la gioia nasce dalla pasqua - webdiocesi · 2014. 5. 27. · due papisanti 11 «e i discepoli...

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LA GIOIA NASCE DALLA PASQUA appuntamenti 12 formazione i dr 2 meeting dei catechisti 3 milleflash 4 volontariato vincenziano 5 i giovani e la pasqua 6 l annuncio della speranza 7 san pietro claver 8 santanna 9 corali e confraternite 10 due papi santi 11 «E i discepoli gioirono al vedere il Signore» (Gv 20,20). Glielo aveva promesso: «Vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà» (16,22). La gioia, però, è un’esperienza. Le promesse si scoprono davvero tali quando sono adem- piute. Ma la fede dei discepoli aveva ancora bi- sogno di forza e Gesù parlava ancora in forma velata. Ora, però, che sono sotto il suo sguar- do, c’è spazio solo per la gioia. Da Gesù nasce la gioia. Lo ha scritto Papa Francesco: «la no- stra gioia cristiana scaturisce dalla fonte del suo cuore traboccante». Poi domanda e provo- ca: «Perché non entrare anche noi in questo fiume di gioia?» (Evangelii Gaudium n. 5). Consideriamo alcuni spazi per questo mo- strarsi Gesù Risorto. In Giovanni, un luogo dalle porte sbarrate per la paura, poi le rive del mare per il quotidiano lavoro di pescatori. In Matteo, una regione di confine come la Ga- lilea; in Marco e Luca, una strada di campa- gna, la via verso Emmaus. Luoghi trafficati, posti isolati. Anche i tempi sono i più vari: dal- la sera, all’alba… come nell’opera della prima creazione. «Fu sera e fu mattina». Questo, però, è il giorno della creazione nuova! «Il nostro Dio è il Dio delle sorprese: viene e fa le cose nuove sempre … è il Deus semper ma- ior, il Dio che ci sorprende sempre», dice Pa- pa Francesco. Fare Pasqua significa credere che queste sorprese di Dio sono possibili dav- vero; lo sono ancora oggi per noi. Negli spazi della nostra vita: quelli del quotidiano lavoro e gli altri delle nostre ansietà e preoccupazioni; gli spazi dell’intimità e quelli pubblici della vi- ta sociale; gli spazi della gioia e dell’amore e pure gli altri dello sconforto e dell’angoscia. In ogni ora del nostro tempo: dal mattino sin quasi al tramonto, come nella parabola della chiamata a lavorare nella vigna. Non ci sono tempi e spazi interdetti per il Dio delle sorprese. Il problema è forse nostro, se diamo tutto per scontato, se non ci sorpren- diamo più di nulla; se continuiamo a dire che due rette parallele all’infinito non s’incontra- no mai. E invece s’incontrano! Crediamoci. A Pasqua c’è l’incontro tra l’inesauribile desi- derio dell’uomo e l’infinito amore di Dio. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. X Marcello Semeraro, vescovo MENSILE DINFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO ANNO 7 N. 61 - APRILE 2014

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Page 1: LA GIOIA NASCE DALLA PASQUA - WebDiocesi · 2014. 5. 27. · due papisanti 11 «E i discepoli gioirono al vedere il Signore» (Gv 20,20). Glielo aveva promesso: «Vi vedrò di nuovo

LA GIOIA NASCE DALLA PASQUA

appuntamenti 12

formazione idr 2

meeting dei catechisti 3

milleflash 4

volontariato vincenziano 5

i giovani e la pasqua 6

l’annuncio della speranza 7

san pietro claver 8

sant’anna 9

corali e confraternite 10

due papi santi 11

«E i discepoli gioirono al vedere il Signore» (Gv20,20). Glielo aveva promesso: «Vi vedrò dinuovo e il vostro cuore si rallegrerà» (16,22).La gioia, però, è un’esperienza. Le promessesi scoprono davvero tali quando sono adem-piute. Ma la fede dei discepoli aveva ancora bi-sogno di forza e Gesù parlava ancora in formavelata. Ora, però, che sono sotto il suo sguar-do, c’è spazio solo per la gioia. Da Gesù nascela gioia. Lo ha scritto Papa Francesco: «la no-stra gioia cristiana scaturisce dalla fonte delsuo cuore traboccante». Poi domanda e provo-ca: «Perché non entrare anche noi in questofiume di gioia?» (Evangelii Gaudium n. 5).Consideriamo alcuni spazi per questo mo-strarsi Gesù Risorto. In Giovanni, un luogodalle porte sbarrate per la paura, poi le rivedel mare per il quotidiano lavoro di pescatori.In Matteo, una regione di confine come la Ga-lilea; in Marco e Luca, una strada di campa-gna, la via verso Emmaus. Luoghi trafficati,posti isolati. Anche i tempi sono i più vari: dal-la sera, all’alba… come nell’opera della primacreazione. «Fu sera e fu mattina». Questo,però, è il giorno della creazione nuova!

«Il nostro Dio è il Dio delle sorprese: viene e fale cose nuove sempre … è il Deus semper ma-ior, il Dio che ci sorprende sempre», dice Pa-pa Francesco. Fare Pasqua significa credereche queste sorprese di Dio sono possibili dav-vero; lo sono ancora oggi per noi. Negli spazidella nostra vita: quelli del quotidiano lavoro egli altri delle nostre ansietà e preoccupazioni;gli spazi dell’intimità e quelli pubblici della vi-ta sociale; gli spazi della gioia e dell’amore epure gli altri dello sconforto e dell’angoscia. Inogni ora del nostro tempo: dal mattino sinquasi al tramonto, come nella parabola dellachiamata a lavorare nella vigna.Non ci sono tempi e spazi interdetti per il Diodelle sorprese. Il problema è forse nostro, sediamo tutto per scontato, se non ci sorpren-diamo più di nulla; se continuiamo a dire chedue rette parallele all’infinito non s’incontra-no mai. E invece s’incontrano! Crediamoci. APasqua c’è l’incontro tra l’inesauribile desi-derio dell’uomo e l’infinito amore di Dio. E idiscepoli gioirono al vedere il Signore.

X Marcello Semeraro, vescovo

MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO • ANNO 7 N. 61 - APRILE 2014

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Domenica13 apri-le si è

svolto il se-condo incontrodel percorso difede con glisposi in situa-zione di sepa-razione e di di-vorzio propo-sto dall’Ufficioper la Pasto-

rale familiare, con il vescovo Marcello Semeraro che ha pro-posto una riflessione su “Quando non è possibile una vita sa-cramentale è sempre possibile la vita di fede”. Un titolo co-struito riprendendo alcune espressioni di Papa Benedetto al-l’incontro internazionale delle famiglie, che facevano rifer-mento a un modo di vivere la fede nella Chiesa anche per chinon può ricevere il Corpo di Cristo. Il suo intervento è partitodalla domanda “È possibile una vita di fede senza una vita sa-cramentale?” Il vescovo ha tenuto i presenti un po’ sulla cor-da e, dopo aver citato la lettera agli Ebrei che elogia gli anti-chi padri che hanno vissuto, prima della venuta di Cristo, perfede, nella fede, ha affermato che per noi, che siamo nellaChiesa, non è possibile avere una vita di fede che non sia sa-cramentale. Subito però ha chiarito che il sacramento indi-spensabile a cui far riferimento è quello del Battesimo, per-ché è in se stesso una professione di fede. È questo il canalesotterraneo che alimenta la vita di fede, che non può esserevissuto se non come vita filiale. Proprio il battesimo ci immer-ge nella grazia della figliolanza di Dio, una grazia che nessu-na persona, né evento ci può togliere.

