impianti clima - numero 11 - anno 2012
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numero 11
Il media digitale per l’HVAC
impianti
Il rischio bioclimaticoinvernale
La corrosione ele batterie amicro-canali
Pompe di calore erefrigeratori adassorbimentoacqua e ammoniaca
RC GROUP S.p.A • Via Roma, 5 • 27010 Valle Salimbene (PV), Italy • www.rcgroup.it • [email protected] • Tel. +39 (0) 382 433 811 • Fax +39 (0) 382 587 148
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3Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
IL SEGNAVENTO
Efficienza energetica o rinnovabili
e recenti polemiche scatenate sul-
l’utilizzo di ingenti incentivi per il
fotovoltaico e in generale sulle rin-
novabili porta di attualità, come se peral-
tro non lo fosse sempre, quella di poter
disegnare per il futuro del nostro paese
una strategia energetica nazionale che ci
permetta di uscire dalla stretta dipenden-
za dagli idrocarburi, di cui siamo importa-
tori netti, e al contempo assicuri una dimi-
nuzione dei valori di emissioni dell’anidri-
de carbonica nei termini prefissati, il tutto
ovviamente garantendo un prezzo finale
dell’energia competitivo almeno per gli
standard europei. Fatta dunque salva la
necessità di cercare di sostituire il più pos-
sibile con fonti rinnovabili la dipendenza
dagli idrocarburi, per rimanere in ambiti
compatibili con l’economia e la competiti-
vità del sistema produttivo diviene neces-
sario adoperarsi anche attraverso un consi-
stente aumento dell’efficienza energetica
del comparto edilizio e dei relativi impian-
ti ad esso asserviti. Il parco degli edifici
presenti sul nostro territorio consuma più
di un terzo (48 milioni di tonnellate equi-
valenti di petrolio, Mtep) del consumo
energetico totale (133 Mtep), ma soprat-
tutto emette una quantità di 96 Mton di
CO2, pari a circa il 20% di tutto il compar-
to abitativo dell’Unione Europea.
Il nuovo Piano d’Azione per l’Efficienza
Energetica (PAEE) presentato nel luglio
2011 ha posto come obbiettivo il risparmio
di 16 Mtep entro il 2020, ma una stima
dell’ Energy& Strategy Group indica in
circa 44 Mtep il possibile risparmio teorico
da qui al 2016, lasciando cosi spazio a
notevoli margini di miglioramento degli
obiettivi prefissati.
Di questo potenziale di risparmio, rilevan-
ti parti sono attribuite alla caldaie a con-
densazione e a biomasse, alla pompe di
calore e alla building automation.
Dalle medesime proiezioni si osserva
come gli interventi di efficienza energeti-
ca consentano un riduzione delle emissio-
ni di anidride carbonica dalle due alle
quattro volte migliori della stima più favo-
revole per il solare fotovoltaico.
Certo non si vuole qui portare a scegliere
tra le due alternative, rinnovabili o di effi-
cienza energetica, essendo tra loro essen-
zialmente complementari, ma viceversa
spostare l’attenzione sulla grande oppor-
tunità che viene offerta, anche grazie alla
nuova attenzione del legislatore, per lo
sviluppo e l’innovazione di soluzioni tec-
nologiche indirizzate ad aumentare l’effi-
cienza energetica dei nostri edifici, che a
differenza dei prodotti fotovoltaici intera-
mente legati alla politica di produzione
della repubblica cinese, possono ritornare
in gran parte a beneficio della nostra indu-
stria, riportando al centro del mercato l’in-
telligenza e la capacità imprenditoriale ita-
liana.
Luca Ferrari
Marketing Advisor
L
4 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
Efficienza della ventilazione
Il rischio bioclimatico invernale
www.impianticlima.com - [email protected]
N. 11 - Dicembre/Gennaio 2013
Danish bank Nykredit’s
Headquarters in Copenhagen
La denominazione generica di Indoor Air Quality(IAQ) per definire le condizioni di salubrità all’internodegli edifici non residenziali spesso non restituisce inmodo completo la realtà delle situazioni che si pro-ducono. Uno dei fattori responsabili di questa disto-nia è il valore, non sempre sufficientemente appro-fondito, dell’efficienza di ventilazione, visto anchecome conseguenza diretta dei ricambi d’aria esterna.
1010
1818Tra le conseguenze del riscaldamento globale, si osserva unprogressivo aumento nella frequenza di inverni miti, seguitida primavere precoci e da estati torride. Un andamentoaccompagnato da un maggior numero di giornate caratte-rizzate da temperature che si differenziano fortemente dallamedia stagionale e da eventi atmosferici violenti. Tutto ciò influisce sullo stato della nostra salute, attraversovari meccanismi d’azione.
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La corrosione ele batterie amicro-canali
Pompe di calore erefrigeratori adassorbimentoacqua e ammoniaca
Contenuti
@impianticlima
5Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
La tecnologia della pompe di
calore e dei refrigeretoria ad
assorbimento con ciclo
acqua-ammoniaca
La corrosione e le batterie a microcanali
6. Monitor
17. Globetrotter
23. Il Graffio
36. Linea Calda
37. Il minimalista
2424I compressori volumetrici rotativi, sia scroll, sia a vite, evidenziano prerogative interessanti nelle applicazioni su apparecchiature di refrigerazione dell’acqua condensate ad aria o ad acqua. La loro efficienza / convenienza dipende spesso dalla capacità complessiva e dalla tipologia di riduzione del carico frigorifero richieste dai refrigeratori.
2828I refrigeratori e le pompe di calore ad assorbimento costituisco-no una categoria a se stante di apparecchiature per la climatiz-zazione e sono per tipologia tecnologica in alternativa alle mac-chine frigorifere a compressione di vapore azionate elettrica-mente.
Rubriche
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8 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
MONITOR
È stato pubblicato sulBollettino regionale dellaLiguria il Regolamento 6 del13 novembre 2012 che defini-sce i criteri per il contenimen-to dei consumi di energiadegli edifici, la metodologia dicalcolo della prestazioneenergetica, i requisiti minimi ele le modalità per la redazionee il rilascio dell’attestato diprestazione energetica.Il Regolamento attua l’articolo29 della Lr 22/2007 in mate-ria di energia, come modifica-ta dalla Lr 23/2012 per rece-pire la Direttiva 2010/31/Ue
relativa alla prestazione ener-getica nell’edilizia. In sintesi
definisce: definisce:- i criteri per il contenimentodei consumi di energia;- la metodologia di calcolodella prestazione energetica
degli edifici;- i requisiti minimi e le prescri-zioni specifiche per gli edifici ole unità immobiliari, anchecon riferimento all’uso di fontirinnovabili;- i criteri e le modalità per laredazione e il rilascio dell’at-testato;- le modalità per il versamen-to del contributo;- le modalità di svolgimentodelle verifiche a campione;- ulteriori casi di ristrutturazio-ne parziale dell’edificio;- ulteriori casi di esonero dal-l’obbligo dell’attestato.
criteri contenimento consumo energia
IMPIANTI CLIMA E’ SOCIAL SEGUICI SU:
La Delibera IX/4416, approvata dallaGiunta Regionale della Lombardia il21 novembre scorso, consente l’ac-creditamento nell’elenco dei certifi-catori anche ai laureati in Scienze etecniche dell’edilizia, Scienze e tec-nologie fisiche, Scienze geologiche,Fisica, Pianificazione territoriale eurbanistica, Scienze della natura,Scienze e tecnologie geologiche.Inoltre, non sarà più richiesta l’abili-tazione all’esercizio della professionetra i requisiti per l’esercizio dell’attivi-tà di certificatore energetico.Resta fermo l’obbligo di frequentareun corso di formazione che, perdurata e contenuti, sia stato ritenutoidoneo da Cestec. Per i corsi iniziatidopo il 1° ottobre 2013 scatterà l’ob-bligo di sostenere l’esame conclusivopresso il Cestec e e non presso l’enteformatore. Sarà inoltre obbligatorio
l’aggiornamento quinquennale per icertificatori accreditati, pena la lorocancellazione dall’elenco. I dipen-denti comunali accreditati come cer-
tificatori potranno svolgere l’attivitàdi certificazione anche su edifici ubi-cati nel Comune nel quale prestanoservizio.Relativamente alle procedure, vieneintrodotta la possibilità di autodi-chiarare l’esclusione dall’obbligo diallegazione dell’Attestato diCertificazione Energetica (ACE) negliatti di compravendita e locazione.Sarà cioè possibile dimostrare, anchecon autocertificazione, che il proprioimmobile non necessita della rela-zione di un tecnico perché privo diimpianto termico. In questo caso,nell’atto di compravendita nondovrà essere esibita la relazione deltecnico, ma solo l’autocertificazione.L’accesso alle informazioni contenu-te nel Catasto Energetico EdificiRegionale sarà aperto a tutti i cittadi-ni.
accredito certificatori regione lombardia
9Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
Con il motto "più facile navigare, più faciletrovare", Wilo SE, ha completamente rilan-ciato il suo sito web declinandolo local-mente nei paesi di riferimento. Nuovi focus tematici e aree specifiche dedi-cate a prodotti e applicazioni, assistenzatecnica e formazione, progettazione e ana-lisi, danno il benvenuto ai visitatori conuna home page che li proietta immediata-mente nel mondo Wilo SE.Il nuovo sito punta molto sull’informazionee sulla formazione professionale per dareagli esperti del settore idrotermosanitariotutti gli elementi per svolgere al meglio illoro lavoro.www.wilo.it
NUOVO SITO WILO
È stata pubblicata sulla GazzettaUfficiale dell’Unione europea ed èentreta in vigore il 5 dicembre laDirettiva 2012/27/UE sull’efficien-za energetica. La nuova Direttivaimpone agli Stati di fissare obietti-vi indicativi nazionali per il 2020 eintroduce misure giuridicamentevincolanti per favorire un uso piùefficiente dell’energia in tutte lefasi della catena energetica, dalla
trasformazione alla distribuzione per il consumo finale. Inoltre glistati dovranno incentivare la diffusione di contatori “intelligenti”che misurino il consumo effettivo e forniscano informazioni sulreale tempo d’uso del riscaldamento, del raffrescamento e, ingenerale, dell’energia. Tutti i nuovi contatori installati dovrannoessere di questo tipo. E nei condomini e negli edifici polifunziona-li con impianti centralizzati o con teleriscaldamento dovrannoessere installati, entro il 31 dicembre 2016, anche i contatori indivi-duali per misurare il consumo di acqua calda per ciascuna unità. Il testo integrale della direttiva è scaricabile direttamente al sito:http://eur-lex.europa.eu/it/index.htm
IN VIGORE DIRETTIVAEFFICIENZA ENERGETICA
Entrano in vigore il primo gennaio 2013 i nuovi requisiti di efficienzaenergetica minima e di consumo massimo di energia per i condiziona-tori d'aria come dettati dal Regolamento (UE) n. 206/2012. Dal primogennaio dell'anno successivo entreranno invece in vigore ulteriori cri-teri e valori, piu' restrittivi in termini di efficienza energetica minima econsumi massimi di energia. L’'etichettatura sarà obbligatoria ancheper i condizionatori d'aria con una potenza refrigerante minore ouguale a 12 kW (kilowatt), alimentati dalla rete elettrica, nell’etichettasarà possibile conoscere le principali caratteristiche tecniche, le presta-zioni e il consumo di energia di ciascun modello. Copia delRegolamento è disponibile al seguente link: http://eur-lex.europa.eu
Obbligo etichettatura per i condizionatori dell’aria e dei ventilatori
nomine in
Zehnder
group
Paolo Masetti è il nuovoresponsabile delle attività inItalia di Zehnder Group inItalia con i marchi Zehnder,Nest, Zehnder Tecnosystemse il marchio design Runtal.
