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l’ENERGIAUn premio d'arte, una idea. La cultura è un potenziale. Gli artisti conduttori. Noi riceviamo idee, visioni, impressioni della realtà. Che cambiano il nostro modo di pensare. Queste e altre idee intorno ad un nuovo progetto nato nel 2008 con una serie di ambizioni. Un progetto culturale che stavolta andiamo a guardare da vicino: il Premio Terna

vista daVICINO

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Il puntoAnalisi di un premio nei suoi punti salienti: dalle categorie, al montepremi, alla comunicazione.

26 novembre 2008: le opere vincitrici del Premio Terna 01 sono visibili a Roma al Palazzo Delle Esposi-

zioni. Già viste, apprezzate e in parte votate on line sono finalmente uscite da internet. E’ l’ultimo atto

di un percorso partito con un bando e con la normale ambizione di mecenatismo. Ma anche con la

forte volontà di dialogo con il mondo dell’arte. Innanzitutto le categorie “Gigawatt” “Megavatt” e “Te-

rawatt” tre metafore energetiche per indicare tre categorie di artisti: under 35, over 35 e i cosiddetti

“affermati”. Nomi importanti dell’arte che per la prima volta un premio invita a partecipare, sfidando

decenni di equivoca “considerazione dei maestri”.

Un passo in avanti significativo proprio nella direzione del dialogo tra la realtà dei più e le considerazioni

delle elite. Un modo per immergere nella realtà culturale e vivificare il rapporto con autori che rischiano

una musealizzazione prematura. Questi i vincitori del Premio Terna 01: Luigi Ontani, di Vergato (BO)

con l'opera "Electricthrone" nella categoria Terawatt, Francesco Arena, 30 anni di Torre Santa Susanna

(Brindisi) nella categoria Gigawatt con l'opera "Pannello spaccato

con testa di Nietzsche". Nella categoria Megawatt: Andrea Chiesi, 42 anni di Modena, con l'opera "Kali

yuga 57" e per il “Premio on line” il vincitore è stato Gian Maria Tosatti, 28 anni di Roma, con l'opera

"I giorni del silenzio - devozioni IX - I". Altra novità la giuria: quella del Premio Terna è di qualità ma

eterogenea, lontana da quei comitati d’onore a cui eravamo abituati: oltre ai curatori Gianluca Marziani

e Francesco Cascino anche Alberto Alessi, Davide Blei, Silvia Evangelisti, Giovanni Giuliani, Gianfranco

Maraniello, Cristiana Perrella, Thaddaeus Ropac, Paolo Sorrentino, Beatrice Trussardi, Julian Zugaza-

goitia. Cinema e design, moda e comunicazione per rappresentare la capacità dell’arte contemporanea

di uscire dagli spazi istituzionali per raggiungere un immaginario più vasto.

Terza novità la gestione del montepremi: tutte le opere vincitrici, Gigawatt e Megawatt, sono state

acquistate da Terna entrando a far parte della collezione dell’azienda. Primo premio da diecimila euro, i

rimanenti da duemila. Ma soprattutto all’artista noto è stato riservato un premio del valore di centomila

euro che è stato devoluto alla realizzazione del centro di documentazione del MAXXI, il futuro Museo

Nazionale delle Arti del XXI secolo. Un meccanismo secondo cui l’artista per una volta si fa mecenate,

non entra nel “museo” ma costruisce il museo, con una immagine pubblica e istituzionale (non il ma-

estro che lascia la sua collezione ai posteri): la donazione avviene nel quadro di un protocollo di intesa

triennale tra Terna e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Infine la comunicazione: il Premio

Terna nasce subito in contatto con realtà attive e significative in campo artistico, parte da due curatori

particolarmente immersi nell’ambiente artistico: 3.158 le opere pervenute, 124 i finalisti. Eccezionale

l’afflusso di voti al sito con un numero totale di accessi pari a circa 130 mila. Le pagine del sito visitate

nei quattro mesi totali dal lancio del Premio, dal 1 luglio scorso, sono state oltre 3 milioni

di Daniela Ubaldi

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Dove nasce, da cosa nasce l'esigenza di un premio d'arte?

