la romanizzazione di milano città ad ovest di milano

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Page 1: LA ROMANIZZAZIONE di Milano Città ad ovest di Milano
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LA ROMANIZZAZIONE di

MilanoCittà ad ovest di Milano

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MILANO ROMANA• EVOLUZIONE DELLA MILANO ROMANA• STORIA DI MILANO fino al 1200 a.C.• SANT’AMBROGIO • MURA• CIRCO• BATTISTERO• STRADE,PONTI e FOGNATURE• ANFITEATRO

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Evoluzione della città di Milano

Pianta della città di Milano ai tempi di

S.Ambrogio

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• In questa sezione vorremmo spiegare a tutti come si è evoluta Milano nel tempo, soprattutto nel periodo Romano.

Visto che stiamo trattando il periodo romano, abbiamo deciso di svolgere un ipertesto che trattasse l’evoluzione architettonica di Milano e dei dintorni

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La prima pianta di Milano risale alle invasioni dei Galli che restarono in questa zona fino al 222 a.C. quando i Romani riconquistarono il territorio e la valle del Po nel 196 a.C. Come di consueto i Romani sovrapposero al borgo Gallico la pianta quadrangolare dei loro accampamenti. Vi tracciarono 2 vie principali perpendicolari: Il cardine massimo e Il decumano; al loro incrocio venne posto il Foro, cioè la piazza, che si trovava dove ora sorge Piazza S. Sepolcro. Dove le 2 vie principali incontravano le mura c’erano le porte.

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Intorno alle mura c’era un fossato nel quale scorrevano il Seveso e il Nirone che oggi si trovano sotto la città. Data l’assenza di cave nei dintorni del borgo si utilizzarono principalmente ciottoli e sassi ripescati dai fiumi per la struttura interna delle mura che vennero poi rivestite con i mattoni. Nelle altre zone vennero usati massi più grandi provenienti appunto dalle cave sopracitate.

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• Dalle porte della città uscivano strade che portavano in tutte le direzioni. Dai pochi resti pervenutoci possiamo dedurre che il periodo di massimo splendore per Milano fu quello imperiale.In questa epoca ci furono ampliamenti sia nella zona sud che in quella nord \ est.

Una strada romana (a Milano presso il

Museo Archeologico)

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• Nella zona sud venne posta il palazzo imperiale. Al di fuori delle mura venne costruito un anfiteatro di forma ellissoidale dal quale prende il nome Via Arena. Dai bassorilievi pervenutici deduciamo che davanti al palazzo era posto il circo. Da cui prende nome la Via Circo.

Resti del palazzo imperiale

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• Nella zona nord - est furono costruite le terme che ora si possono vedere nella zona Pasquirolo. Qui sono ancora presenti i tipici pavimenti bucherellati o a mosaico

Resti delle terme romane di Milano

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STORIA DI MILANO fino al 1200

d.C.

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Fondata dai Galli Insubri, fu occupata dai Romani (Mediolanum), dai quali fu elevata a municipium, e quindi a colonia. Fu capitale dell’Impero d’Occidente (292).

Perduta la posizione di capitale, la città conservò e accrebbe quella di metropoli religiosa, e i vescovi successori di S. Ambrogio (morto nel 397) vi acquistarono crescente autorità e prestigio anche in campo civile.

Milano dalle origini al 400 d.C.

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Nel 569 cadde sotto il dominio dei Longobardi, che la tennero per ca. due secoli. Conquistata dai Franchi di Carlo Magno (774), divenne sede di contea. Libero Comune verso la fine

dell’XI sec., distrutta da Federico I Barbarossa (1162), divenne l’anima della prima Lega lombarda, che ne curò la ricostruzione (1167) e diede il massimo contributo alla vittoria di Legnano (1176).

Milano dal 500 al 1200 d.C.

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Sant’Ambrogio un Vescovo

bonario, un uomo

irremovibile.

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Quando, intorno alla seconda metà del IV secolo d.C., Milano era dilaniata dalle lotte fra Ariani ed Ortodossi e il Vescovo ariano di Cappadocia Aussenzio morì, nel 374 d.C.da Roma venne dato l’ordine di mandare a Milano un Vicario e fu scelto un certo Ambrogio, uomo energico, colto, figlio di un alto funzionario dell’Impero a Treviri, città sulla riva della Mosella dove nacque nel 334 circa.

