io come autore 46

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Anno 2 N. 46 / MARZO 2012 - Periodico settimanale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011. Ricordi lontani in poesia Pennellate di parole Una bionda molto speciale Parole e musica, per scoprire l’arte di annacarsi autore 46 numero o Il socialnetwork per la cultura è già on-line raggiungici ora! Illustrazione di Manuel Poggi Nè romanzo Nè fumetto GRAPHIC NOVEL Novità

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Rivista dedicata agli autori

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Page 1: Io Come Autore 46

www.iocome.it

Anno 2 N. 46 / mArzo 2012 - Periodico settimanale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-rEA: mI-1942227.Iscr. Tribunale di milano n. 324 del 10.6.2011.

● Ricordi lontani in poesia

● Pennellate di parole

● Una bionda molto speciale

● Parole e musica, per scoprire

l’arte di annacarsi

autore 46num

ero

oIl socialnetworkper la cultura

è già on-line

raggiungici ora!

Illustrazione di

manuel Poggi

Nè romanzo

Nè fumetto

GRAPHIC

NOVEL

Novità

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❥ Run obsession

Manuel poggiillustratore.

sono nato a sanremo il 16 agosto 1973; fin da piccolo ho sempre mal celato una predilezione per il piede femminile, oramai considero questa mia piccola ossessione come una tara di fabbrica, il tempo non vi ha messo rimedio, anzi è sfociata in una vera e propria forma di ricerca artistica intrapresa alla scoperta della figura e delle sue molteplici forme di espressione; in una parola sola “comunicazione”.Dopo essermi iscritto alla scuola del fumetto nella prima metà degli anni ‘90 mi sono cimentato in diverse forme di disegno, ho frequentato poi assiduamente un atelier di nudo sempre a Milano chiamato: “l’Osservatorio Figurale” il direttore Enrico Lui divenne il mio maestro e mi educò a guardare alla poesia espressiva del corpo.Successivamente a questo periodo intenso e per quanto mi riguarda umanamente evolutivo, presero forma questi disegni dallo “humor-fetish” per me terapeutici, liberatori, uno dopo l’altro sono divenuti un’allegoria, un biglietto da visita della mia personalità.dopo aver contribuito alla creazione del calendario ANCI (associazione nazionale calzaturiera italiana) del 2011 a pochi mesi di distanza, grazie alla Coniglio Edizioni, esce nelle librerie la mia prima raccolta di disegni tutti incentrati sul tema del piede.

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io rubriche

Fabiola Farina | 6Le Destinazioniangela parise | 14Il fatidico giorno prima

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Letture in semibreve | 8di Laura e Paola CaponettiBlogger per passione | 12di Rossana LombardiKnow-how | 16di Annarita FaPenne e tulipani | 18di Giuseppe RaudinoNé romanzo, né fumetto | 20di Giorgio GinelliNon solo pietre | 26di Natale BarcaPollicino | 30di Pina VarrialeL’angolo della poesia | 32di Rossana de GrisantisPennellate di Parole | 34di Giovanna VanniniEventi | 36Eventi per i vostri cinque sensi

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www.iocome.it

editoriale

C’è un amico che ogni tot di tempo, con la stessa frequenza in cui pubblico nuovi post sul mio personalissimo blog(e questa frequenza non è mai uguale a se stessa), mi

domanda perché non mi metta a scrivere un libro. Eh, magari. Voi, giovani autori, lo sapete bene.

Cosa significa prendere in mano una penna e un blocco e sedersi nel silenzio della notte, o al mattino presto, e

iniziare a far correre l’inchiostro sulla carta. Oppure scrivere guardando solo la tastiera del pc per minuti e minuti interi,

osservare le proprie dita scrivere lente o veloci, sapienti o ignoranti della dattilografia, salvo poi alzare lo sguardo e vedere righe di maiuscolo o una sfilza di segni rossi sul

supporto elettronico. Oppure siete di quelli che mentre camminano, o si rilassano in treno dopo una giornata di

lavoro, hanno un’intuizione e se la segnano sul cellulare, sull’agenda, su un tovagliolino nel bar. Magari qualcuno di

voi usa un registratore per fermare l’attimo. Anche a me succede, ma tutto ciò dura qualche migliaio di battute.

Mi manca solo la condizione sufficiente e necessaria: l’idea.Quella che voi, stupendamente, avete trovato.

Massima ammirazione per voi, piccoli Archimede!

Sabrina Carrozza

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Io vivo per affascinare con le paro-le, per rendere il contenuto poetico anche se triste, vivo con i lettori scio-gliendomi in loro come la sirenetta tra le onde del mare...per amore, solo per silenzioso amore. La mia scrittura non ama il banale, è radicata nella realtà materiale, affronta anche temi dolorosi, l’intersecazione dei miei due mondi si palesa persino nel cambio di registro e nella continua sperimenta-zione.

La policromia delle pagine poi non si attarda sulle ripetizioni o su puntiglio-si ricami atti a far sì che il romanzo di-venti un tomo, ma staglia il nero della notte e la trasparenza rosata dell’alba senza gradazioni.Strana parola quella del titolo, sospe-sa tra due estremità. Da un lato il fan-tomatico Destino, come se fosse una trama ormai disegnata, dall’altro lato

le Azioni, che si prefiggono di condur-re le redini della vita. Così si delinea-no le Destinazioni verso le quali si ar-riva, risultati inaspettati dell’intreccio fra quei due inscindibili concetti.Ecco perché nessuna storia, come le 17 qui presenti, è dato – in fin dei con-ti – di ritenere conclusa e tutto può svilupparsi ulteriormente nel di-segno dell’immaginazione.

Al tempo stesso quindi, altre strane cose accadono nel cammino, come sospette anche se minime ripetizio-ni, ostinate anche se leggere ciclici-tà, che indicano una spinta centripeta che avvicina fra loro le storie e le vite. Sia nella realtà che nell’immaginario nulla è poi così nitido e distinto, chia-ro ed evidente. Vi è sempre un velo impalpabile a volte leggerissimo, ma altre volte greve, che rende gli indivi-dui turbati di fronte agli eventi. ●

Autrice

Io vivo per af fascinarecon le parole

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numero

46Fabiola Farina

Le Destinazioni

Non ti accanire in modo così brutale su di me.

