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La Verità Anno I - Numero 85 www.laverita.info - Euro 1 O Quid est veritas? O QUOTIDIANO INDIPENDENTE FONDATO E DIRETTO DA MAURIZIO BELPIETRO Martedì 27 dicembre 2016 y(7HI1B4*LMNKKR( +]!#!$!?!/ I TRE RE MOGI DEL GOVERNO GLI INDECENTI Lotti è indagato, la Fedeli ha mentito sulla laurea, Poletti ha insultato i giovani italiani Dovrebbero dimettersi, invece restano ministri approfittando della debolezza di Gentiloni di MAURIZIO BELPIETRO Il panettone lo hanno man- giato e quindi dovrebbero ac- contentarsi: per almeno tre di loro essere di- ventati ministri ed essere riusciti a conservare il posto fino a Natale è molto di più di quanto sarebbe stato legitti- mo aspettarsi. Sono certo che, riflettendoci a mente se- rena, passata cioè la sbornia dei brindisi e digerite le ab- bondanti libagioni, anche lo- ro converranno che sarebbe ora di dimettersi: in fondo, da qui in poi potranno sem- pre vantarsi di aver ricoperto l’importante incarico di re- sponsabili di un dicastero. Il curriculum su Wikipedia dunque è assicurato. La prima che dovrebbe fare le valigie, rallegrandosi da sola per essere riuscita ad ar- rivare tanto in alto da ottene- re l’importante incarico, è Valeria Fedeli, la ministra dell’Istruzione senza istru- zione. La signora ha percor- so tutta la sua carriera nei ranghi del sindacato e, come molti suoi colleghi prima di lei, una volta uscita dalla por- ta del sindacato è entrata di- rettamente da quella della politica: eletta senatrice al primo colpo, naturalmente in un collegio blindato. Man- co il tempo di festeggiare, che la miracolata è divenuta addirittura vicepresidente del Senato, con tanto di an- nessi e connessi, nel senso di segreteria e così via. A questo punto, la maestra d’asilo che è in lei avrebbe dovuto con- tentarsi. Ma si sa, quando si assaggia il potere non si smette più e le cariche diven- tano come le ciliegie: una tira l’altra. Così ecco che l’ex fun- zionaria della Cgil diventata senatrice Pd si (...) segue a pagina 3 INNOVATEC CROLLA L’economia verde va in rosso: perso il 95% SEI MESI BUTTATI Abbiamo consegnato le banche a Bruxelles San Siro ghetto islamico, qui la legge non vale Il rione milanese parla arabo, in alcune vie non si entra più. Italiani superstiti barricati in casa PAROLE IN LIBERTÀ DEL PREMIER GIORNALISTA Per Gentiloni estrarre cadaveri è «un gioco» di STEFANO LORENZETTO «Ciao Stefa- no». Poche co- se riescono a in- dispormi quan- to l’arrivo di una mail che comincia così. Perché mi dici ciao? Il motivo mi sembra ovvio: non vuoi ri- correre a «caro», aggettivo che deve suonarti troppo con- fidenziale, troppo affettuoso o troppo impegnativo. Insom- ma, ti piace mantenere le di- stanze. Ma allora che senso ha scrivermi? «Caro» mi ha sem- pre ricordato, anche se non c’entra nulla, la frase fondati- va della civiltà umana che co- nosciamo e che abbiamo cele- brato domenica scorsa: «Et verbum caro factum est». E il verbo si fece carne. Questo per me significa «caro»: car- ne. Ti riconosco come perso- na, in carne e ossa, non come ectoplasma al quale sono co- stretto a rivolgermi. Eppure tutto sommato dovrei essere contento (...) segue a pagina 11 Cellulare mania: c’è chi spende 999,99 euro per una sola app STRANEZZE di PATRIZIA F. REITTER a pagina 16 I PM SOSPETTANO CI SIA UNA BASE Caccia ai complici in Lombardia del killer di Berlino ucciso a Sesto di ALESSIA PEDRIELLI L’ultimo tassello del viag- gio di Anis Amri da Berlino a Sesto San Giovanni arriva da Lione: è stato filmato nel- la stazione della città fran- cese, dalla quale è transita- to senza difficoltà. Sul per- ché si sia recato nell’hinter- land milanese, dove appa- rentemente stava aspettan- do, in piena vista, qualcosa o qualcuno, prende quota l’ipotesi che proprio in Lombardia ci fosse qualche fiancheggiatore pronto ad assisterlo nella fuga. a pagina 6 MARCHE CONTRO LE CASETTE «ABUSIVE» La Regione punisce i terremotati che si rimboccano le maniche di PAOLO GIOVANNELLI Pochi giorni prima di Na- tale, la Regione Marche ha mandato alle Province una lettera per ricordare che i terremotati che installano un prefabbricato sui propri terreni sono colpevoli del reato di «costruzione abu- siva». Anche se pagano con i loro soldi (minimo 12.000 euro) e non chiedono aiuti. Puniti due volte, dunque. Ma lo Stato è in ritardo e in molti preferiscono fare da soli piuttosto che passare l’inverno nelle tende. a pagina 10 di FRANCESCO BONAZZI L’econo- mia «green» minaccia di essere la nuova bolla della Borsa. I n n ovate c , società di energie rinnova- bili, segue una parabola che ricorda da vicino l’an- damento della new econo- my. L’azienda, quotata al- l’Aim, in 3 anni ha perso il 95%. La Finanza indaga. a pagina 12 di CARLO PELANDA L’inter- vento pub- blico, sep- pur tardi- vo, può in- nescare sul- le banche un effetto virtuoso. È, pe- rò, ancora presto per con- segnare la vicenda ai libri di storia. Prima, sarà op- portuno che le autorità rendano conto dei 6 mesi persi e dei danni causati. a pagina 13 di PIETRO VERNIZZI Case occupate abusiva- mente ma impossibili da sgomberare: in certe vie nep- pure la polizia mette piede e la legge non vale. O meglio: vale la legge islamica, impo- sta dagli arabi che si sono im- padroniti del quartiere nei pressi dello stadio. Ecco San Siro, la Molenbeek milanese, dove i pochi italiani supersti- ti vivono barricati in casa e le donne girano soltanto con il velo in testa. a pagina 7 Soros affossò la lira, adesso finanzia gay e rivoluzioni di LORENZO BERTOCCHI a pagina 14

