informazione locale gennaio 2013

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A llarme furti. Nella nostra città, come a livello regionale, nell’ultima parte dell’anno passato, si è avuto un forte incre- mento di questi atti di delinquenza. Oltre ai privati cittadini, anche banche, negozi, centri commerciali e cantieri hanno subito la “visita”, non tanto piacevole, di indivi- dui che violano ciò che le persone hanno di più caro. Gli stessi strumenti che usano incutono già il terrore. Si va dal taglierino, al mattarello (usato nella rapina alla filia- le umbertidese della Banca Popolare di Spoleto nel luglio scorso), fino alle armi da fuoco (come nel caso della rapina, ac- caduta la primavera passata e poi finita in tragedia, che ha portato all’uccisione del giovane Luca Rosi di Ramazzano, a pochi chilometri da Umbertide). Ma scendiamo nella nostra real- tà. Ultimamente, un’intera zona di Umbertide, quella di Fonte Santa, ha subito in maniera sequenziale furti, che sono avvenuti sia all’interno delle abita- zioni che fuori di esse, dato che sono state derubate le vetture di alcuni residenti della zona. Infine bisogna ricordare che ultima- Mensile gratuito di informazione Autorizzazione del Tribunale di Perugia n. 27 del 01/10/2008 Direttore responsabile Giovanni Codovini - Stampa Digital Editor S.r.l. Anno VI - N. 1 Gennaio 2013 ARRIVANO I GRILLINI ONOREVOLE SINDACO MONTEMIGIANO IL POTERE L'INSICUREZZA CRESCE NEL PAESE Un territorio deve la sua forza ad una se- rie di faori che convergono fino a fare massa crica. Prima di tuo viene l’iden- tà culturale e lo spirito comunitario, ossia il senrsi parte di una storia o, se si vuole, di una tradizione. Poi la forza di un territorio transita araverso il sistema economico-sociale e la sua capacità di cambiamento. Qui l’innovazione prevale su altri aspe. Pertanto, tradizione (cul- turale) e innovazione (economico-socia- le), apparentemente diversi, vivono insie- me in ogni territorio. Sono la sua forza. A tenere insieme ques due faori, però, ne occorre un terzo, un cemento che lega e coinvolge il territorio nelle istuzioni, nei luoghi, se volete, del potere: è la po- lica. E qui la novità epocale per Umber- de. Mai come adesso, il nostro paese è stato così rappresentato nelle istuzioni. Con l’entrata (quasi certa, per scaraman- zia) in parlamento del sindaco di Umber- de, Giampiero Giulie (peraltro novità assoluta), il cerchio si chiude. Facciamo una conta degli umberdesi nei palazzi del potere: abbiamo il presidente della provincia (Marco Vinicio Guascchi), un assessore provinciale (Stefano Feligioni), un consigliere provinciale (Gianfranco Becche), un (prossimo) consigliere re- gionale (Manlio Mario). Una massa cri- ca enorme, per quanto non omogenea, che, però, potrebbe avere un effeo con- trario se si facessero valere solo logiche di potere, personale o di parte, ossia di parto. Questa logica in qualche modo traspare dalle primarie del PD, regolate in modo tale da consenre agli ammini- stratori di sfruare decisamente il “fat- tore istuzionale” quale trampolino di lancio della classica carriera polica, pi- camente di apparato e chiusa alle diverse espressioni della società civile. Nella po- lica nuova, le istuzioni non debbono servire per personalismi, piuosto vanno servite. Esse debbono essere tenute fuo- ri dalla contesa polica, anche per evita- re un pericoloso rischio: la concentrazio- ne del potere araverso doppi incarichi. In bocca al lupo, comunque. RECUPERO ROTTAMI FERROSI DEMOLIZIONE VEICOLI via dell’industria, fraz. calzolaro, umbertide (PG)

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Allarme furti. Nella nostra città, come a livello regionale, nell’ultima parte

dell’anno passato, si è avuto un forte incre-mento di questi atti di delinquenza. Oltre ai privati cittadini, anche banche, negozi, centri commerciali e cantieri hanno subito la “visita”, non tanto piacevole, di indivi-dui che violano ciò che le persone hanno di più caro. Gli stessi strumenti che usano incutono già il terrore. Si va dal taglierino, al mattarello (usato nella rapina alla filia-le umbertidese della Banca Popolare di Spoleto nel luglio scorso), fino alle armi

da fuoco (come nel caso della rapina, ac-caduta la primavera passata e poi finita in tragedia, che ha portato all’uccisione del giovane Luca Rosi di Ramazzano, a pochi chilometri da Umbertide). Ma scendiamo nella nostra real-tà. Ultimamente, un’intera zona di Umbertide, quella di Fonte Santa, ha subito in maniera sequenziale furti, che sono avvenuti sia all’interno delle abita-zioni che fuori di esse, dato che sono state derubate le vetture di alcuni residenti della zona. Infine bisogna ricordare che ultima-

Mensile gratuito di informazioneAutorizzazione del Tribunale di Perugia n. 27 del 01/10/2008 Direttore responsabile Giovanni Codovini - Stampa Digital Editor S.r.l.

Anno VI - N. 1 Gennaio 2013

ARRIVANO I GRILLINI ONOREVOLE SINDACO MONTEMIGIANO

IL POTERE L'INSICUREZZA CRESCE NEL PAESEUn territorio deve la sua forza ad una se-rie di fattori che convergono fino a fare massa critica. Prima di tutto viene l’iden-tità culturale e lo spirito comunitario, ossia il sentirsi parte di una storia o, se si vuole, di una tradizione. Poi la forza di un territorio transita attraverso il sistema economico-sociale e la sua capacità di cambiamento. Qui l’innovazione prevale su altri aspetti. Pertanto, tradizione (cul-turale) e innovazione (economico-socia-le), apparentemente diversi, vivono insie-me in ogni territorio. Sono la sua forza. A tenere insieme questi due fattori, però, ne occorre un terzo, un cemento che lega e coinvolge il territorio nelle istituzioni, nei luoghi, se volete, del potere: è la po-litica. E qui la novità epocale per Umber-tide. Mai come adesso, il nostro paese è stato così rappresentato nelle istituzioni. Con l’entrata (quasi certa, per scaraman-zia) in parlamento del sindaco di Umber-tide, Giampiero Giulietti (peraltro novità assoluta), il cerchio si chiude. Facciamo una conta degli umbertidesi nei palazzi del potere: abbiamo il presidente della provincia (Marco Vinicio Guasticchi), un assessore provinciale (Stefano Feligioni), un consigliere provinciale (Gianfranco Becchetti), un (prossimo) consigliere re-gionale (Manlio Mariotti). Una massa cri-tica enorme, per quanto non omogenea, che, però, potrebbe avere un effetto con-trario se si facessero valere solo logiche di potere, personale o di parte, ossia di partito. Questa logica in qualche modo traspare dalle primarie del PD, regolate in modo tale da consentire agli ammini-stratori di sfruttare decisamente il “fat-tore istituzionale” quale trampolino di lancio della classica carriera politica, tipi-camente di apparato e chiusa alle diverse espressioni della società civile. Nella po-litica nuova, le istituzioni non debbono servire per personalismi, piuttosto vanno servite. Esse debbono essere tenute fuo-ri dalla contesa politica, anche per evita-re un pericoloso rischio: la concentrazio-ne del potere attraverso doppi incarichi. In bocca al lupo, comunque.

