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Un rcobaleno di A nime Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e dei Ragazzi Diocesi di Brescia

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Un rcobaleno di Anime

I n iz iaz io ne Cr ist ia na de i Fa n c i u l l i e de i Ragazz i

Diocesi di Brescia

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È di Tertulliano l’affermazione, spesso ripetuta, che “cristiano non si nasce ma si di-venta”.

Qualcuno potrebbe anche obiettare che il vangelo spesso parla dell’esistenza cri-stiana come una ‘nascita’ o una ‘rinascita’. Ma quello che Tertulliano voleva dire è chiaro: non basta essere nato dentro a una famiglia cristiana per essere autenticamen-te cristiano, se questa condizione non viene assunta e trasformata personalmente at-traverso una decisione personale e un impegno coerente. A questo bisogno tentano di rispondere gli itinerari di ‘iniziazione cristiana’ che molte diocesi – e tra questa la nostra – stanno sperimentando e attuando.

L’esistenza cristiana ha una sua struttura precisa che si può esprimere così. È esisten-za che ha come sua origine e suo fondamento l’amore di Dio per noi così come si è rive-lato in Gesù Cristo. Vive da cristiano chi assume questo amore come memoria feconda della sua vita e lascia scaturire da questo amore pensieri, desideri, decisioni che, poco alla volta, creano la conformità con Cristo. Dall’altra parte la vita cristiana si protende verso il futuro della comunione con Dio, sempre attraverso Gesù Cristo. Vive da cristia-no, quindi, chi organizza tutte le molteplici speranze che scandiscono le tappe della sua vita in vista di questa speranza suprema. Ancora, proprio perché la vita cristiana procede dall’amore e tende verso la comunione con Dio che è amore, l’itinerario sto-rico non può che essere un apprendistato dell’amore: imparare a dire di sì alla propria vita e alla vita degli altri, a difendere la propria vita e la vita degli altri, a trasformare la propria vita in dono perché la gioia riempia la vita di tutti. Infine, tutto questo comples-so di esperienza non può essere vissuto nel privato, ma unisce il cristiano agli altri in un unico corpo che è la Chiesa.

Iniziazione cristiana significa introdurre tutte queste diverse dimensioni nella coscien-za dell’uomo credente. Questo avviene in modo pieno nella celebrazione dell’Euca-ristia che è insieme memoria, pegno di speranza, impulso all’amore fraterno, ingresso nella comunità ecclesiale. Per questo l’Eucaristia è il vertice della iniziazione cristiana. Ma, naturalmente, perché l’Eucaristia produca effettivamente questo frutto, bisogna che sia celebrata col massimo di consapevolezza, di libertà, di impegno. Il cammino di ICFR, che la diocesi di Brescia ha impostato e sta cercando di attuare con coerenza, risponde a questo bisogno; desidera coinvolgere le famiglie, i genitori, nel cammino dei loro figli perché i ragazzi possano entrare consapevolmente e gioiosamente nella vita ecclesiale. È un progetto impegnativo che assume la forma del catecumenato, si fonda sull’ascolto e la conoscenza della Parola di Dio, si articola in passaggi celebrativi che tendono alla Confermazione e all’Eucaristia.

Ma il cammino di ICFR non vuole essere rigido; ha chiaro l’obiettivo, cerca gli itinerari più fecondi per raggiungere questo obiettivo; ma ha bisogno di essere adattato alle diverse situazioni dei ragazzi. La riflessione condotta insieme con gli educatori scout per definire un itinerario di iniziazione cristiana che non rinunciasse ai suoi punti essenziali ma nello stesso tempo si armonizzasse con l’impegno educativo dell’Associazione è un segno promettente. Non pretendiamo di imporre un passaggio rigido attraverso il quale

Introduzione

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tutti debbono passare; desideriamo che a tutti venga offerto un cammino serio che conduca al traguardo che ci sta a cuore, quello che abbiamo delineato sopra.

Non posso quindi che compiacermi del lavoro fatto da Ufficio Catechistico e AGE-SCI per arrivare a determinare meglio il cammino proposto agli scouts. Sarà saggio im-pegnarsi con tutte le forze per attuare nel modo migliore questo progetto; poi, tra qual-che anno, bisognerà verificare i frutti del cammino per vedere di ‘registrarlo’ e renderlo sempre più rispondente ai bisogni. Grazie dunque a tutti coloro che hanno lavorato per raggiungere questo obiettivo; e, naturalmente: Buona Strada!

† mons. Luciano MonariVescovo di Brescia

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Presentazione

«Sappiamo quanto il cammino di ICFR sia omogeneo e a volte anche massifican-te, poco individualizzato e quindi scarsamente commisurato alle esigenze di fede e di vita dei destinatari […]. Eppure ogni catechista sperimenta oggi quanto grande sia la diversità, sul piano della fede e del vissuto concreto dell’ambiente familiare e sociale, che ogni fanciullo e ragazzo porta con sé».

Con queste chiare espressioni l’Ufficio Catechistico Nazionale, nella Nota del 1991 per l’accoglienza e l’utilizzazione del catechismo della CEI, introduceva la necessità di pensare agli itinerari differenziati di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi (ICFR).

Ponendosi in questa prospettiva, per il rispetto e il bene dei fanciulli e ragazzi di oggi, il nuovo modello di ICFR della diocesi di Brescia ha ritenuto doveroso fare spa-zio anche ad alcuni itinerari differenziati, tra i quali hanno un posto rilevante i cam-mini associativi. Infatti, «l’esperienza conduce a dare oggi maggiore importanza alla vita associativa, che si manifesta nella molteplicità di gruppi variamente arti-colati. Fra i tanti, hanno rilievo i gruppi che assumono le finalità apostoliche della Chiesa, collaborano con i Pastori in modo loro proprio e trovano nella formazione spirituale e nella catechesi i momenti fondamentali della loro attività, i motivi pro-fondi dell’azione apostolica». Così si esprimeva la CEI nel documento base Il rinno-vamento della catechesi del 1970.

La diocesi di Brescia ha ritenuto di individuare le caratteristiche, su accennate dal testo della CEI, nell’ACR e nell’AGESCI, due associazioni cattoliche che da sem-pre hanno fatto dell’educazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi l’aspetto carat-teristico della propria identità.

Sono lieto perciò di presentare questo documento che propone il cammino dell’IC-FR nella forma dell’AGESCI. È il frutto di una elaborazione lenta e meditata, che ha visto impegnati, con grande spirito ecclesiale, i Responsabili e Assistenti dell’AGESCI delle zone Brescia e Sebino e il Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano.

Si tratta di una proposta che, in maniera affascinante e gioiosa, offre ai fanciulli la possibilità di fare il cammino dell’ICFR nella forma di una associazione che pun-ta molto sulla vita cristiana in gruppo, sull’accoglienza e il rispetto reciproci, sul con-tatto con la natura e le meraviglie della creazione divina.

Auspico che questo itinerario associativo di ICFR possa offrire a molti fanciulli e ragazzi l’opportunità di un incontro gioioso col Signore della vita e di una significa-tiva esperienza di vita ecclesiale.

don Renato Tononi Direttore dell’Ufficio Catechistico

e Vicario Ep. per la Pastorale e i Laici

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Un nuovo cammino di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi in Agesci…Un nuovo testo per fare catechesi Scout…

Quando ci verrà consegnato questo testo la domanda di tutti sarà: PERCHÉ?Vorremmo cercare una risposta, adeguata, accettabile e necessaria e che ci

renda orgogliosi.Quando uscì il documento sul nuovo cammino di iniziazione cristiana dei fanciulli

e dei ragazzi (ICFR) della Diocesi di Brescia, tra le proposte è stata annunciata la possibilità di una scelta per un cammino “associativo”; un’idea di per sé nuova, quasi rivoluzionaria: accettare che un fanciullo /ragazzo possa scegliere la prepa-razione ai sacramenti all’interno di un cammino associativo. Nel documento si è affermata l’ipotesi dei cammini differenziati in ACR e nell’AGESCI.

Certo, l’AC ha già una sua dimensione ecclesiale statutaria; gli Scout, per molti sono ancora solo quelli delle tende e della natura, per tanti altri non è così e noi sappiamo bene che lo scoutismo, sul piano della catechesi, ha fatto passi notevoli di approfondimento ed esperienza: il PUC, il convegno Giona a Brescia sul capo catechista e la dimensione religiosa, e altro; è una parte fondante della nostra pro-posta, e di tutto questo noi ne siamo ben consapevoli.

Ecco dunque l’aprirsi per noi Scout dell’AGESCI una nuova sfida che non pos-siamo non raccogliere, proprio perché è parte integrante del percorso che già proponiamo nella Pista, nel Sentiero, nella Strada.

È nel nostro stile fare le cose con un progetto preciso e condiviso. È nel nostro stile dire di Sì. L’ESTOTE PARATI, lo spiega bene BP, significa Essere Pronti, ma significa soprattutto prepararsi ad essere pronti. Questa è la nuova Avventura: prepararsi e progettare, affinché la Chiesa ci trovi pronti.

Così, intuendo l’importanza della nuova sfida, alcuni capi delle nostre due zone, scelti da noi responsabili e perciò referenti dei Consigli di Zona, si sono incontrati per alcuni anni: si trattava di capire il nostro specifico nel fare catechesi, valutando le possibilità, confrontandosi con la proposta dell’ICFR per tradurla in termini scout; sia-mo giunti così progressivamente alla definitiva e gioiosa stesura del documento.

Ora il documento è pronto ed il Vescovo ha dato il suo assenso.L’AGESCI si è preparata… ed è pronta.Il documento, oltre a dirci che nello scoutismo l’iniziazione cristiana dei fanciulli

e dei ragazzi si può fare, perché tutto il metodo ha in sé una struttura iniziatica, si prefigge di aiutarci a pensare responsabilmente, inventare creativamente e proget-tare con competenza nuove modalità di fare catechesi e perciò di testimoniare la nostra specificità nell’essere Chiesa.

E il giorno in cui le nostre Comunità Parrocchiali ci chiameranno a questo Servizio, risponderemo, con gioia, sicuri, da Scout:

ECCOMI, FACCIO DEL MIO MEGLIO PER ESSERE PRONTO A SERVIRE.

Liliana Savoldi, Diego Zanottidon Alessandro Camadini

Responsabili e Assistente AGESCI zona Brescia

Sara Marmaglio, Pietro Milinidon Giancarlo Pianta

Responsabili e Assistente AGESCI zona Sebino

Lo scout cristiano nella Chiesa…

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Il cuore e lo sguardo in avanti e in alto

C’è un’espressione che, per la posizione in cui è posta nella liturgia eucaristi-ca, “scivola” veloce e non viene colta facilmente nella sua bellezza. È quel bre-vissimo dialogo tra il celebrante e l’assemblea, che introduce la grande preghie-ra eucaristica. Il sacerdote invita i cristiani a “decollare” verso le altezze vertigi-nose di Dio quando esclama: “In alto i nostri cuori!” e il popolo di Dio risponde manifestando piena sintonia: “Sono rivolti al Signore!”.

Giunti all’approvazione del percorso di Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e dei Ra-gazzi (ICFR) nella forma dell’AGESCI per la Diocesi di Brescia, crediamo che sia bel-lo ricordare questo “dialogo esclamativo”, perché indica lo stile con cui accostarsi alla gioia e alla responsabilità di accompagnare ogni percorso di catechesi e insie-me il modo di percorrere questa proposta da parte di chi l’accoglie.

Rivolgere lo sguardo e il cuore a Dio è sempre come bere ad una sorgente di speranza, ad una fontana di grazia lungo la strada. Le parole di Gesù – “Quan-do sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32) - sono un invito a cer-care, a guardare a lungo, a ricordare e a vivere quella Storia di salvezza, che è manifestazione definitiva e irreversibile dei sentimenti e delle intenzioni amorevoli di Dio. La disponibilità ad “ascoltare” – entrare profondamente in una esperien-za – lasciandosi attirare, che è una delle caratteristiche dello scoutismo, quan-do è distesa nel tempo e intensamente elaborata dentro di noi e in chi ci è affi-dato, introduce a grandi esperienze spirituali, senza bisogno di aggiungere altra parola se non “Amen”, ossia “sono certo, ci credo, mi affido”.

Ringraziando il Vescovo di Brescia per la fiducia accordata all’opera educa-tiva dell’Associazione nella Chiesa locale e tutti coloro che hanno lavorato al-la progettazione di questo percorso nelle sue varie fasi, consegniamo con affet-to a ciascuno di voi, Capi e Assistenti Ecclesiastici delle Zone AGESCI Brescia e Sebino, l’invito ad un cuore “appassionato” (cfr. Lc 24,32) e ad uno sguardo “in avanti e in alto”: in avanti, verso Gesù, sempre, nella prova del male come nella gioia del bene, e in alto, verso il Padre, da cui veniamo e a cui andiamo, sotto il cui sguardo anche noi “viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28) con fidu-cia e serenità senza confini.

Buona strada!

Elena Bonetti, Marco Pietripaoli e don Andrea Lotterio

Responsabili e Assistente Ecclesiastico Regionali

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Nel 2004 la Diocesi di Brescia ha introdotto un nuovo modello di Inizia-zione Cristiana dei Fanciulli e dei Ragazzi (ICFR), quale attuazione del pro-

getto della nuova evangelizzazione, resosi necessario e improcrastina-bile per il nuovo contesto culturale e sociale. L’obiettivo generale è la nuova evangelizzazione degli adulti, alla quale ci si è rivolti come me-ta principale, capace di dare la giusta attenzione prospettica anche

ai cammini di ICFR. Infatti il modello di iniziazione cristiana degli adulti ha valore tipologico anche per gli altri cammini di iniziazione.

La Diocesi ha riconosciuto la possibilità di effettuare il cammino di ICFR all’in-terno del percorso dell’Azione Cattolica Ragazzi (ACR) e dell’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI) 1, secondo la loro specificità associativa e metodologica, a motivo del particolare valore pedagogico di queste aggregazioni.

1 L’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI), che conta più di 177.000 soci, è un’Associa-zione giovanile educativa che si propone di contribuire, nel tempo libero e nelle attività extra-scolastiche, alla formazione della persona secondo i principi ed il metodo dello Scoutismo, adattato ai ragazzi e alle ra-gazze nella realtà sociale italiana di oggi. L’AGESCI è nata nel 1974, come iniziativa educativa liberamente promossa da credenti, dall’unificazione di due preesistenti associazioni, l’ASCI (Associazione Scout Cattoli-ci Italiani), maschile, e l’AGI (Associazione Guide Italiane), femminile. Nell’azione educativa l’Associazione realizza il suo impegno politico, al di fuori di ogni legame o influenza di partito, tenendo conto dell’operato degli altri ambienti educativi. La sua diffusione, omogenea sul territorio nazionale, testimonia l’impegno ci-vile al servizio del Paese attraverso la peculiarità del suo carisma. I principi fondamentali propri dello Scou-tismo, sono proposti attraverso un modello educativo che:

• vede i giovani come autentici protagonisti della propria crescita, orientata alla “cittadinanza attiva” (autoeducazione e senso di responsabilità);

• è attento a riconoscere valori, aspirazioni, difficoltà e tensioni nel mondo dei giovani;• deriva da una visione cristiana della vita;• tiene conto della globalità della persona e quindi della necessaria armonia con se stessi, con il cre-

ato, con gli altri;• offre alle ragazze e ai ragazzi la possibilità di vivere esperienze educative comuni, al di là di ogni ruolo

imposto o artificiosamente costituito, aiutando a scoprire ed accogliere la propria identità di donne e uomini e a riconoscere in essa una chiamata alla piena realizzazione di sé e all’accoglienza dell’al-tro (coeducazione);

• vive la dimensione della fraternità internazionale, che supera le differenze di razza, nazionalità e religio-ne, imparando ad essere cittadini del mondo e operatori di pace.

I soci adulti dell’Associazione sono donne ed uomini che realizzano la loro presenza di servizio come Ca-pi nei modi propri dello Scoutismo. Ogni adulto impegnato al servizio dei ragazzi, segue un particolare iter di formazione su due livelli, uno regionale e uno nazionale, che alla sua conclusione dà diritto ad un rico-noscimento valido a livello internazionale. L’Associazione dalla sua fondazione ha fatto la scelta della diar-chia, della compresenza cioè di un uomo e di una donna, oltre che nelle comunità educative, ad ogni li-vello di responsabilità associativa. L’AGESCI è riconosciuta dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e fa parte delle APS (Associazioni di Promozione Sociale), del Forum Terzo Settore, della Tavola della Pace, di Li-bera ed è riconosciuta dal Dipartimento di Protezione Civile. (Dal sito www.AGESCI.org)

I documenti ufficiali di riferimento dell’Associazione sono:• lo Statuto Agesci: Statuto in “SCOUT” 15 (2008) inserto STATUTO, pp. 1-11. Di seguito sarà citato con

“AGESCI, Statuto”• il Patto Associativo: in www.agesci.org nella sezione documenti ufficiali. Di seguito sarà citato con

“AGESCI, Patto Associativo”• i Regolamenti Agesci e Metodologico in www.agesci.org nella sezione documenti ufficiali. Di seguito

sarà citato con “AGESCI, Reg. Met.”

Note introduttive

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All’interno delle Zone Brescia e Sebino dell’AGESCI è nata perciò un’opera di sensibilizza-zione, che ha visto coinvolti gli organi istituzionali dell’Associazione a livello zonale e di grup-po (assemblee di zona, Consigli di zona, Comitati di zona, Comunità Capi). Si è attivata una pattuglia - equipe di lavoro mista tra le due zone, che si è confrontata con il direttore dell’Uf-ficio Catechesi, al fine di produrre una proposta che ottemperasse agli obiettivi dell’ICFR e della metodologia Scout.

Il presente documento, frutto di una mediazione sinergica tra l’im-pianto generale dell’ICFR e la metodologia Scout, è stato redatto a cura delle zone AGESCI Brescia e Sebino e sottoposto alla valutazio-ne dell’Ufficio Catechistico Diocesano e del Consiglio Episcopale Dio-cesano.

Alcune considerazioni previe possono aiutare a cogliere come gli obiettivi proposti nell’ICFR sono presenti strutturalmente nel cammino di educazione dell’AGESCI. Infatti l’AGESCI ha sempre testimoniato la sua attenzione alla educazione alla fede dei propri associati. Il Progetto unita-rio di catechesi (1983) e il Sentiero fede (1998) testimoniano la ricezione a livello associativo del Rinnovamento della catechesi auspicato dalla Chiesa italiana (1970).

In diverse Parrocchie in cui sono presenti i gruppi Scout si sta già riflettendo sulla possibi-lità di integrare, valorizzare, responsabilizzare e riconoscere l’attività Scout anche in merito all’iniziazione cristiana; si sono introdotte delle sperimentazioni, frutto di una comune proget-tazione pastorale tra la Parrocchia, che rimane la titolare della iniziazione cristiana, e l’AGE-SCI. Dalle sperimentazioni emerge come sia importante progettare insieme e vivere una pro-fonda comunione tra Associazione e Parrocchia. Per crescere in tale comunione sarebbe

auspicabile e opportuno che un membro dell’Associazione fosse presen-te nel Consiglio Pastorale Parrocchiale per testimoniare il suo inserimen-to nella Parrocchia e portare il proprio contributo specifico come Asso-ciazione educativa.

L’Associazione, volendo seguire le Comunità Capi nella loro missio-ne educativa, le aiuterà organizzando eventi formativi specifici, per sensibilizzarle circa la prospettiva ecclesiale della nuova evangelizza-zione e circa la responsabilità di educare alla fede nell’ottica dell’IC.

Il coinvolgimento dei Capi e della Comunità Capi è il passo fonda-mentale per poter tradurre l’orizzonte della missione educativa in pro-getti concreti, attuabili, aderenti alla realtà, nella duplice fedeltà ai ra-

gazzi e al mandato ecclesiale.

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AGESCI e nuova evangelizzazione

I

Il presente momento storico, nel quale la Diocesi ha proposto il nuovo modello di ICFR, è per l’AGESCI (zona Brescia e Sebino) un momento particolarmente significativo, poiché permette di verificare e riprogettare il proprio cammino associativo ed ecclesiale in seno al-le Comunità parrocchiali e zonali.

L’AGESCI di Brescia - Sebino in comunione con l’AGESCI regionale e nazionale ha fatto propria la prospettiva dell’iniziazione cristiana, che va intesa non solo come educazione ai sacramenti, ma come educazione alla fede dei ragazzi in una prospettiva progressiva, glo-bale, comunitaria, avendo come obiettivo l’educazione alla vita. Tale obiettivo è il frutto di un cammino che ha coinvolto l’AGESCI fin dal suo costituirsi come Scoutismo cattolico.

Riflettere sul rapporto tra AGESCI e Nuova evangelizzazione corrisponde a ricercare an-che l’identità dell’Associazione stessa e il suo servizio di educazione alla fede. Le parole di presentazione del Sentiero fede2 aiutano a comprendere il ruolo e la storia dell’AGESCI per l’educazione alla fede:

Il cammino dello Scoutismo cattolico, iniziato pochi anni dopo le prime esperienze Scout di Baden-Powell, è come un sentiero che ha ormai attraversato tutto il XX se-colo, arricchendosi lungo la strada di una spiritualità sua propria, che ha alimentato la vita di fede e illuminato le scelte vocazionali di migliaia di giovani, passati dal gran-de gioco dello Scoutismo ad una vita di servizio “gioca-ta” nelle più diverse situazioni: dall’impegno quotidiano, familiare e professionale, a quello politico pubblico, fino alla scelta del sacerdozio o del monastero.In particolare il “sentiero” dell’AGESCI, dal 1974 ad oggi, ha conosciuto alcune tappe importanti. I primi anni della nuova Associazione furono gli anni della crescita nella co-scienza della propria dimensione ecclesiale, confermata dal riconoscimento ricevuto dalla Conferenza Episcopa-le Italiana. Non erano anni facili, ma portarono l’AGESCI ad inserirsi con entusiasmo nel nuovo progetto catechisti-co della Chiesa italiana, attraverso lo strumento originale e tuttora valido del Progetto unitario di catechesi (1983)3. […] Con quel progetto unitario la Comunità Capi veniva chiamata alla responsabilità dell’iniziazione cristiana dei ragazzi e dei giovani, mentre tutta l’Associazione, in ciascuna delle sue branche, rice-veva un forte impulso a crescere nell’ascolto della Parola, nell’esercizio del sacerdo-zio battesimale e nella edificazione del regno di Dio.Il convegno “Giona” del 1991 segnò un altro momento significativo di questo orienta-mento dell’Associazione: alla luce delle 4 Costituzioni conciliari, la scelta associativa di privilegiare la presenza nel territorio e l’inserimento organico nella pastorale della Chiesa particolare, portò i Capi a prendere ancor più coscienza della loro responsa-bilità di essere educatori alla fede.