Sant’Ambrogio

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Avvocato e governatore della Liguria-Emilia giunse a Milano dove era già stato acclamato, e dopo aver ricevuto il battesimo prese la carica di Vescovo. Questi cominciò la sua importante missione il 7 dicembre 373 (giorno in cui si celebra la sua festa) e nella prima messa che celebrò, introdusse un nuovo rito, il rito ambrosiano,che subito piacque alla gente e che quindi fu utilizzato in tutte le messe seguenti fino ai nostri tempi in tutta la Lombardia.

Il rito ambrosiano

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Il papa Damaso I rimproverò Ambrogio per il rifiuto (voce del popolo milanese) di pagare le tasse imperiali, ma Ambrogio dicendo che aveva fretta per via del carnevale, sentendo suonare le campane si congedò col permesso di allungare a Milano il carnevale di quattro giorni (usanza che ricorre ai giorni nostri)per permettergli di festeggiarlo in tempo. Uomo accondiscendente nei limiti del giusto e dell’onesto, non fu feroce come altri Vescovi contro chi si faceva il bagno, soprattutto dopo l’editto di Milano in cui i cristiani facevano largo uso delle Terme.

Il carnevale ambrosiano

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Permissivo per alcune cose era invece irremovibile nei principi della Fede e non aveva paura nemmeno dell’imperatore. Accadde infatti a Tessalonica che un giorno fu arrestato per una mancanza un auriga; questi era l’idolo del popolo nella corsa dei cavalli e quando il popolo venne a sapere dell’arresto eseguito dai pretoriani, si gettò contro di loro. A Teodosio il grande questa faccenda non piacque per niente e diede ordine ai soldati di punire i tifosi. Ci fu un massacro, infatti in una sola giornata furono trucidati quasi trecentomila cittadini inermi.

Ambrogio e l’imperatore (I)

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Quando Ambrogio seppe ciò decise di rimproverare l’imperatore scrivendogli una lettera in cui gli chiedeva un colloquio personale; quando Teodosio giunse a Milano per ricevere i sacramenti fu pubblicamente umiliato dal vescovo a fare penitenza. L’imperatore fece penitenza per otto mesi finche fu perdonato, diventando uno dei più strenui difensori della cristianità fino alla morte (395) .

Ambrogio e l’imperatore (II)

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Due anni dopo, il 4 aprile 397 dopo una lunga malattia si spense anche Ambrogio. Milano era in lutto e si narra che in quel giorno tutti i bambini furono buoni e tristi, nessuno “fece i capricci” e la sera di quel 4 aprile che era Venerdì Santo, tutti si misero a piangere, mentre Ambrogio moriva dopo dieci ore di agonia. Aveva soltanto 57 anni, ed in 24 anni di Vescovado entrò nei cuori di tutti i milanesi e persino degli imperatori compiendo miracoli, facendo carità e rimproverando chi si comportava male.

La morte di Ambrogio

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Gli succedette Simpliciano che però morì dopo soli tre anni. Così quando l’importanza di Milano aveva raggiunto il suo apice con Ambrogio, si capì che ormai il suo degrado era vicino. Gran parte delle leggi più importanti venivano emanate da Milano, centro degli scambi commerciali europei; la città era circondata da mura spesse tre metri con torri dalle quali si poteva vedere la corona delle Alpi, quasi come una roccaforte inespugnabile. Ma Milano era ai piedi delle Alpi a un passo dalle scorrerie barbariche,e si decise sotto Onorio di trasferire la capitale imperiale, prima ad Asti poi a Ravenna.

Milano dopo Ambrogio

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Le Mura

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Edificazione delle mura

Della mura romane a Milano non rimane che qualche resto, ormai affiancato dai moderni edifici. Un tempo, però, circondavano tutta la città.. Le prime mura furono edificate da Cesare nel primo secolo a.C., quando Milano era il punto di partenza delle legioni romane dirette in Gallia. Queste avevano, naturalmente, scopo difensivo, anche perché Milano s’ingrandiva sempre di più, stava diventando un importante centro per l’impero romano ed era quindi necessario creare un efficiente sistema di difesa.Durante l’impero di Massimiano fu poi costruita un’altra cinta di mura, esterna a quella precedente.

