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INTERFERENZA LINGUISTICA E SINTASSI POPOLARE NELLE LETTERE DI UN'EMIGRATA ITALO-ARGENTINA
n materiale epistolare analizzato nel seguente articolo l è costituito da 39 lettere manoscritte, inviate ad una sorella residente in Italia durante un periodo di sedici anni (1970-1986), da Maria D., originaria della provincia di Chieti ed emigrata ventiduenne in Argentina nell 'ultimo dopoguerra . La scrivente è in possesso della licenza di istruzione elementare , conseguita in Italia . Rimasta vedova nel 1970, vive a Buenos Aires dove svolge il mestiere di sarta.
Le lettere, pur nella loro atipicità 2 rispetto ai testi « canonici » di italiano popolare, o forse proprio a causa di essa, sono parse meritevoli di esame linguistico . La storia stessa della scrivente mette in luce le diverse influenze, esercitate sulla sua competenza diasistematica, dall' influsso incrociato di dialetto, italiano e spagnolo .
Il lavoro si articolerà quindi in due parti ben distinte . Nella prima, si prenderanno in esame le diverse sedimentazioni stratificatesi nella lingua della scrivente; nella seconda, si indagheranno - sempre nel quadro di questa particolare fattispecie « triglottica » ma con un più alto coefficiente di generalizzabilità dei tratti sin tattico-testuali rilevati - i procedimenti di organizzazione del discorso tipici della scrittura popolare, che affondano le proprie radici da un lato nelle modalità del parlato, dall ' altro in un complesso intreccio di forme auliche e costrutti arcaici, derivanti da un precario contatto con la cultura scritta, in una tensione dialettica tutt ' altro che risolta.
l T ratto dalla rielaborazione della mia tesi di laurea, discussa con i l prof. Luca Serianni presso l 'Università «La Sapienza» di Roma e contenente, tra l'altro, l'edizione delle lettere. Nell'allegazione di passi dalle lettere rispetto, come è ovvio, tutte le caratteristiche dell'originale (grafia, interpunzione, uso delle maiuscole ecc.).
2 L'atipicità non riguarda il genere, ché infatti la gran p arte dei testi di italiano popolare finora studiati è costituita proprio da lettere di semicolti, ma la particolare situazione di « triglossia >> in cui si trova la scrivente.
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I. l Il ruolo dell'interferenza linguistica: il « cocoliche » 1
Di grande utilità ai fini di una valutazione della presenza di spagnolismi nelle lettere di Maria risultano i numerosi studi dedicati da Meo Zilio4 , nel corso degli anni '50, al problema delle interferenze fra italiano e spagnolo presenti nel « cocoliche » 5, la lingua mista degli emigrati italiani nella zona rioplatense . Tale p arlata, apparentemente raccostabile, almeno per le motivazioni che ne hanno determinata la nascita, alla fenomenologia delle lingue pidgin, presenta in realtà rispetto ad esse delle differenze non marginali .
Innanzitutto le lingue pidgin sono di solito caratterizzate da un rapporto netto di subalternità fra un idioma dominante, a cui bisogna adeguarsi, e uno indigeno, di prestigio scarso o nullo, mentre nel caso dell 'emigrazione italiana in Argentina la differenza sociale (anche per l' inesistenza di conflitti razziali) è molto meno marcata 6; in secondo luogo perché le « lingue di emergenza » nascono dall ' impossibilità totale di comprendersi parlando i rispettivi idiomi, mentre la stretta parentela esistente fra italiano e spagnolo garantisce un' almeno parziale possibilità di comunicazione . Di conseguenza il cocoliche presenta delle differenze interne rispetto alle lingue pidgin (il sistema flessionale rimane completo , sono ridotti i processi di semplificazione stricto sensu 7 ecc . ) e mantiene un'elevata fluidità che non consente, a rigore , d i parlare di terza lingua accanto a italiano e spagnolo 8. Tuttavia, proprio a causa della vicinanza linguistica fra i due sistemi, il cocoliche offre un vasto campionario di incroci, interferenze, calchi semantici e sintattici, presenti inevitabilmente in tutte le situazioni di contatto interlinguistico . Di essi cercherò ora di offrire un seppur schema-tico quadro .
·
I.2 Grafia e fonologia Un discorso esauriente sui mutamenti indotti nel sistema fonologico
della lingua madre dalla trentennale presenza in Argentina e, viceversa, sulla semplificazione di quei fonemi spagnoli che non sono presenti in italiano richiederebbe del materiale orale . In questa sede mi limiterò ad osservare alcuni casi di adattamenti grafici 'significativi' .
3 Si ringraziano i dottori Davi d Urman e Agustin Cortés, lettori di spagnolo presso il Dipartimento di Studi Romanzi dell'Università « La Sapienza >> di Roma, per i preziosi consigli,
4 1 955; 1 955•; 1955b; 1956; 1 956•. 5 Il termine, come è noto, deriva dalla spagnolizzazione di cocolicchio, vera e propria ma
schera del teatro popolare argentino, rappresentante un immigrato calabrese ridicolizzato per i goffi modi di esprimersi e comportarsi.
6 Non è da sottovalutare, inoltre, l'incidenza numerica dell'emigrazione itala-argentina. 7 Che poi la varietà popolare di italiano presenti a sua volta fenomeni di semplificazione
linguistica, come ha egregiamente dimostrato Berruto ( 1983), è altro discorso. 8 Cfr. le osservazioni in merito di Meo Zilio (1955 pp . 16- 1 9) e Giunchi ( 1986 pp.
129-13 1 ).
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È il caso di arriva 'sopra, alle spalle di' (« l'oro vivono arriva del' altri »; sp . arriba); govierno (sp . gobierno) ; vili 'bile ' ( sp . bilis) , in cui si rende con « v » la fricativa bilabiale / (3/, o di targhetta 'cartolina illustrata' (sp . tarjeta); cubilarsi 'andare in pensione' (sp . jubilarse) in cui si rende, attraverso l 'occlusi va corrispondente , la fricativa velare sorda .
Interessanti perché testimoniano un tipico tratto fonetico argentino (il yeismo, ossia la sostituzione della laterale palatale castigliana /'A/ con la fricativa palatale sonora /3/) le forme seggio 'capsula medicinale ' (sp . sello); piandigia 'soletta' ( sp . plantilla) in cui non è d a escludere un ulteriore passaggio da /3/ a /d3/, per influsso, questa volta, del dialetto abruzzese.
Le forme reazzionare 'reagire' (sp . reaccionar); dozzena (sp . docena); soluzionare 'risolvere' (sp. solucionar) , sono evidenti italianizzazioni grafiche che testimoniano la pronuncia affricata della sibilante alveolare (che in Sudamerica sostituisce la fricativa interdentale /8/ del castigliano) .
Adattamenti esclusivamente grafici saranno invece ciurro 'l;:?i�t{;ç:ca ?,lla brace ' (sp . churro); luccia 'lotta' (sp . lucha); pachette 'pacchetto' (sp . paquete); attacche (sp . ataque); carigno 'affetto ' (sp . carino) .
I.3 Moifosintassi Più d'uno dei tratti morfosintattici rilevati da Meo Zilio nel cocoli
che rioplatense e presenti nelle lettere appartengono anche all'italiano popolare . Questa coincidenza non è certo inaspettata e , fra l ' altro , conferma la validità della categoria dell' ortopopolare proposta a suo tempo da Cortelazzo 9. La tendenza comune agisce verso la semplificazione del sistema (analogie nelle desinenze sostantivali indicanti genere e numero, perdita dei casi obliqui di che relativo, uso avverbiale degli aggettivi) anche se non sono da trascurare costruzioni pleonastiche o comunque sovrabbondanti. Non è agevole , nel caso di tratti compresenti nel dialetto , nello spagnolo e nell ' italiano popolare determinare quale varietà del repertorio della scrivente abbia esercitato l ' influsso principale . ·
Per quanto riguarda l e confusioni nel genere e nel numero bisognerà ricordare che il problema nel nostro caso è pressoché inestricabile poiché sulle vocali finali agiscono contemporaneamente la tendenza alla restituzione arbitraria dovuta al sostrato dialettale e l ' interferenza fra italiano e spagnolo . Sembra siano da attribuire all' influenza spagnola alcuni maschili singolari in -e (pachette 'pacchetto' ; bommercate 'a buon mercato'; attacche 'attacco' ) e le varie occorrenze di problema con valore plurale (sp . problemas) .