Terna è una delle aziende italiane più legate al territorio, che copre con 40.000 kilometri di linee elettri-

che. Pensiamo sia nostro dovere restituire valore al territorio, non solo in termini di sviluppo sostenibile

della rete elettrica ma anche con una diversa forma di energia. Quella della creatività, dell'arte, di tutto

quello straordinario patrimonio creativo rappresentato dai giovani artisti del nostro paese. Il Premio

Terna per l'Arte Contemporanea, voluto dall'AD Flavio Cattaneo e condiviso con il Presidente Luigi Roth,

rappresenta un contributo di Terna alla cultura. Le oltre 3000 opere arrivate sono una prova tangibile

che l'arte contemporanea non è una cosa per pochi ma un 'pezzo' di cultura del Paese.

Quali sono le sue caratteristiche di innovazione o di unicità?

Innanzitutto, la divisione in categorie. I concorsi, di solito, sono indirizzati agli artisti emergenti al di

sotto dei 35 anni di età. Ma noi pensiamo che ci sono numerosi artisti che, pur avendo superato i 35

anni, hanno molte cose interessanti da dire. Un'altra importante novità è la partecipazione nello stesso

concorso di artisti emergenti e artisti affermati con curricula e percorsi museali internazionali, a cui è

riservata la categoria Terawatt. Questo fa sì che chiunque lo desideri possa confrontarsi in un dialogo

tra generazioni e linguaggi diversi. Una sfida che funziona, innovativa e fuori dagli schemi.

Il Premio Terna va incontro ad alcune esigenze concrete del mondo dell'arte? Se si quali?

Il contesto mondiale dell'arte si è molto evoluto: si è passati dal concetto di artista come 'genio e

sregolatezza' al concetto di artista come 'genio e professionalità'. E'necessario secondo noi che il paese

venga coinvolto nella costruzione di un'ossatura professionale che supporti la creatività.

Il pensiero chiave: "Trasmissione di energia". Quali sono i punti di forza, gli snodi, che nel

premio Terna permettono questa trasmissione tra pubblico e privato? Tra mondo dell'eco-

nomia e mondo della cultura?

Attraverso il concorso abbiamo cercato di reinterpretare la vocazione italiana a dialogare con il mondo

attraverso le sue eccellenze culturali. Partendo dall'esempio dei Medici di Firenze e, sostituendo le

grandi famiglie e le grandi committenze di allora con le imprese di oggi, possiamo realizzare quello che

già da anni si verifica in Gran Bretagna, Usa, Cina e India: le aziende affiancano i creativi e ne diventano

partner, trasmettendo loro la capacità organizzativa e di sviluppo. Del resto dall'indagine realizzata

da Ispo per conto di Terna risulta che il 34% degli italiani ritiene che il settore dell'arte debba essere

sostenuto sia dallo Stato che dalle aziende private.

In quali campi puntate ad un effetto immediato e quali valori invece vi aspettate che si

affermino con il tempo?

Un effetto immediato è senz'altro quello di dare un'opportunità ai giovani artisti emergenti. Sul sito

www.premioterna.it sono visibili oltre 3000 opere di altrettanti artisti, molti dei quali sconosciuti persi-

no ai nostri curatori; questo vuol dire che nel breve periodo il premio può portare allo scoperto talenti

interessanti. Con il tempo, invece, ci aspettiamo che il concorso si trasformi in un appuntamento im-

portante della tradizione culturale italiana e che le istituzione, le imprese, i galleristi, i critici, gli advisor

e i musei lo utilizzino e lo considerino come una fonte preziosa di informazioni

Se dovesse elencare le parole chiave che possono localizzare il premio nella cultura attuale

quale userebbe?

Innovativo, aperto, utile e stimolante

genesi

ideadi una

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L’aggiornamento di un dialogo antico e fisiologico come quello che si instaura tra i protagonisti del

presente di ogni tempo, avviene innanzitutto attraverso la conoscenza reciproca, intesa come approfon-

dimento delle concrete dinamiche organizzative e intellettuali che reggono i processi di ognuno.

Questa conoscenza porta al rispetto delle competenze reciproche, elemento essenziale e critico di un

rapporto che talvolta risente di pressioni individualiste, oltre che di una certa superficialità di visione.

