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DON ALBERTO “CON AMORE CHE NON CONOSCE CONFINI” LA COMUNITÀ DEI SS. GIULIO E BERNARDO DI CASTELLANZA È IN FESTA Castellanza si preparara a vivere con grande gioia l’Ordinazione di don Alberto Tedesco. Sarà ordinato prete sabato 10 giugno, nel Duomo di Milano, dall’arcivescovo Angelo Scola, e domenica 11 giugno celebrerà la sua prima Santa Messa nella chiesa di San Giulio. Questo numero speciale di Tandem ci racconta il cammino che don Alberto ha compiuto per giungere a questa meta. Ascoltiamo il racconto di chi l’ha accompagnato, dei suoi famigliari. Numero speciale MAGGIO 2017 “Signore, non potevi pensare niente di meglio per me”

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DON ALBERTO“CON AMORE

CHE NON CONOSCE CONFINI”

LA COMUNITÀ DEI SS. GIULIO E BERNARDODI CASTELLANZA È IN FESTA

Castellanza si preparara a vivere con grande gioia l’Ordinazione didon Alberto Tedesco.Sarà ordinato prete sabato 10 giugno, nel Duomo di Milano, dall’arcivescovoAngelo Scola, e domenica 11 giugno celebrerà la sua prima Santa Messa nella chiesa diSan Giulio.

Questo numero speciale di Tandem ci racconta il cammino che don Alberto ha compiuto per giungere a questa meta. Ascoltiamo il racconto di chi l’ha accompagnato, dei suoi famigliari.

Numero speciale

MAGGIO 2017

“Signore, non potevi pensareniente di meglio per me”

Numero speciale TANDEM maggio 2017

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Ho 40 anni. Sono nato a Milano, nella zona di Affori e nel 2010 mi sono trasferito a Castellanza, dove risiedono i miei genitori, mia sorella e i miei due nipotini. Ho anche un fratello più grande, don Giuseppe, sacerdote e vicario parrocchiale presso la Parrocchia di San Vittore a Rho. Ho studiato presso i Salesiani a Milano e ho conseguito la maturità classica nel 1996. Completati gli studi giuridici nel 2003 all’Università Statale Bicocca a Milano, mi sono poi occupato di Diritto amministrativo, particolarmente di urbanistica, come consulente esterno, presso il Comune di Milano. Tra le diverse motivazioni che mi hanno spinto a entrare in Seminario vi è certamente la grande intuizione, che il Signore mi ha regalato, che avrei trovato la mia piena felicità donando interamente la mia vita a Lui, come prete diocesano. Ciò che desidero maggiormente è poter

continuare ad affermare: “Signore, questa è la vita che voglio, non potevi pensare niente di meglio per me”. L’immagine della mia Prima S. Messa è tratta da un quadro dipinto dalla mia Mamma e rappresenta l’abbraccio tra Gesù ed il Discepolo amato Giovanni. Vi chiedo di accompagnarmi con la preghiera. Pregate anche per gli altri nove diaconi che con me sono in attesa dell’ordinazione sacerdotale, il prossimo 10 giugno. Vorremmo tutti poter testimoniare la gioia di una vita donata interamente al Signore, in modo che qualche altro giovane (anche castellanzese!) decida di mettersi in gioco, dicendo a Gesù ed alla sua Chiesa: “Eccomi, Signore io vengo”.

Don Alberto Tedesco

Don Albertosi racconta

“SIGNORE, NON

POTEVI PENSARENIENTE DI MEGLIO PER ME”

Il S. Battesimo di don Alberto, nella Chiesa di S. Bernardo in Comasina

Alberto con la mamma, il fratello Giuseppe, la sorella Donatella alla Scuola Materna Sacro Cuore di Milano, insieme a una maestra

