italia oggi: confidi da riformare

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32 Giovedì 19 Giugno 2014 DIRITTO E IMPRESA Sentenza della Corte costituzionale boccia la super-aliquota fissata dalla regione Banche lombarde all’incasso Porte aperte al rimborso della maggiore Irap versata DI VALERIO STROPPA B anche e assicurazioni all’incasso in Lom- bardia. Si aprono le porte del rimborso della maggiore Irap pagata in base all’aumento di aliquota al 5,75% deciso dalla Regione. La disciplina Irap rientra nella po- testà legislativa esclusiva dello Stato. Nonostante la sua deno- minazione di imposta regionale sulle attività produttive, l’Irap non può considerarsi un «tribu- to proprio» della regione (cioè liberamente manovrabile). La Corte costituzionale, con sen- tenza n. 177/2014 di ieri ha dichiarato illegittimo l’art. 1, c. 5 della legge della Lombardia 27/2001. Con cui il Pirellone aveva previsto dal 2002 un in- cremento dell’aliquota speciale Irap per banche e assicurazio- ni, portandola al 5,75%. Un au- mento di un punto percentuale rispetto al 4,75% stabilito dal legislatore nazionale per gli istituti di credito e gli altri in- termediari finanziari. Il dlgs n. 446/1997, come modificato dal- la Finanziaria 2002, stabiliva infatti due differenti tipologie di aliquote: la prima, quella ordinaria, fissata nella misura del 4,25% ed espressamente modificabile fino a un massimo dell’1% dalle regioni; inoltre, erano previste aliquote speciali di carattere transitorio, tra le quali trovavano spazio quelle applicabili a banche e assicura- zioni (5,4% per gli anni dal 1998 al 2000, 5% per il 2001 e 4,75% a partire dal 2002). La Banca agricola mantovana (poi incor- porata nel Monte dei Paschi di Siena) aveva versato l’Irap secondo l’aliquota maggiorata fissata dalla regione. Tuttavia, ritenendo che quest’ultima avesse il potere di modificare solo l’aliquota base e non anche quelle speciali, la banca aveva poi presentato istanza di rim- borso all’Agenzia delle entrate, chiedendo la restituzione di cir- ca 1,7 dei 12,4 milioni di euro versati. A seguito del diniego dell’ufficio, Mps aveva presen- tato ricorso e la Ctp di Manto- va ha rimesso la questione alla Corte. Tesi avallata dai giudici delle leggi. La Consulta, come già con sentenza n. 357/2010, evidenzia come «anche dopo la sua regionalizzazione l’Irap non è divenuto tributo proprio regionale, nell’accezione di tri- buto liberamente modificabile da parte delle Regioni (o pro- vince autonome), ma resta un tributo disciplinato dalla legge statale in alcuni suoi elementi strutturali e quindi, in questo senso, erariale». La facoltà di variare l’aliquota Irap attribu- ita alle Regioni dalla legge si limita all’aliquota ordinaria, come emerge dal tenore lette- rale del dlgs n. 447/1997 e dalla relazione al decreto. La Corte afferma quindi l’immodifica- bilità delle aliquote speciali, bocciando la norma regionale lombarda. Una decisione che non potrà non esplicare effetti su tutti i contenziosi pendenti in materia, come pure su even- tuali richieste di rimborso che saranno presentate in futuro dai contribuenti. Ha un bel dire Matteo Renzi che per le banche italiane non ci sono più alibi e che devono dare più prestiti alle imprese per sostenere la ripresa. L’allarme ha un motivo: le nuove risorse creditizie si stanno indirizzando, a quanto sembra, soltanto verso la capitalizzazione degli istituti di credito, le operazioni di ristrutturazione finanziaria e i mutui immobiliari (+26% nel primo quadrimestre). Certo, in Italia non abbiamo avuto un credit crunch; ma se gli interventi della Bce hanno salvato la pelle alle banche, tuttavia il credito continua a latitare. In cinque anni i pre- stiti produttivi in Italia sono crollati di circa 80 miliardi; i nuovi fondi resi disponibili dalla Bce sono andati per intero a finanziare il debito pubblico italiano, la cui quota in mano alle banche è passata in pochi anni da 200 a 400 miliardi. Così la liquidità è restata in ambito finanziario e non è affluita all’economia reale. A tale deriva non sembra estranea Bankitalia, peraltro timorosa per l’esplosione delle sofferenze bancarie (rad- doppiate nel periodo), mentre le banche si sono dovute adeguare alle tristi regole di Basilea che penalizzano il credito alle imprese. La svolta potrebbe partire dalla riforma confidi, cioè con- sorzi intermediari tra banche e imprese, su cui il senato ha avviato ieri la discussione del disegno di legge, a prima firma di Gianluca Rossi del Pd, che delega al governo una profonda riforma del settore. I confidi garantiscono su base mutualistica finanziamenti a tasso agevolato alle aziende e consentono a molte pic- cole e medie imprese di investire e internazionalizzare il proprio orizzonte. Purtroppo il sistema confidi italiano rispecchia i limiti della nostra struttura burocratico-cre- ditizia: dispersione, bassa capitalizzazione, clientelismo, inefficienza. Le premesse per una riforma, come la vigilanza di Banca d’Italia (riforma TU bancario) e l’adeguamento delle infra- strutture, già ci sono. Manca però una scelta innovativa di un modello realmente efficiente di confidi. Sarà probabilmente necessaria nei prossimi anni una ul- teriore drastica riduzione del numero di confidi