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La certezza Corso di Filosofia della conoscenza Lezione 7

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Page 1: La certezza Corso di Filosofia della conoscenza Lezione 7

La certezza

Corso di Filosofia della conoscenzaLezione 7

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Diversi tipi di assenso

Si chiama assenso l’atto con il quale la ragione aderisce a quanto ha appresoPoiché il contenuto proposizionale di ciò che si apprende non è sempre evidente, si hanno diversi tipi di assenso dato, rifiutato o sospeso:– Certezza– Dubbio– Opinione– Fede– Errore

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Definizione di certezza

La certezza è lo stato della mente che aderisce fermamente e senza alcuna esitazione ad una veritàEssa è uno stato soggettivo in cui si formula un giudizio perentorio, che esclude ogni dubbioCiò che è evidente può essere detto “certo”Una proposizione il cui contenuto generalmente non si realizza è invece detta “incerta”

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Certezza ed evidenza

L’evidenza è la presenza di una realtà che si dà in modo chiaro ed inequivocabile: il fatto per cui il conosciuto è di fronte al conoscente nella propria realtàEssa è l’unico fondamento sufficiente della certezza ed è un fondamento oggettivo e non soggettivo (come le idee chiare e distinte cartesiane)

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Certezza e verità

La certezza non si identifica con la verità pur essendo connessa ad essaEssendo la certezza una condizione del soggetto, la volontà potrebbe comandare l’assenso o il dissenso nei confronti di verità non evidenti e, quindi, possibilmente falseIn tal caso, mancando un fondamento obiettivo alla certezza, questa sarebbe del tutto soggettivaVi è propriamente certezza quando l’intelletto aderisce a una proposizione vera

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Evidenze immediate

Ciò che viene sperimentato direttamente dai sensi è anche conosciuto immediatamente dall’intelletto ed è chiamata certezza sensibileAnche i primi principi - come il principio di non contraddizione - sono colti immediatamente dall’intelletto senza discorsività o deduzioneI primi principi non sono innati, ma derivano per induzione dalle certezze sensibili

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Libertà dell’assenso

L’evidenza immediata si impone da sé all’intelletto e in un certo senso lo forza all’assensoTuttavia, poiché l’uomo è dotato di libertà, l’intelletto può sospendere il giudizio e proporsi di dubitare di tutto, anche delle evidenze sensibili e dei primi principiCiò però è frutto di una libera decisione

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Evidenza quoad se e quoad nos

Si ha evidenza immediata anche nelle proposizioni per se notae, nelle quali il predicato è incluso nel soggettoMa la conoscenza del soggetto e delle sue proprietà può non essere a noi evidente (come nel caso: “Dio esiste”) perciò questa evidenza è detta quoad se

Il procedere discorsivo della nostra conoscenza passa quindi dalle proposizioni evidenti quoad nos a quelle che sarebbero anche più evidenti quoad se, se si conoscessero bene tutti i termini della proposizione

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Evidenze mediate

Sono evidenze mediate tutte quelle raggiunte attraverso un ragionamento, come le conclusioni della scienzaLa causa delle conoscenze mediate è la conoscenza delle verità immediate (evidenze sensibili, primi principi e proposizioni per se notae) sulle quali si fonda il ragionamentoLa verità del giudizio mediato si conosce nella sua proposizione e non nelle proposizioni da cui dipende: è una nuova conoscenza vera raggiunta per dimostrazione

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Gradualità della certezza

Aristotele: “non dobbiamo cercare lo stesso grado di certezza in tutte le cose”Non tutto in natura avviene necessariamenteNon identificare i termini: analitico, a priori e necessarioNei fenomeni fisici si ha contingenza, accidentalità e indeterminazioneNei fenomeni umani si ha libertà soggetta alla moralità e non al puro arbitrioPer diverse scienze ci sono diversi tipi di certezza

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Il dubbio e l’opinione

Corso di Filosofia della conoscenzaLezione 8

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Definizione di dubbio

Il dubbio è lo stato psicologico in cui l’intelletto oscilla fra l’affermazione e la negazione di una proposizione determinataNel dubbio negativo, non si hanno motivi sufficienti per alcuno dei due casiNel dubbio positivo, si hanno motivi di ugual peso per entrambi i casi

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Valore gnoseologico del dubbio

Il dubbio presuppone almeno un barlume di verità, nonché l’aspirazione al possesso della verità pienaÈ uno stato potenziale dal quale si tende naturalmente ad uscire per trovare la quiete della veritàLa sospensione del giudizio può essere richiesta dal problema in questione, ma non può dirsi uno stato nel quale sia bene indugiare volontariamenteNel domandare invece si manifesta il desiderio di sapere