L’arte è una disciplina fatta di regole e prassi: regole di costruzione dell’opera e prassi di comportamento

manageriale. Il Premio Terna è un tentativo di composizione di un nuovo progetto di alleanza tra cultura e

organizzazione, dove gli specialisti di organizzazione raccontano al sistema dell’arte come razionalizzare

i flussi strategici e operativi, mentre la cultura visiva affianca i processi produttivi con i valori atavici del

pensiero laterale, del rigore creativo, dell’aggiornamento culturale che indaga il presente per coglierne

gli aspetti caratterizzanti dell’Uomo che ingrandisce i propri orizzonti.

Non a caso scienza e arte, oggi, partendo dalle esperienze della baia di San Francisco e fino alla Fon-

dazione Arte e Scienza di Marino Golinelli a Bologna, si scambiano know how e visioni. In tutti i sensi.

A livello generale il passaggio dallo slogan alla realtà è complicato. Le aziende che non hanno dimesti-

chezza con questi temi, tendono a scambiare arte per decorazione e viceversa, per cui sono ferme al

concetto del bello e dell’arredamento delle sedi. Naturalmente il danno d’immagine, in questi casi, è

profondo poiché il mondo della cultura non perdona, forte del suo snobismo intellettuale (antico quanto

l’atteggiamento della parte opposta), però comprensibile se si capisce che la competenza in arte è frutto

di lunghi anni di studio e frequentazione dei luoghi “sacri” ad essa dedicati. D’altro canto il mondo italiano

dell’arte non comprende le dinamiche aziendali di gestione dei fenomeni complessi, per cui tende a

gestire ‘day by day’ e su basi autoreferenziali che danneggiano l’intero sistema culturale. Non è un caso

che all’estero le modalità per progettare la comunicazione culturale aziendale siano all’ordine del giorno.

E non è un caso che la dirigenza illuminata non entri nel progetto curatoriale, mentre i curatori sanno

perfettamente come seguire gli obiettivi comuni.

Il sistema di crescita degli artisti ha bisogno di prendere esempio dall’organizzazione imprenditoriale

anche dal punto di vista del mercato. La gestione del prezzo, dell’immagine, della collezione, delle

mostre, delle presenze in asta o in grandi eventi, richiede capacità di analisi e di management di

altissimo profilo. In sintesi le aziende, come modello di comportamento possono salvare il mondo dal

dilettantismo e dalla dispersione delle energie.

è reale un dialogo tra il mondo dell’impresa e quello dell’arte? Come è possibile trasmettere i valori dell’economia al mondo della creatività? Risponde Francesco Cascino uno dei due curatori del contest

l'alleanza

conosciamocimegliog82

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Torino, 9 novembre 2008 - Il 68% degli artisti non riesce a vivere solo del proprio mestiere, il 75% ha

un rapporto conflittuale con i galleristi, l'86% ritiene che l'arte contemporanea debba essere sostenuta

sia dallo Stato sia dalle aziende private.

Questi, in sintesi, alcuni dei risultati della prima ricerca sul Profilo d'artista realizzata dall'ISPO Istituto

Studi sulla Pubblica Opinione, per conto di Terna, su un campione di artisti iscritti al Premio Terna 01,

rappresentativo del panorama artistico italiano, presentati oggi a Torino in occasione di ARTISSIMA. La

prima ricerca strutturata di tipo statistico sociologica sul profilo dell'artista contemporaneo nel nostro

Paese definisce contraddizioni, sogni e speranze dei creativi italiani in bilico tra ricerca di affermazione

e visibilità, desideri privati e ricerca del sostegno delle Istituzioni e dei privati.

Colpisce il dato emerso dal giudizio degli artisti sulla situazione complessiva del mercato dell'arte con-

temporanea nel nostro Paese: un risultato di fatto polarizzato. Metà degli artisti, il 48%, ritiene, infatti,

che l'attuale mercato italiano dell'arte sia in una fase di crisi. L'altra metà, viceversa, ritiene che sia in

uno stato di "buona salute". Tra i suggerimenti per migliorare la situazione, al primo posto la richiesta

di un maggior appoggio delle istituzioni (71%) seguito da più forti e strutturati rapporti internazionali

tra gli operatori (66%), un maggior coinvolgimento delle aziende private e la condivisione di grandi

progetti tra artisti. Al pari di altri seppur molto differenti settori che si confrontano con una congiuntura

poco favorevole, inoltre, anche quello degli artisti esprime un forte bisogno di sostegno pubblico tanto

che il 79% degli intervistati pensa sarebbe giusto ricevere un sussidio statale, al pari di settori come

cinema e teatro,. Sempre in tema di sostegno va rilevato che, mentre soltanto un terzo degli italiani

(34%) ritiene che l'arte contemporanea debba essere supportata, insieme, da Stato e imprese private,

la percentuale sale all'86% tra gli artisti.