Il mio corpo vuole resistere solo per godere del privilegio di guardare il colore intenso di questo cielo estivo. Per quanto la piscina mi alcolizzi irrimediabilmente i polmoni di cloro e liquido ogni volta che mi immergi la testa sott ’acqua,gli occhi ti cercano nella richiesta muta della pietà di una tregua lunga il tempo del giungere della notte…

Editore: Rupe MutevoleIsbn: 978 -88- 6591-121-1Pag.: 154Prezzo: € 10,00

Dal racconto”Michela”tratto dal libro “Le Destinazioni”

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di Laura Caponetti

Lasciatemi essere felice, stavol-ta gioco in casa, in quella casa che è la mia Terra, la Sicilia, e

lo è anche per questo scrittore e gior-nalista, Roberto Alajmo. Contenermi sarà davvero difficile, dovete capire che alla Sicilia si appartiene, e no, mi dispiace, non è come essere lombar-di o pugliesi, perché innanzitutto si tratta di un’isola, e l’essere isolani è tutta un’altra storia. Cambiano le pro-spettive e cambiando queste cambia il senso delle cose. La prospettiva di cui parlo è quella di chi ha sempre la terra alle spalle e davanti solo mare. Per me, nata in un paese di mare è e sarà sempre così. Avere la terra alle spalle vuol dire essere pronti all’ac-coglienza, ma anche essere vulnera-bili, certo. Significa essere aperti a tutti i mondi possibili, significa es-sere tolleranti, scrutare l’orizzonte e sapere che da lì può venire la salvez-za e non solo la tragedia. I cittadini più tolleranti di fronte al massiccio

Letture in Semibreve...il giusto mix di parole e musica

L’Arte di AnnacarsiUn viaggio in Siciliadi Roberto Alajmo

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sbarco di uomini e donne provenienti dal resto del Mediterraneo sono proprio gli abitanti di Lampedusa, cioè coloro che più ne subiscono le conseguenze. Ades-so sapete perché. Vi starete chiedendo se tutto ciò vale anche per gli abitanti dell’interno dell’isola, in un certo senso sì, essi attirati dalle lusinghe marine, sa-ranno attratti sempre dalle coste e a loro tenderanno lo sguardo e il cuore. Tornan-do al libro, Alajmo sceglie d’inserire nel titolo un termine dolcissimo “annacarsi” che trae origine dal termine “Naca”, cul-la, quindi andrebbe tradotto “cullarsi”, ma ho detto andrebbe; come ci spiega be-nissimo l’autore,in Sicilia annacarsi vuol dire fare “il massimo del movimento con il minimo spostamento”, quindi ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Questo è un atteggiamento tipico dei sici-liani, la loro tendenza alla contraddizione viene fuori anche nel dialetto. Il Viaggio in Sicilia che ci propone Rober-to Alajmo è in realtà un viaggio all’inter-no della sicilianità che parte dai luoghi e dalla loro storia e finisce per spiegarci qualcosa dei siciliani e di tutto ciò che gli ruota intorno, compresi i luoghi comuni. Perciò non può non parlarci di Mafia e lo fa sbattendoci in faccia la verità, senza prenderla alla larga ci dice chiaro e tondo “La mafia è un odore. Una puzza. Qualco-sa che avverti senza necessariamente sa-pere da dove proviene. E’ come la puzza di qualcosa che uno dei tuoi ospiti ha cal-pestato. Tu non sai esattamente chi, ma sai che qualcuno l’ha calpestata.”E’ così, punto e basta. Non credete a quel-li che durante le campagne elettorali, in

Letture in Semibreve 46num

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tutta Italia non solo in Sicilia, incon-trano lestofanti e poi dichiarano che non sapevano chi fossero, col cavolo! La puzza si sente, e se non l’hai sen-tita tu, te l’ha detto qualcuno. Di questo, nel corso di un viaggio in Sicilia si doveva parlare, ma non cre-dete, è solo un accenno, deciso e ta-gliente, e poi si passa avanti. Si va da una sponda all’altra mirando bellez-ze, raccontando miti e leggende, sor-seggiando zammù e mangiando cas-sata per poi arrivare al fantasma più famoso di tutta la Sicilia, che non è un Re, né un condottiero né qualsia-si altro illustre passeggero di questa terra. E’ un fantasma di cemento a sei corsie, lungo 3600 metri, che non si vede, ma, dicono, si paleserà prima o poi. Si, lo dicono, non si sa più da quanto.Quand’ero bambina e sentivo parlare del ponte sullo stretto, incu-riosita ne chiedevo le ragioni a mia madre, che tagliava corto dicendomi di non preoccuparmi, che tanto, nem-meno i miei nipoti lo avrebbero visto. Già trent’ anni fa era così, oggi, se me lo chiedesse mio figlio risponde-rei allo stesso modo. In fin dei conti ha ragione Alajmo quando conclu-de “Noi che ci appaghiamo non del-le cose, ma del ragionamento intor-no alle cose. Ecco la prospettiva: un ponte fatto interamente di parole. E forse, tutto sommato, è meno peggio così.” Tra vizi e virtù questo viaggio si con-clude sulla sponda più vicina al resto d’Italia, che in realtà gli si allontana di un paio di centimetri l’anno. Vorrà pure dire qualcosa. ●

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paola4quaRti

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eroLetture in Semibreve

questa settimana consiglia l’ascolto di

Franco BattiatoL’era del cinghiale

bianco, (1979)

Autore: Roberto AlajmoTitolo: L’arte di annacarsi Editore: La TerzaIsbn: 9788842087717Pag.: 274Prezzo: € 9,50

...il giusto mix di parole e musica

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Il tuo bimbo sempre più spesso urla, batte i piedi, si butta a terra e fa scenate: fattene una ragione è arrivata la fase dei capricci, i

cosiddetti Terrible Two. Non bisogna allarmarsi più di tanto perché in fon-do non sono solo capricci ma sono anche un sintomo di crescita, il bam-bino, infatti, sta raggiungendo la sua fase d’ indipendenza e la consapevo-lezza di se stesso. Ma come gestire e affrontare queste manifestazioni di ribellione? Ecco qualche consiglio per sopravvivere ai Terrible Two.