2 AGESCI, Sentiero fede. Il progetto, Nuova Fiordaliso, Roma 1998. Si tratta di progetto organico e coe-rente del servizio di educazione alla fede nell’orizzonte metodologico che caratterizza l’Associazione.

3 AGESCI, Progetto unitario di catechesi, Fiordaliso, Roma 19831; 20052. D’ora in poi sarà citato con l’ab-breviazione PUC.

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AGESCI e nuova evangelizzazione

Ora il sentiero continua, si affaccia all’orizzonte del terzo millennio e si presenta di gior-no in giorno sempre più impegnativo: l’Associazione è cresciuta numericamente; sente la responsabilità per la nuova evangelizzazione che, se riguarda tutta la Chiesa, tocca particolarmente chi si occupa di giovani e di educazione; ai Capi viene richiesto per-ciò di essere più che mai testimoni chiari e credibili, capaci di coniugare un’identità cristiana forte con un altrettanto forte capacità di dialogo e di accoglienza”.4

Tale cammino è essenziale alla vita dell’Associazione stessa. Infatti nello statuto si afferma che l’AGESCI «è una Associazione giovanile educativa»5, che «liberamente promossa da cre-denti, vive nella comunione ecclesiale la scelta cristiana»6. «I membri dell’Associazione, che liberamente ne accettano i principi ed il metodo, sono ragazze e ragazzi, che in essa vivono, con modalità adeguate alle diverse età, una esperienza di crescita personale e di fede; e gli adulti in servizio educativo, che a tale esperienza partecipano, pur nella diversità dei ruo-li, attuano la loro presenza nei modi propri dello Scoutismo e realizzando, in quanto membri della Chiesa, la loro vocazione cristiana»7.

La prospettiva della Nuova evangelizzazione è stata assun-ta dall’AGESCI come obiettivo di educazione alla fede, infatti:

l’annuncio del Vangelo anima e sostiene l’intera propo-sta educativa dell’AGESCI. Le attività dell’unità, il clima in e s -sa creato, lo stile e l’atteggiamento dei Capi costituiscono un luo-go privilegiato per l’incontro personale con Dio e per il cam-mino di fede del ragazzo e della ragazza. La fede è vissuta nella Chiesa; la Comunità Capi vive il suo carisma educativo inserita nella vita della Chiesa lo-cale ed offre, con la specificità dello Scoutismo, un mo-do di educare alla fede e all’ecclesialità. A tal fine, grup-pi e unità ricercano rapporti costanti e costruttivi con or-ganismi pastorali delle Comunità locali, cui prendono par-te nei modi e nei momenti appropriati. Nel fare la proposta di fede nelle diverse età l’Associazio-ne si inserisce nel progetto catechistico della Chiesa ita-liana, riconoscendo nel “Catechismo per la vita cristiana” della CEI il principale riferimento per i contenuti da trasmet-tere e lo stimolo per l’elaborazione di itinerari originali per condurre fanciulli, ragazzi e giovani verso la maturità della fede8.

Le prospettive della Nuova evangelizzazione e della missionarietà sono fatte proprie dall’AGESCI9 e sono attualizzate nel Sentiero fede:

in tale prospettiva di evangelizzazione, la catechesi è l’approfondimento sistematico del messaggio del vangelo nel cuore e nella vita degli uomini. Essa mira alla matura-zione della fede, della speranza e della carità, lungo itinerari adeguati alle età e alle

4 P. Trenti – A. Biondi (Presidenti del Comitato Centrale) e mons. A. Miglio (Assistente Ecclesiastico Gene-rale) in AGESCI, Sentiero fede, cit., pp. 7-8.

5 AGESCI, Statuto, art. 1.6 AGESCI, Statuto, art. 2.7 AGESCI, Statuto, art. 3.8 AGESCI, Reg. Met., p. 8.9 PUC, pp. 31-167. Nella prima parte del Progetto Unitario di catechesi, dopo aver indicato obiettivi, me-

todo e destinatari del progetto, viene proposta l’iniziazione cristiana come pedagogia ecclesiale di edu-cazione alla fede matura.

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AGESCI e nuova evangelizzazione

situazioni di ciascuno. […] Se “compito della catechesi è guidare l’itinerario degli uo-mini alla fede” (RdC 30), è sempre necessario un progetto, un itinerario di iniziazione cristiana, volto alla maturazione della fede e all’assunzione responsabile del proprio battesimo: attraverso l’ascolto della Parola di Dio e la graduale introduzione alla vita cristiana nella Chiesa, si costruisce l’unità interiore della persona, intorno ad una visio-ne unitaria della fede, della storia e della vita10.

Educare alla fede oggi non solamente attraverso una catechesi occasionale, ma princi-palmente come itinerario di vita cristiana, teso allo sviluppo di una fede adulta e responsabi-le è la prospettiva della Chiesa italiana, che l’AGESCI valorizza in modo specifico.

La scelta della prospettiva della iniziazione cristiana come introduzione alla esperienza di fede e della prassi ecclesiale, è fatta propria nel PUC11, evidenziando come la catechesi è iniziazione al mistero di Cristo nella Chiesa. La prassi ecclesiale storica ha evidenziato come il catecumenato sia stata esperienza capace di introdurre al mistero di Cristo nella Chiesa in tempi di trasformazione sociale e mutamento culturale. La pedagogia dell’iniziazione è sta-ta riconfermata primariamente per gli adulti con il Rito di iniziazione cristia-na degli adulti (RICA), che è stato presentato dalla CEI come “forma ti-pica per la formazione ecclesiale”.

Nel contesto della globalizzazione e della multiculturalità, l’Associazione vive la dimensione di missionarietà riconoscen-dosi come realtà di frontiera e perciò anche aperta all’acco-glienza di ragazzi e giovani di altre etnie, culture e religioni, che diversamente non avrebbero agganci con la realtà ec-clesiale. I Capi Scout, avendo accolto e sottoscritto nel pat-to associativo la triplice scelta (scout, cristiana e politica), te-stimoniano con il loro operato e con il progetto educativo la propria tensione a vivere e testimoniare la fede. La missio-narietà è vissuta nell’ottica dell’educazione fondata e radi-cata nell’umanesimo cristiano12. La missionarietà è pure vis-suta in quanto l’educazione alla fede con metodo Scout è una dimensione fondamentale per la formazione sia dei Capi sia dei ragazzi.

10 AGESCI, Sentiero fede, cit., pp.14-15.11 PUC, pp. 49-75.12 P. Alacevich (a cura di), Scoutismo, umanesimo cristiano, Nuova Fiordaliso, Roma 2003.

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Specificità della proposta Scout

II

La specificità della proposta Scout come itinerario di educazione alla fede è indicata da alcuni testi e documenti, tra i quali citiamo i fondamentali13

• AGESCI, Progetto Unitario di Catechesi, Nuova Fiordaliso, Roma 20052;• AGESCI, Sentiero fede. Il progetto, Nuova Fiordaliso, Roma 1998;• AGESCI, Regolamento metodologico, Nuova Fiordaliso, Roma 1999, art. 8-10.

1. Il metodo Scout

Per realizzare quanto è espresso nello statuto dell’AGESCI e mostra-re il radicamento dell’esperienza associativa nel contesto di una scelta di fede, l’Associazione, essendo principalmente un’istituzione educati-va14, utilizza il proprio metodo Scoutistico, i cui principi fondamentali si trovano nell’opera di Baden-Powell, e sono attualizzati nello Statuto e nel Patto associativo e tradotti in un modello educativo maturato pro-gressivamente nell’esperienza dei Capi.

I contenuti della proposta educativa sono orientati alla formazione del carattere, alla salute e forza fisica, all’abilità manuale, e al servizio del prossimo15, nella prospettiva dell’educazione alla fede, all’amore, alla co-educazione, alla cittadinanza, alla mondialità e alla pace16.

Tali contenuti e obiettivi sono perseguiti nelle varie branche in ma-niera adeguata all’età (Lupetti e Coccinelle, Esploratori e Guide, Rover e Scolte), rispettando i tempi di crescita dei singoli e della Comunità. Ad essi si ispirano i pro-getti educativi dei gruppi e le attività delle unità17.

13 Tra le svariate pubblicazioni in merito alla spiritualità, all’educazione alla fede, alla catechesi, in ambi-to Scout si segnalano: AGESCI, Progetto unitario di Catechesi, Ancora, Milano 1983 e rieditato da Fiordaliso, Roma 2005; AGESCI, Sentiero fede 1. Il progetto + le schede, Nuova Fiordaliso, Roma 1998; AGESCI, Sentie-ro fede 2. Gli strumenti + le schede, Nuova Fiordaliso, Roma 1998; AA.VV., AGESCI: quale dimensione ec-clesiale?, Nuova Fiordaliso, Roma 1993; G. Morello – F. Pieri (a cura di), Documenti pontifici sullo Scoutismo, Ancora, Milano 1991; P. Alacevich (a cura di), Scoutismo, umanesimo cristiano, cit.; Assistenti Ecclesiastici AGESCI-Piemonte, Catechesi sul Vangelo di Marco, Nuova Fiordaliso, Roma 2000; id., Catechesi sul Vange-lo di Giovanni, Nuova Fiordaliso, Roma 2001; id., Catechesi sul Vangelo di Matteo, Nuova Fiordaliso, Roma 2001; id., Catechesi sugli Atti degli Apostoli, Nuova Fiordaliso, Roma 2002; ; id., Catechesi sul Vangelo di Lu-ca, Nuova Fiordaliso, Roma 2003; E. Barbotin, Scoutismo e pedagogia della fede, La Scuola, Brescia 1987; R. Del Riccio, La Preghiera in squadriglia, Nuova Fiordaliso, Roma 1996; J. Sevin, Meditazioni Scout sul Van-gelo, Nuova Fiordaliso, Roma 1997; AA.VV., Taccuino di spiritualità, Nuova Fiordaliso, Roma 1997; F. Frattini – C. Bettinelli, Legge Scout, legge di libertà, Nuova Fiordaliso, Roma 2005; V. Pranzini – S. Settineri, Simbolismo Scout, Nuova Fiordaliso, Roma 2002; AGESCI, Manuale della Branca Lupetti e Coccinelle, Nuova Fiordaliso, Roma 2004; AGESCI, Manuale della Branca Esploratori e Guide, Nuova Fiordaliso, Roma 2001; AGESCI, Ma-nuale della Branca Rover e Scolte, Nuova Fiordaliso, Roma 2007; R. Massa, Saggi critici sullo Scoutismo, Nuo-va Fiordaliso, Roma 2001; P. Bertolini – V. Pranzini, Pedagogia Scout, Nuova Fiordaliso, Roma 2001; P. Olea, Giocare nella squadra di Dio, Nuova Fiordaliso, Roma 2000; A. Napolioni (a cura di), Perfetta letizia, Nuo-va Fiordaliso, Roma 1996; C. Gentili e L. Gentili, Fare strada con la Bibbia, Nuova Fiordaliso, Roma 2000; G. Catti, Appunti per una spiritualità Scout, Nuova Fiordaliso, Roma 2002; C. Cipolletti, Incontrare Francesco, Nuova Fiordaliso, Roma 2005; L. Spaccia, Testimoni di Pasqua, Nuova Fiordaliso, Roma 1994.

14 Cfr. su questo aspetto il testo citato di P. Bertolini - V. Pranzini, Pedagogia Scout.15 AGESCI, Reg. Met. 7.16 AGESCI, Reg. Met. 7-14.17 AGESCI, Reg. Met. 1.

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Specificità della proposta Scout

Il metodo Scout è attivo poiché si realizza in attività concrete proposte alla ragazza e al ragazzo, che sono incoraggiati ad imparare con l’esperienza, la riuscita e i propri eventuali errori. Lo stile con il quale si svolgono le attività è dell’imparare facendo, dando così il prima-to all’esperienza. Tutte le attività sono realizzate nella semplicità e si fondano sull’uso di mezzi poveri per una concreta educazione a questa virtù e per favorire la partecipazione alle attivi-tà da parte di ogni ragazzo e ragazza, indipendentemente dalle condizioni economiche18.

Il metodo educativo dell’AGESCI è una proposta che vede i giovani come auten-tici protagonisti della loro crescita; deriva da una visione cristiana della vita19; tiene conto della globalità della persona e quindi della necessa-ria armonia con se stessi, con il creato, con gli altri; è attenta a ricono-scere valori, aspirazioni, difficoltà e tensioni nel mondo dei giovani20.

La proposta educativa dell’Associazione si concretizza in un progetto educativo di gruppo elaborato dalla Comunità Capi (équipe educativa) che assicura l’unitarietà della proposta tra le varie unità, la sua continuità tra le varie branche, il suo adattamento alle accertate necessità dell’ambiente in cui il gruppo vive. Il progetto educativo di gruppo, che assume forma scritta, si muove all’interno dello Statuto, del Patto associativo e del Regolamen-to dell’Associazione. Esso è presentato ad ogni nuovo Capo che entra in Comunità Capi, illustrato alle famiglie dei ragazzi e periodicamente ri-discusso secondo le necessità. Il progetto educativo di gruppo viene concretizzato nei pro-grammi di unità con gli strumenti specifici di ciascuna branca21.

2. L’itinerario di fede

All’interno di ogni progetto educativo di gruppo si costruiscono gli itinerari di fede per l’educazione cristiana. Ogni itinerario di fede

parte dalle concrete situazioni della vita dei ragazzi e delle ragazze dentro e fuori le atti-vità Scout, per portarli a comprendere come la Parola di Dio illumini tutta la realtà della vita per rivelarne il significato umano, religioso, cristiano. L’annuncio di Gesù Cristo presente nella vita della Chiesa in cammino verso il Regno, ca-ratterizza l’itinerario di fede attraverso le esperienze dell’ascolto della Parola, della pre-ghiera e della celebrazione del mistero, della testimonianza e del servizio. Tale itinerario si inquadra nel progetto educativo di gruppo e si attua nelle tappe della progressione educativa Scout attraverso la proposta di esperienze e la mediazione di sim-boli che facilitano l’integrazione tra la fede e la vita. Corresponsabili dell’educazione alla fede in Associazione sono Capi ed assistente ecclesia-stico, chiamati ad essere testimoni della fede, secondo il loro specifico ministero nella Chie-sa. Il servizio diviene efficace e fecondo attraverso l’esemplarità delle scelte e dei compor-tamenti; ciò presuppone un atteggiamento interiore di crescita e specifici momenti indivi-duali e comunitari di formazione spirituale22.Il metodo educativo dello Scoutismo e la spiritualità Scout offrono alla AGESCI - Associa-

zione caratterizzata da un’esplicita, fondante e strutturale scelta cristiana - un terreno favo-revole ed una preziosa premessa per educare i ragazzi all’incontro con il Signore nella Co-munità dei credenti.

L’educazione alla fede, pertanto, diviene momento educativo vitale, non sovrapposto o

18 AGESCI, Reg. Met. 2.19 Cfr. su questo aspetto il testo citato di P. Alacevich (a cura di), Scoutismo, umanesimo cristiano.20 AGESCI, Reg. Met. 3.21 AGESCI, Reg. Met. 5.22 AGESCI, Reg. Met. 9.

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Titolo capitolo

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Specificità della proposta Scout

parallelo alle altre esperienze, ma parte viva di esse: la proposta cristia-na viene inserita in maniera naturale in ogni esperienza vissuta nelle uni-tà, senza farne un momento a parte, avulso dalla vita.

Attraverso il metodo Scout, infatti, il legame fede-vita, indispensabile nella dinamica dell’annuncio cristiano, viene rafforzato, verificandosi qui le condizioni per vivere con equilibrio e sapienza la fedeltà sia al mes-saggio che al destinatario: fedeltà a Dio e all’uomo.

Le grandi dimensioni della vita cristiana, “profetica, sacerdotale e re-gale”, che si preferisce definire, con linguaggio meno tecnico, le dimen-sioni dell’ascolto/annuncio della Parola, della preghiera e della celebra-zione, della vita morale e del servizio come espressione della carità, sono proposte ai fanciulli, ragazzi e giovani in un crescendo di significati per con-durli a vivere la fede in modo progressivo e proporzionato all’età.

Per educare alla fede il Regolamento Metodologico prevede tre itinerari di fede da ap-plicare alle tre fasce di età (chiamate branche) in cui si divide l’iter educativo della propo-sta Scout che va dagli 8 ai 20/21 anni.

L’itinerario di fede parte dalle concrete situazioni della vita dei ragazzi e delle ragazze dentro e fuori le attività Scout, per portarli a comprendere come la Parola di Dio illumini tutta la realtà della vita, al fine di rivelarne il significato umano, religioso e cristiano.

Gli itinerari sono continuamente verificati nelle staff di unità (= Capi delle unità) e periodi-camente nella Comunità dei Capi, luogo della responsabilità educativa di tutto il gruppo.

3. La pedagogia Scout23 nell’educazione alla fede24

La pedagogia Scout è ispirata ad un modello di uomo, che si esprime ne-gli orientamenti della progressione personale, dalla Promessa alla Partenza, originando uno specifico spirito e stile di vita, i cui valori sono sintetizzati effi-cacemente nella Legge, nella Promessa e nel Motto.

Le varie fasi del cammino Scout si esprimono nello spirito del gioco, nel senso dell’avventura, nella spiritualità della strada: l’educazione alla fede dei ragazzi e delle ragazze trova in questo patrimonio di valori il terreno adatto per una proposta di crescita graduale ed armonica.

Naturalmente l’attività di educazione alla fede trova validissimo supporto nella pedagogia Scout. Infatti l’esperienza caratteristica del metodo Scout, attraverso l’annuncio della Parola e la celebrazione dei sacramenti, fa dello

Scoutismo un’occasione di incontro con il Vangelo e un’originale forma di spiritualità cristiana.

Le varie fasi del cammino Scout (dalla Promessa alla Partenza) si espri-mono nello spirito del gioco (per Lupetti e Coccinelle), nel senso dell’av-

ventura (per Esploratori e Guide) e nella spiritualità della strada (per Rover e Scolte): l’edu-cazione alla fede dei ragazzi e delle ragazze trova in questo patrimonio di valori il terreno adatto per una proposta di crescita graduale e armonica25. Dopo aver scoperto il fascino dello Scoutismo, si decide liberamente di farvi parte con la promessa26 e si accoglie la leg-

23 Su questo cfr. soprattutto il testo citato di P. Bertolini - V. Pranzini, Pedagogia Scout.24 Vedi su questo soprattutto il testo citato di E. Barbotin, Scoutismo e pedagogia della fede. 25 AGESCI, Reg. Met. 1026 Cfr. AGESCI, Reg. Met. 17. La Promessa costituisce l’adesione alla Legge Scout e ai valori in essa con-

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Specificità della proposta Scout

ge Scout27 che guida tutto il cammino verso la partenza28, che è il momento di scelta di vo-ler condividere lo stile Scout come stile di vita.

4. Progressione educativa Scout29

Il metodo Scout aiuta la persona a sviluppare armonicamente tutta se stessa: il ragazzo è protagonista, anche se non unico responsabile, della propria crescita, secondo la sua matu-razione psicologica e la sua età; il Capo fornisce, anche con il suo personale esempio, mez-zi e occasioni di scelte, realizzazioni e verifiche in un clima di reciproca fiducia e di coinvol-gimento di tutta la Comunità.

Il metodo Scout realizzato dall’AGESCI è, dunque, una proposta educativa che:• vede i giovani come veri soggetti della loro crescita,• deriva da una visione cristiana della vita,• tiene conto della globalità della persona,• è attenta a riconoscere nel mondo dei giovani valori, aspirazioni, dif-

ficoltà e tensioni.La progressione personale30 è il processo pedagogico che consente lo

sviluppo graduale e globale della persona, mediante l’impegno a iden-tificare e realizzare le proprie potenzialità. Si realizza attraverso una serie di proposte concrete che permettono di provocare e riconoscere la cre scita della persona in rapporto a determinati obiettivi.

La progressione personale è unitaria, in quanto punto di riferimento dell’intero percorso è la Partenza che si caratterizza come momento della scel-ta a compimento dell’iter educativo proposto dall’Associazione. Finalità della progressione personale è educare uomini e donne che indirizzino la loro volontà e tutte le loro capacità verso quello che hanno compreso essere la verità, il bene e il bello, di annunciare il Vangelo, di voler esser membri vivi della Chiesa, di voler attuare un proprio impegno di servizio.

La progressione personale è graduale: in ogni fascia di età la crescita della persona si attua secondo momenti principali e ricorrenti che la pe dagogia dell’AGESCI caratterizza come:

- scoperta;

tenuti. Essa esprime l’appartenenza alla fraternità mondiale dello scoutismo e del guidismo. 27 Cfr. AGESCI: Reg. Met.18. La Legge esprime i valori che qualificano la proposta Scout e aiuta ciascun

membro dell’Associazione nella sua crescita morale, sociale, relazionale e di fede. Ogni suo articolo esprime concretamente un agire, un fare, che coinvolge la persona nella sua globalità. La sua caratteristica di uni-formità e universalità è essenziale, pedagogicamente, per far percepire la dimensione internazionale dello Scoutismo e del guidismo e superare ogni particolarismo. Per questo motivo la Legge è anche permanente ed abitua al confronto con valori di fondo che non cambiano a seconda dei momenti e delle persone.

La Legge è così formulata.“La guida e lo Scout: 1. pongono il loro onore nel meritare fiducia; 2. sono leali; 3. si rendono utili ed aiu-

tano gli altri; 4. sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida e Scout; 5. sono cortesi; 6. amano e rispettano la natura; 7. sanno obbedire; 8. sorridono e cantano anche nelle difficoltà; 9. sono laboriosi ed economi; 10. sono puri di pensieri, parole e azioni.”

28 Cfr. Reg met. 28: «Punto di riferimento dell’intero percorso è la Partenza che si caratterizza come mo-mento della scelta a compimento dell’iter educativo proposto dall’Associazione […]. Il cammino Scout è una opportunità per divenire persone capaci di discernere e orientare le proprie scelte, di autodeterminarsi, di vivere con un progetto, di essere “buoni cittadini”. L’uomo e la donna della Partenza sono dunque colo-ro che scelgono di continuare a camminare per tutta la vita, con l’aiuto di Dio, seguendo orientamenti as-sunti in modo consapevole; questi indicano una direzione, definiscono uno stile di vita da realizzare attra-verso scelte concrete, senza le quali gli orientamenti rimangono opzioni generiche. La partenza si riconosce in chi ha fatto proprio lo “stile” enunciato nei valori della Promessa e della Legge Scout».

29 Cfr. AGESCI, Reg. Met. 27-33.30 Cfr. AGESCI, Sentiero fede, cit., pp. 30-32.

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Specificità della proposta Scout

- competenza;- responsabilità.

