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JUNG E SAHAJA YOGA

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JUNG E SAHAJA YOGA

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1) L’INCONSCIO COLLETTIVO Per Jung l’inconscio è la sede degli archetipi che scaturiscono dall’esperienza universale (da qui la denominazione di inconscio collettivo ). Gli archetipi sono inconsci e latenti; per manifestarsi utilizzano le immagini archetipiche o simboli ricchi di significato (il mandala, il fanciullo divino, la Grande Madre, il Sè) che forniscono il collegamento con l’Assoluto. Attraverso l’uso degli archetipi dei simboli si crea il ponte tra mondo esterno ed interno e ci si avvicina ad una dimensione irraggiungibile dalla nostra logica. L’inconscio collettivo possiede,infatti, modalità e mezzi per acquisire la conoscenza molto diversi da quelli usati dalla mente cosciente. L’inconscio non segue la logica per gradi (mente), ma agisce in modo diretto ed immediato ricorrendo alle facoltà visuo-spaziali, intuitive,immaginative. Non comprende il linguaggio della coscienza poiché parla attraverso i simboli; inoltre utilizza tutti quei contenuti che la coscienza non sa valorizzare ed è ricco della saggezza derivante dalle esperienze delle antiche culture sepolte nelle sue strutture archetipiche. L’inconscio ha possibilità precluse alla coscienza in quanto le sue combinazioni superano per finezza e portata quelle della mente cosciente. Oltre che negli archetipi, l’inconscio si manifesta attraverso l’intuizione. E’ l’attività dello spirito, strumento per arrivare al centro. Chi non la utilizza è escluso dalla realtà profonda della vita e della stessa anima. E’ il vedere l’interiorità al di là del visibile: guardare con gli occhi del cuore. Il fascino che ha su di noi la natura e l’arte si spiega con la loro facilità a sviluppare la nostra Intuizione, a metterci in contatto con il nostro inconscio. L’andare al di là della realtà tangibile per riferirsi alla conoscenza di un’altra dimensione ha sempre affascinato il genere umano con la produzione di opere d’arte il cui significato simbolico è quello di porsi come contenitori delle forze archetipiche e dell’energia trasformativa per avvicinarsi alla scintilla divina presente in ognuno di noi. Secondo Jung distaccarsi dall’inconscio significa annullare le proprie radici. L’inconscio è natura: seguendo il suo linguaggio,ciò che produce, l’intelligenza non si impantanerà ma, anzi, aumenterà. Quanto più domina la ragione, tanto più la vita si impoverisce. L’inconscio dona ricchezza e completezza alla nostra vita. L’inconscio non è opinione od ipotesi: è un fatto una presenza.

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JUNG SAHAJA YOGA

INCONSCIO COLLETTIVO INCONSCIO COLLETTIVO

Archetipi, Arte, Intuizione Simboli spirituali (spirale, serpente.)

Conoscenza interiore Pura conoscenza

Linguaggio del cuore e della natura Linguaggio dello spirito

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2) IL SE’ Il sé è il principale tra tutti gli archetipi. Jung lo definisce come l’invisibile, l’intimo, inconscio centro della personalità, la totalità psichica risultante dall’unione del conscio con l’inconscio. Il sé o centro è la meta. Tutto si dirige verso il centro, quel centro che illumina e guarisce. Il sé si manifesta nei miti e nei sogni; si può evidenziare anche attraverso un percorso interiore (che Jung chiama processo d’individuazione ) al di là delle barriere artificiali di norme e leggi che penetrano in noi dall’esterno. Il “ Conosci te stesso ’’ vuol dire conoscere le leggi del proprio essere e non ciò che è imposto dagli altri. Per Jung è importante differenziare il sé dall’io quest’ultimo inteso come personalità, come apparenza (mentre il sé è sostanza ) . Quando il sé si manifesta, le capacità dell’individuo emergono e si possono realizzare in tutta la loro potenza. L’io, da posizione fissa e predominante che indebolisce le potenzialità umane, si trasforma in un pianeta che ruota intorno al sole dei soli: il Sé. E’ proprio il sé che illumina e fortifica l’intera personalità in modo integrale ed armonico. Secondo Jung la stessa esistenza di ogni individuo sarebbe la proiezione temporale = io di un sé permanente. Jung definisce il Sé come archetipo di Dio, immagine divina all’interno dell’anima, l’anello intermedio che porta all’esperienza spirituale di Dio.

JUNG SAHAJA YOGA SE’ SE’= Spirito Essenza individuo Realizza pienamente le potenzialità Trasforma l’io (identità fittizia ) Eleva l’io

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3) LA KUNDALINI Attraverso l’inconscio si risveglia il divino, l’energia kundalini che origina lo sviluppo del sopra-io dentro l’individuo in modo da accendere la luce spirituale. Per questa ragione la kundalini rappresenta lo stesso principio di Soter ( Sofia ) simbolo di saggezza degli gnostici, sapienza di natura femminile; Maria ne è una palese sostituzione. E’ il principio femminile, il potere del sé che circonda l’uovo – la pietra preziosa al centro. Quando viene risvegliata nel mondo – mouladhara è il non – io, il non – ego. La Devi Kundalini , o serpente kundalini , è una fila di luci scintillanti. Vi immettete, così, in un altro mondo, quello dell’eternità totalmente differente dal vostro mondo. La kundalini, a livello psicologico, è ciò che dà qualità alla vostra vita : è il desiderio del divino. Vi rende capaci di intraprendere il più grande viaggio : la Realizzazione del Sé .

