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Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Istituto Professionale di Stato PER I SERVIZI COMMERCIALI, TURISTICI E SOCIALI "L. MILANI" di MEDA (MB) C.F. 83007880152 www.ipcmeda.gov.it - [email protected] pec [email protected] Amministrazione che utilizza in modo efficace il modello CAF Sede Centrale: Via Como, 11 20821 MEDA - Tel. 0362/70718-74508 Tfax 0362/340929 Sede Coordinata: Via De Gasperi, 5 20822 Seveso Tel. 0362/507051 Succursale: Via G. Cantore, 4 20821 Meda Tel. 0362/340882 [email protected] Pratica istruita da: Nica ITALIANO PRIMO ANNO TESTO SEMPLIFICATO AD USO DEGLI STUDENTI STRANIERI A cura di Cecilia Di Bona (la fiaba) Lucia Paiusco (Il mito, la favola, analisi del testo, i generi letterari)

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Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca

Istituto Professionale di Stato PER I SERVIZI COMMERCIALI, TURISTICI E SOCIALI "L. MILANI" di MEDA (MB)

C.F. 83007880152 – www.ipcmeda.gov.it - [email protected] pec [email protected]

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Sede Centrale: Via Como, 11 – 20821 MEDA - Tel. 0362/70718-74508 – Tfax 0362/340929 Sede Coordinata: Via De Gasperi, 5 – 20822 Seveso – Tel. 0362/507051 Succursale: Via G. Cantore, 4 – 20821 Meda – Tel. 0362/340882

[email protected]

Pratica istruita da: Nica

ITALIANO

PRIMO ANNO

TESTO SEMPLIFICATO

AD USO DEGLI STUDENTI STRANIERI

A cura di Cecilia Di Bona (la fiaba)

Lucia Paiusco (Il mito, la favola, analisi del testo, i generi letterari)

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INDICE

INTRODUZIONE .........................................................................................................3

IL MITO ........................................................................................................................4

Tipi di miti .................................................................................................................5

I personaggi dei miti ..................................................................................................5

II mito greco ...............................................................................................................5

L'arca di Noè ..............................................................................................................7

Il racconto di Utnapishtim .........................................................................................8

Deucalione e Pirra ......................................................................................................9

VERIFICA ...............................................................................................................10

LA FIABA ..................................................................................................................11

Le funzioni (aspetti, momenti) della fiaba secondo l'interpretazione

(spiegazione) di Vladimir Propp ..............................................................................13

L'interpretazione di Italo Calvino ............................................................................17

II tempo e i luoghi ....................................................................................................18

I personaggi ..............................................................................................................19

La struttura della narrazione e il linguaggio ............................................................20

La fiaba ci offre (dà) informazioni e insegnamenti .................................................20

Significato psicanalitico delle fiabe .........................................................................22

Le antiche radici della fiaba .....................................................................................24

La fiaba come "genere letterario": la storia della fiaba ............................................25

LA FAVOLA ..............................................................................................................40

ANALISI DEL TESTO ...............................................................................................45

1 - Tempo .............................................................................................................57

II tempo della storia, il tempo del racconto, il tempo del lettore ..........................57

Scene, pause, sommari, ellissi ..............................................................................61

Storia di Esa .........................................................................................................62

2 – Spazio .............................................................................................................66

TEMA, MESSAGGIO, CONTESTO ......................................................................68

AUTORE, NARRATORE, PUNTO DI VISTA .....................................................70

Autore e narratore .................................................................................................70

II punto di vista .....................................................................................................71

Focalizzazione zero ..............................................................................................72

Focalizzazione interna ..........................................................................................73

Focalizzazione esterna ..........................................................................................74

I GENERI LETTERARI .............................................................................................76

1 - La narrazione umoristica ....................................................................................78

2 - Il romanzo d'avventura .......................................................................................80

3 - Il romanzo poliziesco .........................................................................................83

4 - La narrazione fantastica ......................................................................................86

5 - La fantascienza ...................................................................................................89

6 - Il romanzo storico e di testimonianza .................................................................90

7 - La narrazione realistica, ......................................................................................95

8 - Il romanzo psicologico .....................................................................................100

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INTRODUZIONE

Agli insegnanti

Questo lavoro è stato prodotto per facilitare lo studio dell'italiano agli studenti

stranieri che frequentano le classi del biennio.

Il lavoro di semplificazione è stato svolto a partire dal libro di testo in adozione in

tutte le classi prime dell'Istituto:

Sergio Nicola, Giuliana Castellano, Ivana Ceroni - /I libri e le idee, Pettini Editore, Torino,

2000.

Il testo semplificato segue la suddivisione dei capitoli del manuale.

Nei capitoli riguardanti il mito, la fiaba, la favola, sono stati riportati alcuni testi

originali, secondo un criterio di progressiva difficoltà:

- nel capitolo sul mito sono stati riassunti alcuni dei testi originali presenti nel

manuale

- nel capitolo sulla fiaba e in quello sulle favole, a lato dei testi, sono state

riportate le spiegazioni dei vocaboli più difficili

- lo stesso lavoro di spiegazione è stato svolto per il capitolo sull'analisi del

testo, là dove era necessario riportare testi originali per esemplificare concetti

appena espressi.

Non è stato ovviamente possibile riportare i testi originali presenti nel capitolo

relativo ai generi letterari. In questo capitolo sono state riportate le caratteristiche

dei generi, una breve biografia dell'autore ed alcune informazioni relative al

romanzo da cui sono state tratte le pagine presentate dal manuale.

Alla fine dei capitoli sul mito, la fiaba, la favola, sono presenti delle verifiche.

Non è stato possibile inserire le verifiche nei capitoli sull'Analisi del testo e sui

Generi letterari, perché queste sono legate ad un lavoro da svolgere sui testi

originali.

Si rende quindi indispensabile affiancare al testo semplificato l'uso del

manuale per la lettura dei testi originali.

Meda, giugno 2003

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IL MITO

Cosa è il mito?

II mito è un racconto scritto tantissimo tempo fa, una storia che sembra

fantastica.

Tutti gli uomini, in ogni luogo e in ogni tempo, si sono domandati:

- Come è nato il mondo?

- Da dove vengono gli uomini?

- Chi è stato il primo uomo?

- Perché ci sono la vita e la morte?

- Perché c'è il dolore?

Rispondere a queste domande (e a molte altre ancora) non è facile.

Oggi noi rispondiamo a queste domande con la religione, la filosofia, la

scienza. I popoli antichi, invece, hanno dato una risposta a queste domande,

inventando i miti.

I miti, quindi, sono delle storie. Queste storie non sono state inventate per

divertire, ma per spiegare. I miti spesso parlano della vita e della morte, del

bene e del male; altre volte, invece, i miti spiegano quello che succede nella

natura (i fenomeni della natura):

- Come mai ci sono le stagioni?

- Perché piove?

- Perché ci sono il sole e la luna?

- Perché ci sono temporali, tuoni e fulmini?

Per esempio, gli abitanti dell'Egitto vedevano che ogni anno il fiume Nilo

straripava (allagava la terra).

Come mai succedeva, e perché sempre nello stesso periodo dell'anno?

Per spiegare questo fatto, gli Egizi raccontavano questa storia: "La dea Iside è

rimasta vedova (è morto il marito Osiride). Ogni anno, quando Iside pensa alla

morte del marito, piange molto. Le lacrime di Iside si mescolano all'acqua del

fiume ed il fiume allaga la terra".

Tantissimo tempo fa gli uomini raccontavano queste storie a voce. Poi, dopo

molto tempo, queste storie sono state scritte nei libri, così anche noi possiamo

leggere i miti dei tempi antichi: degli egizi, dei babilonesi, dei greci, dei persiani,

dei romani...

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I miti ci danno tante informazioni interessanti, queste informazioni ci servono a

capire la storia dei popoli che li hanno scritti, come vivevano, il luogo dove

vivevano, la loro economia.

Tipi di miti

Ci sono diversi tipi di miti:

1. miti su come è stato creato il mondo, gli uomini, gli dei... (miti della

creazione).

2. miti che parlano di fatti straordinari: il diluvio (la grande pioggia caduta

migliaia di anni fa), i periodi di carestia (la mancanza di cibo), i periodi di

siccità (la mancanza di acqua).

3. miti che parlano della vita dell'uomo: la nascita, la morte, la vita dopo la

morte...

I personaggi dei miti

Dei (divinità) - Gli dei possono essere buoni o cattivi.

Uomini - Gli uomini possono essere uomini normali (buoni o cattivi) o eroi che

devono affrontare delle prove molto difficili.

Mostri o personaggi fantastici.

A volte i protagonisti (cioè le persone più importanti) hanno degli aiutanti (dei

personaggi buoni che li aiutano), altre volte - invece - vengono ostacolati da

qualche personaggio cattivo (antagonista). Non sempre i miti finiscono bene.

I miti si svolgono in un tempo molto lontano: tanto, tanto tempo fa, spesso prima

della storia. Le storie si svolgono quasi sempre all'aperto, in mezzo alla natura,

ma mai in un posto preciso.

II mito greco

Gli dei greci sono molto simili agli uomini: possono essere buoni, cattivi,

invidiosi, forti, intelligenti... Vivono insieme sulla montagna più alta della Grecia:

il monte Olimpo, ma a volte scendono tra gli uomini.

Il loro capo è Zeus. La moglie di Zeus è Hera. Spesso Zeus ed Hera litigano tra

di loro, proprio come fanno gli uomini.

Zeus ha due fratelli (Poseidone, il dio del mare e Ade, il dio dei morti) e due

sorelle (Demetra, la dea dell'agricoltura ed Hestia, la dea della casa).

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Zeus ha molti figli: i più importanti sono Afrodite, dea dell'amore e della

bellezza; Atena, dea della sapienza; Artemide, dea della caccia; Apollo, dio delle

arti; Efesto, dio del fuoco.

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L'arca di Noè

La storia dell'arca di Noè si trova nella Bibbia.

La Bibbia è il testo sacro della religione ebraica (e poi della religione cattolica,

protestante, ortodossa).

La Bibbia è composta da 73 libri, scritti in tempi diversi, da autori diversi.

La storia di Noè e del diluvio universale (il diluvio è una grande pioggia, questa

pioggia ha coperto tutto il mondo), è nel primo libro della Bibbia, il libro della

Genesi.

Dio vede che l'uomo è diventato cattivo, e un giorno dice:

"Voglio cancellare dalla terra quello che ho creato: uomini e bestie, rettili e uccelli

del cielo, perché mi spiace di averli creati".

Ma poi Dio guarda la terra e vede Noè. Noè è un uomo buono e giusto. Noè ha tre

figli:

Sem, Cam e Lafet.

Allora Dio dice a Noè:

"Io distruggerò tutti gli uomini, ma non te. Costruisci un'arca (barca) molto grande,

perché io manderò una grande pioggia. Tu ti salverai, perché entrerai nell'arca

insieme a tua moglie e ai tuoi figli. Prendi una coppia (un maschio e una femmina)

di ogni animale che vive nel mondo, e falla salire sull'arca. Prendi anche del cibo:

servirà per te e per gli animali. Io farò piovere per 40 giorni e per 40 notti e tutti

quelli che vivono sulla terra moriranno".

Noè fa quello che Dio gli ha ordinato: costruisce l'arca, fa salire la moglie, i figli e

una coppia di ogni animale, poi chiude la porta dell'arca.

Dio fa piovere per 40 giorni e 40 notti e l'acqua copre i monti più alti della terra.

Tutti gli uomini e tutti gli animali che vivono sulla terra muoiono. Le acque restano

alte sulla terra per 150 giorni.

Poi Dio si ricorda di Noè e di tutti gli animali che sono con lui sull'arca. La pioggia

finisce di cadere e le acque cominciano a scendere.

Dopo molto tempo, Noè apre una finestra dell'arca e fa uscire una colomba. La

colomba vola e torna indietro con una foglia di olivo. Noè scoperchia l'arca e vede

che le acque si sono ritirate.

Quando la terra è secca, Dio dice a Noè:

"Esci dall'arca insieme a tua moglie, ai tuoi figli e a tutti gli animali".

Noè esce dall'arca, costruisce un altare a Dio e offre a Dio un sacrificio.

Dio allora promette:

"Non colpirò più gli uomini come ho fatto".

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Il racconto di Utnapishtim

Anche questo mito racconta la storia di un diluvio universale.

Questo racconto è stato ritrovato in una biblioteca della città di Ninive, una città

della antica Mesopotamia. Questo racconto è stato scritto con la scrittura

cuneiforme su tavolette di argilla.

In questo mito il re Utnapishtim racconta a Gilgamesh, re di Uruk, come è

sopravvissuto al diluvio che ha ucciso gli altri uomini. Utnapishtim è l'unico

uomo immortale (l'immortalità è un dono dato dagli dei a Utnapishtim).

Questo è il racconto di Utnapishtim:

Shruppak è un'antica città. Un giorno gli dei decidono di colpire la città e i suoi

abitanti con un diluvio, ma prima dicono a Utnapishtim:

"Abbandona le tue ricchezze e costruisci una nave"

Utnapisthim costruisce una nave e vi fa salire tutta la sua famiglia, tutte le bestie

della campagna e tutti gli artigiani.

Adad, il dio della tempesta, manda una pioggia molto forte: Utnapisthim chiude la

porta della nave. La pioggia è così forte che anche gli altri dei si spaventano e si

nascondono. Il vento soffia per sei giorni e sei notti e l'acqua copre la terra. Il

settimo giorno la tempesta finisce.

Utnapisthim guarda la terra e vede che tutti gli uomini sono morti e la terra

coltivata sembra una palude. Così Utnapishtim si mette a piangere.

Dopo sette giorni Utnapishtim fa uscire dalla nave una colomba. La colomba torna

indietro perché non ha trovato un luogo dove posarsi. Poi Utnapishtim fa uscire una

rondine. Anche la rondine torna indietro perché non trova un luogo dove posarsi.

Poi Utnapishtim manda fuori un corvo. Il corvo non torna. Allora Utnapishtim fa

uscire tutti dall'arca e offre un sacrificio in onore degli dei.

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Deucalione e Pirra

Questo è un mito greco. Zeus, il padre di tutti gli dei, è arrabbiato per il

comportamento degli uomini,così Zeus decide di distruggerli. Zeus non è triste

(diversamente dal Dio della Bibbia). Gli dei greci assomigliano molto agli

uomini: Zeus qui è molto arrabbiato e scarica la sua rabbia sugli uomini con

tuoni e fulmini. Il protagonista maschile è Deucalione, figlio del titano Prometeo.

Zeus guarda gli uomini e vede che sono diventati cattivi. Così urla:

"Sparite malvagi! Non resti nulla di voi sulla terra!"

Dal ciclo comincia a cadere una forte pioggia, accompagnata da tuoni e fulmini.

I fiumi fanno uscire le loro acque, il mare copre la terra.

Gli uomini e gli animali gridano spaventati per la paura di morire. Quando le

acque si

ritirano, sul mondo c'è solo un silenzio di morte.

Zeus guarda il mondo e pensa: "Forse ho esagerato", ma poi cerca di consolarsi:

"Gli uomini sono così cattivi...". In quel momento sente un profumo di legno

che viene dalla terra: Zeus guarda e capisce che qualcuno era sopravvissuto.

Sulla terra solo due persone sono vive: Deucalione, re di Ftia, e la moglie Pirra.

Deucalione e Pirra si sono salvati perché il titano Prometeo, padre di

Deucalione, ha detto al figlio di costruire un'arca e di riempirla di cibo.

Deucalione costruisce l'arca e si chiude dentro con la moglie Pirra.

Comincia a piovere. Deucalione e Pirra navigano per nove giorni, poi la barca si

ferma vicino al monte Parnaso, un monte della Grecia. Quando scendono,

Deucalione e Pirra offrono un sacrificio a Zeus, bruciando del legno che hanno

portato nella barca.

Dopo qualche tempo Deucalione e Pirra vanno nel santuario della città di Delfi

e pregano la dea Temi:

"Non lasciarci soli, chiedi a Zeus di riportare la vita sulla terra".

Zeus sente la preghiera di Deucalione e Pirra e manda sulla terra la dea Temi

che dice loro: "Zeus ha ascoltato la vostra preghiera e vuole che siate voi a

ridare vita alla terra. Prendete le vecchie ossa dell'antica madre e gettatele alle

vostre spalle".

Deucalione e Pirra capiscono che l'antica madre è la terra e che le sue ossa sono

i sassi.

Prendono i sassi che vedono per terra e li gettano dietro alle spalle: quelli gettati

da

Deucalione diventano uomini, quelli gettati da Pirra diventano donne.

Così la terra torna a ripopolarsi dopo il diluvio.

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VERIFICA

Vediamo se hai capito:

1 II mito è

- Una storia vera

- Una storia divertente

- Una storia inventata dagli uomini antichi per spiegare i fenomeni della natura o

la vita degli uomini

2 I miti sono stati inventati

- ora

- tantissimo tempo fa

- 100 anni fa

3 I miti all'inizio

- erano scritti

- non erano scritti

4 I personaggi dei miti sono:

- ……………………………………………

- ……………………………………………

- ……………………………………………

5 - Inserisci nel testo le parole corrette (scegli tra Hera /Poseidone /Zeus / Ade /

Olimpo / caccia / Afro dite /fuoco /sapienza)

Gli dei greci vivono insieme sulla montagna più alta della Grecia: il monte . . . . . ,

ma a volte scendono tra gli uomini.

Il loro capo si chiama Zeus, la moglie di Zeus si chiama . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

è il dio del mare, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . è il dio dei morti.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .ha molti figli: i più importanti sono . . . . . . . . . . . . . . ,

dea dell'amore e della bellezza; Atena, dea della . . . . . . . . . . . . . . . . ; Artemide,

dea della . . . . . . . . . . . . . . . . . .; Apollo, dio delle arti; Efesto, dio del . . . . . . . . . .

6 - Racconta con le tue parole la storia dell'Arca di Noè

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LA FIABA a cura di Cecilia Di Bona

Tutti i popoli hanno inventato (creato) miti, leggende, fiabe. Anche il tuo

popolo ha creato fiabe, queste fiabe nascono dalla tua cultura. Ci sono

fiabe cinesi, fiabe arabe, fiabe peruviane: ogni popolo ha le sue fiabe. La

fiaba è un'espressione intensa, viva, magica della vita e della cultura di un

popolo.

Nella fiaba, i popoli esprimono (dicono) i loro desideri, i loro sogni, le

loro speranze più grandi, anche per il futuro.

Shakespeare, un famoso poeta inglese, ha scritto che noi (uomini) siamo

fatti della stessa (uguale) sostanza (materia) dei sogni. Sognare, avere

fantasie, fare favole è molto importante perché vuoi dire tenere viva

(avere) la speranza (bella immaginazione) di un mondo più bello e più

giusto.

Le fiabe sono racconti (raccontare = dire) fantastici (fantasia,

immaginazione, sogni ad occhi aperti, desideri) Questi racconti, per molti

secoli (secolo = cento anni), sono stati raccontati solo a voce (oralmente,

tradizione orale, sono stati solo detti e non sono stati scritti). Nel tempo

passato ed ancora oggi in molti luoghi della terra (nei villaggi sotto gli

alberi, nel deserto del Sahara in Africa, nei villaggi in Iran, nella penisola

anatolica, in India, in Malesia, nelle campagne cinesi, tra i Lapponi e gli

Esquimesi, tra gli Indios sulle Ande, ed in moltissimi altri posti) le

persone anziane (vecchie) raccontano ai bambini e ai giovani delle storie

misteriose (queste storie parlano di cose segrete, ma importanti della

vita) e affascinanti (queste storie attraggono, stupiscono). Molto più

tardi, i racconti sono stati scritti, ed infine, sono stati raccolti (uniti

insieme, messi insieme) nelle raccolte (insieme) di fiabe, raccolte di fiabe

così bene armonizzate (collegate) tra loro, da formare delle opere

letterarie (un aspetto della letteratura).

Le fiabe sono meravigliose (fanno nascere lo stupore, la meraviglia)

perché nelle fiabe ci sono i maghi cattivi, le streghe cattive, le fate buone,

le magie, e altre cose di fantasia, per suscitare (far nascere) lo stupore,

Inventare vuol dire

"creare"

Esprimere significa

dire

Tenere vivo =

conservare

Oralmente = solo a

voce e non scritto

I vecchi raccontano

ai giovani =

Tradizione orale

Raccolta = Molte

fiabe messe insieme

Fantasia = sogno,

immaginazione,

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per risvegliare (svegliare, far nascere) dentro di noi il desiderio delle cose

belle, che, a volte, crediamo impossibili.

II fine (lo scopo) più importante della fiaba è quello di incantare,

affascinare, meravigliare, di farci guardare il mondo con occhi diversi.

Tuttavia, la fiaba spesso (quasi sempre) insegna al bambino le cose della

vita (realtà) ed a credere (avere fede -sperare) nei valori più importanti

per l'uomo: valori grandi come l'amore, l'amicizia, la bontà.

Nella fiaba, spesso, il bene vince sul male (i buoni vincono sui cattivi).

Per questo motivo, spesso la fiaba finisce bene (c’è un lieto fine). La fiaba

insegna ad avere fiducia (fidarsi degli altri, chiedere aiuto, sperare).

La fiaba è diversa dal mito per due motivi (cose - ragioni):

1) I personaggi del mito sono superiori (migliori, più forti) agli uomini

comuni; sono eroi, creature quasi divine, esseri che rappresentano

(ricordano) le grandi lotte e le grandi conquiste dell'uomo (ad esempio,

Prometeo ruba il fuoco agli dei, per darlo agli uomini). I fatti che

accadono (succedono) nelle fiabe sono strani, ma partono da situazioni

reali, da fatti anche tristi (brutti) e non solo felici della vita. I personaggi

delle fiabe sono più vicini (simili) a noi.

2) II finale (la fine) del racconto dei miti è quasi sempre tragico (triste -

cattivo - negativo), mentre il finale delle fiabe è quasi sempre felice

(buono - lieto - positivo).

Anche per questo motivo, le fiabe piacciono tanto ai bambini ed ai

giovani come te.

creatività

La fiaba insegna a

vivere

Parole importanti

Fiaba = novella, racconto o commedia di origine popolare (creata dal popolo) e fantastica (di

fantasia)

Raccontare = narrare - dire

Fantasia = immaginazione - una cosa molto bella, ma non reale - non vera Tramandare

oralmente = i padri e le madri raccontano ai figli e alle figlie; i figli racconteranno (raccontano

nel futuro) ai loro figli, attraverso le generazioni (di padre in figlio, di madre in figlia). I nonni

raccontano le fiabe ai nipoti (i figli dei figli).

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Le funzioni (aspetti, momenti) della fiaba secondo

l'interpretazione (spiegazione) di Vladimir Propp

Lo studioso (persona che studia) russo (della Russia) Vladimir Propp

(1895-1970) ha letto, studiato e compreso (capito) centinaia e centinaia

(cento, cento e più) fiabe e ha scoperto (ha visto, ha capito, ha

compreso) che, nelle fiabe (in tutte le fiabe) compaiono (ci sono)

sempre gli stessi elementi, gli stessi (uguali - identici) aspetti ricorrenti

(che ci sono sempre).

Nelle fiabe cambiano (si modificano, variano) tanti particolari (elementi

caratteristici-tipici di quel popolo, di quella cultura, di quella

tradizione, storia letteraria), ma queste funzioni (questi elementi

aspetti, passaggi) compaiono (sono) sempre nello stesso (identico,

uguale) ordine (successione, cioè vi è sempre prima l'uno e poi l'altro).

Ad esempio, in una fiaba marocchina, ma anche in una fiaba

colombiana o cilena, così come in una fiaba italiana o russa, cambiano i

particolari, ma sono uguali gli elementi più importanti della fiaba.

Queste funzioni sono:

1. Allontanamento: una persona della famiglia si allontana (va via,

fugge, va lontano), oppure muore (è morta, non c'è più).

2. Divieto: all'eroe e/o all'eroina (il personaggio più importante, il/la

protagonista) è proibito (vietato) fare qualche cosa, oppure qualcuno

(una persona) gli/le chiede di non fare qualche cosa. L'eroe o l'eroina

non possono fare alcune cose, devono stare sotto un limite, obbedire ad

un divieto.

3. Infrazione: l'eroe e/o l'eroina infrange (disubbidisce, va contro, si

oppone, si ribella al) il divieto (la proibizione).

A questo punto (in questo momento), spesso, compare (si presenta,

entra in gioco, c'è) l'antagonista (il nemico, la nemica, l'oppositore, la

oppositrice, la persona ostile, la persona cattiva che va contro l'eroe e/o

l'eroina).

