intervento del procuratore regionale giancarlo astegiano · complessivo disavanzo dell’ente che...
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PROCURA REGIONALE PER IL PIEMONTE
GIUDIZIO DI PARIFICAZIONE DEL RENDICONTO
GENERALE DELLA REGIONE PIEMONTE
PER L’ESERCIZIO FINANZIARIO 2015
Intervento del Procuratore regionaleGiancarlo Astegiano
TORINO, 1 LUGLIO 2016
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INTERVENTO DEL PROCURATORE REGIONALE
NEL GIUDIZIO DI PARIFICAZIONE
DEL RENDICONTO GENERALE DELLA REGIONE
PIEMONTE
PER L’ESERCIZIO FINANZIARIO 2015
Il giudizio di parificazione è l’occasione prevista dall’ordinamento
per un esame complessivo dell’andamento finanziario, della gestione
amministrativa e delle politiche di competenza della Regione.
La finalità specifica del giudizio è quella di “parificare”, vale a dire
certificare le risultanze della gestione finanziaria, così come riportate
nel progetto di rendiconto predisposto dalla Giunta regionale e
verificare l’osservanza delle regole contabili, sia nella concreta attività
che si è svolta in corso di esercizio che nella predisposizione del
progetto di rendiconto ad opera dell’esecutivo.
L’accurato, completo ed esauriente esame sulle risultanze
dell’esercizio 2015 effettuato dalla Sezione regionale di controllo,
partendo dalle verifiche contabili e gestionali, permette di sviluppare
alcune necessarie considerazioni preliminari in ordine all’effettiva
situazione finanziaria della Regione Piemonte, anche per cercare di
comprendere se il processo di risanamento, necessitato dalla disastrosa
situazione finanziaria che è andata cumulandosi negli anni, sia stato
effettivamente avviato ed abbia prodotto risultati positivi.
La spirale negativa che è andata emergendo negli ultimi anni è stata
certificata in sede di giudizio di parificazione dell’esercizio 2013 che,
dopo l’intervento della sentenza della Corte costituzionale n. 188 del
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2015, ha permesso di indicare in almeno euro 5.210.538.645,68 il
disavanzo pregresso, vale a dire il debito che si era andato stratificando.
Il dato negativo è stato confermato dal giudizio di parificazione del
rendiconto dell’esercizio 2014 nel quale il disavanzo finanziario è stato
accertato quantomeno in euro -5.843.655.170,18.
E’ difficile comprendere come nel corso degli anni sia maturato un
disavanzo “nascosto” o, comunque extracontabile, che, in base alle
risultanze del rendiconto dell’esercizio 2015 ha concorso a formare il
complessivo disavanzo dell’ente che è pari ad euro 7.258.726.834,62,
vale a dire – utilizzando un termine di paragone semplice, ma efficace –
pari ad oltre la metà delle spese che ogni anno sostiene la Regione.
Un disavanzo di questa entità è indice di una circostanza che, non
sempre, emerge con chiarezza: per molti anni la Regione ha “speso”
molto di più di quanto avrebbe potuto in base alle sue entrate e questo è
avvenuto in modo extracontabile, con la formazione di elevati debiti
fuori bilancio.
Ed il processo di risanamento che è stato avviato a partire dal 2014
non può e non deve prescindere da questa considerazione poiché, in
caso contrario, non si sarà in presenza di un’effettiva inversione di
tendenza.
E’ necessario comprendere e far emergere, con chiarezza, le ragioni
che hanno giustificato, per molti anni, l’assunzione di impegni di spesa
con leggi regionali, convenzioni, affidamenti politici che non erano
sostenuti da adeguate entrate, valutare le politiche pubbliche seguite
negli anni nei quali si è formato il disavanzo e verificare se le stesse
politiche hanno subito un’inversione di tendenza.
Se il disavanzo non è stato solo conseguenza di sprechi ed
inefficienze ma è dipeso anche dalle scelte politiche finalizzate ad
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assicurare servizi, anche in disavanzo – utilizzando metodi contabili
discutibili ed inaccettabili, quali la cancellazione unilaterale di impegni
di spesa, mentre il creditore continuava a ritenere il credito esistente,
l’assunzione di impegni con terzi, altre Amministrazioni pubbliche o
soggetti privati, e, quindi, la creazione di aspettative in assenza di
impegni contabili in bilancio – è evidente che il processo di risanamento
potrà essere efficace ed effettivo solamente se vi sarà estrema chiarezza
sulle politiche pubbliche che l’Ente sta attuando e sui mezzi per farvi
fronte.
In altri termini, è necessario che vi sia una corretta e precisa
assunzione di responsabilità in ordine alle politiche pubbliche ed ai loro
costi effettivi, spettando agli amministratori regionali individuare sia le
scelte concrete nei singoli settori che le modalità di copertura
finanziaria poiché l’erogazione di servizi od attività in assenza di
copertura implica solamente un sollievo temporaneo e legato alla
contingenza politica dei bisogni della collettività in quanto è destinato a
produrre situazioni di disavanzo alle quali, prima o poi, bisogna far
fronte.
