la gazzetta dell’einaudi · numero 2 anno 2 la gazzetta dell’einaudi sommario: giovani e lavoro...
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Febbraio/Aprile 2017
Numero 2
Anno 2
La Gazzetta dell’Einaudi
Sommario:
Giovani e Lavoro 2
L’umanità oltre le
sbarre 3
Peer to peer
in classe! 4
Educazione all’ascolto
e mediazione dei
conflitti
5
Meeting Erasmus 6
π day 7
Una magia
Saracena 8
9
Salvador Dalì 10
11
Gherardo Colombo:
oltre i confini 12
13
Cerimonia borse di
studio 14
15
ERASMUS
LEGGIMI
PiRUN
TEATRO
Insieme….
Pagina 2 La Gazzetta dell’Einaudi
GIOVANI E LAVORO
“relazioni umane
tra professori e
studenti”
Giovedì 19 gennaio, accompagnati dalla prof.ssa Mimmo, abbiamo
partecipato ad un incontro alla Confartigianato di Varese, per rac-contare, insieme ad altri ragazzi provenienti da altre scuole, le no-stre esperienze di alternanza scuola lavoro.
L’incontro, una sorta di tavola rotonda, è stato utile ed interessan-te, per vari motivi.
Prima di tutto ha permesso ad ognuno di noi di raccontare le no-stre esperienze lavorative, molto diverse tra loro data la presenza anche di ragazzi provenienti da un liceo scientifico, dal linguistico
e dallo psico-pedagogico. Ognuno di noi ha avuto l’opportunità di parlare non solo
dell’esperienza in sé, ma anche dei nostri sogni e dei progetti per il nostro futuro lavorativo. In secondo luogo perché ci ha permesso di confrontarci, attraver-
so il racconto dei ragazzi delle altre scuole, con esperienze com-pletamente diverse dalle nostre.
La cosa che ci ha sorpreso di più è stata scoprire che, nonostante provenissimo da scuole diverse ed esperienze di alternanza diver-se, i giudizi che abbiamo dato sul nostro percorso “lavorativo” so-
no stati tutti positivi. Alcuni di noi sono stati poi intervistati singolarmente, mentre gli
altri continuavano il confronto e la discussione. L’incontro si è svolto in maniera molto serena e pacata, anche quando le opinioni erano diverse e anche questo è stato di grande
soddisfazione. Su una cosa noi ragazzi siamo stati completamente d’accordo e
cioè sul fatto che è ora di mettere da parte i pregiudizi nei nostri confronti: noi non siamo affatto disinteressati al lavoro e nel
nostro futuro ci crediamo!!!!! I partecipanti del nostro Istituto sono stati: Gaia e Roy di 5O, Dali-la e Letizia della 5N, Nicholas e Klejdis della 4G e Ilaria ed Ilaria
della 5G
E’ possibile ascoltare le interviste e vedere la galleria fotografica
sul sito di Confartigianato Varese, oppure sul sito della nostra
scuola.
ILARIA VOLPI
ILARIA PREALTA CLASSE 5G
http://www.asarva.org/2017/01/impresa-in-classe-i-ragazzi-insegnano-lalternanza-scuola-lavoro/
L'istituto Einaudi di Varese ha dato la possibilità ad alcuni alunni
dell'indirizzo Socio-sanitario di partecipare ad Convegno sul tema dell’umanità oltre le sbarre, presso il carcere di Bollate (MI). Il giorno 20 Ottobre appena arrivate, gli addetti alla sicurezza del
carcere ci hanno ritirato, studente per studente, carta d’identità e cellulare che poi ci avrebbero restituito in seguito.
Il nostro primo pensiero lo abbiamo associato al contrasto che c’era tra l’ambiente freddo e cupo, con le finestre tinte di varie co-lorazioni.
Una volta condotte dentro abbiamo potuto osservare la struttura dall’interno; era tutto colorato con vari murales di tema diverso e
inoltre presentava lunghi corridoi divisi in sezione dove i detenuti all’interno ci scrutavano con una strana curiosità. In seguito siamo arrivate in una stanza chiamata “teatro” con al
centro un grosso tavolo allestito per la conferenza e degli spalti. Dopo esserci sistemate insieme agli altri studenti ed insegnanti, i
poliziotti hanno condotto alcuni dei detenuti che avevano deciso di aderire a questo progetto all’interno del salone, dove in seguito si sono accomodati vicino a noi e da lì a poco è iniziata la conferenza.
