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Istituzioni di storia e geografia IIModulo Problemi di Geografia economico
politica
Renato Ferlinghetti
Università degli Studi di Bergamo
Centro Studi Sul Territorio ‘L. Pagani’
Bergamo, 24 maggio 2019
Anno accademico 2018-2019
Dipartimento di Scienze umane e sociali
Bibliografia frequentanti
• 1. Dematteis G., Lanza C., Nano F., Vanolo A.,
Geografia dell'economia mondiale, UTET, Torino 2010
• (Capp. 1, 2, 3, 4, 10, 11 – circa 200 su 329)
• 2. Vanolo A., Geografia economica del sistema-mondo,
UTET, Torino, 2008
• (Capp. 1, 2, 3, 4 e 8)
• Materiali forniti durante il corso e gli itinerari di studio,
elaborati individuali.
Il recupero di una lezione
• Lunedì 27 maggio, 15.30 - 17.30
• Presso la sede del Parco Regionale dei
Colli di Bergamo
• Via Valmarina, 8 - Bergamo
Lunedì 27 alle 15.30 Itinerario
di studio, presso la sede del
Parco Regionale dei colli di
Bergamo.
Via Valmarina, 8 - BG
Come raggiungere la sede del Parco, in autobus o a piedi.
L’autobus 9 direzione Sorisole, Bruntino, scendere fermata
Ramera. Per chi viene in macchina possibilità di parcheggio
La Ramera, la fermata
dove scendere,
ritornare indietro 50 m
e imboccare la via
sterrata sul lato
opposto della strada!
Attenzione ad
attraversare!!!!!!!
Via Valmarina, un’isola verde nel denso tessuto della città estesa
Il cammino verso la sostenibilità
Gli anni Sessanta: pionieri e precursori
La svolta degli anni Settanta
Gli anni Ottanta e l’invenzione dello sviluppo sostenibile
Gli anni Novanta: i tentativi di attuazione dello sviluppo
sostenibile
Il XXI secolo: la condivisione e il confronto delle
pratiche e delle politiche sostenibili
Verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile
2015 Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile
Le Direttive Habitat e Uccelli, le linee guida dell’azione ambientale
dell’UE
Direttiva relativa alla conservazione degli habitat naturali e
seminaturali e della flora e della fauna selvatiche(92/43/CEE)
• 1. Finalizzata alla salvaguardia della biodiversità in
Europa
• 2. Si basa sul principio di sussidiarietà
• 3. Determina una maggiore omogeneità negli standard di
tutela dei diversi paesi dell’UE
• 4. Agisce su base biogeografica
• 5. Persegue anche la conservazione di habitat
seminaturali (prati, pascoli, boschi,ecc.) frutto dell’azione
tradizionale dell’uomo
• 6. Riconosce il valore delle attività agro-silvo-pastorali
tradizionali nello stabilire la varietà biologica ed
ecosistemica
La Direttiva Habitat agisce su base biogeografica
L’Italia da una a molte: alpina, continentale, mediterranea
Direttiva relativa alla conservazione degli habitat naturali e
seminaturali e della flora e della fauna selvatiche
(92/43/CEE)
• 7. Individua negli allegati una serie di specie e di ambienti europee
da salvaguardare
• 8. Prevede l’istituzione di specifiche aree di tutela (ZPS, SIC-ZSC)
per la salvaguardia di specie e di ambienti d’interesse comunitario
• 9. Prevede lo svolgimento di una Valutazione di Incidenza per la
realizzazione di piani o progetti all’interno delle aree individuate o
nelle loro immediate vicinanze
• 10. Integra le disposizioni in materia di tutela ambientale nelle altre
politiche comunitarie
• 11. Persegue la costituzione di una rete ecologica denominata rete
Natura 2000, un sistema di siti rappresentativi per la conservazione
del patrimonio naturale
• 12. Favorisce lo sviluppo sostenibile attraverso l’integrazione della
gestione delle risorse naturali con le attività economiche e le
esigenze sociali e culturali delle popolazioni che vivono al loro
interno
• 13. La gestione degli habitat seminaturali diviene un efficace motore
di sviluppo per le aree rurali e forestali che li contengono
• 14. Attiva progetti di sviluppo economico compatibili con la
conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario
• 15. La gestione dei siti può essere effettuata attraverso la redazione
di uno specifico piano di gestione o mediante gli strumenti di
pianificazione esistenti