M.Gabriella Bracchetti

Il corso di aggiornamento del 5 e6 aprile scorsi ha concluso ilpercorso formativo annuale dei

270 insegnanti di Religione Cat-tolica della diocesi di Albano, pro-mosso mediante l’attivazione di 25laboratori sparsi sul territorio del-la diocesi, nell’ambito dei quali idocenti hanno lavorato sulla re-lazione virtuale cercando di rag-giungere l’obiettivo di un costrutti-vo e sapiente uso dei media peraiutare i ragazzi a non demonizzare, né esaltare il digitale,quanto piuttosto a saperlo integrare come una delle forme dicomunicazione da utilizzare positivamente. Perché questo vuoldire imparare ad abitare da uomini e donne e poi anche da cre-denti la storia che ci è dato da vivere. Si è rivelata molto gradi-

ta e apprezzata la scelta dei duerelatori: il professor GiuseppeSavagnone che ci ha accompag-nati in un itinerario di consapev-olezza delle relazioni a partire daquella orale, passando per quellascritta, fino a giungere a quellavirtuale/digitale, e don DomenicoPompili, direttore dell’Ufficionazionale delle comunicazioni so-ciali. Entrambi sono riusciti consemplicità, immediatezza, ma an-

che alto spessore di contenuti, ad attrarre l’attenzione di tutti ipartecipanti che non si stancavano di ascoltarli e non finivanodi fare domande. Molto positivi anche i lavori di gruppo nelpomeriggio di domenica e le risonanze in assemblea.

Gloria Conti

dalla diocesi2

In occasionedella XXIXGiornata Mon-

diale della Gio-ventù, il 13 aprile– domenica dellePalme – i giovanidella diocesi diAlbano si sonoincontrati per

celebrare la Gmg diocesana. L’incontro era fissato perle 17 nella parrocchia della Beata Vergine Immacolatain Torvaianica. Già nelle ore precedenti all’appunta-mento, nella fase di preparazione, si respirava un climadi impegno ed entusiasmo da parte dei ragazzi del-l’equipe della Pastorale giovanile, delle Suore Apostoli-ne e di don Antonio Scigliuzzo, direttore del Serviziodiocesano di pastorale giovanile. Hanno partecipato al-l’evento giovani provenienti da Genzano, Ariccia, Albanoe Torvaianica. Pur non essendo in molti, hanno vissutocon gioia il momento di comunione che era stato propo-sto. Sullo sfondo del Messaggio di Papa Francesco, cheinvita a riflettere sulle parole di Matteo: «Beati i poveriin spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3),hanno ascoltato la testimonianza della band “The Sun”,la cui conversione ha determinato un cambio radicaledella vita e del modo di fare musica. Quindi, si sonomessi in ascolto del Papa e della Parola, di loro stessie dei loro desideri, chiedendosi il senso della felicità edella beatitudine del Vangelo, lasciandosi provocaredalle parole forti ed esigenti di Gesù, che, mentre invi-tano ad una scelta convinta e radicale, aprono le portedi una gioia che solo Lui può dare.

Alessandro Mancini

LE RELAZIONI VISSUTE IN CONTINUITÀ TRA REALE E DIGITALEIl prof. Giuseppe Savagnone e mons. Domenico Pompili nella due giorni promossa dall’Ufficio scuola

GIOVANI PER LA PACELa giornata mondiale della gioventù celebrata a Torvaianica

INCONTRO CON I SEPARATIÈ possibile una vita di fede senza una vita sacramentale?

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dalla diocesi 3

Si è svolto il 28 marzo a Torva-ianica il meeting dei catechistidel Vicariato territoriale di Ar-

dea e Pomezia, evento nel quale èstata ricordata – tra l’altro – l’emo-zione condivisa l’anno prima nel-l’attesa della fumata bianca perl’elezione di Papa Francesco. E a unanno di distanza il filo conduttoredell’incontro sono state proprio leparole del pontefice, tratte dal-l’Evangelii Gaudium, che Don Jour-dan Pinheiro ha condiviso con i pre-senti, esortandoli a vivere il Vange-lo affinché possa risplendere gloriosa la Croce di Cristonella vita di ciascuno, anche quando si è turbati e tristi, ericordando che è necessario lasciarsi incontrare da Gesù,anche andandogli incontro poiché la centralità è Cristo. Essere catechista è una “vocazione”, poiché questi è chia-mato a essere un educatore alla fede – che con la sua te-stimonianza quotidiana accompagna i bambini e gli adultiall’incontro con Gesù – e non dovrebbe agire come se svol-gesse un lavoro oppure un qualsiasi servizio per la comu-nità, ma deve essere un evangelizzatore gioioso.Questo affinché la Chiesa possa essere sempre più acco-

gliente e disponibile all’incontrocon l’altro con audacia e creatività,attraverso la testimonianza dei suoioperatori, che devono essere apertial cambiamento, abbandonando ilcomodo criterio pastorale del “si èfatto sempre così” e avvalendosidella formazione parrocchiale, vi-cariale e diocesana. Il meeting haportato una ventata di entusiasmonei presenti, anche perché non so-no mancate parole di incoraggia-mento per coloro che vivono la vo-cazione del catechista anche nelle

diverse difficoltà personali, familiari e lavorative, poichésembra sempre che le ore di una giornata non bastino mai.L’incontro è proseguito con la cena conviviale condivisa dasacerdoti, catechisti, familiari e bambini.Non è mancato il ballo che ha visto tutti scendere in pi-sta sulle note della salsa e merengue, del valzer e deiballi di gruppo. Il messaggio del meeting è stato quindiquello di “testimoniare con gioia” per portare a tutti labellezza del vangelo, valorizzando tutto quello che è sta-to già fatto e condiviso.

Rosaria Campisi

LA VOCAZIONE DI EDUCARE NELLA GIOIAA Torvaianica il primo meeting dei catechisti del vicariato di Ardea e Pomezia

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a cura di GIOVANNI SALSANO

25 aprile: il vescovo ordinerà presbitero Nicola Riva «Non c’è amore più grande di que-sto: dare la sua vita per i propriamici» (Gv 15,13). È la frase sceltadal diacono Nicola Riva, 37 anni, ap-partenente all’Opera di Nazaret(un’associazione universale privatadi fedeli di diritto pontificio) e chepresta servizio nella Cattedrale diAlbano, per accompagnare la suaordinazione presbiterale, venerdì 25aprile, nella Messa delle 18,30 nel-la Cattedrale di Albano. A celebrarel’ordinazione sarà il vescovo Mar-

cello Semeraro. «Quella del sacerdote – dice Nicola Riva –è una presenza vicina ad altre presenze, presenza che in-stancabilmente fa memoria di Cristo e perdona. Da Gesùnoi riceviamo quest’amore gratuito e perdonante».