Sono stati trattati vari temi tra cui l’odio e il perdono personale, la scrittrice Paola Saporiti ci ha illustrato il suo progetto dal nome
“Caffè Philò”, grazie al quale un piccolo gruppo di detenuti ha la possibilità di esporre il proprio pensiero e di condividere le proprie esperienze personali.
Durante questo incontro abbiamo avuto la possibilità di scambiare diverse opinioni a riguardo con i detenuti presenti. A nostro parere
questo scambio è stato molto informativo per quanto riguarda la loro organizzazione all’interno del carcere.
Terminato l’incontro con gli esperti, una delle tante guardie ci ha proposto di visitare la falegnameria in cui lavoravano sia i detenuti che i lavoratori esterni al carcere.
E’ stata un’esperienza toccante e molto interessante che per nostra fortuna abbiamo avuto la possibilità di vivere grazie all’iniziativa
dell’Istituto Einaudi. NICOLE ZACCARIA
ALICE PISERA’
CLASSE 3M
L’umanità oltre le sbarre
Un’esperienza
toccante...
Pagina 3 Numero 2
PEER TO PEER in classe!
Recuperare le
insufficienze
Pagina 4 La Gazzetta dell’Einaudi
Durante le ore di italiano e storia, noi ragazzi della 1N, abbiamo messo in
pratica un metodo di ripasso e recupero secondo le modalità chiamate
“PEER TO PEER” (ossia, “fra pari”).
Questo consiste nell'aiutare i ragazzi che hanno avuto difficoltà in certe
materie, con il sostegno di un suo compagno che ne diventa “tutor” e che
può rispiegare e collaborare nello studio con il ragazzo impreparato.
Non essendoci la possibilità di assegnare un tutor a testa, la nostra profes-
soressa ha deciso di dividere in diversi gruppi la classe, in ognuno di questi
inserire un “tutor capo gruppo” (colui che avrebbe rispiegato gli argomenti
ai compagni) e ad ogni capo gruppo assegnare alcuni compagni che nelle
verifiche svolte nel primo periodo dell'anno erano andati particolarmente
male.
L'obiettivo di questo lavoro era cercare di far recuperare i ragazzi insuffi-
cienti nelle precedenti verifiche. Riprendendo insieme gli argomenti svolti, i
capo gruppo hanno provato a rispiegarli in modo più semplice per agevola-
re i compagni nel lavoro di recupero.
Personalmente penso sia servito sia a coloro che hanno aiutato che a colo-
ro che sono stati aiutati. Il capo gruppo, infatti, ha fatto un ripasso gene-
rale e si è messo nei panni di un professore, capendo che il loro lavoro non
è così semplice, perché se il compagno non capisce quello che tu stai cer-
cando di spiegargli, devi ripeterglielo in un altro modo, facendo sì che que-
sto riesca a cogliere i diversi concetti esposti.
In secondo luogo è stato molto utile anche per i ragazzi che hanno avuto
difficoltà nell'affrontare il compito in classe, poiché hanno avuto la fortuna
di poter avere un'ulteriore spiegazione, oltre a quella data dalla professo-
ressa e in un modalità che magari risultava più immediata.
Dai commenti di alcuni ragazzi della mia classe, sembra che questo pro-
getto abbia funzionato! E ci sono stati buoni risultati anche nelle prove di
recupero!
Potrebbe essere un’ottima iniziativa da proporre in ogni singola classe: noi
ci siamo divertiti, ma nello stesso tempo abbiamo lavorato insieme per da-
re una mano ai nostri compagni in difficoltà!
SABRINA BATTAINI
CLASSE 1N
https://aldifuorideilibri.com
Facilitare
l’apprendimento
Pagina 5 Numero 2
Giovedì 2 febbraio abbiamo partecipato al primo incontro del Corso di Edu-
cazione all’ascolto e mediazione dei conflitti organizzato per le classi prime
dalla scuola con la cooperativa Dike.
Il primo incontro era centrato principalmente sui conflitti in famiglia e con
noi c’erano due mediatori esperti di educazione all'ascolto.