4. Investigazione (ricerca - scoperta): l'antagonista (il nemico) cerca di

scoprire (conoscere, capire) cose o persone per fare del male

(danneggiare) l'eroe. Il nemico usa quello che sa per fare del male

all'eroe, all'eroina.

Allontanamento =

Andare lontano

Divieto =

proibizione

Infrazione =

disubbidire

Investigazione =

Cercare qualcosa

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5. Delazione (fare la spia, riferire in modo malevolo, maligno, cattivo):

dire cose personali e segrete su una persona per farle del male:

l'antagonista (nemico) riceve (ottiene - ha) rivelazioni (gli/le sono

riferiti, detti aspetti particolari, personali) sulla sua vittima

(sull'eroe/eroina odiato e perseguitato/a dall'antagonista- nemico)

6. Tranello: l'antagonista tenta (cerca) di ingannare (imbrogliare -far

credere cose false) la vittima, per impadronirsi (prendergli/le,

impossessarsi) di lui/lei o dei suoi beni (cose)

7. Connivenza: la vittima cade (è catturato/a, è imprigionato/a) nel

tranello (imbroglio), e così favorisce (aiuta) involontariamente (senza

volere, senza intenzione) l'antagonista

8. Danneggiamento: la vittima (l'eroe e/o l'eroina) o una persona della

sua famiglia subiscono (devono sopportare) un danno (male, sofferenza,

disgrazia, perdita), come un rapimento (portare via una persona contro

la sua volontà), una mutilazione (l'amputazione, la perdita di una parte

importante di sé, o di qualche cosa di proprio), un'incarcerazione

(mettere in carcere, in prigione), un furto (rubare a lui/lei qualcosa).

8bis. Mancanza: ad una persona della famiglia manca (non ha, e invece

vorrebbe - vuole avere) qualcosa o nasce in lui/lei il desiderio (voglia)

di avere qualche cosa che non ha.

9. Mediazione: all'eroe si chiede (nella forma della preghiera o nella

forma dell'ordine) di reagire (di andare contro, di ribellarsi, di opporsi)

alla situazione ingiusta, di porre rimedio (riparare - compensare) alla

mancanza. L'eroe può essere egli (ella) stesso la persona che cerca, che

affronta (vive) la situazione, che lotta per proteggere (difendere) un'altra

persona, oppure può essere egli (/ella) stesso che lotta (combatte) per

difendere se stesso.

10. Inizio della reazione: l'eroe acconsente (dice di sì) e comincia ad

agire (a fare le cose).

11. Partenza: l'eroe lascia la casa, realmente (in realtà), o solo in forma

simbolica (si allontana psicologicamente = l'eroe è presente solo con il

corpo, ma la sua mente ed il suo cuore sono in un altro posto; egli è

lontano nei suoi desideri: il suo cuore è lontano)

12. Prima funzione del donatore (di colui/ colei che dà): l'eroe è

messo alla prova (deve superare delle prove, delle difficoltà, deve fare

Delazione = Dire

cose personali e

segrete per fare del

male

Tranello = Trappola

Connivenza = La

vittima,ingenuament

e è coinvolta nella

trappola

Danneggiamento =

la vittima è colpita,

ferita.

Mancanza = non c'è

qualcosa che si

desidera

Mediazione =

All'eroe è chiesto di

lottare (contro il

nemico)

L'eroe dice che farà

quello che deve fare

Partenza=l'eroe

parte

L'eroe deve fare cose

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delle fatiche), per potere ottenere (avere) un aiuto, un aiuto che spesso è

un mezzo magico(una cosa magica).

13. Reazione dell'eroe: l'eroe supera le prove, l'eroe riesce a fare cose

molto difficili.

14. Conseguimento del mezzo magico: l’eroe ottiene (ha, si procura)

un mezzo magico come ad esempio un oggetto magico, un animale

magico, un potere straordinario (superiore alla normalità, miracoloso),

un talismano (portafortuna, amuleto).

15. Trasferimento nello spazio: l'eroe raggiunge (va in) un altro luogo,

il luogo dove si trova l'oggetto della sua ricerca (dove c’è quello che lui

cerca). L'eroe segue (va dietro) delle tracce (semi che gli indicano la

via), vola, viaggia per mare o per terra.

16. Lotta: l'eroe lotta (combatte) contro l'antagonista (nemico).

17. Marchiatura: l'eroe riceve (ottiene, subisce) un marchio (segno,

impronta), una ferita (taglio, graffio), un anello.

18. Vittoria: l'eroe vince nella lotta (è più forte, è superiore)

sull'antagonista.

19. Rimozione: il danno (male, sofferenza, disgrazia, rovina) è

eliminato (è tolto) e l'eroe ottiene ciò che desidera.

20. Ritorno: l'eroe ri-torna al suo luogo di partenza (al suo luogo di

origine dove è nato).

21. Persecuzione: l'eroe è inseguito (correre dietro) o perseguitato da

un nemico. Il nemico non si arrende, ma gli da la caccia, lo insegue, lo

minaccia.

22. Salvataggio: l'eroe riesce a salvarsi, fuggendo o superando degli

ostacoli (difficoltà).

A questo punto, la fiaba può terminare con l'ultima funzione (la

funzione 31), oppure possono esserci ancora queste funzioni.

23. Arrivo in incognito (di nascosto): l'eroe torna a casa e non si fa

riconoscere da nessuno (non rivela, non dice a nessuno chi è lui, si

nasconde).

24. Pretese infondate (richieste senza una ragione, aspettarsi qualcosa

che non si è meritato): un rivale (nemico) afferma, mentendo (dicendo,

raccontando bugie, menzogne) di essere stato lui a compiere le imprese

(azioni coraggiose), compiute in realtà dall’eroe. Il nemico vuole

faticose e difficili

L'eroe fa bene il suo

compito (dovere)

L eroe ottiene (ha)

una magia

Trasferimento =

l'eroe va in un altro

posto

L'eroe combatte

L'eroe è ferito,

segnato

L'eroe vince

L’eroe elimina il

male

L’eroe torna a casa

II nemico insegue

l'eroe

L’eroe si salva

L’eroe arriva di

nascosto

I nemici vogliono il

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togliere all’eroe i suoi meriti. Il nemico vuole ricevere lui la ricompensa.

25. Compito difficile: all'eroe viene ri-chiesto di sostenere (fare)

un'altra prova di coraggio, di forza, di pazienza, di abilità, di capacità.

26. Adempimento: la prova è superata (l'eroe vince).

27. Identificazione: finalmente, l’eroe e ri-conosciuto da un segno

(elemento particolare, personale, che lo caratterizza), come un anello,

una ferita, una caratteristica (un aspetto del suo corpo o del suo

carattere).

28. Smascheramento: Il falso (non vero) eroe è smascherato (ri-

conosciuto come falso, si capisce che non è lui il vero eroe) perché egli

non è capace di superare la prova.

29. Trasfigurazione dell'eroe: l'eroe assume, anche con la magia,

assume riconosciuto (prende) un nuovo aspetto, una nuova forma, si

trasforma.

30. Punizione: il falso eroe e/o l'antagonista (nemico) sono puniti.

31. Le nozze: l'eroe si sposa, oppure sale al trono (diventa re) oppure

ottiene una ricompensa (premio)

premio che non

hanno meritato e che

è dell’eroe

L'eroe deve fare

un'altra prova

L'eroe supera anche

questa prova

L’eroe è

riconosciuto

Anche il nemico è

riconosciuto

L'eroe si trasforma

Il nemico è punito

L'eroe si sposa

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L'interpretazione di Italo Calvino

Lo scrittore italiano Italo Calvino afferma (dice) che le fiabe sono sì un

passatempo (gioco - divertimento – svago - intrattenimento), ma che le

fiabe hanno anche un contenuto (significato - senso- messaggio) di

verità (dicono una cosa vera).

Le fiabe raccontano il corso (ciclo, flusso, processo, come si cresce e

come si diventa grandi e forti) della vita umana, dall'inizio

all'allontanamento (andare via da casa, andare lontano) dalla casa del

padre, alle prove (difficoltà - sfide-imprese eroiche), al matrimonio.

All'interno (dentro) di questo percorso (itinerario - cammino) vi sono

aiutanti (coloro, le persone che aiutano, che proteggono) ed oppositori

(coloro, le persone che sono nemiche, che sono ostili), nascono e si

rafforzano (diventano più forti) i sentimenti, si mostrano (appaiono-

diventano chiari- si rivelano) le condizioni (situazioni- livelli economici

di vita: se sono ricchi o se sono poveri) sociali (le classi sociali: se sono

contadini o mercanti, marinai o cavalieri, principesse o cameriere,

eccetera), sono vissuti i valori morali (amore o odio, amicizia o lotta,

eccetera) positivi e negativi, proprio come avviene nella vita. La fantasia

(immaginazione- magia- meraviglioso) colora la narrazione con

elementi magici e straordinari e da alla fiaba la forma di un gioco, di un

divertimento.

Le fiabe sono un

gioco che insegna a

vivere

Nelle fiabe, come

nella vita, ci sono

amici e nemici, ci

sono i sentimenti, ci

sono i ricchi e i

poveri

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II tempo e i luoghi

La fiaba è fuori (all’esterno) dal tempo, che è sempre indeterminato

(non definito, non de-limitato, non finito, non chiaro). Infatti, nella fiaba,

ci sono alcune (un piccolo numero, qualche, delle) parole (espressioni,

frasi) ricorrenti (frequenti, che compaiono sempre): "c'era una volta",

"passarono tanti anni", "dopo lungo tempo".

I luoghi sono raramente (poche volte) definiti (precisati, chiariti, sono

generali, sono comuni e non puoi dire dove sono esattamente, ad

esempio: la caverna dei quaranta ladroni delle "Mille e una notte ", la

casetta dei sette nani nel bosco di "Biancaneve ") geograficamente

(geografia, studio e conoscenza dei territori). Spesso si parla (si

descrivono) di ambienti come castelli, boschi, mari e terre lontane e

misteriose, povere capanne (case), caverne, etc. Gli ambienti

rappresentano (significano) delle dimensioni della vita, dei momenti

della vita (situazioni, condizioni): il bosco buio crea uno stato d'animo

(emozione) di paura (tensione), la casetta (piccola casa) nella radura

(punto del bosco nel quale non ci sono piante) nel bosco può essere un

rifugio (posto sicuro, un nascondiglio), come in "Biancaneve e i sette

nani", oppure (o)un tranello (trappola, agguato, pericolo), come in

"Hansel e Gretel." Il castello può essere (è, a volte) la casa di un bel

principe o (è a volte) la torre che imprigiona (racchiude, rinchiude,

costringe) una povera fanciulla

II tempo della fiaba

è un tempo un po'

reale e un po' di

fantasia

I luoghi sono un po'

reali, un po' di

fantasia

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I personaggi

I personaggi (le persone, i protagonisti del romanzo, del racconto, della

novella, della fiaba, della favola) sono in parte reali (veri) e in parte

fantastici (di fantasia). I loro caratteri (personalità, natura) sono definiti

(descritti, disegnati), ed hanno dei ruoli (compiti, funzioni, scopi, finalità)

definiti: l'eroe è bello, buono, coraggioso; l'antagonista (il nemico,

l'oppositore) è brutto, cattivo, invidioso (che invidia, che osserva gli altri

per criticarli, per portare via loro quel che hanno), sleale (falso,

traditore) che fa del male in modo nascosto. Intorno ai due personaggi

più importanti (protagonisti) ci sono e agiscono (fanno cose) dei

personaggi ricorrenti (che compaiono spesso, che ci sono spesso). Essi (i

personaggi minori, meno importanti) sono a volte buoni (che aiutano),

altre volte sono cattivi (che sono contro, che si oppongono, che fanno del

male). Essi sono: il patrigno (il padre non naturale, il secondo marito

della madre, il padre cattivo), la matrigna (la seconda moglie del padre,

la madre cattiva, la madre non naturale), i fratellastri e le sorellastre (i

fratelli e le sorelle non naturali; essi sono figli di uno stesso genitore, la

mamma o il papa, e del secondo marito o della seconda moglie del papa

o della mamma), i maghi (i maghi possono essere sia buoni sia cattivi) e

le streghe (maghe cattive), le fate (maghe buone), i folletti (piccoli

uomini, ometti fantastici bizzarri, "buoni ", ma dispettosi) e gli orchi

(mostro malvagio, cattivo, gigantesco, cioè molto grande, che mangia gli

uomini e i bambini). Questi personaggi minori sono caratterizzati

(definiti) da una qualità-importante (fondamentale): la bontà o la

cattiveria, l'avarizia (tenere tutto per sé, essere attaccati ai soldi) o la

generosità (condividere tutto con gli altri), l'invidia (che invidia),

l'egoismo.

I personaggi sono le

persone (un po' reali

e un po' inventate)

della fiaba

L'eroe è bello e

buono

II nemico è brutto e

cattivo

Anche i personaggi

minori sono buoni o

cattivi

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La struttura della narrazione e il linguaggio

La narrazione (il raccontare) fiabesca (della fiaba) procede (avanza, va

avanti) per sequenze (momenti successivi, passaggi), cioè parti del

racconto che segnano cambiamenti di scena o di azione (quando, ad

esempio, succedono cose nuove e importanti).

Il linguaggio delle fiabe è semplice, ma ricco di sfumature di colore, di

espressioni vivaci; il linguaggio delle fiabe e suggestivo (che suggerisce,

che evoca, che fa immaginare tante cose). Le espressioni sono quelle (le

espressioni) della vita di tutti i giorni (vita quotidiana) perché sono state

scritte per i bambini. I simboli (immagini) sono facili da capire: ad

esempio, il lupo di Cappuccetto Rosso rappresenta, e il simbolo del

pericolo per i bambini (in questo caso, costituito dagli uomini

sconosciuti): la fiaba di "Cappuccetto pensiero Rosso" vuole insegnare ai

bambini a non fidarsi degli uomini sconosciuti. Nella fiaba vi sono

espressioni definite (caratteristiche, fisse, che sono sempre le stesse)

come, ad esempio: "C'era una volta"; "E vissero felici e contenti....".

I dialoghi (dialogare, parlare insieme con qualcuno) sono molto vivaci

(pieni di vita) e sono frequenti (compaiono spesso). I dialoghi animano

(rendono più vivo) il racconto. Il dialogo può svelare (rivelare) un mistero,

riservare (preparare) sorprese (cose nuove che sorprendono, che

stupiscono) o preparare un tranello (trappola, imbroglio).

Spesso, nei dialoghi, vi sono filastrocche (piccole canzoni, canzoncine in

rima, con delle ripetizioni) infantili, formule magiche (le formule magiche

sono frasi senza senso, ripetute in una forma rituale, in una forma che si

ripete più volte perché si attribuisce ad essa un valore e un senso quasi

magico, simbolico).

La fiaba ci offre (dà) informazioni e insegnamenti

La fiaba, anche se non è stata scritta per questo, contiene (ha) delle

informazioni sugli usi e costumi (aspetti caratteristici del modo dì sentire

e di agire di un popolo).

Nella fiaba ci sono anche dei messaggi come gli insegnamenti su come

"cavarsela" nella vita (come fare, come affrontare la vita, come risolvere i

problemi).

II racconto della

fiaba ha dei

momenti, un

momento dopo

l’altro

Le parole della

fiaba sono semplici

ma piene di fantasia

II simbolo è una

figura, una

immagine che fa

capire il pensiero

I dialoghi sono

quando le persone

Le fiabe hanno un

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Dalle fiabe emerge (viene fuori) un messaggio positivo (buono, ottimista),

un messaggio che incoraggia i giovani ad affrontare la vita: il Bene, per

fortuna vince sempre, il male è sempre sconfitto.

messaggio buono: il

bene vince il male

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Significato psicanalitico delle fiabe

Le fiabe si esprimono (parlano) in un linguaggio simbolico (misterioso,

ma molto significativo) per manifestare (rivelare, fare emergere) un

contenuto inconscio (non consapevole, che conosciamo e non

conosciamo, che dentro di noi intuiamo, pur senza esserne certi).

Nel contenuto delle fiabe, sono espressi fenomeni psicologici interiori

(elementi profondi, elementi inferiori, aspetti della nostra psiche, della

nostra anima). Nell'infanzia (quando siamo bambini), quando il bambino

non sa nulla della vita ed è insicuro (egli non sa chi è, egli non sa come

fare ad affrontare la vita), la fiaba suggerisce (dice) che cosa è la lotta

(guerra) per la sopravvivenza (vivere) e per la "auto-realizzazione"

(diventare se stessi, essere se stessi, diventare grandi, maturare).

Le fiabe calmano (danno pace, tranquillità) le ansie (paure) del bambino

con il lieto fine.

Le fiabe rappresentano (esprimono, dicono) le crisi (difficoltà)

psicologiche (del cuore dell'uomo, dell'interiorità, dell'anima) e sociali

(dell'entrare del giovane nella società) della crescita (del crescere, del

diventare grandi). Nelle fiabe ci sono: la sofferenza di un bambino a

causa (per colpa) della gelosia (invidia, rivalità, sentimento che prova la

persona che teme di non essere ri-amata dalla persona che ama) verso i

suoi fratelli, c'è la sofferenza per le ingiustizie subite, come nel caso di

Cenerentola.

Nella fiaba ci sono le angosce (paure) e le insicurezze (non essere sicuri

di sé, non conoscere se stessi) della crescita, del passare dall'infanzia (da

zero a 10-11 anni, circa) all'adolescenza (da 10-11 anni a 16-17 anni,

non è definita, non è la stessa per tutti, l'età della adolescenza si sta

modificando, prolungando per molti) e dall'adolescenza alla giovinezza

(da 18 a 25 anni, circa).

Questo è il caso di Cappuccetto Rosso, la ragazzina (bambina,

adolescente) curiosa (che vuole conoscere tutto, parlare con tutti,

affrontare le persone che fare tutte non conosce perche la appaiono

interessanti), monella (che disubbidisce alla mamma, per fare quello che

vuole lei), temeraria (non solo coraggiosa, anche incosciente), e

incosciente.. .(che si sente molto sicura di se, ma che in realtà non sa

quello che sta facendo perché non conosce i pericoli del mondo, e pur

Le fiabe sono

simili ai sogni:

vengono fuori i

desideri e le verità

Le fiabe sono

come le ninne-

nanne: danno

serenità,

consolano.

Le fiabe fanno

crescere

Cappuccetto Rosso

è la bambina che

vuole fare tutte le

cose, di testa sua

(come vuole lei), e

non ascolta i

consigli della

mamma, che le

vuole bene.

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non conoscendoli non è neppure un po’ saggia e umile da fare quello che

le consigliano di fare le persone che le vogliono bene).

Cappuccetto Rosso è la bambina che attira l'attenzione perché è bella,

vestita di rosso, è la bambina che, senza volerlo, affascina (suscita

interesse), seduce (attrae l'attenzione su di sé), e così facendo, corre (va

incontro a) un grosso pericolo. Infatti, il lupo cattivo, che nella fiaba

rappresenta il seduttore (colui che seduce, attira a sé con le lusinghe, i

complimenti), è in agguato (pronto a saltare addosso, ad aggredire). Il

lupo cattivo divora (mangia) senza pietà Cappuccetto Rosso. Per fortuna,

nella fiaba, arriva il coraggioso cacciatore a salvare Cappuccetto Rosso. Il

cacciatore è il simbolo del padre (della figura paterna) che è forte,

responsabile e liberatore. Nelle fiabe c'è sempre il lieto fine, ma la fiaba

insegna ai giovani a non fidarsi degli sconosciuti (le persone che si pensa

di conoscere e che invece non si conoscono bene). Cappuccetto Rosso è

una bambina, ma la fiaba insegna qualcosa anche ai maschi: a non fidarsi

degli sconosciuti (quegli adulti che vendono la droga ai ragazzi, quelli

che insegnano ai ragazzi a rubare, quelli che fanno regali e complimenti

per conquistarsi la fiducia dei giovani), a seguire i consigli dei genitori e

degli adulti che ti vogliono bene.

Così Cappuccetto

Rosso si mette in

pericolo

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Le antiche radici della fiaba

L'origine (l'inizio) delle fiabe è molto antica (vecchia, arcaica). Da sempre

le persone che raccontavano le fiabe ai bambini sono persone benevole

(persone che, come i genitori, i nonni, le balie, vogliono bene ai bambini)

che appartenevano (erano parte) alla cultura contadina. La cultura

contadina è scomparsa (non esiste più).

Le fiabe sono nate nelle società primitive (antiche) e contengono la

memoria (delle tracce, dei segni che fanno capire quello che erano in

origine) degli antichi riti (celebrazioni collettive, momenti importanti per

tutta la comunità) tribali (della tribù, antico o primitivo gruppo di persone)

di iniziazione (preparazione alla vita, introduzione alla vita). I riti di

iniziazione sono prove, spesso molto difficili, alle quali venivano e sono

sottoposti (impegnati) i giovani. I giovani dovevano (dovere = essere

obbligati) dimostrare (fare vedere) coraggio, forza, doti (virtù, capacità)

importanti per fare parte della tribù. Per questa ragione (per questo

motivo), molte fiabe si concludono con le nozze, cerimonia (celebrazione,

rito) con la quale i giovani entravano ed entrano nel mondo degli adulti (i

giovani diventano grandi).

Dal mondo dei popoli primitivi e dei popoli antichi viene anche il mistero

(una cosa che mi affascina, ma che non capisco fino infondo) delle forze

(potenze) della natura che compare nella fiaba sotto la forma della magia.

La fiaba è antica

(molto vecchia)

La fiaba è spesso un

aspetto del mondo

contadino (della

campagna)

Le fiabe contengono

insegnamenti per

fare crescere i

giovani

La fiaba ha ancora

dentro l'anima

dell'uomo primitivo

che crede che la

natura sia (é) una

magia

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La fiaba come "genere letterario": la storia della fiaba

La fiaba e diventata (ha cominciato ad essere) un opera letteraria

nell’antica India, nel II-III secolo d.C.

In Europa, le prime testimonianze (espressioni che sono il segno, il

documento, la testimonianza di qualche cosa) scritte sono del XVI secolo,

quando, l'italiano Giovanni Francesco Straparola compone (scrive) il primo

libro dell'opera "Le piacevoli notti", una raccolta di novelle (racconti),

nella quale (nella raccolta) vi sono racconti realistici (veri) vi sono anche

racconti fiabeschi (di fiabe) di origine (inizio) popolare (del popolo). Sono

popolari anche i racconti contenuti (dentro) all'opera "lo Cunto de li cunti"

di Giovan Battista Basile. In questa opera, dieci vecchie raccontano

cinquanta fiabe, in cinque giorni.

In Francia, la fiaba diventa (è) un'opera letteraria importante alla fine del

XVII secolo, soprattutto grazie (per mezzo di) al capolavoro (opera

bellissima) di Charles Perrault: "Storie e racconti del tempo passato. I

racconti di mia madre l'Oca" (1697).

All'inizio del secolo XVIII, è tradotta in francese la raccolta araba de "Le

mille e una notte", che contiene racconti orientali antichi (XI-XVI secolo).

Il periodo d'oro (più bello) della fiaba è il Romanticismo, nell'Ottocento: in

questo periodo (tempo), la fiaba è amata e studiata come espressione (voce)

della creatività (fantasia - immaginazione) popolare.

I fratelli Grimm raccolgono(mettono insieme), andando nei villaggi, nei

piccoli paesi sulle montagne, tra i boscaioli e le vecchie contadine e

facendosi narrare per ascoltare dalla viva voce di coloro che le

raccontavano, le fiabe e le studiano (le fiabe). La loro raccolta si intitolò (si

chiama): "Fiabe per bambini e famiglie".

Anche altri scrittori scrivono fiabe. Questi scrittori sono: Hoffmann, Tieck,

Novalis, Andersen, Carroll, etc.

Nel Novecento, Vladimir Propp studia la fiaba e scrive un libro di studi

sulla fiaba che si chiama "La morfologia della fiaba".

Oggi, la fiaba è amata da molti; vi sono i cartoni animati (molto amati sono

i cartoni animati di Walt Disney) tratti dalle fiabe e vi sono moderni

scrittori di fiabe.

La fiaba è antica ed

e un opera

bellissima della

letteratura

Breve storia della

fiaba

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Una antica fiaba celtica: Le mele d'oro

Parte prima: il felice regno di Conn e di Eda

Un tempo, in Irlanda vi era un regno ricco e felice (prospero, florido). La

terra era (è nel passato) fertile (produce frutta e verdura), produceva

(produrre = dare) molto grano (per fare il pane) e nutriva (dava da

mangiare a) molte mandrie (insieme di animali, insieme di mucche e buoi),

e molte greggi (insieme

di pecore, insieme di capre). Il mare, i fiumi, i laghi erano limpidi

(trasparenti, chiari) e pescosi (c'erano dentro molti pesci). Il sovrano (re)

di queste terre si chiamava Conn ed era un valoroso (coraggioso, audace)

guerriero (eroe in battaglia, in guerra). Conn era il più forte e nessuno

poteva (era capace di) competere (combattere) con lui; per questo motivo

tutti avevano paura di lui e nessuno osava (aveva il coraggio) di attaccarlo,

di invadere il suo territorio. Per questa ragione (motivo), le terre sotto di lui

prosperavano (erano ricche) e gli abitanti vivevano in pace (non in guerra,

in tranquillità). Conn era un uomo saggio (che pensa e agisce con

prudenza ed intelligenza) Conn aveva sposato (preso moglie e/o preso

marito) una principessa inglese che si chiamava Eda. Eda era bella nel viso

(volto, faccia) e buona di cuore (d'animo, nell'anima).

