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1 SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA Unpli SCN cod. Accr. UNSC NZ01922 Ufficio per il Servizio Civile Nazionale Via Provinciale, 88 - 83020 Contrada Av) ENTE 1) Ente proponente il progetto: UNPLI NAZIONALE 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: IN CAMMINO NEI PAESAGGI DEL PIEMONTE 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): SETTORE PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE D/03 – VALORIZZAZIONE STORIE E CULTURE LOCALI 1^ NZ01922 NAZIONALE

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SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN

SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

Unpli SCN cod. Accr. UNSC NZ01922 Ufficio per il Servizio Civile Nazionale

Via Provinciale, 88 - 83020 Contrada Av)

ENTE

1) Ente proponente il progetto: UNPLI NAZIONALE

2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione:

CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto:

IN CAMMINO NEI PAESAGGI DEL PIEMONTE 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):

SETTORE PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE

D/03 – VALORIZZAZIONE STORIE E CULTURE LOCALI

1^

NZ01922

NAZIONALE

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6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con

riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:

Il presente progetto riguarda, come detto, il settore “Patrimonio Artistico e Culturale”, in particolar modo la valorizzazione di storie e culture locali. Questa scelta è legata all’attività di tutela e valorizzazione dei beni culturali che da anni le pro loco portano avanti quotidianamente con passione e con amore incondizionato per la propria terra; il perseguimento di queste azioni esplicitano il senso di appartenenza viscerale ai luoghi di origine e una coscienza civile molto forte. Un coscienza che spesso non viene presa in considerazione come “Bene/valore”, quindi da preservare e far evolvere nel tempo contemporaneo dando allo stesso quella qualifica valoriale che permette di inserirlo nel patrimonio di un paese. Le Pro Loco afferenti al presente progetto svolgeranno azioni specifiche coordinate dalla sede capofila, Pro Loco Carezzano (AL), unica interlocutrice presso i referenti istituzionali che dispongono dei mezzi economici e che possono definire le politiche territoriali dell’area interessata e sostenere anche la proposta in atto. Il contesto progettuale viene cosi strutturato: □ Ente proponente e sedi di attuazione progetto; □ Ambito territoriale e settoriale, suddivisione progettuale per aree. □ Bisogni riscontrati e indicatori (ivi compreso domande ed offerte di servizi analoghi); □ Descrizione dei destinatari e dei beneficiari;

Al presente progetto si allega la Scheda Informativa della sede di TORTONA , scheda presa a campione e indicativa per far comprendere come e da dove sono stati ricavati tutti i dati che, trasformati in tabelle e diagrammi, rappresentano il Punto di Partenza del progetto .

- Ente proponente e sedi di attuazione progetto - L’Ente proponente è l’UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco Italia), unica Associazione di riferimento per le Pro Loco attualmente esistente a livello Nazionale. Fondata nel 1962, l’UNPLI ha ormai raggiunto una consolidata maturità ed è impegnata nella realizzazione di progetti in ambito culturale, sociale, ambientale e nella costruzione di una rete di relazioni con tutti i principali interlocutori di tipo istituzionale , imprenditoriale e con le più rilevanti realtà dell’associazionismo e del volontariato. E’ presente sull’intero territorio nazionale con le sue strutture regionali e provinciali ; vanta un totale di circa 600.000 soci suddivisi in più di 6.000 Pro Loco iscritte. L’UNPLI è iscritta nel registro nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale - legge 7 dicembre 2000, n.383, all’Albo nazionale del Servizio Civile Nazionale - Legge 6 marzo 2001, n. 64 ed è inoltre riconosciuta dalla Commissione Nazionale italiana per l’UNESCO quale Associazione che persegue con forte impegno, la promozione, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale. L’Unione Pro Loco d’Italia vede oggi ampiamente riconosciuto e valorizzato il proprio ruolo sociale da parte del Ministero della Solidarietà Sociale, del Ministero dei Beni Culturali, da quello degli Interni e dalla Presidenza del Consiglio, con i quali intrattiene continui e fruttuosi rapporti di collaborazione. Nel mondo delle imprese, l’Unione lavora in partenariato con importanti realtà italiane ed internazionali tra le quali FONDIARIA SAI, Tiscali, Italiana Assicurazioni e Alpitour.

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Iscritta all’Albo Nazionale Servizio Civile, classe prima, propone il progetto: “IN CAMMINO NEI PAESAGGI DEL PIEMONTE “ ricadente nel settore Patrimonio Artistico e Culturale area D/03 Valorizzazione Storie e culture locali . Il territorio interessato, descritto al box successivo, riguarda alcuni comuni delle province di Alessandria, Cuneo, Biella e Torino in cui operano le Associazioni Pro loco , accreditate attraverso l’UNPLI, sedi di attuazione del progetto. VA SUBITO PRECISATO CHE ALLO STATO NON SUSSISTONO INTERVENTI DI PARI OBIETTIVO E INTENSITA’ CHE MIRINO A PROMUOVERE I BE NI PRESI IN CONSIDERAZIONE NEL TERRITORIO DESCRITTO NELLE PAGINE SUCCESSIVE DEL PROGETTO

- Ambito territoriale e settoriale - Al fine di acquisire una visione completa esaustiva della realtà su cui si vuole intervenire, l’UNPLI Nazionale Servizio Civile ha predisposto una Scheda Informativa suddivisa in “sezioni” ove , dopo una breve informazione sul comune o provincia di appartenenza,ogni sede di Pro Loco fornisce dati relativi a: popolazione, sistema scolastico, sistema sanità e socio assistenziale, servizi,minoranze ed extracomunitari aggregati, cittadinanza attiva, sport, cultura e tempo libero, beni ambientali e paesaggistici, accessibilità e trasporto, economia, beni immateriali, folclore e tradizioni locali. Tale scheda, compilata dai giovani volontari di Servizio civile (laddove operanti), o comunque dai volontari delle Pro Loco, tiene conto anche di studi, ricerche e “report” dei precedenti progetti di servizio civile, per i quali si ci è avvalsi della collaborazione di Partner e di informazioni fornite da Enti preposti nel settore culturale. Nello specifico le Pro Loco coinvolte nel presente progetto hanno compilato e consegnato le Schede ai rispettivi Comitati Unpli provinciali , i quali, in uno con il Comitato Unpli regionale, hanno analizzato i dati contenuti nelle Schede pervenute, evidenziando quelle informazioni utili ai fini degli obiettivi progettuali individuati; informazioni e dati di seguito riportati. sedi di progetto PROVINCIA DI ALESSANDRIA : PRO LOCO PRATOLUNGO PRO LOCO POZZOLO FORMIGARO PRO LOCO FRANCAVILLA BISIO PRO LOCO SAN CRISTOFORO PROVINCIA DI BIELLA E NOVARA: PRO LOCO CANDELO (BI) PRO LOCO CARBONARA SCRIVIA (BI) PRO LOCO GALLIATE (NO) PRO LOCO GHEMME (NO) PROVINCIA DI CUNEO: PRO LOCO GARESSIO PRO LOCO ROBURENT PRO LOCO VICOFORTE PRO LOCOO SAN MICHELE MONDOVI’

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PROVINCIA DI TORINO: PRO LOCO CASELLE TORINESE PRO LOCO COAZZE PRO LOCO CUMIANA PRO LOCO MONCALIERI PRO LOCO RIVAROLO CANAVESE PRO LOCO RIVOLI PRO LOCO TORINO sede capofila: _PRO LOCO RIVOLI (TO)______

Un paesaggio variegato: così appare al visitatore il basso Piemonte, con le sue morbide colline che sfumano in vette di tutto rispetto (Giarolo, Ebro e Chiappo). Risalendo da Tortona lungo le principali vie di comunicazione, un susseguirsi di campi coltivati, vigneti e frutteti si presenta più come naturale continuazione della Pianura Padana che come parte della complessa catena montana del Basso Piemonte, dove le Alpi cedono il passo agli Appennini.Già allo scrittore francese Stendhal il tratto pre-appenninico era apparso “una strada splendida, con montagne quasi sempre in prospettiva…”. Il torrente Scrivia da un lato e i rilievi appenninici dall’altro formano quello che in geologia è chiamato lo “Sperone di Tortona”. Tra Liguria e Piemonte: la valle Scrivia, solcata dall'omonimo torrente, è per sua conformazione geografica un territorio che stabilisce correlazioni e reciproche influenze tra regioni diverse ma comunicanti. Sulla vetta del monte Giarolo le valli sembrano raccogliersi idealmente attorno al monumento dedicato al Cristo redentore, eretto sulla sommità: da questo punto nelle giornate di sole lo sguardo può spaziare dal Monviso al mar Ligure. La vitivinicoltura , che rappresenta una delle voci predominanti dell'economia dei Colli del Novarese e dell’Alessandrino contribuisce in modo determinante alla tipicità del paesaggio. Sfruttando le elevate potenzialità agronomiche, climatiche ed enologiche del terreno, si ottengono pregiati vini che rispettano la varietà di uve presenti nel vitigno tortonese, ossia vitigni di rilevanza colturale e culturale. Una risorsa incredibile per il tortonese che può a ragione aspirare ad una definitiva affermazione sui mercati mondiali per ciò che concerne la produzione vitivinicola della nostra regione. Per gli appassionati d’arte una tappa imprescindibile è rappresentata dallo Studio-Museo del pittore Pellizza da Volpedo, autore del celebre quadro “Il quarto stato” . Dai pendii scoscesi, ricoperti di boschi di roveri e castagni, si è catturati da uno straordinario panorama dove si congiungono quattro regioni diverse: il Piemonte, la Lombardia, l’Emilia Romagna e la Liguria. Viticoltura , frutticoltura , allevamento contrassegnano questo territorio, da cui si ricavano rinomate pesche, uve da tavola, susine, ciliegie e fragole. Celebri anche i tartufi, bianchi e neri e i vini, soprattutto il cortese ed il barbera. La zona della Val Lemme e Valle Orba, comprende due valli del Basso Piemonte particolarmente interessanti dal punto di vista naturalistico, che offrono non solo occasioni di svago e panoramiche passeggiate ai turisti, ma anche relax e prodotti tipici della zona, che si possono trovare negli appositi punti vendita. I boschi, i percorsi verdi, i paesaggi costellati di castelli, edifici ed opere religiose sono solo alcune delle attrazioni di queste due aree protette in quanto patrimonio naturale e culturale della Regione Piemonte.

Candelo è situata sulla destra del torrente Cervo, ad un'altitudine di 350m slm. Dalle Rive del Cervo, che lo divide a Nord da Vigliano e Valdengo, il paese si estende a est verso Cossato e nella zona pianeggiante a Sud-Ovest verso Benna, Gaglianico e Verrone.

Con una superficie di 15,11 kmq, il territorio di Candelo corrisponde all'1,65% di quello provinciale. L'attività del settore è dedicata alla tutela, al recupero, alla valorizzazione ed alla pianificazione dell'ambiente: ci si occupa quindi di difesa e utilizzo corretto del suolo, di aree protette, di gestione dei rifiuti, energia, acque e risorse naturali.

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Si lavora così a controlli sul territorio per verificare la sicurezza di aree e strutture, per controllare i livelli di inquinamento, per continuare a poter bere la "buona acqua" di Candelo e per lo smaltimento dei rifiuti. Candelo non è più un paese agricolo, non è mai stato un paese a forte vocazione industriale e deve quindi cogliere tutte le opportunità e continuare la strada intrapresa per diventare una città residenziale, viva e sempre più vivibile, con ampi spazi verdi. In questo particolare momento di crisi nell'industria tessile (e non solo), con l'inevitabile calo occupazionale, è necessario sviluppare la credibilità esterna ottenuta in questi ultimi anni; essa è l'unico presupposto per attrarre investimenti e favorire il rinnovamento economico e opportunità di lavoro. Candelo si trova in provincia di Biella (Piemonte), ad appena circa 5 km dal capoluogo di Provincia. Collegamenti stradali Da Milano/Torino: autostrada A4 -Uscita casello di Carisio (a 20 km da Candelo)- Statale 230 fino al bivio per Candelo Da Genova: autostrada A26 -Uscita casello di Vercelli -statale 230 -bivio per Candelo (oppure casello di Santhia- statale 143 per Biella). Candelo è raggiungibile anche con l'autobus (linea Biella-Vercelli-Milano e altre). Collegamenti ferroviari Il tempo necessario per raggiungere Candelo (che possiede una stazione ferroviaria che funge da fermata sulla linea Biella Santhia) dai capoluoghi di provincia piemontesi oscilla dai 42' di Vercelli alle 2h54' di Cuneo. Molti dei principali capoluoghi dell'Italia settentrionale sono raggiungibili in meno di 3h, e da Milano il tempo si percorrenza su binari è 1h37' di Milano. Una crescita demografica reale, con un incremento di residenti di circa il 16%, in controtendenza rispetto all'andamento provinciale, che risulta negativo dell'8%. Candelo ha raggiunto quota 8000. Inoltre Candelo ha un forte diversificazione economica cosi suddivisa: Galliate, diversamente da Candeo, è ubicata a sette chilometri da Novara, Galliate ha probabilmente origini celtiche, come indica il suffisso "ate" del toponimo. Il nome "Galeatum" comparve per la prima volta in un documento dell'840. Il primo nucleo abitativo (Galliate Vecchio) si costituì in regione Scaglia: qui nel 911, su concessione di re Berengario I, sorse il castello (di cui non rimangono tracce) che venne costruito dagli abitanti per difendersi dalle scorrerie dei barbari. Nel 1057 è testimoniata l'esistenza di un secondo abitato, con relativo fortilizio, situato ad est del borgo primigenio: Galliate Nuovo, come venne chiamato in una pergamena del 1092. Alla fine dell'XI secolo le terre di Galliate erano divise tra due villaggi e due castelli legati a due vescovi in contrasto fra di loro: Galliate Vecchio al Vescovo di Novara e Galliate Nuovo al Vescovo di Milano. Nel 1154 Federico Barbarossa, nemico di Milano e alleato di Novara, distrusse Galliate Nuovo. Nei secoli XIII e XIV Novara tentò di imporre la sua autorità sul Comune rurale: nacquero violenti contrasti risolti con precari compromessi o col ricorso alle armi. I vincoli con Milano diventarono sempre più forti, specialmente quando nel secolo XIV Galeazzo Visconti fortificò Galliate. Nel XV sec. il feudo passò dai Visconti agli Sforza: nel 1476 Galeazzo Maria Sforza fece edificare l'attuale castello sulla precedente costruzione viscontea. Con la pace di Vienna del 1738 Galliate passò sotto il dominio dei Savoia. Nel sec. XIX, con Napoleone, il paese venne assegnato al distretto di Novara. Nel 1859, durante la II guerra di indipendenza, Galliate ospitò per alcuni giorni il quartier generale di Vittorio Emanuele II in una casa del centro storico e a Villa Fortuna. Nel maggio dello stesso anno il paese subì l'occupazione austriaca e dure rappresaglie. Intorno al 1860 Galliate poteva contare sulla presenza di avviati stabilimenti tessili, attivi nella lavorazione del cotone, del lino e della canapa, che furono elemento trainante dello sviluppo del paese nel Novecento. Nel 1864 fu realizzato il Canale Cavour e nel 1874 il Quintino Sella, corsi d'acqua artificiali che con il Canale Langosco, favorirono la coltura agricola dei territori. L'apertura della linea ferroviaria Nord nel 1887, consentì il collegamento diretto di Galliate con il capoluogo lombardo. La presenza della ferrovia e il contatto diretto con i mercati lombardi favorì Galliate e fu uno degli elementi del decollo economico del

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paese nella seconda metà del Novecento. Il territorio di Galliate è suddiviso in quattro rioni: "Rione di Bornate" (Burnà), colore: Blu/Rosso "Rione Missanghera" (Zanghèra), colore: Bianco/Rosso "Rione Porta Nuova" (Portanòva), colore: Bianco/Arancione "Rione Porta San Pietro" (Portasinpè), colore: Bianco/Verde Esisteva un quinto Rione, Borgo, che è stato col tempo assorbito dal Rione di Porta Nuova. Il nome di "Borgo" tuttavia, designa tuttora l'intera parte sud della città La sua popolazione è al quanto omogenea, risulta essere molto equilibrato il rapporto tra i due differenti generi. Inoltre l’aumento della stessa è stato negli anni sempre crescente. Nel 1984 AGIP ha scoperto a Galliate, all'interno del Parco Naturale della Valle del Ticino, un pozzo petrolifero denominato Villa Fortuna 1 a 6212 m di profondità con un'estensione di 50 km², coinvolgendo i comuni Galliate, Trecate, Romentino, Turbigo, Cuggiono e Bernate[3], il più grande giacimento di petrolio scoperto in Italia fino al 1995[4][5]. Successivamente, nel 1987 è stato trovato un altro giacimento ad un livello di -6500 m, battezzato Villa Fortuna 3. La produzione di questi pozzi corrispondeva allo 0,6 per cento del consumo nazionale di petrolio pari ad un volume di greggio in grado di rifornire l'Italia per due giorni e otto ore di fila[6]. Il gettito dalle attività estrattive a beneficio del Comune di Galliate per l'anno 2005 era stimato essere pari a 75000 euro[7]. Vicoforte è un antico e bellissimo paese collinare di circa 3200 abitanti in Provincia di Cuneo, situato 598 metri s.l.m. a 7 Km da Mondovì. Ampi orizzonti collinari raccordano l'arco possente delle Alpi alla spazialità della pianura monregalese. Sui colli, teatro di storiche battaglie napoleoniche, a ridosso di Mondovì Piazza ed a essa protesa in secolare accordo, Vico sfila le sue borgate: Costa, Poggio, Gariboggio, Borgo, Fiammenga. Le nuove costruzioni fraternizzano con le antiche e l'abbraccio si chiude nella valle dove la grande architettura del Santuario riempie la conca della propria imponenza e sigla, nella volumetria e nell'ampia cupola, l'intelligenza degli artefici e la secolare devozione che la volle. Nel tempio, al centro dell'unica navata maestosa nel baldacchino marmoreo del Gallo, la Madonna di Vico conserva, sotto tanta ricchezza d'arte, la pietà umile e severa che la fissò nell'antico pilone. Secondo la leggenda, un fornaciaio, la cui fornace dava prodotti scadenti, eresse l'edicola per voto e, in virtù della prece a Maria, la qualità dei mattoni migliorò. Gli anni seppellirono il pilone nella quiete dimenticata del bosco, fino a quando, nel 1592, un cacciatore, colpendo per errore l'affresco, lo restituì alla devozione popolare. E venne la peste. La gente di Vico chiese alla Vergine del Pilone la grazia di aver salvo il villaggio e, in segno di gratitudine, costruì una cappella. Così nacque il Santuario. Folle di pellegrini vi accorrevano e fra questi, il Duca stesso: Carlo Emanuele I che volle erigere una basilica meravigliosa. La costruzione della basilica, iniziata nel 1596 quando venne posata la prima pietra benedetta, ebbe vicende travagliate. Sull'impianto rinascimentale intervenne, nel secolo successivo, Francesco Gallo, che, fra il 1729 e il 1733, completò l'opera, innestandovi la struttura barocca del tiburio e la grande cupola ellittica. Il corpo unico della palizzata vittozziana racchiude, in una scenografia solenne, il piazzale, dove recita da sempre, assoluto protagonista, il tempio. Al centro, la fontana, che le immagini rimandano ammantata di ghiaccio, e la statua di Carlo Emanuele I, il duca sabaudo che s’impegnò per l'edificazione della chiesa e che vi è sepolto con la figlia nelle cappelle laterali. Il Capoluogo di Vicoforte, in alto, sorveglia, con orgoglio e amore, il suo Santuario, il monastero e le case frazionali che lo circondano. La strada é un invito a salire. Infiniti scorci suggeriscono quotidianità remote; di tanto in tanto, prorompe il verde scuro degli abeti e l'impianto medievale disegna il Borgo, arroccato nella fiera unità che lo cinge fra le mura dell’oramai distrutto castello. Archi passanti, pesanti murature con l'ampio basamento denunciano età antiche.

