l antico dialetto di veglia

Upload: sone-aleks

Post on 25-Feb-2018

253 views

Category:

Documents


4 download

TRANSCRIPT

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    1/95

    ANTONIO IVE

    L'ANTICO DIALETTO DIVEGLIA

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    2/95

    ^.. I ^ E.

    Sommario: I. Cenno preliminare. II. Raccolte del Cubich. III-V.Raccolte del Petris, dell' Adelmann e del Celebrini. VI. Raccoltemie proprie. VII. Spoglio fonetico. Vili. 'Varia'.

    I. In questo medesimo Archivio, l 435-446 n, il prof. Ascoli ha par-lato d'un dialetto 'morente' dell'isola di Veglia, richiamando per ilprimo sopra di esso l'attenzione dei dotti. Il lavoro presente, che muovedalle indagini preziose, istituite dal Maestro, si propone di portare, col sus-sidio di materiali nuovamente raccolti, qualche ulteriore conferma alle re-sultanze ch'eran da lui presagite.

    Per 'veglioto', o 'antico dialetto di Veglia', s'intende il dialetto che migiorno era proprio della citt di Veglia e contado, e spiccatamente si di-stingue da quella variet di rumeno la quale si parlava a Pojica (Poglizza)e a JDobasnica (Dobasnizza), contrade della stessa isola di Veglia, e sempre

    ancora si parla in Val d'Arsa nell' Istria ^ Sono per ben intime le atte-nenze che corrono tra il veglialo e codesta parlata rumena.

    Il primo a dar dei saggi del vegliato fu il dottore Giambattista CcBicn,che a Veglia ebbe a passare molti anni della sua vita. Li pubblicava eglinel giornale L' Istriano, num. 13, 14, 16, 17, dell' anno 1861, e nelle No-tizie naturali ecc., gi qui in nota citate. Altri saggi furon poi raccolti dame, che in varie escursioni a Veglia venivo cercando nuove fonti, orali oscritte, di questo prezioso parlare.

    ' Di questa variet rumena, in quanto si parlava nelle dette due contradedell'isola di Veglia, ho io dato qualche sagginolo nella Romania IX 32G sg.

    Sopravvive ancora 1' Orazion Dominicale, riferita dal Cubich, nel giornalL'Istriano, num. 16 del 1861, e nelle Notizie naturali e storiche sull'isoladi Veglia, Trieste 1874, p. 118. Cfr. Asc. Studj crit., I SO = 328. E vedineancora al VIII del presente lavoro.

    Ii6 Ivo,

    Le mie iiidai^iui cnui coronate da buon successo, secondo che ora io de-scriver. Quanto a fonti orali, oltre a qualche sagginolo modesto e taloranon abbastanza sicuro, che potei raccogliere qua e col, una di assai abon-daute me n'era schiusa in Antonio Udina, detto Burbur, d'anni 59, l'ultimo,

    se cosi lecito esprimersi , di una generazione ormai spenta, V ultimo deiVcglioti. L' Udina mi raccontava, come da fanciullo sentisse i proprj geni-tori usar di quella parlata singoiare, che egli chiamava veclisn, quasi diuna lingua sussidiaria al veneto, che, pi o meno puro, fu per lo addietro,come oggid, il parlare di tutto il paese. Serviva il vecUsiin ai genitoridell'Udina come di linguaggio secreto, ^jer non farsi intendere (egli diceva)dai filinoli. A forza di attenzione e di pazienza, egli era riuscito a ren-derselo famigliare e stava ora pronto a mettermi a parte del tesoro dei suoiricordi. Devo a lui, e qui gliene rendo amplissime grazie, oltre alla curiosasua biografia, anche gli altri principali saggi che pi innanzi qui oft'ro trale raccolte mie proprie. Allato al nome suo, mi sia per lecito ricordarepur quello di altri due pi modesti miei ausiliari : Antonio Vasslich fu Fran-cesco, d'anni 79, e Antonio Rimbaldo fu Giovanni, d'anni 69, pescatori, pisicuro nelle sue riminiscenze il secondo, che non fosse il primo.

    Passando alle fonti scritte, qui tengono il primo luogo le raccolte deldott. Cubich. Un fortunato accidente jui fece capitare tra mani e il ms. diquella porzione che il Cubich aveva pubblicato, e insieme quello delle raccolteda lai posteriormente istituite e ancora inedite. Del primo mi son valso percollazionare quanto c'era d'edito, e questa parte ora cos ricompare, riveduta

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    3/95

    sull'originale. La porzione inedita la stampo pur tutta (II), con piena fedelt,coordinandola, nel vocabolarietto, con l'altra, ma sempre distinguendo le duediverse parti con carattere diverso, che il corsivo per le cose inedite e iltondo spazicgrjiato per le edite.

    Alle raccolte del Gubich s'aggiunsero: alcuni brevi saggi fornitimi dalcanonico Pietro Petris (III); un elenco di voci 'schiettamente vegliote'che m'era favorito dal sign. Antonio Adelmann (IV), e uno di nomi locali,che mons. Mattia Celebrini (V), ora decano di Veglia, ha avuto la bontdi spigolare per me da un libro catastale, incomincialo il 19 settembre 1677.

    Quanto alla trascrizione, nulla dovevo io naturalmente alterare nelle rac-colte altrui. Per quelle che direttamente a me provengono da fonti orali, hoadottato un modo di trascrivere, che, pur riuscendo nella sostanza secondole norme generali .q\V Archivio ^ si conciliasse il pi possibile con quello dellefonti scritte.

    Del metodo, finalmente, che ho seguito nello spor/lio fonetico, tocco a suoluogo (VII); e qui pi non mi rimane se non di tributare particolari rin-graziamenti ai signori Marcantonio Tmpastari e Adolfo Pacifico Della Zoxca,Che si compiacquero di ajutarmi, con viva cortesia, nella non facile impresadella raccolta di questi cimclj.

    A. L

    Il dial. vedioto: Raccolte del Cubich.

    Ili

    II. Raccolte del Cubich.

    a. Vocabolario.

    a lics vicino.

    a la lurga alla larga, lontano.

    acid aceto.

    advidnt, el, l'avvento.

    agst agosto.

    alai te f. pi., budella.

    altra m i a n t e altri men ti

    altr altare.

    alzudrse alzarsi.

    alzfir cle ixiliire^ leggere.

    amur amore.

    amudr amare.

    ancsene incudine.

    andiar andare.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    4/95

    anclur sis per el pliv in sissalire, lett. ' andare su per ilpiovere in su '.

    anidl anello.

    anincs innanti.

    ajjidr aprr aprire.

    aprdil aprile.

    ardre ardere.

    ria aria.

    arzidnt argento.

    ascdun chiodo.

    as-ciants assenzio.

    ascndro ascondere.avarus avaro.

    aura ora.bacco cavalletta.hallur ballare.har bere.

    barbussi, el, mascella.basfoutdrmese bastonare.batar bter battere.

    baud voce.beccarja beccheria.becliir beccajo.bescudr beccare,biss, pi. hiss, bacio.bisuagn bisogno.

    blire, volere, blja vo-leva, blite volete; blare vo-lere, che bij che voglio, se tebude se tu vuoi.

    blasmur blasmudre bestem-

    miare.bonduanza abondanza.

    basca bugia.

    boss, el, coscia.

    botaun bottone.

    brdhia briglia.

    braz, pi. i braz, braccio.

    bu'ba, el, zio.

    buarca barca.

    buasc bosco.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    5/95

    118 Ivo

    biissa boccia.bu'a bora.buso buco, caverna.caddi' cadere.cadril quadril mattone,e a i p t a r e guardare, cipta

    guarda; v. caup-.cira cera,cai f., calle.calcin calcagno.caldira caldaja.caliyhlr calzolajo.calzte calzoni.camdin camino.camdissa camicia.cdmha cantina.camist gonnella.campandid campanile,cami'istre catene del focolajo.

    canissa cinigia,canapil fune.cand quando quando.canidstro canestro.cantudr cantare.cdnuDO canape.caplzzola cappa di mare.caprdina capra,carbun carbone.carcstja caristia.carnassudl carnasciale.carnid vipera,carviale f. pi., cervella,castial, \A.i castil, castello.

    caldina catena,catrida sedia.

    catudr cafr trovare.

    cafrdm catrame.

    cauc qui, qua.

    (iauda coda.

    caiiptte guardate; v. caip-.cja f. sng., ciglio.

    cem/'fir cimitero.

    certin certuni

    certjin certuno.

    cJienur cenare.

    chiamiidr chiamare.

    eIndro chiaro.

    cJu'l culo.

    ciirt certo.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    6/95

    eie n e cinque.

    etneo cimice.

    cics, pi. i cies, cittadino.

    clne cinque.

    cinco quindici.

    cionqunta cinquanta.

    clstlnia cisterna.

    coJHOdri burla.

    col quello, col te ddls, cosati dice.

    comandiidr comandare.

    conilo gomito.

    comparre comparire.compertlnde da mal, proteg-gere.

    compudr compare.

    con conno.

    contrudt contratto.

    conzudrme condire.

    cpia cappello.

    coprr coprire.

    Il dial, veglioto:

    corsma quaresima.corsalo corsetto.cssa pialla.cossr cucire,e est questo,crsero crescere.

    cratire creature,crdro credito,criss, pi. i cn'ss, ciliegio,crit crudo.cud'o quadro.cuntra contro.cttcidina cucina.cicero cuocere.cma comare. -cumprudr comperare.cump campo,cun caini, cane -i.CHj) capo.

    ciimacHotta, carne cotta, les-sa, cumo carne.curta carta.dir cuore,da cuc, di qua.da d'l da dietro.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    7/95

    da lich davanti.da Ucs lontano.da Ime di l.dap dopo.dai di.Dai Dio.dmno danno,de pie, troppo,de bta f. sng., debito,decedere la cusa, decidere.

    Raccolte del Cubich. 119

    defenddr difendersi.

    depentduy dipintore.

    depindro dipingere.

    depidndrete dipingerti.

    desmn m. e f., dimane.des'den disordine.

    despondr disporre.

    desprezidja disprezzare.

    dtco, pi. ddcli, dito.

    dezn digiuno.

    dint, pi. didncs, dente.

    didul diavolo.

    die dieci.

    dichisdpto diciassette.

    dichiddpfo diciotto.

    dichin diciannove.

    distengudja distinguere.

    di due.

    dolc dolce

    dormr dormire.

    dtco dodici.

    dramudre macellare, dramudtmacellato, ammazzato.

    drnte dentro.

    dui duole.

    dui doii , diinne , dare ,dut dato.

    duteme datemi.

    dupllr doppiere.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    8/95

    el il.

    entruanne entnidr entrare.

    espojrmese spogliare.

    faddiglie faticbe.

    fica, la, fico.

    fid fede.

    120

    falla fila.fin fine.fastdide fastidio.fdvro fabbro.fssa fascia.fassiU fagiuolo.

    fanldr favellare.febni' febbrajo.fecudt fegato,fil figlio.fidr ferro.

    fi asta (coli.) festa, qualsiaspassatempo.jcliira l'albero del fico.firi fieno,flim fiume.flss fuso.fond fondo.fonddcce f. pi., feccia.

    frno forno.fosc nero.

    fahricudr fabbricare,fruatru fratello.fuja foglia.furfa f. sng., forbici.furma forma.farme faremo,fu re fuori.fusdina fucina,ganre?gaudre godere.

    gdula gola.generus generoso.genir gendro gennajo.glas ghiaccio.

    Ive,

    gola US goloso.

    gtta goccia.

    (j'dbla, la, rastrello.

    grass grasso, sego.

    gril grillo.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    9/95

    grun grano.

    fjuadagmidre guadagnare.

    guadigi guadagno.

    impendr implre, empire.

    imperafdur imperatore.

    imprdndro el fuc accenderefuoco.

    )i collant sdite, odiare, lett.'essere in collera'.

    incidnts incenso.

    inciodudr inchiodare.

    infidnio inferno.

    ingannar ingannare.ingkidstro inchiostro.

    intrrghe co i che te hlaj, sce-gliere quello che vuoi.

    isiidrse istruire.

    istdlla stalla.

    jdcqiia qua, acqua.

    jrba (coli.) erba, fieno.

    jdsca tavola.

    jduca oca.

    jdiir, el, oro.

    jaura, la, ora.

    jdma settimana.

    jin anni.

    jl uno.jin jina, uno -a.

    jiva uva.

    jmnoymm, uomo -ini.

    jnco undici.

    jnda del mur, onda delmare.

    jongrine ungere.jngla -e, unghia -e.jrden ordine.jost giusto,juc f., ago.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    10/95

    jurbul albero.

    ]n],jalju, egli, gU.

    juIfrO; jUtri, Jultre, altre -i -e.

    juncra ancora,

    jnda cuc, vieni qua.

    julb bianco.

    jnv, r, uovo.

    jupa ape.

    lac lago.

    lacidrch sgomberi.

    la in lino.

    lambc lambicco.lamentur lamentarsi.

    lapur lampeggiare.

    laudare lodare.

    lavudr lavare.

    lbra lira.

    lhro libro.

    lenziU lenzuolo.

