la costituzione nella scuola genesi, difficoltÀ e...

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1 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXI - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2014 Editoriale L a Costituzione è oggi una sorta di can- tiere aperto, in cui confliggono, non per la prima volta, forze culturali e po- litiche impegnate da un lato a modificarne un rilevante numero di articoli della secon- da parte, relativa all’ordinamento della re- pubblica (senato della repubblica e titolo v), dall’altro a difenderne i caratteri origi- nari di democraticità, di rappresentatività, di garanzia dei diritti. si richiamano alla Costituzione sia coloro che vogliono attuare un efficiente program- ma di governo, volto a rilanciare il paese attanagliato da vincoli e ostacoli insoppor- tabili, sia coloro che vedono in questo pro- gramma un pericolo e un inganno, giungen- do ad accusare i primi, compreso il Capo dello stato, di attentato alla Costituzione. Che ruolo può avere la scuola nella com- prensione e nell’evoluzione di questo pro- cesso, i cui esiti sono del tutto incerti? Sussurri e grida C’è chi pensa che la scuola sia in propo- sito non interessata, non competente, non utilmente coinvolgibile in questioni di que- sto rilievo, mentre il dibattito pubblico oscilla fra tecnicismi giuridici e insulti vol- gari di personaggi a caccia di voti. eppur e una recente legge dello stato (30.10.2008, n. 169, art. 1) afferma che «sono attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate al- l’acquisizione, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, delle conoscenze e delle com- petenze relative a «Cittadinanza e Costitu- zione», nell’ambito delle aree storico-geo- grafica e storico-sociale e del monteore complessivo previsto per le stesse. iniziati- ve analoghe sono avviate nella scuola del- l’infanzia». Le parole chiave sono sensibiliz- zazione e formazione relative al «persona- le» della scuola, e conoscenze e competen- ze relative agli studenti. il che non istiga certo al conflitto ideologico, né comporta ovunque ricerche giuridiche approfondite e straripanti dibattiti politici, ma neppure le- gittima l’estraneità e il disinteresse della scuola per questa problematica. una circolare interpretativa (CM 27.10.2010 n.86) precisa che «l’insegna- mento/apprendimento di Cittadinanza e Costituzione è un obiettivo irrinunciabile di tutte le scuole», e che «è un insegnamento con propri contenuti, che devono trovare un tempo dedicato per essere conosciuti e gradualmente approfonditi»; e che tale in- segnamento implica sia una dimensione in- tegrata, ossia interna alle discipline del- l’area storico-geografico-sociale, con ovvie connessioni con filosofia, diritto ed econo- mia (dove sono previste), sia una dimensio- ne trasversale, che riguarda tutte le disci- pline, in riferimento a tutti i contenuti co- stituzionalmente sensibili e suscettibili di educare la personalità degli allievi in tutte le dimensioni. nelle Indicazioni nazionali per il secondo ciclo, (dpr 15.3.2010 n. 87,88 e 89) si af- ferma che «uno spazio adeguato dovrà esse- re riservato al tema della cittadinanza e della Costituzione repubblicana, in modo che, al termine del quinquennio liceale lo studente conosca bene i fondamenti del no- stro ordinamento costituzionale, quali espli- Luciano Corradini, Presidente nazionale emerito UCIIM La Costituzione neLLa sCuoLa Genesi, diffiCoLtÀ e prospettive

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1LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXI - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2014

E d i t o r i a l e

La Costituzione è oggi una sorta di can-tiere aperto, in cui confliggono, nonper la prima volta, forze culturali e po-

litiche impegnate da un lato a modificarneun rilevante numero di articoli della secon-da parte, relativa all’ordinamento della re-pubblica (senato della repubblica e titolov), dall’altro a difenderne i caratteri origi-nari di democraticità, di rappresentatività,di garanzia dei diritti.

si richiamano alla Costituzione sia coloroche vogliono attuare un efficiente program-ma di governo, volto a rilanciare il paeseattanagliato da vincoli e ostacoli insoppor-tabili, sia coloro che vedono in questo pro-gramma un pericolo e un inganno, giungen-do ad accusare i primi, compreso il Capodello stato, di attentato alla Costituzione.

