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Giugno | 2014 14 Sport estivi nuoto è bello Per un Cuore in salute Intensità di cura “paziente al centro”

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Giugno | 201414

Sport estivinuoto è bello

Per un Cuorein salute

Intensità di cura“paziente al centro”

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Presidio Ospedaliero di CremonaLargo Priori 1, CremonaCentralino 0372 405 111Emergenza sanitaria 118Pronto Soccorso 0372 434 445Centro Unico di Prenotazione (CUP) 800 638 638Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) 0372 405 550e-mail: [email protected] Pubblica Tutela 0372 405 804e-mail: [email protected]

Poliambulatorio Specialistico con Punto PrelieviVia Dante 104 A, CremonaCentralino 0372 405 111

Presidio Ospedaliero Oglio PoVia Staffolo n 51, Vicomoscano, Casalmaggiore - CRCentralino 0375 2811Emergenza sanitaria 118Pronto Soccorso 0375 281 651Centro Unico di Prenotazione (CUP) 800 638 638Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) 0375 281 552e-mail: [email protected] Pubblica Tutela 0372 405 804e-mail: [email protected]

NUMERI UTILIAzienda Ospedaliera di Cremona

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Sommario

Intensità di cura, al via la riorganizzazione

7 nuovi primari, all’AO di Cremona

Concorso creativo igiene delle mani

Alimentazione over 65

Caldo, ecco le 10 regole

“Persone che curano Persone”

Torcicollo, se ne va con gli esercizi

Cardiologi in piazza contro lo “scompenso”

Come difendersi dalle zanzare

Sport estivi? Nuoto il più indicato

Cellulite: patologia o inestetismo

Un “calcio” al disagio

“Cuore di Maglia” approda a Cremona

Cinema d’estate, c’è Profilo Salute

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A.O. L’Azienda Ospedaliera di Cremona Informa N° 14 | Giugno 2014Direttore editoriale: Simona MarianiDirettore responsabile: Stefania MattioliHanno collaborato: Grazia Bodini, Daria Scalabrini, Barbara CatenacciSede legale: Azienda Ospedaliera Istituti Ospitalieri di Cremona, Viale Concordia n 1, 26100 CremonaRedazione/Ufficio Stampa: 0372 405725 - [email protected] Tribunale Cremona n° 368 del 18-04-2001Grafica: Graphomedia s.a.s. [email protected]: Tipografia Gutenberg - Cremona (Cr)

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Ospedale di Cremona - 1 luglio 2014

Intensita’di cura al via la riorganizzazione

Al fine di porre sempre più l’attenzione sul-la centralità del paziente e valorizzare le singole professioni, sulla scorta dell’espe-rienza avviata nel 2013, l’AO di Cre-mona ha intrapreso un processo di riorganizzazione e cambiamento sul modello per “intensità di cura” che dal 1 luglio 2014 coinvolgerà an-che il Presidio Ospedaliero di Cremona. Ciò consentirà all’Ospedale di Cremona

di divenire nel tempo un ospedale orga-nizzato per intensità di cura, teso a favori-re l’interprofessionalità, l’interdisciplinarie-tà, il dialogo, la comunicazione continua fra le diverse competenze professionali. Un ospedale dove il medico – respon-sabile del percorso diagnostico – si muo-ve verso il paziente e dove l’infermiere diventa il primo referente assistenziale per tutto il tempo della degenza.

Nel nuovo modello organizzativo è il medico a spo-starsi verso il paziente. Ad avere un ruolo determi-nante è l’assistenza infermieristica attraverso competenze sempre più appropriate. Ottimizzazione dei ricoveri e miglior impiego delle risorse i vantaggi per pazienti e operatori.

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OBIETTIVOPassaggio dal modello attuale per branche specialistiche a quello or-ganizzativo e funzionale per intensi-tà di cura e complessità assistenziale.

FINALITÀ•Appropriatezza dei ricoveri

•Miglioramento della qualità del lavoro

•Equilibrio della risposta ai bisogni del paziente in base all’intensità

•Aumento della sicurezza del paziente

COSA CAMBIA IN OSPEDALE

Attivazione della Medicina d’Ac-cettazione e di Urgenza (piano T) Completamento della riorganizzazione per Aree funzionali già avviata in Pronto Soccorso: Area triageArea di attività “modello ambulatoriale”Area a “maggior intensità”Area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) e Astanteria

Attivazione della Week Surgery multidisciplinare (6° piano corpo C)La Week Surgery è un “reparto” multidisci-plinare a bassa intensità di cura. Aperto dal lunedì al venerdì è dedicato ai pazien-ti di diverse unità operative chirurgiche operati in elezione; ossia a quei pazienti

che richiedono cure a bassa complessi-tà assistenziale e per i quali è prevedibile una degenza non superiore a 5 giorni. Attivazione dell’Unità Operativa integrata Neurologia – Neurochi-rurgia (2° piano corpo C)L’Unità Operativa integrata ospiterà i pazienti di neurologia e neurochirurgia che necessitano di cure ad alta intensità. Attivazione dell’Unità Operativa integrata Nefrologia – Urologia (piano R corpo C)L’Unità Operativa integrata ospiterà i pazienti di nefrologia e urologia che ne-cessitano di cure ad alta intensità.

COSA CAMBIA PER IL PAZIENTE

Il paziente viene preso in carico in modo complessivo in base al reale bisogno si sa-lute: da un medico specialista per i pro-blemi clinici prevalenti; da un infermiere per i problemi assistenziali.

A cambiare è solo l’approccio terapeuti-co. La persona ricoverata fruisce dell’ap-porto di più professionisti che lo accom-pagneranno nelle varie fasi e livelli della cura.

Ida Beretta (DA) Camillo Rossi (DS) Simona Mariani (DG)

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I NUOVI “PRIMARI” dell’AO di Cremona

Sette i nuovi primari nominati presso l’Azienda Ospeda-liera di Cremona. Gli intenti comuni? Operare in sinergia per migliorare il servizio ai cittadini, promuovere l’integra-zione fra colleghi e unità operative, valorizzare il rapporto con i pazienti e la collaborazione con i medici di medici-na generale. Perché è attraverso professionalità, com-petenza e entusiasmo che nasce il “gioco di squadra”. Ecco i propositi di ciascuno.

Presentazione alla stampa dei nuovi primari con Rossi, Mariani, Beretta.

