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Introduzione alle

equazioni diofantee

Universitร  degli Studi di Napoli Federico II

Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dellโ€™Informazione

Via Claudio, 21 80125 [Napoli]

[email protected]

ATENEAPOLI Editore

Page 3: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

Introduzione alle equazioni diofanteeISBN: 978-88-97840428

copyright 2016edizioni Ateneapoli s.r.l.via Pietro Colletta, 12 (80139) Napoliwww.ateneapoli.it

http://www.ateneapolieditore.it/libri/

Page 4: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

2

Renato Caccioppoli

Napoli, 1904 โˆ’ Napoli, 1959

"Per tre cose vale la pena di vivere: la Matematica, la Musica e lโ€™Amore"

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3

Indice

5

7

9

14

17

23

29

30

35

39

47

49

52

63

66

67

77

79

80

82

83

- Introduzione

- Considerazioni storiche

- Indovinelli diofantei

- Equazioni diofantee

- Soluzioni intriganti

- Terne pitagoriche

- Algoritmo per il massimo comun divisore

- Equazioni diofantee lineari

- Metodo di Eulero

- Metodo delle divisioni successive

- Equazioni diofantee di secondo grado

- Punti razionali di una conica

- Equazioni diofantee non lineari

- Discesa infinita

- Un legame con gli irrazionali

- Unโ€™equazione veramente complicata

- Collegamento con i numeri primi

- Un sistema di equazioni diofantee

- Considerazioni conclusive

- Difficoltร  esponenziali (lettura)

- Esercizi non svolti

- Bibliografia 95

Page 6: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

5

Introduzione

Scopo di questo libello รจ introdurre lo studente liceale ed universitario alle

equazioni diofantee, anche dette diofantine, adoperando, per lo piรน, concetti e

tecniche ampiamente studiati nella scuola secondaria superiore, vale a dire senza

ricorrere al formalismo delle Frazioni Continue e senza adoperare lโ€™Aritmetica

Modulare. Parecchi esempi svolti aiuteranno a rendere piรน comprensibili e piani

i passaggi piรน astratti della teoria sviluppata. Una particolare attenzione verrร 

dedicata allo studio delle equazioni diofantee lineari.

Le equazioni diofantee sono equazioni per le quali si cercano soltanto soluzioni

intere e compaiano in diversi problemi, anche piuttosto semplici della vita

quotidiana. Esistono anche i sistemi di equazioni diofantee che rappresentano

una naturale estensione delle equazioni. Ad esempio, si immagini che un

negoziante debba acquistare un certo numero di maglioni a collo basso da 40 โ‚ฌ

ed un certo numero di maglioni a collo alto da 60 โ‚ฌ, avendo a disposizione 560 โ‚ฌ.

Si desidera sapere quanti maglioni di un tipo e quanti dellโ€™altro riesce ad

acquistare, nellโ€™ipotesi di voler spendere lโ€™intera cifra a disposizione. Indicando

con ๐‘ il numero di maglioni a collo basso acquistati, ovviamente intero, essendo

improbabile che il negoziante voglia acquistare mezzo maglione, e con ๐‘Ž quello

dei maglioni a collo alto, deve essere

40๐‘ + 60๐‘Ž = 560 โ†’ 2๐‘ + 3๐‘Ž = 28 .

Si tratta di unโ€™equazione in due incognite con coefficienti interi di cui si ricercano

le soluzioni intere.

๐‘ 11 8 5 2

๐‘Ž 2 4 6 8

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6

Qualche elementare considerazione numerica fornisce i risultati presentati nella

tabella precedente. Dunque, il negoziante ha alcune possibilitร , rappresentate dai

quattro punti evidenziati in figura, e deciderร  di approvvigionarsi di un tipo

oppure dellโ€™altro tipo di maglione, a seconda delle scorte di magazzino che

possiede. รˆ opportuno sottolineare che, se non vi fosse stato il vincolo delle

soluzioni intere, il problema avrebbe ammesso infinite soluzioni, rappresentate

da tutti i punti che si trovano sulla retta di seguito disegnata.

Se il negoziante dellโ€™esempio appena sviluppato avesse avuto a disposizione

solamente di 550 โ‚ฌ, decidendo sempre di spendere lโ€™intera somma a disposizione,

come sarebbe cambiata la soluzione? Ebbene, sembra incredibile, ma non esiste

alcuna combinazioni di numeri interi che soddisfa lโ€™equazione

40๐‘ฅ + 60๐‘ฆ = 550 โ†’ 4๐‘ฅ + 6๐‘ฆ = 55 .

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รˆ facile convincersi di quanto affermato, osservando che il primo membro รจ

sempre un numero pari, mentre il secondo รจ dispari.

Sorgono allora spontanee alcune domande: รจ giusto chiedersi se esistano

soluzioni di unโ€™equazione diofantea, se ve ne siano altre accanto a quelle facili da

trovare, se esistano finite oppure infinite soluzioni, se sia possibile trovare una

lista delle soluzioni e quale procedura si debba adoperare per calcolarle tutte. A

queste domande si tenterร  di dare una risposta nelle pagine che seguono, con la

malcelata speranza di poter introdurre questi argomenti nella ordinaria didattica

di Matematica della secondaria superiore e fare in modo che non risultino

appannaggio soltanto di coloro, giร  particolarmente dotati, che prendono parte

alle fasi finali delle Olimpiadi della Matematica.

Un consiglio prima di terminare questa introduzione. Il lettore attento deve tener

presente che un libro di Matematica non puรฒ essere letto in fretta e non deve

pretendere di capire tutte le parti del libro alla prima lettura. Deve sentirsi libero

di saltare le parti piรน complicate, per ritornarvi in seguito: spesso ciรฒ che da

principio appare oscuro viene chiarito da qualche osservazione successiva.

Dโ€™altra parte, certi capitoli contengono materiale ben familiare al lettore e

possono essere letti molto rapidamente.

Considerazioni storiche

Diofanto, vissuto nel III secolo dopo Cristo, รจ considerato lโ€™iniziatore del calcolo

algebrico. Scrisse un trattato sui numeri poligonali e sulle frazioni, ma la sua opera

principale sono gli Arithmetica, un trattato in tredici volumi dei quali soltanto sei

sono giunti fino a noi. La sua fama รจ principalmente legata a due argomenti: le

equazioni indeterminate ed il simbolismo matematico.

Ben poco si sa della sua vita e quel poco รจ stato trasmesso da Herbert Westren

Turnbull (31 agosto 1885 โ€“ 4 maggio 1961), un storico inglese della Matematica

che ha rinvenuto e tradotto lโ€™epigramma greco, noto come Epitaffio di Diofanto. Si

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8

tratta di un problema aritmetico proposto sotto forma di epigramma e fa parte di

una raccolta di quarantasei indovinelli, che il grammatico latino Metrodoro,

durante il VI secolo dopo Cristo, incluse nellโ€™Antologia Greca. Tutti i quesiti

corrispondono ad equazioni di primo grado ad unโ€™incognita. Ecco il testo

dellโ€™indovinello.

Questa tomba rinchiude Diofanto e, con grande meraviglia, dice matematicamente

quanto ha vissuto. La sua giovinezza durรฒ un sesto della sua vita; poi la sua barba

iniziรฒ a crescere dopo un dodicesimo; si sposรฒ dopo un settimo e gli nacque un figlio

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dopo cinque anni. Il figlio visse la metร  degli anni del padre e il padre morรฌ quattro

anni dopo il figlio. Quanti anni visse Diofanto?

Detta ๐‘ฅ lโ€™etร  di Diofanto, il problema si traduce nellโ€™equazione

1

6๐‘ฅ +

1

12๐‘ฅ +

1

7๐‘ฅ + 5 +

1

2๐‘ฅ + 4 = ๐‘ฅ โ†’ ๐‘ฅ = 84 .

Se lโ€™epitaffio corrisponde a veritร , Diofanto morรฌ allโ€™etร  di ottantaquattro anni.

Le innovazioni degli Arithmetica ebbero grande influenza sul pensiero algebrico

arabo e giunsero in Italia assai piรน tardi: nel 1621, fu pubblicata la prima

traduzione degli Arithmetica, curata dal grande algebrista italiano Raffaele

Bombelli. La fama di Diofanto รจ legata anche ad un altro fatto: egli fu il primo ad

usare un simbolismo matematico che non era non basato solo sul linguaggio

naturale, ma che usava in modo sistematico le lettere per abbreviare le incognite.

รˆ un vero peccato che egli stesso non sia stato consapevole della portata della sua

innovazione: con ogni probabilitร  ritenne di aver trovato semplicemente un

sistema che consentiva di ridurre la scrittura, non un sistema simbolico

automatico di estrema efficacia e precisione. Il sintetico simbolismo matematico

oggi in uso รจ una conquista di non piรน di quattro secoli fa e dunque รจ relativamente

recente rispetto ai millenni precedenti in cui la Matematica รจ stata

prevalentemente descrittiva e basata sullโ€™uso della parola.

Indovinelli diofantei

Un altro indovinello di tipo diofanteo รจ stato proposto, qualche anno fa, quale test

di ingresso agli studi universitari tecnico-scientifici. Ecco il testo.

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Fra tre anni Matteo avrร  il doppio dellโ€™etร  che Sara aveva tre anni fa, mentre ora il

quadruplo degli anni di lui รจ pari al quintuplo degli anni di lei. Se รจ possibile

determinarlo, qual รจ lโ€™etร  di Matteo e di Sara?

Si indichi con ๐‘ฅ lโ€™etร  di Matteo e con ๐‘ฆ quella di Sara. Per determinare queste due

incognite intere, รจ sufficiente impostare un sistema lineare di equazioni,

utilizzando le due condizioni imposte dal testo dellโ€™indovinello. Precisamente,

lโ€™affermazione contenuta nel testo fra tre anni Matteo avrร  il doppio dellโ€™etร  che

Sara aveva tre anni fa, in termini analitici, si trasforma nellโ€™equazione

๐‘ฅ + 3 = 2(๐‘ฆ โˆ’ 3) โ†’ ๐‘ฅ โˆ’ 2๐‘ฆ = โˆ’9 .

Similmente, lโ€™affermazione ora il quadruplo degli anni di lui รจ pari al quintuplo

degli anni di lei, diventa

4๐‘ฅ โˆ’ 5๐‘ฆ = 0 .

Mettendole insieme, risulta il sistema di due equazioni lineari

{ ๐‘ฅ โˆ’ 2๐‘ฆ = โˆ’9 ,4๐‘ฅ โˆ’ 5๐‘ฆ = 0 ,

la cui soluzione costituisce lโ€™obiettivo dellโ€™esempio. Prima perรฒ di risolverlo, รจ

opportuno verificare che esso ammetta unโ€™unica soluzione, per cui รจ necessario

verificare che il determinante

|1 โˆ’24 โˆ’5

| = 3 โ‰  0

sia diverso da zero. Si ottiene allora che

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๐‘ฅ = 15 , ๐‘ฆ = 12 ,

cioรจ Matteo ha quindici anni e Sara ne ha dodici. La figura che segue illustra in

maniera grafica lโ€™intersezione tra le due rette

๐‘ฆ =๐‘ฅ + 9

2 (blu) , ๐‘ฆ =

4

5๐‘ฅ (rossa) ,

cioรจ la soluzione grafica dellโ€™indovinello: lโ€™asse delle ascisse rappresenta lโ€™etร  di

Matteo, quello delle ordinate indica invece lโ€™etร  di Sara, il punto ๐‘ƒ รจ la soluzione

del problema.

Esempio 1 โ€“ Si verifichi che una soluzione dellโ€™equazione diofantea

๐‘ฆ2 = ๐‘ฅ2 + 9 (๐‘ฅ, ๐‘ฆ โˆˆ โ„ค)

รจ costituita dalla coppia ๐‘ฅ = 4, ๐‘ฆ = 5.

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Si ottiene immediatamente per sostituzione

52 = 42 + 9 = 16 + 9 = 25 .

รˆ possibile scambiare il ruolo delle due variabili, cioรจ assumere quale nuova

coppia di soluzione ๐‘ฅ = 5, ๐‘ฆ = 4?

Come sostiene Harold Davenport nel suo libro di Aritmetica superiore:

unโ€™introduzione alla teoria dei numeri, non esiste probabilmente ramo della teoria

dei numeri che presenti maggiori difficoltร  della teoria, se cosรฌ puรฒ essere

chiamata, delle equazioni diofantee. Unโ€™occhiata alla letteratura molto estesa fa

pensare ad una messe di risultati non correlati riguardanti equazioni di tipo

speciale, scoperti con artifici di estrema ingegnositร , ma che non sembrano

ricomporsi in alcuna teoria di tipo generale. Talvolta, dopo che unโ€™equazione era

stata risolta con qualche metodo di carattere particolare, si รจ potuto costruire una

teoria attorno a quella soluzione, in modo da gettar luce sulla sua natura ed in

modo da poter comprendere il suo grado di generalitร . Ma le difficoltร  intrinseche

di questo soggetto sono cosรฌ notevoli che la portata di una tale teoria รจ di solito

assai limitata. Laddove, a partire da equazioni diofantee di tipo particolare, si sia

potuto sviluppare una teoria estesa, come nel caso delle forme quadratiche,

questa รจ stata presto considerata come se ricoprisse un ruolo indipendente.

Una delle prove di ammissione per i chimici ed i biologi alla Scuola Normale

Superiore di Pisa, una delle piรน prestigiose istituzioni culturali del nostro paese,

per lโ€™anno accademico 2014-2015 era rappresentata dallโ€™esempio che segue, in

cui si mostra come un buon grafico possa essere di grande aiuto per arrivare alla

soluzione dellโ€™equazione diofantea.

Esempio 2 โ€“ Trovare tutte le soluzioni intere dellโ€™equazione

๐‘ฅ๐‘ฆ + ๐‘ฅ + ๐‘ฆ + 2 = 0 .

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La prima cosa da fare รจ esplicitare in funzione di ๐‘ฆ lโ€™equazione assegnata. Si puรฒ

allora scrivere che

๐‘ฆ = โˆ’๐‘ฅ + 2

๐‘ฅ + 1= โˆ’1 โˆ’

1

๐‘ฅ + 1 , (๐‘ฅ โ‰  โˆ’1) .

Si tratta dellโ€™iperbole traslata, con centro in ๐ถ(โˆ’1, โˆ’1), riportata nella figura che

segue. Si mostrerร  ora come si ottengono le soluzioni intere da unโ€™attenta

osservazione di questo grafico.

Si nota che, considerando il solo intervallo ๐‘ฅ < โˆ’2, la funzione ha come codominio

lโ€™insieme

โˆ’1 < ๐‘ฆ < 0 .

Ciรฒ comporta che non esistono soluzioni intere in questo intervallo.

La prima soluzione intera si trova nel punto

๐ด(โˆ’2, 0) .

Per โˆ’2 < ๐‘ฅ < 0, lโ€™unico intero candidabile, cioรจ ๐‘ฅ = โˆ’1, rappresenta un asintoto

verticale per la funzione. Per ulteriore controllo, si ritorni allโ€™equazione non

esplicitata e, sostituendo ๐‘ฅ = โˆ’1, si ottiene unโ€™uguaglianza impossibile

๐‘ฅ๐‘ฆ + ๐‘ฅ + ๐‘ฆ + 2 = 0 โ†’ ๐‘ฅ = โˆ’1 โ†’ 1 = 0 (assurdo).

La seconda soluzione intera si incontra nel punto

๐ต(0, โˆ’2) .

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Per ๐‘ฅ > 0, la funzione ha come codominio lโ€™insieme

โˆ’2 < ๐‘ฆ < โˆ’1

e ciรฒ comporta che non esistono soluzioni intere in questo intervallo.

Vale la pena notare, in definitiva, che le due soluzioni trovate sono simmetriche,

potendosi scambiare i ruoli delle due variabili: si tratta di una circostanza

prevedibile, dato che questa proprietร  di simmetria รจ ben visibile nellโ€™equazione

di partenza.

Equazioni diofantee

Riprendendo la definizione, unโ€™equazione diofantea รจ unโ€™equazione in una o piรน

incognite con coefficienti interi di cui si ricercano le soluzioni intere. Lo studio

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delle equazioni diofantee rappresenta uno degli argomenti piรน difficili della

moderna Matematica e talvolta, nella ricerca di una soluzione, si procede tra mille

difficoltร , adottando metodi particolari, utili solo in casi speciali. Lโ€™esempio piรน

famoso di equazione diofantea รจ

๐‘ฅ๐‘› + ๐‘ฆ๐‘› = ๐‘ง๐‘› con ๐‘ฅ, ๐‘ฆ, ๐‘ง โˆˆ โ„ค , ๐‘› โˆˆ โ„• > 2 .

Si tratta di unโ€™equazione che venne formulata da Pierre de Fermat nel 1637 e che

รจ stata risolta dal professor Andrew Wiles soltanto nel 1994: essa presenta

soltanto la soluzione banale ๐‘ฅ = ๐‘ฆ = ๐‘ง = 0.

La storia di questa equazione รจ durata quasi quattrocento anni e non รจ ancora

finita, dato che si cerca una dimostrazione piรน semplice di quella di Wiles che รจ

talmente complicata da essere perfettamente comprensibile, in ogni dettaglio,

soltanto a pochissimi specialisti al mondo. Verso la metร  del 1600, Fermat, detto

il principe dei matematici dilettanti, lascia su uno dei libri della sua biblioteca

unโ€™annotazione a margine proprio dellโ€™Arithmetica di Diofanto: ยซHo trovato una

brillante dimostrazione del fatto che ๐‘ฅ๐‘› + ๐‘ฆ๐‘› = ๐‘ง๐‘› non ha soluzioni intere per

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๐‘› > 2ยป. Per ๐‘› = 2 lโ€™equazione si riduce al ben noto teorema di Pitagora e, fin dai

tempi piรน remoti, gli uomini hanno compilato elenchi di terne di numeri interi,

come 3, 4, 5, che la verificano.

Negli anni successivi alla morte di Fermat, matematici professionisti e semplici

appassionati si sono cimentati nel ricostruire la dimostrazione di Fermat, ma

senza successo. Nel Novecento nessun matematico pensa piรน che sia utile e serio

studiare ulteriormente questa congettura. Fino a qualche anno fa, quando un

ragazzo dodicenne, Andrew Wiles appunto, decise di dedicare la sua vita a questo

problema. Ma, dopo quaranta anni di ricerca e lโ€™annuncio della soluzione, si scoprรฌ

che la dimostrazione da lui trovata conteneva un errore. Questa intrigante storia

รจ magistralmente raccontata nel libro di Simon Singh Lโ€™ultimo teorema di Fermat,

edito da Rizzoli.