Un tratto morfologico rìferibile allo spagnolo è la proliferazione di ele-
9 1972 p. 131.
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menti prostetici semanticamente deboli , sia di fronte a sostantivi (estudio, espasmo), sia con i verbi (anche quando la prefissazione non trova appoggio nel corrispondente spagnolo) 10: ripentirsi ' pentirsi' (sp. arrepentirse) rimandare 'mandare' (sp . mandar); riportare ' portare ' (sp . reportarma in altro significato) ; risposarsi ' sposarsi' (sp. dese()�t�.rst; con scambio di prefisso dovuto forse a tendenza ipercorrettisfica nei confronti del prefisso des- assai più comune in spagnolo) ; ripensare 'pensare' (sp. pensar).
Anche il sistema pronominale risulta influenzato dallo spagnolo ; ricordo qui l 'uso dei pronomi atoni se, me e la loro combinazione in un ordine diverso da quello italiano (già se me [mi si] stanno normalizzando tutto; non appena se le chiude [le si chiudono] bene le ferite; la vili se me ne [mi se ne] andava tutto nel sangue).
L'uso di che relativo anche nei casi obliqui, così diffuso nell ' italiano popolare, può essere stato rafforzato dal corrispondente uso dello sp . quien.
Sul fronte della sintassi del verbo incontriamo alcuni casi interessanti di accordo fra dialetto e spagnolo contro l ' italiano . In primo luogo la sostituzione dell ' auisiliare essere con avere, particolarmente compatta nel caso dei riflessivi (mi avevo messa contenda; mi ho preso; gli avrebbe piaciuto; aver tornato al matrimonio) ; inoltre l 'uso di tenere nel significato di avere (devi tenere pazienza; tengo molto desiderio di vedere il cugino Antonio) e di stare per essere (stava [stavo] anemica; sto ripendita [pentita]) . Molto diffusa anche la costruzione preposizionale dell ' oggetto diretto animato, presente in particolare con i verbi conoscere, piangere, ringraziare, salutare, vedere.
Interamente di origine spagnola è invece l ' imperativo negativo di seconda persona singolare costruito con un modo finito 11: (non parli con nessuno; non di niente a nessuno; non pensi a male di ciò che ti scrivo) .
Per quel che riguarda l ' imperativo affermativo sono da segnalare i numerosi casi di seconda persona singolare in -i nei verbi della prima coniugazione (cerchi di aiutarti molto; scusi molto se non ho scritto prima; parli con un avvocato) . Si tratta probabilmente, sia per le forme affermative, sia per quelle negative, della desinenza della seconda e della terza coniugazione penetrata per analogia nei verbi della prima . L'abruzzese odierno presenta le forme con vocale indistinta, ma l ' avvenuta metafonesi in forme come aspitto (Rohlfs 1968 par . 605) testimonia che all ' attuale vocale indistinta corrisponde un' antica -i recuperata, per così dire, nella sua qualità di« vocale profonda » nelle forme italianizzate. Non è da escludere comunque l ' ipotesi che si tratti della corrispondente forma dell ' indicativo
IO L'abuso di questo tratto è caratteristico del cocoliche. Cfr. Meo zilio 1 955b p. 1 15. 11 Per lo spagnolo è il congiuntivo.
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presente (o, meno probabilmente, del congiuntivo) usata per esprimere la volizione propria dell ' imperativo .
Particolarmente complessa si presenta la casistica degli scambi di preposizione . Mi limiterò qui a citare i casi attribuibili all ' influenza del modello spagnolo, ricordando comunque l ' ampia diffusione di questo t ratto in tutte le varietà non standard d' italiano 12:
- « a » al posto di « da » nei complementi di moto a luogo : Olga ieri lo riportata al dottore;
- « di » al posto di « per » in proposizioni finali : ciò molto poco tenz_ po di scrivere; non ho più forza di fare tutto;
- « di » al posto di « da » nei complementi di tempo (adattamento dello sp . desde): del mese di dicembre che ho incominciato un'altra volta con Olga;
- « per » al posto di « da » o « per mezzo di » (sp. por): te lo /arò sapere per Mariella;
- « dentro » al posto di « fra » o « entro » (sp . entre): dentro di un anno; dentro il mese di ottobre.
Sono da registrare inoltre delle costruzioni con infinito apreposizio-nale, regolari nelle corrispondenti frasi spagnole :
l) M i manca terminare la successione. 2) Se Olga continu a andare b ene. 3) Se sto b ene in salute penso farmi un viaggio co n Olga. 4) N ecessita mo lto, fare in questo mo mendo un viaggio con Olga. 5) Spero po terti mandare l a procura. 6) Ti ripeto informarti bene che d ocumend o ci vuo le.
C 'è da notare che le frasi 3 e 5 sarebbero varianti possibili anche 10 italiano 13 .
Per quanto riguarda l ' uso avverbiale di aggettivi ci troviamo di fronte
ad una triplice compresenza del tratto nel dialetto, nell ' italiano popolare e nello spagnolo . Ecco alcune occorrenze del fenomeno:
7) Ho trovato un professore che me lo sta curando mol to b uo no. 8) Il risultato v a migliore. 9) Qui in questo mo mend o si vive un po difficile.
10) Segreto ho saputo ch e lu i è venuto qui per curarsi.
12 Oltre alla più volte ricordata presenza nell'italiano popolare, basti pensare alla diffusione di questo tipo di errore negli elaborati scolastici.
13 Nell ' italiano antico la costruzione apreposizionale dell'infinito dopo i vei'ba putandi et declarandi era assai più comune che oggi. Dal punto di vista diatopico l'area romanza conosce forti v ariazioni nella realizzazione di questo costrutto: in spagnolo la costruzione con 0 è la norma (anche con altre categorie di verbi reggenti), mentre in italiano tende progressivamente a ridursi. Su ciò v. l 'esauriente lavoro della Skytte ( 1983 pp. 1 15- 1 74).
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11) Deve e ssere conte nto pensa ndo che ha vissuto sano a sta [fino a] quella età .
12) Ca da uno c onsiglia distindo che ]'altro.
Interessante anche il caso inverso in :
13) Sto passa ndo un momend o molto male.
Ricordiamo infine un tratto, anch'esso rilevato da Meo Zilio, consistente nella soppressione della seconda preposizione quando si susseguono due sintagmi preposizionali coordinati (o, nel caso di 17, in correlazione con un pronome obliquo precedente):
14) Aspetto notiz ie vostre baci a te d a parte mia e Olga . 15) G li darai molti baci da parte mia e Olga. 16) Mi sono piaciute sia a me come Olga. 17) Se lo vedi gli da rai saluti co me pure Angioina.
I.4 Lessico14 Assai varia e articolata è la presenza di spagnolismi lessicali . Raramente
si riscontrano esempi di parole prese di peso dallo spagnolo e introdotte nelle lettere (besos 'baci' ottuve 'ottenni' sp . obtuve) e poche altre) . Più frequenti sono i casi di italianizzazione morfologica (disprezza 'insulti, offese' < desprecios, buscare 'cercare' < buscar, invitazione 'invito' < invitacion ecc . ) come si osserva anche nell ' adattamento dei prefissi (disfogarsi < desfogarse, ripentirsi < arrepentirse ecc . ) . In alcuni casi si creano fenomeni di incrocio fra una parola italiana e il corrispondente spagnolo (abastande da abbastanza x bastante, a gradire da gradire x agradar, norde da nord x norte ecc . ) .