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“L’UO di Psichiatria 29 è una struttura complessa che vede differenti contesti di cura con la mag-gior parte delle risor-

se allocate al di fuori dell’Ospedale. La consapevolezza di questa comples-sità e la necessità di integrare le diverse offerte di cura impongono una leader-ship partecipativa, ispirata al coinvolgi-mento e che si pone come elemento facilitatore per processi di rinnovamen-to e di miglioramento organizzativo. Quali propositi? Promuovere e incenti-

vare una sempre maggiore integrazio-ne delle diverse componenti dell’Unità Operativa per favorire un’ulteriore inte-grazione funzionale fra le nostre attività e il contesto della rete socio-sanitaria cremonese. Verrà riservata particola-re attenzione al disagio psichico gio-vanile e alle nuove forme di disagio psico-sociale emergente. Ci sarà un forte impegno a contrastare i pregiu-dizi nei confronti dei disturbi mentali e un’attenzione alle collaborazioni con i colleghi medici dell’Ospedale e della Medicina Generale”.

PASQUALE DE LUCADirettore UO Psichiatria 29 – Ospedale di Cremona

Nato a Cosenza nel 1956, si laurea in Medicina presso l’Università di Bologna nel 1980, specializzandosi quattro anni dopo in Psichiatria.

ANGELO PANDirettore UO Malattie Infettive – Ospedale di Cremona

“Credo che i con-cetti che meglio esprimano lo spiri-to con cui desidero affrontare il nuovo incarico siano tre: Collaborazione: il la-

voro del direttore di un’Unità Operativa prevede una collaborazione a diversi livelli, sia all’interno del reparto con i me-dici, gli infermieri e gli OSS, sia all’esterno, con le Direzioni e gli altri reparti, sia per l’attività di reparto sia per l’attività di lot-ta alle infezioni correlate all’assistenza. Analisi dei dati: solo l’analisi dei dati può permettere di farci capire dove siamo e dove stiamo andando.

Appropriatezza: fornire la cura giusta al paziente giusto nel momento adeguato. Quali propositi? Gestione ottimale delle risorse umane all’interno dell’Unità Ope-rativa, cercando di far emergere le po-tenzialità di ogni singolo operatore: mi piacerebbe che ognuno di noi, in reparto fosse il più soddisfatto possibile del proprio lavoro. Come diceva Primo Levi, l’amare il proprio lavoro, che purtroppo è privilegio di pochi, costituisce la migliore approssi-mazione concreta alla felicità sulla terra. Verrà perciò valorizzata una collabora-zione sempre di più fattiva con i reparti e servizi per la riduzione delle infezioni correlate all’assistenza e per il buon uso degli antibiotici”.

Nel 1986 si laurea presso l’Università di Pavia dove nel 1990 si specializza in Malattie Infet-tive e Tropicali e ottiene anche la specialità in Ematologia nel 1994.

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Direttore UO Medicina - Ospedale Oglio Po

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“Mi accingo al nuovo incarico con entusia-smo e passione, con il desiderio di dare il massimo per realizza-re ciò che di meglio

esiste in termini di assistenza sanitaria, organizzandola secondo criteri d’in-tensità di cura, nell’interesse dell’Azien-da, dell’Unità Operativa e, soprattutto, dell’utenza, che sarà sempre al centro di tutte le attenzioni mie e dell’équipe.

Il desiderio è di organizzare il lavoro quotidiano, con la collaborazione fatti-va di tutti i nuovi colleghi, cercando di ottimizzare tempi e risorse, al fine di for-nire ai cittadini un servizio efficiente ed efficace. Confido nella costruttiva inter-faccia medico ospedaliero-medico di medicina generale e nei rapporti per-sonali con gli amministratori locali, con l’unico obiettivo di rendere l’Ospedale Oglio Po un riferimento indispensabile per la salute di tutto il territorio”.

Nato a Parma nel 1961, laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Un. degli Studi di Parma nel 1989, nel 1994 ha conseguito la specializzazione in Medicina Interna, nel 2008 in Scienze dell’Alimentazione.

GIORGIO RAGNI

MARIA SESSA

“Nel ruolo di Direttore subentro a predeces-sori che hanno confe-rito all’UO di Neurolo-gia grande tradizione che andrà conservata

e ulteriormente potenziata.Perché questo avvenga credo nell’in-tegrazione delle competenze intra ed interdipartimentali; nel coinvolgimento del personale sanitario e nella conti-nua crescita culturale; nello sviluppo di nuove aree di eccellenza; nella si-curezza per i degenti e il personale. I propositi soddisferanno le aspetta-tive viste da diverse prospettive: del

paziente, del processo aziendale in-terno, dei dipendenti, coniugando la qualità con la sostenibilità economi-ca. Un buon modello è quello di unità ambulatoriali e di degenza dedicate a specifiche patologie dove la presen-za di personale medico competen-te garantisce efficacia ed efficienza. Infine, porto con me una lunga espe-rienza in un Istituto di Ricerca e credo che la creazione di database clinici rappresenti uno strumento fondamen-tale, oltre che per monitorare le proprie performances, anche per intraprende-re collaborazioni di ricerca nazionali ed internazionali”.

Nata a Milano nel 1960, laureata in Medicina e Chirurgia nel 1985. Specializzazione in Neuro-logia nel 1989 presso l’Università degli Studi di Milano e una post-doctoral fellowship presso il Lab. of Molecular Neurobiology, University of Pennsylvania, USA nel 1988/89.

Direttore UO Neurologia – Ospedale di Cremona

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“Affronto il nuovo incari-co con spirito fortemen-te concreto finalizzato alla costruzione di una realtà scientificamente attuale, organizzata e

funzionale per le esigenze della popo-lazione. Il principale proposito è quello di creare una realtà in grado di offrire

una risposta terapeutica di primo livello di urgenza e di elezione, sia per la pato-logia cranica che per quella vertebrale, associata ad una capacità di program-mazione a lungo termine e di organizza-zione che possa tenere conto delle esi-genze del pubblico su temi quali i tempi di attesa, il percorso di follow-up e la certezza delle date degli interventi.”

Nato a Voghera nel 1970. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Pavia (1995), specializzato Neurochirurgia nel 2000 - l’Università degli Studi di Milano (Ospedale San Raffaele).

“L’incarico che la Di-rezione dell’Azienda Ospedaliera di Cremo-na mi ha affidato è di grande responsabilità e motivo di orgoglio. Mi ac-

cingo ad esso con umiltà, senz’altro con intraprendenza e cooperatività, ma an-che spirito critico, inteso come confronto per una crescita professionale comune.

Sarà mio intento favorire l’efficienza e la tempestività nelle prestazioni, svilup-pare la collaborazione tra il servizio di Anatomia Patologica e le singole Unità Operative al fine di ottimizzare il per-corso diagnostico del paziente e, in un prossimo futuro, sviluppare indagini di genetica/biologia molecolare per una terapia oncologica sempre più perso-nalizzata”.