Altri esempi di equazioni diofantee, certamente meno famose, sono

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7๐‘ฅ โˆ’ 2๐‘ฆ = 5 , ๐‘ฅ2 โˆ’ 4๐‘ฆ2 = 1 , ๐‘ฅ๐‘ฆ = 6 .

Soluzioni intriganti

Cercare soluzioni intere per unโ€™equazione diofantea non รจ uno scherzo da

matematici originali. Sono tanti i casi in cui un problema pretende di essere risolto

in termini interi: non si possono, ovviamente, considerare frazioni di esseri

umani, ma non si possono neanche considerare frazioni delle valute, oltre quelle

ufficialmente riconosciute. Qualunque conto in euro non puรฒ che essere espresso

da un numero intero di centesimi di euro. Per fare in modo che il lettore cominci

ad intuire le strategie di soluzione di unโ€™equazione diofantea, si presentano alcuni

esempi risolti, per lo piรน basati sullโ€™idea che un numero intero puรฒ ottenersi per

fattorizzazione solo per certi valori di altri due interi. Ad esempio, un esempio

concreto di fattorizzazione si ottiene determinando tutti gli interi ๐‘› per ๐‘›2 + 2 รจ

un quadrato, per cui basta imporre

๐‘›2 + 2 = ๐‘˜2 โ†’ (๐‘˜ โˆ’ ๐‘›)(๐‘˜ + ๐‘›) = 2 .

Ricordando sempre di lavorare con gli interi, sussistono logicamente i casi:

1. ๐‘˜ โˆ’ ๐‘› = 1 , ๐‘˜ + ๐‘› = 2;

2. ๐‘˜ โˆ’ ๐‘› = 2 , ๐‘˜ + ๐‘› = 1;

3. ๐‘˜ โˆ’ ๐‘› = โˆ’1 , ๐‘˜ + ๐‘› = โˆ’2;

4. ๐‘˜ โˆ’ ๐‘› = โˆ’2 , ๐‘˜ + ๐‘› = โˆ’1.

Nessuna delle precedenti possibilitร  fornisce una soluzione intera per ๐‘›, per cui

si puรฒ concludere che ๐‘›2 + 2 non รจ il quadrato di alcun numero intero.

Segue un esempio che approfondisce la tecnica appena presentata.

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Esempio 3 โ€“ Si determinino le soluzioni dellโ€™equazione diofantea

๐‘ฅ๐‘ฆ โˆ’ 2(๐‘ฅ + ๐‘ฆ) = 0 .

Si osservi preliminarmente che lโ€™equazione assegnata รจ simmetrica, per cui il

ruolo delle due variabili si puรฒ scambiare. Inoltre, le soluzioni positive della

precedente equazione diofantea hanno la seguente interpretazione geometrica:

determinare i lati di un rettangolo per il quale il valore numerico che esprime la

misura dellโ€™area ๐‘ฅ๐‘ฆ รจ uguale a quello che esprime la misura del perimetro. Come

si dimostrerร  tra poche righe, vi sono dunque solo due soluzioni: il quadrato di

lato 4 e il rettangolo di dimensioni 6 e 3.

Si puรฒ anzitutto riscrivere lโ€™equazione come

๐‘ฅ๐‘ฆ โˆ’ 2๐‘ฅ โˆ’ 2๐‘ฆ = 0 โ†’ ๐‘ฅ(๐‘ฆ โˆ’ 2) โˆ’ 2๐‘ฆ = 0 .

Poi, si aggiunge e si sottrae quattro ad entrambi i membri, in modo che

๐‘ฅ(๐‘ฆ โˆ’ 2) + 4 โˆ’ 2๐‘ฆ โˆ’ 4 = 0 โ†’ ๐‘ฅ(๐‘ฆ โˆ’ 2) โˆ’ 2(๐‘ฆ โˆ’ 2) = 4 ,

da cui finalmente si ottiene la forma fattorizzata

(๐‘ฅ โˆ’ 2)(๐‘ฆ โˆ’ 2) = 4.

Dovendo i due fattori dare come prodotto quattro, si possono verificare soltanto

i sei casi seguenti:

1) il primo fattore vale โˆ’4 ed il secondo vale โˆ’1;

2) entrambi i fattori valgono โˆ’2;

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3) il primo fattore vale โˆ’1 ed il secondo vale โˆ’4;

4) il primo fattore vale 1 ed il secondo vale 4;

5) entrambi i fattori valgono 2;

6) il primo fattore vale 4 ed il secondo vale 1.

Da quanto detto, discendono le soluzioni riassunte nella tabella che segue.

๐‘ฅ โˆ’ 2 ๐‘ฆ โˆ’ 2 ๐‘ฅ ๐‘ฆ

โˆ’4 โˆ’1 โˆ’2 1

โˆ’2 โˆ’2 0 0

โˆ’1 โˆ’4 1 โˆ’2

1 4 3 6

2 2 4 4

4 1 6 3

Il metodo esposto in questo esempio รจ del tutto generale e viene detto metodo

della fattorizzazione, proprio perchรฉ consiste nel fattorizzare uno dei due membri

dellโ€™equazione, e, nei casi in cui si riesce ad applicare, fornisce in maniera piana,

elegante ed elementare tutte le soluzioni intere dellโ€™equazione assegnata.

Lโ€™esempio che segue, invece, illustra una tecnica di soluzione un pochino diversa

dalla fattorizzazione appena discussa, ma sempre capace di ricercare soluzioni tra

gli interi: essa consiste nella delimitazione di una delle due variabili in un

intervallo di ampiezza piccola, possibilmente minore di due, in modo tale che le

possibili scelte di una delle variabili siano limitate e di numero poco elevato.

Quando si รจ in presenza di pochi casi, la cosa piรน semplice da fare รจ enumerarli e

poi di studiarli uno alla volta. Un esempio chiarirร  in maniera questa nuova

tecnica di soluzione, fornendo, tra le altre cose, anche la procedura generale per

applicarla.

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Esempio 4 โ€“ Si provi che lโ€™equazione diofantea

๐‘ฆ3 = ๐‘ฅ(๐‘ฅ + 1)(๐‘ฅ + 2)

non ha soluzioni costituite da interi positivi.

Indicato con ๐‘ฅ โˆˆ โ„ค > 0 un generico numero intero positivo, dato che

๐‘ฅ3 < ๐‘ฅ(๐‘ฅ + 1)(๐‘ฅ + 2) < (๐‘ฅ + 2)3 ,

si puรฒ scrivere la catena di disuguaglianze

๐‘ฅ3 < ๐‘ฆ3 < (๐‘ฅ + 2)3 .

Da essa, estraendo la radice cubica, discende che

๐‘ฅ < ๐‘ฆ < ๐‘ฅ + 2 .

Ora, dovendo essere ๐‘ฆ un numero intero, deve per forza risultare

๐‘ฆ = ๐‘ฅ + 1

e lโ€™equazione data diventa equivalente a

๐‘ฆ3 = (๐‘ฅ + 1)3 = ๐‘ฅ(๐‘ฅ + 1)(๐‘ฅ + 2) โ†’ ๐‘ฅ2 + 2๐‘ฅ + 1 = ๐‘ฅ2 + 2๐‘ฅ .

Dato che questa equazione di secondo grado in ๐‘ฅ non ha soluzioni, allora si puรฒ

concludere che nemmeno la diofantea ne ha, cioรจ la tesi desiderata.

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Segue ora unโ€™equazione in tre variabili, che ha sicuramente una complessitร 

superiore rispetto ad una in due variabili. Tuttavia, con qualche piccola

accortezza, il metodo della fattorizzazione fornirร  la soluzione.

Esempio 5 โ€“ Si dimostri che lโ€™equazione diofantea

๐‘ฅ2 + ๐‘ฆ2 = 3 + ๐‘ง2

ha infinite soluzioni.

Dovendo solo provare che esistono infinite soluzioni, si comincia a scrivere che

๐‘ฅ2 โˆ’ 3 = ๐‘ง2 โˆ’ ๐‘ฆ2 = (๐‘ง โˆ’ ๐‘ฆ)(๐‘ง + ๐‘ฆ)

e si pone, ad esempio,

๐‘ง + ๐‘ฆ = ๐‘ฅ2 โˆ’ 3 , z โˆ’ y = 1 ,

con la consapevolezza che le soluzioni di questo sistema sono da considerare

soltanto come una parte dellโ€™insieme di tutte le soluzioni. Procedendo su questa

linea, si ottiene

๐‘ฆ =๐‘ฅ2 โˆ’ 4

2 , ๐‘ง =

๐‘ฅ2 โˆ’ 2

2 .

Appare evidente che, se si sceglie ๐‘ฅ tra i numeri pari

๐‘ฅ = 2๐‘› con ๐‘› โˆˆ โ„ค ,

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22

รจ possibile effettivamente ottenere infinite le soluzioni intere

๐‘ฆ = 2๐‘›2 โˆ’ 2 , ๐‘ง = 2๐‘›2 โˆ’ 1 .

Piรน difficile รจ trattare i casi in cui che le soluzioni non esistono, come suggerisce

lโ€™esempio che segue.

Esempio 6 โ€“ Si dimostri che lโ€™equazione

๐‘ฅ2 โˆ’ 10๐‘ฆ2 = 2

non ha soluzioni in โ„ค.

Riscrivendo lโ€™equazione come

๐‘ฅ2 = 2 + 10๐‘ฆ2 ,

si capisce immediatamente che, dovendo essere il secondo membro pari, deve

necessariamente essere

๐‘ฅ = 2๐‘› con ๐‘› โˆˆ โ„ค .

Sostituendo e dividendo per due, si ottiene

2๐‘›2 = 1 + 5๐‘ฆ2 ,

da cui si deduce che, essendo il primo membro pari, anche il secondo deve esserlo.

Ciรฒ implica che ๐‘ฆ deve essere dispari, cioรจ

Page 24: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

23

๐‘ฆ = 2๐‘š + 1 con ๐‘š โˆˆ โ„ค .

Sostituendo di nuovo nellโ€™equazione, risulta

2๐‘›2 = 1 + 5(2๐‘š + 1)2 โ†’ ๐‘›2 = 3 + 10๐‘š2 + 10๐‘š .

Lโ€™ultima equazione scritta impone che ๐‘› sia dispari, per cui

๐‘› = 2๐‘ + 1 con ๐‘ โˆˆ โ„ค ,

si puรฒ scrivere

4๐‘2 + 4๐‘ + 1 = 3 + 10๐‘š(๐‘š + 1) โ†’ 2๐‘2 + 2๐‘ โˆ’ 5๐‘š(๐‘š + 1) = 1 .

Ebbene, si รจ giunti finalmente ad una contraddizione: dato che il prodotto

๐‘š(๐‘š + 1) รจ sempre divisibile per due, si puรฒ dire che il primo membro รจ divisibile

per due, mentre il secondo non lo รจ. Si scioglie lโ€™assurdo, ammettendo che

lโ€™equazione assegnata non abbia soluzioni.

Terne pitagoriche

รˆ ben noto che in un triangolo rettangolo di cateti ๐‘Ž, ๐‘ e di ipotenusa ๐‘ si ha

๐‘Ž2 + ๐‘2 = ๐‘2

Ad esempio, la terna

๐‘Ž = 3 , ๐‘ = 4 , ๐‘ = 5 โ†’ 32 + 42 = 52

Page 25: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

24

รจ una terna pitagorica e lo sono anche le infinite terne

๐‘Ž๐‘˜ = 3๐‘˜ , ๐‘๐‘˜ = 4๐‘˜ , ๐‘๐‘˜ = 5๐‘˜ con ๐‘˜ โˆˆ โ„• .

Esistono dunque infinite terne di numeri interi che soddisfano questa relazione.

Ebbene, la ricerca delle terne pitagoriche coincide con la soluzione di

unโ€™equazione diofantea che, come giร  accennato, presenta infinite soluzioni.

Cโ€™รจ una famosa tavoletta del periodo paleo-babilonese, nota come Plimpton 322,

che dimostra come il problema aritmetico, collegato a quello geometrico del

teorema di Pitagora, fosse giร  noto ben prima dei greci.

Questa tavoletta era originariamente molto piรน grande, ma la parte conservata

permette ancora di interpretare correttamente il significato delle colonne di

numeri che presenta: oggi resta una tavoletta di argilla, parzialmente scheggiata,

larga circa 13 ๐‘๐‘š, alta 9 ๐‘๐‘š ed avente uno spessore di 2 ๐‘๐‘š. Lโ€™editore newyorkese

George Arthur Plimpton la comprรฒ dallโ€™antiquario Edgar James Banks nel 1922

circa e la lasciรฒ in ereditร , con tutta la sua collezione, alla Columbia University a

Page 26: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

25

metร  degli anni trenta. Secondo Banks, la tavoletta viene da Senkereh, un sito nel

sud dellโ€™Iraq, corrispondente allโ€™antica cittร  babilonese di Larsa.

Si ritiene che la tavoletta sia stata scritta intorno al 1800 ๐‘Ž. ๐ถ., basandosi anche

sullo stile della scrittura cuneiforme. Il contenuto principale di Plimpton 322 รจ una

tabella di numeri, con quattro colonne e quindici righe, in notazione

sessagesimale babilonese. La quarta colonna รจ semplicemente una lista di numeri

da 1 a 15. La seconda e terza colonna sono completamente visibili nella tavoletta

residua.

Purtroppo, lโ€™angolo che comprende la prima colonna รจ scheggiato ed esistono due

ipotesi verosimili su quali potrebbero essere i numeri mancanti. Secondo una

attenibile interpretazione, la tabella non รจ altro che una lista di terne pitagoriche,

i cui numeri sono le soluzioni del teorema di Pitagora.

Page 27: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

26

Lo studio delle terne babilonesi conferma la conoscenza da parte loro delle

formule fondamentali per la costruzione delle terne stesse. Sono formule che

tradizionalmente vengono attribuite a Diofanto, che negli Arithmetica raccolse

189 problemi risolti, applicando diversi metodi che rivelano la sua straordinaria

abilitร .

Le formule delle terne pitagoriche, comunque, sono molto semplici: limitando la

ricerca a quelle che si chiamano terne primitive, cioรจ quelle terne con ๐‘Ž e ๐‘ primi

fra loro, dati due numeri interi qualsiasi ๐‘š e ๐‘›, con ๐‘š > ๐‘›, si ha

๐‘Ž = ๐‘š2 โˆ’ ๐‘›2 , ๐‘ = 2๐‘š๐‘› , ๐‘ = ๐‘š2 + ๐‘›2 .

รˆ facile verificare che vale il teorema di Pitagora

๐‘Ž2 + ๐‘2 = ๐‘š4 + ๐‘›4 โˆ’ 2๐‘š2๐‘›2 + 4๐‘š2๐‘›2 = ๐‘2 .

Se si prende per ๐‘š un valore qualsiasi e ๐‘› = 1, si otterranno delle terne

pitagoriche per le quali la differenza fra lโ€™ipotenusa e il cateto maggiore sarร 

sempre pari a

๐‘Ž = ๐‘š2 โˆ’ 1 , ๐‘ = 2๐‘š , ๐‘ = ๐‘š2 + 1 โ†’ ๐‘ โˆ’ ๐‘Ž = 2 .

Ad esempio, posto ๐‘š=6 e ๐‘›=1, si ha la terna 35, 12 e 37.

Si osserva ancora che, in generale, la differenza fra il numero piรน grande e quello

piรน piccolo della terna รจ uguale al quadrato della differenza fra i due numeri

generatori

๐‘Ž = ๐‘š2 โˆ’ ๐‘›2 , ๐‘ = 2๐‘š๐‘› , ๐‘ = ๐‘š2 + ๐‘›2 โ†’ ๐‘ โˆ’ ๐‘ = (๐‘š โˆ’ ๐‘›)2 .

Page 28: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

27

Ad esempio, posto ๐‘š = 5 e ๐‘› = 2, si ottiene la terna 21, 20 e 29 e, dato che la

differenza fra i due numeri generatori ๐‘š โˆ’ ๐‘› = 3, si ha che numeri ๐‘ โˆ’ ๐‘ = 9.

La somma fra il numero piรน grande della terna e quello piรน piccolo รจ invece uguale

al quadrato della somma dei due numeri generatori

๐‘Ž = ๐‘š2 โˆ’ ๐‘›2 , ๐‘ = 2๐‘š๐‘› , ๐‘ = ๐‘š2 + ๐‘›2 โ†’ ๐‘ + ๐‘ = (๐‘š + ๐‘›)2 .

Nellโ€™esempio precedente si ha ๐‘š + ๐‘› = 5 + 2 = 7 e la somma dei due numeri รจ

29 + 20 = 49 = 72.

Esempio 7 โ€“ Si dimostri che non esiste alcuna terna pitagorica in cui ๐‘Ž e ๐‘ siano

entrambi dispari.

Si supponga che ๐‘Ž e ๐‘ siano entrambi dispari, cioรจ sia

๐‘Ž = 2๐‘› + 1 , ๐‘ = 2๐‘š + 1 con ๐‘›, ๐‘š โˆˆ โ„• .

Allora, deve essere

๐‘2 = 4๐‘›2 + 4๐‘š2 + 4๐‘› + 4๐‘š + 2 = 2(2๐‘›2 + 2๐‘š2 + 2๐‘› + 2๐‘š + 1) ,

vale a dire che ๐‘2 รจ il doppio di un numero dispari. Ciรฒ non รจ possibile, poichรฉ se

si immagina che ๐‘ sia un numero pari ๐‘ = 2๐‘˜ con ๐‘˜ โˆˆ โ„•, allora

2๐‘˜2 = 2๐‘›2 + 2๐‘š2 + 2๐‘› + 2๐‘š + 1 ,

vale a dire al primo membro compare un numero pari, mentre al secondo membro

รจ presente un dispari. Provi lโ€™attento lettore a completare la dimostrazione

mostrando che ๐‘Ž e ๐‘ non possono essere entrambi pari.