Che ruolo può avere la scuola nella com-prensione e nell’evoluzione di questo pro-cesso, i cui esiti sono del tutto incerti?

Sussurri e grida

C’è chi pensa che la scuola sia in propo-sito non interessata, non competente, nonutilmente coinvolgibile in questioni di que-sto rilievo, mentre il dibattito pubblicooscilla fra tecnicismi giuridici e insulti vol-gari di personaggi a caccia di voti.

eppure una recente legge dello stato(30.10.2008, n. 169, art. 1) afferma che«sono attivate azioni di sensibilizzazione edi formazione del personale finalizzate al-l’acquisizione, nel primo e nel secondo ciclodi istruzione, delle conoscenze e delle com-petenze relative a «Cittadinanza e Costitu-zione», nell’ambito delle aree storico-geo-

grafica e storico-sociale e del monteorecomplessivo previsto per le stesse. iniziati-ve analoghe sono avviate nella scuola del-l’infanzia». Le parole chiave sono sensibiliz-zazione e formazione relative al «persona-le» della scuola, e conoscenze e competen-ze relative agli studenti. il che non istigacerto al conflitto ideologico, né comportaovunque ricerche giuridiche approfondite estraripanti dibattiti politici, ma neppure le-gittima l’estraneità e il disinteresse dellascuola per questa problematica.

una circolare interpretativa (CM27.10.2010 n.86) precisa che «l’insegna-mento/apprendimento di Cittadinanza eCostituzione è un obiettivo irrinunciabile ditutte le scuole», e che «è un insegnamentocon propri contenuti, che devono trovareun tempo dedicato per essere conosciuti egradualmente approfonditi»; e che tale in-segnamento implica sia una dimensione in-tegrata, ossia interna alle discipline del-l’area storico-geografico-sociale, con ovvieconnessioni con filosofia, diritto ed econo-mia (dove sono previste), sia una dimensio-ne trasversale, che riguarda tutte le disci-pline, in riferimento a tutti i contenuti co-stituzionalmente sensibili e suscettibili dieducare la personalità degli allievi in tuttele dimensioni.

nelle Indicazioni nazionali per il secondociclo, (dpr 15.3.2010 n. 87,88 e 89) si af-ferma che «uno spazio adeguato dovrà esse-re riservato al tema della cittadinanza edella Costituzione repubblicana, in modoche, al termine del quinquennio liceale lostudente conosca bene i fondamenti del no-stro ordinamento costituzionale, quali espli-

Luciano Corradini, Presidente nazionale emerito UCIIM

La Costituzione neLLa sCuoLaGenesi, diffiCoLtÀ e prospettive

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citazioni valoriali delle esperienze storica-mente rilevanti del nostro popolo, anche inrapporto e confronto con alcuni documentifondamentali...).

nelle Indicazioni nazionali per il primociclo (dpr 16.2.2012) si afferma che «ac-canto ai valori e alle competenze inerentila cittadinanza, la scuola del primo ciclo in-clude nel proprio curricolo la prima cono-scenza della Costituzione della Repubblicaitaliana. Gli allievi imparano così a ricono-scere e a rispettare i valori sanciti e tutelatinella Costituzione, in particolare i diritti in-violabili di ogni essere umano (art. 2), il ri-conoscimento della pari dignità sociale(art.3), il dovere di contribuire in modoconcreto alla qualità della vita della società(art. 4)...».

Questo è sufficiente per affermare che laCostituzione è una sorta di mappa del teso-ro, che consente di comprendere dove ab-biamo smarrito la strada della ricostruzionepostbellica e dello sviluppo democratico delpaese. su questa base si potranno trovareragioni e modi per contrastare, anche sulpiano della cultura e della vita scolastica,la povertà di risorse politiche, economiche,sociali, etiche e culturali che da anni afflig-gono con particolare asprezza la nostra so-cietà.