Nato a Brescia nel 1964, si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso l’Università di Brescia e nel 1997 si specializza in Anatomia Patologica.

FULVIO TARTARADirettore UO Neurochirurgia – Ospedale di Cremona

MARCO UNGARIDirettore UO Anatomia Patologica – Ospedale di Cremona

“Quando sono ar-rivato a Cremona la Patologia Neo-natale non era an-cora stata istituita, negli anni questa unità è nata, si è

sviluppata e migliorata e sono orgo-glioso di ricevere questo incarico.

I l mio intento è quello di avvalorarmi di ottime risorse umane e tecnologi-che per far fronte ai bisogni della città e non solo se si considera che circa il 40% degli assistiti provie-ne da altre province. Intendo pro-seguire seguendo questo trend, in modo da offrire un servizio di quali-tà in continuo miglioramento”.

Nato a Solto Collina (BG) nel 1950, si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Univ.di Pavia nel 1976, si specializza in Puericultura (1979), in Ematologia Generale e di Laboratorio (1983). Fellowship in Francia, Olanda, Regno Unito, Canada e Stati Uniti.

CARLO POGGIANIDirettore UO Patologia Neonatale con UTIN – Ospedale di Cremona

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10Fra slogan, fotografie e video, sono 16 gli elabo-rati arrivati in redazione allo scadere del bando di concorso creativo (indetto dell’AO di Cre-mona) dedicato alla più semplice ed efficace procedura di prevenzione delle infezioni ospe-daliere: l’igiene per le mani. Risultato positivo in quanto testimonianza di come si possa informa-re in modo serio, leggero, giocoso e ricco di si-gnificato.Ora la parola spetta a voi. Votate cliccando su mi piace la fotografia, lo slogan o il video che preferite.

Dove votare?Foto e slogan sulla nostra pagina Facebook Video sul nostro canale Youtube

www.ospedale.cremona.it

concorso creativo igiene delle maniVOTA MI PIACE

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Alimentazione over65

Quali fattori hanno portato all’au-mento della vita media?La vita media negli ultimi 100 anni è au-mentata significativamente a seguito di diversi fattori: il miglioramento delle prati-che igieniche e della capacità terapeu-tica (antibiotici); la diffusione delle vacci-nazioni; la maggior disponibilità di cibo; l’uso del riscaldamento domestico.

In che modo cambia il fabbisogno energetico nell’arco della vita?La riduzione del fabbisogno calo-rico giornaliero si verifica in misura progressiva con l’aumentare degli anni. Questo fenomeno è associato alle minori spese energetiche conse-guenti alla riduzione dell’attività e alle modifiche del metabolismo basale. La diminuzione dell’apporto calorico nella dieta dell’anziano non deve però andare a indurre stati di malnutrizione, che sono frequenti, soprattutto, a ca-rico dei micronutrienti (vitamine ed oli-goelementi come Zinco, selenio ecc.).

Una dieta sana ed equilibrata associata alla giusta attività fisica: semplici accorgimenti per migliorare la qualità della vita e rallentare l’invecchiamento.

A domanda risponde Antonio La Russa Responsabile Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica Presidio Ospedaliero di Cremona

L’interessamento della gerontologia nei confronti dell’ali-mentazione in età senile sta progressivamente aumentando parallelamente all’aspettativa di vita e all’invecchiamento della popolazione.

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È possibile “rallentare” l’invecchia-mento attraverso l’alimentazione?

Partendo dalla considerazione che l’invecchiamento non è una malattia, possono essere seguiti alcuni consigli ali-mentari per far sì che l’anziano continui a essere soggetto attivo nella cura di se stesso e risorsa per la società.

La ripartizione dei pasti nella giorna-ta dovrebbe prevedere: colazione, pranzo, merenda e cena, quest’ulti-ma molto frugale al fine di rendere la digestione notturna poco laboriosa.

Il SALE va usato con moderazione per insaporire meglio gli aromi, soprattutto dagli anziani che presentano iperten-sione; una dieta iposodica deve però prevedere adeguati apporti di potassio, tramite frutta e verdura (circa 3mg/die).

Mangiare frutta e verdura è importante anche per introdurre le fibre: possibilmen-te di stagione e preferibilmente abbinan-do vegetali di colore diverso perché ad ogni colore corrisponde una classe diffe-rente di antiossidanti.

DOLCI: se non hai il diabete puoi man-giarli, ogni tanto e con moderazione. Con l’aumentare dell’età diminuisce la tolleranza al glucosio ed è bene limitare gli zuccheri semplici (saccarosio) all’8-10% del fabbisogno calorico totale.

È importante fornire anche il giusto appor-to di minerali, spesso carenti negli anziani: la carenza di ferro è spesso legata al bas-so consumo di carne, se ne raccomanda-no 10 mg/die; il fabbisogno di calcio au-menta con l’età, soprattutto dopo i 30/40 anni, quando il corpo raggiunge il picco di massa ossea e questo valore declina.

La dose consigliata è di 1.200 mg/die per l’uomo, 1.500 mg/die per la donna. Lo zin-co è importante per l’integrità del sistema immunitario e per il gusto, la vista e l’olfat-to. La dose consigliata è di 10 mg/die per l’uomo e 7 mg/die per la donna.

ACQUA: la disidratazione rappresenta un problema frequente negli anziani. Bevine almeno un litro e mezzo al giorno, pura o in forma di brodo, spremuta, tè o tisane.

È importante bere anche senza lo stimolo della sete ed evitare bevande nervine e superalcolici.

CAFFÈ: bevuto dopo i pasti può aiutare la digestione, ma è da evitare in caso di insonnia.

VINO: puoi berlo, ma in quantità mode-rata e solo durante i pasti (un bicchiere di vino preferibilmente rosso a pasto).

Informazioni Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica Tel. 0372 405 732 – 408 613 [email protected]

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Alimentazione over65

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REGOLE D’OROPER UN’ESTATEIN SALUTE10

IL CALDO E’ UNPERICOLO SE:la temperatura esterna supera i 32-35 gradi l’alta umidità impedisce la regolare sudorazione la temperatura in casa è superiore a quella esterna (locali poco ventilati, tetti e solai non ben isolati).

www.sanita.regione.lombardia.it

Evita di uscire e di svolgere attività fisica nelle ore più calde del giorno (dalle 11.00 alle 17.00).

Apri le finestre dell’abitazione al mattino e abbassa le tapparelle o socchiudi le imposte.

Rinfresca l’ambiente in cui soggiorni.