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Vico, questo era il nome originario del paese, è sicuramente un luogo molto antico, già abitato al tempo dei romani, come testimoniano alcune iscrizioni lapidarie utilizzate, poi, come materiale da costruzione ed una necropoli rinvenuta al Santuario sulla via che, risalendo il corso del torrente Corsaglia, attraversato Pamparato e Garessio, sfociava al mare. Il primo documento ufficiale che ne attesta l’esistenza è, tuttavia, del 1041. In esso l’imperatore Enrico III concede al vescovo d’Asti, rinnovando antichi privilegi, il contado di Bredulo, feudo di origine carolingia. Vico è ben descritto, con la Pieve di San Pietro, il castello, la corte e le cappelle, con la valle Corsaglia, con tutti i mulini e le acque pescose, sino alla sommità dei monti. Il vescovo d’Asti, signore di Vico, vi governa con potere assoluto attraverso le pievi. La plebe o pieve, un’istituzione religiosa alle cui funzioni di culto è interessato tutto il popolo del distretto battesimale, ha pure funzioni giuridiche, civili, economiche e fiscali. E’ probabile che, proprio intorno a queste primitive pievi, si siano create delle fortificazioni di difesa e delle comunità che si sono sovrapposte a quelle rustiche preesistenti. Così deve essere successo per l’insediamento medioevale di Vico, situato in un luogo naturalmente elevato e ben difendibile, con un castello fortificato, circondato da un piccolo borgo racchiuso nella cerchia di mura. Garessio è un comune di 3.478 abitanti della provincia di Cuneo. Il territorio comunale è diviso dallo spartiacque padano-ligure diviso dal Colle San Bernardo (957 m). Già gli uomini della pietra vivevano nelle numerose grotte (importanti per i reperti quelle del Gray e di Valdinferno) dei nostri monti ricchi allora di selvaggina, compresi gli orsi, tra le acque gelide e pescose del Tanaro (da una radice tirrenica in "ar" = acqua del verbo greco "ruo" = scorrere). La zona fu popolata da guerrieri indomabili e da selvaggi pastori ("ager compascuus" di Prato Rotondo), i Liguri Montani ed i Vagienni che diedero filo da torcere ai Romani della tribù Publilia collegata al Municipium di Albenga. Di questa fase romana ci restano molte testimonianze: le lapidi di Trappa, di Mindino, una tomba con vasi fittili, la testata del ponte romano di Piangranone, ecc. Dal secolo IX arrivarono le orde saracene che da Frassineto (attuale Saint Tropez, Provenza) si spinsero a funestare tutta la Val Tanaro ed il Piemonte meridionale, lasciando tracce in alcune torri cilindriche di avvistamento (Barchi). Verso la fine del secolo X la nostra popolazione si ribella ai Saraceni (Eca Nasagò = luogo di battaglia cruenta) e viene quindi costituita la Marca Aleramica, secondo la nuova divisione dell'Italia fatta da Berengario II verso il 950. La religione cristiana, già diffusa in Garessio prima dei Saraceni, come testimoniano i resti dell'antichissima Pieve di San Costanzo, edificata su un sacello romano, ebbe una nuova fioritura dopo il Mille grazie alla nascita di chiese e monasteri (la famosa Certosa di Casotto col Beato Guglielmo di Borgoratto), mentre nella vita politica il nome di Garessio (Garexium, da "garricus" = terreno incolto con il suffisso "esce" = luogo di passaggio) è forse attestato per la prima volta in un atto pubblico del 1064. Dopo alterne vicende, Garessio passa sotto il marchesato di Ceva ed è proprio il Marchese Giorgio II il Nano che concede nel 1276 agli "uomini di Garessio", in cambio di favori militari resi, gli Statuti raccolti poi nel famoso "Libro della catena", attualmente conservato presso la Biblioteca Comunale. Del periodo medievale restano i ruderi del vecchio castello, distrutto dai Savoia verso il 1635, che domina dall'alto il Borgo Maggiore, ancora circondato da mura, porte, torri di difesa e di vedetta con ponti ed archi che resistono e che si possono ammirare ancora nel ricordo di antiche leggende. Purtroppo Garessio dovette subire, nel corso dei secoli, numerose tristi vicende, pestilenze, saccheggi, distruzioni ad opera dei Genovesi, Francesi, Spagnoli sino al passaggio delle truppe napoleoniche verso il 1794, portanti sì la libertà, ma anche morte e rovina. Nel 1814 Garessio ritornò sotto i Savoia e ne divise le sorti, prima con il regno Sardo-Piemontese e poi, attraverso le guerre del Risorgimento, con il Regno Unito d'Italia. Col Regio Decreto dell'11 giugno 1870, Vittorio Emanuele II concesse il titolo di "Città" a Garessio ed il diritto di fregiarsi dell'antico stemma (due strisce nere e due d'oro orizzontali parallele tra loro, sormontate dalla corona marchionale). Numerosi furono i Garessini che versarono il loro sangue per la Patria, sia nel Risorgimento e sia nella I Guerra Mondiale e più ancora durante la II Guerra Mondiale che vide nascere a Garessio, lo stesso 8 settembre 1943, le prime attive forze della Resistenza e gli eroismi successivi della Valle Casotto.

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Oltre ai numerosi Partigiani decorati con medaglie d'oro e d'argento, la Città di Garessio venne insignita della medaglia di bronzo al valor militare per la Lotta di Liberazione. Le Pro Loco, associazioni che per spirito costitutivo sono a favore del territorio ed esprimono la propria vocazione nella sensibilità verso la salvaguardia di tutte le forme in cui il territorio stesso e la sua cultura si manifestano, in questi ultimi anni hanno fatto passi da giganti e visto ampiamente riconosciuto e valorizzato il proprio ruolo socio-culturale da parte del Ministero della Solidarietà Sociale e del Ministero dei beni Culturali. Grazie all’inserimento dei giovani volontari del servizio civile, ed al loro impegno, sotto la guida attenta dell’O.L.P., alcuni obiettivi sono stati raggiunti ed altri , sulla scorta delle esperienze maturate e delle iniziative portate avanti, potranno essere centrati in tempi brevi Roburent, Situato a circa 800 metri di altitudine, il territorio comunale di Roburent si estende a cavallo delle valli dei torrenti Corsaglia e Casotto e fa parte della comunità montana Valli Monregalesi. Il capoluogo è costituito da otto borgate storiche quali Piazza (situata più alto), la Montà, lo Scarrone, Roà dei Garie, Roà dei Savi, Roà dei Mozzi, Sant'Antonio e Codevilla (situata più in basso). Fanno altresì parte del territorio le frazioni di Pra di Roburent e San Giacomo di Roburent, e la località dei Cardini, quest'ultime apprezzate e conosciute località sciistiche. Nel territorio di Roburent è compreso il monte Alpet (1611 metri) e, poco sotto, la cima Colmè (1297 metri) raggiungibile dalla nuova seggiovia. Dall'anno 2007 vi è in esposizione permanente una caratteristica rappresentazione della Natività realizzata con le miniature delle case di Roburent, opera di Galleano Giacomino.Il Rifugio la Maddalena sulle alture di Roburent Attualmente il paese è poco popolato e basa la propria economia eminentemente sul turismo, fiorente soprattutto a Sangiacomo di Roburent (frazione a 4 km dal capoluogo) dove sono anche presenti stazioni sciistiche sia di discesa che di fondo. La morfologia territoriale ha carattere prevalentemente collinare-montuoso delineata a Sud dalle Alpi Marittime confinando con la Liguria. La distanza media dal capoluogo equivale a 53,95 Km. Si può pertanto dire che i comuni presi in esame soffrono della lontananza dal centro politico del territorio, come del resto accade per le opportunità di collegamento con lo stesso rappresentato da una rete viaria non del tipo veloce. I comuni oggetto del nostro studio sono per la maggior parte piccoli, al di sotto dei 4000 abitanti, e raggiungono un totale di 6423, dei quali il 13,84 % è composto da giovani minorenni, nostri interlocutori primari ai fini della divulgazione del messaggio culturale di cui il Servizio Civile Volontario è portatore. Il 63,75 % rappresenta la popolazione tra i 18 e i 65 anni e il 22,40 % quella oltre i 65 anni. Il territorio si estende fra pianura padana e colline, alle pendici delle Alpi, su di un'area circoscritta e attraversata dai fiumi Po, Stura di Lanzo, Sangone e Doria Riparia. Attraverso un'eccezionale varietà di stili, forme e linguaggi che, di volta in volta, raccontano la città dei monumenti, delle regge, delle chiese, della spiritualità , degli eventi, della musica, delle gallerie, del cinema, della letteratura. Sono piemontesi i versanti padani delle Alpi Marittime, delle Cozie, di parte delle Graie, delle Pennine e delle Lepontine e inoltre un vasto settore dell'Appennino Ligure, il cui prolungamento naturale è costituito dai sistemi collinari delle Langhe e del Monferrato . Le Alpi piemontesi, che si innalzano con massicci poderosi a quote superiori ai 4.000 m (Monte Rosa, 4.633 m; Gran Paradiso , 4.061 m), sono costituite in prevalenza da rocce cristalline e hanno forme aspre e dirupate. Più molli e morbide sono le forme dei sistemi collinari appenninici, costituiti da formazioni rocciose più tenere ed erodibili. Il passaggio tra la regione montana e quella di pianura è formato dalla fascia discontinua degli apparati morenici, come quelli di Rivoli e di Ivrea, e dei grandi conoidi di deiezione, i cui depositi di materiali grossolani, incoerenti e permeabili, sono spesso profondamente incisi dall'azione erosiva dei corsi d'acqua assumendo a volte forme terrazzate. L'alta e la bassa pianura sono separate dalla linea delle risorgive La distanza media dal capoluogo equivale a 12 Km. Essendo la regione chiusa agli influssi marittimi, generalmente domina un clima di tipo continentale, con forti escursioni termiche, sia giornaliere sia annue. La città di Torino rientra in questo tipo di clima: gli

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inverni sono freddi e secchi, le estati sono fresche sui rilievi e piuttosto calde nelle pianure. Durante i mesi invernali e autunnali in pianura si formano banchi di nebbia anche molto densi.

Ampiezza del territorio e densità demografica Situazione socio-economica territoriale del Progetto L’Italia è fra i paesi più densamente popolati: circa 201 abitanti per kmq rispetto ad una media Ue27 di circa 114 abitanti per kmq nel 2010. La Regione con maggiore densità è la Campania (429 ab/kmq) ; quella con minore densità è, invece, la Val d’Aosta (39 ab/kmq). Il Piemonte è è la seconda regione italiana per superficie, dopo la Sicilia, e la sesta per numero di abitanti. È inoltre la quarta regione italiana per esportazioni, con un peso del 10% sul totale nazionale[6], e quinta per valore del PIL con circa 127 miliardi di euro totali, dietro a Lombardia, Lazio, Veneto ed Emilia-Romagna. Il PIL pro capite è superiore alla media nazionale.[3][7] La regione fa parte dell'Euroregione Alpi-Mediterraneo. Il territorio della regione è suddivisibile in tre fasce concentriche, di cui la prevalente e più esterna è quella alpina ed appenninica (ben il 43,3% del territorio regionale). Al suo interno vi è la zona collinare (30,3% del territorio), la quale racchiude la zona pianeggiante (26,4% del territorio). Nella regione scorrono moltissimi fiumi e torrenti, tutti affluenti del fiume Po che nasce al Pian del Re ai piedi del Monviso.Il Piemonte è così strutturato geograficamente: Altitudine 421[1] m s.l.m. Superficie 25 402 km² Abitanti 4 463 135[2] (30 settembre 2011) Densità 175,7 ab./km² Province 8 Comuni 1.206 Regioni confinanti Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Provenza-Alpi-Costa Azzurra (FR-PACA), Rodano-Alpi (FR), Ticino (CH-TI), Valle d'Aosta, Vallese (CH-VS) Per quanto riguarda le province coinvolte nel presente progetto, nella tabella che segue vengono comparati i dati relativi all’ampiezza del territorio con quelli sulla densità demografica. Per quanto riguarda le province coinvolte nel presente progetto, nella tabella che segue vengono comparati i dati relativi all’ampiezza del territorio con quelli sulla densità demografica. Tra i Comuni inseriti nel progetto quello con maggiore densità abitativa risulta essere Rivoli con una densità pari a 1683,03 abitanti per km². Mentre quello con minore densità risulta essere Roburent, con una densità pari a 18,66 abitanti per km².

Altitudine e morfologia del territorio Il territorio della regione è suddivisibile in tre fasce concentriche, di cui la prevalente e più esterna è quella alpina ed appenninica (ben il 43,3% del territorio regionale). Al suo interno vi è la zona collinare (30,3% del territorio), la quale racchiude la zona pianeggiante (26,4% del territorio). Nella regione scorrono moltissimi fiumi e torrenti, tutti affluenti del fiume Po che nasce al Pian del Re ai piedi del Monviso. Le principali catene montuose sono le Alpi, che circondano la regione ad ovest e nord, e gli Appennini che, situati al confine con Liguria ed Emilia-Romagna costituiscono così un confine naturale.

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Colline del Monferrato - Costigliole d'Asti Piemonte significa ai piedi dei monti (pedemontium), così definito perché circondato su tre lati dalle montagne delle Alpi Occidentali e dell'Appennino Ligure. La montagna piemontese ha un aspetto imponente ed aspro: infatti le sommità al di sopra dei tremila metri scendono rapidamente verso la pianura. La sua caratteristica, nella zona occidentale della regione, è infatti di essere priva delle Prealpi, a differenza di tutte le altre regioni alpine. Da ciò deriva il toponimo Piemonte che significa appunto "al piede dei monti". Al di sotto delle rocce e dei pascoli ci sono ampie estensioni di boschi: le conifere sono meno diffuse che in altre sezioni delle Alpi e lasciano presto il posto a faggeti e castagneti. In questa fascia sono presenti le più alte cime della regione, che superano i 4000 m: la Punta Nordend, la seconda cima più alta del massiccio del Monte Rosa, ed il Gran Paradiso; vi sono poi numerose cime che superano i 3000 m, tra cui il Monviso, il Rocciamelone e l'Uia di Ciamarella. Macugnaga Nelle valli ci sono impronte dell'attività umana che costituiscono importanti vie di comunicazione internazionali stradali e ferroviarie. Nelle valli minori si trovano dighe, impianti idroelettrici e centri turistici. Le principali zone collinari sono il Canavese (a nord-ovest), le Langhe e il Roero (a sud), il Monferrato (al centro) ed i colli Tortonesi (a sud-est). Le colline meridionali delle Langhe e del Monferrato sono formate da antichi sedimenti marini e sono poco resistenti all'acqua, che vi scava un labirinto di solchi e di valli. I versanti bene esposti sono coltivati a vite, cereali e foraggi ma anche a frutteti e noccioleti mentre l'allevamento, che un tempo era molto diffuso, non progredisce. Tra queste colline e le Alpi, un altopiano ricco di acqua arriva fino a Cuneo, ad oltre cinquecento metri di altezza: qui i campi sono coltivati soprattutto a foraggi e cereali. Proprio nella regione ha inizio la Pianura Padana, che, soprattutto nella province di Vercelli e Novara, è ampiamente coltivata a risaie, grazie anche alla grande quantità d'acqua disponibile, sia per le risorgive che, soprattutto, grazie ai canali artificiali, il più importante dei quali è sicuramente il Canale Cavour. Nell'area attorno alle grandi città, in particolare a Torino e Novara, il paesaggio tipico è quello dello sviluppo industriale, mentre nel resto della pianura il riso si avvicenda ad altri cereali e foraggi e le piantagioni di pioppi si intercalano ai campi. Il territorio piemontese è ricco di corsi d'acqua, tutti tributari del fiume Po, che attraversa interamente la regione da ovest a est. Da citare oltre allo stesso Po, sono: Il Po a Torino Tanaro, il principale affluente di destra, lungo 276 km con i suoi sub-affluenti principali, la Bormida e la Stura di Demonte Maira, affluente di destra, lungo circa 120 km, percorre con il suo sub-affluente Grana-Mellea le valli omonime, la pianura Cuneese e il Saviglianese; Pellice, primo affluente di sinistra, lungo 60 km, col suo principale sub-affluente Chisone percorre le Valli del Pinerolese; Sangone, affluente di sinistra del Po, lungo 47 km e che percorre l'omonima valle; Dora Riparia, affluente di sinistra, lunga 125 km, percorre interamente, coi suoi affluenti, la Valle di Susa; Stura di Lanzo, affluente di sinistra, lunga 65 km, coi suoi 3 rami percorre le Valli di Lanzo; Orco, lungo circa 100 km, percorre la valle omonima e parte del basso Canavese; Dora Baltea, lunga 160 km, dopo aver attraversato interamente la Valle d'Aosta, attraversa tutto il Canavese; Sesia, lungo 140 km, attraversa il vercellese ed è uno dei più importanti fiumi del Piemonte orientale; Agogna, lungo 140 km nasce dal monte Mottarone e sfocia nel Po in Lombardia. Presso Novara il fiume si inffossa di alcuni metri creando la Piana dell'Agogna, ampiamente coltivata a riso. Ha una portata media di 65 m3/s (in primavera)' Ticino, lungo 248 km, il secondo fiume italiano per portata d'acqua, immissario ed emissario del Lago Maggiore, scorre però solo per pochi km interamente in Piemonte in quanto funge da confine con la Lombardia; Toce, lungo 83 km, il più importante immissario del Lago Maggiore dopo il Ticino, scorre interamente nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola.

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Laghi Cannero Riviera sul Lago Maggiore Orta San Giulio - Lago d'Orta Numerosi sono i laghi alpini di origine glaciale e morenica presenti nella regione. Il lago Maggiore, che segna il confine a est con la Lombardia, insieme al proprio emissario, il fiume Ticino, è uno dei laghi più grandi d'Italia, mentre altri, naturali od artificiali, non superano i 2 km². Tra tutti i laghi presenti si ricordano in particolare: Lago Maggiore, il più vasto lago della regione, posto al confine con la Lombardia e la Svizzera, tra le province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola, ha una superficie di 212 km² ed una profondità massima di 372 m; Lago d'Orta, il secondo lago della regione per estensione, tra le province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola, ha una superficie di 18,2 km² ed una profondità massima di 143 m. La sua peculiarità è di avere al centro l'Isola di San Giulio; Lago di Viverone, il terzo lago per estensione, tra le province di Torino e di Biella, ha una superficie di 6 km² ed una profondità massima di 70 m; Tra i laghi naturali di dimensioni decisamente più ridotte si citano il Lago di Mergozzo (1,85 km²), il Lago Sirio (0,3 km²), il Lago di Candia (1,52 km²) ed i Laghi di Avigliana (0,9 e 0,61 km²).

Il Clima

Il Piemonte ha un clima tipicamente temperato a carattere sub-continentale che sulle Alpi diventa progressivamente temperato-freddo e freddo salendo in quota. Nelle zone situate a bassa quota gli inverni sono freddi ed umidi (spesso si formano nebbie fitte) ma poco piovosi. Le estati invece sono calde ed afose con possibilità di forti temporali, specialmente nelle zone a nord del Po. Le piogge cadono prevalentemente in primavera ed autunno sulla maggior parte del territorio, in estate nelle zone alpine più elevate ed interne: le quantità annue sono notevoli sui versanti montani e pedemontani del nord della regione, mentre sono più scarse sulle pianure a sud del Po, specialmente in provincia di Alessandria. Sulla piovosità ha molta influenza la direzione di provenienza delle masse d'aria. Se esse sono umide e provengono da sud, sud-est o est, la catena alpina sbarra loro la strada (si tratta del fenomeno detto stau): in tal caso le precipitazioni possono anche essere molto abbondanti, specialmente sui primi versanti montani, talvolta provocando alluvioni. Nel caso invece le correnti d'aria provengano da nord, nord-ovest oppure ovest, l'umidità si scarica sul versante esterno delle Alpi: in tal modo l'aria che raggiunge la regione è asciutta, e possono succedersi diversi giorni senza pioggia (se non settimane). Inoltre, sulle zone montane e pedemontane, specialmente in provincia di Torino, diventano frequenti i fenomeni di foehn (vedi Ondata di caldo del 19 gennaio 2007). La neve d'inverno è una meteora relativamente frequente, stante l'effetto catino delle Alpi e dell'Appennino, maggiore a sud-ovest, che rende difficile il ricambio d'aria e d'inverno favorisce l'accumulo di un cuscinetto di aria fredda al suolo.[8] Sulle rive del Lago Maggiore è presente un microclima particolare, con inverni freddi, ma più miti che nel resto della regione, ed estati più fresche e temporalesche La Popolazione Di seguito riportiamo una scheda relativa al numero di abitanti paese per paese. Come si può notare,i paesi più popolati, al di sopra dei 10.000 (oltre Torino) abitanti sono Galliate, Moncalieri e Rivarolo; quelli meno

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popolati sono San Cristoforo, Roburent e Francavilla Bisio.La maggior presenza giovanile percentuale la troviamo in Carbonara Scrivia (18,36%) e Cumiana (16,66%). Pochissimi giovani a Roburent (8,95) .