Uno scavo per ripulire il mosaico dellaCostituzione dalla polvere dei decenni

sostenere questa tesi e battersi perchéquesta venga non solo enunciata, ma resaoperativa dal Ministero, con adeguati stru-menti amministrativi, comporta difficoltà dinatura psicologica e culturale, a nostro avvi-so non insuperabili. Col libro La Costituzionenella scuola. Ragioni e proposte (erickson,trento, 2014) ho voluto anzitutto ricostruirela storia di una «scoperta» avvenuta nel-l’ambito di alcuni gruppi di lavoro ministe-riali sull’educazione civica, a cui ho parteci-pato come coordinatore, a partire da unapronuncia di propria iniziativa formulata il23.2.1995 dal Consiglio nazionale della pub-blica istruzione sul tema «educazione civica,democrazia e diritti umani». Gli articoli del-la Costituzione, spesso ignorati dai più, co-me se si trattasse di cose ovvie e di nessuna

utilità pratica per i non addetti ai lavori, so-no apparsi allora come tessere di un mosai-co ritornato progressivamente alla luce, do-po anni di oblio, mentre il sistema scolasticocercava di dare risposte discontinue a que-sta o a quella emergenza educativa.

ripulendo questo mosaico dalla polveredei decenni, si è riscoperto il nesso che findalla Costituente è stato istituito fra i prin-cipi e l’ordinamento della repubblica da unlato e l’assetto curricolare e organizzativodella scuola dall’altro. ed è parso evidenteche questo implicava per la scuola anche uncatalogo di possibili «educazioni», affidatenon tanto a transeunti circolari ministeriali,quanto alla responsabilità dei docenti, deglistudenti e dei genitori, nel contesto di unascuola costituzionalmente autonoma, chefosse però responsabilizzata e sorrettanell’assunzione concreta di questi compiti.

Alla ricerca di una legittimazioneculturale e sociale,

col rischio di dimenticarequella storica e costituzionale

È noto che il ministro Maria Chiara Car-rozza, poco prima che il Governo Letta con-cludesse la sua breve esperienza il22.2.2014, ha annunciato una «Costituentedella scuola», che avrebbe dovuto essere«la più grande domanda e la più grande ri-sposta, sulla scuola italiana contempora-nea. non parliamo di un convegno - aggiun-se - né di stati generali, non sarà neppureuna consultazione tra addetti ai lavori. vo-gliamo aprire un dibattito in tutto il paesesu questo bene primario che è la scuola. Co-sa ne pensano, e come la vorrebbero, presi-di, insegnanti, studenti, genitori, partiti,fondazioni, associazioni. domande semplicisu dieci temi. non si è mai fatto prima». ilnuovo ministro stefania Giannini, nominatanel Governo renzi, non ha raccolto la pro-posta, ma ha mostrato sensibilità per le ri-chieste che le giungevano da autorevoli sediassociative, tanto da impegnarsi a introdur-re nella scuola insegnamenti relativi al vo-lontariato e all’educazione alimentare. sirischierebbe in tal modo di ripercorrerestrade che la scuola ha percorso con la sta-gione delle «educazioni» e dei progetti Gio-

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vani, ragazzi e Genitori, che hanno bensìmeritoriamente preceduto e anticipato lastagione dell’autonomia scolastica, ma chenon hanno trovato una collocazione stabilenel curricolo scolastico, sia per ragioni eco-nomiche, sia per ragioni psicologiche e cul-turali.

per questo è opportuno ricordare l’itine-rario compiuto fin qui dalla repubblica inattuazione del ruolo che la Costituzione haaffidato alle istituzioni politiche, ammini-strative, scolastiche, educative per assicu-rare il raggiungimento delle finalità di tuttol’ordinamento che riguardano, come rara-mente si ricorda, «il pieno sviluppo dellapersona umana e la partecipazione di tuttii lavoratori all’organizzazione politica, eco-nomica e sociale del Paese».