• 16. Le aree della rete Natura 2000 godono di apposito strumento
finanziario comunitario (LIFE) e sono considerate aree prioritarie per
l’assegnazione di finanziamenti a soggetti pubblici e privati, in
particolare nell’ambito dell’applicazione del piano regionale di
Sviluppo rurale
Direttiva relativa alla conservazione degli habitat naturali e
seminaturali e della flora e della fauna selvatiche
(92/43/CEE)
Direttiva relativa alla conservazione degli habitat naturali e
seminaturali e della flora e della fauna selvatiche
(92/43/CEE)
• 17. Individua negli allegati una serie di specie e di ambienti
europee da salvaguardare
• 18. Prevede l’istituzione di specifiche aree di tutela (ZPS e
SIC, ZSC) per la salvaguardia di specie e di ambienti
d’interesse comunitario
• 19. Prevede lo svolgimento di una Valutazione di Incidenza
per la realizzazione di piani o progetti all’interno delle aree
individuate o nelle loro immediate vicinanze
• 20. Integra le disposizioni in materia di tutela ambientale
nelle altre politiche comunitarie
• 21. Persegue la costituzione di una rete ecologica
denominata rete Natura 2000, un sistema di siti
rappresentativi per la conservazione del patrimonio naturale
La Rete Natura 2000 il più vasto sistema
di aree protette del mondo
La Rete Natura 2000 la più vasta rete ecologica del
mondo. La conservazione della Biodiversità: da Rio alla
Valle di Astino a Bergamo, passando per Bruxelles
Istituzione di Storia e Geografia IImodulo Problemi di Geografia economico politica
• Il nostro percorso:
• Il processo di territorializzazione, Geografia della geografia,
Geografia regionale, geografia politica, geopolitica e geografia
economica (Slides)
• I caratteri geo-storici della Lombardia (Slides)
• Globalizzazione e ambiente. Lo sviluppo sostenibile,conservazione
e valorizzazione delle risorse locali in una dimensione globale
(Slides e cap. 3 Dematteis e 2.4.2 Vanolo)
Globalizzazione e la nuova centralità dell’urbano: a) dalla smart city
all’intelligenza dell’urbano; b) governance territoriale e
partecipazione; c) il diritto alla città (Slides e cap. 10 e scheda 2.4
Dematteis)
• Globalizzazione economica e finanziaria: a) lo spazio geo-economico; b)
l’evoluzione del sistema-mondo; c) le disuguaglianze, gli squilibri
territoriali Nord-Sud del mondo;
• Globalizzazione e migrazioni: a) flussi materiali ed immateriali di forza
lavoro, capitali, beni e servizi; b) geografie della migrazione e movimenti
migratori verso l'Europa nell’epoca contemporanea;
La città sguardi geo-economici
• La geografia economica considera le città come:
• - luoghi, quindi spazi fisici
• - attori di processi di concezione, produzione e
distribuzione del valore, quindi attori economici produttori di
funzioni
• Le città negli ultimi decenni hanno subito profonde
trasformazione delle loro forme e dimensioni che ne
hanno modificato le dimensioni e reso sempre più
indefiniti i limiti
• Dalla città nucleare a quella estesa, da elementi singoli e
definiti a sistemi territoriali formati da reti di centri legati
tra loro da forti relazioni orizzontali
La città sguardi geo-economici
• Dalla città nucleare a quella estesa, da elementi singoli e
definiti a sistemi territoriali formati da reti di centri legati tra
loro da forti relazioni orizzontali
• Città nucleare
• Agglomerati
• Conurbazioni
• Megacittà
• Città regione o città-regione per periurbanizzazione e
suburbanizzazione (città diffusa)
• megalopoli
Le mutazioni spaziali delle città dal XVIII al XXI secolo, dalla città
nucleare alla città rete
• Dalla Città nucleare alla città estesa
Città nucleare, città caratterizzato con nucleo abitato denso, compatto e ben definito nettamente separato dalla campagna adiacente con densità che può giungere fino a mille volte quella delle campagne circostanti.
Città estesa, città caratterizzata da una densità di demografica che sfumano gradualmente nella campagna, senza che ci sia più, come un tempo, uno stacco netto tra spazi urbani e spazi rurali. Spesso i primi presentano densità poco superiori a quelle degli spazi rurali circostanti.
