in cripta - roma 2013 basilica dei santi bonifacio e alessio all’aventino – roma
DESCRIPTION
Simbologia Sacra nella Scultura Contemporanea. Sculture in Ceramica di: Evandro GabrieliTRANSCRIPT
Evandro Gabrieli
In Crypta gradalis
Roma - Todi
Gradalis!Il termine graal designa in francese an0co una coppa o un pia4o e probabilmente deriva dal la0no medievale gradalis, con il significato di "pia4o", o dal greco κρατήρ ("vaso"). Ho scelto il simbolo della coppa perché è stre4amente collegato al mio percorso ceramico e alla mia passione per la foggiatura degli oggeA al tornio. Per questo evento la mia ricerca su gli impas0 ceramici mi ha portato ad elaborare un’argilla personale formata da diversi 0pi di gres per conferire ad ogni coppa un sapore che rimandi ad elemen0 naturali. Cenere di ulivo e uno smalto feldspa0co bianco ad evocare la pietra, ricoprono ogni manufa4o. I “Gradalis” sono sta0 realizza0 con una superficie che ricorda la terra arsa, spaccata, desiderosa di acqua, delle mani e dell’opera dell’uomo, tuA elemen0 naturali per far si che l’ogge4o non prenda il sopravvento e ci distragga dal rito a cui esso è des0nato.
1. Antonio Grieco, Turris Eburnea
2. Evandro Gabrieli, Gradalis
3. Jasmine Pignatelli, Zeitgeist
4. Mara Van Wees, In bilico
5. Riccardo Monachesi, Titulus
Crucis
6. Rita Miranda, Natività
CERAMICHE
IN CRYPTASimbologia sacra nei lavori di
sette artisti in mostra a Roma
nella Chiesa di S. Alessio
all’Aventino
Un gruppo di artisti ceramisti
operanti a Roma, con qualche
inserto umbro, ha inteso
cimentarsi con un possibile
livello simbolico della
manipolazione ceramica. Il
simbolo è stato
contestualizzato in una
dimensione culturale che ha
avuto quale epicentro
l’orizzonte testamentario e,
ancor più specificamente, laprospettiva evangelica. Un
progetto e un’ipotesi di
lavoro che hanno avuto lagiusta accoglienza in uno
spazio denso di sacralità
come la cripta della Chiesa di
S. Alessio all’Aventino di
Roma, luogo riservato
segnato da un essenziale
colonnato e dalle immagini di
santi, nel quale il tempo si èfissato in indelebili atmosfere
mistiche. In questo spazio
ben connotato, e in un certo
senso condizionante, gli
espositori hanno messo inatto, a partire dal 15
dicembre 2013 e fino al 7gennaio 2014, un percorso
fatto di discrezione, di
raccordi, che, pur
salvaguardando il punto di
vista personale di ciascuno
rispetto al tema generale, ha
dato luogo ad una sorta di
spartito musicale le cui note
erano segnate dalle singole
opere messe in mostra e
tenute in equilibrio traespressività e strutturazione
compositiva.
Indiziario del clima èl’operazione posta in atto da
Jasmine Pignatelli impregnata
di concettualità: l’opera
basata sull’immagine della
croce tende a continui
slittamenti poiché la figura
crociata si pone come
modulo di possibile evirtualmente infinita
componibilità diramantesi
dalla verticalità dell’icona
sacra a funzionalità liturgica aquella orizzontale
dell’installazione. Alla
percezione del tessuto
ambientale risponde lametafora di Yvonne Ekman
con la luminosità cosmica
degli azzurri del cielo e il
chiarore delle stelle: l’opera
collocata su un antico sedile
ne recupera spiritualmente
l’originaria funzione rituale.
Al tema dell’elevazione, di
una aspirazione all’ineffabilità
dell’oltre, tendono la torre
eburnea di Antonio Grieco e ilriferimento alla scala come
quella mitica di Giacobbe di
Mara Van Wees con
procedimenti manipolatori
differenziati. Grieco mette incampo una procedura per cui
innesta il simbolo della Torre
con il suo compatto biancore
su una base cubica che
rimanda con il ritmo verticale
delle bande sensibilizzate da
una patina densa e terrosa
alla sua originaria vocazione
a segnare la realtà
ambientale. Van Wees
assembla moduli primari
quasi residuali di
un’architettura perduta sulla
superficie dei quali sono
impressi le tracce e i segni
del lavoro dell’uomo edell’incidenza degli strumenti
di lavoro. Il tempo storico di
un cristianesimo primitivo
tuttora immerso nel flusso
degli oggetti d’uso viene
evocato dalle coppe, dai
calici liturgici di Evandro
Gabrieli, nella composizione
dei quali sono leggibili ipassaggi della mano, lasensuosità del pennello,
l’ineludibile piacere della
decorazione per incisivi segni
astratti. Il segno che si faparola trova accoglienza nelle
tessere allusive di una
primigenia grafica di Riccardo
Monachesi. L’alfabeto greco
viene prelevato allo stato
nascente con la monocromia
della terracotta, con lafunzione di impiego per una
comunicazione immediata che
non tollera affinamenti
distrattivi di una originaria
funzione comunicativa.
Reper ti di un tempo nel quale
la parola e la cosa si
amalgamano, essi vengono
esposti in una situazione
espositiva che ha come mo -mento centrale l’acronimo
INRI posto sul pia no sollevato
dell’altare come segno di
sopravvivenza di speranza nel
generale naufragio del tempo.
Un tempo che si immerge e si
rigenera nelle forme alveolari
di Rita Miranda (presenza
todina) le cui trame costruite
attraverso l’esaltante abilità
della mano accolgono
l’inattesa, e per ta luni versi
inquietante, presenza di un
uovo macroscopizzato come
invocazione emer gente dalla
monocromia del grigio
generalizzato della strut tura.
(Luciano Marziano)
Mostre
1. 4.
6.
3.
2.
5.
LA CERAMICA M&A 283-284/2014 73
Recensioni
www.evandroceramiche.com
Evandro Gabrieli nasce e vive a Roma, dopo aver intrapreso un percorso musicale che lo ha portato alla pubblicazione di un disco dal 0tolo: “sei gradi di separazione” decide di dedicarsi unicamente alla ceramica. Si forma presso la: “ Scuola di Ar0 Ornamentali San Giacomo” di Roma; fonda l’Associazione Culturale KERAMOS dove svolge aAvità di insegnamento; collabora alla fondazione del movimento CiE – Ceramica in Espansione – e ne è tu4’oggi responsabile dell’area: Lazio.