    UH letto.

    lyur legare.

    lipro lepre.

    lin, la, lume.

    line luned.

    lur loro.

    hi lui.

    lung lungo.

    Il dial. veglioto: Raccolte del Giibich.

    Imnga lingua.Innza lancia.liic l.

    121

    lgio luglio.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    11/95

    lumira luminaria.macnur macinare.

    mail miglio.

    nidiss messo.

    mdisscc tavola, mensa.

    mani nonno.

    mancir mangiare, mandicamangia.

    ra a r a i t marito.

    marangui marangone.

    mardun marrone.

    marcus amaro.

    inaridnda merenda.martidl martello.

    mdssa miidssa, messa.

    massirco sorgo.

    nat metto, mdis misi.

    matrimuni matrimonio.

    mur muro -, maturo,grande.

    me mi.

    mdco medico.

    medcur medicare.

    medsem medesimo.

    mejativa urina; cfr. mir.

    mei mille.

    mesdira miseria.tnescudr mescolare.

    mcssHre misurare.

    mezl bicchiere.

    mi, me, miei.

    122

    ministra minestra.moie marted.missdna mercoled,mir 'mingere', cfr. mejttira.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    12/95

    mffa muffa.

    mah' muro.

    moletuine moUettine.

    molur lasciare, ven. 'molur

    monita moneta.

    morus amoroso.

    tnost mosto.

    munt monte.

    murt morte.

    onurz marzo.

    mi mai.

    mul male.

    m 1 i e r moglie.

    mun mano.

    m u s t r maestro.

    mici maggio.

    mver muovere.

    idi neve.

    nascit nato.

    nuri lill iiidn, non.

    ne n.

    nencjin nessuno.

    nolo nuvolo.

    nepu t nipote.

    iidr nervo.

    ilia, nja, niente.nonuanta novanta.

    novmbre novembre.

    nu noi.

    nu nove.

    Ive,

    una, v. nan.

    n u a s t r nucister nostro.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    13/95

    mc'Jt notte.

    71US naso.

    ohbedr ubbidire.

    obligiirse obbligare.

    occii occhiali.

    cto otto.

    octhre ottobre.

    octuanta ottanta.

    offenddre offendere, no me of-findro non mi offendere.

    olja uliva.

    n i'i u r onore.

    orfjin aratro, 'organo'.imcr pagare, te imcura tiP'ghei.

    Inaila pila.

    pina penna.

    pira pera.

    Ijol-da palletta.

    paradis paradiso.

    larturr parto, sost. verb.

    passerin (coli.) uccello.

    pasir jin ju'bul, piantareun albero.

    pcdrinin padrone.

    puc poco.

    puper povero.

    pcla pece.

    yeddo pidocchio.

    pltro peltro.

    imisurme pensare.

    pentaur pittore.

    l)entisu'drse confessione.

    Il dial.

    ppyo pepe.perun forchetta,per co perch,

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    14/95

    pernica peruice.jjesure pesare.incno pettine.2nl pelle.int piatto.2nrder perdere.inch {-e?) piedi.2)tre pecore,p i t r a pietra.Ijlacro piacere.

    flanira pianura.liant pianto.plssa piazza.pie pi.2)llv piovere,pomb piombo.pliiuja pioggia.plmHena scodella.pUickia polmone.Ijligre piangere.I)in pugno.polfrdim poltrone.polluastro pollastro.

    2)om pomo,p pio popolo.potare potere, pointpranclr pranzare.premre premere, teti preme.

    lirendr prendere.prezim prigione.imnsep principe.

    vcglioto: Raccolte del Culjich. 123

    purc, pi. purcs, porco.

    imrta porta.

    Ionico pulce.

    piUvro polvere.

    puscro pascere.

    pusta pasta.

    ppola polpaccio.purgatri purgatorio.

    pitta potta.

    qualunque jin, qualun-que.

    q u a r a n t a quaranta.

    quciter quattro, quattro.

    quattudrco quattordici.

    racle orecchie.

    rad i e a radice.

    racuordr ricordarsi.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    15/95

    rid rete.

    ripa riva.

    rampegim arpagone.

    ras sa un ragione.

    ree ricco.

    recidila orecchino,

    rdre, riso e ridere.

    regiina regina.

    re ligia un religione.

    respundre rispondere,

    restitnrme restituire,potuto. rinder conto render conto,

    rlngrdme ringraziare.premjja robuAr rubare.

    r ostar rostire, co rostid? checosa arrostite?

    rovina rovina.

    rum rame.

    Ive,

    ruass rosso.

    msse rose, ogni sorta di fiori.

    sajta saetta.

    salhui sabbia.

    salili' salare.

    saluta salata.samhun saviezza, savio.

    saml' somaro.

    smno sonno.

    sante contint , contentezza ,'esser contento'.

    sapun sapone.

    sapre sapere.

    spto sette.

    satudr saltare.

    sdul sole.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    16/95

    schm zampogna.

    sberlt schiaffo.

    scina schiena.

    scalda el lidt, scaldaletto.

    schiopt schioppo.

    s-ci' f. pi., 'scuri', imposte.

    scliiri) scarpe.

    scluv de tich, servo di tutti.

    scader riscuotere.

    scoliro scolaro scolare.

    scomter scomettere , scome-tirme scometteremo.

    scomensidr cominciare.

    sctta ricotta.

    scrlra scrivere.

    scule scale.

    sculira cucchiajo.

    sedarl fazzoletto.

    sdia secchia.

    sga sega.

    sentemidnt sentimento.

    sentre sentire.

    sentrme colle racle, u-dire colle orecchie.

    sepoltira sepoltura.

    septuanta settanta.

    sermint, sermiditu, ser-mento.

    scrur chiudere.

    sessunta sessanta.

    stco sedici.

    setmbro settembre.

    si sei (num.).

    sidla sella.

    simpro sempre.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    17/95

    signmr -a, signore -a.

    so suo.

    sglo collo.

    soldildt soldato.

    sonudr sonare.

    sot asciutto.

    spacudrme spaccare.

    spdina spina.

    spdisa spesa.

    spartr spartire.

    spidch, el, lo specchio.

    spidnder spendere , spinf

    spende, spanddi spendi.spidnza milza.

    splima spuma.

    spit sputo.

    sposudr (sost. verb.) sposalizio.

    sptidg spago.

    spiidla spalla.

    Il dial. vegliolo:

    spudta spada.

    squadrhr squartare.

    stign stagno.

    stassdun bottega.

    statira stadera.

    stura stuoja.

    stentur stentare, lavorare.

    stlcll stivali.

    stopii stoppino.

    stopdir stupire.

    stufa staffa.

    studrme stare.

    studiiwe 'studiare', affrettarsi.

    stKpa stoppa.

    stiitudrme el fuc, spegnere il

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    18/95

    fuoco.

    sudi sale.

    sudng sangue.

    siihatu sabato.

    sbito subito.

    suldr zuffolare.

    suhlt zuffolo.

    sirco sorcio.

    sussdne susino.

    tacre tacere, imperat. ticstaci.

    fq/Hf, tajitrme, tagliare.

    tate mammelle.tditn tonno.

    favirna taverna.

    temindsta tempesta.

    iendja tenaglia.

    tendre tenere.

    tervldla trivello.

    tidmi) tempo.

    Raccolte del CuLich. 125

    tidta zia.tirch tardi,to tuo.tocs tutti.fotih'o tonare.

    se fonnentiidrme tormentare.

    tornudr tornare.tos tosse,tra tre.

    travirsa grembiule, vec. 'tra-vrsa'.

    trcico tredici,trinta trenta.t'oc -a, ragazzo -a.tnub' gettare, trich gitta.tu al tale.tuta padre,uclo -i, occhio -i.u il til, olio.ultra oltre.iifto otto.vdida vite.vaila vela.vdin vino,

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    19/95

    vina vena.I vita vita.vai valle.

    va levudr, va prendere.valdro valere.vdnder vendere,vencs venti (num.).venchjin ventuno.venchidj ventidue.

    venero venire, vendjo vengo,vestemint vestimento.

    126 Ive,

    vestr^ .se, vestire,vet, el, biadfi.vint vento.

    vidnt'O {mcduT) pancia, ventre.viard verde.

    virm verme.vicidii cugino.Vida citt.villa villaggio.v'indre venerd.vita sentinella.

    VU VOI.

    vustro vuster vostro.

    zdime andare, zdime a spassa

    andare a passeggio, zdime inste scendere.

    zrme andare (gire).

    zint gente.

    zocudr giocare.

    za gioved.

    zgno giugno.

    avr avere. - ju ji io ho, te jii tu hai, jal jit egli ha^nu jiltri jime noi abbiamo, vo jite voi avete, j-ju lorahanno; jime l'avit (lo?) abbiamo avuto; j l'avara iol'avr.

    site essere.- ju si io sono, te sante tu sei, jal santegli , nu jiltri sime, vu site voi siete, ji sant lorosono; ju ga fit io sono stato; ju fera io sar.

    h. Nomi locali *.

    Avinch Verbenico, Basalchila (Bassalcila ad.), Basca Bsca,Baziil, Boi de la Pitra, Bon de Negrit Bottezzine, Brusca!, Can-zoli (Calzolit gel., ad.), Camhn, Ccmit, Cancul (Cancul ad.,Canchl gel.), Cccrtz, Cassin, Castelmiisclo, Checherine , Co-corccie, Dobrin, Drscolo, Fontagndne (Fontagnle ad.), Gherbezin

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    20/95

    (Gherbezit ad.), Gherbine (Garbine gel., ad.), Golubdz, Gramazl,lariagl, Lac de mur, Lac de la Pissica, Lac Martin, Lnghe(Lunghe ad.), Loquetine, Lnta, Macarn, Magnakis, Mando-

    * Sono aggiunte, ira parentesi, le varianti che ho potuto desumere dalleraccolte Celebrini e Adeliuanu.

    Il dial. veglioto: Raccolte del Ciibich. 127

    lira, Manganllo, Monchidl (Moncil ad.), Nerezine, Orlacht, Pa-radis, Plzzig (Pizzigle ad.), PizziU, Polltin, Pomibo, Prto Imne,Pi'mta Negrito, Rabazl (Rabezi gel. , Rabassi ad.) , Radagra(Redagra gel., ad.), Remur, Sadre, Sansi, Saracit, Torcine(Turchine gel.), Trcolo, Trina, Val Bisca, Val de CopHa, Vcdde dca, Val de Mordi (Valdemur ad.), Val de son, Val de vit,VaMnta, Vignale, Zine (Zini ad.).

    e. Testi.

    El andur fo bun en puc; sint (sin) tot strac.Il camminare un poco fa bene ; sono tutto stracco.

    Me ferraur (fermura) a cuc jin momint. Mi fer-mer qui un momento.

    Potite zer anincs, se blite. Potete andar avanti, se 5volete.

    En cai baslca (basslca) zrme? In qual chiesa andremo?

    Va simpre (simpro) drat per non fallar la cai. Vasempre dritto per non fallare la strada.

    Fenalmiant jime arivuat. Finalmente siamo giunti. 10

    Blji (ljo) lane de boss. Voglio legna di quercia.

    Diteme lane [e lana; ms. : lane] deburca vetru-na, que ciimpra i puper. Datemi legna di barca vecchia, checomperano i poveri.

    Blj me sctro jin diant. Voglio levarmi un dente. 15

    Blj dormr tota la desmn. Voglio dormire tutta lamattina.

    Decite al mi jmno, que me venja destrur abon aura. Dite al mio uomo che mi venga a svegliare a buon'ora.

    No ji potit dormr, que jra el lit mal fat. Non 20ho potuto dormire, perch il letto era mal fatto.

    Sant creputa la peslatria. rotta la serratura.

    * Le varianti del ms. son fra parentesi.

    128 Ivc,

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    21/95

    Metrme jin carassuun en tla puarta. Metteremoun catenaccio nella porta.

    La curne, que se manica, sant gbelata {fjheluta). 25La carne, che si mangia, fredda.

    La jrba sint {sant) moicirno. La erba bagnata.

    El cun blja me moscur, Il cane voleva mordermi.

    El prinz sant en missa: saime prandr. Il pranzo in tavola, andiamo a pranzare. oq

    Domunda cont que te bie. Domanda quanto vuoi.

    Co facassite in vissa maja? Che fareste in vece mia?

    El tiamp se moitro. Il tempo si cangier.

    Inflorja i jurbul. Fioriscono gli alberi. ,

    La sudur pzla dal fruant. Il sudore goccia dalla fronte. 35

    Nun fero da baila. Non sar assai.Sai resolto a stur nla vicla l'inviamo. Sono so-lito (?) di star l'inverno in citt.

    Dime {dame) el sedariil, quel el sant en scarsellanva. Dammi il fazzoletto, che nella saccoccia nuova. 40

    Capta, que el firo en tiara. Guarda che sar in terra.

    El jra spurc e fosc. Egli era sporco e nero.

    Nun sant {) timp de stur en lit; jlzete; no tesinte que tonja e fulminja? Non tempo da stare a

    letto; alzati; [non senti] che tuona e fulmina? 45

    Sta nut el fit en mur ghelut, que tta la j-cqua ji glazit. Questa notte fece un gran freddo che tuttal'acqua s' (ha?) ghiacciata.

