire, perchèle forze intellettive si stavano preparando per la loroevoluzione, e dovevano a tutta prima escluderel’uomo dal mondo supersensibile. Nel corso del quin-to periodo i fatti supersensibili, che durante il terzovenivano percepiti dagli uomini con la chiaroveggen-za crepuscolare, diverranno di nuovo manifesti, masaranno ormai compenetrati dalle forze intellettive esentimentali personali dell’uomo. Saranno anche per-meati da ciò che l’anima può acquistare mediante laconoscenza del Mistero del Cristo, e assumerannoperciò una forma affatto diversa da quella di prima.Mentre le impressioni dai mondi superiori venivanosentite negli antichi tempi come forze che scacciavanol’uomo dal mondo spirituale che lo attorniava e di cuiegli non faceva parte, per virtù invece dell’evoluzionedei nuovi tempi verranno sentite come impressioni diun mondo, nel quale l’uomo cresce e di cui forma

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sempre più parte. Nessuno deve supporre che la ripeti-zione della cultura egizio-caldaica possa svolgersisemplicemente in modo, che l’anima accolga di nuovociò che a quel tempo esisteva e che ci vien trasmessodalla tradizione. L’impulso del Cristo, inteso bene,agisce sull’anima umana che lo ha accolto, in modo,che essa sente di essere un arto – e come tale si rico-nosce e si comporta – di un mondo spirituale, dalquale prima si trovava al di fuori.

Mentre in tal modo il terzo periodo rivive nel quin-to, per compenetrare le anime umane della parte asso-lutamente nuova contribuita dal quarto, un processosimile si svolgerà rispettivamente fra il sesto e il se-condo periodo, e fra il settimo e il primo, il periodocioè dell’India antica. La meravigliosa sapienzadell’antica cultura indiana, quella sapienza che solo igrandi Maestri di quel tempo potevano rivelare, ri-comparirà nel settimo periodo, come verità viventenelle anime umane.

Frattanto i cambiamenti nelle cose terrestri esterioriall’uomo si svolgeranno in modo, da conservare undeterminato rapporto con l’evoluzione dell’umanitàstessa. Alla fine del settimo periodo la Terra sarà fune-stata da un cataclisma, paragonabile a quello che siverificò fra il periodo atlanteo e il post-atlanteo; lecondizioni terrestri così trasformate proseguirannonuovamente la loro evoluzione attraverso sette perio-di. Le anime umane che allora si rincarneranno speri-menteranno, su di un gradino più elevato, quella me-

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sempre più parte. Nessuno deve supporre che la ripeti-zione della cultura egizio-caldaica possa svolgersisemplicemente in modo, che l’anima accolga di nuovociò che a quel tempo esisteva e che ci vien trasmessodalla tradizione. L’impulso del Cristo, inteso bene,agisce sull’anima umana che lo ha accolto, in modo,che essa sente di essere un arto – e come tale si rico-nosce e si comporta – di un mondo spirituale, dalquale prima si trovava al di fuori.

Mentre in tal modo il terzo periodo rivive nel quin-to, per compenetrare le anime umane della parte asso-lutamente nuova contribuita dal quarto, un processosimile si svolgerà rispettivamente fra il sesto e il se-condo periodo, e fra il settimo e il primo, il periodocioè dell’India antica. La meravigliosa sapienzadell’antica cultura indiana, quella sapienza che solo igrandi Maestri di quel tempo potevano rivelare, ri-comparirà nel settimo periodo, come verità viventenelle anime umane.

Frattanto i cambiamenti nelle cose terrestri esterioriall’uomo si svolgeranno in modo, da conservare undeterminato rapporto con l’evoluzione dell’umanitàstessa. Alla fine del settimo periodo la Terra sarà fune-stata da un cataclisma, paragonabile a quello che siverificò fra il periodo atlanteo e il post-atlanteo; lecondizioni terrestri così trasformate proseguirannonuovamente la loro evoluzione attraverso sette perio-di. Le anime umane che allora si rincarneranno speri-menteranno, su di un gradino più elevato, quella me-

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desima comunione col mondo spirituale che gli Atlan-tei avevano sperimentato su di un gradino inferiore.Saranno però capaci di adattarsi alle nuove condizionidella Terra soltanto gli uomini, in cui siano incarnateanime maturate dalle influenze dell’epoca greco-latinae dei tre susseguenti periodi, il quinto, il sesto e il set-timo dell’evoluzione post-atlantea. L’interiorità diquelle anime corrisponderà a ciò che la Terra frattantosarà divenuta. Le altre anime allora dovranno restareindietro, mentre prima avrebbero avuto la scelta diprocurarsi o meno le condizioni necessarie per progre-dire con le altre. Saranno mature per le nuove condi-zioni che si verificheranno dopo il prossimo grandecataclisma quelle anime, le quali durante il passaggiodal quinto al sesto periodo post-atlanteo si sarannoprocurate la possibilità di interpenetrare le conoscenzesupersensibili con le forze dell’intelletto e del senti-mento. Il quinto e il sesto periodo avranno in certoqual modo influenza decisiva. Durante il corso del set-timo periodo quelle anime che avranno raggiunto loscopo del sesto continueranno effettivamente a svilup-parsi armonicamente; le altre però, nelle condizionimutate dell’ambiente circostante troveranno ben pocaoccasione di rimettere il tempo perduto; solo in un av-venire più lontano si affacceranno nuovamente dellecondizioni che glielo permettano. L’evoluzione proce-de in tal modo di periodo in periodo. La conoscenzachiaroveggente osserva nel futuro, non soltanto deicambiamenti a cui la Terra sola prende parte, ma an-

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desima comunione col mondo spirituale che gli Atlan-tei avevano sperimentato su di un gradino inferiore.Saranno però capaci di adattarsi alle nuove condizionidella Terra soltanto gli uomini, in cui siano incarnateanime maturate dalle influenze dell’epoca greco-latinae dei tre susseguenti periodi, il quinto, il sesto e il set-timo dell’evoluzione post-atlantea. L’interiorità diquelle anime corrisponderà a ciò che la Terra frattantosarà divenuta. Le altre anime allora dovranno restareindietro, mentre prima avrebbero avuto la scelta diprocurarsi o meno le condizioni necessarie per progre-dire con le altre. Saranno mature per le nuove condi-zioni che si verificheranno dopo il prossimo grandecataclisma quelle anime, le quali durante il passaggiodal quinto al sesto periodo post-atlanteo si sarannoprocurate la possibilità di interpenetrare le conoscenzesupersensibili con le forze dell’intelletto e del senti-mento. Il quinto e il sesto periodo avranno in certoqual modo influenza decisiva. Durante il corso del set-timo periodo quelle anime che avranno raggiunto loscopo del sesto continueranno effettivamente a svilup-parsi armonicamente; le altre però, nelle condizionimutate dell’ambiente circostante troveranno ben pocaoccasione di rimettere il tempo perduto; solo in un av-venire più lontano si affacceranno nuovamente dellecondizioni che glielo permettano. L’evoluzione proce-de in tal modo di periodo in periodo. La conoscenzachiaroveggente osserva nel futuro, non soltanto deicambiamenti a cui la Terra sola prende parte, ma an-

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che altri che si svolgono con la partecipazione dei cor-pi celesti che la circondano. Verrà un tempo, in cuil’evoluzione della Terra e dell’umanità sarà progreditaa tal punto, che le forze e le entità, le quali hanno do-vuto staccarsi dalla Terra durante il periodo lemurico,per rendere possibile l’ulteriore progresso degli esseriumani, potranno nuovamente ricongiungersi ad essa.La luna allora si riunirà nuovamente alla Terra. Que-sto succederà, perchè un numero sufficientementegrande di anime umane avrà acquistato tanta forza in-teriore, da poter utilizzare quelle forze lunari perl’ulteriore progresso, e si verificherà in un tempo, incui, a lato dell’evoluzione superiore raggiunta da unsufficiente numero di uomini, se ne svilupperàun’altra che si dirigerà verso il male. Le anime rima-ste indietro avranno accumulato nel loro Karma tantoerrore, tanta bruttezza e malvagità, che formeranno atutta prima una speciale associazione dei malvagi edei perversi, in netto contrasto con la comunità degliuomini buoni. L’umanità buona, per mezzo della suaevoluzione, imparerà a utilizzare le forze lunari e conesse trasformerà anche la parte cattiva dell’umanità, diguisa’che questa possa seguire, come regno terrestreseparato, l’ulteriore progresso dell’evoluzione. Pervirtù di questo lavoro dell’umanità buona la Terra, riu-nitasi con la luna, diventerà capace, dopo un determi-nato periodo di evoluzione, di unirsi nuovamente an-che col sole (e pure con altri pianeti). Passato uno sta-to intermedio, che ci si presenta come un soggiorno in

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che altri che si svolgono con la partecipazione dei cor-pi celesti che la circondano. Verrà un tempo, in cuil’evoluzione della Terra e dell’umanità sarà progreditaa tal punto, che le forze e le entità, le quali hanno do-vuto staccarsi dalla Terra durante il periodo lemurico,per rendere possibile l’ulteriore progresso degli esseriumani, potranno nuovamente ricongiungersi ad essa.La luna allora si riunirà nuovamente alla Terra. Que-sto succederà, perchè un numero sufficientementegrande di anime umane avrà acquistato tanta forza in-teriore, da poter utilizzare quelle forze lunari perl’ulteriore progresso, e si verificherà in un tempo, incui, a lato dell’evoluzione superiore raggiunta da unsufficiente numero di uomini, se ne svilupperàun’altra che si dirigerà verso il male. Le anime rima-ste indietro avranno accumulato nel loro Karma tantoerrore, tanta bruttezza e malvagità, che formeranno atutta prima una speciale associazione dei malvagi edei perversi, in netto contrasto con la comunità degliuomini buoni. L’umanità buona, per mezzo della suaevoluzione, imparerà a utilizzare le forze lunari e conesse trasformerà anche la parte cattiva dell’umanità, diguisa’che questa possa seguire, come regno terrestreseparato, l’ulteriore progresso dell’evoluzione. Pervirtù di questo lavoro dell’umanità buona la Terra, riu-nitasi con la luna, diventerà capace, dopo un determi-nato periodo di evoluzione, di unirsi nuovamente an-che col sole (e pure con altri pianeti). Passato uno sta-to intermedio, che ci si presenta come un soggiorno in

