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Ereticamente http://www.ereticamente.net/2018/05/la-vergine-di-julius-evola-5-parte-gaetano-barbella.html LA “VERGINE” DI JULIUS EVOLA SUO “FEDELE CORPO DI GUARDIA” L’Astro-geometria solare del tema natale A cura di Gaetano Barbella Quinta parte La memoria di un passato, la natività di Roma Arcaica 14. 14.1 La fondazione di Roma con la via astro-geometrica Presi per i ragionamenti dell’alchimia, nell’intento di dare un contenuto logico, relativi ai risultati dell’astro-geometria solare della “Vergine” di Julius Evola, non si è fatto caso al lato cabalistico in relazione agli astri geometrici comparsi con le illustr. 3 e 4 esaminate nella seconda parte del lavoro in corso. Si tratta in entrambe le illustrazioni di tre figure geometriche regolari, un eptagramma, un pentagramma e un triangolo equilatero , ripetute, perciò, ben due volte. Come a voler rimarcare questa cosa per potervici riflettere: naturalmente sulla possibilità di intravedervi i tre numeri che vi corrispondono, ossia 7, 5 e 3 che, con sorpresa ci riconducono alla data del passato di Roma tanto memorabile. Il 21 aprile 753 a.C., tradizionalmente è considerata la data della fondazione di Roma, Natale di Roma. Data simbolica, che però rappresenta un evento molto importante della storia legato, secondo la leggenda, alla città fondata da Romolo, discendente dalla stirpe reale di Alba Longa. Ma si tratta di una data fissata dallo storico latino Marco Terenzio Varrone, sulla base dei calcoli effettuati dall’astrologo Lucio Taruzio, però in discordia con altre date riferite ad altre leggende, basate su altri calcoli. Tuttavia è la data dello storico Varrone ad essere ritenuta a tutt’oggi quella insegnata fin dalle medie nelle scuole, ad esempio… Ma, se la supposta Sibilla Tiburtina, nelle vesti del “fedele corpo di guardia” di Evola, è stata così veritiera nel vaticinare un passato romano che rientrava con certezza nella mente di Julius Evola, sempre preso per l’antica Tradizione Romana, naturalmente non in numeri, come è possibile venire a conoscenza di vaticini sul futuro che dovrebbero legarvisi di conseguenza? In verità resta il fatto che, se per questa prospettiva non “poté” intervenire l’astrologo T. Palamidessi, interpellato da J. Evola (un fatto non emerso da fonti storiche), perché non immaginare che la mia “intromissione” con questo scritto ‒ mettiamo ‒ sia stata predisposta per questo vaticinio riservato al futuro? Geo-mimesi di Caserta 15. Resta ora da dare risposta alle implicazioni del fatto di aver ottenuto la prova che presumibilmente la donna del “fedele corpo di guardia” di Julius Evola era la “vergine” che aveva nel suo “petto” il suo Nume Saturno. Cioè cosa può comportare questa eredità lasciata ai posteri da Julius Evola, immaginando che si incarni il suo spirito, così evoluto e pervaso da una insuperabile forza legata alla Tradizione pagana di Roma, e così dar luogo ad avvenimenti storici che vi si possono legare? E siccome il mondo è pervaso insanabilmente da nazioni bellicose indisposte alla pace e alla concordia, quella forza del Nume, un Saturno cui nessuno può resistere, non potrà che fare la parte del giustiziere senza pari tramite il suo presumibile IO in sede della sua discussa “Vergine”. Ma tutto questo non sembra emergere chiaramente attraverso i risultati da me posti in luce con l’astro- geometria solare della misteriosa “Vergine” di Evola. Occorrerebbe un occhio chiaroveggente per intravedervi ‒ mettiamo ‒ la tremenda ipotesi poc’anzi formulata, magari con l’aiuto di

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LA “VERGINE” DI JULIUS EVOLA SUO “FEDELE CORPO DI GUARDIA”

L’Astro-geometria solare del tema natale

A cura di Gaetano Barbella

Quinta parte

La memoria di un passato, la natività di Roma Arcaica14.