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Page 1: L aVer it¿ · Dez leis para ser feliz pubb l i - cato nel 2003 dallo psichiatra brasiliano Augusto Cury. Che queste sdolcinate parole le abbiapreseper buoneilcan-tante Biagio Antonacci,

LaVer itàAnno I - Numero 85 www.laverita.info - Euro 1O Quid est veritas? O

QUOTIDIANO INDIPENDENTE n FONDATO E DIRETTO DA MAURIZIO BELPIETRO Martedì 27 dicembre 2016

y(7HI1B4*

LMNKKR( +]!#

!$!?!/

I TRE RE MOGI DEL GOVERNO

GLI INDECENTILotti è indagato, la Fedeli ha mentito sulla laurea, Poletti ha insultato i giovani italianiDovrebbero dimettersi, invece restano ministri approfittando della debolezza di Gentilonidi MAURIZIO BELPIETRO

n Il panettonelo hanno man-giato e quindidovrebbero ac-contentarsi: peralmeno tre diloro essere di-

ventati ministri ed essereriusciti a conservare il postofino a Natale è molto di più diquanto sarebbe stato legitti-mo aspettarsi. Sono certoche, riflettendoci a mente se-rena, passata cioè la sborniadei brindisi e digerite le ab-bondanti libagioni, anche lo-ro converranno che sarebbeora di dimettersi: in fondo,da qui in poi potranno sem-pre vantarsi di aver ricopertol’importante incarico di re-sponsabili di un dicastero. Ilcurriculum su Wikipediadunque è assicurato.La prima che dovrebbe farele valigie, rallegrandosi dasola per essere riuscita ad ar-rivare tanto in alto da ottene-re l’importante incarico, èValeria Fedeli, la ministradell’Istruzione senza istru-zione. La signora ha percor-so tutta la sua carriera neiranghi del sindacato e, comemolti suoi colleghi prima dilei, una volta uscita dalla por-ta del sindacato è entrata di-rettamente da quella dellapolitica: eletta senatrice alprimo colpo, naturalmentein un collegio blindato. Man-co il tempo di festeggiare,che la miracolata è divenutaaddirittura vicepresidentedel Senato, con tanto di an-nessi e connessi, nel senso disegreteria e così via. A questopunto, la maestra d’asilo cheè in lei avrebbe dovuto con-tentarsi. Ma si sa, quando siassaggia il potere non sismette più e le cariche diven-tano come le ciliegie: una tiral’altra. Così ecco che l’ex fun-zionaria della Cgil diventatasenatrice Pd si (...)

