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LaVer itàAnno II - Numero 149 www.laverita.info - Euro 1O Quid est veritas? O
QUOTIDIANO INDIPENDENTE n FONDATO E DIRETTO DA MAURIZIO BELPIETRO Domenica 25 giugno 2017
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L’ASSESSORE VENETO PAN IRRISO PER LA SUA FEDE
Il politico che prega perché cada la pioggiaPartecipa alle rogazioni nella basilica del Santo a Padova: i seguaci di Tosi lo attaccanodi STEFANO LORENZETTO
n Se piove, il go-verno è ladro. Mase non piove?Già, che cosapossono fare gliuomini se non
piove? A chi dare la colpa? E,soprattutto, come ottenere ilritorno delle precipitazioniabbondanti? Di questi tempi,non resta manco la consola-zione del governo onesto, a noimortali, se le nuvole decidono
di chiudere i rubinetti. Capitacosì che la perdurante siccitàinduca anche loro, i politici, aporsi il problema.
Forte solo di un’antica sag-gezza contadina, che probabil-mente poté suggere dalla tettamaterna, ecco che l’a s s e s s o reall’Agricoltura della RegioneVeneto, Giuseppe Pan, ha pen-sato bene di partecipare, lune-dì scorso, alla celebrazionedelle rogazioni nella basilicadel Santo, a Padova. Apriti cie-lo, è il caso di dirlo. I consiglieri
regionali Giovanna Negro eMaurizio Conte, fedelissimi diFlavio Tosi, sindaco uscente diVerona, hanno tosto presenta-to sull’argomento nienteme-no che un’interrogazione allagiunta regionale. «L’a s s e s s o rePan pensa di risolvere i pro-blemi legati all’agricoltura an-dando in pellegrinaggio daSa nt’Antonio a Padova?», sichiedono. Dopodiché infor-mano che «l’agricoltura vene-ta sta vivendo una fase climati-ca molto pesante, a seguito
delle scarse piogge», che «imaggiori fiumi veneti sono insecca», che «il Po è al di sottodella media stagionale di 3 me-tri e le previsioni meteo nonprevedono precipitazioni si-gnificative, bensì un aumentodelle temperature con ulterio-re aggravio del coefficiente dievaporazione delle colture»,tutte notizie che non dovreb-bero essere ignote né ai lettoridei giornali né a Pan, visto cheè laureato in agraria (...)
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Domani «La Verità» in edizione straordinaria per le elezioni comunaliLETTERA A UN ASPIRANTE ASTENSIONISTA
UN VOTO PER FERMARE L’A M M U C C H I ATANel disinteresse generale, oggi 4 milioni di italiani vanno ai ballottaggi. Renzi guida la schiera di chi vuole convincerciche le urne non servono. Ma scegliere bene i sindaci è l’unico modo per impedire al centrodestra di morire di inciucio
LA LORENZIN LO SA?
GLI OSPEDALIVENGONOMOLTO PRIMADEI VACCINIdi MAURIZIO BELPIETRO
n Come quegliitaliani che perpoter parlare li-b e ra m e nt e d iimmigrati senzaurtare i guardia-
ni del politicamente correttopremettono di non essererazzisti, anche io voglio pre-mettere di non essere controi vaccini. Sono vaccinato e hovaccinato le mie figlie, le qua-li, pur prossime alla maggio-re età, continuano a sotto-porsi alla profilassi.
Ciò detto e sgomberato ilcampo ai sospetti, veniamoal sodo. Ossia a un bambinodi 7 anni che è morto in ospe-dale per le complicanze delvirus del morbillo. Carlo,questo era il suo nome, è de-ceduto mentre era ricovera-to per curare una leucemialinfoblastica. Subito in tantisi sono scatenati, usando lasua storia per una battagliapolitica. Attorno al corpo diun bambino morto e a una fa-miglia segnata dal dolore si èdunque allestito il solito tea-trino, con dichiarazioni usa-te per colpire la parte avver-saria: in questo caso i grillini,ritenuti a torto a ragione vici-ni al popolo «No vax», ossia aquegli italiani che nutronosospetti nei confronti dellaterapia vaccinica. Per alzareil livello della polemica si èfatto credere a tutti che il pic-colo fosse stato infettato daifratellini, i quali non essendovaccinati perché i genitorisarebbero scettici (...)
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di MARIO GIORDANO
n Caro elettore aspiran-te astensionista, oggi -secondo turno delle am-ministrative - puoi esse-re legittimamente tenta-to dallo stare a casa: facaldo e tutti, a comincia-
re da Matteo Renzi, vo-gliono farti credere chevotare non serve. Ma nonè così: anzi, le urne sonol’unico segnale vero perstoppare lo ius soli e latentazione dell’in c i uc ioper il centrodestra.
a pagina 9
Lara, 26 anni,italianaDiventa islamistaper andarein Siria con l’Isis
LA JIHADISTA
GIANCARLO PALOMBIa pagina 4
Il clan massonedi Banca Etruriatentò di comprarela Sampdoriadel Viperetta
TRAME OSCURE
GIACOMO AMADORIa pagina 11
di GIAMPAOLO PANSA
n Qualcuno dovrebbe trovare il co-raggio di dirlo. Adesso ci provo io chenon sono nessuno e scrivo Il Bestiariocome mi pare e piace. I fascisti deltempo che fu, quelli agli ordini di unsignore che si chiamava Benito Mus-
solini, erano migliori di tanti nostri politici di oggi.Avevano il vizio di dichiarare spesso una guerra,quasi sempre sbagliata e difficile da vincere. Maalmeno anche loro gettavano la vita al fronte, insie-me a migliaia di altri italiani. Quante (...)
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IL BESTIARIO
Pure i fascisti erano megliodi questi nostri politicanti
Disastro banche venete: tassa di 12 miliardiLo chiamano salvataggio. Ma il decreto su PopVicenza e Veneto Banca lo pagheremo noi. E caro
di GIANLUCA BALDINI
n In queste oreil governo statentando di ar-ginare il disa-stro delle ban-che venete. Eu-
ropa permettendo, si va co-munque verso un conto sala-tissimo per tutti i correntisti,e probabilmente per tutti icontribuenti. Le stime sonoconcordi nel calcolare alme-no 12 miliardi per sistemarela cosiddetta «bad bank».
a pagina 3
La Rai silura Gilettie beatifica Fabio Fazio
(31.111 italianiper pagarlo)
MAURIZIO BELPIETROa pagina 13
LaVer ità 17DOMENICA25 GIUGNO 2017
ZPOLEMICHE DI STAGIONESegue dalla prima pagina
di STEFANO LORENZETTO
(...) e scienze forestali e inse-gnava ecologia applicata. Iconsiglieri tosiani hanno la ri-cetta pronta da dettare all’as -sessore all’Agricoltura: «Do-vrebbe coordinare gli enti de-putati alla gestione della risor-sa idrica e la Regione dovrebbeattivare e finanziare interven-ti strutturali su invasi, bacini ecorsi d’acqua. Assistiamo in-vece all’inerzia di Pan, il quale,anziché gestire l’e m e rge n zasiccità e gli interventi struttu-rali, si reca in pellegrinaggioda Sant’Antonio; un fatto posi-tivo per la redenzione dell’ani -ma e dello spirito, ma che è pu-ramente soggettivo».
Già prendersela con un col-lega che di cognome fa Pan, co-me il dio greco dei boschi e deipascoli, ha qualcosa di dadai-sta, un po’ come la contempo-ranea ingiunzione, da partedei seguaci di Tosi, ad «attivareuna cabina di regia regionale».Direi che manca solo l’apertu -ra di un tavolo e poi siamo a po-s to.
Ma qui si vorrebbe solo por-re l’accento sulla pretesa «re-denzione dell’anima e dellospirito», tirata in ballo dai pre-detti consiglieri. Ciò farebbesupporre che l’assessore Pansia un peccatore incallito biso-gnoso di riscatto, il che magariè vero. Tuttavia l’e s p o n e ntedella giunta guidata dal gover-natore Luca Zaia partecipa daalmeno dieci anni, nella basili-ca dove sono custodite le spo-glie mortali di Sant’Antonio, alrito propiziatorio con il qualecelebrante e fedeli invocano lagrazia del Padreterno sull’irri -gazione, sulle semine e sullemessi. Raggiunge la tomba delSanto a piedi, partendo dal suopaese, Cittadella: 30 chilome-tr i .
Si può perciò ipotizzare chestavolta la sua presenza nonsia passata inosservata soloperché Pan milita nella LegaNord, il partito che ha cacciatoTosi, e oggi si vota per i ballot-taggi sia a Verona (la città doveil sindaco uscente ha candida-to la sua fidanzata) sia a Pado-va? Come diceva Pio XI, a pen-sar male del prossimo si fapeccato ma ci s’i n d ov i n a .
Resta comunque intattol’interrogativo iniziale: se lapioggia non scende dal cielo,che cosa possono farci i variPan, Zaia, Negro eConte? Hai voglia a«finanziare inter-venti strutturali suinvasi, bacini e cor-si d’acqua»: i soldinon bastano a riem-pirli. Poi ci vuolepur sempre qualco-sa che non puoicomprare e chescende dall’alto, odall’Alto, sceglietevoi la minuscola o lamaiuscola.
Oltre ad ammi-nistrare, Pan nonrinuncia a pregare,né disdegna di far-lo in pubblico, den-tro una chiesa. Benedetto uo-mo! Dev’essere proprio rinci-trullito. In qualunque Paesedel Nord Europa gli avrebberogià revocato la delega. Che di-co, l’avrebbero processato perabuso della credulità popola-re.
Me la ricordo bene l’ultimasiccità simile a questa. Era il2003. Beppino arrivava nelcampo davanti alle finestredella mia camera all’una emezzo di notte, con la botteper l’irrigazione trainata daltrattore. Avanti e indietro nel
vigneto ad annaffiare fino allevar del sole. Gli bastava la lu-ce della luna per orientarsi. Miteneva sveglio, ma lo perdona-vo. Di giorno non poteva farlo:le viti non ne avrebbero ricava-to alcun giovamento. Gli chiesise gli fosse mai capitata unacosa simile, cioè di dover lavo-rare di notte e dormire di gior-no. «In 55 anni che sto nei cam-pi, mai», rispose. Ma la storiatende a ripetersi.
A quell’epoca il vescovo diVerona era un frate cappucci-no, Flavio Roberto Carraro.Un seguace del Poverello di As-sisi in anticipo su papa Fran-
c e s c o, il quale ha rinunciato al-le scarpe rosse pontificali maalmeno si tiene quelle nere or-topediche. Carraro no, piedinudi e sandali. A differenzadei consiglieri tosiani, il pre-sule con il saio raccomandavadi pregare tanto perché«sor’acqua, la quale è multoutile et humile et pretiosa etcasta», cadesse dal cielo. «Pur-troppo siamo abituati a crede-re solo nella tecnologia, che inquesto caso, però, serve a po-co», ammoniva. «Non è ancorastato inventato un pulsante in
grado di far piovere. E quindinon resta che rivolgersi più inAlto». Con la maiuscola.
Nei periodi siccitosi comequesto, i suoi predecessori or-dinavano l’ostensione dellaSacra spina. Ignoro se accadaancora. La prima volta che lavidi in cattedrale, nel luglio di34 anni fa, ero un giovane cro-nista. Si tratta di una specie discimitarra con cui nel IV seco-lo furono decapitati, durantela persecuzione dell’impera -tore M a s s i m i a n o, i santi Fer -mo e Ru s tic o. In realtà è la liscadi un grande cetaceo, ricoper-ta di ferro e con l’i m pug n atu rad’argento. La teca in cui è rac-chiusa veniva tolta da sottol’altare della Madonna del Po-polo, dov’è custodita, e postasu l l ’altare di San Michele, condue ceri ai lati, accesi giorno enotte. Solo i fedeli più anzianicapivano il significato di quelculto antico e si fermavano da-vanti alla Sacra spina a prega-re, affinché cessasse la canico-la e giungesse la pioggia risto-ratrice su uomini, campi e ani-mali.Avveniva così dai tempidi Sa nt’A n n o n e, vescovo dal750 al 772, che durante unaspaventosa siccità ebbe in so-gno da Dio l’ordine di ritrovarele spoglie mortali dei due mar-tiri, nativi di Bergamo, segna-late ora in Africa, ora in Orien-te, ora in Istria. Fino a che lasorella di Annone, Maria, riu-scì a recuperarle a Trieste, in-sieme con la Sacra spina, pa-gando un forte riscatto per laloro restituzione. Appena lereliquie giunsero in città, cad-de la pioggia, tanto che all’in -trepida scopritrice fu dedica-ta una chiesa con il titolo diMaria Consolatrice, oggi luogodi culto della comunità evan-gelica valdese.
Vi sono ovviamente stradeassai più laiche, da percorre-
re, quando Giove Pluvio è in ri-tardo cronico sugli appunta-menti con l’umanità. Una de-cina d’anni fa mi capitò d’in -tervistare un serio studiosoresidente nel Vercellese, Ro -berto Maglione, il quale giura-va d’essere capace di far piove-re a comando. Laureato in in-gegneria mineraria al Politec-nico di Torino, aveva lavoratoper l’Eni sulle piattaforme pe-trolifere nel Mare del Nord, inNorvegia, negli Stati Uniti, inSudamerica, in Malesia e inMedio Oriente. Poi era statoassunto come responsabiledelle procedure tecniche diregistrazione all’estero deiprodotti della Sorin, società diricerche nucleari del gruppoF i at .
Maglione utilizzava unmarchingegno chiamatoc lo ud b u ste r, acchiappanuvo-le. La Libera università deglistudi di scienze umane e tec-nologiche di Lugano l’ave vapreso in parola, chiamandoloa costituire un gruppo di ri-cerca, «ma poi si sono fermati,avevano paura di andare trop-po avanti», specificò. Secondol’ingegnere piemontese, tuttosi basa sull’orgone (da orga-smo e ormone), termine psi-coanalitico usato da W i l h el mR eich (1897-1957), l’i nve nto redel c lo ud b u ste r, per indicarel’energia cosmica presente innatura e che l’essere umanoassorbirebbe e scaricherebbein ogni sua attività, special-mente in quella sessuale.
Con un investimento di2.000 euro, Maglione si erafatto costruire da un falegna-me di Cervia l’Orac, acroni-mo di orgone accumulator,accumulatore orgonico, unaspecie di cubicolo per la sau-na - di legno fuori, di metallodentro - nel quale la personastaziona seduta per una
quindicina di minuti.Sulle applicazioni dell’or -
gone in meteorologia, Maglio-ne fu piuttosto evasivo: «L’ar -gomento è delicatissimo. Leinon ha idea dei disastri clima-tici che potrebbero essere in-nescati dall’uso dissennato diun c lo ud b u ste r. Il più potenteè in grado d’influenzare i siste-mi nuvolosi lungo un fronte di700-800 chilometri». E mi rac-contò che Bernd Senf, docentealla Berlin school of econo-mics, era riuscito a far pioverein pieno Sahara, avviando nel2004 con l’ingegner M ad j idA b d el l a z i z coltivazioni di me-
le, arance e fichi a El Haouita,nel deserto dell’A l ge r i a .
Tra l’orgone e le rogazioni,l’assessore veneto Pan ha scel-to le seconde. Un uomo fuoridal tempo. Forse confida an-cora nell’acqua manzonianache lava via la peste nei Pro -messi Sposi. O forse si sente vi-cino agli indiani d’A m e r ic ache praticano la danza dellapioggia. Io lo capisco. Ci vuoleardimento per esporsi alle fa-cili ironie degli avversari che tiaccusano di confondere la po-litica con la redenzione del-
l’anima. Bei tempi quando i to-siani, guidati dal più tosiano ditutti, cioè il sindaco Tosi, scor-tato dalla compagna Patr i z i aB i s i n el l a , assistevano entusia-sti alla benedizione dei mezziagricoli schierati dalla Coldi-retti nella Giornata del ringra-ziamento. Chissà qual è la dif-ferenza fra l’invocare (dentrola basilica di Sant’Antonio aPadova) la pioggia sui raccoltie l’esorcizzare con un segno dicroce (fuori dalla basilica diSan Zeno a Verona) il pericoloche un trattore possa rove-sciarsi sul suo padrone lungoun pendio.
Ai più sembrerà un sempli-ciotto, questo assessore Pan,che nel suo sito non si vergo-gna di mettere al secondo po-sto il link Le rogazioni: cosa so-no nella storia dell’ag ric o ltu ra .Ci clicchi sopra e vieni riman-dato a un oleificio della miavallata, il cui titolare, M a r ioSalvag no, perse la vita nelcampo mentre accudiva i suoiadorati ulivi, quasi che agri-coltura e sacrificio fossero in-scindibili in eterno. E lì scopritante piccole, grandi storieche dicono di noi, della civiltàcontadina e della vita più ditante sciocche polemiche de-stinate a evaporare sulla cartadi giornale.
Scopri, per esempio, che lerogazioni sono cominciatecon l’avvento del cristianesi-mo. Scopri che esistono le ro-gazioni maggiori e quelle mi-nori: le prime si tengono il 25aprile, le seconde nei tre gior-ni che anticipano la festadell’Ascensione. Scopri chemalgrado il progressivo affie-volirsi di una devozione che fi-no a pochi decenni fa era ri-spettata da ogni contadino,l’usanza sta pian piano tor-nando in auge, grazie alla ri-scoperta delle tradizioni lega-te al mondo agricolo. Scopriche fu papa Liberio a cristia-nizzare, nel IV secolo, i ritualipagani dedicati nell’a nt ic h i tàalla dea Cerere.
Scopri che Enzo Gambin,presidente dell’A s s o c i a z io n edei produttori di olio d’o l iva ,raccomanda di scorticare epreparare i rami d’ulivo al finedi farne delle croci da sistema-re nei campi. Scopri che Paol aB a l l a rd i n , impiegata presso laColdiretti di Vicenza, ha postol’accento sul valore simbolicodella processione e della rela-tiva supplica. Scopri che adAsiago ogni anno, 40 giorni
dopo la Pasqua, sirivive la GrandeRogazione, orga-nizzata il sabatoche precede l’A-scensione, con loscambio di uovacolorate fra ragaz-ze e ragazzi inna-morati. Scopri cheil percorso dellaprocessione si sno-da per ben 30 chi-lometri. Scopriche la Grande Ro-gazione di Asiagosi svolge con inizioalle 6 del mattinosul sagrato del duo-mo e termina sol-
tanto al tramonto. Scopri chein testa non manca mai lostendardo rosso recante unacroce bianca, che nessuno osasuperare, mentre a chiuderela processione c’è un sacerdo-te che indossa la stola di coloreviola in segno di penitenza.
Rogazione viene dal latinoro g a re, chiedere. Magari nonfarà piovere. Ma la fiduciosaumiltà di chi ancora sa a qualeporta bussare riconcilia con ilbuonsenso più di una stolidainterpellanza regionale.
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“Il vescovo cappuccino diceva:«Non hanno ancora inventatoil pulsante per far caderela pioggia». Vidi esporrela Sacra spina con cui furonodecapitati Fermo e Rustico
”“Ho conosciuto un ingegnereche sa irrigare a comandopersino il Sahara. Perògli olivicoltori delle mie partipreferiscono intrecciare crocinei campi. E se sali ad Asiago...
”
RITO ANTICO La Grande Rogazione che da secoli si celebra sull’Altopiano di Asiago, in occasione dell’Ascensione. Un percorso lungo 30 chilometri
Non piove, governo ladroCi salveranno le rogazioni?L’assessore regionale Pan a piedi da casa sua alla basilica del Santo, 30 chilometriDue consiglieri lo dileggiano e chiedono «una cabina di regia»: il Veneto è al sicuro