la psicologia perinatale nella ricerca clinica e … · l’evoluzione della psicologia perinatale...
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RENATA TAMBELLI
Direttore del Dipartimento di Psicologia Dinamica
e Clinica Sapienza Roma
LA PSICOLOGIA PERINATALE NELLA RICERCA,
NELLA CLINICA E NEGLI INTERVENTI PRECOCI
RIVOLTI ALLA PROMOZIONE E AL SOSTEGNO
DELLA GENITORIALITÀ
Roma, 12 NOVEMBRE 2015
L’EVOLUZIONE DELLA PSICOLOGIA
PERINATALE
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Bambino Passivo
Infant Research
Costellazione materna
Interventi precoci sulla relazione madre-bambino
WORLD HEALTH ORGANIZATION
“Come i bambini dipendono completamente dai propri genitori per la loro sussistenza, così, in
tutte le società, tranne le più primitive, i genitori, soprattutto le MADRI, dipendono dalla società. Se una società interessa ai propri bambini, deve
prendersi cura dei propri genitori”
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John Bowlby, (Cure materne e salute mentale del bambino 1951, pag.127)
SERVE AND RETURN
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TRASMISSIONE INTERGENERAZIONALE
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La trasmissione intergenerazionale della resilienza, così come della vulnerabilità psicopatologica, inizia in utero: ciò mette in luce l’importanza del lavoro con le donne in gravidanza.
Schore, A.N. (2012), Regulation theory: a contribution to formulating early infant assessment and
intervention. A responsw to Voran ’s clinical case, Journal of Infant Child and Adolescent
Psychotherapy.
RESILIENZA
RESILIENZA
VULNERABILITA’ PSICOPATOLOGICA
TRAIETTORIE EVOLUTIVE
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Salute mentale della madre
Traiettoria funzionale allo sviluppo del bambino
Psicopatologia materna
Traiettoria disfunzionale allo sviluppo del bambino
FATTORI DI RISCHIO PERINATALI
Condizioni socio-
economiche svantaggiate
La mancanza di un partner
stabile
Eventi stressanti
nella famiglia d’origine
Alta conflittualità nella coppia
Mancanza di un supporto
sociale
Ansia
depressione
Malattie mentali familiari
(Whishman, Kaiser, 2008; Beach et al., 2003; Overbeek et al., 2006; Benazon, Coyne, 2000;
Escribè-Aguir et al., 2008; Milgrom et al., 2008; Boyce, Hickey, 2005; Whishman, Davila,
Goodman, 2011; Engle, McElwain, 2013; Tambelli, 2010; Zavattini, 2009)
Problemi
gravidici
ESSERE MADRE
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DEPRESSIONE POST
PARTUM L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che almeno 350 milioni di persone al mondo soffrano di depressione (WHO, 1999) e prevede che entro il 2020 i disturbi depressivi diventeranno la seconda causa di disabilità mondiale, dopo le malattie cardiovascolari (Murray e Lopez, 1997).
In Italia, la prevalenza della depressione maggiore nell’arco della vita è dell’11,2% (14,9% nelle donne e 7,2% negli uomini, de Girolamo et al., 2006).
La gravidanza e la nascita di un figlio rappresentano, in particolare, periodi di vulnerabilità psicologica dell’intera famiglia nei quali la frequenza dei disturbi depressivi aumenta di quasi tre volte rispetto alla media generale (Royal College of Psychiatrist, CR88, 2000).
EPIDEMIOLOGIA DISTURBI
DELL’UMORE NEL POST-PARTUM MATERNITY
BLUES
Si presenta nel 50-
70%
Il 20% può evolvere
in depressione post
partum
DEPRESSIONE
PERINATALE
POST PARTUM
13% PDN nelle prime settimane dopo il parto
14,5% di donne ha un nuovo episodio depressivo
maggiore o minore nei primi tre mesi post-natali
20% PND
nel primo anno dopo il parto
PSICOSI POST PARTUM
Si manifesta in meno di 2 casi ogni 1000
parti.
E’ la più grave delle sindromi post-
partum
Circa il 70% degli episodi psicotici
rappresenta l’episodio psicotico di un
disturbo bipolare o di un episodio
depressivo maggiore
Austin M.P., Priest S.R., (2005), Clinical issues in perinatal mental health: new develpments in the dection and treatment of perinatal
mood and anxiety disorders. Acta Psychiatrica Scandinavica, 112, 97-104.
