la forza delle storie - versione integrale
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La ForzaDelle Storie
Siamo immersi in un ambiente che è già pieno di “qualcosa”: il
linguaggio.
Walter Friedrich Otto (storico delle religioni e filologo
tedesco) afferma come lo scopo primario del linguaggio non è
quello di comunicare qualcosa, quanto quello di abilitare un
pensiero simbolico utile alla sopravvivenza.
Le storie ci circondando e, allo stesso tempo, sono dentro di
noi.
ogni forma di conoscenza ha una natura discorsiva
Noi sogniamo in forme narrative, fantastichiamo in forme narrative, ricordiamo,
presagiamo, speriamo, disperiamo, crediamo, dubitiamo, chiacchieriamo, impariamo,
odiamo e amiamo attraverso forme narrative.
(Barbara Hardy, Professor of English Literature Emeritus, University of London)
Jerome Seymour Bruner (psicologo cognitivista e
dell’educazione) indica la narrativa come una delle due
modalità, insieme a quella pragmatica, attraverso cui opera il
pensiero umano.
Pensiamo attraverso il linguaggio.
La memoria è fatta di storie, così come sono storie ciò
che produciamo durante l’interazione con gli altri.
Narrativa come modalita’ del pensiero
Gli esseri umani pensano, percepiscono, immaginano e fanno scelte morali secondo
strutture narrative. La narrazione è il principio organizzatore dell’azione umana.
(Theodore R. Sarbin, psicologo e professore alla University of California)
E’ una rappresentazione simbolica di eventi e situazioni
(reali o immaginari) organizzati secondo una prospettiva
temporale.
L’atto narrativo trascende epoche e culture.
Cos’è una storia?
La narrazione è internazionale, transtorica, transculturale: essa è semplicemente lì, come
la vita stessa.
(Roland Barthes, saggista, critico letterario, linguista e semiologo francese)
Le storie abitano nella nostra mente, organizzano i nostri
pensieri, ci aiutano ad interpretare l’esperienza quotidiana e
a dare significato all’esistenza;
sono la forma di organizzazione dei contenuti più facilmente
memorizzabile.
L’attività del pensiero implica la produzione, la
comprensione e il ricordo di storie.
principio organizzativo dell’esperienza e della conoscenza
Le storie relative alla propria esperienza e a quelle degli altri rappresentano i costitutivi
fondamentali della memoria e della conoscenza umane, come pure dei processi sociali di
comunicazione […] tutta la nostra conoscenza è contenuta nelle storie e nei meccanismi
attraverso cui le costruiamo e le ricordiamo.
(Schank e Abelson, psicologi cognitivi)
La parola “logica” deriva dal greco, da “logos”, che significa
“parola”.
La logica è lo studio del ragionamento e dell'argomentazione
e, in particolare, dei procedimenti inferenziali.
Logica e ragionamento sono atti che si compiono
attraverso il linguaggio.
Etimologia: una storia delle parole
L’uomo […] è essenzialmente un animale che racconta storie.
(Alasdair MacIntyre, filosofo scozzese)
Il sé è il frutto di un costante processo riflessivo e di
costruzione e ricostruzione narrativa attraverso il quale
ciascuno di noi dà vita alla propria identità in forma di
racconto autobiografico.
La costruzione della propria identità si compie anche
attraverso il racconto di sé agli altri.
l’identità è la nostra storia
Un’adeguata descrizione della nostra identità richiede il racconto narrativo di come siamo
diventati ciò che siamo.
(Charles Taylor, filosofo canadese)
L’idea che gli altri hanno di noi e quella che noi abbiamo di noi
stessi sono racconti diversi riguardanti lo stesso protagonista.
Nel pensare a eventi passati o nel progettare azioni future,
creiamo delle immagini mentali come fossero scene di un
film.
la nostra storia
Ogni essere umano, senza neanche volerlo sapere, sa di essere un sé narrabile immerso
nell’autonarrazione spontanea della sua memoria. […] Ciò in cui il sé narrabile trova casa,
più che in un consapevole esercizio di rielaborazione del ricordare, è la stessa struttura
narrante della mente stessa. […] Bisognerebbe limitarsi a dire che ognuno di noi vive con
la propria storia, senza poter distinguere l’Io che narra dal sé che viene narrato.