Ed è proprio la situazione attuale nella quale con le stesse risorse
degli anni scorsi – o forse ancora meno – bisogna far fronte al disavanzo
degli anni precedenti, con conseguente riduzione delle risorse
disponibili per le politiche pubbliche che l’Amministrazione
intenderebbe effettuare per rispondere ai bisogni dei cittadini e delle
imprese in questo momento particolarmente difficile, sia dal punto di
vista sociale che economico.
Anziché destinare maggiori risorse al sostegno di chi versa in stato di
bisogno, al miglioramento ed al potenziamento delle infrastrutture
pubbliche e dei servizi sociali e culturali, allo sviluppo dell’economia
locale, per i prossimi trenta anni elevate risorse dovranno essere
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utilizzate per il pagamento dei debiti pregressi.
Risorse che potrebbero aiutare il cammino delle future generazioni
sono, invece, vincolate e destinate al pagamento delle spese e del debito
di quelle precedenti. Oltretutto, si tratta, in gran parte di debiti, che non
derivano dalla realizzazione di opere pubbliche o interventi sul
“capitale” regionale che potrebbero, in qualche modo giustificare il
debito, con l’utilizzo di opere. Infatti, in larga misura si tratta di debito
che si è formato su spese correnti, vale a dire su interventi e
trasferimenti che non hanno contribuito al formarsi di ricchezza
pubblica (a titolo di esempio: in relazione al contratto di euro
373.166.118,03 vi sono pagamenti per euro 244.142.689,66 di titolo I,
ovvero il 65,42% dell’ammontare totale dell’anticipazione di liquidità).
Svolta questa necessaria premessa, occorre verificare se il processo di
risanamento è stato effettivamente avviato.
In proposito, l’analisi svolta dalla Sezione regionale di controllo è
completa ed esaustiva e permette di mettere in luce alcuni elementi
essenziali, anche in relazione al nuovo sistema contabile introdotto nelle
Amministrazioni pubbliche in applicazione delle disposizioni
sull’armonizzazione contabile stabilite dal D.lgs. n. 118 del 23 giugno
2011 nell’ambito del complessivo disegno di riforma della contabilità
pubblica.
La nuova configurazione del sistema contabile dovrebbe agevolare
una lettura più precisa della situazione finanziaria delle
Amministrazioni pubbliche, anche con finalità di trasparenza e
maggiore assunzione di responsabilità in ordine all’insorgenza di
situazioni finanziare problematiche.
E’ indubbio, però, che l’utilizzo dei nuovi parametri e delle nuove
modalità di classificazione contabile permette, nella fase iniziale,
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minori confronti con gli andamenti delle gestioni finanziarie
precedenti, rappresentate con altre modalità.
In ogni caso, la diversa classificazione non impedisce di verificare
quale sia l’andamento della gestione finanziaria, in base ai dati
risultanti dal D.D.L. n. 24 di predisposizione del rendiconto relativo
all’esercizio 2015, approvato dalla Giunta regionale in data 04 aprile
2016.
Le criticità nell’organizzazione contabile
In relazione alla organizzazione della gestione contabile della
Regione occorre sottolineare due aspetti in ordine ai quali
l’Amministrazione regionale deve intervenire, anche con specifici atti
normativi, per assicurare una corretta ed efficace gestione di
competenza, sia da un punto di vista sostanziale che di
rappresentazione contabile.
Nel corso degli anni, come è stato ormai accertato, il passivo della
Regione è andato crescendo con la formazione di un’ingente massa di
debiti fuori bilancio, in assenza di una precisa disciplina legislativa che
prevedesse una specifica procedura di emersione dei debiti, di
riconoscimento da parte dell’Ente al fine di riportare la passività nella
gestione contabile.
Sin dal 2002 esiste un obbligo legislativo per tutte le Amministrazioni
pubbliche di adottare specifiche procedure di riconoscimento dei debiti
fuori bilancio e di trasmettere alla Procura della Corte dei conti la
delibera di riconoscimento, anche al fine di accertare eventuali
responsabilità.
La Regione Piemonte non ha mai previsto una disciplina specifica
per l’emersione dei debiti fuori bilancio e, conseguentemente, non ha
ottemperato all’obbligo di trasmissione della notizia alla Procura
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contabile.
La funzione della procedura di riconoscimento del debito fuori
bilancio è duplice poiché permette di riportare nella gestione di
bilancio dell’Ente il debito e aiuta a comprendere e verificare quali sia
l’effettivo andamento della spesa che, ovviamente, deve tenere conto
anche di questa tipologia di debito che, peraltro, dovrebbe avere
natura eccezionale.
E’ ben vero che il D.lgs. n. 118, all’art. 73, ha fornito una disciplina
generale sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio delle Regioni, ma
è necessario che gli aspetti procedurali e temporali del riconoscimento
vengano disciplinati e applicati in modo rigoroso dalla Regione.
Altro aspetto significativo che non risulta disciplinato in modo
adeguato dalla Regione Piemonte riguarda la resa del conto giudiziale
da parte degli Agenti contabili.
Sin dal 16 maggio 2012, il Presidente della Sezione giurisdizionale
per il Piemonte della Corte dei conti ha domandato alla Regione
Piemonte l’indicazione degli agenti contabili che operavano
nell’ambito delle strutture regionali e negli Enti dalla stessa
dipendenti.