EC 1-2012 UNI 11444:2012 Acustica in edilizia - Classificazione acustica delle unità immobiliari - Linee guida perla selezione delle unità immobiliari in edifici con caratteristiche non seriali UNI EN 14597:2012 Termostati per il controllo e la limitazione della temperatura di sistemi di generazio-ne di calore EC 1-2012 UNI/TS 11445:2012 Impianti per la raccolta e utilizzo dell’acqua piovana per usi diversi dal consumoumano - Progettazione, installazione e manutenzione
AGGIORNAMENTO NORME
10 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
Per Natale la divisione solare di
Panasonic punta alla solidarietà
dando vita ad una campagna
donazioni sulla propria pagina
Facebook. Dal primo dicembre
fino a Natale, ogni giorno
Panasonic Solar posterà una
domanda riguardante l'inverno, il
Natale e il risparmio energetico:
per ogni risposta ricevuta saranno
donati 5 centesimi di Euro
all'ONG World Vision, e al suo
progetto di un centro educativo
per gli studenti delle scuole supe-
riori di Gavar e le zone di
Vardenis, in Armenia. Un'azione
che si propone di educare i bam-
bini della comunità su come il
degrado dell'ambiente possa inci-
dere sulla salute e come la pre-
venzione e la gestione dei rifiuti
nelle comunità possano apportare
dei cambiamenti positivi nella
vita delle persone.
Per sostenere questo progetto è
sufficiente andare sulla pagina
www.facebook.com/PanasonicSol
ar.it e rispondere al quesito del
giorno con curiosità, esperienze
personali, consigli e suggerimenti.
La collaborazione tra Panasonic
Solar e World Vision si sviluppa
sul progetto di educazione
ambientale per i giovani.
panasonic per un natale solidale
TROX ha acquisito la divisione ventilazione industrialedi TLT-Turbo GmbH, società del gruppo Siemens AG consede a Bad Hersfeld, assorbendo anche i 170 dipenden-ti presenti. Le altre divisioni, con un organico compostoda 330 unità, rimarranno invece all'interno del gruppoSiemens come TLT-Turbo.
Con il nome di TROX TLT, la nuova società sviluppa, pro-duce e vende sistemi di ventilazione ad efficienza ener-getica e di estrazione fumo per varie tipologie di appli-cazioni, come aeroporti, negozi, garage sotterranei,hotel, edifici industriali, centri congresso ed infrastrut-ture. "Con questa acquisizione, stiamo perseguendo inmaniera consistente l'obiettivo strategico del GruppoTROX di diventare fornitore completo di componentie sistemi per il trattamento dell'aria" afferma LutzReuter, CEO del Gruppo TROX, spiegando le ragioni chesono alla base dell'operazione.
acquisiZione in casa trox
Eni ha inaugurato la prima pensilina foto-voltaica dimostrativa sviluppata sulla basedi una tecnologia innovativa di sfrutta-mento dell’energia solare che consente digenerare energia elettrica attraverso con-centratori solari luminescenti. L’impianto,che sarà utilizzato come laboratorioall’aperto per testare il comportamentodei nuovi dispositivi, è dedicato al par-cheggio di mezzi per la mobilità elettricae consente la ricarica delle batterie attra-verso la corrente elettrica generata daipannelli. La pensilina fotovoltaica Eni è ingrado di produrre circa 500 Watt nomi-nali di energia elettricagenerati da 192 lastre fotovoltaiche tra-sparenti gialle. Ogni lastra è costituita da
un materiale plastico con minime quanti-tà di coloranti brevettati da Eni. La pensi-lina fotovoltaica Eni è basata su una tec-nologia e materiali innovativi sviluppatidalla società presso il proprio CentroRicerche per le Energie NonConvenzionali - Istituto Eni Doneganidi Novara.
pensilina fotovoltaica a concentratori
solari luminescenti
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10 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
L’efficienza delventilazione
La denominazione generica di Indoor Air Quality (IAQ) per
definire le condizioni di salubrità all’interno degli edifici non
residenziali spesso non restituisce in modo completo la realtà
delle situazioni che si producono. Uno dei fattori responsabili
di questa distonia è il valore, non sempre sufficientemente
approfondito, dell’efficienza di ventilazione, visto anche come
conseguenza diretta dei ricambi d’aria esterna
11Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
llae
Luca Ferrari
o scopo principale di un impianto di ventilazione è
di rimuovere gli agenti inquinanti che non posso-
no essere eliminati convenientemente in qualun-
que altro modo e mantenere in tal modo le condizioni di
salubrità in ambiente.
In apparenza, questa che dovrebbe essere una semplice
e continua operazione di rimozione e sostituzione in
ambiente della quantità d’aria “esausta”, in realtà risul-
ta un’operazione complessa che investe tutta una serie
di fattori nel campo della climatizzazione in generale,
primi fra tutti le condizioni di IAQ e di risparmio ener-
getico.
Prova ne è che a questo fine negli ultimi anni sono state
prodotte e successivamente aggiornate diverse normati-
ve rivolte a specificare le condizioni ambiente indoor
(EN 15251), in cui si osservano con particolare attenzio-
ne nella ventilazione degli ambienti, i valori dei ricambi
d’aria esterna.
Nonostante ciò, risulta a tutt’oggi molto impegnativo e
difficilmente schematizzabile una valutazione sull’effi-
cienza della distribuzione dell’aria in ambiente.
Inoltre è bene ricordare che la presenza degli occupanti
modifica a volte in modo sostanziale il processo di ven-
tilazione e diluizione degli inquinanti, compromettendo
spesso i risultati previsti.
Gli indici di ventilazioneEspresso in termini di disturbo, un sistema di ventilazio-
ne può assumere una caratteristica simile a quella
descritta nella figura 1.
Da qui è facile osservare che fino a un determinata por-
tata d’aria gli effetti positivi della ventilazione aumenta-
no con l'aumento della portata, in quanto viene diminui-
ta la concentrazione delle sostanze inquinanti.
Viceversa, quando la portata d’aria raggiunge un valore
ottimale, un qualsiasi aumento supplementare arreca
soltanto un effetto marginale sulla diluizione degli agen-
ti inquinanti o sull'abbassamento della temperatura. In
compenso, aumentano in modo più che proporzionale
gli effetti indesiderati delle correnti d’aria e della rumo-
rosità in ambiente. Se a queste semplici considerazioni
si aggiunge, come ormai è ampiamente noto, che non
solo la quantità della portata d’aria immessa in ambien-
te determina le condizioni di IAQ, è facile definire un
indice di efficienza di ventilazione che sostanzialmente
contraddistingue il processo di miscelazione dell’aria e
la distribuzione di una sostanza inquinante all'interno
della zona occupata. Allo stesso modo, sono stati indivi-
duati diversi altri indici idonei a valutare in maniera spe-
cifica le caratteristiche della ventilazione degli ambienti
climatizzati. E’ dunque importante conoscere e inter-
pretare i distinti indici per avvalersi di una buona com-
prensione delle caratteristiche intrinseche del processo
di ventilazione.
Efficienza di ventilazioneE’ buona cosa partire dalla definizione dell’efficienza di
ventilazione così come riportata nella famosa norma EN
15251 – 2007 che definisce lo standard generale delle
condizioni ambientali indoor. Essa descrive la relazione
L
tra la concentrazione dei contaminati nell’aria immessa,
nell’aria espulsa e nell’aria ambiente nella zona occupa-
ta (o meglio nella zona di respirazione):
CEhA - CSUP
ev = --------------------------
CIDA - CSUP
dove
ev = efficienza di ventilazione
CEhA = concentrazione dei contaminati nell’aria espulsa
CIDA = concentrazione dei contaminati nell’aria ambiente
CSUP = concentrazione dei contaminati nell’aria immessa
L’efficienza di ventilazione dipende dalla distribuzione
dell’aria e dal tipo e dalla quantità di contaminati diffu-
si presenti. E’ dunque possibile avere differenti valori
per diversi contaminati. Nel caso di completa miscela-
zione dei contaminanti questo valore è uguale a 1.
L’indice di efficienza di ventilazione è a sua volta basa-
to su una valutazione “dell’età” dell’aria e sulla distribu-
zione di concentrazione della sostanza inquinante in
ambiente.
12 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
Queste due funzioni vengono individuate in indici che
rappresentano l’abilità dell’impianto di operare lo scam-
bio dell’aria in ambiente e di efficacia di rimozione delle
sostanze inquinanti.
Alcuni indici sono basati sui valori mediani misurati sul-
l’intero volume dell’ambiente, mentre altri si riferiscono
esattamente a indicazioni per punti o posizioni specifi-
che. Ciò ha conseguenze importanti perché mentre i
valori medi in ambiente forniscono una indicazione sulle
prestazioni generali di un sistema di ventilazione, i valo-
ri spazio-specifici mostrano le regioni dove si potrebbe
realizzare una ventilazione localizzata insufficiente.
Entrambi gli indici, medi e localizzati, sono quantità
misurabili con la tecnica del gas tracciante e possono
essere previsti anche attraverso calcoli di fluidodinamica
computazionale (CFD).
Efficienza del ricambio d’aria Come si è detto, una via per valutare l’efficacia del pro-
cesso di ventilazione è quella di osservare la frequenza
con cui si ricambia l’aria nell’ambiente ventilato.
L’età dell’aria viene misurata dal momento in cui viene
immessa in ambiente.
2. l’età mediA dell’AriA in un punto del locAle è il
connubio dei diversi tempi di permAnenzA e di contA-minAzione in Ambiente dei suoi componenti.
l’età mediA dell’AriA nel punto di espulsione (n),rAppresentA il tempo minimo di ricAmbio totAle del-l’AriA nell’Ambiente.
1. AndAmento dellA vAriAbile disturbAnte in Ambiente
in funzione dell’Aumento dellA portAtA d’AriA di ven-tilAzione. si noto come oltre unA determinAtA portA-tA d’AriA lA lineA trAtteggiAtA dei disturbi ricominci A
crescere.
13Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
L’età media dell’aria è un concetto statistico basato sulla
somma mediana della distribuzione dell’età dei suo
componenti in tutti punti del locale.
E' intuitivo che, tanto più breve sarà l'età media del-
l'aria ambiente, tanto più efficiente risulterà la ventila-
zione del locale stesso.
L’età media dell’aria nel punto di espulsione (tn), viene
espressa dalla relazione:
V
tn = --------------
qv
Il valore della costante di tempo nominale tn dipende
dunque solo dal volume dell’ambiente (V) e dalla porta-
ta di ventilazione (qv).
Il valore minimo di ricambio d’aria nell’ambiente, lo si
ottiene con un flusso a pistone.
