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IL CALITRANO ANNO XXIV - NUMERO 27 (nuova serie) SETTEMBRE-DICEMBRE 2004 VIA A. CANOVA, 78 - 50142 FIRENZE - TEL. 055/783936 IL CALITRANO periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Filiale di Firenze ISSN 1720-5638

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IL CALITRANOANNO XXIV - NUMERO 27 (nuova serie) SETTEMBRE-DICEMBRE 2004

VIA A. CANOVA, 78 - 50142 FIRENZE - TEL. 055/783936

IL CALITRANOperiodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni

Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Filiale di Firenze

ISSN 1720-5638

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IL CALITRANOANNO XXIV - N. 27 n.s.

Periodico quadrimestraledi ambiente - dialetto - storia e tradizioni

dell’Associazione Culturale “Caletra”

Fondato nel 1981

Sito Internet:www.calitritradizioni.it/calitrano.asp

E-mail:[email protected]

DirettoreRaffaella Salvante

Direttore ResponsabileA. Raffaele Salvante

SegreteriaMartina Salvante

Direzione, Redazione, Amministrazione50142 Firenze - Via A. Canova, 78

Tel. 055/78.39.36

Spedizione in abbonamento postale70% - DCB - Filiale di Firenze

C. C. P. n. 11384500

La collaborazione è aperta a tutti,ma in nessun caso instaura un rapporto

di lavoro ed è sempre da intendersia titolo di volontariato.

I lavori pubblicati riflettono il pensierodei singoli autori, i quali se ne assumono

le responsabilità di fronte alla legge.

Il giornale viene diffuso gratuitamente.Attività editoriale di natura non

commerciale nei sensi previsti dall’art. 4del DPR 16.10.1972 n. 633e successive modificazioni.

Le spese di stampa e postali sono copertedalla solidarietà dei lettori.

Stampa: Polistampa - Firenze

Autorizzazione n. 2912 del 13/2/1981del Tribunale di Firenze

Il Foro competente per ogni controversia èquello di Firenze.

Accrediti su c/c postale n. 11384500 inte-stato a “IL CALITRANO” - Firenze oppurec/c bancario 61943/00 intestato a Salvan-te A. Raffaele c/o Sede Centrale della Cas-sa di Risparmio di Firenze Spa - Via Bufali-ni, 6 - 50122 Firenze - ABI 6160 - CAB2800

Chiuso in stampa il 30 novembre 2004

IN COPERTINA:Sulla volta della galleria del palazzo vescovile di Ma-tera, decorata nel 1709 per volontà dell’arcivescovoBrancaccio, è affrescata questa effigie di san Canio, pa-trono di Calitri, ma anche di Acerenza, una diocesi chenel XIII secolo fu unita a quella di Matera. L’immagine,simile a quella della statua che si venera in Calitri, èuna delle più antiche raffigurazioni conosciute del no-stro patrono.

IN

QUESTO NUMERO

Un nuovo libro di memoriecollettivedella Prof.ssa Lina Nazzarena

Romano Cerreta 3

La chiesa parrocchiale diSan Caniodel Dott. Emilio Ricciardi 7

Memoria storica diContursi Termedi Damiano Pipino 12

AVVENIMENTI 13

Orazio Tanelli e Il maresciallo Soricelli 15

DIALETTO E CULTURA

POPOLARE 16

ERBE DI CASA NOSTRA 18

LA NOSTRA BIBLIOTECA 18

SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 20

MOVIMENTO DEMOGRAFICO 22

REQUIESCANT IN PACE 23

RICORDADI SOSTENERE,

CON LA TUAOFFERTA, LA

PUBBLICAZIONEDI QUESTOGIORNALE

AUGURIPER IL SANTO NATALE

“C’è una crisi di alloggi assai più graveche la carenza di abitazioni,

è la penuria di uomini interiormentedisponibili per i loro fratelli”.

Signore, pietà di noisecondo la tua misericordia.

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N. 27 n.s. – Settembre-Dicembre 2004 IL CALITRANO

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I l 3 settembre 2004, nella sala convegnidella Fiera Interregionale di Calitri, è sta-

to presentato il libro: “Calitri, secondoitinerario della memoria”, curato da Raf-faele Salvante, il direttore de “Il Calitra-no”. In esso sono contenute diverse centi-naia di foto, molte delle quali sono quellea lui affidate da noi tutti perché fosseropubblicate sulla sua rivista. Per questo mo-tivo egli preferisce dirsi, con molta umiltà,non l’autore ma solo il curatore del libro.

Il volume è imponente, ha ben 579 pa-gine, e segue di alcuni anni il primo, dellostesso genere, pubblicato nel 1996. Chi,osservandone la mole, lo ha definito unvero e proprio monumento a Calitri e aiCalitrani non si è sbagliato.

Alla presentazione hanno partecipato:Vito Marchitto, Sindaco di Calitri, Raffae-le Farese di Conza, Esperto di storia loca-le, Luigi Salvante, Direttore dell’EA-PSAIM, e il noto scrittore-cantautore Vi-nicio Capossela, originario di Calitri. Erapresente, naturalmente, anche RaffaeleSalvante, mentre Pietro Cerreta, collabo-ratore de “Il Calitrano”, coordinava le fasidell’incontro. La preparazione dell’eventoè stata organizzata dall’Associazione Cul-turale no-profit Scienza Viva di Calitri.

I convenuti erano abbastanza numero-si, fatto notevole in tempi in cui si lamentascarso interesse per tutto ciò che è manife-stazione culturale o politica. Chi era pre-sente in sala aveva il desiderio di condivi-dere sensazioni, ricordare fatti e scaldaredi nuovo il cuore, avendo ritrovato nel li-bro i volti di persone di un tempo che fu.Tra essi figuravano anche alcuni appassio-nati di cultura popolare e di etnografia,provenienti da vari paesi dell’Irpinia e del-la Basilicata.

Cerreta ha introdotto i lavori parlandodi Raffaele Salvante e della sua amiciziacon lui, iniziata quando, adolescente, loha conosciuto, tra gli anni ’50 e ’60, investe di Presidente dell’Azione Cattolicadi Calitri dedicata a “Pier Giorgio Frassa-ti”. Ha proseguito presentando la sua atti-vità professionale di impiegato della Cassadi Risparmio di Firenze e di dirigente re-gionale toscano del Sindacato Bancari FA-BI. Ha inoltre menzionato gli studi da luisvolti, in particolare quelli di Teologia

presso l’Università Gregoriana di Roma, isuoi libri su Calitri e la promozione – dalui guidata – del Premio Città di Calitri“Michele Gallucci”, tra gli anni ’80 e ’90.

Il Sindaco Marchitto ha amabilmenteintrattenuto il pubblico sull’importanza dellibro per la comunità calitrana e ha ricor-dato i valori positivi che le passate genera-zioni hanno trasmesso alle successive: laserietà, l’onestà, il rispetto della parola da-ta, la tenacia nel lavoro.

Subito dopo vi è stato l’intervento delprof. Raffaele Farese, per anni dirigentedella Pro Loco «Compsa» e instancabilefautore di tante iniziative volte alla valo-rizzazione storica e turistica del territorioaltoirpino. Farese è stato professore di in-glese di Salvante, negli anni in cui questifrequentava l’ITC “AM. Maffucci” di Ca-litri, e ha conservato un profondo legamecon lui. Egli si è soffermato in particolaresui soprannomi che denotano le personenelle fotografie del libro e sulla differenzatra i calitrani e i conzani riguardo ad essi.Nella comunità calitrana essi rivestono unruolo pressoché naturale per l’individua-zione di una famiglia, ma sono anche suosegno distintivo, a volta di onore e vanto,contrariamente a quanto accade in quella

conzana, per la quale il soprannome haper lo più valenza negativa.

Molto acclamato è stato, infine, l’in-tervento del cantautore Vinicio Capossela,che ha sorpreso tutti per la spigliatezzadell’eloquio e per l’intento di trasfonderenelle sue canzoni la ricchezza culturaledelle sue radici. Egli si è soffermato sulle“qualità” dei calitrani e, diversamente dalSindaco, ha voluto prendere in considera-zione quelle non proprio positive, adesempio l’«ammì-ria», che in italiano tro-va la sua traduzione più immediata in «in-vidia». Causa certa di contrasti, essa è perònel contempo anche sprone a migliorarsiin tutti i campi della vita, dal lavoro altempo libero.

La manifestazione è proseguita con laproiezione di una cinquantina di immagini,che Cerreta ha tratto dal libro. Egli ha vo-luto dimostrare che esso si presta non soloa una lettura sentimentale della comunitàcalitrana, ma anche a una lettura della suaevoluzione nel costume, nella tecnologia,nella famiglia e nel lavoro. Tra le fotogra-fie proiettate è apparsa pure una piccolagalleria di personaggi «mitici» degli annitrascorsi, riconosciuti e ricordati con evi-dente simpatia da tutti i presenti per le loro

LINA NAZZARENA ROMANO CERRETA

UN NUOVO LIBRO DIMEMORIE COLLETTIVE

Calitri 3 settembre 2004, da sinistra: il sindaco Vito Marchitto, Raffaele Salvante, VinicioCapossela, Luigi Salvante e Raffaele Farese.

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singolari caratteristiche fisiche o compor-tamentali.

È seguito poi un breve dibattito, du-rante il quale i ricordi sono emersi attra-verso le parole dei convenuti, medianteespressioni scaturite con spontaneità dalleimmagini viste sullo schermo. Vi sono sta-ti pensieri e riferimenti appassionati ai per-sonaggi, si sono riconosciuti nonni, amicie fatti storici con concatenazioni veramen-te gradite da tutti, perché da tempo non si

organizzavano momenti in cui la comu-nità calitrana rifletteva sul suo passato.Purtroppo il magico momento è stato trop-po breve: la sala serviva per un’altra ma-nifestazione e non tutti hanno potuto co-municare le proprie sensazioni. Marchittoha affermato che appena si riaprirà la Casadell’ECA, attualmente in via di ristruttu-razione, organizzerà la prosecuzione del-l’incontro in una sede più centrale.

Per ultimo è intervenuto Raffaele Sal-vante, che ha avuto parole di ringrazia-mento per tutti, relatori e pubblico, e per isuoi insegnanti, in particolare per l’alloraprofessore Antonio Altieri, che ha saputopungolarlo a tal punto da infondergli l’a-more per la ricerca, lo studio e la cono-scenza dei fatti locali.

Ai presenti si sono accomunati anche ilontani che per vari motivi non potevanoessere presenti a Calitri. Riportiamo di se-guito alcuni brani tratti dai messaggi per-venuti a Raffaele Salvante da alcune Per-sonalità che hanno ricevuto in dono il libro:

«Caro Ragioniere, desidero ringraziar-la vivamente per il dono graditissimo del

bel volume sul “Secondo itinerario dellamemoria”. La raccolta di fotografie ivicontenuta è di estremo interesse, in quantoserve a documentare plasticamente le con-dizioni di vita dei nostri vicini progenitori.Seguo con partecipazione il Calitrano:l’impegno e la passione ivi profusi sonosegno evidente di profondo attaccamentoalla terra di origine, alla quale anch’io misento profondamente legato. Mi auguroche possa presentarsi presto l’occasionedi incontrarci. Nel frattempo, rinnovando iringraziamenti, invio i più cordiali saluti»Franco Scoca

«Caro Raffaele, ho ricevuto con gran-de piacere CALITRI, Secondo itinerariodella memoria. Congratulazioni. Hai fattoun’opera eccezionale e spero che avrai tut-ti i riconoscimenti che meriti. II “corpus”dei tuoi lavori è tale che chiunque vogliaavvicinarsi alla Calitri ed ai Calitrani delXX secolo non può assolutamente igno-rarlo. Prego Dio e S. Nicola che ti conser-vino a lungo in buona salute, affinché pos-sa continuare in queste ricerche già di persé ineguagliabili. A proposito, ho visto duemie foto di cui non avevo più memoria.Un carissimo saluto». P. Gerardo Cioffari(Centro Studi Nicolaiani di Bari)

«Carissimo Raffaele, ti ringrazio dicuore per l’omaggio dello splendido volu-me su Calitri, che avevo avuto già l’occa-sione di ammirare quando sono stato alpaese per l’8 settembre. Complimenti econgratulazioni vivissime! I miei confra-telli quando l’hanno visto sono rimasti me-ravigliati per il lavoro enorme (sappiamobene che cosa significa impegnarsi nellepubblicazioni) e per la pazienza incredibi-le (non da monaco benedettino ma vera-mente da certosino!) con cui hai curato lefoto e i nominativi di tutti; tra l’altro io hofatto notare che tra parentesi hai messoanche il soprannome per farli riconoscere.Incredibile! Bravo e tanti complimenti dinuovo. Il volume figurerà degnamente –mi hanno detto i confratelli – nella nostrabiblioteca, anche se direttamente riguardasolo me. La biblioteca del nostro mona-stero è ben fornita; oltre quella correnteper lo studio e l’aggiornamento su teolo-gia, sacra scrittura, liturgia, ecc. …, ab-biamo la biblioteca «storica» con libri del’700-’600 e cinquecentine e incunaboli epoi l’archivio con codici e pergamene. Sa-rebbe una bella idea se tu potessi fare unascappata qui con la tua famiglia... Nel rin-graziarti, mi permetto di inviare per la tuabiblioteca dei volumetti della nostra colla-na «Sentieri di Montefano», anche se nonriguardano direttamente i tuoi studi e i tuoiinteressi, ma sono un piccolo segno di ri-conoscenza. Se poi dai uno sguardo al ca-

talogo della nostra collana di studi e notiche qualcosa ti può interessare, saremoben felici di inviarti copia in omaggio. Hospedito un pacchetto al tuo indirizzo. Tilascio con i più cari saluti ed auguri diogni bene, a cui aggiungo quelli per il tuoonomastico, oggi nella festa dei santi ar-cangeli. Saluti alla tua famiglia. Mementoad invicem nel Signore». dom Lorenzo Se-na osb - Monastero S. Silvestro Abate -Fabriano (An)

«Gent.mo Signor Raffaele, ho ricevu-to il suo preziosissimo volume su Calitri ele sono veramente grato per il gentileomaggio che mi offre. È il secondo mera-viglioso “racconto in immagini della sto-ria di Calitri” che solo un profondo amoreper quella terra, accompagnato da speri-mentata competenza in pubblicazioni, po-teva offrirci. Lo “metto” accanto al pri-mo volume, certamente di non minore va-lore, che personalmente mi portò, circaotto anni fa, a Careggi, per “accertarmi”non solo del valore totale dell’opera, mapiù ancora della bravura dell’autore. Nelricordo, con immagini, così care ed elo-quenti; nella spontaneità di vita che in es-se tutti possono leggervi, particolarmentei giovani appunto, lei ci riporta, caro Raf-faele, a quei valori che sono stati il suc-cesso dei nostri cari e che, nel loro “spiri-to”, pur nelle mutate situazioni sociali,quei valori vanno a tutti i costi salvati se, anostra volta, vogliamo riuscire nella vita.Voglio confidarle, caro Raffaele, che quelprimo volume, che ricevetti quale segnodella sua cordiale solidarietà, in un mo-mento così delicato per me, fu pure tra le

Calitri 3 settembre 2004, l’intervento diRaffaele Salvante.

Calitri 3 settembre 2004, l’intervento delcantautore e scrittore Vinicio Capossela.