L’Amministrazione regionale non ha fornito una risposta sino a che,
nell’ambito dell’istruttoria del presente giudizio di parifica, a seguito
di analoga richiesta della Procura, ha indicato quali siano gli Agenti
contabili che operano nell’Ente (in proposito si rinvia all’allegato 1, nel
quale sono indicati gli Agenti contabili che operano nella Regione,
secondo quanto comunicato dall’Ente. Dall’elenco non risultano
Agenti della riscossione e si tratta di questione da approfondire poiché
la verifica dell’operato degli Agenti della riscossione delle entrate è
fondamentale per il regolare recupero delle entrate di pertinenza
dell’Ente). Si tratta di un primo passo poiché all’individuazione degli
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agenti contabili deve seguire la presentazione da parte di ciascuno di
essi del conto giudiziale alla Sezione giurisdizionale per la verifica
prevista dall’ordinamento. Infatti, il giudizio di conto permette di
rilevare la regolarità delle gestioni finanziarie e consente di
individuare anomalie ed irregolarità gestionali.
Qualora gli Agenti contabili non presentino il conto giudiziale, la
Procura regionale è tenuta ad attivare il giudizio per resa di conto.
L’obbligo di presentare il conto giudiziale grava su tutte le
Amministrazioni pubbliche e, pertanto, la Regione Piemonte che nella
sua legislazione contabile ha una disciplina lacunosa su questo aspetto
è tenuta a varare una disciplina completa e precisa e, soprattutto, a
curare la presentazione dei conti giudiziali degli Agenti contabili che
operano nell’Ente o per suo conto
I rapporti fra la gestione ordinaria regionale e quella del Commissario
Straordinario
Considerata la particolarità della situazione finanziaria e contabile
venutasi a creare nella Regione Piemonte in seguito alla sentenza della
Corte costituzionale n. 181 del 2015 e dei successivi interventi legislativi
nazionali, la Sezione del controllo ha analizzato le risultanze delle
regolazioni contabili inerenti ai rapporti fra la gestione ordinaria e
quella posta in capo al Commissario Straordinario.
L’analisi della Sezione ha evidenziato irregolarità riferite alla
cessione di alcuni debiti alla gestione commissariale in assenza dei
presupposti normativi.
Al riguardo, è necessario che l’Amministrazione regionale adegui la
sua azione, anche in sede di approvazione definitiva del rendiconto, ai
rilievi che verranno definitivamente formulati dalla Sezione di controllo
nella Relazione di accompagnamento al giudizio di parifica.
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La gestione di competenza
I dati della gestione di competenza, vale a dire quelli riferiti alle
entrate ed alle spese dell’esercizio di riferimento, rappresentano un
indice significativo di verifica delle “politiche” seguite dall’Ente. Una
differenza positiva fra entrate e spese è indicativa di un processo di
contenimento della spesa e di utilizzo delle maggiori risorse per
processi di risanamento. Ed è questa la situazione che si desume
dall’analisi effettuata dalla Sezione di controllo in relazione ai risultati
dell’esercizio 2015 che presentano una differenza di competenza
positiva per euro 623.233.402,09, così come rettificata dalla Sezione di
controllo in applicazione della nuova disciplina contabile.
Infatti, il progetto di rendiconto predisposto dalla Giunta regionale
ha indicato in euro 805.989.679,36 la differenza positiva fra accertamenti
in entrata e impegni di spesa, come è indicato nella tabella che segue.
Risultato di competenza
2013 2014 2015
Accertamenti 14.155.895.951,04 12.304.859.482,51 13.378.065.761,74
Impegni 13.887.495.282,44 13.260.380.290,91 12.572.076.082,38
Risultato 268.400.668,60 -955.520.808,40 805.989.679,36
Alla luce dei nuovi principi introdotti dall’armonizzazione contabile,
la Sezione del controllo ha evidenziato che il risultato della gestione di
competenza deve tenere conto degli stanziamenti dei fondi pluriennali
vincolati in entrata ed in uscita e, pertanto, il risultato di gestione
dell’esercizio 2015, comprensivo dei fondi in entrata e spesa risulta
dalla tabella che segue:
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Risultato effettivo 2015
(+) F.P.V. entrata parte corrente 418.560,98
(+) F.P.V. entrata parte c/capitale 481.445.122,86
(+) Accertamenti di competenza 13.378.065.761,74
(-) Impegni di competenza 12.572.076.082,38
(-) F.P.V. spesa parte corrente 73.716.667,63
(-) F.P.V. spesa parte c/capitale 590.903.292,58
(=) Risultato di competenza 623.233.402,99
E’ significativo che il risultato di competenza sia positivo per un
importo elevato, ma è indubbio, da un lato, che questo risultato deve
essere mantenuto nel corso degli anni per assicurare effettività al
processo di risanamento e, dall’altro, che le risultanze contabili in
entrata e in uscita devono essere complete ed esaustive di tutti gli
impegni assunti dalla Regione, al fine di evitare la formazione di nuove
passività fuori bilancio.