RECUPERO ROTTAMI FERROSIDEMOLIZIONE VEICOLI

via dell’industria, fraz. calzolaro, umbertide (PG)

mente un’altra “preda” è ricercatissima dai ladri: il rame, che derubato viene rivendu-to a prezzi molto alti. Ma coloro che sono stati vittime di furti e i cittadini umberti-desi cosa pensano di ciò? Quali strategie propongono per combatterli? Cominciamo con Tullio Montagnini, che non molto tempo fa ha subito un furto nella sua abita-zione. Montagnini, partendo dal tema della sicurezza, dichiara che: «In questi ultimi tempi anche nella nostra città si sono ve-rificati diversi episodi di furto all’interno delle abitazioni. Purtroppo è un fenome-no che si sta diffondendo sempre di più e le motivazioni possono essere molteplici, dalla mancanza di controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine che sono sottodimensionate e non riescono a far fronte alle varie problematiche determina-te dalla complessità della società odierna, alla sfrontatezza di certi gruppi di perso-ne che non si fanno alcun tipo di scrupo-lo pur di raggiungere il loro obiettivo. La cosa più allarmante è che molti furti av-vengono di notte mentre la gente dorme e avvengono sia in case singole che nei con-domini. Anche la mia famiglia - continua Montagnini - ha subito un furto l’estate scorsa, fortunatamente i ladri hanno avuto pochissimo tempo per agire. Mia figlia ha incontrato uno di loro che faceva il palo per le scale mentre stava rientrando in casa. Si è insospettita per il suo comportamento ed si è resa conto subito che c’era qualcosa di strano. Quando è entrata in casa ha capito cosa era successo e dalla finestra ha visto i ladri che scappavano. Non voglio pensare cosa sarebbe potuto succedere se fosse ri-entrata in casa mentre i ladri erano ancora dentro. Questi episodi suscitano un certo stato d’ansia alle persone che li subiscono direttamente ma anche alla comunità che non si sente più tranquilla neanche tra le mura di casa. A seguito dei molteplici epi-sodi che si sono verificati in un quartiere nel mese di dicembre qualche famiglia sta

pensando di istituire un servizio di sorve-glianza notturna. Molte famiglie stanno ricorrendo ai ripari installando impianti d’allarme nella speranza che possano fun-gere da deterrente per i malintenzionati e soprattutto per potersi sentire più sicuri a casa propria e per ritornare a dormire di notte. Sarebbe auspicabile - conclude- il ripristino di una caserma dei carabinieri attiva 24 ore su 24 e soprattutto il rafforza-mento dell’unità impegnata ad Umbertide in modo che possa avere i mezzi e gli uo-mini per effettuare un controllo del territo-rio più efficace». Sentiamo ora Roberto Codovini, com-merciante che non molto tempo fa ha su-bito un furto. Codovini ci racconta quello che gli è successo: «La notte fra il 18 e il 19 Dicembre il mio furgone,che viene lasciato davanti al negozio in via Rodolfo Morandi numero 1, è stato scassinato e ri-pulito di tutti gli attrezzi da lavoro (trapani, avvitatori ed altri...)». Per quanto riguarda le misure che devono essere prese per scon-giurare ciò afferma che: «Bisognerebbe avere un maggior controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, applicare delle pene più severe e certe. Non è pos-sibile che succedano certe cose, che non si trovi mai il colpevole e se poi lo si trova il giorno dopo è già fuori e libero di conti-nuare a fare reati». Passiamo ora alla società civile umbertide-se, partendo da Francesco Cucchiarini che afferma: «Ritengo che una delle so-luzioni per contrastare il dilagare dei fatti criminosi sia un’azione concreta da parte di tutte le forze dell’ordine sia locali che statali. Inoltre - conclude Cucchiarini - credo che tutti i cittadini debbano sentirsi al sicuro senza ricorrere ad azioni ai limiti della legalità che, sempre più spesso di-ventano le soluzioni primarie come il “far-si giustizia da soli” ma, collaborando con le forze dell’ordine chiamando i numeri di emergenza o prevenire i reati installando

telecamere ed altri sistemi di sicurezza». Anche i giovani umbertidesi sono allar-mati per la sicurezza; la giovane umber-tidese, Benedetta Milani dichiara che: «Ultimamente la città di Umbertide è stata colpita da molti furti, questo ha sconvolto gran parte dei cittadini che, oltre ad essere impauriti, si sentono tolta la loro privacy. Quest’ultima, a mio parere, è uno dei diritti più importanti che una famiglia possieda. Pensare solamente che qualcuno venga a rubare nella mia casa, mi fa rabbrividire e, che in più mi sottragga qualcosa che la mia famiglia ha sudato per averla, mi fa infu-riare da morire. Coloro che si permettono di derubare una famiglia delle sue cose e della sua privacy - conclude Benedetta - meriterebbero una grossa punizione, no che dopo un paio di giorni già la vedi pas-seggiare in giro».Concludiamo con un pensionato che ha voluto mantenere l’anonimato, M. F. . Egli dichiara che: «Partendo dal presupposto che io non sono razzista, ritengo che uno dei problemi che hanno contribuito allo sviluppo di questa forma di delinquenza sia stata la non piena integrazione di un certo numero di migranti. Un’altra causa di ciò - continua M. F. - può risiedere nella crisi economica che ci sta attanagliando, visto che non ci sono più posti di lavoro e qualcuno è spinto a rapinare per poter tirare avanti. A volte però il lavoro ci sa-rebbe, ma molti non vogliono svolgere lavori “pesanti” e preferiscono delinquere. Per quanto riguarda le misure che devono essere prese per scongiurare questi atti de-linquenziali, considero che ci debba essere più sorveglianza notturna, visto che pro-prio in questa parte del giorno avvengono molti atti di criminalità. Inoltre valuto mol-to positivamente- conclude M.F.- l’ipotesi di portare ad Umbertide una tenenza dei carabinieri, al fine di poter garantire una maggior sorveglianza ai cittadini».