La popolazione

Servizi al cittadino Il territorio interessato ha una buona copertura per ciò che riguarda i servizi di tipo socio-assistenziale; sono “attrezzati” per assistere le fasce deboli (anziani, disabili,….. ) attraverso appositi centri o l’istituzione comunale di Servizi Sociali. Insufficiente risulta la copertura di sportelli Informatici rivolti ai giovani, uno spazio che aiuta a scegliere, che orienta ai servizi, alle opportunità lavorative, formative, sociali, un luogo di incontro tra utenti ed operatori specializzati. Quasi tutte le scuole materne ed elementari , sia pubbliche che private, sono fornite di mense scolastiche ed attrezzate per il trasporto scolastico. Tranne alcuni comuni, gli altri sono provvisti di una biblioteca e, grazie alle Pro Loco, si registra una copertura totale, organica e ben organizzata degli sportelli di informazione e promozione socio-culturale sul territorio.

Economia Attraverso le Schede informative delle singole Pro Loco di ogni provincia sono emersi dati molto significativi , rispondenti di fatto alla realtà territoriale, dai quali si evince il forte impulso del settore agricolo rispetto agli altri settori I prodotti agricoli coltivati sono cereali, patate, ortaggi, barbabietole da zucchero, frutta, pioppi e foraggio; nelle zone collinari è molto accentuata la viticoltura. L'allevamento è concentrato su bovini e suini. Molto sviluppate sono anche le industrie, soprattutto quella automobilistica con il gruppo FIAT e le aziende collegate. Di rilievo sono anche i settori chimico, alimentare (la regione è la prima d'Italia per produzione di cioccolato), tessile e dell'abbigliamento. Tra le regioni italiane, il Piemonte è quella che più investe nell'industria elettronica, storicamente legata alla Olivetti di Ivrea. Nel settore terziario, assumono importanza le attività bancarie ed assicurative, il commercio, l'editoria e il turismo alpino e lacustre. FIAT - Vista aerea del Lingotto nel 1928 In Piemonte, più della metà della popolazione vive nella provincia di Torino, città che sorge alla confluenza nel Po della Dora Riparia. È stata proprio la disponibilità di acqua a favorire la nascita in passato delle prime industrie: infatti i mulini, le ferriere e le piccole officine artigiane funzionavano grazie all'acqua. Lo sviluppo di Torino è stato molto rapido dal 1945 in poi grazie alla presenza della FIAT che, nata sul finire dell'Ottocento, ha compiuto i maggiori progressi durante gli anni cinquanta quando entrarono in commercio le prime utilitarie. Torino non è famosa solo per il settore automobilistico e le altre attività collegate all'automobile (stabilimenti di pneumatici, industrie chimiche di vernici e di materie plastiche)

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ma anche per l'industria alimentare (sono molto conosciuti i Gianduiotti). La concentrazione di tante attività industriali ha determinato il verificarsi di una notevole congestione urbana, considerato anche il fatto che le colline arrivano fino ai margini della città e le aziende sono quindi concentrate in uno spazio ristretto. La Fiat 500 nella versione del 1957 e del 2007 A partire dal 1974 (anno in cui Torino toccò l'apice della sua ascesa demografica con 1.199.197 abitanti), tuttavia, l'area torinese è andata via via decongestionandosi anche a causa del decentramento industriale che ha redistribuito le industrie cittadine in tutto il Piemonte e nel Sud Italia, riportando quindi molti lavoratori emigranti alle proprie terre d'origine. Lo spopolamento del comune di Torino, ha comunque parzialmente favorito i comuni dell'area urbana, la cui popolazione raggiunge oggi 2 milioni di abitanti circa. Da allora Torino ha perso circa 300.000 abitanti (all'ultimo censimento ne contava infatti 902.000, con un'inversione di tendenza negli ultimi 5 anni, quando la popolazione del comune è cresciuta di oltre 50.000 unità). L'intero Piemonte è andato incontro ad una grave crisi economica, almeno in parte contenuta grazie al rilancio ottenuto dai XX Giochi olimpici invernali, che hanno dato a Torino uno slancio internazionale ed hanno aumentato i flussi turistici in città. L’immagine di Torino in Italia e nel mondo, in precedenza legata allo sviluppo industriale e in particolare al settore automotive, è ora maggiormente connotata dal settore terziario, dalla cultura, dal turismo[17]. Negli ultimi anni sono stati in crescita il livello di internazionalizzazione dell’economia e della società piemontese. Il Piemonte ha indici superiori alla media italiana per quanto riguarda il commercio internazionale, l'attrattività degli IDE, il numero di impiegati stranieri, la popolazione straniera e la formazione su tematiche internazionali; solo il turismo internazionale si colloca poco sotto la media italiana, mentre appare in forte crescita il numero di studenti stranieri negli atenei piemontesi. Dal 2007 la Regione Piemonte, in accordo con Unioncamere Piemonte e con le rappresentanze delle categorie economiche, ha unificato gli organismi che si occupano di internazionalizzazione dell’economia piemontese nel Centro Estero per l’Internazionalizzazione. L'economia a nord del Po è più prospera di quella del Piemonte meridionale: Biella è il più importante centro italiano dell'industria laniera; Ivrea con l'Olivetti è stata una città importantissima per il settore tecnologico con la produzione di macchine da scrivere prima e personal computer poi; Vercelli è un grande mercato europeo del riso insieme a Novara, città che con le sue industrie alimentari, tessili, meccaniche e grafiche risente molto della vicinanza di Milano, da cui dista meno di 50 chilometri. Altre città importanti sono Chivasso, situata fra le colline di Torino e quelle del Monferrato, che viene considerata la "pompa" delle risaie di Vercelli, di Novara e della Lomellina poiché un grandioso impianto devia continuamente acqua dal Po nel canale Cavour; Stresa, celebre centro turistico sulle rive piemontesi del Lago Maggiore; Pinerolo, città della cavalleria e sede della prima Società di Mutuo Soccorso d'Italia. Nel Piemonte meridionale troviamo Cuneo, sul fiume Stura che si trova al centro di valli alpine che conducono a valichi non molto frequentati se paragonati agli altri centri alpini; Asti, sul fiume Tanaro, è favorita dalla sua posizione poiché si trova sulla strada che collega Genova a Torino. La città è conosciuta in tutto il mondo per la produzione di rinomati vini (basti pensare all'eterno vino DOCG 'Asti spumante' conosciuto in tutto il mondo, essendo il vino italiano più esportato o al 'Moscato d'Asti') e per essere al centro della regione geografica del Monferrato, per l'appunto uno dei più importanti distretti vitivinicoli ed enogastronomici del mondo. Mentre la parte occidentale della provincia di Cuneo ha un'economia che gravita molto attorno alla vicina Francia, la parte sud-orientale della stessa provincia ha strette relazioni economiche con l'area ligure, dove esporta soprattutto prodotti zootecnici, e con quella savonese in particolare, avendo la stessa la forte attrattiva del porto turistico e mercantile, assai più vicino e meno congestionato rispetto a quello di Genova.

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A 27 km da Asti, sorge per gran parte sulla riva destra del fiume Tanaro, la città di Alba, sita al centro delle Langhe, rinomata per i suoi tartufi ma anche per l'industria alberghiera e per essere un importante centro enogastronomico piemontese. Alba si distingue inoltre per essere la sede dell'importante industria dolciaria Ferrero, conosciuta in tutto mondo per i suoi prodotti dolciari e soprattutto per aver inventato la Nutella, tuttora uno dei prodotti più richiesti ed esportati, e che ha subito svariati tentativi di imitazione. Mentre Asti sente molto l'attrazione di Torino, considerata la modesta distanza che la separa dal capoluogo regionale, Alessandria invece gravita maggiormente verso l'area genovese e milanese; anche qui prevale il commercio agricolo ma vi sono inoltre delle industrie, alcune delle quali molto caratteristiche come quelle di profumi e di cappelli. Un altro capitolo importante per l'economia piemontese è il cioccolato. Nella regione sono prodotte 80.000 tonnellate per un valore di 800 milioni di euro impiegando 5.000 addetti. In questi ultimi anni l'esportazione del prodotto è stata di 30.000 tonnellate con un'espansione degli affari del 33,9% negli ultimi dieci anni. Nel tratto nord del gasdotto che passa per il Piemonte si sono sviluppate industrie idroelettriche, presenti anche nei pressi di Saluzzo, Borgo San Dalmazzo, Susa e Cuorgnè. Invece l'energia termoelettrica viene prodotta vicino a Moncalieri, Orbassano, Alessandria, Trino e Chivasso. A Trecate si estrae petrolio e gas naturale; nel comune si sono insediate raffinerie e impianti petrolchimici. L'industria siderurgica e metallurgica prevale a Novi Ligure, Fossano e Torino, quella meccanica a Villadossola, Omegna, Gozzano, Biella, Ivrea, Novara, Verrone, Vercelli, Casale Monferrato, Chivasso, Torino, Pinerolo, Asti, Savigliano, Fossano, Mondovì, Cuneo e nei pressi del Rocciamelone. Il Piemonte, grazie allo sviluppo industriale, è stata una delle regioni più ricche d'Italia.Le ricorrenti crisi dei settori industriali trainanti (via via nel tempo: tessile, macchine da scrivere, auto ecc.) Hanno fatto sorgere gravi problemi per il passaggio ad una economia post-industriale. La regione ha cercato di affrontare i disagi, favorendo com il contratto di insediamento l'avvio di imprese estere.

Cittadinanza attiva

Attraverso le loro varie forme, le associazioni con le loro attività di volontariato svolgono un ruolo decisivo nel campo dell’apprendimento cittadino. In particolare, le associazioni, i centri e circoli sociali, gli oratori e tutte le forme associative che operano per i giovani offrono un’opportunità di apprendimento sia informale e sia non formale, consentendo ad essi di acquisire competenze essenziali e contribuendo al loro sviluppo personale, all’inserimento sociale e alla cittadinanza attiva, aumentandone così le prospettive occupazionali. In conseguenza di quanto sopra evidenziato, si può affermare che l’associazionismo in un territorio riveste un ruolo di fondamentale per il conseguimento di importanti obiettivi sociali e culturali. La popolazione dei comuni delle province coinvolte nel progetto è piuttosto dinamica dal punto di vista dell’esercizio della cittadinanza attiva grazie ad una buona presenza di associazioni non profit. In tutti i Comuni del progetto si registra la presenza di almeno un’associazione socio-culturale rivolta ai giovani (grazie alle Pro Loco) , di un centro o associazione sportiva , di un’associazione di categoria e di un Movimento Politico o Sede di Partito. Il 55% di questi Comuni sono dotati di un Centro Sociale o comunque ricreativo e di aggregazione per giovani e meno giovani. In sole diverse località troviamo almeno un Oratorio : in tutte le provincie che rientrano ne progetto con particolare riferimento a quella di Alessandria e di Torino. Centri di Assistenza Fiscale sono presenti nella provincia di Asti e Alessandria.

Risorse culturali ed paesaggistiche

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Attraverso la Scheda redatta dalle Pro Loco è stato possibile rilevare, per il territorio di pertinenza, informazioni dettagliate sulle risorse esistenti, le opere d’arte di pregio esistenti, il periodo a cui risalgono, lo stato di conservazione, la fruibilità , gli eventi organizzati nel corso dell’anno con la distinzione per tipologia e periodo di svolgimento. Di questi aspetti riportiamo, attraverso il grafico che segue, l’incidenza delle risorse culturali materiali rispetto a quelle paesaggistiche e, a seguire, un elenco di quei “beni” più significativi riscontrati nei comuni del nostro progetto Il Piemonte offre uno straordinario patrimonio di storia, cultura, arte, leggenda e tradizioni, diffuso in città, paesi, abbazie, castelli e fortificazioni secolari. Gli innumerevoli beni architettonici, testimoni dell'epoca romana, romanica, barocca, liberty, art nouveau e contemporanea, si alternano a oltre 150 musei di rilevanza spesso internazionale (Museo Nazionale del Cinema, Museo Egizio di Torino, GAM-Galleria d'Arte Moderna, Filatorio Rosso di Caraglio, Museo dei Campionissimi a Novi Ligure e molti altri). Meritevoli di nota gli itinerari delle quindici Residenze Sabaude del Piemonte (la cosiddetta 'Corona di Delizie' costituita da Palazzo Reale, Palazzo Madama, Palazzo Carignano, Castello del Valentino, Villa della Regina, Reggia di Venaria, Mandria e Borgo Castello, Castello di Rivoli, Palazzina di Caccia di Stupinigi, Castello di Moncalieri, Castello Reale di Racconigi, Castello di Pollenzo, Castello Ducale di Aglié, Castello di Govone, Castello Reale di Casotto), o anche quello dei tredici Borghi Storici del Piemonte (Bergolo, Candelo, Chianale, Cortemilia, Garessio, Levice, Macugnaga, Mombaldone, Neive, Orta San Giulio, Ostana, Saluzzo, Usseaux). Di grande fascino i Luoghi della Spiritualità, come la Via Francigena, che corre lungo la Val di Susa direzione Francia (lungo la quale si collocano la Sacra di San Michele - monumento simbolo della Regione Piemonte-, le Abbazie della Novalesa, di Sant'Antonio di Ranverso e di Santa Maria di Vezzolano) o ancora i sette Sacri Monti piemontesi, patrimonio dell'umanità UNESCO (Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa con il suo maestoso Santuario, Orta e Varallo Sesia). L'esteso territorio collinare dell'alto e basso Monferrato è punteggiato da castelli medievali che si ergono tra i vigneti, mentre le Langhe, tra vini pregiati e specialità eno-gastronomiche, richiamano i grandi scrittori del Novecento (Cesare Pavese a Santo Stefano Belbo, Beppe Fenoglio tra Alba, Murazzano e Bossolasco, Giovanni Arpino a Bra). Se Torino è riconosciuta come capoluogo indiscusso del liberty, un itinerario romanico non può prescindere da una visita all'Abbazia di Staffarda (CN), di Santa Giustina di Sezzadio (AL), dei Santi Nazario e Celso (NO) e alla Basilica di Sant'Andrea [29]. I “beni” culturali materiali e paesaggistici, più significativi, per Provincia sono : Provincia di Alessandria Provincia di Biella Novara Provincia di Cuneo

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Provincia di Torino Oltre alla non fruibilità di molti “beni” presenti , si registra anche una carenza di personale e di guide turistiche professionali (carenza già segnalata alla voce B7) . Oltre a questi “beni” materiali, le Schede informative hanno evidenziato anche la presenza, in tutti i comuni del progetto, di un ricco patrimonio culturale immateriale, un bene intangibile che può costituire una risorsa fondamentale per il territorio. In particolare, il territorio preso in considerazione vanta uno straordinario patrimonio immateriale costituto da riti (la Pasqua, la Settimana Santa,…) , feste (alcune legate alla preparazione di prodotti tipici locali) artigianato tradizionale (lavorazione del pietra, del legno e delle fibre naturali) Tuttavia questo “bene”, riferimento prezioso dal punto di vista culturale e sociale e che ha costituito le fondamenta del “vivere” per molteplici generazioni, rischia di perdersi con il conseguente grave impoverimento della ricchezza culturale del luogo di origine e dell’umanità. Ciò in quanto , tra l’altro, si registra una assenza di una raccolta documentale comune ed organica di questo patrimonio presente nei comuni coinvolti nel progetto.

Manifestazioni ed eventi Attraverso una serie di campi informativi tra loro interrelati, la Scheda, compilata dalle Pro Loco, ha messo in connessione i beni culturali (materiali ed immateriali) e quelli paesaggistici con le varie manifestazioni ed eventi che si svolgono , nei nostri comuni, nel corso dell’anno. Premesso che quasi tutte le iniziative sono collegate al patrimonio culturale in senso lato , circa l’80% di queste risultano strettamente connesse ai beni intangibili (sagre con prodotti enogastronomici del territorio, fiere e mercatini di artigianato tradizionale ed antiquariato, rievocazione di eventi storici, presepi, carnevale, mostre fotografiche, feste patronali,canti e balli popolari, sfilate folcloristiche e in costumi d’epoca, etc….) . Le manifestazioni più importanti tengono tutte ad essere messe in essere nel periodo primaverile, estivo ed hanno tutte come prerogativa il culto religioso, come festa di San Bernardo che si tiene presso la cappella di Mares a 1500 m s.l.m. , e che vede centinaia di persone la 3ª domenica di agosto fare una camminata/processione di due ore da Canischio a Cima Mares e alla cappella di San Bernardo per celebrare il Santo attraverso funzioni religiose e danze e musiche tradizionali che rispettano il folclore franco provenzale. • La festa della Madonna della Guardia, il 29 agosto, anima le vie del quartiere San Bernardino che circonda il santuario e attira numerosi visitatori anche da fuori città. Viene eseguita la tradizionale processione, voluta da Don Orione, che parte dal Santuario nel quartiere San Bernardino e la statua della Madonna viene portata fino in Duomo dove sosta per la solenne "Recita del Credo". L’UNPLI Piemonte, con le oltre 1000 pro loco, rappresenta dopo i singoli comuni e le parrocchie del Piemonte, in assoluto la realtà più capillarmente presente ed organizzata sul territorio piemontese. Ogni angolo di esso è caratterizzato da tre elementi naturali: Acqua, Terra, Pietra. Infatti partendo dai ghiacciai delle Alpi, numerosi sono i corsi d’acqua che attraversano in più direzioni l’intero territorio dando origine a vallate, distese piane, laghi e pianure sino a confluire nel fiume più importante d’Italia: il Po. Altrettanto, guardando la conformazione geomorfologica del territorio notiamo la consistenza della terra che troviamo tanto in montagna quanto in collina e quanto in pianura con maggiore consistenza nelle ultime due. Ed ancora, queste caratterizzazioni geomorfologiche, sono in una parte più emergenti, e per l’altra parte più in profondità costituite da rocce, e quindi altro elemento fondante è la pietra.

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Ma cosa accomunano il Piemonte, la pietra ,l’acqua,la terra, e le Pro Loco? Alcuni esempi : L’acqua, è elemento essenziale per l’agricoltura e per molte attività del territorio, che si distinguono in coltivazioni agricole, lavorazione della lana, pesca, coltivazione del riso, ecc. La terra, elemento essenziale che modellando il paesaggio ha creato un planisfero eterogeneo dove, grazie alla presenza della terra sono nate le coltivazioni, realizzate addirittura costruzioni in terra cruda ed opere di difesa, sentieri, percorsi e quant’altro. Il suo ulteriore trattamento, o la sua coltivazione, gli scavi ecc., hanno portato alla scoperta delle fornaci di calce, alla terracotta, ecc. La pietra è stata e continua ad essere un elemento trainante e costituente l’identità socioculturale piemontese con le costruzioni negli alpeggi, le costruzioni di oratori, cappelle, edicole, monumenti, ecc. Quindi dalle prime tradizioni popolari delle feste patronali, alle processioni, alle sfilate folkloristiche che a tutt’oggi si celebrano e si tramandano sono originate da questi tre elementi ; acqua terra e pietra. Ed ancora alle feste originate dalle processioni per il ringraziamento per le piogge mancanti o per le alluvioni scampate . Con l’immediata conseguenza della costruzione di capelle votive, edicole, oratori. Molte di quelle che oggi sono realtà municipali antropizzate, nascono in origine da un nucleo ecclesiale o votivo attorno al quale con il consolidarsi delle tradizioni, sono state fondate le comunità comunali. Bisogni riscontrati e indicatori Si ripete che, ad oggi e per quanto di nostra conoscenza (ovviamente su indagini effettuate presso

Comuni interessati), non risultano in corso interventi di portata pari alla presente e che si riferiscono alla stessa tipologia di beni; ne si vedono in corso azioni tese a proporli nel futuro.

Dall’analisi di cui sopra emergono una serie di debolezze, e pertanto di bisogni, nel Settore che riguarda il Patrimonio artistico e culturale del territorio preso in considerazione (vedi punti 3,4,5,6 Analisi Swot). Il superamento di tali debolezze rappresenta per questi comuni un obiettivo di grande rilevanza, il punto di partenza per avviare un processo virtuoso di crescita che a partire dal settore cultura coinvolga gli altri settori economici e sociali del territorio.