Restare calmiE’ vero, è più facile a dirsi che a farsi ma dobbiamo veramente impegnarci a restare calmi e soprattutto a non ur-largli contro perché, se no, il bambino si agita ancora di più, bisogna ricor-darsi che i bimbi non sono in grado di ricomporsi.

Avere fermezza Bisogna essere fermi nella nostra de-cisione quindi se è no è no, se si cede, il bambino, capisce che i suoi capricci funzionano e continuerà a farli, al con-trario diventeranno sempre più radi.

Capricci: come gestire la fase dei Terrible Two

Sono Rossana Lombardi ho 32 anni e sono mamma di tre bambini.Faccio la copywriter per alcuni siti web e ho anche un mio blog perso-nale, in cui racconto le mie giornate di mamma e parlo di prodotti per bambini.

❥ Blog:http://unamammanelweb.blogspot.com

Cuore di mamma

Bloggerper passione

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numero

46Rossana LombardiIgnorare il capriccioE’ inutile dilungarsi in spiegazioni in quel preciso momento tanto non ascol-ta, anzi, c’è solo il rischio di alimenta-re il capriccio, molto meglio ignorar-lo lasciandolo sbollire e rimandare i ragionamenti ad un momento in cui sarà più tranquillo.

Prevedere i capricciSembra banale ma è cosi, se provia-mo a prevedere i capricci ci eviteremo senz’altro spiacevoli scenate, quindi, se passando davanti al negozio di gio-cattoli, sapete già che si scatenano i capricci cercate di fare un’altra stra-da. Se a casa prende, per esempio, i biscotti quando non è ora di mangiar-li cercate di riporli in posti a lui non accessibili e cosi via, vedrete che la maggior parte dei capricci saranno evitati.

Proporre un’alternativaSe il bambino si intestardisce su una cosa provate a proporre un’alternati-va divertente, se saprete coinvolgerlo in qualcosa d’altro le probabilità che smetta di fare il capriccio aumente-ranno di certo.

Questi consigli sono attuabili per i capricci di ribellione, nella fase, ap-punto, dei Terrible Two ma ricordate che non tutti i capricci sono uguali bi-sogna anche saperli distinguere, per esempio molti bambini fanno i capric-ci quando sono stanchi quindi, quan-do ci si accorge che sono nervosi, bi-sognerebbe fargli fare un pisolino o anche solo un momento di relax ma-gari con qualche coccola di mamma. Molte volte, invece, capita che fanno i capricci proprio quando la mamma torna a casa dal lavoro, questo è, sen-za dubbio, un richiamo di attenzione quindi basterà passare del tempo di qualità con loro magari facendo un gioco o leggendo un libro insieme. ❤

Rossana Lombardi

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Cosa ti ha portato a scrivere?La passione per la scrittura è ufficial-mente nata con me trent’anni fa. Già da piccola provavo a scrivere dei bre-vi componimenti con poco successo.

Quando hai deciso di scrivere il tuo primo libro?Il primo libro risale al 1998, quando avevo sedici anni: poi, esattamen-te tredici anni dopo, l’ho ripreso in mano, rimesso a posto e pubblicato (è il secondo ad essere uscito, in ordine cronologico).

È stato facile trovare un Editore, ti sei affidato ad un agente lette-rario? Descrivi il tuo percorso per arrivare alla pubblicazione.Ho iniziato partecipando a concorsi letterari ma ben presto mi sono ac-corta che non tutti erano validi: molti editori sono a pagamento mentre altri come premio danno la pubblicazione di pochissime copie. Poi, l’incontro fortuito con il mio attuale editore, Da-vide Zedda, mi ha dato la possibilità di iniziare.

Come nascono i tuoi libri?I miei libri sono il mio specchio ed in quanto tali, nascono ispirati dalle mie personali esperienze di vita natural-mente rivedute e rielaborate.

Come ti descriveresti?Sono una maniaca della precisione, solitaria e creativa: per scrivere è l’i-deale.

l’intervista

La vita di due donne, fino alla fine

Autrice

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numero

46angela Parise

Il fatidico giorno prima Alla vigilia delle loro nozze, le amiche Sofia e Milena, rimaste ambedue orfane di madre da poche settimane, ne approfittano per trarre le somme e narrarsi la biografia delle loro mamme: in questo modo conosceremo gioie e sof ferenze nella vita di due donne straordinarie, Rosa e Pierangela.

Titolo: Il fatidico giorno prima Autrice : Angela Parise Editore: La RiflessioneEAN: 9788862117692 Pag.: 272Prezzo: € 18,00Anno: 2012

Il tuo motto personale?Un motto personale ancora non lo ho, però lo sto cercando.

Vivi per…Vivo per la mia famiglia, allo stato attuale formata da papà, marito e bimba di sei mesi.

Perché acquistare la tua ope-ra?Credo che il motivo che spinge all’acquisto di un libro sia l’inte-resse provocato dal tipo di storia che viene narrata; quindi penso che lo stesso principio valga an-che per i miei romanzi. ●

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num

ero38

Chi è Annarita?“Annarita Faggioni, classe ‘90 si sta laureando a Lettere e Cultura del Territorio a Taranto. Da circa un anno consiglia gli autori esordienti e dà loro visibilità sul Piacere di Scrivere. Vanta alcune collaborazioni come copywriter freelance in vari settori. Recentemente ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Canto D’Inverno”, che ha trovato riscontri favorevoli nel vasto pubblico della Rete e un e-book gratuito per i vincitori del suo concorso di poesia. Sarà con noi in questa rubrica.”

