inquinamento luminoso: “accecati dalla...

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Ultimo aggiornamento: 22/08/2011 web: www.pibinko.org/bmp mail: [email protected] nota: layout ottimizzato per stampa opuscolo A4 Inquinamento luminoso: “Accecati dalla luce”. Guida per conoscere e combattere l’inquinamento luminoso. A cura di Buiometria Partecipativa/Attivarti.org

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Ultimo aggiornamento: 22/08/2011

web: www.pibinko.org/bmp

mail: [email protected] nota: layout ottimizzato per stampa opuscolo A4

Inquinamento

luminoso: “Accecati

dalla luce”. Guida per conoscere e combattere l’inquinamento

luminoso.

A cura di Buiometria Partecipativa/Attivarti.org

Dichiarazione di LaDichiarazione di LaDichiarazione di LaDichiarazione di La Palma (2007) Palma (2007) Palma (2007) Palma (2007) ---- Art.1:Art.1:Art.1:Art.1:

Un cielo notturno incontaminato tale da consentire la

contemplazione del firmamento dovrebbe essere considerato

un diritto inalienabile dell'umanità al pari di altri diritti quali

quelli ambientali, culturali e sociali, a causa del forte impatto

che ha sullo sviluppo delle popolazioni e sulla conservazione

della biodiversità.

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

6

Sommario Premessa ........................................................................................................................... 8

Che cos’è l’inquinamento luminoso? ................................................................................. 8

Da cosa è provocato l’inquinamento luminoso? ................................................................ 9

Quali problemi crea l’inquinamento luminoso? ............................................................... 10

Distruzione “dell’altra parte del paesaggio” e perdita di un’antichissima fonte di

ispirazione e conoscenza. ............................................................................................. 10

Ostacolo alla ricerca scientifica e alla divulgazione astronomica................................... 11

Spreco energetico e di risorse. ..................................................................................... 12

Abbagliamento e ridotta sicurezza stradale e urbana. .................................................. 12

Problemi per la salute ed il benessere delle persone. ................................................... 14

Distruzione dell’habitat (notturno) di molte specie di animali. ..................................... 14

Gli effetti positivi dell’inquinamento luminoso. ............................................................... 16

Come si diffonde l’inquinamento luminoso? .................................................................... 16

I cinque criteri per una corretta illuminazione. ................................................................ 17

1. Come illuminare. ................................................................................................... 17

2. Quanto illuminare. ................................................................................................ 18

3. Ottimizzare l’impianto........................................................................................... 19

4. Usare lampade efficienti. ...................................................................................... 19

5. Gestione dell’impianto. ......................................................................................... 20

La qualità della luce. ........................................................................................................ 20

I LED: la luce del futuro. ................................................................................................... 22

Conclusioni ...................................................................................................................... 23

Bibliografia ...................................................................................................................... 24

Sitografia ......................................................................................................................... 24

Credits ............................................................................................................................. 24

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

8

Premessa

Questa dispensa è stata redatta utilizzando materiale raccolto a partire dal

2008 nell'ambito del progetto di BuioMetria Partecipativa, utilizzato via via

come base per numerose presentazioni divulgative sul problema

dell'inquinamento luminoso.

Il testo non ha la pretesa di costituire un riferimento esaustivo sulla materia in

oggetto, mentre sicuramente può costituire uno spunto di partenza per un

lettore che non sia a conoscenza del problema dell'inquinamento luminoso,

delle sue principali conseguenze e delle misure oggi esistenti per combatterlo.

Che cos’è l’inquinamento luminoso?

Tecnicamente l’inquinamento luminoso è l’emissione di luce al di fuori delle

aree in cui questa è funzionale alla visione notturna. Si può anche definire

come l’introduzione indesiderata

di luce nell’ambiente. Nella foto è

ben visibile l’effetto più

spettacolare del fenomeno.

L’immagine è stata scattata nel

dicembre 2010 dalla Stazione

Spaziale Internazionale (ISS) da

oltre 200 km di distanza e ritrae

la nostra penisola di notte.