Il risultato finanziario e di amministrazione
L’azione condotta dalla Sezione di controllo negli ultimi anni in sede
di giudizio di parifica ha agevolato l’azione dell’Amministrazione
regionale di verifica dell’effettiva situazione finanziaria della Regione e
di avvio del processo di risanamento.
Al termine del percorso condotto nell’ultimo triennio i dati esposti
dalla Regione sul risultato finanziario e quelli verificati dalla Sezione di
controllo coincidono e vedono la presenza di un risultato finanziario
negativo per euro 2.077.807.641,24, come risulta dalla tabella che segue.
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Risultato finanziario
2013 2014 2015
Effettivo -364.983.307,72 -1.264.190.043,82 -2.077.807.641,24
Rettificato da
Sezione Controllo -5.210.538.645,68 -5.843.655.170,18 -2.077.807.641,24
Tuttavia, occorre mettere in luce che i nuovi principi contabili
introdotti dal D.lgs. n. 118/2011 hanno precisato che l’effettivo risultato
di amministrazione che indica la reale situazione finanziaria dell’Ente è
dato dal cd “avanzo disponibile”, vale a dire dalla somma algebrica tra il
risultato finanziario risultante dal conto del bilancio e l’ammontare dei
fondi ed accantonamenti che l’Ente deve obbligatoriamente prevedere.
In relazione alla situazione finanziaria della Regione non si è in
presenza di un “avanzo disponibile”, ma di una situazione di disavanzo,
come risulta dalla tabella che segue, ripresa dalla Relazione al
Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2015 predisposta dalla
Giunta regionale
COMPOSIZIONE DEL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE AL 31 DICEMBRE 2015
Parte accantonata
Fondo crediti di dubbia esigibilità al 31/12/2015 76.307.838,00
Accantonamento residui perenti regionali al 31/12/2015 103.560.177,12
Fondo rischi per sentenza Corte D'Appello di Torino N.465/10 del 12/12/2012 (D.lgs. n.118/2011 s.m.i.) 57.971.163,00
Fondo rischi per sentenza Corte Costituzionale n.188/2015 - Trasferimenti alle Province (D.lgs.
n.118/2011)
45.482.188,35
Accantonamento per iscrizione di spese già finanziate dallo Stato o dall’Unione Europea 28.983.087,62
Totale parte accantonata (B) 312.304.454,09
Parte vincolata
Vincoli derivanti da leggi e dai principi contabili 4.801.044.721,27
di cui Fondo vincolato da anticipazioni di liquidità ex Dl 35/2013 – Contratti stipulati da Regione Piemonte
(art. 1, comma 701, legge N. 208/2015)
3.039.313.610,92
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di cui Fondo vincolato da anticipazioni di liquidità ex Dl 35/2013 – Contratti stipulati da Commissario
Straordinario ex L. 190/2015 (art. 1, comma 701, legge N. 208/2015)
1.761.731.110,35
Vincoli derivanti da trasferimenti 18.191.130,08
Vincoli derivanti dalla contrazione di mutui
Vincoli formalmente attribuiti dall'ente 0,00
Altri vincoli 431.595.168,72
Totale parte vincolata (C) 5.250.831.020,07
Quote da recuperare negli esercizi successivi
Piano di rientro del disavanzo al 31 dicembre 2014 (DCR 118-45411 del 22/12/2015 e DCR 121-46075
del 29/12/2015 e art 9, comma 5 del DL 78/2015)
1.137.771.039,45
Piano di rientro dal maggior disavanzo per ricognizione straordinaria dei residui al 1 gennaio 2015
(D. Lgs. n. 118/2011, art. 3, DCR 119-45412 del 22/12/2015, DL n. 78/2015, art. 9, comma 5)
1.989.074.565,51
Disavanzo da costituzione del fondo vincolato da anticipazioni di liquidità ex DL 35/2013 (art. 1,
comma 701, legge 208/2015)
4.801.044.721,27
Totale quote da recuperare negli esercizi successivi (D) 7.927.890.326,23
Parte disponibile al netto delle quote da recuperare negli esercizi successivi (E) 286.947.210,83
RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE AL 31 DICEMBRE 2015 (A=B+C-D+E) -2.077.807.641,24
Disavanzo finanziario al 31 dicembre 2014 1.264.190.043,82
Debiti latenti a fronte di perenzione di residui passivi 969.236.810,62
Fondo rischi per sentenza della Corte d'appello di Torino n. 465/10 del 12 dicembre 2012 57.971.163,00
Passività pregresse per trasporto pubblico locale 182.033.364,64
Altri debiti latenti 108.382.182,56
Fondo rischi per sentenza della Corte Costituzionale n. 188 del 24 luglio 2015 - trasferimenti
alle province
49.832.079,34
Risorse non stanziate nel Titolo III della spesa relative alla restituzione delle anticipazioni di liquidità
di cui agli articoli 2 e 3 del decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35 (Disposizioni urgenti per il pagamento
dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali,
nonchè in materia di versamento di tributi degli enti locali), convertito con modificazioni dalla legge
6 giugno 2013, n. 64
3.039.313.610,92
Economie vincolate derivanti da fondi statali per sanità 141.117.947,57
Eccedenze accertamenti POR FESR 2008-2014 rispetto ai relativi impegni 31.577.967,71
Disavanzo sostanziale della Regione alla chiusura dell'esercizio 2014 5.843.655.170,18
Disavanzo per ricognizione straordinaria dei residui al 31 dicembre 2014 (iscritti nelbilancio 2015
2.152.981.939,79
DISAVANZO COMPLESSIVAMENTE ACCUMULATO AL 31 DICEMBRE 2014 7.996.637.109,97
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Disavanzo finanziario al 31 dicembre 2015 2.077.807.641,24
Fondi accantonati 312.304.454,09
Fondi vincolati, al netto degli accantonamenti per copertura del disavanzo al 31dicembre 2014
4.819.235.851,35
Passività pregresse per trasporto pubblico locale 49.378.887,94
DISAVANZO COMPLESSIVAMENTE ACCUMULATO AL 31 DICEMBRE 2015 7.258.726.834,62
L’esame della situazione finanziaria complessiva ha messo in luce la
sussistenza di un disavanzo pari ad euro -7.258.726.834,62 che, in base
alle politiche avviate dalla Regione, è in corso di recupero, alla luce
delle nuove regole contabili introdotte dal D.lgs. n. 118/2011 e dalla
legislazione nazionale speciale varata per far fronte alla peculiare
situazione nella quale si era venuta a trovare la Regione Piemonte.
