la realtà aumentata

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Per realtà aumentata si intende un livello di informazioni e immagini, generate da un computer, sovrapposto al livello della realtà e con contenuti ralazionati all’ambiente circostante. Si prenda in esempio pubblicità inserite nei campi da calcio, o le linee del fuorigioco, giusto per citarne alcune basilari. Le possibile applicazioni di queste tecnologie stanno investendo tutti i campi del vivere e diveranno familiari nel prossimo futuro. Si trovano applicazioni sui cellulari, sui desktop domestici; gli operai utilizzano, nel montaggio di parti meccaniche del motore, l’aiuto della realtà aumentata per facilitari i movimenti e le operazioni di assemblaggio. In questa tesi si vuole utilizzare questa tecnologia in campo editoriale, per aumentare i contenuti affrontati tra le pagine della rivista, portando il prodotto editoriale più vicino al prodotto digitale; o meglio, portare il digitale nella realtà fisica di tutti i giorni REALTA’ AUMENTATA g UN’IMMAGINE DAL FILM IRON MAN 2. LA SOGLIA TRA IMMAGINARIO E REALTA’ SI ASSOTIGLIA SEMPRE PIU’ REALTA’ AUMENTATA Facoltà di Architettura Ludovico Qauroni Corso di laurea in Disegno Industriale Candidato Massimiliano Mauro 1159336 Relatore Carlo Martino Corelatore Emanuele Tarducci AA 2009/2010

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Presentazione per la tesi di laurea sulla REALTA' AUMENTATA

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Page 1: La Realtà Aumentata

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Per realtà aumentata si intende un livello di informazioni e immagini, generate

da un computer, sovrapposto al livello della realtà e con contenuti ralazionati

all’ambiente circostante. Si prenda in esempio pubblicità inserite nei campi

da calcio, o le linee del fuorigioco, giusto per citarne alcune basilari.

Le possibile applicazioni di queste tecnologie stanno investendo tutti i campi

del vivere e diveranno familiari nel prossimo futuro. Si trovano applicazioni sui

cellulari, sui desktop domestici; gli operai utilizzano, nel montaggio di parti

meccaniche del motore, l’aiuto della realtà aumentata per facilitari i movimenti

e le operazioni di assemblaggio.

In questa tesi si vuole utilizzare questa tecnologia in campo editoriale, per

aumentare i contenuti affrontati tra le pagine della rivista, portando il prodotto

editoriale più vicino al prodotto digitale; o meglio, portare il digitale nella realtà

fisica di tutti i giorni

REALTA’AUMENTATA

gUN’IMMAGINE DAL FILM IRON MAN 2. LA SOGLIA TRA IMMAGINARIO E REALTA’ SI ASSOTIGLIA SEMPRE PIU’

REALTA’ AUMENTATA

Facoltà di Architettura Ludovico Qauroni

Corso di laurea in Disegno Industriale

CandidatoMassimiliano Mauro1159336

RelatoreCarlo Martino

CorelatoreEmanuele Tarducci

AA 2009/2010

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Durante il tirocinio presso la redazione di Meltin’Pot ho lavorato sull’impaginazionede loro prodotto editoriale cartaceo, MP MAGAZINE.

MP è uno spin-off universitario, con molti collaboratori, che vive di diverse realtà, parla diversi linguaggi, con vari strati all’interno. Realizza eventi come “ Corti & Sigarettes “ , festival dei cortometraggi indipendenti, realizza contest fotografici, mostre, conferenze. Meltin’Pot significa proprio miscuglio....I temi trattati sulle pagine, e principalmente sul web, spaziano dal’economia all’arte, dal cinema al teatro, recensioni di libri diversi e di differenti generi musicali.

Pertanto è difficile identificare precisamente sia il target che la mission, con il rischio di creare una grafica disomogenea e poco caratterizzata, con difficoltà dell’utente di impersonificarsi.

Serviva una piattaforma comune, qualcosa di universale ma non neutro, caratterizzante ma non ghettizzato, una grafica pulita ma comunque ricercata.

La scelta condivisa con la redazione è stata quindi quella di lavorare completamente sul lettring, gli spazi e i rapporti, il grigio tipografico, le griglie, con un prodotto che sapesse di bibliofilia ma con il sapore di minimalismo e semplicità, adatto chi ama leggere, o chi sfoglia per caso, essendo inoltre MP un free press. Un prodotto originale, ma senza strillare al nuovo e diverso, che lasci spazio ai contenuti e ai significati, piuttosto che alle decorazioni.Aggiungiamo la mancanza di un team grafico, che, con un prodotto troppo complesso, avrebbe portato al caos in redazione.

Sin dal brief di progetto si voleva rielaborare qualcosa di tradizionale, unire il nuovo con l’antico, il libro, l’incunabula, creando il gemello eterozigote di quell’ MP news che vive nel web.

LA REALTA’:IMPAGINAZIONE

ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ

abcdefghijklmnopqrstuvwxyz

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Gg

Qq

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Kepler STD regular, 11/13

Kepler STD thin, 11/13

La scelta della font è caduta sul Kepler STD light per la composizione del testo. Il Kepler è perfetto per il suo carattere elitario, un pò frivolo, seppur moderno. Slimbachs, il creatiore di Kepler, cattura lo stile moderno in maniera umanistica. E ‘elegante e raffinato con un pizzico di proporzione Oldstyle e calligrafico dettaglio che dona calore ed energia.

Tra tutta la sua interminabile famiglia è stato scelto il LIGHT, poichè il kepler è un character molto contrastato già in regular, mentre le pagine di MP Magazines vogliono essere leggere ed eterei.

Per i titoli è stato scelto un Bauer Bodoni, molto contrastato, e con grazie, in opposizione al light del Kepler.