Dall’immagine si notano subito

due aspetti importanti del

fenomeno:

1. E’ un problema che riguarda le zone più densamente abitate e quelle più

sviluppate dal punto di vista industriale. Questo vale per l’Italia ma anche

per il resto del mondo. Nell’immagine si riconoscono bene alcune delle

maggiori città: Roma, Napoli, Bari, solo per fare degli esempi.

2. E’ un fenomeno importante. Quanta energia viene sprecata ogni notte per

far arrivare tutta quella luce fino nello spazio!

Figura 1: “Dedicata a tutti gli italiani nel mondo” -

credit magisstra/flickr

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

9

Da cosa è provocato l’inquinamento luminoso?

La causa principale dell’inquinamento

luminoso sono i lampioni che

disperdono luce. Nell’immagine è

visibile il peggiore tra i lampioni

disperdenti: un globo trasparente non

schermato. Questo tipo di lampione,

altamente inefficiente, è in grado di

sprecare oltre il 50% dell’energia che

consuma. Questo perché solo una parte

della luce viene correttamente

impiegata per illuminare a terra e

consentire la visione notturna (1). Il

resto della luce viene sprecato perché va direttamente verso il cielo (2) oppure

è luce cosiddetta “intrusiva” (3). Quest’ultima, ad esempio, può abbagliare le

persone o disturbare il sonno perché entra nelle nostre camere da letto. Il

mosaico seguente mostra alcune comuni tipologie di lampioni inquinanti. [1]

Figura 3: “Lampioni inquinanti” - credit Giubbilini (CC)

Figura 2: “Il meccanismo dell’IL” - credit M.

Vedovato e G. Lunelli

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

10

Quali problemi crea l’inquinamento luminoso?

Lungi dall’essere solo un problema di astronomi e amanti del cielo,

l’inquinamento luminoso nasconde molte insidie, alcune ovvie, altre meno, ma

tutte molto importanti.

Distruzione “dell’altra parte del paesaggio” e perdita di un’antichissima

fonte di ispirazione e conoscenza.

Partiamo dal problema più

evidente: l’inquinamento

luminoso rende difficile, se

non proprio impossibile,

l’osservazione delle stelle.

Provoca la distruzione di

quello che, di fatto, è

l’altra parte del paesaggio:

il cielo stellato. Ciò può

essere inteso come un

problema culturale e

filosofico. Sicuramente il

cielo stellato ha costituito

(e costituisce) fonte inesauribile di inspirazione per scrittori, poeti, pittori e

filosofi di ogni era. E’ però anche un problema scientifico di non secondaria

importanza. Non dobbiamo, infatti, dimenticare gli enormi passi avanti che

l’umanità ha fatto e sta facendo grazie all’osservazione e lo studio dei

fenomeni celesti. Da sempre, il cielo è stato osservato e studiato, soprattutto a

fini pratici e di controllo. L’uomo osserva il moto degli astri per comporre il

calendario, necessario in agricoltura. Anche per navigare e viaggiare era

necessaria la conoscenza degli astri. Non ultimo, il cielo veniva osservato per

predire fenomeni come le eclissi, che da sempre incutono un certo timore

nell’uomo e che in passato venivano usate per dimostrare il potere e la

saggezza di chi era in grado di prevederle. Da Galileo in poi le nostre

conoscenze sono letteralmente esplose ed il mondo è cambiato, nel giro di

pochi anni, proprio grazie alle conoscenze derivate dall’osservazione e dallo

studio del cielo e della sua meccanica.

Figura 4: “Galileo Telescope” - credit Phillyist.com

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

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Ostacolo alla ricerca scientifica e alla divulgazione astronomica.

