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L’ORA DI LEZIONE NON BASTA La comunità che fa crescere la scuola Associazione Senza Zaino - Per una scuola comunità GENNAIO 2018

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L’ORA DI LEZIONE NON BASTA

La comunità che fa crescere

la scuola

Associazione Senza Zaino - Per una scuola comunità

GENNAIO 2018

SOMMARIO

L’ORA DI LEZIONE NON BASTA .................................. I

Il Bando .............................................................................................. 1

La povertà educativa in Italia ................................................................. 2

La comunità che fa crescere la scuola ..................................................... 9 L’Approccio Globale al Curricolo .................................................... 9

Tre modelli, tre paradigmi .......................................................... 10

I 7 aspetti chiave della didattica ................................................. 13

La governance e il manuale della scuola ................................................. 16 La precarietà della scuola (plesso) e la gestione per processi .......... 16

Il Manuale della scuola .............................................................. 17

Azioni progettuali: le mappe ................................................................. 20 Le mappe e i luoghi ................................................................... 20

Le due mappe fondamentali ....................................................... 21

Azioni progettuali: i 7 luoghi del progetto ............................................... 22

Fare formazionE .................................................................................. 32

La governace del progetto .................................................................... 33

Requisiti e impegni necessari per la partecipazione delle scuole ................. 35

Soggetto Valutatore ............................................................................. 37

Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Psicologia .................... 37

Bibliografia ......................................................................................... 38

IL BANDO

L’obiettivo del Bando è la promozione del benessere e della crescita

armonica dei minori, in particolare di quelli a rischio, in situazione di

vulnerabilità economica, sociale, culturale, o che vivono in aree e territori

fortemente svantaggiati.

Anche per prevenire precocemente varie forme di disagio (dispersione e

abbandono scolastico, bullismo e cyberbullismo, comportamenti violenti,

gravi disordini alimentari, uso di sostanze, ecc.)sembra necessario

garantire efficaci opportunità educative, svilupparemaggiormente

l’alleanza con le famiglie e il territorio, rafforzarele competenze dei giovani

e la loro preparazioneal lavoro,favorirela capacità di innovazione dei

soggetti che si assumono la responsabilità educativa (comunità

educante).

Sulla base degli obiettivi indicati dal Bando, è elaborato un Progetto di

intervento denominato “L’ora di lezione non basta” (LODLNB), a carattere

nazionale.

Il Soggetto responsabile del Progetto, che ne organizza e coordina le

azioni,è l’Associazione Senza Zaino - Per una scuola comunità, con sede a

Lucca.

2

LA POVERTÀ EDUCATIVA IN ITALIA

La povertà educativa è qualcosa di più della semplice povertà

economica.Essa fa riferimento non solo e non tanto alla povertà di mezzi e

risorse, quanto all’esistenza o meno della capacità di un soggetto di poter

essere e fare qualcosa, di agire nella realtà in modo competente.

L’azione competentenon riguarda il mero possesso di saperi e di

conoscenze ma, in senso più ampio, la reale possibilità di scegliere, agire,

intervenire nel mondo, impiegando in modo finalizzato le proprie risorse

nella realizzazione di «funzionamenti» della propria vita.

L’organizzazione Save the Children– che ha fatto propriele teorizzazioni

sulla tematica delPremio Nobel Amartya Sen e della filosofa statunitense

Martha Nussbaum e l’analisi generale della Convenzione ONU sui diritti

dell’infanzia - ha precisato quattro dimensioni della povertà educativa,

mettendone in risalto il carattere multidimensionale.

La prima dimensione riguarda l’apprendimento per

comprendere: si tratta di acquisire le competenze di cittadinanza

di base che sono necessarie per conoscere, trasformarela realtà e

poter vivere nel mondo attuale.

La seconda dimensione è l’apprendere per essere: si puntualizza

il rafforzamento della motivazione che muove il soggetto verso

direzioni volute, in relazione alle proprie aspirazioni, talenti,

vocazione; nel contempo, mette l’accento sulla la capacità di

controllare i propri sentimenti e le proprie emozioni anche in

situazione di difficoltà e stress.

La terza dimensione pone l’enfasi sull’apprendere per vivere

assieme: è messa in luce la possibilità di instaurare relazioni

positive di carattere interpersonale e sociale, cooperando,

comunicando, mettendo in campo empatia e capacità di

negoziazione: l’essere umano è visto dalla prospettiva di “essere in

società”.

3

Infine, la quarta dimensione riguarda l’apprendere per condurre

una vita autonoma e attiva: la sottolineatura cade sul

rafforzamento delle possibilità di vita, della salute e dell’integrità,

della sicurezza1.

Queste quattro dimensioni possono, d’altra parte, rientrare nella

definizione spesso utilizzatadi “competenza”, la quale

ricomprendeilsapere, il saper fare, il saper essere.

Si tratta di una definizione che può applicarsianche alle Competenze

chiave per l’apprendimento permanente e di cittadinanza2,imprescindibile

punto di riferimento europeo, nazionale e anche per il Progetto L’ora di

lezione non basta (LODLNB). Esse sono:

1. competenza alfabetica funzionale

2. competenza multilinguistica

3. competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e

ingegneria

4. competenza digitale

5. competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare

6. competenza in materia di cittadinanza

7. competenza imprenditoriale

8. competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.

Per il ProgettoLODLNB è importante tener conto del carattere

multidimensionale della povertà educativa.

Consideriamo innanzitutto lapovertà economica, che non coincide con

quella educativa, ma che ha comunque un peso importante.

Le statistiche ci dicono che in Italia la spesa sociale è diminuita3, mentre

nel contempo è triplicata l’incidenza della povertà assoluta: nelle famiglie

con almeno un minore,tra il 2005 e il 2015,si è registrato un aumento di

quasi 7 punti percentuali, passando dal 2,8% al 9,9%; secondo i dati

1 Save The Children (2017).Atlante dell’infanzia a rischio. Lettera alla scuola. Roma: Treccani, p. 152 e ss. 2Queste competenze sono aggiornate rispetto alla Raccomandazione del 18 dicembre 2006 del Parlamento e del Consiglio Europeo, con la Raccomandazione del 23 maggio 2018. 3 È quanto sostiene il rapport Save the Children citato (p. 152).

4

ISTAT riferiti all’anno 2016,sono 1.292.000 i minori in condizione di

povertà assoluta4.

Il fenomeno migratorio è un altro elemento da tenere presente in

quanto, sappiamo, pone la delicata questione dell’integrazione culturale e

socialeche, se non ben guidata e organizzata,può contribuire a fenomeni

di esclusione, devianza, insuccesso, costituendo una spinta forte verso

l’impoverimento educativo.

Si pensi che il totale di alunni con cittadinanza non italiana, nell’anno

scolastico 2015/2016, erano 814.851. Dieci anni prima: 431.211 - quindi

quasi la metà - e ancora dieci anni prima: 50.322, con un incremento nel

2016 pari a 16 volte.

Un simile afflusso sta comportando, per le scuole e le reti sociali pubbliche

e informali,uno sforzo di adeguamento dei contesti educativi non sempre

facile da finalizzare, per mancanza di mezzi e strategie adeguati5.

Si parla di un impoverimento del nostro Paese anche in riferimento ai

migranti che vanno.Giovani dotati e laureati, non trovando spazio e

occupazione in Italia, preferiscono la strada dell’espatrio.

Nel 2016, secondo una stima della Fondazione Migrantes, oltre 124mila

nostri connazionali si sono trasferiti all’estero. Il 39% degli “expat” rientra

nella fascia 18-34 anni, con un balzo di oltre il 23% rispetto all’anno

precedente. Questo fenomeno impoverisce senza dubbio le risorse

dellecomunità locali, che si trovano deprivate di una parte importante

della fascia attiva della popolazione.

L’occupazione e il lavoro sono un altro aspetto che può concorrere alla

composizione del quadro della povertà educativa.

Nel 2018 è stato registrato un calo del tasso di disoccupazione tra gli

under 25 che è arrivatoal -7,2% in un anno; tuttavia rimane al 32,7%,

che è più di 8 punti percentuali superiore alla media europea (16,2%)6.