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un mondo superiore, la Terra si trasformerà nello statodi Giove. Durante questo stato non esisterà più ciò cheoggi vien chiamato il regno minerale; le forze di quelregno saranno trasformate in forze vegetali. Il regnovegetale, che avrà però forma affatto nuova rispettoall’attuale, si paleserà su Giove come il più basso deiregni. Al di sopra di quello si costituirà il regno ani-male, anche esso trasformato; vi sarà inoltre un regnoumano, composto dei discendenti della comunità catti-va, costituitasi un tempo sulla Terra, e al di sopra diesso, come regno umano di grado superiore, i discen-denti della comunità umana buona della Terra. Granparte del lavoro di quest’ultimo regno umano consi-sterà nel nobilitare le anime cadute nell’umanità catti-va per modo, che esse possano ancora trovare l’acces-so nel vero regno umano. Allo stato di Venere anche ilregno vegetale sarà scomparso; il regno inferiore saràquello animale, nuovamente trasformato, e al di sopradi esso vi saranno tre regni umani a gradi diversi diperfezionamento. Durante lo stato di Venere la Terrarimarrà unita al sole; invece l’evoluzione durantel’epoca di Giove si svolgerà in guisa, che a un deter-minato momento, il sole si distaccherà nuovamente da«Giove» ed eserciterà su di esso la sua azione dal difuori. Si verifica poi nuovamente l’unione fra Giove eil sole, e tale trasformazione gradatamente passa allostato di Venere. Durante quest’ultimo si distacca da«Venere» uno speciale corpo celeste, che contiene tut-ti gli esseri che si sono opposti all’evoluzione; è, per

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un mondo superiore, la Terra si trasformerà nello statodi Giove. Durante questo stato non esisterà più ciò cheoggi vien chiamato il regno minerale; le forze di quelregno saranno trasformate in forze vegetali. Il regnovegetale, che avrà però forma affatto nuova rispettoall’attuale, si paleserà su Giove come il più basso deiregni. Al di sopra di quello si costituirà il regno ani-male, anche esso trasformato; vi sarà inoltre un regnoumano, composto dei discendenti della comunità catti-va, costituitasi un tempo sulla Terra, e al di sopra diesso, come regno umano di grado superiore, i discen-denti della comunità umana buona della Terra. Granparte del lavoro di quest’ultimo regno umano consi-sterà nel nobilitare le anime cadute nell’umanità catti-va per modo, che esse possano ancora trovare l’acces-so nel vero regno umano. Allo stato di Venere anche ilregno vegetale sarà scomparso; il regno inferiore saràquello animale, nuovamente trasformato, e al di sopradi esso vi saranno tre regni umani a gradi diversi diperfezionamento. Durante lo stato di Venere la Terrarimarrà unita al sole; invece l’evoluzione durantel’epoca di Giove si svolgerà in guisa, che a un deter-minato momento, il sole si distaccherà nuovamente da«Giove» ed eserciterà su di esso la sua azione dal difuori. Si verifica poi nuovamente l’unione fra Giove eil sole, e tale trasformazione gradatamente passa allostato di Venere. Durante quest’ultimo si distacca da«Venere» uno speciale corpo celeste, che contiene tut-ti gli esseri che si sono opposti all’evoluzione; è, per

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Page 434: La scienza occulta -   · PDF fileno ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma

così dire, una «luna incorriggibile» che si avvia ormaiverso un’evoluzione di una natura impossibile a de-scriversi, perchè troppo diversa da tutto ciò chel’uomo può sperimentare sulla Terra. L’umanità evo-luta però procede in uno stato di esistenza completa-mente spirituale all’evoluzione di Vulcano, di cui ladescrizione esorbita dai limiti di quest’opera.

Si vede dunque come la «conoscenza del Graal»c’insegni il più alto ideale dell’evoluzione umana cheall’uomo sia dato di concepire; quella spiritualizzazio-ne, cioè, che egli conquista per opera propria, e che sipalesa infine come il risultato dell’accordo armonico,che egli ha saputo stabilire, durante il quinto e il sestoperiodo dell’evoluzione attuale, fra le forze da lui ac-quistate del sentimento e dell’intelletto e le conoscen-ze dei mondi supersensibili. Ciò che l’uomo ha elabo-rato in tal modo nella sua interiorità diventerà più tar-di esso stesso il mondo esteriore. Lo spirito dell’uomosi eleva fino alle possenti impressioni del suo mondoesteriore e dapprima intravede, poi riconosce delle en-tità spirituali dietro di esse; il cuore umano sentel’infinita sublimità di quella spiritualità. L’uomo puòriconoscere altresì, che le esperienze intellettuali, sen-timentali e caratteristiche della sua interiorità, sono igermi di un mondo spirituale in via di formazione.

Chi pensa che la libertà umana non sia compatibilecon la prescienza e con la predeterminazionedell’assetto avvenire delle cose dovrebbe riflettere,che la libertà d’azione dell’uomo nel futuro è altret-

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così dire, una «luna incorriggibile» che si avvia ormaiverso un’evoluzione di una natura impossibile a de-scriversi, perchè troppo diversa da tutto ciò chel’uomo può sperimentare sulla Terra. L’umanità evo-luta però procede in uno stato di esistenza completa-mente spirituale all’evoluzione di Vulcano, di cui ladescrizione esorbita dai limiti di quest’opera.

Si vede dunque come la «conoscenza del Graal»c’insegni il più alto ideale dell’evoluzione umana cheall’uomo sia dato di concepire; quella spiritualizzazio-ne, cioè, che egli conquista per opera propria, e che sipalesa infine come il risultato dell’accordo armonico,che egli ha saputo stabilire, durante il quinto e il sestoperiodo dell’evoluzione attuale, fra le forze da lui ac-quistate del sentimento e dell’intelletto e le conoscen-ze dei mondi supersensibili. Ciò che l’uomo ha elabo-rato in tal modo nella sua interiorità diventerà più tar-di esso stesso il mondo esteriore. Lo spirito dell’uomosi eleva fino alle possenti impressioni del suo mondoesteriore e dapprima intravede, poi riconosce delle en-tità spirituali dietro di esse; il cuore umano sentel’infinita sublimità di quella spiritualità. L’uomo puòriconoscere altresì, che le esperienze intellettuali, sen-timentali e caratteristiche della sua interiorità, sono igermi di un mondo spirituale in via di formazione.

Chi pensa che la libertà umana non sia compatibilecon la prescienza e con la predeterminazionedell’assetto avvenire delle cose dovrebbe riflettere,che la libertà d’azione dell’uomo nel futuro è altret-

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tanto poco dipendente dal predeterminato assetto dellecose, quanto lo sarebbe oggi, se egli si proponesse didimorare fra un anno in una casa, di cui attualmentesta tracciando la pianta. L’uomo sarà libero, nella mi-sura che il suo essere interiore gli permetterà di esser-lo, nella casa appunto che egli si è costruito; su Gioveo su Venere egli sarà libero commisuratamente allasua interiorità, entro la cerchia appunto delle condi-zioni che allora vi potranno essere. La libertà non di-penderà da ciò che è stato predeterminato dalle condi-zioni anteriori, bensì da ciò che l’anima avrà saputofare di sè stessa.

* * *

Lo stato terrestre contiene ciò che si è sviluppato,durante i precedenti periodi di Saturno, del Sole e del-la Luna. L’uomo terrestre trova la «saggezza» nei pro-cessi che si svolgono attorno a lui; saggezza che esi-ste, come risultato di ciò che è accaduto precedente-mente. La Terra è la discendente dell’antica Luna, equest’ultima si è costituita, con tutto ciò che le appar-teneva, come «Cosmo della Sapienza». Orbene, laTerra segna l’inizio di un’evoluzione per mezzo di cuiuna nuova forza verrà introdotta in questa saggezza;essa conduce l’uomo a sentirsi cittadino indipendentedi un mondo spirituale. Ciò dipende dal fatto, che ilsuo «Io» viene formato dagli Spiriti della Forma,durante il periodo terrestre, al modo stesso come il

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tanto poco dipendente dal predeterminato assetto dellecose, quanto lo sarebbe oggi, se egli si proponesse didimorare fra un anno in una casa, di cui attualmentesta tracciando la pianta. L’uomo sarà libero, nella mi-sura che il suo essere interiore gli permetterà di esser-lo, nella casa appunto che egli si è costruito; su Gioveo su Venere egli sarà libero commisuratamente allasua interiorità, entro la cerchia appunto delle condi-zioni che allora vi potranno essere. La libertà non di-penderà da ciò che è stato predeterminato dalle condi-zioni anteriori, bensì da ciò che l’anima avrà saputofare di sè stessa.

* * *

Lo stato terrestre contiene ciò che si è sviluppato,durante i precedenti periodi di Saturno, del Sole e del-la Luna. L’uomo terrestre trova la «saggezza» nei pro-cessi che si svolgono attorno a lui; saggezza che esi-ste, come risultato di ciò che è accaduto precedente-mente. La Terra è la discendente dell’antica Luna, equest’ultima si è costituita, con tutto ciò che le appar-teneva, come «Cosmo della Sapienza». Orbene, laTerra segna l’inizio di un’evoluzione per mezzo di cuiuna nuova forza verrà introdotta in questa saggezza;essa conduce l’uomo a sentirsi cittadino indipendentedi un mondo spirituale. Ciò dipende dal fatto, che ilsuo «Io» viene formato dagli Spiriti della Forma,durante il periodo terrestre, al modo stesso come il

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suo corpo fisico venne elaborato su Saturno dagli Spi-riti della Volontà, il suo corpo vitale sul Sole dagliSpiriti della Saggezza, e il suo corpo astrale sullaLuna dagli Spiriti del Moto. Dalla collaborazione de-gli Spiriti della Volontà, della Sapienza e del Moto na-sce ciò che si manifesta come Saggezza. Per opera diqueste tre categorie di Spiriti gli esseri e i processidella Terra possono armonizzarsi in saggezza con glialtri esseri del loro mondo. L’uomo riceve il suo «Io»indipendente dagli Spiriti della Forma; questo Io si ar-monizzerà nell’avvenire con gli esseri della Terra, diGiove, di Venere e di Vulcano a mezzo della forza ches’introduce nella saggezza durante il periodo terrestre.È questa la forza dell’amore. Questa forza dell’amoredeve nascere nell’umanità terrestre e il «Cosmo dellasaggezza», deve svilupparsi in «Cosmo di amore». Datutto ciò che l’Io può sviluppare in sè, deve sgorgarel’amore. Quale universale «archetipo dell’amore» sipresenta con la sua rivelazione il sublime Essere sola-re, che è stato caratterizzato nella descrizionedell’evoluzione del Cristo. Con esso il germedell’amore è stato immerso nell’interiorità più profon-da dell’essenza umana, e da lì dovrà scorrerenell’intiera evoluzione. Come la saggezza maturatasinel passato si manifesta nelle forze del mondo fisicoesteriore, «forze della natura», così in avvenire l’amo-re stesso si manifesterà in tutti i fenomeni, come nuo-va forza della natura. Questo è il segreto di ogni evo-luzione futura: la conoscenza, e tutto ciò che l’uomo