Sistema urbano ambito territoriale costituito da più municipalità tra loro fuse e connesse frutto della formazione di una città estesa
Si parla di Regione urbana quando un sistema urbano è molto esteso
Volterra colline e nuvole
Centro nucleare tipico esempio dei centri storici italiani
Molti centri padani sono passati dalla dimensione nucleare a quella estesa
mutando completamente le relazioni tra spazi aperti e costruito, un tempo i primi
dominavano sul secondo oggi il costruito domina sugli spazi aperti
• La formazione della città estesa
I sistemi e le regioni urbane si formano per :
Agglomerazione (espansione di un centro maggiore che ingloba progressivamente i centri limitrofi di scala minore)
• Conurbazione (saldatura di due centri o agglomerazioni di pari rango un tempo separati)
• Con l’avvento della motorizzazione di massa i sistemi urbani si formano anche per:
• Dilatazione multicentrica (formazione di una città discontinua a maglie larghe, fondata sulla mobilità automobilistica, che si espande in territori semi-vuoti, il prototipo è Los Angeles)
• Periurbanizzazione dispersione urbana, urban sprawl (dispersione della città nei territori circostanti lungo gli assi viari e attorno ai centri minori preesistenti, generando spazi interclusi non edificati anche assai estesi)
La ‘Grande Bergamo’ un esempio
di città estesa
La ‘Grande Bergamo’
Dilatazione multicentrica (cerchio nero) e
periurbanizzazione (linea blu)
Periurbanizzazione. Sviluppo dell’urbanesimo lungo le direttrici
stradali, dando vita a insediamenti lineari, filiformi
Le mutazioni spaziali delle città dal XVIII a XXI secolo, dalla città
nucleare alla città rete
• Dalla Città estesa alla città rete
• Le città a rete si dividono in :
• Area metropolitana Grande agglomerazione centrale, di scala provinciale e/o regionale, circondata da numerosi altri centri vicini, che hanno con essa e tra di loro intensi movimenti pendolari, in un territorio piuttosto densamente abitato, anche rurale, ma con una popolazione quasi esclusivamente occupata in attività extra-agricole.
• Città-rete. Rete di dimensioni macro-regionale, formata da più città e aree metropolitane, con funzioni complementari, connesse tra loro da flussi intensi di persone, merci, informazioni e decisioni; separate da vasti spazi rurali.
Aree metropolitane di casa nostra
Da Giovanni Silvera, Megalopoli d’Europa, Milano 2000.
Le parti funzionali e strutturali della megalopoli padana (vedi
sotto), in quale parte vive ognuno di noi?
Le anime della megalopoli padana: 1 le fasce a maggiore urbanizzazione, 2 Il
cuore verde, 3 Gli ambiti a grande naturalità, 4-7 Le polarità urbane.
Da E. Turri, La megalopoli padana, Marsilio, Venezia 2000, pp. 18-19.
I caratteri delle megalopoli
• Densità dell’insediamento, mediamente superiori ai 250 ab. Per kmq
• Concentra, su una piccola superficie, almeno un quinto della
popolazione del proprio paese
• Popolazione media di circa 25 milioni di abitanti
• Grande addensamento di città piccole e grandi in cui la densità degli
abitanti è maggiore di quella media della regione megalopolitana
• Fitta rete di infrastrutture e di flussi economici e di relazioni che
connettono i centri dell’area megalopolitana
• Grande varietà nell’uso del suolo, nella popolazione, nelle
occupazioni e negli interessi.
• Presenza di spazi interstiziali aperti non edificati per il tempo libero,
l’agricoltura o per ambiti naturali e seminaturali.
• Presenza nello stesso spazio di un mosaico di paesaggi, un
mosaico di tipi di utilizzazione del suolo, un mosaico di funzioni
economiche e un mosaico di generi di vita. (Tutto ciò dovrebbe
combinarsi in modo armonioso!!)
• Linea di intermediazione urbana tra due contesti territoriali (Oceano
ed entroterra, spazi montani e pianura)
La città rete padana, una megalopoli quasi perfetta……
Per una qualità degli spazi urbani
I principali problemi ambientali e paesaggistici della
città diffusa:
Depauperamento della biodiversità e delle risorse
ambientali (Frammentazione degli ecosistemi,
estinzione delle specie, insularità delle popolazioni
biologiche).
Omologazione del paesaggio con conseguenza perdita
di identità e di specificità dei luoghi.