Né si può sottacere, come altro dato significativo, il preoccupante record

dei Neet (Not in Education, Employment or Training), ovvero di

queigiovani che non lavorano e non studiano: tra i 15 e i 29 anni,nel

2017,erano 2,2 milioni, cioè uno su quattro in questa fascia di età, e quasi

4 Save The Children, cit., p. 152 -153. 5Save The Children, cit., p. 139. 6 Barbieri F. & MagnaniA. (2019).Giovani, le 10 emergenze che la politica non può ignorare, in http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-01-14/le-10-emergenze-giovani-migliora-occupazione-ma-resta-record-negativo-neet-181750.shtml?uuid=AEzPjbiD&nmll=2707.

5

400mila in più rispetto al 2008.Si tratta di un ulteriore elemento che

descrive la multidimensionalità della povertà educativa7.

Un altro fenomeno da considerare con attenzione è poi il grado

scolastico raggiunto dalla popolazione italiana.

Secondo l’OCSE, solo il 18% della popolazione nel nostro Paese ha una

laurea o un diploma postsecondario. Nella fascia tra i 25 e i 34 anni,la

situazione è più confortante, perché si sale al 26%, ma la media europea

è comunque assai più alta: raggiunge infatti il 40%, con punte del 52% in

paesi come il Regno Unito.

In definitiva, la presenza nelle famiglie di titoli di studio bassi può

costituire un elemento che concorre alla povertà educativa del contesto in

cui sono inseriti bambini e adolescenti.

Il quadro multidimensionale che si sta descrivendonon può non

considerare la presenza di bambini e di ragazzi portatori di bisogni

educativi speciali (BES).Secondo le stime del Ministero dell’Istruzione,

sono circa 215mila gli alunni con disabilità, mentreoltre 90mila quelli con

disturbi specifici dell’apprendimento. A questi studenti, dobbiamo

sommare gli 80 mila che presentano la sindrome ADHD (Disturbo da

Deficit di Attenzionee Iperattività). Nel complesso, sono circa 400 mila gli

alunni con difficoltà cognitive evidenti. Un dato significativo relativo a

questo aspetto è il numero dicertificazioni che attestano

situazioniproblematiche di varia natura,aumentato del 37%solo tra gli anni

scolastici 2010/2011 e 2011/2012.8.

L’indagine ISTAT realizzata nel 2014 ci offre il quadro relativo al fenomeno

del bullismo9. Poco più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha

subito qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento.Il 19,8%

degli adolescenti denuncia di essere stato vittima di azioni di bullismo. Il

gruppo più numeroso che ha avuto esperienza di atti di prepotenza è

quello dei più giovani, sotto i 14 anni.

Il bullismo tende a prendere una forma particolare, dai trattidrammatici,

quando i ragazziutilizzano isocial: per aggredire il fenomeno del

cyberbullismo e intervenireefficacemente contro gli attacchi a soggetti

7 Ibidem. 8Ciambrone R. (MIUR, Ufficio disabilità), Alunni con bisogni educativi speciali, sono circa 1 milione, in https://www.orizzontescuola.it/sono-circa-milione-bes-italia. 9Rai News, Più della metà dei ragazzi è vittima di bullismo, 27/1/2018, in http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/dati-istat-2014-un-ragazzo-su-due-vittima-di-bullismo-in-particolare-donne-residenti-nel-nord-italia-a9b0b09f-fdcd-4dc.

6

deboli, veicolati dai potenti strumenti della rete, è necessario un impegno

del tutto nuovo e l’impiego di mezzi specifici, predisposti ad hoc.

Si deveinoltre considerare l’influenza,in parte ancora da

decifrare,delcambiamento demografico in atto, capace di rivoluzionare i

rapporti tra classi di età.

Solo per dare alcuni dati sintomatici del fenomeno, ci basti sottolineare

che il numero dei bambini (0-6 anni), nel periodo compreso tra il 1982 e il

2016, si è ridotto di 1 milione e 215 unità. La riduzione sale a ben 6

milioni e 713 mila se si considera, nello stesso periodo, la fascia di età da

0 a 24 anni. Mentre nel 1982 vi erano sette adulti (soggetti oltre i 24

anni) per ogni bambino da 0 a 6 anni, nel 2016 ne abbiamo dodici sempre

per la stessa fascia d’età10. Si tratta di uno stravolgimento importante,

con un’incidenza socio-educativa la cui portata è ancora da studiare e

comprendere a fondo.

Nel Rapporto MIUR del gennaio 2018sul contrasto del fallimento

formativo11, si evidenzia la connessione tra la povertà educativa el’attuale

difficoltà del sistema scolastico a ricoprire la “decisiva funzione

democratica di ascensore sociale, che ha avuto dall'Unità d'Italia e, in

modo molto marcato, dopo la nascita della scuola media unificata nel

1963”12.

In molti casi e in determinate aree del Paese - ci riferiamo in particolare al

Sud - la scuola non riesce a riequilibrare le situazioni di svantaggio

familiare e sociale.

Come denuncia Save The Children, «se si esaminano i ragazzi con i livelli

più bassi di competenza nei saperi irrinunciabili della matematica di base e

della lettura (lowachievers), il 36% dei quindicenni figli di poveri non

raggiunge le competenze minime in matematica e il 29% in lettura e

comprensione di semplici testi. E, ancora una volta, vi è un forte divario

territoriale: i quindicenni con basse conoscenze in lettura e in matematica

sono, rispettivamente, il 23% e il 20% ma al Sud sono il 34 % e il 30%.

Se poi teniamo presenti i dati PISA 2015, dobbiamo prendere atto che un

terzo degli studenti 15enni non raggiunge un livello di competenze

sufficiente almeno in lettura, matematica e scienze. Anche nelle ripetenze

relativamente ai 15enni, l’Italia fa registrare un tasso del 15,1 % che è di

10Nostra elaborazione su dati ISTAT. 11MIUR (2018).Una politica nazionale di contrasto del fallimento formativo e della povertà educativa.Roma, gennaio 2018, p.15. 12MIUR, op. cit., p.15.

7

4 punti al di sopra della media OCSE, mentre invece nella primaria il tasso

si aggira intorno al 1,2%»13.

I nuovi dati a disposizione del MIUR ci consentono di avere un quadro più

chiaro sulla dispersione scolastica, grazie anche all’istituzione

dellaAnagrafe Nazionale degli Studenti14.In sintesi,poiché l’attuale tasso di

abbandono scolastico potenziale (in un anno) si attesta all’1,35% nella

scuola secondaria di I grado e al4,5% nella scuola secondaria di II grado,

risultanoa rischio di dispersione circa 23.000 studenti nella scuola

secondaria di I grado e 112.000 nella scuola secondaria di II grado.

Questi dati sono tra l’altro compatibili con la stima della presenza di

620.000 abbandoni precoci del sistema formativo e scolasticonell’arco di

sei anni.

Certamente l’Italia ha compiuto progressi significativi nell’ultimo

ventennio; tuttavia i dati riportati ci parlano di circa 130.000 studenti

della scuola secondaria di I e II grado che abbandonano precocemente la

scuola. Il che – per dare un’immagine – corrisponde alla scomparsa di

quasi 6.000 classi. Di qui la metafora di una sorta di “grande bastimento

alla deriva” evocato efficacemente dall’Atlante dell’Infanzia a rischio di

Save the Children15.

Nel Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile in Italia del 201516,

si mette in evidenza come la povertà educativa non riguardi solo il basso

livello di istruzione o la mancata acquisizione di competenze per la vita

reale, da parte dei minori.Essa infatti ci obbliga a considerare la rete

sociale più ampia in cui i bambini e i ragazzi sono inseriti.

La povertà educativa, in pratica, è la risultante di tutte le componenti

finora considerate, che depauperano progressivamente il tessuto sociale in

cui il soggetto minore si trova inserito. E, oltre alla povertà economica,

riguarda le carenze abitative, il malfunzionamento dei servizi sociali e

sanitari, l’insussistenza di spazi accessibili e di occasioni di gioco, la

mancanza di luoghi e momenti di cura a tutela dell’infanzia.

Il Rapporto appena citatoevidenzia che, nel 2017, considerando l’indice di

inclusione sociale, l’Italia, a livello internazionale, è passata dal 18° al 21°

posto.