Alessandro Minsetrini

L’Inchiestacontinua dalla pagina precedente

TABACCHISALI E

VAL. BOLLATI

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l’IntervistaNICOLÒ CORBUCCI: LA MIA AFRICA

Adesso si trova a Bouansa, nella Repubblica del Congo, a metà strada tra la capitale Brazzaville e il limite della grande foresta. Qui, Nicolò Corbucci , gio-vane geometra umbertidese, lavora in un cantiere di una ditta umbertidese. Ma da più di un anno sta conoscendo un'Africa del tutto particolare.Che tipo di lavoro svolgi in Africa e dove?«Sono un impiegato tecnico, più precisamente un geometra e lavoro attual-mente nella Repubblica del Congo».Che tipo di formazione lavorativa ti ha portato in Congo?«Diplomato geome-tra nel 2001, ho cominciato a lavorare nel 2003 con una ditta umbertidese operante nel settore edile, lavori pubblici e privati; la stessa per la quale sono assunto ora».Quali sono le tue impressioni su questa esperienza sia in senso lavorativo che umano? «È completamente un altro mon-do rispetto a quello che viviamo noi, con altre priorità e altri tempi. A parte le grandi città, paragonabili alle nostre grandi città, molto caotiche e molto più sporche, spo-standosi nell’entroterra è come la nostra campagna, tutto più tranquillo, in pace, le strade asfaltate diventano piste, le estese zone fabbricate diventano piccoli villag-gi con le case in terra, la natura, foresta o savana che sia, comincia ad occupare il paesaggio circostante, il traffico si fa qua-si inesistente. Conosci le famiglie di oltre 10 persone che vanno avanti con un solo stipendio; le donne, che partono a piedi

la mattina presto e tornano a piedi la sera tardi con i tipici cesti sulla testa, che col-tivano piccoli campi per il fabbisogno fa-miliare e vendono l’eccesso ai piccoli mer-cati dei villaggi; gli uomini che raramente lavorano, sempre seduti sotto gli alberi, al riparo dal sole, a parlare intere giornate, magari bevendo qualcosa; o le donne e gli uomini che mandano avanti 3/4 famiglie tra figli e nipoti perché la guerra li ha la-sciati soli,preoccupati di garantire loro un futuro migliore. Ma alla fine, tutto quello che può sembrare ingiusto, si impara ad accettarlo ed accettandolo ci si acconten-ta e come dice Terzani: “Trovo che vi sia

una bella parola in italiano che è molto più calzante della parola felice, ed è contento, accontentarsi: uno che si accontenta è un uomo felice.” In conclusione, vedendo e toccando con mano tutto questo, impari a dare il giusto valore alle cose, agli affetti, alle persone, in una società che “adora gli orologi, ma non conosce il tempo”».Che prospettive può aprire l’Africa ad un giovane in cerca di lavoro?«Dipende molto dal tipo di lavoro che si cerca e dal-la zona dell’Africa in cui si va, ma per un giovane aperto e volenteroso può aprire svariate porte, dall’ambito prettamente economico/lavorativo sino all’ambito spi-

rituale. Ho conosciuto, inoltre, molte per-sone che svolgono volontariato qui e mi af-fascinano molto, sono diversi, particolari, sembra abbiano qualcosa in più degli altri, dallo sguardo al modo di parlare, dal modo di fare al modo di pensare e se magari, un giorno, restassi senza lavoro, penso sareb-be una bella esperienza da provare».Che consigli daresti ad un tuo coetaneo italiani interessato alla stessa esperienza?«Potrei enunciare una miriade di aforismi riguardanti i viaggi e le nuove esperienze, ma avendo poco spazio a disposizione gli consiglierei, se è veramente interessato o affascinato o solamente incuriosito, di non perdere tempo, preparare la valigia e parti-re; per tornare c’è sempre tempo!».Come vedi l’Italia ed Umbertide dall’Africa?«Posso usare l’aiuto del pub-blico? Oppure il non so, non rispondo, che va tanto di moda nei sondaggi? A parte gli scherzi, mi tengo aggiornato principal-mente attraverso internet ed in generale la situazione attuale non appare molto rosea, ma sento che qualcosa sta cambiando… e soprattutto me lo auguro. Buon viaggio!».

Francesco Corbucci

La PiazzaFLORIDO BORZICCHI: INVIATO SPECIALE

I° Premio Inviato Speciale alla memoria del giornalista umbertidese organizzato dal Gruppo Giornalisti localeDomenica 9 Dicembre 2012, organizzata dal Gruppo giornalisti umbertidesi in collaborazione con il l’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria (patrocinio della Regione, Provincia di Perugia e Comune di Umbertide, accanto al main sponsor Dante Renzini) nella scenografica sala del Museo Santa Croce di Umbertide, ha avuto luogo la cerimonia dei vincitori del Premio nazionale inviato speciale in memoria del concittadino Florido Borzicchi. Oltre ad essere insignite del primo premio Alessia Cerantola con l’articolo “Nella città inghiottita dallo tsunami” e Marina Cavaliere con il filmato inchiesta “Rifiuti, la minaccia occulta”, nel corso della cerimonia si è anche ricordato e messo in evidenza le qualità e le doti di giornalista Borzicchi. Ma chi era l’umbertidese Florido Borzicchi? Nato nel 1938 Florido ha frequentato il liceo classico a Perugia per poi essere assunto nel 1962 a “La notte” e passare in seguito nel 1972 a “Famiglia cristiana”. Il giornalista umbertidese è soprattutto ricordato poiché fu lo storico inviato del “ Resto del Carlino” e del gruppo Riffeser-Monti. Seguì la guerra del Golfo, quella del Kippur

e l’invasione della Cecoslovacchia. Nonché fu il protagonista dello scoop del “ catamarano fantasma”, individuando in un porto della Tunisia l’imbarcazione sulla quale si erano dileguati una coppia di assassini di un delitto al largo del mar Adriatico.L’idea di questo premio nasce per far ricordare un esempio di giornalismo libero e critico, fatto di indagine e di aderenza alla realtà. Giornalismo il suo «che faceva riemergere il “genio” dei luoghi e delle realtà sociali», come dice il presidente dell’ Ordine dei Giornalisti dell’ Umbria Dante Ciliani, nella prefazione al libro che raccoglie gli articoli del Premio (pubblicato dalla nostra casa editrice Gruppo Editoriale Locale). «Di fatto il lavoro di un inviato o di un cronista serve spesso alla piccola comunità come alla grande, serve soprattutto per acquisire una propria voce consapevole». Riflessione questa sempre del presidente dell’Ordine che deve essere appresa da tutti i giornalisti locali e non solo, per far crescere la nostra comunità. Con questo premio, il Gruppo giornalisti umbertidesi, insieme ad Informazione Locale, indende dare vita e sollecitare i

giovani cronisti, chi inizia la carriera di giornalista ad andare oltre la semplice osservazione e narrazione nuda e cruda dei fatti; dietro i fatti ci sono sempre le storie umane che dicono esistenze e mondi. Il giornalismo che ha insegnato Florido Borzicchi è un giornalismo che abbatte quel muro della superficialità e della essenzialità che oramai è stato innalzato a modello dal nuovo tipo di comunicazione. Il giornalismo, soprattutto quello locale, ha una responsabilità in più: la crescita umana e sociale dell’intera comunità nelle relazioni con le altre comunità.

