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La definizione di ecotossicità dei rifiuti: le esperienze di un laboratorio delle Agenzie
Regionali per l’Ambiente
Tristano Leoni – ARPA Marche
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2014:Ecotossicità: è ancora un problema !
60 laboratori europei (*) partecipanti
perla definizione di una batteria
di saggi adeguata
2007:Circuito
Europeo per la definizione del criterio
H14
(*) 5 laboratori in Italia
Un passo indietro:
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Prima delle modifiche introdotte dal D.Lgs. 3 dicembre 2010, n. 205, alcune delle caratteristiche di pericolosità di cui all’allegato «i», tra le quali la caratteristica di pericolo H14 «ecotossico», non dovevano essere prese in considerazionePer la classificazione del rifiuto, in quanto mancavano a livello comunitario e nazionale, criteri di riferimento per la loro valutazione.
Tale esclusione era espressamente prevista nelle premesse all’allegato D alla Parte Quarta del d.lgs. n. 152/2006, contenente il Catalogo Europeo dei rifiuti.
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A partire dall’entrata in vigore del d.lgs. n. 205/2010 in attuazione della Direttiva 2008/98/CE la valutazione dell’ecotossicità è divenuta obbligatoria ai fini della classificazione dei rifiuti.
I criteri per l’attribuzione di tale caratteristica, indicati nelle due note in calce all’elenco delle caratteristiche di pericolo di cui all’Allegato «i» del D.L. 152/2006, modificato dal D.Lgs 205/2010, rimandavano a quanto previsto dalla normativa europea in materia di classificazione, etichettatura ed imballaggio di sostanze e preparati pericolosi.
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Secondo la normativa europea in questione, l’ecotossicità di unrifiuto doveva essere valutate mediante un metodo convenzionaleoppure attraverso un metodo sperimentale:
a) metodo convenzionale: calcolo delle concentrazioni in pesodelle sostanze pericolose presenti nel rifiuto e raffronto conconcentrazioni limite;b) metodo sperimentale: saggi di tossicità in ambiente acquatico sulle specie indicate dall’allegato V della Direttiva 67/548/CEE: alghe, Daphnia e pesci.
Il Regolamento 1272/2008 (CLP), abroga a decorrere dal 2015, sia la Direttiva 67/548 che la Direttiva 1999/45
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Il rinvio ai criteri previsti dalla normativa europea per la classificazione di sostanze e preparati ha creato notevoli difficoltà applicative in quanto al settore dei rifiuti doveva essere applicata una normativa concernente un settore del tutto distinto.
La mancanza di uniformità nell’approccio interpretativonazionale rischiava di portare all’applicazione, non sempregiustificata, dell’approccio più cautelativo (“tutti i rifiuti sonoecotossici”), anche in assenza di un effettivo rischio perl’ambiente.
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Un primo tentativo a livello nazionale:
Il parere ISS/ISPRA 2011 (non più valido): Un rifiuto veniva classificato come pericoloso per la caratteristica H14 qualora: fossero:‐ fossero superati i limiti in concentrazione di determinate sostanze‐ fossero superati, a seguito dell’effettuazione di saggi biologici condotti sull’eluato, uno o più dei seguenti valori limite:
E’ espressa in % la concentrazione dell’eluato nella soluzione testata. (eluato ottenuto secondo le specifiche dettate dalla Norma UNI EN 14735:2005 ‐ UNI EN 12457)
Test di ecotossicità Valore limite Saggio di tossicità con Vibriofischeri
EC50 < 10%
Test con Pseudokirchneriellasub capitata
EC20 < 20%
Test con Daphnia magna EC50 < 10%
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La legge 24 marzo 2012, n. 28 («Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 gennaio 2012, n. 2, recante misure straordinarie e urgenti in materia ambientale») ha introdotto nuove rilevanti disposizioni in materia di classificazione dei rifiuti, modificando il punto 5 dell’allegato D alla Parte Quarta del d.lgs.n. 152/2006:
dal 25 marzo 2012 la caratteristica di pericolo H14(ecotossico) deve essere attribuita ai rifiuti in conformità a quanto stabilito:
dall’Accordo ADR per la classe 9 - M6 e M7.
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‐ Criteri per la classificazione delle miscele ‐Oltre alla concentrazione dei singoli componenti della miscela, se nota o rilevabile, viene utilizzato un «approccio graduale» comprendente:a‐ classificazione fondata sulle miscele provate b‐ classificazione fondata sui principi pontec‐metodo della somma dei componenti classificati e/o applicazione di una formula di additività
‐ Criteri per la classificazione delle sostanze ‐Le sostanze vengono considerate pericolose per l’ambiente (acquatico) quando soddisfano i criteri di tossicità di cui alla tabella 2.2.9.1.10.3.1 dell’ADR
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L’ADR, ove non vi siano dati disponibili per la classificazione conformemente ai criteri dei punti 2.2.9.1.10.3.1 (sostanze) e 2.2.9.1.10.4.1 (miscele), rimanda ai criteri di classificazione contenuti nel Regolamento 1272/2008/CE (CLP)
I saggi previsti dal Regolamento 440/2008 e dai metodi di prova prevedono la possibilità di effettuare una prova limite a 100mg/l
tab. 4.1.0 Reg. CLP
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I METODI DI PROVA La prima indicazione è stata quella di avere come riferimento per i metodi di prova l'allegato V alla Dir 67/548*.Tale allegato è stato soppresso dalla Direttiva 2006/121 (attuazione Regolamento 1907/2006 REACH) e completamente sostituito da:
‐ REGOLAMENTO (CE) 440/2008‐ REGOLAMENTO (CE) 761/2009 (integrazioni al 440/2008)
per l’ecotossicità sono individuati i saggi C.1, C.2, C.3 di cui alla parte C del Regolamento 440/2008
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Tali metodi di prova SONO SPECIFICI PER LE SOSTANZE e la loro stesura è relativa alla sicurezza d'uso e per la manipolazione di prodotti (sostanze chimiche e miscele) di cui il produttore conosce la composizione
Una loro estensione a matrici estremamente complesse come i rifiuti per i quali è spesso impossibile identificare le sostanze che li compongono determina una improbabile o difficile applicazione di tali metodi
La definizione della caratteristica di pericolo H14: ECOTOSSICO èlegata alla concentrazione delle sostanze esibenti queste proprietà, ed alla esecuzione di saggi biologici
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‐ Qualora siano note le caratteristiche fondamentali di composizione chimica del rifiuto e risultino facilmente applicabili le regole previste dall’ADR in merito alla valutazione dell’ecotossicità per via chimica, allora l’utilizzo dei saggi biologici può essere utilizzato per confermare l’esito di ecotossicità o omesso.