13 Save The Children, op. cit., p. 227. 14 Istituita con DL. 15 aprile 2005 n.76 per favorire la realizzazione del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione e la vigilanza sull'assolvimento dell’obbligo scolastico e formativo (si veda anche il successivo DM n. 74/2010 che ne ha dato completa attuazione. 15 Save The Children, op. cit., p. 276. 16 ISTAT (2015), BES – Il Benessere Equo e Sostenibile in Italia, (citato anche nel Bando Nuove Generazioni).

8

Concludiamol’analisi con le parole che il MIUR, nel già citato Rapporto sul

contrasto del fallimento formativo, utilizzain riferimento al problema della

dispersione scolastica.Riteniamo infatti che, per estensione, sia

possibile considerare valide queste affermazioni,anche in riferimento al

fenomeno multidimensionale della povertà educativa.

«È un universo o, per dirla con una figura mitologica, un mostro a cento

teste. E combattere un mostro a cento teste impone interventi multipli,

variati, flessibili eppure costanti, sempre diversamente calibrati:

strumenti, tattiche, approcci differenti ma entro un unico piano ben

guidato e seguito nel tempo.»17

17MIUR, op. cit., p. 6.

9

LA COMUNITÀ CHE FA CRESCERE LA SCUOLA

Il Progetto L’ora di lezione non basta (LODLNB)18vuole raccogliere

lasfaccettata sfida che la povertà educativapone al nostro Paese.

L’obiettivo di partenza è migliorare l’attività scolastica, anche sulla base

dell’esperienza maturata in più di 420 scuole (plessi) in Italia che

aderiscono al Movimento Senza Zaino.

LODLNB parte dal presupposto che un’ampia comunitàlocale veramente

capace di contrastare la povertà educativa possa trovare nella scuola il

punto di riferimento principale per connettere le diverse agenzie culturali,

sociali, educative, sanitarie, economiche, amministrative, pubbliche e

private, di un dato territorio.

Al tempo stesso,la vivacità della comunità locale diviene occasione di

crescita, innovazione, trasformazioneper la scuola19 medesima.

Dunque, l’obiettivo principale del Progetto LODLNB è quello di far

diventare il plessouna vera scuola-comunità, perno dello sviluppo di una

più ampia comunità educante ecapace di animare la rete

socialeall’interno della quale sono inseriti i bambini e i ragazzi.

Lascuola-comunità può essereil luogo di promozione di tale rete, nella

misura in cui sa elaborare e condividere una vision che realizzi pratiche

educative coerenti e integrate.

L’Approccio Globale al Curricolo

LODLNB fa propria la visione dell’Approccio Globale al Curricolo, che

ispira il Movimento delle scuole Senza Zaino20e che si fonda su tre valori:

l’ospitalità,la responsabilità, la comunità21.

18 Il titolo si ispira al libro di Marco Orsi (2015),L’ora di lezione non basta.Rimini: Maggioli. 19 Per “scuola” però intendiamo quello spazio fisico e relazionale che spesso è identificato con la parola di sapore burocratico plesso. 20 L’approccio innovativo di Senza Zaino ha avuto un riconoscimento internazionale in quanto inserito in un repertorio dell’OECD – CERI: cfr. Paniagua A. &Istance D., (2018). Teachers as Designers of Learning Environments. Paris: OECD Pubilshing.

10

In particolare,l’Approccio Globale al Curricoloprospettaalla scuolauna

progettazione focalizzata sull’ambiente formativo, che implica

l’allineamento dei fattori hardware (spazi, arredi, strumenti didattici, ecc.)

e dei fattori software (valori, strategie, obiettivi,metodi, sistemi di

valutazione, ...). Inizialmente è dunque necessario ripensare il setting

d’aula, affinché diventi funzionale alle pratiche didattiche proposte. Gli

elementi hardware e softwaresi intrecciano gli uni negli altri: l’esperienza

scolastica è formativa nel suo complessoed è dunque necessario

progettarla nella sua globalità, senza lasciare niente al caso.Questo

allineamento dello spazio educativo coinvolge - come spiegheremo in

seguito - 7 luoghi,che sono da vedersi non solointerni allascuola, ma

anche esterniad essa,cioè qualificanti l’intera comunità educante

locale.

LODLNB intende proporre tre modelli educativi di riferimento: il modello

dell’artigiano, il modello drammaturgico, il modello del gioco.

Si tratta di tre modelli che debbono essere valorizzati, elaborati e

promossi in una dinamica di contaminazione tra il dentro e il fuori

l’ambiente scuola, immaginando un continuum e un interscambio costante

tra le varie agenzie del territorio.La prospettiva è quella di far prosperare

la comunità educante in quanto rete educativa e sociale responsabile della

maturazione e la crescita delle nuove generazioni.

Tre modelli, tre paradigmi

21 Orsi M. & coll. (2016). A scuola Senza Zaino. Trento: Erickson.

Il primo modello, quello

dell’artigiano, pone attenzione ai

diversi ruoli che l’insegnante,

l’educatore, il genitore -

genere- possono

sull’esempio del maestro di

bottega. Sono ruoli che hanno a

che fare con azioni relativ

dimostrare, al far vedere

all’incoraggiare; modalità

intervento che risultano

affiancamento che frontal

educativi nei quali l’imitazione

svolge una funzione importante.

Nel contempo, il modello

dell’artigiano sottolinea la

necessità di attrezzare

adeguatamente il luogo di

lavoro (l’aula, la scuola

laboratori, i vari spazi della

comunità,ecc.) in modo

ordinati e funzionali alle attività.

Il cosiddetto tinkering

diremo,potrebbe costituire una

valida situazione di

apprendimentoin cuiproduzione

artistica e lavoro manuale si

legano efficacemente a

procedure di lavoroe al

dicoding.

I valori in gioco sono quelli

dell’imprenditorialità, della

creazione, della responsabilità.

Nella comunità locale

essere coinvolti i mondi del

commercio, della produzione

artigiana e industriale, del

terziario: questi “mondi” diventano

così luoghi di incontro tra scuola e realtà produttiv

forte potenzialità educativa.

, quello

pone attenzione ai

insegnante,

l’adulto in

giocare

maestro di

. Sono ruoli che hanno a

azioni relative al

far vedere,

modalità di

che risultano più di

affiancamento che frontali;contesti

l’imitazione

importante.

il modello

sottolinea la

attrezzare

adeguatamente il luogo di

la scuola, i

i vari spazi della

) in modo da essere

ordinati e funzionali alle attività.

tinkering, come

potrebbe costituire una

situazione di

imentoin cuiproduzione

manuale si

a rigorose

procedure di lavoroe all’attività

sono quelli

imprenditorialità, della

creazione, della responsabilità.

locale,possono

sere coinvolti i mondi del

commercio, della produzione

artigiana e industriale, del settore

questi “mondi” diventano

luoghi di incontro tra scuola e realtà produttiva,creano unafitta

educativa.

fitta rete a

12

Il modello drammaturgicopone l’accento sui modi di impiego della voce,

sull’uso appropriato del corpo e della gestualità, sulla sintesi tra ragione

ed emozioni, sulla capacità dell’educatore di presentare i contenuti

suscitando la passione per la conoscenza.

Il teatro, il cinema, la musica - e in genere l’arte - sono, ad un tempo,

mezzi e luoghi di ispirazione che possono già trovarsi nel contesto della

comunità locale o cheè possibile promuovere e potenziare, perché

divengano occasioni per migliorare la relazionetra le persone della rete

sociale,ma anche l’azione didattica e la vita a scuola.

L’ultimo modello, quello del gioco, genera modalità di apprendimento

legate alla sfida, all’immersività, alla simulazione, in un contesto dove

apprendere è sì impegno, ma anche piacere e divertimento.

Nel gioco, sono le regole a guidare le mosse dei giocatori, la lealtà e lo

spirito di gruppo a fare da valori di fondo. Nella comunità locale, inclusa

la scuola, possiamo trovare un riferimento nelle associazioni che

promuovono glisport e nei gruppi formali e informali che praticano games

di variogenere: videogames, giochi da tavolo, diversi tipi di costruzioni,

giochi di ruolo, cosplay (giocare indossando il costume del proprio

eroe/personaggio preferito).