Numero speciale TANDEM maggio 2017

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Caro Alberto, con non poca emozione sono qui a scriverti anche per conto di mamma Anna, papà Rosario e Giuseppe, nostro fratello. Sono ormai trascorsi quasi sei anni da quando hai lasciato la nostra casa per entrare in Seminario con la ferma volontà di diventare Servo della Vigna del Signore. Sottolineo la parola “Servo”, che credo ti si addica moltissimo, in quanto hai fatto dell’umiltà una caratteristica distintiva del tuo carattere. Umiltà e mitezza sono infatti le parole che meglio ti descrivono. Sei entrato in Seminario in punta di piedi, conscio della tua maturità anagrafica e con alle spalle una solida esperienza di lavoro, prima presso studi legali, poi presso il Settore Urbanistica del Comune di Milano, senza mai anteporre ed evidenziare - nei rapporti con i compagni e con gli educatori - la tua maggiore età, la tua concreta esperienza di vita, la tua cultura. In questi lunghi anni di Seminario tante cose sono accadute: la malattia della mamma che purtroppo si è accentuata (non hai mai fatto mancare la tua presenza tra di noi, sia materiale che spirituale) e

la nascita dei tuoi adorati nipotini Matteo e Filippo. Eravamo e siamo consapevoli che la scelta che hai perpetrato sia stata mossa dal desiderio grandissimo di vivere in Gesù e far vivere a piccoli e grandi l’esperienza di Gesù. E quale via migliore se non la tua umiltà? Umiltà che ai più potrebbe rappresentarsi in timidezza, ma che invece si concretizza - come la conosco e la definisco io - “nell’attitudine a fare piccoli passi”. Non gesti eclatanti, non parolone altisonanti, ma esempi semplici e silenziosi, gentilezze, frasi affettuose, delicate e mai gridate, in grado di suscitare in chi ti conosce e ti ascolta sostegno e coraggio. Questo sei tu Alberto e questo voglio sottolineare.Non avremmo mai pensato, dopo la grazia immensa ricevuta con l’ordinazione sacerdotale nel 2005 di Giuseppe, di rivivere le stesse emozioni con te. Per questo dobbiamo ringraziare anche la nostra mamma che, da quando siamo nati, non ci ha mai fatto mancare, giorno dopo giorno, le sue preghiere e papà che ci ha sempre incoraggiato a perseguire i nostri desideri e obiettivi con il suo esempio di onesto lavoratore e di

concreto e affettuoso sostegno per la mamma. Quello che ti auguriamo è che tu sia, il più possibile, felice e sereno, perché la felicità è contagiosa e porta solo cose belle. E soprattutto che tu possa essere, sull’esempio di Don Bosco (che sia tu che Giuseppe, da ex allievi salesiani, tanto amate) e San Filippo Neri, un sacerdote di tutti, ma proprio di tutti, soprattutto dei più poveri, dei bimbi e ragazzi in difficoltà che tanto hai a cuore.Ti vogliamo tutti tanto tanto bene!

Donatella, tua sorella

L’augurio della famiglia di Alberto, culla e nutricedella sua vocazione, nelle parole della sorella Donatella

Donatella Tedesco

“SII FELICE E SERENO,PERCHÉ LA FELICITÀ È

CONTAGIOSA E PORTA SOLO COSE BELLE”

Alberto sugli sci in Val D’Aosta

La Prima Santa Comunione didon Alberto, nella Chiesa di S. Bernardo in Comasina

Numero speciale TANDEM maggio 2017

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La Comunità di Castellanza ha accompagnato nella preghiera e nell’amicizia il cammino di don Alberto durante gli anni di seminario, e ora si prepara a

stringersi a lui nel momento di grande emozione e festa che si accinge a vivere.

don Walter Magni, Parroco

“TOCCA CON MANO LA GENTE, PRENDI TEMPO, SOGNA!

Caro don Alberto,la tua imminente Ordinazione mi ricorda la mia, 36 anni fa. Era il 13 giugno del 1981.

Cosa capitava allora? In quegli anni si parlava già di ‘bene comune’, ma l’individualismo avanzava: “la società non esiste, esistono solo gli individui” (M. Thatcher). E mentre anche noi respiravamo la “Milano da bere” (solo dopo sarebbe arrivato l’happy hour), nella Chiesa c’era fermento. Giovanni Paolo, eletto nel 1978, cominciava a girare il mondo (solo recentemente un Papa è arrivato “dalla fine del mondo”) e i vescovi italiani cominciavano a parlare di “Comunione e comunità” (la questione della sinodalità sarebbe arrivata molto dopo). Il card. Martini - Giovanni Paolo II l’aveva inviato a Milano all’inizio del 1980 - dopo un esordio contemplativo (La dimensione contemplativa della vita) ci introduceva in tutti i modi ad ascoltare la Parola. Mi commuovo ancora quando, entrando in Duomo, lo rivedo pieno dei giovani della Scuola della Parola, mentre l’aula magna della Statale traboccava di gente per La cattedra dei non credenti. Raggiungere Martini chiedeva un po’ di anticamera, ma