    Mi credja che te sante murt, tot timp que note ve dai t. Io credevo che fossi morto, tutto il tempo che 5)non t'ho veduto.

    La cai sant segura de dai e de nut; nun sesint no de lder {ladre) ne sassin. La strada sicura digiorno e di notte; non si sente n di ladri n di assassini.

    Da pessnt quo te cature {cature) la cai en tei ''^dermu. Difficile troverai la strada nel bosco.

    lime de vin vetrn, julb, fosc, russ, dolc, garb.Abbiamo vino vecchio, bianco, nero, rosso, dolce, garbo.

    lmna raja, jnda cuc. Anima mia, vieni qui.

    Il dial. veglioto: Raccolte del Cubich. 129

    Jnda con mic; sime vedr co que i fi i nustri. euVieni con me; andiamo a vedere cosa fanno i nostri.

    Jre ji sit tircs dormr. Ieri sono andato tardi a dor-mire.

    E per cost ne ji potit alzr se nincs. E per questo

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    22/95

    non ho potuto alzarmi prima. 65

    Dap la cina co i j (y/) fait (fiit)'? Dopo la cena cosahai fatto?

    Jime se pirs in palure; jime fault de nustriaffur. Ci siamo (abbiamo) perduti in parole; abbiamo parlatodei nostri affari. 70

    Jina mlier mura. Una donna grande.

    El fil pie muro. Il figlio maggiore.

    El grun sant mur. II grano maturo.

    Che j lo mis pur mdco. Che io lo misi per medico.

    Che j spandi drnte. Che io spendei dentro. 75

    Che ministra blite? Che minestra volete?

    Ciint blite de salrio? Quanto volete di salario?

    Duteme de rize. Datemi dei risi.Domunda cent che te ble. Domanda quanto che tu vuoi.

    Durte el cup en tei mir. Dare il capo nel muro. sa

    El cil sant tot copirt. Il cielo tutto coperto.

    El timp que sant pesint a la vita. Il tempo pesante allavita.

    El timp se desponja a la pluvja. Il tempo si dispone allapioggia. 85

    El vint caluro. Il vento caler.

    Fi la Ulna fia. Fa la luna nuova.

    Insira el balcun; Vria que passa per le s-ciopatire sant pe-ricolussa da baila. Chiudi la finestra; l'aria che passa per lefessure pericolosa assai. 90

    Ji bisugn d'ima cpia. Ho bisogno d'un cappello.

    Ji stut en puc al fuc e blja zer a cussa. |Sono stato unpo' al fuoco e voglio (o voleva?) andar a casa.

    Javime avit vi desmn jina mura bressina. Abbiamo avutoquesta mattina una grande brina. 95

    Jime la lina plina. Abbiamo la luna piena.

    Archivio glottol. ital., IX. 9

    130 Ive,

    L'aria de niit no sti bun. L'aria di notte non sta bene.

    La lina vi calnd. La luna va calando.

    La pluvja jit dut la pulver. La pioggia ha bagnato la pol-vere. 100

    Le stalle que le lie. Le stelle che (le) brillano.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    23/95

    Non fuor ne culd ne ghelut. Non fare n caldo n freddo.

    Non m' intrguo in cist affur ; non vi sapr de nlia. Nonm' immischio in questo affare ; non voglio saper di nulla.

    Si {sin) jit (jint) fnta le usse. Sono bagnato fino alle ossa. 105

    Saline al prin curt. Siamo al primo quarto.

    Sinie en tei cur de la instiit. Siamo nel cuore della state.

    Ve si ohligut. Vi sono obbligato.

    Vis a csa {ciissa) mja, catr le mj cratire. Vo a casamia (a) trovar le mie creature. 110

    Zime copur en vgna. Andiamo (a) lavorare in vigna.

    Zime a spuss a Punt. Andiamo a passeggio a Ponte.

    In cily Signur mi, i lit mi cissa in grja mja, se mi catte

    vi. Ve recumn la jmna mja. Si mnda me la jite dut, simnda ve la putt restitur. Amen, Seignur. In cielo, signore 115mio, in letto mio come in sepoltura mia, se mi trovate vivo. Viraccomando l'anima mia. S pura me l'avete data, cos pura vela potete restituire. Cos sia, Signore.

    3.

    In cast munchil, che fi na bassalcila, missa copiarla e missadiscopirta, chi jra drnte la nina di Dio; a dencli nide la 120priegua Dio.

    Chi u passut da liic (?)... el su fuil santusso; Onnina mja, crno fite chiicu ?

    fil mi, ne durmu ne vegliju, che slo de vi na rja

    * Di questo saggio e del seguente ebbi io stesso altra lezione, che piinnanzi riproduco.

    Il dial. veglioto: Raccolte del Petris. 131

    revisin che (de ?) vi j fato. Chi quini de Jodi che vi ju prisso, 125

    i vi mina da Ru e da Pilato, e da Pilato fina li colune, alin de Sunta Cruc (e luc ?) chi v' inchiodila. E -la vstra sentabaca da bar la vi dimanda, col fil e col acid ve la intoscn'ia.

    (Frammento.) Cissa se le mat tot a cnto co l'ai spint in teigiardin le spise; e sei computa a tot che se spint drnte de isoMlenorira, i mni i gnidi, e s'el vin fura clle spise (drant incol jardin) .... Cos se le mette tutte a conto (ci) che eglispende (?) nel giardino le spese; e se lo computa a tutto (ci)che si spende dentro di Mlenorira gli uomini, gli agnelli ; e s'egliviene fuori colle -spese (dentro in quel giardino) .... 135

    . Raccolta del Petris *.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    24/95

    a.

    agnil agnello.

    arr arare.

    balcun balcone.

    bu bue.

    cai strada, via.

    cvul cavolo.

    curne carne.

    cusa casa.

    fazMji fagiuoli.

    formentun frumentone.

    frtre fratello.

    grun grano, frumento.

    kis cacio.

    lavoratur lavoratore.

    migl miglio.

    muro -i, grande -i.

    nipta nipote.

    nina madre.

    yre padre.

    pask pesce.

    plo -i, piccolo -i.

    pira pecora.

    * Mous. Petris mi riferiva di aver raccolto questi saggi dalla viva voce diFrancesca Vassilich, vedova Marassich.

    132 Ive,

    purta porta. 1 seder falciare.

    IMn pane. serur sorella.

    sapr zappare. | nrz orzo.

    sarazii grano saraceno. | vart orto.

    sarg sorgo. | vacca vacca.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    25/95

    Commta mja, ve domnz perdonnz; vi jite fits mal a me eJH mi a vi. Cognata mia, vi domando perdono; voi m'avete fattomale ed io a voi no.

    Csta cusa sani pie Mala de cla jltra. Questa casa pibella di quell'altra. no

    Scuntte, scintute, cumre: la me fja min manch'ir e mm pis-si'ir . . . Co hlime fur? Sentite, sentite, comare: la mia figlia

    non mangiare, non pi- . . . Che vogliam fare?

    Tik, samr d'Avink. Taci, asino da Verbenico.

    Zime pri jqtia. Andiamo per acqua. 145

    e.

    Sunta nina, mna Eloisa, nina, avita plaghe da scula (?),

    che el Signur il mandssa jina mura plovdja *. Santa madre,madonna Elisabetta, madre , che il Signore gli

    mandasse una grande pioggia.

    * IJue altri frammenti del Petris sono varianti dei due testi che nel ma-teriale del Gubicli portano i num. 2 e 3. Le pi importanti differenze sa-ranno annotate alla lezione che offro come udita da me (Raccolte mie pro-prie: e. 1. 2; p. 136).

    Il dial. vcglioto: Raccolta dell' Adelmann.

    IV. Raccolta dell'ADELMANN.

    a.

    abastrin sorta d'uva nera.biscacil, pi. -ilj bacca delrosaio selvativo.

    caccie cavalcioni (portar acaccie).

    camrda capanna.

    camhlla galla del rovere.

    camistro tritume di paglia.

    cidl uovo di gallina, ciottoloovale.

    dermne -i, bosco -chi.

    drcno uva duracina.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    26/95

    gliha -e, gleba -e.

    gmbro vomere.

    manzlla manipolo di spiche.

    mazn ovile.

    nfo nappo, scodella di legno.

    nid nido.

    pezniga pezghma, lucertola.

    pezenighr pezeghinr, lucer-tolone.

    picita sorta d'uva.

    pignlla sorta d'uva.

    pilli strada in declivio.

    s-cila erba mangereccia ingenere.

    specola specole, pallottolinedi marmo da giuoco.

    sthia -e, stoppia.

    S'ama soma, fascio d'arbusti,viti ecc.

    vila donnola.

    zuma zumar, fischiare (dettodi pietra lanciata, di vento e delfruscio delle vesti).

    b. Nomi locali*.

    Bozite (n. di bosco), Bruscit (id.), Castellir, Cornicia, Dr-scio **, Ghrnof, Moscatour, Posnk, Penta Chiz.

    * Sono riportati quelli solamente che non figurano nella raccolta delCubieh. Cosi per l'elenco del Celebrini."'* drosclo, oltre esser nome di regione, vale 'acero' e pur 'gianduia'.

    134

    Ivo,

    V. Raccolta del Celebrini.

    Nomi locali: Alle Zuche, Blodbra (?), Bbula, Buchil, Ca-racorizza, CarcanUla, Cherzina, Cherz Sbigovf^ Chirnoga Bnza,

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    27/95

    Chirnoga Stnta^ Chiublinca, Chiurlin, Chiana, Comardizza, Crsa,Fmitre, Gal delle mrque, Gher de lchi, Grdbbia, Lila mura,Lucacini, Lucherini, Merchocichni, Murlacht, Plsica, Polina,Passe, Bnca, Renzi, Talin, lne. Turchine, Vros, Zli dlci,Zumngie.

    VI. Raccolte mie proprie.

    a. Singole parole.

    agiin cheppia.

    il aglio.

    argst aragosta.

    bardilo laveggio, barattolo.

    barbami grossa triglia.

    bocula f., boccale.

    bosun boccione.

    bransin branzino.

    bras braccio.

    bulp volpe.

    but botte.

    buca bocca.

    cagnis pesce cane.

    calamir calamajo.

    capun cappone.

    caput cappotto.

    cosubrina vicina.

    crid -e, credo -e.cur corre.

    cuarp corpo.custe coste.cucr cucchiajo.ctdunb colombo.culsa calza.curtil coltello.dentis dentice.destinut destinato.destinar destinare.dik dieci.dikcink quindici.dikd dodici.dikdut diciotto.dikjnco undici.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    28/95

    dikm diciannove.dikquter quattordici.dikspto dieciasette.diksis sedici.diktr tredici.

    Il dial. v^eglioto: Proprie raccolte.

    135

    dominca domenica.

    farsura padella.

    fiiir fiore.

    fikir m., fico (albero).

    fulp polipo.

    fiik fuoco.

    funtuna fontana.

    fus faccia.

    fur fare.

    fur fuori.

    galdina gallina.

    garuf gherofano.

    griing grongo.

    gruns granchio.

    giit bicchiere.

    leviir levare, prendere.

    lint lente.

    lik luce.mirla f., merlo.

    milun mellone.

    wmes:^Z,il pesce'sparusMoena'.

    mid nasello.

    muore mare.

    nuca noce.

    pir pajo.

    piersigut pesco.

    plin pieno.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    29/95

    pudls polso.

    puyn pomo.

    quider quadro.

    ravanil ravanello.rez razza.

    rca conocchia.rca che i fila, conocchia cheessi filano.

    salvatdur salvatore.sardidla sardella.scarpis scorpena.seda falcetto.semidnsa semenza.sijJ seppia.sielgdjo scelgo.stimjo stimo.studjo studio.

    suddjo sudo.sufldjo soffio.suspirdjo sospiro.tacjo taccio.tidk tegghia.tidsta testa.tocdjo tocco.tossjo tossisco.tot tlc, tutto -i.tremdjo tremo.virz verza.vidula viola.viclo vecchio.viu vivo.

    vurb orbo.vut otto.

    b. Nomi locali.

    Carnassil, n. di 1. dove c' approdo; Carnussa, n. d'una secca;ily n. di bosco; Mattane, n. della spiaggia di Veglia (citt);Murai.

    136 Ivo,

    e. Testi.

    1. Signur mi, j vis csta sar in (Petr. : i) lidi mi; jii zivoOdurmr cisa in grja (Petr. : griiha) mja. Ji'i min si se cstanut me catara vi. Vi, Signur, che sapite, ve recomund lajmna mja, perc desmin min si se me levava. M ve prik e verecomund (Petr. : ricomnz) la Jmna mja.

    2. In col muncl eljra una baslca, missa copiarla e missa ir,5.discopirta. Che el Jra drnte ? La nina de Di; a dencle(Petr.; zencle) nide (Petr.: dtte), che la priegua (Petr,: priegu)Di. Passe (Petr. : passilo) de luk el su fil (Petr. : vu suntecontsse) santico: Ma, nina mja, co vo fite calco (Petr. :chiicu) ? Ah ! fil (Petr. : fuil) me, ne durmo, ne velgjo, i6o

    che na rja rivisin de vi ji fato ( Petr. : on junziuol

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    30/95

    de Di ga gassa piarlo); Qui cu'ini di Judi ve ju priso; j veminila (Petr. : mna) da Rude e da Pilato, e da Pilato fgna lehilune; da le kilune (Petr.: cheluna) fgna le perjune (Petr. :la prigiuna) ; da le perjune a ltik (Petr. : a lin) de la snta loscruk. J ve inkiodia. La viistra stinta Mica da bar la doman-dila, e col fil e col acid j ve la intosct'ia.