segue a pagina 3

INNOVATEC CROLLA

L’economiaverdeva in rosso:perso il 95%

SEI MESI BUTTATI

Abbiamoconsegnatole banchea Bruxelles

San Siro ghetto islamico, qui la legge non valeIl rione milanese parla arabo, in alcune vie non si entra più. Italiani superstiti barricati in casa

PAROLE IN LIBERTÀ DEL PREMIER GIORNALISTA

Per Gentiloni estrarre cadaveri è «un gioco»di STEFANO LORENZETTO

n «Ciao Stefa-no». Poche co-se riescono a in-dispormi quan-to l’arrivo diuna mail checomincia così.

Perché mi dici ciao? Il motivomi sembra ovvio: non vuoi ri-correre a «caro», aggettivoche deve suonarti troppo con-fidenziale, troppo affettuosoo troppo impegnativo. Insom-ma, ti piace mantenere le di-stanze. Ma allora che senso ha

scrivermi? «Caro» mi ha sem-pre ricordato, anche se nonc’entra nulla, la frase fondati-va della civiltà umana che co-nosciamo e che abbiamo cele-brato domenica scorsa: «Etverbum caro factum est». E ilverbo si fece carne. Questoper me significa «caro»: car-ne. Ti riconosco come perso-na, in carne e ossa, non comeectoplasma al quale sono co-stretto a rivolgermi.Eppure tutto sommato dovreiessere contento (...)

segue a pagina 11

Cellulare mania:c’è chi spende999,99 europer una sola app

ST R A N E Z Z E

di PATRIZIA F. REITTERa pagina 16

I PM SOSPETTANO CI SIA UNA BASE

Caccia ai complici in Lombardiadel killer di Berlino ucciso a Sestodi ALESSIA PEDRIELLI

n L’ultimo tassello del viag-gio di Anis Amri da Berlinoa Sesto San Giovanni arrivada Lione: è stato filmato nel-la stazione della città fran-cese, dalla quale è transita-to senza difficoltà. Sul per-ché si sia recato nell’hinter -

land milanese, dove appa-rentemente stava aspettan-do, in piena vista, qualcosao qualcuno, prende quotal’ipotesi che proprio inLombardia ci fosse qualchefiancheggiatore pronto adassisterlo nella fuga.

a pagina 6

MARCHE CONTRO LE CASETTE «ABUSIVE»

La Regione punisce i terremotatiche si rimboccano le manichedi PAOLO GIOVANNELLI

n Pochi giorni prima di Na-tale, la Regione Marche hamandato alle Province unalettera per ricordare che iterremotati che installanoun prefabbricato sui propriterreni sono colpevoli delreato di «costruzione abu-

siva». Anche se pagano con iloro soldi (minimo 12.000euro) e non chiedono aiuti.Puniti due volte, dunque.Ma lo Stato è in ritardo e inmolti preferiscono fare dasoli piuttosto che passarel’inverno nelle tende.

a pagina 10

di FRANCESCO BONAZZI

n L’econo -mia «green»minaccia diessere lanuova bolladella Borsa.I n n ovate c ,

società di energie rinnova-bili, segue una parabolache ricorda da vicino l’an -damento della new econo-my. L’azienda, quotata al-l’Aim, in 3 anni ha perso il95%. La Finanza indaga.

a pagina 12

di CARLO PELANDA

n L’inter -vento pub -blico, sep-pur tardi-vo, può in-nescare sul-le banche

un effetto virtuoso. È, pe-rò, ancora presto per con-segnare la vicenda ai libridi storia. Prima, sarà op-portuno che le autoritàrendano conto dei 6 mesipersi e dei danni causati.

a pagina 13

di PIETRO VERNIZZI

n Case occupate abusiva-mente ma impossibili dasgomberare: in certe vie nep-pure la polizia mette piede ela legge non vale. O meglio:vale la legge islamica, impo-sta dagli arabi che si sono im-padroniti del quartiere neipressi dello stadio. Ecco SanSiro, la Molenbeek milanese,dove i pochi italiani supersti-ti vivono barricati in casa e ledonne girano soltanto con ilvelo in testa.

