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ver. 4/12/2006 1 La normativa italiana che regola la progettazione delle strutture in c.a. Introduzione L’Italia, come qualche altro paese europeo che si affaccia sul Mediterraneo, gestisce le leggi e le norme in maniera un po’ più complessa dei paesi nordici. Lo Stato, tramite i ministeri competenti, promulga norme tecniche che hanno valore di legge. La UNI redige norme che diventano cogenti quando vengono richiamate dalle leggi; possono venire comunque richiamate nei contratti tra le parti che li sottoscrivono. Leggi Legge 1086 del 5 novembre 1971 Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio, normale e precompresso ed a struttura metallica: vengono definiti i ruoli e le responsabilità del progettista, del direttore dei lavori, del costruttore, del collaudatore e del Genio Civile. Decreto Ministeriale del 9 gennaio 1996: Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche pubblicate nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 5 febbraio 1996. Sostituisce il DM del 14 febbraio 1992. Queste norme permettono al progettista di scegliere tra 3 diversi metodi di calcolo: il metodo delle Tensioni Ammissibili descritti nel precedente DM, il metodo degli Stati Limite descritti nel testo e l’Eurocodice 2 nella sua veste provvisoria (allo scopo di adeguare le verifiche contenute negli Eurocodici agli stessi livelli di sicurezza previsti in ambito nazionale, vengono forniti nella Sezione III i valori numerici e le varianti prescrittive che costituiscono quindi il Documento di applicazione nazionale -DAN- per l' uso degli Eurocodici). Per quanto riguarda il calcestruzzo, il prescrittore è chiamato a definire la sola resistenza caratteristica. Per quanto applicabile e non in contrasto con il DM, consiglia di fare utile riferimento alla UNI 9858 Calcestruzzo. Prestazioni, produzione, posa in opera e criteri di conformità. Circolare Ministeriale del 15 ottobre 96 pubblicata nella Gazz. Uff. 26 novembre 1996, n. 277, S.O. n. 207: Istruzioni per l’applicazione delle Norme Tecniche di cui al DM 9 gennaio 1996. Il testo riporta integrazioni riguardanti soprattutto il metodo degli Stati Limite e i parametri per il calcolo di elementi in cui sono utilizzati calcestruzzi leggeri strutturali. Decreto Ministeriale del 14 settembre 2005 Norme tecniche per le costruzioni pubblicate nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 159 del 23 settembre 2005. Durante il periodo di coesistenza con il DM del 9 gennaio 1996, fino al 24 aprile 2007, il Ministero emanerà Commentari, Linee Guida e Istruzioni, per la corretta interpretazione del testo. Introduce molte novità, vediamone alcune: Si prevede l’utilizzo degli stati limite come unico metodo di calcolo riconosciuto (almeno per certe strutture) Si introduce il concetto di vita utile di progetto di una struttura: il periodo di tempo nel quale la struttura, purché soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è destinata. Si introduce il concetto di robustezza nei confronti di azioni accidentali: capacità di evitare danni sproporzionati rispetto all’entità delle cause innescanti. Si introduce il concetto di durabilità:conservazione delle caratteristiche fisiche e meccaniche dei materiali e delle strutture, è una proprietà essenziale affinchè i livelli di sicurezza vengano garantiti durante tutta la vita utile di progetto dell’opera. Si richiede la definizione del modello geologico del sito dove viene eretta la struttura Si richiede la redazione dei manuali di installazione e manutenzione da allegare al progetto. I materiali per uso strutturale, secondo la Direttiva europea 89/106, saranno accompagnati da una certificazione (marcatura CE) che consente di identificarli e dovranno passare le previste prove di accettazione. Il calcestruzzo, che al momento non rientra tra questi materiali, dovrà fornire garanzie di qualità del processo di produzione, tramite opportuna certificazione del controllo di processo da parte del produttore. Questa prescrizione è da intendere valida anche per la prefabbricazione e l’autoproduzione.

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La normativa italiana che regola la progettazione delle strutture in c.a.

Introduzione

L’Italia, come qualche altro paese europeo che si affaccia sul Mediterraneo, gestisce le leggi e le norme in maniera un po’ più complessa dei paesi nordici.

Lo Stato, tramite i ministeri competenti, promulga norme tecniche che hanno valore di legge. La UNI redige norme che diventano cogenti quando vengono richiamate dalle leggi; possono venire comunque richiamate nei contratti tra le parti che li sottoscrivono. Leggi Legge 1086 del 5 novembre 1971 Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio, normale e precompresso ed a struttura metallica: vengono definiti i ruoli e le responsabilità del progettista, del direttore dei lavori, del costruttore, del collaudatore e del Genio Civile. Decreto Ministeriale del 9 gennaio 1996: Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche pubblicate nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 5 febbraio 1996. Sostituisce il DM del 14 febbraio 1992. Queste norme permettono al progettista di scegliere tra 3 diversi metodi di calcolo: il metodo delle Tensioni Ammissibili descritti nel precedente DM, il metodo degli Stati Limite descritti nel testo e l’Eurocodice 2 nella sua veste provvisoria (allo scopo di adeguare le verifiche contenute negli Eurocodici agli stessi livelli di sicurezza previsti in ambito nazionale, vengono forniti nella Sezione III i valori numerici e le varianti prescrittive che costituiscono quindi il Documento di applicazione nazionale -DAN- per l'uso degli Eurocodici). Per quanto riguarda il calcestruzzo, il prescrittore è chiamato a definire la sola resistenza caratteristica. Per quanto applicabile e non in contrasto con il DM, consiglia di fare utile riferimento alla UNI 9858 Calcestruzzo. Prestazioni, produzione, posa in opera e criteri di conformità. Circolare Ministeriale del 15 ottobre 96 pubblicata nella Gazz. Uff. 26 novembre 1996, n. 277, S.O. n. 207: Istruzioni per l’applicazione delle Norme Tecniche di cui al DM 9 gennaio 1996. Il