i suoi occhi azzurri trapassavano anche a distanza, perché aveva lo sguardo lungo. Anche i preti più ambrosiani di sant’Ambrogio e i monsignori più prevenuti riconoscevano che con Martini lo Spirito Santo era indaffarato più del solito. Diventavo prete in un mondo complesso, si diceva già allora, ma pure capace di futuro e di speranza. Eravamo 29 “preti novelli”. Io avevo già 27 anni e il più grande tra noi non superava i 30. Il computer e il cellulare non esistevano, ma avevamo un motto significativo: Fare di Cristo il cuore del mondo. Tra i primi avevamo composto il canto dei Candidati. Don Sergio (oggi è prevosto a Luino) aveva scritto il testo, parafrasando la Redemptor Hominis, mentre io l’avevo musicato in una notte di grande ispirazione! Lo canticchio ancora, quando mi prende un po’ di tristezza o di paura: “Questa è la volontà del Padre: fare di Cristo il cuore del mondo”.

Cosa sta capitando?Che stai per diventare prete della diocesi più grande del mondo. Non fare programmi. Continua a osservare, dalla tua postazione di San Giuliano, dove sei stato destinato. Martini ripeteva che

anche in pastorale vale il principio che prima di agire bisogna pensare. Così ho capito meglio un’altra sua affermazione: “il mondo non si divide in credenti e non credenti, ma in pensanti e non pensanti”. E mi è venuta voglia di regalarti qualche azione verbale che ti potrebbe servire. Cerca di toccare con mano la gente. Papa Francesco dice che “La Chiesa è madre, e io non conosco nessuna mamma ‘per corrispondenza’. Quando la Chiesa, occupata in mille cose, trascura la vicinanza, se ne dimentica e comunica solo con documenti, è come una mamma che comunica con suo figlio per lettera”. Evita di fare troppi documenti, ma lasciati toccare dalla gente, come faceva con Gesù (Martini, “Il lembo del mantello”, 1991/2). Così la gente ti annuserà subito, per capire di che odore sei. Papa Francesco dice che dobbiamo “avere l’odore delle pecore”. Tu non dimenticare che devi diffondere comunque “il buon profumo di Cristo” (2 Cor 2,15). Cerca di prendere tempo. Se sarai un prete appassionato il tempo ti mancherà sempre: per le tue cose, ma anche per la gente che te lo rinfaccerà comunque. Perché questo mondo ci fa pagare il tempo a caro prezzo, come l’acqua. Consapevole

Numero speciale TANDEM maggio 2017

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Carissimo Alberto,abbiamo condiviso un pezzo di strada assieme: l’oratorio estivo, il campeggio e la GMG a Cracovia. In queste tre esperienze abbiamo imparato a conoscerci e ci siamo lasciati guidare dalla preghiera, cercando di condividerne alcuni momenti. A poche settimane dall’ordinazione sacerdotale, mi permetto di darti qualche consiglio. Ogni oratorio, ogni realtà in cui presterai il tuo servizio è diverso dal precedente e da Castellanza: questo per il sacerdote deve diventare uno stimolo, un’occasione per entrare in relazione con le persone. Cerca sempre di leggere la realtà in cui ti inserisci, non riprodurre solamente quanto hai sperimentato altrove.La preghiera deve avere sempre un ruolo prioritario nella tua vita: educati a difendere spazi ampi di incontro con il Signore. La Parola di Dio sia la tua bussola quotidiana.Un’attenzione particolare ai giovani: accompagnali sempre all’incontro con il Signore. Non avere paura di qualche proposta forte e originale: i giovani cercano questi momenti, aiutali a viverli con autenticità.