Viceversa, per tutti gli altri processi di ventilazione il
tempo medio di ricambio dell'aria, ossia il tempo di
ricambio reale dell'intera portata d'aria in ambiente,
dipende, oltre che da tali fattori (V, qv), anche dall'anda-
mento del flusso d'aria nel locale stesso e può dunque
variare a seconda che la diffusione avvenga per normale
miscelazione o per dislocamento.
L’efficienza media del ricambio d’aria può così essere
determinata dal confronto del minor tempo di ricambio
possibile tn, in relazione con il tempo medio reale con
cui viene effettivamente ricambiata l’aria in ambiente tr.
tn tn
ea= ------- x 100 = ----- x 100 [%]
tr 2t
La seconda relazione mette in evidenza come l’efficien-
za media del ricambio d’aria possa essere espressa anche
dal rapporto tra la minore possibile età media dell’aria e
l’età media dell’aria.
Come detto, il tempo medio di ricambio dell'aria può
essere determinato con l’utilizzo di gas traccianti (esa-
floruro di zolfo SF6).
Con una miscelazione perfetta, l’efficienza media di
ricambio d’aria vale 50%.
In pratica, l'efficienza di ricambio d'aria rivela se nel-
l'ambiente c'è tendenza al ristagno d'aria o al disloca-
mento. Allo stesso modo, è possibile definire l’efficien-
za di ricambio aria in una zona specifica dell’ambiente
ventilato, in particolare nella zona occupata, in modo da
comprendere se il ricambio d’aria nella zona occupata
3. nel cAso di flusso unidirezionAle (A pistone), l’età mediA complessivA dell’AriA in Ambiente è pAri AllA metà del tempo minimo di ricAmbio totAle.in questo cAso l’efficienzA di ricAmbio d’AriA rAggiunge il limite insuperAbile del 100%.
4. in presenzA nel locAle di zone di stAgnAzione, lA concentrAzione mediA dei contAminAti nell’AriA in Ambiente risultA mAggiore dellA concentrA-zione dei contAminAti nell’AriA espulsA, diminuendo considerevolmente l’efficienzA di ventilAzione.
50%
100%
50 - 100%
<50%
Completa e perfetta miscelazione
Flusso a pistone (unidirezionale)
Dislocamento
In corto circuito
’EfficiEnza mEdia dEl ricambio d’aria (ea)
Tabella 1
Efficienza media di ricambio dell'aria
Tipo di distribuzione dell'aria
14 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
(meglio ancora nell’area di respirazione) è più rapida che
nel resto del locale.
Efficacia della rimozione dei contaminati Le stesse considerazioni sviluppate per l'efficienza di
ricambio d'aria possono essere trasposte per valutare la
rimozione degli inquinati dall’aria ambiente. Di solito
un agente contaminate “nasce” in ambiente attraverso il
rilascio da parte di processi, materiali e corpi disturbanti
e viene dapprima diluito attraverso l’apporto di aria di
ventilazione (esterna e non), e successivamente rimosso
attraverso le prese di espulsione.
La qualità dell'aria in termini di concentrazione del-
l'agente inquinante dipende dai seguenti fattori:
- il tasso di produzione dell'agente inquinante;
- la portata d’aria;
- la distribuzione dell'agente inquinante all'interno del-
l’ambiente;
- la distribuzione dell'aria all'interno dell’ambiente;
- la distribuzione dell’aria e dell'agente inquinante
all'interno dell’ambiente dipende dalla proprietà del
contaminate (più leggero, più pesante o della stessa
densità dell'aria);
- temperatura dell'aria di ricambio rispetto alla tempera-
tura ambiente;
- posizione dei diffusori di mandata e di ripresa dell’aria;
- posizione delle fonti di calore in ambiente.
In relazione a ciò, un modo per determinare l’efficienza
di ventilazione è di confrontare la concentrazione di un
dato contaminante prelevato nell’aria di ripresa dall’am-
biente considerato con la concentrazione media del con-
taminate nel medesimo ambiente:
Ce
ec = ----
C
Ce = la concentrazione dei contaminati nell’aria espulsa
C = la concentrazione media dei contaminati nell’aria in
ambiente
In altre parole, l’efficacia di rimozione del contaminate
misura di quanto l’aria viene “pulita”.
Similmente all’efficienza di ricambio aria, si definisce
6. lA visuAlizzAzione con il cAlcolo dellA fluido-dinAmicA computAzionAle (cfd) indicA l’età
mediA dell’AriA (in secondi) in un’AulA scolAsticA
ventilAtA con dislocAtori. l’AndAmento segnAlA-to indicA come siA relAtivAmente più giovAne
l’età dell’AriA in corrispondenzA dei posti A
sedere e come viceversA questA AumentA nel-l’AvvicinArsi Ai diffusori di ripresA posti nel sof-fitto.
1,0
1,0
0,8
1,0
1,0
1,2
1,0
0,8
0,5
Aria fredda immessa dal soffitto
Aria calda immessa dal soffitto e ripresa a pavimento
Aria calda (> 8 °C) immessa e ripresa dal soffitto
Aria calda ( < 8 °C) immessa dal soffitto e ripresa. L’aria immessa ha una velocità
di almeno 0,8 m/s e raggiunge un altezza di 1,4 m dal pavimento
Aria fredda immessa dal pavimento e ripresa a soffitto. L’aria immessa ha una velo-
cità di almeno 0,8 m/s e raggiunge un’altezza oltre i 1,4 m dal pavimento
Aria fredda immessa dal pavimento e ripresa a soffitto. L’aria viene immessa con il
sistema a dislocamento unidirezionale e stratificazione
Aria calda immessa dal pavimento e ripresa a pavimento.
Aria di ricambio immessa in un lato opposto a quello di ripresa e/o espulsione
Aria di ricambio immessa in vicinanza alla ripresa e/o espulsione
Efficacia di disTribuzionE dEll'aria nElla zona occupaTa (Ez)
Tabella 2
EzTipo di distribuzione dell'aria
Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11 15
l’indice locale di qualità dell’aria per verificare se la con-
centrazione della sostanza inquinante nell'aria di espul-
sione è maggiore di quella nella zona di respirazione e
dunque l’impianto funziona in modo corretto.
Va comunque ricordato che i valori della portata d’aria
minima di ventilazione non dovrebbero poter variare
significativamente in funzione dei carichi di inquina-
mento.
L’efficienza di ventilazione nellaANSI/AShRAE 62.1
La normativa americana ANSI/AShRAE 62.1 e succes-
sivi addendum si propone, tra gli altri scopi, di determi-
nare la minima quantità di aria esterna da inviare in
ambiente attraverso l’impianto di ventilazione in grado
di garantire le migliori condizioni di comfort, salute (e
produttività) degli occupanti.
In capo alla norma viene definita una premessa che defi-
nisce un livello accettabile di qualità dell’aria la condi-
zione per cui nell’aria di ventilazione non siano presen-
ti concentrazioni ritenute nocive degli inquinanti cono-
sciuti e soprattutto quando una maggioranza rilevante
(80% e più) delle persone presenti non esprime sensa-
zioni di insoddisfazione.
Cosi come avviene in Europa, anche lo standard 62.1
stabilisce che vi debbano essere condizioni di ventilazio-
ne sufficientemente efficaci e contemporaneamente
modifica la minima quantità di aria esterna a seconda
dell’efficacia del processo di ventilazione.
In particolare, nella parte 6 della norma, che costituisce
il cuore dell’intera direttiva, si distingue la procedura di
calcolo della minima aria esterna tra l’utilizzo del tasso
di ventilazione (Ventilation Rate Procedure, VRP) o
attraverso la qualità dell’aria interna (Indoor Air Quality
Procedure - IAQP).
Nel primo caso, la quantità di aria esterna viene prede-
terminata dal tipo di applicazione, dal livello di occupa-
zione e dalla superficie ventilata.
In particolare viene cosi definita una portata d’aria ester-
na circoscritta alla zona occupata (Breathing Zone) (Vbz):
Vbz = RpPz + RaAz (6-1)
dove:
Az = superficie netta del pavimento
Pz = numero massimo di persone presenti in condizioni
di normale operatività
Rp = portata d’aria esterna per persona
Ra = portata d’aria esterna per unità di superficie perso-
na
La zona occupata, che è facilmente distinguibile, viene
definita come la regione all'interno di uno spazio ben
definito in cui l'aria di ventilazione deve essere fornita.
Questo concetto viene precisato per chiarire la differen-
za fra l’aria immessa attraverso le canalizzazioni del
sistema di ventilazione e, viceversa, quella che realmen-
te raggiunge gli occupanti nell’area occupata.
La capacità dell’impianto di ventilazione di trasportare
l'aria esterna alla zona di respirazione dello spazio occu-
pato può essere descritta da due indicatori: l’efficacia di
distribuzione dell'aria nella zona occupata Ez e l'effi-
cienza di ventilazione del sistema applicato a ambienti
multizona con ricircolo dell’aria interna Ev.
E’ proprio infatti partendo dalla stima dell’efficacia di
distribuzione dell’aria (simile alla europea efficienza del
ricambio d’aria) che deve essere operata la prima sele-
zione sulla quantità di aria esterna, in quanto importan-
ti (e motivate) preoccupazioni sono state lungamente
espresse circa le inefficienze della miscelazione dell'aria
di ventilazione all'interno dell’ambiente e dunque della
possibilità che l'aria esterna di ventilazione non fosse in
grado di raggiungere in modo consistente la zona occu-
pata.
Il valore dell’efficacia di distribuzione dell’aria viene
tabellato dalla normativa AShRAE in funzione del pro-
cesso di climatizzazione (freddo, caldo, ventilazione,
ricircolo ecc.) e del tipo di distribuzione (a soffitto, pavi-
mento, laterale ecc.).
In generale è facilmente riscontrabile che in regime di
condizionamento il valore di Ez si approssimi all’unità,
mentre diventa minore di uno per processi di riscalda-
mento, in quanto la miscelazione con l’aria ambiente e
le possibili sorgenti calde comportano probabili risalite
dell’aria.
Una volta definita l’efficacia di distribuzione dell’aria si
Aria fredda immessa dal soffitto
Aria calda immessa dal soffitto e ripresa a pavimento
Aria calda (> 8°C) immessa e ripresa dal soffitto
Aria calda immessa dal pavimento e ripresa a pavimento.
Aria calda immessa dal pavimento e ripresa a soffitto.24 85
1,0
1,0
0,8
1,0
0,7
porTaTa d'aria EsTErna Voz
Tabella 3
Tipo di distribuzione dell'ariaEz
Voz = portata di aria esterna da immettere nei diffusori
Vbz = portata d’aria esterna alla zona occupata
Ez = efficacia di distribuzione dell'aria nella zona occupata
85
85
85
85
85
85
85
106
85
121
Vbz Voz
16 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
1.0
0.9
0.8
0.7
0.6
Appendice A della norma
<0.15
<0.25
<0.35
<0.45
<0.55
>0.55
EfficiEnza dEl sisTEma di VEnTilazionE (EV)
Tabella 4
Evmassimo (zp)
è così in grado di risalire alla necessaria portata di aria
esterna da immettere nei diffusori con la relazione:
Voz = Vbz/Ez
Il processo di selezione della portata d’aria esterna ter-
mina distinguendo gli ambienti in:
Sistemi a zona singola
Vot = Voz
Sistemi con una portata del 100% di aria esterna
Vot = Sall zonesVoz
E sistemi multizona con ricircolo, dove la portata di aria
esterna è data da:
Vot = Vou/Ev
Il calcolo di Vou dipende dalla sommatoria di tutte le
zone per un coefficiente di contemporaneità (diversity)
e Ev rappresenta l’efficienza del sistema di ventilazione.