Page 29: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

28

Si passerร  nei prossimi paragrafi allo studio delle equazioni diofantee lineari, per

la soluzione delle quali esistono sostanzialmente due tecniche: un metodo dovuto

al grande Leonardo Eulero e quello detto delle divisioni successive. Essi

rappresentano la parte centrale di ciรฒ che si va dicendo e verranno presentati di

qui a poco. Prima di illustrarle, tuttavia, รจ indispensabile mostrare un algoritmo

per la ricerca del massimo comun divisore tra interi.

Algoritmo per il massimo comun divisore

Non รจ sempre agevole determinare il massimo comun divisore tra due interi. La

via piรน agevole รจ probabilmente quella indicata dallโ€™algoritmo di Euclide delle

divisioni successive, anche dette divisioni iterate.

Siano dati, ad esempio, i due numeri interi ๐‘Ž = 40278 e ๐‘ = 8494. Si comincia ad

eseguire la divisione intera, quella con il resto, tra il dividendo ๐‘Ž ed il divisore ๐‘,

ottenendo un quoziente ed un resto; si proceda poi dividendo il divisore per il

resto, fin quando non si ottiene un resto nullo. Nel caso in esame, si ottengono i

risultati di seguito riportati.

1 40278 = 8494 โˆ™ 4 + 6302

2 8494 = 6302 โˆ™ 1 + 2192

3 6302 = 2192 โˆ™ 2 + 1918

4 2192 = 1918 โˆ™ 1 + 274

5 1918 = 274 โˆ™ 7 + 0

Il massimo comun divisore tra 40278 e 8494 รจ lโ€™ultimo resto non nullo nel

processo delle divisioni iterate, cioรจ 274.

Una volta compreso lโ€™algoritmo euclideo per la ricerca del massimo comun

divisore tra interi, si passa a presentare unโ€™identitร , dovuta al matematico

francese ร‰tienne Bรฉzout (Nemours, 31 marzo 1730 โ€“ Avon, 27 settembre 1783),

Page 30: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

29

secondo cui, se ๐‘Ž e ๐‘ sono interi, non entrambi nulli, ed il loro massimo comune

divisore รจ ๐‘‘, esistono due interi ๐‘› e ๐‘š, per cui risulta

๐‘Ž๐‘› + ๐‘๐‘š = ๐‘‘ .

Ad esempio, il massimo comun divisore tra ๐‘Ž = 12 e ๐‘ = 46 รจ pari a ๐‘‘ = 2, come

prova la tabella di seguito riportata.

1 46 = 12 โˆ™ 3 + 10

2 12 = 10 โˆ™ 1 + 2

3 10 = 2 โˆ™ 5 + 0

Per determinare una coppia di interi che verifichi lโ€™identitร  di Bรฉzout, si puรฒ

partire dal massimo comun divisore e procedere a ritroso, ricavando nelle varie

righe il resto, per cui

2 = 12 โˆ’ 10 โˆ™ 1 = 12 โˆ’ 46 + 12 โˆ™ 3 = 12 โˆ™ 4 โˆ’ 46 โ†’ ๐‘› = 4 , ๐‘š = โˆ’1 .

Tuttavia, รจ opportuno segnalare che la coppia di interi (๐‘›, ๐‘š) trovata non รจ

univocamente determinata, dato che, ad esempio, risulta ugualmente

12 โˆ™ 27 โˆ’ 46 โˆ™ 7 = 2 โ†’ ๐‘› = 27 , ๐‘š = โˆ’7 .

In effetti, come si avrร  modo di discutere in maggior dettaglio nel seguito, a partire

da una qualsiasi soluzione (๐‘›0, ๐‘š0), si dimostra che l'insieme delle soluzioni รจ

costituito da coppie del tipo

๐‘›๐‘˜ = ๐‘›0 โˆ’ ๐‘˜๐‘

๐‘‘ , ๐‘š๐‘˜ = ๐‘š0 + ๐‘˜

๐‘Ž

๐‘‘ con ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

Page 31: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

30

รˆ immediato verificare che

๐‘Ž๐‘›๐‘˜ + ๐‘๐‘š๐‘˜ = ๐‘‘ โˆ€๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

Sostituendo, infatti, si puรฒ agevolmente scrivere

๐‘Ž๐‘›๐‘˜ + ๐‘๐‘š๐‘˜ = ๐‘Ž๐‘›0 โˆ’๐‘Ž๐‘

๐‘‘๐‘˜ + ๐‘๐‘š0 +

๐‘Ž๐‘

๐‘‘๐‘˜ = ๐‘‘ โˆ€๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

Questa stessa proprietร  si puรฒ estendere ad un insieme arbitrario di numeri: dati

๐‘Ÿ interi (๐‘Ž1, ๐‘Ž2, โ‹ฏ , ๐‘Ž๐‘Ÿ), se ๐‘‘ รจ il loro massimo comun divisore esiste una ๐‘Ÿ โˆ’upla

di interi (๐‘›1, ๐‘›2, โ‹ฏ , ๐‘›๐‘Ÿ), per cui

๐‘Ž1๐‘›1 + ๐‘Ž2๐‘›2 + โ‹ฏ + ๐‘Ž๐‘Ÿ๐‘›๐‘Ÿ = ๐‘‘ .

Equazioni diofantee lineari

Unโ€™equazione diofantea lineare in due variabili รจ unโ€™equazione della forma

๐‘Ž๐‘ฅ + ๐‘๐‘ฆ = ๐‘ ,

con ๐‘Ž, ๐‘, ๐‘ numeri interi. Lo scopo รจ ovviamente quello di cercare soluzioni intere

dellโ€™equazione assegnata. Nellโ€™Aryabhatiya, un compendio delle conoscenze

matematiche del tempo, scritto dal matematico, astronomo ed astrologo indiano

Aryabhata attorno al 500 dopo Cristo, compare un algoritmo per risolvere

unโ€™equazione diofantea lineare.

Vale la pena sottolineare subito che non sempre unโ€™equazione lineare ammette

soluzioni intere. Ad esempio, lโ€™equazione

Page 32: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

31

2๐‘ฅ + 4๐‘ฆ = 5

non ha soluzioni intere, dato che il primo membro, qualunque siano i valori interi

dati a ๐‘ฅ e ๐‘ฆ, fornisce un numero pari che, quindi non potrร  mai coincidere con il

secondo membro che รจ un numero dispari. Per contro, unโ€™equazione lineare in

due variabili ammette sempre infinite soluzioni reali, che possono essere

interpretate come gli infiniti punti di una retta.

Detto, allora, ๐‘‘ = ๐‘€๐ถ๐ท(๐‘Ž, ๐‘) il massimo comun divisore tra gli interi ๐‘Ž e ๐‘, sussiste

il seguente teorema: condizione necessaria e sufficiente affinchรฉ lโ€™equazione ๐‘Ž๐‘ฅ +

๐‘๐‘ฆ = ๐‘ abbia soluzioni intere รจ che il termine noto ๐‘ sia divisibile per ๐‘‘.

Ad esempio, lโ€™equazione diofantea

2๐‘ฅ + 6๐‘ฆ = 7

non ammette alcuna soluzione, dato che il secondo membro non รจ divisibile per il

๐‘€๐ถ๐ท(2, 6) = 2. Per contro, lโ€™equazione diofantea

๐‘ฅ โˆ’ 5๐‘ฆ = 4

ammette soluzioni, essendo il secondo membro divisibile per

1 = ๐‘€๐ถ๐ท(1, โˆ’5) .

Lo schema logico di un teorema, che si strutturi in una parte necessaria ed in una

parte sufficiente, รจ riportato nella figura che segue. Si dimostra la parte necessaria

quando, ponendo per ipotesi la proprietร  in discussione, si vuole dimostrare la

condizione che la caratterizza. Al contrario, quando si pone per ipotesi la

condizione e per tesi la proprietร , si sta dimostrando la parte sufficiente.

Page 33: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

32

Nel caso in esame si puรฒ dire che

proprietร  โ‡Œ ๐‘Ž๐‘ฅ + ๐‘๐‘ฆ = ๐‘ abbia soluzioni ,condizione โ‡‹ il termine noto ๐‘ รจ divisibile per ๐‘‘ .

Si comincia tradizionalmente dalla parte necessaria, essendo questa piรน semplice,

nella maggior parte dei casi.

Parte necessaria

{

IPOTESI: lโ€ฒequazione ๐‘Ž๐‘ฅ + ๐‘๐‘ฆ = ๐‘ ammette soluzioni intere .

TESI: il termine noto ๐‘ รจ divisibile per ๐‘‘ = ๐‘€๐ถ๐ท(๐‘Ž, ๐‘) .

Si supponga che lโ€™equazione ๐‘Ž๐‘ฅ + ๐‘๐‘ฆ = ๐‘ abbia soluzioni intere e si indichi una di

esse con la coppia (๐‘ฅ0, ๐‘ฆ0), per cui risulta

๐‘Ž๐‘ฅ0 + ๐‘๐‘ฆ0 = ๐‘ .

Page 34: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

33

(๐‘›๐‘ฅ0 + ๐‘š๐‘ฆ0)๐‘‘ = ๐‘ โ†’ ๐‘›๐‘ฅ0 + ๐‘š๐‘ฆ0 =๐‘

๐‘‘ .

Da ciรฒ segue che il rapporto al secondo membro

๐‘

๐‘‘=

termine noto

๐‘€๐ถ๐ท(๐‘Ž, ๐‘)

รจ un numero intero, dato che tale รจ il primo membro, e, quindi, il termine noto ๐‘ รจ

divisibile per ๐‘‘, come si voleva dimostrare.

La seconda parte della dimostrazione รจ la parte sufficiente, che si ottiene

scambiando lโ€™ipotesi con la tesi della parte necessaria.

Parte sufficiente

{ IPOTESI: il termine noto ๐‘ รจ divisibile per ๐‘‘ = ๐‘€๐ถ๐ท(๐‘Ž, ๐‘).

TESI: lโ€ฒequazione ๐‘Ž๐‘ฅ + ๐‘๐‘ฆ = ๐‘ ammette soluzioni intere.

Per lโ€™identitร  di Bรฉzout devono esistere due interi ๐‘, ๐‘ž, per cui

๐‘Ž๐‘ + ๐‘๐‘ž = ๐‘‘ .

Dato che, per ipotesi, ๐‘ รจ divisibile per ๐‘‘, allora deve esistere un intero ๐‘˜, per cui

si puรฒ porre ๐‘ = ๐‘˜๐‘‘. Moltiplicando la precedente relazione per ๐‘˜, si ottiene

Siccome si sa che ๐‘‘ = ๐‘€๐ถ๐ท(๐‘Ž, ๐‘), allora si puรฒ scrivere che ๐‘Ž = ๐‘›๐‘‘ e ๐‘ = ๐‘š๐‘‘ con

๐‘›, ๐‘š โˆˆ โ„ค. Sostituendo nellโ€™equazione, si nota che il primo membro รจ divisibile per

๐‘‘, per cui anche il secondo membro ๐‘ deve essere divisibile per ๐‘‘, in modo che

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34

๐‘Ž๐‘˜๐‘ + ๐‘๐‘˜๐‘ž = ๐‘˜๐‘‘ = ๐‘ .

Ciรฒ vuol dire che la coppia

๐‘ฅ0 = ๐‘˜๐‘ , ๐‘ฆ0 = ๐‘˜๐‘ž ,

rappresenta una soluzione dellโ€™equazione diofantea assegnata.

Un esempio chiarirร  meglio come si applichi il risultato espresso dal teorema

appena dimostrato.

Esempio 8 โ€“ Si verifichi che lโ€™equazione diofantea

๐‘ฅ โˆ’ 5๐‘ฆ = 4

ammette le infinite soluzioni

๐‘ฅ = 9 โˆ’ 5๐‘˜ , ๐‘ฆ = 1 โˆ’ ๐‘˜ con ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

Basta sostituire nellโ€™equazione assegnata, per ottenere

9 โˆ’ 5๐‘˜ โˆ’ 5(1 โˆ’ ๐‘˜) = 9 โˆ’ 5๐‘˜ โˆ’ 5 + 5๐‘˜ = 4 โˆ€๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

A questo punto della trattazione, si puรฒ passare ad illustrare le due principali

tecniche per la determinazione, qualora esistano, delle soluzioni di unโ€™equazione

diofantea lineare e si comincerร  proprio con un metodo dovuto al grande

Leonardo Eulero.

Page 36: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

35

Metodo di Eulero

Si supponga di volere risolvere lโ€™equazione diofantea

7๐‘ฅ + 3๐‘ฆ = 53 .

Dato che il termine noto รจ divisibile per il ๐‘€๐ถ๐ท(7, 3) = 1, essa ammette soluzioni.

Queste saranno determinate con un metodo dovuto ad Eulero, la cui procedura รจ

molto semplice ed inizia con la scelta del piรน piccolo coefficiente, in valore

assoluto, tra ๐‘Ž e ๐‘. Nel caso in esame รจ quello della ๐‘ฆ, per cui si esplicita

lโ€™equazione rispetto a questa variabile

7๐‘ฅ + 3๐‘ฆ = 53 โ†’ ๐‘ฆ =53 โˆ’ 7๐‘ฅ

3 .

Eseguendo la divisione al secondo membro, si ottiene

Page 37: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

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๐‘ฆ =53 โˆ’ 7๐‘ฅ

3=

51 โˆ’ 6๐‘ฅ + 2 โˆ’ ๐‘ฅ

3= 17 โˆ’ 2๐‘ฅ +

2 โˆ’ ๐‘ฅ

3 .

Per ottenere una soluzione intera, bisogna imporre che il resto sia un numero

intero, per cui

2 โˆ’ ๐‘ฅ

3= ๐‘˜ โ†’ ๐‘ฅ = 2 โˆ’ 3๐‘˜ con ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

Sostituendo nella ๐‘ฆ il valore di ๐‘ฅ appena trovato, in una sola iterazione, si

ottengono le soluzioni dellโ€™equazione proposta

๐‘ฅ = 2 โˆ’ 3๐‘˜ , ๐‘ฆ = 17 โˆ’ 2(2 โˆ’ 3๐‘˜) + ๐‘˜ = 13 + 7๐‘˜ con ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

Quale che sia il valore di ๐‘˜, purchรฉ intero, si ottiene una delle infinite soluzioni

intere del problema assegnato.

Eulero propose questo metodo iterativo, moderno e stimolante, nella sua Algebra,

scritta in tedesco e stampata per la prima volta, in traduzione russa, nel 1768 a

San Pietroburgo.

Vale la pena osservare che non รจ sempre cosรฌ immediato applicare questo metodo

e talvolta sono richieste diverse iterazioni, come illustra lโ€™esempio che segue.

Esempio 9 โ€“ Si determinino le soluzioni dellโ€™equazione diofantea

8๐‘ฅ + 5๐‘ฆ = 81 .

Dato che il ๐‘€๐ถ๐ท(8, 5) = 1, lโ€™equazione data ammette soluzione e si comincia al

esplicitarla rispetto alla variabile con il minore, in valore assoluto, coefficiente tra

๐‘ฅ e ๐‘ฆ, in questo caso ๐‘ฆ, ottenendo

Page 38: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

37

๐‘ฆ =81 โˆ’ 8๐‘ฅ

5 .

Si dividano ora per 5 i numeri 81 e 8, mettendo in evidenza i resti

๐‘ฆ = 16 โˆ’ ๐‘ฅ +1 โˆ’ 3๐‘ฅ

5 .

Si ponga poi

๐‘ก =1 โˆ’ 3๐‘ฅ

5โ†’ ๐‘ฆ = 16 โˆ’ ๐‘ฅ + ๐‘ก con ๐‘ก โˆˆ โ„ค ,

vale a scrivere

3๐‘ฅ + 5๐‘ก = 1 .

Si noti che, essendo ๐‘ฅ e ๐‘ฆ due numeri interi, allora tale รจ anche ๐‘ก e, pertanto, si puรฒ

dire che si รจ ottenuto unโ€™equazione diofantea, i cui coefficienti sono minori di

quelli dellโ€™equazione di partenza. Lโ€™idea base del metodo euleriano รจ tutta qui: le

soluzioni (๐‘ฅ, ๐‘ฆ) dellโ€™equazione assegnata sono ricavabili immediatamente dalle

soluzioni di una nuova equazione diofantea con i coefficienti piรน piccoli rispetto a

quella considerata in origine.

Il procedimento ora introdotto puรฒ evidentemente essere iterato. Proseguendo

con lโ€™esempio, si risolva lโ€™equazione ottenuta nella variabile avente il minore

coefficiente in valore assoluto, stavolta ๐‘ฅ,

๐‘ฅ =1 โˆ’ 5๐‘ก

3= โˆ’๐‘ก +

1 โˆ’ 2๐‘ก

3 .

Page 39: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

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Posto allora

๐‘ข =1 โˆ’ 2๐‘ก

3โ†’ ๐‘ฅ = โˆ’๐‘ก + ๐‘ข con ๐‘ข โˆˆ โ„ค ,

si ottiene la nuova diofantea

3๐‘ข + 2๐‘ก = 1 .

Anche questโ€™equazione ha i coefficienti piรน piccoli rispetto a quella del passo

precedente e, continuando ad iterare, si ricava

๐‘ก =1 โˆ’ 3๐‘ข

2= โˆ’๐‘ข +

1 โˆ’ ๐‘ข

2 ,

da cui discende la nuova posizione

๐‘˜ =1 โˆ’ ๐‘ข

2โ†’ ๐‘ข = 1 โˆ’ 2๐‘˜ con ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

Sostituendo a cascata, si perviene alla soluzione

๐‘ฅ = 2 โˆ’ 5๐‘˜ , ๐‘ฆ = 13 + 8๐‘˜ .

Questa equazione presenta infinite soluzioni, alcune delle quali sono riportate

nella tabella che segue.

๐‘˜ โ‹ฏ โˆ’2 โˆ’1 0 1 2 โ‹ฏ

๐‘ฅ โ‹ฏ 12 7 2 โˆ’3 โˆ’8 โ‹ฏ

๐‘ฆ โ‹ฏ โˆ’3 5 13 21 29 โ‹ฏ

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Tuttavia, se allโ€™equazione data si fosse associata la condizione di non negativitร 

per ๐‘ฅ e ๐‘ฆ, una condizione non rara nelle situazioni applicative, si sarebbe dovuto

risolvere il sistema di disequazioni

{ 2 โˆ’ 5๐‘˜ โ‰ฅ 0 ,13 + 8๐‘˜ โ‰ฅ 0 ,

โ†’ โˆ’13

8โ‰ค ๐‘˜ โ‰ค

2

5โ†’ ๐‘˜ = โˆ’1 โˆง ๐‘˜ = 0 .