a pagina 7

Soros affossòla lira, adessofinanzia gaye rivoluzioni

di LORENZO BERTOCCHIa pagina 14

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LaVer ità 11MARTEDÌ27 DICEMBRE 2016

ZPAROLE IN LIBERA USCITA

Per Gentiloni estrarre salmeè un bel «gioco di squadra»Benché sia giornalista, durante la sua visita ad Amatrice il premier ha dimostrato pocaconsuetudine con il vocabolario. Dovrebbe riguardarsi Moretti in «Palombella rossa»

Segue dalla prima pagina

di STEFANO LORENZETTO

(...) del «ciao». È figlio dellalingua di quella che conside-ro essere mia madre: Vene-zia. La parola viene infatti das - c ià v o, schiavo, un’e s p re s -sione di deferenza attestatafin dal 1874, come il goldonia-no «servo suo». Però a me èugualmente indigesta. Forseperché la mia preferita, «ca-ro», viene dal latino c ā ru s ,prezioso, costoso, o dal grecoc h aì ro, mi rallegro, con cuil’arcangelo Gabriele s a lutòMaria: c h aì re, gioisci. Quinditraduco: sono contento di ri-volgermi a te. Non lo sei? Nonscrivermi. Oppure cominciasolo con «Stefano» seguito dauna virgola: più onesto. Ri-spetta le formalità senza ipo-criti ammiccamenti.Di solito i patiti del «ciao Ste-fano» o dello «Stefano» virgo-la chiudono invariabilmente iloro messaggi con i «saluti» dirito, espressi esattamente co-sì, saluti e basta, dunque nep-pure questi «cari» né tanto-meno «cordiali» (si tratterà dipersone prive di cuore?), eneanche «distinti», formuladi cortesia ormai relegata allecomunicazioni commerciali.Hanno questo di bello le paro-le: spesso dicono senza dire. Illoro utilizzo travalica le in-tenzioni di chi le sceglie (onon le sceglie affatto), denun-ciando stati d’animo inquieti,palesando personalità irri-solte, disvelando ritrosie la-tenti. Sono importanti le pa-role, non per nulla con essesono riuscito, non so come, amantenerci la famiglia. Locompresi appieno soltanto ilgiorno in cui approdai a Mila-no per lavoro. Lì usavano tut-ti, indistintamente, una biz-zarra locuzione: «Ci vediamosettimana prossima». Vi colsisubito un segno di sbrigativi-tà ben degno di questa con-vulsa metropoli dai modispicciativi, che non ha tempoda perdere con una sillaba - civediamo «la» prossima setti-mana - e dunque via quell’ar-ticolo determinativo, tanto ache serve?, ci siamo capiti lostesso, no?Il 24 dicembre un mio collega,bravissimo, mi ha mandato«gli auguri di papa Francesconei quali mi riconosco al 100per cento». Ho cominciato aleggere con crescente incre-dulità, diventata alla fine sbi-gottimento: «un cielo senzatempeste»; «sicurezza sulpalcoscenico della paura»;«viaggiare dentro il proprioessere»; «diventare attoredella propria storia»; «desertifuori di sé»; «che la tua vita di-venti un giardino di opportu-nità»; «che nelle tue primave-re tu sia amante della gioia»;«che nei tuoi inverni tu siaamico della saggezza»; «usarele lacrime per irrigare la tolle-ranza»; «utilizzare il doloreper lapidare il piacere»; «la vi-ta è uno spettacolo incredibi-le!». Dovendo escludere unimprovviso impazzimento dimonsignor Paolo Luca Brai-da, il ghost-writer che scrivemolti degli interventi e delleomelie di Sua Santità, ho con-cluso all’istante che dovevatrattarsi di un apocrifo. Infat-ti da un rapido controllo tale èrisultato: una delle tante bu-fale, falsamente attribuite alpontefice argentino, che damesi circolano in Rete, nel ca-so specifico tratta dal libroDez leis para ser feliz pubb l i -cato nel 2003 dallo psichiatrabrasiliano Augusto Cury. Chequeste sdolcinate parole leabbia prese per buone il can-

tante Biagio Antonacci, ilquale le ha allegramente am-plificate tra i suoi fan con ilcopia e incolla, può starci. Mache non abbia saputo distin-guerle un collega esperto, giàin età di pensione, mi ha im-pensierito parecchio.Sempre la vigilia di Natale, so-no rimasto di stucco nell’ud i -re il discorsetto di 7 minuti