don Ale

Don Alberto con il fratello don Giuseppe e la sorella Donatella

Alberto in campeggio con i ragazzi dell’Oratorio

don Alessandro Zappa,Vicario Parrocchiale

“LA PAROLA DI DIO SIA

LA TUA BUSSOLA

QUOTIDIANA”

che prendere tempo comporta anche ‘dare spazio’. Non perché ti devi fare spazio, ma per far spazio dentro di te agli altri. Capirai presto che aiutare gli altri a pregare non significa che stai pregando anche tu. La gente per guadagnare tempo ruberà il tuo. Noi però abbiamo una bella furbizia: chiedere alla gente di entrare nel tempo e nello spazio eucaristico di Dio. Soprattutto chi vorrà capire intuirà lì la tua radice, la tua sorgente. Lasciamelo dire: la tua pace.Infine, se t’accorgi che arrivato a un certo punto non sogni più ti devi preoccupare. Sognare fa solo bene. Il card. Martini diceva, sul finire del mandato episcopale: “Alla fine di questo millennio lasciateci sognare”. Per sognare non devi fare sforzi. I sogni vengono da soli, non li devi costruire (attento a fissarti nell’idea che il Vescovo ti deve mandare dove stai pensando tu!). Resta coi piedi piantati in questa Chiesa. Senza estraniarti da un mondo che sta rubando speranza, soprattutto ai giovani. Combina il sogno col discernimento. Sapendo distinguere e pazientare. Se però devi rischiare per il Vangelo, buttati, dopo averlo concordato con nostro Signore. Prima o poi il vescovo capirà.Scriveva uno scrittore francese: “Al prete io non chiedo che di

darmi Dio, non di parlarmi di Lui. Non sottovaluto le sue parole, ma per me la predica più efficace del prete è sempre stata la sua vita. Un buon prete non ha nulla da dirmi: io lo guardo e questo mi basta” (F. Mauriac). Benvenuto tra i preti di una diocesi straordinaria. C’è tanto da fare, c’è tanta gente da amare e appassionare al Vangelo… Se vuoi, conta anche su di me. Buona strada!

Il tuo parrocodon Walter

Numero speciale TANDEM maggio 2017

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È ancora vivo il ricordo della prima voce che è circolata in Oratorio: “...Alberto, il seminarista di Castellanza”. Fermi tutti, questa è nuova: c’è un altro seminarista di Castellanza?! L’annuncio ha creato in Oratorio un clima di mistero, alimentato dal sospetto di un nuovo ‘annuncio a sorpresa’, come quello fatto durante un vespero da Gabriele, qualche anno prima. E poi sei arrivato tu, Alberto, e hai varcato la soglia di via Adua 2 in punta di piedi: senza annunci roboanti, è iniziato un percorso fatto di esperienze e di momenti passati insieme, dalle sere al bar alle feste, dagli oratori estivi ai campeggi. Tutti noi - dai più piccoli ai più grandi - abbiamo condiviso qualcosa con te: l’impegno per la preparazione dei giochi per i ragazzi, la fatica delle sveglie mattiniere per il ‘pre’ oratorio estivo, la gioia che deriva dallo stare insieme, il raccoglimento durante la preghiera dei vesperi e molto altro. Se ripensiamo ai momenti trascorsi con te, più che lunghe prediche a ciascuno di noi tornano in mente il tuo saluto gentile e l’attento “Come va?” che ci domandi, ogni volta che i tuoi impegni di seminario

ti permettono di tornare tra noi. Hai sempre un’attenzione e una parola per ognuno e pian piano sei riuscito - in un modo tutto tuo - a farti spazio nei nostri cuori. Se non sei Castellanzese di nascita, possiamo dire con certezza che anche tu ormai al bar dell’Oratorio ti senti a casa! Solo una cosa di te può creare qualche difficoltà: la tua passione -per non dire fede - rossonera, che se ti fa essere molto apprezzato da alcuni… Ti rende purtroppo inviso ad altrettanti altri! La fede più importante non è questa, ma quella che unisce tutti noi a te in questo traguardo che segnerà profondamente la tua vita e la vita di tutte quelle persone di cui potrai e dovrai essere esempio e guida. Spesso nelle catechesi parliamo di vocazione, di futuro: il nostro augurio è che il tuo sia intenso, gioioso e ricco e che tu possa portare la tua testimonianza nelle parrocchie in cui sarai chiamato a operare. Rimaniamo in clima calcistico: caro don Albi, noi tutti, bambini, adolescenti e giovani, facciamo e faremo sempre il tifo per te!

I ragazzi dell’Oratorio

Il saluto dei ragazzidegli Oratorio

“ALBERTO UNO

DI NOI, FACCIAMO

IL TIFOPER TE!”