Quest’ultimo indice misura l’inefficienza di un impian-
to multizone con ricircolo rispetto ad uno con una porta-
ta del 100% di aria esterna.
Il valore Ev viene desunto da una ulteriore tabella o
attraverso un laborioso calcolo che tiene conto per l’ap-
punto delle influenze sulla distribuzione dell’aria dei
sistemi multizone. W
6. nellA AsHrAe 62.1, l’efficAciA di distribuzione dell'AriA nellA zonA occupAtA (ez) cercA di individuAre le inefficienze dellA miscelAzione del-l'AriA di ventilAzione All'interno dell’Ambiente (tAbellA 2).in figurA, il vAlore scende A 0.8 in presenzA di AriA cAldA immessA dAl soffitto e ripre-sA complAnAre.
17Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
GLOBE TROTTER
IncentIvI
rInnovabIlI:
la ce cambIa
rotta
di CRISTIANO VERGANI
oche settimane fa, in un’affol-
lata conferenza stampa, il
Commissario europeo per
l’energia Günther Oettinger
ha illustrato i nuovi indirizzi
che l’Europa intende seguire in tema di
incentivi sulle fonti di energia rinnova-
bile: basta con i biocombustibili di vec-
chia generazione, avanti con i biocom-
bustibili di seconda e terza generazione,
che dal 2014 dovranno costituire la
fonte rinnovabile principale su cui pun-
tare per l’utilizzo nel settore dei traspor-
ti e della generazione di energia. Per
questo, la politica comunitaria degli
incentivi vedrà un deciso spostamento,
per esempio, dagli oli vegetali verso gli
oli e i grassi derivati da sottoprodotti e
da rifiuti. Questo cambio di rotta si è
reso necessario perché, a conti fatti, il
bilancio della CO2 relativo ad alcune
biomasse si è rivelato assai meno favo-
revole del previsto, soprattutto a causa
del cosiddetto fenomeno del Land Use
Change, cioè dell’abbattimento forestale
o del cambio di coltivazione che si è
osservato in molte aree a favore delle
specie vegetali ad uso energetico a
discapito delle specie destinate all’ali-
mentazione umana. La conversione
dovrà essere molto rapida, perché altri-
menti gli obbiettivi intermedi del 2020
potrebbero essere seriamente messi in
discussione, quindi il Commissario ha
esortato gli Stati membri a mettere in
atto velocemente delle misure corretti-
ve. Per la verità, già da tempo era nel-
l’aria la volontà di modificare in que-
sto senso la distribuzione degli incenti-
vi quindi, in riferimento alla realtà ita-
liana, i contenuti del DM 6 luglio 2012
sulle FER e del recente Piano di
Strategia Energetica Nazionale (SEN)
sono già adeguati a questo indirizzo. In
particolare, il piano SEN indica la
disponibilità del Fondo per lo Sviluppo
Tecnologico e Industriale (vedi art. 32
Dlgs 28/2011) con una dotazione sti-
mata di 100M€/anno, per l’incentiva-
zione, tra l’altro, della gassificazione
delle biomasse e dei biocombustibili di
nuova generazione, mentre gli incenti-
vi al fotovoltaico e all’eolico subiranno
una progressiva diminuzione. Anche il
settore italiano della cogenerazione da
fonti rinnovabili si sta muovendo da
qualche tempo per la sperimentazione
dei nuovi biocombustibili, specialmen-
te nell’ambito del recupero e ricondi-
zionamento degli oli esausti da frittura,
dei quali esiste ampia disponibilità a
costi contenuti a differenza degli oli
vegetali di palma, colza, girasole, soia
ecc., il cui prezzo è andato costante-
mente lievitando fino all’inevitabile
esclusione dal mercato a fini energeti-
ci. In parallelo, si assiste anche ad una
“stretta” importante sui livelli consen-
titi di emissioni inquinanti, sia a livello
CE, sia in ambito nazionale, vedi la
recente D.g.r. 3934 6 agosto 2012 della
Regione Lombardia: quindi, per il
prossimo futuro, potremo contare su
una cogenerazione ancora più pulita e
rispettosa dell’ambiente. W
P
18 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
Tra le conseguenze del ris
progressivo aumento nella
da primavere precoci e
accompagnato da un maggio
te da temperature che
media stagionale
Tutto ciò influisce sullo st
Il rischio bioclimatico
a specie umana possiede un elevato grado di adat-
tabilità, ed ha già superato nella sua storia diversi
passaggi difficili dal punto di vista climatico: tuttavia,
non tutti si possono adattare facilmente a cambiamenti
troppo repentini, né è possibile superare una certa soglia
di tolleranza alle variazioni ambientali, che è diversa per
ciascuno di noi. Ciò che per alcuni può rappresentare un
semplice disagio, per altri può invece comportare un
pericolo. Una persona adulta e sana, ad esempio, possie-
de una capacità ottimale di termoregolazione, mentre gli
individui in età avanzata sono molto più carenti sotto
questo aspetto, esponendosi molto di più alle conse-
guenze degli sbalzi improvvisi di temperatura ed umidi-
tà. Anche nei Paesi più avanzati, l’analisi statistica delle
correlazioni tra clima e salute della popolazione è una
scienza recente, e le rilevazioni storiche sono troppo
limitate per prevedere con certezza cosa ci riserva il
prossimo futuro. Ad ogni modo, è evidente l’influenza
del clima sulla curva di mortalità annuale delle fasce più
sensibili della popolazione, per età o perché sofferenti di
varie patologie predisponenti, e quanto tale curva risen-
ta delle variazioni climatiche in atto. Naturalmente,
questo fenomeno non riguarda solo la specie umana, ma
investe numerosi esseri viventi animali e vegetali, a
volte con conseguenze drammatiche, come il rischio di
estinzione o, al contrario, una proliferazione incontrolla-
ta. Anche queste variazioni possono determinare note-
voli conseguenze sullo stato di salute umano, come, ad
esempio, nel caso di variazioni ambientali favorevoli allo
sviluppo di insetti in grado di trasmettere malattie.
Le particolarità del clima ItalianoIl nostro Paese, inserito per gran parte della propria
estensione nel Mediterraneo, gode di una collocazione
particolarmente felice dal punto di vista meteorologico.
L'inerzia termica delle masse d'acqua che ci circondano
ha un effetto protettivo per quanto riguarda le escursio-
ni termiche estreme: ciò non può comunque evitare che,
in determinate zone geografiche, si possano occasional-
mente verificare delle variazioni termiche consistenti,
che si possono anche protrarre per diversi giorni (ondate
termiche, di calore estivo o di freddo invernale). In par-
ticolare, questi fenomeni sono più probabili nelle zone a
carattere continentale (Pianura Padana e Pianura Veneta
occidentale) e subcontinentale (aree interne collinari
dell'Italia centrale e meridionale, della Sardegna e della
Sicilia). La pianura lombardo-veneta, protetta a nord
dalle Alpi, forma un bacino chiuso dove le masse d'aria
si ricambiano con difficoltà, con un marcato effetto di
riscaldamento estivo e raffreddamento invernale. Nella
piana del Po si registrano, infatti, le massime escursioni
termiche annuali, in media da 21° a 24° tra i mesi di gen-
naio e di luglio. Anche sulle coste adriatiche, in partico-
lari condizioni (vento di caduta) è possibile riscontrare
delle variazioni termiche notevoli: ad esempio, il 30 ago-
sto 2007, a Pescara, durante il giorno la temperatura salì
a 45° (un record assoluto per la città abruzzese), per ridi-
scendere durante la notte a 20°. Le coste adriatiche sono
molto più esposte di quelle tirreniche ad occasionali
escursioni termiche importanti, a causa della minore
19Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
Tra le conseguenze del riscaldamento globale, si osserva un
progressivo aumento nella frequenza di inverni miti, seguiti
da primavere precoci e da estati torride. Un andamento
accompagnato da un maggior numero di giornate caratterizza-
te da temperature che si differenziano fortemente dalla
media stagionale e da eventi atmosferici violenti.
Tutto ciò influisce sullo stato della nostra salute, attraverso
vari meccanismi d’azione.
Cristiano Vergani
L
Il rischio bioclimatico invernale
20 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
estensione e soprattutto della minore profondità del
Mare Adriatico in prossimità delle coste.
Per quanto riguarda le temperature estreme, la punta
assoluta spetta all'entroterra di Sicilia (48,5° a
Catenanuova, nel luglio del 1998) e Sardegna
(Perdasdefogu, 47° il 28 luglio 1983) mentre, escludendo
le zone montane, il freddo più intenso è stato registrato
a Molinella (BO) nella notte tra il 12 e il 13 gennaio del
1985, con -28,8°.
Clima invernale e saluteUn organismo sano può adattarsi con relativa facilità ad
un graduale cambio di stagione, ma rischia di ammalarsi
facilmente, quando deve affrontare all'improvviso un
cambiamento di temperatura importante. A maggior
ragione, un organismo già debilitato può incontrare ulte-
riori difficoltà di adattamento e, al limite, rischiare delle
gravi conseguenze. Come purtroppo ben sanno i volon-
tari impegnati nell'assistenza e nel soccorso degli home-
less, le prime notti di inverno sono spesso fatali per gli
individui dal fisico già compromesso dal logorio della
vita di strada, dall'alcoolismo, dalle tossicodipendenze,
dalle malattie cardiocircolatorie e del sistema nervoso.
In misura inferiore, lo stesso fenomeno colpisce anche
molti ricoverati nelle strutture sanitarie, in teoria ben
protetti e sottoposti a cure efficaci. Le cause sono mol-
teplici, anche se alcune hanno un effetto preponderan-
te. Innanzi tutto, gli sbalzi termici sono un potente
induttore di stress, che di per sé è causa un improvviso
calo delle difese immunitarie; questo fatto, da solo, può
spostare l'equilibrio in un organismo in lotta con un
agente infettivo. Inoltre, l'andamento di alcune patolo-
gie risente fortemente delle variazioni di temperatura,
in particolare le affezioni del sistema cardiocircolatorio.
La circolazione periferica, a livello della cute, è il primo
meccanismo di difesa contro le variazioni di temperatu-
ra ambientale: in caso di freddo, si ha una vasocostrizio-
ne ed una diminuzione del circolo periferico, cui corri-
sponde un innalzamento della pressione sanguigna ed
un aumento della viscosità del sangue (emoconcentra-
zione). Si tratta di un insieme di condizioni che possono
portare facilmente ad un affaticamento cardiaco e, nei
casi più gravi, determinare un'ischemia delle coronarie e
di conseguenza episodi di angina e di infarto al miocar-
dio. A livello del sistema nervoso centrale, si possono
invece determinare ischemie cerebrali di varia gravità.