- L’esigenza di proporre un progetto che si programmi e si realizzi in soli dodici mesi, muovendosi all’interno delle attività naturali delle Pro Loco, impone che la lettura critica del territorio focalizzi l’attenzione su uno dei mali, ritenuto più a rischio, di cui soffre il nostro territorio di riferimento:

- La salvaguardia e valorizzazione del patrimonio immateriale -

Nello specifico, le Pro Loco che hanno aderito al presente progetto, unitamente ai rispettivi Comitati provinciali Unpli ed al Comitato Regionale Unpli Sicilia, hanno concordato di “centrare” le attività di questo progetto sulle tradizioni orali, con particolare riguardo ai “detti”, “dialetti” e “proverbi” tramandati da secoli. Un patrimonio allo stato quasi del tutto sconosciuto per i giovani e, forse, anche per tanti meno giovani e che rischia, se non recuperato in tempo, di scomparire del tutto. La salvaguardia del patrimonio immateriale , in senso lato, definito l’espressione dell’anima dei popoli, può costituire un vettore di sviluppo sostenibile per le comunità e gli individui che di tale “bene” sono insieme creatori e custodi. Costituito dalle tradizioni, dall’insieme dei saperi, delle espressioni linguistiche e artistiche che si manifestano nel teatro e nella musica, dalle celebrazioni religiose e dai riti, dalle tecniche tradizionali di artigianato e da arti varie, dalle tipiche tradizioni orali, il patrimonio immateriale è il riflesso della vitalità dei popoli e il risultato dell’incontro di diverse culture, “fiori fragili dell’umanità” secondo la definizione di Claude Lévi-Strauss. Così come i siti storici e i monumenti del patrimonio culturale "tangibile" , così come i parchi e i paesaggi del nostro patrimonio naturale, le risorse immateriali, beni “intangibili”, sono vulnerabili e risentono degli

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effetti della globalizzazione. Necessitano ,pertanto, di programmi ,di tutela e valorizzazione. Il governo italiano ultimamente ha inviato all’UNESCO, per il riconoscimento, le seguenti candidature : Carnevale di Viareggio, le feste della grandi macchine a spalla ((Festa dei Gigli di Nola, la Varia di Palmi, la Faradda dei Candelieri di Sassari, la Macchina di Santa Rosa a Viterbo), la tradizione dei liutai cremonesi, la pizza napoletana e l’arte dei pizzaioli napoletani, Calendinaggio di Assisi, la coltivazione dello Zibibbo a Pantelleria, la festa dell’Abete di Alessandria del Carretto, la festa dei Ceri a Gubbio, la tradizione delle Launeddas di Sassari, la festa delle Fracchie a San Marco in Lamis (Fg) . L’Italia ha profuso sin dall’inizio un impegno notevole per promuovere e valorizzare il patrimonio immateriale organizzando una prima consultazione internazionale di esperti nel 2001 al Grinzane Cavour nel corso della quale sono state definite le grandi linee di riferimento del progetto. Tuttavia, il Parlamento della Repubblica italiana pur ratificando la Convenzione con legge 27 settembre 2007 n.167, ad oggi non esiste una normativa specifica nazionale. La sola Regione Lombardia ha provveduto, con legge regionale n. 27 del 23 ottobre 2008, a riconoscere e valorizzare , nelle sue diverse forme ed espressioni, il patrimonio culturale immateriale presente nel proprio territorio. Le Pro Loco, attraverso il Comitato UNPLI Nazionale, hanno promosso un’iniziativa “Custodiamo la nostra storia” ; trattasi di una raccolta di firma, iniziata nel settembre del 2009, per una legge di iniziativa popolare mirata a promuovere e valorizzare il patrimonio culturale immateriale italiano. E' una legge che non é destinata solo alle Pro Loco, ma a tutto l'associazionismo di promozione sociale che opera in campi importanti come il sociale, il culturale e lo storico. Destinatari e Beneficiari Destinatari Destinatari del presente progetto Dalla lettura del territorio appena illustrato su settori importanti per lo sviluppo culturale locale, si evince la necessità di un intervento specifico da svilupparsi grazie al presente progetto e che vedrà come attori protagonisti i giovani di servizio civile: questi lavoreranno sulla valorizzazione culturale del territorio di appartenenza, destinatario dell’intervento progettuale, un territorio che verrà studiato e ripresentato attraverso approfondimenti ed azioni misurabili sui beni culturali e sulle tradizioni di cui il territorio rischia di perder memoria. In particolare “Valle dell'Orco, il Sacro Monte di Belmonte domina Valperga e Cuorgnè. La sua costruzione risale all'inizio del Settecento, per merito del padre minore osservante Michelangelo da Montiglio. Il complesso monumentale comprende un santuario attorno al quale si sviluppa ad anello un percorso devozionale scandito da tredici cappelle dedicate ai Misteri del Rosario. Nel 2003 il Sacro Monte di Belmonte è stato inserito dall'UNESCO nella Lista del Patrimonio Mondiale insieme ad altri sei Sacri Monti del Piemonte e due della Lombardia. Poi in provincia di Cuneo: Porta Rose, Chiesa di San Giovanni, Castello di Casotto , Pinacoteca Comunale e Confraternita “Batuti Parvi” nel Comune di Garessio; Catacomba romana la Chiesa di San Giovanni e Donato, il Castello di Vico e la Cappella di San Teobaldo nel Comune di Vicoforte. E ancora il Borgo Mediovale, Chiesa a una sola navata di “Santa Maria Maggiore , Chiesa di San Lorenzo e Eco museo della vitivinicoltura nel Comune di Candelo, provincia di Torino; I beni di maggiore attenzione della Provincia di Alessandria risultano essere:

- Il Monferrato Casalese, ricco di monumenti nel suo capoluogo e di castelli sulle colline, offre anche una ricca gastronomia, nonché il piacere delle degustazioni di vini schietti o raffinati;

− presenza nel territorio di edifici della fede di notevole valore artistico: - Le colline dell'Alto Monferrato racchiudono suggestivi borghi alcuni di origine preromana. - Centri come Gavi Ligure e Ovada sono al centro di percorsi eno gastronomici e culturali che

toccano borghi pittoreschi come Cremolino, Carpeneto, Tagliolo Monferrato e Rocca Grimalda con il suo impianto alto medioevale;

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- l'antico carnevale della Lachera;

In particolare il presente progetto coinvolgerà gli enti partner, gli alunni e studenti delle scuole (specie quelle partner), per mettere in rete e promuovere il contenuto culturale di cui quelle opere sono portatrici. Dalla lettura del territorio appena illustrato attraverso focus su settori importanti per lo sviluppo culturale locale, si evince la necessità di una serie di interventi specifici (vedi box 7 e 8) da svilupparsi grazie al presente progetto e che vedrà come attori protagonisti i giovani di servizio civile: questi lavoreranno sulla valorizzazione culturale del territorio di appartenenza, destinatario dell’intervento progettuale, un territorio che verrà studiato e ripresentato attraverso approfondimenti ed azioni misurabili sui beni culturali immateriali, in particolare sulle tradizioni orali di cui il territorio rischia di perder memoria. Non saranno trascurate le ricerche sulle altre Chiese, i Conventi, i Ricetti e i beni culturali materiali che arricchiscono il territorio e ciò anche nella considerazione che gli archivi ecclesiastici e/o privati e gli stessi beni riportati nel precedete BOX 6 e nel successivo (BOX 7) del presente progetto, possano contribuire ad arricchire e motivare la ricerca in parola. Beneficiari Il progetto consente di promuovere una serie di attività delle quali saranno beneficiari una pluralità di soggetti così riassunta :

- la comunità locale , provinciale e regionale nel suo complesso, per il “materiale” recuperato, protetto e valorizzato;

- i giovani che, attraverso il sistema scolastico e nelle fasce di età della scuola primaria e secondatria come sopra riportate, avranno la possibilità di comprendere, manipolare e reinventare il proprio patrimonio immateriale;

- gli anziani che con la loro disponibilità avranno l’occasione di vedere trascritta la propria identità immateriale con la certezza della sua tutela e trasmissibilità ai posteri;

- i volontari in servizio civile che avranno l’opportunità di una crescita personale che si svilupperà sia attraverso l’acquisizione di competenze specifiche, sia attraverso la maturazione di una maggiore coscienza civica e solidarietà sociale;

7) Obiettivi del progetto:

Obiettivo progettuale Premessa L’UNPLI è un organismo associativo che raccoglie e coordina le Associazioni Pro Loco su tutto il territorio nazionale. I nostri soci sono tutti volontari, gente comune dalle professioni più diverse, che sceglie di offrire parte del suo tempo e delle sue energie (anche professionali) al lavoro dell’Unione e delle pro loco. Il Servizio civile volontario è stata una scelta forte e totalmente condivisa ed esso si è inserito nella nostra struttura organizzativa in modo dirompente e positivo tant’è che lo slogan “Il Servizio Civile una scelta che ti i cambia la vita” è stato adeguato con “ Il Servizio Civile, una scelta che cambia la vita tua e dell’Ente”. Esso ha permesso a tante piccole realtà (molte Pro Loco agiscono in terrori minuscoli e spesso disagiati) di misurarsi in ambito nazionale offrendo una concreta possibilità di svilupparsi e, soprattutto, di farlo all’interno di una progettazione che favorisce la cittadinanza attiva offrendo, in sintesi, la possibilità di crescere e di essere più efficaci sul territorio nella promozione dei valori dell’appartenenza, della

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solidarietà sociale, della cultura e delle tradizioni delle nostre popolazioni. Partiamo proprio dalla nostra Costituzione. Una delle sue originalità rispetto alle altre carte costituzionali europee sta proprio nell’Art.9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico artistico della Nazione.” Solo nel 1967 si è arrivati, però, ad una definizione giuridica di “Bene culturale” “Appartengono al patrimonio culturale della Nazione tutti i beni aventi come riferimento la storia della civiltà. Sono assoggettati alla legge, i Beni di interesse archeologico, storico, artistico, ambientale e paesistico, archivistico e librario ed ogni altro bene che costituisca testimonianza materiale avente valore di civiltà”. La seconda tipologia, si rifà alla Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, approvata dall’UNESCO il 17 ottobre 2003 e definita “Intangible Cultural Heritage”. Secondo tale convenzione le eredità immateriali sono “l’insieme delle pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui, riconoscono come parte del loro patrimonio culturale”. Nella sua articolazione, il patrimonio culturale immateriale da salvaguardare si caratterizza in quanto : trasmesso da generazione in generazione; costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in stretta correlazione con l’ambiente circostante e con la sua storia; permette alle comunità, ai gruppi nonché alle singole persone di elaborare dinamicamente il senso di appartenenza sociale e culturale; promuove il rispetto per le diversità culturali e per la creatività umana; diffonde l’osservanza del rispetto dei diritti umani e della sostenibilità dello sviluppo di ciascun paese. Il patrimonio culturale immateriale rappresenta oggi una delle maggiori scommesse nel modo di pensare e praticare il patrimonio. In Italia, come del resto del mondo tende ad imporsi come riferimento imprescindibile per gli operatori e gli studiosi della cultura. Pertanto, enti pubblici, privati, associazioni debbono unitariamente e in sinergia creare una strategia basata su questi beni “intangibili” al fine di favorire lo sviluppo sostenibile del territorio comunale, provinciale, regionale, nazionale per aumentarne la competitività. Obiettivo generale Promuovere, con il coinvolgimento di Enti, associazioni, la conoscenza di quel patrimonio culturale immateriale che ha contribuito , nel tempo, a formare l’identità culturale del territorio. Il potenziamento delle qualità positive, proprie di una cultura del territorio e delle risorse che lo rappresentano, consente di consolidare nella gente il senso di appartenenza insito nel concetto di cittadinanza attiva, unica vera risorsa per la realizzazione di un riscatto delle piccole realtà locali. A partire dalla riscoperta della cittadinanza attiva, infatti, sarà possibile, grazie all’impiego dei volontari servizio civile, promuovere nuove sensibilità educative e formative, migliorare le forme di comunicazione e la comunicazione stessa nel territorio. Sarà possibile, altresì, far crescere la rete sociale (attivandone risorse e potenzialità) nonché la coscienza della potenzialità del territorio e raggiungere un livello più alto

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di conoscenza dello stesso e dei beni culturali intangibili da parte della popolazione, ma soprattutto da parte dei giovani, attraverso strumenti che rendano visibili e fruibili i beni del territorio. Il progetto intende sviluppare la conoscenza dei diversi centri attraverso le tradizioni locali nell’arte, nella cultura, nell’artigianato e negli usi e costumi delle popolazioni. Il tutto soprattutto al servizio delle nuove generazioni che, attraverso la conoscenza della storia, riusciranno a riconoscersi in una identità culturale ben definita e quindi a promuovere attraverso l’arte, la cultura e le tradizioni, le località coinvolte nel progetto e con esse l’intera provincia. Obbiettivo Specifico Primo L’obiettivo primo del progetto “I.G.P. Idro Geo Pietra, Identità Garantita Piemontese ” risiede essenzialmente nello stimolo a una consapevole partecipazione attiva alla riscoperta della propria identità, sia locale che regionale. Il potenziamento delle qualità positive, proprie di una cultura del territorio e delle risorse che lo rappresentano, consente di consolidare nella gente il senso di appartenenza insito nel concetto di cittadinanza attiva, unica vera risorsa per la realizzazione di un riscatto delle piccole realtà locali. A partire dalla riscoperta della cittadinanza attiva, infatti, sarà possibile promuovere nuove sensibilità educative e formative, far crescere la rete sociale (attivandone risorse e potenzialità), migliorare le forme di comunicazione e la comunicazione stessa nel territorio, favorire la crescita e la strutturazione di luoghi di aggregazione per giovani e meno giovani. In particolare, attraverso questo progetto, soprattutto con l’impiego dei volontari di Servizio Civile, sarà possibile accrescere la coscienza della potenzialità del territorio e raggiungere un livello più alto di conoscenza dello stesso e dei beni culturali (sia materiali che immateriali) e naturali, da parte della popolazione, ma soprattutto da parte dei giovani, attraverso strumenti che rendano visibili e fruibili i beni stessi. 1) Recuperare il Patrimonio Culturale Immateriale, con particolare riguardo alle tre tematiche messe in luce nel progetto : Acqua Terra e Pietra 2) Elaborare e realizzare un archivio delle tradizioni locali in forma cartacea (schede informative, opuscoli e brochure) e digitale (DVD) comprendente documenti d’epoca nonché le interviste , curate dai volontari di servizio civile, 3) Sensibilizzare le amministrazioni locali al fine di creare una rete che sia capace di essere efficace e fruibile da tutti . 4) Avvicinare i giovani, attraverso la scuola e nelle ore dedicate ai laboratori didattici, ai Beni Culturali Immateriali con l’intento di sensibilizzare ed educare le nuove generazioni a scoprire, amare e tramandare questo patrimonio. 5) Incrementare e migliorare le iniziative sul territorio comunale legate alla valorizzazione della cultura immateriale. I risultati “attesi” sopra riportati , obiettivo per obiettivo, dovranno comunque tener conto di imprevisti e difficoltà a cui si andrà incontro nella fase di attuazione del progetto. La necessità di ricorrere alle testimonianze di anziani che a volte non collaborano al meglio a causa di un atteggiamento diffidente o semplicemente indifferente alle tematiche proposte e il fatto che potrebbe

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accadere di non riuscire a trovare persone che conoscano tradizioni, usi e costumi locali, rappresentano due rischi nei quali ci si potrebbe imbattere il cui superamento potrebbe essere affidato al ricorso a ricerche di archivio e di biblioteca. Un ulteriore vincolo di cui bisogna tener conto è rappresentato dai passaggi burocratici ai quali prima o poi i volontari dovranno sottostare per l’ottenimento di notizie utili al loro lavoro. Il ritardo che si potrebbe accumulare in questi casi mette in crisi la buona riuscita del progetto. Sarà quindi in questo caso necessario anticipare al massimo i tempi di richieste di autorizzazione presso gli organismi pubblici, ovviamente quegli organismi con i quali non si ha un accordo di partenariato e ciò potrà avvenire soltanto se la pianificazione delle azioni sarà rispettata al meglio. Questi vincoli, ed altri che potrebbero nascere, al momento non identificabili, costituiscono, indubbiamente, un ostacolo non quantizzabile alla attività programmate, ritardandone tempi e riducendone benefici e risultati. I risultati indiretti rispetto alle azioni indicate ed insiti del raggiungimento dell’obiettivo finale implicheranno: la crescita socio - culturale - economica del territorio; il rafforzamento del senso di appartenenza e di maggiore impegno sociale; la formazione di esperti nel settore cultura (in primis i volontari del servizio civile); l’affermazione della positività del lavoro di concertazione, di una “Rete Territoriale” Vincoli I vincoli a cui si andrà incontro saranno senz’altro burocratici, in primis, ma anche amministrativi, poiché spesso ci si trova a fronteggiare Enti Pubblici che, per mancanza di fondi o interesse, non solo non collaborano alla riuscita del progetto, ma addirittura ne ostacolano indirettamente le attività, non rendendo un bene fruibile o non occupandosi del mantenimento del paesaggio. Occorre inoltre evidenziare il problema dell’abbandono delle campagne a causa della crisi in atto, che potrebbe portare all’inevitabile perdita del patrimonio locale, tradizioni, usi e costumi, ma anche a un dissesto morfologico territoriale estremamente pericoloso. Esempio sono state le Cinque Terre a seguito della terribile alluvione dello scorso anno.