Copriti quando passi da un ambiente molto caldo a uno con aria condizionata.

Quando esci, proteggiti con cappellino e occhiali scuri; in auto, accendi il climatiz-zatore, se disponibile, e in ogni caso usa le tendine parasole, specie nelle ore centrali della giornata.

Indossa indumenti chiari, non aderenti, di fibre naturali, come ad esempio lino e co-tone; evita le fibre sintetiche che impedi-scono la traspirazione e possono provoca-re irritazioni, pruriti e arrossamenti.

Bagnati subito con acqua fresca in caso di mal di testa provocato da un colpo di sole o di calore, per abbassare la temperatura corporea.

Consulta il medico se soffri di pressione alta (Ipertensione Arteriosa) e non interrompe-re o sostituire di tua iniziativa la terapia.

Non assumere regolarmente integratori salini senza consultare il tuo medico curante.

Ricordati di bere spesso.

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Persone che curano Persone

Campagna dedicata alla valorizzazione della professione infermieristica fonda-ta sulla reciprocità: il curante e il curato sono accomunati dal loro essere perso-ne (sotto il profilo umano i bisogni sono spesso interscambiabili). Per questo te-stimonial d’eccezione sono gli infermieri della AO di Cremona, i pazienti di tutte le età (a partire dal neonato) e gli stu-denti del Corso di Laurea per infermiere che hanno scelto di prestare il loro vol-to per raccontare la relazione di cura in

modo insolito, complice e profondo. Lo scopo? Richiamare l’attenzione sul tema dell’umanizzazione in ospedale, ambito all’interno del quale l’infermiere è una figura cardine.

Una locandina rappresenta in modo sim-bolico l’ospedale: ad ogni “finestra” cor-risponde una storia fatta di un incontro e uno scambio empatico fra infermiere e paziente.

Il 12 maggio scorso si è celebrata la Giornata Inter-nazionale dell’Infermiere. Per l’occasione l’Azienda Ospedaliera di Cremona, in collaborazione con il Servizio Infermieristico Aziendale (SITRA), ha lancia-to la Campagna promozionale “Persone che cura-no Persone”.

Giornata Internazionale dell’Infermiere 12 maggio 2014

Foto di Lorenzo Giglio

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Un video racconta in modo simbolico, at-traverso piccoli gesti di attenzione e cura, la reciprocità fra infermiere/persona e paziente/persona. Ecco perché è il pa-ziente a sistemare la divisa all’infermiere o ad usare il fonendoscopio. Non è tutto. Con i pazienti più piccoli si gioca, si fan-no le bolle di sapone e si leggono fiabe.

Una maglietta realizzata con il patroci-nio di IPAVSI che (oggi) tutti gli studenti del Corso di Laurea per Infermiere (Uni-versità degli Studi di Brescia – sede di Cremona) indosseranno durante le ore di tirocinio presso gli ospedali di Cremo-na e Oglio Po.

personechecuranopersone diventa un’opportunità di racconto aperto a tutti: sino al 12 maggio 2015 è possibile mandare un tweet o un selfie - www.ospedale.cremona.it

#Il materiale raccolto verrà selezionato e utilizzato per la Giornata Internazionale dell’Infermiere del prossimo anno. #

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“L’iniziativa organizzata dall’Azienda Ospedaliera di Cremona per questa ricorrenza – spiega Simona Mariani (Di-rettore Generale) segue e conclude le due precedenti campagne informa-tive dedicate agli infermieri - “La mia professione, il tuo sorriso” (2012) e “Mi prendo cura di te” (2013) - con il coinvol-gimento per nulla casuale dei pazienti. Questo per affermare ancora una vol-ta il forte legame che esiste tra gli infer-mieri e i loro assistiti, tra la professione e i cittadini ed è proprio con loro che desideriamo condividere simbolica-mente questo momento. In tal senso la loro testimonianza attraverso un Selfie o un Tweet assumerà un valore pecu-liare per la buona riuscita dell’iniziativa. I social-media, ai quali l’AO di Cremona si è aperta, fungono da medium impor-tante per stabilire un contatto con le persone, soprattutto con i più giovani. Non va dimenticato che dall’Ottocen-to ai giorni nostri la trasformazione del settore infermieristico è stata enorme: attualmente l’infermiere è un profes-sionista della salute, che ha acquisito un buon livello culturale e un rilevante bagaglio tecnico grazie anche alla sua formazione universitaria. Non solo, gra-zie al modello organizzativo per Inten-sità di cura – già applicato al presidio

ospedaliero Oglio Po e in fase di avvio al Presidio Ospedaliero di Cremona, l’infermiere assumerà un ruolo sempre più centrale nel percorso assistenziale diventando un riferimento irrinunciabi-le per il paziente. Rivolgo un ringrazia-mento particolare a tutti gli infermieri e al SITRA per aver sostenuto con entusia-smo la campagna Persone che curano Persone”.

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La campagna “Persone che curano Persone” è stata ideata dall’Ufficio Stampa e Comunicazione (Stefania Mattioli) e realizzata in collaborazione con AROPRODUCTION

La giornata trascorsa sul set è stata una autentica occasione d’incontro e scambio fra infermieri, pazienti e volontari. Insieme abbiamo affrontato un tema profondo come quello della relazione di cura con leggerezza ed entusiasmo.

Adaugo Chioma, Alice, Allison Ann, Amita, Arianna, Cristian, Danie-le, Emanuele, Federica,

Francesco, Gianvito, Giorgio, Giuseppe, Gra-zia, Lorenzo, Luciana, Manuela, Mariarosaria,

Marina, Mario, Matilde, Nathan, Ofelia, Patrizia, Roberta, Rosa, Sabrine Tiziana, Valentina.

Grazie a chi è stato sul set con noi: Grazie a chi è stato sul set con noi:

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Torcicollo, se ne va con gli esercizi

Cos’è il torcicollo? Quali sono i sin-tomi?Il torcicollo comune è una sindrome do-lorosa provocata da un’infiammazione dei muscoli del collo, i sintomi sono rap-presentati da una contrazione doloro-sa della muscolatura monolaterale del collo (lo sternocleidomastoideo in parti-colare) associata ad una rotazione del capo con difficoltà al posizionamento in asse del capo stesso. Esistono poi altre forme di torcicollo più importanti legate a patologie miogene o neurogene, ma che rappresentano problematiche neu-romuscolari specifiche.