    3. Bibliografia dell' Udina, dettata da lui stesso.

    M si Ttine Udina, de saupranum Brhur, de Jin sincunta

    sipto, filg de Frane Udina, che, cun che el sant miirt el tuta,el avja setunta sipto Jin. no

    J Ji nascit in tla ciisa del numer trinta, de la cai che sevenja a la baslca, e nun fit tuni a luntiin la mja cusa.Fit dik piis a limtim. Cun che J jra jiin de dikdut jin,j ji diit el prinsip de zar fure de la mja cusa, a spus concertjn trki e trke; nu stujime in cunpanja alegdr e Juciir- nsme luk co le bule.

    Dapii J ji lassut cost jik e j ji diit el prinsip de zarin ustarja a bar el mezil de vin, e a Juciire a la miira; efinta la missa nut e calco cai finta el dai, tta la nut stu-

    jime in cunpanja finta dik e dikdii trki. iso

    Il dial, veglioto: Proprie raccolte. 137

    Dap zajime fere de la ustarja; zajime catitiir ste le fini-stre de la mja muruca. Ji cantja in cunpanja de i trhi cstacansun :

    Ji ji venit de nut in csta cai,J vid le moire e la purta inseruta: is

    E Di la mndi su la halcunuta,

    Nu vid cla che me a priso el cur.Amur, amur, ji'i hlj che se culime,Se nmi avrime ruha, stantariime.Se nun avrime cusa anda stw% i9o

    Jina de pja ni la frme fur;Se nun avrime cusa ne custa,Ni dui frme la vita benedta.

    Dapi i dikdut jin ji ji gudit quter jin finta i vene di;dap se ji spusut; ma ju nu ji badut che si spusut. Jii ji i95zit /l'ire de la mja cusa tce le sre e tce le niite.

    La mja mulir me decja: Perc zite fare de la cusa tcele sre? Duteme de sapr perc zite fare tce le sre? Vi cre-dassite che site cun prima e perc me ajite leviit per mulirvustra e me lassite sngla a cusa? Vi nu conossite pie la 200vustra mulir, che vi zite tce le sre fure a spiis; vi ajitede nsco calco jMtra mulir.

    M li decja: Sapite, cara la me midir,ji vis f Are de la cusatce le sre, perc venro el traghit e j purtra el cuntrabund;e tu creda) che ju vis tce le sre e nut per nlia in ustarja? ^^^J vis in ustarja, pere) luk me truvassi el patrun del tra-ghit, che venro csta sar e me dcro : Tune, ju ji de laruba lassut fure in cla punta de Pornib; e fero csta ruba,che j ji mis in cla camurda, dik fus de ruba. Zite cunche blite, levte csta ruba, vi snglo in cunpanja de calco ^^^trok.

    Jii alura li decja : Sapite, mi patrun, con me blite vidur de bic per csta ruba per levrla? yerc ju nu vis prima,se no se justum, sinsa vedr.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    31/95

    Zite, zite, vi purtr; se justrme nojiltri di. M ghe 21^dumanda sipto fiorin, per levilr csta ruba. Cand j venja, el

    J38 Ive,

    desmij a cusa, me dumanda la mja mulir: Anda fitevi tta la niit ? Nu credassite che ju jra a spus csta

    nut; ju ji capiiH sipto fiorin csta nut. Miitju nu livid intle vustre niune cist bi, che vi decite che jite ca- 220piit in cla nut; cand li vedra in cla cai creder.

    Dapi'i qnter, cink jin, j ji lassut cost affur de nut; jAstua a cusa co la mja patruna, co i me filgi e filge : cinkfilge e di filgi. El filg pie muro jit trinta quter jin, emut el sant a le manure a Pisin; la filga vetruna sant spu- 225suta sant dik jin; vas avr quter filgi.

    Dap j se ji mis lavorar a jurnuta in jina cusa che ifrabica; j stua luk a jurnuta sipto mis lavoriir. Dapi'i jji fut tra jin per muore; j ji purtut la piista de Vida

    finta a Smurg. Dap se ji stufut, perc el muore el me facja 230tima. J ji stut pescur jina stajun, co la truta di lacrtse capuime tic i squrts de la lina tunta ruba in jina cai chemut no se vedja ilia nnca jin. Fero di jin che min li ve-dime.

    Dap che nojUtri avime capiit li lacrts, zajime dal patrun 233a cusa^ e luk avime fut jina mura marinda che sturme ticalger.

    Venro le bile fiste de la sunta Pusk. La mja mulir medcro: Tane, cojime da csser cste fiste? Frme unpuk de pun julb e un puk de nir: el julb per mancar ni; 210e col nir che venro calco puper a la purta a precr, e ghe

    drme calco biscun de pun.

    Venja jin puper e jit comensut precr Jdi. J li ji dutjin biscun de pun e li ji dut jin mezl de vin de bar. Jime dumanda jin biscun de curno, che el jra fista mura. 245J me la ji levut de la mja baca e ghe la da al puper.

    Dap j ji fut jin lavur su la cai, fare a Sun Dunut;e j ji inpiegut quter mis de lavur. Tic i dai me jju ve-nit quter lbre.

    Dap che j ji fut cost lavur su la cai j ji zit a sapr 250le vite, el trunk a munt; e dap ni le jetnie de sle. E dap

    che le jime jett de sie, vedajime tunta jiva che nu el jradapu muli jin.

    Il dial. veglioto : Proprie raccolte. 139

    Csta cusa jra nascta intl jn mei vut sidnt e sincuntacink. Dapii de cost jn jit venit la malatja intle vite: se Jdit 215vedit dapu panca jiva. Dapu de cost jn ajdime sinpro le in-trude ple. El dai de Siint Piar del Jan mei vut sint setuntaquter jit venit la tenpista cisa mura, che purtila vja elformint, el vurz, el formentun, la jiva, le fike; se jit secutle fiklre; per finta le lane del dermun fit maltratut. 26O

    In cist jiltimi jin, fero tra quter jin che ju tirjo le can-punCf e si un puk surd, perc le canpune me levita le rde.Nu potjo capar tot co favlja i jmni. Ju vis in baslca tce lefiste e le dominke ; j tirjo i fui de V urgano e ju guadagnjutra forin al mis. 263

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    32/95

    4 *. Jntl jn mei vut sint e trinta tra, j avja jnkojin e ju zja mentir le pire a fare a pascolar. In col desmn,cun j jra fiire de le moire de Vicla j ji vedit jin plo, cheavja cink jin, tot vestit de blank. Ju me ji custut a U dikpus, e mut nu ji vedit pie nlia; cusa che ji jit satut en 270sis, per cla cai nu lu ji vedit pie.

    J ji stut un puk farm ; me jit venit tima dapu che nunlu vedja. Ai dai del mis de murz fero cost che ju ji vedit.

    Cost plo jra vestit de blank: el avja la barta russa aturnel bragun; la barta jra russa, el bragun blank. 275

    Ju nun sapja co che el jra col. La zint me jit dit dapu, cheel jra per sirt el Mamallc. Se jil avs pruntut i macarun,che potja purtiir luk, ji me purtiia i bic, dapu che el man'acist macarun.

    5 **. Sfuria che jit tocut intl tinp vetrn a jin sirt -^otrok Frane Lusina de Vida, e che ju ji sentit de la su pa-rentut.

    Jina cai jra jin trok, e cost trok jit zit a fure a Val-

    demur; e, venndo vja de la s,a canpgna , jit vedit jinatrka vestit de blank col copio vird in tidsta, che la durmja 2S5

    * La seguente avventura ci narrava 1' Udina come toccata a lui stesso.** Narrate dallo stesso Udina.

    140 Ive,

    sdupra jina macera al semi. Cost trok, vedndo che la dicrmdja,jl taljila de le sp e glie le metj'a atuni che el sul nu la bru-

    sja. Dapi che el vendja vdja, el vedja che ghe vis da dri jinplo cun hlank e csta trka lo clamila per ndum: Frane,Frane, spiata jin momidnt, che ju hldj favlur cim te. > 290

    Jl el se ferniAa tot spasimiit de la tima, e ghe dumandacusa che la biile. Jdla ghe decja se el jra jl col che jit co-put le sidp. Jl ghe respndro de sd, chejdl le avja muds aturnle sidp, che el sul nu la hrusdssa. Alura jla ghe dcro: Cunche el buie 'capar per cost che el le jit fut csta fadiga ? Jl 295ghe respndro che el nu buie nlia, per cost affur che lu jit fut. Co) fero csta cusa? E cisa Jla jit tornut in drianda che la jra prdima intl busTc; el trok jit tornut a cusae el jdit mudrt anca de la tdima.

    6. Stduria che jdit nascit intl tidnp vetriln, co jin pel pa- 3,stdur pascolila un pduk de pire.

    Jina cai el jra jin pastdur intl budsk de Basca, e jdl pa-scolila un pduk de pire. Cost plo, jina jurnuta, se jdit mudsa dormr. Co j'il se jdit desmissiut, el vidd de la rduba bianca;jdl la jdit prisa, el la jdit inpieguta e la jdit culta vdja. Alura 305ghe jdit venit jina trka : la ghe conpardis e ghe domnda se eljdit vedit csta rduba che fit luk distiruta. Jdl ghe respndroche la rduba fero prunta; el la jdit ^caput el ghe la jdit ntdisaintle mime. Alura la trka ghe domnda cusa che el fi luk.Jdl ghe respndro : J pascoljo le pire cuk. La juna ghe 310decja : Cnte che el ne avds ? Jdl, cle pduke ghe le jditmistrut. Cla ghe respndro: Zdj a cusa cun cste pduke chejii e clam : Jina bila, jina 'crna e jla jdit zit vdja.

    El plo jdit zit a cusa e jit clemut cisa che jlqt j jdit dit.Sinpro jdl jdit sentit che, cun che el clamim, ghe vendja tot 315pie pire. Cun che el jra sul munt Triscavts, el se jit vultut

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    33/95

    in dri, e vedja tnte tiste de pire blnke e nire, che le venjafre del muore. Cun che jl se jit vultut, in col momint jlese jju fermut de venr; mi istis j jit restut jina sumamura; e jl se jit fut un signur muro, e mut, in cost tinp, 3:0fero al mund de la sa dessendinsa, persune e biste.

    Il dial. veglioto : Proprie raccolte. 141

    7. Proverbj, modi di dire, ecc.

    Bila la vigna e panca la jiva. Bella la vigna e poca la uva.

    Bile fiste, bil vestr. Belle feste, bel vestire.

    Bile fiste, bil maiciir. Belle feste, bel mangiare.

    Bile fiste, bil durmr. Belle feste, bel dormire. 325

    Chi fo mul, mul pins. Chi fa male, mal pensa.

    Cun nu manica de cun. Cane non mangia di cane.

    Cusa na, chi nun purta, nun catja nlia. Casa nuova,obi non porta non trova nulla.

    Dap la plovj'a venro el bun tinp. Dopo la pioggia verr 330il buon tempo.

    Dir cim dir nu facja bun mir. Duro con duro non fa buonmuro.

    El frit nu potja casciir che a U del jrbul. Il frutto non pucadere che accanto dell' albero. 335

    El prat jit falut calco cai su l'altr la missa. Il prete ha

    fallato qualche volta sull'altare la messa.

    La lig veclisna durja jina setemna. La legge vegliesanadura una settimana.

    La lig kersina durja da la sar a la desmn. La legge cher- 340sina dura dalla sera alla mattina.

    Le fiste de Nadul al fuk, cle de Pusk in plas. Le feste diNatale al fuoco, quelle di Pasqua in piazza.

    Lina plina el gruns sani svaud. Luna piena il granchio

    vuoto. 315Lina svuda el gruns sani plin. Luna vuota il granchio pieno.

    Mul nun fere e tima nun avrs. Male non fare e tema nonavrai.

    Nencjin sbatu sinsa sdul e nenjina trka sinsa amur. 350Nessun sabato senza sole e nessuna ragazza senza amore.

    Prima cur el lvuar e dap el cun. Prima corre il lepre edopo il cane.

    Rus de la sar, bil tinp se sperja; rus de la desmn ritinp e plovja. Rosso della sera, bel tempo si spera; rosso della 355mattina brutto (reo) tempo e pioggia.

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    34/95

    142 Ive,

    Sint pinsamidnt nun pacua jin debetin. Cento pensieri nonpagano un debito.

    8. Singole frasi e testi minori.

    Bite bite cost mezl de vin. Bevete, bevete questo bicchieredi vino. 36

    Che tinp furo csta desmn? Che tempo far questa mattina?

    Cst dai j ji bun apetit, perca csta desmn nun ji man-ct nlia. Oggi (questo d) io ho buon appetito, perch questamattina non ho mangiato nulla.