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mani del P. Francesco Cubelli che era ve-nuto a trovarmi in ospedale e anche lui loapprezzò tantissimo. P. Francesco era unpadre domenicano, nato a Calitri e che èmorto proprio di recente, il 17 agosto u.s.,e che certamente anche lei conosceva.E dunque, così scrivendole in breve, vor-rei dirle tutta la mia stima e farle in schiet-ta cordialità i miei complimenti con l’au-gurio “ad maiora semper” che vuole, tral’altro, “rassicurarlo” della bontà e della“sicura utilità” di un’opera tale perchécertamente “sempre giova ricordare que-ste cose”. E i tanti frutti che ne seguiran-no, compensino la sua fatica». P. EugenioZabatta o.p. (Centro Veritas - “Domeni-cani” di Cagliari)

«La ringrazio molto per il volume“Calitri, secondo itinerario della memo-ria”: l’ho trovato ben fatto e suggestivo.Spero che nello scorso mese sia giunto alei un piccolo opuscolo di mio padre suisoprannomi di San Mango sul Calore (chein parte sono simili a quelli calitrani)». Ni-cola De Blasi (Universita’ Degli Studi diNapoli Federico II)

«Ho ricevuto con sincero interesse etanto piacere il gentile omaggio di “Calitri- Secondo itinerario della memoria” e Viringrazio per il prezioso dono. Con invio aparte Vi farò tenere una pubblicazione dame curata, intitolata “ARCHEOLOGIA ESTORIA”, che, spero, Vi sarà gradita. Visarei tanto grato se vorrete darne notiziasul “Calitrano” e formulare una Vostra re-censione». Giovanni Di Capua (Salerno)

«La ringrazio sentitamente per la Suainteressante Pubblicazione: “Calitri. Se-condo itinerario della memoria”, di cui havoluto cortesemente omaggiare la Biblio-teca Comunale della Città di Caserta “A.Ruggiero”, Le assicuro che quanto primal’opera sarà resa fruibile dai lettori, figu-rando nei nostri cataloghi.Voglia gradirecordiali saluti». Luigi Falco (Sindaco diCaserta)

«La ringrazio vivamente per l’omaggiodel volume che ha voluto inviarci “CALI-TRI Secondo itinerario della memoria”.Ho dato già incarico ad un nostra redattri-ce di esaminarlo attentamente e di fare unabreve recensione che spero di pubblicarenel numero di novembre p.v.» Antonio DeGioia (direttore di EDIRESPA, associa-zione culturale editoriale di Molfetta)

«Ho ricevuto la scorsa settimana losplendido volume su Calitri. È non solouna testimonianza storica ma anche unconforto per chi vive lontano. Grazie per ilpensiero». Celestino Grassi

«Ho gradito moltissimo il volume gen-tilmente offertomi: mi ha colpito l’elegan-za del gesto e della pubblicazione. Rin-graziando sinceramente, auguro a lei e al-la Redazione de “Il Calitrano”, un lungopercorso segnato dal successo.Cordialis-simi saluti». Eugenio Ribecchi (casa edi-trice BLU di PRUSSIA, Piacenza)

«Gentilissimo Direttore, non è un vo-lume, ma un monumento, quello che laS.V mi ha inviato in cortese omaggio. Puòimmaginare quanto mi abbia reso felice

se Le dico che da tempo colleziono storielocali della Campania, e ne posseggo mi-gliaia, compresa, ovviamente, quella diCalitri di Vito Acocella. Grazie e grazieancora e lunga vita a Lei e alla Sua rivista,che leggo sempre con interesse e conser-vo». Francesco D’Ascoli (Ottaviano)

«I più sentiti ringraziamenti per il donodel volume “Calitri. Secondo itinerariodella memoria”, splendido come sem-pre!». Gian Paolo Borghi (Comune di Fer-rara, Centro di Documentazione Storica)

Calitri 25 gennaio 2004, Francesca Galgano e Giovanni Galgano (zampaglion’) festeggiano i lo-ro 50 anni di matrimonio; da sinistra: le nipoti Giovanna Altieri e Francesca Galgano, il figlioGiuseppe – i festeggiati – il genero Alessandro Altieri, la figlia Rosetta, i nipoti Michela Gal-gano e Antonio Altieri.

Ristorante Agriturismo Valle Ofanto, 20 settembre 2004, si festeggiano i novant’anni della si-gnora Angela Di Leo nata a Guardia dei Lombardi il 20 settembre 1914, da Giuseppe e daMaria Giovanna Siconolfi; da sinistra Donato Tornillo nato a Calitri da Berardino e da MariaConcetta Miele, Maria Concetta Miele nata da Francescantonio e da Angela Di Leo,Angela DiLeo la festeggiata, Enza Rosita Coppola, coniugata Tornillo, nata alla Guaira Venezuela da An-gelo e da Michelina Di Luzio e BerardinoTornillo, genero della festeggiata, nato da Donato eda Filomena Di Cecca.Auguri vivissimi dalla Redazione del giornale.

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GIUSEPPE Tozzoli nato a Calitri il 21 agosto 1826 da Francesco e daSerafina Zampaglione, il 30.10.1851 sposa Maria Agnese Tozzoli che eranata il 29.07.1830 da Donato e da Benedetta Graziola. Laureatosi in giu-risprudenza all’Università di Napoli, si iscrisse alla Gioviane Italia e com-battè sulle barricate di Napoli il 15 maggio 1848.Gentiluomo facoltoso ed intraprendente, con nuovi metodi razionali econ macchine moderne seppe fare della sua proprietà terriera una mo-derna azienda agricola di avanguardia che servì di incitamento a tutti gliagricoltori della zona. Fu sindaco del paese e il mandamento di Lacedo-nia, di cui Calitri faceva parte, lo elesse suo rappresentante dal 1867 al1871 al Consiglio Provinciale di cui divenne ben presto Presidente, e in-faticabile organizzatore, fu uno dei principali artefici della rete stradaledell’alta Irpinia, e con un ponte maestoso, deliberato nel Consiglio Pro-vinciale del 1889, valicò il fiume Ofanto che allora era ancora un fiumeimpetuoso, appunto il ponte “Giuseppe Tozzoli” che collega la strada diCalitri alla Stazione ferroviaria.Nella IX Legislatura, alle elezioni del 22 ottobre 1865 viene eletto de-putato al Parlamento dove – prese posto alla Sinistra “in quella giovane si-nistra del ’65, composta il più di ricchi proprietari e di notabili locali, chegittarono giù la così detta consorteria e vennero al Parlamento a prote-stare contro la cattiva amministrazione” – instancabile promotore eanimatore di energie, si distingue caparbiamente quale sapiente registache indusse il Ministero dei lavori Pubblici ad affrontare il piano di unacomplessa rete ferroviaria che in seguito fu denominata Ofantina, scri-vendo all’uopo anche un lavoro molto apprezzato.Venne ancora rielettoper la X (elezione del 10 marzo 1867) e la XI legislatura (elezioni del 20settembre 1870) e tenne il mandato politico fino al novembre del 1874,quando si ritirò a vita privata, lasciando il Collegio a Francesco DeSanctis che lo ricorda amichevolmente nel suo famoso “Viaggio Eletto-rale”. Il 19 agosto 1881, dopo una vita operosissima testimone di un im-pegno convinto e di una passione senza dubbio sentita ed autentica, sispense lasciando l’unico figlio Francesco, al quale il De Sanctis telegrafa-va:” Costernato partecipazione, lamento morte immatura insigne amico mio,decoro famiglia, onore città natale”.

Francesco TOZZOLI nato a Calitri il 22 settembre 1852, daGiuseppe e da Maria Agnese Tozzoli, laureatosi in legge nel 1876,coniugato a Candela, nel 1886, con Giovannina Ripandelli dallaquale ebbe tre figli Giuseppe, Agnese e Francesco, fu nel dicembredel 1875 fra i soci promotori per la fondazione della Società distoria patria per le province napoletane, sostenne con giovanilepassione la candidatura politica del De Sanctis nella durissima lottaelettorale del 1874/75 meritandosi il plauso dello stesso De Sanctische ebbe a dire:”M’era ai fianchi il Tozzoli, giovine intelligente e operosoe fra quelli che ebbe più chiaro il concetto di quel moto politico”. Inqualità di sindaco dell’amministrazione di Calitri, propose alConsiglio Comunale di inoltrare istanza al Ministero dei LavoriPubblici di comprendere anche Calitri fra i comuni che avrebberopotuto beneficiare dell’acqua del costruendo Acquedotto Pugliesee grazie all’interessamento dell’on. Capaldo e dell’on.le FrancescoTedesco di Andretta più volte Ministro dei Lavori Pubblici fusancito all’art. 4 della legge 425 del 20 giugno 1902 che Calitripoteva ottenere la diramazione dell’acquedotto, pagando inproprio solo la metà della spesa occorrente. Nella vita pubblicaseppe onorare le orme paterne e come il padre seguì la suacarriera politica: consigliere comunale e sindaco di Calitri,consigliere provinciale dal 1890 e infine deputato al Parlamento dal6 novembre 1892 alla morte avvenuta prematuramente ingiovanissima età il 15 gennaio 1893.

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La storia della chiesa di San Canio è an-cora tutta da scrivere, poiché le distru-

zioni e le ricostruzioni seguite ai terre-moti che si successero nel corso dei se-coli hanno lasciato poche testimonianzedelle epoche precedenti. Tuttavia è pos-sibile tracciarne per grandi linee la pluri-secolare vicenda utilizzando le fonti di-sponibili: le visite pastorali, i documentitrascritti da Vito Acocella (molti dei qua-li distrutti dai bombardamenti durantel’ultima guerra mondiale), alcune imma-gini o testimonianze indirette1.

La chiesa cinquecentesca

Nulla è possibile dire sulla chiesaparrocchiale prima del 1547, poiché nonesiste allo stato attuale delle conoscenzenessun documento; si sa solo che intornoal 1470 era arciprete don Nicolò de Im-pomola, secondo quanto ha riportato Vi-to Acocella.

La prosperità economica raggiuntada Calitri nel XVI secolo e l’aumentodella popolazione furono alla base delladecisione di costruire una nuova chiesamadre, che fu innalzata nell’antica piaz-za di Calitri, situata a una quota più altadell’attuale piazza della Repubblica. Visi giungeva dalla porta principale delpaese (porta di Nanno) salendo attraver-so via Chiesa Madre, una strada che èstata completamente cancellata dalle de-molizioni seguite al terremoto del 1980;al termine della breve salita, di fronte avia San Canio, strada principale del pae-se antico, c’era uno spiazzo ricavato daun terrazzamento della collina2, al mar-gine del quale sorgeva la chiesa, con lefondamenta poggiate su archi retti dagrandi pilastri. Sulla piazza prospetta-vano alcuni degli edifici più importantidel paese: il “seggio” per le riunionipubbliche, la casa della famiglia Gatta(trasformata nel ’700 nel palazzo baro-nale) e, a una quota più bassa, il mona-stero dell’Annunziata.

La nuova parrocchiale venne consa-crata nel 1547, ma pochi anni dopo, nel1561, fu colpita da un terremoto; quan-do, nel 1563, Alfonso Gesualdo visitò la

chiesa, molte parti furono trovate dan-neggiate o pericolanti.

La chiesa cinquecentesca era a piantalongitudinale, composta da una sola na-vata con cappelle laterali, secondo loschema planimetrico più diffuso neglianni della Controriforma. Essendo an-che uno dei principali luoghi di sepolturadel paese, ospitava all’interno più di ven-ti cappelle gentilizie, oltre alla sepolturariservata ai sacerdoti; inoltre all’esterno,davanti all’atrio, si apriva la fossa comu-ne. Oltre alle cappelle laterali (dieci perlato), esistevano alcuni altari collocatisotto l’organo, o nel coro, che in origineera sul lato destro dell’altare maggiore; ititoli delle cappelle, con poche variazio-ni, rimasero gli stessi fino al terremotodel 16943. Nella chiesa trovò sepolturaanche l’arcivescovo di Conza JacopoLenzio, morto nel 1672 mentre era ospi-te del principe Ludovisi nel castello diCalitri4.

Che il patronato di San Canio fossedi origine recente (forse era stato intro-dotto proprio con la ricostruzione dellachiesa) è dimostrato dal fatto che ancoraalla fine del Cinquecento questo nomeera rarissimo tra la popolazione calitrana;una “Margarita de Canio”, abitante al“Ripone”, è nominata nella visita pasto-rale di Alfonso Gesualdo5, mentre il no-me Canio compare per la prima volta nelregistro dei battezzati nel 15726. Gli altripatroni di Calitri erano San Biagio eSanta Maria Maddalena; di ambedue siconservavano le reliquie nell’altare mag-giore, riposte, insieme a quelle di altrisanti, in sei teche di cristallo7.

Tuttavia, sebbene più recente, il cultodi San Canio si affermò con decisionenei secoli successivi, cancellando la me-moria degli altri patroni; le visite pasto-rali cinquecentesche ricordano sull’altaremaggiore un’immagine della Verginepiuttosto antica, mentre nella visita dimonsignor Campana, nel 1658, l’altareaveva un’icona del santo patrono in cor-nice tra due colonne dorate.

Negli atti della visita dell’arcivescovoAlfonso Gesualdo, nel 1563, sono de-scritti tra gli arredi presenti in sacrestiaalcuni oggetti decorati con l’immagine

di San Canio, tra i quali una croce conl’immagine del santo vescovo da un latoe il crocifisso dall’altro. Inoltre già dal1573 esisteva nella sacrestia un reliquia-rio d’argento a forma di braccio, con labase di rame indorato, che era stato rea-lizzato con il metallo ricavato da un vec-chio calice danneggiato8; nel 1614 ilbraccio, nel quale era conservata la reli-quia del patrono, fu trafugato insieme adalcuni arredi, ma pochi giorni dopo il la-dro fu arrestato e tutti gli oggetti furonorecuperati9.

L’amministrazione civica di Calitri,che aveva finanziato la ricostruzione del-la parrocchiale, ebbe il diritto di patro-nato sulla chiesa e la facoltà di scegliereil parroco tra il numeroso clero di Calitri;gli amministratori inoltre erano tenuti almantenimento dei sacerdoti attraverso ilversamento alla diocesi di alcune impo-ste, le “decime sacramentali”; questocontributo costituiva un notevole onereper le casse comunali, al punto che i ca-litrani ricorsero al Sacro Regio Consi-glio, ottenendo una riduzione delle im-poste da versare10.

Nella visita di monsignor Campanasono ricordati anche il grande fonte bat-tesimale in pietra lavorata, il pulpito,molto bello, vicino al cancello della ba-laustra dell’altare maggiore, i confessio-nali, le sepolture sul pavimento e il coro,collocato di fianco all’altare maggiore,sul lato destro11. La chiesa non era inbuone condizioni e in alcune sue parti,per esempio vicino alla cappella del Ro-sario, minacciava rovina per l’antichitàdelle pareti.

La Cronista conzana, scritta nel1691, dedica molto spazio alla parroc-chiale di Calitri, con una “bellissima na-ve ornata di cappelle, e (…) la sua sa-cristia ricca di sopellettili ed argenti”,servita da un folto clero composto di 47persone, tra religiosi calitrani e forestie-ri12; il manoscritto parla anche, per laprima volta, dell’esistenza di una statuacon la reliquia di San Canio e ricorda al-cuni arcipreti di Calitri, tra cui “don Gio-vanni Balascio persona dignissima, donSalvatore Zampaglione, huomo merite-vole e di stima, ed al presente vi è (…)

EMILIO RICCIARDI

LA CHIESA PARROCCHIALEDI S. CANIO

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don Francesco Margotta”. Segue l’elen-co dei benefici e delle cappelle dellachiesa e del paese e l’elenco delle con-fraternite che vi afferivano: la confrater-nita di San Canio, quella “di preti e laicisotto il titolo del Nome di Gesù”, la con-fraternita del Rosario,“la quale possiedeuna grandiosa massaria di vacche e dipecore (…) che costituiscono una buo-nissima rendita”, la confraternita delCorpo di Cristo, quella di Monte Serratoe, in una piccola chiesa fuori delle mura,la confraternita di San Bernardino13. Almanoscritto era allegata una raffigura-zione della Terra di Calitri, dominata dalgrande castello, con lo stemma civico el’effigie del santo patrono14.

Un’altra veduta di Calitri alla fine delXVII secolo, riportata nel Regno di Na-poli in prospettiva di Giovan Battista Pa-cichelli15, mostra la chiesa come una fab-brica alta e rettangolare, situata vicinoalle mura; il campanile non è visibile, equesto fa pensare che all’epoca non vifosse una torre campanaria, ma solo unpiccolo campanile a vela16. Questa è l’u-nica immagine esistente dell’antica par-rocchiale, prima che i terremoti di finesecolo la distruggessero.

Il terremoto del 1694 e la ricostruzione

Dopo i terremoti del 1692 e del 1694la chiesa, in gran parte crollata, fu chiusaal culto17. Fu innalzata a parrocchiale lachiesa del vicino monastero dell’Annun-ziata, mentre i defunti furono sepolti nelcimitero del convento di San Sebastianoe nella stessa Annunziata; si riprese aseppellire nella chiesa madre solo dopo il169918.

Nel 1707 in un registro parrocchialesi parla di nuovo della statua di San Ca-nio, esposta alle preghiere dei fedeli in-sieme alla Madonna del Rosario e allareliquia di San Biagio quando, a causadi un’eruzione del Vesuvio, “nevicò ce-nere di modo che di mezogiorno s’o-scurò il sole” e per tranquillizzare i ca-litrani atterriti don Antonio Berrilli, ret-tore pro tempore della parrocchia, or-dinò di “esponere la statua della Beatis-sima Vergine del Rosario, dove si can-torno litanie, Salve Regina, e Rosario(…) la statua del glorioso nostro pro-tettore S. Canio, et la reliquia di S. Bia-si anco protettore, dentro il bracciod’argento, avanti le quali si dissero le li-tanie dei santi, e doppo s’andò avantil’altare del Santissimo a cantare li salmipenitenziali, e con questi atti di peniten-za si schiarì l’aria19”.

Dal brano sembra di capire che, es-sendo stata trasferita la reliquia di San

Canio nella statua di legno, il bracciod’argento veniva usato per conservare lareliquia di San Biagio, anche lui vescovoe patrono di Calitri. E bisogna ricordareche di statue di San Canio ne esistevanopiù d’una; oltre a quella della chiesa ma-dre ne esisteva un’altra, piuttosto antica,che oggi si vede nella chiesa dell’An-nunziata, e si ha notizia anche di un bu-sto in argento20. Esisteva inoltre, intornoal 1740, una statua veneratissima della

Madonna del Rosario, che si portava inprocessione e che ancora a metà Otto-cento era presente in chiesa21; la statua,ricoperta di vesti preziose e con due co-rone d’argento sul capo della Vergine edel bambino Gesù, era conservata in unarmadio nella cappella di San Gaetano22.