Particolarmente insidiosi per lo scrivente poco colto sono i cosiddetti « falsi amici » (o paronimi), ossia quelle parole formalmente uguali o molto simili ma usate nelle due lingue con significati diversi . Ne derivano numerosi esempi di risemantizzazione : adorno nel significato di « ornamento », a parte 'inoltre' (sp. aparte), calore 'caldo' , (sp. calar), guidare 'accudire' (sp. cuidar), mentre 'nel frattempo' (sp. mientras), passeggiare 'fare una vacanza' (nella frase « è venuto in Italia a passeggiare » sp. pasear), tuttavia 'ancora' ( sp . todavia) .
Altre volte la scrivente « traduce » espressioni idiomatiche spagnole come darse cuenta (che diventa darsi conto « rendersi conto ») , salir a flote
14 Fonti: Abad De Santillan ( 1976); D.R.A.E; G.R.A.E; Meo Zilio (1955•); Moliner ( 1967).
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(uscire a flotta« farcela appena »), me habia puesto verde (mi ero messa [ero diventata] color verde).
La presenza di spagnolismi nelle lettere è comprensibilmente molto alta; a quelli già citati si possono aggiungere infatti15:
aguandare 'sopportare' (sp. aguantar), ande 'prima' (sp. ante), a sta 'fino a' (sp. hasta), banco 'banca', cada 'ogni', ciurro bavaro (nella frase «A Bruno lo visto nelle foto [ ... ] digli che sta molto bello, sta un ciurro bavaro »; l'espressione è un'alterazione di churro barbaro; churro è la forma abbreviata di churrasco 'bistecca alla brace' ed indica metaforicamente una persona di bell'aspetto, barbaro è un elemento intensificativo assai usato nel cocoliche 16; 'sta un ciurro bavaro' vale quindi 'ha un aspetto molto bello'), conformarsi 'accontentarsi' (sp. conformarse), conoscere (usato assolutamente nel senso di 'visitare'; sp. conocer, in quest'accezione solo in Argentina), departamento 'appartamento' (sp. departamento), si disconpuse 'si sentì male' (sp. descomponerse, propriamente 'alterarsi', usato nell' accezione medica in Argentina), disfruttare 'fruire di' (sp. disfrutar), entre 'fra', forma 'maniera di comportarsi' (nella frase « non cio altra forma che rassegnarmi al destino»), guasto/guastare 'spesa, spendere' (calco semantico dell'it. guastare sullo sp. gastar), incondrare 'trovare' (nella frase «per il momendo sta molto meglio il dottore la incondra bene», sp. encontrar), internare 'ricoverare' (sp. internar), maggioria 'maggior parte' (sp. mayoria), mensuale/mensualmente 'mensile, mensilmente' (sp. mensual), mercaderia 'mercanzia' (il termine è usato in Spagna soprattutto riferendosi ad epoche passate 17, mentre è di uso corrente in Argentina), ne 'neanche' (nella frase
« a volte non ho voglia ne di farmi da mancciare ») , passare 'succedere' (sp. pasar), p i letta 'piscina' (il termine è usato in quest'accezione solo in Sudamedea, mentre in sp. pileta indica l'acquasantiera o un serbatoio per la raccolta delle acque piovane 18) , pindare 'pitturare' (sp. pintar), precisare 'abbisognare' (sp. precisar), ricorrere 'darsi da fare' (sp. recorrer 'andare in giro'), rivisare bene 'trovare in buone condizioni' (nella frase« il dottore lo ha rivisato bene», sp. revisar), salire 'riuscire' (accezione poco usata dello sp. salir), suero 'sangue' (in sp. il termine non indica propriamente il sangue ma il siero), tan poco 'neppure' (sp. tampoco) , tenere pago 'aver pagato' (la forma forte del participio è usata in sp. solo nell'espressione« tener algo pago »), frastorno 'frastorno, scombussolamento', trattarsi 'riguardarsi' (sp. tratarse), venda 'vendita' (sp. venta), volvere 'tornare' (sp. volver).
15 I verbi sono citati all'infinito, a meno che non compaiano nelle lettere con la desinenza spagnola.
16 Cfr. Meo Zilio (19)5• p. 54).
17 Cfr. Moliner (1967 p. 396).
18 Cfr. Moliner (1967 p. 741); Abad De Santillàn (1976 p. 648).
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II. l Deissi e organizzazione sintattica _
Divenute uno dei punti chiave nell'àmbito degli studi di linguisti�a testuale, le modalità di riferimento deittico endoforico ed esoforico 19 rivestono altresì una notevole importanza nell'analisi dei testi popolari 20, in quanto permettono di verificare quelle strategie di coesione testuale che, supplendo ai frequenti collassi del livello micro-sintattico, contribuiscono in qualche modo a conferire alla scrittura dei semicolti un sufficiente grado di efficacia comunicativa.
La pro-forma usata con maggior disinvoltura nelle lettere è l'indefinito tutto. L'uso di questo termine presenta delle differenze rispetto allo si:andard. Spesso esso è preposto al verbo di cui è soggetto o complemento:
18) Però le cure mi stanno co stand o mo lto e tutto deve uscire co l mio lavoro .
19) Co me vedi i n tutto son o sola.
e c'è la tendenza ad un suo uso indeclinabile:
20) Mi fa tutto le co se d i casa meno che il mangiare. 21) Per graz ia di Dio tutto so no riuscite b ene.
È interessante notare l'analogia fra queste anticipazioni e le anticipazioni di molto e di alcuni avverbi temporali come sempre e spesso 21:
22) Co sì ti dico che molto con lui no n ho parlato . 23) C ara so rella se Olga co ntinua and are b ene penso poterlo po rtar e in
I talia sempre qu ando parliamo mi dic e c he deve venire a co no sc ere a Bruno e Gian ni.
24) Graz ie a Dio sto megl io spesso mi sto fac endo an alisi di san gue. 25) Parlando con Gio vina, mi ha detto c he ha ricevuto una tua lettera
d ove è rimasta mo lto co ntenda dopo di tando tempo vedere u n tuo scritto.
L'anticipazione e l'invariabilità morfologica possono far pensare ad un uso avverbiale di tutto. Il termine sarebbe cioè accostato, nella coscienza linguistica della scrivente, ad alcune classi di avverbi (una certa importan-
19 L'impalcatura terminologica di questa seconda parte e la stessa definizione di deissi si rifanno ai lavori di Dressler ( 1974), Sornicola ( 198 1 ), Vanelli ( 198 1 ).
20 La linguistica del testo si è infatti finora occupata principalmente di lingua letteraria o, comunque, di italiano standard.
21 Il fenomeno potrebbe rientrare nel quadro delle anticipazioni enfatiChe così frequenti nei testi vicini al parlato. Trattandosi di elementi avverbiali sarebbe tuttavia interessante rilevare se, e in che modo, questi mutamenti d'ordine ne modifichino il dominio linguistico. Sul problema cfr, per quanto rigaurda l'italiano standard, Pecoraro-Pisacane (1984).
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za può rivestire anche la contiguità semantica con molto e, per altri aspetti, con sempre che indica, per dir così, un tutto temporale) e di conseguenza sarebbe costruito allo stesso modo.
Per quanto riguarda la funzione sostitutiva andrà notato che tutto può essere usato come « termine di comodo » per riprendere lunghi elenchi di fatti e circostanze dati per presupposti o già menzionati in un intorno più o meno ampio di testo. Ciò spiega a mio avviso il valore anaforico « ampio »di tutto in alcune frasi. Ad es. in 18 il riferimento è all'intero periodo, iniziato precedentemente con l'accenno alle spese mediche sostenute per la figlia, ma riprende allo stesso tempo il macroargomento che domina fin dall'inizio la lettera (spese eccessive ---jo sovraccarico di lavoro).