presenti sul mercato, tagliando un buon numero di poltrone e fa- vorendo la razionalizzazione del patrimonio e un migliore servizio orientato alla consulenza e assistenza finanziaria, volto ad accrescere la cultura manageriale delle piccole imprese. E il governo? Dovrà pensare a incentivi come la neutralità fiscale per la patrimonializzazione dei confidi, altrimenti la filiera della garanzia e della controgaranzia non fun- ziona. E dovrà pensare a semplificare una buona volta le procedure, eliminando le montagne di carte e procedure che l’attuale normativa prevede, in una costante duplica- zione di funzioni tra confidi e banche. Antonio Giancane IL COMMENTO Confidi da riformare AVVISO AI SOTTOSCRITTORI DEI PRESTITI OBBLIGAZIONARI Codice ISIN Denominazione delle Obbligazioni in Offerta IT0004992357 Veneto Banca Obbligazioni a Tasso Fisso 18/03/2014-2016 IT0004991946 Veneto Banca Obbligazioni a Tasso Fisso 03/03/2014-2017 IT0004997513 Veneto Banca Obbligazioni a Tasso Misto 25/03/2014-2019 IT0004997711 Veneto Banca Obbligazioni a Tasso Fisso Crescente 25/03/2014-2018 IT0005009193 Veneto Banca Obbligazioni a Tasso Fisso 03/06/2014-2016 IT0005021396 Veneto Banca Obbligazioni a Tasso Fisso 03/06/2014-2017 IT0005027567 Veneto Banca Obbligazioni a Tasso Fisso Crescente 15/07/2014-2018 di cui alle offerte, attualmente in corso, effettuate a valere sul “PROGRAMMA DI OFFERTA DI OBBLIGAZIONI ORDINARIE VENETO BANCA 2014” di cui al Prospetto di Base depositato presso CONSOB in data 17 gennaio 2014 a seguito dell’approvazione comunicata dalla CONSOB con nota n. 0003713/14 del 16 gennaio 2014 (“Prospetto di Base”) e successivi supplementi. Veneto Banca Società cooperativa per azioni (l’ “Emittente”) informa che: in data 26 aprile 2014 l’Assemblea dei Soci ha approvato il bilancio al 31 dicembre 2013. Per maggiori informazioni si rinvia al comunicato stampa in pari data disponibile sul sito internet dell’Emittente www.venetobanca.it; in data 20 giugno 2014 scade il Documento di Registrazione - attualmente in vigore - contenente le informazioni sull’Emittente, depositato presso la CONSOB in data 25 giugno 2013, a seguito di approvazione comunicata con nota n. 13054250 del 20 giugno 2013, incorporato per riferimento nel Prospetto di Base; è attualmente in corso presso la CONSOB la procedura di approvazione del nuovo Documento di Registrazione dell’Emittente, contenente i dati finanziari relativi al bilancio chiuso al 31 dicembre 2013, e le ulteriori informazioni aggiornate sull’Emittente. In considerazione di quanto sopra, l’Emittente: comunica la chiusura anticipata delle offerte in corso di cui all’oggetto a decorrere dal 20 giugno 2014, ai sensi dei paragrafi 5.1.1 e 5.1.3 della Sezione VI “Nota Informativa” del Prospetto di Base; in un’ottica di particolare attenzione alle esigenze informative degli investitori, riconosce su base volontaria a chi abbia sottoscritto i prestiti obbligazionari di cui all’oggetto entro la data del 20 giugno 2014, la possibilità di revocare la loro accettazione entro e non oltre il giorno 25 giugno 2014; ciò al fine di eliminare ogni possibile disparità informativa dovuta al fatto che la pubblicazione del Documento di Registrazione e del correlato Supplemento al Prospetto di Base avverrà dopo la scadenza del Documento di Registrazione attualmente in vigore. In mancanza di revoca pervenuta nel termine suddetto, le obbligazioni sottoscritte saranno definitivamente assegnate ai sottoscrittori. Montebelluna, 19 giugno 2014 Veneto Banca S.c.p.A. - Sede legale in Montebelluna (TV) - Piazza G.B. Dall’Armi, 1 - Cod. ABI 5035.1 - C.C.I.A.A. TV N. 88163 - C.F./P.IVA/ Registro Imprese Treviso N. 00208740266 - Patrimonio Sociale al 31/12/2013 Euro 2.865.289.404,13 - Aderente al Fondo Interbancario di tutela dei depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia Capogruppo del Gruppo Bancario Veneto Banca, iscritto all’Albo dei gruppi bancari in data 08/06/1992 cod. n. 5035.1 I detenuti in 41 bis, cioè in regime di carcere duro, sono complessivamente 715. Di questi 648 sono in carcere per associazione mafiosa (rispetto a un totale di detenuti per 416 bis pari a 6.009). Sono inoltre 295 i condannati all’ergastolo a cui è stato applicato il 41 bis. Sono i dati forniti da Roberto Piscitello, direttore generale dei detenuti e del trattamento del Dipartimento ammini- strazione penitenziaria, in audizione alla commissione Diritti umani. In merito alle segnalazio- ni relative a temporanea indisponibilità sul mercato nazionale di medicinali in- dispensabili per la cura di determinate patologie, il ministero della salute ha emanato ieri una circolare con cui viene ribadito che non possono essere sottratti alla distribuzione e alla vendita per il territorio nazionale, praticando esportazione pa- rallela, i medicinali per i quali sono stati adottati specifici provvedimenti al fine di prevenire o limitare stati di carenza o indisponi- bilità. Inoltre viene ricordato il principio dell’ «obbligo del servizio pubblico» che impone ai grossisti di garantire in permanenza un assortimento di medicinali sufficiente a rispondere alle esigenze di un territorio geograficamente determinato. BREVI La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/ documenti