Don Alberto con i genitori, il fratello don Giuseppe, il nipote, don Alessandroe alcuni giovani dopo l’ordinazione diaconale

Numero speciale TANDEM maggio 2017

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Solitamente di qualcuno puoi scrivere cose sensate e pertinenti se lo conosci bene e da tanto tempo. Si può raccontare degli amici d’infanzia o dei compagni di scuola, dei fratelli o delle persone con le quali hai fatto grandi e profonde esperienze… Ma di Alberto io potrei dire poco, se considerassi ciò. Alberto è capitato quasi per caso nel corso della mia vita di prete a Castellanza, quando si è trasferito ad abitare lì con la sua famiglia. E devo dire che ci è entrato davvero in punta di piedi. Però questo mi sembra che sia proprio il suo stile. D’altra parte, Alberto non credo lo si possa descrivere come un “uragano”. Meglio così: gli uragani spesso fanno danni. Invece la pioggia fine e costante, quella fa molto bene alla terra. Forse i grandi temporali fanno più rumore e magari sono anche più affascinanti, perché appariscenti: pieni di lampi e tuoni, rubano la scena. Mentre gli acquazzoni, quelli non violenti, alimentano e fanno godere i giardini fioriti.Che dire, per raccontare Alberto occorrerà soffermarsi su queste seconde immagini.Ricordo le sempre più frequenti e coinvolte visite, in ogni occasione che i tempi del seminario glielo permettevano; rammento le varie occasione e i momenti, brevi o prolungati, di vacanza, trascorsi con adolescenti e giovani in oratorio e altrove. Di come la sua presenza fosse per me motivo di gioia, da una parte, e di pace, dall’altra.

Di gioia perché Alberto è persona discreta e piacevole, mai invadente e aiutato da quel suo fare (un po’ impacciato) trova sempre il modo per metterti di buon umore; di pace perché la sua pervicace tenacia, sempre responsabile, mai inopportuna o sopra le righe, mi faceva vivere con quella tranquillità tipica di chi sa che c’è qualcuno sul quale si può contare, perché condivide lo stesso spirito.Di gioia perché vedevo come cresceva la sua passione nel dedicarsi alla sua vocazione e come questo riusciva a coinvolgere piccoli e grandi, che gli si accostavano come a qualcuno cresciuto con loro, ma che aveva fatto una scelta non da poco. Di consolazione, perché non è mai stato parco nel manifestarmi la sua stima e il suo affetto, che si traduceva in un confronto onesto e sereno… fraterno.

L’unica cosa che non ho condiviso con lui è quella sua spregiudicata passione per il calcio. Alberto è più che un super tifoso della sua squadra del cuore, e su questo non ho mai potuto dargli grandi soddisfazioni o partecipare alla sua foga.Perciò, vorrei ora rimediare e utilizzare queste righe per dirgli che nel grande “stadio” del suo percorso di fede e di vita, io sono sugli spalti, forse al terzo anello; e quello che vede alzarsi insieme agli altri, magari un po’ nascosto, sono io, che si solleva per fare “la ola” per lui.E, Alberto, se non dovessi proprio vedermi sugli spalti, sappi che sto giocando con te la stessa partita, quella per la quale ci siamo allenati un po’ insieme e ci ha fatto decidere di investire la stessa fatica e la stessa passione per quel Signore che è causa della nostra gioia e della nostra pace e ci ha concesso di condividere una storia e un destino.

Don Giancarlo

Il ricordo di don Giancarlo Moscatelli,Vicario Parrocchiale fino al 2015

“ALBERTO, FACCIO ANCH’IO‘LA OLA’ PER TE!”

I fratelli Tedesco con Sebastiano Rossi, portiere del grande Milan

Numero speciale TANDEM maggio 2017

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Per portare a don Alberto gli auguri da parte degli amici della parrocchia san Bernardo del quartiere Comasina, dove è nato ed è un po’ germogliata la sua vocazione a vivere da presbitero l’amore per Gesù e per tutti gli uomini e le donne che incontrerà, offro due contributi: il primo è del gruppo teatrale dei giovani della parrocchia del quale lui ha fatto parte; il secondo è un testo di un autore francese, un testo che mi è personalmente caro perché mi è stato donato trentasei anni fa in occasione della mia ordinazione e che ha accompagnato i tratti quotidiani e le svolte più complicate della mia vita di prete.