Nella fase della scoperta si dà spazio al naturale desiderio del ragazzo di “buttarsi nel gio-co”, favorendo la volontà di conoscere e attuare esperienze nuove, al di fuori di schemi pre-costituiti o usuali.

Nella fase della competenza il ragazzo assume ciò che è stato scoper to come “interes-sante per la propria vita” e si impegna ad approfondirlo, impadronendosene pienamente.

Nella fase della responsabilità diventa capace di rispondere concreta mente, con le cono-scenze, le competenze e lo stile acquisiti, alle esigen ze che si presentano quotidianamente.

La progressione personale è globale: il ragazzo è aiutato a crescere armonicamente in tutte le dimensioni della vita, nella presa di coscienza delle proprie potenzialità e nell’accet-tazione serena dei propri limiti.

L’iter della progressione personali assume nelle diverse branche il nome di pista per il Lu-petto e la Coccinella, sentiero per l’Esploratore e la Guida, strada per il Rover e la Scolta, a motivo del simbolismo prevalente e degli aspetti tipici del metodo di ogni branca:

• nella branca L/C (Lupetti – Coccinelle) la pista si propone di far vivere pienamente ai fanciulli e alle bambine la fanciullezza come ricchezza e come fon damento di un’au-tentica vita adulta;

• nella branca E/G (Esploratori/Guide) il sentiero diviene proposta per favorire la realizza-zione di una identità solida, capace di entrare in relazione con gli altri, a partire dalla condivisione dell’avventura Scout con i coetanei;

• nella branca R/S (Rover e Scolte) la strada propone un’esperienza tesa a favorire la cre-scita di ciascuno nell’impegno dell’autoeducazione, nella disponibilità al servizio del prossimo, nello sforzo di maturare scelte vocazionali per la vita.

L’educazione alla fede è inserita all’interno della progressione personale e perciò è anch’essa tesa alla crescita unitaria, progressiva e globale della persona. Anche le proposte in ambito di crescita alla fede saranno progressive, tendenti all’unità del messaggio cristiano e alla sua globalità, nello spirito dell’iniziazione cristiana.

5. La vita comunitaria

Lo Scoutismo è una proposta di vita comunitaria, in cui ciascuno sviluppa la propria iden-tità e ha un suo ruolo, e in cui l’impegno e la responsabilità del singolo sono indispensabili per la crescita della Comunità. L’esperienza comunitaria aiuta il ragazzo e la ragazza ad acqui-stare fiducia in se stessi e ad aprirsi agli altri, grazie al senso di appartenenza e al clima di fra-ternità, di gioia, di rispetto e di fiducia che caratterizzano la Comunità. In particolare l’espe-rienza comunitaria insegna: il metodo democratico nell’assunzione e nell’esecuzione delle decisioni, tramite il coinvolgimento di tutti i membri della Comunità; la conoscenza dei pun-ti di vista altrui, il confronto con i propri, la ricerca di punti di vista comuni, alla luce dei valori della Legge, della Promessa e del Motto; la progressiva assunzione di impegni e responsabi-lità attraverso il graduale sviluppo dei ruoli, degli incarichi e delle funzioni. È opportuno che il numero dei ragazzi e/o delle ragazze nelle unità sia tale da consentire l’instaurarsi di un rea-le legame di fratellanza e di un sentimento di appartenenza alla Comunità e la verifica del-la progressione personale di tutti31.

Gli adulti in servizio educativo presenti nel Gruppo formano la Comunità Capi che ha per scopo: l’elaborazione e la gestione del Progetto educativo32; l’approfondimento dei proble-

31 Cfr. AGESCI, Reg. Met. 21.32 La comunità educante è coinvolta in tutte le fasi di elaborazione del progetto: analisi della realtà,

scelta degli obiettivi educativi, programmazione pluriennale e annuale, esecuzione delle attività, verifica continua e periodica.

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Specificità della proposta Scout

mi educativi; la formazione permanente e la cura del tirocinio degli adulti in servizio educativo; l’inserimento e la presenza dell’Associazione nell’am-

biente locale. Tutto il lavoro Scout è per esigenza metodologica esperien-za comunitaria.

I rapporti con la Comunità ecclesiale sono da costruire con sapienza e intelligenza. I gruppi bene integrati nelle Parrocchie sono quelli che so-no stati animati dai Capigruppo e dagli Assistenti ecclesiastici che ave-vano ed hanno come obiettivo la costruzione della Comunione ecclesia-le. Tale obiettivo deve essere progettato, reso operativo e verificato, poi-ché non è un punto di partenza, ma una vetta alla quale sempre tende-re e orientarsi.

Lo Spirito comunitario richiede il reciproco impegno dell’AGESCI e delle Parrocchie nella conoscenza reciproca e nella comunicazione. La dimensione ecclesiale del gruppo Scout è affer-

mata, non solo attraverso la nomina dell’Assistente Ecclesiastico33 da parte del Vescovo, ma anche dalla scelta cristiana richiesta ai Capi dal medesimo statuto34 attraverso l’adesione al Patto as-sociativo35.

Per crescere in tale spirito di comunione sembra opportuno sug-gerire un tavolo di lavoro parrocchiale ove l’elaborazione sinergica del progetto pastorale attiva energie e potenzialità che diversamen-te sarebbero presenti, ma autonome.

33 Cfr. AGESCI, Statuto, cit., art. 9: «Gli Assistenti ecclesiastici sono sacerdoti corresponsabili del Progetto educativo Scout all’interno delle Unità, delle Comunità Capi e degli altri livelli associativi. Essi vi esercitano il mandato sacerdotale che viene loro affidato dal Vescovo e insieme con gli altri Capi annunciano e te-stimoniano la proposta cristiana».

34 Cfr. AGESCI, Statuto, cit., art 8.35 AGESCI, Patto Associativo, cit., p. 3: «LA SCELTA CRISTIANA - I Capi accolgono il messaggio di salvez-

za di Cristo e, in forza della loro vocazione battesimale, scelgono di farlo proprio nell’annuncio e nella te-stimonianza, secondo la fede che è loro donata da Dio. Gesù Cristo è, infatti, la parola incarnata di Dio e perciò stesso l’unica verità capace di salvare l’uomo. Questa salvezza, che si manifesta nella resurrezio-ne di Cristo, ci dà la speranza certezza che ogni partecipazione alla sofferenza e alla morte di Gesù, nei suoi e nostri fratelli, è garanzia di quella vita che Egli ci è venuto a portare con pienezza. Siamo così uniti dall’amore di Dio con tutti coloro che hanno questa stessa speranza e ci sentiamo responsabili, da laici e con il nostro carisma e mandato di educatori, di partecipare alla crescita di questo corpo che è la Chiesa, popolo di Dio che cammina nella storia. Operiamo in comunione con coloro che Dio ha posto come pa-stori e in spirito di collaborazione con chi si impegna nell’evangelizzazione e nella formazione cristiana del-le giovani generazioni, anche partecipando alla programmazione pastorale. Per vivere questa esperien-za di fede, che deve sempre crescere e rinnovarsi nell’ascolto della Parola di Dio, nella preghiera e nella vita sacramentale, apparteniamo a comunità che trovano il loro momento privilegiato nella celebrazione dell’Eucaristia e che si sforzano di informare la loro vita a uno spirito di servizio, come espressione concre-ta della carità. La Comunità Capi propone in modo esplicito ai ragazzi, con il metodo e la spiritualità che caratterizzano lo Scoutismo, l’annuncio di Cristo, perché anch’essi si sentano personalmente interpellati da Dio e gli rispondano secondo coscienza. Per questo impegno la Comunità Capi sostiene la crescita spiri-tuale dei suoi Capi. L’AGESCI si propone come Associazione di frontiera, che spesso rappresenta per molti ragazzi l’unica occasione di ricevere un annuncio di fede. In una realtà sempre più multiculturale coglia-mo come occasione di crescita reciproca l’accoglienza nelle Unità di ragazze e ragazzi di altre confessio-ni cristiane, nello spirito del dialogo ecumenico, e di altre religioni, nell’arricchimento del confronto interre-ligioso. E’ un dono che interroga l’Associazione su come coniugare accoglienza e fedeltà all’annuncio del messaggio evangelico, consapevoli che in Cristo tutta la realtà umana ed ogni esperienza religiosa trova-no il loro pieno significato».

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Da una lettura attenta del “Documento” diocesano sull’ICFR (Brescia 2003) sembrano so-prattutto cinque gli elementi costitutivi e i principi ispiratori di questo nuovo modello di IC.

1. Una ICFR che coinvolge tutta la Comunità cristiana e, soprattutto, la fa-miglia

«La responsabilità di introdurre i fanciul-li e i ragazzi alla vita cristiana è affidata alla Chiesa e, quindi, a tutti i membri del popo-lo di Dio, a cominciare dai genitori. […] La Comunità cristiana non può pertanto dele-gare a nessuno il compito dell’IC che le è proprio» (n. 3). Questa affermazione di prin-cipio da parte del nostro Documento con-trasta notevolmente con la prassi concre-ta. Oggi infatti assistiamo a un specie di leg-ge-delega: i genitori delegano alla parroc-chia il compito dell’ICFR e la parrocchia, a sua volta, lo delega al catechista, così che questo ultimo spesso si sente abbandona-to a se stesso.

È indispensabile che si ricuperi la dimen-sione ecclesiale-comunitaria dell’IC (cfr. nn. 29; 48c); anzi occorre ripensare il modello di iniziazione, recuperando il compito della Comunità cristiana nel suo insieme, quale grembo generatore della fede. Questo comporta essenzialmente due cose:

Innanzi tutto si tratta di coinvolgere maggiormente tutta la Comunità cristiana nel cammi-no di ICFR, con particolare attenzione alla famiglia. La Comunità sia informata del cammino di ICFR, sia invitata spesso a pregare per esso e, almeno nelle celebrazioni più significative, sia invitata a parteciparvi con senso di responsabilità. Tutta la Comunità, i diversi operatori pasto-rali, gli stessi animatori del tempo libero, i vari gruppi, le aggregazioni e i movimenti si sentano fattivamente responsabili nel generare alla fede cristiana le nuove generazioni.

In particolare, quali che siano le situazioni familiari, «è indispensabile ricercare il coinvolgi-mento della famiglia, per lo meno di alcuni suoi membri (anche solo fratelli o sorelle, parenti ecc.) o di persone collegate alla famiglia che possano “adottare spiritualmente” il fanciullo che intraprende il cammino. Nel contesto scristianizzato in cui viviamo, è importante creare attorno al fanciullo un ambiente di vita cristiana, rappresentato, oltre che dai catechisti e dal gruppo di catechismo, anche dai padrini, dai familiari e, almeno in alcuni momenti più signi-ficativi, della Comunità tutta» (n. 48c; cfr. n. 34). È significativo, a questo proposito, che nel “Documento” il primo anno del cammino non sia presentato come un anno di catechismo per i fanciulli ma come un anno di introduzione e di formazione dei familiari, i quali anche ne-gli anni successivi sono chiamati a fare un percorso parallelo a quello dei ragazzi.

In secondo luogo, e di conseguenza, si tratta però anche di attivarsi per creare una Co-munità ecclesiale che testimoni in forma sempre più viva e affascinante la vita cristiana, co-sì da diventare un ambiente che genera la fede quasi per contagio e che attrae positiva-mente le nuove generazioni. Una Comunità viva è l’ambiente vitale entro cui l’IC può svol-

In che consiste il nuovo modello di ICFR?Quali i principi ispiratori?

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gersi con frutto. È noto, tuttavia, che a dare il tono più significativo e autorevole alla Comu-nità cristiana sono soprattutto gli adulti. A loro guardano i piccoli e da loro sono attratti, con la tendenza spontanea a prenderli e a ricopiarli come modelli. La Comunità cristiana degli adulti è, perciò, il contesto e l’esperienza portante dell’ICFR. Anche la catechesi delle nuove generazioni ha assoluto bisogno di riferirsi a modelli adulti e credibili di vita cristiana, se vuole avere presa nel cuore e nell’esistenza dei giovani. «Ciò comporta la scelta pastorale comu-ne e prioritaria per una sistematica, capillare e organica catechesi degli adulti»36. È solo nel contesto di una Comunità cristiana di adulti che trova il suo luogo naturale anche una intro-duzione alla fede dei bambini. Deve essere ben chiaro, quindi, che se adesso fermiamo la nostra attenzione sull’ICFR, questo non significa dimenticare o oscurare il primato della for-mazione cristiana degli adulti.

2. Una “iniziazione” non semplicemente ai sacramenti, ma alla vita cristiana

In un tempo in cui la fede veniva interiorizzata per una specie di “catecumenato sociale”, l’IC tendeva ad identificarsi semplicemente con il cammino di preparazione o introduzione ai sacramenti. Ora è venuto meno quel “catecumenato sociale” e con esso l’ambiente cri-stiano generante la fede, ma continua quella mentalità che identifica l’IC con l’iniziazione o introduzione ai sacramenti. È questa la mentalità che persiste in alcuni sacerdoti, in parecchi catechisti e soprattutto nella quasi totalità delle famiglie, che portano i loro ragazzi a cate-chismo essenzialmente in vista della ricezione dei sacramenti. Giustamente il CdA al n. 666 fa notare: «Nel nostro paese quasi tutte le famiglie chiedono i Sacramenti dell’IC per i loro figli; ma molte volte li vivono come riti di passaggio, in cui prende corpo un vago senso del sacro, e non come riti specificamente cristiani». In altri termini: si chiedono i sacramenti ma non ci si preoccupa della fede e della vita cristiana dei fanciulli e dei ragazzi.

In questo contesto, si tratta di ricuperare l’antica concezione dell’IC che collegava inti-mamente il sacramento alla fede e alla vita e dava la priorità alla evangelizzazione in vista della fede e della conversione. Oggi, in altri termini, non possiamo più accontentarci di dare i sacramenti dell’IC ma di iniziare innanzi tutto alla fede e alla vita cristiana. Infatti, «pur es-sendo vero che la grazia sacramentale, infusa in noi dallo Spirito santo, genera e alimenta la vita di fede, speranza e carità, va ribadito che i Sacramenti sono pur sempre e in primo luo-go “i Sacramenti della fede”, che presuppongono la grazia della fede come condizione in-dispensabile per la loro efficacia salvifica» (n. 23). Giustamente la Nota per l’accoglienza dei catechismi CEI afferma: «Dalla Parola, al Sacramento, alla vita nuova: è questa la dinamica profonda dell’esistenza cristiana» (cit. al n. 23). E il CdA aggiunge: «Particolarmente neces-sario si rivela dunque un itinerario di fede, che preceda, accompagni e segua la celebrazio-ne dei tre Sacramenti» (n. 666).

Che cosa comporta questo?Risponde il n. 36 del nostro “Documento”: «Da quando la famiglia cristiana ha cessato di

essere lo strumento di mediazione della fede per i figli e di esserne la porta d’accesso spon-tanea, informale ma reale, la ripresa dell’ispirazione catecumenale dell’ICFR si fa quanto mai urgente». Con tale espressione si intende un cammino di ICFR:

a) che non dà per scontata la fede, ma si preoccupa di generarla;b) che sviluppa un’educazione globale alla vita cristiana, senza limitarsi al momento dot-

trinale o sacramentale (comporta, quindi: ascolto della parola, esperienze di preghie-ra, celebrazioni, gesti di testimonianza e opere di carità, cambiamento di mentalità e di abitudini ecc.);

36 CEI, Lettera dei Vescovi per la riconsegna del testo “Il rinnovamento della catechesi”, Roma 1988, n. 12.

In che consiste il nuovo modello di ICFR? Quali i principi ispiratori?

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c) che è scandito da tappe progressive (soprattutto di tipo celebrativo), il cui calenda-rio non può essere fissato a priori ma deve corrispondere realmente al progresso nella fede del fanciullo e del gruppo;

d) che è accompagnato dall’attiva partecipazione della Comunità ed offre concrete esperienze di vita ecclesiale.

In sintesi si tratta, quindi, di attivare una iniziazione, che non si accontenti di dare i sacra-menti ma che introduca effettivamente alla fede e alla vita cristiano-ecclesiale.

3. Una iniziazione che fa più attenzione alla reale situazione dei ragazzi

Bisogna riconoscere che l’attuale modello di ICFR è alquanto omo-geneo, a volte anche massificante, poco individualizzato, e quindi scarsamente commisurato alle esigenze di fede e di vita dei desti-natari. Ora, si tratta di passare da questo processo di socializzazio-

ne religiosa di massa, che poteva andar bene un tempo passato, a un processo che ricupera la centralità e la scelta libera dei soggetti. Al centro dell’IC non devono stare né i programmi catechistici né la struttura organizzativa ma i ragazzi, colti e rispettati nella loro indivi-dualità, nella loro situazione e nei loro problemi. In altri termini: non

sono i ragazzi in funzione dell’IC ma l’IC in funzione dei ragazzi.Cosa significa questo in concreto? In primo luogo significa tener conto della psicologia evolu-

tiva del ragazzo e dei problemi ad essa connessi. Ad es. è pro-prio così indispensabile collocare la scelta e la celebrazione del-

la Cresima verso i 13 o 14 anni, quando è già iniziata la crisi adole-scenziale, con quanto essa comporta anche sul piano della fede e

della pratica religiosa?In secondo luogo: nell’attuale impostazione dell’IC tutti i ragazzi di una certa età o di una

certa classe incominciano insieme il loro cammino, esperimentano tutti il medesimo itinerario, celebrano insieme nella stessa data le tappe sacramentali già prefissate per tempo e, sem-pre insieme, concludono il loro cammino. Eppure tutti sappiamo quanto siano diversi i ragaz-zi tra di loro, quanto sia diverso il ritmo di maturazione e, soprattutto, quanto sia notevolmen-te multiforme e variegato il contesto di vita sociale, religioso ed ecclesiale da cui proven-gono. «Ogni catechista sperimenta oggi quanto grande sia la diversità, sul piano della fede e del vissuto concreto dell’ambiente familiare e sociale, che ogni fanciullo e ragazzo porta con sé» (n. 38). Il rispetto di questi ragazzi esige di tener conto della loro reale situazione e di adattare ad essa il cammino di IC.

Questo comporta, ad esempio, che ci si liberi dalle tappe e dalle scadenze fisse, automa-tiche, uguali per tutti e che si incominci a pensare (almeno quando è possibile) a scadenze diversificate a secondo, non tanto dell’età, ma della reale maturazione di fede dei sogget-ti o, meglio ancora, dei vari gruppi. È proprio così impossibile pensare che un gruppo di ca-techismo, che ha fatto più fatica o si è mostrato più pigro o più lento nel cammino di fede, possa celebrare la tappa della rinnovazione delle promesse battesimali o della prima con-fessione o di altri passaggi qualche mese dopo?

Ma il rispetto dei ragazzi e della situazione religiosa da cui provengono comporta anche e soprattutto che si pensi – quando è possibile - a una pluralità di percorsi o, come si dice, a dei percorsi differenziati di ICFR. I ragazzi di oggi sono troppo diversi religiosamente per essere tutti intruppati in un medesimo cammino: abbiamo fanciulli non ancora battezzati; bambini che in famiglia non hanno mai sentito parlare di Dio e di Gesù; ragazzi che in famiglia trova-no un ambiente religiosamente indifferente o addirittura ostile; abbiamo anche, grazie a Dio, qualche ragazzo con alle spalle un ambiente dove si respira la fede cristiana.

In che consiste il nuovo modello di ICFR?Quali i principi ispiratori?

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Per questo, oltre all’itinerario ordinario, che è quello fondamentale e che nel giro di 5 anni dovrà diventare normativo per tutte le zone e parrocchie, il “Documento” presenta altri tre possibili itinerari che, col tempo, dove è possibile, potrebbero essere attivati: l’itinerario cate-cumenale, l’itinerario associativo (ACR e AGESCI), l’itinerario familiare.

L’importante è che questi diversi itinerari non vengano imposti ma offerti e proposti per-ché vengano scelti dai fanciulli e dai loro familiari, grazie anche al colloquio personale col sacerdote.

4. Una iniziazione che sollecita anche una nuova forma di catechesi

È noto che cinquant’anni fa il catechismo era il “catechismo per la dottrina cristiana” (cfr. ad es. il Catechismo di S. Pio X). Si andava alla catechesi per imparare la dottrina e pre-pararsi ai sacramenti. Non c’era la preoccupazione di far nascere la fede e di introdurre al-la vita cristiana, perché in genere queste erano già presenti grazie all’opera della famiglia e della Comunità. È significativo che i nuovi catechismi della CEI, nati all’indomani del Va-ticano II, si autodefiniscano non più “catechismo per la dottrina cristiana” ma “catechismo per la vita cristiana”. È il segno di un cambiamento profondo nel modo di intendere la cate-chesi e le sue finalità: i Vescovi italiani, prendendo atto del cambiamento socio-religioso, di-cono chiaramente a tutti che lo scopo della catechesi non è più semplicemente quello di far apprendere e approfondire dei contenuti dottrinali, ma più radicalmente è quello di far diventare cristiani.

In particolare questo vale per i catechismi dei fanciulli e dei ragazzi. Infatti i testi Io sono con voi, Venite con me, Sarete miei testimoni, Vi ho chiamati amici vengono globalmente de-finiti il “Catechismo per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi”. Il loro intento – dice la Nota di presentazione dell’UCN (1991) – è di “sviluppare una catechesi a servizio di un’autenti-ca iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, dove la conoscenza dei contenuti della fede sia fondata su un vero annuncio di Gesù Cristo, morto e risorto, e sia sempre accompagna-ta da un’esperienza vitale e sacramentale nella partecipazione alla vita e alla missione della Comunità ecclesiale, attraverso un cammino graduale e tappe successive di crescita”37. In altri termini la catechesi deve liberarsi dall’angusta finalizzazione esclusivamente conoscitiva-dottrinale e farsi carico di introdurre globalmente alla vita cristiana. Questo non significa di-menticare l’importanza dell’aspetto anche veritativo e dottrinale; significa piuttosto collocar-lo in un contesto più ampio, che dà la precedenza al sorgere della fede, alla relazione con Cristo nella Chiesa e alla concreta e suggestiva esperienza cristiana. La catechesi ha rag-

giunto il suo scopo principale non quando i ragazzi sanno qualche nozione in più della dottrina cristiana ma quando hanno incon-trato il Signore, gli hanno creduto, lo amano e, attraverso l’esperienza, hanno interiorizza-to il gusto per gli aspetti fondamentali del-la vita cristiana: l’ascolto e l’annuncio della Parola, la preghiera e la celebrazione sacra-mentale specialmente dell’Eucaristia, la par-tecipazione alla vita ecclesiale e la testimo-nianza della carità.

In questo nuovo modello di catechesi è ovvio che il catechista, oltre che maestro, deve essere prima di tutto un testimone; te-

37 Nota, p. 3.

In che consiste il nuovo modello di ICFR?Quali i principi ispiratori?