Seconda parte: nascita di Conn-eda e morte di Eda

Quando la regina ebbe (ha, avere al passato) un figlio, i Druidi (antichi

sacerdoti dei Celti; i Celti erano le popolazioni che anticamente abitavano

gran parte dell'Europa) predissero (profetizzarono = dire ciò che accadrà

prima che questo accada, anticipare, pronosticare) che Conn-eda avrebbe

avuto (ha, avere) le doti (qualità, virtù) dei genitori (mamma e papa). Per

questa ragione (motivo) il bambino fu chiamato Conn-eda e crebbe buono,

bello, generoso (che spontaneamente da agli altri, condivide la sua vita

con gli altri) e coraggioso (valoroso, audace, temerario). Purtroppo, presto

rimase (fu) orfano (senza madre e/o senza padre). La regina ebbe (ha,

avere al passato) una malattia (stare e/o sentirsi male, soffrire) ed in pochi

giorni (poco tempo) morì (morire al passato).

Terza parte: Conn si ri-sposa (sposa per la seconda o più volte). La

C'era una volta un

regno felice

governato da un re

forte e buono e da

una regina buona e

bella

Nasce il figlio del

re, muore la regina

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nuova regina odia (non ama; è ostile, nemica) Conn-eda

II lutto (cordoglio, sentimento di tristezza, riti dopo la morte di una

persona, stringersi dei parenti, del paese, intorno ai famigliari) durò un

anno ed un giorno. I consiglieri del re (gli uomini che danno consigli al re)

lo spinsero (convinsero, persuasero) a risposarsi e li proposero come

sposa la figlia del Grande Druida. La nuova regina all'inizio si comportò

(agì) come Eda, ma quando ebbe dei figli suoi (propri) cominciò a soffrire

di gelosia verso il principe Conn-eda. Conn-eda era il primo figlio

(primogenito), era amato dal re e dal popolo e stimato (considerato bravo e

buono) dai nobili. Conn-eda era destinato (aveva diritto a) ad essere il

futuro re (il successore). La regina per favorire (dare un vantaggio a) il

proprio figlio nella successione al trono, cominciò a dire malignità (cose

cattive) e menzogne (bugie) sul conto del principe Conn-eda, sperando di

convincere il re ad esiliarlo (allontanarlo dal regno, mandarlo via). Conn-

eda sopportava con pazienza e restituiva (dava in cambio) bene per male.

Per questo, l'affetto e la considerazione (stima) di tutti verso di lui aumentò

(crescere).

Questo fece crescere l'odio (ostilità) ed il furore (rabbia) della regina. La

regina decise perciò di usare le arti magiche e di chiedere aiuto alla

guardiana (custode) del pollaio, che era una famosa maga.

Parte quarta: la regina trama (pensa a dei trucchi, degli inganni)

contro Conn-eda per farlo morire

All'alba, la regina andò dalla maga e le disse tutto. La maga le rispose: non

posso aiutarti fino a quando non riempirai (mettere qualcosa dentro un

contenitore, fino a quando è pieno), di lana, l'arco (semi - cerchio che farò

con il mio braccio) del mio braccio, e di grano, il buco che farò con il mio

fuso (arnese, strumento, per filare). La regina accettò. Allora la guardiana

del pollaio si mise sulla porta della sua capanna con la mano appoggiata sul

fianco (sull'anca, sul lato del corpo), ed ordinò ai servi della regina di

gettare attraverso il suo braccio tanta lana tanto da riempire tutta la capanna

fino al soffitto (tetto). Poi salì sul tetto di suo fratello, fece un buco nel

punto più alto del tetto con la conocchia e da quel buco fece versare grano,

fino a quando non ci fu più posto neanche per un altro chicco di grano.

Soltanto allora, disse alla regina: "Prendi questa scacchiera (tavolino per il

gioco degli scacchi) e chiedi al principe di giocare con te, tu vincerai ed

Il re si risposa

La nuova regina

vuole eliminare (far

morire) il principe

La regina cattiva fa

magie contro il

principe

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allora potrai dirgli di fare una penitenza (fare qualcosa per compensare il

fatto di avere perso al gioco; chi vince può imporre una penitenza).Tu

dovrai chiedergli, entro il termine (prima di) un anno ed un giorno, di

portarti le tre mele d'oro che crescono su un albero di cristallo (vetro fine)

nel giardino del re dei Firbolg nel lago di Erne, ed inoltre il cavallo ed il

cane magico dello stesso re. Sono cose così preziose (di valore, importanti)

e bene custodite (protette, difese), che nessuno (non uno) è riuscito (è stato

capace di) ad arrivarci. Tutti coloro che ci hanno provato (tentato), sono

morti."

Parte quinta: la regina sfida (invita a giocare, affronta in duello,

provocando Conn-eda) e lo vince

La regina invitò Conn-eda a giocare con lei a scacchi e vinse la prima

partita. Allora, resa spavalda (orgogliosa, arrogante, sicura di sé) da

questa prima vittoria (quando si vince), dimenticò le parole della maga.

Invitò Conn-eda a giocare una seconda partita per ottenere un potere

(autorità) maggiore (più grande) sul principe.

Sesta parte: Conn-eda vince la seconda partita

Fecero un'altra partita e la regina perse (fu sconfitta). Allora Conn-eda le

disse: "Poiché hai vinto la prima partita hai il diritto di imporre la

penitenza"

Parte settima: richieste (pretese, domande) della regina

La regina ordinò: "Entro un anno e un giorno dovrai portarmi dal regno del

lago di Erne le tre mele d'oro della salute (stare bene), il cane magico

Samer e il cavallo nero del re dei Firbolg. Se non riuscirai dovrai andare in

esilio (andare via, fuori dal regno).

Ottava parte: richieste di Conn-eda

Disse il principe alla regina: "Tu starai sul pinnacolo (guglia, cima) di

quella torre (torre del castello) fino al mio ritorno, mangiando solo il grano

che riuscirai a raccogliere con il tuo spillone (grosso spillo che si mette nei

capelli per tenerli a posto). Dopo un anno ed un giorno, se io non sarò

tornato, sarai libera.

All'inizio, la regina

vince sul principe

Poi il principe vince

La regina cattiva

costringe il principe

a superare delle

prove (fatiche)

II principe costringe

la regina ad

aspettarlo

II principe chiede

aiuto ad un saggio

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Nona parte: partenza di Conn-eda

Conn-eda era molto preoccupato (era in pensiero) e decise di partire

subito.

Decise come prima cosa di parlare con un druido (sacerdote dei Celti),

famoso per la sua sapienza, chiamato (di nome) Fionn Badhna. Il druido

accolse il principe con tutti gli onori (con le attenzioni dovute ad un

principe) e ascoltò le sue richieste. Il giorno successivo (seguente), dopo

aver consultato i suoi oracoli (dopo avere interrogato gli dei), il druido

diede al principe questa risposta: "Il compito che ti è stato dato è quasi

impossibile, è stato pensato per distruggerti dalla maga del lago di Corrib,

la più grande maga che c'è in Irlanda, ora. Io non sono capace di dirti di

più, posso solo consigliarti di andare dall'uccello che ha la testa umana, che

conosce (sa) presente (ora), passato (ieri) e futuro (domani). Posso, però,

aiutarti a raggiungere (arrivare a) l'uccello entro tre giorni, la data (il

giorno) in cui uscirà (verrà fuori) dal suo nascondiglio, dandoti questo

pony (piccolo cavallo), che conosce la strada per raggiungerlo (arrivare a

lui). Per convincere (persuadere) l'uccello a rispondere alla tue domande,

dovrai dargli (donargli) questa pietra preziosa".

Parte decima: Conn-eda incontra l'uccello dal volto umano

Il principe montò (salì) sul pony e il terzo giorno raggiunse l'uccello dal

volto (viso) umano, gli donò (diede in dono, in regalo) la pietra preziosa e

gli pose (fece) le sue domande. Questa fu la risposta: "Sposta la pietra che

hai sotto il piede destro e prendi la fionda (antica arma usata per lanciare

sassi) e la biglia (piccola palla) di ferro che troverai lì sotto. Scaglia

(lancia, getta) la biglia ed essa ti indicherà la strada. Per tutto il resto, segui

le istruzioni (indicazioni) del tuo pony".

Il principe fece come gli aveva detto l'uccello. La biglia continuò a rotolare

fino a quando arrivò alle rive del lago Erne. Allora cadde nell'acqua e

scomparve (non si vedeva più). Il pony disse a Conn-eda: "Scendi dalla mia

groppa (schiena) e tira fuori dal mio orecchio una bottiglietta (piccola

bottiglia) di unguento (olio usato come medicamento - medicina - o

profumo) e un piccolo cesto (canestro di vimini), poi risali in fretta sulla

mia groppa (schiena del cavallo) perché da adesso cominciano i pericoli (le

II principe chiede

aiuto ad un uccello

magico che conosce

tutto

Il principe è aiutato

da un piccolo

cavallo

II principe deve

procurarsi, con

fatica, qualcosa da

dare, in cambio

dell'aiuto, all'uccello

II principe deve

superare delle altre

prove

II principe deve

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cose si fanno pericolose). Conn-eda ubbidì ed il cavallino si immerse nel

lago (bacino d'acqua), dove ritrovarono la biglia, seguendo la quale

arrivarono ad una strada dove c'erano tre spaventosi serpenti (animale che

striscia, biscia)

Parte undicesima: prime prove

II cavallino gli disse: "Svelto, prendi dal cesto tre bocconi (piccoli pezzi) di

carne e lanciali nella bocca di ciascun serpente. Stai attento a non sbagliare

la mira (direzione) perché solo così riusciremo a passare il lago. Conn-eda

lanciò i bocconi di carne ed il pony con un solo salto superò serpenti e lago

atterrando sulla riva. Il pony gli disse inoltre: "Sei un giovane coraggioso

che merita di riuscire". Proseguirono, seguendo la biglia, e giunsero in

vista di una montagna (altura, rilievo montano) fiammeggiante (di fuoco,

luminosa). Il pony gli disse: "Stai fermo sulla sella (si mette sulla schiena

del cavallo per sedercisi su)" e facendo un salto prodigioso (meraviglioso,

mirabolante) superò le fiamme (le fiamme del fuoco) ed atterrò nella

pianura (piano, terra piatta). Il pony gli disse di versare (mettere sopra)

sulle bruciature alcune gocce dell'unguento. Conn-eda fece quello che gli

aveva detto il pony e le sue ferite (punti che gli fanno male) si richiusero

(guarirono) immediatamente (subito). Cavalcarono a lungo seguendo la

biglia finché videro una città circondata da forti mura (alti muri) nelle quali

si apriva una porta sola. Non c'erano uomini di guardia (a custodire) ma

due torri fiammeggianti. Il pony disse: "Scendi e prendi dal mio orecchio

un coltello (lama del coltello). Scuoiami (toglimi la pelle) e mettiti la mia

pelle sulle spalle ed entra in città. Nessuno ti farà del male se porterai

sempre la mia pelle adesso. Ti chiedo per amicizia di tornare da me e

scacciare gli uccelli dalla mia carcassa (cadavere degli animali), poi

versami addosso fino all'ultima goccia di unguento rimasta nella

bottiglietta e seppelliscimi (mettimi sotto terra) ". Conn-eda scoppiò in

lacrime e si rifiutò di uccidere il pony. Preferiva morire piuttosto che far

del male all'amico. Il pony gli disse che entrambi avrebbero avuto un

destino (futuro) di morte: "Se non farai come ti ho detto, morirai e

condannerai me ad una sorte peggiore della morte". A queste parole Conn-

eda ubbidì. Mise il coltello vicino al collo del cavallino ed il coltello da

solo si infisse (entrò) nel collo del cavallino. Il principe piangendo

superare tante altre

prove

Altre prove

II principe deve fare

la cosa più difficile:

uccidere il piccolo

cavallo per liberarlo

dalla magia cattiva

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(piangere, versare lacrime) fece quello che gli era stato detto, scuoiò il

pony, si mise la sua pelle addosso ed entrò in città. Era una città ricca, con

molta gente e piena di cose interessanti (che suscitano stupore). Conn-eda

non si interessò a nulla, pensava solo al suo povero amico. Così lasciò la

città e tornò di corsa dove aveva lasciato la carcassa (corpo morto di

animale) del pony. Scacciò gli uccelli e versò addosso al cavallino

l'unguento. Sotto gli occhi meravigliati (stupiti) di Conn-eda il cavallino

cambiò forma e riprese a vivere, si trasformò in un bel giovane, che lo

abbracciò e, tra lacrime e riso (ridere, sorridere), gli raccontò la sua storia.

Egli era il fratello del re del lago di Erne; era stato trasformato in pony dal

druida Fionn Badhna: "Solo grazie al tuo affetto (amore) sono potuto

tornare ad essere quello che sono. È stata mia sorella a consigliare alla

regina di mandarti a compiere questa impresa per aiutarmi. Ora vieni con

me, andiamo a chiedere al re mio fratello le tre mele d'oro, il cavallo ed il

cane". Entrarono in città festeggiati da tutti. Conn-eda si fermò a lungo nel

regno del re dei Firbolg. Dopo un anno, il re regalò al principe le tre mele

d'oro, il cavallo nero e il cane di Samer e lo invitò a ritornare ogni anno.

Conn-eda tornò nel suo regno. Quando la regina lo vide dall'alto della

torre, capì che era riuscito nell'impresa (compito- missione) e per la

disperazione si buttò giù dalla torre. Conn-eda fu festeggiato in tutto il

regno. Il re suo padre fece disperdere i resti (ossa) della regina cattiva. Le

mele d'oro furono piantate nel giardino del re e nacque un altro albero della

salute (salute, stare bene, felicità). Grazie a quest'albero il regno fu ancora

più fertile e ricco. Alla morte del re, Conn-eda prese il suo posto e da allora

le terre del suo regno presero il nome da lui: Connaucht.

II principe, dopo

avere superato tutte

le prove toma a

casa.

La regina è vinta e si

uccide

II principe (l'eroe)

vince e diventa re

La fiaba del mondo romantico ed incantato dei fratelli Grimm

I fratelli Grimm raccolsero (misero insieme - unirono) le fiabe popolari (del

popolo) tedesco, con il fine (lo scopo) di valorizzare (ri-conoscere il valore) e

far conoscere la naturale inclinazione (ispirazione - capacità - talento),

fantasia

(immaginazione), creatività dell'animo tedesco.

Le fiabe dei fratelli Grimm non furono scritte per i bambini, ma per gli adulti

(i grandi).

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Tuttavia, queste fiabe rendono felici i bambini (piacciono molto ai bambini).

Umili (povere) realtà (cose vere) e incantevoli (che suscitano) fantasie si

fondono insieme (sono insieme). Le fiabe dei fratelli Grimm sono bellissime.

I sei cigni

Un re, rimasto (era) vedovo (la moglie era morta), un giorno andando a

caccia (ad uccidere gli animali) si perde (non trova la strada) in un bosco

(insieme di alberi): qui incontra una vecchina (donna vecchia) che in realtà

è una strega (maga cattiva). La vecchina gli dice che potrà (futuro di

potere) indicargli la via di uscita dal bosco solo ad una condizione (in

cambio di qualche cosa): che lo stesso re porti con sé sua figlia e la sposi,

facendola regina.

Così il re è costretto a sposare la donna, senza esserne convinto (senza

volerlo davvero, senza esserne innamorato): pensa quindi di proteggere

(difendere) i sette figli avuti dalla prima moglie, sei maschietti, una

bambina, e li porta in un castello (casa con le mura e le torri) isolato

(lontano, difficile da raggiungere). Questo castello è tanto isolato, che per

trovarlo il re ha bisogno di un gomitolo (filo arrotolato) di filo magico: ma

la regina, sospettosa (che non si fida, che sospetta), corrompe (compra con

il denaro) alcuni servi (servitori, aiutanti), viene a sapere tutto e ottiene

(prende) il gomitolo magico.

La regina, che è una strega come sua madre, prepara delle piccole camicie

incantate (stregate) e va al castello dei bambini: mentre i sei maschietti

accorrono (si fanno incontro), getta loro addosso le camicine (piccole

camicie) e li trasforma in cigni; l'unica a salvarsi è la bimba perché rimane

nel castello.

Il giorno dopo, anche il re va al castello e vi trova solo la figliola (piccola

figlia). La bimba gli spiega l'accaduto (il fatto che è avvenuto), e dice che i

fratelli - cigni sono volati via nel bosco; dice anche al padre di non voler

tornare alla reggia (casa del re) perché ha paura della regina.

Il giorno dopo, la bimba parte alla ricerca dei fratellini; dopo molto

cammino entra in una capanna (casa di paglia) per passare lì la notte, ed

ecco, al calare (quando viene la sera) della sera, arrivano sei cigni che si

ritrasformano (si trasformano di nuovo) nei suoi fratelli. I fratelli spiegano

Il buon re cade nella

trappola di una

maga cattiva(strega)

II re deve sposare la

figlia della maga

II re nasconde i figli

della prima regina

nel castello nel

bosco

I maschietti sono

trasformati in cigni

dalla magia cattiva

della nuova

regina(la figlia della

maga)

Solo la bambina si

salva:

la bambina è l'eroina

di questa fiaba

La bambina deve

superare delle prove

difficili per salvare i

suoi fratelli

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la regola dell'incantesimo (magia): saranno per sempre cigni (tranne un

quarto d'ora al giorno, quindici minuti al giorno), a meno che lei, loro

sorella, passi sei anni senza parlare né ridere; dovrà anche cucire per loro

sei carnicine, usando come filo un particolare tipo di erba. La bambina

decide allora di osservare (seguire) queste dure condizioni (regole) per

liberare i fratelli, e si rifugia (si nasconde, trova riparo) su un albero, dove

inizia (comincia) a cucire le camicette di erba. Dopo molto tempo, il re di

questo territorio (terra), mentre va a caccia con i suoi uomini, scopre

(vede) la ragazza sull’albero: lei non può dire nulla (niente), ma la sua

bellezza e la sua grazia (bellezza dei modi, gentilezza, dolcezza) fanno

innamorare il re, che la sposa. La madre di questo re è però molto invidiosa

(che invidia): così, quando la giovane regina ha un primo figlio ucciso il

bambino maschio, la suocera (madre del marito) glielo fa portare via

(glielo prende) e la accusa (la incolpa, le da la colpa) di essere un'orchessa

(orco femmina) e di avere lei stessa mangiato il figlio: ma il re non ci

crede. La stessa cosa si ripete (succede di nuovo) quando la regina ha un

secondo e un terzo figlio. La regina, che non può parlare [per poter liberare

i fratelli], alla fine è accusata anche dal re. I giudici la condannano alla

morte sul rogo (grande fuoco di legna).

Ma il giorno stabilito (deciso) per la morte della regina e, fortunatamente

(per fortuna), proprio l'ultimo giorno dei sei anni per liberare i suoi fratelli

dall'incantesimo. La regina, fiduciosa (che ha fiducia, che spera), porta

dunque con sé, sul rogo, le sei camicette che aveva cucito. Ed ecco che,

prima di accendere il rogo (fuoco), giungono (arrivano) a volo intorno alla

regina i sei cigni. Lei getta (butta) loro addosso le camicette ed essi

tornano per sempre in forme umane (ad essere uomini); ad eccezione però

di uno che mantiene un'ala di cigno: infatti la manica di una camicetta non

era finita. Allora la regina, finalmente libera di parlare, spiega l'inganno

(imbroglio) al re. Il re ordina di bruciare sul rogo la propria (sua) cattiva

madre, e tutti possono vivere felici e contenti.

La bambina deve in

silenzio cucire delle

camicie per i suoi

fratelli

La bambinaia

(fanciulla) sposa un

re La madre del re la

odia e la invidia

La madre del re ruba

il figlio dell'eroina e

la accusa di avere

ucciso il bambino

Per tre volte la

madre del re fa

questo fino a quando

anche il re ci crede e

la condanna a morte.

Ma alla fine la

resistenza eroica

della fanciulla è

premiata

La fanciulla salva i

suoi fratelli e salva

se stessa

La tradizione (le fiabe tramandate di padre in figlio)

favolistica (della fiaba e della favola) italiana

Italo Calvino

Lo scrittore italiano Italo Calvino ha raccolto le fiabe italiane, cioè quelle

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fiabe che il popolo italiano ancora ricorda e racconta nelle diverse regioni

dell'Italia, nelle diverse forme e nei diversi dialetti (lingue delle diverse

regioni, altre forme della lingua italiana).

Alcune fiabe italiane sono simili (quasi uguali) alle fiabe degli altri popoli

europei (francesi, tedeschi, spagnoli, inglesi, russi, albanesi, rumeni,

bulgari, e altri) e furono influenzati (sono simili) anche un po' dalla

raccolta di fiabe arabe "Le Mille e una notte".

Raccogliere tutte le più belle fiabe italiane è stato un lavoro difficile

(faticoso) perché è stato necessario scegliere (prendere solo alcune) le

fiabe più belle, nella forma più originale (più particolare - non comune),

tradurle dai dialetti, introdurre (aggiungere) qualche passaggio (elemento)

con la fantasia, ed esprimere (dire) tutto in una lingua italiana molto bella,

espressiva, originale.

"Le fiabe italiane" raccolte da Italo Calvino sono alcune delle fiabe più

belle, ri-scritte (scritte per la seconda volta) da un grande scrittore, rese

(sono state ricreate) ancora più belle per suscitare (far nascere) nel lettore

(la persona che legge il libro): la fantasia, l’intelligenza, il desiderio della

felicita.

La ragazza mela

C 'era una volta un re ed una regina che non erano (sono, nel passatoi)

felici perché non avevano (hanno, nel passato) figli.

La regina guardava (guarda, vede, nel passato) l'albero delle mele e

diceva: “Anche io vorrei (desidero, voglio) un figlio come l’albero delle

mele fa le mele".

Fu (e, nel passato) cosi che la regina invece di un figlio ebbe (ha, nel

passato) una mela (le nacque una mela). Era una mela bellissima e

colorata. Il re la mise (mette, nel passato) in un vassoio (grande piatto) di

oro.

Di fronte (davanti) al palazzo (grande e bella casa) del re c'era un altro

palazzo di un altro re. Un giorno questo altro re vide sul terrazzo (balcone)

del palazzo del re una bellissima ragazza bianca e rossa come una mela,

che si lavava [il viso] e pettinava [i capelli] al sole. Quando la ragazza vide

l’altro re, scappo, (scappare, fuggire, andare via - scappa, al passato) e

C'era una volta un re

e una regina che

desideravano avere

un figlio

La regina guardando

l’albero delle mele

desiderò di avere

anche lei un figlio: le

nacque cosi una

mela!

La bambina a volte

veniva fuori dalla

mela e poi ritornava

nella mela

La bambina era così

bella che un re volle

sposarla

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tornò (torna, al passato) nella mela. Il re si era innamorato di lei (essere

innamorato = amare). Questo re andò (vado, al passato) dalla regina e le

chiese la mela. La regina rispose (risponde, al passato) che la mela era (e,

al passato) sua figlia. Il re insistette (chiedere più e più volte,

ripetutamente) e così la regina gli diede la mela.

Il re portò (porto, al passato) nel suo palazzo, nella sua camera. Le preparò

tutto per lavarsi e pettinarsi. Ogni mattina la ragazza si pettinava e si

lavava e poi tornava nella mela. La ragazza non mangiava, non parlava.

Solo si lavava e pettinava e poi tornava nella mela. Il re abitava con una

matrigna (madre non naturale e anche madre cattiva). La matrigna voleva

(vuole, al passato) sapere perché il figlio stava tutto il giorno servitore la

ragazza- mela in camera.

Venne (viene, al passato) la guerra ed il re dovette (deve, al passato)

partire. Prima di partire affidò (dare) al suo servitore più fedele il compito

(incarico, dovere) di proteggere (avere cura di, difendere) la mela. Gli

diede la chiave della stanza e gli disse di preparare tutti i giorni l’acqua ed

il pettine per la ragazza della mela. Il servitore promise (promette, al

passato) di fare quello che il re gli aveva detto.