La sosta della Madonna di Fatima a Castel GandolfoDal 3 al 7 aprile la Madonna di Fatima – la statua raffigu-rante la Vergine – ha sostato nella parrocchia di San Tom-maso da Villanova, a Castel Gandolfo, la chiesa a due pas-si dal Palazzo apostolico, dando vita a una serie di mo-menti di preghiera, oltre alle Messe, come la recita delRosario e la via Crucis. «Per la nostra comunità parroc-chiale – afferma il parroco, don Pietro Diletti – è stataun’occasione di rinnovarci nella preghiera nell’intimo in-contro con la Madre di noi tutti, e di riscoprire l’importan-za della preghiera comunitaria a cui la sua presenza cichiama». Tra le iniziative svolte, anche una conferenzasulla Madonna di Fatima, il 6 aprile.

Il 5x1000 all’onlus della DiocesiAnche quest’anno in occasione della denuncia dei redditida parte dei contribuenti, la Diocesi di Albano ricorda cheè possibile devolvere il 5x1000 dell’Irpef all’A.P.S. – Asso-ciazione per la Promozione della Solidarietà – Onlus, co-stituita nel 2003 per volontà del vescovo, e che ha avutol’incarico di gestire la casa di accoglienza di Torvaianica“Cardinal Pizzardo” nonché il “Centro Famiglia e Vita” diAprilia, opere segno della Caritas diocesana. Per sotto-scrivere l’opzione, nell’apposito spazio, occorre indicareobbligatoriamente, insieme con la firma, il codice fiscale:90053920584.

Incontro di preghiera al Pascal di PomeziaSi è svolto nel pomeriggio di venerdì 4 aprile, nella par-rocchia di San Bonifacio martire, a Pomezia, un incontrodi preghiera di organizzato dai docenti di religione  del li-ceo “Blaise Pascal” di Pomezia per i ragazzi della scuo-la, le loro famiglie e il personale scolastico, che hannoproblemi di salute anche gravi. L’incontro –  che ha vistola partecipazione degli studenti, dei loro genitori e inse-gnanti nonché del parroco don Fabrizio Pianozza – è sta-to guidato dagli stessi docenti e da alcuni studenti ed èstato animato dai ragazzi delle parrocchie di San Bene-detto Abate di Pomezia e San Gaetano da Thiene di Nuo-va Florida.

Solidarietà per gli ospedali di Anzio e NettunoUn’incubatrice, due culletermiche e tanto altro ma-teriale di consumo sonostati donati al reparto Pe-diatria degli Ospedali Riuni-ti Anzio Nettuno, nell’ambi-to della manifestazione disport e solidarietà Stefa-

no7baseballmeeting, un evento annuale in ricordo di Stefa-no Pineschi, appassionato giocatore di baseball, decedutoprematuramente, a soli 40 anni. Volontà degli organizzatoridel meeting, inoltre, è di devolvere altri 5mila euro per larealizzazione di una ludoteca all’interno del reparto stesso.L’edizione 2014 dello Stefano7baseballmeeting si svolgeràl’11 luglio presso lo stadio comunale di Baseball di Nettuno.

La comunità di Sant’Egidio presenta il libro sugli anzianiVenerdì 11 aprile, presso lacasa di cura Villa delle Quer-ce di Nemi, la Comunità diSant’Egidio ha presentato illibro “La forza degli anni. Le-zioni di vecchiaia per giovanie famiglie”, a cura di GinoBattaglia, con l’introduzionedi Andrea Riccardi, che rac-chiude 40 anni di esperienzae di amicizia con gli anzianidella Comunità. Attraverso

contributi qualificati (tra cui gli interventi del fondatoredella Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi) il libro pas-sa in rassegna aspetti diversi della condizione degli anzia-ni nel mondo contemporaneo e sull’attività di Sant’Egidio aloro sostegno, da cui nasce una consapevole e profonda ri-flessione, maturata in tanti anni di condivisione di vita.

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Il Volontariato Vincenzianodella Diocesi di Albano racco-glie la suggestione che Papa

Francesco ha lanciato da qual-che tempo e propone ai tanti vo-lontari, giovani e adulti, ma piùin generale a tutti gli interessa-ti, un corso di formazione dal ti-tolo: “Famiglia, futuro e speran-za della società e della Chiesa”.Cinque le giornate di formazionepreviste all’interno delle quali sialterneranno quattro figure dispicco, da tempo impegnate conle famiglie e tra le famiglie. Siinizierà con gli incontri del 22, 24 e 29 aprile animati da Da-niela Notarfonso e Rita Antonelli del Consultorio diocesano“Centro Famiglia e Vita” di Aprilia. Un primo focus riguarderàla famiglia, oggi al tempo della società liquida, e verrà poicondivisa l’esperienza di ascolto e di accompagnamento del-le famiglie per chiudere in concreto con l’identificazione diproposte atte a migliorare la qualità della vita familiare ad in-tra e ad extra. Il prossimo 2 maggio padre Claudio Santange-lo, assistente nazionale dei volontari vincenziani, accompa-gnerà invece i presenti in una meditazione sul matrimonio co-me vocazione umana e spirituale e il 6 maggio l’avvocato Mi-

chele Panajotti, del Centro na-zionale di Azione Cattolica, con-cluderà l’iter conoscitivo con unintervento atto ad evidenziarequanto la famiglia sia e faccia ladifferenza nella realtà di tutti igiorni. Sono ormai diversi anniche il Volontariato Vincenzianodella Diocesi di Albano si impe-gna annualmente nella messa inatto di azioni formative volte amigliorare la qualità del serviziosia dei volontari che di coloroche risultano impegnati in areasociale o per ragioni di lavoro o

per scelta di servizio. Gli incontri avranno sede ad Albano La-ziale, in via Marconi 12/13, nei giorni indicati, con inizio alleore 15.30 e sino alle 18.30. La partecipazione è gratuita ed altermine del percorso verrà rilasciato un attestato di frequen-za. «Rispondendo all’appello del Papa, che ha messo la fami-glia al centro del suo Magistero – spiegano gli organizzatoridel corso – abbiamo pensato di riunire più competenze perl’azione formativa di quest’anno che così diventa occasionepreziosa di apprendimento e conoscenza, ma soprattutto unabella testimonianza di comunione».

Fabrizio Fontana

FAMIGLIE: TRA FRAGILITÀ E PUNTI DI FORZACinque giornate di formazione per affrontare le sfide di oggi

dalla diocesi 5

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non parlare della pasqua fa morire la vocazione6

L’annuncio di gioia,salvezza e speranzadella Pasqua è un

messaggio universale, di-retto a tutti. Tuttavia, rivol-to ai giovani, assume sen-so e significato particolari,perché la ricerca di gioia,salvezza e speranza, per igiovani, è una ricerca disenso e significato.