Vediamo ora il seguente brano:
26) Cara sorell a anche a me tutto mi va mal e a riguardo gl i inq uil ini mi ho fatto mol to cattivo sangue, sto con più d i un avvocato e Giusto in quando mi stavano aiutand o si è precipitato tutto, l e l eggi stanno mal e, i trib unal i non l avo rano, non si sa l e l egge nuove che vengono , do un inq uilino e quasi un anno che no n paga sto in causa spero che tutto si aggiustano.
Come si vede il tutto dell'ultima riga ha una doppia possibilità di riferimento: da un lato richiama il tutto iniziale (e si crea così un riferimento a circuito chiuso fra il primo termine cataforico e il secondo anaforico), dall'altro si riferisce complessivamente al brano citato dove vengono spiegati i motivi per cui le cose non stanno andando bene. Questa porzione di testo viene così ad essere incorniciata da una prima pro-forma che introduce l'argomento ed una seconda che lo riprende per tirarne le somme.
Il riferimento può anche riguardare quello che potremmo definire il « cotesto diacronico », intendendo con questa espressione l'insieme della corrispondenza epistolare tra le sorelle 22, che può a buon diritto essere considerato un « prima » t�stuale alla stregua di ciò che materialmente precede nella stessa lettera. E il caso delle seguenti frasi:
26) E quando [q uanto] tu mi dice di te ti comprendo tutto. 27) Gl i anni mi passano vol ando sol a lucciando con Olga è [e] con tutto
co me ti feci capire anch e a te. ·
28) Come sempre ti ho scritto che vogl io tornare un tempo se Iddio mi aiuta co n Ol ga ·in Ital ia.
22 A un livello più generale il termine può estendersi fino a còllidere con l'insieme delle conoscenze extralinguistiche comuni. Del resto già in V anelli (1981) è presente la consapevolezza della non totale complementarità tra rinvii deittici contestuali e cotestuali. Nel nostro caso tuttavia la situazione è più facilmente schematizzabile perché la possibilità di scambio di informazioni fra le sorelle è quasi esclusivamente limitata alla corrispondenza.
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in cui ci si riferisce evidentemente a materiale epistolare che noi non pos sediamo e che viene assunto a cotesto .
Probabilmente è la s tessa natura semantica dell'indefinito tutto a favorire questi fenomeni di riferimento ampio, inseribili nel quadro più generale delle relazioni di coreferenza plurivoca, che caratterizzano tanto il parlato quanto i testi scritti scarsamente elaborati .
Un altro elemento riferibile a segmenti di testo di lunghezza assai variabile è cosz' 23• Vediamo ne alcuni esempi:
29) L'altro gio rno è venu ta M ariella è stata co n me due g iorni e così manda mo lti salu ti a Bru no .
30) A riguardo del docu mendo c he mi c erc hi pensavo fartelo avere dentro il mese di ottobre a nome tuo, a parte anche qu a tutta via manc a per no rmalizz arsi le c ose, c redo ch e voi lo sapete più di no i, e io nec essito per farlo perc he tutto anno aumendate così non appena posso te lo mand o.
31) I eri per telefo no mi h a parlato M aria di G ernesia e così mi ha detto .
Come si vede così svolge una funzione al limite fra quella del dimostrativo anaforico e del connettivo transfrastico . Particolarmente fruibile risulta come connettivo « multiuso » proprio perché può affondare le radici in ampi brani di testo e al contempo servire da appoggio per l'ulteriore sequenza testuale secondo lo schema di progressione semantica base + sviluppo 24 •
Interessante la frase 31, per più di un aspetto ricollegabile ai casi di sìpleonastico e paraipotattico rilevati da Durante ( 1981 p . 1 1 5) nell'italia
no antico (e precisamente nel « Tristano Riccardiano » ed in una lettera mercantile senese del1260), su cui l'autore si fonda per dimostrare l'ostilità del discorso antico per le strutture giustappositive.
I dimostrativi sono usati cataforicamente più spesso che nella lingua standard:
32) Quello che ho avu to incominc iando l' anno nuovo anno aum endato un po gli. affitti.
33) Quello che ho sentito molto la morte di tua suo cera. 34) Spero di tener fortuna in questo penso c omperarmi una c asa più
pic cola. 35) C ara so rella non so q uando finisce per me tutto ciò c he sto sacrifi
c andomi per Olga senz a un appoggio d i nessu no. 36) E [è] proprio spec ializz ato di ciò la malattia d i G iovina.
23 Evito per comodità di darne una definizione categoriale (avverbio? congiunzione? dimostrativo?) che sarebbe inevitabilmente vanificata dall'analisi che seguirà. La polifunzionalità di così è peraltro registrata anche da Rohlfs (196 9 S 946).
24 Si tratta dello schema che caratterizza la prosa volgare, progressiva e discendente, in opposizione a quella latina (classica), regressiva e ascendente. Sul piano sintattico-tipologico le due strategie corrispondono rispettivamente all'ordine determinato + determinante e determinante + determinato. Cfr. in merito Durante (198 1).
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Nelle frasi 3 2 e 3 3 il dimostrativo sembra assumere la funzione di introduttore, semanticamente debole , della sequenza succes siva . In 35 è da riscontrare l 'uso sia anaforico che cataforico di ciò. Probabilmente il dimostrativo è stato inserito per richiamare il già detto, ma il riferimento dev ' essere sembrato troppo lontano o troppo vago, così che si è sentita la necessità di glos sarlo con una formula riassuntiva .
Passiamo ora all 'esame di altri due tratti che, insieme al maggiore uso dei pronomi tonici soggetto 25, caratterizzano in senso affettivo la sintassi delle lettere . Il primo riguarda i casi di« accumulo di deissi », di cui darò alcuni esempi più significativi:
3 7) Qua lsiasi che ti necessita mi scrivi così te lo ma ndo io di qui per via a erea che qui costano mo lto meno che in Italia.
38) Da te a spetto tue notiz ie spero che stai b ene, anch'io avrei piacere di sta re più vicino a te.
39) C ara sorella qu ello che sempre ti h o scritto se vu oi curarti e sta re un po tranquilla chiud ere gli o cchi e senza pensare che ai paura fa rti un via ggio qui in Argentina quello che tu gua sti è solo il via ggio qui con me sta ra i b ene.
Come si vede, gli elementi deittici sono soprattutto esoforici (partecipanti e luoghi dello scambio linguistico) . Bisogna a questo punto sottolineare una differenza fra la funzione di questo tipo di deissi nel parlato, che potremmo latamente definire« fatica », nel senso che , contestualizzando il segno linguistico, garantisce la continua attivazione del canale e la prosecuzione del messaggio, e nelle lettere che, per quanto raccostabili al parlato sono pur sempre qualcosa di diverso, soprattutto sul piano pragmatico .
Nelle lettere mi pare, infatti, che gli accumuli deittici, svolgano principalmente una funzione di rinforzo del legame affettivo. I deittici, come ho già detto , sono soprattutto esoforici (io, tu, qui, in Italia) e servono ad « uscire » il più possibile dal testo 26, che è sì, nel nostro caso, strumento per il mantenimento dei contatti fra le sorelle , ma è allo stesso tempo un diaframma, un filtro rispetto alla possibilità di una comunicazione diretta e immediata.
L'altro tratto che riferirei alla componente empatica è quello che le grammatiche tradizionali definiscono« dativo etico » e di cui si può riscon-
25 Non mi soffermo su tale caratteristica, già ampiamente studiata nell'ambito della sintassi orale. Cfr, ad es., le considerazioni di Berruto (1985 p. 124-6).
26 O, se si vuole, costituiscono una sorta di puntelli per ancorare meglio l'enunciato alla situazione extralinguistica.
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trare un uso davvero abbondante . Eccone alcune occorrenze, a titolo puramente esemplificativo :
40) M i ha avuti più di una convulsio ne. 41) Mi deve anc ora migliorare. 42) M i darai anche saluti e un b acio a Neddina. 4 3) Devi tenermi un po d i paz ienz a.