FONT / KEPLER & BODONI

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FREE P RESS

copertinascala 1 : 2m

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FREE PRESS

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Quando il 4 novembre 2008 Barack Obama viene proclamato Presi-dente, a Chicago, la sua città, es-plode la gioia liberatoria della folla che �nalmente può lasciarsi alle

spalle il periodo buio dell ’era Bush. La celebrazione inizia sulle note di “Fake Empire” di �e National. Il falso impero descritto nel pezzo era facilmente assimilabile, in quel contesto, a quello costruito durante gli otto lunghi anni dell ’amministrazione Bush e faceva pensare che i festeggiamenti fossero più per dire addio a ciò che ci si lasciava alle spalle che per dare il benve-nuto al nuovo Presidente.GIUSEPPE PAXIA

Dopo 5 anni da “Psychofagist”, ed uno stuolo di produzioni minori (7”, EP, split), al secondo, atteso, full length, “Il Secondo Tragico”; evoluzione impressionante di una

proposta musicale che, all ’epoca era si valida, ma ancora ac-erba e �n troppo ancorata a stilemi jazz-grind.Nel 2009, gli Psychofagist hanno de�nitivamente sciolto le briglie in favore di un suono sempre più “free” ed incatalogabile, merito anche dell ’ ingresso in pianta stabile nella formazione di Luca Mai (Zu, Black Engine) al sax baritono. DANIELA SCHICCI

Il risultato è un lavoro dai chi-tarroni gommosi e celestiali ad alta pressione (picco raggiunto nella traccia “Nothing to Say” in compagnia di Mr. Shadows degli

Avenged Sevenfold), senza la profondità che ci si aspettereb-be da un professionista come Slash. Già dal primo ascolto si sospetta un’americanata buona per metallari che all ’ultimo banco disegnano sul diario i tatuaggi da fare appena diventati maggiorenni. Ma si preferisce aprire meglio le orecchie.LEONARDO RUMORI

Se “5 Years Of Hyperdub” c’ha in-segnato qualcosa, è che il dubstep, come idioma stilistico capace di identi�care un “suono unitario”, ormai ha cessato di esistere.

Niente svenimenti, prego: quelle intuizioni hanno frutti�cato ovunque, folgorando centinaia di miscredenti sulla via di Da-masco, e lanciando precisi imput in favore di quel sempiterno rimescolamento UK-Bass al quale nemmeno il Flick può oram-ai dare la pace. Wonky è sinonimo di ritorno all ’artiglieria 8-bit vista da una prospettiva.MATTEO LOSI

Gnaw �eir Tongues è Mories, un pazzo olandese, iperattivo per nat-ura, esce su Crucial Blast, e non è tutto dire. La sua musica e le sue creazioni

nascono ed esplodono all ’interno di una scatola senza forma ne colore. Fondersi in una colata di lava bollente, camminando verso un inferno che nemmeno Dante immaginò così truce. Un’orchestra di Satana a tutti gli eªetti, alcuni sprazzi di deliri sono incredibilmente reali, un’inesorabile apocalisse, il male che non si può evitare. MICHELE POLONIATO

Non sono un eccelso conoscitore musicale, la mia scrivania non è sommersa di album Kraut-Rock e no, non conosco sinceramente quale sia il pensiero di Scaru«.

Ciò non toglie che adoro la musica ma soprattutto adoro la mia musica. Quella di poche band, perlopiù contemporanee e cir-coscritte a determinate scene, nelle quali in questi anni sono riuscito a costruire una dimensione intima nella quali rifu-giarsi nei momenti più disparati. L’esempio perfetto sono forse proprio loro, gli ISIS. RAFFAELE SAGGIO

High VioletThe National

Il Secondo Tragico Psychofagist

SLASHSlash

Contact, Love, Want, HateIkonika

of PerversityGnaw Their Tongues

Wavering GradiantIsis

Se siete in un bar ordinate un pani-no con la mortadella o un frances-ino con rucola praga salsa cocktail gamberetti? Birra o Sangiovese superiore in purezza? Insomma se

avete un palato esigente in fatto di new beats questo disco dei QualooD ì�e 14’s Soundtrackî fa per voi, anche perchÈ con -tiene contributi di tutti i migliori interpreti della specialit‡. Il suono del disco ha una tridimensionalit‡ impressionante. Una miscela di ritmi downtempo e sonorit‡ psichedeliche descrivo-no al meglio questo album.ALESSANDRO LO RUSSO

The 14’s SoundtrackQualood

Solo per i lettori di MP l’abum completo dei Qualood scarica-bile tramite questo QR. Siamo o non siamo buonissimi?

Sono stati predisposti tutti i layout affinchè ci fosse il massimo rrendimento del testo in rapporto alla giustezza, al kerning e al leading.

Le griglie hanno un rigore proporzionale alla pagina. Tali rapporti tornano ulteriormente nel distanziamento dalle immagini. A rompre le griglie note che escondo dai normali allineamenti.

I layotu principali sono due colonne da 85 mm e tre da 60 mm. Il layout per l’intervitsa concentra il testo al centro concentrandosi sul dialogo e con immagini che divengono quasi un titolo di testa di ogni pagina, in cui il ritmo della domanda segue quello della risposta con l’alternarsi del roman e del bold.

Alcuni QR sono stati inseriti per aumentare i contenuti della rivista con link multimdiali. Ad esempio nella pagina delel recenzioni è possibile accedere al download di un album gratuitamente

LA REALTA’:IMPAGINAZIONEQR - CODE

I QR-CODE permette all’utente di essere indirizzato ad una pagina web con vari contenuti. L’utlizzo di tale teconlogia è largamente utilizzata nel resto del mondo e si sta facendo largo anche in italia attraverso smarphone e Iphone.

Al lavoro giornalistico si lega una ricerca di link e contenuti web che possano esaltare l’utente, accrescere l’appetibilità dell’articolo, codivide con altri i propri interessi.

QR

Cod

e copertina

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Direttore EditorialeTommas o Ranchino

Co-Diret toreNicola Liguori

Capore dattori:Edoard o Iervolin o (music a)Valentin a Vivona (plan et)Valeri o Cellet ti (cultur a)Tommas o Ranchino (cinema )Valentin o Catr ical à (undergrou nd)Pietro Salvatori (quella sporc a dozzina)

Segretar io di redazion eAndr ea Pergola

In redazione : Valentin a Arie te, Pietro Salvatori , Claudi o Forza, Leonard o Brindell i, Massimo Andreon i, Angel a di Matteo, Federic o Romagnoli, Alesaandr a Paolicelli , Raffaele Saggi o, I lyhada Garc ia Contresa, M. Lynn Woods , Matteo Losi, Gabriel e Baldaccini , Alessadr o Nolo n, Fahad Faruqui , Mohame d Hassa Kali f, Nurit Roded , Heid i Fisher , Giac omo Nervegna , Alessandro Pangall o, Sebastia n Goda rt , Saiyor a Ismail ova.

