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www.istitutofermiverona.it/LEZIONI/Assorbimento%20atomico.ppt

Introduzione alla

FOTOMETRIA

SPETTROMETRIA IN ASSORBIMENTO ATOMICO

SPETTROMETRIA PLASMA MASSA

CROMATOGRAFIA IONICA

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Le metodiche analitiche che prendiamo in considerazione in questa lezione analizzano «soluzioni». Ciò implica che se desideriamo analizzare una roccia è necessario portarla in soluzione.Ciò può essere effettuato attraverso opportuno attacco acido. Sarà sufficiente un attacco acido con acido cloridrico se si tratta di una roccia carbonatica, sarà necessario un attacco con acido fluoridrico e acido nitrico se si tratta di una roccia silicatica…

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L’ aggressività dell’attacco chimico a cui sottoponiamo la matrice solida (es.: roccia, suolo) in esame dipende dalla finalità dello studio.

Se desideriamo analizzare la «totalità» del campione si devono usare acidi concentrati sino ad eliminazione di ogni traccia di residuo solido nella soluzione.

Talvolta però è più importante sapere ciò che è mobile (e biodisponibile), nel qual caso si sottopone il campione a semplice interazione con acqua o con acidi deboli…

Le soluzioni così ottenute possono essere analizzate in Assorbimento Atomico (AAS) o in spettrometria Plasma Massa (ICP-MS), che sue metodiche analitiche disponibili presso il Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università di Ferrara.

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SPETTROSCOPIA UV – VISIBILE Le tecniche spettroscopiche sono basate sullo scambio di energia che si verifica fra l’energia radiante e la materia. In particolare, la spettrofotometria di assorbimento è interessata ai fenomeni di assorbimento delle radiazioni luminose della regione dello spettro elettromagnetico appartenenti al campo del visibile (350 – 700 nm) e del vicino ultravioletto (200 – 350 nm). Viene interessato anche l’UV lontano (10 – 200 nm), anche se in questo caso si opera sotto vuoto o in atmosfera di gas inerte, perché l’ossigeno atmosferico copre i segnali delle altre sostanze. L’assorbimento di questi tipi di radiazioni da parte delle molecole è in grado di produrre delle transizioni energetiche degli elettroni esterni della molecole, sia impegnati che non impegnati in un legame.

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Fotometri e tests in cuvetta

La soluzione campione deve essere addizionata di opportuni reagenti che formano composti (con l’elemento da analizzare) caratterizzati da accertata assorbanza di una caratteristica lunghezza d’onda.

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Esempio di fotometro portatile

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Prof. F.Tottola IPSIA E.FERMI Verona

ASSORBIMENTO ATOMICO

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SOLUZIONE

evaporazione del solvente

dissociazione dei composti

vaporizzazione dei soluti

fiamma

ATOMI

atomi eccitati ioni

Assorbimento atomico (AAS)

radiazione (monocromatica) radiazione attenuata

I0 I

Segnale analitico:

ASSORBANZA

(log Io/I)

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La spettrofotometria di assorbimento atomico (AAS) è basata sull’esame dell’assorbimento di una radiazione elettromagnetica dopo che questa passa in un mezzo in cui il campione sia presente come atomi o ioni monoatomici.

Nella spettrofotometria AAS, l'intervallo utile di lunghezze d'onda dipende dalla sorgente della radiazione, dai componenti del cammino ottico e dal rivelatore. In pratica il campo spettrale va da 852,1 nm, la lunghezza d'onda più sensibile per il cesio, a 193,7 nm, la lunghezza d'onda più usata per l'arsenico: lo spettrometro per AAS opera perciò nel campo spettrale degli spettrofotometri UV-vis.

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• Quando un atomo viene posto nelle condizioni di acquistare energia elettromagnetica di intensità adeguata, uno o più elettroni esterni posso infatti abbandonare gli orbitali in cui abitualmente si trovano, per venire promossi ad orbitali più ricchi di energia.

• Di conseguenza l’atomo, che si trovava nella sua configurazione elettronica normale (o stato energetico fondamentale) raggiunge un livello energetico più ricco di energia e quindi meno stabile (stato eccitato).

• Da questo stato eccitato l’atomo decade rapidamente, tornando allo stato fondamentale e restituendo all’ambiente l’energia appena acquistata .

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• Lo spettrofotometro può montare più lampade, utilizzabili a turno.

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15 15

Bruciatori a flusso laminare

CL in S

cie

nze A

mbie

nta

li

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La fiamma

• Possono essere usati vari tipi di fiamma a seconda dell’elemento da analizzare: aria-acetilene (2300 °C), aria-idrogeno (2050 °C), protossido d’azoto-acetilene (2800 °C) e aria/argon-idrogeno (300-800 °C).

• Nei bruciatori con premiscelazione, solo una piccola frazione di soluzione aspirata giunge alla fiamma.

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Temperatura della fiamma

combustibile comburente temperatura (°C)

gas naturale aria 1700-1900

gas naturale ossigeno 2700-2800

idrogeno aria 2000-2100

idrogeno ossigeno 2500-2700

acetilene aria 2100-2400

acetilene protossido d’azoto 2600-2800

acetilene ossigeno 3000-3200

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Per ottenere delle analisi quantitative, sarà però necessario analizzare contestualmente degli standard di riferimento, cioè campioni a concentrazione nota per costruire opportune rette di calibrazione.