“Parlare di Alberto è facile ed è difficile allo stesso tempo: facile perché è una persona semplice, umile e discreta; difficile perché imperscrutabile... E chi l’avrebbe mai detto che sarebbe diventato “don Alberto”?! Noi l’abbiamo conosciuto come ottimo avvocato e milanista sfegatato, come una persona sulla quale si può sempre contare e che ha avuto con noi la voglia di mettersi

in gioco, quando in parrocchia abbiamo deciso di fare del teatro (con ultimo atto delle prove fuori a cena, ovviamente!). Tra Innamorati, un Malato immaginario e un Ispettore si sono sparsi Rumors della sua vocazione… Caro Alberto, ti abbiamo accompagnato con la preghiera in questi anni e ti auguriamo di sorprendere sempre chi incontrerai, come hai fatto con noi. Il gruppo teatrale”

“Io vado avanti come un asino... come l’asino di Gerusalemme che, in quel giorno della festa delle palme, divenne la cavalcatura regale e pacifica del Messia.Io non so granché, ma so di portare Cristo sul mio dorso e la cosa mi rende molto orgoglioso.Io lo porto, ma è lui che mi guida. So che mi conduce verso il suo Regno, dove sarò a mio agio per sempre in verdi pascoli.Io vado avanti a passettini, per

Tante e tante persone e Comunità hanno incontrato don Alberto nel suo percorso di fede, iniziato quarant’anni fa a Milano, nella Parrocchia San Bernardo del

quartiere Comasina, e proseguito a Castellanza, in seminario e nelle parrocchie e altre realtà in cui Alberto è stato chiamato a prestare servizio.

don Aurelio Frigerio, parrocco di S. Bernanrdo alla Comasina,dove don Alberto è nato e cresicuto

“ALBERTO, NELL’AVANZARE DEL GIORNO NON PERDERE MAI IL

SEGRETO DELL’ALBA!”

Don Alberto e gli altri diaconi della diocesi all’incontro con il Papa

Numero speciale TANDEM maggio 2017

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sentieri scoscesi, lontano dalle autostrade, dove la velocità impedisce di riconoscere cavalcatura e cavaliere. Chissà quanto si sente sballottato il mio Signore quando inciampo contro un sasso! Ma lui non mi rinfaccia mai niente. La sua gentilezza e la sua pazienza verso di me sono meravigliose: mi lascia il tempo di salutare l’incantevole asina di Balaam, di sognare davanti a un campo di spighe, di dimenticarmi persino di portarlo.Io vado avanti in silenzio: è incredibile come ci comprendiamo anche senza parlare! Le sue uniche parole che ho capito bene sembrano essere state dette apposta per me e io so quanto sono vere: ‘Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero’.Io vado avanti nella gioia. Quando voglio cantare le sue lodi, faccio un baccano del diavolo: io canto stonato. Lui, allora, ride, ride di cuore e il suo riso trasforma le strettoie del mio cammino in piste da ballo e i miei pesanti zoccoli in sandali alati.Io vado avanti come un asino che porta Cristo sul dorso”.

Con tanti cari auguri, caro don Alberto, perché nell’avanzare del giorno tu non perda mai il segreto dell’alba, il segreto di essere, come diceva un antico padre della chiesa l’asinus portans mysteria.A nome di quelli della Comasina, dei tantissimi che con te sono contenti ogni giorno di essere di Cristo, invoco per te e su di te la benedizione del Signore.

Don Aurelio

Forse non tutti lo sanno, ma Alberto prima di scegliere la via della vita consacrata ha esplorato una strada alquanto diversa: la professione di avvocato. E poco è mancato che la percorresse sino in fondo!Ecco, io l’ho conosciuto proprio in quel contesto, e anzi per un paio di anni l’ho guidato su quella strada, dal momento che Alberto è stato un mio praticante. Sono io cioè l’avvocato con il quale ha svolto il periodo di tirocinio forense necessario per accedere all’esame di abilitazione professionale. È stato, credo per entrambi, un periodo di reciproco arricchimento. Alberto veniva da studi universitari seri, approfonditi, era molto motivato e desideroso di scoprire non solo la tecnica, ma anche lo spirito di questa professione, che,