Andrea Levi Codovini

a b b i g l i a m e n t o d o n n a

via Morandi, 9A - 06019 UMBERTIDE (PG) Tel. 075 9412588

MOVIMENTO 5 STELLE: 10 DOMANDENegli ultimi decenni la politica si è trasformata in “scuola”! I politici, invece, in “formatori”! Questa scuola...negando, anzi vomitando, tutti i principi fondamentali della DEMOCRAZIA, ha solo prodotto e accresciuto, in modo spropositato, il potere dei partiti che, disattendendo il ruolo che gli viene assegnato dalla Costituzione, si sono trasformati in comitati d'affari, la cui gestione ha impegnato i propri “formatori” ad uccidere la cultura politica, intesa come servizio ai cittadini. L'assordante eco di questo comportamento sembra essere arrivato anche ad Umbertide. Sì...la DEMOCRAZIA, quella vera, è stata resa, ormai, moribonda. Di essa esiste traccia solamente negli elettori che hanno avuto la capacità di conservare il loro “LIBERO PENSIERO”. Ovvero in quelli che, essendo soggetti PENSANTI, rifiutano di essere nullificati al ruolo di “individui”. Quando il nichilismo politico e la logica dei partiti divengono egoistica logica di “spartizione” del potere...quando la politica diviene mezzo per il raggiungimento di fini personali...quando la politica non mette al centro dei propri progetti “il cittadino” e le sue esigenze...allora siamo lontani dal concetto di democrazia! Anzi, siamo di fronte a qualcosa che non ha niente da invidiare alla più becera e sottile intelligenza talebana, priva di etica e di morale! Stiamo assistendo ad un modo di fare politica lontana dai cittadini, una politica con la logica dello “stomaco”. Una politica che ha invertito il rapporto CITTADINI SOVRANI / POLITICA AL SERVIZIO DEI CITTADINI e' una politica da riformare...questo concetto è diventato una necessità, un 'urgenza, una impellenza di vitale importanza! Le elezioni sono vicine e con esse si avvicina sempre più l'ora dei miracoli...o se volete degli avvistamenti...si...sarà possibile vedere qualche politico anche qui nel

“paesello”! Vedrete che scendendo dall'Olimpo, spogliandosi della sua “divinità” e acquistando sembianze umane vi parlerà...e forse vi farà sentire anche “degno” di parlar con lui! Ma ricordati, nelle sue considerazioni, TU sei solo una preda da catturare, TU sei un numero, TU sei un voto, TU sei una percentuale, TU sei un “individuo”, TU sei meno che niente...perché per i politici attuali i cittadini servono solo come elettori! Solo TU puoi fargli capire che sei una PERSONA PENSANTE, che TU sei il suo SOVRANO e non il suo servo, che TU hai una dignità che non può essere più umiliata, che TU sei quello che può decidere del suo destino e non viceversa.Impara a pretendere i tuoi diritti, esci dalla logica del favoritismo e del nepotismo, abbandona le tue paure...sono proprio queste che rendono i partiti più arroganti e più voraci. L'iniziativa intrapresa dal Movimento 5 Stelle Umbertide "DIECI DOMANDE PER VOI NON POSSON BASTARE" è mossa dall'esigenza di cittadini di avere notizie relative all'operato di una Amministrazione Comunale che ai cittadini stessi deve rendere conto. Non avere ricevuto risposta alcuna, ci induce a pensare che Umbertide e caduta in una DEMOCRATURA, che sancisce l’ autoreferenzialità e la chiusura di casta, operata dalla classe politica verso la società civile ed attesta la fine del significato sostanziale di un regime democratico. Ricordando, anche ai nostri politici, che lo stipendio glielo paghiamo noi, facciamo presente che siamo ancora in attesa delle loro gentili risposte...le vogliamo, le pretendiamo è nostro diritto!Di seguito i dieci interrogativi:1.Quale vantaggio ha avuto il Comune e la cittadinanza dalla costruzione dello scempio urbanistico dell’area della vecchia Fornace? Qual' è la situazione attuale? Quale futuro si prevede per quell’area? 2.Non si ritiene superflua la presenza di un

La Politica

portavoce per un sindaco di un paese di sole 16.810 anime che ci costa € 13.600,00 annui? 3.Perché strutture pubbliche con la presenza di amianto non vengono bonificate? E’ stata redatta una mappatura delle aree con la presenza di amianto?4.Perché non vengono rese pubbliche le convenzioni con le Associazioni ed i relativi contributi erogati? Chi decide la durata delle convenzioni e l’importo del contributo? Recentemente sono state riviste convenzioni ed importi erogati? 5.Non si ritiene necessario intensificare l’informazione su come fare correttamente la raccolta differenziata? Oppure dobbiamo credere che all’ente preposto alla raccolta poco importi della sua qualità?6.Perché i consigli comunali non vengono convocati in orari non lavorativi al fine di permettere ai cittadini (lavoratori) di poter partecipare?7.Come mai una struttura pubblica di importanza storica come la Piattaforma (donata al Comune dalla Brigata partigiana Cremona) da luogo di ritrovo con finalità sociali per le giovani generazioni umbertidesi, è stata ridotta ad una mera attività commerciale? 8.Non sarebbe opportuno prevedere azioni concrete per alleviare le sofferenze degli esercizi commerciali che gravitano nella zona dei lavori del sottopassaggio di via martiri della libertà? Sono stati rispettati i tempi di consegna?9.È possibile informare pubblicamente i cittadini su quanti soldi pubblici, direttamente imputabili alle casse del Comune, sono stati spesi nelle ultime due legislature e qual è la situazione debitoria del Comune?10.Tra la cittadinanza serpeggia un forte malcontento, non è il caso di spiegare le modalità di accoglienza-aiuti agli stranieri?