La tabella che segue riassume in forma schematica le soluzioni in questo secondo

caso.

๐‘˜ โˆ’1 0

๐‘ฅ 7 2

๐‘ฆ 5 13

Metodo delle divisioni successive

Sia data lโ€™equazione lineare diofantea

๐‘Ž๐‘ฅ + ๐‘๐‘ฆ = ๐‘

e sia ๐‘ divisibile per ๐‘‘ = ๐‘€๐ถ๐ท(๐‘Ž, ๐‘). Allora, lโ€™equazione data ha infinite soluzioni,

tutte e sole esprimibili per mezzo delle relazioni

๐‘ฅ = ๐‘ฅ๐‘ + ๐‘˜๐‘ , ๐‘ฆ = ๐‘ฆ๐‘ โˆ’ ๐‘˜๐‘Ž con ๐‘˜ โˆˆ โ„ค ,

dove la coppia (๐‘ฅ๐‘, ๐‘ฆ๐‘) rappresenta una soluzione particolare.

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โ†ฆ Si comincia col mostrare che la soluzione fornita soddisfa lโ€™equazione diofantea.

Sostituendo si puรฒ scrivere facilmente

๐‘Ž(๐‘ฅ๐‘ + ๐‘˜๐‘) + ๐‘(๐‘ฆ๐‘ โˆ’ ๐‘˜๐‘Ž) = ๐‘Ž๐‘ฅ๐‘ + ๐‘๐‘ฆ๐‘ = ๐‘ .

โ†ฆ Viceversa, supponendo che (๐‘ฅ๐‘, ๐‘ฆ๐‘) sia una soluzione dellโ€™equazione diofantea,

allora per qualsiasi altra soluzione (๐‘ฅ, ๐‘ฆ) deve verificarsi che

๐‘Ž๐‘ฅ + ๐‘๐‘ฆ = ๐‘ = ๐‘Ž๐‘ฅ๐‘ + ๐‘๐‘ฆ๐‘ ,

ovvero, posto ๐‘Ž = ๐‘‘๐›ผ e ๐‘ = ๐‘‘๐›ฝ con ๐‘€๐ถ๐ท(๐›ผ, ๐›ฝ) = 1, si puรฒ scrivere

๐›ผ(๐‘ฅ โˆ’ ๐‘ฅ๐‘) = ๐›ฝ(๐‘ฆ๐‘ โˆ’ ๐‘ฆ) .

Questa ultima uguaglianza comporta che ๐‘ฆ๐‘ โˆ’ ๐‘ฆ deve essere divisibile per ๐›ผ e che

๐‘ฅ โˆ’ ๐‘ฅ๐‘ deve essere divisibile per ๐›ฝ, vale a dire che deve esistere un intero ๐‘š per

cui risulta

๐‘ฅ โˆ’ ๐‘ฅ๐‘

๐›ฝ= ๐‘š =

๐‘ฆ๐‘ โˆ’ ๐‘ฆ

๐›ผโ†’ {

๐‘ฅ = ๐‘ฅ๐‘ + ๐‘š๐›ฝ ,๐‘ฆ = ๐‘ฆ๐‘ โˆ’ ๐‘š๐›ผ .

Senza perdere in generalitร , si puรฒ porre ๐‘š = ๐‘˜๐‘‘ ed ottenere la soluzione

desiderata

๐‘ฅ = ๐‘ฅ๐‘ + ๐‘˜๐‘ , ๐‘ฆ = ๐‘ฆ๐‘ โˆ’ ๐‘˜๐‘Ž con ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

Si osservi che i due termini ๐‘˜๐‘ e โˆ’๐‘˜๐‘Ž rappresentano tutte le infinite soluzioni

dellโ€™equazione omogenea, cioรจ quella avente il termine noto nullo, per cui il

teorema appena dimostrato si puรฒ anche enunciare dicendo che la soluzione di

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unโ€™equazione diofantea lineare si ottiene sommando una qualsiasi soluzione

dellโ€™equazione completa alle infinite soluzioni dellโ€™equazione omogenea.

Si propone ora un semplice esempio per applicare la formula risolutiva trovata.

Esempio 10 โ€“ Si risolva lโ€™equazione diofantea

2๐‘ฅ + 3๐‘ฆ = 5 .

Dato che il termine noto รจ divisibile per il ๐‘€๐ถ๐ท(2, 3) = 1, si puรฒ dire che

lโ€™equazione data ammette soluzione. Inoltre, dato che la coppia

๐‘ฅ๐‘ = 1 , ๐‘ฆ๐‘ = 1

รจ una soluzione particolare, si conclude che la soluzione generale vale

๐‘ฅ = 1 + 3๐‘˜ , ๐‘ฆ = 1 โˆ’ 2๐‘˜ con ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

Nellโ€™esempio appena svolto รจ stato piuttosto semplice trovare una soluzione

particolare (๐‘ฅ๐‘, ๐‘ฆ๐‘): in generale, potrebbe non essere cosรฌ semplice ed allora

bisogna ricorrere allโ€™identitร  di Bรฉzout. Si consideri, ad esempio, lโ€™equazione

11๐‘ฅ + 8๐‘ฆ = 3 .

Dato che il termine noto ๐‘ = 3 รจ divisibile per il ๐‘€๐ถ๐ท(11, 8) = 1, essa ammette

soluzioni, che valgono

๐‘ฅ = ๐‘ฅ๐‘ + 8๐‘˜ , ๐‘ฆ = ๐‘ฆ๐‘ โˆ’ 11๐‘˜ con ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

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Si deve determinare soltanto un integrale particolare (๐‘ฅ๐‘, ๐‘ฆ๐‘). Posto allora ๐‘Ž = 11

e ๐‘ = 8, eseguendo le divisioni iterate, si costruisce la tabella di seguito riportata.

1 11 = 8 โˆ™ 1 + 3

2 8 = 3 โˆ™ 2 + 2

3 3 = 2 โˆ™ 1 + 1

4 2 = 2 โˆ™ 1 + 0

Da essa, procedendo a ritroso, si determina lโ€™integrale particolare desiderato,

dato che

dalla terza riga si ricava che 1 = 3 โˆ’ 2,

dalla seconda riga di scende che 1 = 3 โˆ’ (8 โˆ’ 3 โˆ™ 2),

dalla prima riga si conclude che 1 = 11 โˆ’ 8 โˆ’ [8 โˆ’ (11 โˆ’ 8) โˆ™ 2].

Elaborando questโ€™ultima relazione, si puรฒ scrivere

1 = 11 โˆ™ 3 + 8 โˆ™ (โˆ’4) ,

per cui, moltiplicando membro a membro per ๐‘ = 3, si ottiene

3 = 11 โˆ™ 9 + 8 โˆ™ (โˆ’12)

e concludere che una soluzione particolare vale

๐‘ฅ๐‘ = 9 , ๐‘ฆ๐‘ = โˆ’12 .

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Ancora un esempio, che mette in luce un diverso aspetto delle equazioni

diofantee: le soluzioni possono essere in numero limitato, per la presenza di una

limitazione nella ricerca delle stesse.

8๐‘ฅ + 12๐‘ฆ = ๐‘ 

ammette soluzione e risolverla.

Come รจ ben noto, unโ€™equazione diofantea ammette soluzione se e solo se il

massimo comun divisore tra i coefficienti delle incognite divide il termine noto.

Nel caso in esame, dato che

๐‘€๐ถ๐ท(8, 12) = 4 ,

si puรฒ dire che il piรน grande numero naturale minore di 100, divisibile per 4, รจ il

numero 96. Lโ€™equazione diofantea, pertanto, diventa

8๐‘ฅ + 12๐‘ฆ = 96 โ†’ 2๐‘ฅ + 3๐‘ฆ = 24

e, poichรฉ una soluzione particolare รจ costituita dalla coppia

๐‘ฅ0 = 12 , ๐‘ฆ0 = 0 ,

si puรฒ concludere che la soluzione generale vale

๐‘ฅ = 12 โˆ’ 3๐‘˜ , ๐‘ฆ = 2๐‘˜ con ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

Esempio 11 โ€“ Si determini il piรน grande numero naturale ๐‘  < 100, per il quale

lโ€™equazione diofantea

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Seguono ora due interessanti esercizi, che rappresentano situazioni concrete in

cui รจ possibile applicare le tecniche di soluzione appena apprese e che mostrano

la varietร  di situazioni da cui possono scaturire equazioni diofantee.

Esempio 12 โ€“ Su un foglio di carta illimitato sono segnati due punti ๐ด e ๐ต. Si

disponga di tre righe prive di suddivisioni, una lunga 8 ๐‘๐‘š, lโ€™altra lunga 11 ๐‘๐‘š, la

terza illimitata; dire con quale precisione si puรฒ misurare la distanza dei due punti

๐ด e ๐ต.

La prima cosa da fare รจ passare la linea illimitata per ๐ด e ๐ต, in modo che possa

diventare un riferimento per tutte le successive misure. Poi, partendo da ๐ด, si

possono riportare i due segmenti di 8 ๐‘๐‘š e 11 ๐‘๐‘š, ciascuno un certo numero di

volte sia avanti che dietro. Pertanto, le distanze ๐ท che si riescono a misurare,

espresse sempre in centimetri, sono riconducibili alla combinazione lineare

๐ท = 8๐‘› + 11๐‘š con ๐‘›, ๐‘š โˆˆ โ„ค ,

che rappresenta geometricamente punti posti su un piano nello spazio (๐‘›, ๐‘š, ๐ท).

Dunque, ๐‘› e ๐‘š sono due interi relativi e, per come รจ stata definita, anche la

distanza ๐ท รจ espressa da un numero intero non negativo. Pertanto, si presentano

due casi possibili, schematicamente discussi di seguito.

๐›ผ Qualora la distanza da misurare ๐ท = ๐ด๐ต coincidesse con un valore intero,

allora si potrebbe misurare con esattezza, vale a dire con un errore di misura

nullo, scegliendo tra gli infiniti interi

๐‘› = โˆ’4๐ท โˆ’ 11โ„Ž , ๐‘š = 3๐ท + 8โ„Ž , essendo โ„Ž โˆˆ โ„ค .

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๐›ฝ Se invece la distanza da misurare fosse espressa da un numero reale, potendosi

comunque porre nella forma ๐ท = ๐ท0 ยฑ ๐›ผ, con ๐ท0 intero positivo e ๐›ผ numero reale

positivo, pari al massimo a 1/2, per quando detto al punto precedente, si conclude

che la massima precisione ottenibile รจ unitaria.

Esempio 13 โ€“ Due cercatori dโ€™oro hanno due grandi sacchi di pezzi dโ€™oro. Il primo

ha solo pezzi da 15 grammi, il secondo pezzi da 21 grammi. Puรฒ il primo pagare

esattamente al secondo un debito di 27 grammi dโ€™oro? Potrebbe invece il secondo

pagare esattamente al primo un debito di 29 grammi dโ€™oro?

Lโ€™equazione lineare

15๐‘ฅ + 21๐‘ฆ = 27 โ†’ 5๐‘ฅ + 7๐‘ฆ = 9

ammette infinite soluzioni, dato che ๐‘€๐ถ๐ท(15, 21) = 3, e sono, come si puรฒ

controllare per verifica diretta, pari a

๐‘ฅ = 6 + 7๐‘› , ๐‘ฆ = โˆ’3 โˆ’ 5๐‘› con ๐‘› โˆˆ โ„ค .

Pertanto, il primo cercatore puรฒ pagare al secondo il debito di 27 ๐‘”๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘š๐‘š๐‘– di oro,

dandogli sei suoi pezzi e ricevendone in cambio tre, dal momento che

15 โˆ™ 6 โˆ’ 21 โˆ™ 3 = 27 .

Nel secondo caso, lโ€™equazione lineare

15๐‘ฅ + 21๐‘ฆ = 29

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non ammette soluzioni intere, dato che il termine noto ๐‘ = 29 non รจ divisibile per

๐‘€๐ถ๐ท(15, 21) = 3.

รˆ possibile generalizzare la tecnica presentata allโ€™equazione

๐‘Ž1๐‘ฅ1 + ๐‘Ž2๐‘ฅ2 + โ‹ฏ + ๐‘Ž๐‘›๐‘ฅ๐‘› = ๐‘ ,

con ๐‘Ž๐‘– , ๐‘ โˆˆ โ„ค. Detta omogenea associata lโ€™equazione

๐‘Ž1๐‘ฅ1 + ๐‘Ž2๐‘ฅ2 + โ‹ฏ + ๐‘Ž๐‘›๐‘ฅ๐‘› = 0

e tenuto conto che si cercano le soluzioni in โ„ค, รจ possibile dimostrare che, se

questa equazione ammette una soluzione (๐‘ฅ10, ๐‘ฅ20, โ‹ฏ , ๐‘ฅ๐‘›0), allora ne ammette

infinite: basta, infatti, verificare per sostituzione che anche (๐‘˜๐‘ฅ10, ๐‘˜๐‘ฅ20, โ‹ฏ , ๐‘˜๐‘ฅ๐‘›0)

รจ soluzione โˆ€๐‘˜ โˆˆ โ„ค. Se esiste una soluzione dellโ€™equazione completa, ne esistono

infinite, dato che tutte le soluzioni della completa si ottengono sommando ad una

sua particolare soluzione una qualsiasi soluzione della omogenea.

Vale il seguente teorema che qui si riporta senza dimostrazione: se il termine noto

๐‘ รจ divisibile per

๐‘‘ = ๐‘€๐ถ๐ท(๐‘Ž1, ๐‘Ž2, โ‹ฏ , ๐‘Ž๐‘›, ) ,

allora lโ€™equazione completa ammette soluzioni.

Esempio 14 โ€“ Si risolva lโ€™equazione diofantea lineare in tre variabili

12๐‘ฅ + 45๐‘ฆ + 20๐‘ง = 20 .

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Si osserva anzitutto che lโ€™equazione ammette infinite soluzioni, dato che il termine

noto รจ divisibile per

๐‘€๐ถ๐ท(12, 45, 20) = 1 .

La soluzione generale dellโ€™equazione omogenea

12๐‘ฅ0 + 45๐‘ฆ0 + 20๐‘ง0 = 0

si ottiene facilmente, ponendo ๐‘ฆ0 = 4๐‘˜ con ๐‘˜ โˆˆ โ„ค, di modo che

3๐‘ฅ0 + 5๐‘ง0 = โˆ’45๐‘˜ .

Si ottiene, allora,

๐‘ฅ0 = โˆ’15๐‘˜ โˆ’ 5โ„Ž , ๐‘ฆ0 = 4๐‘˜ , ๐‘ง0 = 3โ„Ž con โ„Ž, ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

Inoltre, dato che una soluzione particolare dellโ€™equazione completa รจ pari a

๐‘ฅ๐‘ = 0 , ๐‘ฆ๐‘ = 0 , ๐‘ง๐‘ = 1 ,

si ottiene la soluzione dellโ€™equazione completa

๐‘ฅ = โˆ’15๐‘˜ โˆ’ 5โ„Ž , ๐‘ฆ = 4๐‘˜ , ๐‘ง = 1 + 3โ„Ž con โ„Ž, ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

Equazioni diofantee di secondo grado

Si consideri lโ€™equazione diofantea

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๐‘ฅ2 + (๐‘ฅ + 2)๐‘ฆ โˆ’ 2๐‘ฅ โˆ’ 4 = 0 .

Si tratta di unโ€™equazione di secondo grado di tipo particolare, in quanto

unโ€™incognita, nellโ€™esempio la ๐‘ฆ, compare soltanto al primo grado. รˆ possibile allora

ricavare la ๐‘ฆ in funzione della ๐‘ฅ mediante una formula che non faccia comparire

radici quadrate, come accadrebbe invece se lโ€™equazione fosse di secondo grado

anche rispetto alla ๐‘ฆ. Operando la divisione tra polinomi, risulta

๐‘ฆ =โˆ’๐‘ฅ2 + 2๐‘ฅ + 4

๐‘ฅ + 2= 4 โˆ’ ๐‘ฅ โˆ’

4

๐‘ฅ + 2 con ๐‘ฅ โ‰  โˆ’2 .

Se ๐‘ฅ = โˆ’2, lโ€™equazione non esplicitata non ammette soluzione. Allora, dato che ๐‘ฅ

รจ un intero, lโ€™espressione precedente fornisce un valore intero per ๐‘ฆ se e

solamente se ๐‘ฅ + 2 divide 4. I divisori di 4 sono

ยฑ1 , ยฑ 2 , ยฑ 4 .

Ad essi corrispondono i valori di ๐‘ฅ

๐‘ฅ = โˆ’2 ยฑ 1 , ๐‘ฅ = โˆ’2 ยฑ 2 , ๐‘ฅ = โˆ’2 ยฑ 4

e le soluzioni dellโ€™equazione diofantea riassunte nella tabella che segue.

๐‘ฅ โˆ’6 โˆ’4 โˆ’3 โˆ’1 0 2

๐‘ฆ 11 10 11 1 2 1

Esempio 15 โ€“ Si risolva lโ€™equazione diofantea

(๐‘ฅ + 1)(๐‘ฆ + 1) = 2๐‘ฅ๐‘ฆ .

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Prima di esplicitare lโ€™equazione, vale la pena osservare che, per ๐‘ฅ = 1, lโ€™equazione

fornisce la soluzione

2(๐‘ฆ + 1) = 4๐‘ฆ โ†’ 2๐‘ฆ = 2 โ†’ ๐‘ฆ = 1 .

Lโ€™equazione assegnata, allora, si riscrive facilmente nella forma equivalente

๐‘ฆ =๐‘ฅ + 1

๐‘ฅ โˆ’ 1= 1 +

2

๐‘ฅ โˆ’ 1 con ๐‘ฅ โ‰  1 .

Orbene, dato che ๐‘ฅ rappresenta un numero intero, lโ€™espressione precedente

fornisce un valore intero per ๐‘ฆ se e solamente se ๐‘ฅ โˆ’ 1 divide 2, cioรจ se

๐‘ฅ = 1 ยฑ 1 , ๐‘ฅ = 1 ยฑ 2 .

Si noti che per lโ€™equazione data, come si evince anche dalle soluzioni di seguito

riportate in tabella, il ruolo delle due variabili si puรฒ scambiare e che la colonna

riportata in rosso rappresenta una soluzione che รจ stata determinata prima di

trasformare lโ€™equazione in forma esplicita.