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Italia Oggi si occupa del ddl Confidi da me presentato. Ieri è iniziato l'esame in commissione finanze al senato

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Page 1: Italia Oggi: Confidi da riformare

32 Giovedì 19 Giugno 2014 DIRITTO E IMPRESASentenza della Corte costituzionale boccia la super-aliquota fi ssata dalla regione

Banche lombarde all’incassoPorte aperte al rimborso della maggiore Irap versata

DI VALERIO STROPPA

Banche e assicurazioni all’incasso in Lom-bardia. Si aprono le porte del rimborso

della maggiore Irap pagata in base all’aumento di aliquota al 5,75% deciso dalla Regione. La disciplina Irap rientra nella po-testà legislativa esclusiva dello Stato. Nonostante la sua deno-minazione di imposta regionale sulle attività produttive, l’Irap non può considerarsi un «tribu-to proprio» della regione (cioè liberamente manovrabile). La Corte costituzionale, con sen-tenza n. 177/2014 di ieri ha dichiarato illegittimo l’art. 1, c. 5 della legge della Lombardia 27/2001. Con cui il Pirellone aveva previsto dal 2002 un in-cremento dell’aliquota speciale Irap per banche e assicurazio-ni, portandola al 5,75%. Un au-mento di un punto percentuale rispetto al 4,75% stabilito dal legislatore nazionale per gli istituti di credito e gli altri in-termediari fi nanziari. Il dlgs n. 446/1997, come modifi cato dal-la Finanziaria 2002, stabiliva

infatti due differenti tipologie di aliquote: la prima, quella ordinaria, fi ssata nella misura del 4,25% ed espressamente modifi cabile fi no a un massimo dell’1% dalle regioni; inoltre, erano previste aliquote speciali di carattere transitorio, tra le quali trovavano spazio quelle applicabili a banche e assicura-zioni (5,4% per gli anni dal 1998 al 2000, 5% per il 2001 e 4,75% a partire dal 2002). La Banca agricola mantovana (poi incor-porata nel Monte dei Paschi di Siena) aveva versato l’Irap secondo l’aliquota maggiorata fi ssata dalla regione. Tuttavia, ritenendo che quest’ultima avesse il potere di modifi care solo l’aliquota base e non anche quelle speciali, la banca aveva poi presentato istanza di rim-borso all’Agenzia delle entrate, chiedendo la restituzione di cir-ca 1,7 dei 12,4 milioni di euro versati. A seguito del diniego dell’uffi cio, Mps aveva presen-tato ricorso e la Ctp di Manto-va ha rimesso la questione alla Corte. Tesi avallata dai giudici delle leggi. La Consulta, come già con sentenza n. 357/2010,