All'inizio, per fare un po' di conoscenza, ci è stato chiesto di scegliere una
persona della classe, di dire almeno tre aggettivi che la descrivevano e la
cosa che gli piaceva fare di più. Dopo che ognuno aveva decritto l'altro, gli
ultimi a presentarsi sono stati appunto i mediatori.
Terminata questa prima fase dell'incontro, abbiamo parlato della parola
“conflitto”. Per chiarirci meglio le idee sul significato di questa parola, ab-
biamo svolto un “brain storming” (tempesta di cervelli) raccogliendo le pri-
me parole che ci venivano in mente fra quelle che secondo noi avevano a
che fare con il termine “conflitto”. Siamo andati avanti fino a riempire ogni
singola parte della lavagna.
Arrivati alla fine, abbiamo analizzato tutte le parole emerse, suddividendo-
le per significato in vari gruppi, fra cui, per esempio quello delle emozioni,
delle persone e dei luoghi. Purtroppo, però, erano già passate le due ore di
confronto e il nostro primo incontro è terminato così! Continueremo nelle
prossime lezioni già in calendario. In totale gli incontri saranno cinque.
Secondo me, è un'ottima opportunità che abbiamo per migliorare il con-
fronto con gli altri e anche i rapporti che abbiamo col mondo esterno.
ROBERTA BORTOLATO
CLASSE 1N
EDUCAZIONE ALL’ASCOLTO
E
MEDIAZIONE DEI CONFLITTI
MIGLIORARE I
RAPPORTI
Spettacolo teatrale:”L’amico ritrovato”
Il 27 gennaio 2017, in occasione della la Giornata della Memoria, la nostra
classe, accompagnata dalla professoressa di italiano e dalla professoressa
di sostegno, si è recata al Teatro Santuccio di Varese per assistere allo
spettacolo teatrale L' amico ritrovato.
Lo spettacolo è tratto dal romanzo L'amico ritrovato di Fred Uhlman e af-
fronta il tema dell'amicizia tra un ragazzo ebreo, Konradin, e uno tedesco,
Hans, durante gli anni del Nazismo.
La rappresentazione teatrale, come ci ha raccontato l’attore dal palco, è
stata particolare. Sulla scena, infatti, c'era un unico personaggio: Hans da
adulto, che interpretava anche gli altri personaggi citati nel libro. La rap-
presentazione si è svolta in due parti: lo spettacolo vero e proprio e un
momento durante il quale l' attore parlava con noi, facendoci domande e
spiegandoci alcuni dettagli del lavoro teatrale e del periodo storico in que-
stione.
Lo spettacolo mi è piaciuto sia per la recitazione, sia per il modo originale
con cui l' attore ha rappresentato tutti i personaggi e interagito con noi.
PRELA ROBERTA
CLASSE 1N
Giornata della
memoria
MEETING ERASMUS
CONOSCENZA
ACCETTAZIONE
CONDIVISIONE
Pagina 6 La Gazzetta dell’Einaudi
Si è concluso oggi il primo meeting transnazionale del progetto erasmus "il do-
cente digitale" di cui l'istituto Einaudi di Varese è capofila. La scuola varesina ha
ospitato una delegazione di professori spagnoli provenienti dalla scuola superiore
Eduardo Janeiro di Fuengirola (Malaga) e di professori rumeni, del liceo teoretico
Ionescu di Bucarest. I lavori sono stati serratissimi in questi tre giorni. La diri-
gente scolastica Marina Ranieri e la coordinatrice del progetto Monica Zonca insie-
me ad un gruppo di venti docenti dell'Einaudi, hanno organizzato e gestito i
gruppi di lavori dove esperienze, casi personali, lezioni e performance sono stati
condivisi. Tutto ciò in un' ottica sovranazionale, portando ciascuno il proprio con-
tributo locale. Solo nell'accettazione della diversità i partecipanti sono certi si
debba costruire negli studenti la coscienza di cittadinanza europea. Le tre scuole
hanno organizzato la mobilità studentesca che vedrà studenti italiani spagnoli e
rumeni lavorare ad progetto comune di conoscenza-accettazione-condivisione
delle proprie peculiarità culturali.
È a scuola che si diventa cittadini consapevoli e responsabili.