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• Le mura avevano come basamenti fondamenta costituite da ciottoli, ghiaia e sabbia, profonde all’incirca cinque metri. Le mura vere e proprie erano costituite invece da pietre molto più grosse. Esisteva proprio una cerchia di mura; tuttavia queste erano intervallate da torri che possono risultare circolari, ma guardandole più attentamente ci si accorge che sono sfaccettate. Le torri servivano principalmente per poter avvistare il nemico da lontano.

La Struttura delle mura (I)

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Tecniche di costruzioneSia le mura che le torri venivano costruite scavando prima un fossato, nel quale venivano poste le fondamenta. Venivano poi innalzate mediante una rudimentale impalcatura, formata da pali di legno, che venivano inseriti fra le pietre delle mura già costruite e formavano così un ponteggio, che veniva poi smontato a fine costruzione. Infatti si possono notare i buchi nei quali venivano posti i pali, come nel Castello Sforzesco.

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IL CIRCO

Rovine del circo romano di Milano

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IL CIRCO

•Occupiamoci ora della struttura, delle caratteristiche e dell’ importanza del circo nella società romana

•Come già detto (vedi ampliamento zona sud) davanti al palazzo imperiale fatto costruire da Massimiano si trovava il circo.

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STRUTTURA DEL CIRCO (I)

• Presso i romani il circo era il luogo adibito alle corse equestri ,aveva un perimetro a forma ellissoidale e una sola sua estremità presentava una parete dritta munita di torri sulla quale vi erano le entrate alle stalle dei cavalli. Lungo il perimetro del circo erano disposte imponenti e capienti gradinate sulle quali i numerosissimi spettatori assistevano alle gare. A queste gare assisteva spesso l’imperatore che aveva la sua tribuna privata nella parte sovrastante l’entrata delle stalle.

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All’interno dello spazio delimitato dalle tribune vi era la pista anch’essa ellissoidale le cui corsie erano divise da un muro detto “spina”spesso ornato da preziosi monumenti. L’esempio più grandioso di circo romano è quello del Circo Massimo a Roma nel quale i monumenti di sette delfini d’argento posti sulla parete che divideva le due corsie della pista si abbassavano uno ad uno per ogni giro percorso. Il circo era costruito in mattoni d’argilla e generalmente ricoperti di marmo, questo accadeva solo nelle città più importanti.

STRUTTURA DEL CIRCO (II)

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• Per riportare alcune dimensioni prendiamo in esame il circo massimo di Roma.Esso era lungo 635 m e largo 110 m ,aveva una capienza di 100000 spettatori nel primo secolo a.C. allargata a 250000 nel primo sec. d.C. e a 350000 nel quarto sec. a.C.La spina era costituita da un muro alto 1,75m.e largo 5,8m., oltre che da statue di delfini era ornata anche da obelischi e da altri soggetti. Agli estremi di questa spina erano presenti colonne coniche vicino alle quali i carri dovevano girare il più possibile rasenti al muro.

DIMENSIONI DEL CIRCO

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• L’importanza del circo nella società romana supera addirittura quella degli stadi nella nostra società. Ciò è anche manifestato dalla capienza di alcuni circhi che superava la capienza quella di qualsiasi stadio odierno. Gli spettacoli nei circhi erano seguiti da folle di tifosi molto accesi che spesso attuavano violenze per sostenere i loro idoli. Non erano rari episodi di morte dopo gare nei circhi. Le corse erano offerte dagli imperatori per aggiudicarsi i favori della plebe, che contraccambiava con il sostegno politico. Venivano fatte scommesse con somme esorbitanti per il proprio fantino ed erano possibili episodi di corruzione.

IMPORTANZA DEL CIRCO

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IL “ BATTISTERO “Di San Giovanni Alle Fonti

I resti del battistero nei sotterranei del

Duomo

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importanza del battistero

Il battistero di S.Giovanni alle fonti è famoso perché S.Ambrogio vi battezzò un giovane intellettuale africano, che sarebbe poi diventato uno dei più importanti teorici del cristianesimo: S.Agostino.