Finalmente abbiamo finito il nostro libro: non l’abbiamo semplicemente scritto perché non avevamo niente di meglio da fare. Abbiamo messo il nostro cuore, la nostra anima, la no-stra passione per progettarlo, visua-lizzarne ogni piccolo dettaglio, co-struirlo come un tesoro nascosto. É il momento che questo tesoro che ri-voluzionerà il mondo letterario veda la luce. Già, ma come non comin-ciare con il piede sbagliato?Per certi aspetti, pubblicare somiglia un po’ a come mandare un CV per

Come inviare un manoscritto ad una casa editrice via E-mail

Know-Howstrategie sul libro

numero

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candidarsi ad un posto di lavoro. Mol-ti mandano curriculum in giro senza pensare tanto alla richiesta: questo è il primo errore da evitare se voglia-mo che il nostro libro venga preso in considerazione.Partiamo da una premessa: una casa editrice piccola, media o grande che sia ha: 1) Una linea editoriale da ri-spettare alla lettera. Se una casa editrice pubblica solo narrativa, è inutile mandarle il nostro libro di po-esie: come leggerà la parola “Poesia”

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annarita Faggioni

cestinerà la E-mail senza degnarvi di una risposta. La linea editoriale è evidenziata dalle sezioni “Chi siamo” e “Invia il tuo manoscritto” o “Con-tattaci” nel sito della casa editrice. 2) Una gestione diversa. Se non vogliamo pagare il contributo per pubblicare il nostro libro, puntiamo alla pubblicazione in e-book o alla pubblicazione con case editrici non EAP: inutile perdere tempo mandan-do a tutti, indistintamente, il nostro testo. 3)Milioni di pacchi e di E-mail come la vostra. “Perché dovremmo pubblicare il tuo testo?”. Date loro una motivazione seria: evitate di dire “Perché sono alla prima esperienza” o “Perché mi piacerebbe”. Date una sinossi esaustiva, mostrate i punti di forza del vostro libro e la sua capaci-tà di attirare il lettore. Ci sono case editrici che chiedono una sinossi, al-tre che la cestinano. Date un’occhia-

ta ai rispettivi portali prima di invia-re il vostro materiale.Perché sfruttare il vostro indirizzo di posta elettronica per tutto questo?Evitate di pagare le spese di spedi-zione;Permettete alla casa editrice di non perdere tempo;Ricevete una risposta più immedia-ta, soprattutto se l’esito non dovesse essere quello sperato;Proteggete l’ambiente non stampan-do, il che non guasta mai;Avete una sicurezza pari ad una ri-cevuta di ritorno: se il testo è stato inviato in una certa data e qualche bontempone volesse spacciarlo per suo, potete utilizzare quella data come riferimento.Detto questo, vi lascio scrivere in pace e vi auguro in bocca al lupo!!!

ANNARItA FAGGIONIIL PIACERE DI SCRIVERE

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Qual è il futuro del romanzo?Parafrasando il titolo di un saggio un po’ datato di Umberto Eco, al mo-mento si distinguono due scenari principali: quello degli apocalittici e quello degli integrati. Il primo riguar-

da i fanatici della tecno-logia, quelli che pensa-no che il li-bro cartaceo sparirà com-pletamente per lasciare il posto agli ebook o qua-lunque al-tra forma di scrittura/let-tura digitale;

del secondo scenario, invece, fanno parte i romantici della lettura, quel-li che pensano che la versione carta-cea non potrà mai sparire perché il fruscio delle pagine, i margini scara-bocchiati e i segnalibri in pelle sono insostituibili.La verità, probabilmente, sta in mez-zo a queste due opposte e inconcilia-bili posizioni.Lasciamo per adesso perdere i sag-gi e le pubblicazioni periodiche (sia scientifiche che non) e focalizziamo la nostra attenzione sul romanzo. Cosa sta succedendo da un po’ sui tempo a questa parte? Alcuni scrittori sen-

tono l’esigenza di “riscrivere” delle opere importanti, sia proprie che al-trui. È il caso di Baricco, che ripro-pone un testo omerico, oppure dello stesso Eco, che non solo si cimenta con la riscrittura dei Promessi Sposi, ma addirittura rimaneggia il suo ce-lebre “Il nome della rosa” dopo oltre trent’anni dalla prima edizione.In tutti questi casi il motivo della ri-scrittura è pressoché evidente: snel-lire il testo, togliere il superfluo, aggiornare la forma per rendere la storia più accessibile a un pubblico moderno.Tanto vale, allora, soffermarsi sulle esigenze di questo pubblico moderno per capire semmai sia possibile trac-ciare qualche plausibile percorso fu-turo del genere “romanzo”.Il pubblico di oggi è abituato all’idea di movimento e dinamicità. Legge di tutto, ma frettolosamente. Si concen-tra con alta intensità su qualcosa, ma per un tempo breve. Per questo ama i testi compatti, concisi, altamente in-formativi, schematici e privi di fronzo-li. Il lettore di oggi su lascia distrarre facilmente: basta dargli un link sedu-cente ed è disposto ad abbandonare la pagina per intraprendere nuove letture. Infine, quello odierno è un pubblico educato alla multimedialità e al multitasking, visto che è in grado di ricevere diversi stimoli sensoriali simultaneamente e di eseguire più di un’operazione per volta: per esem-

Il futuro del romanzo

Penne e tulipani:appunti di scrittura mediatica

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num

ero46di Giuseppe Raudino

Giuseppe Raudino è docente di Teoria dei Media presso l’Università di Scienze Applicate Hanze di Groningen, Olanda.Lavora anche come giornalista freelance e ha pubblicato diverse opere di narrativa.Il suo romanzo L’isola del tempo è

disponibile su Lulu.com e la sua home page è www.raudino.webs.com

pio, segue un programma televisi-vo e commenta su twitter in tempo reale, oppure ascolta musica, scrive una lettera, controlla dei concetti su Wikipedia e dà un’occhiata alla posta elettronica.Considerato tutto questo, come pos-siamo immaginare il romanzo del fu-turo? Da apocalittici o da integrati?Io credo che le due realtà coesiste-ranno. Continueranno ad esserci ro-manzi complessi, la cui lettura sarà piacevole solo attraverso il contrat-to fisico con un fascio di fogli ben ri-legato, la cui ruvidezza deve essere assaporata col tatto mentre voltiamo pagina lentamente, mentre ci godia-mo questa piccola conquista di lento

incedere verso la conclusione. E poi ci saranno anche i romanzi “snelli”, di facile lettura su supporti elettro-nici, possibilmente dotati di riferi-menti extratestuali e/o multimediali. Esisteranno, insomma, romanzi ap-positamente scritti per lo stile apoca-littico e altri conformi a quello inte-grato, con la possibilità di offrire due diverse edizioni a seconda del tipo di lettore. Magari verrà fuori anche una nuova figura di editor, a cui sarà demandata la “traduzione” o, meglio ancora, l’adattamento di un romanzo da uno stile all’altro...Ma questa è tutta un’altra storia. ●

Giuseppe Raudino

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Raccontare non è più legato solo alla parola; da tempo.Da molto tempo, dirà qualcuno. Mica da tanto, rispondo io.Sì, perché credere che il raccontare – quello vero, la mate-ria del romanzo, per intendersi – non passi solo dalla paro-la non è mica per tutti.