Il re partì. La regina sua matrigna cercò subito di entrare nella camera del

re. Mise (mette, al passato) dell'oppio (sonnifero) nel vino del servitore e

gli rubò la chiave. Entrò nella stanza e guardò dappertutto (in ogni luogo).

Non vide nulla. Vide solo la mela nel vassoio. La matrigna pensò:

"È la mela la sua fissazione (pensiero costante) ". Prese un pugnale

(coltello) e la trafisse (trafiggere, colpire - trafiggo, al passato) la mela più

volte. Da ogni ferita usciva il sangue. La regina si spaventò e fuggì. La

regina rimise poi la chiave nella tasca del servitore addormentato.

Il servitore il mattino seguente si svegliò e andò nella camera del re. Qui

vide sangue dappertutto, si spavento e andò da sua zia. Sua zia era una fata.

La zia gli diede una polverina magica per le mele incantate e un'altra

polverina per le ragazze stregate. Il servitore torno dalla mela, mise la

polverina sulle ferite, la mela si spaccò ed uscì la ragazza tutta piena di

bende e cerotti. Tornò il re e la ragazza parlò, per la prima volta parlò e

disse: "La tua matrigna ha cercato di uccidermi, il tuo servitore mi ha

curato. Ho diciotto anni e sono uscita doli 'incantesimo (magia). Se vuoi,

sarò tua sposa. " Ed il re rispose: "Perbacco! Si che lo voglio! ". Così la

La principessa

viveva felice con il

re, ma la matrigna

(madre non naturale)

del re, invidiosa, la

odiava

Quando il re dovette

(deve al passato)

partire per la guerra,

affida al servitore la

ragazza-mela.

La matrigna riesce

ad entrare nella

stanza della ragazza

mela e ferisce la

ragazza mela

Una fata aiuta il

servitore a salvare la

ragazza-mela

La ragazza uscì per

sempre dalla mela e

per la prima volta

parlò, raccontò al re

e si sposarono.

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ragazza della mela ed il re si sposarono e vissero felici e contenti.

La tradizione favolistica araba delle "Mille ed una

notte"

I naviganti e l'uccello Rukh

La raccolta (raccogliere = unire, mettere insieme) araba "Le mille e una

notte" contiene (ha) centinaia (molte volte 100) di racconti, alcuni reali,

altri di fantasia. Questi racconti vengono dall'India, dalla Persia, dall'Iraq,

dall'Egitto. Questi racconti ruotano (sono) intorno a una storia più

importante. La storia più importante è quella del re di Persia Shahriyar;

egli, dopo aver condannato a morte la moglie infedele, trascorre (passa)

ogni notte con una donna diversa, che poi uccide per vendicarsi contro il

genere femminile. Il re trascorre una notte anche con la bella Shahrazad,

figlia di un visir (ministro, nel'Impero dei Turchi). Shahrazad racconta al

re ogni notte una fiaba, che interrompe ogni volta nel momento più

interessante: in questo modo, il re desidera sempre conoscere il finale la

notte successiva. Dopo mille e una (1001) notti, il sovrano si arrende e

salva Shahrazad, che diventa sua moglie

Un maghrebino (nativo del Maghreb, ossia dei paesi arabi dell'Africa

nordoccidentale) aveva viaggiato per il mondo, andando per deserti e mari.

Per caso giunge in un 'isola, dove vive a lungo. Poi torna al suo paese e

porta una penna di pulcino dell'uccello Rukh, non ancora uscito dall'uovo.

Questa penna è molto grande e può contenere tanta acqua come nove vasi.

Quando la gente vede quella penna, si meraviglia (stupisce). L'uomo si

chiamava Abdallàh al-Màghribi: era chiamato "il cinese "perché era stato

in Cina, e raccontava sempre storie meravigliose. Una di queste storie era

questa: stava viaggiando con dei compagni per i mari della Cina, quando

vide un'isola lontana. Sbarcarono sull'isola e videro che era molto grande;

andarono in cerca di acqua e legna, portando con sé gli strumenti

necessari. A un certo punto, videro una specie di cupola bianca, molto

grande e luccicante (luminosa).

Si avvicinarono (andarono vicino) e videro (passato di vedere) che era un

uovo di rukh. Ruppero (passato di rompere) l'uovo e videro (passato di

Un uomo del Maghreb,

un grande viaggiatore,

porta da un'isola una

piuma enorme

dell'uccello Rukh

Con i suoi compagni

avevano ucciso un

pulcino per prendergli

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vedere) un pulcino molto grande. Gli stapparono (tirare via) una penna

dall'ala. Dovettero (passato di dovere) però tirare tutti insieme. Poi presero

la sua carne e partirono a vele spiegate (in fretta). Allora il Ruck li seguì

(passato di seguire), li raggiunse (passato di raggiungere) e scagliò

(passato di scagliare - lanciare) contro la nave una roccia enorme

(grandissima). Ma la roccia cadde (passato di cadere) in mare e fu solo un

grande spavento (paura improvvisa) per tutti. La carne del pulcino fu cotta

e mangiata. Alcuni vecchi canuti (con i capelli e la barba bianchi) ne (di

quella, della carne) mangiarono. Il giorno dopo le loro barbe erano tornate

nere e rimasero per sempre cosi. Questo perché avevano mangiato la carne

del Rukh. Così almeno si dice ed è questo uno dei più mirabili

(incredibile) prodigi (cosa straordinaria).

la carne e la piuma.

L'uccello Rukh, il

genitore del pulcino li

inseguì.

Mangiando la carne del

pulcino, tutti i

viaggiatori diventarono

più giovani.

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VERIFICA

Vediamo se hai capito:

Completa queste frasi:

1. La fiaba è . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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2. Tramandare oralmente vuoi dire. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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3. Lo studioso russo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .ha letto centinaia di

fiabe ed ha scoperto che nelle favole ci sono sempre gli stessi elementi. Questo

studioso ha chiamato questi elementi funzioni.

Ricordi il nome ed il significato di alcune funzioni?

4 . Il tempo della fiaba è

- un tempo reale □

- un tempo di fantasia □

5. I luoghi della fiaba sono

- luoghi reali □

- luoghi di fantasia □

6. I personaggi:

- la persona che aiuta il personaggio principale si chiama . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. .

- la persona che ostacola il personaggio principale si chiama . . . . . . . . . . . . . . . . .

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7. racconta con le tue parole la fiaba dei fratelli Grimm, I sei cigni:

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8. racconta con le tue parole la fiaba La ragazza mela: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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LA FAVOLA Cos'è la favola?

La favola è un racconto scritto con parole semplici. Molto spesso la favola è

breve (corta).

Spesso i protagonisti delle favole sono animali o oggetti. Questi ammali e

questi oggetti però parlano e si comportano come gli uomini.

Le favole sono state scritte per i bambini e insegnano come ci si deve

comportare: alcune favole ci insegnano a non fidarci di tutti, altre prendono in

giro i difetti degli uomini, altre parlano delle ingiustizie dei potenti contro i più

poveri. Alla fine delle favole c'è una frase, questa frase riassume

l'insegnamento della favola, questa frase è la MORALE della favola.

Guarda le tabelle qui sotto: ci sono alcune caratteristiche delle favole. Alcune

caratteristiche delle favole sono uguali alle caratteristiche delle fiabe e dei miti,

che hai già studiato, altre caratteristiche sono diverse.

Le favole assomigliano alle fiabe e ai miti:

1 - Come la fiaba e il mito, anche la favola è un racconto fantastico.

2 - Come la fiaba, anche la favola è stata scritta per i bambini (il mito,

invece era scritto per gli adulti)

3 - Come nelle fiabe e nei miti, le storie raccontate nelle favole si svolgono in

un periodo impreciso, in un luogo indeterminato (non si sa mai

precisamente dove e quando si svolgono).

4 - Come le fiabe e i miti, le favole sono nate molto tempo fa. Prima erano

raccontate a voce, poi sono state scritte.

Le favole sono diverse dalle fiabe e dai miti:

1 - Le favole sono state scritte per dare un insegnamento morale, cioè per

insegnare cosa è buono e cosa è cattivo. Questo significato (la MORALE

della favola) è spesso spiegato nell'ultima frase delle favola

2 - Nelle favole spesso i personaggi più importanti sono animali.

Altre volte i protagonisti delle favole sono oggetti che parlano. Altre volte il

protagonista è un uomo. Nella favola ogni personaggio rappresenta un

modo di essere buono o un modo di essere cattivo (ogni personaggio

rappresenta un vizio o una virtù: per esempio, un personaggio può essere

stupido, un altro intelligente, un altro cattivo, un altro buono, uno furbo, uno

prepotente, uno invidioso, uno pauroso...).

3 - Le favole sono spesso brevi: la storia raccontata è molto semplice, a volte

è solo un dialogo (una conversazione) tra due personaggi. Non ci sono lunghe

descrizioni dei personaggi o dei luoghi.

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Quando sono nate le favole?

Le favole sono nate tanto tempo fa. All'inizio le favole sono raccontate a voce,

poi, vengono scritte (come i miti e le fiabe).

Il più antico scrittore di favole è Esopo, un uomo vissuto in Grecia nel VI

secolo prima di Cristo (VI a.C.). (leggi nella fotocopia a pag. 39,la favola La

cicala e le formiche, poi leggi sul libro la favola Il topo di campagna e il topo di

città)

Nel I secolo dopo Cristo, Fedro scrive delle favole in latino (il latino è la lingua

parlata nella antica Roma). Fedro vive a Roma, (leggi sul libro la favola La fuga

del cervo)

Nel Medioevo (tra XI e XIII secolo dopo Cristo) gli uomini amano molto le

favole. In questo periodo in Occidente sono famose anche le favole arabe e le

favole indiane.

Anche Leonardo da Vinci, il famoso scienziato e pittore italiano vissuto tra il

1452 e il 1519, scrive tante favole (leggi sul libro La pulce sconsiderata).

Nel 1600 in Francia vive un importante scrittore di favole: si chiama Jean de La

Fontaine: Le favole di La Fontaine sono raccolte in 12 libri scritti tra il 1668 e il

1694. (sulla fotocopia a pag. 40, trovi la favola Il cigno e il cuoco)

In queste fotocopie trovi due fiabe: una fiaba molto antica, scritta da Esopo, e

una fiaba più moderna, scritta la La Fontaine. Troverai le altre fiabe sul libro

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La cicala e le formiche

di Esopo

D'inverno le formiche si davano un gran da

fare, per conservare il cibo raccolto

nell'estate.

Una cicala affamata s'accostò e chiese loro

del cibo. Le formiche la interrogarono:

- Che hai fatto d'estate? Perché non

ti sei preparata il cibo?

E la cicala rispose semplicemente: - D'estate

non avevo tempo: infatti cantavo, godendo

dei raggi del sole. Le formiche ridendo

ribatterono:

- Ma se d'estate cantavi, d'inverno balla!

La cicala umiliata si allontanò.

In quel momento il vento, soffiando

impetuoso, disperse tutto il cibo e ridusse le

formiche alla disperazione.

La sorte della cicala dimostra che bisogna

aver previdenza in ogni cosa; la sventura

delle formiche che non bisogna essere crudeli

con gli sventurati.

Questa favola è stata scritta da Esopo, in

Grecia, circa 2600 anni fa.

I protagonisti della favola sono una cicala (un

insetto che vive sugli alberi. Questo insetto

canta sempre durante le giornate calde in

estate) e delle formiche.

Attenzione: i verbi sono al tempo passato!

Qui sotto trovi la spiegazione delle parole più

difficili della favola:

Lavoravano

Andò (passato di andare) vicino alle

formiche

Le chiesero (passato di chiedere)

Stavo al sole, felice

Risposero (passato di rispondere)

Triste, offesa / andò (passato di andare)

lontano

Forte / buttò (passato di buttare) qua e là E

così le formiche erano disperate, perché

avevano perso il cibo raccolto in tanti mesi di

lavoro

Nell'ultima frase c'è la MORALE

(l'insegnamento) di questa favola:

quello che è capitato alla cicala saper pensare

al futuro disgrazia /sfortuna /cattiva sorte

le persone sfortunate

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Le favole a volte sono scritte con parole in rima, come le poesie. (Leggi questa

favola: Il cigno e il cuoco. Le rime sono evidenziate).

Il cigno e il cuoco

di J. La Fontaine (1621 - 1695)

Nel cortil di una grande fattoria

II bianco cigno e il papero

Vivean con l'altre bestie in compagnia:

l'uno al piacer dell'occhio

e a fregio dei giardini destinato,

e l'altro - dico l'oca - allo stufato.

Dentro i fossati del castel vedevansi Andar

come sul Corso, tuffandosi, guazzando a

fianco a fianco,

l'uno non men dell'altro agile e bianco.

Un giorno il cuoco, avendo alzato il gomito

Un poco più del solito,

a mezzo della gola

prese il cigno e scambiandolo col papero

per metterlo a pezzetti in casseruola.

L'uccel, presso a morir, mosse la voce

E pianse in suo dolcissimo lamento.

Sorpreso, il cuoco: "Oh ciel," grida "che

sento?

Questo non è un uccello che si cuoce.

Non sia giammai ch'io tolga la parola

A chi parla in un modo che consola".

Chi sa bene parlar, se casca male, trova

rimedio, e questa e la morale.

Questa favola è stata scritta da Jean La

Fontaine, uno scrittore francese.

Questa favola è scritta come una poesia: le

frasi sono brevi e molte parole sono in rima

(fattoria/compagnia - destinato/stufato -

fianco/bianco...)

La favola parla di un cigno e di un papero. Il

cigno è un grande uccello molto bello, tutto

bianco, con un collo molto lungo. Il cigno sa

cantare molto bene. Anche il papero è un

grosso uccello bianco, ma non è bello come

il cigno, e il canto del papero non è bello

come quello del cigno.

Gli uomini mangiano i paperi (l'oca) ma non

mangiano i cigni: gli uomini tengono i cigni

nei giardini perché i cigni sono molto belli.

Questo cigno e questo papero vivevano in

una fattoria insieme ad altri animali

II cigno e il papero vivevano,

passeggiavano, giocavano e nuotavano

insieme. Tutti e due erano agili e bianchi.

Un giorno il cuoco, per sbaglio (è ubriaco),

prende il cigno per il collo (pensa di

prendere il papero), per metterlo nella

pentola.

Il cigno, pensando di morire, si mette a

cantare per l'ultima volta. Il canto del cigno

è bellissimo, il cuoco lo sente e si accorge di

avere fatto un errore. Il cuoco libera il

cigno.

Nell'ultima frase c'è la MORALE

(l'insegnamento) di questa favola: chi sa

parlare bene (come il cigno che sa cantare

benissimo), sa sempre trovare una soluzione

ai suoi problemi.

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VERIFICA

Vediamo se hai capito:

1 - La favola è quasi sempre

- lunga □

- corta □

2 - I protagonisti della favola sono spesso

- uomini □

- bambini □

- animali □

3 - La morale della favola

- è l'insegnamento della favola □

- è il titolo della favola □

- è il riassunto della favola □

4 - Completa questo testo con le parole: Leonardo da Vinci / a Roma / Esopo /

avanti Cristo. / dopo Cristo / in Francia.

Il più antico scrittore di favole è . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ., un

uomo vissuto in Grecia nel VI secolo prima di Cristo (VI . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . ).

Nel I secolo dopo Cristo, Fedro scrive delle favole in latino Fedro vive. . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . .

Nel Medioevo (tra XI e XIII secolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . )

gli uomini amano molto le favole. In questo periodo in Occidente sono famose

anche le favole arabe e le favole indiane.

Anche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , il famoso scienziato e pittore italiano

vissuto tra il 1452 e il 1519, scrive tante favole.

Nel 1600 vive un importante scrittore di favole: si chiama Jean de La Fontaine,

egli vive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . : Le favole di La Fontaine

sono raccolte in 12 libri scritti tra il 1668 e il 1694.

5 - Racconta con le tue parole la storia della cicala e delle formiche

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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ANALISI DEL TESTO

Quest'anno leggeremo alcuni racconti o alcune pagine di romanzi.

I racconti sono storie abbastanza corte (a volte sono lunghi solo poche pagine).

Nei racconti ci sono pochi personaggi.

Nei racconti di solito accadono poche cose.

I romanzi invece raccontano storie lunghe. I romanzi di solito sono lunghi più

di cento pagine (ci sono anche romanzi lunghi più di mille pagine).

Nei romanzi ci sono tanti personaggi.

Nei romanzi accadono tante cose.

Noi dobbiamo imparare a leggere e a capire i racconti e i romanzi. Per capire

racconti e romanzi, dobbiamo studiare la loro struttura (come sono organizzati,

quali scelte ha fatto lo scrittore quando ha deciso di scriverli). Fare questo lavoro

significa fare l'analisi del testo. Il testo è una cosa scritta, analizzare il testo vuoi

dire saperlo studiare in tutte le sue parti.

La persona che scrive un racconto o un romanzo si chiama scrittore o autore.

Impara queste due parole, perché le troverai molto spesso.

racconti romanzi

-i racconti sono testi brevi (da poche

righe a poche decine di pagine)

-nei racconti le cose che succedono di

solito riguardano un periodo limitato di

tempo

- nei racconti ci sono pochi personaggi

-nei racconti di solito le vicende si

svolgono in un unico luogo

i romanzi sono testi lunghi (i romanzi

possono essere lunghi centinaia di

pagine)

-i romanzi possono raccontare storie

che durano molto tempo

-nei romanzi ci possono essere molti

personaggi

-nei romanzi le vicende si possono

svolgere in tanti luoghi diversi

ATTENZIONE: Gli scrittori raccontano quasi sempre delle storie del passato

verbi che incontriamo nei racconti e nei romanzi sono quasi tutti verbi -al

passato remoto: il passato remoto è un tempo verbale. Il passato remoto si usa

per raccontare cose successe tanto tempo fa. Gli scrittori italiani usano spesso il

passato remoto nei romanzi, nei racconti. Il passato remoto è poco usato quando

parliamo:

ad esempio:

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io vedo Giovanni - vuoi dire che io vedo Giovanni adesso (il verbo vedere è

usato al presente)

io ho visto Giovanni - vuoi dire che io ho visto Giovanni poco tempo fa (prima /

ieri / la settimana scorsa) (il verbo vedere è usato al passato prossimo)

io vidi Giovanni - vuoi dire che io ho visto Giovanni tanto tempo fa (l'anno

scorso...) (il verbo vedere è usato al passato remoto: gli scrittori italiani usano

spesso questa forma nei romanzi e nei racconti).

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Cominciamo...

Tutte le storie hanno un inizio, uno svolgimento, una fine.

Inizio

L'inizio è come comincia la storia. L'inizio è una parte molto importante del

racconto o del romanzo, perché se una storia comincia bene, il lettore ha voglia

di leggerla tutta.

Lo scrittore può decidere di iniziare la sua storia descrivendo il luogo dove

questa storia è ambientata:

parliamo, in questo caso, di un inizio descrittivo.

Walter Scott, uno scrittore inglese (vissuto tra il 1771 e il 1832) ha iniziato il suo

libro, Ivanhoe, con una bella descrizione della campagna inglese:

ATTENZIONE: NELLA COLONNA A DESTRA CI SONO LE PAROLE PIÙ DIFFICILI

INIZIO DESCRITTIVO

In quel bel distretto della lieta

Inghilterra che è bagnato dal Don, si

estendeva negli antichi tempi una

vasta foresta che copriva la maggior

parte delle amene colline e vallate tra

Sheffield e la bella città di Doncaster

[...] Là si aggirava un tempo il

favoloso dragone di Wantley; là

furono combattute molte delle più

terribili battaglie durante le guerre

civili delle Due Rose [...] È questo il

nostro scenario

Regione

c'era

grande

belle

stava

combattute tra persone della stessa

nazione

l'ambiente in cui svolge la storia

Altre volte l'autore inizia la storia raccontando quello che sta succedendo ai suoi

personaggi. In questo caso si parla di inizio narrativo.

Ecco un esempio di inizio narrativo: questo è l'inizio di un libro di Umberto Eco,

un famoso scrittore italiano dei nostri tempi. Questo libro ha avuto molto

successo in Italia e nel mondo. Il titolo di questo libro è Il nome della rosa

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INIZIO NARRATIVO

Era una bella mattina di fine novembre.

Nella notte aveva nevicato un poco [...]

Al buio, subito dopo laudi, avevamo

ascoltato la messa in un villaggio a valle.

Poi ci eravamo messi in viaggio verso le

montagne, allo spuntar del sole.

Come ci inerpicavamo per il sentiero

scosceso che si snodava intorno al monte,

vidi l'abbazia.

le preghiere del mattino

salivamo

ripido, in forte pendenza

chiesa

Finale

Anche il FINALE di una storia è molto importante. A volte un libro finisce in

un modo inaspettato, altre volte, invece, il lettore sa immaginare il finale, perché

lo scrittore ha fatto intuire (capire) la conclusione.

Ci sono vari tipi di finale:

Finale con morale.

Tu conosci già questo finale: abbiamo già parlato del finale con morale quando

abbiamo parlato della favola. La morale è un insegnamento. Quando lo scrittore

finisce il suo libro con una morale, è perché vuole lasciarci un insegnamento.

Finale tragico

II finale è tragico quando la storia finisce in modo doloroso o violento. Un

esempio di finale tragico è quello scritto qui sotto: questo brano è la fine del

libro Teresa Raquin. Questo libro è stato scritto dallo scrittore francese Emile

Zola (1840-1902)

FINALE TRAGICO

Si scambiarono un ultimo sguardo [...]

Teresa prese il bicchiere, lo vuotò a metà

e lo porse a Lorenzo , che lo finì in un

sorso. Fu come un fulmine. Caddero l'uno

sull'altra folgorati, trovando alfine

sollievo nella morte. [...]

I cadaveri rimasero tutta la notte sul

pavimento della sala da pranzo [...]

Mamma Raquin, rigida e muta, li

contemplò in piedi, non potendo saziare

gli occhi, schiacciandoli coi suoi sguardi

duri.

occhiata diede

come colpiti da un fulmine, trovando

finalmente pace corpi morti

guardò / accontentare

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Finale aperto

II finale è aperto, quando l'autore non ci dice come finisce la storia: chi legge

deve immaginare da solo la fine la storia.

Finale a sorpresa

II finale è a sorpresa quando la storia finisce in un modo diverso da come pensa

il lettore (per esempio: il lettore pensa che due personaggi si sposeranno, invece

si lasciano...).

Finale narrativo

C'è un finale narrativo quando lo scrittore racconta con tanti particolari le ultime

cose successe ai suoi personaggi.

FABULA E INTRECCIO

Nei racconti, nei romanzi, nelle fiabe, viene raccontata una storia. Per esempio, noi

possiamo raccontare la storia della vita di un uomo che ora ha 80 anni.

Questa storia è avvenuta secondo un ordine cronologico (questo uomo è nato, è

stato prima bambino, poi ragazzo, poi uomo...): la vita di questo uomo da quando è

nato ad ora costituisce la fabula del racconto. L'autore può decidere di raccontare

questa storia (fabula) in modi diversi:

1 - L'autore può raccontare le cose successe a questo uomo in ordine cronologico

(nell'ordine in cui sono successe: dalla sua nascita alla vecchiaia): in questo caso

l'autore rispetta la fabula

2 - L'autore può raccontare la storia dell'uomo con un ordine diverso: per esempio,

può immaginare che l'uomo, ormai 80enne, sta ricordando la sua vita passata.

L'autore decide così di raccontare la storia di quest'uomo partendo dal presente e

tornando indietro (ti sarà sicuramente capitato di vedere un film in cui un

personaggio ricorda delle cose successe nel suo passato: anche nei libri questo può

accadere. Un personaggio può ritornare con il ricordo indietro nel tempo e

raccontare fatti successi tempo prima). In questo caso l'autore non segue l'ordine

cronologico.

Se l'autore cambia l'ordine di quello che è successo, racconta la storia con un

intreccio diverso.

Fabula e intreccio coincidono solo quando la storia è raccontata in ordine

cronologico

Fabula e intreccio NON coincidono quando la storia è raccontata modificando

(cambiando) l'ordine cronologico.

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Un altro esempio: prendiamo una fiaba che forse tu conosci già: la fiaba di

Cappuccetto Rosso.