Mai sudditi Movimento 5 Stelle Umbertide

"CON ME UMBERTIDE FINALMENTE IN PARLAMENTO"Istituzioni

Giampiero Giulietti, sindaco di Umbertide dal 2004, è il primo

candidato umbertidese al Parlamento Italiano. Sulla scia del brillante risultato ottenuto alle primarie del 29 dicembre (5.686 preferenze), la dirigenza nazionale del Partito Democratico gli ha assegnato un posto blindato per le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, collocandolo terzo nella lista per la Camera. Cosa lo ha spinto a candidarsi per il Parlamento?«Innanzitutto la mia candidatura è figlia di un progetto politico del Partito Democratico di Umbertide che ha individuato nella mia persona la figura giusta per rappresentare la nostra città in Parlamento. Non posso quindi non ringraziare chi mi ha fortemente sostenuto sin dall’inizio e tutti i cittadini che mi hanno scelto alle primarie del 29 dicembre. Inoltre la mia candidatura nasce dalla voglia di rappresentare una città che amo profondamente e che grazie alla competenza delle amministrazioni che si sono susseguite e alla tenacia dei suoi cittadini è riuscita a diventare un modello per tutta la regione (non a caso Umbertide è il Comune dell’Umbria con la più bassa pressione fiscale), dalla voglia di rappresentare un territorio come l’Alto Tevere che merita di occupare un posto di rilievo non solo nella politica regionale ma anche a livello nazionale». La crisi economica sembra ancora lontana dalla parola fine. Quali strumenti si devono mettere in atto per superarla e cosa ci dobbiamo aspettare dal 2013?«Le nostre città, le imprese, le famiglie si sono ritrovate ad affrontare la crisi più grave degli ultimi decenni e credo che

purtroppo l’anno appena iniziato non sarà migliore, anzi si prospetta ancora più difficile. Per questo è necessario avviare una nuova fase politica che sappia dare risposte concrete ai cittadini a partire dal lavoro, attraverso un alleggerimento del peso fiscale che grava sulle imprese, il contrasto del precariato e la creazione di nuovi posti di lavoro, puntando su settori innovativi come le energie rinnovabili». Tassazione e costi della politica sono i temi caldi del dibattito politico che il nuovo Governo sarà chiamato ad affrontare. Lei come si pone a riguardo?«In quest’ultimo anno la politica italiana ed europea è stata incentrata sul rigore

che, se da una parte ha consentito al nostro Paese di evitare il default, dall’altra ha messo in ginocchio le fasce di popolazione più deboli. Ora quello che serve è un nuovo sistema del welfare basato su uguaglianza ed equità sociale dove chi ha più contribuisca ad aiutare chi ha di meno, anche attraverso l’introduzione di una patrimoniale sui redditi più alti. Si tratta di un principio di solidarietà che dovrebbe essere alla base di qualsiasi Paese voglia definirsi civile. In merito ai costi della politica urge una revisione della spesa pubblica

per convogliare le risorse laddove ce n’è più bisogno. Non è possibile che, mentre si chiedono sacrifici ai cittadini, si continuano ad erogare emolumenti e dispensare privilegi: intervenire su questo settore significa ridare credibilità alla politica e riavvicinare i cittadini alle gestione della cosa pubblica. Ridurre la spesa poi significa anche tagliare Enti inutili e ridondanti, non solo superando Enti come le Province ma rivedendo l’intero assetto istituzionale». Quali sono secondo lei le istanze più urgenti del territorio dell’Alta Umbria da portare all’attenzione del Parlamento?«Salvaguardare i servizi fondamentali presenti sul territorio a partire dalla sanità e dalle politiche sociali; tutelare il patrimonio paesaggistico che è la nostra vera ricchezza vietando per alcuni anni le nuove edificazioni e favorendo le ristrutturazioni degli edifici esistenti; allentare i nodi del patto di stabilità al fine di sbloccare i pagamenti alle imprese che hanno effettuato lavori per la Pubblica amministrazione; rilanciare l’economia e l’occupazione e tutelare chi ha perso il posto di lavoro; rivedere il sistema della mobilità e dei trasporti e ridare centralità alla Fcu, a cui spetta un ruolo strategico»”. Come se lo immagina l’eventuale Governo Bersani?«Un governo responsabile e in grado di affrontare i problemi del Paese, un governo composto da una classe politica nuova e competente, che sappia coniugare il rinnovamento con l’esperienza, magari maturata all’interno della Pubblica Amministrazione, la migliore palestra per imparare a saper ascoltare i problemi della gente».

Valentina Santucci

Il sindaco Giulietti candidato alla Camera per le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio

Via Martiri della Libertà - 06019 UMBERTIDE (PG) tel: 075 9412070

consumazione + buffet €3,00

Terre & Cultura

MONTEMIGIANO. UN'ANTICA BELLEZZAA volte non serve andare lontano per

risuscitare in noi quel senso di me-raviglia che la frenetica vita quotidiana sembra averci sottratto. A volte basta fare una passeggiata nel nostro stesso terri-torio, così bello e così apprezzato da chi viene dall’esterno, e da noi troppo spesso dimenticato, come una moglie o un ma-rito che si hanno sotto gli occhi da tutta la vita e che ormai si danno per scontati, ma l’amore non si sa dove sia finito, come sia finito. Eppure basta davvero poco per riaccendere l’amore per la nostra terra e per tutto ciò che di bello ha da offrir-ci, per tutto ciò che la Natura e l’Uomo ci hanno regalato. Montemigiano è una perla di cui non si può non innamorarsi. La si vede lì, incastonata su una collina della Valle del Niccone, che risplende nei magnifici colori di questa stagione. Basta alzare lo sguardo. E se poi si ha l’ardire di avvicinarsi ancora di più, percorrendo la stradina che porta fino al borgo, non si può non rimanere a bocca aperta di fron-te a tanta antica bellezza. Montemigiano dista circa 7 chilometri da Umbertide e si trova a 424 metri sul livello del mare. È un borgo medievale risalente al 1200 e ricopre una superficie di circa quattro ettari. Fu sottomesso al dominio Tifernate da Uguccione nel 1226, ma nel 1383 fu Perugia ad occuparlo, facendone un baluardo contro l’avanzata ghibelli-na dei Tarlati di Arezzo. La sua posizio-ne strategica, infatti, permette una vista completa di tutta la valle, anticamente importante a scopi militari e difensivi, oggi semplicemente mozzafiato. Il Borgo di Montemigiano in passato ha ospitato anche un’abbazia, e le leggende, che sempre abbondano nei nostri territori, vogliono che il borgo sia “infestato” dal fantasma buono di un monaco. Invece la

Storia narra che anche un Papa visse in questo borgo: ne sarebbe prova il cosid-detto buco del Papa, un tunnel ancora oggi visibile in Casa Piazzetta, che servi-va per sfuggire agli assedi. Infatti il bor-go fu sede di scontri fra i Vitelli di Città di Castello ed il Papa, nel Quattrocento. Alla fine, furono i Vitelli ad aggiudicarsi il predominio sul borgo, tanto che molti stemmi della nobile casata tifernate sono ancora ben visibili in molti edifici.