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stimone di un Cristo che ha incontrato ed esperimentato per primo, annunciatore di una sto-ria di salvezza che è diventata la propria storia e che viene raccontata perché possa diven-tare anche la storia di salvezza di chi ascolta.

In questa prospettiva è da superare la configurazione della catechesi secondo il model-lo scolastico, dove ci sono classi, insegnanti, lezioni, programmi, dottrine da apprendere, ve-rifiche. Deve farci riflettere il fatto che i nostri ragazzi non capiscono la differenza che esiste tra la scuola di religione e la catechesi; per essi è un doppione, dal momento che anche la catechesi è ancora una forma di scuola. Questa è la conseguenza di una catechesi ridotta ad insegnamento dottrinale (cfr. n 43).

Cosa fare?Bisogna, innanzi tutto, passare da una impostazione scolastico-dottrinale ad una cate-

chesi che sia una vera pedagogia della fede, una introduzione globale alla vita cristiana, ar-ricchita di varie esperienze. Sarà utile anche transitare da una catechesi per classi scolasti-che a una catechesi per fasce di età o, ancor meglio, a una catechesi intergenerazionale, con la partecipazione, almeno in certi momenti, degli stessi adulti.

Ci si deve però anche chiedere se questo nuovo modello di ICFR e di catechesi sia com-patibile con la prassi che tende a ridurre tutto semplicemente all’ora settimanale. Se effetti-vamente lo scopo della catechesi non è semplicemente dottrinale ma “iniziatico”, nel sen-so che deve introdurre all’esperienza della vita cristiana in tutta la sua globalità, bisognerà passare progressivamente dall’ora settimanale al cosiddetto “pomeriggio educativo” o a un qualche “fine settimana”: cioè a un tempo più ampio e disteso, dove ci sia spazio non solo per il momento dell’ascolto della Parola e di quanto viene mediato dal catechista, ma an-che per alcune esperienze significative: di celebrazione, di gioco, di testimonianza cristiana, di carità ecc. È ovvio, però, che una impostazione di questo tipo esige il coinvolgimento non solo del catechista ma anche di altre persone o gruppi parrocchiali (gruppo missionario, del-la liturgia, della carità ecc.) e, quando è possibile, degli stessi genitori.

5. Una iniziazione che ricupera il senso, l’unità e l’ordine dei sacramenti dell’IC

«Il fatto che l’iniziazione cristiana abbia il suo momento culminante nella ricezione dei tre sacramenti dell’iniziazione, che rendono presente e attuale l’evento di salvezza della Pasqua di Cristo, testimo-nia che non si tratta solo del cammino dell’uomo e della Chiesa, ma che […] è Dio stesso a introdurci nel mistero di Cristo e della Chiesa» (n. 24). Il senso dei sacramenti dell’ IC sta pro-prio in questa dimensione di grazia che viene a comple-tare il necessario contributo della libertà e della colla-borazione dell’uomo. Gra-zie al Battesimo, alla Cresi-ma ed all’Eucaristia noi sia-mo introdotti realmente ed efficacemente nel miste-ro di Cristo e della Chiesa, così che più che parlare di

In che consiste il nuovo modello di ICFR?Quali i principi ispiratori?

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In che consiste il nuovo modello di ICFR?Quali i principi ispiratori?

“iniziazione ai sacramenti” si dovrebbe parlare di “iniziazione dai sacramenti” o “attraverso i sacramenti”.

A proposito di questi tre sacramenti il nostro “Documento” presenta alcune novità che sottolineano tre aspetti importanti che vanno spiegati e recepiti.

Innanzi tutto i sacramenti dell’IC non sono tre sacramenti autonomi e isolati, che si posso-no ricevere staccati tra di loro, quando pare e piace, ma sono strettamente collegati a tal punto da formare una sola e medesima realtà. Essi sono “insieme” i sacramenti dell’IC, che, unitariamente e gradualmente, introducono nella comunione con la Chiesa e, attraverso di essa, con Cristo. Il loro distacco ha comportato una specie di assolutizzazione di ciascuno di essi, con tutta una serie di conseguenze negative soprattutto per la Cresima. Infatti il distac-co della Cresima dal Battesimo e dall’Eucaristia, nato per motivi pratici, ha finito per far per-dere ad essa il suo significato teologico specifico di completamento del Battesimo e di intro-duzione all’Eucaristia, facendole assumere spesso significati del tutto estranei (es. sacramen-to della maturità ecc.). È importante, quindi, sia a livello di catechesi che di celebrazione, ri-cuperare l’unità di questi tre sacramenti, come avviene nella iniziazione cristiana degli adul-ti, nella quale sono dati tutti insieme nella medesima celebrazione.

In secondo luogo, anche quando i tre sacramenti, per motivi pastorali, sono legittima-mente celebrati con riti distinti, bisogna fare attenzione che tra di loro esiste una connessio-

ne organica e, quindi, che l’ordine dei tre non è ca-suale ma è dettato da una logica intrinseca, che

vede il Battesimo come porta d’ingresso e l’Eu-caristia come momento culminante (n. 24).

Infatti, se l’inserimento nella Chiesa può es-sere riconosciuto come la finalità dell’IC, dal punto di vista sacramentale tale finali-

tà può dirsi raggiunta quando il creden-te viene introdotto all’Eucaristia, il sa-cramento che fa la Chiesa: solo par-tecipando al corpo eucaristico di Cri-sto, il credente diventa pienamente

parte del suo corpo ecclesiale. D’al-tra parte, se l’introduzione all’Eucaristia

costituisce l’obiettivo dell’IC, Battesimo e Cresima hanno precisamente la finalità di abilita-re il credente a partecipare alla mensa eucaristica; pertanto potrebbero essere opportuna-mente qualificati come “sacramenti di iniziazione all’Eucaristia”. In questa luce, il Battesimo e la Confermazione non vanno visti in sé e per sé, come giustapposti all’Eucaristia, ma vanno ripensati nella loro finalizzazione all’Eucaristia ed è importante che anche a livello celebrati-vo vengano ricuperati quell’ordine e quella successione che facilitano la percezione della finalizzazione eucaristica.

A tal fine il nostro “Documento” prevede che i Sacramenti della Confermazione e della prima Eucaristia vengano celebrati insieme secondo l’ordine Cresima-Eucaristia: in una me-desima celebrazione domenicale, dopo aver ricevuto la Confermazione dalle mani del Ve-scovo o di un suo delegato, i ragazzi partecipano immediatamente all’Eucaristia con la pri-ma comunione.

Il fatto che, sotto il profilo sacramentale, il punto di arrivo dell’IC non sia la Cresima ma l’Eucaristia aiuta anche a capire più in profondità il senso di tutta l’IC. Tale senso non sta nel-la ricezione di un sacramento (come il Battesimo e la Cresima) che si celebra una volta per sempre, dopo di che ci si sente a posto; ma sta nella vita cristiana, cioè nella comunione con Cristo e con la Chiesa che si rinnova continuamente, domenica per domenica, nell’Eu-caristia del giorno del Signore. Se questo è il senso ultimo dell’IC allora si comprende l’urgen-za di cambiare la mentalità pastorale che punta molto sulla prima comunione e ritiene che

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In che consiste il nuovo modello di ICFR?Quali i principi ispiratori?

tutto sia finito e compiuto quando si è ricevuta la Cresima. Il nuovo modello di ICFR sottoli-nea che lo scopo ultimo dell’IC non è quello di portare alla Cresima e neppure alla messa di prima comunione ma alla messa e alla comunione di ogni domenica. In altri termini la sfida pastorale della nuova ICFR è l’introduzione alla vita cristiana e, quindi, innanzi tutto, al ricu-pero del giorno del Signore.

Da ultimo va fatta una riflessione anche per quanto riguarda la collocazione dei sacra-menti all’interno dell’itinerario dell’IC. Nella prassi attuale si dedica molto tempo alla prepa-razione dei Sacramenti; il sacramento della Cresima, poi, conclude il cammino dell’IC, dopo di che inizia il tempo della catechesi e formazione permanente. I padri della Chiesa erano invece convinti che i sacramenti o “misteri” prima si celebrano e poi si spiegano, cioè si spie-gano quando e mentre si vivono. Il che significa che il sacramento non va messo solo alla fi-ne di un cammino di preparazione. L’apprendistato della vita cristiana, in cui consiste l’inizia-zione, è un cammino in cui il sacramento è al centro, con un prima e un dopo. Questo ci di-ce che bisogna investire di più anche sul tempo successivo alla celebrazione dei sacramen-ti, cioè sul tempo della “mistagogia”, in cui si cerca di approfondire il senso dei sacramenti ricevuti al fine di esprimere nella vita i misteri celebrati nella fede. Nel tempo della prepara-zione è importante soprattutto accendere il desiderio di incontrare il Signore nella parola e nel Pane ogni domenica insieme con la Comunità, lasciando al tempo successivo il compito di spiegare i vari aspetti significativi e specifici del sacramento.

Con questo spirito il nostro “Documento” prevede che dopo la ricezione dei sacramenti ci sia almeno un anno di mistagogia, che fa ancora parte integrante del cammino di IC.

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Quanto strutturato nel PUC e nel Sentiero Fede in merito alla educazione alla fede è fon-damento e prassi dell’agire associativo anche in rapporto all’ICFR.

La proposta qui formulata come possibile realizzazione dell’ICFR da parte dell’AGESCI tie-ne conto dei seguenti elementi

• obiettivi generali dell’ICFR;• struttura organizzativa AGESCI (Statuto e Regolamento metodologico);• strumenti AGESCI (PUC, Sentiero fede);• metodo AGESCI (in particolar modo quello della progressione personale unitaria).Il modello bresciano di ICFR, che prevede la partecipazione dei fanciulli a partire dai 6 an-

ni, accompagnati dai propri genitori o da un altro adulto, è suddiviso in 4 tempi:

• I tempo: evangelizzazione preliminare dei genitori e primo contatto coi fanciulli (du-rata circa 1 anno)

• II tempo: prima evangelizzazione Prima tappa: Gesù Cristo (1 anno) Seconda tappa: il Dio di Gesù, il Padre (1 anno)

• III tempo: Approfondimento della fede Prima tappa: Storia della salvezza (1 anno) Seconda tappa: lo Spirito Santo, la Chiesa e i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana

(1 anno)• IV tempo: mistagogia (1 anno)

1. Titolarità: quale Parrocchia è responsabile del cammino di ICFR in AGESCI?

Nella sua missione evangelizzatrice e di cura pastorale di tutte le persone pre-senti sul suo territorio, la Comunità par-rocchiale, soprattutto tramite il CPP, è la responsabile dell’IC pure di quei fanciul-li che percorrono il cammino di iniziazio-ne all’interno dell’ACR e dell’AGESCI, anche nel caso che queste associazio-ni abbiano la propria sede al di fuori del territorio della Parrocchia.

Pertanto i fanciulli, che percorrono il cammino di IC in un gruppo AGESCI, che ha sede fuori dalla propria Parroc-chia di residenza, di norma38, svolgono in quel gruppo il proprio cammino di ca-techesi e di formazione, ma per il resto

partecipano alla vita della propria Comunità parrocchiale di residenza. Ciò vale sia per i ra-gazzi, che parteciperanno all’Eucaristia domenicale, al triduo pasquale, ai vari “riti di passag-gio” e alle varie iniziative ecclesiali nella propria Comunità parrocchiale, sia anche per i ge-

38 Eventuali eccezioni saranno concordate e precisate tra i parroci delle due Parrocchie, quella cioè di residenza e quella in cui ha sede il gruppo AGESCI.

Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI

IV

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nitori, che frequenteranno insieme con loro l’Eucaristia domenicale e parteciperanno ai loro incontri di evangelizzazione e catechesi nella medesima Parrocchia di residenza.

Questo implica che il Parroco, prima di ammettere questi ragazzi ai “riti di passaggio” e alla celebrazione dei sacramenti della Confessione, Cresima ed Eucaristia, faccia riferimen-to all’Assistente Ecclesiastico dell’AGESCI, il quale, insieme con la Comunità Capi, emetterà un giudizio scritto sul loro cammino di fede all’interno del gruppo.

2. Quando comincia il cammino dell’ICFR in AGESCI?

Il nuovo modello di ICFR prevede che, a partire dall’età dei 6 anni del fanciullo, il primo tempo (Evangelizzazione preliminare dei genitori e primo contatto coi fanciulli), della durata di un anno, si svolga insieme per tutti i genitori e fanciulli nella propria Parrocchia. Il che significa che i cammini diversificati si possono attivare solo a partire dal secondo anno del cammino.

D’altra parte, poiché l’AGESCI accoglie le persone a partire dall’età di otto anni, si apro-no due ipotesi o possibilità, che andranno valutate tra i Capi e il Consiglio Pastorale della Parrocchia dove ha sede il gruppo AGESCI, per giungere alla scelta della prima o della se-conda ipotesi qui sotto presentate.

2.1. IPOTESI AI fanciulli interessati a far parte dell’AGESCI fanno il primo anno dell’ICFR (Evangelizzazio-

ne preliminare dei genitori e primo contatto coi fanciulli) nella propria Parrocchia e poi, ad otto anni, entrano nell’AGESCI dove, a partire dal secondo anno dell’ICFR, si svolge il resto del loro cammino di iniziazione cristiana. 39

2.2. IPOTESI BI fanciulli interessati a far parte dell’AGESCI fanno il primo (Evangelizzazione preliminare

dei genitori e primo contatto coi fanciulli) e il secondo anno (La scoperta di Gesù) dell’ICFR nell’itinerario ordinario della propria parrocchia. A partire dal terzo anno entrano nell’AGE-SCI dove si svolge il resto del cammino di iniziazione cristiana.

3. Percorso ciclico del II e III tempo dell’ICFR nel cammino dell’AGESCI

Il nuovo modello di ICFR propone la formazione di gruppi abbastanza omogenei per età, mentre le unità dei gruppi Scout sono disomogenee e vengono definite in verticale dagli 8 ai 12 anni. Il che significa che tutti i ragazzi dagli 8 ai 12 anni fanno lo stesso percorso temati-co annuale, indipendentemente dall’età, con la conseguenza che il primo anno per un fan-ciullo appena entrato coincide con l’ultimo anno di colui che ha già fatto l’esperienza (co-me Lupetto o Coccinella) da tre anni.

In questa situazione, il cammino di ICFR – per quanto riguarda il II e il III tempo – viene pro-posto dall’AGESCI in due forme possibili a seconda che si sia scelta l’IPOTESI A o l’IPOTESI B, di cui sopra.

3.1. Se si sceglie l’«ipotesi A» Visto che i fanciulli hanno fatto solo il primo anno del cammino di ICFR, il resto di tale cam-

mino – per quanto riguarda il II e III tempo – viene offerto secondo una ciclicità quadrienna-

39 Questo significa che se il fanciullo parte con l’ICFR a 6 anni, farà i primi due anni in Parrocchia e poi passa al cammino AGESCI (anche se nella proposta ciclica quadriennale dell’AGESCI ripeterà l’an-no di Gesù Cristo); se invece parte a 7 anni, farà in Parrocchia solo il primo anno e poi passerà al cammi-no dell’AGESCI.

Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI

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le, avendo come elemento di continuità la scansione temporale dell’anno liturgico e come elemento di novità (che permette l’offerta dei contenuti e obiettivi specifici) la proposta te-matica secondo lo schema dell’ICFR. In concreto, il percorso quadriennale, sotto il profilo te-matico, potrà avvenire secondo le quattro tipologie o scansioni seguenti:

a) Gesù (I anno Agesci) --> Il Padre (II anno) --> La storia della salvezza (III anno) --> Lo Spi-rito, la Chiesa e i sacramenti dell’IC (IV anno);

b) Oppure: Il Padre --> La storia --> Lo Spirito --> Gesù;c) Oppure: La storia --> Lo Spirito --> Gesù --> Il Padre;d) Oppure: Lo Spirito --> Gesù --> Il Padre --> La storia.

Nel sottofondo le quattro tematiche sono collegate tra loro da una significativa struttu-ra trinitaria:

• per Gesù Cristo,• al Padre, che si rivela e opera nella storia della salvezza• nello Spirito Santo.Tuttavia, a motivo della ciclicità del percorso il cammino, anziché essere “per Cristo al Pa-

dre nello Spirito”, potrà essere per qualcuno: “al Padre, nello Spirito, per Cristo”; oppure: “nel-lo Spirito, per Cristo al Padre”.

3.2. Se si sceglie l’«ipotesi B» Visto che i fanciulli hanno già fatto i primi

due anni del cammino di ICFR ( e, quindi, an-che l’anno della “Scoperta di Gesù”) in parroc-chia, il terzo, il quarto e il quinto anno dell’ICFR vengono distribuiti nei quattro anni dell’itinera-rio AGESCI, in forma ciclica, in questo modo:

- I anno AGESCI: Il Padre- II anno AGESCI: La storia della salvezza- III anno AGESCI: Lo Spirito Santo e la Chie-

sa (con particolare attenzione al sacra-mento della Cresima)

- IV anno AGESCI: La Chiesa e l’Eucaristia (con particolare attenzione al sacramen-to dell’Eucaristia).

4. “Riti di passaggio” e celebrazioni sacramentali nel cammino dell’AGESCI

Il nuovo modello di ICFR prevede delle celebrazioni sacramentali (Riconciliazione, Cresi-ma ed Eucaristia) e alcuni “riti di passaggio”, secondo lo schema seguente:

ICFR RitoII tempo – I anno: Gesù Cristo Rinnovo promesse battesimaliII tempo – II anno: Il Dio di Gesù, il Padre Sacramento della RiconciliazioneIII tempo – I anno: La storia della salvezza Ammissione tra i candidati ai sacramenti ICIII tempo – II anno: Lo Spirito, la Chiesa

e i sacramenti Celebrazione Cresima e Eucaristia

Per garantire l’omogeneità del percorso iniziatico tra i fanciulli che camminano all’in-terno dell’AGESCI e quelli che fanno il cammino ordinario parrocchiale, l’AGESCI si attiene al medesimo schema, mantenendo la stessa successione rituale, anche se la tematica an-

Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI

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nuale dell’AGESCI non corrisponde sempre a quella del cammino ordinario40, cui sono idealmente collegati i ri-ti di passaggio.

Questo significa che:

4.1. Se si sceglie l’«ipotesi A», vale la seguente scansione:

- verso la fine del I anno AGESCI: rito del rinnovo del-le promesse battesimali;

- verso la fine del II anno AGESCI: celebrazione del sacramento della Riconciliazione;

- verso la fine del III anno AGESCI: rito dell’ammissione tra i candidati ai sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia;

- verso la fine del IV anno AGESCI: celebrazione unitaria della Cresima e dell’Eucaristia.

4.2. Se si sceglie l’«ipotesi B», la celebrazione dei sacramenti e/o dei riti di passag-gio avrà questa scansione:

- verso la fine del I anno AGESCI: celebrazione del sacramento della Riconciliazione;- verso la fine del II anno AGESCI: rito dell’ammissione tra i candidati ai sacramenti della

Cresima e dell’Eucaristia;- verso la fine del III anno AGESCI: non è previsto nessun rito ufficiale di passaggio;- verso la fine del IV anno AGESCI: celebrazione unitaria della Cresima e dell’Eucaristia.

5. Il tempo della mistagogia nel cammino dell’AGESCI

La nota CEI in merito agli Orientamenti per l’iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni41 così descrive il cammino dopo la celebrazione dei sacramenti:

Con la celebrazione del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia, non è terminato l’itinerario di iniziazio-

ne cristiana. Inizia il tempo della Mistagogia, per fa-miliarizzarsi sempre di più con la vita cristiana e i suoi impegni di testimonianza (RICA 369). Il neofita è edu-

cato, secondo la sua età, a scoprire il posto dei sacra-menti nella vita, a crescere in una sempre più grande

fedeltà a Cristo, rinnovandola con la grazia dei sacramenti. Il fanciullo o ragazzo neo-fita, attraverso la meditazione del Vangelo, la catechesi, l’esperienza dei sacramenti e l’esercizio della carità, è condotto ad approfondire i misteri celebrati e il senso della fede, a consolidare la pratica della vita cristiana, a stabilire rapporti più stretti con gli altri membri della Comunità […].Il neofita dovrà essere accompagnato dalla Comunità (concretamente dal gruppo in seno al quale si è preparato) a fare proprio l’impegno della celebrazione domenica-le e a continuare la sua formazione cristiana nell’età dell’adolescenza e della giovi-

40 Questo implica che, se un Lupetto/a-Coccinella non può essere preparato al rito di passaggio speci-fico nel proprio branco/cerchio, almeno un mese prima della celebrazione sacramentale o del rito di pas-saggio sia introdotto specificamente al senso della celebrazione o del rito, partecipando al cammino dei propri coetanei nell’itinerario ordinario della Parrocchia.

41 CEI, L’iniziazione cristiana, 2. Orientamenti per l’iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni, Roma 1999, nn. 48-49.

Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI

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nezza. Per esprimere questi impegni si può prevedere per il tempo della mistagogia la “consegna” del giorno del Signore o domenica (ottava di Pasqua o otto giorni dopo il battesimo), del Credo niceno-costantinopolitano (sintesi sistematica della fede) e del catechismo che deve guidare la formazione cristiana negli anni successivi.

Il modello catecumenale proposto nel RICA è assunto nel cam-mino Scout, dalla “promessa” alla “partenza”. Infatti il periodo che va dai 12 ai 20 anni è scandito con obiettivi, tappe, mete educati-ve che favoriscono l’approfondimento e la testimonianza della vita di fede come alleanza con il Dio della vita, che, rivelatosi in Gesù Cri-sto come il Padre, anima la vita dei suoi figli, all’interno della Chiesa, attraverso lo Spirito Santo.

Tuttavia, poiché il modello diocesano di ICFR prevede che il tem-po della mistagogia duri un anno circa, anche il cammino iniziatico all’interno dell’AGESCI propone che la mistagogia, strettamente in-tesa, sia vissuta nel primo anno della Branca E/G, anche se il cammi-no di fede procede ulteriormente fino ai 20 anni con il momento del-la “partenza”.

Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI

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6. Schema del percorso dell’ICFR in AGESCI

In pratica, per i fanciulli che compiono il cammino di IC nell’AGESCI questo è il percorso, in forma schematica:

6.1. Se si sceglie l’«ipotesi A»

ICFR Luoghi Schema trinitarioEvangelizzazione preliminare dei genitori ecc.