Disegnat oriFumetto e illustra zioni : Stefan o Bucc i

Questo periodi co è registrat o come testata giornalistica Meltin ’Pot - testata giornalistica mensile .Auto rizz azione tribunale civil e di Roma n° 493/2 006 del 29/12/2006 - propi età ed editore : A.C. MELTIN’ POT Sede legale : Via Taurin ova, 64- 00178 Romaemai l: redazione .mp@gmail. com

INTERVISTA A MICHELE BOLDRI N

FIBONACCI E LA RI VOLUZION FI NANZIARI A

UN MARE CHE NON C E’

ROBERT DOWNEY Jr . : LE CADUTE I SUCCESS I

JAMES CAMERON

INCONT RO CON MICHA WALD

IL SEGRE TO DI MAR YL STREE P

SILVIA JESSI CA PARKER

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BAUER BODONI STD, BOLD,corpo 10/14

Luca Manuel Mauro

Saiyora Ismailova

When Stefan Sagmeister was invited to de-sign the poster for an AIGA lecture he was giving on the campus at Cranbrook near Detroit, he asked his assistant to carve the details on to his torso with an X-acto knife and photographed the result. Sun-ning himself on a beach the following sum-mer, Sagmeister noticed traces of the post-

When Stefan Sagmeister was invited to de-sign the poster for an AIGA lecture he was giving on the campus at Cranbrook near Detroit, he asked his assistant to carve the details on to his torso with an X-acto knife and photographed the result. Sun-ning himself on a beach the following sum-mer, Sagmeister noticed traces of the post-

When Stefan Sagmeister was invited to de-sign the poster for an AIGA lecture he was giving on the campus at Cranbrook near Detroit, he asked his assistant to carve the details on to his torso with an X-acto knife and photographed the result. Sun-ning himself on a beach the following sum-mer, Sagmeister noticed traces of the post-

CONTRIBUTORS

Marco Fagnocchi

Federico Bisozzi

AndreaPergola

When Stefan Sagmeister was invited to de-sign the poster for an AIGA lecture he was giving on the campus at Cranbrook near Detroit, he asked his assistant to carve the details on to his torso with an X-acto knife and photographed the result. Sun-ning himself on a beach the following sum-mer, Sagmeister noticed traces of the post-

When Stefan Sagmeister was invited to de-sign the poster for an AIGA lecture he was giving on the campus at Cranbrook near Detroit, he asked his assistant to carve the details on to his torso with an X-acto knife and photographed the result. Sun-ning himself on a beach the following sum-mer, Sagmeister noticed traces of the post-

Giornalista pubblicista, è Segretario Gen-erale delle testate MP News e MP Magazine dal 2007. E’ stato Responsabile della Fotogra-

-

permanente e di Maybephoto, i photocontest di MP News.

Alfredo Chirizzi

ClaudiaPadoan

FrancescoFormica

le sue forze per nascondere al mondo l’uomo pipistrello, il suo alter ego. E’ attualmente impegnato nel tentativo di toccare il cuore di qualcuno attraverso il visual merchan-dising. Peril futuro tra i buoni propositi c’è l ’addestramento ninja di Carolina, la nipotina unenne.

Claudia Padoan nasce a Roma nel 1983. Nel 2002 si iscrive al corso di Scultura all ’Accademia di Belle Arti di Firenze, nel 2003 prosegue i suoi studi in Scultura

leN .amoR id itrA elleB id aimedaccA’lla2006 frequenta la Facultad de Bellas Artes, Universidad Politecnico de San Carlo, Va-lencia (Spagna), approfondendo un per-corso performativo già iniziato nel 2005.

Laureato in Economia dei Mercati Finan-ziari, sono uno studente attualmente impeg-nato in un Msc in Finance presso l ’Università di Tor Vergata. Appassionato di econo-

Tra le cose a cui non potrei mai rinun--

done, l ’A.S. Roma, il calciotto e gli Oasis.

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Giovanni Scolaro

Manuel Mauro

Ilaria Porta

In fuga dalla propria patria sicula , ora mi trovoa Milano per un master in Multimedia Designpresso il NABA. Dopo tutte le ore passata a sperare di essere una rock strar piena di groopieho scoperto che la mai vera vocazione èessere nerd e sfigato. Per questo con-tribuisco a MP, è veramente trendy quanto i calzini di spugna.

Una persona non sceglie di essere un supere-roe sono gli altri ad affidarli questo compito. Io ho fatto finta di nulla e ho cambiato nick.Ora vivo sotto false spoglie per essere me stesso, per bere birra in santa pace, godermi il divano e la playstation.Se svelate la mia identità a qualcuno vi spar-ticello con la forza del pensiero!

Non sono mai riuscita a metter due parole in fila di italiano su un pezzo di carta, fintanto che non ho scoperto l ’esistenza di word. Ho capito che il mio problema non era la penna o la carta, ma la mia bruttissima calligrafia.Superato questo problema ho iniziato a premere tasti l ’uno dopo l ’altro e oggilo faccio per lavoro. Ma mica mi pagano.

CONTRIBUTORS

LorenzoKoene

Federico Bisozzi

AndreaPergola

Sono l ’ultimo della stirpe dei Koene, ma nes-suno ha fatto mai un film o un documentario su di me e la mia vita. Dato tutto questo dis-interesse ho deciso di scrivere io degli altri, per ripicca, finchè Herzog non si deciderà a fare un documentario sull ’estasi dei Koene.

Le miei ricerche sonore iniziano fin da pic-colo e continuano con ogni strumento dis-ponibile e immaginabile , digitale o ana-logico. Produco colonne sonore e suonerie per cellullari. Non ho mai preso una lezione di musica, credo più nel sentire che nel sapere,Amo Balzac, Flaubert e chatto con Robert Milles quando mi annoio.

Giornalista pubblicista, è Segretario Gen-erale delle testate MP News e MP Magazine dal 2007. E’ stato Responsabile della Fotogra-fia ed Art Director delle due testate. Attual-mente è responsabile di Through the {Lens}, galleria fotografica di ricerca ed esposizione permanente e di Maybephoto, i photocontest di MP News.

Alfredo Chirizzi

ClaudiaPadoan

StefanoBucci

Fino all ’età di cinque anni ha impiegato tutte le sue forze per nascondere al mondo l’uomo pipistrello, il suo alter ego. E’ attual-mente impegnato nel tentativo di toccare il cuore di qualcuno attraverso il visual mer-chandising. Per il futuro tra i buoni prop-ositi c’è l ’addestramento ninja di Carolina, la nipotina unenne.

Claudia Padoan nasce a Roma nel 1983. Nel 2002 si iscrive al corso di Scultura all ’Accademia di Belle Arti di Firenze, nel 2003 prosegue i suoi studi in Scultura all ’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2006 frequenta la Facultad de Bellas Artes, Universidad Politecnico de San Carlo, Va-lencia (Spagna), approfondendo un per-corso performativo già iniziato nel 2005.