Una generale difficoltà dal punto di vista economico viene confermata dal dato che evidenzia come

solo il 32% degli artisti lavoro dichiara di vivere solo dell'arte, mentre il 68% deve svolgere in parallelo

un'altra attività .

A questo proposito si manifesta anche un rapporto abbastanza contraddittorio con i galleristi: da un

lato sono ritenuti indispensabili dalla stragrande maggioranza, il 71%, ma dall'altro il 75% degli inter-

vistati ritiene che il gallerista "approfitti" dell'artista. Alla richiesta di maggiore sostegno da parte di

strutture organizzate, quindi, fa da contraltare una gestione conflittuale dei rapporti con le gallerie.

I dati fanno emergere altri elementi interessanti sul lavoro dell'artista: il 64%, infatti, misura il proprio

successo sul grado di soddisfazione personale che gli danno le proprie opere. La minoranza, soltanto

il 20%, individua il raggiungimento del successo quando è apprezzato dai critici d'arte. L'11% non si

ritiene "arrivato" solo per motivi "economici". Appare come un elemento di contraddizione: se da un

lato emerge la forza creativa come motivazione principale e una certa noncuranza nei confronti del lato

economico, d'altro canto il sostegno di un soggetto terzo, stavolta anche economico, è considerato

fondamentale per esercitare la propria attività dalla maggioranza degli artisti intervistati.

el'artistail premio

Che cosa vuol dire partecipare ad un premio per un artista già noto?

Ho colto questa occasione per presentare un mio nuovo lavoro che non è ancora stato dato alle mie

gallerie e quindi per affrontare il giudizio del pubblico prima del giudizio del mercato. Ho partecipato a

molti premi ma non ho mai vinto un euro, almeno qui dato che i 100mila vanno ad un progetto artistico

potrei continuare comunque nella mia tradizione....

Come vede la difficoltà del mondo artistico italiano ad aprirsi a quelle che vengono definite

di solito "sfide"? Sfide organizzative anche, di mercato, concettuali etc…

Non fatemi parlare del mondo artistico italiano: primo non lo conosco, secondo non sono nemmeno

sicuro di farne parte. Non ho mai avuto contatti con curatori, critici o altri artisti se non fuggevoli e

banali. Intuisco che esistono schieramenti e sorde rivalità che per altro non ho mai voluto approfondire.

Per altro nessuno si è mai presentato dicendo: "Buongiorno sono Xxxx mi interesserebbe incontrarti"

Piccolo aneddoto: tempo fa a Berlino all'Artforum sono stato invitato ad una cena all'Ambasciata spa-

gnola perchè avevo una foto in una galleria di Barcellona.....mai sentita una cosa del genere da noi.

Ritiene che invece questa volontà di mettersi in gioco si trovi in altri ambiti o all'estero?

Senz'altro. Un artista è un essere per definizione di grande sensibilità nei confronti dell'arte che vede.

Lei si sente in relazione con qualche artista contemporaneo. Non tanto e non solo nello stile ma nel

coraggio della ricerca magari…. Il mio total guru è Jeff Wall. Non l'ho mai incontrato, visto solo di

sfuggita, non vorrei mai fare foto come le sue, forse non mi piacciono nemmeno tanto e comunque le

capisco poco ma sono affascinato dal suo coraggio.

Cosa pensa delle giurie "miste"?

Sono stato qualche volta in una giuria, abbastanza per capire che le dinamiche che si scatenano sono

imprevedibili e non giudicabili.

Massimo Vitali racconta la società nei suoi momenti sociali. Conosciuto e amato a livello internazionale è uno degli artitsti che ha raccolto l'invito di Terna a mettersi in gioco. Noi lo abbiamo scelto per dare una immagine a questa prima edizione del premio.