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JUNG SAHAJA YOGA KUNDALINI KUNDALINI Energia superiore Energia spirituale materna Sviluppo non-io,non-ego Luce spirituale che illumina Sapienza Saggezza Dal mondo finito all’Eternità Universo energia cosmica (vibrazioni)

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4) LA MEDITAZIONE Jung non praticò mai la meditazione. Ritenne, però, che l’attenzione raccolta ai livelli più profondi, attraverso il moto del sé inconscio potesse risvegliare la Kundalini. Tale risveglio,secondo Jung, può diventare il punto di partenza per un mondo totalmente diverso: un mondo infinito. La meditazione sui simboli spirituali (esempio: sole ed acqua ) è come una discesa psichica nell’inconscio , sorgente della nostra vita individuale. Anche la nostra coscienza, sostiene Jung, non si crea autonomamente ma sgorga dal profondo,dal grembo materno dell’inconscio.

JUNG SAHAJA YOGA Attenzione interiore Attenzione sul presente Inconscio-sè Risveglio kundalini Risveglio kundalini Spirito-Sè Dimensione spirituale Consapevolezza senza pensieri

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5) LA REALIZZAZIONE DEL SE’ Per Jung lo stimolo della realizzazione spinge l’individuo a diventare il proprio sé dandogli la possibilità di essere se stesso, se non ci sono ostacoli che gli impediscano di diventare quello che realmente egli è. L’uomo nasce per realizzare il proprio sé; se ciò non succede lo scopo di questo mondo è stato mancato. Per questo motivo Dio ha donato all’umanità il principio femminile, la kundalini o krater il vaso della trasformazione spirituale (a cui si ricollega anche il mito del Sacro – Graal). La trasformazione spirituale avviene tramite il processo di individuazione, cioè la presa di coscienza del proprio sé. Nel processo di individuazione è contenuta l’idea della realizzazione del Sé che consiste nel portare alla luce sempre nuovi aspetti in relazione al modo interiore ed esteriore,lasciando che, di volta in volta, vecchi aspetti muoiano spontaneamente. Si scopre la possibilità di essere diversi da quello che si è raggiungendo la libertà da un’identità fittizia : “Sorprendere se stessi’’ . Molte volte il processo di individuazione, o presa di coscienza del Sé, viene confuso con il processo di presa di coscienza dell’Io. In questo modo l’Io viene identificato al Sé ed il processo di individuazione diventa null’altro che egocentrismo ed autocompiacimento. Ma il Sè comprende infinitamente di più che il semplice Io. E’ l’Uno, l’Io ed anche l’Altro. Non esclude niente ma, al contrario, include il Tutto. Quando l’individuazione è raggiunta, l’io non è più al centro della personalità ma è come un pianeta che ruota intorno ad un sole invisibile : il Sé. L’individuo acquista un maggiore equilibrio e non teme più la morte perché ha trovato se stesso ed il vero legame che lo unisce agli altri uomini. E’ diventato saggio.

JUNG SAHAJA JOGA Principio d’individuazione Realizzazione del Sè Trasformazione interiore Manifestazione qualità dei chakra Sorprendere se stessi Rinascita

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6) YOGA Secondo la concezione junghiana, lo yoga consiste nella congiunzione degli opposti, nell’unione tra conscio ed inconscio. La malattia, infatti, si manifesta quando la coscienza si separa dall’inconscio e dagli archetipi ; tale frattura origina il conflitto. Per superare il conflitto occorre un innalzamento del livello di coscienza. Jung aveva constatato che quando nell’orizzonte del paziente compariva un interesse più elevato , il problema si ridimensionava. Non veniva rimosso o reso inconscio ma percepito in altra maniera, sotto una nuova luce. Ciò che ad un livello inferiore avrebbe scatenato sconvolgimenti e tempeste affettive, appariva, ora, come un temporale nella valle visto dalla cima di un monte ( ampliamento della consapevolezza ). Non si toglie alla bufera nulla della sua realtà, ma invece di restarne imprigionati dentro ci si innalza sopra di essa (si può anche dire che e tensioni e conflitti appartengono alla superficie della realtà; se ci si immerge nella profondità dell’inconscio collettivo c’è solo pace e silenzio). Altra condizione indispensabile per superare il conflitto, oltre all’ampliamento di coscienza con un interesse più elevato, è il lasciare agire, accadere senza il minimo intervento della coscienza. Questa, infatti, in ogni situazione tende a controllare, inserirsi e dirigere la vita dell’individuo disturbando continuamente il libero fluire armonico della vita psichica. Abbandonarsi significa diventare psicologicamente creativi ed adottare un nuovo atteggiamento che accetta l’irrazionale e l’incomprensibile semplicemente perché è quello che in quel momento emerge. Il Sé è finalmente libero dalle catene dell’Io.

JUNG SAHAJA YOGA Lasciar accadere-interesse più elevato Arresa dell’Io al Sé Superamento conflitto Distacco Yoga: Yoga: Unione psichica tra conscio ed inconscio Unione Sé individuale al Sé cosmico

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7) I CAPOLAVORI DELL’INCONSCIO COLLETTIVO.

Le immagini seguenti sono state prodotte da alcuni pazienti durante il trattamento psicoterapico. Il disegno più antico risale al 1916. Tutte le figure sono state eseguite indipendentemente da ogni influenza orientale da pazienti europei. Questo a dimostrazione, secondo la teoria junghiana, dello stretto parallelismo tra filosofia orientale e processi intuitivi inconsci di persone appartenenti a nazionalità e culture diverse. L’inconscio collettivo si viene così a configurare come l’elemento d’unione tra tutti gli esseri umani.

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