Non la voglio fare troppo lunga, per cui non comincio dai graffiti nelle grotte di Lascaux (Paleolitico superiore, ndr) ma lasciatemi

almeno iniziare dagli anni ’70.

Nel 1971 Dino Buzzati propone I miracoli di Val Morel, un raccon-to in cui Buzzati stesso si immagi-na protagonista alla ricerca di un fantomatico santuario nella pro-vincia bellunese. Buzzati è scrit-tore, ma anche pittore, e correda i racconti riferiti ai miracoli con tutta una serie di ex voto disegna-ti da lui stesso.Dal Paleolitico a Buzzati – non me ne voglia Dino – non passa gran-ché dal punto di vista della co-municazione visiva. Buzzati non è un disegnatore, è un pittore e la differenza si vede. Soprattutto perché ci sono sul mercato perso-naggi come Justin Green e Har-vey Pekar (veri pionieri del ge-nere cartoon) fino ad arrivare a Chester Brown o Art Spiegelman. Nel mezzo ci sta l’arte sequenzia-le teorizzata da Will Eisner.

La prima graphic nove a memoria d’uomo, infatti, è del 1978: Con-tratto con Dio di Will Eisner. Una

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Graphic Novel!

Nè romanzo, nè fumetto...

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trilogia che solo nel 2001 vede la stampa in Italia per Punto Zero. Will Eisner è il compianto disegnatore che ha dato la vita al detective mascherato The Spirit, per intenderci; l’unico fumettista che ha visto intitolare un premio a suo nome quando era ancora in vita.Per tutti gli anni ’80 Eisner con-tinua con la produzione di altre graphic novel, ma si capisce che è troppo avanti con i tempi; la sua notorietà non esce molto dalla cerchia degli appassionati del genere fumetto. Sì, perché a quei tempi, il genere graphic novel è ancora fortemente imparentato con il mare magnum dei supereroi dei cartoon americani. Deve essere ben chiaro a tutti: la graphic novel non è un fumetto solo più lungo del solito. Stiamo parlando di comunicazione visi-va unita al testo. La graphic novel è un romanzo, né più, né meno. Non so cosa ne penserebbe Virginia Woolf, ma gli stessi problemi che lei identificava nei modernisti di inizio secolo, li possiamo ribaltare in questo nuovo millennio. Il romanzo è tale perché racconta delle storie basate su personaggi ben caratte-rizzati. Lo stesso deve fare la graphic novel.Due sono le possibilità: l’adattamento a fumetti di opere lette-rarie famose, bypassando il problema, oppure creare una storia originale che deve godere di una doppia paternità: l’autore e il disegnatore. E qui sta forse il busillis. Quello, cioè, che il dise-gnatore – pur bravo che sia – non è mica uno scrittore e a volte manca dell’idea giusta. Disegnare un romanzo è una cosa che il bravo disegnatore fa nel migliore dei modi. Scrivere un romanzo è una cosa che il bravo disegnatore fa così così.Come se il bravo scrittore si volesse mettere a disegnare la sua storia. Molto rischioso; a parte Will Eisner, naturalmente.Il coraggio di mettersi insieme – autori e disegnatori – nel XXI se-colo lo hanno trovato. Ecco allora che negli ultimi anni si assiste al proliferare di un’editoria e di un mercato basato su storie di-segnate, a volte con caratteristiche peculiari, molto sessuate, in-time, dure, ma che di sicuro hanno una grande presa sui lettori.Leggere è faticoso, si sa. Qualsiasi cosa da leggere è meno fa-ticosa da leggere di un romanzo o di un racconto. Soprattutto nella civiltà dell’immagine.

Giorgio Ginelli

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Will eisner è nato il 6 marzo 1917 a Brooklyn, NewYork, ed è morto il 3 gennaio 2005 per complicazio-ni a seguito di un intervento car-diaco.È internazionalmente riconosciu-to come un gigante nel campo dell’arte sequenziale, termine che lui stesso aveva coniato. Nella sua lunga carriera – dall’alba dei libri a fumetti all’arrivo delle im-

magini digitali – ha posto le basi per lo sviluppo dell’arte narrativa visuale e per l’evoluzione del linguaggio dei fu-metti; tra gli innumerevoli personaggi da lui creati si ricor-dano Spirit, John Law, Lady Luck, Mr. Mystic, Uncle Sam, Blackhawk, Sheena. Nel suo nome è stato istitui-to The Eisner Award, uno dei premi più prestigiosi nell’industria dei fumetti; nel 2002 è stato insigni-to del Lifetime Achieve-ment Award da parte di Art Spiegelman. Il regista Frank Miller (Sin City e 300) nel 2008 ha portato sul grande schermo la se-rie dedicata a Spirit.

Graphic Novel!

Nè romanzo, nè fumetto...di Giorgio Ginelli

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Il cammIno dI SamarIà

Il pullman su cui sono montato a Chanià nel pomeriggio mi lascia sul far della sera al margine di un vasto pianoro, erboso e ver-dissimo. Il luogo si chiama Xylòskalo e si trova sull’altopiano di Omalòs, nella parte sud occidentale di Creta, a oltre 1.200 metri d’altitudine.È un posto ritirato; i pastori vi portano le greggi al pascolo in estate. Non vi sono case, solo qualche campo coltivato e un al-berghetto Xenia. Il villaggio più vicino, Omalòs, è formato da po-che case e da un paio di taverne; il pullman lo ha superato pro-venendo dal villaggio di Làkki, appollaiato su versante scosceso della montagna. Recupero il mio zaino, che è di un bel colore ros-so, squillante, e mi avvio verso lo Xenìa, che sembra uno chalet alpino. Mentre mangio qualcosa per cena sulla terrazza, seguo con gli occhi il profilo delle Montagne Bianche, dalle nude vette.