Laureato in Economia dei Mercati Finan-ziari, sono uno studente attualmente impeg-nato in un Msc in Finance presso l ’Università di Tor Vergata. Appassionato di econo-mia, in particolare di finanza quantitativa. Tra le cose a cui non potrei mai rinun-ciare, la Coca-Cola light, i film di Ver-done, l ’A.S. Roma, il calciotto e gli Oasis.Non so perchè MP mi ha chiesto di farlile illustrazioni per questo mese....

Direttore EditorialeTommaso Ranchino

Co-DirettoreNicola Liguori

Caporedattori:Edoardo Iervolino (musica)

Valentina Vivona (planet)

Valerio Celletti (cultura)

Tommaso Ranchino (cinema)

Valentino Catricalà (underground)

Pietro Salvatori (quella sporca dozzina)

Segretario di redazioneAndrea Pergola

In redazione: Raffaele Saggio, Ilyhada Garcia Contresa, M. Lynn Woods,

Matteo Losi, Gabriele Baldaccini, Alessadro Nolon, Fahad

Faruqui, Mohamed Hassa Kalif, Nurit Roded, Heidi Fisher,

Giacomo Nervegna, Alessandro Pangallo, Sebastian

Godart, Saiyora Ismailova, Nunziata Messina, Carlo Mauro,

Manuel Mauro, Valerio Pettinari, Giovanni Scolaro, Giulia

Gip, Francesco Ferrara, Marta Segoloni, Ilaria Porta, Ste-

fano Bucci, Angelo Sante Panico, Claudia Padoan,

Luca Simone, Federico Bisozzi.

INTERVISTA A MICHELE BOLDRIN..........................................................

FIBONACCI E LA RIVOLUZION FINANZIARIA...........................................

UN MARE CHE NON C E’............................................................................

ROBERT DOWNEY Jr. : LE CADUTE I SUCCESSI......................................

JAMES CAMERON.......................................................................................

INCONTRO CON MICHA WALD..................................................................

IL SEGRETO DI MARYL STREEP...............................................................

SILVIA JESSICA PARKER...........................................................................

BEIRUT........................................................................................................

CASILINO 900............................................................................................

ILLUSTRAZIONI DI SLASH TRASH AND FISH.........................................

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il primo FREE PRESScon realtà diminuita

*MP magazines non sarà responasabile dell’uso improprio della rivista per atti di terrorismo, aeroplanini scadenti, o barchette titanic-che.

DisegnatoriFumetto e illustrazioni : Stefano Bucci

Tipografia: Tipografia Monti, Via Appia 52, Cisetrna di

Latina

Questo periodico è registrato come testata giornalistica

Meltin’Pot - testata giornalistica mensile.

Autorizzazione tribunale civile di Roma n° 493/2006 del

29/12/2006 - propietà ed editore: A.C. MELTIN’POT Sede

legale: Via Taurinova, 64- 00178 Roma

email: [email protected]

Page 5: La Realtà Aumentata

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La settimana scorsa siamo stati talmente fortunati da riuscire a berci un bicchiere di chinotto con il Prof. Boldrin, Professore alla Washington University in St. Louis e redat-tore del celebre sito noiseFromAmeriKa.org. Non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione e abbiamo tempestato di domande il Prof. Boldrin, chiedendogli il suo punto di vista sui temi più attuali, e rilevanti, della politica Italiana. Questo il risultato della nostra, lunga, chiaccherata.

Recentemente, in un suo intervento a

italiana come una “casta mediocre” .

Secondo lei, dove sono da ricercare le

cause di questa mediocrità? E’ il sistema

politico attuale che impedisce alle menti

più brillanti di emergere o forse queste

ultime preferiscono investire le loro

vera quest’ultima opzione, che genere

di incentivi bisognerebbe innescare per

riportare i talenti in politica?

Quando gli incentivi favoriscono la medioc-rità in politica, la mente brillante, se c’è, va a fare qualcos’altro. Il sistema italiano non è mai stato meritocratico, è parassitico ed im-mobilizzato, sia oggi che negli anni 50 e 60, piuttosto, il problema, dopo la meta’ degli anni ‘70, è andato incancrenendosi. Tutto

male, come lo è la stessa cultura italiana, straordinariamente prona all ’ipocrisia, estranea al concetto di responsabilità individuale, colpa e punizione, propria di un

-ire ogni comportamento scorretto. Con una struttura lassista come quella

italiana, ogni forma di commitment viene meno, ma la meritocrazia si basa sul com-mitment: c’è una competizione che si basa

base di questo problema c’è una profonda radice culturale che si mischia ad un siste-ma di incentivi medievale. Quello medievale è un mondo profondamente antimeritocra-tico, in quanto attribuisce tutte le risorse e i poteri a dei soggetti che li acquisiscono per diritto divino (che siano vescovi o signorotti

-dividui, l ’unico modo per emergere è quello del servilismo e del familismo. Quello che

della storia italiana è che un sistema come

a mantenere al suo interno le élite intellet-tuali. Penso ai baroni con cui sono cresciuto io. Questi erano, per certi versi, orrendi, ma

Dialogo su una nazione in declinoIntervista a Michele Boldrin Professore della Washington University in St. Louis, redattore di noiseFromAmeriKa.org

Testo di Raffaele Saggio e Fabrizio Valenti

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La pellicola, diretta da Marek Kanievska, lo ved e interpretare un ragazzo della Los Angeles bene c he cade vittima della d roga, un ruolo non a caso molt o vicino a quelle che saranno le sue future abitudini , grazie al quale si fa notare sia dal pubblico che dalla critica, divenendo subito molto apprezzato in patria.L’anno successivo recita insieme a una giovanissim a Uma Thurman nella commedia spor tiva “La grand e promessa” e lo vediamo di nuovo protagonista in u n dramma ambientato durante la guerra del Vietnam dal titolo “1969 - I giorni della rabbia” , con Kiefer Sutherland e Winona R yder, a cui segue anche una partecipazione di rilievo nel thriller di Joseph Rube n

Del 1989 è invece l’apprezzata commedia di Emile Ardolino “Uno strano caso”, dove lo vediamo due t-tare con la bellissima Cybill Shepherd e con il grande R yan O’Neal .

d’azione “Air America”, dove lo vediamo fa re da

Figlio del r egista e attore Robert Downey Sr ., Robert John Downey J r. nasce a New York il 4 aprile 1965 .Solo pochi anni dopo, dà inizio alla sua carriera nel mondo dello spettacolo , quando il pad re lo di r-ige per la prima volta nella sua pe llicola dal titolo “Pound” (1970) , a cui seguiranno altri piccoli ruol i

Moment” (1975) e uno più rilevant e nella commedi a -

siva” (1985) .Ruoli più impor tanti arrivano negli anni seguenti con “A scuola con papà” (1986) e con “Ehi...c i stai?” (1987) , commedia frizzante in cui è c o-protagonista insieme a Molly Ringwald e dove h a l’occasione di recitare accanto a mostri sacri com e Harvey Keitel e Danny Aiello.

di là di tutti i limiti - Less Than Zero”, tratto dall’omonimo romanzo di B ret Easton Ellis e inte r-pretato anche da James Spader e Andrei McCarth y.