se bene intesa, è al servizio delle persone, che chiedono giustizia in situazioni di difficoltà. Di Alberto ho apprezzato molto la preparazione, l’impegno, la tenacia e la carica umana che metteva anche nel lavoro. Con il tempo, poi, mi é sembrato che la sua qualità principale fosse la mitezza e così, un giorno, dopo aver acquisito ormai una certa confidenza e scoperto che oltre al diritto condividevamo la fede, ho azzardato una ipotesi. “Alberto, hai mai pensato alla vita consacrata? Perche sai, io ti vedrei meglio come sacerdote che come avvocato”.Beh, deve avermi preso sul serio anche quella volta, visto come é andata a finire!

Antonello Mandarano

La discussione della tesi di laurea per la Facoltà di Giurisprudenza, presso l’Università degli studi di Milano Bicocca, il 2 luglio 2003

Antonello Mandarano, avvocato capodel Comune di Milano ed ex collega di Alberto

“C’È MANCATO POCO CHE DIVENTASSE AVVOCATO!”

Numero speciale TANDEM maggio 2017

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Trezzano Rosa. Piccolo paese di poco più di cinquemila anime, sul confine della diocesi di Milano con quella di Bergamo: è qui che don Alberto, allora semplicemente Alberto, ha messo a frutto la sua attività e il suo impegno pastorale nel biennio 2013-2014, durante il suo terzo anno di seminario. Don Alberto è arrivato da noi nel settembre 2013, succedendo all’allora Michele Galli, oggi anche lui don Michele. La sua presenza, da quel momento, ha accompagnato la nostra comunità per ogni sabato e domenica dell’anno, vivendo e condividendo i pomeriggi in oratorio, i momenti forti dell’anno e il cammino con gli adolescenti: per essere brevi una presenza a 360°. La sua esperienza con noi, ricca di momenti, è terminata con il campo-scuola a san Giovanni in Valle Aurina nell’estate del 2014, vacanza che ha concluso il cammino di don Alberto a Trezzano Rosa lasciando un segno evidente nel ricordo di molti, dai più piccoli incontrati anche durante l’oratorio

estivo, fino ai più grandi. Auguriamo a don Alberto un inizio di ministero ricco di momenti intensi come quelli che ha condiviso con noi; la comunità di Trezzano Rosa lo accompagna nella preghiera.

Andrea Calvi, animatoreCaro Don Alberto,sembra passato così poco tempo da quando sei arrivato per la prima volta a Trezzano Rosa e, invece, sono già trascorsi quattro anni. Mi ricordo la prima domenica con te in oratorio, chissà cosa avrai pensato! Ti avevamo preparato una caccia al tesoro e un percorso ad ostacoli, ti avevamo fatto cantare una canzone in spagnolo, giocare a nascondino per un’ora, e tu avevi pazientemente superato, indossando la tua maglietta ufficiale del Milan, tutte le prove. Il mio augurio per questo importante compito che ti verrà affidato il prossimo 10 giugno è di essere prete con lo stesso stile di quel seminarista che, quattro anni fa, è stato mandato

nella parrocchia di San Gottardo, un paesino che si fatica a trovare persino sulle cartine. In fondo anche la tua missione sarà come una caccia al tesoro: che tu possa avere la stessa tenacia di chi è alla costante ricerca di un Tesoro più grande per la sua vita e per la vita di coloro che gli verranno affidati.Grazie don Alberto!

Chiara Balestrieri,cerimoniera del gruppo

chierichetti di Trezzano Rosa

Andrea e Chiara, due giovani di Trezzano Rosa,dove Alberto, da seminarista ha svoltoil suo servizio pastorale nel 2013-2014

“CHE TU POSSA AVERE LA TENACIA DI CHI È

ALLA RICERCADI UN TESORO PIÙ

GRANDE PER LA VITA SUA E DI COLORO CHE GLI SONO AFFIDATI”