Il tratto potrebbe in parte essere ricondotto al sostrato dialettale, in cui si ha una maggiore incidenza di verbi pronominali, ma la sua funzione affettiva all'interno delle lettere mi sembra rimanere indubbia 27•
Le relazioni di coreferenza, oltre che alla pronominalizzazione e alle altre forme sostitutive fin qui osservate, possono essere affidate alla ripetizione dell'elemento che si vuole riprendere o alla sua parafrasi. Quest'ultima operazione connota in genere testi con un discreto livello di elaborazione ed è dunque scarsamente presente nelle lettere . La si ritrova perlopiù in situazioni « cristallizzate », come l'alternanza lettera/scritto o nella serie parlare/dare notizie:
44) C ara sorella a fine di gennaio h o ricevuto una tua lettera e sai che a me fa piacere ricevere un tuo scritto.
45) M i ha parlato chiaro, mi ha detto di andare al Console italiano. 46) C i anno parlati mo lto b ene di voi e per noi e una grand e soddisfaz io
ne, delle notizie che ci anno dati d i voi tutti.
Significativo mi sembra inoltre l'uso delle ripetizioni nel seguente brano:
47) C ara sorella c ome tu mi scrivi del documendo per poter vendere, anche qua il consolato I taliano mi a detto che c on una procura generale tu puoi vendere, però datosi io avevo fatto la procura a nome d i Attilio, e la unica so luz ione rifare una procura generale a nome tuo e puoi fare è disfare con la parte mia quello c he vuoi, però è raro che non sai il numero del titolo di proprietà a parte devi stare di accordo a P ietro e Giovinà per vendere o meglio dire prima ti d evi informare d a un notai o c ome fate le quattro parte per vendere, tu devi sapere quale è la parte mia e quale la parte tua, perciò che dovevate f are la suddivisione è cosl sapend o quale era la parte mia e quale la tua con la procura po tevi vendere cred o ch e mi spiego bene devi tu parlare con un n otaio e vedere che ti cerca per vendere se solo che ti cerca una procura, vad o al C onsole e te la mando.
27 Chiappelli (1954 p. 5) riferisce questi e altri costrutti pronominali ai casi di « a�ar�enenza somatologica » effettiva (parti del corpo) o metonimica (in senso jakobsoniano): vestlarw, oggetti posseduti ecc. E facile adattare questa osservazione ai nostri esempi, in cui il soggetto è la scrivente stessa, la figlia, o altra persona o circostanza a lei particolarmente cara.
INTERFERENZA LINGUISTICA E SINTASSI POPOLARE 427
Data la delicatezza della materia e la necessità di essere compresa perfettamente, la scrivente indugia sulla ripetizione dei termini chiave del discorso : vendere è ripetuto sei volte e parafrasato dall'espressione « puoi fare e disfare con la parte mia quello che vuoi », procura ricorre cinque volte ed è p arafrasato da documendo e così via . Prescindendo dal diverso grado di efficacia comunicativa, mi sembra che questo atteggiamento risponda alle stesse esigenze di chiarezza ed esplicitezza che nel linguaggio burocratico motivano l'ossessiva ripresa anaforica dei dati salienti di una dichiarazione, di una denuncia o altro attraverso le espressioni il sottoscritto, detto (ufficio) e simili .
II .2 Alcuni sviluppi coordinativi Affermare che nelle lettere l'andamento para tattico prevale su quello
ipotattico sarebbe una semplice conferma di quel che è già saldamente acquisito dagli s tudi sulla lingua popolare . Cercherò dunque di prendere in esame alcuni esempi di coordinazione in qualche modo « deviante » dalla norma.
Nelle lettere assis tiamo ad un sovraccarico di valori coordinativi sulla e, la congiunzione coordinativa di più alta frequenza, abitualmente usata soltanto per rapporti copulativi. Possiamo a buon diritto , in analogia con quanto avviene nel campo della subordinazione con la fenomenologia del che polivalente, e come risulta dai seguenti esempi, parlare di un e« coordinatore generico »:
48) L'altro giorno sono stata di nuovo al console Italiano per molti prob lema che sto passando a riguardo gli inquilini e non mi danno nessun a iuto.
In questo caso l'e ha valore avversativo rispetto alla protasi, costituita dal gruppo causale + relativa. L'e può anche assumere valore conclusivo :
49) Ho passato u n fine di anno anch'io con prob lema prima con un a tta cche di fegato in b ase al sistema nervoso che cio e vivo con pastiglie.
In alcuni casi il valore della coordinazione non è univocamente definibile come in:
50) Come si di ce anche loro anno fatti molto i grand i e in questo momendo tutto gli va male.
dove s i è incerti sé attribuire alla coordinata valore avversativo o conclusivo, o 1n:
428 MASSIMO PALERMO
51) S ta vo in ma no di due professo ri molto b uo ni, q ua si si aveva no dec isi di o pera rmi, grazie a S . Co sma e Da miano c he sta va co ntinuamente cerca ndo gli la gra zia di no n fa rmi a rrivare in un'o perazione è [e] o ttuve la gra zia.
Anche in questo brano si potrebbe scorgere uno sviluppo avversativo mal costruito del tipo premessa (stavo in mano di due professori . .. ) + ma +
incidentale (grazie a S . Cosma e Damiano . .. ) + conclusione (ottuve la grazia). A mio avviso però questo periodo è raccostabile piuttosto alla fenomenologia paraipotattica, per quanto a rigore non si possa parlare di paraipotassi mancando una marca formale di subordinazione (in questo caso temporale). A ravvicinare questo esempio ai casi « classici » di paraipotassi è l 'idea di simultaneità o, meglio, di concitata successione degli eventi (il brano è caratterizzato, per la materia trattata, da una spiccata componente emotiva, testimoniata fra l ' altro dall' inserimento di un forte spagnolismo come ottuve) espressa dall' e28•
La congiunzione e può inoltre sostituire uno sviluppo ipotattico:
52) I o è poc hi giorni e ho preso co n me una raga zza di quattordic i a n n i. 53) Ca ra sorell a se tu ti senti potresti venire qui in americ a e ti fa rei tra t
tare da q uesto medico . 54) L'a ltro giorno sono sta ta in un 'altro A vocato di Buono s Aire, è [ e]
pa re c he mi ha pa rlato chiaro .
Ci troviamo, nel caso di 52, di fronte ad una frase scissa con il secondo membro introdotto da un e con la stessa funzione di un che subordinatore generico con valore temporale . Infine in 53 l 'e ha valore locativo e in 54 relativo (è superfluo sottolineare che lo sviluppo in senso ipotattico di questo tipo di frasi non riveste alcun carattere di « obbligatorietà » ma, semplicemente, corrisponde al« nostro » modo di organizzazione del periodo) .
L'elemento da sottolineare, che emerge da queste osservazioni, è l 'uso generalizzato e sottodifferenziato di pochi elementi passe-partout (il che per l ' ipotassi, l 'e per la para tassi) attuato nei testi di semicolti con l 'evidente scopo di semplificare gli sviluppi sintattici . Vedremo successivamente come un'analoga tendenza sia presente anche a livello testuale .
II. 3 La sintassi nominale Gli studi più recenti hanno messo in luce la frequente presenza di tale
costruzione nella lingua parlata, correlandola alle variabili sociolinguistiche ed evidenziandone la congenialità con le caratteristiche di base della
28 Tale sfumatura di significato che renderebbe lo sviluppo con e paraipotattico diverso da un semplice doppione mal costruito dell'ipotassi era già stata notata, ad es. da Durante (1981 , pp. 116-7).