Robert Downey Jr .: le cadute e i success i

Testo di Francesco Manc a

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James Francis Cameron nasce il 16 agosto del 1954 a Kapus-kasing, una piccola cittadina dell ’Ontario, Canada.

Dopo la laurea in fisica, entra nel mondo del cinema come tecnico degli effetti speciali, da sempre la sua più grande pas-sione, grazie all ’aiuto del mitico regista e produttore Roger Corman.

Nel 1978 realizza il cortometraggio “Xenogenesis”, della du-rata di 12’, girato interamente in 35mm e costato circa 20.000 $. Per questo suo primo lavoro ufficiale (nonostante non sia mai stato distribuito), Cameron ricopre il ruolo di regista, co-sceneggiatore insieme a Randall Frakes e co-produttore insieme allo stesso Frakes e ad Alvin J. Weinberg, oltre che direttore della fotografia, montatore, scenografo, supervisore degli effetti speciali e autore dei modellini.

Dopo questa esperienza, nel 1981 Cameron dirige il suo primo lungometraggio dal titolo “Piraña paura”; si tratta di un au-tentico b-movie girato con un budget limitatissimo, che vede al centro di sé la vicenda di alcuni ferocissimi pesci con le ali che seminano terrore e morte in un’isola dei Caraibi. Il suo esordio dietro la macchina da presa non è dei più eclatanti, ed è ricordato oggi solamente dagli appassionati del genere e dai più accaniti fan del regista.

Tuttavia, nel 1984, Cameron da vita ad un piccolo film di fantascienza divenuto in breve tempo un vero e proprio cult; parliamo di “Terminator”, probabilmente il primo lavoro del regista canadese, dopo la breve parentesi del corto “Xenogen-esis”, che dedica particolare attenzione al confronto tra uomo e macchina, tra la tecnologia e l ’ambiente che ci circonda. Non a caso, il protagonista è niente meno che un androide di nome T-1 dalle sembianze umane inviato sulla Terra per uccidere Sarah Connor, una giovane donna destinata a dare vita a John Connor, il futuro capo della resistenza contro un network di computer creato per autodifesa che, in seguito, si ribellerà al controllo dell ’uomo.

Interpretato da un Arnold Schwarzenegger allora non ancora conosciutissimo, il film, costato 6,5 milioni di dollari, ne ha

incassati in tutto il mondo circa 78 milioni, rivelandosi un sorprendente successo sia a livello di pubblico che di critica, guadagnandosi un posto tra le pellicole più significative dell ’intero genere sci-fi.

Nel 1985 partecipa solo come sceneggiatore insieme a Syl-vester Stallone del secondo capitolo, diretto da George P. Cos-matos, della saga di “Rambo” e l ’anno successivo arriva per lui la prima vera occasione di lavorare ad un progetto ambizioso e, indubbiamente molto più costoso rispetto alle sue prime due fatiche. Viene chiamato infatti a dirigere “Aliens – Scontro finale”, secondo capitolo dell ’immortale quadrilogia fantas-cientifica iniziata nel 1979 da Ridley Scott e proseguita, dopo questo secondo episodio, da David Fincher nel 1992 e ultimata da Jean-Pierre Jeunet nel 1996.

Il film riparte esattamente da dove le vicende del prequel si erano concluse. Ellen Ripley, l ’unica superstite della tragedia dell ’astronave Nostromo avvenuta 57 anni prima, viene es-tratta dalla cabina di ibernazione e le viene chiesto di recarsi insieme a una squadra di marines spaziali sul pianeta LV426,

James Cameron

dove è stata installata una colonia umana con la quale, da qualche giorno, si è perso ogni contatto.

Per questa sua terza opera, Cameron si occupa, oltre che della regia, anche della sceneggiatura, e dirige un cast di attori assortito con presenze del calibro di Sigourney Weaver, già protagonista del primo “Alien”, Michael Biehn, che aveva già recitato per lui in “Terminator”, Lance Henriksen e Bill Pax-ton, riuscendo a far incassare alla pellicola una cifra comp-lessiva che si avvicina ai 200 milioni di dollari, e portandosi a casa, oltre a diversi consensi da parte della critica che, in molti casi, considera questo “Aliens” addirittura superiore al prequel di Scott, anche due Oscar per i migliori effetti speciali e per il miglior montaggio sonoro.

Il 1989 è l ’anno di “The Abyss”, considerato da molti l ’apice creativo del regista, che, ancora una volta, cura sia la regia che lo script, realizzando un film incredibilmente visionario, che seppur non convinca gran parte del pubblico a livello inter-

nazionale (lo confermano i tiepidi incassi), rimane comunque l ’opera più personale e più sentita di Cameron.

La storia è ambientata al largo delle Isole Cayman, nei Caraibi, dove un gruppo di sommozzatori deve recuperare un sot-tomarino nucleare in avaria. Questa rischiosa missione, li porterà a scoprire sul fondo degli abissi strane entità extrater-restri.

Il film può contare, oltre che su un cast eccellente, dove spic-cano nomi del calibro di Ed Harris, Mary Elizabeth Mastran-tonio e Michael Biehn, giunto alla terza collaborazione con il regista, anche e soprattutto su una superba realizzazione tecnica, che si aggiudica l ’Oscar per i migliori effetti speciali.

Solo due anni più tardi, Cameron si rimette al lavoro sfornan-do il sequel del prototipo che aveva rivelato al grande pubblico il suo straordinario talento registico. Arriva così nelle sale “Terminator 2: il giorno del giudizio”.

Ambientato esattamente dieci anni dopo i fatti narrati nel

L’uomo che fece affondare il Titanic

Testo di Francesco Manca

10 11

“Noise from Amerika” ha recentemente scritto un articolo, assieme a Lodovico Pizzati, su questo tema. Un punto importante della vostra analisi, se non sbaglio, è che, per risanare i conti pubblici italiani, una stretta sulla spesa non è su�ciente se non viene accompagnata da una diminuzione della pressione �scale. Ci spiegherebbe dove bisognerebbe agire e perché?