L’indebitamento complessivo
Anche nel 2015 la Regione non ha fatto ricorso a nuovo
indebitamento e, pertanto, il debito finanziario, sia pure ancora
estremamente elevato, è in calo, come si evince dalla tabella che segue.
Indebitamento
2013 2014 2015
5.984.224.207,21 5.775.264.728,39 5.659.142.726,15
Peraltro, occorre sottolineare che il debito al 31 dicembre 2015, pari
ad euro 5.659.142.726,26, corrisponde alle risultanze delle passività del
conto del Patrimonio 2015 (euro 5.756.335.339,54), al netto delle attività
per accantonamento quote restituzione “Bullet” BOR 2006 risultanti nel
conto del Patrimonio 2015 pari ad euro 97.192.613,28.
Patrimonio regionale e passività
Le verifiche della Sezione di controllo hanno riguardato anche
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l’analisi del conto del Patrimonio, indice idoneo ad indicare quale sia la
situazione effettiva delle passività.
La tabella che segue indica il risultato della gestione patrimoniale
nell’ultimo triennio
Risultato Gestione Patrimoniale
2013 2014 2015
Attività 5.256.715.752,48 5.370.383.349,14 5.897.225.033,55
Passività 15.120.946.647,27 15.642.201.743,07 17.849.367.047,08
Differenza -9.864.230.894,79 -10.271.818.393,93 -11.952.142.013,53
Il risultato della gestione patrimoniale indica l’effettiva situazione
economico-finanziaria dell’ente, a prescindere dai risultati finanziari
dell’esercizio oggetto di questo giudizio, e denota un peggioramento
nel corso del triennio. Il dato negativo registrato nel 2015 che evidenzia
una differenza negativa per euro 11.952.142.013,53 è sostanzialmente
ascrivibile alle modifiche apportate dal nuovo ordinamento contabile
che, oltre ad aver imposto l’emersione dei debiti pregressi e di quelli
latenti, ha prescritto un metodo contabile che riporta per ogni anno
fondi accantonati di entrata e di spesa che inevitabilmente gravano sui
risultati finali. Pertanto, il peggioramento del risultato patrimoniale del
2015 è sostanzialmente addebitabile ai fondi di accantonamento
necessari per la copertura pluriennale delle passività finanziarie.
La riduzione dei costi dell’organizzazione regionale
Il processo di risanamento che è stato avviato negli ultimi anni ha
riguardato anche l’avvio di politiche dirette a contenere e ridurre i costi
dell’organizzazione regionale.
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Al riguardo la Sezione del controllo ha sviluppato analisi puntuali in
relazione all’andamento della spesa relativa agli organi istituzionali, al
personale, all’acquisto di beni e servizi, all’utilizzo di beni di terzi e, in
generale, ai costi dell’organizzazione regionale rilevando una tendenza
alla diminuzione.
Approfondendo la verifica su alcuni aspetti significativi
dell’organizzazione regionale che negli ultimi anni sono stati anche
all’attenzione dell’opinione pubblica, si è rilevata una progressiva
diminuzione delle risorse utilizzate dal Coniglio regionale, come
emerge dalla tabella che segue.
Spesa complessiva Consiglio regionale
2012 2013 2014 2015
Riduzione della
spesa da 2012 e 2015
77.050.236,59 67.475.977,50 72.409.301,60 62.190.348,38 23,89%
Le risorse impegnate dal Consiglio regionale sono diminuite in
misura significativa sino ad attestarsi ad euro 62.190.348,38 nel 2015.
L’incremento di spesa che il 2014 ha registrato rispetto al 2013 è
ascrivibile, sostanzialmente, alla restituzione dei contributi obbligatori
versati per assegno vitalizio e reversibilità ai sensi dell’art. 12 della
Legge Regionale n. 1/2014.