Sopravvissuto più recentemente alle oc-cupazioni naziste durante la Seconda Guerra Mondiale, alla fine del conflitto Montemigiano fu largamente abbando-nato dai propri abitanti, sorte comune a molti altri borghi delle nostre zone, che proprio per questo motivo sono caduti in rovina fino alle ristrutturazioni degli ul-timi vent’anni. E proprio una ristruttu-razione completa attuata nel 1984/1985 riportò Montemigiano al suo antico splen-dore, permettendo al borgo di essere nuo-vamente abitato, anche grazie ai comfort moderni di cui le sei case sono state do-tate (fra i quali vanno annoverati anche

una piscina ed un campo da tennis). Oltre alle sei abitazioni più quella del custode, il borgo è composto anche da una grazio-sa chiesetta, intitolata a Maria Santissima del Carmine, usata soltanto raramente, ma che ha fatto e continua a fare da sug-gestiva cornice per molti matrimoni ed altre ricorrenze speciali. Attorno al borgo si spandono in tutte le direzioni vigne, oli-veti, boschi e più in basso campi con vari tipi di colture, ad allietare la vista di chi osserva la Valle del Niccone dalla piaz-zetta o dai punti più alti di Montemigiano. Purtroppo resta praticamente nulla degli edifici storicamente più importanti del borgo, quali l’abbazia e la rocca: oggi di fatto Montemigiano è un bellissimo e sen-za dubbio suggestivo complesso residen-ziale, abitato prevalentemente da stranieri che forse più di noi e sicuramente prima di noi hanno saputo apprezzare le meravi-glie che queste pietre hanno da offrire. A parte nelle grandi occasioni, solitamente collegate ai rituali religiosi che si tengo-no nella chiesetta, a Montemigiano non si vede mai molta gente. E forse questo è il suo bello: quando si percorrono le stradi-ne di pietra dell’antico borgo medievale si ha la sensazione di essere fuori dallo spa-zio e dal tempo, immersi in un ambiente che non ci può essere familiare, ma che incredibilmente alla prima occhiata ci è subito vicino al cuore. Montemigiano non è un luogo per turismo di massa, non sopporterebbe ondate di improvvisati fotografi ingordi ed avidi nel voler rapi-re in uno scatto frettoloso la bellezza di questo posto. Montemigiano merita il rispetto della contemplazione silenzio-sa, nella quale soltanto si può percepire il senso autentico del Bello, che questa per-la delle nostre terre sicuramente incarna.

Martina Zoccolini

Umbertide - Via Martiri Della Libertà, 6 Umbertide, Piazza Gramsci, 17 tel. 075 9412402

Gli internati ad Umbertide, in maggioranza ebrei, erano persone

molto istruite, parlavano bene l’italiano ed altre lingue: francese, inglese, tedesco. Con il piccolo sus sidio che ricevevano – 8 lire al giorno, oltre a 50 lire al mese per l’alloggio – e con qualche attività, riuscivano a vivere con dignità: per la mag gior parte si erano ben inseriti nel tessuto del paese. Erano tutti arrivati con fogli di via obbligatori, d’ordine del Ministero dell’Interno ed a cura del Podestà della residenza di partenza. Quando i motivi del trasferimento erano particolarmente gravi, la decisione emanata dal Questore era preceduta dalla formula: “Per ovvie ragioni non si ritiene più consigliabile l’ulteriore presenza in codesta città”. Era quanto bastava perché il destinatario del provvedimento dovesse fare le valige e cambiare aria: zitto e mosca! Nel nuovo domicilio stabilito dalle autorità, l’aspettavano identiche limitazioni di libertà, irrispettose non solo dei diritti più elementari ma anche della stessa dignità. Il Comando dei Carabinieri del paese di destinazione doveva vigilare sul rispetto delle regole, che non erano quelle terribili riservate ai nostri internati militari in Germania, ma comunque ingiuste ed umilianti. “L’internato deve restare all’interno di un perimetro prefissato … per allontanarsi è richiesta la preventiva autorizzazione da parte dell’Autorità di P.S. preposta alla di lui sorveglianza”. Il podestà Guardabassi si era preso una solenne strapazzata dal Questore quando la moglie di Vitriol si era recata a Perugia senza autorizzazione per curarsi i denti. Aveva preteso un referto medico dal quale risultasse la necessità della cura dentaria e la durata della stessa; il podestà aveva assicurato che ad Umbertide non esistevano gabinetti dentistici. Per fortuna della si gnora, in paese i denti si cavavano; e basta. La Clara di Riga, per poter fare una visita ginecologica, aveva dovuto districarsi fra le carte per più di un mese. Erano stati di manica larga con Kurt Rawitz, che era stato autorizzato dal podestà a passare l’ultimo dell’anno con l’internato David Sigfrido a Città di Castello, purché

rientrasse alla base entro la sera del primo dell’anno. Oltre che restare confinati nella gabbia prestabilita, gli internati dovevano rispettare altri co mandamenti. “Non detenere armi ed altri strumenti atti ad offendere”. E fin qui andava bene. Anzi: questa regola dovrebbe valere per tutti e per sempre. “Non rincasare la sera più tardi dell’Ave Maria e non uscire al mattino prima della levata del sole”. Anche questa limitazione poteva essere accettabile: c’era il coprifuoco per tutti. “Tener buona condotta e non dar luogo a sospetti”. Chissà come si faceva a non generare sospetti a chi aveva ritenuto di metterti dentro una gabbia, contro la