Il nostro ragionamento, in realtà, è banale. A parte il fatto che i tagli, così come sono stati concepiti non hanno nulla di strutturale e, anzi potrebbero anche peggiorare la situazione, quel che diciamo è: prima di tutto l ’intervento avrebbe dovuto essere molto più profondo, di un punto e mezzo per anno, quindi il doppio di quello che stanno facendo (24 miliardi l ’anno, per un totale di 48 miliardi), in secondo luogo, la strategia giusta e coraggiosa da seguire sarebbe stata quella di accompagnare al taglio della spesa una riduzione delle tasse dell ’uno per cento.

Tale riduzione potrebbe avvenire tramite una alleggerimento delle imposte sui redditi più bassi e dei contributi sociali, si potrebbe poi tranquillamente reintrodurre l ’ICI sulla prima casa (la cui eliminazione è stata una cosa erronea), ma soprattutto bisognerebbe ridurre drasticamente l ’IRAP, un fortissimo ostacolo alla crescita. Una mossa come questa, a mio avviso, avrebbe un e�etto doppiamente positivo: recupereremmo, infatti, un mezzo punto di de�cit, solo leggermente inferiore a quello che si dovrebbe ottenere da questa manovra, seguito da, �nalmente, un e�etto positivo di lungo periodo sulla crescita. Non è certo la soluzione a tutti i problemi dell ’Italia, ma, semplicemente, un suggerimento per far capire come, avendo un minimo di visione d’insieme, si può appro�ttare anche delle situazioni più di�cili. Invece, tagliando solo la spesa pubblica così come si vorrebbe fare ora, in un paese come l’Italia, signi�ca darsi la zappa sui piedi, riducendo la domanda e verosimilmente il PIL.

Sembra davvero, però, che non ci arrivi nessuno, né il Governo, né i sindacati, né l ’opposizione. Pensate, invece, ai Repubblicani americani che, certo, fanno delle cose strane (pensate agli eccessi raggiunti dal Tea Party Movement della Palin), ma almeno dicono qualcosa

di concreto, descrivendo un modello alternativo a quello obamiano (estremo, a suo modo, anche quello). Qui, invece, tutto quello che si fa è gridare.

Leggendo il dialogo con il Dott. Balanzone su NfA, ci si rende di un fatto semplice e al tempo stesso drammatico: l’ascesa, inevitabile, dei cosiddetti insiders. Persone che si laureano con il classico barone che gli fa vincere un dottorato di ricerca e poi via con la carriera interna: ricercatore, professore associato e in�ne ordinario. Le domando se questa caratteristica è il vero cancro dell’università Italiana e quale può essere l’origine di questa distorsione? Una possibile base di partenza per cercare di invertire la rotta può essere precludere ai dottori di ricerca la partecipazione ai concorsi di ricercatore nell’ateneo dove hanno conseguito il titolo?

Direi che l ’ascesa dei cosiddetti insiders rappresenta un semplice e�etto più che una vera e propria causa. Per metterla in maniera piuttosto brutale, l ’origine dei problemi dell ’università Italiana è dovuta a due fattori principali: (1 gli studenti non pagano per l ’università (2 le università non sono responsabili del loro budget, del loro status. Ma andiamo con ordine. La proposta cui tu accennavi c’è, esiste, in America ma occorre sottolineare un aspetto fondamentale. Negli Stati Uniti, coloro che conseguono il dottorato di Ricerca in una università X non diventato ricercatori presso la stessa università X non perchè la legge lo impedisca ma perchè si tratta di una semplicissima convenzione. Vedilo come un risultato di equilibrio: la gente fa così perchè sa che è la maniera giusta per proseguire la propria carriera.

Ecco, situazione come quella da Lei appena descritta sono vere e proprie utopie qui da noi. Del resto meritocrazia e Università italiana sembrano essere due parole che non sono mai andate d’accordo. Ma come premiarla questa benedetta meritocrazia? Come coniugarla con il diritto allo studio che di anno in anno, di manovra in manovra, è sempre più sotto pressione colpa dei vari tagli ai �nanziamenti alla ricerca e alla didattica?

L’incentivo che deve essere alla base di qualsiasi riforma dell ’università è semplice e spietato: bisogno dare alle università delle leggi di mercato in modo da farle competere tra loro. La cosa interessante è questo tipo di riforma può essere davvero molto più semplice di quello che si pensi, basta prendere come esempio il sistema universitario della California. La California ha una popolazione enorme, quasi 45

milioni di abitanti e un PIL pressoché analogo a quello dell ’Italia. Più del 90% degli studenti sono iscritti presso delle università pubbliche e il rimanente 10%, frequenta le università private dello Stato: Stanford, Caltech, Pepperdine, etc.

Esistono due elementi fondamentali che caratterizzano il sistema universitario della California. Il primo è la diversi�cazione. L’o�erta universitaria pubblica in California è infatti articolata in tre livelli: i Community College che o�rono i primi due o tre anni di percorso universitario; il sistema della California State University focalizzato sulla formazione di primo livello, che o�re talvolta master di secondo livello, ma non è abilitato, salvo rare eccezioni, al conferimento del dottorato di ricerca; in�ne i dieci campus della University of California che rappresentano, insieme alle università private, il sistema di ricerca avanzata e di alta formazione dello Stato.

L’altro aspetto veramente fondamentale è che ognuno di questi campus è indipendente: si auto�nanzia, de�nisce le tuitions che ogni studente deve pagare, fa raccolta di fondi e concorre, in maniera competitiva, per ottenere le risorse siano esse pubbliche o private. Insomma sono istituzioni autonome che competono tra di loro sulla base di scelte e politiche ben de�nite. E’ chiaro che in un sistema del genere bisogna necessariamente accettare il fatto che la laurea dell ’università X ha un valore pari a 10 quando invece la laurea dell ’università Y ha valore 5. Ma questo in Italia è un ragionamento che pochi sono disposti ad accettare.

Insomma mi sembra di capire che un punto di partenza inevitabile per una, chiamiamola così, “nuova Università Italiana” debba passare, tra le altre cose, da un sistema di liberalizzazione delle tasse universitarie, come suggerito tra l’altro anche da Roberto Perotti. Sbaglio?