testo riporta integrazioni riguardanti soprattutto il metodo degli Stati Limite e i parametri per il calcolo di elementi in cui sono utilizzati calcestruzzi leggeri strutturali. Decreto Ministeriale del 14 settembre 2005 Norme tecniche per le costruzioni pubblicate nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 159 del 23 settembre 2005. Durante il periodo di coesistenza con il DM del 9 gennaio 1996, fino al 24 aprile 2007, il Ministero emanerà Commentari, Linee Guida e Istruzioni, per la corretta interpretazione del testo. Introduce molte novità, vediamone alcune:

Si prevede l’utilizzo degli stati limite come unico metodo di calcolo riconosciuto (almeno per certe strutture) Si introduce il concetto di vita utile di progetto di una struttura: il periodo di tempo nel quale la struttura, purché soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è destinata. Si introduce il concetto di robustezza nei confronti di azioni accidentali: capacità di evitare danni sproporzionati rispetto all’entità delle cause innescanti. Si introduce il concetto di durabilità:conservazione delle caratteristiche fisiche e meccaniche dei materiali e delle strutture, è una proprietà essenziale affinchè i livelli di sicurezza vengano garantiti durante tutta la vita utile di progetto dell’opera. Si richiede la definizione del modello geologico del sito dove viene eretta la struttura Si richiede la redazione dei manuali di installazione e manutenzione da allegare al progetto.

I materiali per uso strutturale, secondo la Direttiva europea 89/106, saranno accompagnati da una certificazione (marcatura CE) che consente di identificarli e dovranno passare le previste prove di accettazione. Il calcestruzzo, che al momento non rientra tra questi materiali, dovrà fornire garanzie di qualità del processo di produzione, tramite opportuna certificazione del controllo di processo da parte del produttore. Questa prescrizione è da intendere valida anche per la prefabbricazione e l’autoproduzione.

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Il progettista e il committente, di concerto, possono utilizzare modelli di calcolo diversi da quelli indicati nel DM, purché vengano rispettati i livelli di sicurezza e di prestazioni attese.

L’impressione, in questa prima fase, è che il DM, senza rompere totalmente col passato, (dà la possibilità di utilizzare in alcuni casi i metodi di verifica semplificati basati sul metodo delle tensioni ammissibili) sia in grado traghettare l’Italia verso gli Eurocodici nel 2010, dato che è stata costituita una commissione di monitoraggio per dimensionare i parametri nazionali, in modo che vengano rispettati i livelli di sicurezza e di prestazioni del DM.

Al calcestruzzo, oltre alla resistenza caratteristica, viene richiesto di conferire alla struttura la durabilità di progetto. Per la definizione di queste prestazioni, il progettista può utilizzare la norma UNI 11104 (e quindi la UNI EN 206-1) o le Linee Guida sul calcestruzzo strutturale a cura della Presidenza del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici del 19 novembre 1996.

Nella stesura del manuale di installazione, al progettista viene raccomandata la UNI ENV 12360-1 Esecuzione di strutture di calcestruzzo

Norme UNI e Linee Guida UNI EN 206-1 Calcestruzzo. Specificazione, prestazione, produzione e conformità: è la traduzione letterale della norma europea UNI 11104 Calcestruzzo. Specificazione, prestazione, produzione e conformità. Istruzioni complementari per l’applicazione della EN 206-1 adegua la norma UNI EN 206-1 all’Italia modificandone 4 punti:

Reintroduce le classi di resistenza C28/35 e C32/40, sostituite nella EN 206-1 dalla C30/37. Consente l’utilizzo parziale o totale di aggregati di riciclo provenienti da demolizione di edifici solo per calcestruzzi aventi classe di resistenza ≤ C12/15 e l’utilizzo parziale o totale di aggregati di riciclo provenienti da frantumazione di solo calcestruzzo per calcestruzzi aventi classe di resistenza ≤ C20/25. Per le ceneri volanti, conformi alla UNI EN 450, prevede valori di k per il calcolo del rapporto acqua/(cemento+k cenere) anche per

cementi di tipo diverso al tipo I previsto dalla EN 206-1. Modifica il testo degli esempi informativi del prospetto 1 Classi di esposizione (Tab.1) e nel prospetto 4 Valori limiti per la composizione e le proprietà del calcestruzzo (Tab.2) modifica alcuni valore del prospetto F1 (Tab.3): la differenza più significativa è, nella classe di esposizione XC1, lo spostamento della resistenza minima da C20/25 a C25/30, del tenore minimo di cemento da 260 a 300Kg/m3 e del rapporto acqua cemento massimo da 0,65 a 0,60.

UNI ENV 12360-1 Esecuzione di strutture di calcestruzzo è la norma europea non ancora tradotta. Linee Guida sul calcestruzzo strutturale a cura della Presidenza del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici del 19 novembre 1996. E’ un documento completo ed esaustivo che probabilmente è stato redatto sulle bozze delle norme definitive europee. Le Linee Guida, più che prescrivere, spiegano le prescrizioni riportate nelle norme EN 206-1 e ENV 12360-1.

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(… continua)

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