Quali differenze ci sono tra cervi-cale e torcicollo?Il torcicollo coinvolge principalmente la muscolatura superficiale del collo di un solo lato. La sofferenza cervicale invece coinvolge la muscolatura profonda del rachide cervicale, le piccole articolazio-ni intervertebrali e le radici nervose dei nervi dei segmenti coinvolti. Le principali cause?Le cause consuete sono o un colpo d’aria, di solito fredda, o un eccesso di sollecitazione dei muscoli per mo-vimenti ripetitivi in torsione del collo.

Postura scorretta, correnti d’aria fredda, ore passa-te davanti al computer. Queste alcune delle cau-se scatenanti del torcicollo, una sindrome dolorosa che arreca fastidio e limita la mobilità del collo. Un disturbo in apparenza banale che condiziona un numero sempre maggiore di persone. Il rimedio? Piccoli accorgimenti quotidiani e qualche sempli-ce esercizio per sciogliere la muscolatura.

A domanda risponde Paolo Buselli Direttore UO Riabilitazione Specialistica Aziendale Presidio Ospedaliero di Cremona

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A domanda risponde Paolo Buselli Direttore UO Riabilitazione Specialistica Aziendale Presidio Ospedaliero di Cremona

Come si cura?Il trattamento del torcicollo comune si basa sulla risoluzione della contrattura: in primo luogo è utile il riposo, vanno evitati sforzi e movimenti bruschi durante la fase critica e può essere utile un cauto allun-gamento del muscolo contratto. Come adiuvante si possono applicare local-mente dei miorilassanti; talvolta può es-sere indicata l’applicazione di microcor-renti elettriche a scopo decontratturante. Possono insorgere conseguenze significative se non viene trattato?La conseguenza maggiore è il persistere del fastidio e l’assunzione forzata di una postura scorretta; se nonostante il fasti-dio viene mantenuta un’attività ripetiti-va di rotazione del collo, può sovrapporsi una sofferenza cervicale che complica ulteriormente il quadro clinico.

Quali gli esercizi più indicati per la cura del torcicollo?Gli esercizi migliori sono dei cauti eserci-zi in allungamento passivo e di mobiliz-zazione del capo in senso opposto alla trazione, con l’obbiettivo di sciogliere la muscolatura senza provocarne irri-tazione: ruotare lentamente il capo in direzione opposta al torcicollo, tenere il muscolo in tensione per 10 secondi e ri-lasciare lentamente. Ripetere l’esercizio.

E’ possibile fare prevenzione?Più che prevenire si tratta di evitare le cause che lo possono scatenare come le correnti d’aria e, in estate, i getti dell’aria condizionata. Da evitare – com-patibilmente con la propria professione - anche i lavori in posizioni forzate con rotazioni costanti e ripetitive del capo verso la medesima direzione, come ad esempio accade per i video terminalisti. Per chi lavora molte ore al computer o a uno sportello, il consiglio è quello di tene-re posizionato il monitor di fronte e non di fianco, anche mantenere il corpo in asse e una postura corretta è importante.

Informazioni Riabilitazione Specialistica Aziendale 0372 405 346 (segreteria) [email protected]

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Cardiologi in piazza contro lo “scompenso”Sabato 10 Maggio 2014: grande successo per la Gior-nata Europea per lo Scompenso Cardiaco. Più di 200 le persone che hanno partecipato. I cardiologi sono “scesi in piazza” per misurare pressione, frequen-za cardiaca e fornire informazioni e consigli utili.

Lo scompenso cardiaco è una malattia seria e molto diffusa: circa 14 milio-ni di persone in Europa ed oltre 1 milione in Italia convivono con questa condizio-ne, che rappresenta per le persone anziane la prima causa di ricovero in ospe-dale. Ogni anno in Italia si registrano quasi 200 mila nuovi casi. Anche a Cremona il dato è significativo: circa 600 i ricoveri ogni anno presso l’U.O. di Cardiologia. Fortunatamente lo scompenso può essere prevenuto e trattato: essere corretta-mente informati è uno dei primi strumenti a nostra disposizione.

A domanda risponde Giuseppe Di Tano, UO Cardiologia Presidio Ospitaliero di Cremona

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le caratteristiche cliniche del paziente. Una delle specificità dell’Ambulatorio è la presenza costante, oltre che del Cardiologo specialista, anche di per-sonale infermieristico dedicato che riveste nella gestione del paziente: infatti, oltre a coadiuvare il Cardiolo-go, si occupa di fornire informazioni educazionali e gestionali specifiche.

Qual è il percorso tradizionale pro-posto al paziente? Il paziente viene sottoposto alla visita, alla misurazione della pressione arterio-sa e della frequenza cardiaca, viene eseguito l’elettrocardiogramma ed il controllo del peso corporeo che rap-presenta un parametro fondamentale nella monitorizzazione del paziente affet-to da scompenso cardiaco cronico. In alcuni casi viene eseguito anche l’Eco-cardiogramma e un prelievo ematico con il dosaggio di un peptide ematico, il BNP (i cui livelli ematici si correlano con la gravità dello scompenso cardiaco). Vengono inoltre valutate le possibilità te-rapeutiche sia farmacologiche che non, in modo da personalizzare il livello tera-peutico alla gravità clinica della malattia. Come si accede all’ambulatorio per lo “scompenso”?L’accesso è programmato sia su richiesta del medico curante, sia tramite segnala-zione da parte degli specialisti dell’U.O. di Cardiologia. È attivo un numero tele-fonico (0372 405155) cui risponde un’in-fermiera dedicata che, oltre ad orga-nizzare le prenotazioni, svolge attività di counselling.

Informazioni U.O. di Cardiologia Ambulatorio per lo scompenso cardiaco Tel. 0372 405155 [email protected]

Quali i sintomi più frequenti e rico-noscibili?Lo scompenso cardiaco è una sindrome invalidante, per la quale il cuore perde progressivamente la capacità di pom-pare in modo adeguato il sangue nell’or-ganismo e che può avere conseguenze letali. Questo non significa che il cuore si è fermato o è a rischio di cessare di bat-tere. I sintomi a cui prestare attenzione sono i seguenti: sensazione improvvi-sa di fame d’aria, difficoltà di respiro, senso di stanchezza/spossatezza, pro-gressivo aumento di peso dovuto all’ac-cumulo di liquidi in tutto il corpo, battito cardiaco spesso irregolare.Sono queste le avvisaglie più frequenti della patologia che devono allertare il paziente e indurlo a rivolgersi al proprio medico curante. Quali sono le cause principali?Lo scompenso cardiaco è spesso l’evo-luzione finale comune a molte malattie e fattori di rischio cardiovascolari, tra le quali: malattia coronarica (l’infarto mio-cardico); ipertensione arteriosa; diabete mellito; cardiomiopatie (malattie primiti-ve del muscolo cardiaco caratterizzate da una esagerata dilatazione o aumento di volume del cuore); malattie delle val-vole cardiache Alterazioni del ritmo car-diaco (aritmie). Alcune forme di scom-penso, inoltre, hanno una componente di ereditarietà familiare o genetica.