(Adriana Cavarero, filosofa e docente italiana)
“Il narrare è sempre un tentativo di con-fondere”, di fondere
insieme. (Alberto Melucci, sociologo e professore di sociologia dei
processi culturali all'Università degli Studi di Milano)
Attraverso le storie e i racconti che condividiamo con gli
altri, costruiamo legami sociali.
le storie costituiscono i nostri legami sociali
- Le storie ci mostrano le esperienze degli altri,
permettendoci di fare esperienze simulate della realtà.
Sono costrutti simbolici nei quali è possibile “entrare”.
- Esplorare i tratti di questo o quel personaggio alla ricerca di
materiali per il sé.
- Dalle azioni dei protagonisti possiamo tratte indicazioni
per il nostro agire.
- Dagli scopi verso cui i protagonisti delle storie orientano le
proprie azioni ricaviamo materiale identitario funzionale
all’individuazione o alla conferma della correttezza dei nostri
stessi scopi e dei riferimenti normativi a cui essi
rimandano.
Cosa Ci offrono le storie?
Ci posizioniamo all’interno delle vicende narrate e “di fianco”
ai personaggi nello stesso modo, attivo, con cui nella vita
reale partecipiamo alle conversazioni in cui siamo coinvolti.
In questo processo di comprensione valutiamo mentalmente
le possibili conseguenze delle azioni narrate, immaginiamo
possibili alternative a esse, proponiamo soluzioni ai problemi
e alle difficoltà che i protagonisti incontrano, compiamo
valutazioni e ipotesi sugli sviluppi successivi della storia e, così
facendo, esploriamo i significati più generali del racconto e ce
ne appropriamo.
Entrando nella storia...
Assimilando il nuovo materiale e integrandolo con il proprio
patrimonio conoscitivo, si generano nuove esperienze,
nuove emozioni e nuovi ricordi che incidono inevitabilmente
sul patrimonio di risorse del lettore e sulla sua identità.
La fruizione di una storia è dunque sempre un atto
trasformativo della mente del lettore e del suo
patrimonio di esperienze e ricordi.
Perché analizzare le storie?Per fare nuove esperienze
L’interpretazione di un testo corrisponde al processo
attraverso cui il lettore se ne ricostruisce una propria
rappresentazione mentale, a partire dall’universo
complessivo di conoscenze che già possiede.
Analizzando nuove storie, non solo impariamo / ci abituiamo
all’atto di interpretare, ma stiamo immagazzinando nuove
esperienze che ci renderanno più semplice l’interpretazione.
E poiché il sé è una storia, maggiore è la nostra capacità di
interpretare le storie, meglio riusciremo a comprendere sia
noi stessi che gli altri.
Perché analizzare le storie?Per imparare a interpretare
Una storia non offre solo esempi positivi, ma anche atti,
pensieri e motivazioni negativi e deviati.
In molte storie troviamo anche errori e incoerenze, buchi nella
trama, reazioni irrealistiche da parte dei personaggi, assurdità
«fisiche», ecc.
Riconoscere tutto ciò sviluppa il nostro senso critico.
Perché analizzare le storie?Per sviluppare il senso critico
Come la bellezza della persona amata risiede soprattutto
negli occhi già colmi di bellezza con cui la guarda
l’innamorato, allo stesso modo, gran parte della capacità
seduttiva delle storie è frutto dei significati prodotti
dall’attività proiettiva del lettore, dei suoi vissuti e delle
esperienze emotivamente connotate presenti nella sua
memoria narrativa.
Dunque, per godere davvero di una storia, dobbiamo
innanzitutto volerlo, essere attivi, entrare in essa e
volerne cogliere i simboli e i significati che ci propone e
metterli in relazione con il nostro vissuto.
Dobbiamo essere attivi
Il mondo è pieno di storie che reclamano la nostra attenzione.
Di queste storie è fatta la realtà sociale, e tutte anelano, a
volte sommessamente, altre disperatamente, a trasformarsi
in racconti trovando persone disposte ad ascoltarle.
Ascoltare significa non limitarsi ad ascoltare.
Ma entrare nelle storie, identificarsi coi personaggi,
diventare attori partecipi e attivi in grado di prendere
posizione, fare delle scelte, tratte delle conseguenze.
Ascoltare davvero le storie significa cercare di comprendere
la realtà umana e sociale che ci circonda impegnandosi
attivamente.