L’inquinamento luminoso al giorno d’oggi costituisce un grande problema

anche per lo studio del cielo, sia a livello amatoriale sia scientifico. Non è un

caso che i primi ad essersi

accorti del problema siano stati

proprio gli astronomi e gli

astrofili (amanti del cielo). La

prima legge per la protezione

del cielo stellato risale al 1958

ed è stata emanata in America,

al fine di proteggere un

importante osservatorio in

Arizona. Da allora il problema è

sempre stato in crescita, a

causa dell’aumento

esponenziale della popolazione e delle aree urbane nonché di gravi lacune

culturali sull’argomento. Gli astronomi professionisti si sono dovuti ritirare nei

più remoti deserti o hanno dovuto inviare i telescopi nello spazio per poter

continuare le ricerche. Gli astrofili invece sono ormai condannati a fare lunghe

ore di auto, di notte, alla ricerca di qualche luogo remoto, meno contaminato

dalla luce dispersa. Questo comporta anche un altro importante problema:

fare divulgazione astronomica e ricerca dalla città è ormai molto difficile se non

impossibile. Così, molti osservatori che fino a qualche decina di anni fa erano

all’avanguardia nella ricerca, sono ora avvolti in una nebbia luminosa e

costretti a svolgere attività secondarie o di divulgazione, oppure alla chiusura.

Possiamo citare luoghi simbolo come Arcetri (Fi), Brera (Mi), Monte Mario

(Roma), solo per fare degli esempi. Stessa sorte tocca ai molti osservatori

amatoriali.

Figura 5: “Klagenfurt Obs.” - credit flickr/Geek7 (CC)

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

12

Spreco energetico e di risorse.

Un altro aspetto legato al

problema provocato

dall’inquinamento luminoso

è lo spreco energetico. Tutta

la luce prodotta e non

funzionale alla visibilità

notturna è energia buttata

letteralmente al vento.

Considerando che, in Italia,

gran parte della corrente

elettrica è prodotta utilizzando fonti fossili non rinnovabili (in primis metano e

olio combustibile), l’inquinamento luminoso è indirettamente responsabile

anche dell’aumento dell’inquinamento atmosferico. Utilizzando impianti

moderni correttamente gestiti invece il risparmio è considerevole, dal 30% al

50%! In Italia si trovano ormai diversi comuni che hanno rinnovato il proprio

parco luci, vedendo aumentare la luce a terra e diminuire sensibilmente i

consumi elettrici. [2]

Abbagliamento e ridotta sicurezza stradale e urbana.

Passiamo ai problemi forse

meno noti. Un’errata

illuminazione stradale può

causare diversi pericoli alla

circolazione dei veicoli e dei

pedoni. Non è assolutamente

vero che più luce equivale a più

sicurezza. Una cattiva

illuminazione, ad esempio

eccessiva in alcune zone ed

assente in altre, rende

abbaglianti le aree illuminate e

molto scure quelle senza illuminazione. Il concetto principale di una buona

illuminazione urbana è quello non di illuminare tanto ma di farlo in maniera

uniforme, in modo da eliminare eccessivi contrasti. Anche cartelloni

Figura 6: "factory" - credit Ben Reierson/flickr (CC)

Figura 7: “attraversamento pedonale” - credit Cielobuio

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

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pubblicitari illuminati male, nonché fari e lampade non schermati possono

abbagliare e distrarre l’automobilista.

Una delle zone più rischiose per i

pedoni in città è

l’attraversamento pedonale:

quando questo è male illuminato

rende poco visibile la persona

che attraversa e le luci non

schermate dirette negli occhi

degli automobilisti rendono

ancora più pericolosa la

situazione. Spesso si assiste a

situazioni paradossali: con lo

scopo di risolvere il problema lo si

accentua. Dagli impianti sportivi, in particolar modo, capita spesso che

fuoriescano quantità spropositate di luce che letteralmente invadono le strade

circostanti, costringendo gli automobilisti a procedere con molta cautela per

non correre pericoli. Un altro aspetto riguarda la sicurezza nelle aree

residenziali. E’ opinione comune che per avere maggior sicurezza di notte, cioè

per tenere alla larga ladri o malintenzionati, si debba illuminare i giardini e le

aree circostanti le abitazioni tutta la notte. Questo è un controsenso. E’ chiaro

che i ladri per agire hanno bisogno della luce, quindi è molto più sospetta

un’eventuale torcia che si agita nel buio in piena notte di un giardino sempre

illuminato. E’ un dato ormai assodato che la maggior parte dei furti avviene di

giorno o nei periodi di vacanza, quando cioè le case sono vuote. Una soluzione

a questo problema è data dalla possibilità di installare sensori di presenza, cioè

dei dispositivi elettronici che accendono le luci solo in presenza di movimento.