14.1 La fondazione di Roma con la via astro-geometrica

Presi per i ragionamenti dell’alchimia, nell’intento di dare un contenuto logico, relativi ai risultatidell’astro-geometria solare della “Vergine” di Julius Evola, non si è fatto caso al lato cabalistico inrelazione agli astri geometrici comparsi con le illustr. 3 e 4 esaminate nella seconda parte del lavoroin corso. Si tratta in entrambe le illustrazioni di tre figure geometriche regolari, un eptagramma,un pentagramma e un triangolo equilatero, ripetute, perciò, ben due volte. Come a volerrimarcare questa cosa per potervici riflettere: naturalmente sulla possibilità di intravedervi i trenumeri che vi corrispondono, ossia 7, 5 e 3 che, con sorpresa ci riconducono alla data del passato diRoma tanto memorabile.

Il 21 aprile 753 a.C., tradizionalmente è considerata la data della fondazione di Roma, Natale diRoma. Data simbolica, che però rappresenta un evento molto importante della storia legato, secondola leggenda, alla città fondata da Romolo, discendente dalla stirpe reale di Alba Longa. Ma si trattadi una data fissata dallo storico latino Marco Terenzio Varrone, sulla base dei calcoli effettuatidall’astrologo Lucio Taruzio, però in discordia con altre date riferite ad altre leggende, basate sualtri calcoli. Tuttavia è la data dello storico Varrone ad essere ritenuta a tutt’oggi quella insegnatafin dalle medie nelle scuole, ad esempio…

Ma, se la supposta Sibilla Tiburtina, nelle vesti del “fedele corpo di guardia” di Evola, è stata cosìveritiera nel vaticinare un passato romano che rientrava con certezza nella mente di Julius Evola,sempre preso per l’antica Tradizione Romana, naturalmente non in numeri, come è possibile venire aconoscenza di vaticini sul futuro che dovrebbero legarvisi di conseguenza? In verità resta il fattoche, se per questa prospettiva non “poté” intervenire l’astrologo T. Palamidessi, interpellato da J.Evola (un fatto non emerso da fonti storiche), perché non immaginare che la mia “intromissione” conquesto scritto ‒ mettiamo ‒ sia stata predisposta per questo vaticinio riservato al futuro?

Geo-mimesi di Caserta15.

Resta ora da dare risposta alle implicazioni del fatto di aver ottenuto la prova che presumibilmentela donna del “fedele corpo di guardia” di Julius Evola era la “vergine” che aveva nel suo “petto” ilsuo Nume Saturno. Cioè cosa può comportare questa eredità lasciata ai posteri da Julius Evola,immaginando che si incarni il suo spirito, così evoluto e pervaso da una insuperabile forza legata allaTradizione pagana di Roma, e così dar luogo ad avvenimenti storici che vi si possono legare? Esiccome il mondo è pervaso insanabilmente da nazioni bellicose indisposte alla pace e alla concordia,quella forza del Nume, un Saturno cui nessuno può resistere, non potrà che fare la parte delgiustiziere senza pari tramite il suo presumibile IO in sede della sua discussa “Vergine”. Ma tuttoquesto non sembra emergere chiaramente attraverso i risultati da me posti in luce con l’astro-geometria solare della misteriosa “Vergine” di Evola. Occorrerebbe un occhio chiaroveggente perintravedervi ‒ mettiamo ‒ la tremenda ipotesi poc’anzi formulata, magari con l’aiuto di

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interpretazioni di profezie come quelle del famoso astrologo, medico e profeta del 1500, MichèlNostradamus, le note Centurie e Presagi, che parlano di questi possibili avvenimenti dal carattereescatologico.

All’inizio della prima parte del lavoro in studio dimostro che Palamidessi, che sappiamo di fedecristiana, non avrebbe potuto sondare i piani akashici, almeno per questo scopo, facendo conto sullesue note capacità di veggenza per interrogare i maestri di luce, le alte guide spirituali. Questapossibilità, secondo me, gli era preclusa a causa di un suo antico incarnato, il noto Origene ‒ e l’hoanche detto nella prima parte di questo lavoro ‒, che non si dimostrò un retto cristiano, preso per ladebolezza della sua fede. Sembra che ricorse all’evirazione per evitare le tentazioni della carne, cosache mal si dispone, secondo me, per le ricerche sul conto dell’Io di Evola. Tuttavia dal mio canto, seho dato prova di riuscire a far luce su questo tema con la soluzione dell’astro-geometria solare possoassicurare di riuscire a far anche la parte di un certo “veggente” di nuova lega, lontano dalle pistebattute del mondo dell’occulto. L’astro-geometria solare mi è servita a “interrogare” il sistemaplanetario intorno al Sole, ma sono in grado di “interrogare” la Terra stessa rivelando i retroscenaastrali delle mappe di centri urbani e persino interi territori di Nazioni. Non solo, e sono anchedisposto per far luce su segreti reconditi legati alle citate profezie di Nostradamus.

Questa è la mia storia a riguardo:

Da una certa data in poi, e precisamente il 1993, sono stato portato ad eseguire, oltre ad altre coseinsolite, numerose configurazioni connesse alla morfologia dei centri urbani e località della Terra ingenere, seguendo le tracce delle case, strade, fiumi, rete ferroviaria ed altro confacente. Fu come semi si fosse dischiuso innanzi a me una certa visione del mondo della Natura, della Grande madre,nella prospettiva della sua dimensione parallela alla nostra di esseri terrestri. In esoterismo questadimensione può essere spiegata come una certa realtà astrale.

Ho cercato di darmene una spiegazione ritenendo di essere una sorta di sensitivo di nuovo genere,non contemplato nella casistica ‒ mettiamo ‒ dei noti veggenti che riguardano il mondo delcosiddetto paranormale. Tant’è che, ottenni di veder pubblicati i primi risultati delle mieconfigurazioni cartografiche terrestri, prima sul periodico “Il Giornale dei Misteri” di giugno, nel1997, e successivamente sul periodico “I Misteri”, edizione Cioè. In seguito ci furono alcuni studiosiche mi contattarono per approfondire la tematica su queste mie configurazioni insolite e nel 1999entrai in relazione con il dott. Mauro Bigagli (non più in vita), il coordinatore della rivista Energie di“Studi, Ricerca e Scienza dello Spirito” di Cosentino. Mi parve un erudito personaggio carismatico einfatti mi rivelò che era dotato di una considerevole chiaroveggenza nota a pochi. A giugno del 1999mi scrisse una lettera in seguito ad una mia in relazione sulle mie configurazioni terrestri, che hochiamato geo-mimesi. Non la riporto per intero ma solo per la parte che riguarda le geo-mimesimappali in questione, ed è questa: «…La sua sensibilità è tale che non può essere compresofacilmente dall’Uomo di oggi. Lei nelle sue cartografie vede una realtà astrale, appartenente ad unadimensione eterica che nessuno può concepire; questa è la verità. Ciò che dice è vero ma appartienealla realtà dell’energia astrale. Ho approfondito molto le sue cartografie e questa è la miaconclusione. La sua sensibilità lo eleva e vede cose che altri non vedono. Lei ha una trance lucida…».

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Illustrazione 1: Geo-mimesi diCaserta

Come esempio a campione mostro la geo-mimesi di Caserta mappale dove sono vissuto da ragazzinocon la famiglia e dopo un trasferimento di pochi anni a Trento, vi ritorno fino al 1969, anno del miomatrimonio per poi andare a Pisa (cosa già detta) e successivamente a Brescia fino ad oggi. Hoscelto questa geo-mimesi perché è qui che si rivela la mia disposizione e carattere infuse dai mieigenitori nativi di Caserta.

Quindi non a caso, in questa configurazione mappale, mi si vede come quel ragazzino a prenderelezioni con la bacchetta magica dal vegliardo assiso su uno scanno (il parco antistante la Reggia diCaserta) come me, tanto da ricordare le prime due quartine della prima Centuria di MichèlNostradamus. Cito la seconda che è questa:

La verga in mano disposta a metà di braccia / Dell’onda egli impregnato dall’aura aipiedi; / Una paura e la voce fremente per le manipolazioni: / Splendore Divino, la Divinavisione s’assiede.

Ma nel caso della geo-mimesi la visione appartiene ad una realtà astrale per nulla gradevole,purtroppo. Qui tutto è crudelmente visto a “rovescio”, come il vassoio dorato su cui poggia i piedi ilragazzino.

Sono stato portato a rappresentare nel vassoio un ellisse in cui è accennata una geometria sotto conaccanto il simbolo dell’occhio di Ra o Horus egizio, il punto della mia casa paterna lasciata nel 1969appena sposato. Come sottopiano è rappresentato un vascello che naviga su acque mercuriali, iviaggi che ho dovuto intraprendere nella mia interiorità. Ma si capisce che si tratta, in parallelo, ditantissime indagini di gran parte della superficie terrestre, fra città e località in genere per poitradurle in disegni, come questo di Caserta.

E chi rappresenta quella giovane donna con occhi socchiusi? Altro mistero che, insieme a Caserta, diuna Reggia di un celebre passato poi andato perduto, il Regno delle Due Sicilie, si lega alla stessanostalgica passione di Julius Evola, cioè per l’Impero Austro-Ungarico degli Asburgo. Quel volto èlegato ad una precedente abitazione della mia famiglia dopo l’ultima guerra, Puccianiello accanto al

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grande parco della Reggia vanvitelliana. E da qui inizia una storia che sembra (dico sempre“sembra”, poiché nulla è mai certo, ma ha bisogno continuamente di nuovi “ingrandimenti” per darluogo ad un sorpasso evolutivo) far emergere dalle tenebre una celebre principessa asburgica chepoi diventa la Regina (l’ultima) del Regno delle due Sicilie, Maria Sofia di Borbone.

E quel vassoio, una sorta di Graal, contenente idealmente tante mie meditazioni di caratterematematico, è anche un certo piatto, ancora legato agli Asburgo allorché ero a Trento (come dipassaggio). Ed è il caso di dire “quando la storia ci sfiora… con un piatto per un imperatore!”. Orami sovviene il fatto che si lega alla frase di poc’anzi, ancora di un piatto, ma vero e non fiabesco eanche piuttosto importante per i suoi risvolti storici.

Illustrazione 2: Maria Sofia diBorbone la regina che non siarrese mai.

Ero tredicenne e con la famiglia ci si era trasferiti tre anni prima, il 1948, a Trento. Io e la miafamiglia ci ambientammo presto, nonostante il cambiamento, e non mi fu tanto difficile avere buoniamici trentini. Ma ecco la storia del piatto.

Accanto alla mia abitazione, c’era lo studio di un valente scultore di opere in legno. Ed io che avevomolta disposizione per questo genere d’arte ero spesso in questo laboratorio, il cui titolare mi presea benvolere cercando di insegnarmi la sua arte. Di lui non ricordo più il nome, ma ho impresso nellamemoria ancora oggi un lavoro che stava facendo con molta cura, un piatto tutto intarsiato. Miattraeva il procedimento che seguiva quell’artista nel ricavare dal grezzo quel piatto, ma era anchecosì per le altre opere che lui eseguiva.

Però questa scultura era speciale perché fu commissionata per essere destinata come regalosimbolico, nientemeno che per il matrimonio dell’Imperatore Austriaco e Re d’Ungheria, ovviamentenon regnante, ma in carica a tutti gli effetti.

Si era nel 1951 e l’imperatore appena menzionato è Franz Josef Otto Robert Maria Anton Karl MaxHeinrich Sixtus Xaver Felix Renatus Ludwig Gaetan Pius Ignatius von Habsburg-Lothringen, notosemplicemente come Otto d’Asburgo… e con un bel respiro per riprendere fiato.

Il piatto, a scultura finita, aveva delle belle incisioni allegoriche sul fondo, completate sul bordo con i

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nomi delle tre città del Trentino e Alto Adige, scritti in tedesco: Ala, Trient und Bozen. La pregevolescultura venne poi colmata con la terra di questi tre luoghi e, come già accennato, venne offerta aOtto D’Asburgo che convolava a nozze con Nancy la Principessa Regina di Sassonia-Meiningen.

Chi erano i committenti di questo significativo regalo, non so dirlo con precisione, la questionerelativa allora non sfiorò il ragazzino in me. Ma non è difficile intuirlo sapendo che a quell’epoca vierano nel Trentino e Alto Adige non poche persone affezionate ad un passato rimasto impresso inloro, allorché gli avi di Otto D’Asburgo facevano la storia in Europa.

Ritornando alla storia che ho legato alla fanciulla trasognata della mia geo-mimesi casertana, cioè lagiovane Regina delle Due Sicilie, Maria Sofia di Borbone, certo non si può negare l’attaccamentospeciale che ella mostrò da eroina per salvare il suo regno.

« Femme hèroique qui, reine soldat, avait fait elle meme son coup de feu sur lesremparts de Gaete. »

Così Marcel Proust ne ‘La prisonnière’, canta della regina soldato, la diciannovenne Maria Sofia diBorbone, che sugli spalti di Gaeta non esitò a sostituire un artigliere ferito a morte, continuando ilfuoco contro gli assedianti piemontesi. Il mito dell’eroina di Gaeta non è stato mai offuscato dalpassare del tempo, anche se i testi di storia hanno ignorato o addirittura vituperato la figura, lapersonalità e il comportamento eroico dell’ultima regina delle Due Sicilie.

Gabriele D’Annunzio definì Maria Sofia “l’aquiletta bavara che rampogna”, intendendo con questeparole disprezzare la regina che si oppose con tutto il suo coraggio all’usurpazione sabauda delRegno delle Due Sicilie.

Maria Sofia, infatti, tentò di riconquistare sino all’ultimo della sua vita quella patria meridionale chelei, tedesca di nascita, aveva fatto sua e profondamente amata.(24) Tuttavia è proprio nel clima dellasventurata sorte del Regno delle due Sicilie che Maria Sofia si è dimostrata agli occhi dell’Europaintera “la regina che non si arrese mai”.

Durante la prima guerra mondiale trascorse gli ultimi mesi di guerra nei campi di prigionia italiani,facendo assistenza ai “suoi” sudditi, che ignoravano chi fosse quella vecchia signora. Trascorse,solitaria, i suoi ultimi anni a Monaco, dove si spense nella notte del 18 gennaio del 1925.

Dal 18 maggio 1984 Francesco II, Maria Sofia e la loro figlia Maria Cristina riposano nella Chiesa diSanta Chiara in Napoli.

Mi si chiederà perché tanta passione per questa Regina, “Donna Sofì” come la chiamava FrancescoII di Borbone, Franceschiello, il Re delle due Sicilie? Stranamente è come se vedessi rivivere in leiquella donna del “fedele corpo di guardia” di Julius Evola. Ma devono avermelo detto nell’interioritàperché è da qui che mi si è illuminata la mente per risalire ad un percorso via geo-mimesi epassando per la mappa di Venezia, dove è nata la suddetta donna evoliana, si ritorna a Caserta nelBosco di San Silvestro del Parco della Reggia. Ma prima di iniziare a parlarne è bene che perfezionila mia identità dopo aver accennato sulla mia capacità di concepire geo-mimesi come quella diCaserta dell’illustr. 5.

La lettera di un chiaroveggente.16.

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Illustrazione 3: La lettera di Al Castigliano, pseudonimo diel dott. Mauro Bigagli non più invita.

Fu il dott. Mauro Bigagli (non più in vita), coordinatore della rivista Energie di “Studi, Ricerca eScienza dello Spirito” di Cosentino, a spiegarmi la mia predisposizione a concepire le geo-mimesi, insua lettera nel 1999, grazie ad una sua peculiare chiaroveggenza. In seno alla suddetta rivistamensile, che prese successivamente il nome di “Manuel ‒ The Man’s Evolution” e pubblicata aVicenza, Bigagli era il direttore responsabile con lo pseudonimo di Al Castigliano. Seguirono lalettera suddetta altre e in una di queste, datata 15.1.2000 (illustr. 1), Bigagli entra nei dettagli sullamia persona occulta. Ed è in questo scritto che viene spiegato, tra l’altro, la mia predisposizione ainterpretare le profezie di Michèl Nostradamus. Dell’amico Mauro Bigagli in seguito persi le suetracce non riuscendo a sapere dove si era trasferito, andando via da Cosentino con la famiglia:accade così in occultismo quando un maestro scompare assorbito nell’ombra. Avendo mezzi econoscenze, che io allora e successivamente non avevo, avrei potuto sapere di lui per venirne acapo…

La mappa di Venezia a confronto con la geo-mimesi del Bosco di17.San Silvestro della Reggia di Caserta

Riporto quel che avevo detto a fine capitolo precedente, sul conto della regina Maria sofia, delRegno delle due Sicilie ma con una precisazione:

« Mi si chiederà perché tanta passione per questa Regina, “Donna Sofì” come la chiamavaFrancesco II di Borbone, Franceschiello, il Re delle due Sicilie? Stranamente è come se vedessirivivere in lei quella donna del “fedele corpo di guardia” di Julius Evola. Ma deve avermelo dettonell’interiorità ‒ ora ne sono certo ‒ l’amico Al Castigliano della lettera sopra mostrata, che inquesto modo mi fa da Guida Spirituale. Perché è da qui che mi si è illuminata la mente perrisalire ad un percorso, via geo-mimesi, e passando per la mappa di Venezia, dove è nata lasuddetta donna evoliana, si ritorna a Caserta nel Bosco di San Silvestro del Parco della Reggia…».

Illustrazione 4: Mappa di Venezia con lerelative coordinate convenzionali.

Ripropongo, con l’illustr. 2, la visione della mappa di Venezia mostrata nel primo capitolo. Ma nonc’è bisogno di disegnare una geo-mimesi che vi possa aderire, perché già vi intravedo ciò che può

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portarmi, poi a illuminarmi sul conto della bella fanciulla dormiente della geo-mimesi di Caserta delprecedente capitolo: cioè la storica Regina Maria Sofia di Borbone, della casa d’Asburgo. Nellamappa dell’illustr. 2 intravedo una calorosa stretta di mano rafforzata in basso dalla relativa manodestra, appena accennata, che culmina con l’isolotto di San Giorgio (segnato col puntolino rosso cuicorrispondono le coordinate convenzionali di Venezia, che ho usato per l’astro-geometria della donnadel “fedele corpo di guardia” di Evola). È, senza dubbio, un chiaro segno di pace, naturalmente didue mercuri alchemici che in precedenza si sono fronteggiati aspramente, una focosa salamandra asinistra e una fredda remora a destra. Dunque, relativamente alla “Vergine” di Evola, tutto sembrachetato e risolto nel suo “petto”: dove risiede l’aspro Saturno sempre pronto con la sua falce?Sembra di sì, immaginando che abbia ottenuto di essere a suo agio. Ma ne riparleremo poi, oravediamo dove porta questa stretta di mano, non senza una premessa che serve a capire la meccanicaseguita per le interpretazioni dei tanti segni, come questo della mano, che si susseguono uno dopol’altro su un certo fil rouge. Si tratta della relazione fra i fatti della storia con quelli astrali a varilivelli, che riguardano appunto le cose che sto descrivendo, interpretati attraverso i segni delle geo-mimesi. Come già accennato nel mio lavoro < La lettera di Julius Evola all’astrologo TommasoPalamidessi.” Un mistero racchiuso in una donna, “suo fedele corpo di guardia” >, è sacrosanto ciòche fa capire Ekatlos col suo scritto sulla Grande Orma del libro “Introduzione alla Magia” delGruppo di UR. Cioè infiniti «casi» per giunta “insignificanti”, che solo in astrale trovano, secondoappropriati algoritmi, la ragionevole coerenza. Ma è la nota legge, anch’essa citata nello scrittoanzidetto, raccolta in una massima del dadaista Hans Jean Arp:

« La legge del caso, che racchiude in sé tutte le leggi e resta a noi incomprensibile comela causa prima onde origina la vita, può essere conosciuta soltanto in un completoabbandono all’inconscio. Io affermo che chi segue questa legge creerà la vita vera epropria ».

Illustrazione 5: Reggia di Caserta. Vista delle vasche e cascata dal lato della Reggia. Foto:https://www.goodtrekking.it/i-giardini-della-reggia-di-caserta-passeggiando-nel-verde-dei-r

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e/

Illustrazione 6: Geo-mimesi del Bosco di San Silvestro.

Una volta disposti a seguire questi suggerimenti, allora è possibile accettare le cose che andrò a

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dire, e che hanno origine, appunto da quella stretta di mano, segno di pace degli elementi.

Ecco che ci si illumina la mente nel capire, secondo la mia “vista”, dove si trova il nesso con la“stretta di mano” di Venezia, cioè nella geo-mimesi che ho tratto dalla mappa del Bosco di SanSilvestro, situata su un’altura in prossimità della cascata che alimenta una lunga teoria di vasche delparco vanvitelliano della Reggia omonima di Caserta (illustr. 5). Nell’immagine si distingue unessere dall’aspetto lussurioso avvinto a più donne. In primo piano è abbracciato con una bella donnae le loro mani sono strette saldamente. Ma si ha l’impressione che il volto di lui denunci un’ombrataanimalesca depravazione, come di un porco. Il segno dell’area delle farfalle e dei daini, a ridosso delvolto della donna, che riguarda l’area della voliera, ricorda il muso di un porco, appunto. Ma questamia impressione non giunge a caso, perché ho modo di mostrare che la carta geografica delleprovincie di Caserta e Benevento, con la relativa geo-mimesi mostra appunto un essere non umano,ovviamente del mondo astrale. Sarà questo l’argomento del prossimo capitolo, ma già si è fattastrada l’ipotesi concreto dell’accostamento della “Vergine” di Evola con la Regina Maria Sofiad’Asburgo e Borbone.

24 Fonte: http://eleaml.org/