๐‘ฅ โˆ’1 0 1 2 3

๐‘ฆ 0 โˆ’1 1 3 2

Punti razionali di una conica

Una conica rappresenta il luogo geometrico dei punti di un polinomio di secondo

grado nelle variabili ๐‘ฅ e ๐‘ฆ. Vi sono casi degeneri in cui la conica รจ vuota, come puรฒ

essere ๐‘ฅ2 + ๐‘ฆ2 = โˆ’4, oppure si riduce ad un solo punto, ad esempio ๐‘ฅ2 + ๐‘ฆ2 = 0,

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oppure รจ una retta, come ๐‘ฅ2 = 0, oppure lโ€™unione di due rette, ad esempio

๐‘ฅ(๐‘ฆ โˆ’ 1) = 0. Negli altri casi, si ottiene unโ€™iperbole, una parabola, unโ€™ellisse e, se i

suoi assi sono uguali, si ottiene una circonferenza.

Per la ricerca dei punti razionali di una conica, si puรฒ procedere nella maniera che

segue. Data, ad esempio, la circonferenza con centro nellโ€™origine e raggio unitario

๐‘ฅ2 + ๐‘ฆ2 = 1 ,

si fissa un punto razionale su di essa, come puรฒ essere esempio (โˆ’1, 0), e si traccia

la retta per questo punto di coefficiente angolare generico ๐‘š. Questa retta

intersecherร  la circonferenza in un secondo punto (๐‘ฅ, ๐‘ฆ). Ebbene, se ๐‘š รจ un

numero razionale, allora (๐‘ฅ, ๐‘ฆ) ha coordinate razionali. Infatti, lโ€™ascissa di questo

secondo punto di intersezione รจ soluzione di un polinomio di secondo grado i cui

coefficienti sono razionali, dipendendo dai coefficienti dellโ€™equazione e da ๐‘š. In

generale, un polinomio di secondo grado con coefficienti razionali non ha radici

razionali, dato che nella formula risolutiva compare una radice quadrata. In

questo caso perรฒ รจ noto che ๐‘ฅ = โˆ’1 รจ una soluzione, essendo una delle due

intersezioni: il polinomio in questione รจ allora divisibile per ๐‘ฅ + 1. Effettuando la

divisione tra polinomi a coefficienti razionali, si ottiene un polinomio a coefficienti

razionali di primo grado, che pertanto ha unโ€™unica radice razionale. Dโ€™altra parte,

tutti i punti razionali sulla circonferenza si trovano in questo modo. Infatti, se il

punto (๐‘ฅ, ๐‘ฆ) รจ un razionale sul cerchio diverso da (โˆ’1, 0), allora la retta passante

per questo punto e per lโ€™altra intersezione (๐‘ฅ, ๐‘ฆ) ha coefficiente angolare

๐‘ฆ/(๐‘ฅ + 1), che รจ un numero razionale. Risolvendo, dunque, il sistema

{ ๐‘ฅ2 + ๐‘ฆ2 = 1 ,

๐‘ฆ = ๐‘š(๐‘ฅ + 1) ,โ†’ (1 + ๐‘š2)๐‘ฅ2 + 2๐‘š2๐‘ฅ + ๐‘ก2 โˆ’ 1 = 0 ,

si ottengono le soluzioni razionali

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๐‘ฅ1 = โˆ’1 , ๐‘ฅ2 =1 โˆ’ ๐‘š2

1 + ๐‘š2 ,

๐‘ฆ1 = 0 , ๐‘ฆ2 =2๐‘š

1 + ๐‘š2 .

Questo ragionamento ha validitร  generale: se ๐ถ รจ una conica, tutti punti razionali

su ๐ถ si trovano fissando un qualunque punto razionale ๐‘ƒ ed individuando le

seconde intersezioni di ๐ถ con una qualsiasi retta passante per ๐‘ƒ ed avente

coefficiente angolare razionale. Un esempio chiarirร  ancor meglio quanto appena

discusso.

๐‘ฅ2 โˆ’ ๐‘ฆ2 = 1 .

Fissato il punto ๐ด(โˆ’1, 0), si tratta di studiare le intersezioni

{ ๐‘ฅ2 โˆ’ ๐‘ฆ2 = 1 ,

๐‘ฆ = ๐‘š(๐‘ฅ + 1) .

Risulta, dunque, che

๐‘ฅ2 โˆ’ ๐‘š2(๐‘ฅ + 1)2 = 1 โ†’ (1 โˆ’ ๐‘š2)๐‘ฅ2 โˆ’ 2๐‘š2๐‘ฅ โˆ’ ๐‘š2 โˆ’ 1 = 0 .

รˆ giร  noto che una soluzione di questa equazione vale ๐‘ฅ1 = โˆ’1, come peraltro รจ

semplice verificare. Lโ€™altra soluzione si puรฒ determinare adoperando la regola di

Ruffini oppure risolvendo lโ€™equazione di secondo grado ed รจ pari a

Esempio 15 โ€“ Si determinino i punti razionali sullโ€™iperbole di equazione

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๐‘ฅ2 =1 + ๐‘š2

1 โˆ’ ๐‘š2 .

Sostituendo questo valore di ๐‘ฅ nella generica retta, si ottiene

๐‘ฆ2 =2๐‘š

1 โˆ’ ๐‘š2 .

Si conclude che, a parte il punto ๐ด(โˆ’1, 0), tutti i punti razionali sullโ€™iperbole

assegnata hanno coordinate pari a

๐‘ƒ (1 + ๐‘š2

1 โˆ’ ๐‘š2 ,

2๐‘š

1 โˆ’ ๐‘š2 ) ,

al variare di ๐‘š tra tutti i numeri razionali.

Nel paragrafo che segue si presenterร  lo studio di alcune equazioni diofantee non

lineari, per le quali non esistono tecniche generali di soluzione.

Equazioni diofantee non lineari

Non esiste una tecnica generale per risolvere le equazioni diofantee non lineari e,

per questo, nel seguito verrร  mostrata soltanto qualche tecnica di soluzione, per

mezzo di alcuni esempi. Forse la bellezza delle equazioni diofantee risiede proprio

nel fatto che il solutore deve mostrare una notevole inventiva, quando affronta

una particolare equazione, non sapendo a priori se esistono o meno soluzioni, se

sono finite oppure infinite.

Il primo esempio consiste nello studio di unโ€™equazione che, per semplicitร ,

presenta solo un numero finito di soluzioni.

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Esempio 16 โ€“ Si dimostri che le soluzioni intere positive dellโ€™equazione

๐‘ฅ + ๐‘ฆ + ๐‘ง = ๐‘ฅ๐‘ฆ๐‘ง

sono numeri distinti e che lโ€™unica soluzione รจ costituita dalla terna 1, 2, 3.

Data la evidente simmetria dellโ€™equazione, i ruoli delle tre variabili si possono

scambiare, in modo che le tre terne

๐‘ฅ = 1 , ๐‘ฆ = 2 , ๐‘ง = 3 ,๐‘ฅ = 2 , ๐‘ฆ = 3 , ๐‘ง = 1 ,๐‘ฅ = 3 , ๐‘ฆ = 1 , ๐‘ง = 2 ,

sono da considerarsi come unโ€™unica soluzione. Detto ciรฒ, si comincia a dimostrare

che le soluzioni intere positive dellโ€™equazione non possono coincidere. Se,

ragionando per assurdo, esistesse una soluzione per cui ๐‘ฅ = ๐‘ฆ = ๐‘ง, allora

dovrebbe essere

๐‘ฅ + ๐‘ฅ + ๐‘ฅ = ๐‘ฅ3 โ†’ ๐‘ฅ1 = 0 , ๐‘ฅ2,3 = ยฑโˆš3 ,

che ammette come soluzione in โ„• solo la soluzione banale. Se, invece, si fosse

supposto piรน debolmente ๐‘ฅ = ๐‘ฆ, nemmeno si sarebbero avute soluzioni intere,

dato che

2๐‘ฅ + ๐‘ง = ๐‘ง๐‘ฅ2 โ†’ ๐‘ฅ1,2 = 1 ยฑ โˆš1 + ๐‘ง2 ,

laddove il radicando non puรฒ mai fornire un quadrato perfetto, come si puรฒ

provare con il metodo della fattorizzazione, tranne nel caso ๐‘ง = 0 che perรฒ รจ

escluso dal testo.

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Stabilito che le tre radici devono essere rappresentate da interi positivi differenti,

senza perdere in generalitร , si porrร  ๐‘ฅ > ๐‘ฆ > ๐‘ง . In tal caso risulta

3๐‘ฅ > ๐‘ฅ๐‘ฆ๐‘ง โ†’ ๐‘ฆ๐‘ง < 3 .

Questa ultima condizione si puรฒ verificare solamente nei seguenti due casi:

1. quando ๐‘ฆ = ๐‘ง = 1, da cui discende ๐‘ฅ + 2 = ๐‘ฅ, unโ€™equazione palesemente

assurda;

2. quando ๐‘ฆ = 2 e ๐‘ง = 1, da cui discende lโ€™equazione ๐‘ฅ + 3 = 2๐‘ฅ, che fornisce

appunto la soluzione ๐‘ฅ = 3

Si conclude che la terna

๐‘ฅ = 3 , ๐‘ฆ = 2 , ๐‘ง = 1 ,

rappresenta, a meno delle permutazioni possibili, lโ€™unica soluzione del problema.

Ecco un possibile problema che rappresenta lโ€™equazione appena risolta.

Antonella e Luigi hanno tre figli. Lino, loro vecchio amico, li incontra e chiede

informazioni sulle etร  della loro prole. Per tutta risposta, i due gli dicono che la

somma delle etร  dei tre pargoli รจ uguale al loro prodotto. Al che Lino capisce che tra

i tre non ci sono gemelli e che, forzatamente, essi hanno rispettivamente 1, 2 e 3

anni. Come puรฒ Lino essere tanto sicuro?

Si conclude questo esercizio con un citazione di Enrico Giusti, tratta dal libro La

Matematica in cucina, edito da Bollati Boringhieri nel 2004:

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ยซin Matematica, per indovinare quale sarร  il risultato, tutti i mezzi sono buoni:

disegno, sogno, visita alla cartomante, ma per dimostrarlo cโ€™รจ solo un metodo,

quello di passare logicamente dalle ipotesi (e dalle cose che si conoscono giร ,

perchรฉ sono state dimostrate prima) alla conclusioneยป.

Il secondo esempio presenta ancora un caso in cui sono il numero delle soluzioni

possibili non รจ troppo elevato.

Esempio 17 - Determinare tutte le coppie (๐‘ฅ, ๐‘ฆ) di numeri interi tali che

๐‘ฅ4 + 3๐‘ฅ2๐‘ฆ2 + 9๐‘ฆ4 = 122006 .

Se si utilizzano le due nuove incognite

๐‘ฅ = ๐‘๐‘Ž , ๐‘ฆ = ๐‘๐‘ con ๐‘Ž, ๐‘ โˆˆ โ„ค ,

lโ€™equazione assegnata diventa

๐‘Ž4 + 3๐‘Ž2๐‘2 + 9๐‘4 =32006 โˆ™ 24012

๐‘4= 9 โˆ™ (

3501 โˆ™ 21003

๐‘)

4

.

Ebbene, scegliendo lโ€™intero

๐‘ = 21003 โˆ™ 3501 ,

essa si puรฒ riscrivere nella forma equivalente

๐‘Ž4 + 3๐‘Ž2๐‘2 + 9๐‘4 = 9 โ†’ ๐‘Ž4 + 3๐‘Ž2๐‘2 = 9(1 โˆ’ ๐‘4) .

Page 57: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

56

Osservando questa nuova equazione, si puรฒ affermare che essa รจ palesemente

assurda nel caso ๐‘Ž๐‘ โ‰  0, essendo il primo membro sempre maggiore di zero,

mentre il secondo รจ negativo, sicchรฉ

๐‘Ž4 + 3๐‘Ž2๐‘2 > 9(1 โˆ’ ๐‘4) โˆ€๐‘Ž๐‘ โ‰  0 .

Se ๐‘ = 0, lโ€™equazione non ammette soluzioni intere, mentre, se ๐‘Ž = 0, sussistono

le soluzioni intere ๐‘ = ยฑ1, vale a scrivere ๐‘ฆ = ยฑ๐‘.

Il terzo esempio mostra una tecnica assai efficace, per dimostrare lโ€™assenza di

soluzioni. La tecnica รจ del tutto simile allโ€™inchiodatura scacchistica, in cui un pezzo

รจ costretto a non muoversi per evitare la cattura di un altro: il pezzo bloccato

viene gergalmente detto inchiodato.

Esempio 18 โ€“ Si determinino le soluzioni intere e positive dellโ€™equazione

๐‘ฆ2 = ๐‘ฅ(๐‘ฅ + 1)(๐‘ฅ + 2)(๐‘ฅ + 3) .

Prima di mostrare come si risolva lโ€™equazione data, si consideri il polinomio a

secondo membro, cioรจ sia

๐‘ƒ(๐‘ฅ) = ๐‘ฅ(๐‘ฅ + 1)(๐‘ฅ + 2)(๐‘ฅ + 3) .

Moltiplicando tra loro ordinatamente il primo e quarto fattore, poi il secondo e

terzo, si puรฒ scrivere

๐‘ƒ(๐‘ฅ) = (๐‘ฅ2 + 3๐‘ฅ)(๐‘ฅ2 + 3๐‘ฅ + 2) = (๐‘ฅ2 + 3๐‘ฅ)2 + 2(๐‘ฅ2 + 3๐‘ฅ) .

Aggiungendo e sottraendo 1, il polinomio diventa

Page 58: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

57

๐‘ƒ(๐‘ฅ) = (๐‘ฅ2 + 3๐‘ฅ + 1)2 โˆ’ 1 ,

vale a dire che ๐‘ƒ(๐‘ฅ) + 1 รจ il quadrato di un numero intero positivo, per ogni valore

di ๐‘ฅ nei numeri naturali.

Sussistono, allora, le due disuguaglianze per lโ€™equazione diofantea

(๐‘ฅ2 + 3๐‘ฅ)2 < ๐‘ฆ2 = (๐‘ฅ2 + 3๐‘ฅ + 1)2 โˆ’ 1 < (๐‘ฅ2 + 3๐‘ฅ + 1)2 .

Liberandosi dei quadrati e ricordando di lavorare con interi positivi, risulta che

๐‘ฅ2 + 3๐‘ฅ < ๐‘ฆ < ๐‘ฅ2 + 3๐‘ฅ + 1 ,

cioรจ ogni possibile valore di ๐‘ฆ, soluzione dellโ€™equazione รจ compreso ed inchiodato

tra due interi consecutivi. Pertanto, si conclude che lโ€™equazione data non ammette

soluzioni tra gli interi positivi.

Nellโ€™esempio che segue entra nella mischia delle equazioni diofantee anche il

fattoriale, definito come prodotto di interi

๐‘›! = ๐‘› โˆ™ (๐‘› โˆ’ 1) โˆ™ โ‹ฏ 2 โˆ™ 1 ,

a patto che ๐‘› sia un numero naturale. Per convenzione, si assume che 0! = 1.

Esempio 19 โ€“ Si determinino le soluzioni dellโ€™equazione diofantea

๐‘ฅ2 = 2 + ๐‘ฆ! .

Si riporta anzitutto una tabella con il fattoriale dei primi cinque naturali.

Page 59: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

58

๐‘ฆ 0 1 2 3 4

๐‘ฆ! 1 1 2 6 24

Questa tabella aiuta a giungere alla seguente conclusione: per 0 โ‰ค ๐‘ฆ โ‰ค 4, il

secondo membro fornisce un solo quadrato perfetto soltanto nel caso ๐‘ฆ = 2, per

cui risulta

๐‘ฅ2 = 4 โ†’ ๐‘ฅ = ยฑ2 .

Se risulta ๐‘ฆ โ‰ฅ 5, allora ๐‘ฆ! รจ divisibile per 10, data la presenza di almeno un

prodotto 2 โˆ™ 5. Quindi, 2 + ๐‘ฆ! termina con un 2: nessun quadrato di intero puรฒ

terminare con un 2 e, pertanto, il problema non ammette soluzioni per ๐‘ฆ โ‰ฅ 5.

Si potrebbe essere indotti a pensare che un cambiamento, anche modesto,

dellโ€™equazione appena discussa non produca grosse sorprese, ma non รจ cosรฌ. Per

quanto a conoscenza dellโ€™autore, sempre a caccia di novitร  al riguardo, non รจ noto

se lโ€™equazione

๐‘ฅ2 = 1 + ๐‘ฆ!

abbia soltanto le soluzioni riportate nella tabella che segue.

๐‘ฅ ๐‘ฆ Verifica

ยฑ5 4 1 + 4! = 25 = 52

ยฑ11 5 1 + 5! = 121 = 112

ยฑ71 7 1 + 7! = 5041 = 712

Segue ora un esempio piรน complesso che richiede una certa attenzione nei calcoli

e che presuppone la conoscenza dello sviluppo

Page 60: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

59

๐‘Ž๐‘› โˆ’ ๐‘๐‘› = (๐‘Ž โˆ’ ๐‘)(๐‘Ž๐‘›โˆ’1 + ๐‘Ž๐‘›โˆ’2๐‘ + โ‹ฏ + ๐‘Ž๐‘๐‘›โˆ’2 + ๐‘๐‘›โˆ’1) .

Esempio 20 โ€“ Si dimostri che nessuno degli interi

๐ด๐‘› = ๐‘›2 + ๐‘› + 1

รจ divisibile per 5.

Si comincia a risolvere il quesito proposto, riscrivendo, senza alcuna perdita di

generalitร , lโ€™intero ๐‘› come

๐‘› = 5๐‘Ž + ๐‘Ÿ con ๐‘Ž โˆˆ โ„• e ๐‘Ÿ = 0, 1, 2, 3, 4 .

Il generico elemento della successione, allora, diventa

๐ด๐‘› = ๐‘›2 + ๐‘› + 1 = 25๐‘Ž2 + 10๐‘Ž๐‘Ÿ + 5๐‘Ž + ๐‘Ÿ2 + ๐‘Ÿ + 1

e si nota che tutti i termini al secondo membro dellโ€™ultima relazione scritta sono

divisibili per 5, mentre il termine il termine ๐‘Ÿ2 + ๐‘Ÿ + 1 non lo รจ, come prova la

tabella che segue.