    Cosi Jan, se fus de la bila jiva, j fura vene botile de 36svin. Quest'anno, se fosse della bella uva, io far venti bottigliedi vino.

    Cost vin sani bun che zit ste che sant un piasir. Questo vino buono che va gi che un piacere.

    Csta desmn furo bil tinp. Questa mattina far bel tempo. 370Csta jltra setemna j sperjo de zar a fre levr un pukde jiva, par fur un puk de bar. Quest'altra settimana sperod' andar fuori (in campagna) a levare un poco d' uva, per fareun po' di bere.

    Csta nut sant cascta la ruzda. Questa notte caduta la 37Srugiada.

    Csta nut vedrme: se levrme; se el tinp fero bun, caprmei larts. Questa notte vedremo: ci leveremo; se il tempo sarbuono, piglieremo gli sgomberi.

    Csta sar, de co j ji de cina ? Questa sera, cosa ho da ssocena?

    Cnte jure jime? Quante ore abbiamo?

    Dap che vu jite zit fre de la cusa, j ji hent: j jimant jin biscun de pun e jin puk de pask rust, e daple nuf jure ji zit vedr d tinp, se el sant bun. Dopo che voi 385siete andato fuori della casa, io ho cenato: ho mangiato un boc-cone di pane e un poco di pesce roste, e dopo le nove ore sonoandato a vedere il tempo, s'egli buono.

    De co la pareca per csta sar? Cosa apparecchiava ella per

    questa sera ? 39

    Il dial. veglioto: Proprie raccolte. 143

    El jt che sant in cusa sani plo. Il gatto che in casa piccolo.

    El me cunpr el me jit tenit a batiz el me filg prno. Ilmio compare egli mi ha tenuto a battesimo il mio primo figlio.

    El sul sant culd, perca i mis sani ri. Il sole caldo, perch 395.i mesi son tristi (rei).

    El vint vciro de Mira csta sar. Il vento verr di boreaquesta sera.

    Favlme en veclisn nojiltri. Favelliamo in vegliesano (veglioto)noi altri. 400

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    35/95

    Fero a fre sint 'pinte de uliv. Saranno fuori (in campagna)cento piante di ulivi.

    In lit sant el stramus, el cussin, el linzul, le copiarle. Nelletto sono il materasso, il cuscino, il lenzuolo, le coperte.

    Jl nun ghe pluk mancr cste Male virze. [Egli] non gli 40&piace mangiare queste belle verze.

    J ji bevit el caf; j ji fut marinda jin biscun de curno.Io ho bevuto il caff; ho fatto merenda (di) un boccone di carne.

    J ji catut de picrke intl dermn. Io ho trovato dei funghinel bosco. 410

    Ju ji dot al me filg che el se frme a fre csta sra^ pervedr el tinp co che el pins. Io ho detto a mio figlio eh' egli sifermi fuori questa sera, per vedere cosa pensa il tempo.

    J ji zit reclgro cost dai dap el prinz di canistri defike, e j le ji jett su le macere al sul,' perc le se sak; dap 4i&j ji vedit el sii che el sant sarn, e j ,i zit dormr. Io sono

    andato a raccogliere oggi dopo pranzo due canestri di fichi, e liho gettati sulle macerie al sole, perch si secchino; dopo ho ve-duto il cielo che sereno, e sono andato a dormire.

    J me metra sentr cuk a lic de vu. Io mi metter a sedere 420qui allato a voi.

    J nu manico nlia, perc nun ji vli. Io non mangio nulla,perch non (ne) ho voglia.

    J min sapjo mut cuntkr nlia finta shatu; shatii ju vecuntra jina bidla sturia. i< non so ora contar nulla fino a 425sabato; sabato vi conter una bella storia.

    J vis in canpanid tte i dai. Io vo nel campanile tutti i d.

    144 / Ive,

    La mulir jit meiit el bragun. La donna ha messo i calzoni.

    La scafa sant fiita par lavar i plc, le moletine che no sescut le mune, la palata par levur el fuk, le ple lurte che zime 43fur a la marln. L'acquajo (ven. scafa) fatto per lavare i piatti,le mollettine per non sbottarsi le mani, la paletta per levare ill'uoco. le piccole porte perch andiamo fuori alla marina.

    La tenpista sant tinp ri, perca ne faro stiir miil. La tem-pesta tempo rio, perch ne far star male. 435

    Nim fero mut sipto jure e m'issa. Non saranno ora setteore e mezzo.

    Perca par cost jn niin avarime nlia de formentun ? Perchper quest'anno non avremo niente di frumentone?

    Perca el semi lo jit pris tot, perca el jra de pie ciild. Perch 440il sole r ha preso tutto, perch ej

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    36/95

    qui un poco di brodo, perch questa sera ho dell'erbe mange-recce da mangiare, e ho tema che elle mi facciano male questanotte. 45

    Restute un puk juncura cuk. Restate un poco ancora qui.

    Sant miirt el vski a Vida, e col jltro jn jju fut jin nufvski. morto il vescovo a Veglia, e quell'altro anno hanno fattoun nuovo vescovo.

    Signur mi, de co jite pruntut de prinz ? Se fero de hun, j 455venra in cunpanja sa. Signor mio, cosa avete approntato dipranzo? Se sar del buono, io verr in sua compagnia.

    Sima la canpuna mura; sna el vispro. Suona la campanamaggiore; suona il vespero.

    Tacite, signur mi, j bjo la mja purt, ma j nu vid che 46o^ojiltri bite la vustra. Tacete, signor mio, io bevo la mia parte,ma 10 non vedo che voi altri bevete la vostra.

    Zime al fuk in camin. Andiamo al fuoco in camino.

    Zime cuk a cusa ni tra in cunpanja, che brme jin mezl

    Il dial. veglioto: Proprie raccolte. 145

    de vin e fero bun. Andiamo qui a casa noi tre in compagnia, 465che beremo un bicchier di vino e sar buono.

    Zime drnte in camurda, perca Denaro la plovja. Andiamodentro nella capanna, perch verr la pioggia.

    Zime copudr (potre) le lane intl dermn^ perca la lina delmis de genir la inpenja el Unir. Andiamo a tagliar la legna 4-0

    nel bosco, perch la luna del mese di gennajo empie il tino.

    Zime levr jin fiis de suma. Andiamo levare un fascio difrasche.

    Zime levr un pduk de ruba in sfassdim: dje lbre de r'ize.Andiamo (a) levar un poco di roba in bottega : due libbre di riso. 475

    Zite de csta purt, a mun drta, par ndim falr la cai. An-date da questa parte, a mano dritta, per non fallare la strada.

    Zdite in cunvidnt kenr ei frats. Andate in convento (a) cenarecoi frati.

    Zdite levr del vin in cdnba. Andate (a) levare del vino in 48ocantina.

    Plo mdjuy zj a fare, legja le biste che le zja mancrfinta csta sar. Cuta el bu, le pire, la caprina. Se tiun jH leculse, mtele, per co miit le scale fero mure, e j ji tima; ciaper te, che calco bista nun te furo del mul a te, spisialminta 485el carnid. Piccolo mio, va fuori (in campagna), lega le bestieche vadano a mangiare fino a questa sera. Guarda il bue, lepecore, la capra. Se non hai le calze, mettile, perch ora l'erbe sa-ranno grandi, e io ho tema; guardati, che qualche bestia nonti far (faccia) del male, specialmente la vipera. 490

    Mussa sna. Chi la sna? El Signur la sna. Chi l'adorj? La dona l'adorj? Chi passa (pass)? Cla jtma Maria lass. Chi la custodi? // gninedi (igneldl,gilgnidi). Nstro Signur in cruk a ine. Messa suona. Chi la suona? 11 Signor la suona? Chi l'adora? La 495Donna l'adora. Chi passa (pass)? Quella giovane Maria

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    37/95

    lass (?). Chi la custod? L'agnel di Dio. Nostro Signorein croce a me.

    Sendur mi, j ve rlngrdme. J vis in cur mj ; e se vensse da

    Archivio {jlottol. it., IX. 10

    146 Ive,

    dessr^ ve rcomund la santt mja, el misero cur e la misera 500jmna mja. Signor mio, io vi ringrazio. Io vedo (vo?) nel cuormio ; e se venissi a mancare, vi raccomando la salute mia, il mi-sero cuore e la misera anima mia.

    Sant Antne del quartn,Sante, sante, spiritu tun; 50s

    Ne de lik, ne de qua curinta,Disputa Talinta,De filgi de Rude.

    9. Orazioni.Padre nostro. Tuta nuster che te sante intl sil, saii san-tificut el num to, vigna el rigno to, sait fut la volmitut ta, ^^^cisa in sil, cisa in tiara. Dute cost dai el pun nuster cotidin,e remetiaj le nustre debte, cisa nojiltri remetiime a i nustridebetuar, e naun ne menr in tentatiaun, miu deliberiajne dal mul.Cisa sait.

    Ave Maria. Di te salvs, Maraja, plaina de grets, el Si- 515gnaur sant con taik; te sante benedata infra le mulir, sait benedatel frit del viantro to Jes. Sunta Maraja, nina de Di, precuteper nojiltri pecataur, mut e intla jaura de la nustra muartCisa sait.

    Salve Regina. Di te salvs regiaina, nina de misericuar- 020dia, vaita, dulsassa e speriansa nustra. Di te salvs. A te recuriaimeni sbandaiti filgi de Ava- a te susperiaime, jemnd e plan'gndin csta lacrimausa val. Orsis duank, avucuta nustra, i ti uaclimisericurdiausi revid'gaj a ni, e dapu cost esailg mustra a niJes, f'ut benedat del viantro to, clemiant, paja, dlsa vir-gina Maraja, predite per nojiltri pecataur, sunta nina de Di,che saime fut dignut de le inpromissiaun de Crast. Cisa sdit.

    Credo. J crid in Di tuta onipotiant, crataur del sil e dela tiara, e in Jes Crast su fig, sanglo signur nustro, el col fitconsepit da lu spiritu sunt; jait nascit da Maraja virgina, jit

    patit di ste Pnsio Pilato, fit crocefais, muart e sepualt, jaitdessendit intl infirn, el irato dai jit resussituf da muarf, jitzit sis intl sii, siad a la distra de Di tuta onipotint, da lukvenero judicr i vi e i murts. J crid intl spiritu sunt, intlasuanta baslca catlica, la comuniun de i suants, la remissiim de ipects, la resuressiun de la cuarno, la vita etrna. Cisa sit.

    I dieci comandamenti. Primo: Jii si jin Di snglo,nun avars jltro dai an'incs de me. Secundo : Nun numinurel num de Di pur nlia. Trto : Recrdete de satitificr lefiste. Curto : Onurars el tuta e la nina, si te bie vivarlung tinp e avr bun supra la tiara. Cincto: Nun massre. Sisto : Nun furnicre. Siptimo : Nun rubre. Vutvo :Nun decaj fuls testimni incuntra el tu vicin. Nvfto:Nun desiderj la mulir de i jiltri. Dicto: Nun desiderajcalco jltra cusa del to vicin.

    10. Canto.

    Jina; La me muruca sant vestit de brina. Perc de

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    38/95

    sta nu la potja andre. Ire, re. Cur mi bun, nu mebandunre.

    Dot; La me murduca la me jdt dat de ni. E j percost la jdi lassuta sture. Ire, re. Cur mi bun, nu me ^sobandunre.

    Tra; La me muruca fo el amur cu- un ra. E j decujun la ji lassuta fre. Ire, re. Cur mi bun, nu mebandunre.

    Quter ; La me murduca me jit tratut de mut. E j 555de mudi me ji lassut tratre. Ire, re. Cur mi bun, nume bandunre.

    Cink; La me muruca fo el amur cu un prinz. E jde mut la ji lassuta fre. Ire, tire. Cur mi bun, nu mebandunre. 56o

    Sis; La me muruca jit miut in pi. E j de mutla jdi lassut mire. Ire, 'are. Cur mi bun, nu me bandu-nre.

    Sipto; La me muruca fo el amur cu un prat. E jda mut la ji lassuta fre. tre, ure. Cur mi bun, mi me 565bandunre.

    148 Ive,

    Vut; Sant mj amur la trka che no el gwH. Percdel gui nu sapjo cusa fare. Ire, re. Ciir mi bun, nu mebandunre.

    Niif; Dismim fero hil tinp, se nu pluf. Perc se plufnu se potja andre. tre, re. Cur mi bun, nu me bandu- 570

    niire.

    Dik; La me muruca jit un canistro de sariz. E spiassecai j ghe le zj man'cre. Ire, re. Cur mi bun, nu mebandunre.

    Dikjnco; Venero la stajdun del pedclo. E spiasse cai j 575ghe le zj massre. Ire, re. Cur mi bun, nu me bandu-nre.

    Dikdj; I mis del jn sant dikdj. Cusi de la cansunj si fre ? Ire, re. Cur mi bun, nu me bandunre.