Da Gonella a Moro

La storia ci ricorda che già durante i la-vori della Costituente per la repubblica(1946-1948) venne lanciata dal ministro Go-nella una grande inchiesta sulla scuola, cheprodusse un enorme materiale, di fatto ri-velatosi poco utile alla grande riforma chesi voleva realizzare. infatti il disegno di leg-ge 2100 del 1951 si arenò in parlamento (1).tuttavia il problema del nesso fra Costitu-zione e scuola vi era molto chiaramente af-fermato, non solo per la questione delle li-bertà e dei diritti, dell’obbligo scolastico edella parità, ma anche sul piano pedagogicoe didattico, con una proposta anticipatricedi successive soluzioni ordinamentali. L’art.15 prevedeva per esempio l’introduzione intutte le scuole di uno specifico insegnamen-to di educazione civile, con queste motiva-zioni, presentate nella relazione introdutti-va:

«Lo spirito democratico della Costituzio-ne e la conoscenza della struttura stessadello stato democratico costituiscono ele-menti necessari per la formazione di una

coscienza civile nazionale. L’educazione ci-vile è, quindi, un supremo interesse dellasocietà democratica, ed è condizione delconsolidamento di una libera democrazia, aldi sopra e al di fuori delle distinzioni deipartiti (…). L’educazione civile si svolge se-condo un duplice processo, che è informati-vo e formativo della coscienza civile, perculminare nella piena partecipazione dellapersona alla vita della comunità» (2).

del resto ai Costituenti era chiarissimoche non si sarebbe potuto realizzare neltempo il gran disegno della repubblica de-mocratica, così com’era stato concordato inun nobile compromesso, senza contaresull’educazione e sulla scuola. tanto è veroche l’assemblea Costituente aveva votatocon vivi generali applausi l’ordine del gior-no presentato dagli onorevoli aldo Moro,francesco franceschini, antonio ferrarese edomenico Giacomo sartor, in cui si esprime-va il voto «che la nuova Carta Costituziona-le trovi senza indugio adeguato posto nelquadro didattico della scuola di ogni ordinee grado, al fine di rendere consapevole lagiovane generazione delle raggiunte conqui-ste morali e sociali che costituiscono ormaisacro retaggio del popolo italiano».

L’insabbiamento della riforma Gonella,dovuto alla tensione tra forze politiche, e inparticolare all’incertezza circa l’assetto dadare alla scuola 11-14 anni, protrasse perun decennio l’indugio paventato dai Costi-tuenti, fino a quando lo stesso aldo Moro,divenuto ministro, poté varare il dpr13.6.1958, n. 585, che introdusse «l’inse-gnamento dell’educazione civica negli isti-tuti e scuole di istruzione secondaria e arti-stica». Questo «insegnamento» intendeval’educazione civica come clima culturaledella scuola, ispirato alla Costituzione, co-me esperienza di vita democratica, comeresponsabilità di tutti i docenti e come nu-cleo di argomenti affidati per due ore men-sili, nell’ambito dell’orario in vigore, al do-

(1) Cfr. G. Chiosso, Motivi pedagogici e politici nei lavori dell’inchiesta Gonella (1947-1949), in L. pazzaGLia-r. sani

(a cura di), Scuola e società dell’Italia unita. Dalla Legge Casati al Centro-Sinistra, La scuola, Brescia, 2001.(2) Cfr. r. sani, La scuola e l’educazione alla democrazia negli anni del secondo dopoguerra, in M. Corsi-r. sani

(edd.), L’educazione alla democrazia tra passato e presente, vita e pensiero, Milano, 2004, pp.43-62; nellostesso volume è presente il contributo L. Corradini, Educazione alla democrazia e nuova cittadinanza, pp. 255-278.