Don Alberto con i giovani di Trezzano Rosa

Don Alberto con i giovani di Trezzano Rosa

Don Alberto con i giovani di Trezzano Rosa

Numero speciale TANDEM maggio 2017

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Verso l’Ordinazione….Un grande giorno ti attende, Alberto, e noi siamo tutti in festa per te. Sì, ci siamo anche noi nel coro gioioso di auguri, le Suore di Nostra Signora della Neve operanti presso la Cappellania dell’Istituto dei Tumori di Milano.L’esperienza apostolica da te vissuta in Istituto è solo un piccolo tassello della tua formazione di Sacerdote, ma molto incisivo, perché ti ha messo a contatto con un’umanità sofferente e bisognosa di aiuto vero. Percorrendo le corsie dell’ospedale hai conosciuto in profondità il cuore dell’uomo, con il suo insopprimibile anelito all’infinito e alla felicità, con il suo disperato bisogno di senso che si può eludere quando si sta bene, ma che si fa grido acuto nelle ore del dolore. Così è il cuore dell’uomo, di ogni uomo, perché così è uscito dalle mani di Dio Creatore e nulla potrà modificarlo o saziarlo compiutamente, se non la risposta veramente adeguata. È questo che attende da te la gente: che tu porti loro quel Gesù che le tue mani avranno il potere di rendere presente sull’altare della tua Messa. Così sarai Sacerdote di Cristo, riuscito e felice.Anche noi attendiamo la tua prima Messa in Istituto!

Le Suore di Nostra Signora della Neve

Alberto, per noi tutti Albertone, da maggio 2015 per un anno è stato mandato come seminarista presso la nostra Comunità don Carlo Gnocchi di Varese. Qui in particolare ha seguito la pastorale giovanile, occupandosi dell’animazioni della domenica pomeriggio e delle altre attività con i giovani e non solo. Tutti noi portiamo nel cuore il suo sorriso e la sua semplicità, tratti fondamentali della sua personalità. Alberto ha sempre trovato il tempo per scambiare quattro chiacchiere con tutti: la parola ‘indifferenza’ non è presente nel suo vocabolario. Vorremmo ricordare alcuni episodi fondamentali della sua presenza nella nostra comunità, come le vacanze estive… Specialmente il momento del suo primo bagno. Ci trovavamo nel bellissimo Mar Ligure, e alle Cinque Terre Alberto si è immerso, ricevendo il “battesimo del mare”. Scena comica per il nostro seminarista, che temeva l’acqua… Da nuotatore alle prime armi e con il tifo di 50 preadolescenti si è tuffato senza indugio, con due giubbotti di salvataggio e uno a portata di mano. Prontamente recuperato dallo staff di soccorso della barca, dopo aver ingerito diverse boccate d’acqua, è risalito tossendo, spaventato,

infreddolito e intimorito, ma consapevole della grande impresa da lui svolta.Alberto è stato sempre presente a ogni vacanza e ritiro, mettendo in gioco le sue carte migliori: una grande tenerezza e una estrema bontà d’animo. Tutti noi portiamo nel cuore il suo ricordo e la sua presenza, perché tanto ha donato a noi tutti e ci ha insegnato a rapportarci fra di noi con umiltà e soprattutto serenità. In un mondo in cui tendiamo a essere considerati solo numeri e a essere interpellati solo nel momento del bisogno, Alberto ha dato una grossa testimonianza in senso opposto. Non mancava mai un saluto, una domanda personale su come andasse la settimana, sui parenti e sugli amici. È sempre stato attento a tante situazioni e profondo nei messaggi e nelle predicazioni. Lo ricordiamo così, e quando si è allontanato dalla nostra comunità un senso di tristezza ha prevalso in noi. Consapevoli che la sua presenza fra di noi era un passaggio per la sua formazione sacerdotale, lo abbiamo aiutato e accompagnato verso delle nuove sfide, sempre più vicino alla sua meta.Un grande in bocca al lupo da noi tutti per il tuo futuro, Alberto!

Gli amici di Varese

Le Suore di Nostra Signora della Neve operanti presso la

Cappellaniadell’Istituto dei Tumori di Milano,

dove Alberto ha prestatoservizio pastorale come seminarista

nel 2014-2015

L’augurio della Comunità don Carlo Gnocchidi Varese, dove Aberto

ha prestato servizio pastorale nel 2015-2016

“PORTA ALLA GENTE QUEL GESÙ CHE

LE TUE MANI RENDERANNO

PRESENTE SULL’ALTARE”

“TI ACCOMPAGNIAMO VERSO LA TUA META, IN BOCCA AL LUPO!”