    Il dial. vegiioto: Voc. toniche; a. 149

    VII. Spoglio fonetico.

    Avvertenza preliminare. Questo spoglio regolato, generalmente par-lando, per maniera, che nei diversi riflessi dei singoli elementi si muovada quelli che pii sono caratteristici del vegiioto, e resultino perspicue, manmano, le particolari congruenze col dial. rovignese e il dignanese. sempreda aver occhio al capitolo 'Istria veneta e Quarnero' del I voi. dell' Archivio.Dalle considerazioni che ivi si leggono, si fa chiaro il perch in questospoglio, per tutto quanto delle vocali, si parta solitamente dalla base ita-liana veneta, anzich dalla latina. La provenienza delle singole voci,seconde le raccolte diverse, distinta per la diversa foggia della stampa,il tondo spazieggiato indicando le cose edite del Cubich, il semplicecorsivo le inedite del Cubich stesso, e il corsivo spazieggiato lamesse mia propria. La traduzione delle voci vegliote diventava, a rigor di

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    39/95

    termine, sempre superflua nello spoglio, poich s'ha di continuo nell'Indicelessicale, al Vili. Ho creduto tuttavolta di agevolar l'uso del presentestudio, largheggiando, qua e col, con la traduzione. Lo spoglio foneticonon segna i luoghi dove si trovan nelle diverse raccolte le voci o formevegliote che vi sono studiate; ma le citazioni sono all'incontro costanti nel-V Indice lessicale ( Vili) e nelle Note morfologiche (ib.), indicandosi conla semplice numerazione arabica la riga dei 'testi', e all'incontro la paginadel volume col numero arabico preceduto dalla sigla 'p'.

    Vocali toniche.

    A.1. In ud, u, u (I 438-9 n) : scule scale, tul, sudi, carnassudlcarnesciale, Nadudl Natale, ho cu di a f. boccale, mul male, fuorfre fare, dur durme dare, mur muore mare, messure misu-rare, pescur, catudr 'cattare' trovare, affilar, pi. affur, affare,compudr compare, stur studrme stur stur stare, sposudr, amudr,chiamudr (cfr. clemt), sonudr, cantudr cantar, andur andre,comandudr, ligudr, tornudr, scomensudr, robudr rubre, bescudr

    beccare less., zocudr giocare, moscur morsicare, destrur destare,lavudr, lapudr lampeggiare, alzudrse alzr, satudr saltare, macnudrmacinare, medcudr medicare, squadrudr, dramudre macellare, stu-fttarme 'stutare' , conzudrme 'conciare', bastonudr, blasmudre bla-

    dSO Ive,

    smir bestemmiare, pentisudrse pentirsi 'confessione' S salr, kenrcenare, menr, destinr, sentur sedere (vnt. sentdr-se), man'rmangiare, miur urinare (prtc. miudt; cfr. Diez gr. P 20 e less. s.sp. mear), levr, sapur zappare, ^acwr pagare, seclr falciare[seda falce), studiure, alter altare, salterio, cussa csa casa, nus

    naso, cun cane, pun pun pane, mun mun, pi. mune mne,mano, vetrun -a (vetrn I 438) vecchio -a, funtuna, grungrano (I ib.), quartun stajo, luntn, cotidin, veclisn *ve-gligiano', di Veglia, veglioto, desmn domani, canpna, pi. can-pun e, rudm rame, fu dm, luc l, juc f., ago, spudg spago,mi mai, dut dato [duteme datemi), secut seccato, tratut,spusut, hadut badato, lassut lasciato, vultut, Dunutftuta padre (rum. tata), voluntut volont, instudt estate, fecudtfegato, soldudt, destinudt, arivut, ghelut gheludta I 439,e Zemwi chiamato (rum. istr. cZ/ema), k e nut censito, creputa, saluta,spudta, cascata, ruzta rugiada, jurnuta giornata, precuteprecamini, catte captate trovate, s cu n tu te ascoltate, intruddeentrate sost., jupa ape, intosca attossicava, pascolua, frabi-

    ca; julb julb bianco, culsa calza, fuls, culd, jlzetealzati, jltro, f. jultra, altro, trudr trarre, cuor ne curno carne,curta, a la lurga, hudrha zio (vnt. barba), burca, camurdacamdrda capanna, jurbul a\hevo, pusta pasta, mustro mae-stro, puscro pascere, fus fascio, faccia, stramuds materasso (vnt.stramdgo), polludstro, ludnza, sessunta, septunta, suni -a,stinta, pi. sudnts, santo, junziuol (!) angelo, domudnda, do-mnz domando, recomund -tnudnd -mnz raccomando, sudngsangue, ^rttns granchio {yoi. grdngo), plngre piangere, tnte tante,da pessnt 'da pesante' difficile (cfr. ted. schwer), j u n d a *anda vieni,mundi, cump campo, sbatu sabato, ir nta rete, 'tratta', frutrufruire fratello, mui maggio.

    2. In o: col quale (cfr. cai n. 5), vita guardia, 'guaita', cfr. n. 51;sti stat, vi vadit, ji jit ha, fi fo facit, di dui dat, fitefate.

    3. In i, i, e (I 438 n): prinz prinz pranzo, ani'ncs innanzi,da lics lontano ('-lati late?); j litri altri v. less.; lik latte, tik, iuf.tacre, taci (cfr. trik, inf. trudr, getta), schirp scarpe, mrie marted

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    40/95

    (vnt. marti), tircs tardi, grets grazia, rez razza, biss, pi. biss,bacio, kis cacio, Magnakis ni., criss ciliegio; ai quali uniremo la

    ^ copudr lavorare, srb. Jcopati scavare.

    Il dial. veglioto : Vocali toniche ; e. 181

    serie dell' -arto: pir pajo (rov. dign. pir), calamir calamajo,sculira f., cucchiajo (vnt. scw^ieV), fikir e fichira, albero, 'ficaja',Mandolira ni., caldira e m, caldr (vnt. caldira caldir caldr),scoliro 'scolajo' scolare, samir [samur] somiero, calighir^ bechir.Qui ancora stivil stivale (-alio?). E resta: cunpr compare ; cfr. n. 5.

    4. -ANJo -din (I 444 n): calcdin, guaddign, stdign, orgdin aratro(cfr. vnt. argano macchina); e ancora: certin allato a certjdncertjin certuni, dove par che si tocchino: 'certa ni e 'certuninum. 19.

    5. Intatto: odia guarda I 357 372, laudare, fauldr (prtc. fault),

    subldr zuffolare (vnt. suhidr), caipt are cdipta capta edotta num. 64,zuma zumar fischiare, cara, chidro, clam. chiama;- vai valle,cai, camhdlla galla del rovere (rov. diga, ganbdla), lacidrch pescisgomberi (vnz. langardi), pdre padre (cfr. n. 1, e 3 in f.), cumdre,

    Jdn anno, glas, braz, grass , fdssa fascia cfr. n. 1, pidt, strac,dmno, cdnuvo canape (vnt. cdnevo), cdmba less., jmna anima,plani pianto, fdvro, vdcca, bdcco cavalletta, dil aglio, cand.

    E.

    6. In di (I 443 n): vdila vela, cira cera, pira pera, siatdira,mesdira, ndi neve, prdiso -a, spdisa, missa mensa (vnt. msa),va in a vena, catdina, brdina freno (vnt. brna), cina, tdima tema,

    acid aceto, monita, crdid credo, fid fede, rid rete. Si ag-giungono gli esempj flessionali dei num. 76, 77, 80, 82; facassitefareste, credassdite credereste; ciirt certo.

    7. In a: sdra sera. Ava Eva, sardn, sdta, prat prete, ra re,tra tre, valdro valere, Rotre, sapdre , tacre, gaudre, bldreblire volere, avr, vedr, caddr, bar bere, veddro vedr; e conl'accento risospinto: ardre it. rdere, premdre premere, prenddr,venddre, offenddre (cfr. offidndro), defenddr, batdr ali. a bdter,metdr [metdra metter), jongrme ungere; creddra creder; -stalle, etdrna, fdrme, egli fermi, pask pesce, dulsdssa, lanelegna, vdnder vendere, drnte dentro, sak secco, racle orecchie,mat meite, paldta paletta, cusdta casetta, tdte mammelle, beneddt

    benedetto (cfr. ddit s. i).8. In i, i (cfr. rov. dign., I 442): cil cielo, piasir piacere, prikprego, lig legge, pira pecora (cfr. rum. siv. pire), dik dieci, pz, pi.pich, piede I 443; virgina, missa mezza, sisto num, 71, vignavenga, Vida Veglia, si num. 71, vindre venerd, da dri di dietro,pitra, li pr lepre (cfr. lvuar), catrida, cemitir; nina madre,(vnt. nna balia).

    152 Ive,

    9. In id: nidr nero, mids mese, vidd vedo; vissa vece, hid-stia, infdrno, vdrz verza, vird verde; - fidi fiele, midi miele,sidd siede, sidp siepe; bidl, anidl, agnidl, cadridl quadrello (mat-tone), mun'cdl num. 57 n, castil, car viale, tervidla, sardidla,hassalcidla num. 57 n, sidla, pidl, fldr, tiara, insidra serra, chiudi,midrla merlo, nidr nervo, inviamo, tavidma^, vidrm, pidrder(prtc. pirs), jdrba, tidsta, fista, tempidsta, didstra, minid-

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    41/95

    stra, canidstro, vidspro, incidnts incenso, as-cidnts assenzio, des-sendidnsa, vestemint, sermint sarmento, momint, al-traminte, fenalmint, spisialmidnta, dint (pi. dincs),zint gente, lidnt, vidnt, ciinvidnt, arzidnt, spidnt spende,sidnt, se sint, iTAnia, pulidnta, spidnder, ridnder, offidndro,maridnda, vidntro, tidmp, simpre, spidch specchio, tzdk tegghia(vnt. teca), lit il letto, spidta aspetta, pidcno n. 58, sidp seppia,sidpto, sidptimo nn. 64, 71, nidpta n. 64.

    10. Intatto: mulir mlier, me, sga, macera (pi. macere)

    maceria I 489, el egli, il, pltro, vsk vescovo, setmbro, crdro,sdia situla, jdma hebdomas cfr. VII 531-2, mdco, trdco, stco n.71, ppro pepe, [deb et a].

    I.

    11. In di: fdila ella fila, essi filano, campandid campanile, aprdil,pdila orciuolo (vnt. pila), stopdir stupire, paraddis, uldiv {oljauliva, cfr. rov. uleia), lin, vin, fdin fine, sassin assassino, 7na-rdin marina, passera in 'passerino', ogni sorta uccelli (cos il rum.pdsere), regidina, rovina, cucidlna, fusdina, spdina, hressdinabrina (rov. briseina), caprdina capra, cosubrdina 'consobrina', vi-cina (fri. consovrin vicino), moletdine mollettine, prdimo prin

    primo, ddic dico, radica, pernica, faddighe , vita vita,vdida vite (ni. Val-de-vdit), zdit 'gito', andato, sbandditi, marit,ndid nido, dai di Dio, mdj mja mie -a, vdja via, rdja rea,Mardja Maria, cunpandja; mdil mdigl miglio, esdilg esilio,botdile, croce fdis, conpardis comparisce, cagndis pesce cane(cfr. vnt. cagnizzo cagnesco), vdigna vglia vigna, scdina schiena(vnt. schina), camdssa, e a n issa cinigia, ddit detto (vnt. dito),fastdide fastidio. Con solo a, anzich di: apidr ali, a aprr, aprire,zdrme ali. a zrme, gire, rostdr arrostire, impendr empire (vnt. im-penire).

    e ama nera, si. Caso sui generis in spidnza milza, I 510.

    Il dial. veglioto : Voc. toniche; i, o. 15$

    12. In i, e (cfr. rov, dign., I 442): si cos, s, carestja, hecca-rja; fil, f. filga, pi. m. filgi, figlio, familg a , finaf iuta fnta fino a (rov. dign. fina finta);- dormr, spartr,coprr , ohbedr, venero, comparre, sentrme sentire, vestrse,cossr cucire, aprr (cfr. apidr n. 11), zrme (cfr. zdrme n. 11); meimille, lambc, ree, rdre, lbra lira, lbro libro.

    13. Intatto: rechina orecchino, viu (rum. id.) vivo; villa, gril,

    etneo cimice, camistro tritume di paglia, quasi 'calmistro'.0.

    14. In u (I 445): gdula gola, jdun, f. jduna, giovine, che-Iduna colonna; trdunk tronco, tdun tonno, sdiipra sopra; uraora, jura (la) l'ora, al dura, fidur, sudur, onur, amur,signdur, salvatdur, pentur pittore, pecatdur, pastdur, se-rdur (e sur I 445 n), stduria storia, far sdura padella (vnt.fersra), golus, genera us, avarus *avaroso, pericoldnssa ,nun (acc. a nud) non, patrdun padrone, rassun ragione, stassdunbottega 'stazione', mila un mellone, bosdun boccione, religiun,agdun cheppia (vnt. agn), prezdun, ^\. p erj dune, prigione, sal-bdun sabbione, sa.'pu.n, poltrdun, persa una; ndum nome; crduk,ntica; neput; linzdul lenzl lenzuolo, ut w ?, stttra stuoja,sdun zampogna (rov. sona). Solo a in sarg sorgo, vari (dign, vdrtoI 443) orto, sdmno, inghidstro.