Nella fiaba di Cappuccetto Rosso, l'ordine degli avvenimenti è questo:

1. La mamma chiede a Cappuccetto Rosso di andare a trovare la nonna

2. Cappuccetto Rosso prende il sentiero che porta nel bosco

3. Cappuccetto Rosso, nel bosco, incontra il lupo

4. Il lupo corre a casa della nonna, la mangia e si veste con i vestiti della

nonna, poi si mette a letto e aspetta Cappuccetto Rosso

5. Cappuccetto Rosso arriva alla casa della nonna, dove la sta aspettando il

lupo

6. Il lupo mangia Cappuccetto Rosso

7. Un cacciatore passa vicino alla casa della nonna di Cappuccetto Rosso. Il

cacciatore vede il lupo con una pancia enorme sdraiato sul letto della nonna

8. Il cacciatore taglia la pancia al lupo e salva la nonna e Cappuccetto Rosso

Ma noi possiamo raccontare questa stessa storia con un ordine diverso. Possiamo

immaginare che il cacciatore è al bar e ha incontrato i suoi amici. Il cacciatore ora

sta raccontando l'avventura accaduta durante la giornata. La racconta più o meno

così:

1. Stavo tornando dal bosco

2. Ho guardato dentro la finestra della casa della nonna di Cappuccetto Rosso e

ho visto un grosso lupo con una pancia enorme sdraiato sul letto della nonna

3. Sono entrato in casa, ho tagliato la pancia del lupo e sono uscite Cappuccetto

Rosso e la nonna.

4. Cappuccetto Rosso mi ha raccontato che questa mattina la mamma le aveva

chiesto di andare a trovare la nonna

5. Cappuccetto Rosso per la strada ha incontrato il lupo

6. Eccetera, eccetera...

Come vedi, la storia raccontata è la stessa, ma in questo caso è raccontata con un

ordine diverso: l'ordine non è più cronologico perché il cacciatore inizia a

raccontare la storia dalla fine e poi ritorna indietro.

In questo caso abbiamo raccontato la stessa storia (fabula), ma abbiamo cambiato

l'ordine degli avvenimenti (abbiamo costruito un intreccio diverso).

Quando uno scrittore torna indietro nel tempo per raccontare una cosa successa

prima parliamo di Flashback.

Quando uno scrittore anticipa (racconta prima) delle cose che avverranno nel

futuro parliamo di Anticipazione.

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LA DIVISIONE IN SEQUENZE

All'interno dei racconti e dei romanzi, troviamo

- delle descrizioni

- dei dialoghi

- delle narrazioni di ciò che sta succedendo

Quando leggiamo un racconto o un romanzo, noi possiamo dividere la storia in

diversi "pezzi":

in un pezzo c'è la descrizione di un personaggio,

in un altro c'è la descrizione di un luogo,

in un altro l'autore racconta cosa sta facendo il suo personaggio principale

(protagonista)

in un altro il protagonista parla con un altro personaggio

eccetera, eccetera...

Ognuno di questi "pezzi" si chiama sequenza.

Per fare l'analisi di un testo, dividiamo il testo in sequenze. Una sequenza cambia

quando cambia il discorso, quando appare un nuovo personaggio, quando si passa

da un luogo ad un altro, quando finisce una descrizione e inizia un dialogo... A

volte lo scrittore va a capo tra una sequenza e un'altra.

Sequenze narrative

Sono le parti del libro nelle quali "succede qualcosa": l'autore racconta un fatto

successo ai suoi personaggi.

In un racconto ci sono sempre molte sequenze narrative

Questa è una sequenza narrativa. Questa sequenza narrativa è presa dal romanzo

L'amico ritrovato di Fred Uhlman, uno scrittore tedesco vissuto tra il 1901 e il

1985:

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Sequenza narrativa

Una sera, mentre i genitori erano usciti e

la cameriera era andata a fare una

commissione., dalla casa di legno si

levarono le fiamme e l'incendio divampò

con tale rapidità che, all'arrivo dei

pompieri, i bambini erano già morti

bruciati. Non vidi il fuoco né udii le grida

della madre e della cameriera, ma appresi

la notizia il giorno dopo, quando i miei

occhi si posarono sui muri anneriti, sulle

bambole carbonizzate e sulle funi

bruciacchiate dell'altalena, che

dondolavano come serpenti dall'albero

accartocciato. Ne rimasi sconvolto, come

mai prima di allora.

lavoro

si alzò (passato remoto di alzarsi) il

fuoco si accese (passato remoto di

accendere) /

velocità

seppi (passato remoto di sapere)

neri

bruciate / corde

confuso, turbato, spaventato

Sequenze descrittive

Nelle sequenze descrittive gli scrittori possono descrivere:

- luoghi

- personaggi

- animali

- cose

- sentimenti

Le sequenze descrittive servono per dare informazioni sulle persone e sui luoghi.

Nelle sequenze descrittive troverai molti aggettivi.

Questa sequenza descrittiva descrive un giovane uomo. La sequenza si trova nel

romanzo Vent'anni. Questo romanzo è dello scrittore italiano Corrado Alvaro (

1895-1956).

ATTENZIONE: le parti scritte in grassetto sono aggettivi (gli aggettivi sono

molto importanti nelle descrizioni: servono per definire meglio la persona, la cosa,

il luogo descritto)

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Sequenza descrittiva

II caporale che istruiva Fabio era

giovanissimo, dall'aspetto dolce, quasi

biondo; aveva una vaga traccia di barba

sul viso, dorata, gli occhi celesti, il profilo

affilato. Vedendolo, si pensava

involontariamente alla parte femminile

della sua famiglia; a scuola, in collegio,

sarebbe stato un amico ricercato, come

quello che serbava una certa dolcezza e

ingenuità.

il caporale è un soldato / insegnava

a

una barba che si vedeva appena

magro

senza volerlo

desiderato

conservava

Sequenze dialogiche

C'è una sequenza dialogica quando due o più personaggi stanno parlando tra di

loro (il dialogo è, infatti, il discorso tra due o più persone). Questo dialogo si trova

nel libro Il deserto dei Tartari, dello scrittore italiano Dino Ruzzati (1906-1972)

Sequenza dialogica

Dall'ombra accumulata ai piedi delle

mura sorse allora un uomo, un tipo di

vagabondo e di povero, con una barba

grigia e un piccolo sacco in mano. Nella

penombra però non si distingueva bene,

solo il bianco dei suoi occhi dava riflessi.

Drogo lo guardò con riconoscenza.

Di chi cerchi, signore? - domandò

La Fortezza cerco. È questa?

Non c'è più fortezza qui - fece lo

sconosciuto con voce bonaria - È tutto

chiuso, saranno dieci anni che non c'è

nessuno.

E dov'è la Fortezza allora? – chiese

Drogo, improvvisamente irritato contro

quell'uomo.

Che Fortezza? Forse quella? - e così

dicendo lo sconosciuto tendeva un

braccio, ad indicare qualcosa.

ammassata

si alzò (passato remoto di alzarsi)/

uomo

senza casa

luce debole

riusciva a vedere

luci

gratitudine

costruzione con difese militari /

castello

la persona non conosciuta /

amichevole

arrabbiato

indicava qualcosa con un braccio

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I PERSONAGGI

Nei racconti e nei romanzi troviamo molti personaggi: i personaggi di un romanzo

o di un racconto sono quasi sempre persone, ma a volte possono essere anche

animali o cose.

- il personaggio principale

il personaggio principale (o protagonista) è il personaggio più importante del libro

o del racconto e l'autore vuole raccontare le sue avventure:

- Pinocchio è il personaggio principale (o il protagonista) del libro Pinocchio

scritto da Carlo Collodi.

- Renzo e Lucia sono i personaggi principali di uno dei più famosi romanzi

italiani, I Promessi Sposi, scritto da Alessandro Manzoni1.

Lo scrittore descrive con attenzione i suoi personaggi principali, ci racconta come

sono fisicamente, cosa pensano, cosa fanno: leggendo un libro noi abbiamo

l'impressione di conoscere bene queste persone.

- i personaggi secondari

sono altri personaggi presenti nel racconto o nel romanzo. Non sono importanti

come i protagonisti, ma entrano in contatto con loro (per esempio, la Fata con i

capelli turchini nel libro Pinocchio, Don Abbondio nel libro I Promessi Sposi...).

Lo scrittore ci parla di loro solo perché sono in relazione (sono amici, nemici,

conoscenti...) con il personaggio principale.

Tra i personaggi secondari ci sono:

- gli aiutanti: quelli che aiutano il protagonista

- gli antagonisti: quelli che ostacolano il protagonista.

(Nel libro Pinocchio, La Fata con i capelli turchini è un'aiutante di Pinocchio,

mentre il Gatto e la Volpe sono antagonisti di Pinocchio).

- le comparse: sono personaggi poco importanti. Le comparse non sono

personaggi fondamentali nella storia, stanno sullo sfondo. Non sono personaggi

descritti bene: allo scrittore non interessa parlarci di loro.

Trovi il riassunto de I Promessi Sposi a pag. di queste fotocopie, del capitolo dove

si parla del romanzo storico

L'autore di un libro sceglie di descrivere i suoi personaggi attraverso

1 Trovi il riassunto de I Promessi Sposi a pag. di queste fotocopie, del capitolo dove si parla del romanzo storico

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- le caratteristiche fisiche: ci dice se il personaggio è maschio o femmina, alto o

basso, magro o grasso, bello o brutto, biondo o castano...

- i dati anagrafici: ci dice il nome del personaggio, l'età, il luogo dove è nato...

- le caratteristiche psicologiche: ci dice se è simpatico, antipatico, buono,

cattivo, intelligente, stupido, egoista o generoso...

- le caratteristiche del comportamento: ci dice cosa fa il personaggio, come si

comporta con gli altri, come parla, come si muove, cosa gli piace fare, come

passa il tempo...

- le caratteristiche socio-economiche: ci dice se è ricco o povero, che lavoro fa,

se ha studiato a lungo...

- le caratteristiche ideologiche: ci dice cosa pensa, quali sono le sue idee...

Questa è la descrizione di una donna. Questa descrizione si trova in un racconto

scritto da Giovanni Verga, uno scrittore italiano vissuto tra il 1840 e il 1922.

La Lupa da Vita dei campi (Giovanni Verga)

Era alta, magra; aveva soltanto un seno

fermo e vigoroso da bruna e pure non

era più giovane; era pallida come se

avesse sempre addosso la malaria, e su

quel pallore due occhi grandi così, e

delle labbra fresche e rosse che vi

mangiavano. Al villaggio la chiamavano

la Lupa perché non era sazia giammai - di

nulla. Le donne si facevano la croce

quando la vedevano passare, sola come

una cagnaccia, con quel!'andare randagio

e sospettoso della lupa affamata; ella si

spolpava i loro figlioli e i loro mariti in

un batter d'occhio, con le sue labbra

rosse, e se li tirava dietro alla gonnella

solamente a guardarli con quegli occhi da

satanasso.

- Caratteristiche fisiche: In questa

prima parte c'è una descrizione dell

'aspetto della donna Osserva: anche

qui ci sono molti aggettivi (gli

aggettivi sono scritti in grassetto).

Qui l'autore dice cosa pensano di lei

le altre donne del paese.

- Caratteristiche del

comportamento: Qui l'autore parla

di quello che fa la donna, di come si

comporta con gli uomini del paese.

I personaggi di un romanzo o di un racconto possono essere statici o dinamici.

Ci sono personaggi (come Pinocchio) che cambiano mentre si svolge la storia:

Pinocchio cambia il carattere (prima era dispettoso, disobbediente, poi diventa

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bravo), ma anche il suo aspetto fisico (prima era un burattino di legno, poi diventa

un ragazzo vero). I personaggi come Pinocchio, che cambiano nel tempo, sono

personaggi dinamici.

La Fata dai capelli turchini o il padre di Pinocchio, Geppetto, invece non cambiano

mai il loro carattere e il loro aspetto fisico: sono personaggi statici.

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IL TEMPO E LO SPAZIO

1 - Tempo

Le storie raccontate nei romanzi e nei racconti si possono svolgere:

- ora, nel presente

- tempo fa, nel passato

- nel futuro

alcune storie (soprattutto le fiabe) si svolgono in un periodo lontano ma

indefinito, un periodo - cioè - al quale non possiamo dare una data.

titolo tempo

I Promessi Sposi si svolgono tra il 1628 e il 1630

Pinocchio non definito (non possiamo dire

precisamente in che anni si

svolge, né quanto tempo dura)

II tempo della storia, il tempo del racconto, il tempo del lettore

Tutte le storie hanno una durata: in alcune, come I Promessi Sposi, è l'autore che

dice che la storia inizia nel 1628 e finisce nel 1630. Noi chiamiamo questi 2 anni

(il tempo in cui si svolge la storia) tempo della storia.

Se leggerai I promessi Sposi dalla prima pagina fino all'ultima senza fermarti,

impiegherai un certo tempo; chiamiamo questo il tempo del lettore. Sicuramente

impiegherai molto tempo, perché quella de I Promessi Sposi è una storia lunga, ma

impiegherai certamente meno di due anni!

Alessandro Manzoni, quando ha scritto I Promessi Sposi, ha raccontato in qualche

centinaia di pagine quello che è successo in quei 2 anni: chiamiamo la lunghezza di

questa descrizione tempo del racconto (o tempo del discorso): il tempo del

racconto è la durata della narrazione, ed è diverso dal tempo della storia.

L'autore può decidere:

- di riassumere una lunga storia in poche righe

- di raccontare la storia in tempo reale (la storia è raccontata in tempo quando il

racconto è lungo quanto la storia. Questo succede quando c'è un dialogo)

- di allungare la storia aggiungendo delle descrizioni o delle considerazioni

(pensieri, analisi, osservazioni...)

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Esempio n. 1

Guarda questo esempio: racconta la storia di un uomo e di sua moglie che

lavorano per dieci anni per pagare un debito

Guy de Maupassant (1850-18 93) La collana

Matilde conobbe le più dure faccende, le

più odiose fatiche della cucina. Rigovernò

rovinandosi le unghie rosa sui piatti unti,

sui tegami. Lavò la biancheria sudicia, le

camicie, gli stracci, stendendoli ad

asciugare su una corda tesa.

Tutte le mattine portava giù la spazzatura

e portava su l'acqua, fermandosi ad ogni

piano per ripigliar fiato. Vestita come

una donna del popolo, andava

dall’erbaiolo, dal droghiere, dal

macellaio, col paniere sottobraccio,

tirando sui prezzi,

ricevendo ingiurie, pur di difendere soldo

a soldo il suo miserabile denaro.

Tutti i mesi dovevano pagare cambiali,

rinnovarne altre, guadagnar tempo.

Il marito lavorava di sera: metteva a

pulito la contabilità d'un negoziante, e

spesso, di notte, faceva il copista a cinque

soldi per pagina.

Questa vita durò dieci anni.

Dopo dieci anni avevano restituito tutto,

compresi gli interessi degli strozzini e

tutto l'insieme degli interessi composti.

conoscere (passato remoto) / lavori

lavò (passato remoto di lavare) ì piatti

grassi, sporchi

sporca

per riposarsi

venditore di frutta e verdura /

venditore di alimentari

cesto

cercando di ottenere degli sconti, di

pagare di meno

offese

povero, poco

teneva la contabilità, i conti

copiava dei testi

usurai (quelli che prestano i soldi

per avere un interesse)

In questo racconto:

II tempo della storia (cioè il tempo in cui succedono questi fatti) è di 10 anni

II tempo del racconto, invece, è di poche righe (lo scrittore racconta questi anni

in poche righe)

Il tempo del lettore è il tempo che tu hai impiegato per leggere questa storia

(pochi minuti)

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In questo caso il tempo della storia è più lungo del tempo del racconto: il

tempo in cui succede la storia è molto più lungo del tempo che l'autore ha

impiegato a raccontarla

Esempio n. 2

Questo testo si trova nel libro Pentimento di Federico De Roberto (1861 - 1927).

Le parti sottolineate sono dialoghi:

Ora la lavandaia tendeva le sue mani

rugose, screpolate, color mattone vecchio

sul dorso; rosee, lisce e dure sulle palme...

[...]

Sissignora, ha ragione... Sottoveste,

una... Signora bella - riprese, dopo un

momento di silenzio - giacché siamo a

questo, vorrei dirle una cosa... me la fa

una carità?

Che cosa vuoi?

Lo dice al cavaliere se fa entrare mia

figlia ai Tabacchi? Sarebbe una grazia

di

Dio se dicesse di sì...

La signora chinò un poco il capo:

Gliene parlerò; ma poi sta a vedere se è

possibile...

Oh!... - esclamò la donna sorridendo.-

Se vuole il cavaliere, è cosa fatta. A lui

non dicono di no! Sì che sarebbe una

grazia di Dio, se potesse avere questo

posticino!...

Lei, creatura, non domanda che di

lavorare...

E adesso cosa fa?

Cuce, stira in casa, per conto di qualche

signore: che per sua bontà, qualche

benefattore c'è ancora... E se lei avesse

bisogno di cucire biancheria, e anche di

ricami di bianco, ricami fini, mia figlia

sa far di tutto...

Una povera lavandaia (una donna che

lava la biancheria degli altri) chiede

alla sua padrona un aiuto.

La lavandaia chiede alla padrona di

domandare al Cavaliere (un altro

personaggio) di trovare alla figlia un

posto ai Tabacchi (nella fabbrica

dove si lavora il tabacco).

La lavandaia dice che la figlia vuole

trovare un buon lavoro. La figlia ha

bisogno di lavorare e il cavaliere può

aiutarla a cercare lavoro

Ora la figlia fa piccoli lavori: cuce,

ricama, stira per chi glielo chiede

Come vedi questa è una sequenza dialogica (c'è un dialogo tra due persone): il

tempo della storia (il tempo in cui avviene il dialogo) è di pochi minuti

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il tempo del racconto (la durata del dialogo, nel libro) è di poche righe

il tempo del lettore (il tempo che ci metti a leggere questo dialogo) è di pochi

minuti.

In questo esempio, quindi, il tempo della storia, il tempo del racconto, il tempo

del lettore coincidono (sono uguali): il tempo in cui succede la storia è uguale al

tempo che l'autore ha impiegato a raccontarla e a quello che il lettore ci ha messo

per leggerla.

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Scene, pause, sommari, ellissi

Immagina di usare un video registratore per vedere un film alla televisione:

Se premi il tasto PLAY, vedi le scene del film una dopo l'altra, così come

succedono nella vita attorno a noi. Quando l'autore ci racconta una storia così come

è avvenuta, ci fa ascoltare i dialoghi dei personaggi e ci fa vedere tutte le cose che

fanno, descrive le cose in tempo reale. Questa si chiama scena. Quando c'è una

scena il tempo della storia e il tempo del racconto sono uguali.

Se sul videoregistratore premi il tasto PAUSE, l'immagine si ferma. In questo caso

tu puoi osservare l'immagine del film con molta attenzione. Anche nei racconti e

nei romanzi ci può essere una interruzione: queste interruzioni servono per

aggiungere una descrizione o per dirci cosa pensano i personaggi. Questa

interruzione si chiama pausa.

Se ci sono tante pause, (tante descrizioni) il racconto diventa più lungo del

tempo reale. Diciamo allora che il tempo del racconto è più lungo del tempo

della storia.

Se sul videoregistratore premi insieme i tasti PLAY e FAST FORWARD

(avanzamento rapido), per saltare dei pezzi di film che non ti interessano, le

immagini scorrono molto velocemente. Anche nei racconti e nei romanzi l'autore

può decidere di andare molto velocemente, per esempio può decidere di riassumere

degli interi pezzi di storia. In questo caso l'autore scrive un sommario (un

riassunto), e può riassumere dieci anni in poche righe, come ha fatto Maupassant

nel testo che hai appena letto (La collana).

A volte l'autore decide di saltare del tutto la descrizione di alcuni fatti. In questo

caso l'autore fa un'ellissi: è come quando tu premi sul videoregistratore solo il tasto

► » » ║

PLAY

PAUSE FAST FORWARD

t. del racconto = t. della storia

ritmo normale

t. del racconto > t. della storia

ritmo rallentato

t. del racconto < t. della storia

ritmo molto accelerato

tempo del racconto < tempo della storia

ritmo accelerato

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FAST FORWARD (sul video non vedi più niente fino a quando non decidi tu di

schiacciare il tasto PLAY).

Se ci sono tanti sommari e tante ellissi il racconto è più breve del tempo reale,

diciamo allora che il tempo del racconto è più breve del tempo della storia.

Questo brano (dal romanzo di Karen Blixen, La mia Africa) ti aiuta a capire cosa

sono le scene, i sommari, le pause, le ellissi.

Karen Blixen è una scrittrice. Karen Blixen ha vissuto per molti anni in Africa.

Questa è la descrizione di un cuoco. Questo cuoco ha lavorato per alcuni anni nella

casa di Karen Blixen. Il cuoco è costretto a ritornare a lavorare da una vecchia

padrona (la vecchia padrona è una donna cattiva e il cuoco soffre quando deve

lasciare Karen Blixen), ma dopo alcuni anni torna nella casa di Karen Blixen, dove

vive fino alla morte.

In questo brano, come vedrai, ci sono 7 sommari e 2 ellissi. Le pause e le

scene sono molto corte, per questo motivo il ritmo di questo brano è molto

veloce. La storia infatti dura molti anni, mentre il racconto è lungo circa due

pagine.

In questo caso il tempo del racconto è più breve del tempo della storia.

Karek Blixen (1885-1962)

Storia di Esa

► » »

SOMMARIO

In tempo di guerra avevo un cuoco: Esa, un vecchio mite e

pieno di buon senso. Un giorno, a Nairobi2, mentre compravo

té e spezie nella drogheria di Mackinnon, mi si avvicinò una

signora piccola, dalla faccia a punta. Aveva saputo che Esa

era a servizio da me, disse. «Proprio così»,

SCENA

le risposi. «Ma prima lavorava da me», replicò, «e voglio che

ci torni». Mi dispiaceva molto, insistetti, ma non era possibile.

«Oh, lo crede lei», dichiarò. «Mio marito è un funzionario del

governo. Avverta Esa, che se non torna da me lo faccio

reclutare come portatore. Tanto a lei la servitù non manca,

anche senza Esa», aggiunse. Solo la sera dopo mi ricordai dell'incontro e raccontai a Esa la

2 Nairobi: capitale del Kenya, dove l'autrice visse dal 1914 al 1931.

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63

SCENA

conversazione avuta con la sua antica padrona. Il vecchio, con

mio stupore, perse immediatamente la testa. Era atterrito,

disperato. «Oh, perché non me l'hai detto subito,

Memsahib3!» esclamò. «La signora non mancherà di mettere

in atto le sue minacce. Devo andarmene stasera stessa.» «Ma

è assurdo» protestai. «Non ti possono portar via per forza.»

«Dio mi aiuti», continuava a ripetere lui. «Sarà già troppo

tardi, temo.» «Ma io come faccio senza di te, Esa?» gli chiesi.

«Dovrà trovarsi un altro cuoco, perché io non potrò tornare

più. O mi prendono come portatore o mi ammazzano e

presto.»

► » »

SOMMARIO

Gli indigeni avevano una folle paura di venire reclutati fra i

portatori: Esa non volle sentir ragioni. Mi chiese in prestito

una lampada antivento e, raccolti i suoi averi in un cencio,

partì nella notte alla volta di Nairobi.

» »

ELLISSI

Rimase lontano quasi un anno. In quel periodo lo vidi un paio

di volte a Nairobi.

SCENA

Un giorno lo incontrai sulla strada maestra. Stava diventando

vecchio, magro, con il viso tirato; sulla testa rotonda i capelli

neri cominciavano ad incanutire. In città non avrebbe osato

parlarmi, ma ci trovavamo in aperta campagna; quando fermai

la macchina posò in terra il cesto di polli che portava sulla

testa e si decise a fare quattro chiacchiere.

PAUSA

Pur non avendo perso l'antica gentilezza non era più lo stesso:

una barriera lo isolava dagli altri. Per tutta la conversazione

rimase assente, come staccato. Maltrattato e spaventato a

morte dal destino, aveva dovuto ricorrere a chissà quali

risorse e l'esperienza lo aveva castigato o purificato. Pareva di

parlare con un vecchio che stesse accingendosi ad entrare in

un monastero.

► » »

SOMMARIO

Volle notizie della fattoria; era convinto, evidentemente,

come quasi tutti i servi indigeni, che in sua assenza i

compagni si comportassero malissimo verso il padrone

bianco. «Quando finirà la guerra4?» mi chiese.

SCENA

Presto si diceva, risposi. «Se dura altri dieci anni», osservò,

«mi dimenticherò tutte le pietanze che mi hai insegnato, sai?»

PAUSA

Lì, nella strada sulla pianura, il vecchietto kikuyu5 ragionava

esattamente come Brillat Savarin6, quando dichiarò che se la

rivoluzione fosse durata altri cinque anni, l'arte di preparare

un ragù di pollo sarebbe scomparsa per sempre.

3 Memsahib: appellativo indigeno che significa «padrona», «signora».

4 la guerra: erano gli an ni della prima guerra mondiale.

5 kikuyu: i kikuyu sono un popolo bantù del Kenya.