scarsi che il presidente delConsiglio, Paolo Gentiloni, hatenuto ad Amatrice a conclu-sione della sua visita nelle zo-ne del Centro Italia devastatedal terremoto. Premessa in-dispensabile: Gentiloni, fra lealtre cose, è giornalista pro-fessionista dal 1990, trent’an-ni fa dirigeva La Nuova Ecolo-g ia , il mensile dei Verdi, an-che se nessuno ebbe modo diaccorgersene, tant’è che nonsi ha memoria di un solo arti-colo a sua firma. Quindi do-vrebbe, quantomeno, saperpadroneggiare il vocabolario.Ebbene, davanti alla popola-zione colpita dal sisma, hadetto testualmente, magariperché parlava a braccio enessuno gli aveva scritto lefrasi giuste da proferire:«Dobbiamo essere molto otti-misti. Ho visto un gioco disquadra incredibile tra tuttele istituzioni coinvolte, l’hovisto nelle Marche, l’ho vistoin Umbria, lo vedo qui adAmatrice. C’è un gioco disquadra che veramente è ungioco di squadra all’i ta l i a n a » .Ha detto proprio così, e l’hapure ripetuto tre volte: gioco.È noto che i sinistrati usano lemacerie al posto dei matton-cini Lego.Qualcuno spieghi al premierche l’unico gioco di squadra è«quello realizzato dagli atle-ti» (cfr. Zi n g a rell i alla vocesq uad ra). I giornalisti, alme-no quelli che si chiamavanoVittorio G. Rossi, DomenicoBartoli, Ugo Stille, AntonioGhirelli - li avrà mai sentitinominare Gentiloni? - usava-no sempre e solo la formula«lavoro di squadra» (chiedaconferma a Piero Ottone eFranco Venturini, tuttora vi-venti, che vi sono ugualmenteaffezionati). Data la luttuositàdella circostanza, si sarebbemeglio adattata alle attivitàdei soccorritori, i quali dalle

rovine non hanno certoestratto per gioco 299 cadave-ri e 388 feriti.Consiglierei a Gentiloni di ri-guardarsi quella scena di Pa -lombella rossa (colore che gli èmolto familiare) in cui Miche-le, interpretato da Nanni Mo-retti, intervistato da una gior-nalista svampita che si di-chiara «alle prime armi» e glichiede conto del suo «matri-monio a pezzi» pronuncian-do in sequenza le espressioni«kitch», «cheap» e «fuori ditesta», prima si porta una ma-no al cuore per il dolore, poi lechiede dove sia andata a pren-dere un simile linguaggio e in-fine le appioppa due ceffoni,urlando: «Come parla? Comeparla?». È la stessa collega, diGentiloni e mia, alla qualel’attore-regista, nel medesi-mo film, spiega: «Chi parlamale, pensa male e vive male.Bisogna trovare le parole giu-ste: le parole sono importan-ti!».Non sono mosso da alcun ma-lanimo verso il presidente delConsiglio. Dico di più: al nettodel suo sinistrismo inconclu-dente, Gentiloni mi è simpati-co. A parte l’i m p e rd o n abi l ecolpa di essersi prestato alruolo di ventriloquo di Mat-teo Renzi e di aver accettato diguidare un governo che è lacopia conforme al preceden-te, non muovendo un musco-lo dopo che una ministra bu-giarda, Valeria Fedeli, ha fattocredere a lui e al capo delloStato - sotto giuramento - diessere laureata, mentre nonha nemmeno la licenza dimaestra elementare (e le hapure affidato il dicastero del-l’Istruzione, dell’Università edella Ricerca scientifica), aparte questo, dicevo, ricono-sco a Gentiloni un merito dicui da molto tempo non siscorgeva traccia in politica: èserio. Come la sua interfaccia

quirinalizia, Sergio Mattarel-la, del resto. Dopo l’ub r i ac a -tura di sostantivi, aggettivi,proclami, stereotipi e freddu-re inflittaci dal predecessore,trattasi di una qualità rag-guardevole. L’uomo non ride,parla poco e ha un eloquiomonocorde che induce allanarcolessia, adeguato alle sueascendenze nobiliari (mai co-