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Struttura Del Battistero

È posto sotto le fondamenta del Duomo di Milano, ha forma ottagonale. Può essere paragonato ad una piscina , in quanto si presenta come una vasca ,dove un tempo ,al suo interno , erano situati dei gradini, per immergersi e per uscirne. Il battistero fu costruito con dell’argilla , in modo tale , che l’acqua non fuoriuscisse, e anche perché a Milano la pietra scarseggiava

L’acqua affluiva alla vasca del Battistero tramite un canale che prelevava l’acqua da sorgenti sotterranee

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“UTILIZZO DEL BATTISTERO”

Nel Battistero, si celebravano i battesimi. I battezzandi , scendevano lungo i gradini immergendosi completamente nell’acqua santa indossando una tunica bianca, in segno di purezza e umiltà. Ricevevano il battesimo in presenza di un sacerdote il quale celebrava una serie di preghiere. In fine il battezzando usciva dall’acqua privo di ogni peccato. Un tempo, gli uomini battezzati erano per la maggior parte adulti.

il Battesimo all’epoca di ambrogio e agostino

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STRUTTURE STRADALI (I)• Il selciato romano è apparso in vari punti della città,

ma una sicura misura della larghezza di una strada si è avuta in via Dante nello scavo del 1889: 5 metri, pari a quasi 16 piedi. Poi in via dei Piatti nel 1962 e in piazza del Duomo nel 1983: 4,50 metri.

• La Via Porticata aveva una larghezza superiore a 9 metri: era, infatti, il solenne ingresso alla città.

Una strada romana (a

Milano presso il Museo

Archeologico)

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• I selciati sono stati riconosciuti a varie profondità: per il piano “del Foro” vanno da m 2,35 in via S. Maria Fulcorina a m 3 in via S. Maurilio a m 3,80 all’angolo fra via Orefici e piazza Duomo; i livelli delle strade del piano del Nord-Sud, invece, vanno da m 2,20 in via Dante a m 2,30 in via dei Piatti.

• Il selciato romano è stato conservato in loco e reso ispezionabile.

• La pietra utilizzata è di Moltrasio: arenaria grigia e dura.

STRUTTURE STRADALI (II)

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• In tre punti della città sono stati scoperti dei ponti.• Il più importante sembra quello davanti alla porta Ticinese

al Carrobbio e scavalca il Seveso. Può ritenersi antico perché costituito da due arcate (m 4,30 e m 3,75 di apertura) delle quali una non più in uso. Ha le volte in conci di ceppo e il resto in mattoni.

• Di ceppo erano i conci residui e la spalla del ponte (luce m 2,50) scoperto nel 1960 nel largo fra via San Vito e via Olmetto; anch’esso superava il Seveso.

• Di mattoni nella volta e nelle spalle era il ponte, scoperto sempre nel 1960, davanti alla chiesa di San Carlo in corso Vittorio Emanuele. E’ stato sistemato nel 1961 in un sottopassaggio ricavato sotto il corso. Ha m 2,64 di luce e ci passava sopra la strada seguita dall’attuale corso Vittorio Emanuele.

• Un altro ponte a due archi è stato ritrovato nel 1896 nei pressi della colonna davanti a San Babila.

PONTI

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• Della fognatura romana vari tratti sono apparsi in passato e in epoca più recente durante scavi occasionali e sotto strade dei due antichi piani regolatori della città.

• Purtroppo nessun condotto risulta conservato. Si può sperare che si sia conservato il tratto sotto il selciato romano di via dei Piatti, ma non è stato indagato.

• In generale dai vari ritrovamenti minori si può dire che gli spechi (canali sotterranei) delle antiche fognature erano alti almeno da m 0,80 a m 1,70 e larghi almeno da m 0,60 a m

0,85, evidentemente a seconda dell’importanza e della portata delle acque..

FOGNATURE

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L’anfiteatro

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L’anfiteatro

Perciò non era più necessario sfruttare i pendii naturali come facevano i greci ma l’anfiteatro poteva sorgere dovunque.

L’anfiteatro era un edificio di forma solitamente ovale, a volte, circolare. E’ una costruzione prettamente romana basata sulla combinazione di archi e volte, strutture architettoniche innovative perché grazie alla loro forma il peso che sostengono viene scaricato a terra.

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Struttura (1)

• Era costituito dall’arena circolare dove avvenivano i combattimenti tra i gladiatori, tutt’ attorno sorgeva un muro chiamato podium dal quale si dipartivano i gradini che formavano la cavea dove sedevano gli spettatori.