Il filone della gamificationmette in rilievo come l’approccio

all’apprendimento può trovare, nell'utilizzo delle caratteristiche del gioco e

delle tecniche di game design, un canale efficace per la crescita eil

potenziamento delle competenzedi bambini e ragazzi.

In generale, con LODLNB, si intende realizzare un collegamento tra

scuola e il mondo della musica, del teatro, dell’arte dello sport,

dell’economia e della produzione, dei servizi alle persone, che abbia

quattro obiettivi:

- dare occasioni ai bambini e ai ragazzi diconoscere la realtà

circostante in tutti suoi aspetti, una realtà che in questo modo diviene

oggetto di studio interessante e coinvolgente

- offrire stimoli al fine di migliorare le pratiche didattiche e

diarricchire i modi di interpretare la figura docente e di educatore

- sollecitare le attività di service learning che impegnano la scuola, gli

studenti e i docentinella realizzazione di prodotti e servizi per la

comunità,perché i ragazzi sperimentino l’utilità delle competenze

raggiunte e la scuola sia efficacemente integrata nella comunità locale

- promuovere l’attenzione e l’impegno delle varie agenzie

comunità locale nei confronti della scuola

adeguati di incontro.

I 7 aspetti chiave delladidattica

tre modelli educativi appena descritti

1. Il ruolo formativo dell’

dalla ridefinizione dello

di lavoro e di dotarlo di strumenti didattici

che la disposizione dello spazio e le dotazioni collegate veicolano il

messaggio educativo e definiscono quella cheThaler

l’attenzione e l’impegno delle varie agenzie

nei confronti della scuola, offrendo tempi e spazi

delladidattica

Il modello dell’artigiano, il modello

drammaturgico e quello del gioco

devono guidare le azioni delle scuole

e delle agenzie coinvolte della

comunità locale.

In particolare, coerentemente

quanto si afferma nel

necessario tenere ben presente che

primo livello d’intervento per la

prevenzione del disagio e della

povertà educativa è costituito

“cura della qualità dell’azione

didattica e della vita della

classe”.

In questo senso,i tre

educativi di riferimento dovranno

ispirare quotidianamente

scolastica e il lavoro degli insegnanti

e degli educatori.

Le scuole coinvolte dovranno

considerare con attenzione

pratiche di insegnamento

basano su7aspetti chiave

didattica, collegati strettamente ai

tre modelli educativi appena descritti.

l ruolo formativo dell’organizzazione degli spazi scolatici, a partire

dalla ridefinizione dello spazio aula, nel senso di organizzarlo in aree

dotarlo di strumenti didattici. Non vadimenticato, infatti,

che la disposizione dello spazio e le dotazioni collegate veicolano il

messaggio educativo e definiscono quella cheThaler e Sunstein

l’attenzione e l’impegno delle varie agenzie della

offrendo tempi e spazi

il modello

e quello del gioco

le azioni delle scuole

agenzie coinvolte della

coerentemente con

Bando,è

presente che il

llo d’intervento per la

del disagio e della

è costituito dalla

cura della qualità dell’azione

didattica e della vita della

modelli

dovranno

la vita

scolastica e il lavoro degli insegnanti

e scuole coinvolte dovranno

con attenzione le

che si

7aspetti chiave della

strettamente ai

a partire

nel senso di organizzarlo in aree

dimenticato, infatti,

che la disposizione dello spazio e le dotazioni collegate veicolano il

e Sunstein

14

chiamano la“spinta gentile” verso i valori e le scelte che si vogliono

affermare22.

2. La valutazione formativa intesa come incoraggiamento e

miglioramento di sé, piuttosto che come focalizzazione sui risultati e

sui voti: è la scelta di una valutazione mitefondata sulla motivazione

intrinseca, aperta all’appassionamento per l’esplorazione e la

conoscenza del mondo interiore ed esteriore, restìa a farsi ingabbiare

nella dinamica premi-punizioni, voti buoni e voti cattivi23,centrata sul

feedbackrelativo alcompito e mai sul giudizio rivolto alla persona24.

3. La scelta delle e nelle attività didatticheegli argomenti di studio,

chepromuove la responsabilità di ciascun bambino e ciascun ragazzo

per la propria crescita e il proprio apprendimento, anche utilizzando

strumenti di orientamento come il portfolio, l’autobiografia,

l’autovalutazione25.

4. La differenziazione dell’insegnamento, orientata a proporre

l’impiego di una varietà di metodi, prodotti e strumenti didattici,

guidata dalla diversità degli interessi, dei livelli di preparazione, delle

abilità, degli stili di apprendimento, attenta alle differenze di genere,

cultura elingua, alla ricerca costante del giusto equilibrio tra strumenti

tattili, digitali, iconici, astratto-simbolici26.

5. La flippedclassroom,in quanto metodologia che prevede il

rovesciamento della struttura scolastica: l’insegnante,invece di

spiegare in classe e chiedere di approfondire ed esercitarsi a casa,

predispone gli stimoli e i materiali per un’attività/lezione (molto

importanti a questo scopo risultano i video)pergli studenti,i quali sono

invitati a visionarliestudiarli in modo autonomo a casa. In classe,si

fanno esercitazioni e approfondimenti, mentre il docente accompagna e

aiuta personalizzando l’intervento. Si realizza l’aspetto del modello

dell’artigianoche individua il ruolo di facilitatore e affiancatore del

docente; al tempo stesso,gli studenti assumono la responsabilità per il

proprio apprendimento esviluppano autonomia e collaborazione

22 Thaler R. H & Sunstein C. R (2014). Nudge. La spinta gentile. La nuova strategia per migliorare le nostre decisioni su denaro, salute, felicità. Milano: Feltrinelli. 23 Questo argomento è presente in Orsi M. (2017). Dire Bravo non serve. Nuovo approccio alla scuola e ai compiti. Milano: Mondadori. 24Sackstein S. (2017). Peer Feedback in the Classroom. Empower Students to Be the Experts. Alexandria VA: ASCD. 25 Anderson M. (2016). Learning to Choose, Choosing to Learn. Alexandria VA: ASCD. 26Tomlinson C.A. &Imbeau M.B. (2012).Condurre e gestire una classe eterogenea. Roma: Las.

15

secondo la prospettiva della peereducation, inoltre si realizza la

differenziazione dell’insegnamento27.

6. La comunità professionale dei docenti come base per promuovere

la comunità educante allargata al territorio, al paese, al quartiere;tale

comunità si incentra sullo scambio di pratiche, le decisioni condivise in

merito alla conduzione della scuola (plesso) e della classe28.

7. L’attenzione ai compiti di realtà (o compiti autentici) come

importante finalizzazione delle attività didattiche, che aiutano gli alunni

a capire il senso dell’imparare e li mettono in condizione di praticare le

competenze apprese. In questo senso l’approccio del service

learning è da ritenersi una strada efficace29.

Questi aspetti chiave si intrecciano con un curricolo che dà particolare

rilevanza:

- allediscipline STEM(Science, Technology, Engineering, Mathematics)

- alla connessione tra i saperi inun’ottica interdisciplinare

- alla promozionedella cultura digitale in ogni suo aspetto.

27 Maglioni M. &Biscaro F. (2016). La classe capovolta. Trento: Erickson. 28 Orsi M., Orsi M.B. & Natali C. (2013). La comunità che fa crescere la scuola. Napoli: Tecnodid. 29Fiorin I. (2015). Oltre l'aula. La proposta pedagogica del service Learning. Milano: Mondadori.

16

LA GOVERNANCEE IL MANUALE DELLA SCUOLA

La precarietà della scuola (plesso) e la gestione per processi

La scuola in genere,ma in particolare le scuole nel nostro Paese, soffrono

di unacertainstabilità organizzativa, che si riflette sul lavoro d’aula,

nella didattica e nelle relazioni con gli studenti: precarietà e realtà

liquidasembrano essere itratti che spesso prevalgono.

In molti paesi europei, il turn over dei docenti è alto a causa delle

modeste prospettive di carriera;inoltre la cultura del professionista

autosufficientealimenta una sorta di individualismo didattico-pedagogico

per cui il singolo docente finisce per lavorare isolato dal resto della

comunità professionale. È emblematica in proposito la riflessione di

Fullan, autorevole consulente di OCSE-CERI, il quale ricorda che “la storia

della professione dell’insegnante è fondata sull’autonomia della classe.