INTERFERENZA LINGUISTICA E SINTASSI POPOLARE 429
sintassi orale . Sulla scorta di quanto già affermato dalla Sornicola 29 metterei in risalto il fatto che, nei parlanti con basso grado di istruzione e, dal punto di vista diafasico, nei momenti di maggiore emotività, la costruzione nominale si estende dal terreno descrittivo che più le è proprio (si pensi all'uso letterario), a quello narrativo . Inoltre la presenza di una sintassi slegata - uno dei <( terreni di coltura » privilegiati per lo sviluppo delle frasi nominali - comporta l'uso delle relazioni semantiche in senso strutturante 30•
A quali valori funzionali sono riferibili le frasi nominali presenti nelle lettere? Come dato generale si può affermare che il parallelismo sintattico (variamente sviluppato) e i costrutti appositivi siano alla base della maggior parte dei procedimenti di nominalizzazione :
55) A n ch'io ciò momen ti tristi, e sola. 56) Io sola e preoccupata di ciò che sta pa ssa ndo . 57) Io co mpren do q ua n do [q ua n to] tu mi scrivi e no n fa cc io risp oste a
tutto ciò che mi dici e so che molto triste. 58) Io con Olga a ndiamo al q ua n do b en e, l'al tro gio rno lo riporta to al
Do tto re e mi ha detto che sta mol to megl io però sempre con medico e medicine.
59) No n aggiungo al tro , propabile p er l ugl io to rna a n che la signo ra di C iccillo .
60) S a i b en e q uest'a nno l e co se mi si so no presenta te mol to mal e, sia co n gl i inq uilini e a pa rte tutto in aumendo.
61) E mol to che no n ric evo tue no tizie spero c he sta te tutti b ene in sal u-te, come sa i, io lo stesso.
62) S pero di tenere no tizie di vo i e tutto bene. 63) Io sempre chiuso in casa es co solo qua ndo c iò c ose nec essa rie. 64) Io c on Olga sempre lo stesso. 65) Io sto come sa i al q ua n do b ene come p osizio ne, però con molto lavoro. 66) Qui i pa renti tutti vo rrebb e che io to rna ssi a una nuova vita no n ta n
do per me, p iù p er Olga , vedessi sola con me. 67) Ho pa ssa to un mese e mezzo mala ta tutte l e ma ttine mi a nno fa tto
a nalisi di sa ngue, sola senza nessuno.
Come si vede il parallelismo sintattico è attuato mediante coordinazioni di varia natura ad una precedente frase verbale. È interessante il caso di 55 in cui il parallelismo non è grammaticale (il primo aggettivo è infatti riferito a momendi, il secondo alla scrivente e le due frasi hanno diversi verbi soggiacenti) ma semantico (potremmo grosso modo così parafrasare
29 1981 pp. 102-27. 30 Vedi le osservazioni in proposito di Trifone (1986 p. 231).
430 MASSIMO PALERMO
la rappresentazione semantica della frase : *ci ho momenti tristi e ci ho momenti soli). Rientriamo dunque in pieno nella configurazione semanticoglobalizzante che caratterizza la costruzione dei testi popolari . Sottolineerei inoltre l'efficacia espressiva di frasi come 55 , 56 e 6 7, ,alla quale stilisticamente avrebbe forse nociuto una costruzione verbale . E significativo rilevare che queste frasi hanno come nucleo centrale elementi con funzione di modificatore modale (sola, preoccupata, triste, molto lavoro, tutto bene, tutto in aumento, sempre con medico e medicine, lo stesso) sia in posizione di predicati, sia in strutture bimembri soggetto-predicato (tutto bene, tutto in aumento). In casi del genere tali elementi m o dali sembrano sostituirsi al verbo nella sua tradizionale funzione di « fulcro » della frase.
Un altro nucleo di frasi nominali è generato da processi di enfatizzazione che danno luogo a frasi scisse :
68) I o da l mese di giugno c he non pr endo gli a ffittì.
o a costruzioni sintattiche con dimostrativo cataforico analoghe alle frasi SCISSe :
69) Io gli a vevo detto se q ua l cun o d i vo i voleva no venire per l'a nn o 78 in a rgentina però q uello ch e vedo ch e voi non a vete intenzion e di co n osc er e.
70) q uello ch e d eve fa re guidar si molto a l ma ngia re.
a cui accosterei anche il tipo seguente :
71) Se ved i c he n on scr ivo perch é non ho tempo.
Tali costrutti segmentati (come ha recentemente notato Berruto [1987, pp. 65-68 e 146]) hanno l'indubbio vantaggio, sul piano pragmatico, di distribuire l'informazione su due elementi frasali anziché su uno, facilitando così la codificazione a corta gittata tipica del parlato nonché la decodificazione . Nel nostro caso, inoltre, mi sembra significativo rilevare che la costruzione segmentata ha come risultato la cancellazione dell'elemento informativamente più debole, cioè la copula .
Un'altra testimonianza della « debolezza » degli elementi verbali ci è offerta dai non pochi casi di correzione (di mano della scrivente) in cui il verbo è aggiunto nell'interlinea ad una seconda lettura. Spesso infatti le frasi corrette risulterebbero comunque accettabili, anche se in diversa misura, senza l'inserzione del verbo (le aggiunte sono in corsivo):
72) Dira i a Bruno ch e ti pr epa ra il viaggio per ché pagando a lira r isulta molto più b ommerca to del peso s a rgentino .
INTERFERENZA LINGUISTICA E SINTASSI POPOLARE 431
73) Giovina a dovuto farsi un altro piccolo operazione perché la ferita che aveva dal l'altra operazione non si cicatrizzava.
74) La legge degli affitti termina il30 giugno del 78 spero se iddio vuole, tenere la casa libera, poi penserò ho vendere e comperare una piccola e poter disfruttare quello che resta.
II.4 L'omissione del« che» Accanto ad un uso assai diversificato del che subordinatore generico 31
risaltano i numerosi esempi di omissione di tale particella in funzione sia dichiarativa sia, più raramente, relativa . Vediamo alcune occorrenze significative del fenomeno. Per il che dichiarativo:
75) Sai bene devo farmi tutto in casa. 76) Può darsi più in la stando bene essa posso farmi un nuovo viaggio
con Olga. 77) Il dottore di Olga mi a promesso se viene in europa pensiamo come
farti fare una visita. 78) Credo che ricordi ti avevo detto che sta con me il figlio di vin-
cenzma. 79) Propabile per luglio torna anche la signora di Ciccillo. 80) Digli a parte mia lo sento molto la morte del zio Fiore. 81) Credo che ai saputo Giovina è stata molto male. 82) Datosi Olga sta con un poco di febre. 83) Spero l'anno venturo termina la legge degli affitti.
e per il che relativo:
84) Ho dovuto andare dall'oculista mi ha dato delle cure. 85) Ieri sono stata in casa di Giovina ti manda molti saluti.
C'è da notare innanzi tutto l'assenza del congiuntivo nei verbi dipendenti . Ciò è dovuto in parte alla semantica dei verbi che introducono le completive (in 75, 78, 80, 81, 82 è obbligatorio l'uso dell'indicativo) in parte alla riduzione d'uso del congiuntivo caratteristica di tutte le varietà non standard di italiano (le frasi 79 e 83 in un livello più sorvegliato si sarebbero rese con il congiuntivo, mentre in 76 e 77 le frasi ipotetiche esprimono di per sé la probabilità dell'evento).
Tuttavia, non si può automaticamente assumere il modo della dipen�
31 Non mi soffermo su tale tratto, che è stato più volte analizzato dagli studiosi di italiano popolare a partire dal noto lavoro dell'Alisova (1965).
432 MASSIMO PALERMO
dente come discrimine fra il costrutto di matrice colta e quello popolare 32, occorre bensì cercarne la causa nei singoli contesti. Voglio dire che in frasi come 79 e 83 l'omissione può essere stata favorita anche da un influsso << alto » nonostante l'endemica mancanza del congiuntivo in questo tipo di testi. (Nel caso della scrivente potrebbe trattarsi del modello burocratico o, come osserva Bellosi (1978 p. 25 7), dell'influsso dello stile telegrafico , a cui egli riconduce il più generale fenomeno dell'ellissi di articolo, preposizioni semplici e articolate e che dichiarativo negli scriventi con scarsa capacità linguistica) .