Nella parrocchia di residenza (1 anno)

Gesù Cristo Nella Branca L/C (1 anno) per Gesù CristoIl Dio di Gesù: il Padre

Nella Branca L/C (2 anni) al PadreStoria della salvezzaLo Spirito, la Chiesa e i sacra-menti dell’Iniziazione Cristia-na

Nella Branca L/C (1 anno) nello Spirito Santo

Mistagogia Nella Branca E/G (1 anno)

e Eucaristia

Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI

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6.2. Se si sceglie l’«ipotesi B»:

ICFR Luoghi Schema trinitarioEvangelizzazione preliminare dei genitori ecc.

Nella parrocchia di residenza (1 anno)

Gesù Cristo Nella parrocchia di residenza (1 anno) per Gesù Cristo

Il Dio di Gesù: il PadreNella Branca L/C (2 anni) al Padre

Storia della salvezzaLo Spirito e la ChiesaLa Chiesa e i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana

Nella Branca L/C (2 anni) nello Spirito Santo

Mistagogia Nella Branca E/G (1 anno)

e Eucaristia

Sacram.dell’IC

7. Evangelizzazione e formazione dei genitori

Il modello bresciano di ICFR ritiene importante e necessario che i genitori (o altri adulti) accompagnino il cammino del figlio accettando loro stessi di fare un itinerario di fede pa-rallelo e partecipando ad alcuni incontri specifici di evangelizzazione e formazione. Per i ge-nitori i cui figli fanno il cammino di ICFR nel gruppo AGESCI tali incontri avvengono, in parte in Parrocchia (si propongono circa 4 incontri annuali), per garantire un certo percorso uni-tario a tutto il gruppo dei genitori, e in parte all’interno del cammino associativo, che per l’AGESCI implica soprattutto la condivisione di alcune proposte educative: all’inizio dell’an-no Scout; in preparazione al campo invernale, estivo; per la festa di primavera; a conclusio-ne dell’anno Scout.

Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI

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8. Formazione Capi

L’attivazione dei cammini associativi di iniziazione cristiana (ACR – AGESCI) da parte del CPP è subordinata alla prepara-zione degli Educatori e dei Capi. Pertanto, al fine di preparare i Capi Scout al ruolo di “catechisti” dell’ICFR è necessario pre-vedere un iter formativo a livello di zone Brescia e Sebino con i seguenti obiettivi:

• conoscere il PUC e il Sentiero Fede;• condividere gli obiettivi dell’ICFR e le esperienze speri-

mentate di iniziazione cristiana;• imparare a progettare momenti di catechesi inseriti in un

progetto di catechesi pluriennale;• favorire e sollecitare la partecipazione alle opportunità formative promosse dall’AGE-

SCI a livello nazionale (campi Bibbia, campi di catechesi biblica e i laboratori biblici).Per il raggiungimento di tali fini si demanda alle zone Scout la modalità di approntare mo-

menti formativi anche in collaborazione con l’Ufficio Catechistico Diocesano.Garante della integrità di vita e della preparazione biblica, teologica e catechetica dei

Capi che accompagnano l’ICFR è la Comunità Capi di cui fa parte anche l’Assistente Ec-clesiastico.

9. L’Assistente ecclesiastico

All’interno dei gruppi AGESCI gli Assistenti Ecclesiastici «sono sacer-doti corresponsabili del progetto educativo Scout all’interno delle Uni-tà, delle Comunità Capi e degli altri livelli associativi. Essi vi esercitano il mandato sacerdotale che viene loro affidato dal Vescovo e insie-me con gli altri Capi annunciano e testimoniano la proposta cristia-na» (Statuto, art. 9).

Quanto all’itinerario di ICFR, all’Assistente Ecclesiastico, quale coor-dinatore dell’attività pastorale (cfr. PUC, par. 185), in unione con la Co-munità Capi, spetta:

- garantire l’effettivo e corretto svolgimento del cammino di iniziazio-ne cristiana nel gruppo AGESCI;

- emettere un giudizio scritto, da far pervenire ai loro Parroci, sul cammino di vita cristiana dei fanciulli in occasione della cele-brazione dei “riti di passaggio” e dei sacramenti.

Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI

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Schede per il percorso dell’ICFR in AGESCI42

42 Le schede si riferiscono all’ipotesi A. Per l’ipotesi B devono essere opportunamente modificate per

quanto riguarda la II tappa dell’approfondimento della fede.Le schede offrono una esemplificazione dell’ICFR in Agesci considerando la scansione temporale

dell’anno liturgico. Esse non sostituiscono l’imprescindibile progettazione di ogni Comunità Capi, ma pos-sono essere il punto di partenza per l’elaborazione attenta alla specificità e concretezza di ogni singola uni-tà e del cammino di ciascun ragazzo e ragazza.

V

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VIA!

ARRIVO!

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Prima tappa

LA SCOPERTA DI GESÙ

1Tempo della prima evangelizzazione

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dall’inizio dell’anno scoutfino alla festa di Cristo RePeriodo d’inizio

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Far comprendere l’importanza di ciascuno; il sentirsi accolto.Far sentire che inizia un cammino, una “storia”.

Tu hai un nome e sei importante; insieme formiamo un gruppo: per quale scopo? Come ci chia-miamo?La Comunità cristiana ti accoglie, ti accompagna, fa festa con te e con la tua famiglia.Ti trasmettiamo una storia…. Interroghiamo testimoni di oggi.

All’inizio dell’anno Scout, in ottobre, ogni gruppo accoglie al suo interno i nuovi fanciulli che vivranno l’esperienza Scout. Questo avviene, per i fanciulli dagli 8-11 anni, attraverso cerimonie o attività che li introducono nell’ambiente fantastico in cui si svolge l’attività Scout. (I racconti dell’ambiente fan-tastico sono tratti da Le Storie di Mowgli di Rudyard Kipling per i Lupetti e Sette punti neri di Cristiana Ruschi Del Punta, per le Coccinelle). Il racconto dell’ambiente fantastico che accompagna questo momento di accoglienza è “I Fratelli di Mowgli” per i Lupetti (Mowgli viene accettato nel Branco) e “ Alla ricerca dei punti neri smarriti…” (Cocci inizia il suo viaggio). Inoltre avviene anche la cerimonia dei passaggi, dove i Lupetti e le Coccinelle dell’ultimo anno passano nel Reparto.

Durante i primi incontri si scopre la tana (il luogo dove avvengono le riunioni); i fanciulli si conoscono tra di loro, attraverso giochi o attività preparate per questo scopo, in modo tale che anche i nuovi si possano sentire a proprio agio; viene presentata la preghiera del Lupetto e della Coccinella e valo-rizzato l’angolo di Gesù (un posto all’interno della tana dove il fanciullo può pregare, costruire qual-cosa per abbellire, trovare un Vangelo).

Rito dell’accoglienza: l’accoglienza dei fanciulli avviene attraverso il racconto dell’ambiente fan-tastico.

La vita Scout è vita comunitaria, in cui il fanciullo fin dall’inizio viene gradualmente educato a valori importanti come l’amore per il prossimo, l’aiuto reciproco, il rispetto.Una delle attività, che spesso si fanno, è la vendita di calendari Scout, il cui ricavato non andrà divi-so per ogni singolo fanciullo, ma nelle casse del gruppo, per essere utilizzato per le varie attività du-rante l’anno.

In base alle tradizioni di ogni gruppo verso novembre si vive l’uscita con il Branco/Cerchio con o sen-za pernottamento: durante l’uscita i fanciulli hanno modo di vivere per più lungo tempo insieme al-la propria Comunità il gioco, la preghiera, l’Eucaristia, attività varie proposte dai Capi in base al pro-gramma dell’anno.

a) In Parrocchia:- Festa comune per il Rito dell’accoglienza.- Incontro per presentare il cammino dei fanciulli e proporre il cammino da intraprendere coi

genitori.b) Nel gruppo Scout: Le famiglie vengono generalmente coinvolte dal gruppo Scout attraverso alcune riunioni. All’ini-

zio dell’anno i Capi incontrano i genitori per spiegare cosa è lo Scoutismo e quali sono i valori di fondo a cui si ispira. Prima del campo invernale si svolge una riunione in cui si presenta il proget-to educativo di gruppo da cui scaturisce il programma dell’anno proprio dell’unità (in cui sono specificati anche gli obiettivi di catechesi che si vogliono raggiungere nell’anno) e si parla del campo invernale.

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Obiettivi

Periodo diAvvento e Natale

Periodo:dalla prima domenica d’Avventofino all’inizio della Quaresima

Genitori

Esperienze qualificanti

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elebrazioni A

ttività Scout - Racconti

dell’ambiente fantastico

Contenuti catechistici

Far nascere la disponibilità a dire di sì, all’ascolto e all’apertura.Far nascere il desiderio di conoscere Gesù.Introdurre nell’attesa di Gesù (Avvento), nella conoscenzadella sua famiglia, di Maria, sua madre …Confrontarsi con lui.

Chi è Gesù?Interroghiamo Giovanni Battista, Giuseppe, Maria.Le origini di Gesù: la sua terra, la sua famiglia, la nascita. (CdF/1, capp. 3-4)

Periodo Avvento: conosciamo Gesù, la famiglia di Gesù, riflettiamo sull’«Eccomi» di Maria. Annun-ciazione – Nascita – Visita dei Magi.Periodo di Natale: i primi momenti della vita di Gesù e i suoi primi amici.

I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori):

Per il Branco (Momento della Scoperta)“La Caccia di Kaa”: Mowgli, rapito dalle Bandarlog, impara il significato della legge, anche attraver-so le parole maestre - Scoperta della Legge e delle regole del Branco (novembre – dicembre) “Come venne la paura”: viene ribadita l’importanza della Legge (gennaio)

Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel prato – Momento della scoperta)“Nel formicaio”: Cocci incontra le formiche e scopre la legge del formicaio (“Tutto tutti insieme”) – Scoperta della legge e delle regole del Cerchio.“Il segreto”: il lavoro di Cocci, la fatica di mantenere l’impegno, la gioia dell’amicizia. (Parola mae-stra “Ti devo la gioia di averti potuto aiutare io che sono solo una piccola Cocci del prato)“La storia della formica Regina”: “Tutto tutti insieme” non basta, può portare anche all’egoismo e al-la chiusura, invece che aprire alla fraternità.“La traccia”: C’è una legge più forte…è la legge della vita che vince la morte e fa fiorire perfino la terra più arida.“Il sogno”: Cocci è chiamata a riprendere il suo viaggio.“La Rana ”: scoperta ed accettazione di sé. (Parola Maestra: “Se ci sono a qualcosa serviranno”) “I colori delle ali”: non importa quale sia il colore delle tue ali, importa quello che c’è nel tuo cuore.

Rito della “consegna” (traditio) del Vangelo: consegna del Vangelo ai Lupetti e Coccinelle del pri-mo momento.

Preparazione del presepio. Un dono in dono.Partecipazione alle iniziative del mese della pace.

Ritiro di Avvento (insieme agli altri fanciulli della Parrocchia).

Nel mese di dicembre: campo invernale. Campo che si svolge in 3-4 giorni. Durante il campo inver-nale i fanciulli nuovi generalmente fanno la promessa: momento in cui entrano a far pienamente parte del Branco/Cerchio, e si impegnano a fare del loro meglio per osservare la legge del Lupetto/Coccinella, aiutare gli altri, con l’aiuto di Gesù.

a) In Parrocchia: un incontro o due di evangelizzazione sul tema: “Gesù Cristo, il Figlio di Dio”. Partecipazione al rito della “consegna” del Vangelo. Ritiro di Natale coi fanciulli.

b) Nel gruppo Scout: in base alle tradizioni dei singoli gruppi Scout, in Avvento si celebra insieme la messa di gruppo, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come momento di condivisio-ne di un evento importante dell’anno liturgico.

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iPeriodo:

dall’inizio della Quaresima fino alla seconda domenica di Pasqua

Periodo di Quaresimae Pasqua

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Far conoscere ed interiorizzare i momenti più importanti della vita pubblica di Gesù, fino a Pasqua: Ge-sù che insegna, prega, guarisce, ha amici, ha amore anche per i nemici, muore e risorge per noi.

Il Vangelo di Gesù. Le parabole e i miracoli di Gesù.Gesù va a Gerusalemme. Gesù muore, risorge e manda il suo Spirito.Ma voi chi dite che io sia? (cfr. CdF/1, capp. 4-5)

Approfondimento della figura di S. Francesco, colui che ha seguito e amato Gesù crocifisso fino ad immedesimarsi con lui.

I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio)“Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la leg-ge, il Branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed ucciden-do Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco.

Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel bosco – Momento della Competenza). La Comunità di Cerchio si è assestata ma deve sperimentarsi e verificarsi negli impegni e nei rapporti. I racconti pre-visti sono:“La civetta” (“Tutto tutto mio”, la tentazione dell’egoismo)“Gli Scoiattoli”: una nuova accoglienza per Cocci; lo stile della Famiglia Felice: lavorare e giocare per la famiglia scoiattoli erano la stessa cosa – il mutare delle stagioni e il sorgere del sole e della lu-na servivano per gli animali del bosco come orologio e calendario.“ La Grande Quercia ”: la Buona Azione; la fedeltà all’amicizia; la generosità che costa. (Noi saremo i tuoi occhi- promisero gli uccelli- tutto ciò che vedremo nei nostri voli te lo racconteremo…)“La notte delle Lanterne”: la sconfitta dei pregiudizi apre alla fraternità e alla solidarietà (avevano scoperto di avere tante cose da dirsi perché proprio per il fatto di essere diverse ogni cosa che l’una raccontava era nuova per l’altra).“La leggenda del mughetto”: la gioia sconfigge la paura e la bontà la prepotenza (Io, il mughetto, sono un po’ di quei campanellini).

Celebrazione con la “consegna” del Crocifisso e del “segno della croce”.

Si potrebbe far costruire un Crocifisso ad ogni fanciullo.Quaresima di Fraternità. Durante tutto l’anno si cerca di sviluppare nei fanciulli la disponibilità a fare qualcosa di buono per qualcun altro, in modo spontaneo e gratuito: si lanciano le cosiddette BA (buo-ne azioni): strumento trasversale con il quale si fa educazione morale (pace-giustizia, solidarietà).

Celebrazione delle Ceneri.Partecipazione/preparazione di una Via Crucis (adatta ai fanciulli)Ritiro di Quaresima insieme ai fanciulli della Parrocchia.

In base alle tradizioni di ogni gruppo da gennaio a giugno si vivono circa 3 uscite con il Branco/Cer-chio con o senza pernottamento: durante l’uscita i fanciulli hanno modo di vivere per più lungo tem-po insieme alla propria Comunità il gioco, la preghiera, l’Eucaristia, attività varie proposte dai Capi in base al programma dell’anno.

a) In Parrocchia: due incontri di evangelizzazione sul tema della passione, morte e risurrezione di Gesù. Partecipazione alla “consegna” del Crocifisso e del “segno di croce”. Ritiro di Pasqua coi fanciulli.

b) Nel gruppo Scout: in base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la Messa di gruppo in Quaresima, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come momento di condivisione di un evento importante dell’anno liturgico.

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Periodo di Pasquae Pentecoste

Periodo:dalla terza domenica di Pasquaalla fine dell’anno scout

Obiettivi

Genitori

Esperienze qualificanti

Riti di

passaggioA

ttività Scout - Racconti

dell’ambiente fantastico

Contenuti

catechistici

Portare i fanciulli a decidere di continuare il cammino di conoscenza/amore per Gesù.Aiutarli a comprendere che il Battesimo è il modo per incominciare ad accogliere Gesù e a far par-te della sua Chiesa.Aiutare i fanciulli a sentire di appartenere a una Comunità.

Nasce la Chiesa col dono dello Spirito Santo.Il Battesimo. Figli come Gesù, il Figlio. (cfr. CdF/1, capp. 6-7)

I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio):“Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la leg-ge, il Branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed ucciden-do Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco. “I cani rossi” (Vacanze di Branco – in estate): La difesa della propria terra, l’impegno personale di Mowgli al servizio del Branco per difendere il territorio di caccia dall’invasione dei cani rossi, la di-sponibilità di Akela e di Wontolla. Momento della Responsabilità (Lupo Anziano), responsabilità ver-so gli altri, il fanciullo assume un ruolo di leader, è in grado di fare proposte operative ed è in grado di coinvolgere l’intero branco.

Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge sulla montagna – Momento della Responsabilità, momento in cui misurare competenze e capacità di autonomia delle singole Coccinelle. L’ambiente fantastico sottolinea la fatica e la bellezza di un impegno personale, fondato sul senso di responsabilità e sulla voglia di arrivare alla meta stabilita) (da aprile a giugno): “Il serpente Scibà”:Cocci incontra Scibà il serpente e lo aiuta, vincendo paura e repulsione (…che il tuo sentiero sia seminato dei grazie che ti diranno per la gioia che avrai saputo donare).“ La Capra ” (“Sono molti giorni che siete qui ferme…è tempo di ripartire…”.).“La genziana”: è il grazie di un amico il dono più bello. “L’aquila Arkanda”: nell’incontro con l’Aquila Cocci si spiega il significato del suo lungo volo (“i pun-ti neri sono un dono che ho ricevuto, disse Cocci- “preoccupati di dare quello che gli altri hanno bi-sogno da te” rispose Arkanda – e Cocci al suo ritorno pensò di donare ad ognuno degli altri un pez-zetto dei suoi punti neri).“Otto Coccinelle in viaggio” (Vacanze di Cerchio): si ripercorre il sentiero di Cocci e quindi il cammi-no di Progressione Personale di ognuno.

Celebrazione in ricordo del sacramento del Battesimo: rinnovo delle promesse battesimali e deci-sione di continuare il cammino. Questi momenti andranno vissuti anche all’interno del branco/cerchio, con una celebrazione par-ticolare in un’uscita, all’inizio, per sottolineare l’importanza del partire con un certo metodo e de-gli obiettivi chiari.

Festa di Primavera: campo vissuto con più branchi-cerchi, in cui si abbina la primavera della natura a quella della Chiesa: la Pentecoste.

Durante l’estate si vive un campo estivo che dura circa una settimana: durante questo cam-po si cerca di vivere, come tutto l’anno, in stile Scout, che richiama fortemente lo stile di vita cristiana:essenzialità, Comunità, condivisione... Si vive molto a contatto con la natura, e si cerca di stimolare i fanciulli a viverla come dono di Dio e a ricercare anche in essa a presenza di Lui.

a) In Parrocchia: un incontro o due di evangelizzazione sul tema del Battesimo come primo sacra-mento dell’iniziazione cristiana.

Festa comune per il rinnovo delle promesse battesimali.b) Nel gruppo Scout: prima del campo estivo è previsto un incontro per il resoconto dell’anno e la

presentazione del campo estivo.

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Seconda tappa

LA SCOPERTA DEL DIO DI GESÙ: IL PADRE

2Tempo della prima evangelizzazione

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Far sentire la gioia del ritrovarsi di nuovo insieme.Far nascere il desiderio di conoscere e incontrare il Padre di Gesù. Aiutare a maturare un atteggiamento di fiducia e gratitudine.

Gesù ci parla di Dio, suo Padre.Dio ci chiama per nome. È Padre di tutti. Ci tiene per mano. Grande è il suo nome su tutta la terra. Non siamo mai soli.Gesù ci insegna a pregare: Padre Nostro. (cfr. CdF/1, capp. 1-2)

Tali contenuti vengono interiorizzati con: l’educazione alla preghiera, curando i gesti, le modalità…; lo stimolo alla preghiera spontanea; la presentazione della Preghiera del Lupetto e della Coccinel-la; la scoperta dell’angolo di Gesù (un posto all’interno della tana dove il fanciullo può pregare, abbellire, trovare un Vangelo).

All’inizio dell’anno Scout, in ottobre, avviene la cerimonia dei passaggi, dove i Lupetti e le Coccinel-le dell’ultimo anno passano nel Reparto. Inoltre ogni gruppo accoglie al suo interno i nuovi fanciul-li che vivranno l’esperienza Scout. Questo avviene, per i fanciulli dagli 8-11 anni, attraverso cerimo-nie o attività che li introducono nell’ambiente fantastico in cui si svolge l’attività Scout. (I racconti dell’ambiente fantastico sono tratti da “Le Storie di Mowgli” di Rudyard Kipling per i Lupetti e “Sette punti neri” di Cristiana Ruschi Del Punta, per le Coccinelle). Il racconto dell’ambiente fantastico che accompagna questo momento di accoglienza è “I Fratelli di Mowgli” per i Lupetti (Mowgli viene ac-cettato nel Branco) e “ Alla ricerca dei punti neri smarriti…” (Cocci inizia il suo viaggio). Ai Lupetti del CDA – Consiglio degli Anziani (i fanciulli che passano) si racconta “La Corsa di Primavera”: Mowgli lascia la giungla; mentre alla Coccinelle si racconta: “ Due Coccinelle al mare”.

Durante i primi incontri si scopre la tana (il luogo dove avvengono le riunioni); i fanciulli si conoscono tra di loro, attraverso giochi o attività preparate per questo scopo, in modo tale che anche i nuovi si possano sentire a proprio agio; viene presentata la preghiera del Lupetto e della Coccinella e valo-rizzato l’angolo di Gesù (un posto all’interno della tana dove il fanciullo può pregare, costruire qual-cosa per abbellire, trovare un Vangelo).

“Consegna” (traditio) del PADRE NOSTRO. Il Branco - Cerchio viene accolto e presentato alla Co-munità parrocchiale, con la Consegna del Padre Nostro ai Lupetti e alle Coccinelle.

La vita Scout è vita comunitaria, in cui il fanciullo fin dall’inizio viene gradualmente educato a valori importanti come l’amore per il prossimo, l’aiuto reciproco, il rispetto. Una delle attività che spesso si fanno è la vendita di calendari Scout, il cui ricavato non andrà diviso per ogni singolo fanciullo, ma nelle casse del gruppo, per essere utilizzato per le varie attività durante l’anno.In base alle tradizioni di ogni gruppo verso novembre si vive l’uscita con il Branco/Cerchio con o sen-za pernottamento: durante l’uscita i fanciulli hanno modo di vivere per più lungo tempo insieme al-la propria Comunità il gioco, la preghiera, l’Eucaristia, attività varie proposte dai Capi in base al pro-gramma dell’anno. Si cerca di stare il più possibile a contatto con la natura.

A contatto con la natura: ringraziare per i doni del Creato. Il Creato come dono del Padre (Canti-co delle Creature).Figura di San Francesco, che si è concepito e sentito intensamente come figlio di Dio.

a) In Parrocchia: festa comune per il Rito della “consegna” del Padre Nostro. Un incontro per presentare il cammino dei fanciulli e proporre il cammino da intraprendere coi

genitori.

b) Nel gruppo Scout: le famiglie vengono generalmente coinvolte dal gruppo attraverso alcune riunioni. All’inizio dell’anno i Capi incontrano i genitori per spiegare cosa è lo Scoutismo e quali sono i valori di fondo a cui si ispira. Prima del campo invernale si svolge una riunione in cui si pre-senta il progetto educativo di gruppo da cui scaturisce il programma dell’anno dell’unità (in cui sono specificati anche gli obiettivi di catechesi che si vogliono raggiungere nell’anno), si parla del campo invernale.