๐‘Ÿ 0 1 2 3 4

๐‘Ÿ2 + ๐‘Ÿ + 1 1 3 7 13 21

Esiste anche una maniera differente per dimostrare che i numeri interi

๐ด๐‘› = ๐‘›2 + ๐‘› + 1

Page 61: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

60

non siano divisibile per 5.

Si supponga che, per assurdo, lo siano. Allora, anche i numeri

๐‘€๐‘› = (๐‘› โˆ’ 2)2 + 2 = ๐‘›2 + ๐‘› + 1 โˆ’ 5(๐‘› โˆ’ 1)

devono esserlo. Ciรฒ รจ assurdo, in quanto il quadrato (๐‘› โˆ’ 2)2 termina sempre con

le cifre 1, 4, 5, 6, 9, per cui (๐‘› โˆ’ 2)2 + 2 termina sempre con 1, 3, 6, 7, 8. E proprio

qui sta la contraddizione, non terminando mai per 5.

Si รจ cosรฌ dimostrato lโ€™asserto richiesto.

Segue ora un esempio che ricorda molto da vicino lโ€™equazione di Fermat, pur se

ha una sostanziale differenza. Si proceda, come sempre, con la massima cautela.

Esempio 21 โ€“ Si dimostri che lโ€™equazione diofantea

๐‘ฅ๐‘› + ๐‘ฆ๐‘› = ๐‘ฅ๐‘›๐‘ฆ๐‘› con ๐‘› โˆˆ โ„• โ‰ฅ 1

ammette la sola soluzione banale.

Operando qualche manipolazione algebrica sullโ€™equazione assegnata

๐‘ฅ๐‘›๐‘ฆ๐‘› โˆ’ ๐‘ฅ๐‘› โˆ’ ๐‘ฆ๐‘› = 0 โ†’ ๐‘ฅ๐‘›๐‘ฆ๐‘› โˆ’ ๐‘ฅ๐‘› โˆ’ ๐‘ฆ๐‘› + 1 = 1 ,

essa si puรฒ riscrivere nella forma equivalente

(๐‘ฅ๐‘› โˆ’ 1)(๐‘ฆ๐‘› โˆ’ 1) = 1 .

Poichรฉ le uniche fattorizzazioni significative dellโ€™unitร  sono

Page 62: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

61

(+1) โˆ™ (+1) = (โˆ’1) โˆ™ (โˆ’1) = 1 ,

bisogna esaminare le due possibilitร 

{ ๐‘ฅ๐‘› โˆ’ 1 = 1 ,๐‘ฆ๐‘› โˆ’ 1 = 1 ,

{ ๐‘ฅ๐‘› โˆ’ 1 = โˆ’1 ,๐‘ฆ๐‘› โˆ’ 1 = โˆ’1 .

La prima non fornisce alcuna soluzione intera; la seconda invece fornisce la sola

soluzione banale.

Lโ€™equazione appena discussa somiglia molto allโ€™equazione di Fermat: tuttavia,

mentre quella di Fermat contiene tre incognite, la precedente ne ha solo due.

Appare evidente che questa circostanza ha delle ripercussioni e, col senno di poi,

per chi conosce la vicenda dellโ€™equazione di Fermat, la presenza di una incognita

in piรน nasconde una montagna di difficoltร  terribili. รˆ vero che a colpo dโ€™occhio i

due problemi sembrano veramente simili e risulta difficile immaginare che la sola

presenza di una incognita in piรน abbia richiesto ai migliori matematici delle varie

epoche, circa quattrocento anni per una soluzione, che oltretutto si avvale di

metodi sviluppati praticamente negli ultimi cinquanta anni e di cui pochissimi

matematici al mondo hanno piena padronanza, tanto รจ vero che รจ aperta la caccia

ad una soluzione piรน elementare di quella proposta da Andrew Wiles.

Nellโ€™esempio che segue si ritorna ad utilizzare il fattoriale di un numero intero.

Esempio 22 โ€“ Si dimostri che lโ€™equazione diofantea

1! + 2! + โ‹ฏ + ๐‘ฅ! = ๐‘ฆ2

non ammette soluzioni per ๐‘ฅ > 4.

Page 63: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

62

Sia, tanto per cominciare, ๐‘ฅ = 5. Allora, lโ€™equazione diventa

1! + 2! + 3! + 4! + 5! = 153 = ๐‘ฆ2

e si nota che non esiste alcuna soluzione per ๐‘ฆ e che il primo membro, quando

viene diviso per 10, fornisce resto 3, vale a dire che esso termina con un tre. Se si

ripete la medesima operazione per altri valori di ๐‘ฅ, si trova che il primo membro

๐‘“(๐‘ฅ) = 1! + 2! + โ‹ฏ + ๐‘ฅ!

termina sempre con un tre, come suggerisce la tabella che segue.

๐‘ฅ 5 6 7 8 9 10

๐‘“(๐‘ฅ) 153 873 5913 46233 409113 4037913

Per quale motivo il primo membro termina sempre con un tre finale? La

spiegazione รจ semplice, dato che basta osservare che la somma dei fattoriali dei

primi quattro interi positivi รจ pari a

1! + 2! + 3! + 4! = 33 .

Ammesso che ๐‘ฅ > 4, ogni nuovo addendo del fattoriale dellโ€™intero ๐‘ฅ, contenendo

sicuramente un due ed un cinque, termina con uno zero finale. Risulta allora che

tutti i primi membri che contengono piรน di quattro termini di somma devono

terminare con un tre.

Da quanto dimostrato segue che lโ€™equazione diofantea assegnata non puรฒ avere

soluzioni, dal momento che nessun quadrato ha come ultima cifra un tre.

Page 64: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

63

Discesa infinita

Il metodo della discesa infinita venne sviluppato da Pierre de Fermat verso il

1630, nel tentativo di dimostrare che non esistono soluzioni intere dellโ€™equazione

๐‘ฅ4 + ๐‘ฆ4 = ๐‘ง4 .

Oggi รจ diffusamente usato per le equazioni diofantee e si puรฒ interpretare come

una variante della dimostrazione per induzione. Applicando questo metodo per

dimostrare che una proposizione รจ falsa, infatti, si suppone che essa sia valida per

un certo ๐‘›; se si riesce a dimostrare che questo implica che essa sia valida anche

per un altro intero ๐‘š minore di ๐‘›, la dimostrazione รจ fatta. Ripetendo il

ragionamento, dovrebbe esistere un terzo numero ๐‘ minore di m per cui vale

ancora la proposizione; iterando questo ragionamento si ottiene che esistono

infiniti numeri interi positivi minori di ๐‘› che la verificano. Questo รจ assurdo, per

il principio del buon ordinamento, secondo cui ogni insieme di numeri naturali

non vuoto contiene un numero che รจ piรน piccolo di tutti gli altri, cioรจ un qualsiasi

sottoinsieme non vuoto dei numeri naturali ammette minimo, e quindi la

proposizione รจ falsa. Come sempre, un esempio vale di piรน di mille parole.

Lโ€™equazione diofantea

๐‘ฅ2 + ๐‘ฆ2 + ๐‘ง2 = 2๐‘ฅ๐‘ฆ๐‘ง

Ammette sicuramente la soluzione banale ๐‘ฅ = ๐‘ฆ = ๐‘ง = 0. La domanda che sorge

naturale รจ: puรฒ ammettere una soluzione non banale?

La prima osservazione da fare รจ che se uno tra i tre interi ๐‘ฅ, ๐‘ฆ, ๐‘ง fosse nullo,

necessariamente lo sarebbero anche gli altri due. Dunque, se esiste una soluzione

non banale, i tre interi sono tutti diversi da zero.

Page 65: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

64

Si supponga, per assurdo, che esista una soluzione non banale. Dato che il secondo

membro dellโ€™equazione rappresenta un numero pari, allora anche il primo deve

esserlo e, quindi, almeno uno dei tre deve essere pari. Sia ๐‘ฅ = 2๐‘ฅ1 e, pertanto,

4๐‘ฅ12 + ๐‘ฆ2 + ๐‘ง2 = 4๐‘ฅ1๐‘ฆ๐‘ง .

Segue che anche ๐‘ฆ = 2๐‘ฆ1 e ๐‘ง = 2๐‘ง1 sono pari, in modo che

๐‘ฅ12 + ๐‘ฆ1

2 + ๐‘ง12 = 4๐‘ฅ1๐‘ฆ1๐‘ง1 .

Si รจ punto ed a capo. Per i tre nuovi interi ๐‘ฅ1, ๐‘ฆ1, ๐‘ง1 si puรฒ ripetere quanto giร  detto

e fatto; essi sono pari e si possono introdurre altri interi, per cui

๐‘ฅ22 + ๐‘ฆ2

2 + ๐‘ง22 = 16๐‘ฅ2๐‘ฆ2๐‘ง2 .

In queste due iterazioni si รจ sempre diviso per due e questa divisione potrebbe

continuare allโ€™infinto: si conclude che lโ€™unica possibile soluzione รจ quella banale.

Esempio 23 โ€“ Si determinino le soluzioni intere dellโ€™equazione

๐‘ฅ3 + 2๐‘ฆ3 = 4๐‘ง3 .

Lโ€™equazione data ammette sicuramente la soluzione banale

๐‘ฅ = ๐‘ฆ = ๐‘ง = 0 .

Ne ammetterร  altre? Non รจ facile rispondere a questa domanda, ma una cosa si

puรฒ con certezza affermare: la variabile intera ๐‘ฅ deve essere pari, cioรจ

Page 66: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

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๐‘ฅ = 2๐‘› .

Lโ€™equazione, eliminando un fattore due, si puรฒ riscrivere nella forma equivalente

4๐‘›3 + ๐‘ฆ3 = 2๐‘ง3 .

La struttura di questa nuova equazione impone che anche ๐‘ฆ deve essere pari e,

pertanto, conviene porre

๐‘ฆ = 2๐‘š .

Si ottiene allora, sempre semplificando un fattore due, che

2๐‘›3 + 4๐‘š3 = ๐‘ง3 .

Dunque, anche ๐‘ง รจ pari e questo modo di ragionare si puรฒ ripetere ciclicamente,

innestando una discesa infinita ed imponendo per le tre incognite la forma

funzionale

๐‘ฅ = 2๐‘๐›ผ , ๐‘ฆ = 2๐‘๐›ฝ , ๐‘ง = 2๐‘๐›พ con ๐‘ โˆˆ โ„• e ๐›ผ, ๐›ฝ, ๐›พ = โˆ’1, 0, 1 .

Appare evidente che

๐›ผ3 + 2๐›ฝ3 = 4๐›พ3

e che questโ€™ultima equazione ammette la sola soluzione banale.

Si รจ in tal modo dimostrato che lโ€™equazione diofantea assegnata ammette la sola

soluzione banale.

Page 67: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

66

Un legame con gli irrazionali

Infine, si vuole presentare un uso strumentale delle equazioni diofantee, secondo

cui esse servono per dimostrare unโ€™altra proprietร  richiesta. In particolare, in

questo paragrafo si mostrerร , per mezzo di un esempio, come esse possano essere

adoperate con successo per mostrare lโ€™irrazionalitร  di alcuni numeri.

Esempio 24 โ€“ Si dimostri che log10 21 รจ irrazionale.

Apparentemente non sembra vi sia alcuna connessione con le equazioni

diofantee, ma, a ben vedere, il legame รจ molto stretto. Si supponga per assurdo

che esistano due numeri interi ๐‘Ž e ๐‘, coprimi, per cui

log10 21 =๐‘Ž

๐‘โ†’ 21 = 10๐‘Ž/๐‘ con ๐‘ โ‰  0 .

Elevando ambo i membri alla potenza ๐‘, si ottiene

21๐‘ = 10๐‘Ž .

Ora, รจ evidente che questโ€™ultima relazione, che รจ unโ€™equazione diofantea, รจ falsa,

dato che 21๐‘ contiene come fattori soltanto 3 e 7, mentre 10๐‘Ž ha quali fattori primi

2 e 5. Si scioglie lโ€™assurdo, ammettendo che il numero log10 21 sia irrazionale.

Provi il lettore attento ad usare la tecnica appena mostrata per dimostrare la

irrazionalitร  di log10 2.

Alla stessa maniera si riesce a provare lโ€™irrazionalitร  degli infiniti numeri โˆš4๐‘› โˆ’ 1,

con ๐‘› โ‰ฅ 1. Infatti, se si suppone per assurdo che esistano due numeri interi ๐‘Ž e ๐‘,

coprimi, per cui

Page 68: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

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โˆš4๐‘› โˆ’ 1 =๐‘Ž

๐‘ con ๐‘ โ‰  0 ,

allora deve anche essere

4๐‘› โˆ’ 1 =๐‘Ž2

๐‘2โ†’ 4๐‘›๐‘2 = ๐‘Ž2 + ๐‘2 โ†’ (4๐‘› โˆ’ 1)๐‘2 = ๐‘Ž2 .

Questa ultima uguaglianza รจ palesemente assurda, dal momento che il primo ed il

secondo membro devono essere divisibili per ๐‘2, eventualitร  possibile solo se

lโ€™intero ๐‘Ž รจ divisibile per lโ€™intero ๐‘, contro lโ€™ipotesi che i due interi siano coprimi.

Unโ€™equazione veramente complicata

La discussione che segue riporta un interessante esercizio, nel quale si chiede di

determinare le soluzioni intere positive ๐‘ฅ, ๐‘ฆ, ๐‘ง, ๐‘ dellโ€™equazione

๐‘ฅ๐‘ + ๐‘ฆ๐‘ = ๐‘๐‘ง

con ๐‘ primo. Prima entrare, tuttavia, nel vivo della soluzione dellโ€™esercizio, รจ

opportuno trovare il minimo della funzione

๐‘“(๐‘ฅ) = ๐‘ฅ๐‘ + (1 โˆ’ ๐‘ฅ)๐‘ nellโ€ฒintervallo ๐ผ = [0, 1]

e con ๐‘ numero primo dispari. Si tratta di un problema classico, risolubile

applicando una disuguaglianza, dimostrata nel 1906 dal matematico ed ingegnere

danese Johan Ludwig William Valdemar Jensen (Nakskov, 8 maggio 1859 โ€“

Copenaghen, 5 marzo 1925), una disuguaglianza che lega in generale il valore di

una funzione convessa al valore della medesima funzione calcolata nel valor

medio del suo argomento.

Page 69: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

68

Nel caso in esame, tuttavia, si preferisce determinare il valore minimo della

funzione considerata, piuttosto che applicare la disuguaglianza di Jensen,

sconosciuta alla maggior parte degli allievi di secondaria superiore.

Si osserva allora che la funzione ๐‘“(๐‘ฅ) รจ sempre positiva in ๐ผ e, dal momento che

๐‘“(0) = ๐‘“(1) = 1 ,

essa ammetterร , per il Teorema di Rolle, almeno un massimo nellโ€™intervallo

compatto in esame. Inoltre, le prime due derivate valgono

๐‘“โ€ฒ(๐‘ฅ) = ๐‘[๐‘ฅ๐‘โˆ’1 โˆ’ (1 โˆ’ ๐‘ฅ)๐‘โˆ’1] , ๐‘“โ€ฒโ€ฒ(๐‘ฅ) = ๐‘(๐‘ โˆ’ 1)[๐‘ฅ๐‘โˆ’2 + (1 โˆ’ ๐‘ฅ)๐‘โˆ’2] .

Ebbene, la derivata prima si annulla quando

๐‘ฅ๐‘โˆ’1 = (1 โˆ’ ๐‘ฅ)๐‘โˆ’1 ,

eventualitร  che accade una sola volta nel compatto ๐ผ, essendo il primo membro

sempre crescente strettamente ed il secondo membro strettamente decrescente

per 0 < ๐‘ฅ < 1, precisamente nel punto di scissa ๐‘ฅ = 1/2. Dato che

๐‘“โ€ฒโ€ฒ (1

2) = ๐‘(๐‘ โˆ’ 1) [(

1

2)

๐‘โˆ’2

+ (1

2)

๐‘โˆ’2

] =2๐‘(๐‘ โˆ’ 1)

2๐‘โˆ’2> 0 ,

in corrispondenza di questo punto, la funzione presenta un minimo relativo, che

vale

๐‘“ (1

2) =

1

2๐‘+

1

2๐‘=

1

2๐‘โˆ’1 .

Page 70: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

69

Pertanto, si conclude che

1

2๐‘โˆ’1โ‰ค ๐‘“(๐‘ฅ) โ‰ค 1 in ๐ผ = [0, 1] ,

come dโ€™altra parte suggerisce la figura riportata in precedenza, che illustra il caso

particolare ๐‘ = 7, per cui

1

26=

1

64โ‰ค ๐‘“(๐‘ฅ) โ‰ค 1 in ๐ผ = [0, 1] .

Venendo allโ€™esercizio, si puรฒ dire che, dal momento che ๐‘ รจ un numero primo, vale

la pena distinguere i tre seguenti casi:

a) il caso ๐‘ = 2,

b) il caso ๐‘ = 3,

c) il caso ๐‘ โ‰ฅ 5.

Page 71: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

70

Nei primi due casi il problema ammette soluzione, nel terzo non ammette

soluzione. La discussione disgiunta di queste tre situazioni consente di mostrare

diverse strategie di approccio al problema.

๐‘Ž Se ๐‘ = 2, allora lโ€™equazione diventa

๐‘ฅ2 + ๐‘ฆ2 = 2๐‘ง .

Si nota immediatamente che il secondo membro รจ un intero pari, per cui anche il

primo lo deve essere. Sono allora possibili due casi:

quello in cui ๐‘ฅ e ๐‘ฆ sono entrambi dispari;

quello in cui ๐‘ฅ e ๐‘ฆ sono entrambi pari.

Se ๐‘ฅ e ๐‘ฆ sono entrambi dispari e positivi, allora vuol dire che si puรฒ porre

๐‘ฅ = 2๐‘Ž + 1 , ๐‘ฆ = 2๐‘ + 1 con ๐‘Ž, ๐‘ โˆˆ โ„• > 0 .