Figura 8: "ippodromo" - credit Giubbilni (CC)

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

14

Problemi per la salute ed il benessere delle persone.

Avere una luce costante negli

occhi di notte è fastidioso,

ovviamente. I problemi però

non si limitano al fastidio. Il

nostro corpo si è sviluppato

per vivere in alternanza tra il

giorno e la notte. Se da un lato

il nostro organismo ha bisogno

di un certo numero di ore di

luce durante il giorno, dall’altro, necessita di alcune ore di buio durante la

notte. È di notte, infatti, che l’organismo produce un ormone, la melatonina,

che è fondamentale per il nostro equilibrio psicofisico. Essa, fra le altre cose,

regola il ritmo circadiano (l’alternanza tra giorno e notte). La melatonina si può

addirittura acquistare al supermercato, sotto forma di integratore alimentare,

per combattere disturbi del sonno e problemi legati al jet lag (ovvero al cambio

repentino di fuso orario). Ormai sono moltissimi gli studi al riguardo. E’

accertato che anche una piccola quantità di luce durante la notte

(specialmente luce molto bianca/blu), inibisce la produzione di melatonina.

Una costante soppressione di questo ormone, può avere effetti molto gravi

sulla nostra salute e portarci a sviluppare malattie croniche importanti [3].

Distruzione dell’habitat (notturno) di molte specie di animali.

Come l’uomo, anche gli

animali hanno bisogno di

periodi di luce e di buio.

Anzi, vi sono moltissime

specie di animali che

svolgono le loro funzioni più

importanti di notte.

Possiamo definire la notte

come l’habitat principale di

alcuni animali come i rapaci

notturni, i pipistrelli, molti

insetti, rettili ecc. Quindi, invadere la loro notte con la luce equivale a

Figura 9: "insonnia"

Figura 10: "insetti e pipisterello" - credit Giubbilini (CC)

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

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distruggere il loro habitat. Molti animali, inoltre, risentono in maniera più o

meno indiretta dell’illuminazione eccessiva e incontrollata. Ad esempio gli

insetti, attirati dalla luce dei lampioni, finiscono per essere predati molto più

frequentemente rispetto al normale dato che i loro predatori si mettono vicino

alle fonti di luce dove sanno si poter avere cibo facile ed in abbondanza (alcune

specie di pipistrello si sono in particolare adattare in questo senso). Le

abitudini di molti animali si modificano in maniera sensibile all’aumentare dei

livelli di illuminazione notturna. Se, naturalmente, questo accade nei periodi di

Luna piena (molti animali ad

esempio, con la Luna piena riducono

la propria attività notturna per

l’aumentato rischio predatorio), un

costante aumento dei livelli luminosi

comporta per questi animali un

notevole disagio, un maggior rischio

di essere predati ed in sostanza una

diminuita speranza di sopravvivenza.

Altri, come gli uccelli migratori ad

esempio, vengono attirati da fari,

strutture illuminate come grattacieli,

antenne ecc. e rimangono

letteralmente rapiti per ore dalla luce, girando intorno e spesso morendo

esausti o schiantandosi contro le stesse strutture. Un altro animale simbolo dei

problemi che l’inquinamento luminoso può portare alla fauna è la tartaruga

marina. Durante gli anni settanta e ottanta, quando molte delle spiagge in cui

avveniva la deposizione delle uova si sono ritrovate a ridosso di nuove zone

urbanizzate, si è notata una forte diminuzione dei nidi di uova. Questo perché

gli adulti non amano deporre le uova in zone luminose. Inoltre, i piccoli che

nascevano sulle spiagge illuminate perdevano l’orientamento, non riuscendo a

trovare rapidamente il mare, e così finivano più facilmente preda di altri

animali o sotto le ruote delle auto di passaggio sulle strade limitrofe. Queste

situazioni per fortuna stanno migliorando grazie all’impegno delle associazioni

ambientaliste ed alla sensibilità degli amministratori [4].