tua volontà. Ne sa qualcosa Emanuele Filiberto Bani, che è stato diffidato perché nell’appartamento affittato a Kurt Rawitz “alle ore 16 del 27 gennaio si è tenuto un convegno con Ferrari Elsa di Todi, Sigfrido David internato a Todi ed i coniugi Berg Rodolfo e Hammerling Elisabetta internati ad Umbertide”. Elena Gnewkow e la fi glia Dorotea Weber, seppure invitate, avevano di ser-tato l’incontro. Altra regola: “Presentarsi all’Autorità di P.S. preposta alla di lui sorveglianza tre volte al giorno, alle ore 9 - 14 - 17 ed ogni qualvolta venga da que-sta chiamato”. Non basta. Agli internati non era consentito tenere passaporti né apparecchi radio. Non dovevano possedere oltre lire cento. Le eccedenze, versate alla Posta o in Banca, potevano es sere prelevate chiedendo di volta in volta l’autoriz zazione al Podestà. Prelievi superiori a mille lire erano autorizzati dal Ministero. Gioielli e titoli dovevano essere depositati in cas sette di sicurezza; naturalmente la chiave la teneva il Po-

destà. Non potevano occuparsi di politica e dovevano chiedere l’autorizzazione per la lettura di libri o giornali in lingua straniera. La corrispondenza con destinatari diversi dai congiunti era autorizzata dal Questore. La corrispondenza ed i pacchi di qualsiasi genere erano “revisionati, prima della consegna e della spe dizione, dall’Autorità.”. Queste regole erano state sempre applicate con grande severità. Margherita Vitriol non aveva ottenuto il per messo per scrivere in ungherese al vecchio padre malato, che abitava a Kassa e non conosceva altre lingue. A Kurt Rawitz erano state restituite lettere e francobolli da una lira, perché

bloccate dalla censura “pel di loro contenuto”, con un avvertimento: “Egli non deve occuparsi di quanto possa interessare gli altri ebrei”. La Clara di Riga era stata autorizzata dal Ministero dell’Interno a scrivere a delle persone di Roma. Poi ci avevano ripensato, escludendo una cer ta Tatiana Warscer. Successivamente la decisione era stata ri bal tata e la Clara aveva scritto a Tatiana con l’assenso del podestà. Risultato: lei non aveva potuto più scrivere e Guardabassi si era precipitato

ad assicurare i superiori che non sarebbe successo più”. Non si riesce proprio a capire il perché di queste discriminazioni, che mettono sul lastrico ed umi lia no persone con la colpa di discendere da avi comuni. Un segno di rispetto del regime verso que sta gente si è manifestato in occasione della Pasqua ebraica: “l’Ufficio di Roma della delegazione per l’assistenza agli emi granti ebrei, avendo il Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste autorizzata la concessione del grano necessario”, aveva invitato il Podestà a chiedere agli ebrei se desideravano confezionare delle azzime. La maggior parte degli interpellati aveva ritenuto prudente de clinare l’offerta, per motivi ana loghi: “sono cat to lica, co me la figlia”; “non va le per me, sono cat tolico”; “non desidero la con cessione del gra no, perché non sono di razza ebraica”. La paura fa rinnega re anche le proprie origini ed appartenenze!

Mario Tosti

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MELGRADI SECONDO ATTONero Fratta

Per sdrammatizzare le forti preoccupazio-ni di questo Paese in ebollizione, cerchiamo di scherzare un po’ aprendo l’anno nuovo con le “Persone caratteristiche ed allegre di Umbertide” descritte da Renato Codovini. Ma prima di passare ad altri personaggi, è doveroso aggiungere altri aneddoti su Michele Melgradi, legatore di libri, classe 1862, già ricordato in precedenza. Li ha ri-evocati Egino Villarini, che li ha appresi dal testimone diretto Orlando Caldari, da non confondere con l’omonimo nipote, impren-ditore della “Metalmeccanica Tiberina”. Scenetta 1 (candidamente blasfema). A notte inoltrata Michele corre da un posto all’altro, nella zona del ponte, con i cal-zoni a mezz’asta. Che quel tipo sia strano lo sanno tutti, ma stavolta c’è davvero da sgranare gli occhi. Non riuscendo a trat-tenersi, il più curioso chiede lumi. Al che, irriverente (perdoniamolo!), Michele spiega l’arcano: “Stamattina il prete ha predicato il Padreterno è in cielo, in terra e in ogni luo-go: … e io non voglio fargliela addosso.”.Scenetta 2. Festa dell’8 settembre, prima della guerra. La gente gremisce la piaz-za gozzovigliando con semi salati della Campanara, quando dalle finestre più in alto del palazzo dell’orologio piomba giù un sorcio enorme che scatena il finimondo. E Michele dietro una tenda a crepare dal ridere per l’alzata d’ingegno.Scenetta 3. Era notorio che in casa Melgradi fosse consigliabile non mangiare neanche le noci. Anche la scopa era quasi

sempre in sciopero. Solo in memorabili si-tuazioni era precettata per svolgere il suo compito; ma anche in quelle, Michele si af-faticava davvero il minimo indispensabile, radunando l’immondizia sotto il tavolino, Quelli erano davvero tempi a rifiuti zero!Scenetta 4. Nella bottega di Michele la gente trovava anche aiuto nel disbrigare ogni tipo di pratiche. Un contadino vi si recò per consigliarsi sul come evitare la chiamata alla leva del figlio, le cui brac-cia erano preziose nei campi. Il barbiere lo tranquillizzò, assicurandogli che la so-luzione c’era, ma non poteva dirgliela. Il malcapitato, tornato a casa con la speranza in cuore, si premurò di ripetere le visite a Michele, le mani piene di beni della terra e dell’aia, per ricevere la stessa sibillina assi-curazione. Quando, puntuale, arrivò la car-tolina della chiamata alla leva, il contadino si recò trafelato nella bottega di Melgradi per chiedere lumi. E Michele, mostrandosi di parola, gli confidò la soluzione: “Amico, devi sapere che i figli delle vedove sono esentati dal servizio militare: dunque, ba-sta che ti ammazzi ...”. Scenetta 5 Quando il cane di un compa-gno di rione tirò gli zampetti, Michele or-ganizzò il funerale al patollo con tanto di lapide passata alla storia.Qui giace Tisbedi Calabrilla il cane,di razza gran molosso.Fermati o passegger:piscigni adosso!