Viceversa, l'esposizione a temperature elevate provoca
vasodilatazione, con un aumento della circolazione peri-
ferica ed un abbassamento della pressione, con rischio di
collasso cardiocircolatorio. In definitiva, le variazioni di
temperatura si riflettono in variazioni della pressione
sanguigna e di altri parametri vitali che, in soggetti già
sofferenti, possono provocare conseguenze anche fatali.
Le basse temperature invernali sono notoriamente
causa di malattie respiratorie, con un meccanismo
d'azione complesso: l'inalazione di aria fredda provoca
un abbassamento delle difese locali, mentre la frequen-
tazione di luoghi affollati e poco ventilati provoca l'ina-
lazione di grandi quantità di aerosol infetto e di inqui-
0,0
-0,2
0,2
0,4
0 5 10 15 20 25 30
Temperatura percepita (lag 0-1) o Temperatura dell’aria (lag 1-6) °C
log
– r
isch
io r
ela
tivo
Variazione del rischio di mortalità in estate
Variazione del rischio di mortalità in inverno
1. la curva di correlazione teMperatu-ra/Mortalità estiva, in relazione alla
teMperatura percepita (cioè tenendo
conto dell’effetto dell’uMidità sulla
sensazione di calore), Mostra un effet-to Molto Marcato ed iMMediato, oltre
una certa soglia (circa 25°), Mentre la
curva invernale ha un andaMento quasi
lineare, in relazione a variazioni di teM-peratura che si protraggono per una
settiMana (latenza ritardata).l'andaMento invernale influenza il suc-cessivo andaMento estivo, a causa
della variazione del nuMero degli indi-vidui sensibili (harvesting stagionale).
2. MeccanisMi di interazione tra organisMo ed aMbiente che sono alla
base della terMoregolazione corporea. l'efficacia della terMorego-lazione dipende forteMente dall'interazione con le condizioni aMbienta-li di teMperatura ed uMidità e dallo stato di buon funzionaMento degli
apparati circolatorio e nervoso, che regolano gli scaMbi terMici del
corpo con l'aMbiente.
21Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
nanti. Un insieme di fattori che provoca inevitabilmen-
te l'insorgere di una serie di patologie che possono anda-
re dal banale raffreddore fino a bronchiti e polmoniti
molto gravi. Quando alle variazioni temperatura si
accompagnano cambiamenti sfavorevoli nell'umidità
relativa e nella concentrazione di inquinanti nell'aria, le
conseguenze possono essere ancora più serie per le per-
sone che già soffrono di malattie respiratorie o di sindro-
mi influenzali. Nella stagione invernale è frequente il
sovrapporsi di temperature rigide all'aumento del parti-
colato atmosferico ed alla diminuzione eccessiva del-
l'umidità, un insieme di condizioni particolarmente
deleterie per le affezioni del sistema respiratorio. Le sta-
tistiche mostrano un rischio molto significativo per le
persone di età maggiore ai 75 anni, per le quali è consi-
gliabile, nelle giornate caratterizzate da brusche diminu-
zioni di temperatura, non esporsi a temerarie escursioni
all'esterno.
Il ruolo dei cambiamenti climaticiIl fatto che i cambiamenti climatici in atto influenzino
l’andamento dei decessi prematuri ed il numero, il
decorso e la diffusione delle malattie, rappresenta ormai
una certezza. Non tutte le conseguenze sono di ordine
negativo: ad esempio, il fenomeno degli inverni a clima
mite, che osserviamo negli ultimi anni, ha portato un
deciso miglioramento nelle statistiche sanitarie relative
alla stagione invernale. Tuttavia, quando ad un inverno
mite seguono una primavera precoce ed un'estate
segnata da ondate di calore eccessivo, il segno delle con-
seguenze si inverte, ed il bilancio finale può sconfinare
in un complessivo peggioramento. Infatti, è stato dimo-
strato un effetto di autocorrelazione tra gli indici di mor-
talità che contraddistinguono gli inverni a clima mite
seguiti da una stagione estiva torrida (secondo l'anda-
mento climatologico tipico degli ultimi anni), cioè le
migliori condizioni invernali permettono la sopravviven-
za di un maggior numero di individui ad elevata sensibi-
lità che, nella maggior parte dei casi, possono però incor-
rere in un evento fatale in occasione delle successive
ondate di calore estive (harvesting stagionale).
Una primavera precoce (quando, in anticipo sul calenda-
rio storico, alcuni giorni di seguito fanno segnare una
temperatura media sempre superiore a 10°), porta ad un
allungamento del periodo vegetativo delle piante,
aumentando l’intensità e la durata della produzione di
pollini ed altri allergeni (come le spore fungine), causan-
do uno stress maggiore sulle persone sofferenti di aller-
gie respiratorie. L’aumento progressivo delle tempera-
ture medie annuali, porta inoltre ad un fenomeno di
ampliamento delle zone di riproduzione di insetti porta-
3. durante gli inverni più recenti, MediaMente Meno freddi, paradossal-Mente auMenta la percentuale di ore di disagio dovute alla sensazione
di freddo - uMido, a causa del conteMporaneo increMento dell’intensità
della piovosità invernale, anche se, in Media, le giornate di pioggia sono
diMinuite (il grafico si riferisce alla città di firenze)
4. iMMagine forteMente ingrandita di un virus influenzale. le epideMie
di influenza, tipiche della stagione invernale in concoMitanza a condi-zioni cliMatiche favorevoli alla persistenza dei virus in aMbiente (teM-perature inferiori a 5°c, scarsa illuMinazione solare), possono falci-diare la frazione più sensibile della popolazione.
4
5
6
1956-1967 1973-1986 1987-2000
% ore di disagio per
freddo - umido
22 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
tori di gravi malattie, specialmente delle zanzare: la
malaria sta riprendendo vigore in tutto il bacino del
Mediterraneo, mentre la leishmaniosi (parassitosi da
protozoo) e la dengue (infezione virale), che utilizzano
le zanzare come vettore, stanno ampliando di anno in
anno la loro presenza dalle zone tropicali e sub-tropicali
verso i paralleli più a nord, nelle zone a clima tempera-
to. Pochi anni fa, nel nostro Paese, queste malattie erano
tipiche dei viaggiatori di ritorno dai Tropici: oggi, anche
una vacanza in Corsica o in Turchia può esporre a forti
rischi di contagio, mentre sono in deciso aumento anche
le segnalazioni di infezioni autoctone sul nostro territo-
rio (Italia centro-meridionale ed insulare).
Accorgimenti di ordine impiantisticoCome abbiamo visto, i fattori di rischio più significativi
nel periodo invernale sono legati alla contemporanea
presenza di più fattori negativi: un brusco abbassamen-
to della temperatura esterna, accompagnato da variazio-
ni importanti di umidità e della concentrazione di inqui-
nanti. In genere, molti impianti di trattamento dell'aria
presenti nelle comuni abitazioni e negli edifici pubblici
e privati del settore terziario o dell'industria non sono in
grado di rispondere in modo adeguato a questi transien-
ti. Ad esempio, è difficile riscontrare un controllo effica-
ce del tasso di umidità e di ventilazione. Anzi, la norma-
le conseguenza all'apparire dei primi freddi intensi, con-
siste in una brusca diminuzione nella ventilazione degli
ambienti e nella caduta dell'umidità relativa interna,
specialmente nei molti edifici dove manca del tutto la
ventilazione meccanica e, per cattiva abitudine o per
una cattiva gestione, si tende ad un surriscaldamento
dell'aria. Si può tranquillamente affermare che, per vari
motivi, specialmente di ordine culturale ed economico,
non c'è ancora abbastanza attenzione alle esigenze del
comfort ambientale. Se questo fatto può avere delle
conseguenze limitate al disagio per una popolazione
adulta e sana, per le frazioni più a rischio di anziani,
malati e così via, le conseguenze possono essere ben più
serie. Purtroppo, sappiamo bene che molti edifici che
ospitano le persone più sensibili dal punto di vista cli-
matico non dispongono di impianti adeguati. Molte
scuole, ospedali e ricoveri per anziani posseggono
impianti vecchi ed insufficienti a garantire condizioni
salutari. In ogni caso, è possibile ottenere sorprendenti
miglioramenti anche con interventi non troppo impe-
gnativi: in moltissimi casi, è sufficiente un controllo dei
termostati ambientali per scoprire quanti apparecchi
non tarati o mal regolati esistono nei nostri ambienti.
Inoltre, per tamponare i numerosi casi di umidità e ven-
tilazione inadeguata, è possibile intervenire, se non sulla
totalità degli ambienti, almeno nei locali occupati dalle
persone che più necessitano di tutela, al limite ricorren-
do ad apparecchiature portatili (umidificatori dotati di
umidostato) o installabili con relativa facilità (aeratori da
parete dotati di filtri, scambiatori di calore e quanto
necessario per un adeguato trattamento dell'aria ester-
na). Non si deve infine dimenticare l'importante fatto-
re di rischio dovuto alle esalazioni di monossido di car-
bonio. Sul territorio italiano, all'inizio della stagione
invernale, i ricoveri per intossicazione da monossido di
carbonio sono molto numerosi, diversi con esito fatale.
Le statistiche dimostrano che, nonostante l'ampia riso-
nanza sugli organi di informazione, gli episodi di intossi-
cazione dovuti soprattutto all'ostruzione di scarichi e
prese d'aria di piccole caldaie a gas per uso domestico si
ripetono ogni anno con regolarità. Quindi, pur essendo
solo indirettamente legato a fattori climatici, il rischio da
monossido di carbonio deve essere tenuto nella massima
considerazione da parte degli utenti e degli operatori del
settore. W
29
2
43
3
37
2
37
0
54
3
86
0
30
0
68
2
42
3
56
1
51
0
56
5
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
ricoveri decessi
5. in condizioni di eccessiva uMidità, le Muffe colonizzano
veloceMente tutte le superfici che offrono un MiniMo di
substrato adatto ad ospitarle: legno, carta e tessuti
sono l'ideale Ma, anche i rivestiMenti in plastica, se rico-perti di un velo di sporcizia, possono ospitare delle colo-nie.
23Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
IL GRAFFIO
Shale gaS
di LUCA FERRARI
l prezzo del gas all'utilizzatore
finale ha subito un incremento di
quasi il 13% nel solo ultimo anno
ed è passato dai 68.3 c€/mc del
2009 ai 90.2 c€/mc nel 2012.
Mediamente il costo del gas nel nostro
paese è superiore di circa un 36% rispet-
to alla media dei paesi europei
(Eurostat). Ora per gli utenti italiani, pur
rassegnati a vedersi addebitare bollette
energetiche sempre maggiorate, penso
non sia più possibile continuare ad
accettare condizioni vessatorie su beni
di primaria importanza come l’energia.