Figura 11: "tartarughe" - credit EHPonline.org

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

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Gli effetti positivi dell’inquinamento luminoso.

Al momento non risultano noti effetti positivi dell’inquinamento luminoso… se

escludiamo la possibilità, per gli astronauti, di vedere la Terra brillare dallo

spazio!

Come si diffonde l’inquinamento luminoso?

L’inquinamento luminoso si diffonde

dalla sorgente luminosa a causa della

presenza dell’atmosfera. Più

l’atmosfera è spessa ed opaca, più la

luce si diffonde. Ha lo stesso effetto di

un vetro satinato. E’ per questo

motivo che i raggi di luce con basso

angolo sull’orizzonte si diffondono di

più: lo strato di atmosfera che si

trovano di fronte è maggiore e quindi

contiene una maggiore quantità di

particelle opache (vedi la lunghezza delle frecce nel disegno di lato). La luce

che viene inviata direttamente verso l’alto, invece, da questo punto di vista è

meno dannosa perché ha

minore possibilità di diffondersi.

Ad ogni modo, l’effetto che

l’atmosfera ha sulla luce dei

lampioni è lo stesso effetto che

ha sulla luce proveniente dal

Sole: la diffonde, impedendoci di

vedere le stelle. Infatti, se non ci

fosse l’atmosfera, anche di

giorno vedremmo un cielo nero

Figura 13: “Come si diffonde l’IL” - credit M.

Vedovato e G. Lunelli

Figura 12: "giorno con stelle" – Stellarium (CC)

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

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e stellato, come di notte. Non potendo però, fare a meno dell’atmosfera, è

necessario individuare altre soluzioni al problema.

I cinque criteri per una corretta illuminazione.

Di seguito vediamo i cinque pilastri fondamentali per una corretta

illuminazione e gestione della luce (per approfondimenti: www.cielobuio.org).

1. Come illuminare.

Il metodo più semplice per

limitare la quantità di luce

inviata verso l’alto è quello di

usare lampioni schermati nei

quali la lampada sia

completamente contenuta nel

corpo illuminante e che non

emettano luce ad angoli

superiori ai 90° sopra

l’orizzonte. Lampioni del

genere si dicono “full cut-off”. La luce non viene dispersa ma è convogliata solo

dove serve. Nelle notti con nebbia è facilmente visibile il cono di luce tipico di

questi impianti. Esistono molti esempi di impianti a norma. Nella foto seguente

sono visibili alcuni fra i modelli più comuni. E’ anche importante installarli

correttamente. Oltre a selezionare corpi illuminanti full cut-off, è anche

importante che gli stessi vengano installati correttamente. Se una volta, con i

vecchi impianti, era necessario inclinare il corpo illuminante per convogliare la

luce dove serviva, con conseguente spreco, con i nuovi impianti questo non è

più necessario. I corpi illuminanti di ultima generazione sono dotati di ottica al

loro interno e sono realizzati in modo che, anche se installati orizzontalmente

(come deve essere), convoglino la luce correttamente dove è necessario.

Figura 14: “confronto” - credit M. Vedovato e G. Lunelli

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

18

Figura 15: "lampioni full cut-off" - credit Giubbilini (CC)