    15. In ud (I 496): budlp volpe, furma, spurc, sudrd, russ,.budsc, secudndo, culudnb, pludja, fudja, budj bljo voglio

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    42/95

    (cfr. rum. voiu e vreu), fud Ip, pudls, cudr corre, atudrn, dudrmudormo, purc, quattudrco num. 71, mudrt sost., purta, miseri-cudrdia, udrz, cudrp, vudrb, garudf gherofano, udsse ossa,cudste coste, nustro vustro (accanto a nustro vustro),bisudgn, ludng (vnt. longo), frunt, mudnt, Pudnt ni.

    16. In u: prunta, cutta cotta, scut scuta scotta, caputcappotto, piersigut persico. Si aggiunge, fuor di posizione, mssefiori, 'rose'.

    17. In w: plvro,viira, and uve dove, argst aragosta, buca;bu bue, buie ble vuoi, dui, cur cuore, fre, bra 'borea' (vnt.bra), nuf nu n. 71, bun bna, fuc, inut adesso, 'modo', meziilbicchiere, 'mediolo', sedar l fazzoletto, 'sudariolo', fassl, pi. fa-ziilij, fagiuolo, matrimni, testimni, Anticne, Tne, fuifolle (mantice), rgano, srco sorcio, recrdete, dap di poi,ciimpra cinpera[no], ccro (ali. a csser) cuocere, za 'jovia' gio-ved, j linda *anda, vieni.

    154 Ive,

    18. Intatto: frno, most, agst, fosc nero, 'fosco\ jungla unghia,jnda, mnda, fond, plomb, cmio gomito, rca, dencle ginocchio,pedclo , dolc dlsa dolce, sglo collo, 'soggolo', so te sotto, flttagoccia ; purgatri, jrden ordine, desrden, csser cuocere, ascndronascondere, jmno uomo, cto n. 71, octbre, sctta ricotta (trent.sctta).

    U.

    19. In i: chii culo, mir, planira, sepoUira, mejatira urina,cratire, s-ciopatire fessure (vnt. scopadre), fiss fuso, sis suso,jin ji jina uno -a, certjin, pi. certin, certuno, nencjinnessuno, lina luna, line luned, brina, lo in f. lume, p in pugno,flim, spio ima spuma I 547 e, lie luc[ono], spit sputo, avit,

    nascit nSito, 23otit (accanto a potit), vedit vedit, carnidV. less., crit crudo, nide nude, frit frui ivniio ; jint jit ba-gnato, 'unto' (cfr. rum. unt uns); - ni no mi, non no (cfr. uun).

    20. In o: mffa muf-, jst, sot asciutto, jnco n. 71.

    21. Intatto: dezun digiuno, \_medl ventre, cfr. rum. medularmembro], pulco, buso buco, hlgio luglio \

    Vocali atone.

    22-23. A. Intatto: arur arare, arzidnt, avr, affur, amudr,aprdil, ecc.; a lura, palure parole, naridnda, dimandua do-

    mandava, ecc. Assimilato alla labiale in cdnuvo (vnt. cdnevo) canape. 24. Dilegui, a formola iniziale, in conformit del vnt. e del rov.dign.: spiata aspetta, murduca amorosa, massure ammazzare,bandunure, scuntte ascoltate. Ancora custut accostato,gnidi (ali. a agnidl) agnello, bondudnza.

    25. E. Intatta ordinariamente, massime se in prima sillaba: etrna,pernica, serudr serrare, nencjin nessuno, sentemidnt , penti-sudrse , pecdts, regidina, septunta, ecc. 26. Passata in a:carvi ie, racuorddr (ali. a re curde te); e pochi altri. 27. Assot-tigliata in i, davanti a nasale e palatina: pinsamidnt (cfr. dalm.rag. pinsaminto I 434 n, e vnt. rust. 2^i^siro pisiro), spisial-midnta, ricomnz (ali. a recomund recumdn), mildunmellone ^ Lo spoglio negativo per la riduzione ad i nella antica

    ^ pie rie e funghi (serbo peciirka), plchia polmone (slov. pitica)] smafascio di frasche (serbo suma selva).

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    43/95

    Il dial. veglioto: Yoc. ton. ; u. Yoc. atone. ISS

    penultima dell'infinito ; cfr. rov. dign. e piran., I 437. 28. Ridottaad all'uscita (cfr. rov. dign,, I 440). Negli infiniti: venero venire,placro, valdro, e raser crescere, crdro ecc. Meno frequentementenelle altre forme: vidntro, setmbro, sidmpro spto. Cfr. I 307424. Va poi qui insieme considerato l'importante fenomeno dellasincope di e atona interna (I 441 424-5): plungre, rdre, crdro,

    ccro cuocere (ant. ver. cgro), puscro pascere, ascndro (ant. ver.ascndro), imprdndro, depidndro , offdndro, respudndre ecc.; enei sost. e num. : pulvro, ppro, cinco cimice, pidcno n. 58, dot coirdco stco n. 71. 29. Costante il dileguo all'uscita singolare delnome (I 444): mudrt, ndi neve, fid, rid, nut, hudt botte, btidlp^n epa ut, vidrm, mudut, pudnt, frunt, sudng, rudm fu dm, vai,cai, ecc. Nel verbo, le forme apocopate si alternan colle piene. 30. Raramente V i lat.: ligudr legare, veglidju io veglio; cui si ag-giunga: miiir mingere.

    31. I. Alterato in e: fecudt [xni. flgd) fegato, lenzl (vnt. linzilo)^perduri [vni. pirn) forchetta II 316, finidstre (vnt. fen-), dencliginocchi (ven. zen-), dezn, desrden, despondr (vnt. rust. desjjo-

    ndre) disporre, ecc.; medsem; fiire fuori, fastdide fastidio (rov.fasteidio), ecc.; e nella seconda sing. : no te sinte non senti (cfr.cador. no te siente? I 405). 32. Alterato in a: ancsene (vnt. an-czene) incudine, andica (vnt. indve andve, cfr. I 67), anincs(rum. indinte) innanzi, canissa, e alcuni altri. Qui s'abbia ancora:cissa cos. 33. Dilegui d'i at. lat.: Talidn n. 1., nincs (rum.ndinte) innanzi; jmna anima, pidcno n. 58, drcno, mdco, cincocimice, dominca, plco, surco sorcio, ecc. E nei verbi: macnudr,medcudr, bescudr less.

    34. 0. Intatto: obbedr, comjarre, copidrta, rovina, mnrdus(vnt. morso), f. murduca. 35. Solitamente riflesso per u (cfr.rov. dign., I 445): ustardja (rov. ustareld), uldiv ulivo, ali. aolja uliva (rov. ulea, dign. olja), curtidl, cucidina^ funtuna,

    curidnta corrente, numinur, durmr; cdvul cavolo; ecc. 36. Dilegui: racle (vnt. rce) orecchie, rechina (vnt. rechi) ovq-c\iino^ ; jdma hebdomas, missdma mezzedima, bardilo, ecc.; senzadir della uscita, per la quale pajon quasi superflui gli esempj : munmano, pon, prinz pranzo, budsc, dil, cudrp, cump , ecc. ecc.;nella 1. persona singolare pres. : crdid, vidd vedo, mai maiio; cfr,nn. 75, 76.

    * ^ro A ragazzo (slov. otrok), vet biada, avena (slov. oves).

    156 Ive,

    37. U. Di regola intatto; sudiir, stutudrme (vnt. studdre sture)spegnere ; ^ar^ttriV , mulir. sculira (vnt. sculir) cucchiajo, ecc. 38. iy\h'^m\ jungla ungula, p pio, s(jlo collo, pcla (rov. pi wte)picula, senza dir di pedclo, dencli, u eli oculi.

    39. Dittonghi in laudare, gaudre godere; au seriore in fauldr,cfr. fri. feveld, sp. hablar.

    Continue.

    40. J talora intatto a formula iniziale: jst giusto, jduna gio-vine^; ma pure riflesso per , come nei parlari veneti: jucreali. a zocudr; zugno giugno, zua 'jovia', Zuche ni. (cfr. vnz. ZucaGiudecca) dezun.

    41. J complicato. LJ (-LLJ): milier, vli voglia, nlia ali.a nja, nulla, VII 609 e ; esdilg, familg a, filgi pi., ali. al

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    44/95

    sng. fil; dil aglio, uil ali. a ud, nil e mdigl, botdile; riflessosemplicemente per j, come nel rov. dign. ecc.: fudja, cja, ecc. RJ: attrazione in mesdira miseria; dileguo in macere macerie I 489.Cfr. -ARIO s. num. 3. VJ: dileguo in za jovia. SJ: ridotto ak, -Q'. rez razza, mazn, ruzda, fazlji ali. a fassul, prezdunali. a. prigidiina e per j dune pi.; biss bacio, kis cacio, Magnakisni. NJ : spidnza milza. E vanno suddistinti: 1. njo ecc. di an-tica base: calcdin, stdign I 13, [orgdin aratro], guaddign, v dign a;signdur ali. a sendur; 2 nj da. n + i di pi.: certin certuni, jinanni; 3." nj da n che preceda l'i del dittongo: anidl anello, finid-

    stre, minidstra, nidpta, ecc. DJ: [mis ericudrdia, miseri-ciirdidusil; riflesso per z -z in mezl I 511, udrz, vidrz^prinz. Viene poi il fenomeno seriore di e (cfr. TJ) ^ per c?+i all'u-scita, per lo pi di pi., I 439 n, 512: tircs tardi, pick (e) piedi,lacidrch sgombri (vnz. lanzdrdo). TJ. Superfluo fermarsi alleriduzioni come s'hanno in lenzl, alzr, rassun; e passiamo sen-z'altro a t + i all'uscita (cfr. DJ e I 512): vencs venti, anincs in-anti ; dincs denti (rum. dinzi), tocs e ti tutti, da lics "dalatj (?); alla qual serie non si possono ascrivere, n grets grazia,n as-cidnts assenzio.

    42. L. Generalmente intatto: lac, lvuar lepre, julb, dolc,

    ^ Jane Giovanni, lo si. Jnez.

    ^ Il Cubich scrive -cs (e talvolta -eh), per -e, -g; e io ho mantenuto lesue grafe.

    Il diul. veglioto : Gonsou, couliiiue. 157

    fuls, sii, ecc.; LL : vai, cai, piai, gril, medul, ecc. La solita dis-similazione in curii al. Strano il d in campandid. Sar analogico inse te bude 'se vuoli', bench non ci sia dato un *pde puoi. Taciuto

    in satudr saltare.

    43. CL. A formola iniziale spesso conservato, clemidnt, da-mica ecc., cfr, scludv; ma la resoluzione ven. e it. in chiaro, chia-mudr [cfr. capiir, capurme chiappare]. A formola interna, per lopi intatto: uclo, racle I 323, pi^*^^^ pece, dencli, pedclo (ma:spidch specchio); Castelmusclo n. loc. Ridotto a semplice e in mescudrmescolare; cfr. ascdui saliscendi, chiodo, se *ascolone = astulone(tl), cfr. bologn. stlon asse. 44. TL. Segue generalmente le normedi CL: vie e lo, dcli diti I 438 n, e Vida Veglia, 'la citt di Veglia'e anche genericamente 'citt' ^ (onde veclisn vegliesano, 'veglioto'),sebbene altri abbia presunto che rivenga a Vigilia^, presunzionealla quale contrasta anche la ragione dell'accento; e di varia et:

    ^dla situla; hard tic 45. GL: glas, gldiha gleba, ecc.; jnglaunghia I 323, sdnglo singolo [sglo 'collo']. Parrebbe riflesso per -ein tidk (cfr. n. 58) tegghia (anche tid'a, cfr. vnz. teca). 46. PL:jpldssa, pldina, plomh, plngre, plani, pludtena (vnt. piddena),pluk piace, pfi'u piove, p /Maja, pie pi, dupllr, implre. Di ragionveneta: spidnza. 47. BL: blasmudre I 514, blank; subldr, su-hli. Metatesi in salbdun sabulone- I 57. 48. FL: flim, inflo-rja fioriscono, sufldjo io soffio. Con la riduzione: fidur, fiordin,e altri.

    49. R. Resiste pur nell'uscita degli infiniti, cos determinandosiun'antitesi tra veglioto e rov. dign., I 436. Dileguato in apidr, ali.ad aprr. Di lieve momento i fenomeni che sono in perj dune pri-gioni, frabicudr, catrida; palure parole, jurbul (fri. drbul),

    50. V.- Si mantiene, al solito. b, come nel rov. dign., in budlpvolpe, oltre che in bldre volere nn. 7, 15. 11 ^ i g ombro vomere,ha il suo riscontro nell'ant. it. gmere, vnt rust. gomiro. All'uscita,passa facilmente in f: nuf (e nu) nove, muf, plif (Udina) piove.Assorbito o dileguato in za 'jovia', bu bove, nua (e nva) nuovo -a,

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    45/95

    vi viu vivo; ndi neve, nidr n^irvo. 51. Quanto a to iniziale, glistessi riflessi che nell'ital. o nel vnt., ma con l'eccezione di vita guar-dia, 'guaita'.

    * Nelle Memoriae Veglenses, dal 1382 al S7, anche Vglia.^ G. Vassilich, Appunti stor.-etnogr. suW isola di Veglia, Trieste 1882,p. 5 n.