Esiste un ambulatorio specifico a cui rivolgersi? Nell’U.O. di Cardiologia di Cremona è attivo da anni un ambulatorio dedica-to in cui i pazienti affetti da scompenso cardiaco vengono seguiti con visite pe-riodiche a seconda della gravità o del-

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Perché le zanzare pungono? Le zanzare, sia femmine che maschi, si cibano generalmente di nettare. Solo le femmine però pungono per succhiare il sangue: il pasto ematico è finalizzato alla deposizione delle uova. In alcune specie, quale la Culex pipiens, la zanzara più comu-ne nelle nostre regioni, il sangue permette un’abbondante deposizione di uova (cir-ca 10 volte più che con il nettare) mentre in altre specie il pasto di sangue è indi-spensabile per la deposizione delle uova. Possono trasmettere malattie? Se si quali?Le zanzare possono trasmettere numero-se malattie fra cui la più importante è la malaria, ma anche la dengue, la febbre chikungunya, la febbre West Nile ed altre infezioni ancora, alcune gravi altre banali.

Come difendersi dalle

Le zanzare sono insetti fastidiosi che ogni estate ci importunano a ogni ora del giorno e della notte. Oltre a prurito e gonfiore le loro punture possono trasmettere malattie di una certa importanza. Ecco informazioni, accorgimenti e rimedi.

A domanda risponde Angelo Pan Direttore UO Malattie Infettive e TropicaliPresidio Ospedaliero di Cremona

ZANZARE

A proposito di malaria, rappresen-ta ancora un pericolo nel nostro Paese?All’inizio del secolo scorso poco meno di un quarto del territorio nazionale era a rischio di malaria. Oggi i casi che vengo-no identificati sono tutti di importazione, legati ai viaggi in Paesi tropicali dove la malaria è ancora presente. Anche se è poco probabile, teoricamente la malaria potrebbe ritornare ad essere endemica nel nostro territorio, visto che le zanzare vetrici sono ancora presenti. Un episo-dio di trasmissione locale è avvenuto nel 1996 in Maremma quando una donna, che non aveva viaggiato, ebbe la mala-ria in seguito alla puntura di una zanzara che già aveva punto una vicina di casa,

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rientrata da un viaggio in aree tropicali. Attualmente ci sono delle epide-mie in corso originate dalla tra-smissione tramite puntura di zan-zara?In questo preciso momento non ne sono a conoscenza, ma con l’arrivo della stagione calda è probabile che si ripresentino le epidemie che abbia-mo osservato lo scorso anno, causate dal virus West Nile e da virus Toscana, il primo un virus importato, l’altro un virus caratteristico del nostro Paese. Quali rimedi si possono adottare per difendersi dalle zanzare? Per evitare le punture, oltre ad avere zanzariere alle finestre, si possono usare repellenti da applicare sulla cute, asso-ciando l’uso di pantaloni e camice a maniche lunghe, soprattutto all’alba e al tramonto, quando le zanzare “nostrane” come la Culex pipiens sono più attive. Purtroppo le “nuove” zanzare di impor-tazione, quali la Aedes albopictus, nota anche come zanzara tigre, pungono an-che durante il giorno, rendendo più dif-ficile l’applicazione di questa strategia. Nei Paesi tropicali, soprattutto per i bam-bini, è importante dormire sotto zanza-riere, meglio se impregnate di repellenti.

In che modo è possibile diminuire il numero di zanzare?Limitare i ristagni d’acqua, dove le zan-zare possono deporre le uova, evitan-do di lasciare contenitori che possano raccogliere l’acqua piovana, eliminare i sottovasi, controllare il funzionamento delle grondaie e dei sistemi di scoloIn campagna possono essere un’impor-tante riserva per le zanzare i vecchi co-pertoni, spesso utilizzati come pesi per i teloni nelle nostre cascine.

Un’accurata gestione degli orti è im-portante, stando attenti a non far for-mare depositi di acqua in contenitori o nelle pieghe di teli di plastica.Un’altra strategia è il controllo biologi-co con il Bacillus thuringiensis israelien-sis, adatto per la distruzione delle larve in ambito domestico, in quanto queste spore batteriche non hanno alcuna tossicità per l’uomo mentre causano una paralisi nelle larve. Per distruggerle si possono utilizzare anche larvicidi chi-mici, quali Diflubenzuron o Pyriproxifen disponibili presso le farmacie: queste sostanze devono essere utilizzate nei tombini, nelle griglie di scarico dell’ac-qua e nei pozzetti di raccolta dell’ac-qua piovana. Il vantaggio, relativo, della distruzione delle larve è legato all’uso in aree geografiche relativa-mente limitate.

E quando questi sistemi si sono rive-lati inefficaci?Come ultimo rimedio, anche per la tos-sicità, si possono usare i sistemi di ucci-sione delle zanzare adulte mediante la diffusione su ampia scala di insetticidi.Per informazioni più dettagliate su come limitare la diffusione delle zanza-re e delle zecche, consiglio di consul-tare il sito della ASL di Cremona (www.aslcremona.it).

Informazioni UO Malattie Infettive Tel. 0372 405 518 [email protected]

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Che praticare sport sia importan-te per la salute è ormai assodato. Quali le indicazioni per seguire questa buona abitudine in modo corretto, soprattutto d’estate? Muoversi e mantenersi in forma sono fattori determinanti per la longevità del corpo e dello spirito. Troppo spesso però, presi dall’entusiasmo e dal desiderio di “recuperare il tempo perduto”, prati-chiamo attività fisica in modo del tutto scorretto. Questo non solo spesso non porta ai risultati sperati, ma talvolta può essere addirittura controproducente. L’arrivo della stagione estiva e l’ansia da fatidica prova costume ci espo-ne a rischi a volte molto seri. La famosa corsa sull’argine alle ore 13 sotto il sole

In estate “l’ansia da forma fisica” spesso induce a comportamenti sportivi non proprio corretti.No a corse sotto il sole durante la pausa pranzo. Sì a un tuffo in piscina a stomaco vuoto. Con i dovuti accorgimenti, il nuoto è per tutti.

cocente “cosi intanto mi abbronzo” è l’errore più frequente. Se vogliamo fare attività fisica d’estate, soprattutto nel-le ore più calde, il nuoto rappresenta senza dubbio un valido compromesso.