Sono comunque molteplici i fattori che possono concorrere a determinare il costrutto giustapposto: ciò è verificato anche dal breve corpus di frasi citate. Ad es . nella frase 75 si ha l'impressione che la giustapposizione sia dovuta al fatto che la dipendente sia per l'appunto poco « dipendente » dal verbo che la introduce, a sua volta indebolito semanticamente fino a conservare la semplice funzione di introduttore del concetto seguente (una funzione analoga sembra avere l'espressione dice che, frequente nel parlato per introdurre ad es . una macrostruttura narrativa) . In un testo più sorvegliato la stessa sfumatura di significato si sarebbe ottenuta con una pausa opportuna (nel parlato) o, nello scritto, con il ricorso alla punteggiatura (virgola o due punti) . In 77 invece la presenza della congiunzione ipotetica ha potuto far considerare superfluo un altro indicatore di subordinazione, mentre in 78 e 8 1 la presenza ravvicinata di altri che può avere avuto un peso nella scelta del costrutto ellittico (bisogna notare però che questa spiegazione è incerta visto che la scrivente in altri luoghi non si perita di evitare le ripetizioni) . Nella frase 79 inoltre, l'ellissi di che è accompagnata da quella della copula in una comune strategia di eliminazione di parole grammaticali 33 •
Per quanto riguarda la frase 8 1 penso che all'origine della costruzione ci sia un cambiamento di progetto. Ci ovina era infatti l'oggetto embrionale di sapere (nelle lettere troviamo numerosi esempi di sapere costruito transitivamente secondo l'uso centromeridionale) poi sviluppato in un'in-
32 Come fa ad es. Nilsson Ehle (1947) in un lavoro che resta tuttavia fondamentale sull' argomento. Tale osservazione riveste comunque un'importanza più generale, riguardando il problema della giustapposizione sintattica, considerata da alcuni autori corrispondente ad uno « stadio primitivo del pensiero » (Rohlfs 1969 § 797), da altri (cfr ad es. Durante 198 1 pp. 110-18) come estranea alle origini della prosa volgare. Per la confutazione del luogo comune che tende ad identificare paratassi e ingenuità o imperizia sintattica cfr invece Trifone (1986 pp. 237-239). Io mi limiterei a osservare che il collegamento zero, tanto a livello microsintattico che a livello testuale, connota attualmente sia testi scarsamente elaborati, sia la prosa « ipercolta » (e, naturalmente, la lingua poetica) presentandosi così un curioso caso di accordo fra norma iperletterana e lingua popolare, in opposizione alla lingua standard che tende sempre di più ad individuare i propri modelli negli usi « medi » dell'italiano. Su ciò cfr. anche le osservazioni di Serianni (1986) .
33 Berruto (1983 p. 60) definisce la copula << marca sintattica equativa » .
INTERFERENZA LINGUISTICA E SINTASSI POPOLARE · 4 3 3
tera frase ma non raccordato sintatticamente alla precedente .
II.5 Macrostrutture e connettivi transfrastici Nella costruzione di un testo esiste una dialettica fra il piano macro
strutturale, caratterizzato da semanticità, globalità, simultanèità, e il piano microstrutturale, che si organizza in catene sintattiche, sequenziali, lineari .
Ora, mentre nella scrittura delle persone colte operano una serie di regole che riescono a correlare (dal piano mcil;'fonologico a quello testuale) le parti all' insieme, nella scrittura dei semicolti si può dire che agiscano le stesse strutture semantico-globalizzanti che sono alla · base delle macrostrutture anche nella determinazione delle microrelazioni,. che così finiscono con l 'esprimere la loro dipendenza rispetto all' insieme del testo, senza passare per la mediazione delle singole parti 34 • Gli studi di psicologia co-1 gnitiva hanno inoltre messo in luce il fatto che nel bambino l' acquisizione della competenza narrativa segue la descrittiva e precede l' argomen-tativa 35 •
•
Il livello più elementare nell 'esecuzione lineare di un racconto è dato dalla semplice giustapposizione dei blocchi. tematici . Un gradino appena più alto si ha con serie enumerative Tn cui in�gono elementi di connes sione interfrasale di natura per lo più temporale, del tipo allora, poi e simili . Bisogna però distinguere fra elementi di determinazione temporale cotestuale, cioè di specificazione di una prima e di un dopo testuale (parafrasabili all' incirca con « oltre a quanto ho già detto dico anche questo ») e elementi di determinazione temporale contestuale (uso dei tempi ecc . ) che raccordano l 'universo temporale degli eventi a quello del testo . In analogia con la distinzione attuata per le pro-forme potremmo anch� qui parlare di deissi temporale endoforica e deissi temporale esoforica . E evidente che le conformazioni che presentano prevalentemente deissi temporale endoforica si pongono ad un livello di elaborazione inferiore rispetto alle altre .
S alendo ancora un gradino nella scala della complessità vediamo che le relazioni interfrasali, oltre che temporali, pos sono divenire causali, di inferenza deduttiva e induttiva ecc .
Le macrostrutture più complesse sono dunque quelle di tipo argomentativo, sia perché coinvolgono un pensiero più astratto, sia perché essendo organizzate gerarchicamente, non sono risolvibili in una catena di blocchi monotematici coordinati enumerativamente, ma possiedono un'articolazione interna che richiede una maggiore capacità di programmazione .
34 Cfr . Sornicola (1981 pp. 43-44). 35 Cfr. Van Dijk (1977 p. 193 e relativa bibliografia) .
434 MASSIMO PALERMO
Questo non significa che il parlato non sorvegliato e la scrittura popolare non conoscano il procedere argomentativo, bensì che in essi tale tipo di discorso non viene organizzato secondo gli schemi retorici (propositio + ratio + conclusi o) che regolano, ad esempio, l ' arringa di un avvocato
o il discorso di un politico . A livello generale si può dire che nei testi non elaborati si tende, con
vari procedimenti, a rendere narrativamente anche uno sviluppo argomentativo , a creare cioè delle conformazioni testuali funzionalmente argomentative e strutturalmente enumerative . Uno di questi procedimenti è l ' inserzione di sviluppi esemplificativi per rinforzare o sostituire del tutto la ratio argomentativa . Evidentemente tali sviluppi testimoniano la predilezione , in questo tipo di testi, per moduli di ragionamento orientati sul particolare e sul concreto 36 .
Si veda ad es . i l seguente brano :
86) Qui per i l vici no n on posso l amenda rmi sempre vi en e q ualcuno però di notte è molto t rist e, c ome sempre ti dic evo an che a t e, sono so la c on Olga, p er d irti ieri ho po rtato Olga al d ot tore l a incont rato mo lto b ene c ome sai devo po rtarla un a volt a al mes e, son o conten da c he cad a v olt a mi dice che st a megli o e p iù an ch 'io ved o c he va meglio , però ca ra sorella non so q uan do fini sc e per me tu tto c iò che sto sac rifi cand omi per Olga senza u n a ppog gio di nessun o e senza un a compagn ia, va do c ammi nan do per Bu on os Air es sol a c on Olga, povero è la person a c he n ec essita di u n aiu to, an che G iovin a si vede po co meglio di rt i parendi vengono q uand o necessita di m e.
Alla propositio « qui per il vicino non posso lamendarmi » segue uno sviluppo causale asindetico (sempre viene qualcuno) che giustifica la premessa, subito corretta dall ' avversativa « però di notte è molto triste » . A questo punto l'ulteriore sviluppo che avrebbe potuto essere argomentativogeneralizzante viene subito contestualizzato attraverso le due inserzioni colloquiali come ti dicevo (abbiamo già visto la funzione di riferimento al « cotesto diacronico » di questo elemento) e per dirti da cui si sviluppa una progressione narrativa che ha però la funzione dr dimostrare la validità delle asserzioni precedenti . Ancora più interessante la st�tturazione del periodo successivo in cui, a conclusione del racconto-argomentazione, si ricorre alla dimensione gnomica (povero è la persona che necessita di un aiuto) per dare un riscontro oggettivo alle proprie affermazioni .