Si perché il costo energetico ha raggiun-
to da noi situazioni insostenibili, mentre
nel resto del mondo stanno succedendo
rivoluzioni tecnologiche epocali a tutto
vantaggio dei consumatori, ma che in
Europa e soprattutto in Italia, non
vogliamo riconoscere o che comunque
scegliamo di rinviare per continuare a
garantire rendite di posizioni difficil-
mente giustificabili. Ricordiamo inoltre
che la società principale fornitore di
energia nel nostro paese, rimane sempre
nelle mani di enti statali che lucrano
beatamente sulle esigenze primarie
degli italiani. Sto qui parlando del feno-
meno delle “shale gas” che ha permesso
negli Stati Uniti, il primo paese ad utiliz-
zarlo (35.000 pozzi attivi), di ridurre
fino ad un terzo il costo del gas, modo
per cui probabilmente già nel 2020
diventeranno autonomi da ogni approv-
vigionamento esterno di fonte energeti-
ca, e forse addirittura il primo paese al
mondo nella produzione di metano. Non
voglio addentrami sulla tecnologia dello
“shale gas”, ma evidenziare che ovvia-
mente la fortuna di estrarre il gas da
questi giacimenti non è limitata al solo
territorio americano, ma che anche in
Europa abbiamo la certezza di notevoli
depositi di questa tipologia di gas (oggi
però con solo 20 pozzi attivi).
Sennonché le autorità europee si
mostrano invece più caute, ondeggian-
do tra le opportunità di raggiungere
una maggiore indipendenza energetica
e i timori ambientali legati alle attività
di fracking, cosi si chiama il processo
di estrazione, indicando che vi sono
ancora alcune incertezze e lacune nella
legislazione europea vigente e che la
Commissione intenderà presentare
l'anno prossimo un quadro sulla gestio-
ne dei rischi derivanti da queste tecno-
logia. Una cosa appare comunque evi-
dente è che il dado è tratto e in effetti il
prezzo del gas non è calato sensibil-
mente nei soli Stati Uniti, ma sta scen-
dendo anche in tutto il resto del
mondo. Questa direzione di mercato
sembra cosi ben definita al punto che il
valore di Gazprom, il colosso russo del
gas, ha quasi dimezzato la sua quota-
zione in borsa nell'arco di un anno – e
si sa gli analisti finanziari annusano
sempre prima i cambiamenti di busi-
ness. Di tutto questo in Italia è seguito
il solo annuncio che il prezzo del gas
subirà un ridimensionamento di circa il
7%, ma udite bene, a partire dall'aprile
2013, cioè con la stagione invernale
terminata!
Lascio al lettore ogni ulteriore com-
mento. W
I
n anni recenti, la formicary corrosion o ant-nest cor-rosion ha danneggiato numerosi impianti di riscalda-
mento e di raffreddamento. Conseguenza primaria diquesto tipo di corrosione è la perdita di refrigeranteall’interno dei circuiti frigoriferi. Le principali cause dicorrosione sono da ricercarsi nei trattamenti superficialidei prodotti, lavorati con particolari isolamenti, adesivi,lubrificanti e altro ancora. L’elenco potrebbe continuareall’infinito. I costruttori di macchine frigorifere e di con-dizionatori, allertati da questi inconvenienti, hannocominciato a modificare i materiali di rivestimento,d’isolamento e le sostanze di pulizia superficiale, oltread indirizzarsi su soluzioni di batterie di trattamento e discambiatori di calore interamente di alluminio.
24 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
La corrosione e le
batterie
a micro-canali
La corrosione dei tubi di rame impiegati negli impianti diriscaldamento, ventilazione e condizionamento dell'aria è pos-sibile e, a volte, può essere anche molto rapida. Tra le forme
più devastanti di corrosione dei tubi di rame vi è quella deno-minata a formicaio che si manifesta con la formazione di sotti-lissime gallerie. Tale corrosione è poco nota, ma costituisce il
10% di tutte le cause di rottura prematura dei tubi.
Massimo Vizzotto
I Ma che cos’é la ”formicary corrosion”?Il termine formicary corrosion, che significa letteralmen-te corrosione a “nido di formica”, è un fenomeno checolpisce prevalentemente le apparecchiature di rameinstallate negli impianti di refrigerazione, riscaldamentoe deumidificazione dell’aria. Il danno si manifesta con lafuoriuscita dei gas frigorigeni a causa di perdita di tenu-ta nei condotti, talvolta dopo solo pochi mesi o settima-ne dal primo avviamento dell’impianto e, in qualchecaso, addirittura nel corso delle prove di avviamento.Questo tipo di corrosione non è molto conosciuto; spes-so le rotture dei tubi sono erroneamente attribuite adaltre forme di attacco o ad accoppiamenti di differentimetalli e, ancora, alle immancabili correnti vaganti; ma
25Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
la corrosione a "nido di formica" identifica una forma dicorrosione localizzata che si sviluppa attraverso un siste-ma di forature tubolari, molto sottili, visibili solo conl’aiuto di microscopi a forte ingrandimento. Le tubula-ture procedono attraverso lo spessore del metallo conandamento casuale, distruggendo interi grani dellastruttura cristallina del metallo stesso.La superficie del rame, in prossimità dei punti aggredi-ti, assume colorazioni che variano dal nero opaco alrosso violaceo. La colorazione è dovuta al trasporto ealla fuoriuscita dei prodotti di reazione, costituiti daossidi di rame. L’attacco inizia sempre dalle superfici,indipendentemente se esterne o interne. Tra le cause più comuni di questo tipo di corrosione sipuò citare la presenza di residui di prodotti d’idrolisi diesteri o aldeidi con formazione di acidi organici a bassopeso molecolare (acido formico, acetico, ecc.), oppuredi composti clorurati o bromurati. La presenza di talisostanze deriva dall’impiego di lubrificanti sintetici edi altri prodotti organici nelle lavorazioni di formazionee piegatura dei tubi, nel posizionamento delle alettatu-re, nei processi di brasatura e nell’assemblaggio dellevarie parti d’impianto. Per esempio, nella formazionedei cosiddetti "pacchi alettati" presenti in tutti gliapparecchi di uso industriale e civile per il condiziona-mento dell’aria e la refrigerazione, si fa largo uso disgrassanti, lubrificanti sintetici, detergenti, flussanti dibrasatura. Alcuni elementi di questi prodotti aderisco-
no alle superfici trattate e degradano nel tempo, dandoorigine a composti che, anche se in tracce, possonoessere aggressivi per il rame. Tra le cause d’innescodella corrosione a nido di formica non vanno trascuratii trascinamenti di oli dai compressori e neanche le con-dizioni ambientali nelle quali opera l’impianto. Sono noti molti casi di foratura prematura di apparec-chi rimasti inattivi dopo le operazioni di collaudo per laverifica della tenuta idraulica, ma anche di sistemi direfrigerazione d’aria installati in prossimità o all’inter-no di falegnamerie, mobilifici, industrie alimentari,cosmetiche, farmaceutiche, ecc. che fanno largo uso diprodotti organici. Gli agenti fondamentali che contri-buiscono alla formazione della corrosione a formicaiosono essenzialmente quattro: il rame, l’umidità, l’ossi-geno, e gli acidi organici che, come si è detto, si gene-rano da adesivi, isolamenti di schiuma, vernici a base diolio, siliconi sigillanti, vernici di lattice, ecc. Per evitare questo tipo di corrosione è sufficienteescludere uno dei quattro elementi. Tuttavia, poiché èdifficile escludere l’umidità, l’ossigeno e anche gliacidi organici utilizzati durante le lavorazioni o che sidiffondono nelle centrali di aria condizionata e negliedifici in genere, la soluzione ideale rimane quella diescludere l’utilizzo del rame e delle sue leghe. La solu-zione appare un po’ drastica, ma apre ad altre, tecnolo-gicamente avanzate e dalle prerogative meritevoli diconsiderazione.
1. un esempio evaporatore a micro-canali Di
alluminio. si noti, rispetto alle batterie Di
conDensazione, che i tubi micro-canali sono
Disposti verticalmente (Delphi corporation)
2. batteria Di conDensazione a micro-canali Di
alluminio (Delphi corporation)
3. Dettaglio Della superficie Di passag-gio aria Di una batteria evaporante a
micro-canali interamente Di alluminio.(norDYne st. louis, mo.)
4. corrosione a niDo Di formica sulla
tubazione Di rame Di una batteria traDizio-nale. la fessura, assai complessa, si è
formata a soli Due mesi Dalla Data Di fab-bricazione Del componente. (norDYnest. louis, mo.)
26 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
Storia delle batterie a micro-canaliNel settore automobilistico si sono affrontate numerosesfide al fine di razionalizzare le apparecchiature di cli-matizzazione, riducendone i costi, le dimensioni, il pesoe aumentandone l’affidabilità. Nei primi anni ’90 delsecolo scorso, l’industria automobilistica ha rivoluziona-to i sistemi di climatizzazione sostituendo il refrigeranteHCFC-12 con quello più ecologico, ma con pressioneoperativa sensibilmente superiore, HFC-134a. Di frontea tale sorta di sostanziali modifiche, l’industria automo-bilistica ha cercato soluzioni di batterie di trattamentoche migliorassero le prestazioni, ma al tempo stessoavessero ridotte dimensioni e minore peso e, ora, dopovent’anni di ricerche, le batterie che meglio hanno sod-disfatto questi requisiti sono state quelle interamente dialluminio a micro-canali. Questa tipologia di batterie,sull’onda del successo ottenuto nel settore automobili-stico, ha trovato fertile terreno anche nei sistemi diriscaldamento e di condizionamento dell’aria stabili, siain ambienti civili, sia in quelli industriali.
Descrizione e vantaggiLe batterie a micro-canali sono realizzate con condottiestrusi di alluminio meccanicamente brasati ad alette,anch’esse di alluminio. Ogni batteria è costituita, quin-di, da tre elementi fondamentali: i tubi a micro-canali, lealettature e i collettori, tutto interamente di alluminio. Itre componenti sono uniti tra loro mediante brasaturacon idrogeno e azoto. L’assenza di ossigeno e di vapored’acqua nel processo di brasatura garantisce robustezzanelle giunture e, quindi una soluzione molto resistentealle sollecitazioni o alle dilatazioni. La qualità delle bat-terie a micro-canali è ulteriormente evidenziata dallaminore presenza di articolazioni saldate, rispetto allebatterie con tubi di rame e alettatura mandrinata di allu-minio. I collettori di alluminio facilitano il processo diflusso del refrigerante a due passaggi. Nel primo passag-gio il refrigerante compresso è desurriscaldato e, inseguito, condensato (portato allo stato liquido). Nelsecondo passaggio, detto di sottoraffreddamento, il refri-gerante liquido è raffreddato a una temperatura inferio-re a quella di saturazione prima di essere condotto in undispositivo di espansione.
5. particolare Dei conDotti e Dell’alettatura Di alluminio Di una batte-ria a micro-canali Di alluminio. (norDYne st. louis, mo.)
La soluzione a micro-canali permette di ottenere batte-rie del 50% più leggere e con un contenuto di refrigeran-te del 50% inferiore rispetto al design delle batterie contubi di rame e alette di alluminio. Il trasferimento delcalore è anche migliorato proprio grazie al flusso delrefrigerante in un numero così elevato di minuscoli con-dotti. Inoltre, la realizzazione interamente di alluminioconsente di ottenere una struttura complessivamentepiù robusta senza richiedere telai di sostegno; ma il piùimportante vantaggio è proprio quello che si riferisceall’assenza di corrosione a formicaio poiché l’alluminione è totalmente esente.