6 Brillat Savarin: celebre gastronomo francese vissuto al tempo della rivoluzione del 1789.

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SOMMARIO

In quel momento, era chiaro, Esa soffriva più per me che per

se stesso; e perché non continuasse a rammaricarsi, gli chiesi

come stava lui, invece. Riflette un attimo, prima di

rispondere; doveva raccogliere le idee, talvolta troppo difficili

da afferrare, per lui.

SCENA

«Ti ricordi, Memsahib?» disse alla fine. «Una volta dicesti

che con i commercianti di legname indiani i buoi si trovano

male, sempre sotto il giogo e senza mai una giornata intera di

riposo come i buoi della fattoria. Ecco, con la signora, adesso,

mi trovo come i buoi con i commercianti indiani. »

PAUSA

Parlando guardava dall'altra parte, quasi volesse scusarsi; gli

indigeni non sono tanto compassionevoli con gli animali e il

mio discorso sui buoi degli indiani, evidentemente, gli era

parso arzigogolato. Perché mai ora gli toccasse ricorrere a

quello, per descrivere la sua situazione, era un vero enigma

per lui.

► » »

SOMMARIO

Durante la guerra, con mia grande irritazione, tutte le lettere

che scrivevo o ricevevo venivano aperte a Nairobi da un

piccolo censore svedese, sempre mezzo addormentato. Non

poteva trovarci nulla di sospetto ma, con la vita monotona che

conduceva, finì, credo, per interessarsi a coloro a cui erano

indirizzate, e a leggere tutta la mia corrispondenza come una

specie di romanzo a puntate. Così, in ogni lettera, aggiungevo

qualche minaccia per il nostro censore; era bene che sapesse

cosa gli sarebbe capitato appena tutto fosse tornato normale.

Quando la guerra finì si ricordò probabilmente di quelle

minacce oppure, destatosi dal suo letargo, si pentì; fatto sta

che mandò un messo alla fattoria ad annunciare l'Armistizio.

Mi trovavo sola in casa, quando giunse, e uscii a fare una

passeggiata nei boschi.

PAUSA

(DISGRESSIONE)

Intorno regnava un gran silenzio; era strano pensare che lo

stesso silenzio regnava ora anche sui fronti della Francia e

delle Fiandre: i fucili tacevano. L'Europa e l'Africa, in quella

quiete, parevano vicine; sembrava quasi che dal sentiero tra i

boschi si potesse arrivare a piedi fino alle colline del Vimy.

Tornando, scorsi davanti a casa un uomo: Esa, con il suo

fagotto. Era tornato, annunciò, e mi aveva portato un regalo.

► » »

SOMMARIO

Il regalo consisteva nel disegno di un albero, incorniciato e

messo sotto vetro, eseguito con cura minuziosa, con le

foglioline (più di cento) dipinte una per una di verde chiaro.

PAUSA

Ogni foglia racchiudeva una parola scritta in minuscole lettere

arabe, in inchiostro rosso. Dovevano essere citazioni dal

Corano, ma Esa non riuscì a spiegarmene il significato;

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SOMMARIO

continuava a spolverare il vetro con la manica, assicurandomi

che si trattava proprio di un bel regalo. Se l'era fatto fare, mi

disse, durante il suo anno di tribolazioni, dal vecchio prete

maomettano di Nairobi; chissà quante ore di lavoro c'eran

volute. » »

ELLISSI Esa rimase con noi fino alla sua morte.

(da K. Blixen, La mia Africa, trad. L. Drudi Demby, Feltrinelli, 1985)

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2 – Spazio

Tutte le storie sono ambientate in un luogo:

il luogo può essere reale (un luogo che esiste ora o esisteva davvero tempo fa)

o può essere inventato dallo scrittore.

titolo spazio

I Promessi Sposi In Lombardia (una regione

dell'Italia del nord)

Pinocchio è ambientato in luoghi inventati

(non possiamo dire precisamente

in che città o in che regione vive

Pinocchio)

Lo spazio può essere interno (quando si parla di un luogo chiuso: l'interno di una

casa, di un edificio...) o esterno (quando si parla di un luogo aperto: un giardino,

una strada, un bosco, una spiaggia...)

In questo brano scritto da Isaac Asimov (un famoso scrittore di libri di

fantascienza), c'è la descrizione di uno spazio interno, chiuso.

La fantascienza racconta storie che parlano di un mondo futuro, creato dalla

fantasia.

Due stanze, una piccola cucina, un

gabinetto, nient'altro: Niente che potesse

rivelare qualcosa di utile sul suo

occupante, se non che poteva essere uno

scrittore, come confermò anche il

portinaio. [...]

Anche nell'altra stanza c'erano alcune

librerie e una di queste conteneva

l'Enciclopedia Britannica. C'era anche

una grande scrivania, una poltrona

imbottita, parecchi schedari, una

macchina per scrivere elettrica sul suo

tavolino, con una sedia girevole davanti,

un mappamondo e tutte le piccole

cianfrusaglie del mestiere di scrittore:

risme di carta e penne, fermagli, carta

carbone, fermacarte, buste, francobolli e

così via.

Tutto era riposto sulle librerie, negli

schedari, nei cassetti della scrivania o

sopra la scrivania. Oltre ai mobili che ho

detto, sul pavimento non c'era nient'altro.

lasciar capire

confermò (passato remoto di confermare)/

custode della casa

raccolte di schede

cose, oggetti

pacchi

era in ordine, era messo da parte

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Non c'erano nemmeno fotografie di

nessun genere, e le pareti erano spoglie.

sulle pareti non c'era niente

In questo brano del racconto Guardare il mare di Alain Robbe-Grillet ( 1922), c'è

la descrizione di uno spazio esterno (in questo caso la spiaggia e il mare):

Tre bambini camminano lungo una riva.

[…]

A parte questi tre bambini, la lunga

spiaggia è tutta deserta. È una striscia di

sabbia piuttosto larga, uniforme, senza

massi isolati né pozze d'acqua, in lieve

inclinazione, tra la scogliera a picco e il

mare. Il tempo è bellissimo. Il sole

illumina la sabbia gialla con una luce

violenta, verticale. Non c'è una nuvola in

ciclo. Non c'è vento neppure. L'acqua è

azzurra, calma, senza la minima

increspatura proveniente dal largo,

benché la spiaggia sia esposta verso il

mare aperto, fino all'orizzonte.

sulla spiaggia non e 'è nessuno

uguale

sassi

pendenza

forte

non e 'è neanche un'onda

anche se

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TEMA, MESSAGGIO, CONTESTO

Tema

II tema di un racconto o di un romanzo è l'argomento o l'idea più importante. Il

tema di un romanzo può essere un sentimento (l'amore, l'amicizia, l'odio...), una

situazione (la pace, la guerra, la vita, la morte...), una relazione (il rapporto tra

genitori e figli, tra uomini e donne...), un tema sociale (la povertà, la giustizia, il

mondo del lavoro...). In un libro possiamo trovare tanti temi diversi.

Messaggio

In un racconto o in un romanzo c'è un messaggio quando lo scrittore vuole

comunicare (far sapere) al lettore un insegnamento (per esempio vuole farci

pensare al valore dell'amicizia, della pace, del rispetto della natura, oppure vuole

dirci quello che per lui è giusto o sbagliato...).

Contesto

Quando leggiamo un romanzo o un racconto, noi sappiamo che questo testo è il

frutto di un'epoca e di una cultura:

- un racconto sull'amore scritto in Italia nel 1300 ha caratteristiche diverse da un

racconto sull'amore scritto nel 1900

- un racconto scritto durante la guerra da uno scrittore che fa il soldato, è diverso

da un racconto scritto negli stessi anni da un uomo che vive in un paese in pace

- un racconto sui rapporti tra uomini e donne scritto da una uomo europeo è

diverso da un racconto scritto da una donna africana...

Per capire un racconto o un romanzo, è molto importante conoscere il contesto,

cioè bisogna conoscere:

- da chi è stato scritto (dove viveva lo scrittore, cosa pensava, se ha scritto il testo

quando era felice o quando era triste...)

- quando è stato scritto: che cosa stava succedendo in quel periodo (era un periodo

di pace o di guerra? di ricchezza o di povertà?...)

- dove è stato scritto: in un paese occidentale? In un paese orientale? In un paese

povero? In un paese ricco?

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- bisogna sapere se altri scrittori (nel presente o nel passato) hanno scritto un libro

con gli stessi temi, con gli stessi argomenti.

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AUTORE, NARRATORE, PUNTO DI VISTA

Autore e narratore

L'autore è la persona che scrive un libro:

1. Alessandro Manzoni è l'autore de I Promessi Sposi

2. Carlo Collodi è l'autore di Pinocchio

II narratore (o voce narrante) è la persona che, nel libro, racconta la storia.

Il narratore può essere interno o esterno

II narratore è interno quando racconta la sua storia o una storia che ha visto con i

suoi occhi. Il narratore interno racconta quello che è successo usando la prima

persona singolare ("io ho visto", "io ho detto", "io ho sentito"...). Il narratore

interno può essere il protagonista di un libro, o un altro personaggio.

Questo brano è stato scritto da Luigi Pirandello, uno dei più famosi scrittori italiani

(1867-1936). Il brano si trova nel libro Novelle per un anno. In questo brano c'è un

narratore interno: è il protagonista (non l'autore!). Qui il protagonista parla della

sua paura di diventare vecchio ( non vuole convincersi di avere delle rughe7)

Data memorabile per me il 12 aprile del

1891.

Avevo compiuto da circa un mese

trentaquattro anni. Da un pezzo mi

notavo nel volto, e precisamente alla

coda degli occhi e su la fronte, certi lievi

solchi che mi pareva non si potessero

ancora chiamar propriamente rughe. [...]

Momentanei increspamenti de la pelle

che - sotto l'azione del pensiero, del riso,

dell'abituale atteggiarsi della fisionomia

erano divenuti stabili. Ma rughe, no.

importante, da ricordare

Da molto tempo vedevo nel viso

linee

sembrava

veramente / davvero

II narratore esterno è una persona che racconta quello che" succede dall'esterno:

non è un personaggio, ma sa quello che è successo e lo può raccontare.

Il narratore esterno parla usando la terza persona singolare.

7 le rughe sono i segni sulla pelle del viso. I giovani non hanno le rughe, i vecchi hanno le rughe.

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Trovi un esempio di narratore esterno in questo brano, Il grasso e il magro, scritto

da Anton Cechov ( 1860-1904):

A una stazione della linea ferroviaria di

Nikolaev si incontrarono due amici: uno

grasso e l'altro magro. Il grasso aveva

allora pranzato alla stazione e le sue

labbra, unte di burro, erano lucide come

ciliegie mature. Il magro era allora

allora sceso dal vagone ed era carico di

valigie, di fagotti e di scatole. Sentiva di

prosciutto e di fondi di caffè. Di dietro la

sua schiena sbirciavano una donna

magrolina, con un lungo mento -sua

moglie - e uno studente di ginnasio, alto,

con un occhio socchiuso - suo figlio.

"Porfìrij" esclamò il grasso, vedendo il

magro. "Sei tu? Tesoro mio! Da quanti

anni non ci vediamo!"

"Santi del Paradiso!" fece il magro pieno

di meraviglia. "Miša! Il mio amico

d'infanzia! Di dove sbuchi? "

Gli amici si abbracciarono tre volte e si

scrutarono a vicenda negli occhi pieni di

lacrime. Tutti e due erano piacevolmente

sbalorditi.

(passato remoto di incontrare)

mangiato

sporche

appena

dalla carrozza del treno / bagagli

aveva addosso un odore

guardavano di nascosto / magra

semiaperto (un pò ' chiuso)

Urlò / disse (passato remoto di urlare / dire)

Sorpresa

da dove vieni?

guardarono l'un l'altro

meravigliati, sorpresi, emozionati

II punto di vista

Ti è sicuramente capitato di sentire raccontare lo stesso episodio in modi diversi: se

due persone (chiamiamo queste persone A e E) litigano, A racconta il litigio in un

modo, B racconta il litigio in un altro modo. A racconta le cose dal suo punto di

vista, B racconta le cose dal suo punto di vista.

Anche lo scrittore, quando racconta una storia, sceglie il punto di vista: può

raccontare una storia, un fatto, con il punto di vista di un personaggio o con il

punto di vista di un altro personaggio.

Il punto di vista si chiama anche focalizzazione.

Ci sono tre tipi di fecalizzazione:

- focalizzazione zero

- focalizzazione interna

- focalizzazione esterna

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Focalizzazione zero

C'è la focalizzazione zero quando il narratore è onnisciente (cioè conosce tutto).

Il narratore onnisciente sa tutto di tutti i personaggi della storia: sa come è

cominciata la storia, sa come va a finire, sa cosa pensano i personaggi.

Il narratore onnisciente conosce tutti i particolari della storia, così può raccontare la

storia cambiando l'ordine di quello che è successo:

- può fare salti indietro o flashback (per esempio, prima parla di un uomo, poi

comincia a raccontare la storia di questo uomo come se fosse ancora bambino)

- può fare salti in avanti o anticipazioni (per esempio, parla di un bambino e ci

anticipa un episodio che succederà a questo bambino nel futuro)

- può raccontare quello che succede nello stesso momento al personaggio A e al

personaggio B.

In questo brano di Giuseppe Giocosa (1847-1906) Storia di Guglielmo Rhedy, il

narratore è onnisciente (conosce i personaggi, le loro famiglie, conosce le loro

storie passate):

Guglielmo Rhedy era nativo di

Gressoney-la Trinitè, dove abitava una

casa sulla sinistra del torrente Lys, poco

più in basso del punto donde si dipartono

le due strade del Col d'Ollen verso

Alagna, e della Betta Forca verso la valle

di Ajaz.

La casa di Guglielmo Rhedy era tutta in

muratura. L'aveva fabbricata un tale

Lysbak, birraio arricchitosi in Baviera,

al quale [...] erano capitati rovesci di

fortuna che lo avevano fermato a

mezz'opera. La casetta a destra verso il

torrente ed il corpo di mezzo, cioè la

scala, essendo ultimate, il Lysbak era

venuto a dimorarvi con la moglie e con

la figlia.

Teresa, la figlia del Lysbak, aveva allora

22 anni. Alta, robusta, coi colori della

salute sul viso, grave nei movimenti

come tutte le montanare, aveva quell'aria

di freschezza e saldezza selvatica che

promette onesti costumi e buoni figlioli.

[...] In casa attendeva a cucire, a

era nato a

da dove partono

era costruita con pietre, non era di

legno

un venditore di birra che era

diventato

ricco / disgrazie

che lo avevano obbligato a lasciare i

lavori a metà

abitarvi

forte, col viso bianco e rosso

forza, robustezza / assicura

usanze

si occupava, si dedicava

pulire / coltivava l'orto e allevava i

polli

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spazzare, a lustrare i vetri, al poco orto e

al pollame, e trovava ancora tempo per

leggere: perché Teresa era stata allevata

in un educandato di Biella e sapeva

parlare e scrivere quattro lingue: il

tedesco che è la lingua di Gressoney,

l'italiano, il francese e l'inglese.

Malgrado questo grosso fardello di

scienza, nessuno del piano l'avrebbe

presa per una signora.

aveva frequentato un collegio (una

scuola) in città (a Biella)

Anche se aveva studiato, nessuna

delle persone che abitavano in città

Focalizzazione interna

C'è la fecalizzazione interna quando uno dei personaggi della storia racconta la

storia con il suo punto di vista. Questo personaggio si chiama narratore interno.

Il narratore interno conosce della storia solo le cose che vede e solo le cose che

sono successe fino a quel momento.

Questo brano, Il cane Argo e il suo padrone, è dello scrittore Italo Svevo, un

famoso autore italiano (1861 - 1928). Un cane racconta un episodio della sua

giornata: delle persone fanno visita al padrone. La storia è raccontata con il punto

di vista del cane: questo cane non conosce e non capisce i sentimenti del suo

padrone (non sa se il padrone è contento o no di ricevere queste persone).

Attenzione: in questo brano ci sono molti verbi usati al passato remoto

[...] Un giorno io e il padrone, dopo

pranzato, si stava quieti nella nostra tana

quando venne Anna ad avvisare che

c'erano delle visite. Il padrone urlò non

so dal piacere o dispiacere. Lo seppi o

credetti di saperlo presto. Nel dubbio mi

ero messo a scodinzolargli d'intorno ed

egli mi diede un calcio. Ciò mi parve

ragionevolissimo perché così appena

potevo sapere quale umore fosse il suo e

mi trassi in disparte.

Si andò in giardino incontro ai visitatori

ed io seguii il padrone naturalmente a

ragionevole distanza. Se avessi potuto

anzi ne avrei dato l'avviso anche ai

visitatori ch'erano un uomo e una donna.

eravamo tranquilli / rifugio

(passato remoto di venire)

(urlò = passato remoto di urlare = gridare)

(seppi - passato remoto di sapere)

(credetti = passato remoto di credere)

muovere la coda / (diede = passato remoto

di dare) /giusto

mi misi (passato remoto di mettersi) da

parte, da solo

(andò = passato remoto di andare)

(seguii = passato remoto di seguire)

avrei detto

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A mia sorpresa vedo il mio padrone

correre ad incontrarli, inchinarsi ed anche

aprire la bocca e socchiudere gli occhi

come usa sempre quando è allegro visto

che non ha la coda.

chiudere un poco

Focalizzazione esterna

C'è la fecalizzazione esterna quando la storia è raccontata da un narratore esterno

Questo narratore:

- non è uno dei personaggi della storia

- non esprime giudizi, non fa commenti

- racconta solo quello che vede

Questo brano (Gli uccisori) è dello scrittore americano Ernest Hemingway (1899-

1961).

Il narratore è un narratore esterno. Nel brano ci sono molti dialoghi

La porta della trattoria "Enrico" si aprì

ed entrarono due uomini. Si sedettero al

banco.

"Cosa desiderate?" chiese Gorge.

"Non saprei", uno dei due disse. "Cosa

vuoi

da mangiare, Al?"

"Per me è lo stesso", disse Al, "non lo so

proprio cos'è che voglio".

Fuori stava facendosi buio. La luce di un

lampone brillò attraverso la finestra. I

due uomini si misero a leggere il menù

mentre all'altra estremità del banco Nick

Adams li stava a guardare. Parlava con

George quando erano entrati.

"Così per te va tutto bene?" chiese Al a

George.

"Sicuro".

"Sei un ragazzo sveglio, no?"

"Sicuro".

"Invece no, te lo dico io", fece l'altro

ometto. "No, Al?"

(aprì = passato remoto di aprire) (entrarono =

passato remoto di entrare) (sedettero = passato

remoto di sedere)

stava diventando buio (brillò = passato remoto di brillare)

(si misero = passato remoto di mettersi)

piccolo uomo

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"È scemo", rispose Al. Si volse a Nick.

"Come ti chiami?"

"Adams"

"Un altro ragazzo sveglio", fece Al. "Non

trovi, Max?"

"la città è piena di ragazzi svegli", Al

disse.

Gorge posò sul banco due piatti: uno con

le uova al prosciutto e l'altro con le uova

al lardo. Vi mise visino due piccoli

vassoi con le patate e chiuse lo sportello

che dava in cucina.

(posò = passato remoto di posare)

(mise = passato remoto di mettere)

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I GENERI LETTERARI

In questo nuovo capitolo parliamo di generi letterari.

Un libro appartiene ad un genere letterario quando ha delle caratteristiche comuni

ad altri libri.

Ci sono tanti generi letterari:

1. Il romanzo umoristico è un romanzo divertente (un romanzo che fa

ridere)

2. Nel romanzo di avventura ci sono personaggi coraggiosi. Questi

personaggi affrontano situazioni pericolose e vivono avventure

straordinarie

3. Il romanzo poliziesco racconta storie di poliziotti, di detective, di

omicidi...

4. Il romanzo fantastico racconta storie strane, a volte queste storie sono

spaventose. Quando il romanzo fantastico racconta storie spaventose si

chiama romanzo horror

5. Il romanzo di fantascienza racconta situazioni future. I personaggi del

romanzo di fantascienza a volte vengono da altri pianeti. Nel romanzo di

fantascienza sono descritti mondi futuri

6. Il romanzo storico racconta fatti veramente accaduti nel passato. I

romanzi storici sono ambientati in luoghi reali, in città o luoghi del

passato

7. Il romanzo realistico ha come protagonisti persone del popolo. Gli autori

di questi romanzi vogliono descrivere situazioni reali

8. Il romanzo psicologico descrive soprattutto i pensieri (la psicologia) dei

suoi personaggi.

Studieremo uno per uno questi generi.

Ricorda: anche i film appartengono a generi diversi: quando vedi un film, capisci

subito se parla di amore (genere romantico), di poliziotti e delitti (genere

poliziesco), di storie di cowboys (genere western)

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Nelle pagine seguenti troverai:

1. una descrizione del genere letterario e delle sue caratteristiche

2. una breve presentazione degli autori (degli scrittori) e delle loro opere

più famose

Nelle pagine seguenti non troverai i racconti o le pagine di romanzi: dovrai

leggere questi testi sul libro di testo usato in classe.

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1 - La narrazione umoristica

Cos'è l'umorismo? È un modo divertente di vedere le cose. Un umorista sa

raccontare le cose in modo divertente: l'umorismo ci fa ridere. Sicuramente hai

visto alla televisione molti spettacoli umoristici.

Anche i racconti e i romanzi possono essere umoristici: un racconto umoristico è

un racconto divertente.

Le caratteristiche dei romanzi o dei racconti umoristici sono:

- il protagonista o gli altri personaggi del racconto sono comici (divertenti): si

comportano in modo strano o hanno dei difetti o delle caratteristiche divertenti.

- Nel racconto ci sono degli equivoci. C'è un equivoco quando una persona viene

scambiata per un'altra.

- Nel racconto ci sono situazioni strane (un bambino che fuma, un animale feroce

che ha paura...)

- Nel racconto è raccontato uno scherzo

- La fine del racconto è diversa da come pensavi (c'è un finale a ._ sorpresa e

questo finale è divertente)

- Per raccontare la storia l'autore usa un linguaggio strano (per esempio, si rivolge

a un bambino piccolo parlandogli come se fosse una persona molto importante

o usa delle parole difficili per raccontare una cosa molto semplice).

- Per raccontare la storia l'autore usa un linguaggio gergale (un dialetto o un

linguaggio usato da poche persone, un linguaggio con parole strane)

Impara questa parola:

ironia

L'ironia è un modo di raccontare le cose dicendo il contrario di quello che si pensa.

Se un amico dice ad un altro amico calvo (senza capelli): "Che bella pettinatura

hai, oggi!", usa l'ironia.

Se, dopo un'ora di lezione molto noiosa, dici "oggi la lezione è stata davvero

interessante, peccato sia già finita!", usi l'ironia: dici una cosa ma vuoi dire il

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contrario. L'ironia è un modo simpatico di dire le cose, l'ironia è allegra.

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Giovanni Boccaccio (1313-1375) vive nel Medioevo. Boccaccio è uno dei primi

scrittori ad usare la lingua italiana (fino ad allora, per scrivere, si usava il latino).

Il libro più importante di Boccaccio è il Decameron. Nel Decameron, Boccaccio

racconta la storia di 10 ragazzi (7 donne e 3 uomini). Questi ragazzi si rifugiano

(vanno) in una villa di campagna, vicino a Firenze, perché in città c'è una malattia

terribile: la peste. Ogni giorno, ogni ragazzo, racconta agli altri una storia. Il tema

(l'argomento) della storia è scelto a turno da uno di loro. In tutto i ragazzi

raccontano 100 storie: il Decameron raccoglie queste cento storie.

Nella sesta giornata il tema scelto è quello dei "motti si spirito", cioè delle frasi,

delle situazioni spiritose.

Nel libro troverai il racconto divertente di Frate Cipolla: un frate che, in cambio di

soldi, promette agli abitanti della città di mostrare la penna di un famoso angelo

(l'Arcangelo Gabriele).

Guy de Maupassant (1850-1893) è uno scrittore francese. Nei suoi racconti e nei

suoi romanzi Maupassant descrive storie di personaggi del suo tempo. In queste

storie Maupassant critica il modo di vivere del suo tempo. Alcune di queste storie,

come il racconto La burla, sono molto divertenti.

Stefano Benni (1947) è uno scrittore italiano contemporaneo (cioè è uno scrittore

dei nostri tempi). Bermi ha scritto molti romanzi e racconti. Le storie scritte da

Benni sono molto divertenti: questo scrittore è famoso per la satira di politica e di

costume (cioè prende in giro il mondo politico e il modo di comportarsi della

gente).

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2 - Il romanzo d'avventura

II romanzo di avventura è un romanzo che racconta storie straordinarie. Il

protagonista del romanzo di avventura è una persona coraggiosa, una persona che

sa affrontare situazioni pericolose. Il romanzo di avventura è molto appassionante.