Stare chiusi dietro la porta della classe, in un mondo tutto proprio,

significa due cose: che si ha la licenza di essere creativi e che si ha la

licenza di essere inefficaci. Ma se tu sei creativo e isolato, le tue idee non

circolano e non ci sono benefici per l’eventuale feedback. Se sei inefficace,

non puoi renderti conto della situazione e in ogni caso non ottieni alcun

aiuto”30. Ne discende una spiccata frammentazione degli interventi

educativo-didattici,aggravata,tra l’altro,dalla “chiusura”del docente nel

proprio ambito disciplinare31.

In Italia, a questi aspetti, si aggiungono la mancanza di un coordinamento

strutturato dello staff docenti della scuola (plesso) e una dirigenza

indebolita dal fatto dinon potersi avvaleredi unmiddle-managementdi

carriera.

Infine, la scuola, ma questo vale a livello planetario, è soggetta a una

molteplicità di richieste di rendicontazione e di pressioni sociali esterne

30Fullan M.(2015). Freedom to Change. Four Strategies to Put Your Inner Drive into Overdrive. San Francisco CA: Jossey Bass, p.53. 31Fullan M. (2012). Dirigere una scuola. I sei segreti della leadership trasformativa. Roma: ANICIA.

17

che la induconoaimpegnarsi in un’ampia gamma di iniziative e progetti che

rischiano di sopraffarla, generando una sorta di eterogenesi dei fini.

La liquidità e la precarietà organizzativa della scuolasonopertanto

elementi da non trascurare per combattere la povertà educativa,

considerando soprattutto che indagini nazionali e internazionali mettono in

evidenza come invece la coesione e la stabilità degli staff docenti

sianostrettamente correlate all’efficacia degli apprendimenti e a un solido

accompagnamento della crescita degli studenti.

Per questaragione, ilProgetto LODLNB punta a consolidare la dimensione

della comunità scolastica, rafforzando una gestione per processi che

coinvolga prima di tutto la didattica e la conduzione della classe, e poi le

regole e il funzionamento della scuola. Tutto ciò orientandosi verso

l’essenzialità dei contenuti di insegnamento e privilegiando

un’impostazione di sobrietà organizzativa.

La proposta dell’elaborazione delManuale della scuolavuole andare in

questa direzione.

Il Manuale della scuola

GliIstituti scolasticicoinvoltiaderiscono al Progetto LODLNB con

unascuola partecipante (plesso) di un dato territorio i cui docenti,

genitori e gli altri educatori sono motivati e interessati a sviluppare la

comunità dentro e fuori lo spazio scolastico.

Per promuovere la comunità nella scuola (plesso)e la più ampia comunità

educante, sembra necessario implementare alcuni strumenti di

governance, che possono avere nel Manuale della scuola il punto di

riferimento operativo e documentale.

Il Manuale della scuolaè lo strumento che raccoglie le decisioni su

processi,regole, organismi, nonché gli elementi salienti della storia della

comunità scolastica e della comunità locale.

È elaborato in conformità alle linee del Piano Triennale dell’Offerta

Formativa del sistema di autovalutazione del RAV.

Nel Manuale della scuola,sono individuati e precisati i processi

fondamentali della vita della scuola (plesso) e della vita della classe,

considerando i 7 aspetti chiave della didattica e i 7 luoghiche

descriveremo più approfonditamente in seguito.

18

Il Manuale è costituito da quattro sezioni fondamentali.

La sezione organizzativa

Raccoglie procedure chiave (istruzioni per l’uso), relativi a (esempi):

accoglienza, inserimento docenti novizi

accoglienza, inserimento docenti di nuova nomina

open day

gestione riunioni collegiali dei docenti

tenuta delle aule scolastiche e di laboratori

attribuzione di incarichi e responsabilità ai docenti

assegnazione del bonus di merito

organigramma della scuola

planning (calendario) della scuola

regolamento della scuola

gestione dello scambio delle pratiche didattiche

gestione del sistema di autovalutazione e valutazione

funzionamento della Fabbrica degli strumenti didattici

funzionamento del Consiglio dei bambini e dei ragazzi

Documenti: PTOF e PDM.

La sezione didattica

Raccoglie le schede per progettare le attività.

Repertorio di schede e liste:

obbiettivi disciplinari e di competenza (liste)

strumenti didattici (schede)

tecniche e metodiche inclusa valutazione formativa

(schede)

prodotti scolastici (schede)

modalità di valutazione sommativa o dei risultati (schede)

documenti: esempi di attività (modelli), progettazioni annuali (dei

docenti).

La sezione amministrativa

Prevede la raccolta sempreaggiornata dei documenti di funzionamento

di base (piano finanziario, circolari, orari, sicurezza, ecc.).

La sezione storica

In essa trovano posto i documenti della storia della scuola e della

comunità locale, relativi ad eventi, iniziative, persone.

Il cosa

Il come

Il cosa

19

Il Manuale della Scuoladovrà esserecartaceo, digitale e visivorimane

sempre a disposizione degli insegnantinella stanza docenti, che si

configura comecommunity point. La forma del manuale dovrà prodotta

a tre livelli:

cartaceo: uno o più raccoglitori (ad anelli) predisposti a vista su una

scaffalatura;

digitale: una o più cartelle nominate e visibili immediatamente sul

desktop del computer

visivo: alcune parti significative del Manualevengonoriportatein modo

curato su appositi pannellio “raccontate”sinteticamente invideoe

gallerie di immagini.

AZIONI PROGETTUALI: L

ZIONI PROGETTUALI: LE MAPPE

e mappe e i luoghi

Per riepilogare, nel

LODLNB, si intendono qualificare le

attività che si svolgono

“luoghi”della comunità locale,

interni ed esterni alla scuola

assumendo comeparadigmi

educativiil modello

drammaturgico, il modello

dell’artigiano, ilmodello del

gioco, sostenuti costantemente

7 aspetti chiave della didattica

I luoghidella comunità locale a cui

facciamo riferimento sono visti

innanzitutto nella loro dimensione

fisica e dunque allestiti anche

tramite interventi “strutturali”

(adeguamento degli spazi, degli

arredi, delle dotazioni di strumenti

didattici).

Inoltre, per ogni luogo

previste specifiche attività di

aggiornamento e

formazione,rivolteal personale

docente e agli altri soggetti

chiamati ad agirvidirettamente

Agli spazi fisici,possono affiancarsi

spazi virtuali o simbolico

(siti, social, giornalini,

L

el Progetto

si intendono qualificare le

attività che si svolgono nei

comunità locale,

interni ed esterni alla scuola,

paradigmi

modello

modello

modello del

costantemente dai

7 aspetti chiave della didattica.

della comunità locale a cui

sono visti

innanzitutto nella loro dimensione

allestiti anche

interventi “strutturali”

degli spazi, degli

delle dotazioni di strumenti

luogo, sono

attività di

aggiornamento e

l personale

gli altri soggetti

vidirettamente.

affiancarsi

spazi virtuali o simbolico-astratti

, giornalini, altri

21

strumenti di comunicazione visuale).

I soggettidestinatari (alunni, genitori e famiglie, docenti e educatori

della scuola e delle altre agenzie del territorio)sono coinvolti con modalità

e gradi di partecipazione diversi.

Le due mappe fondamentali

Ogni scuola partecipante, anche con l’aiuto degli esperti e degli strumenti

messi a diposizione del Progetto LODLNB,è invitata a realizzare 2 mappe.

1. La mappa della comunitàlocale, dove sono individuate e descritte le

varie agenzie che collaborano al Progetto.

La mappa è multimediale, nel senso che è realizzata in quattro formati:

digitale, utilizzando eventualmente un’appdi Minecraft

tattile, predisponendo un plastico

visuale, disegnando una carta del territorio

simbolica, tramite un report scritto.

La mappa della comunità è collocataall’interno della scuola in un posto

di evidenza comunicativa, cioè in uno dei punti di maggior afflusso.

2. La mappa dello studenteè la base per il portfolio personale di ogni

studente.