Che cosa devono sapere i tecniciMolti forum online HVAC sono pieni di disinformazio-ne in merito all’installazione e alla manutenzione dellebatterie a micro-canali utilizzate come evaporatori adaria. Queste batterie non sono più complicate di quelletradizionali con tubi di rame e alette a pacco di allumi-nio, ma sono più sensibili alla carica. L'installazionedegli evaporatori a micro-canali all’interno delle appa-recchiature di condizionamento segue lo stesso processodi una tradizionale batteria con distributore multiplo;per cui è necessario: saldare con azoto; installare un fil-tro essiccatore sulla linea del liquido in prossimità dellabatteria; seguire il metodo della tripla evacuazione;pesare accuratamente la carica. Queste sono le stessepratiche che devono essere seguite quando s’installa uncomponente o si realizza un sistema HVAC. È consiglia-bile avere un piccolo flusso di azoto durante la brasaturain qualsiasi linea di lavorazione, ma ancor più con le bat-terie a micro-canali. Se si esegue una brasatura senzaazoto, si possono formare fiocchi di ossidazione cherischiano di ostruire i condotti interni delle batterie. W
Bibliografia:M. Lattanzi & D. Priestley - “Micro-Channel Evaporator-CoilTechnology” - RSES Journal october 2012Antonio De Pace - “Corrosione precoce di apparecchiature inrame” – Il Chimico Italiano nov/dic 2009P. Battaini – “Lo studio della corrosione e delle sue cause” -Esemir sas Castiglione Olona Va.
27Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
Vi sono buone ragioni per credere che le batterie amicro-canali avranno un futuro brillante. Si stima che,nei prossimi cinque anni la quota di mercato dellebatterie a micro-canali potrebbe aumentare dal 3% al40%. Le ragioni di tale potenziale successo sonoessenzialmente le seguenti:
- 68% più leggere - Le batterie MC sono molto piùleggere delle equivalenti a tubi con pacco alettato(FT). Esse sono, infatti, molto più efficienti, renden-do possibile l’equivalente scambio termico con unitàpiù piccole e leggere, ma ugualmente efficaci. Il loropeso nettamente inferiore le rende più maneggevolied economiche per il trasporto.- 29% prezzo più stabile - Le batterie MC contengo-no una quantità nettamente inferiore di metallorispetto alle batterie FT. Il contenuto di metallo rap-presenta così una parte minore del costo totale e unaconseguente minore vulnerabilità alle fluttuazioni deiprezzi delle materie prime.- 77% di volume in meno - Il particolare disegno deimicro-canali consente un migliore trasferimento delcalore pur con una quantità inferiore di refrigerante.Le batterie MC contengono una quantità di refrige-rante inferiore del 77% rispetto alle batterie FT.- 35% più piccole - L’originale progetto delle batterieMC ha permesso di ottenere scambiatori più piccoli aparità di scambio termico. Ciò consente di ottenerevantaggi competitivi, come una riduzione delladimensione delle apparecchiature e una migliore tra-sportabilità. Le unità con batterie MC possono esseredel 35% più compatte di quelle che utilizzano batte-rie FT.- 100% di flessibilità nella progettazione - Le batterieMC possono essere realizzate in svariate geometriecostruttive, dalle più piccole fino a dimensioni massi-
me di 1,5 x 4 metri e possono essere dotate di numeroseopzioni di montaggio.- Maggiore efficienza di trasferimento lato aria - Le bat-terie MC risolvono con successo uno dei fattori che limi-tano le prestazioni degli scambiatori in genere fornendoun’efficienza di scambio lato aria nettamente superiorealle batterie FT. Maggiore è, infatti, la superficie deitubi, dei raccordi e della superficie alettata a contattocon l’aria ambiente. - La brasatura tra tubi e alette migliora lo scambio termi-co – Il semplice contatto tra due metalli riduce sensibil-mente il trasferimento del calore. Nelle batterie MC,tutte le parti sono saldate intimamente insieme così chela superficie intorno alle alette non risente d’intercape-dini d’aria.- Pulizia semplificata – Polvere e sporcizia sono difficilida rimuovere dalle FT a causa della fragilità e rugositàdelle alette. Le batterie MC sono resistenti agli urti epossono essere lavate con getto d’acqua.100% alluminio – Le batterie MC sono interamente dialluminio, un metallo molto leggero che non soffre dicorrosione galvanica come, al contrario, il rapporto trarame e alluminio delle batterie FT. L’unico materialeche costituisce le batterie MC ne permette il più sem-plice riciclaggio.- Perdita di carico inferiore – Le batterie MC offronouna minore resistenza al passaggio dell’aria, a parità ditrasferimento di calore con le batterie FT. Ciò consentedi ridurre il consumo di energia elettrica di ventilazioneo di incrementare ulteriormente la capacità di scambio.Riduzione della rumorosità – Il particolare disegno dellabatteria e la disposizione delle alettature di alluminio trai micro-canali permette una riduzione del rumore al pas-saggio dell’aria.
(Danfoss Group Global – The Future Belongs toMCHE’s)
28 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
La tecnologia delle pom e dei refrigeratori ad ass
con ciclo acqua-amm
I refrigeratori e le pompe di calore ad assorbimento costituiscono
categoria a se stante di apparecchiature per la climatizzazione e so
tipologia tecnologica in alternativa alle macchine frigorifere a comp
ne di vapore azionate elettricamente.
pesso si ritiene erroneamente che l’unica caratteri-
stica utile per la loro scelta nelle soluzioni impianti-
stiche, sia costituita dalla prerogativa di offrire potenza
termica e frigorifera mediante la combustione di un gas.
Lo scopo che ci si propone in questa breve trattazione è
quello di mostrare come le peculiarità della tecnologia
ad assorbimento siano altre e di maggior importanza
impiantistica rispetto a quella di primo approccio già
menzionata.
Il ciclo frigorifero ad assorbimentoI refrigeratori e le pompe di calore ad assorbimento
acqua-ammoniaca, sono macchine termodinamiche che
sfruttano un ciclo frigorifero particolare, definito nella
sua attuale configurazione con il termine di ciclo GAX
(Gas Absorption Heat Excanger).
Il bruciatore multi gas (1) è utilizzato per scaldare la
soluzione assorbente-refrigerante provocando la separa-
zione dei due componenti per evaporazione del refrige-
rante nella colonna di distillazione (2). Il complesso bru-
ciatore-colonna di distillazione viene definito generato-
re e nelle macchine ad assorbimento sostituisce il com-
pressore tipico delle apparecchiature a compressione di
vapore. Il vapore di refrigerante uscente dal generatore
alla temperatura di circa 100 °C, attraversando il rettifi-
catore (3) si separa dalle ultime parti d’acqua presenti ed
entra alla temperatura di circa 90 °C nello scambiatore di
calore a fascio tubiero (5), il quale nella stagione inver-
nale assume il ruolo di condensatore-assorbitore della
macchina. In questa parte del circuito lo scambiatore di
calore funge da condensatore del refrigerante, il quale
cede all’acqua dell’impianto di riscaldamento il calore
latente di condensazione.
Questo passaggio di stato del refrigerante costituisce
quindi il primo effetto utile della macchina. Il refrige-
rante uscente dalla sezione di condensazione attraversa
una prima sezione di laminazione (6), uno scambiatore
di calore “tubo in tubo” (7) ed una seconda sezione di
laminazione dove progressivamente attraverso successi-
ve diminuzioni di pressione e di temperatura è portato
alle condizioni ideali per cambiare nuovamente di stato
passando alla fase gassosa.
Nella batteria alettata (8) infatti il refrigerante, prele-
vando calore dall’aria dell’ambiente esterno, evapora. In
questa parte del circuito la pompa di calore importa
all’interno del ciclo una porzione di energia rinnovabile
aerotermica. E’ interessante sapere che il refrigerante
utilizzato dalle pompe di calore GAHP nella batteria
alettata può evaporare alla pressione atmosferica anche
alla temperatura di -33 °C.
Questa caratteristica termodinamica del refrigerante
consente di prelevare energia rinnovabile dall’aria anche
quando la temperatura di quest’ultima raggiunge valori
fortemente negativi e, permette quindi di non aver biso-
gno di caldaie di back up. L’ammoniaca evaporata nella
batteria alettata, dopo essersi surriscaldata nello scam-
biatore “tubo in tubo” (7) entra nel pre-assorbitore (9)
dove incontrandosi con l’assorbente nebulizzato (l’ac-
qua) da luogo alla razione di assorbimento vera e propria.
L’assorbimento è una reazione chimica esotermica, la
29Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
La tecnologia delle pompe di calore e dei refrigeratori ad assorbimento
con ciclo acqua-ammoniaca
I refrigeratori e le pompe di calore ad assorbimento costituiscono una
categoria a se stante di apparecchiature per la climatizzazione e sono per
tipologia tecnologica in alternativa alle macchine frigorifere a compressio-
ne di vapore azionate elettricamente.
Massimo Ghisleni
S
quale per evolvere necessita di veder asportata l’energia
termica emessa. Nel pre-assorbitore tale energia viene
parzialmente utilizzata per pre-riscaldare la soluzione
acqua-ammoniaca prossima a rientrare nel generatore.
Per completare la reazione d’assorbimento, la soluzione
viene inviata nuovamente allo scambiatore di calore a
fascio tubiero (5). In questa fase del ciclo, lo scambiato-
re funge da assorbitore e consente di cedere al fluido
termovettore dell’impianto termico una considerevole
quantità d’energia termica che costituisce il secondo
effetto utile della macchina.
La soluzione acqua ammoniaca uscente dallo scambiato-
re di calore (5) viene inviata dalla pompa delle soluzioni
(10) nuovamente al generatore, passando nuovamente
per il pre-assorbitore (9) e il rettificatore (3) dove si pre-
riscalda recuperando calore dal ciclo stesso. Nel genera-
tore ricomincia quindi il ciclo frigorifero descritto.
La posizione (4) nel disegno di figura 3 rappresenta la
valvola di inversione del ciclo della pompa di calore,
costituita da un organo meccanico a quattordici vie attra-
verso il quale viene deviato il flusso di refrigerante nel
circuito. Tale operazione consente di cambiare stagio-
nalmente la funzione dei differenti organi presenti nel-
l’apparecchiatura.
30 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
Le caratteristiche del ciclo ad assorbimentoutili in riscaldamentoNegli impianti di riscaldamento oggi giorno, é di fonda-
mentale importanza l’introduzione delle pompe di calo-
re per ottenere una sensibile riduzione dei consumi di
combustibili fossili. Riguardo all’assorbimento e alle sue
potenzialità, in tale campo sono fondamentali le già
richiamate caratteristiche del refrigerante e del ciclo
GAX nel quale viene fatto evolvere. La bassa tempera-
tura a cui si può far evaporare l’ammoniaca, consente di
realizzare pompe di calore in grado di operare efficace-
mente in geotermia, idrotermia e aerotermia (Direttiva
europea 2008-29-UE RES) a qualsiasi condizione ter-
mofisica della sorgente. Lo sfruttamento della grande
quantità d’energia che viene a liberarsi durante la fase di
assorbimento, consente elevate temperature di mandata
all’impianto di riscaldamento trasferendo l’energia rin-
novabile prelevata da aria, acqua o terreno, con efficien-
ze ragguardevoli. Le temperature del fluido inviato alla
sorgente fredda variano da -10 °C a +45 °C, mentre
quelle del fluido termovettore caldo variano da +35 °C a
+65 °C (+70 °C in funzione acqua calda sanitaria).