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suo corpo fisico venne elaborato su Saturno dagli Spi-riti della Volontà, il suo corpo vitale sul Sole dagliSpiriti della Saggezza, e il suo corpo astrale sullaLuna dagli Spiriti del Moto. Dalla collaborazione de-gli Spiriti della Volontà, della Sapienza e del Moto na-sce ciò che si manifesta come Saggezza. Per opera diqueste tre categorie di Spiriti gli esseri e i processidella Terra possono armonizzarsi in saggezza con glialtri esseri del loro mondo. L’uomo riceve il suo «Io»indipendente dagli Spiriti della Forma; questo Io si ar-monizzerà nell’avvenire con gli esseri della Terra, diGiove, di Venere e di Vulcano a mezzo della forza ches’introduce nella saggezza durante il periodo terrestre.È questa la forza dell’amore. Questa forza dell’amoredeve nascere nell’umanità terrestre e il «Cosmo dellasaggezza», deve svilupparsi in «Cosmo di amore». Datutto ciò che l’Io può sviluppare in sè, deve sgorgarel’amore. Quale universale «archetipo dell’amore» sipresenta con la sua rivelazione il sublime Essere sola-re, che è stato caratterizzato nella descrizionedell’evoluzione del Cristo. Con esso il germedell’amore è stato immerso nell’interiorità più profon-da dell’essenza umana, e da lì dovrà scorrerenell’intiera evoluzione. Come la saggezza maturatasinel passato si manifesta nelle forze del mondo fisicoesteriore, «forze della natura», così in avvenire l’amo-re stesso si manifesterà in tutti i fenomeni, come nuo-va forza della natura. Questo è il segreto di ogni evo-luzione futura: la conoscenza, e tutto ciò che l’uomo

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compie con vera comprensione dell’evoluzione, è unasemente che deve maturarsi in amore. E quanto piùsarà la forza dell’amore, tanto maggior copia di forzacreativa verrà fornita all’avvenire. In ciò che sarà statocostituito dall’amore risiederanno le forze possentiche conducono al risultato finale della spiritualizza-zione sopra descritta; quanto più la conoscenza spiri-tuale fluirà nell’evoluzione dell’umanità e della Terrae tanto più numerosi saranno i germi vitali disponibiliper l’avvenire. La conoscenza spirituale, per virtù diciò che essa è, si trasforma in amore. L’intiero proces-so che è stato descritto, dal periodo greco-latino fino aquello attuale, dimostra, come questa trasformazionesi debba svolgere e per quale ragione essa segni ilprincipio dell’evoluzione futura. Ciò che si è andatopreparando come saggezza su Saturno, il Sole e laLuna agisce nel corpo fisico, nel corpo eterico e nelcorpo astrale dell’uomo e si manifesta come «Saggez-za del Mondo»; nell’Io però s’interiorizza. A partiredallo stato terrestre «la saggezza del mondo esteriore»diventa saggezza interiore nell’uomo; e quando si è intal modo interiorizzata diventa il germe dell’amore.La saggezza è una condizione necessaria per l’amore,il quale, a sua volta, è il frutto della saggezza rinatanell’Io.

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compie con vera comprensione dell’evoluzione, è unasemente che deve maturarsi in amore. E quanto piùsarà la forza dell’amore, tanto maggior copia di forzacreativa verrà fornita all’avvenire. In ciò che sarà statocostituito dall’amore risiederanno le forze possentiche conducono al risultato finale della spiritualizza-zione sopra descritta; quanto più la conoscenza spiri-tuale fluirà nell’evoluzione dell’umanità e della Terrae tanto più numerosi saranno i germi vitali disponibiliper l’avvenire. La conoscenza spirituale, per virtù diciò che essa è, si trasforma in amore. L’intiero proces-so che è stato descritto, dal periodo greco-latino fino aquello attuale, dimostra, come questa trasformazionesi debba svolgere e per quale ragione essa segni ilprincipio dell’evoluzione futura. Ciò che si è andatopreparando come saggezza su Saturno, il Sole e laLuna agisce nel corpo fisico, nel corpo eterico e nelcorpo astrale dell’uomo e si manifesta come «Saggez-za del Mondo»; nell’Io però s’interiorizza. A partiredallo stato terrestre «la saggezza del mondo esteriore»diventa saggezza interiore nell’uomo; e quando si è intal modo interiorizzata diventa il germe dell’amore.La saggezza è una condizione necessaria per l’amore,il quale, a sua volta, è il frutto della saggezza rinatanell’Io.

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ALCUNE PARTICOLARITÀ DELLASCIENZA DELLO SPIRITO

IL CORPO ETERICO DELL’UOMO.

Quando gli arti superiori dell’uomo vengono osser-vati a mezzo della percezione supersensibile, tale per-cezione non è mai del tutto simile a quella dei sensiesteriori. Allorchè l’uomo tocca un oggetto e ne riceveuna sensazione di calore, occorre distinguete fra ciòche proviene dall’oggetto, che fluisce in certo mododa esso, e ciò che la persona sperimenta nell’anima.L’esperienza animica interiore della sensazione del ca-lore è alquanto diversa dal calore che fluiscedall’oggetto. Immaginiamoci quest’esperienza animi-ca da per sè sola, senza l’oggetto esteriore; rappresen-tiamoci l’esperienza di una sensazione di calorenell’anima, che non sia provocata da nessun oggettoesteriore fisico. Se una tale sensazione vi fosse senzacausa, sarebbe pura immaginazione. Il discepolo dellascienza occulta sperimenta percezioni interiori di talnatura non determinate da causa fisica; esse però, a undato gradino di evoluzione, si manifestano in maniera,

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ALCUNE PARTICOLARITÀ DELLASCIENZA DELLO SPIRITO

IL CORPO ETERICO DELL’UOMO.

Quando gli arti superiori dell’uomo vengono osser-vati a mezzo della percezione supersensibile, tale per-cezione non è mai del tutto simile a quella dei sensiesteriori. Allorchè l’uomo tocca un oggetto e ne riceveuna sensazione di calore, occorre distinguete fra ciòche proviene dall’oggetto, che fluisce in certo mododa esso, e ciò che la persona sperimenta nell’anima.L’esperienza animica interiore della sensazione del ca-lore è alquanto diversa dal calore che fluiscedall’oggetto. Immaginiamoci quest’esperienza animi-ca da per sè sola, senza l’oggetto esteriore; rappresen-tiamoci l’esperienza di una sensazione di calorenell’anima, che non sia provocata da nessun oggettoesteriore fisico. Se una tale sensazione vi fosse senzacausa, sarebbe pura immaginazione. Il discepolo dellascienza occulta sperimenta percezioni interiori di talnatura non determinate da causa fisica; esse però, a undato gradino di evoluzione, si manifestano in maniera,

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che il discepolo può sapere (è stato dimostrato che lopuò sapere per mezzo dell’esperienza stessa), che lasua percezione interiore non è cosa immaginaria, ma èprodotta da una entità animico-spirituale di un mondoesteriore supersensibile, alla stessa guisa che una sen-sazione ordinaria di calore vien prodotta nel mondo fi-sico da un oggetto esteriore fisico-sensibile. Lo stessosi può dire per la percezione del colore nel mondo su-persensibile. Occorre distinguere in questo caso fra ilcolore associato all’oggetto esteriore e l’interiore sen-sazione del colore nell’anima. Rappresentatevi la sen-sazione interiore dell’anima quando percepisce un og-getto rosso del mondo esteriore fisico-sensibile; im-maginatevi di conservare un vivace ricordo diquell’impressione, pur distogliendo lo sguardodall’oggetto stesso. Ciò che ancora vi rimane come ri-cordo del colore rappresentatevelo come esperienzainteriore, e potrete allora distinguere fra ciò che èesperienza interiore del colore e il colore esteriore.Queste esperienze interiori differiscono completamen-te per il loro contenuto dalle impressioni esteriori deisensi; esse portano piuttosto l’impronta di ciò che viensentito come dolore e gioia, anzichè quella delle per-cezioni normali dei sensi. Rappresentiamoci poi il sor-gere nell’anima di un’esperienza interiore di questogenere, non provocata da nessun oggetto esteriore fi-sico-sensibile. Il chiaroveggente può avere un’espe-rienza siffatta e può anche sapere nel caso speciale,che non è immaginazione, ma che è l’espressione di

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che il discepolo può sapere (è stato dimostrato che lopuò sapere per mezzo dell’esperienza stessa), che lasua percezione interiore non è cosa immaginaria, ma èprodotta da una entità animico-spirituale di un mondoesteriore supersensibile, alla stessa guisa che una sen-sazione ordinaria di calore vien prodotta nel mondo fi-sico da un oggetto esteriore fisico-sensibile. Lo stessosi può dire per la percezione del colore nel mondo su-persensibile. Occorre distinguere in questo caso fra ilcolore associato all’oggetto esteriore e l’interiore sen-sazione del colore nell’anima. Rappresentatevi la sen-sazione interiore dell’anima quando percepisce un og-getto rosso del mondo esteriore fisico-sensibile; im-maginatevi di conservare un vivace ricordo diquell’impressione, pur distogliendo lo sguardodall’oggetto stesso. Ciò che ancora vi rimane come ri-cordo del colore rappresentatevelo come esperienzainteriore, e potrete allora distinguere fra ciò che èesperienza interiore del colore e il colore esteriore.Queste esperienze interiori differiscono completamen-te per il loro contenuto dalle impressioni esteriori deisensi; esse portano piuttosto l’impronta di ciò che viensentito come dolore e gioia, anzichè quella delle per-cezioni normali dei sensi. Rappresentiamoci poi il sor-gere nell’anima di un’esperienza interiore di questogenere, non provocata da nessun oggetto esteriore fi-sico-sensibile. Il chiaroveggente può avere un’espe-rienza siffatta e può anche sapere nel caso speciale,che non è immaginazione, ma che è l’espressione di

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un’entità animico-spirituale. Se questa entità animico-spirituale provoca un’impressione uguale a quella pro-dotta da un oggetto rosso nel mondo fisico sensibile,significa che essa è rossa. Quando si tratta di un og-getto fisico-sensibile, si presenterà prima l’impressio-ne esteriore e dopo l’esperienza interiore del calore;nella vera chiaroveggenza dell’uomo della nostra epo-ca deve accadere proprio il contrario; si produce pri-ma l’esperienza interiore incerta, come un semplice ri-cordo di colore, e poi a mano a mano, l’impressionedell’immagine si fa più viva. Quanto meno si tien pre-sente che il processo deve svolgersi in tal modo, e tan-to meno si riesce a distinguere fra le vere percezionispirituali e le percezioni fittizie (illusioni, allucinazio-ni e simili). Dalla maggiore o minore evoluzione delchiaroveggente dipende la maggiore o minore vivacitàdell’immagine prodotta da una percezione animico-spirituale siffatta, che può rimanere completamenteincerta, come un’oscura rappresentazione, o può eser-citare azione intensa, come un oggetto esteriore.L’impressione generale che il veggente riceve del cor-po eterico umano si può descrivere dicendo: «Se laforza di volontà è sviluppata al punto di permettere alchiaroveggente, quando un essere umano gli sta di-nanzi, di distogliere la sua attenzione da ciò che il suoocchio fisico vede, egli è capace di vedere chiaroveg-gentemente lo spazio occupato dal corpo fisico diquell’uomo». Occorre, naturalmente, una forte inten-sificazione della volontà per distogliere l’attenzione,