Solo recentemente si è prestata attenzione all’esistenza di disturbi psicologici nei padri (Baldoni & Ceccarelli, 2010, 2013; Paulson & Bazelmore, 2010).
Questi ultimi, come le proprie partner, spesso manifestano problemi emotivi che possono influenzare negativamente la vita di coppia, la gravidanza, la salute psicologica della madre, la relazione tra questa e il bambino e lo sviluppo psicofisico del figlio. I più recenti dati di ricerca, infatti, suggeriscono quanto il padre sia estremamente importante sin dai primi mesi di vita. La qualità dell’attaccamento tra padre-figlio si rivela determinante per lo sviluppo successivo (Grossmann et al., 2008).
In una recente meta-analisi della letteratura sulla DPP e sulla sua associazione con la DPM (Paulson e Balzemore, 2010), basata sull’analisi di 43 studi (dal 1980 al 2009), la frequenza media della DPP è risultata del 10,4%.
(Baldoni e Ceccarelli 2010, 2013)
DEPRESSIONE PERINATALE PATERNA
Già nel corso della gravidanza, l’esposizione del feto allo stress può interferire con lo sviluppo, generando conseguenze come maggiore tendenza al pianto, inconsolabilità, anomalie del sonno, temperamento difficile (Della Vedova et. al. 2009).
All’età di tre mesi, i figli di madri depresse, possono manifestare uno stato affettivo prevalentemente depresso e una maggior propensione al pianto (O’Connor 2007).
Nei primi mesi di vita, le disregolazioni interattive, che caratterizzano le interazioni madre depressa-bambino, possono esprimersi sotto forma di disregolazioni neurofisiologiche, come problemi legati all’alimentazione (Dennis e McQueen 2009), del sonno (Righetti- Veltem 2002) e costipazione (Monti et.al.2005)
EFFETTI SULLO SVILUPPO
DEPRESSIONE MATERNA
Ipotesi concreta di Intervento
AZIENDE OSPEDALIERE
UNIVERSITA’
FIGURE PROFESSIONALI
Pediatri-ginecologi- Medici di base
ASL
e
CONSULTORI
FAMILIARI
RICERCA E INTERVENTO CLINICO
Attualmente assistiamo ad uno scambio sempre più stretto tra il
campo della ricerca evolutiva e quello dell’intervento clinico considerato quest’ultimo ad un doppio livello: il livello della prevenzione rispetto alle varie distorsioni delle relazioni
nella prima infanzia e alle varie condizioni di genitorialità a rischio e
quello relativo all’intervento terapeutico rivolto ai genitori e ai
bambini.
Ricerca
Clinica
Prevenzione
Intervento
(Sameroff, McDonough e Rosemblum, 2004; Oppenheim e Goldsmith, 2007).
INTERVENTI PREVENTIVI
Gli interventi preventivi nella prima infanzia rappresentano attualmente una risorsa fondamentale per la promozione della salute e per la riduzione dei rischi che possono intervenire precocemente nello sviluppo determinando percorsi evolutivi disadattivi verso la psicopatologia.
Il Family Home Visiting è un intervento
domiciliare sulla famiglia che, sulla base delle evidenze empiriche internazionali, si sta
diffondendo con maggiore incidenza anche in Italia, con
l’obiettivo di sostenere e promuovere la
sicurezza dell’attaccamento
precoce tra i genitori e il loro bambino.
L’intervento domiciliare si struttura su un lavoro
di rete e multisciplinarietà tra
tutte le figure professionali presenti
nell’area della perinatalità impegnate nel delicato compito di tutelare e promuovere la salute mentale dei
bambini e delle famiglie.
FAMILY HOME VISITING
DALLA GRAVIDANZA AL PRIMO ANNO DI
VITA DEL BAMBINO
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SOSTENERE LA GENITORIALITÀ
COSTRUIRE LE RELAZIONI
SINTONIZZARSI CON IL
BAMBINO SOCIALE
INIZIARE AD ESSSERE SEPARATI
VERIFICA DELLA BASE
SICURA
PER CONCLUDERE
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“Voglio anche sottolineare che, nonostante pareri contrari, occuparsi di neonati e bambini non è il
lavoro di una persona singola.
Se il lavoro deve essere fatto bene e se si vuole che la persona che si occupa del bambino non sia
troppo esausta, chi FORNISCE le cure deve RICEVERE a sua volta molta assistenza”
(John Bowlby, 1988; pag.2)
GRAZIE PER L’ATTENZIONE