ChoraSfakion

Non solo vecchie pietre

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Natale Barca

“Non solo vecchie pietre” vuole essere il luogo dove si legge del significato storico e culturale dell’evidenza disponi-bile di un passato remoto, e del valore che le fonti archeologi-che rivestono per l’Uomo con-temporaneo, come “trait d’u-nion” fra l’Attualità e le Origini. Ovviamente, mi riferisco non solo alle testimonianze in sen-so stretto (strutture, manufatti portabili, opere d’arte, mummie e altri reperti antropologici fisi-ci), ma anche a quelle scritte.

Scriverò perciò della storia e della civiltà dei popoli an-tichi, ponendomi un limite spaziale e uno temporale. Il campo d’indagine si estende-rà dall’Europa mediterranea al Sahara orientale e all’Asia occidentale. La cronologia sarà quella che abbraccia la Prei-storia, la Protostoria e la Storia Antica. Il termine Protostoria, lo ricordo, definisce lo scorcio del-la Preistoria in certe aree le cui popolazioni non facevano uso della scrittura, ma ci sono note grazie anche a documenti scritti di popolazioni contemporanee o più recenti che vi fanno riferi-mento. Lo svolgimento del tema seguirà le tappe dell’esperienza che ho maturato nel mio cammi-no di conoscenza.

Sotto questo aspetto la rubrica è autobiografica: parla di me stesso come autore, di che

cosa mi ha spinto a scri-

vere cinque libri in sette anni e che cosa la mia attivi-tà di scrittore saggista mi ha insegnato.

I miei libri sono:“La Notte dei tempi” (2004. ed. in proprio), “Sovrani Predinastici Egizi” (2006, Ananke, Torino),“Al tempo dei Ramessidi” (2008, Ananke), “Prima delle Piramidi. Alle origini della Civiltà Egizia” (2010, Ananke), “Impatti che ucci-dono Ipotesi sul collasso di una civiltà” (2011, Il Ramo d’Oro Edito-re, Trieste).

Salvo il primo, tutti quanti sono attualmente in vendita nelle li-brerie e “on line”.

Un’illustrazione sommaria dei volumi egittologici è contenuta nel sito www.natalebarca.it e nel mio profilo su Facebook.

Una presentazione in video di “Impatti che uccidono” è re-peribile nel sito http://vimeo.com/29769200.

ChoraSfakion

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Mi soffermo sulla cima aguzza del Gìghilos, alto oltre 2.000 me-tri. Suggestionato dalla leggenda, m’immagino di scorgervi Zeus seduto in trono. Ai piedi del Gìghilos c’è una sorgente: sembra che Zeus vi scendesse regolarmente per fare il bagno. L’aria è piacevolmente fresca, l’atmosfera è trasparente. Seguo fin dove riesco a spingere lo sguardo il sentiero che s’inabissa nel vallone. Lo Xenìa è piuttosto affollato. I letti sono tutti occupati. Dormo per terra, avvolto nel sacco a pelo. Il nuovo giorno è annunciato da un’aurora omerica, “dalle dita rosate”. E’ ancora molto presto quando incomincio la discesa nella Gola di Samarià, attrattiva principale di uno dei parchi naturali più selvaggi e meglio conser-vati del mondo. Mi ritrovo a fare parte di un’aggregazione casua-le di escursionisti di varie età e nazionalità, che si è formata allo Xenìa. Ci muoviamo tutti insieme alla stessa ora perché quella è l’ora giusta per iniziare il percorso, che è lungo 16 km e richiede 5-6 ore di cammino, che si può fare solo a piedi o a dorso di mulo. Pure la destinazione è la stessa, considerato che, scendendo giù nel vallone, non si può andare che a Agìa Rouméli, un villaggetto situato sulla costa meridionale, bagnata dal Mare Libico. Mentre scendo sempre più in basso nel vallone, mi inoltro un ambiente na-turale incontaminato, fatto di pendici scoscese, alberi, cespugli e arbusti con fiori, erbe aromatiche, fiori di campo, sorgenti, ruscel-li. Scorgo serpenti, lucertole e rare capre selvatiche, e incontro un’infinita varietà di piante. Dei cipressi vecchi di mille anni fanno ombra a una cappella con affreschi.

Ora il sole è piuttosto alto, le ombre nella Gola si sono accorciate, anche il fondovalle incomincia ad essere illuminato. Vedo in cielo librarsi avvoltoi, aquile e grifoni mentre supero un ponticello e poi un posto di ristoro, ricavato in un villaggio abbandonato. Fra quel-le case in rovina resistono tre antiche cappelle. Una è la chiesetta medievale di ‘Ossia Maria, che ha dato il nome alla Gola. il nome ‘Ossia Maria è stato prima abbreviato in Sìa Marìa, poi in Sa Marìa ed è infine diventato Samarià. Il sentiero attraversa a più riprese il letto del torrente, dove scorre un ruscello con piacevole mor-morio. La grande sorgente di Kefalòvrysi sgorga all’ombra di un platano. Secondo la leggenda, la vergine Britomarti Dictinna, in fuga dal re Minosse, che stava per acciuffarla per farla sua, dopo averla rincorsa a lungo, sarebbe stata trasformata in quella polla da uno Zeus pietoso, a cui la fanciulla si era rivolta in preghiera. Kefalòvrysi è uno dei posti più suggestivi che io abbia visto nei miei viaggi, davvero singolare. Ma non solo Kefalòvryisi: tutta la

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di Natale BarcaNon solo vecchie pietre

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Gola di Samarià è un posto straordinario, dove i miti e la natura s’intrecciano, e sembra di calarsi in un mondo sovrannaturale, abitato da dei, ninfe, satiri, sirene, streghe, eroi, demoni, draghi. Più in là di Kefalòvrysi c’è la chiesetta di Metamòrfosis; da queste parti, dicono gli archeologi, esisteva la città dorica di Kainò, e un oracolo di Apollo, il dio della luce e della profezia, dispensava i suoi vaticini. Il bello, però, deve ancora venire.Man mano che si procede lungo il fondovalle si vede la Gola re-stringersi. Questa continua a restringersi drammaticamente, fino a quando le opposte pendici si toccano quasi. Eccoci dunque alle Sideròportes, “Porte di Ferro”: un varco di 3-6 metri, e profondo parecchi metri, fra due pareti di roccia a strapiombo, alte centina-ia di metri. L’aria che s’incanala in quel corridoio è fredda, mette i brividi. Il luogo è ombroso, con grossi sassi, ciottoli, alberi e ce-spugli. Dopo le Pòrtes la visuale si allarga. Ancora pochi chilometri e si arriva ad Agìa Rouméli, una località situata sul mare, con mol-te case diroccate, una chiesetta e una cappella dentro una roccia. Tra la sabbia e gli oleandri, giacciono le rovine di un’antica città-stato, Tarra, che fu un centro religioso e fiorì per più di mille anni. Una chiesetta è sorta sulle rovine di un tempio di Apollo, o Diana. Mi rifocillo in un chiosco sulla spiaggia, poi m’imbarco per Chòra Sfakion. La traversata è tranquilla, il mare è una tavola, il barcone fila via borbottando. ●