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un’entità animico-spirituale. Se questa entità animico-spirituale provoca un’impressione uguale a quella pro-dotta da un oggetto rosso nel mondo fisico sensibile,significa che essa è rossa. Quando si tratta di un og-getto fisico-sensibile, si presenterà prima l’impressio-ne esteriore e dopo l’esperienza interiore del calore;nella vera chiaroveggenza dell’uomo della nostra epo-ca deve accadere proprio il contrario; si produce pri-ma l’esperienza interiore incerta, come un semplice ri-cordo di colore, e poi a mano a mano, l’impressionedell’immagine si fa più viva. Quanto meno si tien pre-sente che il processo deve svolgersi in tal modo, e tan-to meno si riesce a distinguere fra le vere percezionispirituali e le percezioni fittizie (illusioni, allucinazio-ni e simili). Dalla maggiore o minore evoluzione delchiaroveggente dipende la maggiore o minore vivacitàdell’immagine prodotta da una percezione animico-spirituale siffatta, che può rimanere completamenteincerta, come un’oscura rappresentazione, o può eser-citare azione intensa, come un oggetto esteriore.L’impressione generale che il veggente riceve del cor-po eterico umano si può descrivere dicendo: «Se laforza di volontà è sviluppata al punto di permettere alchiaroveggente, quando un essere umano gli sta di-nanzi, di distogliere la sua attenzione da ciò che il suoocchio fisico vede, egli è capace di vedere chiaroveg-gentemente lo spazio occupato dal corpo fisico diquell’uomo». Occorre, naturalmente, una forte inten-sificazione della volontà per distogliere l’attenzione,

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non soltanto da qualche cosa a cui si pensa, ma pro-prio da qualcosa che ci sta dinanzi, in modo chel’impressione fisica ne risulti del tutto spenta. Ma que-sta intensificazione è possibile e si consegue per mez-zo degli esercizi che conducono alla conoscenza su-persensibile. Il chiaroveggente allora può ricevere an-zitutto l’impressione generale del corpo eterico; nellasua anima sorge la medesima sensazione interiore cheviene suscitata dalla vista del colore di un fiore di pe-sco, e questa impressione diventa così vivace, che eglipuò dirsi: «Il corpo eterico ha il colore del fiore di pe-sco». Il chiaroveggente percepisce poi anche i singoliorgani e le correnti del corpo eterico. La descrizionedel corpo eterico si può proseguire, citando le espe-rienze dell’anima che corrispondono alle sensazioni dicalore, alle impressioni di suoni, ecc., perchè quel cor-po non è soltanto un fenomeno luminoso. Allo stessomodo si può descrivere il corpo astrale e gli altri artidell’entità umana. Chi tien conto di queste considera-zioni comprenderà come vadano intese le descrizionidate nel senso della scienza dello Spirito (vedi pagg.36-37 di questo libro).

IL MONDO ASTRALE.

Finchè si osserva soltanto il mondo fisico, la Terra,quale dimora dell’uomo, si presenta come un corpocosmico separato; quando però la conoscenza super-

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non soltanto da qualche cosa a cui si pensa, ma pro-prio da qualcosa che ci sta dinanzi, in modo chel’impressione fisica ne risulti del tutto spenta. Ma que-sta intensificazione è possibile e si consegue per mez-zo degli esercizi che conducono alla conoscenza su-persensibile. Il chiaroveggente allora può ricevere an-zitutto l’impressione generale del corpo eterico; nellasua anima sorge la medesima sensazione interiore cheviene suscitata dalla vista del colore di un fiore di pe-sco, e questa impressione diventa così vivace, che eglipuò dirsi: «Il corpo eterico ha il colore del fiore di pe-sco». Il chiaroveggente percepisce poi anche i singoliorgani e le correnti del corpo eterico. La descrizionedel corpo eterico si può proseguire, citando le espe-rienze dell’anima che corrispondono alle sensazioni dicalore, alle impressioni di suoni, ecc., perchè quel cor-po non è soltanto un fenomeno luminoso. Allo stessomodo si può descrivere il corpo astrale e gli altri artidell’entità umana. Chi tien conto di queste considera-zioni comprenderà come vadano intese le descrizionidate nel senso della scienza dello Spirito (vedi pagg.36-37 di questo libro).

IL MONDO ASTRALE.

Finchè si osserva soltanto il mondo fisico, la Terra,quale dimora dell’uomo, si presenta come un corpocosmico separato; quando però la conoscenza super-

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sensibile sale in altri mondi, vien meno questa separa-zione; perciò si può dire, che l’Immaginazione perce-pisce la Terra e al contempo lo stato lunare evolutosifino all’epoca presente. Orbene, al mondo a cui si arri-va in quel modo appartiene non soltanto la parte su-persensibile della Terra, ma giacciono in esso anchealtri corpi cosmici, i quali fisicamente sono separatidalla Terra. Chi ha raggiunto la conoscenza dei mondisupersensibili osserva dunque, non soltanto le regionisupersensibili della Terra, ma vede anzitutto anche laparte supersensibile di altri corpi cosmici (che si trattidell’osservazione della parte supersensibile di altricorpi cosmici è un fatto che dovrebbe essere tenutopresente da chi chiede: «Perchè il chiaroveggente nonci rivela ciò che accade su Marte?, poichè tale doman-da si riferisce evidentemente a condizioni fisico-sensi-bili). Questa è la ragione per cui è stato possibile didescrivere in questo libro anche dei determinati rap-porti fra la evoluzione della Terra e l’evoluzione con-temporaneamente svoltasi su Saturno, Giove, Marte,ecc. Quando il corpo astrale sottratto all’uomo duranteil sonno, esso appartiene, non soltanto alle condizioniterrestri, ma pure a mondi, di cui anche altre regioni(mondi stellari) dell’universo fanno parte. Anzi queimondi esercitano un’influenza sul corpo astraledell’uomo anche durante lo stato di veglia; questo fat-to giustifica appunto la denominazione di «corpoastrale».

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sensibile sale in altri mondi, vien meno questa separa-zione; perciò si può dire, che l’Immaginazione perce-pisce la Terra e al contempo lo stato lunare evolutosifino all’epoca presente. Orbene, al mondo a cui si arri-va in quel modo appartiene non soltanto la parte su-persensibile della Terra, ma giacciono in esso anchealtri corpi cosmici, i quali fisicamente sono separatidalla Terra. Chi ha raggiunto la conoscenza dei mondisupersensibili osserva dunque, non soltanto le regionisupersensibili della Terra, ma vede anzitutto anche laparte supersensibile di altri corpi cosmici (che si trattidell’osservazione della parte supersensibile di altricorpi cosmici è un fatto che dovrebbe essere tenutopresente da chi chiede: «Perchè il chiaroveggente nonci rivela ciò che accade su Marte?, poichè tale doman-da si riferisce evidentemente a condizioni fisico-sensi-bili). Questa è la ragione per cui è stato possibile didescrivere in questo libro anche dei determinati rap-porti fra la evoluzione della Terra e l’evoluzione con-temporaneamente svoltasi su Saturno, Giove, Marte,ecc. Quando il corpo astrale sottratto all’uomo duranteil sonno, esso appartiene, non soltanto alle condizioniterrestri, ma pure a mondi, di cui anche altre regioni(mondi stellari) dell’universo fanno parte. Anzi queimondi esercitano un’influenza sul corpo astraledell’uomo anche durante lo stato di veglia; questo fat-to giustifica appunto la denominazione di «corpoastrale».

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LA VITA DELL’UOMO DOPO LA MORTE.

Nel corso di questo libro è stato parlato del temposuccessivo alla morte dell’uomo, durante il quale ilcorpo astrale rimane unito al corpo eterico. In tal pe-riodo permane un ricordo dell’intiera vita allora tra-scorsa, ricordo che man mano va impallidendo (vedipag. 63). La durata di questo tempo varia, a secondadei diversi uomini; dipende dal grado di forza con cuiil corpo astrale trattiene a sè il corpo eterico, dal pote-re che esercita su questo. La conoscenza supersensibi-le può ricevere un’impressione di questa forza, se os-serva un uomo, il quale effettivamente, per il gradodella sua stanchezza, dovrebbe dormire, ma che non-dimeno si mantiene sveglio per virtù di forza interiore.Si può osservare allora che il tempo durante il quale sipossono mantenere desti i varii uomini, in cui, cioè,non si lasciano vincere dal sonno, varia a seconda diognuno di essi. Orbene, per quanto lungamente unuomo può conservarsi desto, in un caso di vera neces-sità, altrettanto tempo, a un dipresso, permane in lui ilricordo dopo la morte della vita appunto trascorsa, os-sia la connessione con il corpo eterico.

* * *

Quando il corpo eterico dopo la morte si è distacca-to (vedi pag. 65) rimane in esso, per tutta la futuraevoluzione dell’uomo, qualcosa, che si potrebbe chia-

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LA VITA DELL’UOMO DOPO LA MORTE.

Nel corso di questo libro è stato parlato del temposuccessivo alla morte dell’uomo, durante il quale ilcorpo astrale rimane unito al corpo eterico. In tal pe-riodo permane un ricordo dell’intiera vita allora tra-scorsa, ricordo che man mano va impallidendo (vedipag. 63). La durata di questo tempo varia, a secondadei diversi uomini; dipende dal grado di forza con cuiil corpo astrale trattiene a sè il corpo eterico, dal pote-re che esercita su questo. La conoscenza supersensibi-le può ricevere un’impressione di questa forza, se os-serva un uomo, il quale effettivamente, per il gradodella sua stanchezza, dovrebbe dormire, ma che non-dimeno si mantiene sveglio per virtù di forza interiore.Si può osservare allora che il tempo durante il quale sipossono mantenere desti i varii uomini, in cui, cioè,non si lasciano vincere dal sonno, varia a seconda diognuno di essi. Orbene, per quanto lungamente unuomo può conservarsi desto, in un caso di vera neces-sità, altrettanto tempo, a un dipresso, permane in lui ilricordo dopo la morte della vita appunto trascorsa, os-sia la connessione con il corpo eterico.

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Quando il corpo eterico dopo la morte si è distacca-to (vedi pag. 65) rimane in esso, per tutta la futuraevoluzione dell’uomo, qualcosa, che si potrebbe chia-

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mare un estratto, un’essenza del medesimo. Questa es-senza contiene i frutti della vita trascorsa, ed è il vei-colo di tutto ciò che, durante l’evoluzione spiritualedell’uomo, fra la morte e una nuova nascita, si svilup-pa come un germe per la vita successiva (vedi pag.75).