Peraltro, occorre sottolineare che una parte della riduzione di spesa è
ascrivibile agli interventi sui vitalizi dei Consiglieri regionali cessati
dalla carica e, in parte, non è considerabile ancora risparmio
effettivamente acquisito perché alcuni beneficiari hanno promosso
azioni giudiziarie per il recupero.
La riduzione dei costi ha riguardato anche i costi riferiti al
trattamento economico dei Consiglieri regionali e dei componenti della
Giunta regionale, come si evince dalla tabella che segue.
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Trattamento economico complessivo Consiglio regionale
2012 2013 2014 2015
Riduzione
da 2012 e
2015 %
Trattamento
economico Giunta 1.969.232,39 1.975.607,06 1.485.948,98 995.193,27 97,87%
Trattamento
economico
Consiglio 19.857.539,43 17.538.891,36 16.962.731,30 14.680.606,63 35,26%
Giunta e Consiglio
trattamento
economico 21.826.771,82 19.514.498,42 18.448.680,28 15.675.799,90 39,24%
La riduzione di spesa è stata influenzata in misura significativa
dalla diminuzione del numero dei componenti del Consiglio e della
Giunta e dagli interventi sul vitalizio, ma ha riguardato anche il
“costo medio” riferito a ciascuno dei componenti del Consiglio e
della Giunta che è in diminuzione (dati analitici sono contenuti
nell’allegato 2, elaborato dalla Procura contabile in base ai dati forniti
dall’Amministrazione regionale).
La spesa sanitaria
Anche in relazione alla gestione sanitaria, la Sezione del controllo
ha analizzato sia l’andamento finanziario che alcune particolarità
gestionali.
Anche in relazione all’esercizio 2015 sono state rilevate alcune
criticità in ordine alla effettuazione della perimetrazione della spesa
sanitaria che dovrebbe risultare, sia in sede preventiva che
consuntiva, da specifici capitoli che permettano di individuare
l’effettiva spesa in relazione alla quale sono previste regole contabili
peculiari e risorse destinate.
Rientra nella natura e nella finalità della perimetrazione
l’esclusione dei residui provenienti dalle gestioni precedenti
16
all’introduzione del nuovo sistema, ma è necessario che l’Ente
individui a priori i capitoli della spesa sanitaria facendo confluire in
essi le risorse necessarie per tutte le spese ed evitando commistioni
con i capitoli di spesa riferiti alla gestione ordinaria, come è stato
accertato dalla Sezione del controllo anche in relazione all’esercizio
2015.
In relazione alla complessiva gestione sanitaria è opportuno
richiamare in questa sede l’attenzione dell’Amministrazione su due
questioni.
La Sezione del controllo ha analizzato le procedure seguite dalla
Regione in relazione ai controlli sulle prestazioni effettuate dalle
strutture private accreditate. Ha concluso sollevando alcuni dubbi in
ordine all’effettiva idoneità ed adeguatezza delle procedure seguite
per individuare anomalie ed irregolarità nell’espletamento delle
prestazioni.
La conclusione in ordine alla criticità dei sistemi di controllo e
verifica delle strutture accreditate da parte della Regione o delle
Aziende Sanitarie è confermata da alcune istruttorie ed inchieste
condotte dalla Procura contabile e che, in parte, sono già sfociate in
giudizi di responsabilità.
Sono state accertate irregolarità sia nella fase del rilascio
dell’autorizzazione - accreditamento delle strutture sanitarie che
nelle attività di controllo successive. E’ risultato che, in alcuni casi,
siano state autorizzate attività in assenza dei requisiti previsti dalla
normativa regionale e, addirittura, in presenza di parere negativo
della Commissione di vigilanza che aveva individuato gravi carenze
strutturali.
Se anche si tratta di casi singoli, è necessario che venga compiuto
uno sforzo maggiore da parte dell’Amministrazione regionale per
17
verificare se le disposizioni regolamentari sono sufficienti e se la
concreta organizzazione territoriale di verifica opera in modo
adeguato.
Altro aspetto di criticità da sottolineare riguarda le modalità di
gestione dei sinistri relativi alla responsabilità professionale del
personale sanitario o, in generale, delle strutture sanitarie.
La Regione Piemonte ha scelto di costituire un fondo con risorse
regionali per sostenere i costi dei sinistri di ammontare fino a euro
500.000,00, prevedendosi una copertura assicurativa solo per i sinistri
di ammontare superiore (fatte salve alcune eccezioni).