Sostituendo nellโ€™equazione, risulta la nuova relazione

(2๐‘Ž + 1)2 + (2๐‘ + 1)2 = 2๐‘ง ,

che, dopo qualche manipolazione algebrica, diventa

2๐‘Ž2 + 2๐‘2 + 2๐‘Ž + 2๐‘ = 2๐‘งโˆ’1 โˆ’ 1 con ๐‘ง โˆˆ โ„• > 0 .

Ebbene, questโ€™ultima relazione รจ palesemente assurda, dato che il primo membro

rappresenta un numero pari, mentre il secondo membro รจ dispari.

Page 72: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

71

Se invece ๐‘ฅ e ๐‘ฆ sono entrambi pari e positivi, allora si puรฒ porre

๐‘ฅ = 2๐‘ฅ1 , ๐‘ฆ = 2๐‘ฆ1

e lโ€™equazione diventa

๐‘ฅ12 + ๐‘ฆ1

2 = 2๐‘งโˆ’2 .

Da quanto precede, si puรฒ affermare che anche le nuove incognite ๐‘ฅ1 e ๐‘ฆ1 devono

essere pari e, pertanto, si puรฒ scrivere

๐‘ฅ1 = 2๐‘ฅ2 , ๐‘ฆ1 = 2๐‘ฆ2 ,

e la nuova equazione รจ pari a

๐‘ฅ22 + ๐‘ฆ2

2 = 2๐‘งโˆ’4 .

Dopo ๐‘˜ iterazioni, si giunge a

๐‘ฅ๐‘˜2 + ๐‘ฆ๐‘˜

2 = 2๐‘งโˆ’2๐‘˜ ,

in cui si รจ posto

๐‘ฅ๐‘˜โˆ’1 = 2๐‘ฅ๐‘˜ , ๐‘ฆ๐‘˜โˆ’1 = 2๐‘ฆ๐‘˜ .

Lโ€™indice ๐‘˜ della iterazione viene scelto in maniera tale da avvicinarsi il piรน

possibile allโ€™intero positivo ๐‘ง, sicchรฉ

Page 73: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

72

per ๐‘ง = 2๐‘˜ (pari), ๐‘ฅ๐‘˜2 + ๐‘ฆ๐‘˜

2 = 1 e non si ha alcuna soluzione,

per ๐‘ง = 2๐‘˜ + 1 (dispari), ๐‘ฅ๐‘˜2 + ๐‘ฆ๐‘˜

2 = 2 si ha ๐‘ฅ๐‘˜ = ๐‘ฆ๐‘˜ = 1 .

Tornando indietro, si ottengono finalmente i valori delle tre incognite

๐‘ฅ = 2๐‘˜๐‘ฅ๐‘˜ = ๐‘ฆ = 2๐‘˜๐‘ฆ๐‘˜ = 2๐‘˜ , ๐‘ง = 2๐‘˜ + 1 .

La verifica della soluzione ottenuta รจ piuttosto semplice e si realizza per

sostituzione, dato che

22๐‘˜ + 22๐‘˜ = 2 โˆ™ 22๐‘˜ = 22๐‘˜+1 .

๐‘ Se ๐‘ = 3, allora lโ€™equazione diventa

๐‘ฅ3 + ๐‘ฆ3 = 3๐‘ง .

Si supponga che gli interi ๐‘ฅ e ๐‘ฆ non siano coprimi, cioรจ che

๐‘€๐ถ๐ท(๐‘ฅ, ๐‘ฆ) = ๐›ฟ > 1 .

Allora si puรฒ porre

๐‘ฅ = ๐›ฟ๐‘Ž , ๐‘ฆ = ๐›ฟ๐‘ con ๐‘€๐ถ๐ท(๐‘Ž, ๐‘) = 1

e lโ€™equazione diventa

๐›ฟ3(๐‘Ž3 + ๐‘3) = 3๐‘ง .

Page 74: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

73

Si deduce agevolmente che il termine 3๐‘ง deve essere divisibile per ๐›ฟ3, come pure

che 3๐‘ง รจ divisibile per ๐›ฟ. Cosรฌ, รจ possibile assumere, senza perdere in generalitร ,

che

๐‘€๐ถ๐ท(๐‘ฅ, ๐‘ฆ) = 1 ,

e ricercare solamente le soluzioni primitive, se esistono. Le altre si otterranno

dalle primitive moltiplicando per una potenza intera di 3. Pertanto, scomponendo

lโ€™equazione assegnata come

๐‘ฅ3 + ๐‘ฆ3 = (๐‘ฅ + ๐‘ฆ)(๐‘ฅ2 โˆ’ ๐‘ฅ๐‘ฆ + ๐‘ฆ2) = 3๐‘ง ,

deve essere

๐‘ฅ + ๐‘ฆ = 3๐‘› con ๐‘› < ๐‘ง .

Dato che gli interi ๐‘ฅ e ๐‘ฆ sono coprimi, si puรฒ anche affermare che ๐‘ฅ non รจ divisibile

per 3: se lo fosse, anche ๐‘ฆ dovrebbe essere divisibile per 3, in opposizione al fatto

che sono coprimi. Lโ€™equazione diventa

๐‘ฅ3 + (3๐‘› โˆ’ ๐‘ฅ)3 = 33๐‘› โˆ’ 32๐‘›+1๐‘ฅ + 3๐‘›+1๐‘ฅ2 = 3๐‘ง ,

che consente di affermare che il primo membro di questa equazione รจ divisibile

per 3๐‘›+1, ma non per 3๐‘›+2. Si conclude, pertanto, che ๐‘ง = ๐‘› + 1 e si ottiene

lโ€™equazione di secondo grado

33๐‘› โˆ’ 32๐‘›+1๐‘ฅ + 3๐‘›+1๐‘ฅ2 = 3๐‘›+1 โ†’ ๐‘ฅ2 โˆ’ 3๐‘›๐‘ฅ + 32๐‘›โˆ’1 โˆ’ 1 = 0 .

Il discriminante di questa equazione quadratica

Page 75: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

74

โˆ†= 32๐‘› โˆ’ 4 โˆ™ 32๐‘›โˆ’1 + 4 = 4 โˆ’ 32๐‘›โˆ’1

risulta positivo solo per ๐‘› = 1, negativo per ๐‘› > 1 e non si annulla mai. Posto

allora ๐‘› = 1, per cui โˆ†= 4 โˆ’ 3 = 1, si hanno le due soluzioni distinte

๐‘ฅ1 = 1 , ๐‘ฆ1 = 3 โˆ’ ๐‘ฅ1 = 2 โ†’ ๐‘ฅ2 = 2 , ๐‘ฆ2 = 3 โˆ’ ๐‘ฅ2 = 1 ,

che danno origine ai due insiemi di soluzioni, riassunti nella tabella che segue,

dove si assume che ๐‘˜ โˆˆ โ„•.

๐‘ฅ ๐‘ฆ ๐‘ง

3๐‘˜ 2 โˆ™ 3๐‘˜ 3๐‘˜ + 2

2 โˆ™ 3๐‘˜ 3๐‘˜ 3๐‘˜ + 2

Si noti la simmetria delle soluzioni e che, in entrambi i casi, la verifica รจ immediata,

osservando che

33๐‘˜ + 8 โˆ™ 33๐‘˜ = 33๐‘˜+2 .

๐‘ Sia ๐‘ โ‰ฅ 5, vale a dire che ๐‘ รจ un primo dispari. Se gli interi ๐‘ฅ e ๐‘ฆ non sono

coprimi, vale a dire che

๐‘€๐ถ๐ท(๐‘ฅ, ๐‘ฆ) = ๐›ฟ > 1 ,

si puรฒ sempre porre

๐‘ฅ = ๐›ฟ๐‘Ž , ๐‘ฆ = ๐›ฟ๐‘ con ๐‘€๐ถ๐ท(๐‘Ž, ๐‘) = 1

Page 76: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

75

e lโ€™equazione diventa

๐›ฟ๐‘(๐‘Ž๐‘ + ๐‘๐‘) = ๐‘๐‘ง .

Si deduce agevolmente che il termine ๐‘๐‘ง deve essere divisibile per ๐›ฟ๐‘, come pure

che ๐‘๐‘ง รจ divisibile per ๐›ฟ. Cosรฌ, รจ possibile assumere, senza perdere in generalitร ,

che

๐‘€๐ถ๐ท(๐‘ฅ, ๐‘ฆ) = 1 ,

e ricercare solamente le soluzioni primitive, qualora esistono. Le altre si

otterranno dalle primitive moltiplicandole per una potenza intera di ๐‘.

Ebbene, dato che, adoperando la regola di Ruffini, รจ agevole verificare lo sviluppo

notevole

๐‘ฅ๐‘ + ๐‘ฆ๐‘ = (๐‘ฅ + ๐‘)(๐‘ฅ๐‘โˆ’1 โˆ’ ๐‘ฅ๐‘โˆ’2๐‘ฆ + โ‹ฏ โˆ’ ๐‘ฅ๐‘ฆ๐‘โˆ’2 + ๐‘ฆ๐‘โˆ’1) ,

si puรฒ constatare che ๐‘ฅ๐‘ + ๐‘ฆ๐‘ รจ divisibile per ๐‘ฅ + ๐‘ฆ e, quindi, si puรฒ scrivere che

๐‘ฅ + ๐‘ฆ = ๐‘๐‘› con ๐‘› < ๐‘ง .

Dato che gli interi ๐‘ฅ e ๐‘ฆ sono coprimi, si puรฒ anche dire che ๐‘ฅ non รจ divisibile per

๐‘, tanto รจ vero che se lo fosse, anche ๐‘ฆ dovrebbe essere divisibile per ๐‘, in

opposizione al fatto che sono coprimi. Lโ€™equazione, pertanto, assume la nuova

forma

๐‘ฅ๐‘ + (๐‘๐‘› โˆ’ ๐‘ฅ)๐‘ = ๐‘๐‘ง .

Page 77: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

76

Orbene, grazie alla formula del binomio di Newton, il primo membro di questa

equazione

๐‘ฅ๐‘ + (๐‘๐‘› โˆ’ ๐‘ฅ)๐‘ = โˆ‘ (๐‘๐‘–

) ๐‘๐‘›๐‘–

๐‘

๐‘–=1

(โˆ’๐‘ฅ)๐‘โˆ’๐‘–

risulta divisibile per ๐‘๐‘›+1, ma non per ๐‘๐‘›+2. Discende che ๐‘ง = ๐‘› + 1 e

๐‘ฅ๐‘ + (๐‘๐‘› โˆ’ ๐‘ฅ)๐‘ = ๐‘๐‘›+1 ,

che รจ una relazione estremamente restrittiva. In effetti, applicando la

disuguaglianza di Jensen, risulta per ๐‘ โ‰ฅ 5

๐‘ฅ๐‘ + (๐‘๐‘› โˆ’ ๐‘ฅ)๐‘ = ๐‘๐‘›๐‘ [(๐‘ฅ

๐‘๐‘›)

๐‘

+ (1 โˆ’๐‘ฅ

๐‘๐‘›)

๐‘

] โ‰ฅ๐‘๐‘›๐‘

2๐‘โˆ’1 .

Allora, dato che ๐‘ โ‰ฅ 5, si conclude che

๐‘๐‘›๐‘

2๐‘โˆ’1= 2 (

๐‘๐‘›

2)

๐‘

โ‰ฅ๐‘5๐‘›

16

e, pertanto, risulta

๐‘ฅ๐‘ + (๐‘๐‘› โˆ’ ๐‘ฅ)๐‘ โ‰ฅ๐‘5๐‘›

16 .

Orbene, dal momento che, sempre per ๐‘ โ‰ฅ 5, risulta

๐‘5๐‘›

16> ๐‘๐‘›+1 per ๐‘› โˆˆ โ„• ,

Page 78: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

77

come si puรฒ verificare riscrivendo la precedente relazione nella forma

equivalente

๐‘๐‘›โˆ’1/4 > 2 ,

e si puรฒ concludere che

๐‘ฅ๐‘ + (๐‘๐‘› โˆ’ ๐‘ฅ)๐‘ > ๐‘๐‘›+1 ,

cioรจ che non esiste alcuna soluzione intera positiva per lโ€™equazione diofantea

assegnata per ๐‘ โ‰ฅ 5, che era esattamente quanto si desiderava dimostrare.

Nel paragrafo che segue verrร  fatta una breve discussione, al fine di collegare le

equazioni diofantee con i numeri primi.

Collegamento con i numeri primi

Quanto detto per le equazioni diofantee ha anche uno stretto legame con i numeri

primi. In questo senso, infatti, si vuole dimostrare che ogni numero primo, diverso

da due, si puรฒ scrivere in un unico modo come differenza di due quadrati di interi. รˆ

questa una proprietร  che getta un ponte tra questi due grandi capitoli di Teoria

dei Numeri.

รˆ ben noto che un generico numero intero, non necessariamente positivo, possa

essere espresso come somma di due quadrati perfetti, simbolicamente

๐‘› = ๐‘Ž2 โˆ’ ๐‘2 .

Page 79: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

78

Indicato con ๐‘‘ รจ un divisore di ๐‘›, ovvimante inferiore a โˆš๐‘›, allora una possibile

soluzione di questa equazione sarร 

๐‘Ž =๐‘› + ๐‘‘2

2๐‘‘ , ๐‘ =

๐‘› โˆ’ ๐‘‘2

2๐‘‘ ,

facendo attenzione ad accettare solo i valori interi di ๐‘Ž e ๐‘.

Ad esempio, nel caso ๐‘› = 48, i divisori di 48 sono 1, 2, 3, 4, 6, 8, 12, 16, 24 e 48.

Poichรฉ โˆš48 โ‰… 6.928, si prenderanno in considerazione solo i divisori 1, 2, 3, 4 e 6.

Applicando le formule riportate ed osservando che per ๐‘‘ = 1 e ๐‘‘ = 3 si ottengono

valori non interi per ๐‘Ž e ๐‘, si avranno tre possibili soluzioni:

โˆŽ ๐‘‘ = 2 , ๐‘Ž = 13 , ๐‘ = 11 , 48 = 132 โˆ’ 112 ;

โˆŽ ๐‘‘ = 4 , ๐‘Ž = 8 , ๐‘ = 4 , 48 = 82 โˆ’ 42 ;

โˆŽ ๐‘‘ = 6 , ๐‘Ž = 7 , ๐‘ = 1 , 48 = 72 โˆ’ 1 .

Dalle precedenti considerazioni si deduce che tutti gli interi dispari avranno

almeno una soluzione; per quanto riguarda i numeri pari, invece, si deve notare

che quelli che, divisi per due, danno un numero dispari, non hanno soluzioni.

Orbene, indicato con ๐‘› = ๐‘ > 2 รจ un numero primo, lโ€™unico divisore ๐‘‘ sarร  1, per

cui si potrร  asserire che un numero primo รจ sempre esprimibile in uno ed un solo

modo come differenza di due quadrati esatti:

๐‘ = ๐‘Ž2 โˆ’ ๐‘2 con ๐‘Ž =๐‘ + 1

2 , ๐‘ =

๐‘ โˆ’ 1

2 .

Ad esempio, si puรฒ scrivere che

3 = 22 โˆ’ 1 , 13 = 72 โˆ’ 62 , 29 = 152 โˆ’ 142 .

Page 80: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

79

Tobia Ravร , Bosco dei numeri primi, sublimazione su raso acrilico (2011).

Una affascinante lettura sui numeri primi รจ il libro di Marcus Du Sautoy Lโ€™enigma

dei numeri primi. Lโ€™ipotesi di Riemann, il piรน grande mistero della Matematica, edito

da Rizzoli nel 2004.

Un sistema di equazioni diofantee

Prima di terminare, รจ giusto presentare la soluzione di un sistema di equazioni

diofantee, allo scopo di mostrare che le tecniche apprese per le singole equazioni

si applicano, quale naturale estensione, ai sistemi.

Si consideri il sistema di equazioni diofantee

{ ๐‘š3 โˆ’ ๐‘›3 โˆ’ ๐‘ž3 = 3๐‘š๐‘›๐‘ž ,

๐‘š2 = 2(๐‘› + ๐‘ž) ,

e si voglia dimostrare che non ammette soluzioni intere.

Page 81: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

80

Per raggiungere questo obiettivo, si osserva che la seconda equazione impone che

m sia un intero pari ๐‘š = 2๐‘š1 con ๐‘š1 โˆˆ โ„ค, sicchรฉ essa diventa

2๐‘š12 = ๐‘› + ๐‘ž .

Ebbene, da questa relazione si evince che i due interi ๐‘› e ๐‘ž devono essere entrambi

pari oppure entrambi dispari, affinchรฉ la loro somma sia pari. Questa conclusione,

trasportata nella prima equazione, dimostra lโ€™assurdo, dato che il primo membro

๐‘š3 โˆ’ ๐‘›3 โˆ’ ๐‘ž3 = 3๐‘š๐‘›๐‘ž

รจ pari, in quanto somma algebrica di un numero pari e di due pari oppure di un

numero pari e di due dispari, mentre il secondo membro, nei casi in cui

rappresenta un numero intero, essendo una potenza di tre, รจ sempre dispari.

Lโ€™uguaglianza risulta, pertanto, impossibile e cosรฌ il sistema assegnato non

ammette alcuna soluzione intera.

Si puรฒ, in definitiva, affermare che lโ€™esempio appena sviluppato dimostra la

sostanziale uguaglianza della logica e delle tecniche risolutive per la soluzione

delle equazioni e dei sistemi diofantei.

Considerazioni conclusive

In queste brevi note si รจ proposto una possibile via per introdurre lโ€™allievo di

secondaria superiore oppure universitario al fantastico mondo delle equazioni

diofantee, adoperando solamente considerazioni elementari o poco piรน. Ringrazio

in anticipo tutti i lettori di questo libro ad inviarmi errori oppure incongruenze in

esso inevitabilmente presenti.

Si tratta di una introduzione, รจ vero, ma si spera che la lettura sia risultata

piacevole e che, parafrasando il grande matematico tedesco Lazarus Fuchs, il

Page 82: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

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lettore si sia convinto che la Matematica รจ un grandioso e vasto paesaggio aperto

a tutti gli uomini a cui il pensare arrechi gioia, ma poco adatto a chi non ami la

fatica del pensare.

Immanuel Lazarus Fuchs

Moschin, 5 maggio 1833 โ€“ Berlino, 26 aprile 1902

Se poi quanto scritto non sia piaciuto al lettore oppure addirittura si fosse riusciti

ad annoiarlo, credete che non sโ€™รจ fatto apposta.