A marzo l'Einaudi ospiterà quindi studenti spagnoli e rumeni accompagnati dai
loro docenti. Condivideranno lezioni, classi e attività dei loro compagni italiani.
In particolare, i ragazzi delle due scuole europee parteciperanno alle attività orga-
nizzate per il Pi Greco Day, che saranno coordinate dai professori di matematica
Morimondi Sara e Toma Mariella.
Pagina 7 Numero 2
π day
Il 14 marzo si celebra in tutto il mondo il “π day”; i matematici festeggiano
questo numero il 14 marzo, in quanto, nel sistema anglosassone, questa data si scrive 03/14; secondo alcuni, come l’approssimazione più usata del π che
equivale a 3,14, inoltre il 14 marzo ricorre l’anniversario del giorno della na-
scita di Einstein. La tradizione del “ π day” fu istituita nel 1988 a San Francisco dal fisico
Larry Shaw, ma si è rapidamente estesa in tutto il mondo con manifestazioni
di vario tipo, organizzando, per esempio, una caccia al tesoro a base di quesiti logico matematici, laboratori di matematica e sfide nelle quali le cifre del “π”
vengono “declamate” a memoria, camminate nel centro cittadino lunghe 3,14
chilometri alla scoperta di curiosità matematico-scientifiche, giornate divulgati-ve con studenti e docenti, o, semplicemente, “mangiando un cibo “π”, roton-
do come una pizza o una torta, oppure, indossando una maglietta con stam-
pato un “π”.
… E nella nostra scuola? Presso la sede di via Bertolone, alle ore 8.30, tutti
gli allievi delle classi seconde saranno accolti con coreografie preparate dalla
prof.ssa Giovanna Licciardello;… e poi? … i docenti di matematica proporranno
una caccia al tesoro e alcuni giochi logico matematici. Dopo la premiazione dei
vincitori, le classi seconde riprenderanno le regolari lezioni.
È, inoltre, in via di progettazione, con la collaborazione del prof. Giorgio Man-
tovani, una “maratonina” di 3.14 km, che si terrà il 14/03/2017, alle ore
11.00, presso i Giardini del Palazzo Estense di Varese, sede del Municipio citta-
dino; si procederà con la premiazione dei primi tre classificati e, poi, i parteci-
panti alla gara podistica faranno ritorno a casa.
Qualche curiosità matematica sul “π” :
il π è uno dei numeri più importanti della matematica e della nostra esistenza
quotidiana; le sue applicazioni vanno ben oltre il contesto degli algoritmi ma-
tematici e possono essere “spendibili” in diversi ambiti, dalla medicina alla fisi-
ca, all’elettromagnetismo, alle nostre esperienze di vita…
Curiosità: il π lo ritroviamo, ad esempio, nelle corde di una chitarra che vibra,
in un profumo che si espande nell’aria, in un virus influenzale….
è un numero trascendente, cioè un numero irrazionale che non è soluzione di
alcuna equazione algebrica a coefficienti razionali e rappresenta il rapporto tra
la lunghezza di una circonferenza e quella del suo diametro.
Lo scriba egizio Ahmes (XVII secolo a. C.) riportò, nel “papiro di Rhind” il più
antico testo conosciuto contenente un'approssimazione di tale numero; nel
corso dei secoli, numerosi matematici, filosofi, scienziati, (Archimede, Lu-
dolph, Leibniz…) hanno voluto calcolare il valore di questa costante, con una
precisione sempre maggiore; attualmente, la sua cifra decimale numero
2.000.000.000.000.000 equivale ad uno zero; la gara a determinare
più decimali possibili del “π” è ancora in corso.
PROF.SSA MARIELLA TOMA
UNA MAGIA SARACENA
AL CINEMA
Pagina 8 La Gazzetta dell’Einaudi
Martedì 14 febbraio 2017 la nostra classe insieme alla 3O, accompagnate
dalle Prof.sse Quaranta e Di Via, si è recata al cinema Nuovo di Varese a
piedi, per assistere alla proiezione del film “ Una magia Saracena” ,
riguardante la matematica vista come espressione di arte e non solo co-
me “numeri”.
Il titolo del film deriva dal fatto che quando gli Arabi portarono la mate-
matica in Europa, un monaco sosteneva di non studiare l’algebra perché
era una “pericolosa magia”.