* * *

La durata del tempo che corre fra la morte e unanuova nascita (vedi pag. 81) vien determinata dal fat-to, che l’Io, come regola generale, ritorna nel mondofisico-sensibile soltanto quando quest’ultimo si è nelfrattempo trasformato in modo, che egli possa trovarvidelle esperienze nuove. Mentre l’Io si trova nelle re-gioni spirituali, la sua dimora terrestre si modifica;tale cambiamento però è in corrispondenza con legrandi trasformazioni dell’universo, per esempio, conil cambiamento nella relativa posizione della Terra colsole, ecc. – Queste sono tutte modificazioni in cui de-terminate ripetizioni del passato si presentano in con-dizioni nuove; esse si esprimono, per esempio, nel fat-to, che il punto della volta celeste in cui il sole sorgeall’inizio della primavera descrive, nel corso di circa26.000 anni, un circolo perfetto. Quel punto inizialedella primavera si sposta dunque in quel numero dianni da una regione del cielo all’altra. Durante la do-dicesima parte di quel tempo e cioè, in circa. 2.100anni, le condizioni della Terra si sono modificate suf-

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mare un estratto, un’essenza del medesimo. Questa es-senza contiene i frutti della vita trascorsa, ed è il vei-colo di tutto ciò che, durante l’evoluzione spiritualedell’uomo, fra la morte e una nuova nascita, si svilup-pa come un germe per la vita successiva (vedi pag.75).

* * *

La durata del tempo che corre fra la morte e unanuova nascita (vedi pag. 81) vien determinata dal fat-to, che l’Io, come regola generale, ritorna nel mondofisico-sensibile soltanto quando quest’ultimo si è nelfrattempo trasformato in modo, che egli possa trovarvidelle esperienze nuove. Mentre l’Io si trova nelle re-gioni spirituali, la sua dimora terrestre si modifica;tale cambiamento però è in corrispondenza con legrandi trasformazioni dell’universo, per esempio, conil cambiamento nella relativa posizione della Terra colsole, ecc. – Queste sono tutte modificazioni in cui de-terminate ripetizioni del passato si presentano in con-dizioni nuove; esse si esprimono, per esempio, nel fat-to, che il punto della volta celeste in cui il sole sorgeall’inizio della primavera descrive, nel corso di circa26.000 anni, un circolo perfetto. Quel punto inizialedella primavera si sposta dunque in quel numero dianni da una regione del cielo all’altra. Durante la do-dicesima parte di quel tempo e cioè, in circa. 2.100anni, le condizioni della Terra si sono modificate suf-

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ficientemente, perchè l’anima umana vi possa speri-mentare qualche cosa di nuovo. Ma poichè le espe-rienze dell’uomo sono diverse, a seconda dell’incarna-zione come donna o come uomo, si verificano gene-ralmente, nel corso di quel tempo, due incarnazioni,una maschile, l’altra femminile. Questi eventi dipen-dono però pure dalla natura delle forze che l’uomotrasporta seco dall’esistenza terrestre nella morte. Tut-te le indicazioni di questo genere che qui vengonodate, devono essere intese come essenzialmente esat-te, sebbene nei singoli casi esse possano presentarsitrasformate nei modi più diversi.

IL CORSO DELLA VITA UMANA.

La vita dell’uomo, così come si manifesta attraver-so la successione dei vani stati fra nascita e morte, puòessere compresa completamente soltanto quando sitengano in considerazione, oltre al corpo fisico-sensi-bile, anche quelle trasformazioni che si compiono ne-gli organi supersensibili della natura umana. La scien-za dello Spirito considera tali trasformazioni nel modoseguente: la nascita fisica si palesa come il distaccodell’uomo dall’involucro fisico-materno. Le forze cheil germe umano, prima della nascita, aveva in comunecol corpo materno, esistono in lui dopo la nascita, sol-tanto come forze indipendenti. Ma la percezione chia-roveggente verifica, che durante il corso dell’esistenza

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ficientemente, perchè l’anima umana vi possa speri-mentare qualche cosa di nuovo. Ma poichè le espe-rienze dell’uomo sono diverse, a seconda dell’incarna-zione come donna o come uomo, si verificano gene-ralmente, nel corso di quel tempo, due incarnazioni,una maschile, l’altra femminile. Questi eventi dipen-dono però pure dalla natura delle forze che l’uomotrasporta seco dall’esistenza terrestre nella morte. Tut-te le indicazioni di questo genere che qui vengonodate, devono essere intese come essenzialmente esat-te, sebbene nei singoli casi esse possano presentarsitrasformate nei modi più diversi.

IL CORSO DELLA VITA UMANA.

La vita dell’uomo, così come si manifesta attraver-so la successione dei vani stati fra nascita e morte, puòessere compresa completamente soltanto quando sitengano in considerazione, oltre al corpo fisico-sensi-bile, anche quelle trasformazioni che si compiono ne-gli organi supersensibili della natura umana. La scien-za dello Spirito considera tali trasformazioni nel modoseguente: la nascita fisica si palesa come il distaccodell’uomo dall’involucro fisico-materno. Le forze cheil germe umano, prima della nascita, aveva in comunecol corpo materno, esistono in lui dopo la nascita, sol-tanto come forze indipendenti. Ma la percezione chia-roveggente verifica, che durante il corso dell’esistenza

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si svolgono degli eventi supersensibili, che somiglianoa quelli sensibili della nascita fisica. L’uomo, fino allaseconda dentizione (circa il 6° o 7° anno), ha il corpoeterico circondato da un involucro eterico; questo al-lora si distacca, e si verifica così la «nascita» del cor-po eterico. L’uomo resta però ancora avvolto in un in-volucro astrale, che si distacca a sua volta verso il 12°o 16° anno (al momento della pubertà). Questa appun-ta è la nascita del «corpo astrale», e più tardi ancoranasce il vero «Io» (le considerazioni utili che si posso-no dedurre da questi fatti supersensibili, nei riguardidell’educazione del fanciullo, sono esposte nel miobreve scritto: L’educazione del fanciullo dal punto vi-sta della scienza dello Spirito5, nel quale si trovanopure maggiori schiarimenti su cose qui appena accen-nate). Dopo la nascita dell’Io, l’uomo vive in guisa, daadattarsi alle condizioni del mondo e della vita e daesplicare in seno ad esse la sua azione, in ordine allecapacità degli arti sviluppati dall’Io, e cioè, dell’animasenziente, dell’anima razionale e dell’anima cosciente.Viene poi un tempo, in cui il corpo eterico fa stradaall’indietro, in cui attraversa in senso inverso il pro-cesso dello sviluppo compiuto dal settimo anno in poi.Mentre prima il corpo astrale si era evoluto in mododa sviluppare anzitutto ciò che aveva in sè come di-sposizione fin dalla nascita, e più tardi, dopo la venuta

5 Questo opuscolo, tradotto in italiano, è pubblicato in unaraccolta di opere del medesimo autore sotto il titolo di Proble-mi spirituali, edit. R. Carabba.

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si svolgono degli eventi supersensibili, che somiglianoa quelli sensibili della nascita fisica. L’uomo, fino allaseconda dentizione (circa il 6° o 7° anno), ha il corpoeterico circondato da un involucro eterico; questo al-lora si distacca, e si verifica così la «nascita» del cor-po eterico. L’uomo resta però ancora avvolto in un in-volucro astrale, che si distacca a sua volta verso il 12°o 16° anno (al momento della pubertà). Questa appun-ta è la nascita del «corpo astrale», e più tardi ancoranasce il vero «Io» (le considerazioni utili che si posso-no dedurre da questi fatti supersensibili, nei riguardidell’educazione del fanciullo, sono esposte nel miobreve scritto: L’educazione del fanciullo dal punto vi-sta della scienza dello Spirito5, nel quale si trovanopure maggiori schiarimenti su cose qui appena accen-nate). Dopo la nascita dell’Io, l’uomo vive in guisa, daadattarsi alle condizioni del mondo e della vita e daesplicare in seno ad esse la sua azione, in ordine allecapacità degli arti sviluppati dall’Io, e cioè, dell’animasenziente, dell’anima razionale e dell’anima cosciente.Viene poi un tempo, in cui il corpo eterico fa stradaall’indietro, in cui attraversa in senso inverso il pro-cesso dello sviluppo compiuto dal settimo anno in poi.Mentre prima il corpo astrale si era evoluto in mododa sviluppare anzitutto ciò che aveva in sè come di-sposizione fin dalla nascita, e più tardi, dopo la venuta

5 Questo opuscolo, tradotto in italiano, è pubblicato in unaraccolta di opere del medesimo autore sotto il titolo di Proble-mi spirituali, edit. R. Carabba.

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dell’Io, si arricchiva delle esperienze del mondo este-riore, da un determinato momento in poi, comincia anutrirsi spiritualmente del proprio corpo eterico; essocioè consuma il corpo eterico. Nell’ulteriore, corsodella vita anche il corpo eterico comincia a nutrirsi delcorpo fisico; da questo dipende il decadimento diquest’ultimo nella vecchiaia. II corso della vitadell’uomo si divide perciò in tre periodi: un primo, incui il corpo fisico e l’eterico si sviluppano, un secon-do, in cui si evolvono il corpo astrale e l’Io, e final-mente un terzo, in cui il corpo eterico e il corpo fisicosi trasformano a ritroso. Orbene, il corpo astrale pren-de parte a tutti i processi che si svolgono fra nascita emorte; per il fatto, però, che esso è veramente natospiritualmente soltanto fra il 12° e il 16° anno e chenell’ultimo periodo della vita è costretto a nutrirsi del-le forze del corpo eterico e del corpo fisico, lo svilup-po che può compiere a mezzo delle proprie forze èmolto più lento di quanto non sarebbe, se esso non sitrovasse dentro a un corpo eterico e a un corpo fisico.Dopo la morte, quando corpo fisico e corpo etericosono venuti meno, l’evoluzione, durante il periododella purificazione (vedi pag. 71), si, svolge perciò inmodo da rappresentare a un dipresso un terzo di tem-po dell’esistenza fra nascita e morte.

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dell’Io, si arricchiva delle esperienze del mondo este-riore, da un determinato momento in poi, comincia anutrirsi spiritualmente del proprio corpo eterico; essocioè consuma il corpo eterico. Nell’ulteriore, corsodella vita anche il corpo eterico comincia a nutrirsi delcorpo fisico; da questo dipende il decadimento diquest’ultimo nella vecchiaia. II corso della vitadell’uomo si divide perciò in tre periodi: un primo, incui il corpo fisico e l’eterico si sviluppano, un secon-do, in cui si evolvono il corpo astrale e l’Io, e final-mente un terzo, in cui il corpo eterico e il corpo fisicosi trasformano a ritroso. Orbene, il corpo astrale pren-de parte a tutti i processi che si svolgono fra nascita emorte; per il fatto, però, che esso è veramente natospiritualmente soltanto fra il 12° e il 16° anno e chenell’ultimo periodo della vita è costretto a nutrirsi del-le forze del corpo eterico e del corpo fisico, lo svilup-po che può compiere a mezzo delle proprie forze èmolto più lento di quanto non sarebbe, se esso non sitrovasse dentro a un corpo eterico e a un corpo fisico.Dopo la morte, quando corpo fisico e corpo etericosono venuti meno, l’evoluzione, durante il periododella purificazione (vedi pag. 71), si, svolge perciò inmodo da rappresentare a un dipresso un terzo di tem-po dell’esistenza fra nascita e morte.