Vedi, il discorso delle cosiddette “tuitions”, ovvero delle tasse universitarie, è un discorso che va assolutamente a�rontato. Bisogna capire, infatti, che il sistema di �nanziamento dell ’università “all ’Italiana”, oltre che essere palesemente ine�ciente, è anche un sistema capace di creare forti distorsioni sociali. La ragione è semplicissima: oggi coloro che accedono all ’università sono tendenzialmente i �gli delle famiglie che hanno un reddito medio-alto. E’ raro infatti che i giovani provenienti dalle famiglie più povere si iscrivano ad un corso universitario. Ma siccome l’università Italiana è �nanziata anche tramite la tassazione sul reddito dell ’intera popolazione questo signi�ca che le famiglie meno abbienti sono costrette a

Qui, invece, tutto quello che si fa è gridare.

pagare l ’istruzione del classico �glio di papà iscritto nella Facoltà X della Università Y. E che cosa è questa se non una redistribuzione dai poveri ai ricchi? E’ incredibile vedere come la sinistra continui a difendere un sistema del genere senza notare o denunciare simili distorsioni. La soluzione è semplice: bisogna far pagare le tasse in maniera diretta solamente a chi utilizza il servizio e al tempo stesso permettere a questi servizi di di�erenziarsi. Ci saranno università che avranno corsi di laurea relativi solamente al triennio, altre che avranno come o�erta formativa il 3+2 e in�ne poche università dove sarà possibile fare anche il dottorato. Sempre per tornare all ’esempio della California, lì sono solamente 10 le università, le cosiddette Universities of California, che hanno un’o�erta didattica completa di altissimo livello. Mentre in Italia continuiamo a prenderci in giro dicendo che Teramo è una università di eccellenza.

E lasciami concludere con un’altra questione. Bisogna smettere di dare voce a tutti quei Professori Italiani che si lamentano dicendo che sono sottopagati. E’ una cosa assolutamente falsa! Sono strapagati per quello che fanno. Nel sistema della California State University, ovvero il sistema che racchiude più università in California, concentrato su quello che in Italia sarebbe l ’o�erta didattica del 3+2, un Professore medio insegna 9 corsi quadrimestrali all ’anno. Un corso quadrimestrale è di 30 ore più esercitazioni. Questo professore medio prende, all ’inizio della carriera, 60/50.000 dollari all ’anno. A �ne carriera lo stesso professore arriva 120.000 dollari. Una cifra modestissima comparata con quello che i professori prendono in università come Princeton, dove 120.000$ corrisponde allo stipendio di un professore di economia ad inizio carriera.

Professore, le faccio vedere una cosa che avrebbe voluto vedere diciamo verso Febbraio 2010 (mostriamo a Boldrin il CV di Valeria Termini). Le faccio due domande. La prima, abbastanza scontata, è se, guardando il CV di Valeria Termini, adesso - �nalmente - disponibile online sul sito di Roma Tre, conferma tutti i suoi giudizi espressi sul Fatto riguardo al recente concorso di ordinario presso la facoltà di Economia dell’università degli Studi di Roma Tre. La seconda riguarda invece un fatto importante che ha accompagnato questa vicenda: il silenzio. Silenzio da parte degli ordinari, associati e ricercatori della facoltà di Economia a RM3 ma che in generale sembra sempre accompagnare questo tipo di vicende. Perchè da fuori appare che a soltanto a

Lei, Perotti o Giavazzi interessino questi fatti?

Rispetto alla prima domanda, credo che la risposta sia lampante e davanti agli occhi di tutti. E’ chiaro che a Roma Tre c’è stato un caso di concorso manipolato. Un aspetto grave che caratterizza tutte queste vicende e che non viene mai abbastanza sottolineato è il prezzo, altissimo, che sono costretti a pagare gli studenti. E questo si vede subito: i ragazzi che arrivano dall ’Italia a fare il PhD sono infatti sempre meno preparati rispetto ad un tempo. E non perchè sono diventati più stupidi, gli IQ sempre quelli sono, ma perchè sono stati educati peggio, colpa della mediocrità che sta emergendo sempre più all ’interno della università Italiana. Di nuovo: fare lezione con Sylos Labini era sicuramente molto meglio che andare ad un corso con Valeria Termini. Entrambi baroni, ma Sylos Labini era una persona di tutt’altro spessore.

Bisogna smettere di dare voce a tutti quei Professori Italiani che si lamentano dicendo che

sono sottopagati. E’ una cosa assolutamente falsa! Sono strapagati per quello che fanno.

Per quanto riguarda il silenzio: è chiaro che è stata una cosa che mi ha dato molto fastidio. E sia chiaro che questo silenzio non c’è stato solo da parte dei professori di Roma Tre ma anche e soprattutto da parte di praticamente tutti i professori di economia presenti in Italia. Spesso mi sono sentito dire di lasciar perdere, che tanto casi di questo tipo si veri�cano anche 50 volte all ’anno... E So What? Vorrà dire che occorre denunciare 50 volte all ’anno vicende di questo tipo allora! O altrimenti si sceglie qualche battaglia simbolica e questa vicenda di Roma Tre aveva un alto valore simbolico. Un posto importante, una cattedra di Economia Politica in una università Romana e una distanza, in termini di criteri oggettivi di valutazione scienti�ca, talmente abissale (NdR: si veda il punto 3 di questo articolo) rispetto agli altri candidati che rendeva questo un caso veramente plateale di “mala università”.

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La grande crisi del settore editoriale cartaceo, figlia dell’era digitale e automatizzata, non diminuirà certo dopo l’avvento di e-readers, smarphone, e dal recente lancio dell’IPad di casa Apple.

Propio i suoi accerrimi nemici oggi però potrebbero divenire i suoi più grandi alleati. Le tecnologie oggi in commercio permettono nuovi tipi di esperienza con il reale, con lo spazio circostante, e nuovi sistemi per interfacciarsi con il web. Attraverso essi il campo editoriale può sperare di risollevarsi, grazie soprattutto all’impiego di tecnologie come quelle legate alla realtà aumentata nel campo dell’advertising.

La realtà aumentata entrerà nella vita di tutti giorni, e già sta succedendo. Designer e progettisti già lavorano ad un futuro solo sognato in film come Jhonny Mnemonic, Minority Report e per ultimo IronMan.Di seguito alcune ipotesi per il 2020

LA REALTA’:AUMENTATAd

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Per quanto concerne il presente, non lontanissimo dal futuro prima descritto, la realtà aumentata permette di visuallizzare, attraverso immagini create dal computer, un livello di informazioni sopra la realtà che ci circonda, in relazione con lo spazio. Questo livello è visibile sullo schermo del nostro cellullare, o del computer, ma già si pensa a occhiali con film OLED,per visualizzare informazioni direttamente davanti ai nostri occhi, o a proiettori che proiettino tale livello nella realtà.