Perché e quando il nuoto fa bene? E’ uno sport per tutti? È uno sport che si può praticare senza limiti di età purché vengano rispettate alcune regole fondamentali come ad esempio: non entrare mai in acqua a sto-maco pieno. Onde evitare sbalzi termici, è importante anche il tempo di acclima-tazione, specialmente se si entra in ac-qua dopo essere stati al sole per un paio d’ore. In questo caso è fondamentale so-stare qualche minuto all’ombra, bagnarsi

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Sport estivi? Nuoto il piu’ indicato

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il viso e il collo prima dell’immersione. Alle persone non particolarmente esperte consiglio di praticare questo sport in am-biente protetto (piscina) senza avventu-rarsi in ambienti più estremi (mare), dove un semplice crampo può rivelarsi “fata-le”. Il nuoto è sicuramente fra gli sport più adatti se si desidera recuperare rapida-mente la forma fisica poiché, interessan-do tutti i muscoli del corpo, permette una rapida ripresa della mobilità generale. E’ credenza comune che il nuoto sia un toccasana per il mal di schiena. E’ davvero così? Molto spesso si rivolgono a questo sport persone con problemi alla schiena e/o sciatalgie di ogni tipo, convinti che nuo-tare sia in ogni caso un’ottima terapia. Non sempre però è così: nuotando a rana o a delfino i muscoli lombosacrali e la colonna vertebrale sono molto solle-citati. Più indicato è il nuoto a stile libero che alleggerisce il carico di lavoro sulla colonna portando concreti benefici. A chi invece soffre di cervicalgia consiglio di nuotare a rana rovesciata o a dorso: in questi stili la maggior parte della spinta deriva dalle gambe e si evita di sollecitare troppo la muscolatura scapolo omerale. Ci sono rischi correlati al nuoto?Non esistono particolari rischi nel pratica-re questo sport: il consiglio è di praticarlo senza superare l’ora, per 3/5 volte a set-timana e, dal momento che in acqua la muscolatura perde parte della propria re-attività e propriocettività (capacità di re-agire rapidamente all’ambiente esterno), consiglio di abbinare sempre qualche se-duta settimanale (un paio) di palestra allo scopo di evitare il fenomeno.

Sede via Lazzari 26, Cremona) Tel. 0372 405 879 (segreteria) [email protected]

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Servizio a cura di Francesco Berti Medicina dello Sport Azienda Ospedaliera di Cremona

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Cos’è la cellulite? Può essere consi-derata una malattia?Il termine “cellulite” è stato coniato nel lontano 1920 per indicare un’alterazio-ne estetica e non una patologia della cute. Ci sono voluti molti anni per arrivare a considerare la cellulite un complesso processo degenerativo quale è e non una infiammazione del tessuto adiposo e connettivale. Pertanto il termine “cel-lulite” risulta improprio (essendo il suffisso “-ite” indice di processo flogistico, cioè infiammatorio). Il termine più corretto, anche se più complicato da ricordare, è pannicolopatia edemato-fibro-scle-rotica o PEFS, e descrive la patologia che colpisce soprattutto donne bian-che, già a partire dall’adolescenza, con un’incidenza stimata intorno all’80-90%.

Vita sedentaria, alimentazione squilibrata, fumo, alcool, disturbi circolatori, ereditarietà: sono molti i fattori che determinano l’insorgere della cellulite. Un problema tutto al femminile che si può curare e prevenire.

A domanda risponde Elisabetta Domaneschi UO Dermatologia Presidio Ospedaliero di Cremona

Quali sono i sintomi?Clinicamente è facile da riconoscere: si localizza soprattutto sulla superficie late-rale e posteriore delle cosce, ai glutei, ai fianchi e polpacci, ma anche alle brac-cia e al dorso. I sintomi variano a seconda dello stadio evolutivo: vanno dalla pelle opaca, ruvida e disomogenea al tatto delle fase iniziali (la cosiddetta “buccia d’arancia”), fino alla formazione di micro e macro noduli, infossamenti e avvalla-menti della cute delle fasi evolute (aspet-to a “materasso”). Se in fase iniziale è asin-tomatica, col passare degli anni ai sintomi obiettivi si associano progressivamente senso di pesantezza e tensione alle gam-be e ai piedi, fino a dolore intenso alla pressione e al tatto.

CELLULITE patologia o inestetismo?

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Quali le cause principali che deter-minano l’insorgere della cellulite?È noto che la PEFS è caratterizzata da alterazioni del tessuto adiposo (lipodistro-fia), connettivale (fibrosi) e del microcir-colo (edema interstiziale), indotte sia da fattori primari che da fattori secondari. Fra i primi si annoverano la genetica e l’ereditarietà: la cellulite è tipica del ses-so femminile, della razza caucasica, del biotipo latino. La genetica condiziona la distribuzione del tessuto adiposo, la predisposizione a sviluppare angiopa-tia periferica e insufficienza circolatoria. Esistono fattori secondari altrettanto determinanti?Certamente. Sono fattori che posso-no indurre o aggravare la PEFS quali ad esempio: lo stile di vita sedentario, la postura eretta o seduta per periodi lunghi, un regime alimentare non equi-librato, l’abitudine al fumo o l’abuso di alcolici, disturbi ormonali, ginecologici, metabolici, circolatori e l’assunzione di alcuni farmaci quali progestinici, anti-staminici, antitiroidei e betabloccanti.

Quali le terapie più efficaci per af-frontare tale problematica?Esistono tanti trattamenti: da quelli di con-solidata esperienza, come l’uso di creme specifiche, massaggi linfodrenanti, ben-daggi, pressoterapia, ionoforesi, mesote-rapia, intralipoterapia con fosfatidilcolina, a quelli che prevedono l’uso di dispositivi sofisticati (cavitazione, endermologie), fino a procedure chirurgiche e di liposu-zione. Bene inteso che tali trattamenti vanno eseguiti rigorosamente su indica-zione del medico curante e dopo consul-to specialistico.

PREVENIRE LA CELLULITE SI PUÒLa cellulite va curata e si può prevenire controllando i fattori di rischio. Se poco o nulla si può rispetto all’ereditarietà e la predisposizione genetica, tanto si può fare per ridurre i fattori di rischio secondari:

Seguire un’alimentazione sana ed equilibrata che preveda un ridotto ap-porto di grassi, carboidrati (soprattutto zuccheri raffinati) e sale in favore di un aumento di fibre, frutta e verdura

Bere almeno 1lt e mezzo di acqua al giornoIntegrare la dieta con vitamine A, C, E, eli-minare gli alcolici e il fumo.