Il film è ambientato in un’epoca non lontana da quella di oggi dove lo Sta-
to è un uomo senza cuore che controlla gli esseri umani, questo perché le
loro relazioni siano comandate in INTERNET.
Alcuni ribelli guidati da Leonardo, come Leonardo da Vinci, reagiscono a
questo potere con una formula matematica stabilita da Leonardo e pro-
pongono attività artistiche : infatti essi leggono i classici, dipingono, ecc.
Leonardo finisce in carcere e proprio qui con gli altri detenuti inizia a rac-
contare la sua storia della matematica;nel film rivivono Euclide, Pitagora,
Cartesio, Archimede e con le loro scoperte evidenziano il legame tra arte e
matematica. I ribelli vengono condannati ma fino alla fine, ballano.
Questo film dovrebbe spingere noi giovani a rivalutare i rapporti tra di noi,
a comunicare in modo semplice. A scuola la matematica dovrebbe essere
vista non solo come materia da studiare i numeri ma come le altre mate-
rie, un qualcosa di presente nella nostra vita quotidiana.
Il film secondo me è stato originale, a volte poco scorrevole e noioso per-
ché c’erano troppe regole e teoremi.
CRITELLI BORIS
CLASSE 3A
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Le piramidi
Si narra la storia del ribelle Leonardo, appassionato follemente della ma-
tematica, che dopo essere stato rinchiuso in prigione, in un’epoca basata
sulla tecnologia, fa conoscere ai suoi compagni di carcere la storia della
matematica. Leonardo ci mostra come nasce la matematica e come è riu-
scita a rivoluzionare la condizione degli uomini nell’antichità.
Gli egiziani, per esempio, avevano proprio la capacità fisica di sviluppare
teorie per la costruzione delle piramidi, quindi utilizzavano la matematica
per scopi puramente pratici. Proprio per questo motivo, la matematica è
molto utile, senza di essi, ci sarebbero stati molti svantaggi.
A molti miei compagni non piace la matematica e la considerano inutile,
ma dopo questa giornata, secondo me, saranno più coinvolti ed interes-
sati a studiarla, grazie alla motivazione che trasmette questo filmato.
ZEIN EDDINE SARA
Classe 3A
...segue “Una magia Saracena”
E’ un film ambientato in un futuro non troppo lontano da quello attuale,
in cui la società è costretta a comunicare attraverso l’uso del digitale;
questo futuro è controllato da un uomo cinico e senza passioni, ma
nell’oppressione più totale. Un gruppo di ribelli (i foolish) cerca di resiste-
re al sistema attraverso l’arte e la matematica. Viene arrestato il leader di
questo gruppo, Leonardo. Quest’ultimo una volta finito in carcere, comin-
cia a raccontare la storia della matematica al suo compagno di cella, suc-
cessivamente a tutti i detenuti e infine alle guardie. Tutti i foolish vengo-
no arrestati e condannati a morte, e , pur sapendo che quella era la fine,
decidono di passare i loro ultimi momenti cantando e ballando.
Questo film suscita in me molta curiosità, anche se la matematica, ritenu-
ta fondamentale non é una di quelle materie che ti infonde interesse o
curiosità. Tuttavia, questo film ha cercato di includere anche personaggi
storici importanti, tra cui Euclide, Archimede, Pitagora, Cartesio, che met-
tono in evidenza le relazioni tra l’arte e la storia.
MATTEO BASCIALLA
Classe 3A
I foolish
Salvador Dali’
ANAMORFISMO
Pagina 10 La Gazzetta dell’Einaudi
Salvador Dalì è uno degli artisti rivoluzionari
del suo tempo. I suoi quadri prendono mol-
ta importanza dalle regole geometriche e
questo fa di sé un artista particolare.
Salvador Dalì non solo dava importanza alla
matematica da usarla nei suoi quadri, ma la
studiava e la conosceva grazie alla frequen-
tazione di molti luminari. Inoltre conosceva
di persona Einstein e studiò la teoria della
relatività e fisica quantistica.
Molti luoghi a lui dedicati, come biblioteche,
musei ecc.. contenevano infatti molti suoi
libri di scienze e annotazioni scientifiche;
non perse nessuna delle 6 conferenze magi-
strali di altri matematici e fisici.
Per quanto riguarda la matematica, Dalì la
usò molto nei suoi dipinti perché, secondo
lui era un'eccezionale fonte di creatività.