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Impossibilità del dubbio universale

“Dubitare di tutto” è una proposizione in sé contraddittoria: se fosse vera, negherebbe se stessa (essendo non dubbia) per cui non può essere che falsaSi può dubitare di qualcosa solo se non si dubita di tuttoSant’Agostino: “la coscienza di dubitare è un fatto immediato di coscienza pura nel quale non è possibile errare”; in se stessa la cogitatio è infallibile; se si negasse la sua infallibilità non si potrebbe conoscere niente

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L’opinione

È l’assenso alla verità di una parte della contraddizione, con il timore che la verità stia nella parte oppostaÈ un assenso non fermo determinato dalla libera volontà che orienta ad una delle partiNon è un assenso pieno come quello caratterizzato dalla certezza

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Opinione e certezza

Non è giustificabile ritenere certo ciò che è opinabile oppure opinabile ciò che è certoUn’opinione potrebbe essere sostenuta con tanta forza da trasformarsi in certezza, ma sarebbe una certezza soggettiva e poco ragionevoleLa propensione soggettiva per una delle parti si discosta dall’attenersi alla realtà oggettiva

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Opinione e contingenza

L’opinione è un giudizio relativo al contingente e poiché non tutto è contingente, non tutto è opinabile

Non è ammissibile opinare su ciò che è necessario, che non può essere diverso da come èL’uomo deve passare dalla doxa, conoscenza instabile, alla epistéme, conoscenza certa e stabile, che culmina nella sophía, la conoscenza perfetta alla quale l’uomo può solo tendere senza mai possederla in modo pieno e perfetto

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Relativismo e pluralismo

L’uomo ha capacità conoscitive limitate per cui è logico avere opinioni, ma non ha senso mettere tutte le opinioni sullo stesso piano o considerare tutto opinabile (relativismo)

Si dà un progresso nella conoscenza della verità e le opinioni si rettificano ed anche nell’ambito del contingente si possono avere conoscenze progressivamente più certe

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La fede

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Fede e opinione

Nel linguaggio ordinario si usa dire “credo” invece di “mi pare” per cui si confonde la fede con l’opinioneLa differenza tra fede e opinione sta nel fatto nella fede la volontà muove l’intelletto ad assentire con certezza fondandosi sulla testimonianza e l’autorità di un altro

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Fede ed evidenza

Nella fede non c’è il timore di sbagliarsi e quindi essa è un tipo di certezzaLa certezza di evidenza si basa sulla manifestazione obiettiva della verità mentre la certezza di fede si basa sulla credibilità del testimoneDal punto di vista dell’essenza del conoscere la prima è più perfetta, ma la seconda può essere più perfetta quanto alla fermezza

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Libertà della fede

La certezza di fede è libera perché dipende dalla volontà che, conosciuta la testimonianza e la credibilità del testimone, non è obbligata all’assenso. L’assenso è visto come un bene particolare, ma non assoluto e inoltre non è cogente, poiché l’attenzione dell’intelletto può essere portata altroveLa certezza di evidenza invece è libera solo in questo secondo senso indiretto, in quanto l’intelletto può non considerare la realtà che gli si presenta; ma nella fede il contenuto non si presenta direttamente all’intelletto

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Credibilità

Credere qualcosa è sempre credere a qualcunoLa maggioranza delle nostre conoscenze si basano sulla fiducia e testimonianza di altriDiffidare sistematicamente degli altri rende impossibile la vita sociale e la stessa comunicazioneL’atto di fede è formalmente intellettivo, ma la decisione della volontà è sempre necessaria

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Fede soprannaturale

Poiché il testimone credibile parla in nome di Dio, è Dio stesso che parla al credente attraverso lo strumento umanoL’accoglienza della parola di Dio richiede una buona disposizione per un impegno esistenzialeL’intelligenza ha bisogno del lumen fidei e la volontà ha bisogno della graziaSan Tommaso: “Il credere è l’atto dell’intelletto che assente alla verità divina, imperato dalla volontà mossa da Dio mediante la grazia”

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Proprietà della fede soprannaturale

Certezza maggiore – quanto a fermezza – di quella della luce dell’intelletto, fondandosi sulla Verità prima infallibileTanta intima sicurezza nell’aderire a verità razionalmente non evidenti è il paradosso di un’oscura chiarezza, conseguenza del dono della grazia soprannaturale