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Vi erano ammessi il vivarium per i servizi e la cucina, lo spoliarum dove si portavano i gladiatori morti e i ludi cioè le scuole per i gladiatori.A Milano l’anfiteatro sorgeva fuori le mura fra le attuali vie De Amicis, Conca del Naviglio,e la via Arena che ne conserva il nome.

Struttura (2)

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LE CITTÀ AD OVEST DI MILANO

MAGENTACORBETTA CISLIANOINVERUNOABBIATEGRASSOBAREGGIO E CUGGIONOSEDRIANOVITTUONE

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La storia della romanizzazione

di magenta .

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Introduzione

• La nostra zona trasse notevoli benefici economici dalla politica di espansione voluta dai Romani, ai quali va anche riconosciuto il merito di aver fatto costruire una strada che, partendo dalla porta milanese dalle Vercellina, attraverso Settimo, raggiungeva Corbetta e Magenta, toccava Novara e proseguiva per la Gallia.

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Tracce dei primi insediamenti 1

• La presenza di insediamenti romani nel territorio magentino trova conferma nel ritrovamento di diverse necropoli contenenti oggetti e monete databili dal I a V secolo d.C.. E’ comunque probabile che già alcuni gruppi di Galli Insubri, scesi nella pianura padana nel V secolo a.C., trovarono sede a Magenta

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Tracce dei primi insediamenti 2

• Magenta è posta nei pressi del Ticino; è pertanto un baluardo a difesa del suolo italico, tormentato dalle scorrerie dei popoli provenienti da oltre le Alpi. Inoltre la collocazione di Magenta lungo la strada che rappresentava allora la via naturale verso le Gallie ne accrebbe l’importanza strategica

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CORBETTA ROMANA

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Corbetta è un paese ricco di storia e di tradizioni e, una volta, fu considerato addirittura “capitale” di uno dei grandi contadi di Milano. Nel suo passato si ritrovano anche vicende militari essendo, terra di confine lungo il Ticino, ma soprattutto lavoro agricolo in una campagna fertile e ricca di sorgenti. Le origini del paese risalgono al periodo celtico (VIII sec.a.C.) durante il quale Corbetta è uno dei “pagi”, tipica istituzione economica, della popolazione gallica. Il villaggio passa poi sotto la dominazione romana , assume il nome di “ Curia Picta “ e si trasforma grazie alla politica di espansione commerciale che poco a poco logora la struttura tribale.

Corbetta è un paese ricco di storia e di tradizioni e, una volta, fu considerato addirittura “capitale” di uno dei grandi contadi di Milano. Nel suo passato si ritrovano anche vicende militari essendo, terra di confine lungo il Ticino, ma soprattutto lavoro agricolo in una campagna fertile e ricca di sorgenti. Le origini del paese risalgono al periodo celtico (VIII sec.a.C.) durante il quale Corbetta è uno dei “pagi”, tipica istituzione economica, della popolazione gallica. Il villaggio passa poi sotto la dominazione romana , assume il nome di “ Curia Picta “ e si trasforma grazie alla politica di espansione commerciale che poco a poco logora la struttura tribale.

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È proprio nel periodo romano , che si diffonde la nuova religione : il Cristianesimo. I secoli successivi vedono alternarsi sul nostro territorio prima i Goti poi i Longobardi. Questi ultimi segnano una tappa decisiva nello sviluppo civile. Ai Longobardi succedono i Franchi. Costoro perseguono una politica di conciliazione e di affiancamento alla Chiesa che porta la formazione del Sacro Romano Impero. Vengono creati vescovi-conti , capi non solo spirituali ma anche temporali , ai quali si assegna il territorio a feudo.

È proprio nel periodo romano , che si diffonde la nuova religione : il Cristianesimo. I secoli successivi vedono alternarsi sul nostro territorio prima i Goti poi i Longobardi. Questi ultimi segnano una tappa decisiva nello sviluppo civile. Ai Longobardi succedono i Franchi. Costoro perseguono una politica di conciliazione e di affiancamento alla Chiesa che porta la formazione del Sacro Romano Impero. Vengono creati vescovi-conti , capi non solo spirituali ma anche temporali , ai quali si assegna il territorio a feudo.