La visita che l’arcivescovo France-sco Nicolai compì alla chiesa da pocoricostruita (fu consacrata nel 1728) ag-giunge nuovi particolari sulla statua li-gnea di San Canio: era conservata in unarmadio nella cappella del Nome di Ge-sù, con la reliquia sul petto, munita disigillo e di lettera di autentica; nello stes-so armadio erano contenuti anche unpezzetto della Croce di Cristo (collocatain una teca all’interno di un ostensoriod’argento) e le reliquie di Sant’Erberto,San Cosma, San Felice, San Liberale ealtri23. Molte di queste furono di certodonate alla chiesa dai vescovi di Conza,come ad esempio quella di Sant’Erberto,patrono di Conza, un santo che negli an-ni precedenti aveva conosciuto un rilan-

cio del culto ad opera dell’arcivescovoGaetano Caracciolo (1682-1709); o co-me la reliquia di San Cosma, un patronoricordato anche nelle epigrafi che oggisi vedono affisse sulla canonica dellachiesa24.

Della chiesa settecentesca esiste unadescrizione redatta nel 1737 dal “tavo-lario” Pietro Vinaccia; la fabbrica, piùpiccola della precedente, era a navataunica e aveva in tutto dieci altari latera-li25; l’aula era coperta da un soffitto acassettoni con quadri, dorature e altrericche decorazioni. La chiesa era servitada un clero molto numeroso, compostoda un arciprete parroco, trentaquattro sa-cerdoti “partecipanti”, che gestivano li-beramente il patrimonio della chiesa, eventi chierici. Il clero “partecipante” el’arciprete dovevano essere nativi di Ca-litri, e avevano, tra i numerosi privilegi,anche il diritto a essere sepolti nella fos-sa riservata ai sacerdoti26. C’erano inpaese anche altri preti, ma quelli fore-stieri non potevano partecipare delle en-trate della chiesa, dalla quale ricevevanosolo un piccolo rimborso per i servigiprestati.

Essere sepolti nella tomba dei sacer-doti era un sentito come un privilegio,che a volte veniva concesso anche a reli-giosi che non ne avevano diritto, ma cheerano stati particolarmente meritevoli invita, come accadde per il frate siracusanoGeronimo Campanella, ultimo abitantedel convento di San Sebastiano, mortonel 1711, e per don Giuseppe de Aloisi,un vecchio e benemerito sacerdote, mor-to nel 171927.

Nella visita di Francesco Nicolai,condotta nel 1740, sono ricordati, oltreall’altare maggiore, otto altari, intitolatial Santissimo Nome di Gesù, a Sant’An-na, a Santa Maria di Monserrato, alloSpirito Santo, a San Gaetano, al Rosario,a Sant’Antonio di Padova e all’Incoro-nata; alle spalle dell’altare maggiore c’e-ra il coro, con ventuno stalli di legno, edi fianco al coro la sacrestia, con gli ar-genti, le suppellettili, l’archivio e la se-poltura dei sacerdoti, con dodici posti.Al centro della chiesa si aprivano altresepolture: quella degli uomini, quelladelle donne, quella dei bambini e, da-vanti all’altare maggiore, la tomba di Ja-copo Lenzio. La chiesa aveva anche l’or-gano, una torre campanaria con due cam-pane e la fossa comune davanti all’atrio.Quando l’arcivescovo Nicolai la visitò,diede ordine di completare la porta prin-cipale, finire il pavimento e mettere unacroce sul culmine della facciata, ma so-prattutto ordinò di allargare la chiesa,troppo piccola per contenere i numerosifedeli; forse proprio in quegli anni furo-

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Svizzera – Cadepino 30.08.2004, Giovanni-no Maffucci e Giuseppina Gautieri festeggianoi loro 45 anni di matrimonio; auguri carissimida Claudio, Nathalie,Aline, Sara con Yolande,Renzo, Claudio G. e Lina e dalla Redazione.

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no aggiunte alla costruzione originaria, anavata unica, due navate laterali; infattile testimonianze raccolte da Vito Aco-cella circa cinquant’anni dopo la demo-lizione della chiesa concordano nel de-scrivere una chiesa a tre navate, scanditeda archi su colonne ioniche, con cappel-le laterali poco pronunciate28. Nella chie-sa esistevano diverse confraternite, cia-scuna delle quali aveva il proprio altare;gli atti della visita di monsignor Nicolairicordano la confraternita del Nome diGesù, quella del Rosario, quella di SantaMaria di Monserrato e quella del Santis-simo Sacramento, con un altare “formo-sae ex lapidibus marmoreis contructum”,cioè realizzato con marmi pregiati. L’al-tare maggiore settecentesco e due deglialtari laterali in marmo si ammirano tut-tora nella chiesa madre, insieme con al-cuni antichi dipinti, tra cui l’Adorazionedel Santissimo Sacramento e la Cascatadi San Canio, oggi collocato alle spalledell’altare maggiore e danneggiato da in-cauti restauri condotti nel corso dei se-coli.

Le ultime vicende

All’inizio del XIX secolo il culto delsanto patrono riprese con maggior vigoreper opera dell’arciprete don Nicola Ber-rilli, parroco dal 1783 al 1814, che nel1814 compose anche una Novena in ono-re di San Canio; il risultato di tanta de-vozione fu l’offerta alla statua del santo,da parte dei calitrani, di una nuova palmae un nuovo pastorale d’argento29, offertacelebrata anche da un’incisione con l’im-magine di San Canio che protegge laTerra di Calitri30.

Nell’immagine compare in primopiano la chiesa madre, con a sinistra ilcampanile a quattro registri; la facciata,senza atrio, è a due registri, con unagrande porta al centro, sormontata da unoculo circolare. Sullo sfondo si distin-guono la collina del Calvario e le chieserurali di San Bernardino e di Santa Lu-cia; a destra sono raffigurati due calitraniche recano al santo offerte in grano.

La statua del patrono è su un baldac-chino, con la mano destra in atto di be-nedire e la sinistra che regge il pastoralee la palma del martirio; sul petto si ve-dono la croce e il mantello, chiuso dauna fibula; sul capo, coronato dall’au-reola, la mitria; la scritta sull’incisionerecita “A S. Canio Protettore / I devotiCaletrani / Coll’offerta offrono il core /1818.” Era parroco don Vito Codella(1816-1821).

Nel 1820, negli atti della visita dimonsignor Arcangelo Lupoli, la chiesa

madre è citata, oltre che con il titolo diSan Canio, anche con quello di SantaMaria Assunta, un titolo comune allamaggior parte delle cattedrali della Cam-pania e del Regno di Napoli. Negli stessianni l’arcivescovo scriveva al ministrodegli Affari Ecclesiastici e all’intendentedella provincia di Principato Ultra persegnalare il grave stato di dissesto dellachiesa di Calitri, nella quale, in seguito alterremoto del 1805 e alla susseguente

frana, si erano aperte vistose lesioni;monsignor Lupoli proponeva di abbat-terla e ricostruirla al più presto, paven-tando i pericoli che sarebbero potuti de-rivare da un crollo31. Negli anni seguentigli arcivescovi di Conza sollecitarono piùvolte i governanti affinché provvedesseroalle necessarie riparazioni della chiesa,dove le lesioni nei muri si allargavano avista d’occhio.

Nel 1840 l’amministrazione comu-nale spese 322 ducati per riparare i tettidi cinque cappelle, scoperchiate da unatempesta di vento, e l’anno dopo impiegòalcune migliaia di ducati per cercare diconsolidare la chiesa, sostenendone lemura con grossi contrafforti e rifacendoparte della fondamenta; ma le pesantistrutture realizzate, invece di risolvere ilproblema, resero necessari negli annisuccessivi nuovi urgenti lavori32. Dal1851, completata la costruzione del nuo-vo cimitero fuori dell’abitato, cessaronole sepolture nella chiesa33. Nel 1874 unfulmine colpì il campanile, causando il

crollo dei registri superiori e la cadutadi una campana.

Nel 1881, dopo avere tentato in tutti imodi di salvare l’antica chiesa, le auto-rità civili ed ecclesiastiche decisero diabbatterla, per evitare pericoli maggio-ri; si provvide allora a mettere in salvo lepietre di maggior pregio (depositate nellargo Croce), gli altari, la balaustra, ilfonte battesimale in pietra lavorata, iquadri e gli stalli del coro (conservati neidepositi comunali), e nel marzo del 1883iniziarono i lavori di demolizione, con-clusi nel settembre dello stesso anno. Ne-gli anni successivi furono demoliti an-che i resti del campanile e “l’arco dellavolta”, un porticato che metteva in co-municazione la chiesa con l’abitato re-trostante. Da quel momento, e per circacinquant’anni, la chiesa dell’Annunziatafu utilizzata come parrocchiale, mentre lastatua di San Canio fu collocata nellachiesa dell’Immacolata, dove rimase finoal 1933, tra le proteste degli anziani, chenon gradivano vedere San Canio abitare“a casa d’affitto34”.

Scartata, dopo lunghe discussioni, l’i-dea di ricostruire la parrocchiale sullostesso luogo della precedente, prevalsela proposta dell’arciprete don Luigi diMilia e si scelse per la nuova costruzioneil largo della Croce, all’estremità dell’a-bitato; nel 1909 monsignor Nicola Picci-rilli, arcivescovo di Conza, benedicevala prima pietra della nuova chiesa, ma ilterremoto del 1910, la guerra del ’15-’18, l’epidemia di “spagnola” del 1919 eil successivo terremoto del 1930 inter-ruppero per oltre vent’anni la ricostru-zione35. Nel frattempo il largo dove sor-geva la chiesa antica veniva in gran partecancellato dalle demolizioni per ricavarela nuova piazza; durante i lavori venneroalla luce le ossa di molti calitrani sepoltinel corso dei secoli nella fossa comunedella chiesa.

Durante gli anni in cui la costruzionerimase ferma, molte testimonianze dellachiesa antica sparirono; diverse pietre la-vorate, ammucchiate in largo Croce, fu-rono rubate, e nel 1917 fu venduta la“campana di San Canio”, lesionata du-rante il crollo del campanile. Nel 1921,per finanziare la ricostruzione, fu alie-nato il coro di legno settecentesco, su-scitando le proteste di molti cittadini, tracui Vito Acocella36.

Nel 1926 in largo Croce, di fiancoall’area individuata per la ricostruzione,don Antonio Cestone faceva innalzareanche una casa per il parroco37. I lavoriper la chiesa, tuttavia, iniziarono solo nel1933; in pochi mesi furono completatel’abside e la crociera, chiuse da una fac-ciata provvisoria in muratura rustica con

Bollate 10.06.2004, matrimonio di ClaudiaMascellani e Michele Maffucci nato da Toni-no (spaccac’pogghj’) e da Anna Maria Ma-lanca. Sinceri e sentiti auguri di ogni benedalla Redazione.

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un portone di legno, in modo da poterutilizzare subito la nuova costruzione;nell’aprile dello stesso anno l’arcivesco-vo Giulio Tommasi autorizzava il clerodi Calitri a celebrarvi la Messa38.

A causa della seconda guerra mon-diale e degli anni difficili che seguirono,la chiesa rimase incompleta per altri ven-ti anni. I lavori per costruire la navata, suprogetto dall’architetto romano AldoBartali, ripresero solo nel 1958; l’ono-revole Salvatore Scoca contribuì a tro-vare fondi e leggi per finanziare la co-struzione, mentre un comitato presiedutodal colonnello Cerrata raccolse nuove of-ferte dai cittadini. Nel 1960 la chiesa erapraticamente ultimata e funzionò fino al-la sua demolizione, avvenuta dopo il ter-remoto del 198039.

Documenti

APSCC, Miscellanea, ff. n. n. [1933]

Al Reverendo Clero di Calitri – Notifica-zione - Apertasi al culto, col munifico con-corso del Santo Padre, una parte della ChiesaParrocchiale in Calitri, ordiniamo che ivi sicompiano le sacre funzioni parrocchiali conl’amministrazione dei Santi Sacramenti.

Premettiamo che tenutosi conto della va-stità della Parrocchia di Calitri e delle chieseche vi sono edificate, prescriviamo che ingiorni festivi di precetto si celebrino otto San-te Messe e se i sacerdoti celebranti in pubbli-co non raggiungono tale numero diano fa-coltà al Vicario Foraneo di permettere la bi-nazione per raggiungere tale numero di mes-se festive. Vogliamo che nella chiesa dellaMadonna delle Grazie si celebri solo nellaprima domenica del mese e nelle festività del-la Madonna.

Nella nuova chiesa Parrocchiale si cele-breranno 2 messe, una al primo mattino, cheè la messa Parrocchiale, e l’altra alle ore 11.

A S. Michele una messa alle ore 8.All’Immacolata due messe.A S. Antonio Abate una messa.All’Annunziata una messa.A S. Bernardino una messa.In quei giorni in cui si celebra la messa

nella Chiesa della Madonna delle Grazie oc-corre che il numero delle messe sia di nove.

Tornando in Calitri il sac. Francesco Ric-ciardi, che Noi abbiamo incardinato a codestachiesa, in conferma di quanto abbiamo di-sposto vogliamo che il Procuratore del Clerodistribuisca a lui la stessa quota degli avven-tizi che è dovuta a ciascun partecipante, rifiu-tandosi ordiniamo che egli resti sospeso a di-vinis e deposto dall’ufficio di Procuratore delClero. S. Andrea di Conza, 28 aprile 1933.Giulio Arcivescovo di Conza, Vescovo di S.Angelo de’ Lombardi, Bisaccia e Lacedonia.

APSCC, Registri dei defunti, 34, 1939-1958 [ma 1959].

Il presente Registro dei Morti, iniziato il1° gennaio 1939, si chiude col 29 dicembre1958. Durante il suddetto periodo è stato Ar-ciprete Parroco di S. Canio in Calitri il Sac.

Giuseppe Antonio Rossi, che incominciò areggere la parrocchia il dì 8 ottobre 1938.

Avendo trovato la chiesa parrocchiale in-completa, nella forma della sola crociera, ilsuddetto Arciprete si adoperò per il comple-tamento della Parrocchia.

Nel mese di luglio 1958, precisamentedopo 75 anni dall’abbattimento della vecchiaChiesa di S. Canio sita nella piazza di Calitri,si iniziarono i lavori per il completamentodella Chiesa.

Nel 1959 i lavori di completamento al ru-stico sono terminati, e i fondi di finanzia-

mento del grande lavoro sono stati concessidal Governo Italiano, in base ad una leggedel dicembre 1951.

Il progetto è stato redatto dall’ArchitettoAldo Bartali di Roma.

Nell’autunno del 1959 sarà costruita lagradinata in pietra calcarea, che misura unalunghezza totale di circa 120 metri; e nellaprimavera del 1960 sarà fatto il rivestimentodella facciata in marmo di Carrara e pietralavorata, per tutta la sua superficie, che misu-ra mq. 360 circa.

L’Arciprete G. Antonio Rossi spera diaver provveduto ad ottenere altri fondi per lerifiniture interne ed esterne del tempio nelleparti principali.

Al tutto penserà la Provvidenza.In fidem – Arciprete Giuseppe Antonio

Rossi

NOTE

1 Questo lavoro non sarebbe stato possibile sen-za la gentilezza del parroco e di tutti i volontari del-la parrocchia di San Canio, che mi hanno messo adisposizione l’archivio parrocchiale. Ringrazio inol-tre don Tarcisio Gambalonga, che mi ha consentitodi consultare l’archivio della Curia Arcivescovile.

2 Dopo la demolizione della chiesa, nel 1883,lo spiazzo prese il nome di “Largo ex Chiesa ma-dre”.

3 Nella visita dell’arcivescovo Alfonso Gesual-do (1563) gli altari laterali erano intitolati al Nomedi Gesù, ai Santi Filippo e Giacomo, allo SpiritoSanto, alla Vergine Annunziata, a Santa Maria delSoccorso, a Santa Maria del Carmine, alla Madonnadi Costantinopoli, a Santa Maria delle Grazie (duealtari), a San Pietro, alla Santissima Trinità, a SanGiovanni Battista, alla Natività di Maria, a San Bar-tolomeo, a San Michele Arcangelo, a Santa Mariadella Neve, a Santa Maria della Croce, all’Immaco-lata Concezione e all’Incoronata. Nella visita diMonsignor Pescara (1572) i titoli sono gli stessi;solo la cappella di San Giovanni Battista prendeanche il titolo di San Giorgio. Nella visita dell’arci-vescovo Fabio de Leonessa (1623) compare per laprima volta la cappella intitolata al Corpo di Cristo,mentre non sono riportate le cappelle intitolate allaMadonna del Soccorso e alla Madonna di Costanti-nopoli. Infine, nella visita di monsignor Campana(1658) al posto della cappella dell’Annunziata c’èl’altare di Sant’Antonio di Padova, mentre la cap-pella di San Pietro prende anche il titolo di Sant’Eli-gio. La Cronista conzana (1691) ricorda anche lacappella di San Donato, giuspatronato della fami-glia Lupone, e quella di Sant’Anna, della famigliaBerrilli. Gli atti delle visite di Gesualdo e di Pe-scara sono pubblicati in G. Cioffari, Calitri. Uo-mini e terre nel Cinquecento, Bari 1996, mentrequelli delle visite di Leonessa e Campana e il ma-noscritto della Cronista Conzana sono nell’Archiviodella Curia Arcivescovile di San’Angelo dei Lom-bardi (ACASAL).

4 Cfr. F. Ughelli, Italia sacra, II ediz., VI, Ve-netiis 1720, col. 816; V. Acocella, Storia di Calitri[1946], r.a., Calitri 1984, p. 87.

5 Cfr. G. Cioffari, op. cit, p. 27.6 Archivio della Parrocchia di San Canio – Ca-

litri (APSCC), Registri antichi, I, f. 57 [1572].7 ACASAL, Visite Pastorali. Fabrizio Campana,

ff. 11-26 [1658].8 Il reliquiario esiste tuttora. Cfr. C. Zarrilli, in

Musei diocesani della Campania. Arcidiocesi diSant’Angelo dei Lombardi - Conza - Nusco - Bisac-cia, a cura di U. Dovere, Napoli 2002, p. 18.

9 “A dì primo di febraro 1614 si trovò scassatala sacristia di Santo Canio di Calitro donde furonolevate un’ingenziero, uno braccio dove si mostravala reliquia di Santo Canio et uno calice grande et lesopradette cose erano d’argento ascendevano allasomma di 150 docati in circa. Et ancora furno leva-ti dui cammisi et uno avant’altari di velluto et unacotta. Et per grazia d’Iddio, et per miracolo del glo-rioso Santo Canio le sopradette robbe si ritrovarononella Città di Venosa a dì 3 di febraro 1614 ad horasette di notte per diligenza usata dal dottor Giovan-ni Sala et de più il malfattore incappò prigione nellaCittà di Minervino per altri suoi sceleraggini nel-l’ottava di Santo Canio 1614” (APSCC, Registriantichi, II, Defunti, f. 91v [1614]).

10 Cfr. V. Acocella, op. cit., pp. 76-77.11 ACASAL, Visite Pastorali. Fabrizio Campa-

na, ff. 11-26 [1658].12 “In questa Terra di Calitri vi è la Chiesa

maggiore sotto il titolo di S. Cannio, protettore didetta Terra, e vi è la statua e reliquie di detto santo,nella quale chiesa vi è bellissima Nave ornata dicappelle, e tiene la sua sacristia ricca di sopellettilied argenti; e vi è il Paroco con titolo d’Arciprete, edanco il Cantone quale unito con detto arciprete co-stituiscono il numero d’otto partecipanti Preti, ed inquest’anno tra partecipanti e fuore parte vi son die-ced’otto sacerdoti, due diaconi, 24 clerici, uno co-nigato, ed uno cursore, ed uno oblato” (ACASAL,ms. del 1691, D.A. Castellano, Cronista conzana,libro III, discorso secondo, ff. 48-51, riportato in G.Cioffari, Le Chiese di Calitri nel Seicento -2 in “IlCalitrano”, n.s., 12 (1999), pp. 6-10. )

Moretta (CN) 2 maggio 2004 la prima co-munione della piccola Reginella: MarilenaRutigliano nata a Saluzzo da Salvatore, diMonteverde, e da Angela Codella.

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13 Ivi. Don Giovanni Balascio fu parroco dal1649 al 1676, don Salvatore Zampaglione dal 1677 al1687 e don Francesco Margotta dal 1687 al 1692.Cfr. anche E. Ricciardi, I registri parrocchiali anti-chi della chiesa di San Canio, in “Il Calitrano”, n.s.,25 (2004), pp. 9-12.

14 L’ubicazione attuale della veduta è sconosciu-ta, poiché essa non è più presente nel manoscrittodella Curia di Sant’Angelo. L’immagine è è riportatain C. De Rosa, Calitri negli ultimi tre secoli (Da al-cune incisioni, disegni e manoscritti inediti), in“Samnium”, 69 (1996), pp. 315-332, e in G. Ciof-fari, Calitri. Uomini e terre…cit..

15 G. B. Pacichelli, Il regno di Napoli in pro-spettiva [1702], I, Bologna 1975. Il volume riportaun’incisione di Calitri, precedente al 1694, mentre lenotizie relative al paese sono successive al sismadell’8 settembre di quell’anno e probabilmente nonfurono scritte da Pacichelli, morto nel 1695, ma daisuoi editori Muzio e Parrino.

16 Una conferma di quanro detto viene dagli attidella visita di Alfonso Gesualdo, nei quali non siparla di un campanile, ma di un “locum ubi suntcampanae”. Cfr. gli atti della visita in G. Cioffari,Calitri. Uomini e terre…cit., pp.

17 Toccò a don Giuseppe de Simone, arcipretedal 1692 al 1702, redigere il triste elenco dei 311calitrani deceduti a causa del terremoto del 1694,per il quale fu necessario aggiungere alcune pagine allibro parrocchiale. APSCC, Nota dei morti per causadel terremoto sortito ad otto 7mbre 1694 ad hore18, in Registri antichi, IV, Defunti [dopo il 1694].

18 Ivi, f.19 Ivi, f. 8 [1707].20 Aniello Basile ricorda il detto “Sant’ Canii’

r’argient’/ senza vrazz’ e senza nient’/ quann’ mor’l’arc’preut’/ s’ lu spart’n’li parient’.” Cfr. A. Basile,

Vecchio mondo calitrano. Alla riscoperta della ci-viltà contadina, Calitri-Avellino 1984., pp. 284-295.

21 Nel 1846 l’amministrazione comunale di Ca-litri deliberava l’acquisto, per 41 dicati e 60 grana, di“un nuovo piedestallo di legno bene intagliato e do-rato, per essere l’attuale del tutto consumato, da ser-vire per la statua della Madonna del SS. Rosario edaltre immagini, allorquando si portino processional-mente per l’abitato”. ASN, Ministero degli Interni -II inventario, inc. 5629/18, [1846].

22 “Adest imago, sive statua, BMV SS.mi Rosa-rij, quae defertur processionaliter in die festo eju-sdem SS.mi Rosarij BMV, et est collocata in armarioexistente in capella S. Cajetani. Habet vestem pre-tiosam, et in capite tam ipsius imaginj, quam in ca-pite pueri Jesu, sunt coronae argenteae”. (ACASAL,Visite Pastorali. Francesco Nicolai, ff. 69-119[1740]).

23 Ivi.24 Ecco il testo delle due iscrizioni murate sulla

parete della canonica della chiesa madre. Prima epi-grafe: D.O.M. / QUEM SPECTAS ARTIORI IN LO-CO ADITUM / QUAM CERNIS TEMPLI EXTEN-TIONEM / UT SACRIS IN PERAGENDIS / PO-PULUS ANGUSTIAS DECLINARET / IOSEPHINICOLAI / ARCHIPRAESULIS COMPSANI / IM-PERIUM / FIERI DUXIT / ANNO D(OMI)NIMDC< >; seconda epigrafe: D.O.M. / TEMPLUMHOC SUB S. CANIONIS TUTELA / ET NOMI-NE / FRANCISCUS NICOLAI / ARCHIPRAESULMETROPOLITA COMPSANUS / IN SANC-TOR(UM) MARTYROR(UM) COSMAE ET DE-SIDERII / HONOREM / AD CLERI POPULIQUEITERATAS PRECES / SOLEMNI RITU/ DICAVIT/ AC ILLUD IN AN(N)IVERSARII DIE VISITAN-TIBUS / INDULGENTIAE XXXX DIES IMPER-TITIIS EST / ANNO D(OMI)NI MDCCXXVIIIDIE XXV APRILIS.

25 La descrizione è riportata in V. Acocella,op. cit., pp. 101-103.

26 Nel 1820, durante la visita di monsignor Lu-poli, il clero era composto dell’arciprete, un cantore,ventisette sacerdoti, tre accoliti, tre lettori e diciassettenovizi. Nel 1860 il clero era ridotto a un arcipreteparroco, un cantore e dodici “partecipanti”, che peròpercepivano ancora forti rendite.

27 APSCC, Registri antichi, 5, riportato in T. DiMaio, Male mortuus qui male vivens. Fatti di vita ca-litrana attraverso i registri parrocchiali dei battezza-ti, confermati, matrimoni e morti dal 1707 al 1764,1992, dattiloscritto conservato presso la Bibliotecacomunale di Calitri. Su don Giuseppe de Aloisi cfr.E. Ricciardi, Per una biografia di padre FrancescoMargotta (1699-1764), in “Il Calitrano”, n.s., 24(2003), pp. 12-15.

28 Dopo la demolizione della chiesa, Vito Aco-cella, nel tentativo di non far perdere la memoria del-la fabbrica scomparsa, tentò di ricostruirne l’aspettoattraverso le testimonianze degli anziani che l’aveva-no vista, pubblicando nella Storia di Calitri la de-scrizione e la pianta delledificio. Cfr. V. Acocella,op. cit., pp. 228-233.

29 Sulla palma argentea della statua di San Canioè incisa la seguente scritta: “I devoti calitrani que-st’anno 1818 hanno fatto palma e pastorale a S. Ca-nio protettore”.

30 Cfr. C. De Rosa, Calitri negli ultimi tre seco-li (Da alcune incisioni, disegni e manoscritti inediti),in “Samnium”, 69 (1996), pp. 315-332.

31 A. Cestaro, Le diocesi di Conza e Campagnanell’età della Restaurazione, Roma 1971, pp. e pas-sim.

32 ASN, Ministero degli Interni - II inventario,inc. 5629/18, [1840-44]. Nel 1841 fu accomodatoanche l’organo della chiesa. Sulle vicende ottocente-sche della parrocchia cfr. anche V. Acocella, op.cit., e G. Acocella, Calitri. Vita di un grosso borgo

rurale dell’alta Irpinia dal 1861 al 1971, Calitri1977, pp. 111-119.

33 “Ager pro defunctorum humatione designatusinauguratus fuit solemni cun beneditione sub die de-cima mensis Januarii millesimi octingentesimi quin-quagesimi primi 1851 – abhinc vero coepit esse inusum”. Annotazione del parroco don Pasquale Ber-rilli in APSCC, Registri dei defunti, 30, 1849-1858, f.162 [1851].

34 Cfr. A. Basile, op. cit., p. 288.35 Sulla demolizione della chiesa madre e la sua

ricostruzione in largo Croce cfr. G. Acocella, op.cit., pp. 111-119.

36 Cfr. V. Acocella, op. cit., p. 322.37 La casa corrisponde ai nn. civici 29-31-33-

35-37 dell’attuale corso Garibaldi. L’epigrafe sullafacciata recita: Casa del parroco mons. CestoneAnno 1926/IV.

38 Appendice, documento I.39 A conclusione del lavoro si riporta la descri-

zione della chiesa del 1960, scritta da Giulio Acocel-la pochissimi anni prima del terremoto del 1980:“L’attuale Chiesa Madre, intitolata la protettore delpaese, S. Canio, è stata costruita in due tempi, al-l’ingresso del paese (…) Prima fu eretta la crociera el’abside, in stile barocco e con soffitto a volta; solo inanni recenti, è stata completata con l’aggiunta delletre navate, della facciata e del campanile. Le navatehanno strutture in cemento armato e soffitti orizzon-tali, cosicché stonano con la crociera, alla qualesembrano proprio appiccicate. Anche la facciata,realizzata dopo le navate, è stata a queste addossatasenza criterio (…) i due rosoni laterali, visti dall’in-terno risultano come tagliati, nella parte superiore,dai soffitti piani delle navate. La facciata è in marmipolicromi bianchi e rosa ed è preceduta da una am-pia scalea. Nobili residui della chiesa antica sono ibegli altari settecenteschi (…), intarsiati di pregevo-li marmi, la balaustra con colonnine marmoree, non-ché due grandi quadri a olio di buona fattura. Ilcampanile non ha un vero stile e conserva le duecampane il cui rintocco è familiare ai vecchi.”(G. Acocella, op. cit., p. 23).

Il 19 luglio 2004 si è brillantemente Lau-reato in Scienze e Tecnologlie Alimentaripresso l’Università di Milano

Rolando Donatiello

Qui insieme ai suoi genitori papà Giovanniex barbiere e mamma Lucia Toglia (curcig-ghj’) ai quali vanno, da parte della Redazio-ne, le più sentite felicitazioni e al neo dot-tore l’augurio più sincero di una promet-tente carriera.

Calitri, 21 febbraio 1956 gli sposi novelli Gae-tana Pastore (m’ercand’) nata il 13.12.1933 ePasquale Zazzarino nato il 05.03.1931.

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Isegni riscontrati nelle numerose grottedel territorio di Contursi, la scultura

rupestre al lato della grotta del Rosarioe le buche cultuali del vicino comples-so cavernicolo di Sperlonga ci induco-no a credere che, nella più remota anti-chità, in questi luoghi vivesse gente pa-cifica dedita all’agricoltura e all’alle-vamento del bestiame, che credeva nel-la forza generatrice della terra, nellamagia e nella vita ultraterrena.

I reperti storici archeologici emersisullo stesso territorio in questi ultimidecenni (pugnali e cuspidi di freccia inselce, ceramica globosa incisa ad im-pasto nero ed altri manifatti della primaetà del Ferro) attestano la presenza digruppi umani sedentari stanziati nellelocalità Monticella sul Tufaro, Isca Per-rigno e Vetrali. Si vuole che, in tempiprotostorici, questi gruppi si riunisserosul promontorio dominante la valle nel-la quale il Tanagro confluisce nel Sele,quindi l’attuale sito dove fu fondata laprima “cittadella” che col passare deltempo, per l’influenza di nuove corren-ti culturali (la villanoviana e la halla-stattiana) e la mutata situazione politi-ca centro meridionale, doveva dirsiContursi, da cui quegli Ursentini (o al-meno perte di questi) che Plinio anno-vera fra gli undici popoli che compone-vano la nazione dei Lucani, menzio-nandoli fra gli Eburini e i Vulcentini(Naturalis historia III,11,98).

La primitiva comunità contursanacon gli elementi culturali che andò ac-quisendo, a contatto di civiltà più pro-gredite, riudcì a modificare le sue ca-ratteristiche ergotecniche ma, come al-tre comunità, non potè modificare i ritie i culti religiosi che continuarono avenerare le divinità pastorali ed in par-ticolare il Fauno, dio dei campi e deiboschi della stirpe di Saturno, protet-tore dei pascoli, delle gregge e simbolodelle forze della natura.

Il dio faunoera rappresentato nellesembianze d’uomo barbuto con cornae piede di capro, in una mano la cornu-copia, nell’altra un corno per bere e sulcapo una corona di foglie di quercia asimboleggiare la forza e la potenza.

Questa figura si deve ai primi architettidell’isolatria imiattori della semplicenatura, e semplici erano anch’essi, iquali rappresentarono le loro deità sen-za poetica eleganza, ma con i simboliespressivi che meglio si adattavano aicostumi nazionali.

Il suo culto si diffuse sul versantetirrenico nel corso del processo di san-nitizzazione, conclusosi presso Capuaintorno al 440 a.C., e prova ne sono ilsimulacro di bronzo del fauno danzantedi Pompei, quello di marmo di NoceraInferiore, gli ex voto fittili di Sicignanodegli Alburni, l’ara votiva d’età augu-stea di Polla e l’oracolo nel profondodella “selva Alburnea”, bosco sacrosotto i monti Alburni, dove le popola-zioni italiche e quelle della Enotria in-vocavano responsi nei momenti dubbi(Virgilio Eneide VII, 111 – 119); boscodiverso da quello presso Tivoli, dimoradella sibilla romana Alburnea e perquesto era chiamata Sibilla Tiburtina.

Sotto l’influenza greca e la flessi-bile tessitura della teologia pagana, lamoltitudine dei Numi e il loro sensosimbolico favorirono tutte le interpreta-zioni. I filosofi ed i poeti ebbero liberocampo di innestare le nazionali tradi-zioni alle favole greche, intrecciare ivari Numi o travestirli l’uno nell’altroal fine di piegare a loro piacere le po-polari opinioni.

Concordate in tal modo mitologiediverse la rustica deità di Fauno fu as-somigliata a Pan, divinità dell’Arcadiadi carattere fallico, ed ai Satiri del cor-teggio di Dionisio, quest’ultimo divi-nità dalle valenze misteriche, della se-duzione, della trasgressione e del di-sordine sovversivo dovute alla potenzadel vino (Ovidio, Metamorfosi, IV,521).

Per questi motivi il dio Fauno futalvolta raffigurato in atteggiamentoerotico con le Baccanti durante i ritibacchici e spesso come “Thyrsiger”,ossia portatore del “tirso” (bastone no-doso sormontato da un viluppo di ede-ra), specifico attributo di Dionisio.

Con l’affermarsi del criostianesimo,la “storia sacra” degli dei diventa unembrione allo stato latente che ognitanto, nei secoli, si sveglia e germoglia,per poi tornare in sonno quando le con-dizioni esterne sono poco favorevoli.Può essersi verificato in uno di questirisvegli dell’ideologia pagana che gliantichi Contursani, identificandosi for-se con i Sanniti, che ne avevano diffusoil culto, scelsero a proprio emblemal’effigie del dio Fauno. In tal caso è ri-saputo che l’uomo, per quanto cerchifrale reminiscenze confuse dei tempi lon-tani, non riesce a raffigurarsi l’immagi-ne metamorfica della divinità, quindiaccetta quella che altri hanno potutodeviare dall’originale configurazione,della quale non sempre ne sa interpre-tare gli attributi che la caratterizzano.

Tanto è provato dal fatto che il Fau-no effigiato sullo stemma di Contursiuna volta è stato scambiato per un Sati-ro, mentre il “tirso” che tiene nelle ma-ni, ancora oggi, si continua a credereche sia un albero.

DAMIANO PIPINO

MEMORIA STORICA DICONTURSI TERME

Gonfalone del Comune di Contursi Terme.

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“La Coccinella” bar – ristorante –pizzeria è un bel locale a Santa Maria aMonte in località Ponticelli (PI) gestitodal giovane ed intraprentente AlfonsoCerreta, nostro concittadino.

* * *

PREMIO LUNEZIACittà di Aulla

Il Premio Lunezia Città di Aulla èuna manifestazione, di carattere e, so-prattutto di interesse nazionale potendocontare, ogni anno, su centinaia diiscritti provenienti da ogni angolo dellapenisola e si prefigge di premiare il va-lore letterario di un testo.

Ebbene è con sentito piacere chequest’anno l’ambìto riconoscimento as-segnato a nomi del calibro di Venditti,Masini, Minghi e Consoli è andato, convoto unamine della Giuria, al testo “Lamia Compagna” presentato dal nostroconcittadino Alessandro Altieri, accom-pagnato dalla targa-premio che la SIAEriserva al testo più bello. Un auguriosentito e sincero al vincitore e alla so-cietà Maffucci Music, sempre di Calitri,titolare dei diritti editoriali.

La mia compagna

La mia compagna ha i fianchi sinuosie un corpo scolpito, da donna vissutadi notte sussurra motivi preziosidi amori passati o di vita perduta

La mia compagna si lascia abbracciarepurché tu abbia voglia di accarezzarlaed è, ogni volta, disposta a cantareper tutti coloro che sanno ascoltarla

Non è solo mia, lo so, l’ho già vistaconcedersi a chiunque le prenda la manoun giovane, un vecchio, un barbone, un

artista,un uomo qualunque, un ragazzo gitano

Però lei con me è davvero specialemi parla d’amore in un modo diversodal tuo, e la voce, pulsante e sensuale,sa farmi sentire un po’ meno perso

Quando, di notte, (mentendo, lo so!)mi ispira canzoni d’amore o di vita,quando vibrando non dice di noe freme al solletico delle mie dita.

Non sempre mi bacia, più spesso mimorde

lasciandomi in bocca il suo gustoprofondo…

… La mia compagna ha solo sei cordema bastano a scrivere le cose del

mondo…

* * *

ANDRETTA: sabato 21 agosto u.s.in collaborazione con la Società StoricaIrpina, il Parco Letterario F. De Sanctis eil Caffè Letterario di Bisaccia si è svoltapresso il Centro di Comunità “Don Bo-sco”, l’annuale giornata di studio sul te-ma L’Alta Irpinia: una finestra sullapreistoria della campania con i relatoriproff.ri Salvatore Forgione ed EgidioMiele, con l’intervento del sindaco dott.Giuseppe Guglielmo e del presidentedella Pro-Loco gen. Nicola Di Gugliel-mo.

Una giornata memorabile come sem-pre per la competenza specifica dei rela-tori, per la materia interessantissima checi ha fatto rivivere fra gli ominidi del-l’Irpinia pleistocenica che cacciavanoelefanti, ippopotami e zebre.

Un pubblico numeroso ed interessa-to, proveniente dai paesi circonvicini, haaffollato la sala per seguire con estremointeresse le dotte, forbite e istruttive re-lazioni.

* * *

L’ASSOCIAZIONE ROMANADEI CALITRANI: Come ormai costu-me da alcuni anni, anche quest’anno– sabato 4 settembre 2004, presso il Ri-storante “La Villa” di MaffucciEduardo – ha organizzato la XII festadanzante che ha visto una incredibile af-fluenza di partecipanti; come al solitol’ambiente è stato vivacizzato da varigiuochi, indovinelli con ricchi premi econ l’offerta a tutti i partecipanti del ca-lendario 2005.

C’è stata anche la partecipazione delcantautore Vinicio Capossela con i suoigenitori, il tutto si è svolto in un clima diallegria, festosità e fraternità e con unaorganizzazione perfetta.

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BIBLIOTECA COMUNALE: rin-noviamo l’invito ai neo laureati di con-segnare una copia della loro tesi di laureaalla locale Biblioteca Comunale. È unmodo come un altro per rendere parteci-pe la Comunità di appartenenza dellacrescita dei propri componenti.

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DALLA SVIZZERA: sabato 23 ot-tobre u.s. nella ridente cittadina di Bal-sthal si è tenuta la XIV festa annuale del-l’Associazione Calitrani in Svizzera inun clima di grande fraternità e festosità,allietata da una ricca lotteria che al ter-mine ha potuto mettere in palio due ric-chi e pregiati premi.

Gli amici Gautieri, Zarrilli, Fatoneed altri stanno già pensando alla festadel prossimo anno che festeggerà il 15°anno di fondazione dall’Associazione eche sarà preparata dai calitrani del Tici-no, probabilmente a Lugano.

Ringraziamo di cuore tutti gli amicidella Svizzera per l’invito e in particola-re vogliamo ringraziare i coniugi Ceciliae Antonio Zarrilli per la sempre gentile ecortesissima ospitalità.

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Monastero San Silvestro – Fabria-no: il sempre gentile e cortese don Lo-renzo Sena ci ha fatto pervenire sei volu-metti della collana SENTIERI DI MON-TEFANO di agevole lettura riguardanti ilmovimento monastico iniziato sul Mon-tefano di Fabriano ad opera di S. Silve-stro da Osimo, prima eremita e poi fon-datore.

Alla traduzione italiana della regoladi San Benedetto, adottata da Silvestroquale codice di vita, segue la presenta-zione della sua figura, della storia e del-la fisionomia dell’Ordine, nonché quel-

AA VV VV EE NN II MM EE NN TT II

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la dei primi discepoli insigni per san-tità. Quindi l’orizzonte si allarga ai temidel monachesimo e a figure di monaci edi monache.

Abbiamo gradito di vero cuore que-sto dono prezioso, sicuri come siamoche l’amore di amicizia è un amore direciprocità.

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SUOR MICHELA MARTINIELLO

Per chi volesse dare un aiuto allamissione in Romania della nostra con-cittadina Suor Michela Martiniello, se-gnaliamo alcuni dati:

0040234319887 vaglia postale ordinario(Il Migliorg) a nome di Michela Marti-niello

* Surorile lui isus ràscumpàràtorulB – DL. Republicii, 43 – C5601129 ONESTI (BACAU) ROMANIA

• 2.2511.1 – 64.1/rolFundatia Victoring Le DieuBanca Commerciala RomanaStr. Belvedere 1ONESTI (BACAU) - ROMANIA(Donazione per Bambini)

* E.mail: [email protected]

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XXXV PREMIO DI POESIAFormica Nera – Città di Padova

Si partecipa con una poesia inedita atema libero, in cinque copie, di cui sol-tanto una con nome, cognome, indirizzoe firma dell’autore; si richiede un con-tributo libero.

Per qualsiasi informazione urgentetelefonare al 328.90.09.884; gli elabo-rati vanno inviati – entro il 4 aprile2005 – a Luciano Nanni Casella Po-stale 814 - 35122 Padova.

La XXXIV edizione è stata vinta daAlessandra Crabbia; Segnalati: BenitoGalilea, Tristano Tamaro e Umberto Vi-caretti.

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LAUREA

Mariangela Zarrilli si è felicemen-te laureata in Economia e Commerciopresso l’Università degli Studi di Na-poli “Partenope” la signorina

Discutendo la tesi in analisi di mer-cato “I Problemi e le Tecniche collegateal posizionamento delle marche” colchiar.mo professor Donato Lucev. Lecongratulazioni più sincere e sentiteidella Redazione ai genitori Vincenzo eCarmela Poto e alla neo dottoressa unaugurio vivissimo per la sua carriera.

Vito Paolantonio, il 12 marzo 2004si è brillantemente laureato in Econo-mia Aziendale presso la “Bocconi” diMilano specializzandosi in Organizza-zione del lavoro il giovane

Ai genitori, al fratello e ai nonni gliauguri della Redazione con

Eugenio Paolantonio, il 30 aprile2004 si è felicemente laureato in Eco-nomia e Commercio presso l’Universitàdegli Studi di Napoli “Parthenope”.

Al neo dottore vanno gli auguri piùsentiti della Redazione, estensibili ai ge-nitori, al fratello e ai nonni.

PRO-LOCO CALVANICO: NicolaFerrucci, Raffaella Bergamo e VincenzoD’Alessio hanno messo insieme un bellibro “Antologia del 4° Premio Nazio-nale di Poesia, Cluvium 2004” editodalla Pro-Loco Calvanico, nel qualehanno incluso tutte le 66 poesie dei con-

correnti, fra i quali ci fa immenso pia-cere ritrovare l’amico e concittadino Et-tore Cicoira.

È un’ottima iniziativa che sicura-mente attirerà molte persone perché– come dire il presidente della Pro-LocoFerrucci – “Calvanico è una meta idea-le per gli amanti della montagna, delverde, delle sorgenti perenni, delle noc-ciole, delle castagne, della serenità, del-la Natura”.

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ORTA NOVA: la città di Orta Nova(Assessorato alla Cultura), i 5 Reali Si-ti (Associazione di Studi Storici) e ilCRSEC FG/34 di Cerignola il 12 no-vembre 2004 alle ore 18.00 hanno pre-sentato il libro di Potito Di Pietro “Ste-ve na vota” trenta fiabe in dialetto orte-se. Nell’atrio del Cine teatro club 2000erano in mostra gli elaborati degli alun-ni, scelti per le illustrazioni delle fiabe.

Sono intervenuti, oltre all’autore ins.Potito Di Pietro, la sig.ra Antonietta DiLeo Vicepresidente Associazione i 5Reali Siti, il dr. Michele Antonio Vecesindaco di Orta Nova, il dr. Potito Mau-riello Assessore alla Cultura, il dr. Ni-cola Pergola Responsabile Crsec Ceri-gnola, il dr. Prof. Pasquale Caratù ordi-nario di Storia di lingua italiana al-l’Università di Bari.

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Archeologia e Storia Anno 1 - Nume-ro 1 - Agosto 2003 Edizioni Ediarchs.r.l. Rivista Annuale - Salerno.

È più che una Rivista. È un nuovostrumento per l’allargamento della cul-tura capace di dare voce a chi non cel’ha e con giusta aspirazione ad essereuna Rivista scientifica a livello interna-zionale. “Archeologia” per studiare laformazione e lo sviluppo delle civiltà,attraverso le scoperte archeologiche, l’a-nalisi dei reperti, lo studio delle diverseculture e società, “Storia” per racco-gliere e registrare gli eventi, scoprirne dinuovi e interpretarli, attraverso fonti di-rette e indirette, consultazioni di archivi,libri e memorie. Gli studi sono trattati inmaniera scientifica e, quindi, sono cor-redati da splendide fotografie a colori,da idonea bibliografia, in modo da sod-disfare esigenze d’informazione e, inqualche caso, d’insegnamento, carta pa-tinata, impaginazione da specialisti.

Siamo sicuri che incontrerà il favoree la benevolenza dei lettori.

IL CALITRANO N. 27 n.s. – Settembre-Dicembre 2004

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Calitri 13 dicembre 1979 - Gli sposi Alfon-sina Di Domenico e Giuseppe Codella.

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Trasferimento delmaresciallo

SORICELLI

Il Mar. A.s. UPS (MarescialloAiutante sostituto Ufficiale di Pub-blica Sicurezza) Enzo Soricelli, altermine del mandato in Calitri(AV), della durata di quasi 22 anni,è stato trasferito a Bagni di Tivoli;era giunto nel nostro paese il06.06.1983 quale comandante diSquadra di Polizia Giudiziaria colgrado di Brigadiere e con l’aiuto didue militari. Il 21.06.1989 è statonominato Comandante di Stazionead Aquilonia (AV), mantenendo laresidenza calitrana e collaborandocon la Stazione di Calitri in nume-rose operazioni.

Il 04.01.1994 viene trasferitopresso la locale Stazione di Calitri,quale nuovo Comandante e in circadieci anni si è distinto per una seriedi complesse operazioni tra le quali,le più significative, “Slave To Lo-ve” (comprendente la Campania, laPuglia, la Calabria, la Basilicata, ilLazio) atte a perseguire il reato diprostituzione, riduzione in schiavitùe ingresso clandestino di extraco-munitari, questa operazione gli val-se un encomio solenne da parte delcomandante di Regione, gen. Div.Barbato Sabato; “Montagne Verdi”per i reati di traffico di sostanze stu-pefacenti, armi ed esplosivi; “OverLand” per il reato di ricettazione dimacchine agricole.

Al termine del suo mandatopresso il nostro paese ha ricevutoattestati di riconoscenza per la suasolerte e sempre tempestiva azione.

Il curriculum della sua carrierasi pregia di una croce d’Argento peranzianità di servizio militare (anni16), una croce d’Oro per anzianitàdi servizio militare (anni 25), unamedaglia militare di Bronzo al me-rito di lungo comando (anni 10),una medaglia militare d’Argento almerito di lungo comando (anni 15),una medaglia militare d’Oro al me-rito di lungo comando (anni 20), ca-valiere dell’Ordine di Malta, ed unenconio semplice rilasciato dallaRegione Campania.

ORAZIO TANELLIPoeta e scrittore italo-americano

Il dottore Ora-zio Tanelli, docen-te universitario, di-rettore de La Fol-lia di New York efondatore della ri-vista “Il Ponte Ita-lo-Americano”, ènato a MacchiaValfortore (CB) il10 marzo 1936 edè emigrato negliStati unit i nel1961. Ivi ha conti-nuato i suoi studied ha ottenuto ildottorato in filoso-fia all’UniversitàStatale di Rutgers.Da 36 anni il prof. Tanelli insegna lingue e letterature (latino, francese,spagnolo ed italiano) nei licei statali e nelle università americane; abi-ta a Verona nel New Jersey con la moglie Franca e i figli Nick e Pat.

Fra i suoi numerosi saggi critici possiamo menzionare i seguenti:Miti classici nella Divina Commedia (1975), La poesia di FrancescoLalli (1980), Mito e realtà nella poesia e nella narrativa di Sabinod’Acunto (1981), La poesia di Antonio Fiorentino (1981), DomenicoDefelice (1983), Alfio Arcifa (1988), Rudy De Cadaval (1988), Car-melo Aliberti (1988), Franco Calabrese (1989), Vaghe stelle dell’Orsa(Saggio su D’Acunto, 1989), Vincenzo Rossi: Fedeltà alla terra(1991), Miti nella Divina Commedia (1999), Sintesi dell’antico e delmoderno nei mosaici di Michele Frenna (2002); Macchia Valfortore -Storia e Leggenda (2003). La sua opera saggistica si espande al di là diogni scuola critica e di ogni corrente, evidenziando la libertà di sceltae l’autonomia di espressione.

Il prof. Tanelli oltre ad essere uno dei migliori poeti italo-america-ni: Peccato originale (1980), Poesie molisane (1981), Canti dell’esule(1984), Canti del Ritorno (1986), Canti del Sud (1987), Canti d’oltreoceano (1994), è anche un dinamico promotore della cultura italiana eorganizzatore di simposi poetici ed artistici.

Fra i numerosi premi va menzionata la Medaglia d’Oro conferitaglidal Presidente della Repubblica Italiana On. Francesco Cossiga.

Quasi tutte le sue poesie sono state tradotte in inglese dalla scrit-trice americana Catherine McCormick che abita a Wesley Hills, NewYork. Due monografie sono state pubblicate sulla sua poetica e saggi-stica: Guerino D’Alessandro, La poesia di Orazio Tanelli (1985);Ninnj Di Stefano Busà La poetica di un rito onirico (1989).

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NG’ERAN’ NA VOTAI FR’GGIAR’

L’ut’m’ secul’ appena passat’, p’ colpa r’ la nd’strializzazion’ sosparut’ tanta m’stier’: prima r’ tutt’ lu mast’carrier’, u varr’lar’, u

vardar’, u s’llar’, u ramar’, u scrpar’, u cus’tor’, u fal’gnam’. U fr’g-giar’ era u m’stier’ cchiù p’sant’ r’ tutt’, avia fa tanta cos’p’ fat’hà laterra. Subb’t’ ropp’ la uerra a Calitr’ ng’eran na r’cina r’ fr’ggiar’:1) P’pp’niell’ (Giuseppe Toglia) a la via r’ r’ Strett’l’, i r’scibb’l’

eran’ Pepp’ r’ la Massara, nu figl’ r’ Caitanina r’ scarp’ (fr’-sckett’) e quacche aut’;

2) Caitan’ r’ zia lena (Gaetano Tuozzolo) a la Torr’;3) Fonz’ r’ Benf’gliuol’ (Alfonso Cerreta) a lu Chian’ r’ Sand’

M’chel’, li r’scibb’l’ eran’ Giuann’ r’ Paulucc’ (Giovanni Bar-tucci) e Pasckal’ r’ lu cap’rutt’;

4) Rij Rij r’ p’scion’ ( Angelo Maria Nicolais) a lu chian’ r’ ronMatte’, ropp’ quegghia forgia passò a Giuann’ r’ Paulucc’. RijRij t’nia pur’ luciucc’p’ la monta, u r’scibb’l’ era Alfred’ r’V’-nuccia (Alfredo Di Milia);

5) I P’sciun’ (Nicolais) a r tavern’ abbagghj’. Eran’ tre frat’, un’era mup’

6) Candarella (Canio Cantarella) a r’ tavern’ abbagghj’ v’cin’ aCicch’ p’ntigghj’;

7) Caniucc’ r’ zia Chela (Canio Fastiggi) e lu figl’ Lilin’ a lastrata r’ Pier’, v’cin’ a Bb’n’r’ttin’;

8) Carm’nucc’ r’ Ndruglia (Carmine Di Cairano) a la Croc’ r’P’l’cin’;

9) Zi V’tucc’e Caniucc’Fastiggg’ (Vito e Canio Fastiggi, padre efiglio) sotta l’Arch’ r’ li zingar’, ndov’ scia ij a lu mastr’:

10) C’lon’ ( Michelantonio Nicolais) a la P’sterla ammont’.La p’teia ndov’ fat’hava lu f’rgiar’ s’ chiamava “forgia” semb’

chiena r’ f’lisc’n’ e nieur’ fum’, li mur’n’ s’ p’l’zzavan’ quas’ mai.La stigliatura chI s’ausava era: a tiemb’ antich’ ndo la forgia

ng’era lu mantac’, n’attrezz’ hruoss’ e p’sant’ fatt’ a forma r’ pir’ atre element’, app’sciat’ngimma a duj baldacchin’ rivestit’ r’pegghiar’ vacca, l’element’ r’ sotta t’nia na valvola ra ndov’ trasia l’aria epassava a l’element’ r’miezz’ e a quigghj’ngimma. Na zoca attac-cata a la part’ r’nn’ret’a l’element’ r’ sotta passava ra cimma a li rujbaldacchin’ e la part’ chi sc’nnìa era aggionta na catena cu na ma-niglia chi quann’ s’ t’rava l’element’ r’ sotta s’auzava e la valvolas’aprìa e trasìa l’aria. Quann’sc’nnìa, p’ forza r’hrav’tà, la valvola s’chj’rìa e l’aria n’ n’assìa, all’element’ r’ cimma era attaccat’ nupes’chi quann’ lu mandac’era chin’ r’aria (abb’ttat’) lu facìa scenn’a fac’a assì l’aria chi passava nda nu tubb’ fissat’ a l’element’ r’ sot-ta e ghiatava r’ fuoch’.

A li tiemb’cchiù modern’ lu mantac’era sostituit’ ra la forgia cula ventola, era assaj cchiù l’ggier’, cu poch’gir’ t’nìa semb’r’ fuoch’call’; app’sciat’ngimma a la forgia ng’eran’nu par’ r’attrezzatur’p’agg’stà r’ fuoch’ e p’ luà r’ f’lisc’n’ (scorie r’ car’vun’) e t’nagl’ r’tott’ r’m’sur’.V’cin’a la forgia, nterra, ng’era lu p’lon’cu l’acqua p’st’tà r’ fierr’, era fatt’ ra na preta hruossa scavata intr’a ponta r’ scar-piegghj’, era tant’ p’santa chi n’ s’ m’vìa maj, quann’ s’avìa cangiàl’acqua, s’no’p’zzava, s’ luava prima cu nu s’cchiett’ e ropp’cu nusckat’lin’ e s’ t’rnava a enghj’ r’acqua netta.

C’ERA UNA VOLTAIL FABBRO FERRAIO

Nel secolo scorso, per colpa dell’industrializzazione sonospariti tanti mestieri: prima di tutti il carradore, il barilaio,

il costruttore di basti, il sellaio, il ramaio, il calzolaio, il sarto,il falegname; il fabbro era il mestiere più pesante di tutti e aCalitri, subito dopo la guerra, ce n’erano una diecina:1) P’pp’niell’ (Giuseppe Toglia) in via Strettole, aveva come

apprendisti Giuseppe Del Cogliano, un figlio di Gaetaninar skarp’ (fr’sckett’) e qualche altro;

2) Gaetano Tuozzolo in via Torre;3) Alfonso Cerreta al piano di S. Michele, gli apprendisti

erano Giovanni Bartucci e Pasquale Polestra;4) Angelo Maria Nicolais al piano di don Matteo, aveva an-

che l’asino per la monta, aveva come apprendista AlfredoDi Milia;

5) I tre fratelli Nicolais in Salita Ospedale;6) Canio Cantarella in Salita Ospedale;7) Canio Fatiggi col figlio Angelo nella Strada di Piero, vi-

cino a Benedettino;8) Carmine Di Cairano alla Croc’ r’ P’l’cin’;9) Vito e Canio Fastiggi padre e figlio sotto l’Arch’ r’ li Zin-

gar’;10)Michelantonio Nicolais alla Posterla.

La bottega dove lavorava il fabbro si chiamava “forgia”,un locale pieno di fuliggini e nero fumo, le mura non si puli-vano quasi mai, gli attrezzi che si usavano erano: a tempo an-tico c’era il mantice un grosso attrezzo molto pesante fatto aforma di pero con tre elementi, appoggiato su due baldac-chini rivestiti di pelle di mucca, l’elemento di sotto avevauna valvola da dove entrava l’aria che passava dall’elementocentrale a quello di sopra. Una fune attaccata alla parte didietro all’elemento di sotto passava al di sopra dei due bal-dacchini e alla parte dove scendeva era aggiunta una catenacon una maniglia che quando si tirava l’elemento di sottos’alzava e la valvola si apriva ed entrava l’aria, quando scen-deva, per forza di gravità, la valvola si chiudeva e l’aria nonusciva.

All’elemento di sopra era attaccato un peso che quando ilmantice era pieno d’aria (gonfiato) lo faceva scendere e face-va uscire l’aria che passava attraverso un tubo fissato all’ele-mento di sotto e soffiava sul fuoco.

In tempi più recenti il mantice è stato sostituito da unaventola, assai più leggera e con pochi giri tiene il fuoco sem-pre acceso; appoggiate sopra la forgia c’erano delle attrezza-ture per aggiustare il fuoco e per togliere le fuliggini, le scoriee i carboni, e tenaglie di tutte le misure.Vicino alla forgia, perterra il pilone con l’acqua per spegnere il ferro, era una gros-sa pietra scavata con lo scalpello, era tanto pesante che non simuoveva mai, quando si doveva cambiare l’acqua, altrimentiemanava cattivo odore, si levava l’acqua prima con un sec-chiello e poi con uno scatolino e poi si riempiva di nuovo diacqua pulita.

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VINCENZO METALLO

DIALETTO E CULTURA POPOLARE

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Australia - Sydney Santa Pasqua 2003: la famiglia Di Maio da sini-stra:Amdrew in piedi, Cosimo, Luisa, Rosa, Michele, Rosetta in piedi,Antonio, Di Maio, Roberta Petri in piedi,Vincenzo, Caterina in piedi,Salvatore, Sandra e Anthony.

Nuovo Agriturismo di Donato Tornillo in località Traggine - Rapone(PZ) 24 agosto 2004, prima fila da sinistra: Gaetanina Tornillo co-niugata con Mario Cestone, Lucia Scoca coniugata con Giuseppe DiMilia,Angela Di Maio coniugata con Michele Di Milia,Anna Cesta co-niugata con Giuseppe Galgano,Vittoria Potuto coniugata con For-tunato Rabasca, Fortunato Rabasca; seconda fila: Giuseppe Di Milia,Michele Di Milia, Giuseppe Galgano e Mario Cestone accosciato.

Stati Uniti - Harrison NY - settembre 2003, seduti:Angelo Sener-chia (m’l’nar’),Antonio Senerchia; in piedi: Rosa,Antonio Rabasca,An-gelo Senerchia, Rosa coniugata con Antonio Rabasca, Giovanna Stan-co e Rosa Senerchia.

Stati Uniti - Harrison NY - settembre 2003, in piedi da sinistra:Antonietta Mauro, Angelo Senerchia, Michelina Di Maio,VincenzoZazzarino, Silvia Zazzarino, Giovanna Stanco, Antonio Zazzarino,Maria Mauro; seduti: Filomena Senerchia, Angelo Mauro e RosariaSagliocco (sessanta anni di matrimonio),Antonio Vigorito.

DAGLI U.S.A. - Vincenzo e Margherita Metallo con i piccoli Dan-te, Donatella Marino e Gabriella Morante.

DALL’ARGENTINA - Buenos Aires 23 febbraio 2004, GuglielmoBartucci (tatai) e Luigina Del Priore (ndo ndo) festeggiano, con tutta lafamiglia, il loro 50° anniversario di matrimonio.Auguri dalla Redazione.

Conserveremo per sempre il tenero ricordo del nostro viaggio in America.Come per sempre cu-stodiremo le emozioni che i nostri parenti americani ci hanno regalato. Piccoli grandi uomini par-tirono emigranti, in cerca di fortuna, con la loro valigia di cartone piena di speranze.Oggi padri, non-ni, bisnonni, hanno conservato le gestualità antiche dei loro fratelli: zio Angelo come nonno Peppe,zio Michele come nonna Lucia.Tengono foto appese ai muri e frigo pieno di lattine giganti. La viva-cissima zia Rosaria mixa il suo parlare misto con la precisa Denise; la “s’bbatt’ pier’” zia Concetta ed

il marito Franco tutto casa, lavoro e “casinò”; zio Antonio con la sua grande ed unita famiglia. Poi icugini (Tonino Zazzarino, Michelina,Anna, Gerardo,Antonietta, Maria,Antonio e Rosa Rabasca…)tutti indistintamente gentili e disponibili a farci girare in quei luoghi enormi e sconosciuti. Hanno tra-sformato ogni momento della nostra permanenza, in un ricco banchetto dove ogni giorno consu-mavamo ricordi, racconti e battute in un italiano parlato “rigorosamente in dialetto”.Ci hanno ac-colti e congedati con grande affetto e rispetto e il loro ricordo rimarrà perenne nei nostri cuori.

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IL PAPIRO DI LEIDA. Un documento di tesnica artistica eartigianale del IV secolo d. C. di Adriano Caffaro e GiuseppeFalanga – Edizioni Arci Postiglione, Salerno 2004.

A rcheologi e storici dell’arte alle prese con ricette artigianalicompilate su di un antico papiro greco, rinvenuto soltanto

nel XIX secolo su di una mummia di una tomba a Tebe in Egitto;il papiro è oggi custodito al Rijksmuseum van Oudheden di Leida.

A richiamare l’attenzione sull’antico testo e sulle numerosenotizie di carattere tecnico ed artistico in esso riportate sono oraAdriano Caffaro e Giuseppe Falanga, autori del libro di recentis-sima pubblicazione; edito dall’Arci Postiglione, il libro offre inpoco più di cento pagine una trattazione ampia e chiara non solodella vicenda storico dell’antico testo, ma anche del suo conte-nuto, ossia dei numerosi processi operativi di lavorazione deimateriali e delle possibili chiavi di lettura – quella tecnica o quel-la alchemica – finora adottate per la comprensione di quelle ri-cette.

Si tratta di un agile volume di estremo interesse, coraggioso nelproporre, ad un pubblico di esperti e non, la rivisitazione critica diuno dei documenti più importanti dell’età tardo-antica – eppure fi-

nora non tradotto in italiano – considerato il testo fondativo dellalunga e variegata tradizione tecnico-artistica occidentale.

Ed il “vizio” inaugurale quell’antico papiro sembra non averloancora perso, dal momento che è esso ad aprire la serie di docu-menti trattatistici che costelleranno la nuova collana “L’Officinadell’Arte”, diretta proprio da Adriano Caffaro, tra i maggiori stu-diosi in Italia delle teorie e delle tecniche artistiche, che, dall’anti-chità al medioevo, hanno accompagnato il percorso evolutivo diquelle arti che per troppo tempo sono state considerate “minori”,quali la miniatura, l’oreficeria o l’arte vetraria.

A riscattarle è la storia e chi la scrive, le parole in fila su papi-ri o antichi codici che aspettano soltanto di essere lette da chi oggicerca la ragione delle cose d’arte, di quei manufatti lavorati con pa-zienza nelle antiche officine artigianali. Se, dunque, il piombo è fu-so in coppella o l’argento trattato con sostanze vegetali, il motivova cercato lì, in quei testi nascosti, depositari di arcana sapienza.

Così spiega il prof. Adriano Caffaro:” Il papiro di Leida è un ri-ferimento quasi obbligato per chi intende comprendere l’impiegoricorrente di elementi caratteristici nelle lavorazioni artigianali,come quelli che si ritroveranno più tardi nella trattatistica medie-vale. Il papiro è un testo ricco di suggerimenti operativi in cuivengono impiegati diversi elementi naturali, dalla cerussa allo zaf-ferano e al cumino, spesso citati anche da Teofrasto e Dioscoride,dunque ricorrenti anche nell’antica precettistica botanico e medica.Non è da escludere una lettura alchemica dei processi riportati, co-me ad esempio quelli inerenti alla trasformazione del piombo inoro; non a caso quel papiro è considerato un testo archetipo anchenella tradizione ermetica ed alchimistica occidentale”.

E non va del resto dimenticato: siamo nel IV secolo d. C., perdi più in Egitto, da sempre considerata terra di origine della magia

LLAA NNOSOSTRATRABIBLIOBIBLIOTECTECAA

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IL MELOGRANOIl melograno (Punica granatum L.) ap-

partiene alla famiglia delle graminacee, è unalberello che può raggiungere3/4 metri conla chioma tondeggiante, i fiori sono campa-nulati rossi,le foglie verdi, di un bel colorebrillante nelle pagine superiori e sbiadito sul-le pagine inferiori; coriacee, allungate, con ilbordo ondulato, raggiungono la lunghezza di7/8 cm.

I frutti sono delle grosse bacche ricoperteesternamente da un bel colore giallo/rosso ;all’interno sono presenti molti semi ricopertidi una folta polpa carnosa con gradevole sa-pore dolce/acidulo. Il periodo migliore perraccogliere i frutti è sicuramente l’autunno,quando ormai l’albero è spoglio e prima chele grosse bacche possano spaccarsi. Cresce inclima particolarmenre soleggiato ed in terreniriparati. Questo alberello è originario dell’A-

sia occidentale e cresce spontaneo nei territoria Sud del Caucaso, ma è diffuso in alturadall’Asia Minore a tutti i paesi mediterranei.In italia è possibile trovarlo allo stato selvati-co nel meridione e nelle isole, dove i semi diquesta pianta vengono diffusi dagli uccelli.

Tracce del melograno sono state riscon-trate all’epoca della civiltà egizia, infatti in al-cune tombe egiziane sono state ritrovate cio-tole con all’interno residui di semi di questapianta che sono stati fatti risalire a 4000 annifa. Papiri egiziani, datati 2500 anni fa a.C., ciriportano notizie di cure vermifughe esplica-te da questi popoli utilizzando la radice delmelograno. Gli arabi lo apprezzarono molto,tanto che come è noto, sono divoratori di frut-ta. Nel periodo di massimo splendore nelMediterraneo ne diffusero nel sud della Spa-gna, anche ora le più prestigiose vestigia diquesta civiltà sono custodite da una città cheporta il nome della pianta: Granada.

Presso questi popoli venne consideratocome il frutto della fecondità; insigni mediciriportano, nei loro testi, come importante l’u-tilizzo della radice di questa pianta nella lottacontro la “tenia”. Anticamente del melogranovenivano impiegati sia la corteccia dei ramigiovani, sia fiori e frutta; il succo dei fruttiacerbi veniva impiegato come febbrifugo, ilsucco del frutto maturo era un buon rimediocontro la tosse. L’infuso dei fiori ed il decottodi corteccia lo adibivano per curare la leu-correa e le emorragie. Un decotto valido perla cura delle gengivite si prepara mettendoun cucchiaio di fiori in una tazza di acquabollente, quindi si filtra ed il decotto vieneutilizzato per sciacqui. La polpa di due frutti,fatta bollire in 250 cc. di acqua per 5 minuti,addizionata con 2 cucchiaini di miele è un ot-timo diuretico.

Alba Algeri(da Retorbido)

Erbe di Casa Nostra����������������������� ����������������������

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e dell’alchimia, due saperi occulti veicolati proprio nei primi secolidel secondo millennio anche attraverso la compilazione di ricetteoperative che, pur senza precisi riferimenti simbolici, trovano ra-dice nella convinzione esoterica di una possibile manipolazionedella natura. Gli artisti e gli alchimisti sembrano allora aver so-gnato la stessa cosa: sfidare la natura per migliorarla, per render piùbella la realtà, per fa splendere gli oggetti artificiali e scrivere supergamena con lettere dorate o ancora per argentare le superficiopache, anche se il tutto è soltanto trasformato in una illusoria ap-parenza. Forse è proprio qui il fascino del sogno e dell’arte, in quelmagico mutare in oro tutto ciò che per natura non potrà mai lucci-care.

Alfredo Plachesi

Poesie in vernacolo rapollese di Biagio Barone Forlano voll. 5 –Litostampa Ottaviano – Rionero in Vulture 2002/3

Ècon vero piacere che abbiamo ricevuto dall’autore l’opera incinque volumi – pubblicati col Patrocinio del Comune di Ra-

polla chiaramente di ampie vedute e sensibile ai fenomeni dellacultura – di poesia in dialetto rapollese che ci ha dato un’altra op-portunità di fare una comparazione col nostro dialetto calitrano, ri-scontrando non poche affinità.

È un lavoro enorme dove si ritrovano gli antichi detti e leusanze, i vecchi costumi e le tradizioni di un tempo, che riportanoalla nostra memoria un mondo ormai quasi scomparso ed in via diestinzione.

L’autore prende lo spunto da ogni attività, da ogni avveni-mento, dai personaggi caratteristici della sua cittadina – che ritro-viamo in ogni comunità (come l’adulatrice, dispetto del vicinato,battibecco coniugale, lu piattar, gli eredi, il presuntuoso, il con-servatore, l’irresponsabile, gli intriganti, la malalingua, lu mittcont, il consumatore, comari, l’emigrante, l’anoressico, il mal-pensante, l’anarchico, dal barbiere, lo sboccato, il previggente,scherzo da prete ecc.) – dai fatti di attualità, dai problemi sociali aquelli di vita comune per riportarli, con quell’ironia bonaria chenon canzona, ma comprende e sorride, nel suo dialetto e dargli, co-sì, il risalto che meritano. Un lavoro ricco di pregnanza morale, sto-rica e pure di ricca fantasia, si evolve in una rappresentazione vi-vace, intensa e ironica.

Un’opera che non può che essere salutata con favore.

LI SCANGIANOMI. Soprannomi di San Mango sul Calore diLuigi De Blasi – Napoli 2004

Lo snello volumetto del professor De Blasi si legge tutto di un fia-to per la sua prosa scorrevole ed accattivante e soprattutto per il

tema degno di attenzione che interessa un po’ tutti. Infatti il so-prannome (dal latino medioevale supernomen, incrociato con su-pra) è un fenomeno che interessa in modo particolare la nostrarealtà meridionale, dove ancora viene diffusamente adoperato perl’aggiunta o la sostituzione al nome e al cognome per rendere piùagevole l’identificazione della persona oggetto del discorso.

L’autore fa una breve ma dotta escursione sull’origine dellemotivazioni e classificazioni dei soprannomi che possono esserepatronimici, di origine straniera, di avvenimenti storici come adesempio la guerra d’Africa, derivanti dall’attività esercitata, daipaesi di origine e così via.

Di moltissimi soprannomi è impossibile dare una spiegazioneper quanto riguarda la derivazione e il significato perché originatida fatti o avvenimenti troppo remoti; completano il libro duecen-tosette soprannomi tuttora usati a San mango sul Calore. Un testofacilmente fruibile, chiaro e scorrevole.

SUOR CONCETTA ATTANASIO. Una protagonista dellastoria di Mugnano del Cardinale nei decenni centrali dell’Ot-tocento di Pasquale Colucci – Editrice L’Arca – S. GiuseppeVesuviano 2004

Come proclama con chiarezza il titolo, protagonista del saggio èsuor Concetta Attanasio dell’Ordine delle Suore della carità di

Napoli. Protagonista e…anche antagonista, apertamente “ad ontadel suo sesso”. Ampio diverso mosso lo scenario, che è quello delfervoroso ventennio prima e dopo l’Unità d’Italia, epoca di co-scienze lacerate. Sullo sfondo, Mugnano del cardinale, col suo ri-nomato santuario dedicato a “La Greca, e real Vergine”, a “Filo-mena invitta”, come si legge in un’ode anacreontica da autoreaninimo locale nel 1834.

Sulla scena della nostra Storia…ci sono tutti, dal re al papa,dalla superiora provinciale al prefetto, dal marchese al ministro, dalsindaco al vescovo, dai briganti alla Gran Corte criminale, dal ge-nerale alla Guardia nazionale, dalle spie ai cospiratori, dal Consi-glio Generale degli Ospizi alla “Beneficenza”, dalle monache alle“povere Orfane di S. Filomena di Mugnano”, dall’assessore co-munale al procuratore generale; in breve, alto bordo e popolino.Ma tutti quanti personaggi strumentali, che ruotano intorno e infunzione della protagonista-antagonista, la quale è animata da una“non comune forza di carattere”; come dire, l’individuo e la so-cietà, il punto e la linea, il centro e il cerchio, finchè, naturalmente,il cerchio si chiude, e sul dramma cala il sipario.

Vincenzo Ammirati(dalla quarta di copertina)

V. Montel e V. Rossetti (eds), Il museo Didattico del Maestro Ot-torino Giannetti. L’insegnamento scientifico nelle scuole ele-mentari a Cremona nella prima metà del novecento, III CircoloDidattico di Cremona, 2003

Ottorino Giannetti nasce a Lacedonia nel 1885, nel 1903 con-segue il Diploma di Scuola Normale presso la locale Regia

Scuola “Francesco De Sanctis” e nel 1907 l’abilitazione all’inse-gnamento elementare. Dedica la sua vita di maestro elementare aibambini di Cremona, una località circa mille chilometri distantedal suo paese di origine, come i tanti maestri formati dall’IstitutoMagistrale di Lacedonia e poi andati ad insegnare nelle Scuole ditutta l’Italia. Di lui però resta viva la memoria anche a circa cin-quant’anni della morte, avvenuta nel 1956. Egli ha costituito un la-boratorio di apparecchiature scientifiche nella sua Scuola, la “G.B.Plasio” di Cremona, una collezione di valore storico che assumenuova importanza alla luce della Progetto Scienza e Tecnologia vo-luto dal Ministero dell’Istruzione. Andando a Cremona per porta-re da Calitri le apparecchiature scientifiche qui realizzate in coe-renza con quel Progetto, ho avuto la gioia di scoprire la figura diquesto conterraneo.

Il libro contiene il catalogo e le fotografie a colori della colle-zione Giannetti, un vero e proprio Museo di fisica, biologia e geo-logia, da lui lasciato alla sua Scuola. Contiene, inoltre, la biografiadel personaggio, leggendo la quale sono stato colpito dalle se-guenti parole: «Un maestro energico e severo, che incuteva ri-spetto e finanche timore, ma anche con tratti di paterna premura.La sua severità si esercitava soprattutto nei confronti di chi mo-strava di disperdere le proprie risorse».

Ho pensato con affetto ai maestri dello stesso stampo che hoconosciuto qui a Calitri nella mia infanzia, e mi piace ricordarli an-che se nessuno di essi aveva evidenziato una tale dedizione per lematerie scientifiche.

Pietro Cerreta

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SSOOLLIIDDAARRIIEETTÀÀ CCOOLL GGIIOORRNNAALLEE

DA CALITRI

Euro 5: Rossi Serafino – Cestone Franchino – Covino Teresa – ZabattaRocco via A. Del Re 19 – Nicoletta Lucia – Cianci Leonardo – MetalloGiovanni Battista – Panelli Peppino – Di Milia Maria – MargottaVincenzo – Di Maio Gaetano – Cianci Rosa – Di Napoli Gaetano –Capossela Michele – Galgano Pasquale – Lucrezia Raffaele – PetitoRosa – Di Maio Maria Michela – Tancredi Filomena – Siconolfi AnnaEuro 8: Metallo RoccoEuro 10: Zarrilli Francescantonio – Tancredi Giuseppe – CerretaAlfonso – Mottola Gerardo – Di Cosmo Antonio – Maffucci Lorenzo (u’riav’l’) – Armiento Rocco – Basile Aniello – Galgano Erberto – CalàPasquale – Paolantonio Paolo - De Nicola Giuseppe Contrada Fontanadella Noce - Zabatta Domenico – Armiento Canio – Cerreta Antonio –Rossi Olivio – Codella Berardino – Maffucci Vincenzo via Macello 46 –Nicolais Giovanni – Zampaglione Donato – Zampaglione Vincenzo –Di Maio Vincenzo via Circonvallazione 69 – Zabatta Vincenzo(p’rtosa) – Zabatta Rocco – Bruniello Giuseppina – Di Maio Elisabetta –Nicolais Toglia Gaetanina – Margotta Michele Paludi di Pittoli –Cestone Giuseppe – Briuolo Rocco - Sperduto Giovanni – CestoneGiuseppina – Strollo Salvatore - Leone Giuseppe via Dante 32 – DiCairano Canio – Maffucci Vincenzo via Cerrata 2 – Gautieri Canio viaFaenzari 29 – Cestone Lucia – Cubelli Giovanni – Cialeo Iolanda –Cetta Rosetta – Cubelli Vincenzo via M.A. Cicoira 25 – CaputoVitantonio - Galgano Antonietta – Fasano Giovanni – Zarrilli Vincenzovia Guttuso 21 – Margotta Angela in Cantarella – Di Cairano Gaetano– Russo Armiento Lucia – Maffucci Vittorio – Di Maio Angelo viaCipresso 14 – Maffucci Domenico – Rubino Antonietta – FiordellisiMichele Antonio – Sperduto Angelomaria – Nivone Giuseppe –Vallario Lorenzo – Galgano Vito via Torre 22 – Merola Giuseppina – DiRoma Giuseppe – Acocella Antonietta – Russo Giovanni ContradaCerone – Maffucci Eduardo – Zarrilli Giovanni Contrada Sambuco –Del Cogliano Luciano – Cicoira Clara – Cubelli Vincenzo viaSottomacello 8 – Della Badia Costantino – Cesta Maria Irene – DeNicola Lucia vedova Cianci – Di Milia Raffaele – Polestra Vincenzo –Stanco Maria Antonia – Lettieri Canio – Di Guglielmo Michele eAngela – Lamparelli Anna via Di Carlo 20 – Zarrilli Vincenzo – PanelliArmando – Fierravanti Pasquale – Malanca Luciano – Arci Michele –Margotta Concetta – Codella Giuseppe via Torre 11 – Dragone Angelae Di Salvo Agostino Antonio – Nivone Salvatore – Cialeo Rosina – DiMilia Giovanni via A.Manzoni 1 – Maffucci Franco Mario – Di SalvoMichele – Di Cairano Teresa in Di Pietro – Gautieri Vincenzo – ZabattaMichele – Gervasi Benedetta – Corradi, Galgano Francesca Maria –Rosania Luigi – Di Roma Antonio – Zabatta Vincenzo – GalganoFranca – Di Guglielmo Francesco – Cestone Vito – Caputo Vittorio viaGuttuso – N.N. – De Nicola Armando – Zarrilli Giuseppe ContradaSerre Berrilli – Galgano Bernardino – Tartaglia Giuseppe via Macello50 – Acocella Lino – Russo Vincenzo – Russo Vito corso Matteotti 6 –Cestone Canio via Marconi 16 – Tornillo Giuseppe Nicola – FatoneGiuseppe via Concezione 40 – Iannece Antonio – Iannece Aldo –Scarlatella Domenico – Germano Antonio – Zarrilli Giuseppe via G.Marconi 46 – Colucci Giuseppe – Russomanno Canio – Lops Giu-seppina - Maffucci Michele corso Garibaldi 162 – Di Cecca Angelo –Galgano Michele e Zabatta Rosina – Nannariello Elvira – FastiggiLucietta – Metallo Giuseppina - Di Napoli Francesca – De NicolaGiuseppe via F. De Sanctis 57 – Tuozzolo Donato – Simone Pasquale –Germano Michele – Cerreta Mariannina – Di Maio Maria Francesca –

Tornillo Michele - Rabasca Michele – CestoneAngelo – Di MaioGiovanniEuro 11: Astone Gustavo e Zarrillim LuciaEuro 12: Scoca Vincenzo SS. 339 n. 32Euro 15: Tuozzolo Raffaele e Rosa Maria – Galgano Umberto –Rubino Canio e Gaetana – Martiniello Michele via Casaleni 26 – DiMuro Leonardo – Buono Filomena – Cirminiello Mario - IannolilloGiovanni – Delli Liuni Giulio – Tornillo – Quaranta Vincenzo viaMazzini 8 – Di Milia Antonio - Briuolo Angela – Codella Vito corsoGaribaldi 44 – Di Roma Giovanni e Anastasia – Galgano Michele viaCirconvallazione - Di Milia Giovanni via Dante 21 – Metallo Giovanni- Lampariello Michele – Bozza Vincenzo – Bavosa Carmine – ZarrilliMichele vico Stanco – Nivone Antonio – Lettieri Enzo – MaffucciMaria – Armiento Marianna – Nesta Vincenzo – Bovio Cosimo –Contino Lucia – Lucadamo Vincenzo – Lucrezia Vincenzina – GalganoGiovanni via F. Tedesco 7 – Maffucci Angelomaria –Zarrilli MariaGrazia – Gervasi Rosa - Cestone Francesco Contrada Sambuco –Melaccio Gerardo – Pasqualicchio Vincenzo e Angela – TornilloMichelangelo – Del Re Michele – Margotta Antonio via M. Cicoira 27– Sicuranza Giovanni – D’Ascoli Berardino – Zarrilli Leonardo –Zarrilli Giuseppe via Sottomacello 12 – Zarrilli Antonietta via Castello11 – Vallario Vincenzo – Buldo Giovanni -Euro 20: Musano Antonietta – Metallo Canio e Di Cecca Maria –Borea Esterina – Di Guglielmo Filomena – Delli Liuni Antonia –Metallo Vincenzo – Cubelli Umberto - Paolantonio Vito – CarusoGirolamo – Lampariello Serafina – Mastrullo Giuseppe – GalganoVito - Di Cairano Francescoantonio – Gautieri Vincenzo via A. Del Re34 – Salvante Michele – Borea Ines – Caputo Giuseppe – Di CarloFrancesca in Campana – Di Napoli Antonietta ved. Del Re – ZabattaLucia – Schettino Antonio – Maffucci Pietro via Strettole della Fiumara20/A – Fatone Canio – Miranda Pasquale Antonio – MinichinoGerardo – Cianci Maria Antonia – Cianci Giuseppe via G. Marconi20 – Galgano Maria Gaetana fiorista – Vodola Giuseppe – “Fercal”di Martiniello Canio – Metallo Colomba - Di Maio Franco – ApiculturaDi Maio Antonio – Zarrilli Antonio Contrada Demostre – MarchittoVito – Metallo Giovanni Paludi di Pittoli – Zarrilli Vincenzo ContradaTraggine – Di Cairano Vito Mario – Giuliano Salvatore – TateoDomenico – Armiento Maria Giuseppa – Gervasi Lucia in Caruso –Sena Anna – Grasso Anna – Di Carlo Felicetta – Cestone Francesco –Nigro Angelo via I° Castello 28 – Nivone Michele – Zarrilli Canio –Fares Paolo – Panniello Giovanni – Ruberto Salvatore – GautieriCantore Vincenza – Tornillo Rosa - Piumelli Attilio – GermanoGiuseppe – Cirminiello Vittorio – Martiniello Lancieri – LucreziaAntonia – Di Cairano Mario Angelo – Zarrilli Michele – MetalloMichele via Circonvallazione 6 – Paticceria Zabatta – VigoritoAntonio – Toglia Giovanni – Officina Maffucci Mario – RabascaFortunato – Caputo Nicola – Elektron di Maffucci Antonio –Capossela Mario – Simone Luigi – Maffucci Giuseppe Mario –Contino Vito Antonio – Cerreta Francesco – Di Maio Michele – ZarrilliSalvatore – Roina Nino – De Rosa Enzo – Armiento Assunta – DiCosmo Michele via Manzoni 9 – Di Milia Vincenzo ContradaSambuco 31 – Metallo Fiorina – Guglielmo Filomena – Di NapoliCanio – Zabatta Salvatore – Lucrezia Michele via Sergente Simoni 21– Nicolais Raffaele – Di Napoli Pasquale Salvatore – Armiento Luciavia L. Codella 37 – Fratelli Mucci – Caputo Vitantonio -Euro 25: Di Cecca Giovanni – Nicolais Cristina – Rauseo Angela –Lucadamo Ottavio – Cicoira Vincenzo fu Nicola – Vallario Leonardovia F. Tedesco 55 – Di Cecca Angelomaria – Di Milia Vito e Angela

IL CALITRANO N. 27 n.s. – Settembre-Dicembre 2004

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Euro 30: Cerreta Pietro – Cicoira Osvaldo – Zabatta Berardino(march’) – Vallario Leonardo Paludi di Pittoli – Di Napoli Giuseppe e DiMilia Concetta – Lucev Donato – Maffucci Salvatore – Ricciardi Vitale –Polestra Fortunato - Polestra Giovanna – Abate Antonietta – ZarrilliMichele via G. Verdi 1 – Basile Francesco VincenzoEuro 50: Mira snc di Armiento Vincenzo – Studio Fotografico FLASC -Caruso Salvatore - Fastiggi Giuseppe via Rinascimento – Di Maio Teresa– Girardi Peppino - Cardarelli GesildaEuro 70: Armiento Giuseppe

DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE

Euro 5: Di Cosmo Maria (Cerignola) – Cianci Giacinta (Treggiaia) –Di Cosmo Egidio (Ostra) – Panelli Angela Rosa (Galatone) – ZabattaAntonia (Milano) – Crippa Fiorella (Cesano Maderno) – Di LisiGiuseppe (Taranto) – Piccirillo Angelo (Serre) – Di Napoli Lucia (Napoli)Euro 8: Cerreta Rosa Maria (Nova M.se)Euro 10: Bavosa Rosa (Poggibonsi) – Cecere Marco (Firenze) –Metallo Stanco Lucia (Casalgrande) – Zabatta Canio (Lentate sulSeveso) – Armiento Michelangelo ( Torino) – Metallo Vincenza (Roma) –Cella Iolanda (Meda) – Cianci Michele (Mariano C.se) – Di CairanoAntonio (Guidonia) – Metallo Vincenzo (S. Giovanni Valdarno) –Cerreta Vincenzo (Carrara) – N.N. (Maddaloni) – Maffucci Edoardo(Moncalieri) – Melaccio Giuseppe (Poggibonsi) – Gautieri Giuseppe(Bologna) – Cestone Costantino (Roma) – Cantarella Maria (Genova) –De Nicola Antonio (Grugliasco) – Zabatta Gerardina (Torino) –Galgano Canio (Lentate S.S.) - Codella Luigina (Poggibonsi) – StancoGiuseppina (Mercogliano) – Beltrami Franca (Melfi) – Gallucci Donato(Ancona) – Borea Vincenzo (Macerata) - Famiglietti Antonio (Aquilonia)– Martiniello Vincenzo (Trezzo d’Adda) – Vallario Giuseppe(Grugliasco) - Galgano Luigi (Roma) – Caputo Maddalena (Roma) –Fierravanti Angelina (Melfi) – Fierravanti Vito (Lavena Ponte Tresa) –Fierravanti Nicola (Lavena Ponte Tresa) -Fierravanti Pina (Velletri) –Zarrilli Anna Maria (Civitavecchia) - Di Napoli Vincenzo (Cellatica) –Scoca Giuseppe (Roma) – Briuolo Luigi (Alessandria) – Galgano Canio(Cantù) – Cerreta Vincenzo (Camnago Lentate) – Di Cosmo Rosa(Giussano) – Racioppi Agostino (Castelfiorentino) – Di Maio Vito(Montauro) –Acocella Vito Antonio (Lentate S.S.) – Ricciardi Fernando(Conegliano) – Di Milia Mauro Emidio (Salerno) – Lamanna Pasquale(S.Andrea di Conza)Euro 14: Scoca Giuseppe (Bologna)Euro 15: Donatiello Giovanni (Usmate Velate) – Maffucci Angelo(Lissone) – Mucci Vito Michele (Sesto S. Giovanni) – Di Maio Giacinta(Cogliate) – Frasca Rosetta (Roma) – De Nora Bartoloneo (Verbania) –Fastiggi Michele (Salerno) – Zarrilli Fastiggi (Bollate) – Bozza Canio(Robecco sul Naviglio) – Russo Donato (Torino) – Di Cecca Angela(Vercelli) - Di Milia Vincenzo (Pescara) – Codella Michele (Tirano) –Longhitano Giuseppe (Salerno) – Di Maio Concetta Lampariello (Trento)Gautieri Antonio (Mariano C.se) – Caruso Michele (Cadorago)Euro 19: Sauda Roberto (Roma)Euro 20: Melaccio Mario (Aquilonia) – Zabatta Gerardo (Nova M.se)– Di Cecca Vincenzo (Mariano C.se) – Acocella Filippo (CugliateFabiasco) – Lantella Salvatore (Torino) – Di Maio Lucia (Roma) –Mazziotti Antonia (S. Marinella) – Di Napoli Canio (Bregnano) –Galgano Anna (Milano) – Ragazzo Angelo Canio (Pesaro) – DelCogliano Marco (Salerno) - Lampariello Mario (Avellino) – CodellaMichele (Roma) – Ricciardi Francesco (Roma) – Miele Pietro Angelo(Bollate) – Floridia Marco (Limbiate) – Zarrilli Angelo (Sedriano) –Galgano Antonio (Poggibonsi) – Di Maio Maria (Roma) – IannolilloAntonella (Varese) - Cicoira Ferrero Gina (Roma) – Cestone Pasquale(Busto Arsizio) – Metallo Mauro (Brescia) – Cestone Angelo (Buggiano)– Cestone Luigina (Roma) – Carola Federico (Caserta) – Nivone Antonio(S.Angelo dei Lombardi) – Di Napoli Teresa ved. Di Maio (Nerviano) –

Tornillo Lucia (Salerno) – Maffucci Giuseppe (Portici) – Di CosmoVincenzo (Poggibonsi) – Cianci Salvatore (Candela) – Zabatta Antonio(Nova M.se) – Di Milia Pacciani Teresa (Poggibonsi) – Nicolais Antonio(Lavena P. Tresa) – Abate Giuseppina (Varapodio) – Cerreta Alfonso(S.Maria A Monte) – Rabasca Barbara (Caserta) – Salvatore Lucia(Montaione) – Cestone Giuseppina (Torino) – Della Badia Angelo(Napoli)Euro 25: Melaccio Vito (Giussano) – Cestone Antonio (Brescia) -Bonucchi Alfonso (Roma) – Frucci Angelo (Roma) – Margotta Mario(Figino Serenza) – Metallo Vincenzo (Roma) – Toglia Lidia (Roma) –Rabasca Angelomaria (Cervinara) – Di Gironimo Bruno (Salerno) –Galgano Giovanni Mario (Milano) – Santoro Gaetana (S.Clemente/Reggello) – Cubelli Lorenzo (Bergamo)Euro 26: Ricca Dattilo Maria (Frattamaggiore)Euro 30: Di Maio Vito (Nova M.se) – Acocella Nicola (Roma) –Sicuranza Michele (Monteroni D’Arbia) – Di Maio Vito (Colle Val D’Elsa)– De Nicola Mario (Vico del Gargano) – Donatiello Angelo (Poggibonsi)– Zazzarino Vincenzo (Mercogliano) – Fierravanti Lucia (OlgiateComasco) – Metallo Cesare (S. Giorgio a Cremano) – ZampaglioneRosellina (Roma) – Nicolais Luigi (Como) – Del Cogliano Berardino(Salerno) – Ricigliano Peppino (Giussano) - Galgano Antonio (Milano) –Aristico Antonio (Siena) – Stanco Salvatore (Salerno) – Di Maio Michele(Napoli) – Polestra Vincenzo (Bolzano) – Toglia Sergio (Napoli) –Messina Giuseppe (Roma) – Di Maio Giovanna (Roma) – SanteusaniaGiovanni (Napoli) – Bellino Arcangelo (S.Andrea di Conza) – AmatoAntonio (Napoli) – Acocella Giovanni (Avellino) – Rizzi Mario (Minturno)– Di Maio Giuseppe (Caserta) – Vitamore Maria Filomena (Roma)Euro 40: Marra Raffaele (Caserta)Euro 50: Bavosa Lorenzo (Poggibonsi) - Cerreta Donato (Teramo) – DiLascio Pietro ( Sabaudia) – Cestone Mario e Pasquale (Brescia) - BozzaGaetano (Novedrate) – Zarrilli Michele (Poggibonsi) – Scoca Angelo(San Severo) – Leone Mario (Bari) – Cianci Michele (Brescia) – FareseRaffaele (Conza della Campania) – Buono Marcello (Avellino) – DiCairano Vincenzo (Francavilla a Mare) – Del Re Michele (Napoli) –Cicoira Antonio (Roma) – Maffucci Donato (Mariano C.se) – GrassiCelestino (Roma)Euro 74: Della Valva Francesco (Bollate) – Caputo Antonio (Firenze)Euro 100: N.N. (Potenza)

DALL’ESTERO

BELGIO: euro 20 Scoca Vittorio – Moloteau Charles – GalganoAntonio - euro 25 Di Carlo RaffaelaFRANCIA: euro 25 Ragazzo NicolaGERMANIA: euro 20 Di Carlo Vittorio – Zarrilli Canio – PastoreCanio – Vallario Giovanni – Briuolo Antonio - euro 10 GalganoGiuseppina Buch – Galgano Filomena Angelina – Galgano Teresa –Galgano Canio VincenzoGRAN BRETANNIA: euro 30 De Rosa Brattesani AngelaSPAGNA: euro 50 Messina MicheleSVEZIA: euro 15 Armiento MichelangeloSVIZZERA: euro 20 Girardi Giuseppe (sand’f’les’) - CestoneGiuseppe – euro 10 Galgano Antonio – Di Milia Giuseppe - FamigliaAltieri – euro 15 Vallario Pietro – Franchi 50 Maffucci GiovanninoCANADA: euro 30: Lampariello Michele – Lampariello Pietro – euro15 Sacino Giuseppe e Cianci AntoniettaBRASILE: euro 30 Famiglia AristicoSTATI UNITI: euro 50 Schlappich Greg – euro 30 Iannolillo Luigi –euro 20 Maffucci Michele - Cianci Vincenzo – euro 15 ZarrilliVincenzo – euro 5 Di Milia Canio – Di Milia Franca – $ 100 Lorenzoe Felicetta Vallario – $ 10 Casimiro Mary – Lucrezia JosephineVENEZUELA: euro 100 Di Napoli Giuseppina e Vito – $ 50 SimoneGiovanni – euro 50 Melaccio Vittorio – euro 20 Potito Antonio –euro 10 Maffucci Bernardino

N. 27 n.s. – Settembre-Dicembre 2004 IL CALITRANO

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IL CALITRANO N. 27 n.s. – Settembre-Dicembre 2004

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MOVIMENTO DEMOGRAFICORubrica a cura di Anna Rosania

I dati, relativi al periodo dal 19 giugno 2004 al 26 ottobre 2004,sono stati rilevati presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri.

NATI

Maffucci Pietro di Michele e di Borea Giovanna 13.07.2004Corazzelli Daniele di Francesco e di Capossela M. Antonietta 13.07.2004Gervasi Teresa Carmela di Emilio e di Di Cosmo Maria 16.07.2004Cestone Salvatore di Vincenzo e di Zarrilli Elisabetta 17.07.2004Lucrezia Francesco di Pasquale e di Maffucci Angela 18.07.2004Cappiello Francesca di Vito e di Margotta Rosa 20.07.2004Cianci Angelica Maria di Benito e di Caruso Giuseppina 24.07.2004Di Cairano Sara Pia di Francesco e di Lamorte Gessica 31.07.2004Maffucci Francesca di Vincenzo e di De Nicola Irene 18.08.2004Paolantonio Francesco di Luigi e Vallario Lucia 30.08.2004Paolantonio Leonardo di Luigi e Vallario Lucia 30.08.2004Zarrilli Mario di Pasquale e di Lucrezia Enza Maria 13.09.2004Nappo Carmen di Antonio e di Massa Concetta 15.09.2004De Nicola Alice di Michele e di Lampariello Giovanna 17.10.2004

MATRIMONI

Pasqualicchio Giuseppe e Scarlatella Antonella 19.06.2004Soriano Giuseppe e Cestone Antonietta 28.07.2004Cerreta Vincenzo e Cristiano Maria 07.08.2004Zabatta Marco e Di Milia Gabriella 12.08.2004De Gregorio Donato e Di Cecca Enza 14.08.2004Armiento Angelo e De Rosa Antonella 18.08.2004Di Salvatore Raimondo e Pagliarulo Pina 28.08.2004Lucadamo Gaetano e Maffucci Loredana 28.08.2004Capossela Vincenzo e Di Cecca Rosanna 30.08.2004Cirminiello Antonello e Di Napoli Vincenza 02.09.2004Di Cairano Giuseppe e Di Luzio Vincenza 18.09.2004Armiento Angelo e Tasparrone Anna Rita 21.09.2004Cestone Luigi Antonio e Acocella Giovannina 22.09.2004

MORTI

Maffucci M. Giuseppa 17.05.1911 - † 07.07.2004Bonavoglia Carmela 27.09.1953 - † 08.07.2004Maffucci Vittorio 17.11.1940 - † 08.07.2004Zarrilli M. Giuseppa 15.03.1910 - † 10.07.2004Lopriore Pasquale 14.01.1921 - † 29.07.2004Dragone Cosimo 27.09.1926 - † 31.07.2004Senerchia Nicola 15.08.1934 - † 11.08.2004Zarrilli Vito 02.04.1922 - † 13.08.2004Maffucci Michele 12.09.1907 - † 15.08.2004Cesta Maria 01.02.1912 - † 15.08.2004Di Milia Michele 23.05.1925 - † 22.08.2004Miele Caterina 12.10.1914 - † 02.09.2004Nannariello Migliorina 24.01.1914 - † 02.09.2004Rainone Concetta 08.10.1913 - † 04.10.2004Gautieri M. Giuseppa 18.01.1913 - † 14.10.2004Codella Grazia 01.10.1916 - † 22.10.2004Scoca Vincenzo 14.04.1919 - † 23.10.2004Martiniello Canio 29.08.1922 - † 23.10.2004Cetta Francesco 17.11.1925 - † 24.10.2004Rauso M. Matrona 04.01.1912 - † 26.10.2004

Raffaela RabascaCalitri - Caserta

22.12.1925 † 24.08.2004Il tuo dolce ricordo è il

confortodel nostro dolore.

Pasquale Lopriore14.01.1921 † 29.07.2004Il tuo caro ricordo vivràper semprenei nostri cuori.

Vittorio Maffucci17.11.1940 † 08.07.2004

“Una lacrima per i defunti,un fiore sulla tomba

appassisce,una preghiera per la loroanima la accoglie Iddio”.

La moglie, le figlie ed iparenti tutti.

Vito Di NapoliCalitri - Cagliari15.10.1937 † 01.07.2004A tutti coloro che loconobbero e l’amarono,perché rimanga vivo il suoricordo.La famiglia e i numerosiamici.

Canio Armiento30.11.1912 † 24.06.2004Il tuo dolce ricordo vivrà

semprecon gioia nei nostri cuori

Vitantonio Di Milia13.04.1927 † 23.06.2004Perché il suo ricordo vivanei cuori di coloroche lo hanno amato.

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N. 27 n.s. – Settembre-Dicembre 2004 IL CALITRANO

R E Q U I E S C A N T I N P A C E

Mariantonia Di Napoli30.09.1916 † 12.04.2004I figli Giuseppe e Mario

Capossela, i nipotie i parenti tutti la ricordano

a quanti la conobbero.

Francesco Germano10.01.1936 † 12.03.2004

Nessuno muore sulla terrafinchè vive

nel cuore di chi resta.

Antonio Zarrilli27.11.1914 † 12.01.2004L’eterno, il tuo Dio, saràcon te, dovunque andrai.

(Giosuè I – 9)

Francesco Ricciardi20.01.1918 † 07.11.2003Sorella morte ti hastrappato al nostroaffetto, ma tu guidaciancora dal cielo.

Maria Maffucci20.01.1924 † 07.11.2003Ad un anno dallascomparsa, con immutatoAffetto la ricordano ilmarito, i figli, lenuore e i nipoti.

Angelo Maria Maffucci30.08.1938 † 26.08.2001Sarai sempre vivo neicuori di chi tiha amato e conosciuto.

Maria Rosa Agostini25.08.1937 † 16.06.2003

Il marito Mario Gallucci, ifigli Antonio e Massimo,

le nuore,i nipoti e i parenti tutti ne

serbano intatto il caroricordo.

Michele Margotta15.04.1942 † 08.06.2002La moglie Angela, i figli

Concetta, Maria ePasqualino,

la mamma ConcettaCaputo lo ricordano a

quanti lo conobberoe lo stimarono.

Maria Michela MaglioneAquilonia - Calitri

30.03.1918 † 03.10.2001Sono trascorsi tre anni

dalla tua scomparsa,ma sei sempre presente fra

di noi.Tua figlia Mariaa quanti ti vollero bene.

Incoronata Acocella21.01.1927 † 17.09.2003Pietro Giarla, i figli e iparenti tuttila ricordano con l’amore disempre.

Gaetano Fierro01.12.1932 † 22.01.2000Il Signore ti ha voluto nelsuo mondodi giustizia. Illuminaci nelcammino della vita.

Donato Margotta(Nanat’)Calitri - Todi24..01.1931 † 17.06.2004Contemplerò la bontà delSignore nella terradei viventi (Salmo 27)

Antonio Strollo07.04.1928 † 03.05.2004I tuoi cari serbano nelcuoreun ricordo sentito eprofondo.

Vincenzo Gallucci23.08.1928 † 08.12.1992Vivrai per sempre nei cuoridi quelliche hai lasciato.

23

Vincenzo Di NapoliCalitri - Bregnano (CO)05.10.1948 † 20.04.2004Tenerezza infinita, infinitorimpianto. La moglieMichela,il figlio Canio con Simona,la sorella Laura, lafamiglia tutta.

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In caso di mancato recapito, si prega di voler restituire all’Ufficio C.M.P. Firenzeper la riconsegna al mittente, che si impegna ad accollarsi le spese postali.

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