8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività

previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:

8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi Il progetto Promuovere il patrimonio immateriale per la riscoperta della propria identità culturale intende favorire il recupero, la conservazione, la diffusione e la valorizzazione del patrimonio immateriale di tradizioni coinvolgendo , in particolare, le persone anziane , in quanto detentori della memoria storica, ed i ragazzi quali beneficiari del messaggio Queste “azioni” saranno possibili grazie alle risorse economiche messe a disposizione dalle Pro Loco e dall’UNPLI , all’esperienza maturata in attività socio-culturali dalle stesse Pro Loco , alla collaborazione di associazioni di volontariato e dei Partner individuati. Non meno importante sarà l’apporto dei volontari del servizio civile che, coinvolti in tutte le iniziative programmate, contribuiranno alla divulgazione del patrimonio immateriale recuperato e rivitalizzato. Premesso che tutte le attività previste dal seguente progetto saranno condotte nel rispetto della normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (di cui al decreto legislativo 9 aprile

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2008, n. 81, così come modificato ed integrato dal decreto legislativo 3 agosto 2009, n.106) e di quella relativa al settore cultura, il primo mese di attività progettuale sarà dedicato all’accoglienza e inserimento dei volontari nella la sede di progetto. Nel corso di questi primi trenta giorni il volontario, dopo il primo approccio con la sede assegnata, inizia un percorso conoscitivo che lo guiderà alla comprensione delle attività progettuali e delle pluralità di figure professionali (a titolo di volontariato) che operano all’interno della Pro Loco. Con l’Operatore Locale di Progetto , procederà alla redazione dell’orario di servizio, programmando le attività, il calendario della formazione specifica e gli incontri di verifica dell’andamento progettuale. A questa fase seguiranno le varie attività connesse con gli Obiettivi Specifici individuati al box 7 . Obbiettivo Specifico 1 Recuperare il Patrimonio Culturale Immateriale, con particolare riguardo alle tre tematiche messe in luce nel progetto : Acqua Terra e Pietra Obbiettivo Specifico 2 Elaborare e realizzare un archivio delle tradizioni locali in forma cartacea (schede informative, opuscoli e brochure) e digitale (DVD) comprendente documenti d’epoca nonché le interviste , curate dai volontari di servizio civile, Obbiettivo Specifico 3 Sensibilizzare le amministrazioni locali al fine di creare una rete che sia capace di essere efficace e fruibile da tutti Obbiettivo Specifico 4 Avvicinare i giovani, attraverso la scuola e nelle ore dedicate ai laboratori didattici, ai Beni Culturali Immateriali con l’intento di sensibilizzare ed educare le nuove generazioni a scoprire, amare e tramandare questo patrimonio. Obbiettivo Specifico 5 Incrementare e migliorare le iniziative sul territorio comunale legate alla valorizzazione della cultura immateriale

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Il diagramma di Gantt sotto riportato afferisce a tutti i momenti dell’attività dei volontari e quelle previste dal progetto e si sviluppa per tutta la durata del progetto . Per attività si intendono quegli aspetti operativi che denotano una certa omogeneità al loro interno, che possono essere definiti da un risultato/prodotto preciso, che hanno un arco temporale definibile e le cui risorse fisiche e umane da impiegare siano chiaramente identificabili. Sono da considerarsi tali: gli incontri o i seminari, la progettazione e/o l’aggiornamento di siti Internet, la predisposizione di questionari, la preparazione di un corso di formazione, la realizzazione del corso stesso, le attività di disseminazione dei risultati, l'effettuazione di studi o ricerche, la predisposizione di una banca dati , il lavoro di ricerca e catalogazione, gli incontri con Enti pubblici – privati- Partner, la produzione di materiale didattico, guide informative, depliant, ecc. Le attività di gestione o di amministrazione che si effettuano in maniera costante durante tutta la durata del progetto, non sono state riportate in diagramma, ma è naturale che esse siano talmente continue ed importanti da essere presenti in tutte i momenti formativi e operativi. E veniamo nei dettagli : Il primo mese (fase 0) prevede l’inserimento del volontario nella sede assegnata ; conoscerà anzitutto l’OLP, il “maestro” che lo guiderà nel corso dei dodici mesi di servizio. Avrà modo di familiarizzare con i soci ed i direttivo, essere informato sulle finalità della Pro Loco e sulle iniziative, attività organizzate per la promozione e la valorizzazione del territorio . Dall’OLP apprenderà il ruolo che dovrà rivestire nell’ambito del progetto ed il suo impegno giornaliero. Dal secondo mese, fino all’undicesimo mese (fasi 1-21) si susseguono le varie attività, programmate in collegamento con gli obiettivi individuati al box 7, (vedi tabelle 14 -20) . L’ ultimo mese (fase 22) è riservato alla valutazione finale e la verifica dei risultati ottenuti . Al termine del servizio sarà richiesto ai volontari una relazione conclusiva nella quale si dovranno evidenziare le criticità e le positività del progetto. La fase 23 riportata nel diagramma di Gantt è riferita alla campagna di informazione e diffusione del progetto ; un’attività che viene svolta , principalmente dal Volontario, a partire dal secondo mese fino a tutto il periodo di durata del progetto stesso. Le fasi 24-26 e 25-27 (Formazione e Report) ,sono riferite, rispettivamente, alla Formazione Specifica (per tutto il periodo di servizio del Volontario) e alla Formazione Generale (dal secondo al quinto mese). L’intervento formativo, come in seguito meglio descritto, si sviluppa in più fasi, attraverso un continuo scambio tra l’esperienza , la professionalità degli OLP e momenti didattici a cura dai Formatori coinvolti (interni ed esterni all’Ente) , nel corso di tutto il periodo in cui i Volontari svolgono il Servizio Civile. La fase 28 è riferita al Monitoraggio : al termine del quarto ed ottavo mese , il responsabile del monitoraggio dell’Unpli Nazionale, o comunque un monitore Unpli accreditato, incontra i volontari per fare il punto sulla situazione, riflettere sull’esperienza, analizzare i problemi emersi e raccogliere proposte, critiche e domande. In tale occasione vengono somministrati questionari di autovalutazione.

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MESI FASI ATTIVITA' 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Accoglienza in Pro Loco

Rappresenta , per i volontari, la fase conoscitiva dell’Associazione e delle dinamiche con le quali essa si muove: l’organizzazione amministrativa e quella dei rapporti istituzionali

Pianificazione Progettuale

Gli Olp di tutte le sedi di progetto, con i formatori specifici e con i partner, organizzerà vari incontri di cui uno conoscitivo per parlare ai giovani volontari e illustrare nello specifico la pianificazione progettuale predisponendo la pianificazione del lavoro, la divisione dei compiti e la definizione dei ruoli, nonché gli strumenti utili al raggiungimento degli obiettivi.

Formazione Specifica

La formazione specifica viene effettuata giornalmente sulle specifiche indicate al punto 40 del presente formulario. Ci saranno quindi momenti dedicati settimanalmente nelle singole sedi per tutto l’arco dei 12 mesi di progetto. In uno dei primi incontri i volontari saranno inf ormati sui rischi per la salute e la sicurezza connessi al loro impiego.

Azioni progettuali: Attività 1 Consapevolezza risorse culturali da parte dei residenti:

Pianificazione del lavoro e inizio della ricerca dei dati utili. Il responsabile dell’Unpli provinciale di Crema, unitamente agli OLP inseriti nel progetto ed esperti messi a disposizione dai Partner individuati e ai volontari, approntano la scheda-indagine da somministrare ai residenti e predispongono il questionario finale

Promozione SCN

L’attività enunciata si realizza mediante pubblicazione di articoli su quotidiani e attraverso periodici incontri con le scuole e i partner, sia in fase di intese istituzionali che in coinvolgimenti relativi ad attività formative generali e specifiche. Particolare cura sarà posta nella promozione on line, sui siti Web nazionali/ regionali/ provinciali e nelle singole sedi di attuazione, nonché con depliant, brochure e manifesti. Importante è il ruolo del “Premio Paese Mio” allegato

Formazione Generale

A cura dell’Ufficio Servizio Civile Unpli in collaborazione con il Comitato UNPLI Piemonte Vedi punti 30 – 32- 33

La Formazione Generale sarà concentrata su area regionale e provinciale sin dal primo mese di collaborazione, in modo da completare la conoscenza relativa al Servizio Civile, al ruolo affidato ai volontari e alle finalità indirette del progetto nel quale sono protagonisti. Si prevede tra il quinto e il sesto mese anche un momento formativo di recupero per eventuali volontari che non abbiano completato la formazione nelle giornate previste e ufficialmente programmate.

1) Svolgimento di percorsi formativi d’aula con dinamiche formali

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(lezioni frontali e dibattiti con i relatori per chiarimenti, riflessioni domande),

2) Attività di formazione con dinamiche non formali con dinamiche di gruppo (apprendimento reciproco in relazione orizzontale)

FAD con un sistema software che favorisca la gestione a distanza, monitorata da tutor e somministrazione di un test finale

Azioni progettuali: Attività 2 Elaborazione dati raccolti attraverso relazioni e riproduzioni multimediali

Azioni progettuali: Attività 3 Pubblicazione dell’elaborato su supporto cartaceo e multimediale

Azioni progettuali: Attività 4 Promozione finale, sia del progetto, che del SCN, che dei beni individuati

MONITORAGGIO PROGETTO: A cura dell’Ufficio Servizio Civile Unpli in collaborazione con i Comitati Regionali Unpli

Alla fine di ogni quadrimestre si procederà alla rilevazione delle attività svolte e alla evoluzione del vissuto del volontario nella sede operativa. La rilevazione viene effettuata attraverso lo strumento informatico: i volontari compilano la scheda di monitoraggio collegandosi alla sezione del sito Unpli Servizio Civile appositamente predisposta.

Monitoraggio Formazione Specifica: A cura dei Coordinamenti dei Progetti e UNPLI SC

La formazione specifica sarà erogata nei primi 90 Giorni. Alla fine del trimestre, in affiancamento al monitoraggio delle attività di cui al punto precedente, si procederà alla rilevazione della formazione specifica erogata. Con apposita scheda di rilevamento, si verificheranno le attività formative realizzate e si valuteranno i risultati correggendo eventuali scostamenti rilevati.

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8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività Valutato che le risorse umane sono strategiche ed essenziali nella realizzazione del progetto e che già gli OLP, gli RLEA, i Selettori, i Monitori, i Formatori per la formazione generale e specialmente i Formatori per la formazione specifica per la loro quantità e qualità (vedi box 37 e 38) siano già di per se sufficienti, si ritiene - in ogni caso - necessario programmare anche l’utilizzazione delle seguenti ulteriori risorse umane che, per competenze, attitudini, conoscenze etc. sono necessarie all’ottimale espletamento delle attività previste dal progetto : - Addetti Segreteria Nazionale e Dirigenti delle Pro Loco e dell’ UNPLI Regionale e Provinciale. Tali risorse sono complementari in maniera diretta alle risorse umane già inserite in progetto (RLEA, Formatori, OLP, Selettori, Monitori etc), e sono :

- Amministratori locali presidenti di Comunità Montane, sindaci, assessori, professori e dirigenti scolastici, etc, che saranno coinvolti in attività di incontri e convegni per illustrare finalità e obiettivi della tutela dell’ambiente e dei beni culturali e il ruolo dei rispettivi Enti in tale azione. Il numero in questo momento non è quantizzabile, ma si prevede che ogni Sindaco o Presidente di Ente Locale (o comunque un suo delegato) o Dirigente scolastico, sarà disponibile in momenti collettivi legati alle iniziative del progetto (stage formativi specifici, presentazioni elaborati progettuali, sintesi di ricerche etc).

- Esperti messi a disposizione dai Partner del progetto. Tali esperti saranno utili nei momenti di formazione specifica, nella promozione e nella diffusione delle attività, nella elaborazione di brochure, depliant, realizzazione DVD etc.

Nella tabella che segue sono riportate le risorse previste per l’espletamento delle attività progettuali 8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto

I risultati attesi a seguito del compimento del progetto “Promuovere il patrimonio immateriale per la riscoperta della propria identità culturale_” sono molteplici ed abbracciano molti aspetti della struttura su cui si fondano tutte le comunità che partecipano al progetto stesso. Innanzitutto il nostro scopo principale è quello di formare i Volontari del Servizio Civile a ricercare sul campo tutti quei beni materiali ed immateriali che sono ancora nascosti, raccoglierli , portarli alla luce , farli conoscere all’esterno , partendo dal territorio , dai residenti. Una volta fatto un quadro generale delle ricchezze e dei bei disponibili, essi saranno il tramite tra le vecchie e le nuove generazioni, a cui verranno dati gli stimoli per crescere nel e con il loro territorio di appartenenza. Infatti solo attraverso il recupero della propria storia, delle proprie tradizioni, del proprio retroterra culturale, si può sperare che le nuove generazioni avvertano quella more per la propria comunità, quel sentimento di appartenenza e di identità che li porterà non più ad abbandonare il loro paese, ma a cercare di riattualizzare le tradizioni, renderle di nuovo vive e fonte di un rinnovamento economico oltreché culturale.

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Considerato che tra le finalità del Servizio Civile, al punto e) dell’art.1 Legge 64/01, vi è quella di: “contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani” lo scopo del progetto è anche quello di consolidare nei ragazzi la fiducia in se stessi e soprattutto quello di metterli nelle condizioni di capire meglio le proprie propensioni umane e professionali. Lo faranno mettendosi alla prova giorno per giorno attraverso il contatto con la gente e le istituzioni; questi contatti li aiuteranno a capire meglio i meccanismi che sono alla base della società civile, le priorità burocratiche e le scale gerarchiche previste dalla struttura sociale contemporanea. Particolare attenzione sarà rivolta all’aspetto riguardante le dinamiche di gruppo, perché essi dovranno condividere con i compagni un percorso lungo un anno, che li vedrà impegnati a svolgere compiti delicati negli ambiti in cui l’associazione pro loco opera. Al riguardo un ruolo determinate avrà il loro maestro: l’Operatore Locale di Progetto. L’O.L.P. non si limiterà, infatti, ad accompagnarlo nelle svolgimento delle varie fasi progettuali, ma presterà attenzione particolare anche alla sua crescita personale ed al percorso formativo specifico avendo l’obiettivo generale di avere una risorsa in più non solo per l’oggi, per il nostro Ente o per i nostri progetti, ma anche e soprattutto per la costruzione di un nuovo mondo, una nuova società; un mondo e una società possibilmente migliore. Il Progetto “ IN CAMMINO NEI PAESAGGI DEL PIEMONTE ” , si propone di raggiungere gli obiettivi individuati e le percentuali, i livelli di “crescita” riportati nei due diagrammi del box 7 . Tuttavia, tra le finalità del Servizio Civile, al punto e) dell’art.1 Legge 64/01, vi è quella di: “contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani” Sta di fatto che nel corso dell’anno, a prescindere dalle attività collegate con gli obiettivi progettuali, lo scopo del progetto è anche quello di consolidare nei ragazzi la fiducia in se stessi e soprattutto quello di metterli nelle condizioni di capire meglio le proprie propensioni umane e professionali. Lo faranno mettendosi alla prova giorno per giorno attraverso il contatto con la gente e le istituzioni; questi contatti li aiuteranno a capire meglio i meccanismi che sono alla base della società civile, le priorità burocratiche e le scale gerarchiche previste dalla struttura sociale contemporanea. Particolare attenzione sarà rivolta all’aspetto riguardante le dinamiche di gruppo, perché essi dovranno condividere con i compagni un percorso lungo un anno, che li vedrà impegnati a svolgere compiti delicati negli ambiti in cui l’associazione pro loco opera. Al riguardo un ruolo determinate avrà il loro maestro: l’O.L.P. L’O.L.P. non si limiterà, infatti, ad accompagnarlo nelle svolgimento delle varie fasi progettuali, ma presterà attenzione particolare anche alla sua crescita personale ed al percorso formativo specifico avendo l’obiettivo generale di avere una risorsa in più non solo per l’oggi, per il nostro Ente o per i nostri progetti, ma anche e soprattutto per la costruzione di un nuovo mondo, una nuova società; un mondo e una società possibilmente migliore. Aspetti generali: I Volontari

- Sono i protagonisti del raggiungimento degli obiettivi progettuali - Effettuano le attività di cui al box 8.1 - Presentano all’O.L.P., al termine dell’incarico, una Relazione finale sul Progetto realizzato e la

compilazione di un questionario di fine servizio.

Programma particolareggiato:

Piano di lavoro

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L’orario di servizio dei Volontari varierà a seconda dei casi e dipenderà dalle esigenze collegate alla realizzazione del Progetto e le attività connesse. L’impegno settimanale è articolato in 30 ore. Il piano di lavoro medio, previsto per i volontari nel corso dell’anno, si articolerà come illustrato nella tabella che segue:

N. Attività % media di impegno mensile

1 Monitoraggio e controllo del territorio : i volontari, una volta venuti a conoscenze delle risorse del territorio in cui operano, ne diventeranno sentinelle, preoccupandosi non soltanto di salvaguardarle ma anche di elaborare proposte per la relativa valorizzazione, scoraggiando in tal modo eventuali azioni che potrebbero minacciare il valore di cui sono portatrici le risorse stesse.

5%

2 Supporto alle iniziative della Pro Loco, collegate al Progetto: i volontari saranno parte attiva anche nella realizzazione degli eventi culturali programmati dalla Pro Loco che li ospita, imparando in tal modo le procedure di natura burocratiche necessarie ma anche quelle di ordine strettamente pratico: ricerca degli sponsor, progettazione e organizzazione evento, etc.

15%

3 Front Office: i volontari dovranno essere messi nelle condizioni di poter fornire le informazioni necessarie ai visitatori che non conoscono il luogo (anche ai residenti) , nonché ai giovani per i quali, attraverso le scuole e non, saranno organizzati visite guidate sul territorio. Nello stesso tempo i volontari dovranno riuscire a promuovere tutto quanto si muove nel territorio di appartenenza: eventi, le produzioni locali, etc.

5%

4 Produzione e diffusione di Brochure, depliants, guide: strettamente legata all’attività di Front Office è quella della produzione e diffusione di materiale informativo, non necessariamente collegato alle attività progettuali, con la quale avranno la possibilità di conoscere a fondo il territorio in cui operano

5%

5 I volontari saranno impegnati nelle attività riportate al box 8.1 ( vedi tabelle e il diagramma di Gantt)

- Redazione di schede di rilevamento dei beni culturali per ogni singola località,

- Predisposizione di un calendario di azione che determini le visite ai proprietari dei beni,

- Raccolta e Catalogazione del materiale fotografico e documentale della comunità di appartenenza,

- Uso della strumentazione tecnologica e delle schede di rilevamento, - Predisposizione di idonea pagina web dove pubblicare le attività di

ricerca e i materiali raccolti, - Incontri periodici con olp, rlea, partner, esperti e volontari della sede

per sviluppare idee, raccogliere suggerimenti, arricchire il senso di appartenenza e ravvivare l’entusiasmo sul progetto,

Attività di Progetto L’impegno maggiore per i volontari sarà quello di seguire e partecipare attivamente alle fasi progettuali e, conseguentemente, contribuire al raggiungimento degli obiettivi specifici individuati: � Inventario sul patrimonio artistico e artigianale del Piemonte; � Realizzazione di corsi conoscitivi sull’ artigianato e sull’arte, per ragazzi

(6-17 anni) , intesi come valorizzazione dell'individuo attraverso la

50%

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riscoperta delle attitudini e dei talenti personali per il raggiungimento di una forma di autostima, con il conseguente miglioramento della qualità di vita e possibilità di inserirsi nel mondo lavorativo;

� Organizzazione e la partecipazione a mostre, convegni, dibattiti; � Divulgazione della conoscenza delle varie forme di arte e artigianato

artistico con visite guidate, e pubblicazioni nuove o aggiornamento delle esistenti;

� Coinvolgimento degli ospiti che frequentano le nostre località nel fare arte e artigianato per una maggiore conoscenza e apprezzamento delle nostre ricchezze culturali.

� Promozione delle attività e finalità progettuali attraverso l’elaborazione e l’attuazione di un piano di comunicazione e diffusione dei risultati previsti nel progetto;

A partire dal secondo mese,saranno impegnati nelle attività riportate al box 8.1 (vedi tabella descrittiva delle attività e diagramma di Gantt); in particolare : Secondo mese Si attiveranno iniziative tese sia alla promozione del progetto, attraverso una prima presentazione in pubblico delle linee fondamentali dell'oggetto della ricerca, sia attraverso una rapida ricognizione di quanto può essere utile presso la sede stessa, presso le biblioteche del paese o anche presso la biblioteca e gli archivi provinciali. Molto spazio sarà riservato ai contatti con la popolazione più anziana, depositaria di tradizioni, usi e costumi, che via via scompaiono con il venir meno di quelle generazioni, attenzionando specialmente coloro che hanno avuto esperienze lavorative e culturali nel campo artistico e artigianale. Terzo mese Proseguendo nel lavoro precedente, i Volontari faranno una ricognizione puntuale delle persone anziane, verificando presso l'Ufficio anagrafico locale la loro condizione sociale e lavorativa, proponendo loro un questionario attinente alle tematiche progettuali, al fine di poterle coinvolgere direttamente nel progetto anche per recuperare testimonianze delle tradizioni e delle vecchie usanze. Quarto e quinto mese Tenendo presenti i risultati dei questionari proposti e delle informazioni assunte, i volontari approfondiranno con i detti anziani presso le proprie dimore i temi del progetto, onde poter acquisire, se mai con l'ausilio di una video camera, le debite informazioni su quelle tradizioni orali che si intendono riscoprire e tutelare. Successivamente i Volontari invieranno alla stampa ed alle televisioni locali e/o provinciali i risultati della loro ricerca, al fine di informare adeguatamente gli organi addetti alla comunicazione e far pubblicizzare così le attività del progetto. Sesto mese Sempre con i partner si procederà ad una fase più operativa con: a) elaborazione e compilazione di schede dei beni culturali con una corretta

metodologia catalografica, b) acquisizione di competenze relative all’utilizzo di nuove tecnologie

dell’informazione e della comunicazione;

c) Sviluppo di curiosità ed educazione alla salvaguardia del patrimonio, attraverso situazioni che riproducono il mondo del lavoro

Settimo e ottavo mese

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I Volontari, accompagnati dall'O.L.P. o dal Presidente della Pro Loco, in previo accordo con i Dirigenti scolastici e con gli Docenti, che potrebbero fungere anch'essi da formatori, terranno nella scuola, durante le ore di laboratorio didattico, o in altro orario concordato, apposite relazioni e proiezioni sul lavoro fatto e sulle testimonianze recapitate. La parte più importante nella comunicazione agli allievi sarà riservata al valore del patrimonio immateriale presente nel territorio, con particolare riguardo alle sfere dell'arte e dell'artigianato, evidenziando anche tutte le iniziative (manifestazioni, eventi, ricorrenze) che si svolgono nella località e che interessano, anche se talvolta non in maniera diretta, quei beni immateriali oggetto del presente progetto. Tutte le attività predette saranno comunicate ai mezzi d'informazione onde pubblicizzare e promuovere le attività del progetto. Nono mese Saranno ripresi gli incontri con l'amministrazione comunale, i vari Enti, Associazioni e privati, che in vario modo sono interessati alla valorizzazione del patrimonio culturale; tanto affinché vi possa essere un reale coinvolgimento del territorio nell'organizzazione e successo di manifestazioni ed eventi, in cui emergono le tradizioni legate specialmente al mondo dell'arte e dell'artigianato. Il tutto ha come obiettivo nobile una serie di iniziative mirate al recupero, valorizzazione e tutela di questo patrimonio immateriale, per il quale il Salento, ed in particolare le località presenti nel progetto, è depositario di una ricca e rinomata tradizione. I volontari saranno assoluti protagonisti nelle varie iniziative, di cui cureranno la programmazione di nuovi eventi legati al patrimonio culturale immateriale, in collaborazione con le Amministrazioni Comunali e Provinciali, coinvolgendo le altre Associazioni e Operatori presenti sul territorio. In tal senso dovranno garantire l'esercizio amministrativo e progettuale, tenendo i dovuti contatti con quanti saranno chiamati a cooperare nelle varie azioni proposte e promosse e verificando anche i flussi di visitatori. Decimo mese In questo mese, che rappresenta la pre-appendice della sintesi del lavoro finale, i Volontari cureranno l'organizzazione di incontri con le Associazioni presenti sul territorio comunale al fine di illustrare l'attività progettuale, le iniziative intraprese e i risultati raggiunti. Ovviamente il lavoro fatto sarà confortato dal sostegno del proprio OLP e Formatore specifico, e sarà comunicato e pubblicizzato, almeno nei suoi contorni più importanti, presso i luoghi di forte interesse pubblico. Undicesimo mese In questa fase finale i Volontari testeranno la organicità di quanto prodotto nei mesi precedenti, curando la trasmissione dei dato con i dovuti aggiornamenti, ia mezzi d'informazione, evidenziando le attività del progetto, gli obiettivi raggiunti ed il materiale raccolto. In ciò si potranno valere anche del supporto e dell'esperienza del proprio Comitato Provinciale e Regionale. Saranno attivate anche verifiche a livello comprensoriale o provinciale sui processi attivati e sui risultati raggiunti in ogni singola sede. Dodicesimo mese L'ultimo mese sarà dedicato alla sintesi finale di quanto precedentemente espresso. Si prepareranno eventuali bozze per la pubblicazione dell'esperienza fatta, se mai cercando di coinvolgere soprattutto la locale Amministrazione pubblica. I Volontari, poi, dovranno relazionare all'OLP ed all'Ufficio Nazionale del Servizio Civile (con sede in Contrada -AV-) un anno di servizio

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sia per quanto attiene le attività progettuali, sia per quanto attiene il monitoraggio che i momenti formativi (Formazione Generale e Formazione Specifica).