All’esito dell’istruttoria delle denunce pervenute (nel 2015 sono
state 867) o a seguito di sentenza, le Aziende sanitarie provvedono
al risarcimento dei danni per il tramite dell’Azienda Ospedaliero -
Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino che è stata
incaricata dalla Regione di provvedere al pagamento ai terzi per
conto della Regione. Nel bilancio regionale è stato individuato un
capitolo (nel 2015 il 162634) nel quale sono stati stanziati euro
26.000.000,00, per far fronte ai singoli pagamenti. Le verifiche
condotte sul capitolo relativo alla responsabilità sanitaria e presso
l’Azienda incaricata dei pagamenti hanno evidenziato che, a partire
dal 2012, la Regione ha stanziato, in ciascun anno, euro
26.000.000,00, che nel corso di ciascun esercizio li ha impegnati e
portati a residuo poiché non ha ancora provveduto all’effettivo
versamento all’Azienda incaricata dei pagamenti, la quale, peraltro,
ha già provveduto a liquidare numerosi sinistri verificatisi negli
anni 2012 – 2015. In questo modo l’Azienda Ospedaliero -
Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino ha
anticipato con risorse proprie di bilancio e, vista la sua situazione
finanziaria, con anticipazione di tesoreria, risorse che la Regione
18
avrebbe dovuto trasferire. Si tratta di una modalità operativa che
non risponde a sani criteri di gestione finanziaria e che deve essere
modificata, anche al fine di evitare l’insorgenza di situazioni di
danno alla finanza pubblica.
Conclusioni
In conclusione, richiamati i documenti che compongono il rendiconto
della Regione Piemonte, così come predisposti dalla Giunta regionale,
le analisi e verifiche finanziarie compiute dalla Sezione regionale di
controllo e le osservazioni formulate dalla Regione Piemonte in sede di
contraddittorio;
considerato che il disavanzo complessivo al 31 dicembre 2015 è stato
accertato in euro 7.258.726.834,62 e che nel progetto di rendiconto la
Regione Piemonte ha classificato ed allocato alcune poste contabili e
posto in essere operazioni, quale quella di riaccertamento straordinario
dei residui, secondo modalità che, pur non incidendo sull’entità del
disavanzo, hanno quale effetto quello di diluire in un periodo di più
lunga durata il riassorbimento del disavanzo, si ritiene che le risultanze
complessive del rendiconto siano parificabili, con le eccezioni risultanti
dagli accertamenti compiuti dalla Sezione del controllo all’esito del
contraddittorio svolto con la Regione Piemonte.
19
All. 1
AGENTI CONTABILI REGIONALI E RESA DEL CONTO
GIUDIZIALE
La Giunta ha trasmesso l’elenco degli agenti contabili per l’esercizio
2015 relativi alle seguenti casse economali:
Cassa economale Indirizzo Determina nomina
BRUXELLES Rue du Throne 62 69 del 14/07/2008
ROMA Via della Scrofa 64 8 del 29/02/201.2
MENTONE Avenue de Verdun 36 1299 del 17/05/2011
VERCELLI Via F.11i Ponti 24 1100 del 10/5/2016
PROTEZIONE CIVILE C.so Bolzano 44 - C.soMarche 79
320 del 13/02/2012
CENTRALE Via Viotti 9 DGR 4b-lt3U.L nei 3/08/ ZUlb dgr lb-2595 del 14/12/2015(interim) – dgr 18-2865 del 1/02/2016 n. 191 del 13/03/2012
MUSEO SCIENZENATURALI
Via Bertola, 34 dgr 92-1849 del 10/07/2015
E’ stato indicato anche il nominativo del tesoriere.
L’elenco riporta solo le casse economali e mancano gli agenti contabili
della riscossione.
Anche il Consiglio ha comunicato l’elenco degli agenti contabili:
Economo, agente contabile della riscossione presso l’URP e tesoriere.
20
Allegato 2
COSTI DI FUNZIONAMENTO DEI GRUPPI CONSILIARI E
TRATTAMENTO ECONOMICO DEI COMPONENTI DEL
CONSIGLIO E DELLA GIUNTA REGIONALE
Il trattamento economico dei membri della Giunta regionale è composto
dalle seguenti voci: indennità di carica, indennità di funzione, rimborso
spese di esercizio del mandato, indennità di fine mandato, oneri,
assegno vitalizio.
L’indennità di carica e quella di funzione sono state ridotte tra il 2012
ed il 2013 e, successivamente, sono rimaste costanti.
La tabella che segue indica il costo complessivo del trattamento
economico del Consiglio e della Giunta regionale.
Trattamento economico complessivo del Consiglio e della Giunta regionale
2012 2013 2014 2015
Riduzione da 2012
e 2015 %
Giunta regionale 1.969.232,39 1.975.607,06 1.485.948,98 995.193,27 97,87%
Consiglio regionale 19.857.539,43 17.538.891,36 16.962.731,30 14.680.606,63 35,26%
Giunta + Consiglio 21.826.771,82 19.514.498,42 18.448.680,28 15.675.799,90 39,24%
La riduzione tra il 2012 ed il 2015 è stata significativa sia in assoluto
che con riferimento alle singole componenti.
Anche il costo medio riferito a ciascuno dei componenti delle
assemblee elettive o della Giunta è andato riducendosi nel periodo
2012 – 2015 (l’incremento del 2015 rispetto al 2013 è dato
dall’abolizione del vitalizio e quindi dall’incremento conseguente al
mancato versamento della quota contributiva).
21
Spesa media
2012 2013 2014 2015
Riduzione
dal 2012 a 2015 %
Consiglieri e Assessori 70 70 54 54
Spesa media 311.811,03 278.778,55 341.642,23 290.292,59 7,41%
Le tabelle che seguono indicano le spese di Giunta e Consiglio al netto
ed al lordo degli assegni vitalizi.