Periodo:dall’inizio dell’anno scoutfino alla festa di Cristo RePeriodo d’inizio

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Obiettivi

Genitori

Ritiri - Esp.

LiturgicheEsperienzequalificanti

Celebrazioni

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ontenuti catechisticiPeriodo:dalla prima domenica d’Avventofino all’inizio della Quaresima

Periodo diAvvento e Natale

Far percepire ed accogliere i doni del Padre: il Regno, l’alleanza e, soprattutto, Gesù.

Dio Padre ci ama fino al punto di donarci suo Figlio.Andiamo incontro a Gesù col profeta Isaia, con Giovanni Battista, coi pastori, coi magi. (cfr. CdF/1, cap. 3)

Tali contenuti vengono interiorizzati con: il raccontare la vicenda di Gesù, evidenziando la onnipo-tenza e la bontà del Signore nella sua presenza tra gli uomini; riconoscere la bontà del Padre, sco-prendo tutti i doni (anche quelli personali) da lui ricevuti;continuare lo stimolo alla preghiera spontanea.

I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori):

Per il Branco (Momento della Scoperta)“La Caccia di Kaa”: Mowgli, rapito dalle Bandarlog, impara il significato della legge, anche attraver-so le parole maestre - Scoperta della Legge e delle regole del Branco (novembre – dicembre) “Come venne la paura”: viene ribadita l’importanza della Legge (gennaio)

Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel prato – Momento della scoperta)“Nel formicaio”: Cocci incontra le formiche e scopre la legge del formicaio (“Tutto tutti insieme”) – Scoperta della legge e delle regole del Cerchio.“Il segreto”: il lavoro di Cocci, la fatica di mantenere l’impegno, la gioia dell’amicizia. (Parola mae-stra “Ti devo la gioia di averti potuto aiutare io che sono solo una piccola Cocci del prato)“La storia della formica Regina”: “Tutto tutti insieme” non basta, può portare anche all’egoismo e al-la chiusura, invece che aprire alla fraternità.“La traccia”: C’è una legge più forte…è la legge della vita che vince la morte e fa fiorire perfino la terra più arida.“Il sogno”: Cocci è chiamata a riprendere il suo viaggio.“La Rana ”: scoperta ed accettazione di sé. (Parola Maestra: “Se ci sono a qualcosa serviranno”) “I colori delle ali”: non importa quale sia il colore delle tue ali, importa quello che c’è nel tuo cuore

Celebrazione sul tema dell’accoglienza di Dio e dei suoi doni (cfr. ad es. Gen 18, 1-33).

Far fare un’esperienza di solidarietà. Gesti di solidarietà sull’esempio di Gesù.Durante tutto l’anno, si cerca di sviluppare nei fanciulli la disponibilità a fare qualcosa di buono per qualcun altro, in modo spontaneo e gratuito: si lanciano le cosiddette BA (buone azioni): strumen-to trasversale con il quale si fa educazione morale (pace-giustizia, solidarietà). La mia BA diventa un dare agli altri ciò che ho ricevuto dal Padre (do una cosa che gratuitamente mi è stata donata). La BA come dono del Padre.Campo invernale: campo che si svolge in 3-4 giorni. Durante il campo invernale i fanciulli nuovi ge-neralmente fanno la promessa: momento in cui entrano a far pienamente parte del Branco/Cer-chio, e si impegnano a fare del loro meglio per osservare la legge del Lupetto/Coccinella, aiutare gli altri, con l’aiuto di Gesù.

Ritiro di Avvento (insieme agli altri fanciulli della Parrocchia)

a) In Parrocchia: uno o due incontri di evangelizzazione sul “Padre Nostro”. Ritiro di Natale coi fanciulli.

b) Nel gruppo Scout: In base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la Messa di gruppo in Avvento, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come condivisione di una fase im-portante dell’anno liturgico.

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Aiutare a scoprire che Gesù è la rivelazione del volto di Dio che ama e perdona.Riconoscere i segni dell’amore di Dio che perdona.Riconoscere di aver bisogno di perdono.

I segni dell’amore di Dio Padre negli incontri di Gesù (con Zaccheo, la peccatrice ecc.) e nelle pa-rabole della misericordia.Il più grande segno dell’amore di Dio: la passione, la morte e la risurrezione di Gesù (Lc 22-24)

Tali contenuti vengono interiorizzati attraverso: l’impegno settimanale personale e di unità durante la Quaresima (cammino per tutto il gruppo scelto dalla Comunità Capi); l’approfondimento delle fi-gure di San Francesco e Santa Chiara, patroni della Branca L-C.

I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio)“Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la leg-ge, il branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed ucciden-do Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco.

Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel bosco – Momento della Competenza). La Comunità di Cerchio si è assestata ma deve sperimentarsi e verificarsi negli impegni e nei rapporti. I racconti pre-visti sono:“La civetta” (“Tutto tutto mio”, la tentazione dell’egoismo)“Gli Scoiattoli”: una nuova accoglienza per Cocci; lo stile della Famiglia Felice: lavorare e giocare per la famiglia scoiattoli erano la stessa cosa – il mutare delle stagioni e il sorgere del sole e della lu-na servivano per gli animali del bosco come orologio e calendario.“ La Grande Quercia ”: la Buona Azione; la fedeltà all’amicizia; la generosità che costa. (Noi saremo i tuoi occhi- promisero gli uccelli- tutto ciò che vedremo nei nostri voli te lo racconteremo…)“La notte delle Lanterne”: la sconfitta dei pregiudizi apre alla fraternità e alla solidarietà (avevano scoperto di avere tante cose da dirsi perché proprio per il fatto di essere diverse ogni cosa che l’una raccontava era nuova per l’altra).“La leggenda del mughetto”: la gioia sconfigge la paura e la bontà la prepotenza (Io, il mughetto, sono un po’ di quei campanellini).

Celebrazione della “consegna” del comandamento dell’amore insieme con gli altri fanciulli della Parrocchia.

Durante le attività si colgono diverse occasioni per ribadire l’importanza della BA (Buone Azioni).Festa di primavera: campo vissuto con più branchi-cerchi, in cui si abbina la primavera della natura alla primavera della chiesa: Pentecoste.Per quelli che sono nell’anno della Cresima e prima Comunione si potrebbero prevedere degli in-contri comuni (con riflessioni e giochi didattici) con i fanciulli degli altri percorsi.

Celebrazione delle Ceneri.Partecipazione/preparazione di una Via Crucis in Parrocchia (adatta ai fanciulli).Ritiro di Quaresima.

a) In Parrocchia: due incontri di evangelizzazione sul tema del “Padre nostro”. Festa con la partecipazione alla “consegna” del comandamento dell’amore. Partecipazione coi fanciulli al Ritiro di Quaresima.

b) Nel gruppo Scout: in base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la messa di gruppo in Quaresima, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come occasione di condivisione di un momento importante dell’anno liturgico.

Periodo:dall’inizio della Quaresima fino

alla seconda domenica di Pasqua

Periodo di Quaresimae Pasqua

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Obiettivi

Genitori

Far sperimentare che il sacramento del perdono di Dio ci rende capaci di una vita nuova; che ogni giorno possiamo riprovare da capo a vivere una vita secondo le indicazioni di Gesù, grazie allo Spi-rito Santo che ce ne rende capaci.

Il peccato come rifiuto dell’amore di Dio.Il Battesimo come primo sacramento del perdono di Dio.Il sacramento della Riconciliazione come “secondo Battesimo”.

I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio)“Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la leg-ge, il branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed ucciden-do Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco. “I cani rossi” (Vacanze di Branco – in estate): La difesa della propria terra, l’impegno personale di Mowgli al servizio del Branco per difendere il territorio di caccia dall’invasione dei cani rossi, la di-sponibilità di Akela e di Wontolla. Momento della Responsabilità (Lupo Anziano), responsabilità ver-so gli altri, il fanciullo assume un ruolo di leader, è in grado di fare proposte operative ed è in grado di coinvolgere l’intero branco.

Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge sulla montagna – Momento della Responsabilità, momento in cui misurare competenze e capacità di autonomia delle singole Coccinelle. L’ambiente fantastico sottolinea la fatica e la bellezza di un impegno personale, fondato sul senso di responsabilità e sulla voglia di arrivare alla meta stabilita) (da aprile a giugno): “Il serpente Scibà”:Cocci incontra Scibà il serpente e lo aiuta, vincendo paura e repulsione (…che il tuo sentiero sia seminato dei grazie che ti diranno per la gioia che avrai saputo donare)“ La Capra ” (“Sono molti giorni che siete qui ferme…è tempo di ripartire…”.)“La genziana”: è il grazie di una amico il dono più bello “L’aquila Arkanda”: nell’incontro con l’Aquila Cocci si spiega il significato del suo lungo volo (“i pun-ti neri sono un dono che ho ricevuto, disse Cocci- “preoccupati di dare quello di cui gli altri hanno bisogno da te” rispose Arkanda – e Cocci al suo ritorno pensò di donare ad ognuno degli altri un pezzetto dei suoi punti neri).“Otto Coccinelle in viaggio” (Vacanze di Cerchio): si ripercorre il sentiero di Cocci e quindi il cammi-no di Progressione Personale di ognuno.

Celebrazione della riconsegna (redditio) del Padre Nostro e celebrazione del sacramento della Ri-conciliazione (prima Riconciliazione) insieme agli altri fanciulli della Parrocchia.

Educare all’esame di coscienza con alcune esperienze richiesta di perdono e di ringraziamento.Far esperimentare alcuni gesti di perdono e di riconciliazione in famiglia, a scuola, all’oratorio, nel gruppo Scout ecc..Stimolo alla preghiera spontanea – Sottolineare l’importanza della verifica attraverso il Consiglio del-la Rupe (Lupetti) e il Consiglio della Grande Quercia (Coccinelle).

Festa di Primavera: campo vissuto con più Branchi-Cerchi, in cui si abbina la primavera della natura alla primavera della chiesa: PentecosteDurante l’estate si vive un campo estivo che dura circa una settimana: durante questo cam-po si cerca di vivere, come tutto l’anno, in stile Scout, che richiama fortemente lo stile di vita cristiana:essenzialità, Comunità, condivisione... Si vive molto a contatto con la natura, e si cerca di stimolare i fanciulli a viverla come dono di Dio e a ricercare anche in essa la presenza di Lui.

a) In Parrocchia: un incontro di evangelizzazione sul sacramento della Riconciliazione. Celebrazione penitenziale comunitaria anche per il gruppo dei genitori insieme coi fanciulli nel

giorno della loro prima Confessione. Partecipazione alla “restituzione” (redditio) del «Padre Nostro».

b) Nel gruppo Scout: prima del campo estivo è previsto un incontro per il resoconto dell’anno e la presentazione del campo estivo.

Ritiri, pellegr.

Esp. Litur.Esperienze qualificanti

Rito di

passaggioA

ttività Scout - Racconti

dell’ambiente fantastico

Contenuti

catechisticiPeriodo di Pasqua

e PentecostePeriodo:dalla terza domenica di Pasquaalla fine dell’anno scout

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Prima tappa

LA STORIA DELLA SALVEZZA

3Tempo dell’approfondimento della fede

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Comprendere che inizia un nuovo “ tempo”: ci porta a ripercorrere la storia della salvezza che ha il suo compimento in GesùConoscere il Dio che crea.La creazione è l’inizio di una storia di amore fra Dio e le sue creature. C’è un popolo che ne prende consapevolezza (anche noi con questo popolo) Portare a sentimenti/atteggiamenti di gratitudine, lode, responsabilità di fronte al creato, libertà

Il racconto della creazione come primo momento della storia della salvezza.Comprensione della storia che viene dalle origini.Introduzione alla comprensione della Bibbia e alla sua lettura.La contemplazione di Dio nel creato: tutto è opera e dono di Dio (Gen. 1-11; cfr. CdF/3, pp. 16; 19-22).

All’inizio dell’anno Scout, in ottobre, avviene la cerimonia dei passaggi, dove i Lupetti e le Coccinel-le dell’ultimo anno passano nel Reparto. Inoltre ogni gruppo accoglie al suo interno i nuovi fanciul-li che vivranno l’esperienza Scout. Questo avviene, per i fanciulli dagli 8-11 anni, attraverso cerimo-nie o attività che li introducono nell’ambiente fantastico in cui si svolge l’attività Scout. (I racconti dell’ambiente fantastico sono tratti da “Le Storie di Mowgli” di Rudyard Kipling per i Lupetti e “Sette punti neri” di Cristiana Ruschi Del Punta, per le Coccinelle). Il racconto dell’ambiente fantastico che accompagna questo momento di accoglienza è “I Fratel-li di Mowgli” per i Lupetti (Mowgli viene accettato nel Branco) e “ Alla ricerca dei punti neri smarri-ti…” (Cocci inizia il suo viaggio). Ai Lupetti del CDA – Consiglio degli Anziani (i fanciulli che passano) si racconta “La Corsa di Primavera”: Mowgli lascia la giungla; mentre alle Coccinelle si racconta :“ Due Coccinelle al mare”.Durante i primi incontri si scopre la tana (il luogo dove avvengono le riunioni); i fanciulli si conoscono tra di loro, attraverso giochi o attività preparate per questo scopo, in modo tale che anche i nuovi si possano sentire a proprio agio; viene presentata la preghiera del Lupetto e della Coccinella e valo-rizzato l’angolo di Gesù (un posto all’interno della tana dove il fanciullo può pregare, costruire qual-cosa per abbellire, trovare un Vangelo).

Rito della consegna (traditio) della Bibbia ai Lupetti e Coccinelle (insieme agli altri fanciulli della Par-rocchia).

Vivere un’esperienza di appartenenza all’interno della Comunità parrocchiale, partecipando ad es. all’iniziativa per il mese missionario.La vita Scout è vita comunitaria, in cui il fanciullo fin dall’inizio viene gradualmente educato a valori importanti come l’amore per il prossimo, l’aiuto reciproco, il rispetto. Una delle attività che spesso si fanno è la vendita di calendari Scout, il cui ricavato non andrà diviso per ogni singolo fanciullo, ma nelle casse del gruppo, per essere utilizzato per le varie attività durante l’anno.In base alle tradizioni di ogni gruppo verso novembre si vive l’uscita con il Branco/Cerchio con o sen-za pernottamento: durante l’uscita i fanciulli hanno modo di vivere per più lungo tempo insieme al-la propria Comunità il gioco, la preghiera, l’Eucaristia, attività varie proposte dai Capi in base al pro-gramma dell’anno.

Festa d’inizio cammino con il “passaggio” al nuovo “tempo” del cammino di ICFR (tempo dell’ap-profondimento della fede e della celebrazione dei sacramenti dell’IC)Attenzione particolare alla “liturgia della Parola” (nella celebrazione eucaristica): i gesti (seduti, in piedi ecc.), la forma più strutturale (due o tre letture, salmo, versetto al Vangelo, seduti, in piedi, am-bone, lettori…….).

a) In Parrocchia: partecipano al Rito della consegna della Bibbia. Dal punto di vista catechistico, durante quest’anno fanno lo stesso percorso dei fanciulli sul tema della storia della salvezza

Introduzione alla lettura della Bibbia per leggere la propria storia alla luce della storia della salvezza

b) Nel gruppo Scout: le famiglie vengono generalmente coinvolte dal gruppo attraverso alcune riunioni. All’inizio dell’anno i Capi incontrano i genitori per spiegare cosa è lo Scoutismo e quali sono i valori di fondo a cui si ispira. Prima del campo invernale si svolge una riunione in cui si pre-senta il progetto educativo di gruppo da cui scaturisce il programma dell’anno dell’unità (in cui sono specificati anche gli obiettivi di catechesi che si vogliono raggiungere nell’anno) e si parla del campo invernale.

Periodo:dall’inizio dell’anno scoutfino alla festa di Cristo RePeriodo d’inizio

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Obiettivi

Genitori

Esperienze qualificanti

Ritiri

Esp. Liturg.C

elebrazioniA

ttività Scout - Racconti

dell’ambiente fantastico

Contenuti

catechisticiPeriodo di

Avvento e NatalePeriodo:dalla prima domenica d’Avventofino all’inizio della Quaresima

Scoprire che la storia del popolo di Dio parla di noi e ci interpella (la storia della salvezza promessa).Vivere con il popolo d’Israele l’attesa; comprendere che Dio entra nella storia degli uomini, li interpel-la, li mette in cammino.Conoscere il Dio che parla a cui si risponde con la fede, l’ascolto, il rischio, la benedizione, la preghiera.

La figura di Abramo e dei Patriarchi fino all’Egitto: alcune storie fondanti (le storie di Abramo; la sto-ria di Giuseppe e dei suoi fratelli). (Gen 12-50; cfr. CdF/3, pp. 11-12)Catechesi di Avvento in preparazione al Natale: tema dell’ascolto e dell’attesa (es. Abramo che at-tende un figlio-paragone tra figura di Abramo e figura di Maria).Dio parla: ha sempre cercato un dialogo con il suo popolo.

I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori):

Per il Branco (Momento della Scoperta)“La Caccia di Kaa”: Mowgli, rapito dalle Bandarlog, impara il significato della legge, anche attraver-so le parole maestre - Scoperta della Legge e delle regole del Branco (novembre – dicembre) “Come venne la paura”: viene ribadita l’importanza della Legge (gennaio)

Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel prato – Momento della scoperta)“Nel formicaio”: Cocci incontra le formiche e scopre la legge del formicaio (“Tutto tutti insieme”) – Scoperta della legge e delle regole del Cerchio.“Il segreto”: il lavoro di Cocci, la fatica di mantenere l’impegno, la gioia dell’amicizia. (Parola mae-stra “Ti devo la gioia di averti potuto aiutare io che sono solo una piccola Cocci del prato)“La storia della formica Regina”: “Tutto tutti insieme” non basta, può portare anche all’egoismo e al-la chiusura, invece che aprire alla fraternità.“La traccia”: C’è una legge più forte…è la legge della vita che vince la morte e fa fiorire perfino la terra più arida.“Il sogno”: Cocci è chiamata a riprendere il suo viaggio)“ La Rana ”: scoperta ed accettazione di sé. (Parola Maestra: “Se ci sono a qualcosa serviranno”) “I colori delle ali”: non importa quale sia il colore delle tue ali, importa quello che c’è nel tuo cuore

Consegna dello Shema’Celebrazione della fedeltà di Dio.Vivere in modo particolare la liturgia della Parola Ascolto - silenzio – adesione….

Qualche esperienza che aiuti a comprendere che si è parte di un popolo e di una storia. Si può an-che organizzare “la festa dei popoli” per l’Epifania.Vivere momenti comunitari insieme al gruppo Scout e alla Parrocchia per prepararsi al Natale.Campo invernale: campo che si svolge in 3-4 giorni. Durante il campo invernale i fanciulli nuovi ge-neralmente fanno la promessa: momento in cui entrano a far pienamente parte del Branco/Cer-chio, e si impegnano a fare del loro meglio per osservare la legge del Lupetto/Coccinella, aiutare gli altri, con l’aiuto di Gesù.Si potrebbe costruire un presepe con una Bibbia al centro (Dio che parla al suo popolo).

Esperienze liturgiche che sottolineano l’ascolto, il silenzio….Maria come figura di ascolto. Il Natale vis-suto come sorpresa per il parlare di Dio: “Dio che ha parlato molte volte ed in molti modi….” (Eb 1). “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi …” (Gv 1,11).

a) In Parrocchia: continua la catechesi biblica (Abramo e i Patriarchi). Importanza dell’ascolto del-la Parola di Dio in famiglia. La FEDE

b) Nel gruppo Scout: in base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la Messa di gruppo per il Natale, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come momento di condivisione di una tappa importante dell’anno liturgico.

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dall’inizio della Quaresima fino alla seconda domenica di Pasqua

Periodo di Quaresimae Pasqua

Aiutare a scoprire il Dio che libera.Far conoscere/esperimentare che Dio ha liberato Israele e continua a liberare l’uomo dalle sue schiavitù(quali? Quali soprattutto oggi?)

La schiavitù, la figura di Mosè e di Aronne, la Pasqua e la liberazione, il deserto, il Sinai, l’alleanza, le “10 parole”, l’idolatria, la terra promessa, il passaggio del Giordano. In particolare verranno approfonditi: la figura di Aronne (missione sacerdotale); le “Dieci Parole” del-la libertà. Testi di riferimento: Es 1-34; Gs 1-4; 24; CdF/3, pp. 13-15.

Legge Branco-Cerchio – Le 10 Parole della LibertàI racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio)“Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la leg-ge, il branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed ucciden-do Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco. Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel bosco – Momento della Competenza). La Comunità di Cerchio si è assestata ma deve sperimentarsi e verificarsi negli impegni e nei rapporti. I racconti pre-visti sono:“La civetta” (“Tutto tutto mio”, la tentazione dell’egoismo)“Gli Scoiattoli”: una nuova accoglienza per Cocci; lo stile della Famiglia Felice: lavorare e giocare per la famiglia scoiattoli erano la stessa cosa – il mutare delle stagioni e il sorgere del sole e della lu-na servivano per gli animali del bosco come orologio e calendario.“ La Grande Quercia ”: la Buona Azione; la fedeltà all’amicizia; la generosità che costa. (“Noi sare-mo i tuoi occhi- promisero gli uccelli- tutto ciò che vedremo nei nostri voli te lo racconteremo…”)“La notte delle Lanterne”: la sconfitta dei pregiudizi apre alla fraternità e alla solidarietà (avevano scoperto di avere tante cose da dirsi perché, proprio per il fatto di essere diverse, ogni cosa che l’una raccontava era nuova per l’altra)“La leggenda del mughetto”: la gioia sconfigge la paura e la bontà la prepotenza (“Io, il mughet-to, sono un po’ di quei campanellini”)

Celebrazioni sulle tappe di Israele: Deserto (Quaresima, Gesù), La legge (ripresa delle “Dieci Paro-le”), Alleanza. Gs 24: “noi scegliamo di servire il Signore”: la scelta.

Celebrazione della Riconciliazione in preparazione alla Pasqua.

Si può far vivere una Cena ebraica come contesto dell’ultima cena (Giovedì santo: partecipazio-ne qualificata).In base alle tradizioni di ogni gruppo da gennaio a giugno si vivono circa 3 uscite con il Branco/Cer-chio con o senza pernottamento: durante l’uscita i fanciulli hanno modo di vivere per più lungo tem-po insieme alla propria Comunità il gioco, la preghiera, l’Eucaristia, attività varie proposte dai Capi in base al programma dell’anno.Periodo di Quaresima: impegno settimanale personale e di unità (cammino per tutto il gruppo scel-to dalla Comunità Capi).Per quelli che sono nell’anno della Cresima e Comunione sono previsti degli incontri comuni con i fanciulli degli altri percorsi,.