evidenzia come «anche dopo la sua regionalizzazione l’Irap non è divenuto tributo proprio regionale, nell’accezione di tri-buto liberamente modifi cabile da parte delle Regioni (o pro-vince autonome), ma resta un tributo disciplinato dalla legge statale in alcuni suoi elementi strutturali e quindi, in questo senso, erariale». La facoltà di variare l’aliquota Irap attribu-ita alle Regioni dalla legge si limita all’aliquota ordinaria, come emerge dal tenore lette-rale del dlgs n. 447/1997 e dalla relazione al decreto. La Corte afferma quindi l’immodifica-bilità delle aliquote speciali, bocciando la norma regionale lombarda. Una decisione che non potrà non esplicare effetti su tutti i contenziosi pendenti in materia, come pure su even-tuali richieste di rimborso che saranno presentate in futuro dai contribuenti.

Ha un bel dire Matteo Renzi che per le banche italiane non ci sono più alibi e che devono dare più prestiti alle imprese per sostenere la ripresa. L’allarme ha un motivo: le nuove risorse creditizie si stanno indirizzando, a quanto sembra, soltanto verso la capitalizzazione degli istituti di credito, le operazioni di ristrutturazione finanziaria e i mutui immobiliari (+26% nel primo quadrimestre).Certo, in Italia non abbiamo avuto un credit crunch; ma se gli interventi della Bce hanno salvato la pelle alle banche, tuttavia il credito continua a latitare. In cinque anni i pre-stiti produttivi in Italia sono crollati di circa 80 miliardi; i nuovi fondi resi disponibili dalla Bce sono andati per intero a finanziare il debito pubblico italiano, la cui quota in mano alle banche è passata in pochi anni da 200 a 400 miliardi. Così la liquidità è restata in ambito finanziario e non è affluita all’economia reale.A tale deriva non sembra estranea Bankitalia, peraltro timorosa per l’esplosione delle sofferenze bancarie (rad-doppiate nel periodo), mentre le banche si sono dovute adeguare alle tristi regole di Basilea che penalizzano il credito alle imprese. La svolta potrebbe partire dalla riforma confidi, cioè con-sorzi intermediari tra banche e imprese, su cui il senato ha avviato ieri la discussione del disegno di legge, a prima firma di Gianluca Rossi del Pd, che delega al governo una profonda riforma del settore. I confidi garantiscono su base mutualistica finanziamenti a tasso agevolato alle aziende e consentono a molte pic-cole e medie imprese di investire e internazionalizzare il proprio orizzonte. Purtroppo il sistema confidi italiano rispecchia i limiti della nostra struttura burocratico-cre-ditizia: dispersione, bassa capitalizzazione, clientelismo, inefficienza. Le premesse per una riforma, come la vigilanza di Banca d’Italia (riforma TU bancario) e l’adeguamento delle infra-strutture, già ci sono. Manca però una scelta innovativa di un modello realmente efficiente di confidi.Sarà probabilmente necessaria nei prossimi anni una ul-teriore drastica riduzione del numero di confidi presenti sul mercato, tagliando un buon numero di poltrone e fa-vorendo la razionalizzazione del patrimonio e un migliore servizio orientato alla consulenza e assistenza finanziaria, volto ad accrescere la cultura manageriale delle piccole imprese.E il governo? Dovrà pensare a incentivi come la neutralità fiscale per la patrimonializzazione dei confidi, altrimenti la filiera della garanzia e della controgaranzia non fun-ziona. E dovrà pensare a semplificare una buona volta le procedure, eliminando le montagne di carte e procedure che l’attuale normativa prevede, in una costante duplica-zione di funzioni tra confidi e banche.

Antonio Giancane

IL COMMENTO

Confidi da riformare

AVVISO AI SOTTOSCRITTORI DEI PRESTITI OBBLIGAZIONARI

Codice ISIN Denominazione delle Obbligazioni in OffertaIT0004992357 Veneto Banca Obbligazioni a Tasso Fisso 18/03/2014-2016IT0004991946 Veneto Banca Obbligazioni a Tasso Fisso 03/03/2014-2017IT0004997513 Veneto Banca Obbligazioni a Tasso Misto 25/03/2014-2019IT0004997711 Veneto Banca Obbligazioni a Tasso Fisso Crescente 25/03/2014-2018IT0005009193 Veneto Banca Obbligazioni a Tasso Fisso 03/06/2014-2016IT0005021396 Veneto Banca Obbligazioni a Tasso Fisso 03/06/2014-2017IT0005027567 Veneto Banca Obbligazioni a Tasso Fisso Crescente 15/07/2014-2018