Dalì, nei suoi quadri usò molto la tecnica
dell'anamorfismo, che consisteva nel defor-
mare il soggetto, rendendolo capibile solo
guardato da un'altra posizione. Degli esempi
sono, l'immagine realizzata sulla scalinata
del Philadelphia Museum, capibile solo se
guardata dal basso verso l'alto,
l'"arlecchino" e "uomo e donna" capibili solo
se vengono guardati attraverso il riflesso di
uno specchio cilindrico.
Un'altra passio-
ne di Dalì, furo-
no le illusioni
ottiche, ad e-
sempio quelle
realizzate attra-
verso la simme-
tria, che gover-
na il famoso
quadro "cigni
che riflettono
elefanti" in cui
possiamo vede-
re un animale o
l'altro a secon-
da delle parti in
cui si fissa il
nostro cervello.
Secondo me, Salvador Dalì è un artista particolare e molto interessante.
I suoi quadri, nonostante riprendano la geometria, sono vivaci e curiosi,
a differenza di altri, che risultano noiosi.
Di lui mi ha colpito molto la sua tecnica dell'anamorfismo, le figure otti-
che, e la sua grande fantasia e conoscenza matematica, fisica notevole!
COLOMBO LUCA 2B
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Salvador Dalì, eccentrico artista, e con vari pensieri e suggestioni mate-
matiche, fin da giovane pensava che l'arte ha bisogno della geometria,
per dare senso e ordine alle opere.
Per lui la matematica era così importante che conosceva di persona Ein-
stein e altre persone come Renè Thom, Matila Ghyka, Thomas Banchoff,
e Martin Gardner. La mette in pratica anche nella sua vita.
Un anamorfismo è una deformazione reversibile di un'immagine che rico-
nosce il soggetto originale solo se lo si guarda da una posizione bel preci-
sa.
...segue SALVADOR DALI’
Opere nel museo di Salvador Dalì, questi sono dipinti anamorfici e rap-
presentano una mitica diva americana degli anni '40. Esso va visto da
una certa prospettiva.
Dalì ebbe anche un'osservazione cubista, il suo quadro più celebre fu
"corpus hypercubicus" che rappresenta la crocifissione di Gesù su una
figura tridimensionale (otto cubi incollati tra loro).
Altra passione sono le illusioni ottiche.
Dalì non realizzò solo quadri ma realizzò anche sculture, scrisse libri,
disegnò gioielli e lavorò come scenografo nei teatri e nei cinema. Egli
pervasiva per la scienza.
ALICE MARCHIORI e FRANCESCA TINI
CLASSE 2B
Pagina 12 La Gazzetta dell’Einaudi
Gherardo Colombo: Oltre i confini
Il detenuto
Giovedì 9 febbraio ho partecipato, insieme ai rappresentanti delle
quarte e delle quinte del nostro Istituto, accompagnati dai docenti Paolino e Amati, ad un incontro tenutosi dal dott. Gherardo Colombo
presso il Liceo Scientifico di Gavirate, attinente al progetto “Oltre i confini” realizzato dagli studenti ed avente come tematica centrale il ruolo delle regole all’interno della nostra società.
È stata un’esperienza molto interessante che mi ha fatto riflettere. Il dott. Colombo ha intervistato gli alunni presenti nella Sala e prove-
nienti da diverse scuole della provincia di Varese. Ha coinvolto l’intera platea, con domande e riflessioni, stimolando tutti i presenti ad un confronto di idee sulla capacità di saper rispettare le regole e,
al contempo, riuscire a guardare “oltre i confini” . Quei confini pre-scritti dalla società, ma ancor prima imposti da noi stessi.