2. Quanto illuminare.

Un altro aspetto da considerare per limitare gli sprechi è la quantità di luce che

si impiega per illuminare. A questo

proposito torna utile fare un esempio

idraulico. Pensiamo di voler riempire

rapidamente una bacinella con un

rubinetto. Se l’acqua dal rubinetto

uscisse troppo forte, una parte di

essa uscirebbe dalla bacinella. Se

invece regoliamo la potenza del

rubinetto in maniera ottimale, si

riesce a riempire la bacinella in minor

tempo, senza sprecare acqua. Questo

è esattamente quello che si deve fare

quando si realizza un impianto di

illuminazione. Se si dosa la potenza delle lampade in maniera ottimale, si

riuscirà ad illuminare correttamente, senza sprecare energia. Certamente, non

Figura 16: "rubinetto" - credit D. Bonata

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

19

si riuscirà mai a portare a zero la quantità di luce che viene dispersa in questo

modo, perché una certa quantità dovrà per forza “rimbalzare” sulle superfici

da illuminare e andare verso l’alto. Questo è il meccanismo che ci consente di

vedere di notte. Si può però ridurre al minimo la luce che “rimbalza”: ad

esempio studiando le superfici da illuminare e scegliendo caso per caso la

quantità di luce più adatta (superfici chiare avranno bisogno di meno luce,

superfici scure di più luce ecc.).

3. Ottimizzare l’impianto.

Un altro aspetto strettamente legato alla quantità di luce da inviare a terra è il

numero dei lampioni da installare.

Ottimizzando il rapporto tra la distanza

dei pali e la loro altezza, è possibile

ottenere l’illuminazione più efficiente,

riducendo al minimo il numero dei pali.

Il rapporto minimo da mantenere per

quasi tutte le leggi regionali italiane è

3,7 (quindi ad esempio se ho pali alti 10

m, li devo installare almeno ad una

distanza di 37 m l’uno dall’altro). Con gli

impianti moderni, comunque, questo

valore può in molti casi essere superato.

4. Usare lampade efficienti.

Al fine di risparmiare energia è anche

importante utilizzare sorgenti

luminose moderne ed efficienti. Non

tutte le lampadine emettono la stessa

luce. Infatti, esiste un parametro che,

a parità di energia elettrica

consumata, indica quanta luce viene

emessa dalla sorgente. A parità di

energia elettrica consumata, si

preferiscono le sorgenti che emettono

più luce. Con l’avvento dei LED, però,

Figura 17: "lampioni" - credit Giubbilini (CC)

Figura 18: "fonti luminose"

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

20

questo concetto va rivisto ed ampliato con il concetto di “qualità della luce”,

che vedremo più avanti.

5. Gestione dell’impianto.

L’ultimo aspetto che si inserisce nell’ottica del risparmio energetico, oltre che

della riduzione dell’inquinamento luminoso, è quello della corretta gestione

dell’illuminazione. Molto spesso capita di vedere strade deserte di notte o vie

ciclabili illuminate a giorno, a

qualsiasi ora della notte. Pur

mantenendo i parametri

d’illuminazione minimi per

garantire la sicurezza delle

strade, è possibile ridurre

l’illuminazione di

determinate strade dopo

una certa ora nella notte.

Quindi, strade fortemente

trafficate, che nelle prime

ore serali necessitano di

forte illuminazione, possono essere illuminate meno con il procedere della

notte, ovvero quando il flusso di traffico diminuisce. Tale regolazione può

essere eseguita in automatico con dispositivi programmabili, ad esempio i

riduttori di flusso. Questi ultimi, inoltre, stabilizzano la corrente in ingresso alle

lampade, assicurandone una durata maggiore.

La qualità della luce.

Come accennato poco sopra, la qualità della luce è oggi un aspetto molto

importante da considerare nella realizzazione di un impianto di illuminazione.

Non tutte le luci, infatti, sono uguali e non tutte interferiscono allo stesso

modo con l’ambiente e con l’uomo. La luce visibile costituisce una parte dello

spettro elettromagnetico. L’intervallo di lunghezze d’onda del visibile va circa

dai 380 nm (leggi: nano metri) a 760 nm. Le lunghezze d’onda inferiori sono

relative al blu, quelle superiori al rosso. Il grafico che raffigura il tipo di luce si

chiama spettro. Ogni luce ha un suo spettro che la caratterizza. La luce del

giorno, ad esempio, ha uno spettro molto uniforme su tutte le lunghezze

Figura 19: "skyglow" - credit PatricJ/flickr (CC)