Le caratteristiche dei romanzi di avventura sono:

- c'è sempre un eroe protagonista. Questo eroe ha qualità positive (è bello, forte,

buono, onesto...).!! protagonista può avere degli aiutanti.

- c'è . sempre un antagonista. L'antagonista si oppone all'eroe. L'antagonista ha

qualità negative (è cattivo, egoista, violento...)

- La storia è ambientata il luoghi esotici o selvaggi (isole lontane, foreste...)

- Nel romanzo d'avventura ci sono molti colpi di scena, succedono, cioè, molte

cose: l'eroe deve superare molti ostacoli, e vive molte avventure

Uno dei primi romanzi di avventura è Don Chisciotte di Miguel de Cervantes

(uno scrittore spagnolo). Questo romanzo è stato scritto nel 1615 e racconta la

storia di un uomo che ha letto molti libri sui cavalieri. Un giorno questo uomo,

diventato pazzo, decide di viaggiare per il mondo per diventare famoso e per

combattere le ingiustizie. Il libro racconta il suo viaggio assieme all'aiutante

Sancho Panza e il suo ritorno nella città di origine.

Un altro romanzo d'avventura molto famoso è Robinson Crusoe (1719) di Daniel

Defoe, uno scrittore inglese.

Questo romanzo racconta la storia di un uomo che è naufragato ed è arrivato su un

isola. Questa isola è deserta e Robinson Crusoe deve imparare a vivere da solo,

cacciando, pescando, costruendo capanne e oggetti. Robinson Crosue vive

nell'isola per 28 anni. Dopo 28 anni una nave lo ritrova e lo riporta in Inghilterra.

Un altro scrittore di romanzi di avventura vissuto nel 1700, è Jonathan Swift. Il

suo romanzo più importante è I viaggi di Gulliver (1726). Il protagonista di questo

libro è Gulliver, un uomo che fa naufragio e arriva su un'isola sconosciuta, Lilliput.

Gli abitanti di questa isola, i lillipuziani, sono molto piccoli e Gulliver sembra un

gigante. Gulliver lascia Lilliput e arriva in un altro paese: Brobdingnag. Qui gli

abitanti sono tutti altissimi, Gulliver a loro sembra molto piccolo, così diventa una

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delle bambole della figlia del re. Un altro paese visitato da Gulliver è un paese

abitato da cavalli. Qui i cavalli sono animali intelligenti e buoni, gli uomini invece

sono animali crudeli. Con questo libro Swift critica i vizi e i pregiudizi degli

uomini.

Anche nell'ottocento i romanzi di avventura hanno molto successo. I più importanti

sono i romanzi di Robert Louis Stevenson, di Jules Verne, di Herman Melville, di

Emilie Salgari.

Robert Louis Stevenson è uno scrittore inglese. Uno dei suoi romanzi più famosi

è L'isola del tesoro (1833). Il protagonista di questo libro è un ragazzo, Jim. Jim

trova la mappa di un'isola dove è sepolto un tesoro. Jim si imbarca su una nave ma,

quando raggiunge l'isola, deve combattere contro i pirati e contro altre persone che

vogliono prendere il tesoro. Dopo molte avventure Jim torna in Inghilterra con il

tesoro.

Jules Verne (1828 - 1905) è uno scrittore francese. Nei suoi libri racconta

avventure ispirate al progresso scientifico. Verne scrive molti libri. In alcuni libri

parla di viaggi straordinari.

Questi sono i titoli di alcuni dei suoi libri:

Viaggio al centro della terra

Dalla Terra alla Luna

Intorno alla luna

Ventimila leghe sotto i mari

Verne immagina in anticipo viaggi straordinari che l'uomo farà molti anni

più tardi.

Ne Il giro del mondo in ottanta giorni (1873) Verne racconta la storia di un nobile

inglese, Phileas Fogg. Fogg scommette con gli amici del suo club che farà un

viaggio intorno al mondo in 80 giorni. Accompagnato dal servo Passepartout, Fogg

arriva in India. In India, Fogg salva una donna indiana, Alida, che doveva essere

bruciata sul fuoco. Fogg va in Cina, poi in America e poi con una nave, torna in

Inghilterra. Un poliziotto che lo crede un ladro, lo arresta. Fogg dimostra di essere

innocente. Dopo queste avventure Fogg va al club, ma pensa di essere arrivato in

ritardo. Invece quel giorno è l'ottantesimo giorno dopo la sua partenza: Fogg vince

la scommessa con gli amici. Nel finale, Fogg sposa la bella Auda.

Herman Melville (1819 - 1891) è uno scrittore americano. Il suo libro più

importante è Moby Dick.

La storia di Moby Dick (una grande balena bianca) è raccontata da un giovane

marinaio, Ishmael. Ishmael è imbarcato su una baleniera (una nave che va a caccia

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di balene). Il capitano di questa baleniera è Achab. Achab non ha una gamba: l'ha

persa durante una lotta contro la balena Moby Dick. Achab pensa che questa balena

rappresenti il Male. Achab inizia un lungo viaggio per cercare Moby Dick. Dopo

molto tempo il capitano Achab trova la balena. Inizia una caccia terribile tra Achab

e Moby Dick, ma la balena lotta con tutta la sua forza e distrugge la nave. Muoiono

tutti gli uomini della nave. L'unico sopravvissuto è Ishmael. Ishmael torna a terra e

racconta questa storia spaventosa.

Emilie Salgari (1862 - 1911) è uno scrittore italiano. Salgari scrive molti libri di

avventura: circa 80 romanzi e 150 racconti. I libri di Salgari sono libri per ragazzi.

Questi libri sono ambientati in paesi lontani, in questi paesi vivono corsari e pirati.

Salgari durante la sua vita non ha mai viaggiato, ma ha saputo immaginare e

descrivere molto bene questi paesi.

Le tigri di Mompracen è uno dei romanzi più famosi di Salgari. Il protagonista di

questo romanzo è Sandokan, un principe della Malesia, cacciato dopo l'arrivo degli

inglesi. Sandokan è forte e coraggioso, difende il suo popolo e lotta per

l'indipendenza della Malesia. Un giorno Sandokan fa naufragio ed arriva nell'isola

di Labuan. Sandokan è ferito e viene curato da Lady Marianna, una bellissima

donna inglese. Sandokan e Marianna si innamorano e Marianna decide di andare

con lui anche se scopre che Sandokan è nemico degli inglesi. Sandokan e Marianna

si sposano e Marianna diventa la regina del popolo dei pirati. Sandokan abbandona

la lotta per amore di Marianna.

Michael Crichton è uno scrittore americano nato nel 1942.

Crichton ha scritto un romanzo di avventura molto famoso: Jurassic Park. Questo

romanzo è stato pubblicato pochi anni fa, nel 1990 ed è diventato molto famoso

perché ha ispirato un film (l'hai visto anche tu?). La storia parla di Jurassic Park: un

grande parco di divertimenti. In questo parco uno scienziato ha fatto rinascere dei

dinosauri. Il parco sta per essere inaugurato (cioè sta per essere aperto al pubblico),

ma pochi giorni prima della apertura, ci sono molti guasti ai computer. Il padrone

del parco invita Tom e Lex, i suoi piccoli nipoti. Mentre Tom e Lex stanno

visitando il parco, improvvisamente i dinosauri si liberano: la vita dei due ragazzini

e dei loro accompagnatori è in pericolo. I pericolosi dinosauri devono essere

distrutti, insieme al parco e a tutte le sue attrezzature.

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3 - Il romanzo poliziesco

Il romanzo poliziesco (o giallo) racconta una storia dove ci sono dei reati (quasi

sempre dei delitti, cioè l'uccisione di alcune persone). Di solito il protagonista è un

poliziotto o un detective (un poliziotto privato), questo poliziotto deve trovare il

colpevole del delitto.

Il romanzo poliziesco in italiano si chiama anche giallo. Il romanzo poliziesco ha

questo nome perché i primi romanzi polizieschi pubblicati in Italia avevano la

copertina gialla.

- Le caratteristiche principali di questi romanzi sono:

- i romanzi parlano sempre di un delitto

- c'è sempre qualcuno che cerca il colpevole (cioè la persona che ha fatto questo

delitto)

- il colpevole viene scoperto attraverso delle indagini (il colpevole si nasconde,

non è il colpevole a confessare il suo delitto, ma un'altra persona lo scopre)

- c'è sempre un colpo di scena finale (cioè la storia finisce sempre in un modo

imprevedibile, in un modo diverso da come immagini)

tra i personaggi ci sono: - la vittima

- il colpevole (l'assassino)

- l'investigatore

Tra i romanzi polizieschi possiamo distinguere:

1. il giallo a enigma

2. il giallo d'azione

1 - Il giallo ad enigma è un romanzo poliziesco dove un poliziotto deve trovare il

colpevole di un delitto che è già stato compiuto. Un esempio molto famoso di gialli

ad enigma sono le storie di Sherlock Holmes, un famoso detective inventato dallo

scrittore Arthur Conan Doyle (1859 - 1930). Questo detective sa scoprire,

attraverso dei piccoli indizi, i colpevoli dei delitti.

2- Il giallo d'azione è un romanzo poliziesco che racconta una storia dove il delitto

non è già stato compiuto: il lettore segue la preparazione del delitto. Le storie

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raccontate in questo tipo di romanzo poliziesco (chiamato anche thriller) sono

spesso utilizzate per i film.

giallo ad enigma

giallo d'azione

la storia inizia quando il delitto è già

stato commesso, ed è raccontata in

questo ordine:

1. il delitto viene scoperto

2. non si sa chi è il colpevole e

perché la persona è stata uccisa

3. la polizia non sa cosa fare

4. viene accusata una persona

innocente

5. un detective (o un poliziotto)

studia il caso

6. il detective scopre il colpevole

la storia viene raccontata in ordine

cronologico (cioè nell'ordine in cui

avvengono i fatti):

1. un assassino sceglie la sua

vittima

2. la vittima non sa che corre un

pericolo. Il lettore però sa già

cosa succederà.

3. l'assassino uccide la sua

vittima.

4. l'assassino cerca di uccidere

anche le persone che possono

scoprire il suo delitto

5. l'assassino viene scoperto

- il protagonista di queste storie è di

solito un detective

- in queste storie si scopre sempre il

colpevole. Il colpevole è punito

- nella storia ci sono molte descrizioni

- il protagonista di queste storie

può essere l'assassino, la vittima,

la persona che scopre l'assassino

- in queste storie i rapporti tra i

personaggi sono spesso violenti,

ci sono tante situazioni pericolose

- la storia è piena di suspense, di

situazioni difficili, paurose

Arthur Conan Doyle (1859 - 1930) è uno scrittore inglese ed è l'inventore di un

famoso detective (o investigatore): Sherlock Holmes. Sherlock Holmes ha un

aiutante, il dottor Watson. Holmes è capace di risolvere i casi più difficili: il suo

metodo è deduttivo. Questo significa che Holmes osserva con molta attenzione i

fatti e li studia con grande intelligenza. Holmes studia i fatti in modo scientifico:

esamina gli indizi e trova la soluzione logica. Watson, l'aiutante, racconta ai lettori

le storie di Holmes (Watson ha la funzione di narratore). -

Agatha Christie (1890 - 1976) è una scrittrice inglese. Ha scritto molti romanzi

gialli (più di 70). I protagonisti dei suoi romanzi sono l'ispettore Hercule Poirot (un

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investigatore belga, basso, grasso, non giovane, molto intelligente) e miss Marple

(una vecchietta molto simpatica). Dai libri di Agata Christie sono stati tratti tanti

film.

Uno dei libri più famosi è Assassinio sull'Orient-Express, scritto nel 1934. In

questo libro si racconta la storia di un omicidio avvenuto sul famoso treno

(l'Orient-Express) che da Istanbul porta a Calais. Su quel treno c'era anche

l'ispettore Poirot. Poirot, con le sue indagini, scopre il motivo dell'assassinio e i

colpevoli.

George Simenon (1903 - 1989) è uno scrittore francese. Simenon ha scritto circa

500 gialli ambientati in Francia. Il protagonista dei suoi libri è l'ispettore Maigret.

Maigret è un commissario di polizia. Maigret cerca di scoprire i colpevoli con la

sua intuizione. Maigret è un personaggio molto umano: non sopporta le persone

cattive e arroganti, cerca di capire le persone povere e umili, anche quando sono

colpevoli di qualche delitto. Le storie del commissario Maigret si svolgono in

ambienti normali: case, trattorie, bar, piccoli paesi, quartieri di periferia...

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4 - La narrazione fantastica

I romanzi e i racconti fantastici sono nati alla fine del 1700. Raccontano storie di

fantasia, a volte spaventose. In questi racconti succedono fatti inspiegabili, molto

strani, come a volte ci sono nei sogni.

Le caratteristiche del genere fantastico sono:

le storie sono ambientate in luoghi reali (non in luoghi fantastici, come le favole)

ad un certo punto succede qualcosa di strano, di inquietante il protagonista non

capisce se quello che vede è vero o è una sua fantasia

a volte nelle storie ci sono situazioni sovrannaturali (fantasmi, oggetti che si

muovono...).

Horror

Alcuni romanzi e racconti fantastici sono chiamati horror

I racconti horror sono spaventosi. I lettori di questi racconti amano provare delle

emozioni forti come la paura o l'ansia.

Le prime storie horror sono state scritte in Inghilterra, alla fine del 1700. Gli

scrittori più importanti sono Horace Walpole, Mary Shelley, Edgar Allan Poe.

Le caratteristiche di questi romanzi sono:

- ci sono personaggi mostruosi

- le storie sono ambientate di notte, in luoghi che fanno paura (castelli, cimiteri,

luoghi isolati...)

- succedono molti fatti, tutti spaventosi. Questi fatti fanno provare paura al lettore.

Anche oggi ci sono scrittori di libri horror. Il più conosciuto è Stephen King, uno

scrittore americano.

Mary Shelley (1797 - 1851) è una scrittrice inglese. Il suo libro più famoso è

Frankenstein.

Questo libro parla di un giovane scienziato, Victor Frankenstein. Questo scienziato

vuole creare un uomo. Frankenstein va nei cimiteri, prende tanti pezzi di morti e

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con questi costruisce un uomo gigantesco. Frankenstein riesce a dare la vita al

mostro che ha creato. Il mostro creato da Frankenstein scappa e vive nascosto per

molto tempo. È brutto, ma non è cattivo. Un giorno gli uomini lo vedono e lo

cacciano: hanno terrore di lui. Il mostro capisce che non può vivere tra gli uomini,

così cerca Frankenstein, il suo creatore, per vendicarsi. Il mostro uccide tutti gli

amici e i familiari di Frankenstein e, alla fine, uccide anche Frankenstein.

Edgar Allan Poe (1809 - 1849) è uno scrittore americano. Poe è il primo scrittore

americano diventato famoso in Europa. La vita di Poe è stata breve: lo scrittore si è

ammalato perché usava alcool e droghe. Nei suoi racconti sono raccontate le sue

paure e le sue allucinazioni. I personaggi dei suoi racconti vivono spesso situazioni

di terrore.

Bram Stoker (1847 - 1912) è uno scrittore irlandese. Stoker è l'inventore del

personaggio di Dracula.

Dracula è un conte che vive in un castello della Transilvania (in Romania). Ma

Dracula è anche un vampiro: è, cioè, un morto-vivente ed ha bisogno ogni giorno

di bere del sangue umano. Dracula decide così di andare ad abitare in una grande

città, dove è più facile trovare delle vittime per bere il loro sangue. Per questo

motivo Dracula decide di andare ad abitare a Londra. Dracula a Londra fa molte

vittime, ma, alla fine, viene ucciso.

Franz Kafka (1883 - 1924) è uno scrittore boemo, uno degli scrittori più famosi

del 1900. Nei suoi libri Kafka racconta situazioni strane, senza spiegazione. Le sue

storie sembrano degli incubi spaventosi. I protagonisti dei suoi libri sono sempre

personaggi molto soli, questi personaggi vivono situazioni terribili ma non sanno

capire perché.

Uno dei suoi libri più importanti è La metamorfosi (1916). Il protagonista di questo

libro è Gregorio, un giovane commesso viaggiatore (un venditore). Una mattina,

senza sapere perché, Gregorio si sveglia e si trova trasformato in un grande

scarafaggio (un insetto). Gregorio è costretto a vivere chiuso nella sua stanza, da

solo. Un giorno, per ascoltare la sorella che suona il pianoforte, va nella sala. Il

padre lo vede e gli tira addosso una mela, questa mela ferisce a morte Gregorio.

Gregorio muore e viene buttato nella spazzatura.

Dino Buzzati (1906 - 1972) è uno scrittore italiano. Ruzzati ha lavorato per molti

anni al Corriere della Sera, uno dei più importanti giornali italiani. Buzzati ha

scritto molti romanzi e molti libri di racconti. Nei suoi libri ci sono molte situazioni

strane: le sue storie mescolano insieme realtà, fantasia, magia.

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Stephen King (1947) è uno scrittore contemporaneo (cioè è uno scrittore dei nostri

tempi). Stephen King è nato in America ed oggi è il più famoso scrittore di libri

horror. I libri di Stephen King hanno ispirato molti film famosi (per esempio

Shining, Misery non deve morire)

Le storie scritte da Stephen King sono ambientate ai nostri giorni, in case e città

normali. In queste situazioni normali, improvvisamente, qualcosa di molto

pericoloso e terrificante cambia la vita delle persone.

Nei libri di Stephen King è sempre presente il Male, una forza che terrorizza e

distrugge. Il Male viene combattuto ma non viene mai sconfitto del tutto.

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5 - La fantascienza

I romanzi e i racconti di fantascienza raccontano storie fantastiche ambientate nel

futuro. In queste storie la fantasia è mescolata alla scienza, (per questo il genere si

chiama fantascienza).

Gli scrittori di fantascienza presentano le loro storie straordinarie in modo molto

naturale, come se queste storie fossero vere.

Nei romanzi e nei racconti di fantascienza puoi trovare queste caratteristiche:

- sono ambientati nel futuro

- parlano di viaggi nello spazio o nel tempo

- ci sono personaggi fantastici. Questi personaggi vengono spesso da altri pianeti

- ci sono robot e computer "intelligenti". Questi robot o computer possono

sostituire l'uomo (possono pensare, prendere decisioni, muoversi...)

- i protagonisti di queste storie hanno armi molto potenti

- i personaggi possono essere replicanti (copie di personaggi che esistono sulla

terra) o avere un corpo umano ma con protesi (braccia, mani, gambe...) artificiali.

Il primo scrittore di fantascienza è lo scrittore francese Jules Verne (abbiamo già

parlato di lui nel capitolo sul romanzo di avventura): Verne è il primo scrittore ad

immaginare viaggi fantastici fuori dalla terra o all'interno della terra.

Altri famosi scrittori di fantascienza sono gli scrittori americani Richard

Matheson (1926) e Fredric Brown (1906-1972). Questi scrittori parlano di viaggi

interplanetari (tra pianeti). Ma il più famoso scrittore di fantascienza del 1900 è

Isaac Asimov (1920-1992). Asimov è nato in Unione Sovietica ma è vissuto negli

Stati Uniti d'America. Asimov era uno scienziato (insegnava biochimica

all'università). Asimov prendeva ispirazione dai suoi studi scientifici per inventare

storie straordinarie di fantascienza: Asimov usa i suoi libri di fantascienza per

divulgare (diffondere) i contenuti scientifici. I suoi libri sono molto appassionanti.

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6 - Il romanzo storico e di testimonianza

II romanzo storico

II romanzo storico è nato in Inghilterra all'inizio dell'Ottocento. Nell'Ottocento

in Europa c'era un forte interesse per la storia e per le tradizioni dei popoli. Il

primo scrittore di romanzi storici è Walter Scott.

Nel romanzo storico lo scrittore sceglie un periodo storico ed inserisce al suo

interno una storia inventata.

Il romanzo storico mescola (mette insieme / unisce) storia (cioè dei fatti

successi veramente) ed invenzione (cioè fatti inventati dallo scrittore, non

successi veramente, ma nati dalla sua fantasia).

- Le caratteristiche più importanti del romanzo storico sono:

- nel romanzo storico si parla di un periodo storico preciso

- i personaggi possono essere realmente esistiti o possono essere personaggi

immaginari (inventati)

- i personaggi immaginari si comportano in modo verosimile (come se fossero

personaggi reali)

- nel romanzo sono presenti fatti storici accaduti veramente

- ci sono molte descrizioni (dell'ambiente, dei personaggi, dei fatti storici)

Walter Scott (1771-1832) è nato in Scozia (una regione della Gran Bretagna).

Walter Scott era appassionato di storia, soprattutto della storia del Medioevo. Il

suo libro più importante è Ivanhoe. La storia è ambientata in Inghilterra, alla

fine del 1100.

In questo libro Scott racconta la storia di Ivanhoe, un giovane nobile. Ivanhoe è

innamorato di Lady Rowena. Ivanhoe deve lasciare l'Inghilterra e segue il suo

re, Riccardo Cuor di Leone, partito per le crociate. Mentre Riccardo Cuor di

Leone è lontano dall'Inghilterra, il fratello Giovanni sale al trono al suo posto

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(usurpa il trono di Riccardo). Ivanhoe torna in Inghilterra e combatte contro

Giovanni e i suoi alleati. Ivanhoe è imprigionato ma viene liberato da Re

Riccardo, che è tornato sul trono. Ivanhoe e Rowena possono sposarsi.

Alessandro Manzoni (1785-1873) è nato a Milano. Alessandro Manzoni è uno

dei più importanti scrittori italiani.

Manzoni è uno scrittore molto religioso: nel 1810 si è convertito al cristianesimo

e da allora nelle sue opere egli parla spesso della fede e della Chiesa cattolica.

L'opera più importante di Alessandro Manzoni è un romanzo storico, questo

romanzo si intitola I Promessi Sposi.

I Promessi Sposi (1840) è un romanzo ambientato in Lombardia tra il 1628 e il

1630. In questo periodo la Lombardia è governata dagli spagnoli.

I protagonisti di questa storia sono Renzo e Lucia. Renzo e Lucia sono due

giovani semplici: abitano in un piccolo paese e lavorano come filatori di seta.

Renzo e Lucia si devono sposare, ma Don Rodrigo (il signore della zona) non

vuole. I servi di Don Rodrigo minacciano il prete del paese, Don Abbondio e gli

dicono di non sposare Renzo e Lucia.

Renzo e Lucia devono scappare e separarsi: Lucia va a Monza, in un convento

dove vive Gertrude, una monaca1, Renzo va prima a Milano, poi a Bergamo.

Mentre Lucia è a Monza, un signore potente e molto pericoloso2, per fare un

favore a Don Rodrigo (che è suo amico), rapisce Lucia. Quando l'Innominato

vede Lucia, capisce che è una ragazza buona e semplice. L'Innominato decide di

non fare del male a Lucia, anzi, si commuove ed aiuta la ragazza (dopo aver

incontrato Lucia, l'Innominato diventa buono).

Intanto in Lombardia c'è una epidemia di peste3. Don Rodrigo (il cattivo signore

che aveva impedito le nozze di Renzo e Lucia) muore.

Renzo e Lucia si ritrovano e finalmente possono sposarsi

Questo romanzo è molto importante, perché i protagonisti (Renzo e Lucia) non

sono persone ricche e potenti, sono persone semplici ed umili. Alessandro

Manzoni sta dalla parte degli umili, dei poveri. Manzoni sta con gli umili perché

gli umili hanno fede in Dio. Manzoni è contro i prepotenti.

Ecco come, ne I Promessi Sposi, Alessandro Manzoni mescola storia ed

invenzione (fantasia):

Alessandro Manzoni ha deciso di scrivere la storia dei Promessi Sposi

ambientandola in un epoca (gli anni 1628-1630) e in luogo reale (in Lombardia,

tra le città di Lecco, Milano e Monza).

1 nel libro è chiamata "la monaca di Monza"

2 nel libro è chiamato "l'Innominato"

3 una malattia terribile che uccide migliaia di persone

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I fatti raccontati dal Manzoni (la guerra, la peste, la carestia) sono fatti accaduti

veramente. Anche molti personaggi presenti nei Promessi Sposi (il Cardinal

Borromeo, la Monaca di Monza...) sono personaggi vissuti veramente... I fatti

che succedono ai protagonisti (Renzo e Lucia, cioè i promessi sposi), invece,

sono inventati: sono fatti di fantasia.

Lev Nikolaevic Tolstoj (1828-1910) è uno scrittore russo. I suoi romanzi più

importanti sono Guerra e pace e Anna Karenina. Questi romanzi hanno avuto

un grande successo: sono considerati tra i più importanti romanzi della

letteratura mondiale.

Nei suoi romanzi Tolstoj descrive con precisione la vita dei suoi personaggi e il

periodo storico nel quale si svolge la storia.