6 Formazione generale e specifica: come si potrà evincere nella sezione della formazione, i volontari vivranno momenti di formazione articolati in diverse modalità: quella generale sarà centralizzata a livello provinciale, o regionale laddove sarà possibile, e quella specifica, organizzata a livello locale, anche in momenti condivisi con i colleghi delle Pro Loco limitrofe, ma anche prettamente in sede, dove il loro Olp soprattutto avrà modo di formare i ragazzi con regolarità e continuità giornaliera.

10%

7 Organizzazione di un archivio multimediale: il lavoro di archiviazione non semplice, specie per i ragazzi che si apprestano a varcare la soglia per uscire dalla dipendenza familiare. Impareranno quindi l’importanza di poter accedere ai documenti ufficiale della loro sede in maniera immediata, impareranno quanto sia importante seguire un criterio condiviso e facilmente riconoscibile.

5%

8 Promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale: tale attività sarà condivisa e realizzata con gli Enti centrali in primis ma anche localmente presso le scuole e presso i partner di progetto utilizzando i volontari e gli esperti dei partner della comunicazione presenti in progetto.

5%

In linea di massima la valutazione dei risultati raggiunti avviene con cadenza almeno mensile ad opera dell’O.L.P., il quale si accerta del raggiungimento degli obiettivi precedentemente stabiliti in coerenza con quanto previsto dal progetto; con cadenza trimestrale, ad opera della sede capofila, per una verifica più approfondita del progetto nel suo insieme. Questo raffronto permette di individuare eventuali scostamenti, ricercarne le cause, individuarne le responsabilità e predisporne gli interventi correttivi.

MONITORAGGIO

Alla fine di ogni quadrimestre, ogni volontario, con l’assistenza dell’OLP e del tutor di riferimento (se necessario) realizzerà una verifica delle attività svolte ricorrendo all’utilizzo di una apposita scheda, detta “Scheda di Monitoraggio”, appositamente predisposta dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile Unpli. Detta scheda sarà trasmessa all’Ufficio Nazionale di Servizio Civile come previsto dal Piano Nazionale di Monitoraggio. Detta scheda sarà verificata dai monitori che provvederanno ad effettuare verifiche degli obiettivi previsti e raggiunti e che redigeranno idonea sintesi per progetto.

Verifica Finale La più puntuale attenzione prestata al percorso formativo e al monitoraggio (specie quello generale) risponde peraltro, non solo alle precise indicazioni dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile che ha inteso fissare i termini per una gestione dell’esperienza di S.C. più adeguata alle esigenze di tutti gli attori coinvolti, ma anche alle esigenze del nostro Ente che vuole far si che l’esperienza e il senso di appartenenza maturato nell’anno favorisca la permanenza dei volontari nelle sedi non solo per continuare le attività intraprese, ma anche e soprattutto perché essi diventino attori e protagonisti del nostro mondo associativo, oltre che della società più in generale.

A tale riguardo e al termine del progetto i Volontari produrranno un “documento” cartaceo e/o multimediale che rappresenta la Relazione consuntiva del Progetto stesso e nella quale vengono descritte le attività svolte, illustrandone le varie fasi ed allegando tutto il materiale prodotto per il raggiungimento degli obiettivi prefissati e, appunto, la volontà di continuare a operare nell’ente con gli stessi obiettivi del progetto (che poi sono gli obiettivi del nostro Ente e delle nostre Sedi).

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Si richiederà, altresì, all’Operatore Locale di Progetto ed ai Volontari un giudizio attraverso un Questionario semistrutturato sull’esperienza fatta e sui suggerimenti da proporre per il miglioramento continuo del Progetto.

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9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 10) Numero posti con vitto e alloggio: 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 12) Numero posti con solo vitto:

13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :

15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:

Ai/alle volontari/ie è richiesto in primis il rispetto delle norme sulla privacy Poi la disponibilità: - alla flessibilità nell’orario giornaliero e nella possibile variazione dell’articolazione settimanale del servizio (es. 6 giorni anziché 5) con possibilità anche di impegno festivo secondo le esigenze progettuali, - a spostamenti nell’ambito delle diverse situazioni operative, con oneri a carico dell’ente, per eventuali manifestazioni culturali programmate nell’ambito del progetto stesso, - ad operare anche su lavoro festivo Flessibilità oraria, lavoro festivo, disponibilità a viaggiare e a dimorare fuori sede

34

0

34

0

1.400

6

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16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato:

N. Sede di attuazione del

progetto Comune Indirizzo

Cod. ident. sede

N. vol. per sede

Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Nominativi dei Responsabili Locali

di Ente Accreditato

Cognome e nome Data di nascita

C.F. Cognome e nome

Data di nascita

C.F.

1 PRO LOCO TORINO TORINO VIA SAN DONENICO 28

13983 2 GLORIO SERENA 30/04/85 GLRSRN85D70L219U

2 PRO LOCO ROBURENT

ROBURENT VIA PROVINCIALE 174

73304 2 COSTA VIVIANA

08/11/64 CSTVVN64S48D969E

3 PRO LOCO

CARBONARA CARBONARA

SCRIVIA PIAZZA DON GOGGI 1

98140

2 D’AMATO ANGELO

13/11/55 DMTNGL55S13E147F

4 PRO LOCO COAZZE COAZZE VIA MATTEOTTI 2

590

2 VIGNI PAOLO

10/01/42 VGNPLA42A10E020Z

5 PRO LOCO

FRANCAVILLA BISIO

FRANCAVILLA B. VIA ROMA 10 39839

2

BAGNASCO GIANNA 12/04/55 BGNGNN55D52D759Q

6 PRO LOCO

MONCALIERI MONCALIERI

VIA SAN MARTINO 489

12933 2 BURDESE

CARLO 23/03/51 BRDCRL51C23B11X

7 PRO LOCO POZZOLO

FORMIGARO

POZZOLO FORMIGARO

PIAZZA CASTELLO 1

98211

2 ACERBI

ALESSANDRA 02/05/64 CRBLSN64E42A182E

8 PRO LOCO

PRATOLUNGO GAVI VIA PRATOLUNGO 106

98212

2 REPETTO

AGOSTINO MARIO

01/08/57 RPTGTN57M01D944P

9 PRO LOCO SAN CRISTOFORO SAN CRISTOFORO

PIAZZALE CARPANETO SPINOLA 3

39871

2 TANCREDI SILVANA 27/02/64 TNCSVN64B67D969K

10 PRO LOCO

VICOFORTE VICOFORTE VIA ROMA 24

73310

2 ORLANDINI

MARIA GRAZIA 25/03/46 RLNMGR46C65I110C

11

12

13

PRO LOCO RIVAROLO RIVAROLO

PIAZZA LITISETTO

38864 2

VITTONE MARINA 22/01/71 VTTMRN71E62H340V

14 PRO LOCO CANDELO

CANDELO PIAZZA CASTELLO 16

29770 2 POZZO GIANNI

09/01/47 PZZGNN47A08B586J

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15 RIVOLI

RIVOLI VIA CAPRA 27 12934 2 MAZZOCCO CLAUDIA

21/3/59 MZZCLD59C61I258P

16 PRO LOCO CASELLE TORINESE

CASELLE TORINESE VIA MADRE TERESA DI CALCUTTA

39825 2 FRAND GENISOT

Giovanni 17/06/59 FRNGNN59H17L219C

17 PRO LOCO GHEMME

GHEMME PIAZZA CASTELLO 57/A

23708 2

FERRARIO ELENA

31/3/80 FRRLNE80C71L669B

18

PRO LOCO GALLIATE

GALLIATE PIAZZA MARTIRI DELLA LIBERTA, 18

7904

2

GIANOLI LUIGI 13/07/43 GNLLGU43L13E514Z

19 PRO LOCO SAN

MICHELE MONDOVI

SAN MICHELE MONDOVI’

VIA ROMA 1 862 2

BONA EDOARDO

24/05/67 BNODRD67E24I037F

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17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

Le Pro Loco inserite nel Progetto, ognuna nell’ambito del territorio di appartenenza, intendono avviare un percorso di promozione e diffusione delle proprie attività ed in particolare di quelle per le quali, attraverso il Progetto , viene offerta l’opportunità ai giovani di un anno di Volontariato. Si vuole, da un lato, trasmettere ai giovani il significato ed i contenuti del Servizio Civile Nazionale: “dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico inteso come impegno per il bene di tutti e di ciascuno e quindi come valore della ricerca di pace” e, dall’altro, collegare il progetto stesso alla comunità locale in cui i volontari prestano servizio, in modo da sensibilizzarla attraverso un naturale processo di promozione del Servizio Nazionale Civile. La nostra visione è quella di una persona che da il meglio e il peggio di sé a seconda delle circostanze e delle sollecitazioni culturali del contesto in cui opera, degli incontri con gli altri, delle occasioni che gli si danno per sperimentare e conoscere meglio se stesso. Presso di noi i giovani possono ri-trovare riferimenti e orizzonti più vasti, sperimentare i sentimenti e imparare a farne buon uso in modo da avviarsi ad una responsabilità consapevole verso la propria comunità e ad un amore sensibile per il proprio territorio, la propria storia, la propria tradizione. Per promuovere il servizio civile e per sensibilizzare i giovani alle attività di volontariato, l’Unione Nazionale delle Pro loco d’Italia seleziona i valori e le informazioni che l’organizzazione non profit intende veicolare. In coerenza con i contenuti elaborati e con il target da raggiungere, individua inoltre le azioni e gli strumenti di comunicazione, necessari alla campagna d’informazione delle iniziative progettuali. Questa ultima, articolata in ventiquattro ore d’attività, è costituita sia dalla comunicazione mediata, che da quella diretta. La promozione e la sensibilizzazione del servizio civile prevede, infatti, il ricorso ai mezzi di comunicazione, sia tradizionali sia on line, a diffusione locale, provinciale e regionale (Giornali e periodici anche di produzione interna dell’UNPLI quali Organi delle Pro Loco e dei Comitati). Ma privilegia soprattutto la comunicazione interpersonale, dedicando ben dodici ore al coinvolgimento di studenti specialmente delle scuole di secondo grado. I volontari di SC, a tale proposito, predisporranno articoli, newsletter, comunicati stampa e aggiornamenti URL inviati ai partner e agli organi di stampa e, in primo luogo, ai partner della comunicazione che nel presente progetto sono

Saranno previsti, inoltre, attività informative che prevedono soprattutto due iniziative:

1) Premio Nazionale “PAESE MIO”è un progetto divulgativo che, intende mettere a fuoco, di volta in volta, i fini cari alla passione territoriale delle Pro Loco , affinché siano maggiormente sviluppate e approfondite le tematiche legate al proprio “paese”. Si auspica, inoltre, che la libertà di approccio possa favorire l’inserimento del Premio Letterario nell’ambito della normale attività didattica delle scuole; in questa chiave il Premio stesso, quindi, va percepito come un’ulteriore opportunità offerta alle scuole nella conoscenza di alcuni aspetti etici e formativi che il Servizio Civile Nazionale, attraverso gli Enti come l’UNPLI, accreditati in prima classe all’Ufficio Nazionale per il Sevizio Civile presso la Presidenza del Consiglio, intende proporre alle nuove generazioni come esempio di “cittadinanza attiva” e difesa non armata della Patria.” (Stralcio dell’allegato bando). Tale iniziativa ha già ottenuto il Patrocinio dell’UNSC (prot. UNSC/32036/I’ del 28/09/2009, quello del MIUR (prot AOOUUFGAB n. 8495/GM del 7 Ott. 2009) nonché il prestigioso riconoscimento della Presidenza della Repubblica con assegnazione della medaglia del Presidente della Repubblica ( prot. SCA/GN 1201-3 del 28/10/2009) che si allegano; 2) percorso informativo-formativo sul Servizio Civile rivolto alle scuole secondarie di secondo grado che ha avuto il riconoscimento del MIUR attraverso l’Ufficio scolastico regionale della Campania con nota n. MIURAOODRCA.UFF.8/4129/U del 9 Marzo 2009 (che si allega). Inoltre, attraverso la redazione di comunicati stampa, l’organizzazione di conferenze stampa e la realizzazione di newsletter istituzionali, l’Unpli veicola le informazioni ai mass media, mentre attraverso incontri e dibattiti avvicina i giovani al servizio civile. Per di più, questi ultimi possono reperire il materiale informativo non solo presso le sedi attuative del servizio civile, ma anche presso biblioteche, centri culturali, punti Informagiovani e uffici per le relazioni con il pubblico, istituiti dalle

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pubbliche amministrazioni. Lo scopo è quello di trasmettere ai ragazzi tutte le notizie utili per intraprendere il percorso formativo e di far comprendere loro l’importanza del dovere di solidarietà, quello del valore della democrazia e, non ultimo, quello del principio di cittadinanza attiva. L’Unpli e le sedi del servizio civile puntano inoltre a rafforzare l’appartenenza territoriale, pianificando, in occasione dei principali eventi, convegni e tavole rotonde in cui coinvolgere i partner, gli enti e le associazioni presenti sul territorio. Attività progettuale che vedrà l’impegno dell’organizzazione per altre otto ore. Le restanti quattro ore sono state programmate: due per la conferenza stampa di apertura della campagna informativa e due per quella di chiusura, e quindi di report finale. Al fine di ottenere una visione complessiva delle iniziative da intraprendere, è stato ritenuto opportuno schematizzare i passaggi fondamentali della campagna di comunicazione..

Attività Istituzioni coinvolte Timing Supporto

informativo Ore impegnate

Convegni e tavole rotonde in occasione delle principali manifestazioni

Partner, Enti comunali, sovracomunali, provinciali e regionali Associazioni presenti sul territorio

da approvazione progetti ad avvio al servizio

brochure, opuscoli e newsletter 8

Allestimento di stand per distribuire materiale informativo

Partner, Enti comunali, sovracomunali, provinciali e regionali Associazioni presenti sul territorio

da approvazione progetti ad avvio al servizio

brochure, opuscoli e newsletter

2

Conferenza stampa per far conoscere i punti principali del bando di selezione

Partner, Amministrazione comunale

Maggio/Giugno 2016 comunicati stampa e cartella stampa 2

Incontri e dibattiti presso tutte le scuole di secondo grado, redazione di intese istituzionali con i partner etc

Istituti scolastici, enti vari, associazioni etc

da approvazione progetti a conclusione anno scolastico di riferimento

brochure, opuscoli e newsletter 8

Comunicati stampa destinati ai media provinciali e regionali

Nessuna da approvazione progetti ad avvio al servizio

fotografie e dati statistici

////////////////

Interviste e speciali tv e radio provinciali/regionali

Amministrazione comunale da approvazione progetti a selezioni

//////////////// 2

Articoli e speciali su “Arcobaleno” (house organ Unpli)

Nessuna

da approvazione progetti a conclusione anno scolastico di riferimento

//////////////// ////////////////

Informazioni on line sul sito ufficiale

Nessuna

da approvazione progetti a conclusione servizio civile

//////////////// ////////////////

Conferenza stampa per rendicontare l’attività progettuale

Amministrazioni comunale Fine Servizio Civile comunicati stampa e cartella stampa 2

Totale ore impegnate 24

Per garantire l’efficienza e l’efficacia della campagna di informazione e di sensibilizzazione, l’Unpli e le singole sedi in progetto pianificano infine le attività promozionali da porre in essere. Così, nella seguente tabella sono riportati, nel dettaglio, i mezzi e gli strumenti di comunicazione, e le figure

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professionali di cui l’organizzazione si avvale a titolo di volontariato in gran parte, con supporto di professionisti ed esperti in misura ridotta.

18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:

Si rinvia al sistema di selezione dell’UNPLI Nazionale NZ01922 verificato dall’U.N.S.C. in sede di accreditamento

19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento

SI Si rinvia al sistema di selezione dell’UNPLI Nazionale NZ01922 verificato dall’U.N.S.C. in sede di accreditamento

20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto:

Si rinvia al sistema di monitoraggio dell’UNPLI Nazionale NZ01922 verificato dall’U.N.S.C. in sede di accreditamento .

21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento:

SI Si rinvia al sistema di monitoraggio dell’UNPLI Nazionale NZ01922 verificato dall’U.N.S.C. in sede di accreditamento

22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti

dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:

- Diploma di maturità

23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del

progetto:

Tutte le strutture periferiche dell’UNPLI, le Pro Loco di: PRO LOCO CAREZZANO(AL) PRO LOCO FRANCAVILLA BISIO (AL) PRO LOCO PRATOLUNGO(AL) PRO LOCO POZZOLO FORMIGARO(AL) UNPLIPIEMONTE SEDE DI TORTONA (AL) PRO LOCO NIZZA MONFERRATO (AT) PRO LOCO CANDELO (BI) PRO LOCO GALLIATE (NO) PRO LOCO ROBURENT (CN) PRO LOCO VICOFORTE(CN) PRO LOCO CANISCHIO(TO) PRO LOCO COAZZE(TO) PRO LOCO MOCALIERI (TO) PRO LOCO RIVAROLO CANAVESE(TO) PRO LOCO RIVOLI(TO) UNPLIPIEMONTE SEDE DI CAVOUR (TO)

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prevedono l’investimento di risorse economiche adeguate a sostenere e qualificare la progettazione, la gestione e soprattutto la formazione specifica dei volontari per il Servizio Civile. In particolare l’investimento economico sarà finalizzato ad incrementare le risorse strumentali non obbligatorie e le risorse tecniche e professionali per la formazione specifica, nonché la partecipazione a manifestazioni ed eventi programmati e realizzati dall’UNPLI e dalle sue strutture periferiche quali i Comitati regionali e/o provinciali. Va anche considerata la necessità di stipulare delle polizze assicurative per gli OLP e rimborsi spese per viaggi e missioni dei Volontari e degli OLP. Nella specie si rappresenta l’investimento sotto riportato per ogni singola sede.