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

21

d’onda. Le lampadine ad incandescenza (Tungsten Incandescent nell’immagine

sopra) invece hanno poche componenti con basse lunghezze d’onda e via via

crescenti verso lunghezze d’onda maggiori: non a caso, la luce delle lampadine

ad incandescenza è tendente al giallo-rosso. Altre tipologie di fonti luminose

hanno spettri differenti. Un tipo di luce molto comune sulle nostre strade è

quella arancione. Questo tipo di luce deriva dalle lampade al sodio, a bassa o

ad alta pressione. Le lampade al sodio a bassa pressione (Low Pressure Sodium)

hanno uno spettro formato soltanto da una riga molto alta intorno ai 600 nm,

ed emettono una luce gialla, da cui deriva una resa cromatica molto bassa, cioè

non consentono di riconoscere bene i colori di ciò che illuminano. Per questo

oggi si preferisce usare le lampade al sodio ad alta pressione (High Pressure

Sodium) che hanno una migliore resa cromatica. Un altro tipo di luce molto

diffusa sulle nostre strade è quella delle lampade al mercurio, che producono

una luce piuttosto bianca. Le lampade al mercurio sono vietate da qualche

anno (perché contengono mercurio, che è tossico e altamente inquinante) e

quindi via via verranno sostituite. Qual è però la differenza tra una fonte e

l’altra dal punto di vista dell’inquinamento luminoso? Ci sono due differenze

fondamentali, legate entrambe alla lunghezza d’onda della luce emessa. La

prima riguarda l’interferenza della luce artificiale con le scienze astronomiche.

In astronomia, infatti, si studia la debole luce proveniente dalle stelle. Questa

si trova nella parte bassa dello spettro visibile, nel blu. Se la luce artificiale

usata per la pubblica illuminazione ha componenti ridotte nel blu, basterà

Figura 20: "spettro elettromagnetico"

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

22

“tagliare” le altre lunghezze d’onda con gli appositi filtri applicati ai dispositivi

di osservazione per evitare il problema dell’interferenza. Per questo motivo,

dal punto di vista astronomico, la migliore luce in assoluto è quella al sodio a

bassa pressione: Avendo uno spettro caratterizzato da una riga centrata sui

600 nm, può essere “tagliato” senza interferire sulla luce utile alle osservazioni.

La luce al sodio ad alta pressione è una via di mezzo tra la migliorata resa

cromatica ed uno spettro non proprio nullo alle basse lunghezze d’onda, ma

comunque non troppo invasivo. Ad esempio, lampade al mercurio o agli

alogenuri metallici hanno spettri più consistenti nella zona del blu. La loro luce,

quindi, è più difficilmente filtrabile e più dannosa alla ricerca astronomica.

L’altro aspetto legato alla qualità della luce riguarda la cosiddetta temperatura

di colore e verrà illustrato nel prossimo paragrafo.

I LED: la luce del futuro.

I LED, molto probabilmente, saranno la luce del futuro. Hanno a loro favore

molti aspetti, fra i quali il fatto di consumare pochissima energia, di poter

essere accesi e spenti immediatamente (al contrario delle luci usate

attualmente, che richiedono un certo tempo di riscaldamento) e sono di

dimensioni molto ridotte. Non sono

comunque, come spesso si vorrebbe

far credere, la soluzione

all’inquinamento luminoso. Sono

fonti luminose e come tutte le fonti

luminose devono essere

correttamente montate ed utilizzate.

Un altro problema che attualmente

affligge i LED, è l’elevata

concentrazione del fascio di luce

emanato. Questo può causare un

effetto fastidioso e pericoloso:

l’illuminazione a chiazze. Come è visibile nella foto, l’alternanza di luce/ombra

tipica di alcuni impianti realizzati a LED è particolarmente pericolosa durante la

guida. Per risolvere il problema si dovrebbe aumentare il numero dei pali ma

così facendo si aumenterebbero troppo i costi d’impianto rispetto agli impianti

tradizionali. Comunque, l’aspetto più critico, è sulla qualità della luce emessa.