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Page 84: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

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Esercizi non svolti

In tutte le discipline, ma soprattutto in Matematica, sapere vuol dire saper fare.

Ecco, dunque, un discreto numero di esercizi che consentono allโ€™allievo di

mettersi alla prova e di ritornare a considerare quanto scritto nelle precedenti

pagine, perchรฉ, come diceva Giacomo Leopardi, non si impara mai pienamente una

scienza difficile, per esempio la Matematica, dai soli libri. Pertanto, il miglior modo

di imparare la Matematica รจ facendola. Per questo ogni libro di Matematica che si

rispetti conterrร  dei problemi, alcuni dei quali esigono molta meditazione. Si

raccomanda al lettore di svolgere con attenzione tutti gli esercizi proposti: solo in

questo modo la Matematica acquisterร  per lui un significato sempre piรน profondo.

โจ€ Un gruppo รจ formato da 20 persone tra donne, uomini e bambini. Lโ€™ammontare

disponibile รจ di 20 โ‚ฌ e viene distribuito per intero. Ad ogni donna vengono dati

0.7 โ‚ฌ, ad ogni uomo 2 โ‚ฌ e ad ogni bambino 0.3 โ‚ฌ. Quanti sono gli uomini, le donne

ed i bambini?

Risultato: gli uomini sono otto, la donna รจ una sola, i bambini sono undici.

โจ€ Si trovino i valori interi di ๐‘›, per cui il numero ๐‘›2 + 340 risulta un quadrato

Risultato: lโ€™insieme delle soluzioni รจ {ยฑ84, ยฑ12}.

โจ€ Posto ๐‘Ž = 16, si determinino ๐‘ e ๐‘, in modo che (๐‘Ž, ๐‘, ๐‘) sia una terna pitagorica

primitiva.

Risultato: si ha la terna (16, 63, 65).

โจ€ Sia ๐‘Ž = 2๐‘›, si determinino ๐‘ e ๐‘, in modo che (๐‘Ž, ๐‘, ๐‘) sia una terna pitagorica

primitiva.

Risultato: si ha la terna (2๐‘›, ๐‘›2 โˆ’ 1, ๐‘›2 + 1).

Page 85: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

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โจ€ Si vuole determinare i triangoli rettangoli, con i lati interi, tali che il perimetro

coincida con lโ€™area.

Risultato: si ottengono le terne (5, 12, 13) e (6, 8, 10).

โจ€ Si determinino tutte le soluzioni dellโ€™equazione diofantea

324๐‘ฅ + 81๐‘ฆ = 26 .

Risposta: lโ€™equazione non ammette soluzioni intere.

โจ€ Si verifichi la tabella, controllando il valore del massimo comun divisore tra le

coppie di interi proposte.

๐‘Ž ๐‘ ๐‘€๐ถ๐ท(๐‘Ž, ๐‘)

444 100 4

220 121 11

680 324 4

2240 1024 64

1134 525 21

โจ€ Si verifichi, adoperando il metodo di Eulero, che le soluzioni dellโ€™equazione

diofantea

18๐‘ฅ + 45๐‘ฆ = 27

valgono

๐‘ฅ = โˆ’1 โˆ’ 5๐‘˜ , ๐‘ฆ = 1 + 2๐‘˜ con ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

Page 86: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

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โจ€ Si determinino tutte le soluzioni dellโ€™equazione diofantea

125๐‘ฅ + 147๐‘ฆ = 13 .

Risposta: ๐‘ฅ = 260 + 147๐‘˜ , ๐‘ฆ = โˆ’221 โˆ’ 125๐‘˜ , ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

โจ€ Si determinino tutte le soluzioni dellโ€™equazione diofantea

7๐‘ฅ + 5๐‘ฆ = 153 .

Risposta: ๐‘ฅ = 74 โˆ’ 5๐‘˜ , ๐‘ฆ = โˆ’73 + 7๐‘˜ , ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

โจ€ Si determini il piรน grande numero naturale ๐‘  < 60, per cui lโ€™equazione

diofantea

72๐‘ฅ + 18๐‘ฆ = ๐‘ 

ammette soluzione e risolverla.

Risultato: risulta ๐‘  = 54 e la soluzione รจ

๐‘ฅ = ๐‘˜ , ๐‘ฆ = 3 โˆ’ 4๐‘˜ con ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

โจ€ Si determini il piรน piccolo numero naturale ๐‘  > 20, per cui lโ€™equazione

diofantea

15๐‘ฅ + 9๐‘ฆ = ๐‘ 

ammette soluzione e risolverla.

Risultato: risulta ๐‘  = 21 e la soluzione รจ

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๐‘ฅ = 2 + 3๐‘˜ , ๐‘ฆ = โˆ’1 โˆ’ 5๐‘˜ con ๐‘˜ โˆˆ โ„ค .

โจ€ Si determinino tutte le soluzioni dellโ€™equazione diofantea

6๐‘ฅ + 10๐‘ฆ + 15๐‘ง = 3 .

Risposta: ๐‘ฅ = โˆ’2 + 5๐‘ก , ๐‘ฆ = โˆ’3 + 6๐‘ก + 3๐‘  , ๐‘ง = 3 โˆ’ 6๐‘ก โˆ’ 2๐‘  , ๐‘ก, ๐‘  โˆˆ โ„ค .

โจ€ Si determinino le soluzioni intere dellโ€™equazione

๐‘ฆ2 โˆ’ ๐‘ฅ๐‘ฆ + 5๐‘ฅ + 1 = 0 .

Risultato: รจ riportato nella tabella che segue.

๐‘ฅ โˆ’17 โˆ’17 โˆ’5 โˆ’5 25 25 37 37

๐‘ฆ โˆ’21 4 โˆ’8 3 7 18 6 31

โจ€ Si determinino i punti razionali sulla parabola di equazione

๐‘ฆ = 2๐‘ฅ2 + 1 .

Risultato: si hanno i punti ๐‘ƒ(๐‘š/2, 1 + ๐‘š2/2 ), con ๐‘š โˆˆ โ„š.

โจ€ Usando il metodo della discesa infinita, si dimostri che lโ€™equazione diofantea

๐‘ฅ2 + ๐‘ฆ2 = 3๐‘ง2

ammette la sola soluzione banale.

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โจ€ Sia data la funzione

๐‘“(๐‘ฅ) =3๐‘ฅ โˆ’ 1

2๐‘ฅ โˆ’ 1 .

Si dimostri che lโ€™unico punto a coordinate intere รจ ๐‘ƒ(1, 2).

โจ€ Il prodotto di tre numeri interi positivi consecutivi non puรฒ essere il cubo di un

numero intero. Facoltativo: Mostrare che il prodotto di ๐‘˜ numeri interi positivi

consecutivi non puรฒ essere la potenza ๐‘˜-esima di un numero intero.

โจ€ Si dimostri che lโ€™equazione diofantea

๐‘ฅ2 = ๐‘ฆ5 โˆ’ 4

non ammette soluzioni.

Suggerimento: se si osserva che ๐‘ฅ e ๐‘ฆ possono essere entrambi pari o dispari, dalla

discussione di questi due casi discende lโ€™assurdo.

โจ€ Quali sono i numeri naturali ๐‘› tali che 7 โˆ™ 2๐‘› puรฒ essere scritto come somma di

due cubi di numeri positivi dispari?

Risultato: lโ€™unico numero naturale รจ ๐‘› = 2.

โจ€ Si dice pitagorico un triangolo rettangolo se le lunghezze dei suoi lati sono

numeri interi. Si dimostri che in ogni triangolo rettangolo pitagorico il raggio del

cerchio inscritto ha lunghezza intera.

โจ€ Siano ๐‘, ๐‘ž due numeri primi. Si dimostri che lโ€™equazione

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๐‘

๐‘ฅ2+

๐‘ž

๐‘ฆ2= 1

ammette soluzioni intere ๐‘ฅ, ๐‘ฆ โˆˆ โ„ค, se e solo se ๐‘ + ๐‘ž รจ un quadrato.

โจ€ Si risolva lโ€™equazione diofantea

โˆ’2๐‘ฅ3 + 5๐‘ฅ2๐‘ฆ + 4๐‘ฅ๐‘ฆ2 โˆ’ 3๐‘ฆ3 = 3 .

Risultato: si ha unโ€™unica soluzione per ๐‘ฅ = 0 e ๐‘ฆ = โˆ’1 .

โจ€ Si dimostri che non ha soluzioni lโ€™equazione diofantea

โˆ’2๐‘ฅ3 + 5๐‘ฅ2๐‘ฆ + 4๐‘ฅ๐‘ฆ2 โˆ’ 3๐‘ฆ3 = 6 .

โจ€ Si dimostri che lโ€™equazione diofantea esponenziale

5๐‘ฅ โˆ’ 8๐‘ฆ = 1

non ammette alcuna soluzione.

Suggerimento: se si osserva che ๐‘ฅ, ๐‘ฆ > 1 e si pone 8 = 5 + 3, lโ€™equazione,

sviluppando la potenza ๐‘ฆ โˆ’esima, diventa palesemente assurda

5๐‘ฅ โˆ’ โˆ‘ (๐‘ฆ๐‘˜

) 5๐‘˜3๐‘ฆโˆ’๐‘˜

๐‘ฆ

๐‘˜=1

= 4 .

โจ€ Si dimostri che lโ€™equazione diofantea esponenziale

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2๐‘ฅ โˆ’ 1 = 3๐‘ฆ

ammette la sola soluzione ๐‘ฅ = 2, ๐‘ฆ = 1 negli interi positivi.

Suggerimento: posto ๐‘ฅ, ๐‘ฆ > 0 e dato che

3๐‘ฆ โˆ’ 1 = 2 โˆ™ (3๐‘ฆโˆ’1 + 3๐‘ฆโˆ’2 + โ‹ฏ + 3 + 1) ,

lโ€™equazione diventa

2๐‘ฅโˆ’1 โˆ’ 2 = 3๐‘ฆโˆ’1 + 3๐‘ฆโˆ’2 + โ‹ฏ + 3 ,

da cui, dovendo il primo membro essere divisibile per 3, discende la soluzione.

โจ€ Si dimostri che lโ€™equazione diofantea esponenziale

3๐‘ฅ + 2 = 5๐‘ฆ

ammette la sola soluzione ๐‘ฅ = ๐‘ฆ = 1.

โจ€ Si dimostri che lโ€™equazione diofantea esponenziale

4๐‘ฅ + 5๐‘ฆ = 6๐‘ง

ammette la sola soluzione ๐‘ฅ = 0, ๐‘ฆ = 1 e ๐‘ง = 1 .

Suggerimento: posto

4๐‘ฅ = 6๐‘ง โˆ’ 5๐‘ฆ = (5 + 1)๐‘ง โˆ’ 5๐‘ฆ ,

lโ€™equazione diventa

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4๐‘ฅ โˆ’ 1 = โˆ‘ (๐‘ง๐‘˜

)

๐‘ง

๐‘˜=1

5๐‘˜ โˆ’ 5๐‘ฆ

e la soluzione riportata diventa evidente.

โจ€ Si dimostri che lโ€™equazione diofantea

๐‘ฅ3 + ๐‘ฆ3 + ๐‘ง3 = 400

non ammette soluzioni.

Suggerimento: si studi lโ€™equazione primitiva

๐‘Ž3 + ๐‘3 + ๐‘3 = 50 con ๐‘ฅ = 2๐‘Ž , ๐‘ฆ = 2๐‘ , ๐‘ง = 2๐‘ .

โจ€ Si determinino le soluzioni dellโ€™equazione diofantea

1

๐‘ฅ+

1

๐‘ฆ= 1 .

Risultato: si ha unโ€™unica soluzione per ๐‘ฅ = ๐‘ฆ = 2 .

โจ€ Si determinino le soluzioni dellโ€™equazione diofantea

1

๐‘ฅ+

1

๐‘ฆ=

1

7 .

Risultato: si tratta di un caso in cui sono presenti diverse soluzioni, tutte riassunte

nella tabella che segue.

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91

๐‘ฅ โˆ’42 6 8 14 56

๐‘ฆ 6 โˆ’42 56 14 8

โจ€ Si determinino le soluzioni dellโ€™equazione diofantea

1

๐‘ฅ+

1

๐‘ฆ+

1

๐‘ง= 2 .

Risultato: si hanno le soluzioni riportate nella tabella che segue.

๐‘ฅ 1 2 2

๐‘ฆ 2 1 2

๐‘ง 2 2 1

โจ€ Sia ๐‘š un intero positivo. Si dimostri che la soluzione dellโ€™equazione diofantea

10๐‘ฅ = ๐‘š รจ intera oppure irrazionale.

Suggerimento: posto ๐‘ฅ = log10 ๐‘š, basta provare quanto richiesto sul logaritmo

decimale.

โจ€ Si verifichi che, per ogni intero positivo ๐‘›, il numero

๐‘ = ๐‘›2 + 1

non รจ divisibile per 3.

Suggerimento: se si pone che ๐‘ = 3๐‘˜ con ๐‘˜ โˆˆ โ„• e, senza alcuna perdita di

generalitร , si scrive ๐‘› = 3๐‘Ž + ๐‘Ÿ con ๐‘Ž โˆˆ โ„ค e ๐‘Ÿ = 0, 1, 2, si ottiene

9๐‘Ž2 + 6๐‘Ž + 1 + 1 = 3๐‘˜ โ†’ 3๐‘˜ โˆ’ 9๐‘Ž2 โˆ’ 6๐‘Ž = 2 ,

Page 93: Introduzione alle - Ateneapoli Editore

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che รจ unโ€™uguaglianza palesemente assurda.

โจ€ Si mostri che, per ogni intero positivo ๐‘›, il numero

5๐‘› + 2 โˆ™ 3๐‘›โˆ’1 + 1

รจ divisibile per 8.

Suggerimento: si utilizzi il principio di induzione, partendo dal primo valore che

vale 8 e si ottiene per ๐‘› = 1 .

โจ€ Qual รจ il piรน grande intero ๐‘ tale che

๐‘›5 โˆ’ 5๐‘›3 + 4๐‘›

sia divisibile per ๐‘ qualunque sia lโ€™intero ๐‘›?

Suggerimento: basta osservare che

๐‘›5 โˆ’ 5๐‘›3 + 4๐‘› = (๐‘› โˆ’ 2)(๐‘› โˆ’ 1)๐‘›(๐‘› + 1)(๐‘› + 2) ,

per concludere che ๐‘ = 120.

โจ€ Si dimostri che lโ€™equazione diofantea esponenziale

๐‘ฅ2 + 4 = ๐‘ฆ2

ammette le soluzioni

๐‘ฅ = 0 , ๐‘ฆ = ยฑ2 .

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Suggerimento: si costruisca con precisione e si osservi con attenzione il grafico

dellโ€™iperbole equilatera, magari disegnando gli asintoti obliqui e le rette distanti

unโ€™unitร  da questi.

โจ€ Si mostri che lโ€™equazione diofantea non lineare

๐‘ฅ3 + 7 = ๐‘ฆ3

ammette le soluzioni riportate nella tabella che segue.

๐‘ฅ โˆ’2 1

๐‘ฆ 1 2

Suggerimento: basta riscrivere lโ€™equazione assegnata nella forma equivalente

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94

7 = ๐‘ฆ3 โˆ’ ๐‘ฅ3 โ†’ 7 = (๐‘ฆ โˆ’ ๐‘ฅ)(๐‘ฆ2 + ๐‘ฅ๐‘ฆ + ๐‘ฅ2)

e considerare le poche possibilitร  di fattorizzare il numero primo 7 .

โจ€ Si propone un problema classico, che vanta una tradizione millenaria. Se un

gallo costa 5 monete, una gallina 3 monete e con una moneta si possono comprare

3 pulcini, quanti galli, galline e pulcini si possono comprare con 100 monete,

volendo comprare in tutto 100 polli?

Risultato: Chang Chhiu-Chien, nel suo trattato Matematica classica, scritto intorno

allโ€™anno 250 dopo Cristo, fornisce le risposte riassunte nella tabella che segue.

๐‘ฅ 4 8 12

๐‘ฆ 18 11 4

๐‘ง 78 81 84

Papa Benedetto XVI

Colloquio con i giovani, 6 aprile 2006

Riflettiamo ora su cosโ€™รจ la Matematica. Di per sรฉ รจ un sistema astratto,

un'invenzione dello spirito umano, che come tale nella sua purezza non esiste. รˆ

sempre realizzato approssimativamente, ma, come tale, รจ un sistema intellettuale,

รจ una grande, geniale invenzione dello spirito umano. La cosa sorprendente รจ che

questa invenzione della nostra mente umana รจ veramente la chiave per

comprendere la natura, che la natura รจ realmente strutturata in modo matematico

e che la nostra matematica, inventata dal nostro spirito, รจ realmente lo strumento

per poter lavorare con la natura, per metterla al nostro servizio attraverso la

tecnica.

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Bibliografia

Giร  nel testo sono state consigliate alcune letture, pensate per approfondire i

diversi aspetti trattati. Qui di seguito si fornisce un modesto elenco di opere

generali sullโ€™argomento.

Un ottimo libro per approfondire la conoscenza della Matematica elementare,

ma non solo, รจ il classico di Richard Courant e Herbert Robbins

Che cosโ€™รจ la matematica?,

edito per i tipi di Bollati Boringhieri, 2000.

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96

Per prepararsi alle gare di matematica a qualsiasi livello, uno strumento molto

utile รจ il volume in lingua inglese, ormai classico, ma sempre validissimo di Arthur

Engel

Schede olimpiche,

edito da Springer nel 1991.

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97

In rete si trovano le

Dispense di Matematica olimpica

di A. Astolfi, G. Audrito, A. Carignano, F. Tanturri, pubblicate a cura della Sezione

Bettazzi della Associazione Subalpina Mathesis, per la prima volta nellโ€™anno

accademico 2010 โ€“ 2011.

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98

Piรน avanzato รจ il testo di Vladimir Gennadievich Sprindzuk

Classical diophantine equations,

edito dalla Springer nel 2008.

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99

Altro ottimo testo รจ quello di Paul Zeitz

The art and craft of problem solving,

edito da John Wiley & Sons nel 2007.

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100

Ardo dal desiderio di spiegare e la mia massima soddisfazione รจ prendere

qualcosa di ragionevolmente intricato e renderlo chiaro passo dopo passo. รˆ il

modo piรน facile per chiarire le cose a me stesso.

Isaac Asimov