24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):

I Partner dell’UNPLI (come da allegate copie delle intese) hanno tutti un ruolo di rilievo nella realizzazione del progetto in particolare nella promozione e attivazione delle attività previste. Detti partner saranno utilizzati non solo nelle attività dei progetti locali quali coordinatori della “rete” dei partner, ma anche su quelle di interesse provinciale specie sulla promozione del SC, delle iniziative di aggiornamento delle risorse umane del SC quali OLP, SELETTORI, FORMATORI SPECIFICI e FORMATORI GENERALI), di promozione del SC, di sostegno alle attività di produzione elaborati etc. PARTNER REGIONALI PROFIT Testata Giornalistica ”IN NOVITATE” , sede Novi Ligure via Garibaldi 12, CF 92005170060metterà a mettere a disposizione le proprie strutture immobili (Aule congressuali, Salette etc) e tecnologiche (centro multimediale, attrezzature di videoproiezioni etc); fornirà assistenza organizzativa e operativa con proprio personale esperto, tecnico e ausiliario;renderà accessibili i volontari al proprio archivio documentale per favorire acquisizione documentale per ricerche e dati, inoltre : spazi redazionali e informativi per la promozione del progetto e attività ad esso legate, pubblicazione di comunicati stampa e newsletter, guida alla compilazione degli stessi, archivi anche multimediali per ricerche e dati, accessi ad internet, assistenza etc e personale esperto: il tutto per consentire ai volontari di Servizio Civile la ricerca e l’approfondimento sulle tematiche afferenti al progetto NO-PROFIT

- Associazione Culturale Savin - Osservatorio del Paesaggio Alessandrino ONLUS, Viale dell’Abazia Tortona CF 94018970064 - Società di Mutuo Soccorso “La Fratellanza”, Via Guasco Francaqvilla Bisio, CF

MZZMRA53D07F965P - Associazione “Modoqui”, Via Dante 13, Mondovì,

- metteranno a disposizione le proprie strutture immobili (Aule congressuali, Salette etc) e tecnologiche

(centro multimediale, attrezzature di videoproiezioni etc); fornire assistenza organizzativa e operativa con proprio personale esperto, tecnico e ausiliario;rendere accessibili i volontari al proprio archivio documentale per favorire acquisizione documentale per ricerche e dati.

- Il “Santuario della Natività di Maria SS” di Vicof orte

mette a disposizione le proprie strutture immobiliari e tecnologiche e rende accessibile i volontari al proprio archivio documentale per favorire ricerche e dati, Schede inventariali per catalogo e precatalogo, materiali di consumo necessari etc

PARTENR TERRITORIALI PARTE PUBBLICA:

- i Comuni di

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• Pozzolo Formigaro,

• Francavilla Bisio,

• Vicoforte,

• Roburent

- metteranno a disposizione le proprie strutture immobiliari e tecnologiche ed il personale tecnico e ausiliario. Inoltre, rende accessibile ai volontari i proprio archivio documentale per favorire le ricerche oltre all’accesso alla banda larga e all’uso di materiale d’ufficio.

- Scuola Paritaria “A Girioldi” mette a disposizione le proprie strutture immobiliari e tecnologiche e rende accessibile i volontari al proprio archivio documentale per favorire ricerche e dati;

25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

Ciascuna Sede di servizio e/o Ente interessato dispone di risorse tecniche e strumentali necessarie ed adeguate per l’attuazione degli obiettivi fissati nelle voce 7 ed alle azioni previste alla voce 8 del progetto. Tutte le risorse, tecniche e strumentali, saranno messe a disposizione dei Volontari con modalità e tempi differenti a seconda delle Sedi coinvolte e delle specifiche azioni di Progetto. Le risorse tecniche saranno - a) Messe a disposizione dall’Ente (e quindi ordinarie): b) Messe a disposizione dai partner (e quindi straordinarie) Le risorse materiali tecniche e strumentali che saranno disponibili per ogni sede sono : - 1 stanza come base operativa per gli operatori e per gli incontri di equipe - 1 computer per la gestione dei dati - 1 telefono fissi -- 1 fax - 1 stampante - 1 fotocopiatrice - 1 registratore a cassette ‐ 1 connessione Internet ADSL e posta elettronica, ‐ materiale di cancelleria A livello di Comitato regionale UNPLI PIEMONTE sedi di Tortona e Cavour: - 1 telefono fisso - 1 fax - 1 stampante multifunzioni e scanner - 1 fotocopiatrice - 1 macchina fotografica - 1 telecamera ‐ 1 computer per la gestione dei dati postazioni per connessione Internet ADSL e posta elettronica, ‐ materiali vari di consumo -1 lettore DVD e Cassette VHS Le risorse strumentali sia locali che regionali saranno costituite da: - risorse ordinarie quali locali lavoro, scrivanie, posta elettronica, etc - risorse straordinarie quali banca dati centralizzata, connettività internet, laboratori

multimediali,link di collegamento con i siti URL di partners del progetto, giornale periodico nazionale (l’Arcobaleno d’Italia), materiale informativo vario e soprattutto una dispensa informativa-formativa su cartaceo con argomenti della formazione , ricerca dati e statistiche su

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attività inerenti la realizzazione del Progetto,nonché materiale informativo sul Servizio Civile in generale.

Per migliorare l’offerta relativa alle risorse tecniche, saranno utilizzate anche risorse professionali esterne avvalendosi delle risorse economiche aggiuntive di cui al punto 24 Sono previste varie fasi di utilizzazione di dette risorse tra cui le principali: Fase propedeutica - Pareri e consulenze tecniche per la progettazione/raccolta dati - Ufficio ed attrezzature sede nazionale e sede regionali UNPLI - Materiali per pubblicizzazione e diffusione bandi, progetto - Realizzazione di materiale didattico-informativo ad uso dei volontari Fase attuativa - Uffici ed attrezzature delle sedi descritte (terminale, fax, telefono). - Aule attrezzate aventi requisiti di sicurezza ai sensi della legge 626 per l’effettuazione di

seminari formativi. - Ritrovi residenziali per l’effettuazione dei fine settimana formativi, dotati dei comfort

necessari per l’alloggiamento. Ad uso personale: - Cartella informativa e cancelleria per gli incontri, inclusa la Carta Etica, copia del progetto,

mansionario. - Cartella con diario dei servizi effettuati e degli spostamenti. - Cartella annotazione orari di servizio con firme OLP. - Schede di autovalutazione - Pubblicazione, curata dall’Unpli, contenente i saggi redatti dai vari formatori nazionali

riguardo il loro specifico settore di intervento, per fornire un supporto didattico-informativo ai volontari.

- Le dispense in parola permetteranno ai volontari l’ effettuazione di counselling a distanza , in modo che possano confrontarsi personalmente con i formatori-relatori anche attraverso un servizio di consulenza a distanza via E-mail agli indirizzi di posta elettronica forniti dai formatori stessi e riportati nelle singole relazioni.

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI

26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:

27) Eventuali tirocini riconosciuti :

28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio,

certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:

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L’UNPLI, già riconosciuta associazione di Promozione Sociale ai sensi della L.383/2000, provvederà al rilascio di certificazione relativa all’attività svolta. Sono avviati, inoltre, contatti con Ministero dei Beni e Delle Attività Culturali, con Regioni, Università, Associazioni di categoria e, Società di lavoro interinale allo scopo di portare a riconoscimenti della suddetta certificazione sia in relazione ai curricula vitae che a crediti formativi. Il volontario oltre alla crescita umana individuale certa, acquisirà conoscenze su particolari aspetti della nostra società, soprattutto legati al vasto mondo del “non profit” e del Terzo Settore che, soprattutto oggi, sta assumendo un ruolo strategico notevole sia per la vastità che per la qualità dei servizi che offre. In particolare svilupperà capacità operative su: - a. progettazione e realizzazione di interventi di animazione culturale; - b. capacità relazionali e di gestione di Uffici aperti al pubblico; - c. capacità di ideazione, realizzazione e gestione di eventi, iniziative; - d. capacità di raccolta documentale e relativa elaborazione per una ottimale gestione delle

risorse culturali ed ambientali del territorio; - e. conoscenze teoriche e pratiche utili a una comunicazione di successo delle tematiche

turistiche e culturali; - f. sensibilità mediatica e le conoscenze necessarie per l'elaborazione di rassegne stampa

tematiche; - g. conoscenze teoriche e pratiche sui sistemi informatici e sulle modalità operative

Windows e office. - h. utilizzo delle strumentazioni d’ufficio anche per classificazione e archiviazione

documenti. Nel contempo, attraverso un percorso guidato (tutoraggio, formazione etc), trarrà le motivazioni per un più determinato ed efficace inserimento produttivo nel mondo del lavoro. A fine progetto, il volontario, avrà acquisito strumenti necessari per comprendere meglio la vita e orientarsi con più praticità in una società moderna e complessa come quella odierna; avrà appreso a:

- i. migliorare i rapporti relazionali con se stessi e con gli altri, - j. prendere coscienza che realizzare le proprie aspirazioni è sempre possibile se si diventa

padroni dei propri comportamenti e delle proprie reazioni emotive, dei propri contesti sociali, del proprio passato e presente o dei propri progetti per il futuro.

Fondamentale per ogni volontario diventerà il proprio SAPER ESSERE perché esso è l’elemento che valorizza gli altri saperi (conoscenze e abilità) e consente di sfruttare al meglio le poche o le tante opportunità che offrirà il futuro a questi giovani.

Dette competenze saranno certificate e riconosciute dall’UNPLI NAZIONALE e dalle sue diverse ramificazioni nonché dagli enti:

Dette competenze saranno certificate e riconosciute da: - UNPLI NAZIONALE, - IBIS Project, srl, azienda profit per supporto a Pubbliche Amministrazioni, Imprese, No-Profit etc. per lo sviluppo e la realizzazione di progetti di razionalizzazione ed ammodernamento organizzativi e gestionali, - PROLOCANDO SAS, azienda profit per supporto a Pubbliche Amministrazioni, Imprese, No-Profit etc. per lo sviluppo e la realizzazione di progetti di razionalizzazione ed ammodernamento organizzativi e gestionali; progettazione, realizzazione e gestione di eventi etc - UNIPOL , azienda leader delle Assicurazioni Nazionali come determinato nell’allegata nota completa dei progetti di riferimento UNPLI comprensivi del presente.

Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione:

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- SEDI REGIONALI UNPLI TORTONA (AL) – SEDE UNPLIPEMONTE

- RIVAROLO C.SE (TO) 30) Modalità di attuazione:

La formazione viene effettuata in proprio avvalendosi di tutor e formatori dell’Ente a titolo volontario e delle risorse tecniche di cui al punto 26. Questi saranno affiancati, in maniera sensibilmente inferiore, da Docenti Esterni ed Esperti, anche su base professionale, attraverso la realizzazione di Seminari di Studio e approfondimento. L’intervento formativo si sviluppa in più fasi, attraverso un continuo scambio tra esperienza e momenti didattici, nel corso di tutto il periodo in cui i volontari svolgono il Servizio Civile. Nella fase iniziale i Volontari ricevono per lo più informazioni e conoscenze necessarie per interpretare correttamente il ruolo richiesto, conoscere gli aspetti etici e giuridici del SC ed inserirsi rapidamente ed efficacemente nel nuovo ambiente lavorativo, adeguandosi alle regole formali ed informali, con particolare riguardo alla cultura organizzativa delle Pro Loco e dell’U.N.P.L.I.. Nelle fasi intermedie, il processo formativo si sofferma su aspetti relativi alla verifica della esperienza in corso, in cui i partecipanti svolgono un ruolo più attivo rispetto alla prima fase, sia in termini di una presa di coscienza e di rielaborazione delle informazioni acquisite, sia in termini propositivi circa eventuali correttivi da apportare alle modalità di realizzazione dell’attività. A prescindere dai momenti formativi “ufficiali” , nel corso dell’anno i volontari saranno seguiti costantemente nella formazione per gli ambiti dei beni culturali, dell’uso degli strumenti informatici e del WEB, nella conoscenza della gestione amministrativa, nella realizzazione di reti di rapporti relazionali etc. Nella fase conclusiva è previsto un momento finale di verifica sul lavoro svolto, finalizzato a rilevare gli apprendimenti, il gradimento da parte dei Volontari ed il livello di rispondenza alle aspettative iniziali.

31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:

SI UNPLI NAZIONALE NZ01922

32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La formazione generale dei volontari prevede il rispetto delle Linee Guida indicate dalla cir. 4 Aprile 2006 richiamate dalla Circolare 24 Maggio 2007 prot. UNSC / 21346/II.5

Avrà una durata di 42 ore, distribuite in : - ORDINARIE n. 30 ore - AGGIUNTIVE n. 12 ore Tale formazione sarà erogata con l’utilizzo di diverse metodologie così previste: Lezioni frontali I/le formatori/formatrici si avvarranno di esperti della materia trattata; i nominativi degli esperti saranno indicati nei registri della formazione a cui verranno allegati i curricula vitae che saranno resi disponibili per ogni richiesta dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile; Dinamiche non formali Si attiveranno dinamiche di gruppo tese a valorizzare le singolarità dei Volontari che, una volta inserite

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nel contesto complessivo del gruppo, diventeranno patrimonio generale e parametro di valutazione della crescita singolare e collettiva. Particolare attenzione sarà posta alle tematiche del T.group e dell’esercitazione, dei giochi di ruolo e dell’outdoor training, e, in via più generale, sia delle tecniche di apprendimento che dei tipi di esperienze riconducibili alla formazione alle relazioni in gruppo e di gruppo. Formazione a distanza Sarà utilizzato un sistema software adeguato con una “piattaforma”che permetterà la gestione a distanza di corsi di formazione, a seconda delle necessità su una o più classi, monitorati da appositi tutor. Tali percorsi formativi saranno integrati da test di autovalutazione del grado di apprendimento raggiunto; particolare attenzione sarà posta alla realizzazione di una piattaforma che possa contenere percorsi off-line, avendo particolare cura nel permettere una fruizione dei contenuti rapportabile all’eccellenza del singolo volontario. ORE FORMAZIONE ORDINARIE Per tutti i percorsi non saranno superate le 25 unità per aula/gruppo ed i programmi saranno adattati con la previsione di percorsi frontali pari al 50% (15 ore) delle 30 ore previste per la realizzazione dei moduli formativi con particolare attenzione verso l’approfondimento delle tematiche indicate dai moduli 3) 4) e 8) dell’Allegato alle linee guida dell’Ufficio. Il ricorso alle tematiche non formali, invece, vedrà l’impegno temporale del 20% delle ore di formazione (6 ore); mentre il restante 30 % (9 ore) sarà utilizzato per la formazione a Distanza Particolare attenzione si avrà nella distribuzione di materiale didattico e dispense; a tale proposito verrà utilizzato il materiale fornito dall’Ufficio arricchito e integrato da materiale prodotto da quest’Ente - lezioni frontali , momento di formazione d’aula tradizionale, teso a trasferire contenuti

prettamente teorici; - proiezioni video- lavagna luminosa, con lo scopo di rinforzare la comunicazione ed

agevolare gli apprendimenti; - simulazioni in aula, destinate alla trasmissione di tecniche e strategie operative; - lavori di gruppo , verranno realizzati in ambiti provinciali e/o regionali dei seminari di

studio e approfondimento tematico degli aspetti generali con rimborsi spese ai volontari e agli OLP,mirati all’apprendimento di sistemi di lavoro in team e allo sviluppo della propensione alla collaborazione fra i volontari; le tecniche all’uopo utilizzate comprendono la sinottica e il metodo dei casi, il T-group e l’esercitazione, i giochi di ruolo e l’outdoor training;

- brainstorming , tecnica per far riflettere, raccogliere più idee, più dati possibili sull’attività in essere;

- colloqui personali, mirati ad approfondire particolari aspetti e risolvere eventuali problematiche;

- formazione a distanza, i Volontari potranno accedere al percorso formativo, sotto il controllo dei Tutor, attraverso un’area dedicata e realizzata ad hoc all’interno del sito www.serviziocivileunpli.it; la piattaforma sarà basata su sistema operativo MS Windows XP Server e utilizzerà database Microsoft SQL Server 2005 e linguaggio Microsoft Net con contenuti disponibili a seconda della connessione dell’utente. In particolare saranno consultabili interi corsi in formato video (QuickTime) e in formato eBook (PDF), chat per discussioni in tempo reale sia pubbliche che private, forum, newsgroup e test di auto apprendimento e valutazione e countselling a distanza con i formatori.

- questionari di valutazione, destinati a verificare il grado di assimilazione dei concetti. ORE FORMAZIONE AGGIUNTIVE Sarà utilizzata la stessa metodologia delle ore ordinarie ma si prevede l’approfondimento di tematiche legate ai moduli 7, 9, 10 e 11 dell’Allegato alle Linee Guida per la formazione indicate dall’Ufficio, in modo da rendere il volontario più sensibile al territorio di appartenenza e alle peculiarità dell’Ente che lo accoglie; per i percorsi non saranno superate le 25 unità per aula/gruppo ed i programmi saranno

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adattati con la previsione di percorsi frontali pari al 50% (6 ore) delle 12 ore previste. Il ricorso alle tematiche non formali, invece, vedrà l’impegno temporale del 20% delle ore di formazione (2h e 30 mt); mentre il restante 30 % (3h e 30 mt) sarà utilizzato per la formazione a Distanza I docenti potranno avvalersi dell’utilizzo di strumentazioni didattiche di diverso tipo, quali, ad esempio :

- P.C. - Video Proiettore - T.V. e videoregistratore - Lavagna luminosa - Lavagna a fogli mobili

Ai partecipanti verranno forniti dispense e supporti didattici per consentire la massima comprensione dei concetti trasmessi e favorire gli opportuni approfondimenti .

33) Contenuti della formazione:

Visto il D.M 3 Agosto 2006, GURI n° 202-Supplemento Ordinario n° 189 del 31 Agosto 2006) ed in riferimento alla Circolare 4 Settembre 2003, prot. UNSC 807/II/I concernente: “Formazione dei volontari in servizio civile nazionale ai sensi della legge 6 marzo 2001, n. 64 ”nonché alle “Linee guida per la formazione dei giovani in servizio civile nazionale” dettate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio Nazionale per il Servizio Civile in data 4 aprile 2006 prot. 18593/I, e richiamate dalla Circolare 24 Maggio 2007 prot. UNSC / 1346/II.5. , la formazione generale dovrà essenzialmente: - fornire ai giovani gli strumenti per vivere correttamente l’esperienza del Servizio Civile; - sviluppare all’interno degli Enti la cultura del Servizio Civile; - assicurare il carattere unitario, nazionale del Servizio Civile. Per raggiungere questi obiettivi, la formazione sarà articolata in 2 Fasi per complessive n. 42 ore.