Figura 21: "LED" - credit Giubbilini (CC)

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

23

Gli apparecchi che oggi

possono vantare un’alta

efficienza energetica

emettono luce molto bianca

e “fredda”. I LED hanno una

temperatura di colore molto

elevata. La temperatura di

colore di una luce differenzia

le luci bianche, che hanno

temperatura di colore elevata

e per questo si dicono “luci

fredde”, dalle luci giallo-rose che hanno temperatura di colore bassa e si

dicono “luci calde”. Come si vede dall’immagine, l’alta componente di

emissione nel blu, tipica dei LED, coincide con la curva di sensibilità circadiana.

Questo significa che la luce blu è la più efficace nell’interferire sul nostro ciclo

circadiano ed è anche la più dannosa per gli animali. Moltissimi studi riportano

gli effetti negativi che ha questo tipo di luce sulla salute delle persone. Oltre a

ciò, è quella che interferisce maggiormente con gli studi astronomici [5][6].

Conclusioni

L’inquinamento luminoso è un problema serio e destinato ad attrarre sempre

maggior attenzione nei prossimi anni. Un forte motivo d’interesse è legato ai

risparmi derivabili da una corretta illuminazione, a causa, soprattutto, del

crescente costo energetico. Non è però solo una questione economica. Ci sono

in ballo anche problemi più importanti, come la salute dell’uomo e la

salvaguardia ambientale. Molte zone potrebbero essere rivalutate grazie al

crescente “turismo delle stelle”, un turismo rivolto alla ricerca di un cielo

notturno incontaminato. L’aspetto positivo è che, se da una parte

l’inquinamento luminoso è un problema molto complesso, dall’altra è di facile

soluzione. E’ sufficiente utilizzare i corretti metodi per un’illuminazione eco-

sostenibile. La soluzione, quindi, non è quella di rendere più buie le nostre città

ma illuminarle meglio, solo dove serve. In questo modo la qualità della vita e la

sicurezza urbana miglioreranno sensibilmente. Quando le città saranno

illuminate correttamente, sarà sufficiente uscire da casa per “riveder le stelle”.

Figura 22: "blu light" - credit IDA

Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”.

24

Bibliografia

[1] MARIO DI SORA, L’inquinamento luminoso, Gremese, Roma 2009.

[2] LEGAMBIENTE, Clima in Comune 2011 pp. 20, 21 www.ecosportello.org

[3] RICHARD G. STEVENS, DAVID E. BLASK, GEORGE C. BRAINARD, JOHNNI HANSEN, STEVEN

W. LOCKLEY, IGNACIO PROVENCIO, MARK S. REA, AND LESLIE REINLIB, ”The Role of

Environmental Lighting and Circadian Disruption in Cancer and Other

Diseases”, Environmental Health Perspective – vol.115 n.9 September 2007.

[4] C. RICH E T. LONGCORE, Ecological consequences of artificial night lighting,

Island Press, Washington DC 2005.

[5]DAVID C. HOLZMAN, “What’s in a color? The unique human health effect of

blue light”, Environmental Health Perspective – vol.118 n.1 January 2010.

[6] France Agency for Food, Environmental and Occupational Health and

Safety, “Lighting systems using light-emitting diodes: health issues to be

considered”, (ANSES) Press Kit 25/10/2010.

Sitografia

• Buiometria Partecipativa (BMP): www.buiometriapartecipativa.org

• Cielobuio: www.cielobuio.org

• Lightpollution.it: www.lightpollution.it

• International Dark Sky Association (IDA): www.darksky.org

• Osservatorio di Campo Catino (IDA Italia):

www.campocatinobservatory.org

• StarLightInitiative: www.starlight2007.net

• Fatal Light Awarness Programm (FLAP): www.flap.org

Credits

Foto di copertina: Hancock Observatory – joshbousel/flickr (CC)

Leggereste un libro con la luce rivolta verso i vostri occhi?

Credo di no, allora giriamo le lampade e iniziamo a leggere il

cielo!

Piero AngelaPiero AngelaPiero AngelaPiero Angela