I ragazzi del Liceo Scientifico, che hanno realizzato il progetto sopra-indicato, hanno visitato e incontrato i detenuti del carcere di Bollate, per sperimentare, in prima persona, la vita quotidiana condotta dai
residenti, esperienza che li ha arricchiti molto. L’ex giudice Colombo ha dimostrato che le regole sono essenziali in
ogni momento: come quando si prepara una torta, si gioca alla play station oppure si disputa una partita di calcio o di scacchi. Le regole
servono, altresì, per assicurare la sicurezza di ciascuno di noi all’interno della società. Ha esposto, quindi, il caso di una ragazza che, entrata in un negozio,
s’impossessa di un paio di orecchini senza pagare. All’uscita dal ma-gazzino la posizione della giovane si aggrava ulteriormente, nel mo-
mento in cui spinge la commessa, che cerca di fermarla, commetten-do così il reato di rapina. In base ai benefici derivanti dall’applicazione delle attenuanti le verrà irrogata una pena di sei
mesi. La vita del detenuto inizia dall’Ufficio matricola per l’ immatricolazio-
ne, deposita chiavi, occhiali, oggetti personali in un sacco che gli ver-ranno restituiti quando uscirà di prigione. Poi è sottoposto a perquisi-zione e quindi gli viene consegnato un piatto e le posate di plastica,
un rotolo di carta igienica, un cuscino, una coperta, delle lenzuola. Nella cella troverà due letti a castello, un water e un lavandino.
Quali sentimenti proverà il detenuto? Colui che commette il reato viene rinchiuso in una gabbia per essere punito e ciò lo farà diventa-re più aggressivo e rancoroso nei confronti degli altri. È un sequestro
di persona alla quale le vengono negati tutti i diritti. L’Istituzione del-lo Stato si comporta come il sequestratore. La pena non deve servire
ad annullare la dignità del condannato. Non si devono rinchiudere le persone in carcere e buttare le chiavi. La detenzione fine a se stessa non è sufficiente, per il dott. Colombo,
provoca solo sofferenza alla persona carcerata e l’uso della forza è legittimo solo quando è necessario per proteggere i diritti fondamen-
tali individuali e collettivi, purché ciò avvenga nel rispetto della digni-tà umana di chi ha commesso il reato.
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L’ex magistrato sostiene l’importanza della natura riparativa della
giustizia. L’uomo, per natura, è un insieme di bene e male. Il ruolo della vittima è centrale nel percorso rieducativo del detenuto.
Il responsabile del reato, infatti, deve riconoscere il male che ha commesso, assumersi le proprie responsabilità facendo emergere la verità e riparare alle proprie azioni. Il detenuto, secondo l’ex p.m.,
realizzerà tutto ciò, solo se sarà in grado di coinvolgere la vittima. E, quindi, si dovrà trovare un modo per accogliere e curare la soffe-
renza della vittima, piuttosto che quantificare monetariamente il dolore della stessa considerando la pena come “retribuzione” da porgere a chi ha subito.
Le carceri non sono un bel posto. Il detenuto non ha più niente, neppure una famiglia, anzi anche lei subisce gli effetti della pena
imposta al detenuto, come nel caso di un reo, con moglie e un figlio piccolo, che il dottor Colombo dovette giudicare. A seguito della condanna, il minore praticamente non aveva più un padre, figura
importante per la sua crescita, e nonostante il diritto alla visita, po-teva incontrarlo solo quattro ore al mese.
Con il trascorrere del tempo il ruolo del genitore sbiadisce. Altro momento di riflessione che il dott. Colombo pone alla nostra
attenzione è il caso della sanzione imposta dai genitori ai figli. I ge-nitori, ad esempio proibiscono ai figli di uscire di casa in seguito ad un atto di disubbidienza. In caso di assenza, per qualche giorno dei
genitori, tuttavia, la punizione non verrà rispettata, perché i ragaz-zi usciranno comunque, incuranti del divieto.
Il carcere dovrebbe avere come presupposto il recupero delle per-sone, ne è esempio il Sig. Andrea che durante il suo periodo deten-tivo ha studiato, ha imparato un mestiere e scritto poesie.
Per far funzionare la giustizia è necessaria una profonda riflessione sulla relazione tra i cittadini e le regole. La scuola è l’ambiente per-
fetto per stimolare questa riflessione. Infatti a scuola i ragazzi vivo-no insieme pur con le loro diversità, hanno contatti continui con gli adulti e sono inseriti in un’ istituzione che ha le sue regole.
Le regole consentono di rispettare le necessità e i bisogni altrui e di vivere in modo civile nella nostra società.
Hida Blerta Classe IV Sez. A
...segue Gherardo Colombo: Oltre i confini
percorso
rieducativo
Pagina 14 La Gazzetta dell’Einaudi
CERIMONIA BORSE DI STUDIO
Si è svolta il giorno 8 febbraio 2017 presso la sede della provincia di Varese, la cerimonia di consegna delle borse di studio agli alunni me-ritevoli dell’ istituto Einaudi di Varese.