La gola di Samarià

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CNon è un libro qualsiasi que-sto della scrittrice Ornella Della Libera che in “ Tredici

casi per un’agente speciale” de-scrive, in modo efficace e incisivo una realtà dura, violenta, ingiusta fatta di soprusi e di emarginazio-ne, una realtà in cui è facile sba-gliare e chi commette un errore finisce per pagarlo molto caro. La Blondie protagonista del libro è una poliziotta speciale, una che sa come si trattano i ragazzi diffi-cili, quegli stessi cioè che Ornella Della Libera ha tante volte incon-trato nel suo mestiere di ispettore capo. In questo libro, la scrittrice, fa-cendo tesoro della sua esperienza da poliziotta in una città emble-matica e contraddittoria quale è Napoli, dà vita a una serie di rac-conti legati tra loro da un unico filo conduttore, un filo che per-mette il dipanarsi di eventi che coinvolgono e, purtroppo, spesso finiscono col sopraffare i ragazzi. Intrappolati in una esistenza che sembra non offrire vie d’uscita,

Una biondamolto speciale

vittime di adulti senza scrupoli o, molte volte, carnefici essi stessi, questi ragazzi non sono che ingra-naggi di un meccanismo perver-so che cancella il loro futuro e li priva della speranza. Fa riflettere come siano stati proprio i minori del carcere di Nisida ad assegna-re a “Tredici casi per un’agente speciale” il Premio “Elsa Mo-rante”. Certo, si è trattato di una soddisfazione immensa e merita-tissima per l’autrice, impegnata da sempre nella lotta alla crimi-nalità. Un personaggio singolare, Ornella Della Libera, esattamen-te come lo sono le storie che rac-conta, storie forti, vere, vibranti di rabbia e di emozione, autenti-che perché autentica è l’esperien-za di questa autrice straordinaria che sa coniugare una visione luci-dissima e precisa della realtà con una sensibilità profonda e scevra da qualsiasi pregiudizio.

Pollicinoper non perdersi tra i libri

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di Pina Varriale numero

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Un libro di rara bellezza e di estre-ma efficacia narrativa, una te-stimonianza che attraverso una narrazione scorrevole e piacevolis-sima cattura il lettore, conquistan-dolo senza riserve. Del resto, non

potrebbe essere diversamen-te quando chi scrive ha cuore, sangue, anima e cervello.E Ornella Della Libera è così, speciale proprio come la sua Blondie.. ●

Autore: Ornella Della Libera titolo: tredici casi per un agente specialeEditore: FabbriISBN: 9788845108600 Pagine: 183Anno: 2004Prezzo: € 9,50

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Rossana De Grisantis

Fluttuano doloriche non s’accostanoa parole…L’ambiguo s’infiltrae in pancia la nebbias’addensa…Pareti di luces’adombranosoffocanoe giù l’urlosilentedove fa tanto male…flebileraccoglie bricioledi risa giocondee ormai distantiche il vento corrugatoha trattenuto i passie sol vestigia rimirosenza alcun appagamento.

Rossana De Grisantis nasce il 28 Giugno 1969 in un piccolo centro della provincia di Bari, turi. Cresce in una famiglia in cui saldi sono i valori di sacrifi-cio, onestà e lealtà. Bimba sen-sibile e ricettiva, assorbe nel bene e nel male ogni sfumatu-ra dell’ambiente in cui vive.

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l’angolo della poesia

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“Una stella per i tuoi pensieri?...”disse Giacomo, prima che Camilla ricono-scendone la voce si voltasse. Giacomo at-tese. E quando lei fu nei suoi occhi, le rico-nobbe la solita assenza nello sguardo che ben conosceva. Era abituato Giacomo, a quel non esserci di Camilla e senza farsene un cruccio le andò incontro, con un sorriso e due baci da stamparle sulle guance. Ca-milla restò ancora nel suo vuoto e poi d’un tratto lo strinse forte a se, affondandogli il viso tra il cuore e le costole, respirandogli la pelle di sale e salsedine che gli sbucava dalla camicia appena sbottonata.

Giacomo gli baciò a lungo la chioma biondo grano, nella remota speranza che lei por-gesse le labbra verso le sue. Non avvenne. Si staccò invece, e senza chiedergli nulla lo lasciò sotto la veranda, dove era venuto a cercarla, e a piedi nudi prese il sentiero di sabbia costeggiato da cespugli di mirto, che dalla casa portava alla baia rocciosa. Fu normale per Giacomo rimanere lì, da solo.

Sarebbe rimasto sorpreso se fosse acca-duto il contrario. Senza fretta si arrotolò i pantaloni fino alle ginocchia, tolse scarpe e calzini e la seguì, da non troppo vicino. Una sinfonia estiva suonata da un nutrito coro di cicale, faceva da sottofondo a quell’afo-so pomeriggio di metà luglio. E se il passo di Camilla sembrava avanzare sul sentiero sospinto da quella ripetuta melodia, l’orec-chio di Giacomo avrebbe preferito che il

pennellate di paroleCamillanon se ne accorse…

Giovanna è nata a Firenze e residente a Montespertoli, dopo una par-tecipazione ad un antolo-gia, ha intra-preso l’attività di scrittrice e recensore. Qui la cono-scerete grazie alla capacità di interpretare a suo modo molti capola-vori di varie correnti arti-stiche.