‐ Qualora invece i dati chimici fondamentali del rifiuto siano ignoti (es. rifiuti abbandonati) o le regole previste dall’ADR siano di non facile applicazione (es. analisi complesse, dati tossicologici incompleti per i componenti individuati, ecc.) l’utilizzo dei saggi diviene fondamentale per una corretta classificazione
Come procedere?
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Approccio complessoma ben definito dallanormaApproccio definito
dalla norma ma lacunoso e mal applicabile
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1)‐ saggio algale a 100mg/l positivo calcolo EC50
negativo
2)‐ saggio con Daphnia magna positivo EC50
negativo
3)‐ saggio con pesci positivo EC50
negativo
Negativo per H14
Inferiore al limitepassare al p.2
Superiore al limitePositivo per H14
Inferiore al limitepassare al p.3
Superiore al limitePositivo per H14
Inferiore al limiteNegativo per H14
Superiore al limitePositivo per H14
Sequenza saggi limite a 100 mg/l
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Tipologia rifiuto
Valutazione chimica
Valutazione saggi biologici
Ecotossicità H14
legno combusto Dati insufficienti Test limite 100 mg/l negativo per i 3 saggi
No
cartongesso Dati insufficienti Test limite 100 mg/l negativo per i tre saggi
No
liquido verde Dati insufficienti Test limite 100 mg/l negativo per i tre saggi
No
liquido nero Dati insufficienti Test limite 100 mg/l negativo per i tre saggi
No
liquido scuro Dati insufficienti Test limite 100 mg/l positivo (alghe)EC50 9,3 mg/l
Si
sostanza resinosa semisolida
Dati insufficienti Test limite 100 mg/l positivo (alghe)EC50 3,1 mg/l
Si
scorie di fusione 29% ZnO Test limite 100 mg/l negativo per i tre saggi
Si
mastice Dati insufficienti Test limite 100 mg/l positivo (alghe)EC50 12,0 mg/l
Si
Alcuni casi reali:
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Criticità rilevate
1‐Applicazione metodo chimico e/o biologico: dipende dal grado di conoscenzasulla composizione del campione di rifiuto.
2‐ Scarsa applicabilità ed utilità della terna di saggi previsti dall’ADR
3‐ Costi: 800 Euro per i saggi + costo analisi chimiche
4‐ Riduzione granulometrica a volte difficile
5‐ Preparazione eluati per test limite e per le eventuali diluizioni
6‐Risultati circuito H14 ISPRA – SC 007
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Punto 4: riduzione granulometrica
Benchè la norma UNI 14735 preveda che la cessione possa essere eseguita su materiali aventi pezzatura inferiore a 4mm di diametro la riduzione a 250 μ o meno, potrebbe alterare il comportamento del campione significativamente rispetto al materiale originario.
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Punto 5: preparazione eluato
‐ Sia la EN 14735 che la EN 12457‐2, prevedono l’effettuazione didiluizioni seriali con espressione dei risultati in %, a fronte dell’espressione in mg/l richiesta dall’approccio ADR/CLP
‐ Le soluzioni di prova delle concentrazioni scelte sono in generepreparate diluendo una soluzione madre. Le soluzioni madre devonoessere preferibilmente preparate mediante dissoluzione della sostanzadi prova nell'acqua di diluizione. (da Reg. 440 metodo C.2)
2 OPZIONI :‐ 95 +/‐ 5 gr. IN 1000 ml ACQUA DIST. >> DILUITO 1:1000 IN ACQUA DI DILUIZIONE‐ 100 mg/L IN ACQUA DI DILUIZIONE DELL’ORGANISMO CON CUI EFFETTUARE IL SAGGIO.
La correzione osmotica, ove necessaria, potrebbe alterare la composizione delle soluzioni di prova
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Punto 6: risultati circuito ISPRA SC – 007
‐ Nessun effetto evidenziato con Daphnia magna
‐ E’ stata evidenziata una risposta con il saggio algale (inibizione tasso di crescita 6%), ma i valori di ripetibilità e riproducibilità ottenuti sono tali da rendere complessa l’applicabilità della procedura proposta…..
…..restiamo quindi in attesa dell’adozione da parte del Ministero dell’Ambiente del Territorio e del Mare dello specifico Decreto di cui alla L. 28/2012.
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Grazie per l’attenzione…..