nosciuto un aristocratico chesi esprimesse a raffica o pers l oga n) .Era dai tempi di Arnaldo For-lani, 35 anni fa, che non si ve-deva a Palazzo Chigi un inqui-lino così contegnoso e sopori-fero. Non a caso militavanoentrambi nella Dc, sia pure inopposte correnti. Andai a in-tervistare zio Arnaldo ovveroil Coniglio Mannaro (copyri-ght Giampaolo Pansa) un de-cennio dopo che era statoestromesso dalla politica pervia giudiziaria. «Io parlo aruota libera, eh», fu la pre-messa. Come dire: faticheraia tenermi dietro con la penna,ragazzo. Tornato a casa, ria-scoltai, cronometro alla ma-no, la registrazione del collo-quio, calcolando la duratadella prima frase: «La que-stione della candidatura»,pausa di 19 secondi, «va peròvalutata», pausa di 32 secon-di, «a tempo», pausa di 9 se-condi, «opportuno». Forlaniera riuscito a pronunciare 10parole, articoli e preposizionicomprese, intervallandolecon un minuto esatto di silen-zio. Il nulla in atmosfera con-tro l l ata .Ciononostante, la domenicain cui uscì l’intervista, avendoletto alla fine del testo «conti-nua», che si riferiva non allesue dissertazioni bensì allaserie giornalistica, l’ex pre-mier ebbe il coraggio di tele-fonarmi per chiedere quandosarebbe stata pubblicata lasuccessiva puntata. Al che miscappò di rispondergli: presi-dente, già ho faticato a mette-re insieme questa, con il nien-te sotto vuoto spinto che miha elargito, ora mi sa dire checosa mai dovrebbe contenerela seconda parte? Tacque alungo, come d’abitudine. Poigemette: «Capisco».Non ho niente, per tornare aGentiloni, neppure contro lasua loquela flemmatica. Ser-ve tempo per scegliere le pa-role giuste, come insegnòPier Paolo Pasolini il giorno incui una troupe della Rai andòa interrogarlo su non ricordoquale argomento. Alla do-manda postagli dal giornali-sta, lo scrittore chinò losguardo per raccogliere leidee e fornire una rispostasensata. Il tempo di guardarsila punta delle scarpe e i 10 se-condi a sua disposizione era-no già scaduti. Da quel giornosmise di concedere intervistetelevisive. Ma, a giudicare daquanto Gentiloni ha detto adAmatrice, parrebbe che lalentezza nell’a rgo m e nta renon sia messa al servizio dellafacondia. Nella circostanza,senza tirare in ballo a spropo-sito il gioco, sarebbe bastatoche egli dicesse: «Cari concit-tadini, la tragedia che vi hacoinvolto ci lascia atterriti esgomenti. È più grande di me,di voi e di noi, lo capite questo,vero? Faremo l’i m p o s s i bi l eper trarvi fuori dall’e m e rge n -za, ma non so né quanto tem-po ci vorrà né se ci riusciremofino in fondo. Quello che so, èche ce la stiamo mettendotutta, almeno a giudicare dallavoro di squadra che oggi hopotuto valutare sul campo.Tenete duro. Io sono con voi.Buon Natale, fratelli d’Ita l i a » .Lo avrebbero applaudito lostesso, forse di più.Per cui, alla fine, rimane uninterrogativo: se Gentiloninon sa fare nemmeno il suomestiere di giornalista, cioèusare con appropriatezza leparole, come riuscirà a farnebene un altro assai più diffici-le, cioè governare una nazio-ne? Che Iddio ci assista.

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“Un collega mi mandagli auguri natalizidi papa Francesco,una sequela assurdadi frasi fatte. Peccatoche li abbia scrittiun autore brasiliano,Augusto CuryPerò la bufala corresul Web e persinoBiagio Antonaccila prende per buona

C O R R I VO Biagio Antonacci

“Bisogna pensare a ciòche si dice. InfattiArnaldo Forlaniriuscì a intervallare10 parole, articoliinclusi, con un minutoesatto di silenzioE Pier Paolo Pasolinismise di concedereinterviste televisiveper non dover daregiudizi affrettati

RIFLE SSIVO Arnaldo Forlani

PREMIER DIRETTORE Paolo Gentiloni in visita alle zone terremotate dell’Umbria. Prima di guidare il governo, diresse La Nuova Ecologia