“la pace è uno stile di vita al quale occorre essere ... · “proviamo ad ascoltare con...

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ISTITUTO COMPRENSIVO N° 2 SCUOLA DELL’INFANZIA IL CARMINE ALGHERO Proviamo a parlare di pace perché... “La pace è uno stile di vita al quale occorre essere educati fin dall‘infanzia” Karol Woityla Anno Scolastico 2012-2013

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ISTITUTO COMPRENSIVO N° 2

SCUOLA DELL’INFANZIA IL CARMINE

ALGHERO

Proviamo a parlare di pace perché...

“La pace è uno stile di vita

al quale occorre essere educati

fin dall‘infanzia”

Karol Woityla

Anno Scolastico 2012-2013

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Questo lavoro non ha la pretesa di insegnare tutto o di

esaurire un discorso sulla pace… Forse è impossibile dire ciò

che si pensa o raccogliere la letteratura, l’arte, la musica o

qualsiasi altra attività che ha voluto e continua a voler dare il

suo contributo ad un percorso così difficile!

I bambini sono il nostro futuro… Come nelle epoche passate

il mondo in cui si trovano a vivere è permeato di tutto… E

del contrario di questo tutto!

Anche noi adulti cerchiamo di interpretarlo, mediarlo ma non

lo cambiano mai fino in fondo!

A volte spettatori, a volte interpreti siamo immersi nelle sue

brutture… ma anche nelle sue bellezze.

Ecco, questo piccolo lavoro vuole essere proprio questo: un

breve viaggio nel mondo, osservando poche cose ma molto

importanti, usando come bussola valori universali quali la

solidarietà, l’uguaglianza, la tolleranza, la giustizia sociale e

la pace.

E’ un compito difficile e ciò che abbiamo realizzato è una

piccola goccia nel mare… ma ne siamo felici! E vogliamo

condividerla con chi ci ha affidato i propri figli…

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Benvenuti a tutti!!!

Vi invitiamo a leggere questo piccolo libro… E’ un dono per voi

genitori ed è un ricordo per noi bambini… lo rileggeremo quando

saremo un po’ più grandi… Aprite questa porta e…

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Eccoci qui… Che bel gruppo di bambini!

Noi siamo compagni di scuola… e amici!!!

Vogliamo dire ai nostri amici quali sono le cose che ci

piacciono di più?

“Mi piace l’amicizia...”

“Mi piace disegnare, soprattutto i cuori e i fiori...”

“Mi piace la danza...”

“Mi piace stare a casa con la mia famiglia...”

“Mi piace mangiare e anche bere...”

“Mi piace il mare… e giocare con la sabbia… e nuotare!”

“Mi piace stare con mia mamma e mio papà...”

“Mi piace giocare con mia sorella...”

“Mi piace il gelato… e anche la pizza!”

“Mi piace… le stelle!”

“Mi piace giocare e mi piace… la pace!”

“Bene… ora sfogliamo questo semplice libro… cerchiamo le

immagini che ci piacciono di più…! Poi vediamo se c’è

qualcosa che piace a tutti… questo ci renderà ancora più

amici! Potete parlarne fra voi… coloreremo, ritaglieremo e

incolleremo le immagini più importanti per tutti! E poi

canteremo facendo un girotondo…”

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“Allora possiamo anche ritagliare i bambini intorno al

mondo!”

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“Quante cose belle avete detto! Chissà cosa hanno detto i

bambini delle altre scuole alle loro maestre…”

“Tante, perché ci sono tanti bambini…”

“…nel mondo… cioè nella terra…”

“…e nella terra vivono i bambini…”

“…gli amici...”

“…gli animali...”

“…i fiori...”

“…le piante...”

“…gli alberi...”

“…i ragnetti e tanti insetti...”

“…questa è la terra (prendendo il mappamondo)”

“…nella terra c’è più mare…”

“…e pesci e sabbia e conchiglie e granchi e le balene e i

delfini…”

“Avete detto che nel mondo ci sono tanti bambini… ma voi

cosa sapete di tutti questi bambini?”

“…che sono tantissimi!!!”

“…che qualche bambino è ammalato!”

“…che c’è la guerra e i bambini scappano e i papà scappano

con le mamme…”

“…che ci sono i bambini poveri e vanno a lavorare…”

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“…la televisione ha detto che ci sono i bambini che tengono i

loro fratellini più piccoli…”

“…e non hanno neanche le scuole…”

“…e non giocano con i compagni…”

“…ma certo…se devono andare a lavorare!!!”

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“Bambini siete bravissimi… guardiamo queste immagini…

Se le colorate possiamo preparare un cartellone che tutti

potranno vedere… E così tutti sapranno quello che è

importante per i bambini nel mondo!

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“Maè, cosa c’è scritto qui?”

“C’è scritto che i bambini hanno dei diritti, cioè che hanno

bisogno di queste cose… di quelle che ci sono scritte,

naturalmente e non hanno bisogno delle cose che ci sono

disegnate… anzi, facciamo così… io leggo quello che c’è

scritto sotto ogni disegno e voi mi dite quello che pensate di

questi bambini e di queste persone grandi…

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“Questo disegno vuol dire che i bambini non devono

lavorare!”

“Ma i bambini non costruiscono le case… cioè, noi si, ma

con le costruzioni Lego…”

“E poi i bambini non sono così forti da prendere i mattoni e

metterli uno sull’altro per costruire una casa vera, perché

sono pesanti!”

“I papà e le mamme vanno a lavorare, noi giochiamo e

disegniamo…”

“Però, poverino questo bambino che è scalzo, ha i pantaloni

vecchi e sta sudando perché sta facendo molta fatica…”

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“Questo disegno vuol dire che dobbiamo fare la pace e non

dobbiamo fare la guerra!”

“Perché la guerra fa paura perché sparano e gettano le

bombe!”

“Si, e alla televisione hanno detto che ammazzano i

soldati…”

“Ma è pericoloso perché quando sparano possono ammazzare

anche i bambini…”

“…e anche le mamme e i papà!”

“…e i nonni e le nonne…”

“E questo disegno è brutto perché fa vedere che quando c’è la

guerra si deve scappare!”

“E’ più bella la pace!”

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“Questo disegno è quello di un bambino ammalato con la

febbre…”

“…quando un bambino ha la febbre arriva il dottore o la

dottoressa!”

“Si, però questo dottore se ne sta andando perché ha detto che

non lavora…”

“Ma sta scherzando… non si possono lasciare i bambini

ammalati…”

“Quando io sono ammalata viene la dottoressa oppure vado

io con mia mamma… e quando vado lei c’è sempre!”

“E la mia ha anche le caramelle!”

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“Questo disegno è brutto perché c’è una mamma che dà uno

schiaffo…”

“E i bambini non si devono picchiare…”

“Forse questo bambino è stato troppo monello!”

“Ma bastava metterlo in castigo, senza picchiare…”

“Mia mamma non mi picchia mai…però non mi fa vedere i

cartoni…”

“Neanche i bambini si devono picchiare! Se sono amici uno

non deve picchiare l’altro!”

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“Questo disegno vuol dire che la bambina vuole parlare con

la sua mamma ma lei non la ascolta!”

“Forse sta parlando con un’altra persona!”

“Però anche la bambina può aspettare che la mamma finisce

di parlare con la nonna, magari…”

“Secondo me, la mamma sta guardando una vetrina dove ci

sono i vestiti!”

“Oppure sta attraversando la strada e sta guardando il

semaforo!”

“Però quando arrivano ai giardinetti o a casa, si siedono e la

mamma la ascolta!”

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“Questo disegno vuol dire che se c’è un bambino sulla sedia a

rotelle non si deve ridere di lui…”

“Sono molto cattivi quei bambini…”

“Sono ragazzi, non sono bambini!”

“Sono cattivi lo stesso!”

“Non si deve ridere…ci sono anche le persone grandi sulla

sedia a rotelle e anche i nonni!”

“E se un bambino non può camminare noi possiamo spingere

la sedia a rotelle!”

“Possiamo fare giochi dove non si deve correre… perché lui

non può correre!”

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Che bello, è Natale!

Sta per arrivare il Natale e nella nostra scuola, come ogni

anno, vogliamo fare una bella festa….

“Siamo contenti di fare una festa!”

“Io non vedo l’ora”

“Così mangiamo i dolci e le caramelle!”

“E cantiamo…”

“….e viene Babbo Natale!”

“E i genitori devono fare uno spettacolo!”

Le vostre voci si sovrappongono…c’è proprio aria di festa!

“Conosco una canzone molto carina che parla proprio di

Babbo Natale…ve la faccio ascoltare, se volete!”

“Si, cantiamo Babbo Natale…”

“Io gli voglio bene!”

“Anche io, perché è bravissimo!”

“Perché porta i regali e le caramelle!”

“Perché è divertente quando arriva a scuola!”

“Avete ragione…e cantare insieme è sempre una cosa

bellissima!”

quindi se vi porterà le caramelle anche voi farete un regalo a

Babbo Natale cantando per lui…sarete gentili e la canzone

che dedicherete sarà un dono…”

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Babbo Natale

Era nascosto

Il bel vestito rosso

Finalmente questa sera

Te lo metti addosso

Ora sei proprio tu

Manca solo il sacco

E la slitta che stanotte

Ti farà volar

Babbo Natale

Nel villaggio del Nord

Tutta la gente

Ti conosce però

Ti crede un falegname

E di te non sa

Questa vera misteriosa identità

Babbo Natale

Solo gli angeli blu

Girano il mondo

Proprio come fai tu

Le lettere dei bimbi

Prendono con sé

E stasera le daranno tutte a te!

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“Conosco anche una bella canzone che parla degli alberi di

Natale… mi piacerebbe insegnarvela!”

“Si, maè, va bene!”

“E ora ditemi…perché, secondo voi, si può cantare una li

alberelli?

“Perché noi facciamo l’albero di Natale a scuola…”

“E anche a casa”

“Perché sotto l’albero Babbo Natale mette i regali!”

“Perché gli alberelli sono belli come dice la canzone…”

Ottimo… ma è solo questo motivo?

Proviamo a preparare degli alberelli… realizzeremo un bel

cartellone che parla di pace!

“perché, maè… fare gli alberelli vuol dire fare la pace?”

“Proviamo ad ascoltare con attenzione le parole di questa

canzone: poi ne parleremo insieme.”

In cerchio ascoltiamo…e danziamo già, anche se siamo

seduti….

La ascoltiamo di nuovo… ripetiamo le parole… ora

proviamo a danzare, riproducendo con i nostri movimenti le

parole che vengono cantate… facciamo proprio ciò che fanno

questi alberelli!

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La danza degli alberelli

Siamo tanti ma tanti alberelli

e vedete che siamo i più belli

per ricevere questo Natale

ed in coro cantiamo così

Bacio qui, bacio là

Ciao qui e ciao là!

E’ la danza degli alberelli

La ballata di felicità!

Salto qui e salto là

Ciao qui e ciao là!

E’ la danza degli alberelli

La ballata di felicità!

Questi rami son come le braccia

Le muoviamo per fare un abbraccio

Le muoviamo per fare un saluto

Ai bambini, alle mamme, ai papà!

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“Come abbiamo visto, le canzoni contengono dei messaggi,

cioè vogliono dirci delle cose, vogliono comunicarci

emozioni, vogliono che noi capiamo meglio tutte le persone,

gli animali, le piante… insomma, tutto ciò che c’è sulla terra!

E noi dobbiamo voler bene agli alberi perché i loro rami sono

come le braccia e le braccia possono abbracciare…”

“Si, perché abbracciare vuol dire voler bene”

“Allora bambini, mi sembra tutto ok!”

Se noi scriviamo le parole della canzone sotto gli alberelli

che abbiamo preparato realizziamo un altro cartellone che

parla di pace e di amore!”

“Si, perché i rami degli alberelli possono abbracciare il

vento…!”

“…e la pioggia e la neve…”

“…e la grandine…”

“Si, ma anche il sole!”

“E fanno fare il nido agli uccellini…”

“E quando fa caldo e noi ci mettiamo sotto ci danno ombra!”

“Molto bene, bambini, come sempre avete detto molte cose

giuste… Quindi noi faremo il nostro ringraziamento agli

alberelli cantando…”

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Abbiamo ricevuto un bellissimo invito!

Il giorno della memoria è un’altra tappa di un importante

percorso che non ha mai fine!”

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Questa giornata è molto importante per noi che lungo il corso

degli anni scolastici abbiamo sempre voluto dare un segnale

forte in questa occasione esprimendo il nostro pensiero di

adulti - MAI PIU’ LA GUERRA - mediandola attraverso il

pensiero dei bambini - PER SEMPRE LA PACE -

Il ricordo della Shoà è un invito al rispetto, all’uguaglianza…

ad un girotondo intorno al mondo sulla bandiera della pace!

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Arriva il Carnevale!

Anche la bella festa di Carnevale che aspettiamo con tanta

gioia ci dà lo spunto per parlare di amicizia.

“Bambini, un nuovo racconto!”

Tutti in cerchio… durante il racconto scorrono le sequenze

come fossero diapositive o scene di un cartone in TV. Le

sequenze sono 5… l’attenzione dei bambini è totale!

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IL VESTITO DELL’AMICIZIA

In una scuola come la nostra, nella città di Bergamo, tutti i

bambini parlano della festa di Carnevale, felici di potersi

mascherare.

“Io mi vesto da moschettiere!”

“Io mi vesto da pirata!”

“Io mi vesto da fatina!”

“Io mi vesto da principessa!”

Tutto solo, in un angolo, un bambino ascoltava e piangeva. I

compagni si avvicinarono e gli chiesero:”Arlecchino, perché

piangi?”

“Piango perché la mia mamma e il mio papà non hanno i

soldini per comprarmi un vestito per mascherarmi!”

I bambini diventarono tristi e andarono subito dalla loro

maestra per raccontarle tutto.

Lei disse:”Ho un’idea! Domani ognuno di voi potrà portare

un avanzo di stoffa del suo vestito…Sono sicura che la

mamma di Arlecchino cucirà insieme tutti i pezzi e gli farà un

abito bellissimo…”

Il giorno seguente tutti portarono un pezzo di stoffa ma ogni

pezzo era di un colore diverso!

La mamma di Arlecchino ringraziò tutti e a casa, con tanta

pazienza, cuci i pezzi di stoffa uno con l’altro. Ci mise tutta

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la notte per cucire il vestito al suo Arlecchino, ma al mattino

era pronto, in una festa di colori, il più bel costume che si

fosse mai visto. Ed era anche il più prezioso, perché era nato

dall’amore di una mamma e dall’affetto sincero di tutti i

compagni di scuola.

(Adattamento da 200 giorni,

Michelutti-Perini, Signorelli, Milano)

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I bambini fanno un lungo applauso… e naturalmente

vogliono ascoltare di nuovo questa storia…

“Ora che l’ho raccontata due volte, dovete dirmi cosa ne

pensate! Chi vuole cominciare”

Ed è una gara per parlare ed esprimere le opinioni!

“Questa storia è bellissima!”

“Meno male che i bambini sono stati bravi!”

“E certo… se hanno visto che un compagno di scuola

piangeva!”

“Anche io se vedo qualcuno che piange gli chiedo cosa ha e

poi vado a dirlo alla maestra!”

“E anche i bambini di questa storia hanno detto tutto alla

maestra!”

“Meno male che la maestra ha detto come potevano fare!”

“Sono stati bravissimi….anche se si sono sbagliati perché le

stoffe erano tutte con i colori diversi!”

“Però la mamma ha fatto un vestito tutto colorato…sembrano

i colori della bandiera di pace!”

“E infatti amicizia vuol dire anche fare la pace!”

Vediamo se le stesse sequenza servono anche per la poesia

dal titolo “Il vestito dell’amicizia”… si, è la stessa storia… e

con un lavoro di gruppo vogliono mostrarla a tutti… e i

genitori si fermano e imparano anche loro la poesia!

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Arlecchino, poverino,

non aveva un vestitino

e ogni bimbo gli ha portato

un pezzetto colorato

e la mamma gli ha cucito

un bellissimo vestito.

E’di tanti bei colori

come tanti sono i cuori

che han donato la letizia

con un gesto di amicizia

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Brrr…è inverno!

Avete notato quanto fa freddo?

Arriviamo a scuola tutti imbacuccati, con il nasino gelato

anche se abbiamo le nostre sciarpe di lana!

E’ bello potersi scaldare, vero?

C’e’ un racconto un pochino triste ma finisce proprio bene…

lo volete ascoltare? Si?

Bene… allora, tutti in cerchio!

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IL DONO DELLA PECORELLA

In uno sperduto paesino di montagna nevicava da molti

giorni e faceva molto freddo.

Una mamma e una bambina erano molto povere e non

avevano possibilità di ripararsi dal freddo: i loro vestiti

erano leggerissimi. Inoltre avevano tanta fame perché non

mangiavano da tanti giorni.

Un giorno passò di lì una buona pecorella che si fermò a

parlare.

“Perché piangete?”

“Perché abbiamo tanto freddo e tanta fame!”

La pecorella disse “Non dovete piangere! Voglio farvi un

regalo: tagliate tutta la mia lana! Potrete fare maglioni e

coperte… queste cose vi riscalderanno e non avrete più

freddo! Prendete anche il mio latte… è molto buono e potrà

ristorarvi!”

La bimba e la mamma asciugarono le loro lacrime e felici

ringraziarono la pecorella per i suoi generosi regali.

(Adattamento da 200 giorni,

Michelutti-Perini,Signorellio, Milano)

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“Allora, bambini, cosa pensate di questa pecorella?”

“E’ molto buona perché ha regalato tutte le cose che ha, cioè

la lana e il latte!”

“Io lo bevo il latte…”

“Io lo bevevo con il biberon quando ero piccola!”

“La pecorella ha fatto bene a regalare il latte, così la mamma

e la bambina non avevano più fame e non piangevano più!”

“I vestiti leggerissimi si mettono quando fa caldo, non

quando fa freddo!”

Ma loro non avevano soldi per comprare i maglioni e le

calze…”

“I maglioni si fanno con la lana e anche le sciarpe: mia

mamma compra la lana e poi lavora e poi…esce il

maglione…”

“Allora la mamma della bambina deve lavorare per fare i

maglioni e le coperte…”

“E come deve fare?”

“Con i ferri e anche con l’uncinetto!”

“Ma è difficile?”

“No….è facile!”

“Allora la mamma può insegnare anche alla bambina… così

finiscono prima!”

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Vogliamo fare un cartellone molto bello… e ci vuole molto

lavoro per realizzarlo… soprattutto per scrivere la storia,

ritagliare, incollare, abbellire, arricchire con tanti

particolari… e noi dobbiamo anche rispettare i turni, decidere

come fare, scambiarci le idee… quanta fatica… ma piano

piano collaboriamo seguendo comandi di lavoro sempre più

articolati e difficili. Il risultato è gratificante e tutti ci fanno i

complimenti!!!

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Come dimenticare “il dono della pecorella?”

E’ stata generosa con chi è povero e non possiede niente…

ma forse anche noi possiamo fare tutto ciò che lei ha fatto…

come? Proviamo a pensarci…

Nelle nostre case abbiamo tanto cibo!

Pensiamo a tutte le cose buone che le nostre mamme

cucinano… Parliamone.

Conversazione lunga ed interessante. Siamo sicuri che tutti i

bambini del mondo possano mangiare?

Ed ancora: tutti i bambini del mondo hanno i vestiti, scarpe,

lettini e coperte? Proviamo a parlarne… abbiamo tante

idee!!!

Ci piace tanto pranzare insieme e anche merenda… spesso

sfogliando i giornali ci viene voglia di ritagliare tutte le cose

buone da mangiare… oggi possiamo incollare, in un bel

cartellone, tutti i cibi che preferiamo e poi… chiacchierando

ci viene in mente che non tutti i bambini del mondo possono

mangiare tanto come noi, ma hanno pochissimo cibo… e

qualcuno soffre veramente perché ha tanta fame e la mamma

e il papà non possono dare loro nulla da mangiare…

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Ci siamo dimenticati di parlare della grande importanza

dell’acqua… per noi bere è una cosa normale… però ci sono

nel mondo bambini, mamme, papà, nonni, nonne che non

hanno acqua nelle loro povere case… Per prenderla devono

fare tanta strada e trasportare pesanti secchi… spesso l’acqua

che trovano non è neppure tanto pulita… Acqua un po’

sporca e mancanza di cibo fanno in modo che i bambini si

ammalino… e purtroppo in molti posti del mondo i bambini

non hanno neppure le medicine per curarsi…

Vedo che siete diventati un po’ tristi… cosa possiamo fare

noi?

Siamo piccoli… ma possiamo fare uno dei nostri lavori tutti

insieme e farlo vedere ai papà e alle mamme. Loro si che

sapranno come aiutare i nostri piccoli amici lontani…

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Cari bambini poveri…..

“Io vorrei darvi tutte queste cose buone da mangiare…”

“Io vorrei darvi una casa, un sole che vi scalda e un caminetto

perché d’inverno fa freddo…”

“Io vorrei uscire con la mia mamma e comprarvi tanti vestiti,

quelli più pesanti per l’inverno…”

“Si, giubbotti, sciarpe, maglioni…”

“E le scarpe per quando piove e fa freddo perché molti di loro

sono scalzi!”

“E io allora li mando le calze, perché hanno i piedi freddi!”

“Voglio mandarvi l’acqua pulita, così potete bere e lavarvi

senza che vi vengano le malattie…”

“E io voglio mandarvi le medicine così quando avete la

febbre vi passa e potete andare di nuovo a giocare!”

“Io voglio mandarvi un po’ di soldi così potete costruire una

scuola e potete andare a giocare e a disegnare e, a fare i lavori

con la carta e la colla e la pittura…”

“E io voglio venire a trovarvi e a vedervi e a giocare con

voi!”

“Io scrivo una letterina a Babbo Natale così quando è Natale

porta i giochi e le caramelle anche a loro!”

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E’ Pasqua!

In tutto il mondo la Pasqua porta con sé messaggi di pace e di

speranza suggerendo l’aiuto ai poveri, la solidarietà, la

fraternità e l’amore per gli altri.

Al di là del discorso religioso, che chi scrive rispetta e

coltiva, sono molti gli atti di eroismo quotidiano e

straordinario che i nostri bambini vedranno e impareranno

lungo il percorso della loro vita.

Alle famiglie, ma anche alla scuola dell’Infanzia, spetta il

compito di comunicare questo discorso… E fortunatamente ci

sono mille occasioni per farlo… e infatti “Sentite un po’

bambini… quando ero più piccola dal mio uovo di Pasqua,

con la carta tutta dorata… che storia!”

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Da un uovo dorato

È uscito un pulcino

Col becco arancione

E tutto giallino.

Ha detto:”Vado,

mi metto in viaggio

e porto a tutti

un gran messaggio!”

E volteggiando

Di qua e di là

Attraversando

paesi e città,

ha scritto sui muri

in cielo e per terra:

“Evviva la pace,

abbasso la guerra!”

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Finalmente è arrivata la Primavera!

Com’è bello giocare in giardino, guardare i fiori e inseguire

farfalle…

Conosco la storia di 3 farfalle che hanno avuto un problema e

di 3 fiori un po’ monelli… Volete ascoltarla?

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Il sole e le farfalle

Fermo sopra una fogliolina, un bruco guardava intorno: chi

cantava, chi saltava, chi volava.

Tutti gli insetti erano in continuo movimento. Lui solo,

poveretto, non aveva voce, non saltava e non volava.

Con grande fatica riusciva a muoversi, ma così piano che

quando passava da una foglia all’altra gli sembrava di aver

fatto il giro del mondo.

Un giorno, come tutti i bruchi, cominciò a filare una bava

sottilissima per costruire la sua casetta. Lavorò con molto

impegno e, in breve tempo, si trovò chiuso in un tiepido

bozzolo di seta, isolato dal resto del mondo….e lì si

addormentò!

Al momento giusto, si svegliò ed uscì dal bozzolo. Ma non era

più un bruco: aveva due ali bellissime e colorate. Si era

trasformato in una farfalla!

(L. da Vinci, Favole e leggende, Giunti Cardini)

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La farfalla appena nata vide che cominciava a piovere…

rientrò subito nella sua casetta e da lì, al riparo, osservò

questa scena con attenzione…

Tre farfalle, una rossa, una gialla e una bianca giocavano al

sole, svolazzando da un fiore all’altro. Ad un tratto arrivò la

pioggia e le bagnò tutte. Le tre farfalle volarono da un

tulipano rosso e gli dissero:”Amico tulipano, socchiudi un

pochino il tuo calice e lasciaci entrare al riparo dalla

pioggia.”

Ma il tulipano rispose:

“Farò entrare solo la farfalla rossa, perché è del mio

colore… le altre no!”

“Se non accogli anche le mie sorelle” disse la farfalla rossa

“non entrerò neanche io… preferisco bagnarmi con loro!”

Pioveva sempre più forte e le farfalle erano un po’ impaurite.

Videro un tulipano giallo e volarono da lui: “Buon tulipano,

accoglici nel tuo cuore e chiudi i tuoi petali…Piove così

forte!”

“La farfalla gialla può entrare, perché è del mio colore…ma

non posso accogliere le altre perché hanno un colore diverso

dal mio” disse il tulipano giallo. E le farfalle tristi andarono

via perché non volevano separarsi. Ormai la pioggia era

aumentata e le farfalle avevano le ali pesanti per quanto

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erano bagnate e non riuscivano più a volare. Con tutte le

loro forze raggiunsero un tulipano bianco :”Tulipano, buon

tulipano, apri i tuoi petali e salvaci da quest’acqua!”

“La farfalla bianca può entrare perché mi somiglia: ma le

altre che non son del mio colore non aprirò!”

“No, no! Se non lasci entrare le mie sorelle nemmeno io

verrò!” disse la farfalla bianca.

Le tre farfalle piangevano mentre volavano via.

Ma il sole da dietro le nuvole aveva sentito e visto tutto:

cominciò a splendere forte, spazzò via la pioggia, riscaldò il

giardino e in un momento asciugò le ali delle farfalle.

Questo perché il sole è grande e buono e non dà a nessuna

importanza ai colori!

(Adattamento da P. Pascolato, rid. da Il nuovo belvedere, ed. Giunti)

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Cosa pensate di questo racconto?

“Quei tulipani sono stati molto cattivi!”

“Poverine, le farfalle!”

“Però è finita bene…è una storia molto dolce!”

“Quella farfalla piccola, appena nata, si deve essere molto

spaventata!”

“Il sole ha ragione: anche se le farfalle sono di colore diverso

i tulipani dovevano farle entrare…..”

“…perché stava piovendo…”

“Si, perché le farfalle sono tutte belle…”

“E poi cosa fa se hanno colori diversi? Anche i bambini e le

persone grandi hanno la pelle di colore diverso… ma se

comincia a piovere non è che noi facciamo entrare a scuola

solo i bambini che fanno il nostro colore!!!”

“E’ vero… se siamo in giardino e si mette a piovere, noi

entriamo tutti a scuola per ripararci…!

“E non lasciamo nessuno a bagnarsi fuori dalla porta!”

…E chi vi ascolta non ha più bisogno di aggiungere niente!!!

“Maè, raccontala ancora!”

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Mi sembra di capire che questa è la storia che avete amato di

più… siete proprio come il sole… e ogni giorno giocate

insieme, come le farfalle di diversi colori ma tutte uguali nel

loro volo, nella loro tristezza e nelle loro gioie!

E’ molto bello starvi a guardare…

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E così siamo arrivati alla fine della nostra

avventura…

Abbiamo fatto un pezzetto di strada

insieme…

Qualcuno dice che i nostri lavori sono tutti

“fashion”!!!

Abbiamo sognato con bellissime storie da

ascoltare e da vivere e abbiamo ammirato

i colori dell’arcobaleno con gli occhi e con

il cuore…

E il nostro augurio mentre vi lasciamo è

proprio questo… vi auguriamo

l’arcobaleno!