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cente di storia. non si può dire che in talmodo si sia trovato per la Carta costituzio-nale «adeguato posto nel quadro didattico»,anche se un primo passo fu fatto in questadirezione.

Dai nuovi Programmi alle Indicazioni,fra avanzamenti e arretramenti

successivamente, in sede di elaborazionedei nuovi programmi della scuola primaria,della media (cui diede un notevole impulsoCesarina Checcacci), e delle sperimentazio-ni della secondaria superiore, sono statepensate diverse soluzioni del problema finoall’emozionante e, alla fine, in parte delu-dente ricupero previsto dalla citata leggeGelmini.

alle obiezioni di tipo culturale e di tiponormativo che sono state sollevate in pro-posito, si è cercato di dare (3) risposte per-tinenti e oneste, attraverso una sobria rico-struzione storica, che si è intesa insieme ri-gorosa, dialogica e propositiva, e che mo-stra come, pur con gli attuali limiti, l’auto-nomia scolastica e le Indicazioni nazionalioffrano preziose possibilità di «insegnare laCostituzione» e di «educare alla cittadinan-za», per usare il linguaggio con cui il presi-dente napolitano ha giudicato la legge169/2008, in una lettera di apprezzamantoper il lavoro fatto dal gruppo di lavoro mini-steriale sull’educazione civica.

Queste possibilità sarebbero certo piùchiare e meglio delineate se l’amministra-zione colmasse il vuoto che si è creato fradue leggi che prevedono «Cittadinanza eCostituzione» (la citata 169/2008 e la222/2012), che pur richiamate nelle partigenerali delle Indicazioni, non trovano spa-zio nell’elenco delle discipline, risultandocosì semplicemente affidate alla buona vo-lontà dei docenti.

eppure la denominazione educazione ci-vica resta ancora nei programmi di concorsoa posti d’insegnamento previsti dal dM 21.9. 2012 n.80, che, per le classi A043 e A050,afferma:

«per quanto attiene all’educazione civi-ca, anche alla luce della recente normativarelativa a Cittadinanza e Costituzione comecompetenza trasversale alle discipline, ilcandidato dovrà dimostrare di avere chiaraconoscenza delle finalità di questo insegna-mento, che, in più stretto rapporto con lastoria e la geografia, è essenziale per laformazione della coscienza sociale e civiledel cittadino. Il candidato dovrà pertantodimostrare di conoscere la Costituzione ita-liana e di saperne illustrare gli articoli, allaluce degli avvenimenti storici che l’hannopreparata e dei concetti giuridici e filosofi-ci che l’hanno ispirata».

si tratterebbe anche di promuovere lamaturazione di competenze didattiche inmerito, sia in sede di curricolo degli studiuniversitari per la formazione dei futuri do-centi, sia nell’ambito del tirocini formativiattivi (tfa). resta quindi lo spazio per unnuovo intervento chiarificatore del Ministe-ro, anche se questo silenzio non costituisceun alibi per le scuole, che dal 2001 sono or-gani autonomi, legittimati ad applicare leleggi: tanto più che lo stesso Ministero pro-muove pregevoli singole iniziative per in-centivare la scuola ad affrontare queste te-matiche.

Iniziative utili a promuovereun’innovazione generalizzata

Queste considerazioni andrebbero ripro-poste in sede ministeriale, meditate e di-scusse a livello di consigli e di collegi deidocenti, in vista di una loro traduzione inuna prassi condivisa, il più e il meglio chesia possibile, auspicabilmente, in qualchemomento, anche con genitori e studenti econ tutto il sistema istituzionale che intera-gisce con la scuola. il che richiede indubbia-mente buona volontà da parte di tutti, o al-meno di chi, sentendosi responsabile dellaformazione etico-civico-politica dei giovani,si renda disponibile a combattere seriamen-te e sobriamente contro la deriva della di-saffezione e dell’impotenza a cui molti si ri-

(3) LuCiano Corradini, La Costituzione nella scuola. Ragioni e proposte, erickson, trento, 2014, pagg. 126, €10,00.