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LE REGIONI SUPERIORI DEL MONDO SPIRITUALE.

Per mezzo dell’Immaginazione, dell’Ispirazione edell’Intuizione la conoscenza supersensibile si elevagradatamente fino a quelle regioni del mondo spiritua-le in cui le divengono accessibili le entità, che prendo-no parte all’evoluzione del mondo e dell’umanità. Intal modo le diviene anche possibile di seguire l’evolu-zione dell’uomo fra la morte e una nuova nascita inguisa da comprenderla. Orbene, vi sono regioni di esi-stenza ancor più elevate, delle quali non possiamodare qui che un breve cenno. Quando la conoscenzasupersensibile si è elevata fino all’Intuizione, essavive in un mondo di entità spirituali, le quali puresono in via di evoluzione. Ciò che riguarda l’umanitàattuale si estende, in certo qual modo, fino al mondodell’Intuizione. Veramente l’uomo, nel corso della suaevoluzione fra la morte e una nuova nascita, riceveanche delle influenze da mondi ancora più elevati, manon le riceve direttamente, bensì gli pervengono per iltramite di entità spirituali. Se si osservano queste enti-tà, si trovano le cause di tutto ciò che accadeall’uomo. Ma le speciali condizioni di questi esseri,ciò di cui essi stessi abbisognano per guidare l’evolu-zione umana, possono essere osservate soltanto da unaconoscenza che trascenda l’intuizione. Questo ci di-mostra l’esistenza di mondi, dei quali ci possiamo rap-presentare la natura come tale, che in essi le condizio-

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LE REGIONI SUPERIORI DEL MONDO SPIRITUALE.

Per mezzo dell’Immaginazione, dell’Ispirazione edell’Intuizione la conoscenza supersensibile si elevagradatamente fino a quelle regioni del mondo spiritua-le in cui le divengono accessibili le entità, che prendo-no parte all’evoluzione del mondo e dell’umanità. Intal modo le diviene anche possibile di seguire l’evolu-zione dell’uomo fra la morte e una nuova nascita inguisa da comprenderla. Orbene, vi sono regioni di esi-stenza ancor più elevate, delle quali non possiamodare qui che un breve cenno. Quando la conoscenzasupersensibile si è elevata fino all’Intuizione, essavive in un mondo di entità spirituali, le quali puresono in via di evoluzione. Ciò che riguarda l’umanitàattuale si estende, in certo qual modo, fino al mondodell’Intuizione. Veramente l’uomo, nel corso della suaevoluzione fra la morte e una nuova nascita, riceveanche delle influenze da mondi ancora più elevati, manon le riceve direttamente, bensì gli pervengono per iltramite di entità spirituali. Se si osservano queste enti-tà, si trovano le cause di tutto ciò che accadeall’uomo. Ma le speciali condizioni di questi esseri,ciò di cui essi stessi abbisognano per guidare l’evolu-zione umana, possono essere osservate soltanto da unaconoscenza che trascenda l’intuizione. Questo ci di-mostra l’esistenza di mondi, dei quali ci possiamo rap-presentare la natura come tale, che in essi le condizio-

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ni spirituali più elevate della Terra sono fra le più bas-se. Le determinazioni della ragione sono ciò che vi hadi più elevato nel campo terrestre, mentre le attivitàdel regno minerale sono ciò che vi ha di più basso.Orbene, in quelle alte regioni spirituali, le determina-zioni della ragione sono da classificarsi a un dipressoa paro delle attività minerali sulla Terra. Al di là delcampo dell’Intuizione, vi è quella regione nella qualedalle cause prime spirituali si vien tessendo il pianocosmico.

GLI ARTI DELL’ESSERE UMANO.

Quando è stato detto (vedi pag. 52 e quelle prece-denti) che l’Io elabora gli arti dell’essere umano, ilcorpo fisico, il corpo eterico e il corpo astrale, e li tra-sforma rispettivamente per ordine inverso, in Persona-lità spirituale, in Spirito vitale e in Uomo Spirito, ciòsi riferisce al lavoro compiuto dall’Io sull’entità uma-na a mezzo di quelle capacità superiori, l’evoluzionedelle quali è stata iniziata soltanto durante il corso del-le condizioni terrestri. Questa trasformazione è stataperò preceduta da un’altra, svoltasi sopra un gradinopiù basso, per virtù della quale sono state costituitel’anima senziente, l’anima razionale e l’anima co-sciente. Perchè, mentre l’anima senziente si va for-mando durante il corso dell’evoluzione umana, si ve-rificano delle modificazioni nel corpo astrale; la for-

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ni spirituali più elevate della Terra sono fra le più bas-se. Le determinazioni della ragione sono ciò che vi hadi più elevato nel campo terrestre, mentre le attivitàdel regno minerale sono ciò che vi ha di più basso.Orbene, in quelle alte regioni spirituali, le determina-zioni della ragione sono da classificarsi a un dipressoa paro delle attività minerali sulla Terra. Al di là delcampo dell’Intuizione, vi è quella regione nella qualedalle cause prime spirituali si vien tessendo il pianocosmico.

GLI ARTI DELL’ESSERE UMANO.

Quando è stato detto (vedi pag. 52 e quelle prece-denti) che l’Io elabora gli arti dell’essere umano, ilcorpo fisico, il corpo eterico e il corpo astrale, e li tra-sforma rispettivamente per ordine inverso, in Persona-lità spirituale, in Spirito vitale e in Uomo Spirito, ciòsi riferisce al lavoro compiuto dall’Io sull’entità uma-na a mezzo di quelle capacità superiori, l’evoluzionedelle quali è stata iniziata soltanto durante il corso del-le condizioni terrestri. Questa trasformazione è stataperò preceduta da un’altra, svoltasi sopra un gradinopiù basso, per virtù della quale sono state costituitel’anima senziente, l’anima razionale e l’anima co-sciente. Perchè, mentre l’anima senziente si va for-mando durante il corso dell’evoluzione umana, si ve-rificano delle modificazioni nel corpo astrale; la for-

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mazione dell’anima razionale si esprime in cambia-menti nel corpo eterico, e quella dell’anima coscientein modificazioni del corpo fisico. Maggiori particolarial riguardo vengono dati in questo libro nella descri-zione dell’evoluzione terrestre. In un certo senso sipuò dire che l’anima senziente già poggia sopra uncorpo astrale trasformato, l’anima razionale sopra uncorpo eterico trasformato e l’anima cosciente sopra uncorpo fisico trasformato. Si può però anche dire, chequesti tre arti dell’anima sono parti del corpo astrale;difatti l’esistenza dell’anima cosciente, per esempio, èpossibile soltanto, perchè essa è un’entità astrale in uncorpo fisico a lei adatto, e vive una vita astrale in uncorpo fisico elaborato per servirle di dimora.

LO STATO DI SOGNO.

Lo stato di sogno è stato descritto sotto un datoaspetto a pag. 59 i di questo libro; esso va considerato,da un canto, come un residuo di quell’antica coscienzad’immagini, propria agli uomini durante il periodo lu-nare e che perdurò per lungo tempo anche durantel’evoluzione terrestre. L’evoluzione si svolge in modo,che le condizioni precedenti influiscono sulle succes-sive, e perciò durante il sogno viene a manifestarsinell’uomo quasi un residuo di ciò che un tempo costi-tuiva il suo stato normale. Questo stato d’altra parte, èaffatto diverso dall’antica coscienza d’immagini, per-

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mazione dell’anima razionale si esprime in cambia-menti nel corpo eterico, e quella dell’anima coscientein modificazioni del corpo fisico. Maggiori particolarial riguardo vengono dati in questo libro nella descri-zione dell’evoluzione terrestre. In un certo senso sipuò dire che l’anima senziente già poggia sopra uncorpo astrale trasformato, l’anima razionale sopra uncorpo eterico trasformato e l’anima cosciente sopra uncorpo fisico trasformato. Si può però anche dire, chequesti tre arti dell’anima sono parti del corpo astrale;difatti l’esistenza dell’anima cosciente, per esempio, èpossibile soltanto, perchè essa è un’entità astrale in uncorpo fisico a lei adatto, e vive una vita astrale in uncorpo fisico elaborato per servirle di dimora.

LO STATO DI SOGNO.

Lo stato di sogno è stato descritto sotto un datoaspetto a pag. 59 i di questo libro; esso va considerato,da un canto, come un residuo di quell’antica coscienzad’immagini, propria agli uomini durante il periodo lu-nare e che perdurò per lungo tempo anche durantel’evoluzione terrestre. L’evoluzione si svolge in modo,che le condizioni precedenti influiscono sulle succes-sive, e perciò durante il sogno viene a manifestarsinell’uomo quasi un residuo di ciò che un tempo costi-tuiva il suo stato normale. Questo stato d’altra parte, èaffatto diverso dall’antica coscienza d’immagini, per-

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chè l’Io, dopo il suo sviluppo, prende parte anche aiprocessi che si svolgono nel corpo astrale durante ilsogno, di guisa, che in seguito alla sua presenza, si af-faccia nel sogno una, coscienza d’immagini trasfor-mata. Però, siccome l’Io non esercita la sua attivitàcoscientemente sul corpo astrale durante il sogno, cosìtutto ciò che appartiene alla sfera della vita di sognonon deve essere considerato come un’esperienza chepossa veramente condurre, nel senso della scienza del-lo Spirito, alla conoscenza dei mondi supersensibili.Lo stesso si dica per ciò che comunemente è chiamatavisione, presentimento o doppia vista (deutoroscopia).Questi stati sorgono quando «l’Io» viene eliminato edei residui dell’antico stato di coscienza si possonoriaffacciare nell’uomo. La scienza dello Spirito nonpuò impiegarli direttamente; quello che con essi si os-serva non può veramente essere considerato come unrisultato di detta scienza.

L’ACQUISTO DELLE CONOSCENZE SUPERSENSIBILI.