Prima Fase Fase Ordinaria della durata di n. 30 ore

Seconda Fase Fase aggiuntiva della durata di n. 12 ore

La prima Fase, a sua volta è suddivisa in 11 moduli , così articolati : 1) L’identità del gruppo in formazione Si tratta di una fase propedeutica alla formazione vera e propria, durante la quale il formatore, partendo dai concetti di “patria”, “difesa senza armi”, “difesa non violenta”, ecc, lavorerà alla definizione di un’identità di gruppo dei Volontari in Servizio Civile. 2) Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale : evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà Il punto di partenza del percorso formativo riguarda l’art.1 della legge 64/2001 e la Carta Costituzionale (artt. 2, 3, 4, 5, 9, 11, 52). In particolare: Difesa della Patria come diritto/dovere Costituzionale ed i vari modelli e forme di difesa; Diritti Umani, Civili e Sociali – panoramica sui diritti con particolare riferimento a quelli che riguardano le persone disabili; Principi fondamentali della Costituzione Italiana e le diverse forme di partecipazione attiva. 3) Il dovere di difesa della Patria La fase successiva riguarda la conoscenza del percorso storico del Servizio Civile (Legge n. 230/98): Il significato del Servizio Civile; Servizio Civile, Obiezione di Coscienza e Difesa della Patria – aspetti etici, storici, giuridici, dal 1948 ad oggi;

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I valori nella storia del Servizio - Nonviolenza e formazione della pace – principi generali della nonviolenza, concetti, idee, metodologie ed alcune esperienze di costruzione del legame di pace tra i popoli. 4) La difesa civile non armata e non violenta Tratta il concetto di difesa civile o difesa non armata. Si approfondiranno le seguenti tematiche: Cenni storici di difesa popolare non violenta; La pace e i diritti umani alla luce della Costituzione Italiana, della Carta Europea e degli ordinamenti delle Nazioni Unite; Sentenze della Corte Costituzionale nn. 164/85, 228/04, 229/04 e 431/05; La gestione del conflitto – saper riconoscere il conflitto nella relazione; Forme attuali di realizzazione della difesa alternativa sul piano istituzionale, di movimento e della società civile (gestione e trasformazione nonviolenta dei conflitti, prevenzione della guerra, peacekeeping, ecc.) 5) La protezione civile In questo modulo saranno fornite informazioni sulla protezione civile , con particolare riguardo ai seguenti aspetti : - Difesa della Patria correlata a difesa dell’ambiente, del territorio e delle popolazioni ; - Previsione , identificazione e prevenzione rischi ; - La conoscenza e la difesa del territorio ; - Sicurezza sul lavoro – interventi di primo soccorso . 6) La solidarietà e le forme di cittadinanza Si analizzeranno : I principi di solidarietà sociale e di libertà ed uguaglianza; Povertà e sottosviluppo a livello mondiale ; La Cittadinanza – concetto di cittadinanza, principi, dimensioni pratiche, concrete, storiche; Cittadinanza attiva, per trasferire ai volontari il senso del servizio civile come anno di impegno, di condivisione e di solidarietà; Sussidiarietà e relative competenze di Stato, Regioni, Province e Comuni nei vari ambiti in cui opera il servizio civile (non tralasciando il ruolo delle ASL, le municipalizzate, i consorzi, le società dei servizi, la Questura, la Prefettura,….) ; Correlazioni tra le problematiche locali e le dinamiche di dimensione globale ; 7) Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato Punto cardine di questa fase è l’accostamento del termine “civile” al “servizio”; partendo dal concetto di cittadinanza si qualifica il significato dell’impegno dei giovani nel Volontariato: Le affinità e le differenze tra le varie figure che operano nel territorio ; Approfondimento sul significato del termine “civile” in relazione con il termine “servizio” ; Nonprofit, terzo settore; 8) La normativa vigente e la Carta di impegno etico In questo modulo verranno illustrate : Le normative vigenti sul servizio civile che interessano in particolar modo al Volontario; La Carta Etica, diritti e doveri dei Volontari, “senso di appartenenza” ,doveri degli Enti; 9) Diritti e doveri del Volontario del Servizio Civile Questo momento formativo, strettamente collegato al precedente, riguarda più da vicino il Volontario: Il Volontario nel Servizio Civile Nazionale – ruolo, diritti e doveri; Lettura di Circolari e documenti che riguardano il rapporto tra Enti e Volontari . 10) Presentazione dell’Ente Riguarda l’Ente accreditato cioè le Pro Loco e l’UNPLI: La storia delle Pro Loco e la nascita dell’U.N.P.L.I. ; Leggi , normative di riferimento per le Pro Loco e l’UNPLI ;

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Organizzazione, fini , obiettivi e attività dell’UNPLI e delle Pro Loco; Le “attività di difesa” condotte dall’Ente ; Le Pro Loco ed il Servizio Civile; 11) Il lavoro dei Progetti Questo modulo, collegato al precedente, illustrerà il metodo della progettazione nelle sue articolazioni: Il Progetto – obiettivi e tempi di attuazione; Monitoraggio – verifica dei risultati; Efficacia ed efficienza del progetto; La crescita umana del Volontario in Servizio Civile. La seconda Fase, per complessive n. 12 ore , riguarda una formazione aggiuntiva rispetto a quella sopra elencata e, in particolare, legata al territorio, in ambito regionale, nel quale i Volontari sono inseriti . In questa attività straordinaria di formazione, come detto si provvederà all’approfondimento delle tematiche più attinenti al mondo associativo UNPLI e Pro Loco, oltre agli aspetti progettuali, in particolare si arricchiranno le aree 7,9,10 e 11 previste dalla circolare 4 Luglio: 1) Servizio Civile Nazionale, associazionismo e volontariato, 2) Diritti e doveri del volontario nel Servizio Civile, 3) Presentazione dell’ente- storia, organizzazione, obiettivi, 4) Progetti UNPLI e progettazione –metodi, obiettivi, verifica risultati, 5) Counselling a distanza attraverso E-mail e forum (con approfondimento degli

argomenti trattati con esperti e Dirigenti nazionali). Particolare attenzione sarà posta a argomenti quali:

- Il Volontario “protagonista” – esperienze di Servizio Civile raccontate da giovani che stanno completando il servizio o che l’hanno completato negli anni addietro.

- La cultura del Turismo e il Turismo culturale tra le Pro Loco; - Cultura locale e bene culturale ; - Territorio e cultura della protezione del bene culturale; - Analisi e progetto di intervento nella valorizzazione del proprio ambito

territoriale anche in collaborazione con Enti pubblici, privati e altre forme associative; - Consultazione on line di siti di piccole realtà comunali, esame di

materiale divulgativo prodotto da altri Enti per la ricerca di informazioni per la predisposizione delle attività di animazione.

34) Durata:

42 ORE

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 35) Sede di realizzazione:

La fase di avvio del percorso formativo , quelle di verifiche intermedia e la fase Finale saranno organizzate su base provinciale presso idonee strutture . La formazione giornaliera , quella continua, avverrà presso le singole sedi di attuazione del Progetto, nello specifico presso le sedi di:

Pro Loco di: PRO LOCO CAREZZANO(AL) PRO LOCO FRANCAVILLA BISIO (AL)

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PRO LOCO PRATOLUNGO(AL) PRO LOCO POZZOLO FORMIGARO(AL) UNPLIPIEMONTE SEDE DI TORTONA (AL) PRO LOCO NIZZA MONFERRATO (AT) PRO LOCO CANDELO (BI) PRO LOCO GALLIATE (NO) PRO LOCO ROBURENT (CN) PRO LOCO VICOFORTE(CN) PRO LOCO CANISCHIO(TO) PRO LOCO COAZZE(TO) PRO LOCO MOCALIERI (TO) PRO LOCO RIVAROLO CANAVESE(TO) PRO LOCO RIVOLI(TO) UNPLIPIEMONTE SEDE DI CAVOUR (TO)

36) Modalità di attuazione:

Il percorso formativo sarà costituito da una fase introduttiva, volta alla conoscenza dei valori e dei principi ispiratori del Servizio Civile , dell’Ente (Pro Loco – Unpli) e della sede assegnata.

Seguirà una fase di formazione specifica su argomenti attinenti alle attività progettuali; ciò al fine di inculcare al volontario quelle informazioni sufficienti per collaborare attivamente nelle varie azioni ed attività previste dal progetto.

L’Olp , per la sua esperienza “formativa” sarà coinvolto in azioni tese a garantire il trasferimento del proprio Know-how ai volontari e garantire il corretto approccio a tutte le operazioni tecniche/operative. In particolare, come primo formatore avrà il compito di seguire e adeguare l’esperienza formativa dei volontari alle necessità imposte dal progetto e dall’essere “maestro” nell’insegnamento del “Saper fare” e, soprattutto , del “Saper essere”.

L’Op –formatore sarà affiancato, come evidenziato al box 38, da formatori esterni , per lo più laureati e in possesso di competenze ed esperienze consolidate, per l’approfondimento di tematiche specifiche strettamente connesse all’impegno dei volontari per le finalità progettuali.

Nel corso dell’anno sono previste eventuali partecipazioni a corsi organizzati da Enti locali, scuole o da altre associazioni culturali che siano attinenti agli obiettivi individuati nel progetto.

37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: 1)

38) Competenze specifiche del/i formatore/i:

I formatori specifici sotto riportati hanno tutti competenze ed esperienze (alcuni anche pluriennali) relative all’area valorizzazione storia e cultura locale e alle attività previste dal progetto; anche molte lauree possedute sono attinenti e, in ogni caso, esperienze pluriennali compensano la difformità della laurea o del diploma di maturità. Le Competenze e le conoscenze dei formatori in parola realizzano, quindi, copertura completa delle attività del presente progetto con particolare riferimento a quelle riportate nelle aree del box 39 Si evidenzia, inoltre, che gli aspetti formativi afferenti alla Pro Loco (moduli 1 e 2 Formazione specifica box 39) saranno curati, come già citato nel box 36) oltre che dagli OLP anche dai formatori con competenze gestionali in Pro Loco che nel caso sono: Vassallo Micaela, Andreis Allamandola Achille, Cuccu Erika, Grassi Dario, Rossi Patrizia, Martino Maurizio, Guasco Eugenio, Glorio Serena

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1)

39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La formazione specifica si realizzerà nella Sede operativa della Pro Loco per tutti quegli aspetti che riguardano l’Ente , legislazione regionale, approfondimenti sul progetto, il ruolo del volontario nel progetto , diritti e doveri, lavori di gruppo, monitoraggio ,….. . Gli altri argomenti, legati al progetto e che esulano da quelli sopra citati, saranno trattati da Formatori esperti, sempre volontari, a seconda dell’argomento e in sedi provinciali con la partecipazione di tutti I volontari servizio civile che prendono parte al progetto “ Promuovere il patrimonio immateriale per la riscoperta della propria identità culturale” I contenuti della formazione verranno trattati con l’utilizzo delle seguenti tecniche: lezioni frontali e/o seminari su argomenti inerenti i contenuti del Progetto; simulazioni su casi differenziati per tematiche; lavori di gruppo , Brainstorming; esercitazioni , problem-solving; utilizzo di supporti informatici , Power Point; colloqui diretti , questionari, schede di valutazione; formazione pratica in “affiancamento”; visite guidate nei siti di interesse archeologico,storico,artistico e naturalistico del territorio comunale e provinciale. Nel corso di incontri di brainstorming organizzati su tutto il territorio nazionale a titolo di sperimentazione e verifica del SC, più Volontari hanno parlato del Servizio Civile come di un’opportunità di crescita non solo sociale, ma anche di vera e propria formazione professionale e di “ingresso” nel mondo del lavoro. Nello stesso tempo, però, è emerso che al termine dell’anno di Servizio Civile non sempre i Volontari sono consapevoli del bagaglio di competenze che hanno acquisito in termini di conoscenze, capacità e comportamenti. Da qui anche la relativa difficoltà di analizzare nei dettagli l’esperienza e di segmentarla in modo da individuare tutte le competenze maturate, di valorizzarle e di renderle quanto più possibile spendibili nel mercato del lavoro. In tale contesto si è pensato di inserire, nell’ambito della formazione specifica, un modulo interamente dedicato all’orientamento allo scopo di aiutare i Volontari nella delicata fase di transizione post Servizio Civile. Il modulo dell’orientamento appare ancora più rilevante se inserito nel contesto del mondo del lavoro che vede i giovani tra i 20 e i 28 anni (praticamente la fascia d’età richiesta per accedere al Servizio Civile) in possesso di titoli di studio o qualifiche professionali ancora poco spendibili nel mercato del lavoro in generale, ma soprattutto locale, e per i quali spesso si evidenzia una mancata corrispondenza tra attese lavorative personali e domanda di lavoro espressa dalle imprese. L’orientamento, dunque, riveste il ruolo fondamentale di strumento di integrazione fra istruzione,

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formazione professionale (ovvero esperienza di Servizio Civile) e inserimento nel mondo del lavoro, favorendo, attraverso una relazione dinamica e continua, un punto di incontro tra le esigenze del Volontario (motivazioni, interessi, competenze) e le opportunità esterne date dall’offerta formativa e dal mercato del lavoro. La metodica che si intende utilizzare è il BILANCIO DI COMPETENZE la cui finalità è proprio quella di aiutare i Volontari a realizzare scelte rispetto alla propria vita, soprattutto quella professionale. Il Bilancio di Competenze serve sostanzialmente a: • valorizzare le esperienze professionali e sociali di una persona; • definire meglio ciò che si conosce e si sa fare; • capire se si possono trasferire altrove le proprie competenze; • utilizzare meglio le proprie potenzialità. Il prodotto più importante del bilancio è: • un Portafoglio Competenze, cioè una raccolta e descrizione degli elementi che attestano le risorse acquisite suscettibili di valorizzazione. Il “Portafoglio”, che il Volontario può tenere aggiornato con acquisizioni successive, ha duplice valenza di aiuto alla memoria e di autovalutazione da un lato e di progettazione della comunicazione verso l’esterno dall’altro. Dunque il Bilancio di Competenze costituisce un’occasione di apprendimento professionale e di “manutenzione” del proprio patrimonio di conoscenze e di abilità che, opportunamente rielaborate, diventano un’ottima base di partenza per la costruzione di un Curriculum Vitae, step necessario ed indispensabile per ricercare un lavoro che sia non solo adeguato alla propria figura professionale ma che riesca a garantire anche la soddisfazione dei bisogni personali. Concludendo, il modulo dell’orientamento è importante perché rappresenta: • un aiuto concreto ai Volontari (costruzione del portafoglio competenze, costruzione del Curriculum Vitae in formato Europeo, suggerimenti su come sostenere un colloquio di lavoro, suggerimenti per un’efficace ricerca attiva del lavoro attraverso la conoscenza di strutture quali Centri per l’Impiego, Centri di formazione professionale, Informagiovani, Agenzie di lavoro interinale, ecc.) • uno strumento di valorizzazione del Servizio Civile inteso come esperienza che dota i Volontari di un “valore aggiunto” perché: - consente loro di sviluppare una serie di competenze “trasversali” in grado di renderli estremamente flessibili e adatti a più tipi di mansioni lavorative; - è in grado di fornire una serie di riferimenti comportamentali (teorici e pratici) su quella che è la dinamica del mondo del lavoro.

40) Contenuti della formazione:

Premesso che la formazione specifica è finalizzata a : a. incrementare la conoscenza del contesto in cui il Volontario viene inserito; b. offrire sostegno nella fase di inserimento del Volontario; c. ampliare la formazione del giovane e renderla applicabile al contesto in cui il progetto

viene realizzato.

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La formazione specifica, come detto, sarà tenuta in parte dall’OLP ed in parte da formatori, preferibilmente laureati e con esperienze pluriennali personali o professionali nel settore previsto dal progetto, i cui curricula saranno documentati e depositati presso l’Ufficio Nazionale. Visto che i volontari svolgeranno la loro attività a stretto contatto con le figure più rappresentative delle associazioni assegnatarie, avranno la opportunità di seguirle nelle varie attività svolte, tali “momenti formativi” favoriranno la concreta possibilità di imparare facendo. Nello stesso tempo, però, sarà necessario che per le attività ritenute importanti ai fini della realizzazione del progetto, siano previsti dei momenti di aula, dove si potrà illustrare loro un approfondimento organico di quanto andranno ad apprendere. Le aree tematiche sulle quali i volontari dovranno soffermarsi ai fini della formazione specifica sono quelle indicate nel diagramma riportato sotto le tabelle delle due fasi formative. Nello stesso diagramma si noterà che per alcune fasi non sono previste ore definite, questo proprio in funzione di quanto sopra espresso: per alcuni apprendimenti bisogna vivere l’associazione. Per quanto riguarda le ore di aula, sarà preferibile la massima condivisione delle esperienze in itinere, ecco perché saranno organizzate su base progettuale e per aree geografiche omogenee e tenderanno a raccogliere i volontari delle relative sedi interessate, evitando di superare il numero di 25 volontari per modulo. Saranno inoltre previsti, così come per la formazione generale, approfondimenti ricorrendo alla tecnica della formazione a distanza. L’impostazione formativa del presente progetto, non trascurerà il fondamentale dettame della legislazione in merito ai progetti di Servizio Civile: il valore dell’affermazione del senso di appartenenza, che in questo caso sarà il luogo in cui i volontari lavoreranno, dove avranno occasione di toccare con mano le problematiche intrinseche alle dinamiche sociali e le relative risposte da parte di enti pubblici e privati. In seno agli obiettivi più ambiziosi le pro loco lavoreranno perché non venga trascurata la possibilità di vedere nei giovani volontari si Servizio Civile i futuri dirigenti della Pro Loco in cui operano. L’articolazione delle ore di formazione specifica sarà complementare alla formazione generale, gestita a livello superiore dall’Ufficio di Servizio Civile Nazionale. La metodologia di gestione delle diverse ore di formazione, sarà a discrezione dei formatori e di esperti indicati nel presente progetto, ma non dovrà trascurare la necessità di far seguire ad una parte teorica una esercitazione pratica, da realizzarsi in aula, finalizzata ad assicurarsi sia un riscontro positivo al tempo dedicato e sia un documento registrabile da poter utilizzare o archiviare a seconda dei risultati ottenuti. In dettaglio la formazione , dalla durata complessiva di n. 75 ore , sarà articolata in due fasi. FORMAZIONE SPECIFICA ORDINARIA 50 Ore

N. Modulo

Argomento n. ore

1 Presentazione e conoscenza dell’Ente (Pro Loco) in cui il Volontario è inserito e del territorio di attività (attività pri ncipalmente curata

dall’OLP e dai formatori

7

2 Partecipazione attiva alla vita programmatica dell’Ente Pro Loco; rapporto tra l’Ente, il Direttivo e i soci, con il Volontario (attività

principalmente sarà curata dagli Olp); azioni di accoglienza, front office e back

8

3 Elementi di conoscenza della legislazione regionale in materia di beni culturali, ambientali e dell’Associazionismo no profit con particolare riferimento alle Pro Loco quali Associazioni di tutela e valorizzazione

4

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dei Beni Culturali e del Territorio 4 I Beni Culturali (rif D.Lvo 42/2004) e Ambientali, definizione e attività

di ricerca e catalogazione, tutela, promozione 5

5 Storiografia: fonti archivistiche, bibliografia, 5 6 Approfondimento del Progetto in termini di attività/azioni previste e dei

partner coinvolti. Tali attività saranno curate dagli Olp e dai formatori specifici

5

7 Il ruolo del Volontario all’interno del Progetto e suoi Diritti e Doveri; Lettura e analisi delle circolari UNSC, elementi di EDUCAZIONE

CIVICA a cura del responsabile della sede capofila: Unpli Carezzano attraverso la collaborazione dei formatori

5

8 Elementi di comunicazione interna ed esterna ( 4 9 Elementi di informatica: uso del computer e della posta 4

RS RISCHI E SICUREZZA- Il presente modulo è prioritario rispetto agli altri e sarà affrontato nei primi giorni di avvio al servizio, possibilmente

in ambito provinciale con tutte le sedi � illustrazione e chiarimenti sulla copertura assicurativa del

volontario; � il concetto di rischio , danno , prevenzione, protezione, controllo e

assistenza – Art.36 e 37 del D.lgs 81/08; � rischi per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro (sede Pro Loco

e luoghi “esterni”) Specie su quanto previsto nel box 8.3 (Lucia Simoni Gianoni)

3

Totale ore n. 50 FORMAZIONE SPECIFICA AGGIUNTIVA 25 ORE

N. Modulo

Argomento n. ore

10 Elementi di informatica: aggiornamento del sito URL, 5 11 Elementi di comunicazione: produzione di depliant e brochure, 4 12 Lavoro di gruppo (incontri provinciali o d’area): i l lavoro per progetti 7 13 Verifica periodica anche con incontri a carattere territoriale che

vedranno coinvolti i volontari, gli OLP ed i Formatori delle sedi del progetto al fine di effettuare una analisi dei risultati raggiunti. Tali attività saranno sarà guidata dagli Olp e dai formatori specifici

4

14 Elementi di ricerca storica e archivistica con particolare attenzione all’analisi del territorio e all’individuazione del le sue potenzialità espresse ed inespresse in relazione alle finalità del progetto

5

Totale ore n. 25 Per sopperire ad eventuali costi per la realizzazione della formazione specifica (incontri e seminari su base sovracomunale, rimborsi e materiali occorrenti) saranno utilizzate le risorse finanziarie aggiuntive di cui al punto 23 Come chiaramente indicato nel box 36 è previsto un monitoraggio dell’attività di formazione specifica con la somministrazione di un modulo di rilevamento fornito da UNPLI SC e distribuito a tutti i volontari

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41) Durata:

75 ore

Altri elementi della formazione 42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:

COME DA PIANO DI MONITORAGGIO UNPLI NAZIONALE NZ01922, VERIFICATO DALL’UFFICIO IN SEDE DI

ACCREDITAMENTO Data 14/10/2015 Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente