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distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese Anno VIII Numero 100 Ottobre 2011

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N. 100 ottobre 2011

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Page 1: LA PAGINA DI CAMPALTO

distribuzione gratuitapresso gli esercizi

commerciali

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀa: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese

Anno VIII Numero 100Ottobre 2011

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ASSOCIAZIONI

CENTRO POLIFUNZIONALE PASCOLILAVORI : A QUANDO LA FINE?

Lo scorso mese avevamo scritto, compiaciuti, che il Comune di Venezia aveva iniziato alcuni lavori di ristrut-turazione e migliorìe presso il centro Pascoli: in effetti questi sono iniziati a luglio e sono proseguiti per un po’ di giorni, giusto il tempo di sventrare i bagni al piano terra ed un muro per il cavedio dell’ascensore, di lasciare polvere e sporco nei corridoi, di rendere inutilizzabile la sala a piano terra dove dovrebbero iniziare a giorni i corsi di musica, di rendere inaccessibili altri spazi del centro, di lasciare un grosso punto interrogativo sulla possibilità di accendere il riscaldamento fino a quando i lavori non saranno finiti!Già, appunto, non si riesce a sapere quando riprenderan-no e perciò ad ipotizzare quando finiranno.Nel frattempo alla Pascoli è continuata per tutta l’estate l’attività del centro Internet, altre sono riprese a set-tembre a ritmo ridotto, altre ancora potrebbero saltare oppure iniziare in ritardo: tutta la passione e l’entusiasmo di Associazioni ed operatori vanificati e frustrati da una programmazione dei lavori inesistente, da promesse fasul-le, da scaricabarili in serie!Per chiudere, una chicca inoffensiva ma curiosa: dalla foto si può constatare la condizione attuale (23 settembre) dei bagni dove tutto è stato demolito per essere rinnovato; il water che si vede sulla sinistra non verrà smantellato perché, pare, nel contratto d’appalto non è stata prevista la sua sostituzione. Avremo, chissà quando, bagni nuovi di zecca ed un water degli anni ’30. Tanto per non scordar-ci dei tempi passati e dei suoi preziosi, nostalgici water ingialliti!

Giuliano Brandoli

CORSO DI INTRODUZIONEALLA FOTOGRAFIA DIGITALE

Inizierà lunedì 10 ottobre alle 20.15 presso il Centro Polifunzionale Pascoli in via Orlanda a Campalto la sesta edizione del corso “Introduzione alla fotografia digitale”. Il corso avrà la durata di 7 lezioni e si svolgerà al lunedì sera . Il corso è rivolto a tutti coloro che desiderano acquisire ed approfondire i primi fondamentali concetti riguardanti la fotografia in generale ed il sistema digitale. Il proget-to didattico persegue i due seguenti obiettivi: affrontare i principi teorici fondamentali della tecnica fotografica e le problematiche più comuni in fase di scatto e di post-produzione anche mediante l’analisi critica di opere dei partecipanti. Introdurre i fondamenti di analisi dell’immagi-ne (lettura di un’immagine, composizione, equilibrio ecc.) e la tematica dell’Arte fotografica.Il corso, inoltre, si propone di sollecitare nei partecipan-ti non solo il desiderio di realizzare foto tecnicamen-te corrette, ma anche il ricercare le migliori possibilità comunicative.Per informazioni ed iscrizioni: mail [email protected] oppure contattare Giuliano al numero 3388222799

CENTRO INTERNET 3P@ CAMPALTO

Ricordiamo che prosegue l’attività del centro internet P3@ di Campalto gestito dall’associazione Blog Territori e Paradossi in collaborazione con la Municipalità di Favaro; è possibile accedervi gratuitamente previa iscrizione da perfezionare presso il Centro Polifunzionale Pascoli in via Orlanda. Sono disponibili per gli utenti 9 postazioni dalle quali navigare in internet o utilizzare programmi di video scrittura o altro. Di seguito gli orari di apertura durante i quali la presenza di un tutor può essere d’aiuto a chi si avvicina per le prime volte al mondo digitale. Apertura: martedì 9.00-11.00, mercoledì 9.00-11-00, gio-vedì 18.00-21.00, sabato 9.00-12.00

COLLETTIVA DI FOTOGRAFIA “CHI SIAMO?”

Da sabato 8 ottobre a mercoledì 19 ottobre, presso gli spazi espositivi del municipio di Favaro Veneto (Ve), sarà esposta la mostra fotografica collettiva “Chi siamo?”. La mostra è organizzata dell’associazione Blog Territori e Paradossi ed ospita le opere di 24 artisti. L’evento, che gode del patrocinio del Comune di venezia, è stato inseri-to tra le manifestazioni culturali dell’ottobre mestrino Inaugurazione sabato 8 ottobre, ore 18.00. Orari di apertura: domenica 9/10 ore 10.00-12.00 dal lunedì al venerdì ore 10.00-12.00 martedì 11/10 - martedì 18/10 - giovedì 13/10 ore 17.00-19.0

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“Mi da giovane saltavo i fossi par longo!”Esclamazione conosciuta e pronunciata spesso dai più avanti con gli anni. Io, giovane d’oggi, posso ancora capire di cosa si parla, se esco fuori città e prendo la via verso i campi. Potranno forse in futuro i miei figli, sapere che cosa è un fosso?Forse sto esagerando, ma non vorrei venissero messi nelle liste rosse come “insieme di specie” a rischio di estinzione. I cari vecchi fossi infatti, sono (o meglio...erano) un attivo brulicare di insetti, rettili, anfibi, intorno a loro ci passano e bevono volpi e ricci, sopra a loro volano uccelli e spes-so si posano, come le sempre più note bianche garzette. Dentro, se l’acqua è pulita, vi può ancora nuotare qualche irriducibile pesce. Sul pelo dell’acqua scivolano i Gerridi (o insetti pattinatori) e lo sfiorano le libellule.In questi ultimi anni, scompaiono a vista d’occhio. Dovrebbe essere una rete, in cui sono tutti collegati e l’acqua (quan-do c’è), passa da uno all’altro, rimpinguando le mancan-ze, alleggerendo i carichi, equilibrando quella assorbita o ceduta dalla terra e dai campi. Una rete che perde pezzi, o che scompaiono sotto terra. A partire dalla conosciuta via Orlanda sottratta di uno dopo l’altro, anche via Passo aveva i fossi ai lati, ve la immaginate? Un tempo era pieno, un fosso continuo.Di acqua sotto i ponti (e dentro i fossi) ne è passata, ma la scomparsa ai nostri occhi continua (penso a via Madricardo,...). Mi ha piacevolmente sorpreso che ogni tanto si tenta di ricrearli. Ma quanti anni dovranno passare per ricostruire l’equilibrio di un ecosistema, ovvero la vita insieme di fattori abiotici (suolo, acqua, aria) e biotici (pian-te, animali,...) dopo aver in pochi attimi distrutto tutto? Non basta saper scavare per creare un fosso. Come non basta aprire il quaderno per completare i compiti o fare la spesa mettendo i prodotti nel carrello. Queste condotte,

più o meno larghe e profonde, più o meno umide o secche, sono dei veri mondi, parte di ambienti umidi della terrafer-ma indispensabili per il territorio. Se proprio di tutti i pos-sibili insetti o rettili non ce ne frega niente, o ci fanno pure un po’ schifo, forse ai più disinteressati alla vita naturale dovrebbe comunque stuzzicare il fatto che i fossi sono utili quando la propria macchina e il garage di casa vanno sot-to acqua. Sempre più frequenti infatti sono gli allagamenti sul nostro Veneto che, di per sé, è in gran parte a rischio idraulico. Fatto conosciuto, da tenere in considerazione, ma più spesso snobbato quando si tratta di costruire per interesse o in fretta.Sta a noi difenderli capendone l’importanza e prendendo-cene cura. Anche solo fermandosi un attimo a osservare ciò che accade in quel pezzo di terra e di acqua, che cam-bia con il passare delle stagioni, con i fiori in primavera ed estate, con gli sguazzi e i voli attorno.E se mi venite a dire che fanno zanzare... beh! A volte sì a volte no. Un fosso che si rispetti, con pesci, rospi, rane e pipistrelli in zona, saprà difendervi anche da quelle. Una rete da rispettare.

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GREEN PAGE

SALVIAMO I FOSSI (E LE RANE, I PIPISTRELLI E,...)a cura di Daniele Conte

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L’ERBA DI CASA NOSTRA

In questo n. 100 continuiamo la pubblicazione di alcuni pas-si del dossier su Venezia approntato dall’associazione “Italia Nostra”. Questo mese daremo visibilità alle contestazioni sui progetti che riguardano da vicino anche il nostro territorio: TAV, sub lagunare, quadrante di Tessera, e non solo. Quella confezio-nata da Italia Nostra è una relazione articolata e ci riesce dif-ficile proporla “a puntate”: per chi desiderasse prendere visione della versione integrale indichiamo il sito dove poterla reperire: http://www.italianostra-venezia.org .Parlando con un amico al quale manifestavo la mia preoccupa-zione per talune scelte, o non scelte, fatte per Venezia ed il suo territorio dalle amministrazioni che si sono succedute, mi ha risposto che oltre a protestare sarebbe opportuno anche fare delle contro proposte. E’ vero, sarebbe opportuna una dialettica più spinta, un esame più approfondito dei progetti e, soprattutto, la totale disponibi-lità di ciascun amministratore a tutelare gli interessi generali della collettività e del territorio; interessi che non sempre coin-cidono con quelli di imprenditori ed industriali, e nemmeno con interessi “sovraordinati” a livello nazionale. Penso che la maggior qualità di un politico sia di saper pro-gettare, delineare e proporre un futuro migliore del presente, e che il “valore” del politico possa essere appurato pienamente, purtroppo, dopo che se ne sarà andato. Oggi, con diverse mo-tivazioni, possono avere tutti ragione: amministratori, scienziati, ambientalisti, opinionisti, nostalgici, imprenditori, e “semplici” cittadini. Si vedrà in futuro se Venezia ed i veneziani vivranno meglio o peggio!

Giuliano Brandoli

STIAMO SEGANDO IL RAMO SUL QUALE SIAMO SEDUTI? (SECONDA PARTE)

ECCO I NUOVI PROGETTI ChE LE AMMINISTRAZIONI E I PRIVATI VOGLIONO FARE NELLA LAGUNA DI VENEZIA. (ITALIA NOSTRA – VENEZIA)

Sarà uno dei più grandi porti off-shore del pianeta per il traffico merci. In laguna, di fronte a Venezia.A Giare-Dogaletto (presso Mira), di fronte a Venezia, è in progetto un nuovo polo logistico intermodale per il traf-fico di container, in una zona agricola di 4,6 ettari, sito di interesse comunitario (SIC) sottoposto a vincoli pae-saggistici dell’ex legge 1497 e tutelato da leggi regionali (PALAV). L’area si affaccia su luoghi lagunari rimasti fino a oggi quasi integri, ma che con questo progetto sparireb-bero. Qui sopravvivono ancora delle barene ma recenti studi, fra cui quelli del professor Luigi D’Alpaos (docente di Idrodinamica all’Università di Padova) hanno messo in luce che la superficie occupata dalle barene, nel Seicento stimabile in circa 255 km2, si è ridotta nel 1970 a soli a 64 km2; se non si interverrà, a metà secolo XXI il tessuto

morfologico originario della Laguna sarà irrimediabilmente perduto.Il polo logistico accelererebbe in modo irreparabile l’ero-sione e il degrado morfologico dell’intero bacino sud: per collegare la nuova piattaforma per container al porto sa-rebbe necessario escavare nuovi profondi canali artificiali. La realizzazione della zona logistica non è sostenibile nem-meno da un punto di vista economico: in un’area di circa 120 chilometri esistono già altri tre interporti - Padova, Rovigo e Verona -, sottoutilizzati e finanziati con fondi pubblici, che infatti si sono opposti con fermezza all’inter-porto di Giare - Dogaletto (5 volte più grande di quello padovano). Inoltre, altri porti più adatti sono già in com-petizione con Venezia per il traffico di container (Trieste e Monfalcone) e hanno già ottenuto accordi con finan-ziatori (in particolare con Unicredit). L’intera operazione è progettata da privati fra i quali alcuni proprietari delle aree agricole e costerebbe la cifra esorbitante di 2 miliardi di euro. Nelle intenzioni dell’Autorità portuale dovrebbe trasformare il porto di Venezia in uno dei più importanti del pianeta, intercettando il traffico di Suez tra l’Oriente e l’Europa e aumentando la propria capacità da 300mila a 3 milioni di container per anno. Ciò richiederà l’utilizzo

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L’ ERBA DI CASA NOSTRA

di quasi tutta l’area ex industriale di Marghera, riducendo gran parte del margine lagunare a luogo di parcheggio e movimentazione di container.

LA LAGUNA DEVASTATA! REALIZZAZIONE DELLA TAV E DELLA METROPOLITANA SUbLAGUNARE

(ITALIA NOSTRA – VENEZIA)TAV e metropolitana sublagunare: due opere distruttive dal punto di vista ambientale e sociale. L’alta velocità (TAV, per soli passeggeri, le merci verranno dirottate altrove) per arrivare all’aeroporto dovrà scendere in galleria per 9 chilometri, tagliando tutte le falde acquifere in pressione che permettono aiterreni di Venezia di non sprofondare (ricordiamo quan-to già accaduto negli anni ’50-’70: l’emungimento di acque sotterranee per scopi industriali ha fatto perdere a Venezia quasi 10 preziosissimi cm di quota). L’unica fermata previ-sta, non a Venezia né a Mestre, bensì a Tessera, penalizzerà gravemente l’accesso ferroviario alle due città. La metro-politana subacquea, che dovrebbe collegare l’aeroporto di Tessera con le Fondamente Nuove di Venezia, e, successi-vamente, con l’Arsenale e il Lido, Chioggia e Jesolo, porterà ogni 8-10 minuti migliaia di turisti giornalieri in una parte di Venezia collegata col resto della città da calli larghe al più 2 metri e servirà solo l’8% del traffico pendolare (25.000 persone al giorno). Non potrà dunque ripagare i costi di re-alizzazione coinvolgendo così nel passivo anche il Comune che, con una sua Società partecipata, è tra i promotori. Per realizzarla si dovranno scavare due enormi tubi sotto il fondo lagunare, manomettendo il caranto, strato di argilla fossilizzata che regge il fondo lagunare e le isole abitate. Le fermate d’uscita dei passeggeri e di sicurezza in mezzo alla Laguna dovranno essere molto elevate sul livellodell’acqua per garantire sicurezza dalle maree, evidente-mente a scapito della compatibilità ambientale. Con questa scelta trasportistica viene pure sacrificata la riorganizza-zione della mobilità cittadina, che deve essere differenziata dai flussi turistici. Per i pendolari: SFRM, metropolitana di superficie - che colleghi Provincia e Regione con frequenza di metrò, a Mestre e a Venezia - e linee lagunari circolari esterne, rapide ed efficienti; per i turisti: mezzi acquei ap-propriati, meno veloci, che colleghino le testate di terrafer-ma di Fusina e Tessera con luoghi decentrati della città, per non affollare e saturare il centro marciano e Rialto.

Il “commissario” straordinario per lo smaltimento dei fanghi di escavo dai canali del porto (e dai canali portuali lagunari) ha presentato alla speciale Commissione per la

UNA DISCARICA ILLEGALE IN PIENA LAGUNA! PIENA DI RIFIUTI TOSSICI.

salvaguardia di Venezia un progetto per la realizzazione, in Laguna, a fianco dell’esistente isola delle Trezze, di una nuo-va isola artificiale, di circa 55 ettari, elevata fino a 4,5 me-tri sopra il livello dell’acqua, costituita da fanghi inquinati. Per legge è vietato l’imbonimento di aree all’interno della Laguna, ma, come si è ormai abituati a Venezia, si è riusciti a superare i vincoli previsti dalla legge istituendo un com-missario all’escavo dei fanghi. L’isola delle Tresse (isola arti-ficiale, costruita negli anni ’90 sempre in spregio alla legge) verrà raddoppiata e innalzata divenendo un immenso ter-rapieno. Il resto dei fanghi verrà portato in un’area limitro-fa alla zona di Giare-Dogaletto, lungo il Naviglio Brenta, nel cosiddetto Vallone Moranzani. In esso il Commissario per lo scavo dei canali portuali (paradossalmente responsabile anche del settore ambiente della Regione Veneto e presi-dente della Commissione di Salvaguardia), in accordo con Regione, Provincia e Comune, ha previsto la realizzazione di una gigantesca discarica ove stoccare 4 milioni e 800mila metri cubi. L’enorme discarica, in procinto di essere rea-lizzata, verrà poi ricoperta e trasformata in ‘parco lineare’. L’operazione, spacciata come riqualificazione ambientale - in realtà è decisa per risparmiare la spesa di riporto dei fanghi in una discarica specializzata, come obbligherebbero leggi europee e nazionali -, trasformerà anche visivamente l’ambiente: nel paesaggio dolcemente piatto della Laguna e della gronda lagunare spunteranno colline- ziggurat (di rifiuti tossici) alte 14 metri.

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L’ERBA DI CASA NOSTRA

LA NOSTRA ChIESA DI SAN MARTINOSON PASSATI 500 ANNI MA E’ ANCORA LI!

AATTTTIIVVIITTAA’’ FFIITTNNEESSSS 22001111 22001122 -- CCOORRSSII CCOOLLLLEETTTTIIVVII

GGIINNNNAASSTTIICCAA EE DDAANNZZAA MMAATTTTIINNAA,, PPOOMMEERRIIGGGGIIOO,,SSEERRAA

PALESTRA: CENTRO CIVICO 22 - VILLAGGIO LAGUNA CAMPALTO APERTA : da LUNEDI a GIOVEDI ORE 16,00 –19,00

INFO: 3472435009 - 041903110 adriana www.folksportingschool.it

ATTIVITA’ PER ADULTI PILATES – AEROBICA - STEP

TONIFICAZIONE-TANGO ARGENTINO

Attività fisica per la TERZA ETA’

agevolazioni per iscritti entro il 20 Settembre

ATTIVITA’ PER GIOVANI DANCE BABY da 4 Anni

DANZA CLASSICA da 6 Anni

HIP HOP Bambine/i da 7 Anni

MODERN JAZZ da 7 Anni

CANTO

C’è un tesoro a Campalto, è lì da secoli ma spesso è con-siderata solo una succursale della nostra chiesa principale di San Benedetto, un luogo in cui recarsi il giorno della festa, l’11 di novembre, e qualche volta pronto ad accoglie-re qualche matrimonio. Eppure è l’edifi cio più antico del paese, quello che racconta la nostra storia. Ricordiamoci inoltre che per moltissimo tempo il titolo della Chiesa di San Martino in Strata costituì un appellativo alternativo a quello di Campalto che si affermò defi nitiva-mente solo nel secolo scorso: questo a dimostrare nuova-mente, se mai ce ne fosse bisogno, la centralità di questo edifi cio per la nostra città. Eppure quest’anno, 11 di novembre, festeggeremo di 500 anni della Chiesa di San Martino. Dobbiamo quindi risalire indietro nel tempo, al lontano 1511, quando la costruzione del primo edifi cio, voluta nel 1503 da Pietro Morosini. Egli era il proprietario dei terreni dove sorgeva una preceden-te costruzione sempre dedicata a San Martino di Tours, patrono dei militi e dei viandanti. Infatti una chiesa precedente, situata in mezzo a un bo-sco nel territorio che lambiva la via romana Emilia e che costeggiava la gronda lagunare, è segnalata anche nei se-coli precedenti. Fin dai primordi della sua storia abbiamo notizie relative alla devozione per San Martino alla quale, nel corso del tempo, di aggiunse quella per la Madonna del Rosario e per Sant’Antonio. La pieve di San Martino esisteva già nel ‘300 poiché da alcuni documenti sappiamo che durante la guerra di Chioggia (1387-81) la chiesa subì

ingenti danni. Come dicevamo Lorenzo Morosini ottenne all’inizio del ‘500 il permesso, dalla diocesi di Treviso, dalla quale dipen-deva il territorio di Campalto, il permesso di costruire una nuova chiesa che, terminata nel 1511, fu consacrata nel 1536 dal vescovo di Caorle. La nuova chiesa fu a un’unica navata orientata verso ovest. Al suo interno la chiesa ospita numerosi elementi di par-ticolare pregio come il palco che ospitava l'organo sopra la porta d'ingresso e lo stemma patrizio della famiglia Morosini posizionato sulla volta sovrastante la balaustra che introduce all'altare maggiore. Sull'altare maggiore invece è issata la pala di San Martino del pittore Emilio Paggiaro, opera fi rmata e datata 1894, raffi gurante l'episodio chiave della simbologia del santo di Tours. Il particolare valore di quest'opera è dato dal modo in cui questa vicenda è stata rappresentata dell'artista: il gesto del taglio del mantello è infatti pienamente immerso in una cornice realistica e quotidiana, sullo sfondo di un cielo livido e di pochi alberi e arbusti spogli che ben po-trebbero rappresentare il paesaggio dell'area della gronda lagunare in cui la pieve di San Martino in Strata si trovava. In quest’anno in cui festeggiamo i 500 anni della nostra chiesa, sarebbe interessante dedicare una rifl essione su che cosa la dedicazione di questa chiesa dice al nostro paese, come festeggiare questo Santo cambi la nostra modalità di rapportarci con gli altri, in una apertura verso l’altro che in un qualche modo ci interroga.

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L’ERBA DI CASA NOSTRA

Quest’anno non si è dato nessun “tema” alla festa di San Martino, ma si è voluto festeggiare un anniversario, i 500 anni della nostra chiesa (una delle più vecchie della terra ferma ). Per ricordare questa data sono stati anticipati i consue-ti festeggiamenti già dal 8 ottobre organizzando quattro concerti che si terranno nella nostra piccola chiesa di San Martino lì dove la nostra comunità è nata. Quattro serate di buona musica e canto fatta da giovani. Insomma un “autunno musicale Campaltino”, al quale auguriamo d’avere un seguito nei prossimi anni.

…CI FU UN LUOGO CHIAMATO SAN MARTINO IN STRATA… 1511 - 2011

SAbATO 8/10 ORE 20:30 Concerto strumentale di giovani musicisti veneziani.SAbATO 22/10 ORE 20:30 Concerto di chitarre classiche degli allievi del conservatorio del maestro Baratella.SAbATO 5/11 ORE 20:30 Concerto corale LE INSOLITE NOTE gruppo vocale femminile presentano LA VOCE DELLA MUSICA.SAbATO 12 /11 ORE 20:30 Concerto dell’ensemble di clarini JO CLARINO.Giovani musicisti che hanno frequentato e frequentano i corsi a indirizzo musicale della scuola media di Venezia e proseguono gli studi presso i conservatori del triveneto.DOMENICA 13/11 ORE 18.00A chiusura dei festeggiamenti nella chiesa di San Benedetto si terrà il consueto concerto della corale AMICI IN CORO che quest’an-no ospiterà il coro TRE PINI di Padova diretto dal maestro Gianni Malatesta.Famoso in tutta Italia e oltre confini, fondato nel 1958, con oltre 1500 concerti fatti e varie tournées in tutto il mondo, con la loro bravura renderanno memorabile questa ricorrenza.

PROGRAMMA DI CONCERTI DEI FESTEGGIAMENTI PER I 500°ANNI DELLA ChIESA DI SAN MARTINO IN STRATA

EX TEMPORE DI FOTOGRAFIA

Anche quest’anno, in occasione della festa di S.Martino in strata, l’associazione Blog Territori e Paradossi organizza il concorso “ex tempore” di fotografia : tutti possono parteciparvi, grandi e piccoli, presentando fino a 3 foto scattate durante lo svolgimento della festa stessa che si terrà domenica 13 novembre prossimo. Le immagini dovranno ispirarsi ad uno o più significati, momenti, suggestioni della giornata di S.Martino. Gli autori dovranno presentare le foto scattate presso il gazebo di Blog Territori e Paradossi, oppure portare la propria macchina digitale presso lo stesso gazebo: gli scatti prescelti verranno scaricati, stampati ed esposti; a fine giornata la giurìa sceglierà le immagini migliori per ogni categoria (spirito della festa, foto più spiritosa, ritratto ambientato, categoria under 18 ed under 14) che verranno premiate; tutte le foto partecipanti saranno pubblicate nel sito dell’Associazione.Siete tutti invitati a partecipare!

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NUMERO 100!

Quando mi è stato chiesto di scrivere del mio territorio ho subito pensato: che bello scrivere, ma... Campalto non la conosco! Che vergogna non conoscere la propria città! La Pagina mi ha insegnato a guardare, ad osservare il nostro Ambiente, non solo naturale, ma sociale e politico. Mi ha insegnato ad ascoltare e ad ammirare le bellezze che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno, comprese le persone. Collaborare ad un progetto, anche piccolo, che sia per gli altri, non ha prezzo.La Pagina, nel suo umile fine, è questo: essere di e per tutti.

Chiara Foffano

Scrivere su La Pagina di Campalto penso sia un modo per prendersi cura del proprio territorio, a più livelli, dalla specifica zona dove abitiamo fino a temi più generali, che possano destare l'interesse di qualche lettore o lettrice curioso/a. E' un'occasione per fare informazione, per esprimere o raccogliere idee, dove tv o giornali non arrivano, restando a diretto contatto con i lettori. Mi piace farlo cercando di pormi in ascolto dei bisogni e dei problemi, di osservare, di ragionarci con pensiero critico, oppure offrendo qualche notizia “giardinicola” che si adatti al mese di pubblicazione.Sembra facile, ma anche se a prodotto finito non si vedono, dietro ci stanno lavoro ed organizzazione che richiedono tempo e un pizzico di passione: per l'ambiente in cui viviamo, per la propria città, per i concittadini; ma anche, alla base di tutto, c'è l'accettare di mettersi in gioco, con carta bianca e penna in mano. Un Grazie a tutte le persone che collaborano e che ci leggono.

Daniele Conte

Il gruppo funziona e si diverte, l’impegno c’è e può migliorare: che il risultato lo giudichino i lettori!Ancora cento di questi numeri!

Francesca Delle Vedove

C'è chi la pagina di Campalto la conosce e la segue, li incontri per strada, dici il tuo nome e subito:"ah scrivi per il giornalino di Campalto!" ...come fanno a saperlo? Ogni volta mi stupisco di quanto sia letto ed apprezzato. É per questo che continueremo a scrivere con entusiamo, per tutti quelli che hanno voglia di leggerci.

Elena Brugnerotto

Il pensare e lo scrivere aiutano capire ed a capirsi; lo scrivere anche per gli altri sprona ad avvicinarsi emotivamente ai problemi ed alle passioni di chi ci legge. Lo faccio, lo facciamo, con questo spirito!

Giuliano Brandoli

Credo che questa piccola pubblicazione mensile sia uno strumento molto importante per favorire lo scambio di idee e per aiutare la popolazione di Campalto a maturare maggiore consapevolezza e un crescente interesse nei confronti del nostro territorio, così unico e prezioso. Il mio augurio è quello di poter vedere una crescita costante di contenuti e contributi!La passione a noi della redazione certamente non manca!

Carlo Albertini

“LA PAGINA DI CAMPALTO” AbbIAMO STAMPATO IL N. 100!Ce ne siamo accorti quasi per caso, quando stava per succedere, e ci siamo detti: beh, presentiamoci un po’ più da vicino, facciamo sentire la passione che ci spinge ad occuparcene, l’orgoglio nel percepire il gradimento dei lettori. Perché è proprio questo gradimento che ci regala il desiderio di pensare e di scrivere.Ecco chi siamo: Francesca Delle Vedove, Elena Brugnerotto, Chiara Foffano, Daniele Conte, Carlo Albertini ed il sotto-scritto Giuliano Brandoli compongono la redazione. In particolare, Carlo si occupa dell’impaginazione e della grafica, Francesca, Elena, Chiara e Daniele scovano gli argomenti e compongono “i pezzi”, Giuliano coordina la “la costruzione” del mensile. Tutto questo tutti i mesi!Ringraziamo alcuni collaboratori “esterni” che hanno offerto varie volte la loro preziosa collaborazione: il dott. Francesco Blascovich, la dottoressa Manuela Florian ed Annalisa Potz; e ringraziamo tutti gli amici che ci forniscono notizie e sug-gerimenti. Un ringraziamento anche all’AUSER, in particolare alle signore che “confezionano” il giornalino ed al mitico Lugato che ci scandisce i tempi per la pubblicazione; agli inserzionisti che ci aiutano a tenerlo in vita; alla Provincia di Venezia per il prezioso contributo. Ed infine un caloroso grazie a tutti voi, lettori della “Pagina”!

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“IL GIORNALE è UN OTTIMO MEZZOPER STIMOLARE IL SENSO CIVICO” INTERVISTA AD ALICE PATELLI, FONDATRICE DE “LA PAGINA DI CAMPALTO”

Quasi dieci anni fa nasceva il primo numero della Pagina di Campalto, un notiziario fortemente voluto dall’associa-zione “Campalto Viva” e che ha trovato piena collabora-zione nel circolo Auser - Il Gabbiano per la stampa e la diffusione. Alice, il progetto di un giornale di paese nasce da te…Io, allora presidente di “Campalto Viva”, insieme agli ami-ci Vanin e Finotello, abbiamo ragionato sull’opportunità di creare un notiziario che parlasse di Campalto, della sua storia, di ciò che è stato e che contenesse anche gli eventi e le feste che interessavano il territorio. Perciò ci siamo buttati! Abbiamo formato una piccola redazione, ognuno di noi scriveva qualche notizia e l’Auser si occupava di stamparne le copie; nei primi numeri abbiamo raccontato la storia del paese e le sue personalità storiche grazie al materiale raccolto negli anni da “Terra Antica”. Via via che i numeri uscivano, cominciarono ad arrivarci poesie e racconti dai cittadini, suggerimenti per le rubriche e nuove collaborazioni.

Cosa rappresenta la Pagina di Campalto?E’ un ottimo mezzo per stimolare il senso civico dei citta-dini, se non vogliamo essere una strada ma un paese, tocca a noi! Ricordo alcune edizioni del giornale molto dure con i nostri amministratori perché si segnalava la noncuranza verso questo territorio, la mancanza di illuminazione e di spazi verdi, la sporcizia per terra, i ritardi per i lavori di arredo urbano lungo via Orlanda. Noi facevamo articoli in proposito per suscitare risposte e sollecitare chi ci abita e ci lavora, ricordare di stare attenti al proprio territorio e non solo al “proprio orticello”: solo così Campalto può diventare una comunità e non un incrocio di strade.Quali suggerimenti per rendere migliore il giornale?Avere uno sguardo sempre attento al paese, non stancarsi mai di scrivere e segnalare le cose che non vanno, raccon-tare la realtà che viviamo.L’importante è farlo con un pizzico d’ironia ed a volte, con una sana presa in giro verso chi ci amministra!

a cura di Francesca Delle Vedove

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NUMERO 100!

Per il numero 100 de La Pagina di Campalto, qua-le miglior voce se non quella del lettore?Siamo felici di riportare alcune preziose opinioni:

“Mensile a sfondo sociale di pubblica utilità”: questa scritta sotto il titolo de La pagina di Campalto penso rispetti in pieno il compito che si è data la redazione. Evidente è sta-to il cambiamento delle linee editoriali nel corso degli anni, frutto del lavoro di persone diverse ed anche di esigenze diverse. Questo cammino ha portato all’edizione attuale ricca, a mio avviso, di attenzione non solo al territorio ma ad esperienze di vita significative che ci circondano. Fa ri-scoprire ai campaltini il proprio paese, che a volte sembra non abbia niente ed invece offre iniziative per tutti; è uno strumento che informa sulle varie realtà che esistono nei nostri quartieri; dedica alla cultura uno spazio importante con segnalazioni di libri, film, mostre e molto altro. Per questo mi piace essere, come negozio, uno dei vari luo-ghi di distribuzione di questo giornale gratuito che ha come punto di forza l’essere gestito in maggior parte da giovani (continuate così!). Un consiglio più che alla redazione lo da-rei ai cittadini di Campalto: continuate a leggerlo con inte-resse, informatevi su ciò che il nostro paese offre e “produ-ce” per la comunità, ponendo fiducia su di esso, come questi giovani ci insegnano, perché conoscendo le nostre risorse potremmo farlo crescere assieme.

Laura Vanin

Anche se non ho letto tutti e 100 i numeri usciti, senza dub-bio, “La Pagina” è maturata insieme ai suoi operatori.I lettori lo hanno percepito in maniera positiva: quando prendono in mano il “piccolo” giornale, sono sicuri di tro-vare al suo interno, qualcosa di utile perché soddisfa, senza pretese, le piccole aspettative e curiosità con rubriche varie e interessanti, ma soprattutto riesce a parlare alle persone.Questo è quello che conta. Il futuro lo vedo pieno di articoli di tipo culturale, in generale, e con molta comunicazione con chi legge.

Francesco Blascovich

La PAGINA di CAMPALTO n° 100 : Complimenti a tutta la redazione per il traguardo raggiunto!Un gruppo di giovani ben coordinati da Giuliano che hanno saputo dare un taglio giornalistico più moderno e vario a” La Pagina di CAMPALTO” una lettura scorrevole, pungen-te, riflessiva, simpatica e mai banale .…Largo ai giovani. BRAVI ragazzi!

Roberto Foffano

MARATONELLA DI CAMPALTO

Si è svolta domenica 2 ottobre la seconda edizione della Maratonella di Campalto: oltre 600 atleti rego-larmente iscritti che hanno preso il via alle 9.15, e molti altri si sono aggiunti lungo il percorso.SALVATORE BETTIOL, Testimonial di questa seconda edizione, si aggiudica il Trofeo Marco Cavaldoro, istitu-ito in ricordo dell’amico Vigile del Fuoco e Volontario che ha perso la vita in un incidente in moto lo scorso anno, tagliando per primo il traguardo volante posi-zionato al 20° chilometro sulla sommità del Ponte Europa che conduce al Parco di San Giuliano. ULISSE DAMO e SILVIA SERAFINI si aggiudicano la seconda edizione della Maratonella con il tempo rispettivamente di 1.58 e 2.09. Nella mini Maratonella di 15 km si sono affermati ROBERTO BONDI’ e ROMINA FIORINI.Molte le autorità presenti: Renato Chisso Assessore Regionale, Raffaele Speranzon, Assessore allo Sport Provincia di Venezia, Saverio Centenaro VicePresidente Consiglio Comunale, Ezio Ordigoni Presidente del-la Municipalità di Favaro Veneto, Renzo De Antonia Presidente del Coni Venezia, Luigi Gavioli Presidente CSI Venezia, Gianni Caprioglio, Presidente dell’Istitu-zione Boschi e parchi di Mestre, Gabriele Scaramazza e Renato Boraso Consiglieri Comunali, Guido Rossato del Consorzio Acque Risorgive, Alfredo Favaretto della Soc.300Campi, Paolo Piazzalonga Presidente del Circolo Dipendenti di Venezia, Pierpaolo Minelli, Presidente Arco Acuto, oltre ai rappresentanti degli sponsor della manifestazione.

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RECENSIONI

I tagli inferti ai trasferimenti statali ai Comuni, la progressiva riduzione dei Fondi sociali, le nuove misure restrit-tive introdotte nel pubblico impiego, il dimagrimento degli organici pubblici imposto dal Patto di Stabilità, stanno provocando conseguenze devastanti nel sistema dei Servizi Sociali del nostro Paese. Un momento difficilissimo per il nostro Welfare. Per il 2011 si va verso un impoverimento dei servizi pubbli-ci dei Comuni o l’innalzamento delle tariffe dei servizi. Con i comuni che puntano sempre di più sull’affidamento all'esterno dei servizi socio assistenziali, soprattutto alle associazioni, allo sco-po di abbassare i costi con il ricorso al volontariato.Il 48,5% della spesa comunale per i ser-vizi sociali, nei comuni con più di 50.000 abitanti, è impiegata dai Comuni per affidare all’esterno, imprese sociali ed associazioni, la gestione di interventi e servizi sociali. Quali servizi? Strutture residenziali e ricoveri per anziani, as-sistenza, servizi per l’infanzia e gli asili nido.Tagli, esternalizzazioni, riduzioni, snelli-menti, ridimensionamenti sono parole che si rincorrono sempre di più ed a farne le spese sono i terminali di que-sta filiera: i cittadini che possono con-tare sempre meno su una efficace rete di servizi socio-assistenziali pubblici e locali.Fa da sfondo a questa situazione, uno scenario inquietante. I Fondi naziona-li per gli interventi sociali compreso il Fondo per le Politiche Sociali – Fnps- hanno perduto circa il 63% dei 1.472 milioni stanziati nel 2010. La manovra della scorsa estate ha tagliato risorse agli Enti Locali per 14,8 miliardi di euro per gli anni 2011 e 2012 ed una nuova scure si abbatterà nuovamente.Gli affidamenti diretti (senza gara d’ap-palto) sono circa il 78,5% delle proce-dure di gara istituite dai comuni con più di 50.000 abitanti, di queste 78,5% una considerevole parte (72,7%) sono rivolte alle Associazioni di volontariato per la gestione di servizi sociali cosid-detti integrativi. Negli ultimi mesi è cre-sciuto in modo considerevole il ricorso alle organizzazioni di volontariato da

parte delle amministrazioni pubbliche locali. Ciò probabilmente allo scopo di contenere la spesa sociale a fronte della progressiva riduzione delle risorse pub-bliche, tenuto conto che le associazioni si avvalgono di norma di prestazioni vo-lontarie e gratuite dei propri soci; men-tre, come è noto, le cooperative sociali e le imprese profit utilizzano manodo-pera retribuita.L’affidamento “diretto” viene scelto so-prattutto al Sud e nelle Isole (con per-centuali che superano il 30%) meno nel-le aree del Nord-ovest (18%). Si stima che, su un totale di 93 euro pro capite impegnati nel 2009 dai Comuni capo-luogo di provincia e con più di 50mila abitanti per l’acquisto di prestazioni so-ciali, circa il 25% delle risorse vengano impiegate attraverso affidamenti diretti a cooperative sociali e ad associazioni, in assenza di gare ad evidenza pubblica e di selezioni o procedure negoziate (con la conseguente mancata applicazione dei principi di concorrenza ed equità intro-dotti dalla riforma dell’assistenza - legge 328/2000).Sulla base dell’analisi dei bandi, dei ca-pitolati di appalto e di ulteriori dati rilevati presso i Comuni, la gestione della spesa sociale comunale affidata all’esterno risulta principalmente a favo-re delle cooperative sociali, soprattutto nel Nord-Ovest (79%). Le Associazioni di Volontariato risultano affidatarie dei servizi sociali principalmente al Sud (28%) e nelle Isole (26%).Le cooperative sociali gestiscono in particolare servizi di assistenza domi-ciliare agli anziani, interventi assisten-ziali di base (gestione di centri con ospiti residenziali), e servizi all’infanzia, specie quelli a carattere educativo e ricreativo. Alle Associazioni di volon-tariato i Comuni affidano in partico-lare la gestione di servizi cosiddetti innovativi e integrativi, di supporto agli interventi “complessi”: Laboratori di animazione sociale; Interventi di sol-lievo e supporto psicologico; Trasporti sociali; Accompagnamento; Servizi agli immigrati.La durata media dei contratti si aggira attorno ai 2-3 anni, la brevità temporale degli incarichi costituisce elemento di

forte incertezza nelle prestazioni di effi-cienza e di efficacia della spesa sociale.Inoltre, circa il 15% delle gare sono state indette sulla base del criterio di aggiudi-cazione al prezzo più basso determinato mediante massimo ribasso sull'elenco delle offerte. Questa formula è volta a premiare esclusivamente i ribassi pro-posti dalle imprese sociali rispetto alla base d’asta o prezzo base progettato dal Comune, ignorando, in definitiva, le componenti tecniche e qualitative delle offerte.Tale prassi è adottata ancora dai Comuni nonostante che la legge 328/2000 e le norme regionali di settore sollecitino, ormai da anni, le amministrazioni pub-bliche ad abbandonarla.La legge di riforma dell’assistenza (328/2000) risulta largamente inapplica-ta, la co-progettazione e le capacità pro-gettuali del Terzo Settore continuano ad essere mortificate. I rapporti tra enti territoriali ed imprese sociali spesso si limitano all’affidamento della gestione dei servizi sociali in assenza di proce-dure codificate che promuovano la par-tecipazione di tali strutture alla fase di programmazione territoriale.Insomma tutti questi dati confermano che al centro delle relazioni tra enti lo-cali e Terzo settore c’è un enorme pa-radosso. A fronte del rilevante apporto che Associazioni e Imprese sociali for-niscono alla gestione dei servizi sociali, le amministrazioni pubbliche locali sono ancora inadempienti nella creazione di regole davvero efficienti e trasparenti, per consentire al Terzo settore di ero-gare servizi di qualità alla cittadinanza, e di giocare un ruolo importante nella programmazione sociale e in termini di sussidiarietà orizzontale.I dati sopracitati sono stati discussi dal Quarto Rapporto Nazionale di Auser sulla relazione fra Enti Locali e terzo settore.

Loris De Rossi

GLI ENTI LOCALI E IL VOLONTARIATO

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LA PAGINA DELLA PROVINCIA

La Provincia riapre le porte dell'oasi Lycaena, alle cave di SalzanoVisite possibili alla prima e alla terza domenica di ottobre

29-09-2011 - Una bella notizia per gli appassionati della natura e del verde. Riprendono infatti le visi-te alle cave di Salzano, conosciute anche con il nome di Oasi Lycaena, dal nome della particolare farfalla che qui vive e si riproduce. La prima e la terza domenica di ottobre, la Provincia di Venezia, apre le porte di que-sto splendido luogo, che permetterà ai cittadini di osservare i diversi ambienti presenti, la fauna e la flora. Le visite saranno aperte a tutti la prima e la terza domenica del mese, da aprile a ottobre, mentre i gruppi e le as-sociazioni possono prenotare presso l’associazione TerraViva che risponde ai numeri 327.8239902-340.0048545.

L’assessore provinciale ai parchi e boschi Giuseppe Canali ha sottolineato: “C'è ancora molto lavoro da fare per mi-gliorare l'ecosistema e rendere ancora più fruibile l'Oasi ai cittadini. Stiamo lavorando con tutti i soggetti coinvolti. Un ringraziamento va in particolare all'associazione TerraViva che presta la sua collaborazione con le visite guidate”. E ha concluso: “I cittadini attraverso la visita a questa oasi potranno non solo scoprire un importante polmone verde nel territorio del Miranese, ma anche apprezzare gli sforzi compiuti in sinergia dai diversi enti quali la Provincia ed il Consorzio di bonifica Acque Risorgive che in que-sta cave effettua la fitodepurazione delle acque del fiume Marzenego”.

La Provincia di Venezia promuove lo Slow Tourism per un territorio sostenibile

Partenza dal museo archeologico di Altino, quindi il passaggio dalla terra all’acqua e precisamente dalla darse-na di Portegrandi dove il barcone ha fatto rotta verso le isole di Mazzorbo (visita alla tenuta di Venissa), Burano e Torcello. E’ iniziato ieri il primo degli otto appuntamenti organizzati dalla Provincia di Venezia relativa al proget-to europeo per la promozione del turismo lento “Slow Tourism”, che coinvolge 30 partner dei Paesi Italia e Slovenia con l’obiettivo di valorizzare e promuovere gli itinerari turistici dell’area italo-slovena coinvolgendo i territori caratterizzati da peculiarità naturalistico-ambientali di pregio

e dall’elemento acqua. Al “Laguna Sunset Tour”, ha partecipato l’asses-sore provinciale al turismo Giorgia Andreuzza, che da due anni sta lavorando per promuovere que-sto nuovo tipo di turismo. Presenti all’appuntamento anche amministra-tori pubblici, giornalisti e operatori turistici. L’assessore Andreuzza: “La partenza del territorio altinate ha un suo signi-ficato, perché è proprio dalle emigra-zioni dei popoli altinati che poi è nata Venezia. Nel nostro territorio ci sono prodotti ormai maturi da offrire al turista, come le spiagge e la stessa città di Venezia, che hanno grandi potenzialità e che si possono propor-re anche durante la bassa stagione. Si può infatti rivolgere l’attenzione ad un target di turisti che non guarda alla stagione in corso, tra l’altro oggi

ci sono temperature gradevoli, per cui i turisti possono diventare gli escursionisti del territorio. Laguna Sunset Tour non ha l’obietti-vo di garantire un quadro completo di quanto offre la Laguna Nord, ma vuole essere un invito a promuovere una nuova filosofia della fruizione del territorio, vale a dire “gustarlo” lentamente, inserendosi in un proget-to europeo finalizzato a migliorare l’accessibilità e l’utilizzo delle risorse turistiche legate all’acqua in base al principio dello “slow”. E ‘inoltre im-portante sottolineare che il progetto intende promuovere i prodotti tipici del territorio, integrare e mettere in rete le risorse ambientali e rurali. Questo modo innovativo di proporre l’offerta turistica, rappresenta un’al-ternativa al mordi e fuggi”.

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L’ERBA DI CASA NOSTRA

Dopo quasi mezzo secolo di attività, finalmente nel 2000 il famoso “tiro a volo” di Campalto ha chiuso i bat-tenti lasciando, tuttavia, una pesante eredita.Migliaia di piombini e resti di piattelli di ceramica e metalli pesanti si sono depositati per anni sulla gronda la-gunare formando un considerevole strato estremamente dannoso per il delicato equilibrio della barena.Me li ricordo i “nonni” armati di fucile che sparavano al tiro a piattello. Io e i miei amici ci arrivavamo in bicicletta e andavamo alla ricerca di qualche piat-tello intatto da portare a casa come trofeo. Lo sport in sé non mi ha mai affascinata, ma ho sempre pensato che dev'essere stato suggestivo avere come panorama la laguna di Venezia, lo sfondo della città eterna. Incantevole davvero. Peccato che nessuno abbia pensato alle conseguenze.Ora, dopo cinque anni di costose bonifiche per quegli 8 ettari di ter-reno contaminato, finalmente anche questa zona è stata riconsegnata alla cittadinanza che si dimostra sempre più sensibile alle ricchezze ambientali della nostra città. Il sopracitato pon-te, che collega il Passo, in prossimità della zona bonificata e via Cristiano Scantamburlo, è stato costruito dall'impresa indicata per il risanamen-to dell'area dal Consorzio Dese Sile per rendere più agevole il trasporto del materiale e, a lavori terminati, sem-brava destinato allo smantellamento.Da quel momento si è aperto il

dibattito tra la fazione del “si tenia-molo” e del “no buttiamolo”. I primi vedono l'opportunità di dare sfogo naturale al percorso pedonale e ciclabile che dal Parco di San Giuliano arriva fino al Passo Campalto per poi interrompersi bruscamente. Oltre al fatto di dare un'alternativa alla rou-lette russa del povero ciclista che percorre via Orlanda per raggiungere Tessera senza pista ciclabile, senza il-luminazione e con il perenne dubbio: “arrivo o non arrivo a Tessera...”.Gli “amici della bicicletta” che da anni chiedono una pista ciclabile lungo via Orlanda non hanno dubbi, il ponte deve restare. Si realizzerebbe così il grande sogno di creare un percor-so ciclabile lungo la gronda lagunare per dare finalmente una destinazione d'uso adeguata a quell'argine che sem-bra fatto apposta per essere percorso in bicicletta per poter godere del pa-norama della laguna e del profilo di Venezia.Anche Alessandro Baglioni, delegato alla mobilità e alle politiche ambien-tali e di sostenibilità in Consiglio di Municipalità di Favaro, è dello stesso parere: “al momento conviene tener-lo, forse non è bellissimo, ma nel caso venisse smantellato non sappiamo quanti anni passeranno prima di avere i fondi per costruirne uno nuovo...”Di tutt'altra opinione l'Associazione della “Salsola” che vede nel ponte un elemento poco consono all'arredo della tanto sospirata oasi della laguna, sostenendo infatti che sia più consono

un ponte con tutti i crismi e non un ammasso di ferro.Fatto sta che è il ponte è ancora chiu-so e il suo destino sembra ancora incerto...Per ovviare ad ogni dubbio ho voluto andare più a fondo e ho scoperto che, anche se il cantiere della bonifica del tiro al piattello non è ancora conclu-so (come invece è stato annunciato dai giornali lo scorso giugno), l'Im-mobiliare Veneziana (IVE) già promo-trice della realizzazione del Bosco di Campalto, ha messo in moto il pro-cesso che porterà alla continuazione dell'ippovia.Comune, Municipalità, Magistato alle acque, Consorzio Dese Sile e Veritas, coaudiuvate dall'IVE stanno lavorando per mettere un altro tassello a questo puzzle ciclabile urbano che pian piano sta collegando Mestre con la sua pe-riferia nord. Il gentile Avvocato Farinea dell'IVE, che parla con piacere ed orgoglio di questo progetto, sostiene che il lavoro di adeguamento per la realizzazione della pista ciclabile non è poi così in-gente e già a primavera potremmo go-dere della bellezza di un nuovo tratto di laguna. In questo periodo di tagli, ristrettezze economiche e incertezze, forse vale la pena accontentarsi di quello che si ha e valorizzarlo. Per fortuna per il Ponte Bailey è salvo e il buon senso sembra aver avuto la meglio.

IL FAMOSO PONTE bAILEY... a cura di Elena brugnerotto

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L’ERBA DI CASA NOSTRA

IL SENSO DEL MISTERO(segnalato dall’amica Antonella Iurilli Duhamel)

"L’esperienza più bella e profonda che un uomo pos-sa avere è il senso del mistero: è il principio sotto-stante alla religiosità così come a tutti i tentativi seri nell’arte e nella scienza. Chi non ha mai avuto questa esperienza mi sembra che sia, se non morto, allora almeno cieco. È sentire che dietro qualsiasi cosa che può essere sperimentata c’è qualcosa che la nostra mente non può cogliere del tutto e la cui bellezza e sublimità ci raggiunge solo indirettamente, come un debole ri-flesso.Questa è la religiosità, in questo senso sono religioso. A me basta la meraviglia di questi segreti e tentare umilmente di cogliere con la mia mente una semplice immagine della sublime struttura di tutto ciò che è lì presente."

Albert Einstein

QUANDO SI CANTAVA

E perché allorache eravamo poveri

si cantava a serae anche all’alba

il panettiere cantavaper le vie deserte.

Cantavano tra i filarinei gloriosi giorni di vendemmia:

e la gioia si spandevaa onde,giù sulla pianura….Ora siamo ricchi e muti.

Ognuno è chiusonel suo appartamento,

non esiste più il “paese “.Estranei i familiari:

città senza amicizie,dove nessuno si conosce.

E se conosci,spessopiù cresce la ragionedi essere diffidente.