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Mente & CorpoFIMOSI - PARAFIMOSI - BREVITÀ DEL FRENULO

Per “FIMOSI” si intende una stenosi dell’orifizio prepuziale tale da

rendere impossibile la retrazione sulla mucosa del glande. Esiste una “fimosi fisiologica” che esiste comunemente nel neonato e nella prima infanzia, tuttavia una persistenza dopo il primo anno è da considerare “patologica”. La fimosi può essere classificata in primitiva o secondaria. Primitiva: è caratterizzata da una porzione di prepuzio troppo stretta, quasi mai della porzione più distale, per cui essa si evidenzia solo quando si retrae la pelle nel tentativo di scoprire il glande. Il bambino, prima o poi, andrà incontro a fenomeni flogistici del prepuzio (balaniti o balanopostiti) e può comparire anche prurito e algia locale (dolore), difficoltà alla minzione, ritenzione urinaria riflessa e talvolta infezioni delle vie urinarie. Secondaria: dovuta al ripetersi degli episodi flogistici che portano ad un restringimento della parte terminale del prepuzio (dovuta alla sclerosi post-flogistica). Essa può essere presente anche nell’adulto, specie se diabetico e può rappresentare il sintomo di esordio della patologia diabetica. Nella fimosi secondaria il prepuzio è biancastro, la pelle si presenta ispessita e l’orifizio prepuziale tanto stenotico da causare ritenzione urinaria. La sclerosi, oltre la faccia interna del prepuzio, può interessare specie nell’adulto anche il frenulo, il glande e il meato uretrale esterno che in taluni casi si restringe tanto da rappresentare a sua volta una possibile causa di ritenzione urinaria. La fimosi in genere non è dolorosa, a meno che non si tenti di retrarre “forzatamente” il prepuzio. Nell’adulto può portare a eiaculazione

precoce e può rendere dolorosi i rapporti sessuali (dispareunia). La scarsa igiene e la presenza di smegma (nel solco balano – prepuziale) rappresentano una condizione a rischio per l’insorgenza del tumore del pene, patologia da cui sono immuni coloro che per motivi religiosi o per tradizione praticano la circoncisione (asportazione del prepuzio). Sino a qualche anno fa e, in alcuni casi ancora oggi, il bambino era destinato alla chirurgia che prevedeva la circoncisione completa o la postectomia

(exeresi del solo cercine fimotico).Questa non sempre è necessaria ed esistono oggi delle metodiche alternative “all’atto chirurgico” per trattare la fimosi. Il trattamento con impacchi locali con soluzione borica,l’applicazione di pomate anestetico-antimicrobiche e nelle forme con spiccata componente settica l’utilizzo di terapia antibiotica e periodiche manovre di retrazione del prepuzio (eseguite con molta cautela) possono risolvere il problema. “PARAFIMOSI”. Un prepuzio lungo, che ha un anello

fibrotico non molto stretto da impedirgli di retrarsi dietro al glande è la condizione anatomica predisponente alla parafimosi. Si verifica se il prepuzio resta a lungo retratto dietro al glande non potendo più riprendere la posizione iniziale. Si forma un’iperemia ed edema marcato e se la parafimosi data da molto tempo l’anello fibrotico stenosante e la cute più vicina possono diventare necrotici. Per la “riduzione manuale” della parafimosi bisogna far regredire l’edema. La circoncisione resta comunque l’intervento risolutivo. “BREVITA’ DEL FRENULO”. Il frenulo del pene è un’ esile lembo di pelle che collega il glande al prepuzio. Questo tessuto, molto sensibile e ben vascolarizzato , durante il rapporto sessuale, può andare incontro a lacerazioni (specialmente se breve), con conseguente sanguinamento. In alcuni soggetti, anche dopo la pubertà, esso rimane corto e impedisce al prepuzio di scoprire completamente il glande oppure provoca una sensazione di fastidio durante l’erezione, con possibile incurvamento verso il basso del glande , in tali casi si esegue un intervento di “frenulotomia” (piccola incisione sul frenulo) eseguito in anestesia locale, che guarisce in sette – dieci giorni.

Dr. Fabrizio Tiziani

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Un servizio per ogni esigenza, quindi.«Per qualsiasi occasione vi consigliamo e curiamo in ogni dettaglio la composi-zione floreale più adatta alle vostre esi-genze. Un anniversario, un compleanno, una ricorrenza importante, sono molte le occasioni per poter regalare piante e fiori. Inoltre presso il nostro punto vendita tro-verete un’ampia scelta di vasi in ceramica di diverse forme e dimensioni, concimi, fiori finti e anche un vasto assortimen-to di accessori e articoli di oggettistica per completare i vostri pensieri floreali.Insomma, a questo punto, non rimane che contattare o visitare EDEN GREEN, Giuliano e Morena, insieme alla cor-tesia della figlia Angelica, saranno lieti di indicarvi e consigliarvi la solu-zione migliore per le vostre esigenze.

Eva Giacchè

Le Aziende Informano

Anche se non tutti sono dotati del co-siddetto “pollice verde” è davvero

difficile non rimanere incantati dalla bel-lezza dei fiori e delle piante, in grado di meravigliare, per qualche istante, anche le persone meno sensibili. Proprio per immergerci in un’atmosfera che solo il fascino del verde riesce a creare siamo andati a conoscere una delle realtà del nostro territorio che da anni si occupa-no di questo settore. EDEN GREEN, nasce infatti circa 25 anni fa grazie all’iniziativa dei suoi due proprietari, Giuliano e Morena, che hanno deciso di trasformare la loro passione in un lavoro.Giuliano e Morena potete descriver-ci la vostra attività? «EDEN GREEN si sviluppa con un punto vendita, che si trova in località Pian d’Assino lungo la statale di Gubbio (di fronte al distributore

Total) e un vivaio di produzione in zona Pieve d’Agnano, dove, con più di 3500 metri di serre riscaldate, l’attività princi-pale dell’azienda è la produzione di fiori in vaso (stelle di Natale, gerani, ciclami-ni, stagionali) e recisi ( lilium, limonium, crisantemi, gladioli) che è possibile ac-quistare sia all’ingrosso che al dettaglio. E siamo fieri di affermare che ben l’80% del prodotto in vendita è coltivato dalla nostra azienda, in modo da offrire un ser-vizio davvero di qualità».Quali sono i servizi che offrite?«Nel cor-so degli anni abbiamo raggiunto una note-vole esperienza e professionalità nel campo floreale, per questo, oggi, siamo in grado di offrire alla nostra clientela una vasta gamma di servizi, dalle composizioni floreali all’al-lestimento per cerimonie, fino alla manu-tenzione giardini e potature specializzate».

Queste sono le occasioni e le iniziative che permetteranno a te e alla tua famiglia di conoscere il nostro CAMPUS, la sua Offerta For-mativa e le innovazioni, approfondire le informazioni sui diversi indirizzi di studio, confrontarsi con gli insegnanti e gli operatori della scuola, vivere esperienze didattiche sul campo, visitare l’edificio, i laboratori scientifici ed informatici, le aule polifunzionali.

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Chiuso in redazione il 14/01/2013Si declina ogni responsabilità per inesattezze e/o imprecisioni. Per se-gnalazioni contattare la redazione a: [email protected]

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