Preghiera di alcuni salmi: la risposta al Dio che parla

a) In Parrocchia: continua il cammino di catechesi biblica (da Mosè alla terra promessa). Il concet-to di esodo e alleanza. La decisione di “servire il Signore” contro l’idolatria.

b) Nel gruppo Scout: in base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la Messa di gruppo in Quaresima, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come circostanza in cui condivi-dere un momento importante dell’anno liturgico

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Periodo di Pasquae Pentecoste

Periodo:dalla terza domenica di Pasquaalla fine dell’anno scout

Obiettivi

Genitori

Riti di

passaggioEsperienze qualificanti

Ritiri

Esp. Liturg.A

ttività Scout - Racconti

dell’ambiente fantastico

Contenuti

catechistici

Comprendere che Dio rimane fedele sempree assiste il suo popolo nella storia,nonostante le sue infedeltà.

Il popolo nella terra promessa: la monarchia (la figura di Davide). I profeti: il richiamo alla giustizia e all’Unico. L’insufficienza dell’esperienza storica di Israele: la promessa della Nuova Alleanza e l’at-tesa del Messia.Sintesi su Gesù, secondo l’attesa di Israele (Lc 4 alla sinagoga di Nazareth: “Lo Spirito del Signore…”;oppure “Ecco il Mio Figlio Diletto: Ascoltatelo”).La figura di Samuele (missione profetica). Testi: Gdc 1-16; 1 Sam 1-3; 16-18; 2 Sam 5-7; Ez 36, 22-37, 28.

I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio)“Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la leg-ge, il branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed ucciden-do Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco. “I cani rossi” (Vacanze di Branco – in estate): La difesa della propria terra, l’impegno personale di Mowgli al servizio del Branco per difendere il territorio di caccia dall’invasione dei cani rossi, la di-sponibilità di Akela e di Wontolla. Momento della Responsabilità (Lupo Anziano), responsabilità ver-so gli altri, il fanciullo assume un ruolo di leader, è in grado di fare proposte operative ed è in grado di coinvolgere l’intero branco.Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge sulla montagna – Momento della Responsabilità, momento in cui misurare competenze e capacità di autonomia delle singole Coccinelle. L’ambiente fantastico sottolinea la fatica e la bellezza di un impegno personale, fondato sul senso di responsabilità e sulla voglia di arrivare alla meta stabilita) (da aprile a giugno): “Il serpente Scibà”:Cocci incontra Scibà il serpente e lo aiuta, vincendo paura e repulsione (“…che il tuo sentiero sia seminato dei grazie che ti diranno per la gioia che avrai saputo donare”)“ La Capra ” (“Sono molti giorni che siete qui ferme…è tempo di ripartire….”)“La genziana”: è il grazie di una amico il dono più bello “L’aquila Arkanda”: nell’incontro con l’Aquila Cocci si spiega il significato del suo lungo volo (“i pun-ti neri sono un dono che ho ricevuto”, disse Cocci- “preoccupati di dare quello di cui gli altri han-no bisogno da te” rispose Arkanda – e Cocci al suo ritorno pensò di donare ad ognuno degli altri un pezzetto dei suoi punti neri).“Otto Coccinelle in viaggio” (Vacanze di Cerchio): si ripercorre il sentiero di Cocci e quindi il cammi-no di Progressione Personale di ognuno.

Rito di ammissione fra i candidati ai sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia.Festa di Primavera: campo vissuto con più branchi-cerchi, in cui si abbina la primavera della natura a quella della chiesa: Pentecoste. Festa di passaggio alla vita nuova.

Drammatizzazioni sui Giudici, su Davide, sui Profeti

Per quelli che sono nell’anno della Cresima e prima Comunione si potrebbero prevedere degli in-contri comuni con i fanciulli degli altri percorsi.Durante l’estate si vive un campo estivo che dura circa una settimana: durante questo campo si cerca di vivere, come tutto l’anno, in stile Scout, che richiama fortemente lo stile di vita cristiana: es-senzialità, Comunità, condivisione... Si vive molto a contatto con la natura, e si cerca di stimolare i fanciulli a viverla come dono di Dio e a ricercare anche in essa la presenza di Lui.

Rito conclusivo che ci ricollochi alla fine del percorso di conoscenza del Dio che si rivela nella storia:Che cosa abbiamo scoperto di Dio? Le parole chiave: alleanza, liberazione, misericordia, santità…Sottolineare l’apertura della storia di Israele; rimane un punto di domanda: cosa farà ancora Dio per il suo popolo? A conclusione dell’anno vissuto si celebra una Messa riprendendo tutte le parti viste durante l’an-no. Celebrazione particolare della Pentecoste come Festa del Cuore Nuovo, dell’ Alleanza scritta nei cuori.

a) In parrocchia: catechesi biblica (Davide e i profeti). Coinvolgimento nel rito di ammissione dei figli.

b) Nel gruppo Scout: prima del campo estivo è previsto un incontro per il resoconto dell’anno e la presentazione del campo estivo.

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seconda tappa

LO SPIRITO SANTO, LA CHIESA E I SACRAMENTI DELL’IC

4Tempo dell’approfondimento della fede

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Conoscere e sperimentare la Chiesacome luogo-ambiente-popolodi coloro che credono in Gesù.Avere un’idea dei tratti distintivi di questo popolo.

Una Comunità nata dal dono di Gesù.Quattro esperienze fondamentali: «Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» (Atti 2, 42).

come si entra nella Chiesa di Gesù? (cfr. Atti 2, 14-42)come si vive? Cosa ci dice il testo degli Atti? Cfr. i “sommari” di Atti 2, 42-48; 4, 32-35 ; 5, 12-16; 6, 1-7 (organizzazione).

Testi: Atti 2, 14-48; 4, 32-35; 5, 12-16; 6, 1-7. Cfr. CdF/3, pp. 47- 54; 62; 81-92. CdF/2, pp. 142-145.

All’inizio dell’anno Scout, in ottobre, avviene la cerimonia dei passaggi, dove i Lupetti e le Coccinel-le dell’ultimo anno passano nel Reparto. Inoltre ogni gruppo accoglie al suo interno i nuovi fanciul-li che vivranno l’esperienza Scout. Questo avviene, per i fanciulli dagli 8-11 anni, attraverso cerimo-nie o attività che li introducono nell’ambiente fantastico in cui si svolge l’attività Scout. (I racconti dell’ambiente fantastico sono tratti da “Le Storie di Mowgli” di Rudyard Kipling per i Lupetti e “Sette punti neri” di Cristiana Ruschi Del Punta, per le Coccinelle). Il racconto dell’ambiente fantastico che accompagna questo momento di accoglienza è “I Fratelli di Mowgli” per i Lupetti (Mowgli viene ac-cettato nel Branco) e “ Alla ricerca dei punti neri smarriti…” (Cocci inizia il suo viaggio). Ai Lupetti del CDA – Consiglio degli Anziani (i fanciulli che passano) si racconta “La Corsa di Primavera”: Mowgli lascia la giungla; mentre alla Coccinelle si racconta: “ Due Coccinelle al mare”.

Durante i primi incontri si scopre la tana (il luogo dove avvengono le riunioni); i fanciulli si conoscono tra di loro, attraverso giochi o attività preparate per questo scopo, in modo tale che anche i nuovi si possano sentire a proprio agio; viene presentata la preghiera del Lupetto e della Coccinella e valo-rizzato l’angolo di Gesù (un posto all’interno della tana dove il fanciullo può pregare, costruire qual-cosa per abbellire, trovare un Vangelo).

Rito di ammissione tra i candidati ai sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia (se non è ancora sta-to fatto).Oppure: Rito di accoglienza dei candidati nella Comunità parrocchiale.

Conoscenza della Comunità parrocchiale attraverso alcune interviste (es. al parroco, ecc.).La vita Scout è vita comunitaria, in cui il fanciullo fin dall’inizio viene gradualmente educato a valori importanti come l’amore per il prossimo, l’aiuto reciproco, il rispetto.Una delle attività che spesso si fanno è la vendita di calendari Scout, il cui ricavato non andrà divi-so per ogni singolo fanciullo, ma nelle casse del gruppo, per essere utilizzato per le varie attività du-rante l’anno. All’inizio dell’anno, secondo le tradizioni dei diversi gruppi si vive una giornata di grup-po a cui sono invitati anche i genitori.

Pellegrinaggio alla chiesa cattedrale.In base alle tradizioni di ogni gruppo verso novembre si vive l’uscita con il Branco/Cerchio con o sen-za pernottamento: durante l’uscita i fanciulli hanno modo di vivere per più lungo tempo insieme al-la propria Comunità il gioco, la preghiera, l’Eucaristia, attività varie proposte dai Capi in base al pro-gramma dell’anno.

a) In Parrocchia: i genitori partecipano al Rito di ammissione o di accoglienza; e agli incontri di ca-techesi concordati sul tema della Chiesa o dello Spirito e la Cresima oppure sull’Eucaristia.

b) Nel gruppo Scout: all’inizio dell’anno, secondo le tradizioni dei diversi gruppi si vive una giornata di gruppo a cui sono invitati anche i genitori.

Periodo:dall’inizio dell’anno scoutfino alla festa di Cristo RePeriodo d’inizio

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Obiettivi

Genitori

Esperienze qualificanti

Ritiri

Esp. Liturg.C

elebrazioneA

ttività Scout- Racconti

dell’ambiente fantastico

Contenuti

catechistici

Scoprire che lo Spirito di Gesù è presente e all’opera nella Chiesa e nei cristiani.Cogliere i doni presenti nella Chiesa, i doni nei compagni, i doni in me; soprattutto cogliere il senso del dono della Cresima. Scoprire che Gesù stesso è opera dello Spirito Santo

Il ruolo dello Spirito Santo nella nascita di Gesù (cfr. Lc 1, 26-45; Mt 1, 18-25).La Chiesa è una Comunità, che accoglie lo Spirito (carismi e doni), che annuncia a tutti la Parola di Gesù, che vive lo spirito delle beatitudini…, che, qualche volta, litiga e si riconcilia.Alcune “figure” degli Atti: Pietro, Stefano, Paolo, Barnaba, le donne.Diversità ed unità. Dimensione vocazionale: la parabola dei talenti (cfr. Mt 25, 14-30). L’immagine del “corpo” (cfr.1Cor 12).La Cresima, come il sacramento per eccellenza dello Spirito Santo che porta a maturazione il dono del Battesimo e apre l’accesso all’Eucaristia. Testi: (1Cor 12; Mt 25, 14-30. Cfr. CdF/3, pp. 45-54; 63-73).

I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (Momento della Scoperta)“La Caccia di Kaa”: Mowgli, rapito dalle Bandarlog, impara il significato della legge, anche attraver-so le parole maestre - Scoperta della Legge e delle regole del Branco (novembre – dicembre) “Come venne la paura”: viene ribadita l’importanza della Legge (gennaio)Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel prato – Momento della scoperta)“Nel formicaio”: Cocci incontra le formiche e scopre la legge del formicaio (“Tutto tutti insieme”) – Scoperta della legge e delle regole del Cerchio.“Il segreto”: il lavoro di Cocci, la fatica di mantenere l’impegno, la gioia dell’amicizia. (Parola mae-stra “Ti devo la gioia di averti potuto aiutare io che sono solo una piccola Cocci del prato”)“La storia della formica Regina”: “Tutto tutti insieme” non basta, può portare anche all’egoismo e al-la chiusura, invece che aprire alla fraternità.“La traccia”: C’è una legge più forte…è la legge della vita che vince la morte e fa fiorire perfino la terra più arida.“Il sogno”: Cocci è chiamata a riprendere il suo viaggio)“La Rana ”: scoperta ed accettazione di sé. (Parola Maestra: “Se ci sono, a qualcosa serviranno”) “I colori delle ali”: non importa quale sia il colore delle tue ali, importa quello che c’è nel tuo cuore

Si può fare una celebrazione che aiuti a comprendere, nella preghiera di gratitudine, che lo Spirito Santo rende ognuno assolutamente unico e parte di un tutto più vasto. Si può consegnare un cion-dolo personalizzato, un sigillo, una tessera ecc..

Costruzione di uno strangolino o altro oggetto rappresentante il fuoco dello Spirito Santo

Campo invernale: campo che si svolge in 3-4 giorni. Durante il campo invernale i fanciulli nuovi ge-neralmente fanno la promessa: momento in cui entrano a far pienamente parte del Branco/Cer-chio, e si impegnano a fare del loro meglio per osservare la legge del Lupetto/Coccinella, aiutare gli altri, con l’aiuto di Gesù.

Si può programmare un Ritiro sul ruolo dello Spirito nella preghiera e nell’ascolto della Parola:esperienza di “meditazione” adeguata all’età (anche tecnica). È bene che in questi ritiri si insegni progressivamente anche a pregare coi salmi, la preghiera ispirata dallo Spirito Santo.

a) In Parrocchia: i genitori continuano il loro percorso concordato (sulla Chiesa o sullo Spirito Santo e la Cresima oppure sull’Eucaristia).

b) Nel gruppo Scout: le famiglie vengono generalmente coinvolte dal gruppo Scout attraverso al-cune riunioni. All’inizio dell’anno i Capi incontrano i genitori per spiegare cosa è lo Scoutismo e quali sono i valori di fondo a cui si ispira. Prima del campo invernale si svolge una riunione in cui si presenta il progetto educativo di gruppo da cui scaturisce il programma dell’anno dell’unità (in cui sono specificati anche gli obiettivi di catechesi che si vogliono raggiungere nell’anno), si parla del campo invernale.

Periodo diAvvento e Natale

Periodo:dalla prima domenica d’Avventofino all’inizio della Quaresima

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Cogliere che la fonte della vitalità della Chiesa è il Signore che si dona nell’Eucaristia. Scoprire che i cristiani sono quelli che fanno Eucaristia (la domenica come giorno del Signore e della Chiesa). Com-prendere come rivolto a sé l’invito del Signore a mangiare e bere del suo corpo e sangue.

I pasti di Gesù: “mangione e beone, amico dei pubblicani e dei peccatori” (cfr. Mt 9, 10-13; 11, 16-19). Nel contesto dell’ultima cena:- il comandamento dell’amore e il testamento di Gesù: “Non vi chiamo più servi ma amici” (Gv 13-16).- il dono più grande: “Prendete e mangiate: questo è il mio corpo che è dato per voi… Fate que-

sto in memoria di me” (cfr. Lc 22, 1-30). Testi: Mt 9, 10-13; 11, 16-19; Gv 13-17; Lc 22, 1-30. Cfr. CdF/2, pp. 92-135; RICA, nn. 154-179.

I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio)“Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la leg-ge, il branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed ucciden-do Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco. Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel bosco – Momento della Competenza). La Comunità di Cerchio si è assestata ma deve sperimentarsi e verificarsi negli impegni e nei rapporti. I racconti pre-visti sono:“La civetta” (“Tutto tutto mio”, la tentazione dell’egoismo)“Gli Scoiattoli”: una nuova accoglienza per Cocci; lo stile della Famiglia Felice: lavorare e giocare per la famiglia scoiattoli erano la stessa cosa – il mutare delle stagioni e il sorgere del sole e della lu-na servivano per gli animali del bosco come orologio e calendario.“ La Grande Quercia ”: la Buona Azione; la fedeltà all’amicizia; la generosità che costa. (“Noi sare-mo i tuoi occhi- promisero gli uccelli- tutto ciò che vedremo nei nostri voli te lo racconteremo…”)“La notte delle Lanterne”: la sconfitta dei pregiudizi apre alla fraternità e alla solidarietà (avevano scoperto di avere tante cose da dirsi perché, proprio per il fatto di essere diverse, ogni cosa che l’una raccontava era nuova per l’altra)“La leggenda del mughetto”: la gioia sconfigge la paura e la bontà la prepotenza (“Io, il mughet-to, sono un po’ di quei campanellini”)

Partecipazione del gruppo al Triduo (soprattutto alla Veglia) pasquale.

Vivere la Quaresima a livello di gruppo come tempo di silenzio, preghiera, lotta (lotta per fortificar-si, la lotta spirituale), digiuno e carità.Fare qualche piccola esperienza di digiuno, cogliendone soprattutto il senso di condivisione. Ritiro di Quaresima insieme ai fanciulli del cammino ordinario.

Nella III, IV, e V domenica di Quaresima si potrebbero far vivere ai ragazzi (ovviamente adattandoli) gli “scrutini”, che sono previsti per i catecumeni in preparazione ai sacramenti dell’IC e che si con-cludono con gli esorcismi. Il loro scopo è: «purificare la mente e il cuore, fortificare contro le tenta-zioni… stimolare verso una più piena adesione a Cristo» (RICA, n. 154).

In base alle tradizioni di ogni gruppo da gennaio a giugno si vivono circa 3 uscite con il Branco/Cer-chio con o senza pernottamento: durante l’uscita i fanciulli hanno modo di vivere per più lungo tem-po insieme alla propria Comunità il gioco, la preghiera, l’Eucaristia, attività varie proposte dai Capi in base al programma dell’anno.

Completamento dei sacramenti dell’IC con la celebrazione unitaria della Cresima e dell’Eucaristia (con la prima Comunione).

a) In Parrocchia: I genitori continuano il loro percorso concordato (sulla Chiesa o sullo Spirito Santo e la Cresima oppure sull’Eucaristia).

b) Nel gruppo Scout: In base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la Messa di gruppo in Quaresima, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come condivisione di un momen-to importante dell’anno liturgico.

Periodo:dall’inizio della Quaresima fino

alla seconda domenica di Pasqua

Periodo di Quaresimae Pasqua

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Periodo di Pasquae Pentecoste

Periodo:dalla terza domenica di Pasquaalla fine dell’anno scout

Obiettivi

Genitori

Esperienzequalificanti

Attività Scout - R

acconti dell’am

biente fantasticoC

elebrazioni C

ontenuti catechistici

Cogliere la dimensione missionaria della Chiesa:- che ha in Gesù il suo Capo/Signore/Salvatore;- nello Spirito Santo loda il Padre;- ha come legge il comandamento dell’amore;- si sente inviata a tutte le genti.

La Chiesa: una Comunità missionaria.Il ruolo di Pietro e Paolo. Espansione della Chiesa da Gerusalemme ad Antiochia in Asia Minore, in Europa. I viaggi di Paolo.… mentre attende il ritorno di Gesù (la folla dei testimoni, i missionari, i martiri …)Testi: CdF/2, pp., 148-157; CdF/3, pp. 68-73

Mandato missionario, con la consegna della cartina del Mediterraneo (sulle orme dei testimoni) e delle aree geografiche del mondo non ancora evangelizzate.

I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio)“Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la leg-ge, il branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed ucciden-do Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco. “I cani rossi” (Vacanze di Branco – in estate): La difesa della propria terra, l’impegno personale di Mowgli al servizio del Branco per difendere il territorio di caccia dall’invasione dei cani rossi, la di-sponibilità di Akela e di Wontolla. Momento della Responsabilità (Lupo Anziano), responsabilità ver-so gli altri, il fanciullo assume un ruolo di leader, è in grado di fare proposte operative ed è in grado di coinvolgere l’intero branco.Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge sulla montagna – Momento della Responsabilità, momento in cui misurare competenze e capacità di autonomia delle singole Coccinelle. L’ambiente fantastico sottolinea la fatica e la bellezza di un impegno personale, fondato sul senso di responsabilità e sulla voglia di arrivare alla meta stabilita) (da aprile a giugno): “Il serpente Scibà”:Cocci incontra Scibà il serpente e lo aiuta, vincendo paura e repulsione (“…che il tuo sentiero sia seminato dei grazie che ti diranno per la gioia che avrai saputo donare”)“ La Capra ” (“Sono molti giorni che siete qui ferme…è tempo di ripartire…”.)“La genziana”: è il grazie di un amico il dono più bello “L’aquila Arkanda”: nell’incontro con l’Aquila Cocci si spiega il significato del suo lungo volo (“i pun-ti neri sono un dono che ho ricevuto, disse Cocci- “preoccupati di dare quello di cui gli altri hanno bisogno da te” rispose Arkanda – e Cocci al suo ritorno pensò di donare ad ognuno degli altri un pezzetto dei suoi punti neri).“Otto Coccinelle in viaggio” (Vacanze di Cerchio): si ripercorre il sentiero di Cocci e quindi il cammi-no di Progressione Personale di ognuno.

Conoscere le testimonianze significative nella Comunità parrocchiale: i santi (visitare la chiesa par-rocchiale e scoprire a chi essa sia dedicata; conoscere la vita del patrono attraverso anche le raf-figurazioni pittoriche presenti in chiesa o anche di altri santi ivi raffigurati). Festa di Primavera: campo vissuto con più branchi-cerchi, in cui si abbina la primavera della natura a quella della Chiesa: Pentecoste.Durante l’estate si vive un campo estivo che dura circa una settimana: durante questo cam-po si cerca di vivere, come tutto l’anno, in stile Scout, che richiama fortemente lo stile di vita cristiana:essenzialità, Comunità, condivisione... Si vive molto a contatto con la natura, e si cerca di stimolare i fanciulli a viverla come dono di Dio e a ricercare anche in essa la presenza di Lui.

a) In Parrocchia: i genitori continuano il loro percorso concordato (sulla Chiesa o lo Spirito Santo e la Cresima oppure sull’Eucaristia)

b) Nel gruppo Scout: prima del campo estivo è previsto un incontro per il resoconto dell’anno e la presentazione del campo estivo.

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5Tempo della mistagogia

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Partecipazione abituale ai Sacramenti della vita Cristiana (Eucaristia domenicale, Riconciliazione)Conformazione della propria vita al Vangelo, vivendo i Sacramenti nella coerenza quotidiana.Testimonianza della propria fede in tutti gli ambienti di vita.Ricerca di un modo per rimanere nella Comunità.

Unitarietà tra creazione e redenzione.Il volto autentico della Chiesa (origine, storia, missione).Proseguire nella conoscenza esperienziale della Spirito e dei suoi doni.Vocazione personale nella Storia della Salvezza: chiamati a realizzare la grande impresa del creato

Consegna del Giorno del Signore (importanza della liturgia).Consegna del CredoConsegna della Legge Scout e suo richiamo costanteCelebrazione della Promessa.Lancio della BA (Buona Azione)

Devono essere vissute come esperienza forte di manifestazione e di corresponsabilità, assumendosi un impegno preciso nella Comunità.