Spesa Giunta regionale al netto degli assegni vitalizi
N.
vitalizi 2012
N.
vitalizi 2013
N.
vitalizi 2014
N.
vitalizi 2015
Assegno vitalizio 4 191.003,12 6 238.273,48 7 302.420,43 8 302.251,37
Trattamento
economico
complessivo
1.969.232,39 1.975.607,06 1.485.948,98 995.193,27
Trattamento
economico al netto
degli assegni
vitalizi
1.778.229,27 1.737.333,58 1.183.528,55 692.941,90
Spesa Consiglio regionale al netto degli assegni vitalizi
N.
vitalizi 2012
N.
vitalizi 2013
N.
vitalizi 2014
N.
vitalizi 2015
Assegno
vitalizio177 7.571.243,52 180 7.778.882,03 192 8.071.650,39 191 7.147.956,62
Trattamento
economico
complessivo
19.857.539,43 17.538.891,36 16.962.731,30 14.680.606,63
Tratt. Ec. al
netto assegni
vitalizi 12.286.295,91 9.760.009,33 8.891.080,91 7.532.650,01
Anche i trasferimenti ai Gruppi consigliari per lo svolgimento della loro
attività sono diminuiti in misura significativa.
22
Trasferimenti ai gruppi consiliari 2012 - 2015
2012 2013 2014 Monitoraggio 2014 -D.U.P.73/2014
Monitoraggio 2015 D.U.P.73/2014
IX Legislatura X Legislatura
1.853.610,52 503.321,27 253.364,65 36.436,29 57.114,08
La legge regionale 15 aprile 2014, n. 4 ha abolito, a decorrere dalla X
Legislatura, i contributi per le spese di funzionamento dei Gruppi
consiliari.
In particolare, con la citata normativa è stato sostituito l’articolo 2,
comma 2, della legge regionale 10 novembre 1972, n. 12, il quale ora
prevede che “l'Ufficio di Presidenza, con propria deliberazione, provvede a
dotare i Gruppi consiliari di sedi ed a individuare e definire gli arredi, le
attrezzature, le dotazioni strumentali, logistiche ed informatiche nonché tutti i
necessari servizi e forniture per l'esplicazione delle loro funzioni” e
contestualmente è stato abrogato l’articolo 3 della medesima legge n. 12
in tema di contributi finanziari per le spese di funzionamento: ciò
significa che, con decorrenza dalla X Legislatura (termine
espressamente previsto dall’articolo 5 della l.r. n. 4/2014), viene meno il
trasferimento di risorse da parte del Consiglio ai singoli Gruppi per le
spese di funzionamento, sostituito dalla messa a disposizione dei beni e
servizi necessari da parte dello stesso Consiglio regionale.
Tale disciplina ha poi trovato specificazione nella D.U.P. n. 73 del 18
luglio 2014 con la quale le dotazioni strumentali vengono distinte in
due gruppi: quelle “minime” fornite direttamente dal Consiglio
regionale, quelle “ulteriori” che i Gruppi possono chiedere all’Ente “in
via sostitutiva del contributo soppresso” e che “sono erogate, nei limiti sopra
citati, dagli uffici competenti del Consiglio regionale, garantendo un costante
monitoraggio”. In sostanza, il limite del contributo finanziario fissato
nella medesima D.U.P. in € 7.500,00 annui per ciascun Consigliere
23
costituisce unicamente il budget a disposizione del singolo Gruppo, un
tetto di spesa virtuale che il valore delle dotazioni e dei servizi forniti
dal Consiglio non può superare. Queste spese, pertanto, sono effettuate
e monitorate direttamente dal Consiglio regionale, tanto è vero che si dà
espresso incarico all’ufficio competente in materia di bilancio di
presentare, con cadenza trimestrale, all’Ufficio di Presidenza un
riepilogo della spesa effettuata dagli uffici del Consiglio per i singoli
Gruppi consiliari in attuazione del presente atto e di sospendere
l’erogazione dei servizi che dovessero comportare il superamento del
tetto di spesa sopra indicato.
Conclusioni sostanzialmente analoghe valgono per il personale dei
Gruppi consiliari che, ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge
regionale 8 giugno 1981, n. 20, stipula contratti di diritto privato con il
Presidente del Gruppo o, in caso di Gruppo misto, con il Consigliere di
riferimento appartenente al Gruppo stesso.
Anche in tal caso, infatti, l’attribuzione di risorse ai Gruppi (negli
importi fissati dall'articolo 1, comma 4, della legge regionale 8 giugno
1981, n. 20 e dalla D.U.P. n. 65/2014) opera solo figurativamente alla
stregua di un budget che il Gruppo non può superare, senza materiale
trasferimento di risorse e, conseguentemente, autonoma gestione delle
stesse. La rendicontazione delle spese per il personale, pertanto, si
limita alla mera trascrizione dei dati forniti dagli uffici del Consiglio
regionale i quali, ferma l’autonomia del Gruppo nella scelta del
collaboratore e stipula del relativo contratto, assumono l’onere
finanziario (sotto il profilo dell’erogazione dei compensi) e gestionale
del rapporto di collaborazione