Pasqua: vocazione, virtù e gratuità di Alessandro SaputoLa Pasqua è senz’altro l’elemento centrale della vita dellaChiesa: lo è nella dimensione dell’annuncio, nella dimensio-ne celebrativa e nella scelta d’amore per il fratello. Tuttavia,quando si tratta di tradurre tutto questo ai giovani, le cosesembrano articolarsi: l’impressione è che nulla sia adegua-to. Spesso tutto si riduce a indicazioni di tipo morale, quasicon un giudizio di merito circa i nostri atteggiamenti. Daldialogo con i ragazzi della parrocchia colgo tre aspetti cheforse non sono messi in risalto dalla predicazione. In primoluogo la Pasqua rimanda alla dimensione della speranza.Per un giovane, la speranza ha una forte componente voca-zionale. Nella speranza pasquale un giovane coglie il desi-derio di mettere tutta la sua umanità in gioco, ponendo le

proprie scelte a servizio di quella verità che supera le atteseumane. Dalla Pasqua nasce ogni scelta dell’uomo, ogni vo-cazione. Ma nella Pasqua l’uomo non è superato, anzi, a luiviene dato pieno compimento e Gesù diventa, proprio nel suofolle gesto d’amore per l’umanità, il metro di misura dellapropria santità, l’arco teso sul quale può scoccare la frecciadel giovane, di ogni giovane. Un ragazzo habisogno di grandi ideali e di grandi valori percui spendere la propria esistenza mentre noiproponiamo valori finiti, intraecclesiali, ap-pesantiti da un formalismo vuoto e senzaaperture. Mi tornano in mente le parole diPapa Francesco a un gruppo di cresimandi:«Con Lui possiamo fare cose grandi; ci faràsentire la gioia di essere suoi discepoli, suoitestimoni. Scommettete sui grandi ideali,sulle cose grandi. Noi cristiani non siamoscelti dal Signore per cosine piccole… Gioca-te la vita per grandi ideali, giovani!». Occorretornare a parlare di virtù. Infine la Pasqua ègratuità. In essa ci si scopre salvati non perun atto che nasce dentro se stessi, ma per ungesto gratuito e immeritato. In un contesto incui tutto sembra avere un prezzo è esaltanteaccogliere un Dio gratuito, far parte di unaChiesa che, come Lui, non chiede, ma dona.

LA MANCATA NARRAZIONE DELLA SPERANZA

CREDERE O NO NELLA NELLA VITA ETERNA? LE TESTIMONIANZE DI ALCUNI GIOVANI

Non è difficile trovare giovani di-sposti a regalare un po’ di tempoper discutere di uno dei temi più

controversi e dibattuti nelle classi di re-ligione, negli oratori: la Chiesa. Diego,un ragazzo di 20 anni, si sofferma moltosul suo essere credente, ma non prati-cante. Per lui, come per molti altri ra-gazzi, la religione e la chiesa non sononecessariamente due cose direttamentecollegate fra di loro.

«Cos’è la Pasqua per te, Diego?».«Considero la Pasqua come un’opportunità per passare del tempo con la mia fami-glia, cosa che la vita frenetica di ogni giorno non mi permette. Inoltre, purtroppo,la vedo come un’occasione in più per la società di mostrare il suo lato consumisti-co. Sono abbastanza scettico riguardo alla mia generazione e penso che non hamolto senso parlare di Pasqua ai giovani di oggi, perché purtroppo la società in cuiviviamo si sostiene su valori materialistici, consumistici e profondamente sterili. Inun contesto del genere non c’è spazio per parlare di resurrezione e vita eterna; cisi attacca al telefono di ultima generazione e al modello di macchina sportivo per-ché sono questi i bisogni che sentiamo, senza renderci davvero conto che, in real-tà, sono quelli che la società ci impone». Nonostante la sua disillusione, sembracredere davvero al fatto che Gesù sia risorto. Crederci gli dà un senso di speranza,la speranza che dopo la morte ci aspetti qualcosa di migliore.

Acaccia di motivazioni e risposte, ci si rende conto che a farla da padrone trai giovani di oggi è la confusione. C’è chi crede senza sapere bene in cosa stacredendo, c’è chi vorrebbe credere, ma non trova la ragione giusta per farlo.

L’incontro con Nuria, una ragazza di 23 anni mi ha aperto la mente e mi ha lascia-to con più interrogativi di quanti io ne avessi posti a lei.

«Credi nella resurrezione?».«Sinceramente no. Non credo nella resurrezione, tanto meno nella vita eterna, ma so-no convinta dell’esistenza di Dio, un Dio che i popoli chiamano nella propria lingua oinquadrano all’interno della propria cultura, ma che rappresenta in ogni caso il biso-gno dell’uomo di essere amato. Il bisogno dell’uomo di fare del bene perché è donan-do un po’ di me stessa alle persone che incontro sulla mia strada, che sento la pienarealizzazione della mia vita». E cos’è la Pasqua se non il donarsi al prossimo?

Giulia, 22 anni, è una ragazzaimpegnata nella realtà orato-riale della sua parrocchia e,

alla domanda di cosa sia la Pasquaper lei, risponde prontamente: «Lavittoria di Gesù, e quindi dell’umani-tà, sulla morte. A differenza della festività natalizia,la Pasqua è riuscita a mantenere ilsuo carattere sacro, questo perchésecondo me, il morire per salvarequalcuno, per salvare ogni singolouomo è un gesto forte, un gesto chelascia il segno e che, di conseguenza, viene maggiormente sentito».

«Ha senso parlare di Pasqua ai giovani di oggi?».«Secondo me, i giovani oggi più che mai hanno bisogno di sentirsi amati. Ognu-no con le proprie paure, con le proprie storie difficili, con i propri limiti sentonoil bisogno di essere accettati, per questa ragione si rifugiano nel jeans alla mo-da o nella magliettina firmata, così riescono a soddisfare questa voglia di accet-tazione. Parlare di Pasqua ai giovani di oggi ha senso solo se riusciamo a comu-nicargli il messaggio in un determinato modo; modo che sembra esser stato tro-vato da Papa Francesco: semplice, comprensibile, basato sulla quotidianità checiascuno di noi vive».

La Pasqua per i giovani è un dilemma. Alla ricerca di risposte tra i ragazzi del-la diocesi, e non solo, ci si rende facilmente conto che alla fine ciò che si tro-va sono solo altre domande che si aggiungono agli interrogativi di partenza.

Che cos’è la Pasqua per i giovani? Ha senso oggi parlare di Pasqua? Che senso dan-no alla Resurrezione e alla vita eterna? Vedere, sentire e vivere la Pasqua è diven-tata una sfida per i ragazzi della generazione dei social network, ma un punto fer-mo nella loro vita sembra esserci: l’incontro. C’è chi Lo incontra consapevolmente,e chi Lo incontra ma non Lo riconosce.

a cura di Irene Villani

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la salvezza nella vita dei giovani 7