Svolgere regolare attività fisica (so-prattutto aerobica)

Adottare abbigliamento e calzatu-re idonei (no a pantaloni troppo stretti e tacchi troppo alti)

Massaggiare creme specifiche

Riassumendo possiamo far fronte alla cellulite impiegando terapie specifiche e uno stile di vita sano.

Informazioni UO DermatologiaTel. 0372 405 316 [email protected]

CELLULITE patologia o inestetismo?

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La squadra dei Fer.mi è un esempio di come lo sport possa abbattere barriere e discriminazioni. In campo solo persone accomunate da entusia-smo e voglia di giocare. La vittoria più autentica? Condividere esperienze e relazioni.

Come è nata l’idea del progetto “FER.MI”?Questo progetto è nato tre anni fa grazie all’intuizione di un infermiere della nostra Unità Operativa, Davide Alberichi, che ha messo a disposizione del centro riabilitati-vo la sua esperienza come personal fitness trainer. La squadra del “I FER.MI” è iscritta da diverso tempo a campionati C.S.I., distinguendosi con risultati brillanti: da tre anni è campione interprovinciale e parte-cipa spesso a tornei e amichevoli cittadini.

Cosa “imparano” i pazienti grazie a questa esperiienza?Attraverso il gioco del calcio, uno sport di squadra dal valore socializzante, i pazien-ti apprendono regole di responsabilità, imparano a gestire i vari momenti della giornata, a curare la propria persona, a mettersi in gioco e a rapportarsi con gli altri nel rispetto di ogni ruolo. È uno sport per tutti: orientato alla persona e non alla prestazione, alla promozione del soggetto e non alla pratica disciplinare.

Un “calcio” al disagio

Le formazioni al calcio d’inizio del torneo presso il campo sportivo Oratorio San Francesco Cremona

25 aprile 2014 Torneo dei Fer.mi

UO di Psichiatria 29

A domanda risponde Maria Cristina Sanna Coordinatrice dell’Area Riabilitativa - UO di Psichiatria 29Presidio Ospedaliero di Cremona

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In questo contesto l’utente si sente “anel-lo di una catena” solida; il rischio di sentir-si “anello debole” è contenuto grazie al prevalere dell’orgoglio e della soddisfa-zione di far parte di un gruppo. Ciò con-sente anche di sentirsi vincenti, sensazio-ne non certo familiare per i nostri ragazzi. Chi è l’allenatore?Davide Alberichi è un infermiere che ha saputo coniugare la competenza profes-sionale con la propria passione e quella dei pazienti per lo sport. È allenatore, per-sonal trainer, colui che “detta le regole”, con il compito fondamentale di gestire le caratteristiche e le condizioni di ciascun paziente nel gioco di squadra. Deve avere la capacità e la coerenza di far coesiste-re gli equilibri, spesso non stabili, di ciascu-no a favore del “momento insieme”. Per il gruppo è un punto di riferimento importan-te ed è riconosciuto e rispettato da tutti. Quali i benefici del gioco di squa-dra?Stimola la cura di sé e del proprio corpo, promuove la socializzazione, permette l’accesso e dà valore al gruppo. Il calcio è facilmente accessibile e permette a chiunque di giocare, facilita il confronto con se stessi in un contesto meno rigido e formale; aumenta la fiducia e l’autosti-ma attraverso la gratificazione di bisogni

narcisistici e competitivi. Lo sport in gene-re permette di compensare sentimenti di inferiorità grazie all’acquisizione di un senso del dovere e di maggiore tolle-ranza alle frustrazioni e attiva l’interesse verso una realtà esterna al circuito psi-chiatrico. Favorisce anche una migliore conoscenza dei Dipartimenti di Salute Mentale e delle loro attività nella realtà sociale riducendo i pregiudizi e i timo-ri nei confronti della malattia mentale. In che modo questo progetto può essere definito terapeutico?Quando il calcio e il disagio si incontrano su un terreno comune, si confondono e inizia la magia. In campo, in calzoncini e maglietta, si è tutti giocatori; i pazienti non si distinguono più dagli operatori e ogni pregiudizio viene meno. Tutti rincorrono lo stesso sogno, una vittoria sul campo: un diritto, il diritto alla normalità, alla pratica sportiva, nessuno escluso.

Informazioni:Struttura Riabilitativa Psichiatrica Tel. 0372 405 030Mail: [email protected]

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Bimbi prematuri

Cuore di Magliat nasce nel 2008, da un’idea di Laura Nani e un gruppo di amiche. Scarpine piccolissime e cap-pellini buffi per scaldare i bimbi nati pretermine; copertine, corredini per bambini con famiglie in difficoltà, tutto ri-gorosamente fatto a mano, con filati pre-giati, lana purissima, cashmere, merinos. Le Terapie Intensive Neonatali di tutta Ita-lia apprezzano in modo particolare i doni

Cuore di Maglia approda a Cremona

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che arrivano da Cuore di Maglia, perché rientrano nel protocollo “Care”. Rendere quindi più umana la permanenza in ospe-dale, sia del piccolino che dei genitori.

“Cuore di Maglia” è presente in 40 Ospe-dali Italiani e in 5 Centri di Aiuto alla Vita, dove vengono programmate consegne mensili o semestrali. cuoredimagliablog.blogspot.it

All’UTIN di Cremona sono arrivati i corredini fatti a mano

Laura Nani con Monica Ravani, Carlo Poggiani e le volontarie di Cuore di Maglia

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Dopo l’esordio on line (www.ospedale.cremona.it), Tv (Cremona1) e al cine-ma (multisala CremonaPO), il format dell’AO di Cremona torna sul grande schermo all’Arena Giardino.

Ipertensione, infertilità di coppia, in-continenza urinaria e tromboemboli-smo venoso, uso corretto degli antibio-tici, glaucoma, chirurgia dell’obesità, donazione degli organi, insufficienza renale e disturbi del sonno gli argo-menti trattati.

Cinema d’estate c’è Pofilo Salute

Informazione sanitaria sul grande schermo ogni sera all’Arena Giardino.

Profilo Salute è il format multimediale pensato per animare la notizia e fornire informazioni corrette ai cittadini rispet-to a specifiche patologie. Una sorta di prontuario per riconoscere i sintomi e affrontare il percorso diagnostico e terapeutico più efficace e indicato ri-spetto al problema. .

Guarda le puntate di “Profilo Salute” su www.ospedale.cremona.it.

Ideato e realizzato dall’Ufficio Stampa e Comunicazione dell’Azienda Ospedaliera di Cremona in collaborazione con Aroproductions

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Si ringrazia