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La realtà aumentata permette alla webcam di ricnoscere un MARKER; Vengono creati tre assi XYZ dove si posizionerà l’elemento aumentato.

Il Marker viene riconsicuto attraverso un confronto tra un immagine in stock di 16x16 px con quella ripresa in live, con una soglia minima di errore.

L’utente può interagire con il video attraverso questo marker, che può divenire un interfaccia con cui l’utente può direttamente agire con il mondo virtuale.

Il programma utilizzato è FLASH BUILDER, assieme a BLENDER, CINEMA 4D, FLASH.

ACTION SCRIPT 3 è il linguaggio con cui si è scelto di lavorare; questo perchè FLASH è largamente diffuso ( 90 % dei PC) e la sua portabilità offre grande visiibilità alla rivista.

Il gruppo SAQOOSHA ha portato le liberie necessarie in AS3 con il FLARToolKit, per il rilevamento del marker.

PAPERVISON è la liberia necessaria per le operazioni di 3D. l progetto si distingue per il supporto per modelli collada, che risultano essere più comodi rispetto agli ASE (ASCII Scene Export) già supportati da altre librerie con lo stesso scopo, per esempio sandy 3d.

Il risultato finale non è altro che un video in *swf, completamente familiare a chiunque (sono proprio quelli di youtube). L’utente non deve far altro che seguire l’istruzioni, cioè prendere il marker, e interagire. I tempi di sintonia sono pari ad operazioni naturali, ma l’utente vive un’esperienza completamente nuova.

LA REALTA’:AUMENTATAd

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Cosa poteva aumentare nella rivista?La cosa più affascinate, la meno possibili, la più dinamica: far vivere sulle pagine della rivista un video.Il trailer di un film, un cortometraggio, l’intervista, un live.

AR : VIDEO Utilizzare più marker assieme può permettere di visuallizare due animazioni,

ma la ricerca che si intende fare è che l’uno interagisca con l’altro.

All’attuale lavuoro seguirà una ricerca sull’interazione di marker e segni che possano interagire tra loro, ma sopratutto, si tenterà l’eliminazione del marker e il ricnoscimento di elementi del corpo umano e ambientali, e la possibilità di utilizzare se stessi come dispositivo input.

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la grglia massima per un marker è di 16x16 pixels; questo dimenzionamento ottimale velocizza il riconoscimento del marker.

Utilizzando una cornice di 3px per 16 px vi è il miglior posizionamento degli oggetti sul marker. Rimangono solo 10px per 10 px. Se utilizzassi un font graziato perderei molto spazio, cioè pixels, cioè informazioni.

Il Gotico, con le sue grandi aste e i supi contrasti era molto più adatto a le vaire esigenze riscontrate. Il font creato è una razionalizzazione del gotico, una semplificazione, la font che avrebbe generato un computer per le sue necessità

NUOVO /ANTICO

Dalle pagine dei codici miniati deriva l’ispirazione per il marker. Forma e funzione del marker sono molto analoghi a ciò che è un capolettera, come nei codici miiati, o nele riviste moderne. Seppur il marker vive di altre regole, essa va letto dalla macchina, possiede una griglia del tuttosimile a quelle per la costruzione tipografica. Perchè allora non rendere il marker u capolettera leggibile sia dalla macchina che dall’essere umano, un ibrido con multiple funzioni.

Lo studio ha dovuto combinare le esigenze del software con quelle del lettore, che, oltre a essere funzionali, sono semiotiche, di gusto, di impersonificazione e di comunicazione.

MARKER /CAPOLETTERA

Perciò, quale linguaggio utilizzare? Quale tipologia di ltterig può essere meglio assimilata al linguaggio dei pixel.

La font occupa una posizione centrata occupando più pixels possibili, ma senza tralasciare la leggibilità, creando un gioco di linee similare alle illusioni ottiche.Un leterring fortemente geometrico e spaziale.

Per eliminare le possibilità di errore e aumentare la riconiscibilità e l’unicità del marker sono stati aggiunti degli elementi che sono tra la decorazione e la funzione, che richiamano i pixels, ma anche i viticci

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è un posto che non conosco,

dove non sono mai stato, in

cui non so se mi piacerebbe

andare. E’ fondamental-

mente una parola che ha permesso ai personaggi e alla luce

di esistere. Non ho seguito nessuno schema, solo quello verti-

cale di dover arrivare alla �ne. Ad un certo punto ci sono ar-

rivato e mi sembrava che potesse andare bene. C’è un po’ del

Dott. Stranamore e un po’ di Beckett, ma questi sono i para-

goni che fanno le giovani menti per sentirsi più audaci. Non so

se c’è qualcosa di loro, qualcuno ci ha visto Il grande dittatore.

Come sempre è l ’occhio che decide, l ’occhio di tutti. Nessuno

conosce bene il proprio destino, io ho preso la cinepresa e ho

provato ad andare a fondo. Spesso fa male, perché il risultato

è inaspettato, non convince. Altre volte tutto sembra merav-

iglioso. Non si poteva fare meglio di così. L’importante è saper

commettere i propri errori, con grande forza e insistenza.

MARCO FAGNOCCHI, il regista di Beirut

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magazine con la rivista

L’utente aiutandosi ocn l’infografica, può collegarsi al sito, e scoprire il ocnenuto aumentato della rivista sulla pagina web in link dal sito principale.La pagina, semplice e minimale, concentra l’attenzione solo sulla raltà aumentata e sulla possibilità di condividerla attraverso tutti i vari social network, incrementato la visibilità della rivista.

AR :W w B

La possibilità di utilizzare il web permette il tracciamento sicuro del flusso d’utenza: i dati possono essere così utilizzati per valutare sia la qualità del servizio, che la soddisfazione dei contenuti.

Per garantire la massima resa esperienziale lil livello di realtà aumentata non è stato sovrapposto al marker, ma sovrapposto al frames, cosìcchè il video sia un continuo della carta stampata.

Se per qualsiasi motivo, l’utente chiudesse la rivista, e il marker scomparisse, il filmato va in pausa automaticamente per riprendere alal comparsa del marker.

Ognu aspetto è atto a garantire la migliore visibilità, dal formato del video, alla dimenzione della rivista, al posizionamento dell’immagine aumentata.

AR :UTILIZZO