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Friedrich Wilhelm Joseph Schelling
Biografia sintetica: nasce a Stoccarda nel 1775, ragazzo prodigio, studia teologia a Tubinga con
Holderlin e Hegel; è il maggiore interprete della filosofia di Fichte, che poi rifiuta. In lui
confluiscono gli influssi di Jacob Bohme, mistico tedesco del 1500, che introduce l'unità indistinta
dei contrari che andrà a integrarsi alla filosofia di Schelling. Schelling è un pensatore molto
precoce, che raggiunge il massimo successo a soli 25 anni: nel 1800 circa, ad appena 32 anni,
comincia già ad essere eclissato dall'astro nascente di Hegel, che peraltro era più anziano di lui. Pur
essendo più giovane di Hegel, Schelling ne fu per qualche anno il maestro e, anche quando Hegel
morirà, Schelling gli sopravviverà per circa 20 anni, dando vita ad una filosofia successiva ad Hegel
ed in polemica con lui. Il pensiero di Schelling presenta, come già quello di Fichte, diverse fasi e,
grosso modo, se ne possono individuare 5:
Fasi del pensiero di Schelling:
1. fisica speculativa e idealismo trascendentale
2. filosofia dell'identità
3. filosofia della libertà
4. filosofia positiva.
L'assoluto come unità indistinta di soggetto e oggetto
Domanda di partenza: come fa la Natura essere dedotta dall'Assoluto?
In Fichte la natura nasceva dal non-io opposto all'io....la natura era meramente strumentale, era ciò
che consentiva all'Io di realizzare se stesso ma non aveva una sua identità specifica.
Per Schelling questo era il limite della filosofia del maestro:
L'errore per Schelling è aver posto nell'assoluto soltanto l'io e non anche la Natura. Per Schelling
invece: l'assoluto deve contenere sia l'aspetto soggettivo-attivo (IO) sia quello oggettivo
passivo (Natura) , ed entrambi sono due forme dello spirito! e la dialettica deve determinarsi
proprio tra questi due principi.
La tesi di Schelling è che: l'assoluto è unità indistinta di Spirito e Natura
E ciò comporta una divisione della filosofia di S. in due parti:
1. fisica speculativa: derivare lo Spirito (ideale) dalla Natura (Reale)
2. idealismo trascendentale: derivale la Natura (reale) dallo Spirito (ideale)
La generazione dello spirito dalla natura e generazione della natura dallo spirito: due cammini
complementari e simmetrici dello stesso evento. L'Oggetto che vuole diventare soggetto e il
soggetto che vuole diventare oggetto.
La fisica speculativa
“la natura è spirito inconscio” (spirito pietrificato)
Lo Spirito emerge dalla natura....la natura è animata da un principio Spirituale
La natura vuole diventare cosciente di sé (evoluzionismo? Dall'inorganico alla coscienza)
La concezione di riferimento è quella organicistica e vitalistica: il tutto precede la parte=la
Natura è un organismo vivente che si sviluppa secondo un suo fine proprio.
“ciò che chiamiamo natura è un poema chiuso in caratteri misteriosi e mirabili. Ma se l'enigma si
potesse svelare, noi vi conosceremmo l'odissea dello Spirito, il quale, per mirabile illusione,
cercando se stesso, fugge se stesso. Infatti si mostra nel mondo sensibile solo come il senso
attraverso le parole , solo come, attraverso una nebbia sottile, quella terra di fantasia, alla quale
miriamo”
La natura è lo spirito non ancora cosciente di sé: tutto il fascino del magnetismo e dei fenomeni
elettrici (pensate a Frankenstein) (mesmerismo/magnetismo animale).
Lo spirito cerca nella materia di venire alla luce, cerca una coscienza nella quale arrivare alla
parola, la trova nell'uomo...e lo fa attraverso alcune tappe:
1. la materia viene generata dall'equilibrio tra due forze: attrazione e repulsione (l'apparente
inerzia della materia in realtà è vitale perché genera un campo gravitazionale)
2. la rottura dell'equilibrio evidenzia il vitalismo della materia: il chimismo è il momento della
rottura nel quale la materia manifesta i fenomeni luminosi ed elettrici, per poi ricondursi
all'equilibrio (scintilla vitale) (laboratorio galvanico).
3. Con la vita organica vi è una continua rottura e recupero dell'equilibrio (la stasi è la morte)
che porta a strutture sempre più complesse fino alla soglia della coscienza (uomo) dove la
natura sa se stessa.
Qui finisce la fisica speculativa e inizia l'idealismo trascendentale
Idealismo trascendentale
“lo Spirito è natura autocosciente” (natura spiritualizzata)
La natura però non sussiste di per sé ma è prodotta dallo Spirito, che si autolimita per diventare
cosciente di sé (come per Fichte).
Questo processo va visto originario quanto quell'altro, i due processi vanno visti sincronicamente
perché sono la manifestazione dell'assoluto che li racchiude indistintamente.
La dimensione dello spirito è caratterizzata dalla tensione tra conscio e inconscio: ovvero come la
realtà nasce dallo spirito, come il pensiero si fa carne.
E il processo è anche qui scandito in tre parti corrispondenti alle tre viste sopra:
Prima epoca ovvero dalla sensazione originaria fino all'intuizione produttiva: l'io entra in rapporto
con l'oggetto esterno a lui, senza sapere che è proprio lui che lo ha prodotto.
In questa fase inconsciamente l'io produce l'oggetto della sua sensazione, che sente come
indipendente, esterno, altro da sé.
Il processo di produzione inconscia da parte dell'io di una realtà percepita come separata, si chiama
intuizione produttiva.
In questa fase l'io percepisce la realtà avvertita come esterna.
A questa fase corrisponde la prima fase della fisica speculativa, ovvero la produzione della materia
Seconda epoca ovvero dall'intuizione produttiva alla riflessione
L'io si percepisce come parte della natura, la natura non è vista più come esterna ma come qualcosa
che comprende anche l'io.
A questa fase corrisponde la nascita dell'organismo
Terza epoca dalla riflessione all'assoluto atto di volere
L'io prende coscienza delle leggi che sono nella natura sono anche le leggi che sono in lui, e perciò
da elemento della natura diventa signore della natura, colui che la modella, che la moralizza.
Attenzione!! in Schelling la natura e lo spirito restano comunque irriducibili l'uno all'altro!
L'idealismo di Schelling è detto estetico perché l'Assoluto, inteso come identità indistinta di Spirito
e Natura è comprensibile all'uomo tramite l'intuizione estetica: l'arte.
Di conseguenza non è la filosofia ad essere la più alta forma di conoscenza, e non sono i filosofi i
veri sapienti ma gli artisti.
Nell'arte il concreto della materia, lo scuro della terra, il chiuso della natura viene alla luce
nell'aperto di un mondo, viene alla parola nello Spirito, grazie all'opera dell'artista che plasma la
materia con lo spirito fondendo insieme i due aspetti dell'infinito. Il genio artistico riesce a
realizzare la perfetta sintesi di materia e forma, riesce a racchiudere l'infinito dentro il finito.