Nell’ottica della valorizzazione delle conoscen-ze e competenze dei nostri studenti, si è pen-sato possa essere lodevole compito della scuola valorizzare l’impegno profuso nello studio e il corretto comportamento da cittadi-ni responsabili dei nostri studenti. È stata
scelta consapevole della nostra scuola pre-
miare il miglior studente per ogni classe Spesso si commette l’errore di evidenziare i lati negativi della scuola. Si sottolineano le carenze, le mancanze, il disimpegno, l’abbandono scolastico e non si sottolineano invece le eccellenze e gli ottimi risultati che gli studenti ottengono a scuola e sul posto di
lavoro durante il periodo di alternanza scuola lavoro. Il dirigente scolastico Marina Ranieri, il collegio decenti e il consiglio di istituto hanno voluto dare un forte segnale: la scuola è luogo di eccellenza, dove si lavora, si fatica e si conquista.
Lo studio è un dovere per noi alunni, per ampliare il
nostro bagaglio culturale ed è gratificante che la scuola
abbia nei nostri confronti un segno di riconoscimento
per quanto svolto, durante l’anno scolastico, attraverso
la borsa di studio. A mio parere ricevendo piccoli meri-
ti, noi studenti siamo invogliati ancora di più a studiare
per metterci sempre in gioco e per raggiungere degli
obiettivi per il nostro futuro.
Ringrazio la scuola per questa opportunità, ma soprat-
tutto i professori che ci accompagnano nel nostro per-
corso di studi.
ANGELO MOLINARO
CLASSE 4N
La borsa di studio è stata consegnata dalla
Preside dopo aver concluso un discorso per
congratularsi con i ragazzi e per sostenere la
scuola e tutto il lavoro dei docenti e degli alun-
ni. Ogni ragazzo meritevole è stato chiamato
in ordine di classe e, stringendo la mano alla
preside e ai professori presenti, ha avuto
l’opportunità di ringraziare a proprio modo.
Conclusa la premiazione si è passati al buffet
preparato per l’evento.
È stato molto piacevole, erano presenti molti
ragazzi. È stata una grande soddisfazione per
me e per i miei genitori. Sono contenta del mi-
o lavoro e del premio ricevuto. È emozionante
sentir nominare il proprio nome in un contesto
del genere. Questo serve anche a motivare
molti ragazzi che pensano che l’impegno non
venga ripagato.
VANESSA CAPUTO classe 3E
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Per la prima volta l’Istituto Einaudi ha celebrato con gran gioia la cerimonia di con-
segna di ben 38 borse di studio. La cerimonia si è tenuta nella sede della Provincia
per simboleggiare l’importanza di questo evento. Erano presenti la dirigente e i
professori tutti fieri e pronti a congratularsi con gli allievi che hanno raggiunto que-
sto grande traguardo. Ottenere questo premio è una soddisfazione e un’emozione
unica perché ci fa capire che tutti gli sforzi fatti non sono vani e servono da esem-
pio come ha sottolineato la dirigente. Tutti coloro che hanno ricevuto questa ricom-
pensa per tutti i sacrifici ringraziano di cuore le figure che hanno sempre creduto in
loro, i propri professori, senza i quali non si sarebbe potuto arrivare fin qui.
CHIARA LIPANI classe 4O
Mercoledì 8 febbraio io ed altri stu-
denti meritevoli dell'Istituto Einaudi
siamo stati invitati, presso la sala
Convegni della Provincia di Varese,
alla cerimonia di consegna delle bor-
se di studio per i risultati ottenuti
nell'anno scolastico 2015/2016.
Sono stata molto felice di vedere pre-
miato il mio impegno e mi sento di
ringraziare tutti coloro che hanno
contribuito alla buona riuscita dell'e-
vento. La mia riconoscenza va so-
prattutto ai miei insegnanti che mi
hanno trasmesso, con il loro lavoro e
la loro disponibilità, la passione per le
loro rispettive materie. Sono sicura
che questo sarà di buon auspicio per
la continuazione della mia carriera
scolastica.
DANIELA DONGHI classe 5O