Nei romanzi di Tolstoj c'è anche una grande attenzione ai pensieri dei suoi

personaggi. Tolstoj pensa che la storia è fatta dal popolo, non dai generali e

dalle persone importanti.

Guerra e pace (1869) è un romanzo ambientato in Russia. Tolstoj ha impiegato

6 anni per scrivere questo libro: lo scrittore ha dovuto fare molte ricerche

storiche per raccontare precisamente i fatti storici presenti nel romanzo.

La storia inizia nel periodo della guerra combattuta tra Napoleone e la Russia.

Nel romanzo ci sono tanti personaggi: i protagonisti principali sono Andrej

Bolkonskij, un giovane principe, e Nataša, una ragazza molto dolce. Andrej è

sposato ma il suo matrimonio non è felice. Quando Napoleone attacca la Russia,

scoppia la guerra. Andrej decide di partire per la guerra, perché riflettere sulla

sua vita. Quando Andrej torna a casa, la moglie muore mentre da alla luce un

bambino, Nikolaj.

Andrej torna a Mosca ed incontra ad un ballo la giovane e bella Nataša: Andrej e

Nataša si innamorano, ma il padre di Andrej non vuole questo matrimonio.

Andrej deve partire per andare in guerra. Un altro giovane, Anatolij, corteggia

Nataša. Il fidanzamento tra Andrej e Nataša si rompe. Nataša incontra ancora

Andrej quando lui sta morendo perché è stato ferito in battaglia. Nataša capisce

di amarlo ancora. Lei lo cura con amore, ma Andrej muore.

Napoleone è sconfitto e deve andarsene, in Russia torna la pace. Le cose sono

cambiate: molte persone sono morte, i ragazzi più giovani sono-cresciuti e si

sposano. Anche Nataša si sposa, con Pierre Bezuchov, un amico di Andrej. Il

matrimonio tra Nataša e Pierre è felice: dal loro matrimonio nascono molti figli.

Giuseppe Tornasi di Lampedusa (1896-1957) è uno scrittore italiano, di

famiglia nobile. Tornasi di Lampedusa è nato in Sicilia. Egli ha scritto un libro

solo, Il Gattopardo. Tornasi di Lampedusa ha scritto questo libro in pochi mesi:

il romanzo racconta la storia del bisnonno dello scrittore. Questo libro ha avuto

un grande successo in Italia.

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Il Gattopardo è un romanzo ambientato in Sicilia tra il 1860 e il 1910.

Protagonista del romanzo è il principe Fabrizio di Salina (sullo stemma del

principe c'è un gattopardo: questo simbolo da il titolo al libro). Il romanzo si

svolge nel periodo dell'Unità di Italia4. Nel libro si parla della fine del Regno

delle Due Sicilie e della nascita dell'Italia. Questi importanti fatti storici sono

raccontati dal punto di vista del principe Fabrizio, un nobile siciliano. Fabrizio

sa che con la fine del Regno delle Due Sicilie, la sua famiglia è destinata alla

rovina.

Il principe è una persona molto rispettata e, anche dopo l'Unità di Italia, gli

chiedono di diventare senatore del nuovo governo Italiano. Ma lui rifiuta

l'incarico. Dopo la morte del principe la casata nobiliare del Gattopardo perde

completamente la sua importanza e il suo potere.

4 L'Italia è diventata un unico Stato nel 1861. Prima era divisa in tanti piccoli Stati. Uno di questi Stati era il Regno

delle Due Sicilie. Questo Stato comprendeva la Sicilia e l'Italia del sud. Nel 1860 Giuseppe Garibaldi ha liberato il

Regno delle Due Sicilie e lo ha offerto al re Vittorio Emanuele II perché diventasse territorio del Regno di Italia.

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II romanzo di testimonianza

"Testimonianza" è una parola che deriva dalla parola "testimone". Il testimone è

la persona che ha assistito ad un fatto e lo racconta (se una persona ha visto un

incidente e racconta cosa è successo, quella persona è testimone dell'incidente).

Il romanzo di testimonianza è il romanzo di chi ha visto, di chi ha vissuto una

esperienza e vuole raccontarla.

I più famosi romanzi di testimonianza italiani, sono stati scritti da Primo Levi.

Primo Levi (1919-1987) è uno scrittore italiano, nato a Torino. Primo Levi è

ebreo, per questo motivo durante la seconda guerra mondiale i nazisti lo

catturano e lo portano nel lager nazista di Auschwitz. Auschwitz è un luogo

terribile: lì muoiono quasi tutti i suoi compagni. Primo Levi, però, riesce a

sopravvivere.

Primo Levi racconta la terribile esperienza del lager in due libri: Se questo è un

uomo e La tregua.

Se questo è un uomo e La tregua sono "romanzi di testimonianza": non sono

storie inventate, ma raccontano quello che è successo veramente. Lo scrittore è

stato testimone di avvenimenti storici, e racconta questi avvenimenti. Levi ha

scritto questi libro per spiegare che 6 milioni di ebrei sono stati catturati,

imprigionati ed uccisi. Levi scrive questi libri perché nessuno deve dimenticare

la tragedia dell'olocausto (lo sterminio, il massacro degli ebrei). I libri di Primo

Levi sono famosi in tutto il mondo

Se questo è un uomo ( 1947) è il racconto degli anni passati da Levi nel lager di

Auschwitz. Levi racconta le cose terribili accadute nel lager: parla degli uomini

trattati come schiavi, della morte dei suoi compagni, uccisi nelle camere a gas,

degli uomini e delle donne morti per fame. Quello che succede nei lager sembra

un terribile incubo. Gli uomini e le donne chiusi nel lager non sperano più di

tornare a casa. Quando i tedeschi perdono la guerra e lasciano il campo di

Auschwitz, Levi è uno dei pochi sopravvissuti.

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7 - La narrazione realistica,

Nella seconda metà dell'ottocento (dal 1850 in poi) nasce un nuovo tipo di

romanzo: il romanzo realista. "Realista" è una parola che deriva dalla parola

"realtà". Gli scrittori, infatti, vogliono parlare di cose reali, vere. Vogliono

parlare delle persone più povere e dei luoghi dove vivono: le storie si svolgono

nei quartieri più poveri delle città o nelle campagne abitate dai contadini.

Questi romanzi parlano di storie ambientate nel mondo presente: gli scrittori

vogliono parlare di cose vere e attuali (cioè, cose che succedono in quel

momento), vogliono rappresentare quello che succede nella loro società.

Come mai c'è questo interesse per le cose attuali?

1 - perché in questo periodo le industrie diventano sempre più numerose. I

lavoratori delle industrie (gli operai) cominciano a lottare per avere delle

condizioni di lavoro migliori. Gli operai non vogliono più essere sfruttati,

vogliono essere pagati di più e vogliono essere trattati meglio (nelle fabbriche

gli operai lavoravano anche per 14 ore al giorno, non avevano diritti, quando

protestavano venivano licenziati).

Molti dei libri scritti in questo periodo raccontano le difficili condizioni di vita

degli operai.

2 - perché in questo periodo anche i piccolo borghesi (gli impiegati, gli artigiani,

i commercianti...) iniziano a leggere i romanzi (prima solo le persone molto

ricche e istruite leggevano). Ai borghesi piace leggere dei libri dove ci sono dei

personaggi che lottano per difendere i loro diritti, come hanno fatto loro.

3 - perché in questo periodo c'è un forte interesse per la realtà e per l'esperienza.

In questo periodo c'è una forte fiducia nella scienza e nel progresso (gli uomini

credono che la scienza ed il progresso renderanno la vita più facile).

Gli scrittori decidono di descrivere tutto quello che succede in modo scientifico,

anche la realtà e la vita (descrivono la realtà così come è, anche quando

decidono di parlare di situazioni difficili, di persone molto povere... )

Questo periodo si chiama positivismo: gli uomini hanno fiducia nella scienza e

sperano che la situazione sociale migliori.

Le caratteristiche di questi romanzi sono:

a - i protagonisti sono persone povere, queste persone vivono situazioni difficili

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b - l'autore cerca di descrivere queste situazioni oggettivamente

(cioè descrive le situazioni ma non le commenta: vuole descrivere le cose senza

apparire, come un fotografo che fa una fotografia, ma non si fa vedere nella

fotografia). Questo modo di descrivere le cose senza commentare, si chiama

canone dell'impersonalità

c - le storie di questi personaggi sono ambientate nel mondo presente

Il Naturalismo

In Francia gli scrittori che scrivono romanzi con queste caratteristiche, chiamano

questo modo di scrivere Naturalismo. Gli scrittori naturalisti vogliono

denunciare, con i loro libri, l'ingiustizia e lo sfruttamento delle persone più

povere.

Lo scrittore francese più importante è Emile Zola (1840-1902). Zola nella sua

gioventù è stato povero e racconta storie di povera gente: operai, minatori,

persone alcolizzate. Molte persone criticano Zola perché lui descrive situazioni

di grande povertà, ma Zola vuole descrivere proprio la vita dei più poveri: lui

dice che le cose che racconta sono vere. Zola vuole "dipingere la vita" così come

è.

I romanzi più famosi di Zola sono Il ventre di Parigi, Germinale, La bestia

umana, Teresa Raquin.

Il Verismo

In Italia il Naturalismo prende un altro nome: si chiama Verismo.

Il più importante scrittore verista è Giovanni Verga (1840-1922). Verga è

uno scrittore siciliano e racconta storie di pescatori, di contadini, di povera

gente che abita in Sicilia. Nei libri di Verga le persone sono sempre sconfitte

dalla vita: le persone vogliono migliorare il loro modo di vivere, ma non

riescono.

Anche Verga vuole raccontare le cose così come sono. Anche Verga vuole

descrivere le cose senza dare giudizi personali.

I suoi romanzi più famosi sono I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo.

I Malavoglia racconta la storia di una famiglia di pescatori siciliani. Un giorno

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la loro barca fa naufragio, nel naufragio muore il capofamiglia (Bastianazzo) e

per i Malavoglia inizia un periodo molto difficile: per pagare i loro debiti

devono vendere la casa dove abitano. Dopo poco muoiono altre due persone

della famiglia: il figlio Luca (morto in guerra) e la madre Maruzza (morta di

colera, una malattia). Un altro figlio, 'Ntoni, finisce in carcere, Lia, la sorella,

diventa prostituta. Un'altra sorella, Mena, ama un uomo ma non può sposarsi

con lui perché non ha soldi. Alla fine del libro, il figlio più piccolo, Alessi,

riesce a ricomprare la casa della famiglia.

In questo periodo altri scrittori decidono di scrivere dei libri che raccontano le

storie di personaggi di altre classi sociali, soprattutto della borghesia.

Honoré de Balzac (1799-1850) è uno scrittore francese. Balzac scrive 96 opere

(romanzi e racconti). Balzac unisce queste opere in una raccolta, questa raccolta

di libri si chiama La commedia umana.

Nei suoi romanzi Balzac descrive soprattutto l'ambiente dei borghesi (persone

non povere, ma che amano molto il denaro). Balzac osserva con grande

attenzione le cose che succedono tra gli uomini: lui vuole descrivere i rapporti

che ci sono tra le persone, le passioni, le lotte, i drammi che ci sono tra gli

uomini.

Charles Dickens (1812-1870) è uno scrittore inglese. Uno dei suoi romanzi più

famosi è David Copperfield. Charles Dickens ha avuto un'infanzia difficile:

quando aveva 10 anni suo padre è andato m carcere per debiti e lui ha dovuto

andare a lavorare in una fabbrica di lucido di scarpe5. La storia di David

Copperfield è simile alla storia di Charles Dickens: anche David Copperfield,

come Charles Dickens, deve andare a lavorare a 10 anni, anche David, come

Dickens, quando diventa grande, diventa uno scrittore famoso.

Questo è il riassunto del romanzo: David Copperfield è orfano di padre (suo

padre è morto). Sua madre sposa un altro uomo, ma poco dopo anche la madre

di David muore. Il nuovo padre di David è molto cattivo con lui e lo costringe a

lavorare duramente. David scappa e va a casa di una zia. La zia lo manda a

Canterbury a studiare. David, giovane studente, a Canterbury conosce una

ragazza buona e dolce: Agnes.

David diventa uomo e sposa una donna che si chiama Dora, ma dopo poco

tempo Dora muore. David intanto diventa uno scrittore famoso e incontra di

nuovo Agnes. David sposa Agnes. David e Agnes hanno tanti bambini.

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Il neorealismo

5 quando uno scrittore scrive in un romanzo la storia della sua vita, scrive un romanzo autobiografico

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Anche nel 1900, alcuni scrittori scelgono di parlare di cose che succedono nel

mondo presente. Nasce così il movimento del neorealismo.

Il neorealismo (un nuovo realismo) è un movimento che nasce dopo la seconda

guerra mondiale (la seconda guerra mondiale è finita nel 1945). Anche nel

neorealismo i protagonisti sono persone del popolo. Nei romanzi del

neorealismo si parla soprattutto della guerra, della lotta per la libertà, dei

partigiani6, della ricostruzione dell'Italia dopo la guerra.

Gli scrittori più importanti del neorealismo sono Cesare Pavese, Pier Paolo

Pasolini, Alberto Moravia.

II realismo non è solo un movimento letterario (cioè, non riguarda solo i libri):

quando si parla di neorealismo, in Italia, bisogna parlare anche dei film.

Per capire bene cosa è il neorealismo, infatti, bisogna vedere i film girati in

Italia dopo la seconda guerra mondiale: alcuni film (come Roma città aperta)

sono stati girati tra le case distrutte, subito dopo la guerra. In questi film i

protagonisti sono persone del popolo, spesso queste persone parlano in dialetto

(queste caratteristiche ci sono anche nei romanzi). I film più famosi sono Ladri

di biciclette (in questo film si parla del problema della disoccupazione), Sciuscià

(questo film racconta la storia di bambini abbandonati, il film è ambientato a

Napoli), La terra trema (questo film è ispirato al romanzo di Verga I

Malavoglia).

Cesare Pavese (1908-1950) è uno dei più importanti scrittori italiani moderni.

Uno dei libri più famosi di Cesare Pavese è La luna e i falò.

Il protagonista di questo libro è un emigrato che torna dall'America. Quando

questo uomo arriva nel suo paese di origine, tra le colline del Piemonte, vede

che tutto è cambiato. Il protagonista ritrova un vecchio amico, Nuto, e con lui

ricorda le cose che facevano quando erano ragazzi, ricorda le persone ormai

morte... Il protagonista, in un primo momento, pensa di comprare un pezzo di

terra e di rimanere a vivere in Italia, ma quando capisce che tutte le cose sono

cambiate, decide di tornare per sempre negli Stati Uniti.

Alberto Moravia (1907-1990) scrive il suo primo libro a 22 anni. Questo libro

(Gli indifferenti) ha un grande successo.

Moravia scrive altri romanzi famosi (Agostino, La disobbedienza). In questi

romanzi i protagonisti sono borghesi senza ideali e senza valori. I personaggi

6 i partigiani erano le persone che combattevano in Italia contro il governo fascista perché non accettavano la

politica di Mussolini e l'occupazione tedesca di Hitler

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delle storie raccontate da Moravia non sono capaci di comunicare tra loro, sono

persone chiuse ed egoiste. I rapporti tra i personaggi sono molto difficili.

In altri romanzi di Moravia (La romana, La ciociara) o racconti (Racconti

romani, Nuovi racconti romani), i protagonisti sono personaggi dei quartieri

romani: operai, artigiani, negozianti, ma anche ladri e imbroglioni...

Pier Paolo Pasolini (1922-1975). Il primo romanzo di Pasolini è Ragazzi di

vita. I protagonisti di questo romanzo sono i ragazzi dei quartieri romani. In'

questo libro Pasolini parla di un mondo povero e violento, ma i suoi personaggi

sono molto umani e vivi.

Una vita violenta è un altro romanzo di Pasolini ambientato tra i ragazzi delle

borgate (i quartieri poveri) di Roma. Il protagonista di questo romanzo è

Tommaso, un ragazzo che vive in una borgata. Tommaso è povero: ruba, si

difende usando un coltello. Ma la vita di Tommaso cambia quando incontra un

uomo. Quest'uomo gli spiega che è importante impegnarsi per gli altri.

Tommaso comincia a fare politica e si impegna nel Partito Comunista. Un

giorno, c'è una alluvione, Tommaso salva una prostituta che è rimasta chiusa

nella sua povera casa. Tommaso, per il freddo e la fatica, si ammala e muore.

Oltre a scrivere romanzi e poesie, Pasolini è stato regista di molti film.

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8 - Il romanzo psicologico

La psicologia è una scienza che studia le emozioni, i sentimenti, i

comportamenti degli uomini. Anche gli scrittori studiano i sentimenti e i

comportamenti dei loro personaggi. Di solito, quando un personaggio di un

romanzo è molto importante, lo scrittore descrive in modo approfondito il suo

carattere, quello che pensa, come si comporta...

Alla fine del 1800 alcuni autori scelgono di dare molta importanza alla

descrizione dei personaggi dei loro libri: vogliono descrivere la loro psicologia, i

loro pensieri... A questi autori interessa soprattutto raccontare quello che

succede nella testa, nella mente, dei loro personaggi: nasce il romanzo

psicologico.

Le caratteristiche del romanzo psicologico sono:

- l'autore non vuole descrivere solo le cose che succedono (i fatti, gli

avvenimenti) ma vuole descrivere soprattutto i pensieri dei suoi personaggi

- nei romanzi e nei racconti psicologici ci sono pochi fatti, succedono poche

cose. Ci sono, invece, molte riflessioni

- spesso il narratore è interno, parla, cioè in prima persona e descrive le cose

dal suo punto di vista (focalizzazione interna)

Fëdor Dostoevskij (1821-1881) è un famoso scrittore russo. I suoi personaggi

sono molto complicati e tormentati: lo scrittore è convinto che dentro ogni uomo

si può mescolare una grande bontà e una grande cattiveria. I suoi personaggi

sono alla ricerca della loro identità e di una soluzione ai drammi interiori della

vita.

I romanzi più famosi di Fëdor Dostoevskij sono L'idiota, Umiliati e offesi, I

Demoni, II giocatore, Delitto e castigo.

Delitto e castigo racconta la storia di un giovane studente, Raskol’nikov.

Raskol'nikov è povero e decide di uccidere una ricca donna e la sorella, per

derubarle. Dopo avere ucciso le donne il ragazzo comincia a fare sogni terribili:

si sente in colpa per l'uccisione delle due donne ed ha paura di essere scoperto.

Raskol'nikov incontra Sonja, una ragazza che fa la prostituta perché è molto

povera. Sonja lo convince a confessare alla polizia il suo delitto. Il ragazzo

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capisce che fare il male non è mai giusto. Raskol'nikov è condannato ai lavori

forzati in Siberia, Sonja va con lui.

La trama di questo romanzo assomiglia alla trama dei romanzi polizieschi (un

delitto, le indagini della polizia, la scoperta del colpevole...), ma quello che

interessa a Dostoevskij non è raccontare la storia: Dostoevskij vuole raccontare i

pensieri di questo personaggio, il suo dramma, il suo cambiamento.

Oscar Wilde (1854-1900) è uno scrittore irlandese. Wilde è uno scrittore molto

brillante (spiritoso). Wilde crede che l'arte e la bellezza siano le cose più

importanti della vita (questo modo di pensare si chiama estetismo).

Uno dei romanzi più importanti di Oscar Wilde è Il ritratto di Dorian Gray. Il

protagonista di questo libro è un giovane molto bello. Un giorno un amico

pittore gli fa un ritratto. Dorian guarda il ritratto ed esprime un desiderio: chiede

di non cambiare mai. Dorian vuole rimanere per sempre giovane e bello e chiede

che sia il suo ritratto ad invecchiare. Così succede. Ogni volta che Dorian

compie qualcosa di cattivo, il ritratto cambia. Il suo viso rimane bellissimo, il

viso del ritratto diventa orribile. Un giorno Dorian guarda il ritratto e si

spaventa: decide di distruggere il ritratto. Dorian prende un coltello, taglia il

ritratto, ma in quello stesso momento muore: ferendo il ritratto, Dorian ha ferito

se stesso.

In questo romanzo Oscar Wilde parla di un personaggio doppio (un personaggio

che ha due facce diverse l'una dall'altra): Dorian è un uomo che sembra bello e

buono e invece è orribile e cattivo. Wilde racconta la vita di Dorian, i suoi

pensieri, il suo desiderio di fare della sua vita "un'opera d'arte".

Luigi Pirandello (1867-1936) è uno scrittore siciliano. Pirandello è autore di

molti racconti, romanzi, opere teatrali. In queste opere Pirandello parla della

solitudine dell'uomo moderno, parla dell'uomo alla ricerca della sua identità:

l'uomo vuole capire chi è, chi sono gli altri, ma non riesce mai a darsi una

risposta.

Tra i romanzi più famosi di Pirandello: L'esclusa, II fu Mattia Pascal, Uno,

nessuno, centomila.

Il fu Mattia Pascal racconta la storia di un uomo che decide di abbandonare la

moglie, il lavoro, il paese, per cominciare una nuova vita. Lui scappa, ma in

paese credono che sia morto. Mattia decide di darsi un altro nome, si fa

chiamare Adriano Meis e va a vivere a Roma. Ma dopo un po' di tempo capisce

che non può fare niente: non ha documenti, così non può lavorare, non può

sposarsi di nuovo... Decide di tornare al paese, per ritornare a vivere con il nome

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di Mattia Pascal. Ma quando torna a casa ha una brutta sorpresa: la moglie si è

risposata ed ha una figlia: Mattia non può più riprendere neanche la vecchia vita,

può solo guardare la vita degli altri...

In questo romanzo il personaggio principale non sa più chi è: non è più Mattia

Pascal, non è più Adriano Meis... È un uomo che voleva essere libero ed invece

ha scoperto che la libertà è impossibile...

Marcel Proust (1871-1922) è nato ed è vissuto quasi sempre a Parigi. Scrive 7

romanzi e li unisce in una raccolta. Questa raccolta si chiama Alla ricerca del

tempo perduto. Proust, in questi libri, racconta molti episodi della sua vita:

questa raccolta ha un forte contenuto autobiografico. Il primo libro di questa

raccolta si intitola La strada di Swann.

Ne La strada di Swann, il protagonista racconta dei ricordi di quando era

bambino. Ricorda la mamma, la nonna, la zia. Questi ricordi nascono per caso:

per esempio, un giorno il protagonista, ormai uomo, beve una tazza di te e

mangia un biscotto (una madeleine). Improvvisamente ricorda quando, da

bambino, la zia gli offriva il te con questi stessi biscotti.

La ricerca del tempo perduto è un libro pieno di riflessioni, di ricordi: l'autore fa

un viaggio nella memoria, per ritrovare e per ricordare le esperienze passate.

Italo Svevo (1861-1928). Italo Svevo, che era nato a Trieste (una città di

confine), sentiva di avere legami molto forti con la cultura dell'Europa centrale.

Il vero nome di Italo Svevo, infatti, è Ettore Schmitz. Egli ha scelto lo

pseudonimo Italo Svevo per ricordare le sue origini: Italo (da Italia) e Svevo

(perché il padre era tedesco).

L'opera di Svevo è stata influenzata dall'opera di Sigmund Freud, il medico

austriaco che ha inventato la psicanalisi7

II romanzo più famoso di Italo Svevo è La coscienza dì Zeno. Il protagonista di

questo libro è Zeno Cosini. Zeno ha deciso tante volte di smettere di- fumare,

ma non è mai riuscito. Un giorno Zeno decide di farsi curare dallo psicanalista.

Lo psicanalista gli dice di scrivere un diario: in questo diario Zeno deve

raccontare la sua vita passata. Zeno racconta tutti gli episodi della sua vita, dal

rapporto con il padre, a quello con la moglie, a quelli con l'amante e con il

cognato. Da tutti questi racconti si capisce qual è il vero problema di Zeno:

Zeno non ha volontà: lui pensa di essere un inetto, un incapace.

Zeno non è mai contento, non è mai soddisfatto: Zeno è il contrario di un eroe, è

7 La psicanalisi è una scienza che studia l'inconscio dell'uomo. L'inconscio è una parte della mente dell'uomo che

l'uomo non può controllare. Secondo Freud è possibile studiare l'inconscio in modi diversi, uno di questi modi è

studiare i sogni: l'uomo sogna, ma non può decidere cosa sognare. I sogni, quindi, sono frutto dell'inconscio.

Studiando l'inconscio l'uomo può capire i suoi comportamenti, le sue paure, le sue manie...

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un anti-eroe. Il personaggio di Zeno è molto simile a tanti personaggi

protagonisti dei romanzi del 1900: personaggi soli, impauriti, senza volontà,

senza valori (ideali).