Per realizzarla, si impiegano strumenti idoneia rilevare gli interessi, le

competenze e gli stili di apprendimentodi bambini e ragazzi, al fine

di comporre unquadro esaustivo che aiuta nel percorso di

accompagnamento tutti i docenti e gli educatori e che rappresentaun

veroaggancio per lo sviluppo degli apprendimenti.

Si possono utilizzare strumenti come questionari online, interviste

strutturate o libere, modelli per l’autobiografia, focus groups, ecc.

Per il percorso educativo di bambini e ragazzi, individuare le forme di

connessione e di confronto tra le due mappe appena descritte può

diventare un’occasione feconda di sviluppo e di crescita per tutti.

AZIONI PROGETTUALI:

AZIONI PROGETTUALI: I 7 LUOGHI DEL PROGETTO

I luoghi del Progetto sono

Ogni scuola coinvolta nel Progetto

è tenuta a organizzare almeno

laboratori, di cui almeno

dalle mura scolastiche e riferiti ad

almeno 3 luoghi

diversi,prevedendo anche

attivitàin orario extra

scolastico.

Tutte le scuole predispongono

2mappe fondamentali.

Rispetto alleproposte specifiche

indicate nel Progetto

riferimento a ciascuno dei 7

luoghi, gli Istituti si impegnano

almeno ad attrezzare:

- la stanza docenti(community

point)

- leaule didattiche

- l’Agorà

- la Fabbrica degli Strumenti

didattici

- il Cantiere degli spazi

DEL PROGETTO

sono 7.

coinvolta nel Progetto

almeno 6

di cui almeno 3 fuori

riferiti ad

almeno 3 luoghi

prevedendo anche

orario extra-

predispongono le

proposte specifiche

indicate nel Progetto in

riferimento a ciascuno dei 7

impegnano

community

trumenti

Cantiere degli spazi.

23

1 - I luoghi di LAVORO

I luoghi di lavoro sono i luoghi della produzione e dei processi, ovvero

delle attività d'aula e laboratoriali, ma anche delle attività sociali,

economiche e culturali,promosse dalle varie agenzie presenti nella

comunità educante locale.

Sitratta di realizzare aule/laboratorio e laboratori/aula, in cui attivare

percorsi di apprendimento diversificati legati alla didattica innovativa,

anche con l’apporto dei genitori e delle varie agenzie del territorio.

I laboratori esterni influenzano quelli interni alla scuola e si connettono

allavoro d’aula.

In ogni luogo si svolgono attività specifiche previste dal Progetto.

Ogni luogo è disponibileper un suo utilizzo da parte di tutti i soggetti

coinvolti,anche in orari e tempi extra-scolastici e durante il periodo estivo.

Proposte specifiche

1) Aule didattiche

Le aule sono attrezzate in aree di lavoro e dotate di strumenti didattici

secondo ilModello delle scuole Senza Zaino, coinvolgendo gli insegnanti e

gli educatori nell’innovazione didattica e promuovendo i valori di

responsabilità, ospitalità, comunità.

Una particolare attenzione è rivolta alla didattica interdisciplinare e alle

discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics).

I metodi, i prodotti e gli strumenti sono scelti e utilizzati in modo che si

raggiunga il giusto equilibrio tra dimensione di apprendimento tattile,

digitale, iconica, simbolica.

2) Aula docenti

È il luogo della comunità professionale e dello scambio di pratiche, lo

spazioin cuisi predispone il lavoro didattico d’aulae si progettano le attività

nei laboratori, coinvolgendo anche l’interacomunità scolastica e la più

ampia comunità educante.

L’aula docenti è ilcommunity point dove è collocato il Manuale della

scuola.

3) Laboratorio di cucina

24

È lo spazio dove si impara a preparare i cibi, si riflette sul rapporto corpo-

mente, si incontrano le varie culture partendo dai modi di alimentarsi.

È anche il luogo che stimola il confronto e la riflessione sui grandi temi

degli squilibri mondiali e delle povertà.

4) Laboratorio artigianale (tattile e digitale)

La scelta di uno o più laboratori artigiani, anche sulla base delle peculiarità

artistiche e culturali locali, diventa occasione per mettere assieme la mano

e la mente, l’ideazione e la realizzazione pratica.

Il laboratorio artigianale può impiegare tecnologie digitali avanzate e/o

meccaniche e/o manuali (ad esempio,lavoro con stoffe, riparazione

biciclette, cartapesta, falegnameria, grafica, coding e robotica, uso di

stampanti 3d, arts).

Il tinkeringè da considerarsi un approccio che valorizza questo luogo32.

2 - I luoghi della COMUNICAZIONE

Sono i luoghi dove sielaborano le presentazioni e le illustrazionirelative ai

prodotti, alle esperienze e ai messaggi della comunità educante locale

(scuola e extra-scuola), nonché gli spazi dove si realizza la loro diffusione

attraverso vari media.

Proposte specifiche

1) Lo spazio del racconto

32Tinkering è un termine inglese che significa letteralmente armeggiare, adoperarsi, darsi da fare. Si tratta di una sorta di“palestra” per aspiranti maker, nella quale si prova a “pensare con le mani”, di un metodo educativo che avvicina bambini e ragazzi allo studio delle materie STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) in modo pratico, giocando.Il polo di riferimento per il tinkering in Italia è il Museo Nazionale di Scienza e Tecnologia “Leonardo Da Vinci”di Milano, il più grande museo della scienza e della tecnologia in Italia, uno dei più importanti in Europa e nel mondo. L’idea del tinkering si collega perfettamente al personaggio di Leonardo da Vinci, simbolo universale dell’unità della conoscenza, della stretta relazione tra arte, scienza e tecnologia.

25

Si tratta di redigere un vero e proprioraccontodella scuola e della

comunità locale, in uno spazio dovesi svolgonoattività che rendono visibile

l’identità e l’appartenenza alla scuola e alla comunità, attraverso la

realizzazione di mostre, video, libri e altre forme espressive a scelta dei

ragazzi e dei bambini.

2) Il makelearnigvisible

È lo spazio-mostra ricavato all’interno della scuola,dedicato all’esposizione

e alla presentazione dei prodotti scolastici relativia tutte le discipline di

studio.Si tratta di finalizzare l’apprendimento anche alla messa in mostra

di ciò che si fa in classe.

3) La comunicazione come mass media

Intendiamo uno spazio di lavoro per progettare e realizzare forme di

comunicazione mass-mediali come il giornalino cartaceo o digitale, lo

sviluppo di siti e blog, l’utilizzo appropriato dei social, tutto ciò al fine di

comunicare il lavoro della scuola e della comunità locale e di dare voce

agli studenti.Questospaziopuòessere strutturato ispirandosi alla redazione

di un giornale, di un telegiornale o di un radiogiornale, dunque

costituendosi come unità organizzativa e di lavoro che raccoglie

informazioni ed esperienze, le valuta e le seleziona, affidando loro

maggiore o minor rilievo. Poi scrive, titola, illustra, seleziona e impagina le

foto, utilizza strumenti di presentazione delle attività o prepara i video per

la “messa in onda”.

3 - I luoghi del MERCATO

I luoghi del mercato sono i luoghi dell’incontro, dello scambio di oggetti

e manufatti, ma anche di idee e progetti.Si tratta di realizzare in luoghi

interni e/o esterni alla scuola, aree o modalità che favoriscano lo scambio

delle esperienze, delle idee, delle prassi (workshop) ma anche la vendita

dei prodotti realizzati in particolare dagli studenti.

Proposte specifiche

1) Mercatino ambulante

In collaborazione con l’associazionismo locale, è possibile realizzare

esperienze di scambio e/o vendita dei prodotti degli alunni, da effettuare

in prevalenza all’esterno della scuola.

2) Workshop annuale

26

È pensato come un tempo particolare, utilizzando uno spazio specifico,

che si connoti come “fiera”delle idee, dei progetti e dei prodotti, con

particolare riferimento alle pratiche educative e didattiche che coinvolgono

docenti, genitori, educatori.

4 - I luoghi della DISCUSSIONE

Sono i luoghi del confronto, del dibattito, della decisione,in cui sono

coinvolti studenti, docenti, genitori, tutta la comunità locale educante.