Padre Davide Maria Turoldo

"Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni pre-monitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non ne-cessariamente col timore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti." (Primo Levi)

Il nostro amico e lettore Lucio Palamidese ci ha inviatoquesta riflessione (di qualche decennio fa…). Grazie Lucio!

"Secondo quattro quinti del mondo è la caratteristica principale del nostro Paese, ciò per cui lo amano, per cui vengono a vederlo. La mia parola per l'Italia è: bellezza. Esistono pochi paesi che possiedono bellezze naturali così numerose, così vicine l'una all'altra come quelle italiane. Ed esistono pochi paesi i cui abitanti, forse influenza-ti da questa ricchezza della natura, sanno produrre bel-lezza come gli italiani. La sanno produrre i nostri artisti che vengono osannati in tutto il mondo; i disegnatori dei nostri vestiti; i nostri artigiani; chi realizza i nostri pro-dotti industriali: il made in Italy è caratterizzato da una qualità particolare, che è la bellezza e che ci attraversa in modi diversi, ma sempre italiani, dalle Alpi alla Sicilia. Quando vengono a trovarmi amici americani dico sempre: attento, quando vai da una città all'altra non appisolarti in viaggio come fai nel tuo paese. In Italia se ti addormen-ti perdi una quantità di cose bellissime: parti dalla costa, attraversi colline meravigliose di uno splendido verde, con cipressi e filari di alberi, ti ritrovi in montagna e poi vedi il mare dall'altra parte e poi vedi montagne più alte e poi i laghi... Molti secoli fa, dal Nord Europa venivano a vedere la luce in Italia: c'erano pittori che per dipinge-re la nostra luce venivano per qualche mese, per qual-che anno, e che qualche volta non sono più andati via. Una cosa dovremmo saper fare noi italiani: esserne con-sapevoli e saperla custodire per il nostro futuro, questa bellezza. C'è chi ha scritto che gli italiani sono alla ricerca di un destino comune. Ma in realtà lo hanno già: hanno la fortuna di vivere in questo piccolo pezzo di mondo che da tutto il mondo si viene ad ammirare. Poichè ne hanno la capacità, hanno la missione, e la responsabilità, di conser-vare e di moltiplicare nelle tante cose che fanno, questa bellezza."

bELLEZZA di Giuliano Amato Presidente del Comitato dei Garanti per le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia

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RECENSIONI

E’ un sorriso amaro quello che ci strappa il film italiano fuori con-corso alla Mostra del Cinema che racconta del nostro (forse) Nordest e dei suoi nuovi cittadini, ovvero gli immigrati. Che suc-cederebbe se una bella mattina sparissero dal ricco Veneto, tutti insieme, i cittadini non italiani? Colf e badanti, infermieri, operai, spazzini, cuochi, prostitute…portati via dal vento dopo una tem-pesta. La straordinaria interpretazione di Diego Abatantuono, in-sieme a Valerio Mastrandrea e Valentina Lodovini, ce lo spiega: in tanti gioirebbero alla notizia liberatoria, compreso lui, imprendi-tore di successo e conduttore di una trasmissione televisiva che inneggia “mandemoi tuti a cas col camel!”, salvo poi accorgersi che la realtà veneta è tutt’uno con gli immigrati, compresa la produt-tività della sua azienda.Il film percorre in modo brillante gli stati d’animo dei piccoli centri urbani, degli avventori dei bar che tra un bianco ed uno spritz, sputano sentenze razziali.Alla fine ci si chiede: ma i veneti sono tutti così? Certo che no – e di questo la Lega ne è convinta tanto da farne un’interroga-zione parlamentare per bloccare l’uscita del film! – ma l’aria che

si respira nelle nostre città e campagne va in quella direzione, le minoranze per fortuna resistono ed alzano la voce.

VI SEGNALIAMO... A cura di Francesca Delle Vedove

Film dalla Mostra del Cinema di Venezia: “Cose dell’altro mondo”

Un libro: Wangari Maathai - La religione della terra

"L'esperienza e l'osservazione mi hanno fatto capire che la distruzione del pianeta si estende anche all'umanità: se viviamo in un ambiente ferito, anche noi subiamo ferite fisiche, psicologiche e spirituali. Degradare l'ambiente significa degradare noi stessi e tutto il genere umano. Ma è vero anche il contrario: aiutando la Terra a guari-re, aiutiamo anche noi stessi. Possiamo amare noi stessi, amando la Terra; essere grati per ciò che siamo, proprio come siamo grati per la generosità della Terra; migliorare noi stessi proprio come ci sforziamo di migliorare la Terra; rendere un servizio a noi stessi, proprio come facciamo volontariato per la Terra."

Parole di Wangari Maathai, nata nel 1940 in Kenya, è stata la prima donna centroafricana a laurearsi (in biologia) e a ricevere un premio Nobel per la Pace nel 2004, per "il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace". Fondatrice del Green Belt Movement (letteralmente "Movimento per una cintura verde", ovvero di piante) ha intrapreso una cam-pagna di sensibilizzazione ambientale e dato il via a un programma di educazio-ne e riscatto sociale per le donne che poi in concreto ha visto piantare più di 45 milioni di alberi in Kenya e ha contagiato i Paesi vicini e tutta la Comunità Internazionale. Ci ha lasciati lo scorso settembre.

"Oltre a un cambiamento di consapevolezza, c'è bisogno di un cambiamento di 'prospettiva'. Dobbiamo riflettere più attentamen-te sulle nostre responsabilità nei confronti del Pianeta e del prossimo e compiere dei progressi reali al fine di curare tutte le ferite, abbracciando la Creazione in tutta la sua diversità, bellezza e meraviglia."

"Sono le piccole cose che fanno la differenza. La mia piccola cosa è piantare alberi"

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A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” ONLUS ([email protected]) - Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. - Redazione a cura di: BLOG - Territori e Paradossi Associazione Culturale. - Redattori: Giuliano Brandoli, Daniele Conte, Chiara Foffano, Elena Brugnerotto, Francesca Delle Vedove, Carlo Albertini - Redazione: Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - E-mail: [email protected] Stampato in proprio n° 2000 copie - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003

Circolo Ricreativo Culturale

AUSER “IL GAbbIANO”I NOSTRI SERVIZI

Consulenza legale gratuita per i soci AUSER: si riceve su appuntamento il SABATO dalle 10.00 alle 12.30 ed il LUNEDI’ dalle 16.00 alle 18.30“Ausilio” spese a domicilio: con il servizio Sociale della Municipalità e la COOP Adriatica il ns. Circolo ha aderito al servizio al progetto “Ausilio” per la consegna gratuita della spesa a domicilio alle persone anziane, non autosufficienti, portatori di Handicap o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmente presso i negozi.

I NOSTRI CORSI

Corso di musica: sono aperte le iscrizioni peril corso di musica dedicato a bambini ed adulti.Con i nostri soci musicisti sarà possibile imparare a suonare la chitarra in maniera semplice.

Ed inoltre…

Scuola di CantoCorsi di informatica per i “meno giovani”

Compilazione gratuita mod.730(previo appuntamento)

Per informazioni ed appuntamenti telefonare al numero 041.903525 dal lunedì al giovedì dalle 10.00 alle 12.30; il venerdì dalle 16.00 alle 18.00

LA PAGINA DI CAMPALTO: SIAMO ON LINE!Da gennaio 2011 “La pagina di Campalto” è consultabile anche in Internet all‘indirizzo

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