Bassa qualità dell’aria, dell’acqua del suolo.
Eccessivo consumo di suolo.
Congestione delle vie di comunicazione e di molti
servizi.
Per una qualità degli spazi urbani
Le possibili soluzioni
• Necessità di nuove forme di pianificazioni e di governo delle realtà urbane contemporanee (integrazione tra costruito e natura, conservazione dei beni storico-architettonici e paesaggistici, partecipazione dei cittadini alla costruzione dei propri ambienti di vita, ecc.)
Nuove forme di pianificazione
Aree protette, reti ecologiche, buone pratiche, terzo paesaggio, paesaggi minimi
Nuove forme di governo partecipate
Agenda 21 locale
Il cammino verso la sostenibilitàGli anni Novanta: i tentativi di attuazione dello sviluppo
sostenibile
1992 Conferenza di Rio, Ambiente e Sviluppo
Dichiarazione sull’ambiente e lo sviluppo
Convenzioni internazionali (Biodiversità, Foreste, Clima)
Agenda 21
1994 1° Conferenza europea sulla città sostenibile e approvazione della Carta delle città europee verso la sostenibilità o carta di Aalborg
1997 Protocollo di Kyoto relativo alla riduzione dei gas a effetto serra (anidride carbonica, metano, protossido di azoto, fluorocarburi idrati, perfluorocarburi e esafluoro di zolfo) responsabili del riscaldamento globale del pianeta
Agenda 21, l’agenda mondiale verso lo sviluppo sostenibile. L’articolo 28: dalla
scala globale a quella locale
Agenda 21, dalla scala globale a quella locale
Scarica la Carta di Aalborg e inseriscila nel tuo quaderno
disciplinare!!
La Carta di Aalborg, un cammino virtuoso per le
comunità urbane
Parte Prima
Centralità della realtà urbane
Responsabilità dei centri urbani
Insostenibilità degli stili di vita urbani
Necessità di un percorso partecipato
Scelta della via alla sostenibilità come cammino di
riequilibrio,
Il processo verso la sostenibilità urbana un percorso
d’apprendimento
La Carta di Aalborg, un cammino virtuoso per le
comunità urbane
Parte Seconda
Il processo di sostenibilità un cammino di
apprendimento continuo basato sull’esperienza e
sugli esempi che hanno dato esito positivo
Promozione di piani d’azione locali
Avvio di una campagna per il sostegno e il
coordinamento delle città europee impegnate a
perseguire modelli urbani sostenibili
Organizzazione periodica di conferenze di
valutazione e di scenario
Hannover, Lisbona,……, 2004
La Carta di Aalborg, un cammino virtuoso per le
comunità urbane
Parte Terza
Definizione di una procedura (Piano) per il
perseguimento dell’azione sostenibile a scala locale
Raccordo delle politiche locali a quelle dell’Unione
Europea
Identificazione delle fasi, dei temi e delle priorità da
affrontare nella stesura del piano d’azione
Il piano d’azione locale, il percorso specifico verso un modello di sviluppo
urbano sostenibile
AGENDA 21
Il processo metodologico…
attuazione e
monitoraggio
Dalla teoria alla pratica, dal globale al proprio contesto di vita
Agenda 21 locale il caso della provincia di Bergamo. Stralcio
del Piano d’azione
Il piedibus, una risposta sostenibile per una mobilità dolce
Per una qualità degli spazi urbani
I principali problemi ambientali e paesaggistici della
città diffusa:
Depauperamento della biodiversità e delle risorse
ambientali (Frammentazione degli ecosistemi,
estinzione delle specie, insularità delle popolazioni
biologiche).
Omologazione del paesaggio con conseguenza perdita
di identità e di specificità dei luoghi.
Bassa qualità dell’aria, dell’acqua del suolo.
Eccessivo consumo di suolo.
Congestione delle vie di comunicazione e di molti
servizi.
Per una qualità degli spazi urbani
Le possibili soluzioni
• Necessità di nuove forme di pianificazioni e di governo delle realtà urbane contemporanee (integrazione tra costruito e natura, conservazione dei beni storico-architettonici e paesaggistici, partecipazione dei cittadini alla costruzione dei propri ambienti di vita, ecc.)
Nuove forme di pianificazione
Aree protette, reti ecologiche, buone pratiche, terzo paesaggio, paesaggi minimi
Nuove forme di governo partecipate
Agenda 21 locale