Si tratta di realizzare o individuare luoghi interni ed esterni alla scuola da

utilizzare comeAGORÀ, spazi fisici dove è possibileriunire, a seconda delle

esigenze,il gruppo classe, gli studenti della scuola, i genitori, i docenti e gli

educatori, per assemblee, convegni, eventi (ad esempio, è il luogo

deiConsigli dei ragazzi, degli incontri tra educatori, di realizzazione di

presentazioni di attività).

Proposta specifica

1) Agorà

Etimologicamente, il termine Agorà deriva dal verbo greco agèirein che

significa “radunare” e, com’è noto, indica la piazza in cui, nelle città

dell’antica Grecia, si tenevano il mercato e le assemblee pubbliche. È

dunqueil luogo della discussione e della decisione,uno spazio che favorisce

la partecipazione, l’informazione, la cooperazione.

L’Agorà ènella classe, interna alla scuola.

Vi si possono svolgere diverse attività, purché concordate e

regolamentate: è il luogo della lettura personale (spesso, infatti, nelle

pareti che delimitano l’Agorà, sono affisse mensole di vario tipo che

contengono libri di narrativa o di consultazione), dell’ascolto e della

drammatizzazione di storie, della discussione guidata, dell’assunzione di

decisioni che riguardano la vita del gruppo. Può anche essere il luogo delle

spiegazioni dell’insegnante, della presentazione alla classe di nuovi

strumenti didattici. Si tratta di uno spazio educativo che qualifica la vita

scolastica, i cui obiettivi finali sono la crescita dell’autodisciplina, della

responsabilità, del rispetto degli altri.

L’Agorà è anche esterna alla scuola.

In seguito alla ricognizione degli ambienti già esistenti sul territorio, si

trattadi individuare - ed eventualmente attrezzare in modo appropriato –

unospazio adatto e disponibile a riunioni pubbliche di tipo

assembleare(salone per conferenze, aula Consiglio comunale, teatro, sale

di cinema, ecc.).

In questo luogo, è possibile l’incontro, di comune intesa o su invito o

convocazione, di più persone coinvolte a vario titolo nel processo

educativo

di bambini e ragazzi: per ritrovarsi e conversare, per assistere e

partecipare a eventi e manifestazioni, per discutere e deliberare su

questioni ritenuteimportanti da studenti e educatori.

Il Sistema delle Responsabilità è unprimo livello da realizzare per rendere

operativa la partecipazione: si tratta di partire da una gestione della

classe, arrivando ad immaginare la scuola (plesso) dove già nelle attività

di studio i grandi aiutano i più piccoli, dove prendono corpo iniziative di

tutoraggio, e dove è presente un organismo di rappresentanza come un

Consiglio dei Bambini e dei Ragazzi. Una fonte di ispirazione

significativa potrebbe essere il medico ed educatore ebreo - polacco

JanuszKorczak, morto assieme ai ragazzi della sua scuola nel campo di

sterminio di Treblinka. Nelle sue scuole gli alunni dovevano svolgere vari

servizi per la cura e il mantenimento dell’ambiente secondo turni stabiliti;

nelle attività di studio i più grandi dovevano aiutare i più piccoli: a 10

anni si poteva diventare monitore e a 14 responsabile del personale.

Ai nuovi arrivati veniva affidato un tutor che aveva il compito di

affiancamento e di sostegno per l’inserimento nella scuola. Di particolare

importanza l’istituzione del Tribunale dei Pari composto solo da studenti

(mentre un insegnante faceva da segretario) che si occupava di far

rispettare le leggi e di comminare le eventuali pene, anche se

l’impostazione di fondo si basava sul valore del perdono. C’era, infine, il

28

Parlamento dei Bambini composto da 20 alunni eletti tra quelli che

venivano riconosciuti come meritevoli33.

5 - I luoghi delle RISORSE

Sono i luoghi della produzione e fornitura di strumenti didattici, di metodi

e di elementi di allestimentoe arredo degli spazi, per cui si intende

realizzare, in spazi interni e/o esterni alla scuola, un’area “produttiva” a

disposizione della comunità locale e della scuola stessa.

Proposte specifiche

1) La Fabbrica degli strumenti didattici

L’uso degli strumenti didattici è stato largamente praticato e auspicato

da Maria Montessori, che ne progettò e realizzò moltissimi per bambini

di età e capacità diverse. Secondo Maria Montessori, i materiali strutturati

rappresentano un’importante componente dell’ambiente formativo e

possono definirsi come un sistema coerente di strumenti che, partendo

dalla classificazione delle qualità sensoriali normalmente caratterizzanti

l’ambiente fisico (dimensioni, forme, colori, suoni, peso), giungono sino

alla presentazione delle basi del sapere (dalla scrittura, al calcolo

aritmetico, alla geografia e alla biologia, alla musica, ecc.).Dunque, il

percorso di apprendimento parte dai sensi e dal “fare”, rispetta i ritmi e le

capacità di ognuno, favorisce l’autonomia e l’autodeterminazione,

arricchisce i bambini più poveri di esperienze, consente la

personalizzazione dell’intervento educativo.

Per recepire e sviluppare ulteriormente le preziose indicazioni di Maria

Montessori, per dotare le aule e i laboratori di strumenti tattili, digitali,

iconici, per produrre giochi che si riferiscono anche alle discipline di studio,

nascono le Fabbriche degli Strumenti (FdS), una delle applicazioni di

sviluppo del Modello didattico “Senza Zaino”. I bambini, insieme ai loro

docenti, diventano i protagonisti del proprio apprendimento, perché

arrivano a comprendere che tipo di giochi e strumenti possono aiutarli a

imparare, li inventano, li progettano, li costruiscono, anche con l’aiuto

33Errico G. presenta la figura di Korczakin: http://rivista.scuolaiad.it/n11-2016/il-progetto-educativo-di-janusz-korczak-uneducazione-alla-resilienza

29

delle famiglie, ad esempio per le necessità di interventi di piccola

falegnameria.

Per realizzare gli strumenti, sono necessari attrezzature,

piccolimacchinari, utensili, materialie materie prime di vario genere, che

quindi sono presenti sempre nelle Fabbriche.

2) Il Cantiere degli spazi

Il Cantiere degli Spazi è immaginato come un laboratorio tenuto da

genitori, alunni, insegnanti e volontari e sostenuto dagli enti locali, per

migliorare gli ambienti (verniciature, tinteggiature, riparazioni varie),

costruire e/o sistemare gli arredi, per attrezzare le aule e i laboratori, per

curarne regolarmente la manutenzione, per sviluppare la comunicazione

visuale(secondo anche i principi e i canonidigraphic design, brand identity,

digital design, experienceretail), in una prospettiva di approccio totale alla

comunicazione. La suggestione è quella non solo di rendere bello e

funzionale l’ambiente di apprendimento, ma quello di coinvolgere i

bambini e i ragazzi ad aver cura del proprio luogo istituzionaledi “lavoro”,

una cura e un’attenzione che è la base per lo sviluppo del senso civico e

dei valori della nostra costitutzione.

Il Furgone dell’inclusione

Si tratta di un mezzo mobiledotato di strumentazione tecnologica per

disabili del CNR di Pisa, che consentirà di spostarsi in tutte le sedi

dell’Italia al fine di realizzare azioni di supporto per docenti e famiglie in

favore degli alunni con disabilità.

6 - I luoghi delle ARTI e de GIOCO

Sono i luoghi della comunità locale, inclusa la scuola, dove si praticano le

discipline sportive, dove si esercitano le arti come la musica, il cinema, il

teatro, la pittura, la danza, le varie forme di gioco.

Proposte specifiche

1) Laboratorio/ spazio dei giochi

Si prevedono attività specifiche per sviluppare modalità didattiche mediate

dal gioco - sia da tavolo,siadigitale - con particolare attenzione alla

gamification.

2) Laboratorio / spazio teatrale

30

Saranno sviluppate le applicazioni specifiche del modello drammaturgico

per realizzare performanceteatrali, ma sarà anche occasione per affinare il

ruolo attoriale del docente e dell’educatore in genere.