Cosa vuol dire “ascoltare”?
E’ la struttura discorsiva che determina l’efficacia seduttiva
delle storie.
La fruizione delle grandi storie, quelle coinvolgenti ed
emozionanti, ci insegna a comunicare in modo efficace,
a scegliere le parole giuste, a creare e utilizzare
metafore, a disseminare il racconto di simboli.
Perché analizzare le storie?Per migliorare il nostro modo di comunicare
Star Wars non è altro che una versione moderna delle storie
che il Mito racconta sin dagli albori dell’Uomo ed è per questa
ragione che la storia della «galassia lontana lontana»
continua e continuerà a esercitare il suo potere sugli
spettatori. Joseph Campbell (antropologo e mitografo,
“il gigante della mitologia universale”)
il mito di Star Wars
Un’avventura ai limiti del reale avvenuta in un tempo passato
e in un luogo diverso dalla dimensione comune, ma simile,
riconoscibile, familiare.
Racconta l’origine del mondo; grazie alle gesta eroiche del
protagonista del racconto mitologico, quel mondo diventerà
“abitabile” come lo è oggi.
Risponde a una pressante esigenza umana: quella di
attribuire un senso alla propria esistenza e alla realtà, di
giustificarle, attraverso narrazioni in grado di dar forma al
caos.
Il mito è la base culturale di ogni società; “E’ dunque un
ingrediente vitale della civiltà umana” (Bronislaw Malinowski).
Non esiste cultura che non possieda i suoi miti.
Cos’è il Mito?
Eroe significa “proteggere e servire”, è pronto a sacrificarsi
per gli altri (o per lo scopo), incarna il concetto di
abnegazione. Ha qualità con cui chiunque può identificarsi e
che chiunque può riconoscere in se stesso; è spinto da
impulsi universali comprensibili a tutti.
Il viaggio dell’eroe veicola valori positivi e universali: l’essere
artefici del proprio destino e l’importanza di saper compiere
delle scelte, l’onore, l’amicizia, il rispetto nei confronti degli
altri, l’importanza dei compagni e della fiducia, l’agire per
cambiare le cose, ecc.
L’eroe
Il mito ha perso la sua importanza, il suo essere necessario.
I vecchi miti oggi affascinano, ma (per ovvi motivi) non
spiegano il mondo.
Come presentare a un pubblico ormai disincantato un
“nuovo” viaggio eroico?
il mito oggi
Ha in sé elementi di dirompente novità, ma anche pilastri di
profonda tradizione; è basato su archetipi che più classici non
si può.
“Avventura, emozioni, la lotta fra il bene e il male,
una favola del tutto separata nello spazio e nel
tempo dal mondo reale, eppure fondata su temi e miti
familiari.”
- la lotta tra il Bene e il Male
- la presenza di forze sovrannaturali
- valori positivi: vicenda imperniata sull’altruismo, sulle
possibilità di scelta che ci vengono offerte
- si basa su un desiderio che trascende i millenni ed è
sempre vivo nella Storia: il desiderio di libertà
- modernizzare la figura nel Male: l’Impero
- commistione di generi: non solo fantascienza e
mitologia, ma western, noir, cultura giapponese, Medioevo
europeo e una delle coppie più affascinanti di sempre.
Star Wars
Distacco dalla classica concezione del divino, al suo essere
perfetto, alla dualità di una divinità buona contrapposta ad
una malvagia.
La Forza dei buoni è la stessa essenza che fornisce ai loro
nemici il potere di annientarli. E’ una sola entità che fonde
Bene e Male, che offre la possibilità di scelta per il credente:
rendersi artefice del proprio destino, scegliere la strada da
percorrere.
Ognuno ha in sé la Forza: bisogna guardare dentro di sé e
conoscersi.
La forza
Star Wars ha bisogno di essere affrontato con “esuberanza e
leggerezza”.
“Per essere un fan di Star Wars bisogna possedere l’abilità di
vedere 1 milione di fallimenti e cadute, per poi in qualche
modo unirli in un quadro più ampio di perfezione.
Ogni vero fan di Star Wars è un Luke Skywalker che
guarda il padre perverso e malvagio e riesce a
vederci qualcosa di buono”.
“È l’idea di Star Wars che amiamo”.
Star Wars