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tengono condannati.frattanto il direttore generale dell’usr

Lombardia francesco de sanctis ha ufficia-lizzato (prot. Miur aoo drLo r.u. 2614 del12.2.2014) un ampio documento dal titoloLinee d’indirizzo per Cittadinanza e Costi-tuzione (C&C). Contiene chiarificazioni con-cettuali, sulla base di una lettura puntualedella normativa esistente, ivi compreso ilDocumento d’indirizzo per la sperimenta-zione dell’insegnamento di C&C (Miur,4.3.2009), griglie per il monitoraggio diquanto avviene nell’ambito delle scuolelombarde e un corso di formazione, permettere a punto nei prossimi mesi un venta-glio di proposte alle scuole.

venerdì 11 aprile si è tenuto a Milano,con la partecipazione di 180 docenti e diri-genti, il primo dei cinque incontri previstiper quest’anno dall’usr della Lombardia(altri due saranno a Brescia), per «formare»«figure di sistema», cioè una rete di espertiimpegnati a connettere i programmi scola-stici in vigore (le Indicazioni nazionali) conl’insegnamento della Costituzione e conl’educazione alla cittadinanza, così comeprevisto dalla legge Gelmini (169/2008), purin assenza, come si è ricordato, di un ade-guato decreto attuativo.

Ripresa e conclusione

È noto che, fra gli anni ’80 e ’90, parla-mento, Ministero e scuole sono stati indottia rispondere ad una serie di «emergenze»sociali, o con progetti specifici o con le co-siddette «educazioni aggiunte», che feceroperno sull’educazione alla salute e sul pro-getto Giovani, ragazzi, Genitori, arcobale-no. non essendo possibile trovare per esseuno spazio curricolare adeguato, si è finitoper lasciarle fuori, per concentrarsi sulle«materie vere», che per molti sono soloquelle produttive di competenze subitospendibili nel il mercato del lavoro. dopo itentativi della Moratti, che propose ben sei«educazioni», fioroni e Berlinguer vollero«semplificare» il menu scolastico, togliendodi mezzo anche l’educazione civica, che purdisponeva, per merito del decreto Moro, diun pur piccolo spazio curricolare, accantoalla storia, fin dal 1958.

eppure molti avevano scoperto che «sot-to casa», cioè dentro l’educazione civica,c’era un tesoro assai poco conosciuto e va-lorizzato, che conteneva nel suo codice ge-netico tutte quelle dimensioni educativeche si sarebbero potute coltivare, da partedi scuole responsabilmente autonome, sen-za indulgere alla bulimia educativa e senzatagliare le radici che legittimano la demo-crazia repubblicana, l’educazione e la stes-sa scuola. si tratta proprio della Carta co-stituzionale, che è una sorta di albero dallesolide radici, produttivo di fiori e di frutti,se saggiamente coltivato. La citata legge169 ha confermato che l’albero C&C è pian-tato nell’area storico-geografica e storicosociale, a costo zero. nessuno però chiedealle scuole conto della coltivazione e dellaraccolta dei frutti di quest’albero.

L’expo 2015 di Milano parla di Nutrire ilPianeta e di Energia per la Vita. in questavetrina mondiale, la scuola non ha da offri-re solo conoscenze relative a scienza e tec-nologia, arte e paesaggio, cibo e dolce vita,ma anche il frutto della riscoperta critica diun eccezionale bene etico-giuridico, di cuiè insieme frutto e custode: un bene che po-trebbe dare nuova vita alle prossime gene-razioni, se Ministero e scuole sapranno rico-noscerlo e valorizzarlo, come peraltro vuolela legge. insoma l’educazione civica di Mo-ro, se lucidata e rimessa a nuovo come vin-tage, col nome aggiornato di Cittadinanza eCostituzione, può fare la sua buona figuranel mondo, come un’auto d’epoca, capacedi correre la Mille Miglia, risvegliando anti-chi sogni e antiche passioni.