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CISLIANOROMANA

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INTRODUZIONE

• Cisliano è un paesello fra prati e campi verdi che dista 15 km dal centro di Milano . Il nome di questo paese deriva dal fatto che questo territorio apparteneva alla gente romana Caecilia; da varie carte di vendita o concessione si possono notare le diverse modifiche che ebbe il nome di questo villaggio nel tempo. I documenti che sono pervenuti a noi sulle sue origini si basano sulla necropoli della Mischia scavate nel 1903 dal conte Carlo Alberto Pisani

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Il podere della Mischia è situato a est dell’attuale centro abitato.Da questa necropoli si è riusciti a capire che il rito della cremazione indiretta era quello più diffuso. Erano presenti i resti provenienti dal rogo funebre;abbondano forme vascolari aperte generalmente frantumate intenzionalmente o dal calore del rogo,ciotole di vario genere,colpi.In condizioni migliori sono gli oggetti del corredo vero e proprio, che all’interno della fossa funebre veniva raccolto in uno spazio ben definito.

LA NECROPOLI DELLA

MISCHIA (1)

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• Si sono ritrovate delle monete (obolo di Caronte),tuttavia ossidate e illeggibili.Sono stati ritrovati ammassi informi di lame grazie alle quali si è potuto risalire al sesso del defunto;potrebbero essere maschili quelle in cui sono presenti coltelli cesoie e lame di ferro,femminili quelli con specchi balsamari in cotto o in vetro contenenti unguenti

LA NECROPOLI DELLA

MISCHIA (2)

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Questi reperti appartengono ad una comunità agricola pastorale in cui le donne si dedicavano alla tessitura ed ai lavori domestici mentre gli uomini praticavano l’agricoltura e l’allevamento.Da corredi sembra di poter rilevare uniformità sociale,con la sola eccezione di un capo della comunità.Queste sono caratteristiche comuni a tutte le necropoli tardo-celtiche

LA NECROPOLI DELLA

MISCHIA (3)

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\

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Nell’ età della pietra,le zone paludose della pianura padana erano abitate da tribù che vivevano su palafitte.Nel periodo successivo detto Insubre Etrusco si trovano resti di una città : Alba,fondata dagli Insubri ,popolazione asiatica barbara che conosceva il ferro.Questi erano giunti fino al Ticino dalle Alpi Giulie scacciando le popolazione autoctone.Successivamente orde feroci di Galli provenienti dalla Francia si fermarono e tolsero ai primi abitanti la signoria del paese occupando stabilmente le rive del fiume Ticino, e le campagne circostanti costruendovi villaggi .Il paese era abbastanza civile quando i Galli lo invasero, ma la loro barbarie distrusse ogni segno della precedente civiltà. I Galli dalla pastorizia passarono alla

agricoltura diventando meno feroci e più stabili.

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I Celti (I Galli ) indossavano tessuti di lana che arrivavano I Celti (I Galli ) indossavano tessuti di lana che arrivavano fino al ginocchio e possedevano bestiame che si procuravano fino al ginocchio e possedevano bestiame che si procuravano con rapine.Erano ospitali e fedeli alle promesse fatte ma con rapine.Erano ospitali e fedeli alle promesse fatte ma spesso si ubriacavano di vino,bevanda che avevano conosciuto spesso si ubriacavano di vino,bevanda che avevano conosciuto in Italia.Erano divisi in tribù nelle quali la plebe e gli schiavi in Italia.Erano divisi in tribù nelle quali la plebe e gli schiavi ne costituivano la maggioranza.I sacerdoti,detti ne costituivano la maggioranza.I sacerdoti,detti Druidi,celebravano i loro riti,gli orrendi sacrifici umani ,nelle Druidi,celebravano i loro riti,gli orrendi sacrifici umani ,nelle selve a cielo aperto.Può darsi che sapessero leggere e scrivere selve a cielo aperto.Può darsi che sapessero leggere e scrivere ma non sono stati trovati reperti scritti prima della ma non sono stati trovati reperti scritti prima della dominazione romana.Erano ricchi agricoltori e allevatori per dominazione romana.Erano ricchi agricoltori e allevatori per la fertilità della pianura padana e commerciavano i loro la fertilità della pianura padana e commerciavano i loro prodotti a bassi prodotti. Spesso uscivano dal loro villaggio prodotti a bassi prodotti. Spesso uscivano dal loro villaggio per scorribande, anche se la ricchezza prosperava nelle loro per scorribande, anche se la ricchezza prosperava nelle loro terre.terre.