Co

nce

ntr

azio

ne

del

l’ele

men

to i

assorbanza

Le analisi ottenute con questa metodica sono precise ed accurate per elementi quali il Ca, il Mg, il Na, il K (a livello di ppm).Purtroppo viene analizzato un solo parametro alla volta, e ciò implica un notevole dispendio in termini di tempo per l’operatore.

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Molto più versatile è la spettrometria di massa a plasma accoppiato induttivamente, indicata con ICP-MS (inductively coupled plasma mass spectrometry).È una tecnica molto sensibile e in grado di determinare la maggior parte degli elementi della tavola periodica presenti in concentrazioni inferiori a una parte per miliardo. Sfrutta l'utilizzo di una torcia al plasma ICP per produrre la ionizzazione e di uno spettrometro di massa per la separazione e rivelazione degli ioni prodotti.

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Il sistema che si è rivelato più efficace per eccitare l’analita consiste nel raggiungere le condizioni termiche estreme (7000-10000 K) attraverso una torcia al plasma, costituita da tre tubi concentrici, solitamente in quarzo, con l'estremità finale della torcia posta in una bobina di induzione magnetica alimentata da corrente elettrica ad alta radiofrequenza. Il plasma viene prodotto utilizzando un flusso di argon (solitamente di 14-18 litri per minuto); in tal modo vengono prodotti elettroni liberi e ioni Ar+. Gli elettroni interagiscono con il campo magnetico indotto subendo delle accelerazioni in direzione variabile in funzione delle variazioni di frequenza. Questi, collidendo con atomi di argon, sono in grado di produrre ulteriori ioni Ar+ ed elettroni: si raggiungerà una situazione di equilibrio dinamico quando la produzione di nuovi elettroni per collisione sarà bilanciata dalla combinazione degli elettroni con gli ioni Ar+, processo che porta alla nuova formazione di atomi di argon. Il plasma prodotto in tale modo è in grado di raggiungere le menzionate temperature.

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• Il dispositivo è detto torcia perché il plasma ricorda visivamente una fiamma.

• E’ costituito da tre tubi concentrici in cui fluisce argon; nel capillare centrale viene immesso anche il campione nebulizzato.

• In quello esterno l’argon raffredda la parte più bassa della torcia prima di entrare nel plasma

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Una bobina, percorsa da corrente alternata ad alta frequenza, produce un campo magnetico oscillante che genera (con una scarica elettrica) e mantiene il plasma

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temperatura del plasma: fino a 10.000 °C

• Multielementare

• Limitato effetto matrice

• Esteso range dinamico lineare

• Limiti di rilevabilità 1 ppbin soluzione

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SOLUZIONE

evaporazione del solvente

dissociazione dei composti

vaporizzazione dei soluti

ICP

atomi

IONI

Accoppiamento ICP/massa

Analizzatore di massa

Segnale analitico

CORRENTE

IONICA

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Analizzatore di massa quadrupolare

Lo spettrometro di massa sfrutta solitamente un analizzatore di massa a quadrupolo. Gli ioni vengono separati in base al loro rapporto massa/carica e viene prodotto un segnale proporzionale alla concentrazione. La concentrazione può essere determinata tramite calibrazione con standard

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Molti elementi sono analizzabili con questa tecnica

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Laser ablation (LA)L’analisi dei campioni solidi con la spettroscopia atomica èpossibile applicando la tecnica Laser Ablation, nella quale un raggiolaser è impiegato per vaporizzare un punto della superficie delcampione

Non è una tecnica analitica a sé stante ma un accessorio perrendere possibile l’analisi di campioni solidi senza doverli portarein soluzione mediante tecniche ICP-MS.

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Cratere LA

L'usura del campioneanalizzato è limitataalla formazione delcratere, quasiinvisibile ad occhionudo

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La cromatografia è fondamentalmente una tecnica che consente di separare sostanze chimiche fra loro diverse inizialmente in miscela, o meglio in soluzione, restituendole singolarmente nel tempo e, come implicito nel concetto stesso di “separazione” isolandole anche nello spazio.

Tutte le tecniche cromatografiche si basano sulla capacità delle singole specie chimiche contenute in una soluzione di ripartirsi in modo differente tra una fase detta “stazionaria”, ovvero una sostanza chimica che possiamo considerare virtualmente immobile, ed un media di trasporto differente, costituito da un’altra sostanza chimica che si muove rispetto alla prima ed è pertanto detta “fase mobile”.

CROMATOGRAFIA

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Un ulteriore strumento analitico disponibile presso il Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra è lo iono-cromatografo. Il principio di funzionamento consiste nel far passare la soluzione in esame attraverso una colonna contenente una resina capace di separare le varie specie ioniche.

La quantità di ogni singola sostanza viene poi rilevata con una semplice misura di conducibilità.

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Cromatografo Dionex, disponibile presso il Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra

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La cromatografia, oltre che per le soluzioni acquose, è una tecnica di analisi molto sfruttata per l’analisi di composti in fase gassosa