La ricerca di un Amore che colmi il vuoto di Marco CiminiL’approccio dei giovani al mistero della resurrezione e al-la vita eterna è variegato, ma due fattori comuni possonoessere chiaramente distinti: lo spirito critico e la ricercadella ragionevolezza. Il primo rientra nella logica della ri-bellione alle convenzioni sociali o religiose e al condizio-

namento generazionale, mentre la ricercadella ragionevolezza risponde alla necessi-tà di argomentazioni profonde, edificate suun ragionamento che come un trampolinopotrebbe condurre alla fede. Molti ragazzitemono che si tratti di semplici speculazio-ni per darsi delle risposte di senso o permantenere calmo l’animo davanti all’impo-nente tema della morte, altri ritengono chesi tratti di meccanismi religiosi della storia,pensati e utilizzati per creare “adepti” e da-re maggiore concretezza e originalità a ungruppo religioso. Tuttavia, tutti aspettanoun segno. Tutti necessitano di andare oltrela visione di un corpo “con la data di sca-denza ”, non tanto per il timore della pro-pria morte o per le problematiche del sensodella vita, ma per il dolore della perdita del-l’altro: il vuoto che lascia nel cuore. Qui è lagrande differenza tra il giovane che ha rifiu-

tato Cristo e ilsuo amore, quelloche si lascia ama-re accogliendo ilsuo abbraccio el’altro che non loconosce affatto.Mentre il primo èdemotivato, va al-la ricerca di emo-zioni facili, velo-cemente soddisfacenti e allo stesso tempo profondamentelaceranti, tanto da provocarsi ferite sempre più grandi edolorose, l’altro riempie le ferite del suo animo con il bal-samo dell’Amore di Cristo. Per il giovane cristiano, vitaeterna e resurrezione rappresentano il prolungamentodella gioia sperimentata in ogni evento comune della vita.La continua tensione tra il voler crescere e il timore di di-ventare adulto è alleviata dal “già e non ancora” che ha ab-bracciato accogliendo la proposta del Vangelo. La ricercacontinua del terzo giovane è colma di insidie: sensaziona-li e appaganti filosofie potrebbero illuderlo, ma potrebbeanche avvertire la preziosità della vita eterna, lasciarsiprovocare dall’Amore che supera ogni schema e rompendole linee di una limitata razionalità, scegliere di condivide-re la strada con il Cristo Risorto.

LA MANCATA NARRAZIONE DELLA SPERANZA

CREDERE O NO NELLA NELLA VITA ETERNA? LE TESTIMONIANZE DI ALCUNI GIOVANI

Non è difficile trovare giovani di-sposti a regalare un po’ di tempoper discutere di uno dei temi più

controversi e dibattuti nelle classi di re-ligione, negli oratori: la Chiesa. Diego,un ragazzo di 20 anni, si sofferma moltosul suo essere credente, ma non prati-cante. Per lui, come per molti altri ra-gazzi, la religione e la chiesa non sononecessariamente due cose direttamentecollegate fra di loro.

«Cos’è la Pasqua per te, Diego?».«Considero la Pasqua come un’opportunità per passare del tempo con la mia fami-glia, cosa che la vita frenetica di ogni giorno non mi permette. Inoltre, purtroppo,la vedo come un’occasione in più per la società di mostrare il suo lato consumisti-co. Sono abbastanza scettico riguardo alla mia generazione e penso che non hamolto senso parlare di Pasqua ai giovani di oggi, perché purtroppo la società in cuiviviamo si sostiene su valori materialistici, consumistici e profondamente sterili. Inun contesto del genere non c’è spazio per parlare di resurrezione e vita eterna; cisi attacca al telefono di ultima generazione e al modello di macchina sportivo per-ché sono questi i bisogni che sentiamo, senza renderci davvero conto che, in real-tà, sono quelli che la società ci impone». Nonostante la sua disillusione, sembracredere davvero al fatto che Gesù sia risorto. Crederci gli dà un senso di speranza,la speranza che dopo la morte ci aspetti qualcosa di migliore.

Acaccia di motivazioni e risposte, ci si rende conto che a farla da padrone trai giovani di oggi è la confusione. C’è chi crede senza sapere bene in cosa stacredendo, c’è chi vorrebbe credere, ma non trova la ragione giusta per farlo.

L’incontro con Nuria, una ragazza di 23 anni mi ha aperto la mente e mi ha lascia-to con più interrogativi di quanti io ne avessi posti a lei.

«Credi nella resurrezione?».«Sinceramente no. Non credo nella resurrezione, tanto meno nella vita eterna, ma so-no convinta dell’esistenza di Dio, un Dio che i popoli chiamano nella propria lingua oinquadrano all’interno della propria cultura, ma che rappresenta in ogni caso il biso-gno dell’uomo di essere amato. Il bisogno dell’uomo di fare del bene perché è donan-do un po’ di me stessa alle persone che incontro sulla mia strada, che sento la pienarealizzazione della mia vita». E cos’è la Pasqua se non il donarsi al prossimo?

Giulia, 22 anni, è una ragazzaimpegnata nella realtà orato-riale della sua parrocchia e,

alla domanda di cosa sia la Pasquaper lei, risponde prontamente: «Lavittoria di Gesù, e quindi dell’umani-tà, sulla morte. A differenza della festività natalizia,la Pasqua è riuscita a mantenere ilsuo carattere sacro, questo perchésecondo me, il morire per salvarequalcuno, per salvare ogni singolouomo è un gesto forte, un gesto chelascia il segno e che, di conseguenza, viene maggiormente sentito».

«Ha senso parlare di Pasqua ai giovani di oggi?».«Secondo me, i giovani oggi più che mai hanno bisogno di sentirsi amati. Ognu-no con le proprie paure, con le proprie storie difficili, con i propri limiti sentonoil bisogno di essere accettati, per questa ragione si rifugiano nel jeans alla mo-da o nella magliettina firmata, così riescono a soddisfare questa voglia di accet-tazione. Parlare di Pasqua ai giovani di oggi ha senso solo se riusciamo a comu-nicargli il messaggio in un determinato modo; modo che sembra esser stato tro-vato da Papa Francesco: semplice, comprensibile, basato sulla quotidianità checiascuno di noi vive».

La Pasqua per i giovani è un dilemma. Alla ricerca di risposte tra i ragazzi del-la diocesi, e non solo, ci si rende facilmente conto che alla fine ciò che si tro-va sono solo altre domande che si aggiungono agli interrogativi di partenza.

Che cos’è la Pasqua per i giovani? Ha senso oggi parlare di Pasqua? Che senso dan-no alla Resurrezione e alla vita eterna? Vedere, sentire e vivere la Pasqua è diven-tata una sfida per i ragazzi della generazione dei social network, ma un punto fer-mo nella loro vita sembra esserci: l’incontro. C’è chi Lo incontra consapevolmente,e chi Lo incontra ma non Lo riconosce.

a cura di Irene Villani

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SAN PIETRO CLAVERUna giovane parrocchia che vive un fruttuoso scambio generazionale

La Visita pa-storale pres-so la parroc-

chia San PietroClaver di Nettunoè iniziata il 29marzo ed è prose-guita sino al gior-no 30, terminandocon la Santa Mes-sa domenicale

delle 10,30. L’entusiasmo e l’emozione dei ragazzi del catechi-smo e dei loro catechisti hanno spalancato “la porta d’ingressoprincipale” al nostro vescovo Marcello Semeraro: a far da cor-nice lo splendido clima primaverile che ha accompagnato i duegiorni d’incontro nella verdeggiante zona ove è sita la parroc-chia. Il vescovo è stato così accolto nella sala parrocchiale: il si-gnificativo lavoro di reportage dei ragazzi, fatto da pensieri e fo-to sul “saper sperimentare il silenzio” per parlare con Dio e ap-peso nella parete che costeggia il corridoio della sala, ha con-fermato le parole di Monsignor Semeraro rivolte a tutti loro.Egli ha desiderato infatti venire a conoscenza della formazionedel gruppo dei ministranti, una presenza molto sentita che as-siste la liturgia domenicale e ha chiesto delle modalità di svol-gimento dei loro giorni d’incontro.

In oratorio l’incontro generazionaleCosì anche perquanto riguardal’oratorio, il vesco-vo si è soffermatoi n s i s t e n t e m e n t erendendo chiaral’idea a tutti i pre-senti del suo signi-ficato: «Un incontroe uno scambio digenerazioni – lo ha

definito monsignor Semeraro – ove l’adulto con la suasentita partecipazione affianca i bambini e i ragazzi, af-finché questi ultimi, crescendo, possano trovare mo-delli sani a cui ispirarsi e affinché un’attività di giocopossa essere costruttiva, di squadra ed i valori umanied il rispetto possano essere ritmati dall’armonia edall’ordine». Quindi gli animatori hanno presentato alvescovo il “Talent Show”: un’altra attività, nuova, attua-ta all’interno della parrocchia con l’obiettivo di far sìche bambini e ragazzi possano maturare un senso diautostima, mettendo a disposizione le loro potenzialitàe capacità. Più curiosi, i ragazzi del percorso di prepa-razione alla Confermazione hanno rivolto diverse do-mande al vescovo, principalmente su come vive il mes-saggio di Papa Francesco e quale è il suo messaggio aigiovani. A loro, Monsignor Semeraro ha risposto conparole di fede e di speranza, invitandoli a continuare asviluppare una crescita spirituale in Cristo.

Una malattia che colpisce i più piccoliDopo questi incontri il vescovo, accompagnato dal parrocodon Michael Romero, ha proseguito il suo percorso, visi-tando personalmente una bambina malata di leucemia di-rettamente alla sua residenza e portando la benedizione alei e ai suoi cari.

Il consiglio pastorale e il questionarioÈ passato poi al-l’incontro con ilConsiglio pastora-le parrocchiale e ilConsiglio degli Af-fari Economici,fulcri su cui fa leval’azione quotidianaparrocchiale. Gliinterventi di cia-scun membro deiConsigli hanno illustrato le modalità del criterio scelto per com-pilare il questionario pastorale, basato anzitutto su punti fermi diriferimento alla sua lettera “Andiamo a visitare i fratelli”, le atti-vità di preghiera all’interno della parrocchia, quali il Santo Rosa-rio pomeridiano, il Santo Rosario mensile, la preghiera con la

“Madonna Pellegrina” (pertutti coloro che desiderosi dipreghiera nel territorio checirconda la parrocchia, vo-gliono sperimentare il sensodella preghiera comunitaria)e il corso biblico quindicina-le. Quindi, hanno tracciatouna breve presentazione delterritorio, le caratteristichedella recente popolazione,che non gode ancora punti diaggregazione fermi, e di al-

cune problematiche meteorologiche che influiscono sullo svolgi-mento delle attività parrocchiali, l’attività degli incontri sponsalie degli incontri pre-battesimali. «La tradizione e la radicalitàparrocchiale – ha detto il vescovo al termine dell’incontro – senon ci sono vanno impresse nel tempo con la forza e la costanzadi ciascun fedele». Un argomento poi ripreso nella liturgia do-menicale – accompagnato all’altare dal parroco don Michael, edai convisitatori monsignor Carlino Panzeri, monsignor Gualtie-ro Isacchi, don Jourdan Phineiro e padre Zane – incentrata sultema della “luce” e sulrinnovo del battesimo.Al termine della cele-brazione, monsignorSemeraro ha donato al-la parrocchia, in ricordodi questo giorno, unacasula bianca.

Roberta Gigli

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Intensa, viva,partecipata.Sono questi gli

elementi cheracchiudono ilsignificato più in-timo della Visitapastorale nellaparrocchia diSant’Anna a Net-tuno di monsi-

gnor Marcello Semeraro, che ha proseguito il suo camminonelle realtà parrocchiali del litorale laziale, incontrando i fe-deli della comunità il 4 e il 6 aprile. A fare gli onori di casa, ilparroco don Claudio De Angelis che, nella mattina di venerdì4 aprile, ha accompagnato il vescovo nell’adempimento di tut-ti gli appuntamenti, così come stabiliti da calendario.

La via crucis e i giovaniPrimo fra tutti la via Crucis organizzata dalle suore Stimma-tine di via della Liberazione, come omaggio alla presenza dimonsignor Semeraro: la rappresentazione ha coinvolto glialunni delle classi elementari, impegnati nell’esecuzione dicanti e preghiere sotto la guida delle loro maestre. Le auledell’Istituto si sono trasformate nelle stazioni della Via Crucise, all’interno di queste, le riflessioni di San Francesco d’Assi-si hanno accompagnato un percorso spirituale che ha presovita dalla meditazione delle giovani generazioni.La mattinata è poi proseguita con la visita agli ammalati, aiquali il vescovo ha donato il sacramento dell’Eucarestia.

Nella domenica la gioia della resurrezioneNel pomeriggio divenerdì, l’incontrocon comunicandi,cresimandi e ge-nitori ha registra-to una numerosapartecipazione difedeli, riuniti inun silenzio atten-to e composto adascoltare le paro-

le del vescovo di Albano, il suo invito a riconoscere nella do-menica il giorno del Signore e il richiamo a condividerlo con ipropri affetti e con l’intera comunità parrocchiale. Il vescovoha ricordato ai catechisti di essere uomini e donne di “memo-ria”, testimoni di una parola che non deve rimanere fine a sestessa, ma che, anzi, necessita di rivelarsi ogni giorno neicomportamenti e nel rapporto con “l’altro”, come esempioper i giovani che si apprestano a ricevere i sacramenti e perle loro famiglie. «Voi catechisti – ha affermato monsignor Se-meraro – nel vostro compito, rappresentate la famiglia cri-stiana e la vostra presenza è indispensabile durante la S.Messa alla quale partecipano i fanciulli». In un momento diprofonda crisi per la fede, quale è quello che viviamo, la Visi-

ta pastorale ha dimostrato che la Chiesa è viva, presente,pronta a dare risposte. Vivo è stato il confronto dei giovani diSant’Anna con il vescovo, fatto di domande complesse, purnella loro genuinità, e di risposte semplici e vicine al linguag-gio della Comunità cristiana. «Non avrei mai creduto di diven-tare vescovo – ha risposto Semeraro alla domanda di un fan-ciullo – anzi, avrei voluto fare il regista di film western. Poil’incontro con un sacerdote cambiò la mia vita». Il Consiglio pastorale, svolto nella serata di venerdì, ha vistola presenza ditutte le realtàdella parrocchiadi Sant’Anna,ciascuna dellequali ha illustra-to al vescovo ilproprio operatoe il lavoro svoltoquotidianamen-te al serviziodella comunità.

L’obiettivo della visita pastoraleI due giorni di Visita hanno avuto l’obiettivo di incontrare il tes-suto sociale della parrocchia e coloro che si dedicano alla suacrescita; ma, probabilmente, il vero messaggio della Visita pa-storale è da ricercare nella volontà di avvicinare alla Chiesa leanime più lontane, quelle che più spesso si pongono domandedavanti alle quali fuggono, nell’apparente impossibilità di tro-vare una risposta. «Voglio incontrare non solo chi pratica abi-tualmente la vita parrocchiale, ma chi si sente lontano da que-sta», ha affermato il vescovo durante l’incontro di venerdì po-meriggio. La Visita pastorale si è conclusa con la celebrazionedella Santa Messa, presieduta dal vescovo nella mattina di do-menica 6 aprile, in una chiesa gremita. Monsignor Semeraroha ricordato all’assemblea il valore della Pasqua cristiana el’importanza di uncammino di comu-nione con il Signore.L’entusiasmo perce-pito nei giorni di Visi-ta pastorale ha rive-lato l’amore e l’at-tenzione che il par-roco don Claudio ri-versa nella sua co-munità; un amoreunico che fa da col-lante tra famiglie,anziani, coppie e gio-vani e li rende partedi una realtà viva cheriesce a essere unprezioso testimonedi speranza.

Giulia Isaia

SANT’ANNALa gioia dell’incontro con il pastore e la vivacità della comunità parrocchiale

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Il canto è segno della gioia delcuore: è questa una certezzaespressa fin dai Padri della

Chiesa. E proprio nella consapevo-lezza del ruolo importante rivestitoda chi anima con i canti la liturgiaper rendere grazie al Signore il piùdegnamente possibile, donandoall’assemblea domenicale un cli-ma di festa, il vescovo Marcello Se-meraro ha incontrato, presso laparrocchia di San Giacomo, giovedì3 aprile, i rappresentanti dei coriparrocchiali di Nettuno.

L’importanza della scelta del cantoMonsignor Semeraro ha sottolineato l’importanza di sce-gliere canti che rispondano allo spirito dell’azione liturgica eche prevedano la partecipazione attiva dei fedeli, come ri-chiesto dall’Ordinamento Generale del Messale Romano.Del resto la musica e il canto sono stati tenuti in grande con-siderazione anche nei documenti del Concilio Vaticano II e ilvescovo ha evidenziato le peculiarità della musica sacra, re-ligiosa e liturgica, auspicando un repertorio comune a cuiattingere. Giovanni Paolo II ha dedicato all’argomento paro-le e riflessioni da rileggere e meditare: «I vari momenti li-turgici esigono – ha scritto in occasione della memoria di

Santa Cecilia, il 22 novembre del2003 – una propria espressionemusicale, atta di volta in volta a faremergere la natura propria di undeterminato rito, ora proclamandole meraviglie di Dio, ora manife-stando sentimenti di lode, di sup-plica o anche di mestizia perl’esperienza dell’umano dolore».

La lettera agli artistiE nella Lettera agli Artisti ha scrit-to: «Quante composizioni sacre so-

no state elaborate nel corso dei secoli. Innumerevoli cre-denti hanno alimentato la loro fede alle melodie sbocciatedal cuore di altri credenti e divenute parte della Liturgia oalmeno aiuto validissimo al suo decoroso svolgimento».Esprimendo così la sua fiducia verso coloro che pongono«ogni impegno nell’accrescere il repertorio di composizioniche siano degne dell’altezza dei misteri celebrati e, al tem-po stesso, adatte alla sensibilità odierna». Un’attenzioneimportante quella ai tempi moderni poiché «Le composizio-ni attuali – sottolineava – utilizzano spesso moduli musicalidiversificati che non mancano d’una loro dignità e che, nel-la misura in cui sono di aiuto alla preghiera della Chiesa,possono rivelarsi un arricchimento prezioso».

Giovanna Consolo

IL VESCOVO INCONTRA LE CORALI DI NETTUNOIl canto è espressione di lode, supplica, mestizia nella liturgia e nella vita

Nel tardo pomeriggio del 3 aprile il vescovo di Alba-no, Monsignor Marcello Semeraro ha incontrato,presso i locali della scuola San Giovanni, i rappre-

sentanti delle Confraternite di Nettuno, nell’ambito dellaVisita pastorale che sta svolgendo nel Vicariato territoria-le di Nettuno. All’incontro – iniziato con una preghiera e uncanto – hanno partecipato tutte le confraternite (NostraSignora delle Grazie, Sacro Cuore, Sant’Antonio Abate,San Giacomo e Sant’Anna): il vescovo ha iniziato con unpiacevole “excursus” storico della nascita delle Confrater-

nite, dedite all’ini-zio al servizio ca-ritatevole dellasepoltura dei de-funti e, quindi, na-te con lo specificocompito della ca-rità. In seguito,Monsignor Seme-raro ha racco-mandato e sottoli-neato l’importan-za della formazio-

ne da parte deiparroci nei con-fronti delle Con-fraternite che, aloro volta, hannoun ruolo da man-tenere all’internodelle comunitàparrocchiali, at-traverso tre ele-menti: carità,culto e parteci-pazione alla San-ta Messa dome-nicale. «Non abbandonate il culto verso la Vergine Maria overso i Santi delle vostre parrocchie – ha detto MonsignorSemeraro – ma non dimenticate il vostro ruolo legato allacarità. Tutto questo si raggiunge solo con la partecipazio-ne attiva alla Santa Messa domenicale». Al termine del-l’incontro il vescovo ha inviato i presenti ad intonare uncanto tradizionale e le confraternite hanno eseguito “Ma-dre tutta Santa”.

Paola Calandra

LE CONFRATERNITE DI NETTUNO Lo storico e prezioso servizio nella storia della chiesa e del territorio

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due nuovi santi 11

GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO IIIl 27 aprile saranno canonizzati due pontefici significativi per la nostra diocesi e per il mondo intero

Giovanni XXIII e GiovanniPaolo II nel corso delloro ministero petrino

molte volte hanno sottolinea-to il loro legame con la nostraDiocesi e spesso sono statigraditi ospiti, e non solo nellaresidenza estiva di CastelGandolfo. I legami che uni-scono le Diocesi di Roma e di

Albano, sono tanti e affondano le radici nella storia della cristia-nità. L’imperatore Costantino volle che nella città di Albano fos-se eretta una basilica dedicata a san Giovanni Battista, sorelladella Basilica Lateranense. E quando dal secolo XI il santo roma-no Pancrazio fu associato nella titolarità della basilica al Battista,il legame crebbe ancora di più. Molti vescovi di Albano nel corsodella storia hanno offerto alla Sede Apostolica e alla Chiesa inte-ra una collaborazione preziosa che si rinnova ancora oggi.