    158 Ive,

    52. S. Nulla di notevole, tranne i resti del -s di sec. pers. sgn,, diche vedi il num. 76. Illusorio il -s che vediamo nei plurali purcs{^pudrc), mudrts squdrts e simili, nei quali in realt si continuanoi tipi di plural rumeno in -ci e -zi (cfr. TJ e DJ al n. 41). 53.SCE allo stato di -sk apparirebbe m pask pesce; cfr. I 64 e il num. 57.

    54. N. Nulla di notevole, se forse non sia il caso che taccia finalein nu no na non (rum. nu, vnt. no) ali. a nun. N'M: jmna,cfr. I 544 b. NR: vindre venerd, 'venere' (ant. ver. e rover. mod.:

    vndro). NS: notevole pensudr ali. a pesudre.55. MN M'N: sdmno sonno, dmno, jmno uomo hom'ne-.

    Esplosive.

    56. C intatto nelle formole ex e co: cauptte num. 64, cup, kiscacio, schirp, zocudr, ddic dico, fica, fuc; vacca, buca, budsc,fosc, ecc. La sonora dell'italiano ritorna in sga, segura, p riedita,ali. 2l precte. Singolare lo e dinanzi airoi = u, in scir impostedelle finestre (vnt. scuri), e n e n e j i n nec unus ; e cimelio impor-tante apparirebbe odia guarda (friul. 'odia), v. n. 5, cui s'appajer,per G- (*c-), g j: jdt gatto.

    57. Ma la gran caratteristica del consonantismo veglioto nellagutturale che risuoni pur nelle formole CE CI (e conseguentementein quelle di sonora G G num. 61): cina chenr, carvi i e I 437,canissa, acid, placdro, tacre, ccro; macnudr; drcno; dikdieci ecc. num. 71; crduk, nduca, lik; pcla pece; tik taci,pluk piace; ciuco cimice, plco. Occorre la palatina o la sibilante,secondo il tipo italiano o il veneto, in cistirna, certjin, vicidin;sii ali. a cil cil, sidri ali. a cidrt ciirt, prinsidp, d Isa,fusdina, e altri ^

    58. CT. 11 riflesso alla rumena neV -apio (-uapto) di dikiddptonum. 71 (cfr. Asc. I 437 n, St. Cr. 1 61 = 339), allato ad cto octbre.Resta il e e tace il t, susseguito che questo fosse da altra consonante,

    o venuto all'uscita: pidcno pectine-, lik lacte-. Del resto: lit, nut,beneddt ecc.

    59. QV: que che; qudter, quider, [cotidin], allato a ca-dridl, cand ali. a qudndo, e dico, cont.

    60. G. Analogamente al num. 56: g aldina, inganudr, [faddighe],ludng, sarg, juc ago; cui s'aggiungono per GV: ludnga; sudtig.

    ^ Entra sicuramente la ragion del dittongo (t-i t-ja; h-id k-ja) nel e dimuncdl munchil monticello, e bassalcila chiesa e n. loc.

    Il dial. veglioto: Cons. esplosive. Accid. generali. 1159-

    61. G G. In analogia al nam. 57: ghelut gheluta, jn-grme, reclgro, plngre. Riflesso italiano o semi-italiano nei non

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    46/95

    popolari generus, regidina, j emdnd; riflesso veneto in zint,arzidnt, zrme ecc. Col d [= ir) ven.-istr. (cfr. I 439 ecc.): dencleali. a zencle, e depidndro.

    62. T. Senza dir di t iniziale, notevole che la sorda perduri in ca-tdina, patrdun, frutru, scutro, vedit ecc., ali. a vdida, vite,acid, rid. Di -#, v. il num. 76.

    63. D. Nulla di notevole, poich non c' nulla di singolare nel com-parir che fa la sorda, nelle sue veci, all'uscita (crit ali. a fid) o nel

    nesso D'C: dtco, stco, ali. a trdco, mdco. D'R in rdre, ascn-dro, respudndre, imprdndro ecc. Mal si creder che dessr, morire,sia veramente il lat. decedere, ostando, per non dire del resto, il di-leguo, che andrebbe cos presunto, del d di d'r.

    64. P: puper ecc. Notevole che si regga, come nel rumeno, ilp di PT: spto, nidpta; cui s'aggiunge, per pt da vt: caiptre^capta cdipta cuta (rum. caut-, cfr. Asc. St. Cr. I 69 = 347). Nonfa specie la mancanza del p in cnto, p mnta.

    Accidenti generali. 65. Parecchi esempj di accento che siRisosPiNGE in verso alla fine della parola, erano ai num. 8, 14, edaltri. Singolare vii divo ottavo num. 71; ma ancora pi singolare

    alegdr allegri. 66. Prostesi. Di v; scarsi esemplari e non specifici(vudt e cto, vari, vtcdrb, vudrz e udrz). Ned mera pro-stesi quella di s in squdrts quarti, svdud vuoto, ecc. Ma fre-quente il caso di j prostetico (cfr. 1 438): jmna, jduca, jura,jdur, j acqua ali. ad dqua, jdn pi. jin, jin jina [certjin],jdma, jiva uva, juc, jl, jurbul, julb, jnda vieni (*nda),.jltrn, jiilzete, junziuol, jupa, juv, ^mno, jrden, jnda,jngla, jnco, jst, jongrme. \n jdrba erba (rum. jarh, rov,girba) si tratter del dittongo.

    IGO Ivo,

    Vm. Varia.

    a. Note morfologiche. 6. Indice lessicale. e. Cimelj ru-meni dei territorj di Poglizza e Dobasnizza nell' isola di Veglia

    a. Note morfologiche.

    Nome. 67. Di ragione nomitiativale, oltre ladre 53, il solitotserapio sur sror, ali. a serdur p. 132, sorre. Per la dilfu-sione analogica delle desinenze caratteristiche dei generi, si notino:ciuco, pulco, nduca, pernica, radica; muro 72 (ali. a mur73, rum. mare) mura 71, dlsa. Il fem. alla latina in la j uc,I 439; col quale esempio pu starsene per avventura la falca p. 119. Un collettivo abbastanza notevole (cfr. VII 439-40): la debtap. 119. Ma la cja p. 118, col sentimento di uno schietto singolare, di dialetto veneto. 68. Molto notevoli, per la ripercussione internadell' -i di plurale, gli esempj seguenti: jdn, pi. jin p. \2{}\ jltro ^^l. jiltri (cfr. jltre) p. 121; tot, pi. ti tich p. 124''*'; certinp. 118, plur. di certjin; cost, pi. edisi 220; cun, pi. cuinip. 119; de ci e dtco, pi. d eli *daicli; cfr. 1 438. Del rimanente,i pi. d'ambo i generi, alla foggia it. e vnt,, quando si eccettui unabreve serie che non fa il pi. diverso dal sng., o, meglio, non ci lasciapi discernere la differenza tra i due numeri: criss p. 119, biss p. 117,braz ib., puds 173, castii p. 118, curtidl p. 134 (cfr. ancora:canapil p. 118, jurbul 34; affur 69, puper 13, alegr175 e alger 237; sassin 53, pinsamidnt).

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    47/95

    Articolo e pronome. 69. L'articolo determ. non differisce dalvenez.: el 1, 20, 39, 72, 73 ecc., del ecc., en tei 55, 80, 107; i,de i ecc.; la, de la ecc., en tla 23 e nel a 3/; le, de le ecc. Indetermin.: jin Ib, ji p. 120\ jina (cfr. VII 19, 6t>). 70.Pronomi personali: ju p 126, j'd 74, 75, tne, a ine 136, con mio60; tu 205, te 31, a te, per te, con tdik; jl p. 126 e jiilp. 121, fein. jdla;- pi. uujiltri p. 126; vu allato a vo vi; lu

    Il dial. veglioto: Note morfologiche. J61

    p, 121; ji p. 126; j, i, eglino, lur p. 121, f. jdle. Per le formecongiuntive: me 3, 15, 18, 28, mi p. 121, te 50, se 33, ve 108, el,l', il, ju p. 121. j, ga 162. Pronomi possessivi: me mi 124 emi 18, mdju mio, me e mja 59, mia, mi miei p. 121, mdj [mdjcratire 109) mie; to p. 125, pi. ti; so p. 124, su, so a 284, sua;nudster e nustro p. 122, vudster p. 126, vu astro I 146. Di-mostrativi: cost p. 119, pi. cist n. 68; csta 139, sta 46; colp. 118, cla, cle-, qui 162, chi 125, quei. Interrogativi e relativi:que [che), cai, co (che cosa, come), 32. Indefiniti: certjin, pi.certin p. 118, nencjin -a-, qualunque jin p. 123, tot 49, pi.tocs tich tic n. 68, cont e cnte; el tul.

    71. Numeri. Cardinali: jin, f. jin a, 1; di (p. 119) dje (474)2; tra (p. 125) 3; qudter quattro 4; cink cinc 5; si sis 6;sapto sidpto 7; cto vudt 8; nu nuf 9; die 10; jnco (edikjnco p. 134) 11; dtco (e dikd ib.) 12; trdco (e diktrd)13; quattudrco (e dikqudter) 14; cinco (e dikcink) 15; dik-si[sj 16; dichisdpto 17; dichiddpto 18; dichin 19; vencs 20, ven-chjin venchidj, ecc.; trinta 30; quaranta; cionqunta; ses*sunta; septunta setunta 170; octunta; nonunta; cianisidnt; mei (p. 121). Ordinali: prdimo prin 106; secudndo;trdto; curto; cincto; sisto; sidjotimo; viidtvo; nfto;dicto ecc.; j il timi.

    Verbo ^. 72. Quanto ai tre tipi della conjugazione neolatina,

    qui abbiamo i turbamenti gi da noi riconosciuti nello spoglio fonetico.Ripassiamoli rapidamente; I conjug.: fauldr, subldr, blasmudre, chia-mudr, catr 109, massre; II conjug.: ridnder, spidnder p. 124,vdnder, rdre p. 123, plngre, respudndre p.. 123, ascndro p. 117,depidndro p. 119, imprdndro p. 120, crdro p. 119, ccro, puscrop. 123, reclgro, sctro 15, offidndro p. 122, crsero p. 119,mver p. 122; [tacre Rotre]; III conjug.: stopdir^ venero p. 125,comparre, aprr, coprr p. 118, vestr p, 126, zr-me e zdr-mep. 126.

    73. L'infinito, specie della prima conjugazione, si trova di spessoaccompagnato da un -me enclitico, senza che ne venga alcuna modi-ficazione del significato; e al -me talvolta s'aggiunge, come per seconda

    enclisi, -se, ancora senz'alterazione del significato. Notiamo: conzudrme

    * Il Cubich avvertiva {Istr., n. 16, p. J21, Notizie ecc., p. 113), che iverbi veglioti 'sono in gran parte diffettivi e irregolari, spinosissimo labirinto'per chi osasse percorrere e notare le singolarit di stato, di tempo', ecc.

    Archivio glottol. it., IX. 11

    162 Ive,

    p. 118, entrudrme ali. a entrur p. 119, pensudrme p. 122, resti-tudrme p. 123, ali. a restitudr 115, spacudrme p. 124, stutudrmep. 125, jongarme p. 121, sentrme^; bastomidrmese p. 117, espo-jrmese, cfr. se tormentudrme p. 125. Circa il -me, s' pensato al-l'albanese (Asc. I 440),

  • 7/25/2019 l Antico Dialetto Di Veglia

    48/95

    74. Nell'uso dell'infinito in funzione di sostantivo, traluce l'abitudinerumena: pentisurse p. 122, confessione, sposudr p. 124, sposalizio,debetudr debito, crdro 'credito', rdre p. 123, riso.

    75. Tema del presente. Frequente, specie nella prima conjugazione,quell'accrescimento nelle quattro persone critiche, che pel rovignese sidetermina nel tipo -i-o 1^ ps. sng, (p. e. harufio, carighio), -i-i 2^ ps.sng., -i-a 3^ ps. sng. e pi. ; e conseguentemente pel veglioto in -di-o,'j {-idj), -di-a ^ Ecco i miei esempj :

    1*^ ps. sng. guadagndju 264, pascoldjo 310, sperdjo 371,stimdjo p. 135, studdjo ib., suddjo ib. , sufldjo ib,, suspi-rjo ib,, tirdjo 261, tocdjo p. 135, tremdjo ib., velgdjo 160;sapdjo, potdjo 263, sielgdjo p. 135, tacdjo ib,, tossdjo ib.,vendjo p. 125.

    2^ ps. sng, desiderdj; - revulgdj. Dove potranno stare an-che gli es. di 2* ps. sng, imperat. : adordj , de liberidj; creddj205, decdj, remetidj.

    3* ps. sing. catdja 328, desprezidja p, 119, durdja, 338, ful-minja 44, sp e rdj a 354, tonja 44; - despondja 84, distengudjap. 119, facdja 332, potdja 334, premdja p. 123; inpendja.

    3^^ ps. plur. favldja 263, inflorja 34;- facdja.

    76. Desinenze personali del presente. L'-o della 1^ pers, sng,pu anche mancare: bljo e blj; cfr. n. 36, Del -s di seconda sonoavanzi, in parte tralignati (cfr. Asc. 1 461-3, 518), al num, 8