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I Galli dirigevano le loro scorribande contro I Galli dirigevano le loro scorribande contro Roma e i suoi alleati e i romani alla fine ebbero Roma e i suoi alleati e i romani alla fine ebbero ragione degli impetuosi barbari. I Celti si ragione degli impetuosi barbari. I Celti si civilizzarono e si integrarono poi perfettamente civilizzarono e si integrarono poi perfettamente nelle strutture dello stato romano.Recentemente nelle strutture dello stato romano.Recentemente sono stati realizzati scavi che hanno portato alla sono stati realizzati scavi che hanno portato alla luce 210 tombe ricche di reperti interessanti luce 210 tombe ricche di reperti interessanti (urne,monete,lucerne,fibbie e anfore).(urne,monete,lucerne,fibbie e anfore).

Page 63: LA ROMANIZZAZIONE di Milano Città ad ovest di Milano

CENNI STORICILe origini di Abbiategrasso

possono essere fatte risalire all’epoca della conquista romana, durante la quale la città entro a far parte dei possedimenti di un ricco patrizio che apparteneva alla “gens Abia”, da cui deriva il nome della città,

CENNI STORICILe origini di Abbiategrasso

possono essere fatte risalire all’epoca della conquista romana, durante la quale la città entro a far parte dei possedimenti di un ricco patrizio che apparteneva alla “gens Abia”, da cui deriva il nome della città,

Abbiatum, che subì nel corso degli anni diverse trasformazioni per giungere alla attuale Abbiategrasso, derivante dalla sua posizione centrale in Val Grassa, fertile e ricca di corsi d’acqua.

Abbiatum, che subì nel corso degli anni diverse trasformazioni per giungere alla attuale Abbiategrasso, derivante dalla sua posizione centrale in Val Grassa, fertile e ricca di corsi d’acqua.

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CENNI STORICIBAREGGIOFurono i Galli Insubri, di lingua celtica, a scacciare

dal territorio dove ora sorge Bareggio gli Etruschi, suoi antichi abitanti. Dai Galli si passò ai Romani, nel 197 a.C., ed ancora ai Longobardi.

CUGGIONOL’origine di Cuggiono è molto antica: si può infatti

dedurre dai reperti archeologici ritrovati nella zona che i suoi primi abitanti furono i Celti che vi si stanziarono nei primi secoli dopo Cristo.

CENNI STORICIBAREGGIOFurono i Galli Insubri, di lingua celtica, a scacciare

dal territorio dove ora sorge Bareggio gli Etruschi, suoi antichi abitanti. Dai Galli si passò ai Romani, nel 197 a.C., ed ancora ai Longobardi.

CUGGIONOL’origine di Cuggiono è molto antica: si può infatti

dedurre dai reperti archeologici ritrovati nella zona che i suoi primi abitanti furono i Celti che vi si stanziarono nei primi secoli dopo Cristo.

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CENNI STORICIIl nome trova gli studiosi incerti; la

maggior parte lo fa derivare da “sator”, seminatore in latino altri da “sedes Arianorum”, Leandro Alberti vuol farlo risalire a “Desidrianum”, storpiatura di Desiderio, famoso re dei Longobardi, che si vuole fosse il fondatore del borgo.

CENNI STORICIIl nome trova gli studiosi incerti; la

maggior parte lo fa derivare da “sator”, seminatore in latino altri da “sedes Arianorum”, Leandro Alberti vuol farlo risalire a “Desidrianum”, storpiatura di Desiderio, famoso re dei Longobardi, che si vuole fosse il fondatore del borgo.

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CENNI STORICISulla storia di Vittuone non esistono

molti documenti; sembra comunque certo che il paese abbia origini romane dato che quasi tutto il territorio compreso ad ovest di Milano era stato colonizzato da questo popolo.

CENNI STORICISulla storia di Vittuone non esistono

molti documenti; sembra comunque certo che il paese abbia origini romane dato che quasi tutto il territorio compreso ad ovest di Milano era stato colonizzato da questo popolo.

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