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coro si acquietasse. La linea dell’orizzonte in lontananza, la riva battuta dalle onde che s’avvi-cinava.Camilla non volle raggiungerla e deviò il suo cammino verso la parte rocciosa della costa, arrampicando-si carponi sullo scoglio più alto, da dove ogni dettaglio di mare si domi-nava. Si distese a pancia in giù e ap-poggiando l’esile corpo sui gomiti, contemplò.Giacomo intanto l’aveva raggiun-ta ma non salì con lei. Restò in di-sparte guardandola. L’amava, l’aveva amata, di un amore bambino, fattosi

Giovanna Vannininu

mero

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ragazzo, diventato uomo. Senza di-chiararsi insieme a lui, sarebbe in-vecchiato. Dentro, si pianse. E nel si-lenzio dell’abitudine prese la via del ritorno.Camilla non se ne accorse…

Giovanna Vannini

Filippo PalizziFanciulla sulla roccia a Sorrento 1871, olio su tela, Conservatopresso la Fondazione Internaziona-le Balzan di Milano

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi

“QuISISuONA”

ogni giovedìdal 5 aprile al 31 maggio,ore 18.Libreria Passaparola, via della Balduina 122roma

Alle ore 16.30 sarà presentato il libro di Giampaolo taiti.Quisisuona è un gioco ma anche un modo per stimolare la curiosità e la socialità dei bambini attraverso la musica. Il metodo applicato (Orff) consiste nel suscitare nel bambino una partecipazione attiva che lo spin-ga ad esplorare il proprio mondo affettivo per esprimerlo con mezzi mu-sicali. Insieme all’esperta di insegnamento musicale, Gaia Vazzoler, Si arriverà a distinguere timbri e inten-sità, altezze e ritmi, si giocherà sulla percezione della differenza suono/silenzio, suono/rumore, sensibiliz-zando all’ascolto produttivo attraverso la sonorizza-zione delle favole, l’interpretazione motoria collettiva e la sperimentazione cadenzata con strumenti ritmi-ci. Il corso si compone di due moduli da 8 incontri cia-scuno. Il primo si conclude il 29 marzo, ma il secondo si terrà ogni giovedì dal 5 aprile al 31 maggio, ore 18.

Costo: 80 euroInfo e prenotazioni: [email protected]

Da romainfamiglia.it

Ascolta!

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46I nostri eventi per i vostri 5 sensi

“SOROLLA” - GIARDINI DI LuCE

17 marzo - 17 giugnopalazzo dei diaManti C.SO ERCOLE I D’EStE, 21Ferrara Monografica dedicata a Joaquín Sorolla (1863–1923), stra-ordinario interprete della pittura spagnola moderna, cele-bre ritrattista ed esponente di spicco della Belle Epoque. L’esposizione mette a fuoco un momento cruciale della pa-rabola creativa del pittore: gli anni della piena maturità e, in particolare, le opere nate dalla fascinazione per il tema del giardino e dall’incontro con l’Andalusia.

www.palazzodiamanti.itOrario: 9.00-19.00Ingresso: euro 10,00Informazioni tel. 0532 244949 [email protected]

IL PRIMO APRILE SI AVVICINA E SI Può PENSARE A QuAL-COSA DI PIù ORIGINALE, RISPEttO AL CLASSICOPESCIOLINO AttACCAtO SuLLA SChIENA DEGLI AMICI…

Si ripete il concorso associato alla tradizione promos-sa dall’Associazione Amici di Scienze dell’ Informazio-ne, con festeggiamenti in tornei di calcetto e gare in vela nel week-end del 21-22 Aprile. Può partecipare chiunque ab-bia voglia di divertirsi dando sfoggio alla propria fantasia umoristica - potrà concepire, attuare, e filmare il proprio scherzo.tuttie le info su www.amicisi.net/pescediaprile

Osserva!

Tocca!

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi

fino a giovedì 5 aprileBuono e sano da Mangiare

Bottega Kambibi Via Monteleone, 5, palermo

Fino a giovedì 5 aprile, al nuovo bistrot biologico “Freschet-te” si svolgerà il laboratorio “Buono e sano da mangiare” pensato da Kambibi per i più piccoli.Un percorso iniziato già martedì 13 e che prosegue con due appuntamenti alla settimana. Giovedì 29 marzo sarà la volta dell’appuntamento “Quante farine esistono?”. Durante le ul-time due giornate, previste per martedì 3 e giovedì 5 aprile, appuntamento con “Le forme del pane nel mondo”. I labora-tori sono stati pensati per i bambini nella fascia d’età com-presa fra i 5 e i 10 anni.

Da palermotoday.it

Gusta!

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi

30 marzo - 1° aprileMERCAtINO REGIONALEFRANCESEPiazza Mazzini, Falconara

Marittima (AN)

Nuova edizione del Mercatino Regionale Francese: ospitato nel-la cornice di Piazza Mazzini, l’evento rappresenterà una ghiotta occasione per conoscere i prodotti dell’enogastronomia francese:

baguettes e croissants appena sfornati, biscotti, formaggi e vini provenienti da tutte le regioni della Francia, accanto a spezie e frutta secca dei Caraibi francesi. Non mancheranno i prodotti ar-tigianali: stoffe, tovaglie, saponi e profumi della Provenza e tanto altro. Un fine settimana quindi da non perdere.

Visitare il mercatino  vuol dire immergersi in una mescolanza di profumi e di colori che lo rende molto particolare e  caratteristi-co. I prodotti artigianali arriva-

no dalla Provenza e dalla Costa Azzurra: tovaglie, saponi, lavan-da, essenze e borse in paglia. Non mancano però anche le offerte legate all’abbigliamento sportivo, con le maggiori marche fran-cesi. Da Parigi arrivano profumi, cosmetici e un’ampia gamma di accessori moda. Una grande tavolozza di colori è rappresen-tata dallo stand delle spezie, le quali provengono, nella maggior parte dei casi, dalle ex colonie francesi.

Annusa!

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www.iocome.it

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Si ringrazia per la collaborazione alle rubriche:Natale BarcaLaura CaponettiAnnarita FaggioniFabiola FarinaRossana de GrisantisRossana LombardiAngela PariseGiuseppe RaudinoGiovanna VanniniPina VarrialeSi ringrazia per la copertina: Manuel PoggiavvErtEnza

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