La via descritta in questo libro per conseguire la co-noscenza dei mondi supersensibili può essere anchechiamata la «via della conoscenza diretta», a lato dellaquale ve n’ha un’altra, che si può chiamare la «via delsentimento». Sarebbe un errore però di credere, che laprima nulla abbia a che fare con lo sviluppo del senti-mento; essa conduce piuttosto al maggior possibile

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chè l’Io, dopo il suo sviluppo, prende parte anche aiprocessi che si svolgono nel corpo astrale durante ilsogno, di guisa, che in seguito alla sua presenza, si af-faccia nel sogno una, coscienza d’immagini trasfor-mata. Però, siccome l’Io non esercita la sua attivitàcoscientemente sul corpo astrale durante il sogno, cosìtutto ciò che appartiene alla sfera della vita di sognonon deve essere considerato come un’esperienza chepossa veramente condurre, nel senso della scienza del-lo Spirito, alla conoscenza dei mondi supersensibili.Lo stesso si dica per ciò che comunemente è chiamatavisione, presentimento o doppia vista (deutoroscopia).Questi stati sorgono quando «l’Io» viene eliminato edei residui dell’antico stato di coscienza si possonoriaffacciare nell’uomo. La scienza dello Spirito nonpuò impiegarli direttamente; quello che con essi si os-serva non può veramente essere considerato come unrisultato di detta scienza.

L’ACQUISTO DELLE CONOSCENZE SUPERSENSIBILI.

La via descritta in questo libro per conseguire la co-noscenza dei mondi supersensibili può essere anchechiamata la «via della conoscenza diretta», a lato dellaquale ve n’ha un’altra, che si può chiamare la «via delsentimento». Sarebbe un errore però di credere, che laprima nulla abbia a che fare con lo sviluppo del senti-mento; essa conduce piuttosto al maggior possibile

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approfondimento della vita del sentimento. Invece, la«via del sentimento» si rivolge direttamente al solosentimento, e da questo punto di partenza cerca di sa-lire alla conoscenza. Questa via poggia sulla premes-sa, che un sentimento, quando l’anima gli si abbando-na per un determinato tempo completamente, si tra-sforma in conoscenza, in visione d’immagini. Se, peresempio, l’anima si riempie completamente per setti-mane e mesi, o anche più a lungo, del sentimento diumiltà, il contenuto di esso si trasforma in visione.Con l’esercizio a grado a grado di questi sentimenti sipuò dunque anche trovare una via che conduca alle re-gioni supersensibili; per gli uomini attuali, però, nellecondizioni ordinarie della vita, non è agevole battereuna tal via, per la quale la solitudine, l’allontanamentodal mondo sono quasi indispensabili, perchè le im-pressioni della vita quotidiana disturbano, specieall’inizio dell’evoluzione, ciò che l’anima ha, acqui-stato per mezzo della concentrazione in determinatisentimenti. Invece la via della conoscenza, descritta inquesto libro, può essere seguita in qualsiasi condizio-ne della vita attuale l’uomo si trovi.

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approfondimento della vita del sentimento. Invece, la«via del sentimento» si rivolge direttamente al solosentimento, e da questo punto di partenza cerca di sa-lire alla conoscenza. Questa via poggia sulla premes-sa, che un sentimento, quando l’anima gli si abbando-na per un determinato tempo completamente, si tra-sforma in conoscenza, in visione d’immagini. Se, peresempio, l’anima si riempie completamente per setti-mane e mesi, o anche più a lungo, del sentimento diumiltà, il contenuto di esso si trasforma in visione.Con l’esercizio a grado a grado di questi sentimenti sipuò dunque anche trovare una via che conduca alle re-gioni supersensibili; per gli uomini attuali, però, nellecondizioni ordinarie della vita, non è agevole battereuna tal via, per la quale la solitudine, l’allontanamentodal mondo sono quasi indispensabili, perchè le im-pressioni della vita quotidiana disturbano, specieall’inizio dell’evoluzione, ciò che l’anima ha, acqui-stato per mezzo della concentrazione in determinatisentimenti. Invece la via della conoscenza, descritta inquesto libro, può essere seguita in qualsiasi condizio-ne della vita attuale l’uomo si trovi.

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OSSERVAZIONI SU SPECIALI EVENTI ED ESSERI DEL MONDO

SPIRITUALE.

Potrebbe venir chiesto, se la concentrazione interio-re e gli altri mezzi descritti per l’acquisto della cono-scenza supersensibile permettano soltanto di osservarein modo generale l’uomo fra la morte e una nuova na-scita, nonchè altri processi spirituali, o pure se dianoanche la possibilità di osservare dei singoli e determi-nati processi ed esseri, per esempio, un determinatouomo dopo la sua morte. A tal domanda si può rispon-dere: Chi si acquista la capacità coi mezzi qui descrittidi osservare il mondo spirituale, arriverà pure a poter-ne scorgere i particolari; egli si rende capace di met-tersi in rapporto con uomini che vivono nel mondospirituale fra la morte e una nuova nascita. Bisognaperò tener presente, che in ordine alla scienza delloSpirito, ciò non deve verificarsi se non dopo che il di-scepolo abbia praticato la disciplina giusta per la co-noscenza supersensibile, perchè allora soltanto sapràdistinguere, riguardo ad eventi ed esseri speciali, ilvero dal falso. Chi volesse osservare dei casi partico-lari, senza la giusta preparazione, cadrebbe vittima dimolti errori. L’insegnamento, che conduce nei mondisuperiori all’osservazione di ciò che è descritto inquesto libro, permette pure di esaminare la vita di unsingolo uomo dopo la morte, e inoltre di osservare e di

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OSSERVAZIONI SU SPECIALI EVENTI ED ESSERI DEL MONDO

SPIRITUALE.

Potrebbe venir chiesto, se la concentrazione interio-re e gli altri mezzi descritti per l’acquisto della cono-scenza supersensibile permettano soltanto di osservarein modo generale l’uomo fra la morte e una nuova na-scita, nonchè altri processi spirituali, o pure se dianoanche la possibilità di osservare dei singoli e determi-nati processi ed esseri, per esempio, un determinatouomo dopo la sua morte. A tal domanda si può rispon-dere: Chi si acquista la capacità coi mezzi qui descrittidi osservare il mondo spirituale, arriverà pure a poter-ne scorgere i particolari; egli si rende capace di met-tersi in rapporto con uomini che vivono nel mondospirituale fra la morte e una nuova nascita. Bisognaperò tener presente, che in ordine alla scienza delloSpirito, ciò non deve verificarsi se non dopo che il di-scepolo abbia praticato la disciplina giusta per la co-noscenza supersensibile, perchè allora soltanto sapràdistinguere, riguardo ad eventi ed esseri speciali, ilvero dal falso. Chi volesse osservare dei casi partico-lari, senza la giusta preparazione, cadrebbe vittima dimolti errori. L’insegnamento, che conduce nei mondisuperiori all’osservazione di ciò che è descritto inquesto libro, permette pure di esaminare la vita di unsingolo uomo dopo la morte, e inoltre di osservare e di

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comprendere singolarmente tutti gli esseri animico-spirituali, i quali dai mondi occulti esercitano la loroazione in quelli manifesti. Ma la sicurezza nell’osser-vazione dei particolari è possibile soltanto sulla basedella conoscenza dei grandi e universali eventi delmondo spirituale, eventi che concernono il cosmo,l’umanità e ogni singolo uomo. Chi cerea particolari,senza cercare la conoscenza generale, si esponeall’errore.

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comprendere singolarmente tutti gli esseri animico-spirituali, i quali dai mondi occulti esercitano la loroazione in quelli manifesti. Ma la sicurezza nell’osser-vazione dei particolari è possibile soltanto sulla basedella conoscenza dei grandi e universali eventi delmondo spirituale, eventi che concernono il cosmo,l’umanità e ogni singolo uomo. Chi cerea particolari,senza cercare la conoscenza generale, si esponeall’errore.

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OSSERVAZIONI SPECIALI

(V. pag. 38-40). Le considerazioni esposte in questolibro sulla capacità della memoria, potrebbero esserefacilmente fraintese. Chi osserva soltanto i processiesteriori non si accorgerà della differenza fra quantoaccade all’animale e perfino alla pianta, allorchè siproduce in essi qualcosa di somigliante al ricordo, equella facoltà nell’uomo che viene caratterizzata comevera memoria. Certo, quando un animale compieun’azione più volte di seguito, può farlo in modo dasembrare come se la memoria e la conoscenza che visi ricollega esistessero realmente in esso. Veramente sipuò allargare il concetto della memoria, o del pensie-ro, fino al punto di dire, come affermano alcuni scien-ziati e i loro discepoli, che quando il pulcino esce dalguscio e vuol beccare il grano, esso sa compiere conla testa e col corpo i movimenti adatti a raggiungere ilsuo scopo, e questo esso non può avere imparato men-tre era nel guscio, ma deve averlo appreso dalle mi-gliaia e migliaia di esseri da cui è derivato (tale è peresempio l’opinione di Hering). Questo fenomeno puòdefinirsi come qualcosa di simile al ricordo. Non sigiungerà però mai a una vera comprensione dell’entitàumana, se non si tien conto di quello specialissimo

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OSSERVAZIONI SPECIALI

(V. pag. 38-40). Le considerazioni esposte in questolibro sulla capacità della memoria, potrebbero esserefacilmente fraintese. Chi osserva soltanto i processiesteriori non si accorgerà della differenza fra quantoaccade all’animale e perfino alla pianta, allorchè siproduce in essi qualcosa di somigliante al ricordo, equella facoltà nell’uomo che viene caratterizzata comevera memoria. Certo, quando un animale compieun’azione più volte di seguito, può farlo in modo dasembrare come se la memoria e la conoscenza che visi ricollega esistessero realmente in esso. Veramente sipuò allargare il concetto della memoria, o del pensie-ro, fino al punto di dire, come affermano alcuni scien-ziati e i loro discepoli, che quando il pulcino esce dalguscio e vuol beccare il grano, esso sa compiere conla testa e col corpo i movimenti adatti a raggiungere ilsuo scopo, e questo esso non può avere imparato men-tre era nel guscio, ma deve averlo appreso dalle mi-gliaia e migliaia di esseri da cui è derivato (tale è peresempio l’opinione di Hering). Questo fenomeno puòdefinirsi come qualcosa di simile al ricordo. Non sigiungerà però mai a una vera comprensione dell’entitàumana, se non si tien conto di quello specialissimo

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processo interiore che si svolge nell’uomo, e che inun’epoca posteriore si manifesta come reale percezio-ne di esperienze anteriori, e non già come semplice ri-percussione delle condizioni passate sulle presenti. Inquesto libro vien chiamato ricordo questa percezionedel passato, e non già la trasformata ricomparsa delpassato nel presente. Se si volesse adoperare la parola«ricordo» per i processi corrispondenti del regno ve-getale e animale, se ne dovrebbe trovare un’altra perl’uomo. La descrizione sopra esposta non annette im-portanza alla parola, bensì al fatto, che per compren-dere l’entità umana, la differenza deve essere ricono-sciuta. Così pure, manifestazioni apparentemente mol-to alte dell’intelligenza negli animali non possono es-sere paragonate a ciò che qui è stato chiamato «ricor-do».