di cui alle offerte, attualmente in corso, effettuate a valere sul “PROGRAMMA DI OFFERTA DI OBBLIGAZIONIORDINARIE VENETO BANCA 2014” di cui al Prospetto di Base depositato presso CONSOB in data 17 gennaio 2014 aseguito dell’approvazione comunicata dalla CONSOB con nota n. 0003713/14 del 16 gennaio 2014 (“Prospetto diBase”) e successivi supplementi.

Veneto Banca Società cooperativa per azioni (l’ “Emittente”) informa che:• in data 26 aprile 2014 l’Assemblea dei Soci ha approvato il bilancio al 31 dicembre 2013. Per maggiori informazioni

si rinvia al comunicato stampa in pari data disponibile sul sito internet dell’Emittente www.venetobanca.it;• in data 20 giugno 2014 scade il Documento di Registrazione - attualmente in vigore - contenente le informazioni

sull’Emittente, depositato presso la CONSOB in data 25 giugno 2013, a seguito di approvazione comunicata connota n. 13054250 del 20 giugno 2013, incorporato per riferimento nel Prospetto di Base;

• è attualmente in corso presso la CONSOB la procedura di approvazione del nuovo Documento di Registrazionedell’Emittente, contenente i dati finanziari relativi al bilancio chiuso al 31 dicembre 2013, e le ulteriori informazioniaggiornate sull’Emittente.

In considerazione di quanto sopra, l’Emittente:• comunica la chiusura anticipata delle offerte in corso di cui all’oggetto a decorrere dal 20 giugno 2014, ai sensi dei

paragrafi 5.1.1 e 5.1.3 della Sezione VI “Nota Informativa” del Prospetto di Base;• in un’ottica di particolare attenzione alle esigenze informative degli investitori, riconosce su base volontaria a chi

abbia sottoscritto i prestiti obbligazionari di cui all’oggetto entro la data del 20 giugno 2014, la possibilità direvocare la loro accettazione entro e non oltre il giorno 25 giugno 2014; ciò al fine di eliminare ogni possibiledisparità informativa dovuta al fatto che la pubblicazione del Documento di Registrazione e del correlatoSupplemento al Prospetto di Base avverrà dopo la scadenza del Documento di Registrazione attualmente in vigore.In mancanza di revoca pervenuta nel termine suddetto, le obbligazioni sottoscritte saranno definitivamenteassegnate ai sottoscrittori.

Montebelluna, 19 giugno 2014

Veneto Banca S.c.p.A. - Sede legale in Montebelluna (TV) - Piazza G.B. Dall’Armi, 1 - Cod. ABI 5035.1 - C.C.I.A.A. TVN. 88163 - C.F./P.IVA/ Registro Imprese Treviso N. 00208740266 - Patrimonio Sociale al 31/12/2013

Euro 2.865.289.404,13 - Aderente al Fondo Interbancario di tutela dei depositi e al Fondo Nazionale di GaranziaCapogruppo del Gruppo Bancario Veneto Banca, iscritto all’Albo dei gruppi bancari in data 08/06/1992 cod. n. 5035.1

I detenuti in 41 bis, cioè in regime di carcere duro, sono complessivamente 715. Di questi 648 sono in carcere per associazione mafi osa (rispetto a un totale di detenuti per 416 bis pari a 6.009). Sono inoltre 295 i condannati all’ergastolo a cui è stato applicato il 41 bis. Sono i dati forniti da Roberto Piscitello, direttore generale dei detenuti e del trattamento del Dipartimento ammini-strazione penitenziaria, in audizione alla commissione Diritti umani.

In merito alle segnalazio-ni relative a temporanea indisponibilità sul mercato nazionale di medicinali in-dispensabili per la cura di

determinate patologie, il ministero della salute ha emanato ieri una circolare con cui viene ribadito che non possono essere sottratti alla distribuzione e alla vendita per il territorio nazionale, praticando esportazione pa-rallela, i medicinali per i quali sono stati adottati specifici provvedimenti al fi ne di prevenire o limitare stati di carenza o indisponi-bilità. Inoltre viene ricordato il principio dell’ «obbligo del servizio pubblico» che impone ai grossisti di garantire in permanenza un assortimento di medicinali suffi ciente a rispondere alle esigenze di un territorio geografi camente determinato.

BREVI

La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/documenti