In altre occasioni il valore gnomico è ottenuto sempre con mezzi grammaticali ma in modo brachilogico:
. 36 Tale predilezione si inserisce nella generale maggior dipendenza d a l contesto di tutte le situazioni di « codice ristretto ».
INTERFERENZA LINGUISTICA E SINTASSI POPOLARE 435
87) S ento mol to cio ch e mi dici dell a tua sal ute, però ai che tener p azienza è [ e] rassegnarsi al destino.
con il brusco passaggio dalla seconda alla terza persona 37 • Anche in questo brano a rinforzo dell' affermazione generalizzante interviene uno sviluppo narrativo :
88) A nch' io il mese di ottobre l o p assata a bbastante mal e e senza nessuno, f ort una ho tenuto ch e q uando mi sono sentita mal e già veniv a R oberto a dormire in casa.
A ulteriore conferma della difficoltà, per lo scrivente poco colto , a intrecciare correttamente conformazioni testuaJi enumerative e argomentative si può osservare il « collasso sintattico » del seguente brano :
89) A nnina mi ha detto ch e il figlio M ingo si è sep ara ta dall a mogl ie ch e non van no daccordo, cara sorel la ch i più è chi m eno tutto tiene q ual cosa e l a gente ch i più può tenerl a segreto i q uali ap parentement e tutti vogliono fa rsi grand i.
In esso la scrivente, a suggello di una serie di osservilzioni concrete, tenta di confezionare una massima di carattere personale . E interessante fra l ' altro riscontrare, come « spia » di questo tentativo di innalzamento stilistico, l ' inserzione del pronome relativo i quali, rarissimo nelle lettere . Anch'esso viene però usato in modo inarticolato , essendo concordato a senso con il coreferente 38 •
A ben vedere dunque l ' inserzione in questi testi di elementi embrionali di generalizzazione come le massime o i proverbi rappresenta esattamente una situazione di transizione fra l' argomentazione svolta attraverso l a narrazione (tendente al particolare e al concreto) e l' argomentazion� vera e propria basata su affermazioni personali di carattere generale . E un po' come se lo scrivente semicolto, nel momento di trarre delle conclusioni generali si affidi, per maggiore sicurezza, a elementi argomentativi <' preconfezionati » .
Quest 'ultima considerazione mi offre lo spunto per collegare quanto detto fin ora ad una importante caratteristica dell' italiano popolare . Come aveva già rilevato De Mauro ( 1 983 p. 1 10 n. 34) e come è stato successivamente messo in luce da vari studiosi (ad es . Cortelazzo 1972 p. 44; Bellosi 1978 p. 25 7 ; Bruni 1 984 p. 209) la ripetizione passiva di elementi aulici e burocratici è una costante dei testi popolari . Tale atteggiamento è evi-
37 Resta però il dubbio di una confusione fra l ' italiano hai e l'impersonale spagnolo hay , visto che siamo in presenza di un costrutto spagnoleggiante .
38 C aratteristica già riscontrata nei testi popolati dall' Alisova ( 1965 p . 23 1) .
43 6 MASSIMO PALERMO
dentemente il riflesso di una non buona padronanza del mezzo linguistico che si può riscontrare anche a livello microsintattico nella generale impressione di asintatticità che tali testi offrono . Per quanto riguarda la connessione interfrasale invece, gli effetti di questa « acquisizione per blocchi 1>
degli elementi del discorso si possono riscontrare nell 'uso sintatticamente « slegato 1> di alcuni connettivi transfrastici .
Il più usato fra essi è sicuramente l ' allocuzione « cara sorella 1> che, oltre ad aprire le lettere, ne articola la paragrafatura interna, sostituendosi del tutto alla scarsa punteggiatura e scandendo il passaggio da un blocco tematico al successivo. È insomma un segnale di apertura assoluta dell ' intero testo o di singole macrostrutture 39 •
Ad un livelo più basso nella gerarchia dei segnali di apertura narrativi si trovano vari elementi, dal semplice e ad espressioni come più (anche in combinazione con e e con di), poi, aparte ' inoltre ' ecc . Interessante la locuzione la verità ' per la verità' spesso posta all' inizio reale della lettera, dopo le prime righe dedicate ai convenevoli di rito . Essa è da considerarsi dunque formula di apertura assoluta, gerarchicamente appena al di sotto del cara sorella iniziale . A tali elementi dunque, sembra essere deputata la funzione di attivare la deissi temporale endoforica.
Tornando ora al problema della « acquisizione per blocchi 1> degli elementi del discorso vorrei sottolineare che alcuni dei connettivi che abbiamo appena visto sono inseriti in modo slegato nel periodo, come risulta dai seguenti esempi :
90) ier i h o por tato O lga al d ottor e la inc ontr ato molto bene c om e sai d ev o por tar la una v ol ta al mese, son o contenda c he cada volta mi dic e ch e sta meglio e più a nc h'io v edo che v a meglio .
91) Par land o c on Giov ina mi ha d etto c he a r icev uto una tua letter a, d ov e è r imasta con tend a, d opo d i tando tem po v ed er e un tuo scr itto e più saper e di v oi tutti c ome state.
92) Per lo meno se star em mo vic ino av esse c on chi par lar e per d isfogarmi un poc o, c osì devo ag uandarm ela [ soppor tar e] so la, perche anche come si v ive in q uesto momendo in ar gen tin a non si può fidar e di n essuno.
93) N on h o scr itta pr ima, la verità che o av uto tand o lav or o. 94) I o per le feste n on ho scr itto n e a te c ome n epp ur e a Pietr o, è da
lor o n emeno c io n otizie la verità n on vorr ei dar ti di spiac er i ma purtr oppo la v ita è una lucc ia [ lotta] di c ontinu o.
95) N on pr end er a a ma le se no n ti scr iv o più spesso, a parte la meno pausa mi sta dando molto tr astor no e g li a nni passano vo land o.
39 Gli elementi di articolazione dell'italiano parlato sono stati studiati da S tammerjohann (1977) che ha cercato, fra l ' altro, di s tabilire i diversi livelli gerarchici dei segnali d ' apertura . Un'utile classificazione dei connettivi del parlato (suddivisi in semantici, pragmatici , metahnguistici) è in Bazzanella 1 98 5.
l l l
INTERFERENZA LINGUISTICA E SINTASSI POPOLARE 43 7
Come si vede, la scrittura dei semicolti incontra notevoli difficoltà a superare i passaggi testuali più complessi (articolazione delle conformazioni testuali argomentative, connessione degli enunciati ecc . ) , difficoltà a cui ovvia in un caso ricorrendo a blocchi preconfezionati di generalizzazione (mass ime e proverbi) , nell' altro (ma il procedimento è lo stesso) ad elementi di articolazione non sempre adeguatamente calati nella struttura sintattica del periodo.
Volendo istituire un parallelo con l ' acquisizione del linguaggio si può osservare che ci troviamo di fronte ad un procedimento analogo, mutatis mutandis, alla costruzione classe perno + classe aperta a cui ricorrono i bambini non appena superano lo stadio del linguaggio olofrastico 40 •
Si tratta evidentemente di fenomeni diversi, questo legato alla mietosintassi, quello allo sviluppo testuale, tuttavia l' analogia con l 'uso scorretto dei connettivi transfrastici consiste a mio avviso nell' accostamento « inarticolato » di due classi di elementi linguistici di cui una (la classe « aperta ») svolge la funzione di enunciazione del tema (il macra-argomento a livello testuale) e l ' altra lo modifica (in modo strettamente predicativo nelle parole « perno » infantili , modificando la progressione testuale nella scrittura dei semicolti) .
MASSIMO PALERMO
OPERE CITATE
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