3) Laboratorio / spazio musicale

La musica è vista comel’arte che unisce il pensiero razionale e la sfera

emotiva e che coinvolge la dimensione corporea. Potranno essere

realizzati bande musicali e cori di alunni e di adulti (docenti, educatori,

genitori, esperti).

4) Gli spazi dello sport

Si intendepromuovere l’appassionamento alle discipline sportive,

realizzando una rete di associazioni con la messa a disposizione di spazi

interni ed esterni alla scuola e attività in orario extra-scolastico.

7 - I luoghi dell’ASCOLTO e di CURA

Sono luoghimessi a disposizione dichi è in difficoltà, di chi ha bisogno di

sostegno e accompagnamento, sono i luoghi della cura delle relazioni

interpersonali e familiari.

Questi luoghi possono essere strutture già presenti nella comunità da

valorizzare maggiormente o strutture da creare ex novo; possono avere

ubicazione fuori o dentro la scuola, secondo le necessità e le opportunità

di un dato territorio.

Proposte specifiche

1) Sportello ascolto

Momento di ascolto, consiglio, supporto psicologicorivolto a genitori,

allievi, docenti, per riflettere sul percorso di vita, scolastico e

professionale, e per trovare forme di aiuto nelle situazioni difficili.

2) Sportello orientamento

Uno spazio per lo sviluppo del portfolio delle competenze, per il

consiglioorientativo scolastico e professionale a disposizione dei bambini e

dei ragazzi.

3) La bottega delle relazioni

A partire dalla recente riflessione sulla “giustizia riparativa”, si intende

realizzareun’attività di studio e preparazione dei vari soggetti coinvolti

(bambini e ragazzi, famiglie, docenti, associazioni),relativamente alla

gestione dei conflitti.

31

Un obiettivo è quello di diffondere una nuova cultura del conflitto,una

conoscenza approfondita delle modalità riparative, al fine didecostruire le

modalità statiche e rigide con cui si guardano i conflitti ele

contrapposizioni, per favorire la co-costruzione di una visione alternativa

attenta all’accoglienza dei punti di vista, dei differenti bisogni ed interessi,

volta allaricomposizione delle rotture create dal conflitto.

32

FARE FORMAZIONE

La formazione nel Progetto LODLNB è rivista e progettata alla luce delle

scelte didattiche definite dal modello del gioco, drammaturgico e

dell’artigiano. Essa avverrà in momenti comuni a tutte le scuole e in loco,

nelle comunità locali.

La struttura della formazione

La formazione dovrà strutturarsi in coerenza con i modi di imparare e

apprendere proposti agli alunni, senza soluzione di continuità tra scuola e

territorio.

L’intervento che si propone è coerente con il metodo dell’Approccio

Globale al Curricolo, per cui:

forma e contenuti, metodi e conoscenze si intrecciano

si ispira al modello di comunità di pratiche,pone attenzione alla

sperimentazione e allo scambio

si collegano i seguenti 5 momenti

a) incontri on site (a scuola, nella comunità locale, con i partener)

b) incontri off site (lezioni e simulazioni)

c) incontri on line (impiego die-learning, webinar, forum, blog, sito)

d) osservazione in situazione con feedback mirati, per favorire la

crescita professionale dei soggetti in formazione

e) scambi, visite, workshop, convegni, seminari.

Creazione di ambienti modello per la simulazione

In collaborazione con la Fondazione UIBI,saràprogettato e creato un

ambiente immersivo, caratterizzato daspazi scolastici innovativiin

grado di riprodurre modelli di aule e laboratori attrezzati, con arredi e

strumenti didattici tattili, digitali, iconici e simbolici.

Questi spazi rappresenterannoutili esempi che le varie scuole e comunità

locali potranno riprodurre; non solo: essi saranno impiegaticome

ambienti di simulazionedi attività didattiche, con gruppi di insegnanti e

di studenti.

LA GOVERNACE DEL PROGETTO

La struttura dell’organizzazione

graficosottostante.

Particolare attenzione saràattribuita

Istituti scolastici che aderiscono al Progetto e

partner, in relazione alla

questo documento.

Cabina di regia

Direzione nazionale

SZ

Gruppo degli istituti scolastici

DEL PROGETTO

La struttura dell’organizzazione del Progetto LODLNBè rappresentata

saràattribuita all’attività di sostegno e sviluppo degli

aderiscono al Progetto e al coordinamento di vari

in relazione alla vision e alla missionespresse e descritte

Cabina di regia

Direttivo Associazione

SZ

Gruppo dei Partner

degli istituti Comitato scientifico

Comitato consultivo

è rappresentatanel

all’attività di sostegno e sviluppo degli

al coordinamento di vari

espresse e descritte in

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Un board per il contrasto alla povertà

Il ProgettoLODLNB intende promuovere, anche come risultato

dell’iniziativa e a conclusione del percorso dei 4 anni, un board nazionale

per il contrasto alla povertà educativa, coinvolgendo i partner del

Progetto e gli Istituti scolastici, al fine di mettere a disposizione della

comunità nazionale in modo continuativo il knowhow sviluppato.

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REQUISITI E IMPEGNI NECESSARI PER LA PARTECIPAZIONE DELLE SCUOLE

Dirigente scolastico con aspettativa di permanenza nella struttura, che

segnali anche un Referente di Progetto affidabile.

Referente disponibile “all’investimento”, in termini di tempo ed energie,

compresi lo svolgimento di periodici incontri durante tutto il Progetto,

anche con spostamento a Lucca.

Disponibilità all’apertura della scuola in orario extra-scolastico, ovvero

nella fascia oraria 16.00-23.00, il sabato e la domenica, da giugno a

settembre.

Evidenza, dai dati relativi alla popolazione scolastica, della presenza di

problematiche di “povertà educativa”: dispersione, famiglie con varie

forme di disagio socio-economico, immigrazione, disabilità.

Realizzazione progressiva dei 7 luoghi (impegnandosi a realizzare quelli

previsti per tutti gli istituti) e delle altre attività.

Adesione ai modelli dell’artigiano, drammaturgico e del gioco.

Stesura e adozione del Manuale della scuola.

Documentazione di tutte le attività progettuali.

Rendicontazionepuntuale delle spese progettuali.

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Soggetti responsabili

SOGGETTO RESPONSABILE: Marco Orsi - Associazione Senza Zaino

SOGGETTO RESPONSABILE DELLA COMUNICAZIONE: Fabio Angeli (Genau

S.r.l.)

SOGGETTO RESPONSABILE AMMINISTRAZIONE: Antonio Gedeone.

Istituti scolastici coinvolti

1) I.C.Don Milani di Viareggio(LU)

2) I.C. Vico De Carolis (Ilva) (TA)

3) I.C. Carrara e Paesi a Monte(MS)

4) I.S.I.S.Ciuffelli-Einaudi, Todi(PG)

5) I.C. Capponi (MI)

6) D.D.Don Milani Giffoni (SA)

7) I.C. Revello(CN)

8) I.C. Santa Venerina(CT)

9) I.C. Giovanni XXIII - Acireale(CT)

10) I.C. Gonars(UD)

11) I.C. Giovanni XXIII- Statte(TA)

12) I.C. Don E.Montemurro di Gravina in Puglia (BA)

13) I.C. SS Giovanni Paolo II/A.Frank- San Marzano sul Sarno(SA)

14) I.C. Lucca 5 (LU)

15) I.C. San Rocco di Marano(NA).

Partner

Arcidiocesi di Lucca - Caritas

Associazione Cacao Libera Università di Alcatraz - Perugia

Associazione Centro Studi e Solidarietà Maurizio Di Benedetto

Associazione Comunità IL GABBIANO Onlus - Siena

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Associazione Istituti di Terapia Familiare - Milano

Comune di Lucca

CNR - Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione

EBICO Società Cooperativa Sociale ONLUS

Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A.

Flipnet Associazione - Roma

Fondazione UIBI - Lucca

GenauS.r.l. - Lucca

Lucca Crea S.r.l

OIKOS Associazione di promozione Sociale - Lucca

Università di Perugia - Accademia delle Belle Arti (locali)

Akeron – Lucca (locali)

Soggetto Valutatore

Università degli Studi di Firenze– Dipartimento di Psicologia

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BIBLIOGRAFIA

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strategia per migliorare le nostre decisioni su denaro, salute, felicità.

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