(V. pagg. 46-49). Non è possibile segnare un limitepreciso fra i cambiamenti che si verificano nel corpoastrale, per virtù dell’attività dell’Io, e quelli che sisvolgono nel corpo eterico; essi s’interpenetrano.Quando l’uomo impara qualche cosa e acquista in talmodo una certa capacità di giudizio, significa che uncambiamento si è prodotto nel corpo astrale; quandoperò questo giudizio modifica l’atteggiamento dellasua anima, di guisa che egli si abitua, dopo avere im-parato qualche cosa, ad aver un sentimento diverso so-pra un dato soggetto di quello che aveva prima, signi-fica che vi è un cambiamento nel corpo eterico. Tuttociò che così diventa proprietà dell’uomo, per modo

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processo interiore che si svolge nell’uomo, e che inun’epoca posteriore si manifesta come reale percezio-ne di esperienze anteriori, e non già come semplice ri-percussione delle condizioni passate sulle presenti. Inquesto libro vien chiamato ricordo questa percezionedel passato, e non già la trasformata ricomparsa delpassato nel presente. Se si volesse adoperare la parola«ricordo» per i processi corrispondenti del regno ve-getale e animale, se ne dovrebbe trovare un’altra perl’uomo. La descrizione sopra esposta non annette im-portanza alla parola, bensì al fatto, che per compren-dere l’entità umana, la differenza deve essere ricono-sciuta. Così pure, manifestazioni apparentemente mol-to alte dell’intelligenza negli animali non possono es-sere paragonate a ciò che qui è stato chiamato «ricor-do».

(V. pagg. 46-49). Non è possibile segnare un limitepreciso fra i cambiamenti che si verificano nel corpoastrale, per virtù dell’attività dell’Io, e quelli che sisvolgono nel corpo eterico; essi s’interpenetrano.Quando l’uomo impara qualche cosa e acquista in talmodo una certa capacità di giudizio, significa che uncambiamento si è prodotto nel corpo astrale; quandoperò questo giudizio modifica l’atteggiamento dellasua anima, di guisa che egli si abitua, dopo avere im-parato qualche cosa, ad aver un sentimento diverso so-pra un dato soggetto di quello che aveva prima, signi-fica che vi è un cambiamento nel corpo eterico. Tuttociò che così diventa proprietà dell’uomo, per modo

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che egli dopo se ne può sempre ricordare, poggia so-pra una modificazione del suo corpo eterico; quelloche a poco a poco diventa un saldo tesoro della me-moria, poggia sul fatto, che il lavoro del corpo astralesi è ripercosso sul corpo eterico.

(V. pag. 91). L’affermazione che le doti personalidell’uomo, se fossero soggette alla legge della solaereditarietà, dovrebbero trovarsi al principio di unastirpe e non alla fine di essa, potrebbe facilmente esse-re fraintesa; si potrebbe obiettare, che esse non posso-no manifestarsi al principio, perchè è necessario cheprima si sviluppino. Ma questa non è un’obiezione,perchè, per dimostrare che una data facoltà è stata ere-ditata da un’altra precedente, occorre indicare nel di-scendente la presenza di qualcosa che prima già viera. Se venisse dimostrato che all’inizio di una stirpeesisteva qualche cosa che si ritrova più tardi nei di-scendenti, si potrebbe parlare di eredità; ma non se nepuò parlare, quando alla fine di una stirpe si presentaqualcosa che prima non esisteva. L’inversa dunque diquell’affermazione mostrerebbe soltanto, che il crite-rio dell’ereditarietà è inammissibile.

(V. pag. 108). In alcuni capitoli di questo libro èstato descritto come il mondo umano e l’uomo stessoattraversino stati diversi a cui abbiamo dato i nomi diSaturno, Sole, Luna, Terra, Giove, Venere e Vulcano.È stato anche accennato in quale rapporto l’evoluzio-ne umana si trova con i corpi celesti vicini alla Terra,che sono stati chiamati Saturno, Giove, Marte, ecc.

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che egli dopo se ne può sempre ricordare, poggia so-pra una modificazione del suo corpo eterico; quelloche a poco a poco diventa un saldo tesoro della me-moria, poggia sul fatto, che il lavoro del corpo astralesi è ripercosso sul corpo eterico.

(V. pag. 91). L’affermazione che le doti personalidell’uomo, se fossero soggette alla legge della solaereditarietà, dovrebbero trovarsi al principio di unastirpe e non alla fine di essa, potrebbe facilmente esse-re fraintesa; si potrebbe obiettare, che esse non posso-no manifestarsi al principio, perchè è necessario cheprima si sviluppino. Ma questa non è un’obiezione,perchè, per dimostrare che una data facoltà è stata ere-ditata da un’altra precedente, occorre indicare nel di-scendente la presenza di qualcosa che prima già viera. Se venisse dimostrato che all’inizio di una stirpeesisteva qualche cosa che si ritrova più tardi nei di-scendenti, si potrebbe parlare di eredità; ma non se nepuò parlare, quando alla fine di una stirpe si presentaqualcosa che prima non esisteva. L’inversa dunque diquell’affermazione mostrerebbe soltanto, che il crite-rio dell’ereditarietà è inammissibile.

(V. pag. 108). In alcuni capitoli di questo libro èstato descritto come il mondo umano e l’uomo stessoattraversino stati diversi a cui abbiamo dato i nomi diSaturno, Sole, Luna, Terra, Giove, Venere e Vulcano.È stato anche accennato in quale rapporto l’evoluzio-ne umana si trova con i corpi celesti vicini alla Terra,che sono stati chiamati Saturno, Giove, Marte, ecc.

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Questi corpi celesti, naturalmente, sono pure in corsodi evoluzione, e all’epoca attuale si trovano giunti aun grado di sviluppo, per cui le loro parti fisiche simanifestano sotto forma di quei corpi celesti, chiamatidall’astronomia fisica: Saturno, Giove, Marte e via di-cendo. Se si osserva l’attuale Saturno dal punto di vi-sta della scienza dello Spirito, esso è in certo qualmodo una rincarnazione di ciò che era l’antico Satur-no; esso si è costituito, perchè prima della separazionedel sole dalla Terra vi erano delle determinate entitàche non potevano prender parte a questo distacco;esse si erano assimilate le proprietà adatte per Saturnoin misura troppo grande per potersi trovare a loro agiolà dove dovevano principalmente svilupparsi le facol-tà solari. L’attuale Giove si è costituito, perchè vi era-no delle entità dotate di qualità, che non avrebbero po-tuto svilupparsi che sul futuro Giove, che verrà, a for-marsi nel corso dell’evoluzione generale. Veniva cosìcostituita per esse una dimora adatta alla preparazionedell’evoluzione futura. Marte pure è un corpo celestein cui dimorano delle entità, le quali hanno attraversa-to l’evoluzione lunare in modo, che un ulteriore pro-gresso non sarebbe stato per loro possibile sulla Terra.Marte è la rincarnazione dell’antica Luna sopra ungradino più elevato. L’attuale Mercurio è la dimora diesseri, la cui evoluzione è più progredita di quella del-la Terra, in quanto essi hanno elaborato determinatecapacità terrestri, in modo superiore a quello possibilesulla Terra. L’attuale Venere, allo stesso modo, è una

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Questi corpi celesti, naturalmente, sono pure in corsodi evoluzione, e all’epoca attuale si trovano giunti aun grado di sviluppo, per cui le loro parti fisiche simanifestano sotto forma di quei corpi celesti, chiamatidall’astronomia fisica: Saturno, Giove, Marte e via di-cendo. Se si osserva l’attuale Saturno dal punto di vi-sta della scienza dello Spirito, esso è in certo qualmodo una rincarnazione di ciò che era l’antico Satur-no; esso si è costituito, perchè prima della separazionedel sole dalla Terra vi erano delle determinate entitàche non potevano prender parte a questo distacco;esse si erano assimilate le proprietà adatte per Saturnoin misura troppo grande per potersi trovare a loro agiolà dove dovevano principalmente svilupparsi le facol-tà solari. L’attuale Giove si è costituito, perchè vi era-no delle entità dotate di qualità, che non avrebbero po-tuto svilupparsi che sul futuro Giove, che verrà, a for-marsi nel corso dell’evoluzione generale. Veniva cosìcostituita per esse una dimora adatta alla preparazionedell’evoluzione futura. Marte pure è un corpo celestein cui dimorano delle entità, le quali hanno attraversa-to l’evoluzione lunare in modo, che un ulteriore pro-gresso non sarebbe stato per loro possibile sulla Terra.Marte è la rincarnazione dell’antica Luna sopra ungradino più elevato. L’attuale Mercurio è la dimora diesseri, la cui evoluzione è più progredita di quella del-la Terra, in quanto essi hanno elaborato determinatecapacità terrestri, in modo superiore a quello possibilesulla Terra. L’attuale Venere, allo stesso modo, è una

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Page 459: La scienza occulta -   · PDF fileno ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma

manifestazione profetica dello stato di Venere futuro.Da tutto ciò risulta giusto, che le denominazioni deglistati che hanno preceduto la Terra e di quelli che la se-guiranno, vengano scelte in conformità dei loro rap-presentanti attuali nell’universo.

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manifestazione profetica dello stato di Venere futuro.Da tutto ciò risulta giusto, che le denominazioni deglistati che hanno preceduto la Terra e di quelli che la se-guiranno, vengano scelte in conformità dei loro rap-presentanti attuali nell’universo.

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INDICE

PREFAZIONE DI ARTURO ONOFRIPrefazione dell’autore alla 4a edizione del testo tede-scoI. Carattere della Scienza OccultaII. Costituzione dell’uomoIII. Sonno e morteIV. L’evoluzione del mondo e l’uomoV. La conoscenza dei mondi superiori (Dell’inizia-zione)VI. L’evoluzione presente e futura del mondo e dell’umanitàALCUNE PARTICOLARITÀ DAL CAMPO DELLASCIENZA DELLO SPIRITO:

Il corpo eterico dell’uomoIl mondo astraleLa vita dell’uomo dopo la morteIl corso della vita umanaLe regioni superiori del mondo spiritualeGli arti dell’essere umanoLo stato di sognoL’acquisto delle conoscenze supersensibiliOsservazioni su speciali eventi ed esseri del mondo

spiritualeOSSERVAZIONI SPECIALI

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INDICE

PREFAZIONE DI ARTURO ONOFRIPrefazione dell’autore alla 4a edizione del testo tede-scoI. Carattere della Scienza OccultaII. Costituzione dell’uomoIII. Sonno e morteIV. L’evoluzione del mondo e l’uomoV. La conoscenza dei mondi superiori (Dell’inizia-zione)VI. L’evoluzione presente e futura del mondo e dell’umanitàALCUNE PARTICOLARITÀ DAL CAMPO DELLASCIENZA DELLO SPIRITO:

Il corpo eterico dell’uomoIl mondo astraleLa vita dell’uomo dopo la morteIl corso della vita umanaLe regioni superiori del mondo spiritualeGli arti dell’essere umanoLo stato di sognoL’acquisto delle conoscenze supersensibiliOsservazioni su speciali eventi ed esseri del mondo

spiritualeOSSERVAZIONI SPECIALI

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