Giovanni XXIII e l’apertura universaleGiovanni XXIII il 10 settembre 1961 concesse un’udienza spe-ciale alla Diocesi di Albano nell’aula delle Udienze di CastelGandolfo. Nel suo discorso il papa della Pacem in terris am-pliò gli orizzonti diocesani dando la possibilità di respirarel’ansia del mondo intero. In uno dei periodi più caldi dellaguerra fredda, mentre a Berlino veniva costruito il muro, ilpontefice rivolse parole coraggiose contro le conseguenzeinumane della guerra, e si appellò fiducioso alla saggezza de-gli uomini di governo. Anche nelle successive visite aveval’abitudine di parlare agli albanensi riuscendo a coinvolgerlinel tessuto universale della Chiesa, attraverso un percorsodal particolare all’universale. Il 15 agosto 1962 durante lasanta Messa nella Chiesa parrocchiale di Castel Gandolfo ilpapa disse: «la vostra Parrocchia, la più vicina alla residenzaestiva, per alcune settimane, è pertanto la Parrocchia del Pa-pa. Com’è dolce prendervi in confidenza paterna, diletti figli diCastello, e rivolgerci a voi come rappresentanti di tutte le par-rocchie del mondo», e continuò a parlare, quasi in eco ai la-vori preconciliari, delle dinamiche della Parrocchia e del rifio-rimento della vita parrocchiale. Nell’udienza alla Diocesi diAlbano del 26 agosto 1962, quasi proseguendo il discorso,parlò dell’importanza e del ruolo delle Diocesi nella vita del-la Chiesa. Tra le raccomandazioni pose vigore nel sottolinea-re l’importanza della Do-menica: «un punto che cista particolarmente acuore, e vorremmo cheoccupasse attorno al ve-scovo, l’ansiosa sollecitu-dine del clero e del laica-to: un maggiore impegnoda parte di ognuno per ri-dare al giorno del Signoreil suo volto sacro». Non sipuò certamente dimenti-care l’improvvisa visita,

nell’imminenza del Concilio, del 31 agosto 1962 alla città diMarino, un incontro pieno di entusiasmo e di commozionemolto simile e quelli ai quali ci ha abituato papa Francesco.

Giovanni Paolo II, i giovani e il lavoro operaioGiovanni Paolo II, in-vece, ha avuto mododi visitare la nostraDiocesi molte voltenel corso del suolungo pontificato.Tra le più significati-ve prendiamo le pri-me due: quella del1979 e del 1982. Lagrande capacità co-municativa del papa polacco riusciva a far sentire chiunque loascoltasse al centro del suo pensiero come se parlasse singo-larmente. Il papa si rivolgeva a tutto il popolo e nello stessotempo ai giovani, ad ogni singolo giovane, agli operai come adogni singolo operario. La sera del 19 settembre 1982 in un cli-ma di festa tra le canzoni cantate dai giovani davanti al Papa unadiceva che essi non erano ricchi; però hanno la parola del Si-gnore. Questo ha offerto lo spunto a Giovanni Paolo II per un di-scorso improvvisa-to: «Cosa vuol direessere giovani? Vuoldire essere un pro-getto, una prospet-tiva, una speranza.Questa è la vostragiovinezza. È unaricchezza alla qualesi deve attingere, eche si deve compie-re perché non è an-cora pronta. Dipende da voi che giunga a compimento e diventila ricchezza vostra e degli altri. Questo, carissimi ragazzi è il se-greto della vita umana: noi diventiamo ricchi offrendo la ric-chezza della nostra umanità agli altri». Il 13 settembre 1979 ilpapa si recò a Pomezia per incontrare i lavoratori del grandepolo industriale. A conclusione dell’incontro, intrattenendosicon gli operai familiarmente aggiunse queste parole: «adessovorrei dirvi qualche cosa senza carta. Come ho detto all’inizio, èla prima volta che mi trovo qui a parlare ai lavoratori, agli ope-rai della città operaia di Pomezia. Per la prima volta in Italia. Matante volte in Polonia, tante volte... soprattutto, voi sapete: sonostato anch’io per più di quattro anni operaio, e devo dire che ap-prezzo molto quel periodo della mia vita. Ho detto tante volteche quei quattro anni di lavoro per me valgono più di due dotto-rati». Tanti sono gli insegnamenti che i prossimi santi possonooffrire a noi oggi, tra questi certamente la capacità di allargarei nostri orizzonti, di acquisire una dimensione cattolica, cioè uni-versale; nello stesso tempo la voglia di riconoscere nella con-cretezza degli incontri con l’altro l’evento che ci salva.

Gianfranco Pica

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appunti12

APPUNTAMENTI01 MAGGIOSan Giuseppe Lavoratore

04 MAGGIO• 90a Giornata dell’Università Cattolica • Giornata di sensibilizzazione del Sostegno Eco-nomico alla Chiesa• Giornata diocesana dei ministrantiIl tema della giornata è l’escursioneche sarà trat-tata in 4 tappe. L’appuntamento è alle ore 9.30presso il seminario vescovile con tutti i mini-stranti. Alle ore 15.00 ci sarà l’incontro con i ge-nitori organizzato dall’Ufficio per la pastoraledella famiglia.

05 MAGGIORiunione dei vicari territorialiCuria vescovile, ore 10.00

09 MAGGIORiunione dei direttori di curiaCuria vescovile, ore 10.00

10 MAGGIOOrdinazioni DiaconaliOre 18.00 cattedrale san pancrazio

11 MAGGIO• 51a Giornata di preghiera per le Vocazioni• Processione nella solennità della Madonnadelle Grazie, ore 20.30 Nettuno

12 MAGGIOSan Pancrazio, patrono della Diocesi di AlbanoSanta messa presieduta dal vescovo, ore 18.00

15 MAGGIORitiro spirituale mensile del cleroSeminario vescovile, ore 9.30

17 MAGGIOConsiglio pastorale diocesanoSeminario vescovile, ore 9.30

18 MAGGIOSolennità della Madonna delle GrazieIl vescovo presiederà la celebrazione eucaristicanella Chiesa di Lanuvio alle ore 19.00.

29 MAGGIOConsiglio PresbiteraleCuria vescovile, ore 10.00

APPUNTAMENTI DELLA VISITA PASTORALE

03-04 MAGGIOVisita pastorale Parrocchia Esaltazione della San-ta Croce in Nettuno

7 e 11 MAGGIO • Parrocchia San Paolo Apostolo in Tre Cancelli• Parrocchia Madre del Buon Consiglio in Pisci-na Cardillo

15 MAGGIOAlle ore 19.00 il vescovo incontrerà i giovani e rap-presentati degli oratori del Vicariato di Nettuno pres-so la parrocchia Sacro cuore. alle ore 20.30 ci saràl’incontro con i catechisti nella parrocchia di S. Anna.

16 e 18 MAGGIOParrocchia Santa Barbara in Nettuno

23-25 MAGGIO• Parrocchia Santa Lucia in Cadolino• Parrocchia Sacratissimo Cuore

Reg. n. 13/08 del 08.05.2008 presso il Tribunale di Velletri

Direttore Editoriale: Mons. Marcello Semeraro

Direttore responsabile: Dott. Fabrizio Fontana

Coordinatore di redazione: Don Alessandro Paone

Hanno collaborato:M. Gabriella Brachetti, Paola Calandra, Rosaria Cam-pisi, Alessandro Cardinale, Massimo Castellucci,Marco Cimini, Giovanna Consolo, Gloria Conti, Gual-tiero Isacchi, Giulia Isaia, Roberta Gigli, AlessandroMancini, Antonello Palozzi, Gianfranco Pica, Rudi Pic-colo, Jourdan Pinheiro, Laura Rossi, Giovanni Salsa-no, Alessandro Saputo, Irene Villani, Luca Vita.

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Stampa: Tipografica Renzo PalozziVia Vecchia di Grottaferrata, 400047 Marino (Rm) - Tel. 06/93.87.025

Questo numero è stato chiuso il 17.04.2014

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Mensile di informazionedella Diocesi Suburbicaria di AlbanoAnno 7, numero 61 - aprile 2014