Preparazione alla Promessa (attraverso mete e impegni per raggiungerle, in diversi ambiti: formazio-ne del carattere, servizio al prossimo, abilità manuale, salute e forza fisica)Il ragazzo può assumere servizi temporanei nella celebrazione del culto e nella vita comunitaria.Consiglio di Squadriglia, Consiglio della LeggeUscite di Squadriglia e di RepartoImprese di Squadriglia e di RepartoMissioni di SquadrigliaCampiCampetti di specialità (nel primo anno vengono acquisite competenze, tramite le specialità che poi vengono condivise con il Reparto)Veglia alle stelle

La famiglia deve testimoniare a fianco dell’iniziato, accompagnandolo nell’assunzione di impegni concreti.

Le famiglie vengono generalmente coinvolte dal gruppo Scout attraverso alcune riunioni. All’inizio dell’anno i Capi incontrano i genitori per spiegare cosa è lo Scoutismo e quali sono i valori di fondo a cui si ispira. Prima del campo invernale si svolge una riunione in cui si presenta il progetto educa-tivo di gruppo da cui scaturisce il programma dell’anno dell’unità (in cui sono specificati anche gli obiettivi di catechesi che si vogliono raggiungere nell’anno) e si parla del campo invernale. Un’al-tra riunione viene fatta prima del campo estivo per un resoconto dell’anno e per la presentazione del campo estivo.All’inizio dell’anno, secondo le tradizioni dei diversi gruppi si vive una giornata di gruppo a cui sono invitati anche i genitori.

Presentazione sintetica del percorso annuale

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Contenuti catechistici

Obiettivi

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Genitori

Attività Scout

Esperienze qualificanti

Parole dacustodire

Aiutare i ragazzi a sentirsi ormai “iniziati”, pienamente inseriti in Cristo e nella Comunità cristiana

L’essere diventati cristiani offre la possibilità di vivere la comunione con Cristo e col Padre nella Co-munità cristiana, con la quale ci si raduna soprattutto nel giorno del Signore.Entra in campo! C’è un tesoro! La decisione di mettere a fruttto:

i luoghi, i tempi e le regole•i paletti del cammino•il senso dei comandamenti•il senso del “giorno del Signore”•

Entra in campo!“Dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore” (Lc 12,34)

All’inizio dell’anno Scout, in ottobre, avviene la cerimonia dei passaggi, dove i Lupetti e le Coccinel-le dell’ultimo anno passano nel Reparto (unità che accoglie ragazzi dai 12 ai 16 anni). Inoltre ogni gruppo accoglie al suo interno i nuovi fanciulli che vivranno l’esperienza Scout. In Reparto, i ragazzi vengono accolti nelle Squadriglie, gruppi monosessuati, eterogenei per età, che costituiscono il Re-parto e all’interno delle quali ogni componente ha un ruolo (verticalità di Squadriglia). Le squadriglie sono guidate dal capo squadriglia generalmente un ragazzo/a (15-16 anni) con esperienza, ricono-sciuta dal Consiglio della Legge. La Squadriglia, durante tutto l’anno sperimenta l’autonomia attra-verso dei momenti autogestiti (uscite, riunioni, imprese), in cui non vi è la presenza di adulti.Durante i primi incontri si scopre la sede (il luogo dove avvengono le riunioni) e in particolare l’an-golo di squadriglia; i ragazzi si conoscono tra di loro, attraverso giochi o attività preparate per que-sto scopo, in modo tale che anche i nuovi si possano sentire a proprio agio; viene presentata la pre-ghiera dell’Esploratore e della Guida, la Legge scout.

Esperienza in un tempo nuovo. Entrare in campo: l’emozione di entrare in campo! Avventura! In novembre si vive la prima uscita di Reparto: durante l’uscita i ragazzi hanno modo di vivere più lungo tempo insieme alla propria Squadriglia e al Reparto, di conoscere meglio gli altri e di vivere momenti di preghiera e l’Eucaristia. Questa uscita è anche la prima occasione, soprattutto per i ra-gazzi del primo anno di assaporare lo spirito tipico della vita di Reparto, l’avventura (strada, natu-ra, tecnica).I ragazzi del primo anno iniziano a camminare verso la promessa, cercando di prefissarsi mete e im-pegni utili per raggiungerle, con l’aiuto del Capo Squadriglia e della propria Squadriglia. Iniziano a scoprire la Legge Scout.

a) In Parrocchia: un incontro iniziale su come stare accanto ai ragazzi in questa età e sul senso del cammino “mistagogico”.

b) Nel gruppo Scout: le famiglie vengono generalmente coinvolte dal gruppo attraverso alcune riunioni. All’inizio dell’anno i Capi incontrano i genitori per spiegare cosa è lo Scoutismo e quali sono i valori di fondo a cui si ispira. Prima del campo invernale si svolge una riunione in cui si pre-senta il progetto educativo di gruppo da cui scaturisce il programma dell’anno dell’unità (in cui sono specificati anche gli obiettivi di catechesi che si vogliono raggiungere nell’anno) e si parla del campo invernale.

Periodo d’inizioPeriodo:dall’inizio dell’anno scoutfino alla festa di Cristo Re

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Aiutare i ragazzi a vivere ogni giorno da figli di Dio, scoprendo soprattutto i doni della speranza

La speranza cristiana dà consistenza al desiderio di vita, di una vita senza fine, aprendolo alla pie-na partecipazione alla vita di Dio. Riflessioni sul senso dell’attendere, del vivere e morire, sul Regno di Dio che è all’opera e che un giorno si compirà.Avvento, come tempo particolare dell’attesa e della speranza!Lo Spirito Santo, offerto in particolare nella Cresima, alimenta la speranza cristiana, soprattutto nei momenti difficili: “egli vi insegnerà ogni cosa (Gv 16,13); “non preoccupatevi...:lo spirito santo vi in-segnerà in quel momento ciò che bisogna dire” (Lc 12,11).Lo Spirito Santo anima la speranza e sollecita verso il futuro.Il sacramento della riconciliazione come fonte di speranza.Gli atteggiamenti della speranza cristiana: capacità di attesa, credere continuamente a nuove pos-sibilità, grazia di non arrendersi mai; apertura al futuro...

“Non temere” (cfr Mt 10)“Dorma o vegli, il seme germoglia e cresce” (cfr. Mc 4,26-29)“La nostra speranza è Gesù” (Francois-Xavier Nguyen Van Thuan)

Attività legate alla speranza: sogni, desideri, ideali (ad esempio attraverso la progettazione della propria specialità)Fiducia/aspettative. Paure. Autostima.

Durante il mese di dicembre le Squadriglie si preparano a vivere il campo invernale: campo di 3-4 giorni che avviene durante le vacanze di Natale.Inoltre ci possono essere collaborazioni con la parrocchia per l’allestimento del presepe, coinvolgi-menti per raccolte alimentari, animazione di Messe in parrocchia.Si vivono anche momenti di gruppo, come ad esempio secondo le tradizioni, la Messa di gruppo per il Natale, dove ogni unità collabora con preghiere, animazione dei canti, o portando quanto fatto durante il cammino di Avvento.I ragazzi del primo anno continuano la preparazione alla promessa, che faranno durante il campo invernale. La sera prima della promessa, secondo le tradizioni dei gruppi, i ragazzi vivono la veglia d’armi, un momento di riflessione, vissuto insieme al proprio capo Squadriglia o in solitudine, in cui ri-flettono sui valori della promessa, sulla Legge Scout e sul passo che stanno per compiere. Nella pro-messa scout, con l’aiuto di Dio, ci si impegna a fare del proprio meglio per compiere il proprio dove-re verso Dio e verso il proprio paese, nell’aiutare gli altri e nell’osservare la Legge Scout.Durante il campo invernale si organizzano delle attività di tappa, attività in cui i ragazzi della stessa tappa lavorano insieme per progredire. Le tappe del sentiero degli Esploratori e delle Guide sono: scoperta, competenza e responsabilità. Ogni Esploratore/Guida cammina per una tappa, attraverso mete e impegni concreti utili per raggiungere le mete prefissate in diversi ambiti. All’interno del sen-tiero, ogni E/G cerca di specializzarsi in alcuni ambiti per poi rimettere a disposizione degli altri le pro-prie capacità. Generalmente ogni E-G inizia la propria specialità, una volta presi gli impegni davanti al Consiglio della Legge. La sua presentazione al Reparto può avvenire già dal campo invernale.Prima del campo invernale le Squadriglie iniziano a progettare la propria impresa, di Squadriglia o di Re-parto, che li vedrà impegnati per i mesi successivi e per il raggiungimento della quale ogni componen-te della Squadriglia assume un ruolo (in base alle proprie capacità e a cosa gli serve per andare avanti nel proprio sentiero). Le imprese sono attività che la Squadriglia progetta, realizza e verifica e possono riguardare diverse tecniche (espressione, abilità manuale, alpinismo, nautica, giornalismo, ecc.).Dopo il campo invernale, nel periodo che precede l’inizio della Quaresima, i ragazzi sono impegna-ti nella realizzazione dell’impresa. Inoltre, in base alle tradizioni dei gruppo, preparano attività da vi-versi insieme a tutto il gruppo (ad es. Thinking Day).Uscite di RepartoUscite di Squadriglia: uscita con pernottamento vissuta dalla singola Squadriglia, dove si vivono mo-menti importanti per la realizzazione dell’impresa, momenti di catechesi preparati dal Capo Squa-driglia, insieme ai Capi Reparto durante gli incontri del Consiglio Capi (dove si riuniscono i Capi Re-parto con i Capi Squadriglia per organizzare attività riguardanti il Reparto e la Squadriglia e dove si parla della Progressione Personale degli Squadriglieri).

a) In Parrocchia: Promessa/adempimento: la virtù della speranza e la struttura della relazione edu-cativa.

b) Nel gruppo Scout: in base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la Messa di gruppo per il Natale, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come momento di condivisione di una tappa importante dell’anno liturgico.

Periodo:dalla prima domenica d’Avvento

fino all’inizio della Quaresima

Periodo diAvvento e Natale

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Obiettivi

Contenuti catechistici

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Attività Scout

Parole dacustodire

Genitori

Aiutare i ragazzi a vivere ogni giorno da figli di Dio scoprendo soprattutto il dono della fede.

La virtù della fede sottintende, ricupera e perfeziona quella dimensione antropologica che si espri-me nelle varie forme del vivere quotidiano: credere nel senso della vita, di ciò che sto facendo, cre-dere agli altri, all’amore ecc.Con la fede teologale ci abbandoniamo con fiducia a quell’Altro che è Dio stesso, accogliamo con convinzione la sua Parola di verità e con amore obbediamo ai suoi disegni. nella fede “cristiana” accogliamo Cristo e l’annuncio della sua morte e resurrezione;contemporaneamente, partecipiamo allo stile di vita che Gesù stesso ha nei confronti del Padre.Gli atteggiamenti della fede sono: ascolto della Parola; fiducia in Dio; abbandono in Lui e ai suoi pro-getti; obbedienza e amore.Soprattutto in Quaresima possiamo contemplare in Gesù alcuni atteggiamenti tipici del vero cre-dente. La virtù della fede richiama il Battesimo, che è il sacramento della fede per eccellenza.

“Buttati” (cfr. Mt 14,22-23)“Vivi di fede e per fede” (cfr. Eb 11,1-13).“Non si vede bene che col cuore! L’essenziale è invisibile agli occhi” (Saint- Exupéry)

Lancio della BAPreparazione di alcuni momenti liturgici importanti vissuti insieme al resto del gruppo, in base alle tradizioni (Messa di Gruppo di Quaresima, partecipazione alla celebrazione delle Palme, triduo pa-squale in parrocchia).I ragazzi, inoltre, potrebbero essere coinvolti dalla Parrocchia in attività di raccolta fondi per i pove-ri (raccolte alimentari......)Uscita di RepartoNel periodo che precede o segue la Pasqua generalmente le Squadriglie iniziano a preparare an-che il Campo San Giorgio (campo di 3-4 giorni, vissuto nel periodo della festa di San Giorgio, pa-trono degli Scout E/G, tra più Reparti, che ha l’obiettivo di rafforzare la dimensione della fratellanza scout che esce dal proprio Reparto).

a) In Parrocchia: riflessione sul tema della fede e sulla virtù della prudenza/sapienza: come vivere queste virtù? Come educare i figli stessi a viverle?

b) Nel gruppo Scout: in base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la Messa di gruppo in Quaresima, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come circostanza in cui condivi-dere un momento importante dell’anno liturgico

Periodo diQuaresima

Periodo:dalla terza domenica di Pasquaalla fine dell’anno scout

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Aiutare i ragazzi a vivere ogni giorno da figli di Dio scoprendo soprattutto il dono della carità.

La fame e sete inesauribile di amare ed essere amati costituiscono una dimensione essenziale dell’esi-stenza. Ogni persona anela alla libertà, ma la libertà più grande, quella che ci salva da ogni autocentra-tura e da ogni egoismo restrittivo, è una dilatazione della capacità di amare: nell’esperienza del poter amare, la persona comprende realmente di essere libera.La carità teologale apre la sete di amore e libertà verso quella fonte e della meta che è Dio stesso. Nella carità, infatti, ripieni dell’amore di Dio effuso nei nostri cuori mediante lo Spirito (cfr. Rm 5,5), amiamo Dio al di sopra di tutto e, per amore suo, amiamo il nostro prossimo come noi stessi. La carità ci fa partecipare alla forza e alla bellezza dell’amore con cui Cristo stesso ha amato il Padre e i fratelli (cfr. Gv15,13).Gli atteggiamenti della carità sono: amore, semplicità, onestà, sincerità, giustizia, lealtà, fedeltà, cortesia, rispetto, umiltà, castità, povertà, obbedienza.La partecipazione all’Eucarestia è esperienza continuamente rinnovata dell’amore di Dio in Cristo e, quindi, fonte della nostra capacità di amre tutti e di fare Chiesa (cfr. 1 Cor 10,16-17).La “missione” come forma particolare di carità cristiana.

“Dio è amore” (1 Gv 4,8)“Nessuno ha un amore più grande...” (Gv 15,13)“L’amore non avrà mai fine” (1 Cor 13,8)“Ama e poi fa’ quello che vuoi” (Sant’Agostino)

Celebrazione del compimento dell’ICFR con la consegna di una specie di “passaporto” del cristiano. Nella celebrazione, per sottolineare il passaggio dal “dono” alla “responsabilità”, si potrebbe ricuperare attraverso i simboli, tutto quanto è stato ricevuto da questi ragazzi nel corso del cammino iniziatico.Incontro con il Vescovo di tutti i gruppi che in quell’anno vivono il tempo della mistagogia: mandato/partenza.

Riferimento costante alle BA

Verso la fine di maggio i ragazzi concludono le loro specialità di Squadriglia che vengono riconosciute a livello regionale (è possibile che non venga dato riconoscimento nel caso la specialità non sia stata realizzata in modo approfondito secondo quanto richiesto dalla regione).

Nelle ultime settimane prima di salutarsi per le vacanze le Squadriglie si dedicano alla preparazione del campo estivo, preparando il materiale che servirà (tenda, pentolame, ecc.) e anche attività da proporre alle altre Squadriglie.

Durante l’estate si vive il campo estivo che dura circa una decina di giorni: durante questo campo si cer-ca di vivere, come tutto l’anno, in stile Scout, che richiama fortemente lo stile di vita cristiana: essenzialità, Comunità, condivisione... Si vive molto a contatto con la natura, e si cerca di stimolare i ragazzi a vivere la natura come dono di Dio e ricercare in essa la presenza di Dio. Ogni Squadriglia si costruisce l’angolo di Squadriglia con costruzioni che serviranno per dormire, mangiare, cucinare, svolgere alcune attività. Durante il campo si vivono diversi momenti di Squadriglia e momenti vissuti insieme a tutto il Reparto. Le Squadriglie al campo svolgono diversi servizi utili per la buona riuscita del campo (tra questi il servizio di liturgia - catechesi, in particolare per quanto riguarda la liturgia, ogni giorno a turno una Squadriglia orga-nizza insieme ai capi o per conto proprio attività e riflessioni da proporre al resto del Reparto, su un tema dato, in base al programma di catechesi previsto dal programma del campo. Questo servizio permette ai ragazzi di riflettere e trasmettere poi agli altri ciò che hanno compreso e interiorizzato). Al campo, generalmente, si costruisce l’angolo della preghiera, un luogo dedicato ai momenti di catechesi, alla preghiera personale e alle Sante Messe.Per i ragazzi del primo anno il campo estivo è l’occasione più forte per identificare il senso di condivisione e di Comunità che li chiama a collaborare costantemente per riuscita della vita di Squadriglia.

a) In Parrocchia: il tema della carità cristiana e le virtù della temperanza e giustizia. Come viverla da sposi e da genitori? Come farle vivere ai figli?

b) Nel gruppo Scout: prima del campo estivo è previsto un incontro per il resoconto dell’anno e la pre-sentazione del campo estivo.

Periodo:dalla terza domenica di Pasqua

alla fine dell’anno scout

Periodo di Pasquae Pentecoste

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Per meglio seguire la progressione personale di ogni Lupetto o Coccinella, può essere uti-le tenere aggiornata una scheda indicando le prede/i voli, le specialità, le tappe di ICFR. Ecco un esempio.

GRUPPO

NOME BRANCO/CERCHIO

NOME E COGNOME:

INDIRIZZO:

N° DI TELEFONO:

LUOGO E DATA DI NASCITA:

SCUOLA FREQUENTATA:

PARROCCHIA DI APPARTENENZA:

ATTIVITA’ EXTRASCOLASTICHE:

VARIE ED EVENTUALI/PROBLEMI VARI:

PROMESSA

PROGRESSIONE PERSONALE

Lupo della Legge/Coccinella del prato

Lupo della Rupe/ Coccinella del bosco

Lupo Anziano/Coccinella della montagna

SPECIALITà:

Scheda personale

VI

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Scheda personale

TAPPE ICFR

Prima TappaLa scoperta di Gesù

Seconda TappaLa scoperta del Dio

di Gesù: il Padre

Terza Tappa:La storia della

salvezza

Quarta Tappa:La celebrazione dei Sacramenti, l’azione

dello Spirito

Consegna del Vangelo

Consegna del “Padre Nostro”

e del Comandamento

dell’amore.

Consegna della Bibbia

Rito di ammissione ai Sacramenti (se non è

già stato fatto)

Consegna del Crocifisso Riconsegna del

“Padre Nostro”Consegna dello

Shema’ Mandato missionario

Rinnovo Promesse battesimali Prima Confessione

Rito di ammissione tra i candidati alla Cresima/Eucaristia

Celebrazione dei Sacramenti dell’IC

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AC Azione Cattolica

ACR Azione Cattolica Ragazzi

AE Assistente Ecclesiastico

AGESCI Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani

AGI Associazione Guide Italiane

BA Buona Azione

CdA Catechismo degli Adulti

CdF Catechismo dei Fanciulli

CEI Conferenza Episcopale Italiana

Co.Ca. Comunità Capi

E/G Esploratori e Guide

IC Iniziazione Cristiana

ICFR Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e de i Ragazzi

L/C Lupetti e Coccinelle

PUC Progetto Unitario di Catechesi

R/S Rover e Scolte

Reg. Met. Regolamento Metodologico

RICA Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti

UCN Ufficio Catechistico Nazionale

Abbreviazioni

VII

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indiceIntroduzione .........................................................................................................................................................................................Pag. 3Presentazione .....................................................................................................................................................................................Pag. 5Lo scout cristiano nella Chiesa ...........................................................................................................................................Pag. 6Il cuore e lo sguardo in avanti e in alto .....................................................................................................................Pag. 7Note introduttive .............................................................................................................................................................................Pag. 8I. AGESCI e nuova evangelizzazione .......................................................................................................................Pag. 10II. Specificità della proposta Scout..............................................................................................................................Pag. 13

1. Il metodo Scout .................................................................................................................................................................Pag. 132. L’itinerario di fede ...........................................................................................................................................................Pag. 143. La pedagogia Scout nell’educazione alla fede ...............................................................................Pag. 154. Progressione educativa Scout ............................................................................................................................Pag. 165. La vita comunitaria ........................................................................................................................................................Pag. 17

III. In che consiste il nuovo modello di ICFR? Quali i principi ispiratori? ......................................Pag. 191. Una ICFR che coinvolge tutta la Comunità cristiana e, soprattutto, la famiglia .....Pag. 192. Una “iniziazione” non semplicemente ai sacramenti, ma alla vita cristiana ..........Pag. 203. Una iniziazione che fa più attenzione alla reale situazione dei ragazzi .......................Pag. 214. Una iniziazione che sollecita anche una nuova forma di catechesi .............................Pag. 225. Una iniziazione che ricupera il senso, l’unità e l’ordine dei sacramenti dell’IC ....Pag. 23

IV. Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI ........................................................................................................Pag. 261. Titolarità: quale Parrocchia è responsabile del cammino di ICFR in AGESCI? ......Pag. 262. Quando comincia il cammino dell’ICFR in AGESCI? ....................................................................Pag. 27

2.1. IPOTESI A ......................................................................................................................................................................Pag. 272.2. IPOTESI B .......................................................................................................................................................................Pag. 27

3. Percorso ciclico del II e III tempo dell’ICFR nel cammino dell’AGESCI ........................Pag. 273.1. Se si sceglie l’«ipotesi A» ................................................................................................................................Pag. 273.2. Se si sceglie l’«ipotesi B» .................................................................................................................................Pag. 28

4. I “riti di passaggio” nel cammino dell’AGESCI ....................................................................................Pag. 284.1. Se si sceglie l’«ipotesi A» ................................................................................................................................Pag. 294.2. Se si sceglie l’«ipotesi B» .................................................................................................................................Pag. 29

5. Il tempo della mistagogia nel cammino dell’AGESCI ..................................................................Pag. 296. Schema del percorso dell’ICFR in AGESCI ..............................................................................................Pag. 31

6.1. Se si sceglie l’«ipotesi A» ................................................................................................................................Pag. 316.2. Se si sceglie l’«ipotesi B» .................................................................................................................................Pag. 32

7. Evangelizzazione e formazione dei genitori ...........................................................................................Pag. 328. Formazione Capi .............................................................................................................................................................Pag. 339. L’Assistente ecclesiastico .........................................................................................................................................Pag. 33

V. Schede per il percorso dell’ICFR in AGESCI ..................................................................................................Pag. 34Tempo della prima evangelizzazione

prima tappa LA SCOPERTA DI GESÙ .....................................................................................................................Pag. 35seconda tappa LA SCOPERTA DEL DIO DI GESÙ: IL PADRE .............................................................Pag. 41

Tempo dell’approfondimento della fede prima tappa LA STORIA DELLA SALVEZZA ........................................................................................................Pag. 47seconda tappa LO SPIRITO SANTO, LA CHIESA E I SACRAMENTI DELL’IC ..........................Pag. 53

Tempo della mistagogia ..........................................................................................................................................................Pag. 59VI SCHEDA PERSONALE............................................................................................................................................................Pag. 65VII ABBREVIAZIONI ..........................................................................................................................................................................Pag. 67