In campo geotermico si è potuto realizzare quindi un’ap-
parecchiatura funzionante a gas con prestazioni energe-
2. gRafico del ciclo gaX descRitto sul diagRamma tempeRatu-
Ra, pRessione in funzione della concentRazione di ammoniaca in
acqua (le fRecce oRizzontali non identificano tRasfoRmazioni
teRmodinamiche ma semplici tRasfeRimenti di massa tRa compo-
nenti a diffeRenti condizioni teRmodinamiche).
1. RappResentazione gRafica di un impianto a pompa di caloRe aeRoteR-
mica.
31Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
3. ciRcuito eRmetico delle pompe di
caloRe ad assoRbimento aeRoteRmi-
che ReveRsibili gahp-aR.
5. RappResentazione di una pompa di caloRe ad assoRbimento aeRoteRmiche ReveRsi-
bile gahp-aR.
tiche, affidabilità e praticità paragonabili alle paritetiche
pompe di calore elettriche, ma con il pregio di poter rea-
lizzare impianti geotermici meno onerosi dal punto di
vista economico. Le sonde geotermiche per una pompa
di calore ad assorbimento sono di fatto caratterizzate da
uno sviluppo in profondità ridotto del 50% rispetto agli
impianti geotermici elettrici, pur mantenendo il fabbiso-
gno di energia primaria del sistema al medesimo livello
di contenimento dei consumi rispetto ad un impianto a
caldaia. E’ possibile inoltre realizzare impianti geotermi-
ci innovativi, mediante l’adozione del concetto di accu-
mulo in ghiaccio nel terreno. Tali sistemi definiti con
l’acronimo inglese di GIS (Ground Ice Storage) possono
consentire il prevalente utilizzo in free cooling nelle sta-
gioni estive, grazie al ghiaccio accumulato durante
l’esercizio invernale dell’impianto.
In campo aerotermico si è potuto realizzare due pompe
di calore: una reversibile per condizionamento o riscal-
damento ed una per solo riscaldamento, caratterizzate
da una grande capacità di sfruttamento della fonte rin-
novabile aria anche a temperature particolarmente rigi-
de con efficienze di utilizzo del gas ancora molto inte-
ressanti. Il grafico della figura 7 mostra infatti come le
peculiarità fisiche del sistema adottato dalle pompe di
calore ad assorbimento, consenta efficienze molto eleva-
te anche per valori negativi dell’aria. Addirittura può
essere osservata un’efficienza di utilizzo del gas ad una
temperatura dell’aria di -12 °C paragonabile al rendi-
mento di una caldaia a condensazione funzionante a
55÷60 °C. Valori tipici medi stagionali dell’efficienza
GUE delle pompe di calore si attestano attorno al 155÷-
160%, ma possono raggiungere anche il 175 % nelle
pompe di calore geotermiche ad assorbimento.
Ciclo ad assorbimento utili in refrigerazioneL’estrema facilità dell’ammoniaca ad evaporare a bassis-
sime temperature (-33 °C) pur trovandosi a condizioni di
pressione assolutamente normali, ha consentito la realiz-
zazione di refrigeratori per applicazioni di grande inte-
resse sia nel campo della climatizzazione che delle rea-
lizzazioni tecnologiche industriali. Per le prime, oltre ai
tradizionali impianti di condizionamento, si può richia-
mare la possibilità di applicazione in impianti speciali di
refrigerazione con accumulo in ghiaccio.
In questo caso il refrigeratore viene mantenuto attivo
nelle ore notturne con bassi livelli di temperatura del-
l’aria e quindi con efficienze più elevate, mentre l’im-
pianto di condizionamento nelle ore diurne sfrutterà
principalmente l’energia frigorifera accumulata in appo-
siti serbatoi senza cioè attivare i refrigeratori.
Per le seconde è interessante segnalare le possibilità di
realizzazione nel campo industriale, per le quali le mac-
chine ad assorbimento offrono anche grandi potenze fri-
gorifere, inviando fluidi refrigerati a temperature utili
per i processi produttivi senza per questo implicare
grandi impegni elettrici. In tutti i casi applicativi possi-
bili, la tecnologia ad assorbimento porta con se l’interes-
32 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
sante vantaggio del non richiedere aumenti di potenza
elettrica installata, caratteristica che in alcune situazioni
consente l’eliminazione della voce di costo relativa alla
realizzazione o aggiornamento di una cabina elettrica di
trasformazione o di un doppio contatore/impianto dedi-
cato. Le temperature minime raggiungibili con la tecno-
logia ad assorbimento acqua-ammonica sono pari a -10
°C. Per concludere sul tema della refrigerazione, è
necessario segnalare un ulteriore importante caratteristi-
ca del ciclo frigorifero ad assorbimento. La grande quan-
tità di energia termica disponibile ad alta temperatura
all’interno del ciclo GAX, può essere sfruttata egregia-
mente anche nelle macchine per sola refrigerazione. E’
questo il caso dei refrigeratori ad assorbimento Robur
GA-HR, in grado di offrire contemporaneamente poten-
za frigorifera (ad esempio 17 kW con temperatura di
mandata 7 °C) per l’impianto di condizionamento e
potenza termica (ad esempio 21 kW con temperatura di
mandata 58 °C) per un servizio di post-riscaldamento in
centrale trattamento aria, per produrre acqua calda sani-
taria o per riscaldare altre utenze ritenute necessarie.
Tale doppio servizio dei refrigeratori GA-HR avviene
sempre con una portata termica della macchina pari a 25
kW, il che porta l’efficienza complessiva del refrigerato-
re al valore del 152%.
Efficienza, riduzione dei consumi ed energia A conclusione del presente contributo, corre l’obbligo di
indicare alcune procedure operative per verificare l’effi-
cienza e la quantità di energia rinnovabile sfruttabile
dalle pompe di calore ad assorbimento. Pur non volendo
entrare in eccessivi tecnicismi o illustrare in modo
pedante procedure matematiche per la valutazione delle
prestazioni, la presente parte dell’articolo sarà utile per
effettuare confronti di primo approccio con le diverse
tecnologie impiegabili negli impianti di climatizzazione.
L’efficienza di utilizzo del gas, che per tutte le pompe
di calore a fiamma diretta (ad assorbimento, ad adsorbi-
mento o a motore endotermico) viene definita dalla
prEN 12309:2012 con il termine di GUE è calcolabile in
sintesi con la seguente relazione:
EPDC
GUE = _____
EGAS
7. ciRcuito eRmetico delle pompe
di caloRe ad assoRbimento aeRo-
teRmiche ReveRsibili gahp-aR.
4. RappResentazione pittoRica di un impianto geoteRmico ad assoRbimento RobuR.
5. RappResentazione pittoRica di un impianto di climatizzazione estiva e inveRnale aeRoteRmico ad assoRbimento RobuR.
33Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
Dove EPDCidentifica l’energia termica consegnata dalla
macchina al sistema di generazione (misurata o dichiara-
ta agli attacchi macchina) espressa in kWh e Egas è
l’energia primaria consumata dalla macchina espressa in
kWh.
Effettuando confronti con le caldaie a condensazione, il
semplice raffronto tra il GUE di una pompa di calore ad
assorbimento (circa 1,52) con il rendimento della calda-
ia (circa 1,08), si evidenzia un miglioramento delle pre-
stazioni delle macchine pari a quarantaquattro punti
percentuali (44%) a favore della pompa di calore.
Le pompe di calore ad assorbimento però non consuma-
no solo gas naturale durante il loro utilizzo, anche una
piccola parte di energia elettrica viene consumata ed è
necessario inglobare tale consumo nei calcoli del coeffi-
ciente di prestazione della macchina. La norma prEN
12309:2012 individua nel REP (rapporto energia prima-
ria) il coefficiente per indicare a pieno le prestazioni
della macchina, il quale è in sintesi calcolabile come
segue:
EPDC
REP = _____
EASS
Dove EPDC identifica sempre l’energia termica consegna-
ta dalla macchina al sistema di generazione (misurata o
dichiarata agli attacchi macchina) espressa in kWh e
Eass è l’energia primaria complessiva (gas + elettrico)
consumata dalla macchina espressa in kWh. L’energia
assorbita complessivamente dalla GAHP è calcolabile
come segue:
EELET
EASS = EGAS _____
h
Dove Egas è l’energia primaria consumata dalla macchi-
na espressa in kWh, EELET è l’energia elettrica consumata
dalla pompa di calore espressa in kWh, mentre ƞ è il ren-
dimento di trasformazione da energia primaria a energia
elettrica, indicato da Eurostat al valore di 0,40 (valore da
8. sistema di geneRazione peR un impianto geoteRmico ad assoRbimen-
to.
9. RappResentazione schematica di un sistema di accumulo in ghiaccio
geoteRmico gis accoppiato a pompe di caloRe ad assoRbimento.
10. fase Realizzativa di un sistema di accumu-
lo in ghiaccio geoteRmico gis accoppiato a
pompe di caloRe ad assoRbimento.
34 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
utilizzare in sostituzione a quanto indicato da AEEG
secondo la Direttiva 2008-29-UE RES e il D.Lgs.
28/2011).
Le ultime due formule possono essere utilizzate anche
per valutare il comportamento delle pompe di calore
elettriche a compressione di vapore, intendendo per
Eass solo la EELET divisa per 0,4 ed eliminando ovviamen-
te la EGAS. Seguendo le procedure indicate, una pompa di
calore ad assorbimento, avente in riscaldamento un
GUE pari a 1,52 (dato medio stagionale molto ricorren-
te), è conseguentemente caratterizzata da un REP di
1,40, il quale corrisponde ad un COP di 3,5 di una mac-
china elettrica. Sulla base di queste prestazioni, la
pompa di calore ad assorbimento è caratterizzata da una
capacità di sfruttamento di energia rinnovabile pratica-
mente identica a quella della pompa di calore a com-
pressione di vapore elettrica, ovvero il 50 % rispetto a
quanto calcolabile con la Raccomandazione R/09 del
Comitato Termotecnico Italiano, attualmente ancora
allo stato di bozza non approvata. Tale pariteticità tra le
macchine ad assorbimento e le pompe di calore a com-
pressione di vapore azionate elettricamente è facilmen-
te verificabile attraverso l’equazione indicata dalla
prEN 12309-5:2012 (allegato normativo A), la quale è
l’unica utilizzabile nella raccomandazione R/09 del CTI
per individuare la quantità di energia rinnovabile sfrut-
tata dalle pompe di calore ad assorbimento. L’equazione
per il calcolo della quantità di energia rinnovabile è la
seguente:
hERES = ETOT x (1- ----------)
REPS, SIST
Dove ERES è l’energia rinnovabile sfruttata dalla GAHP
espressa in kWh, ETOT è il fabbisogno termico dell’im-
pianto coperto dalla pompa di calore espresso in kWh, ƞ
è il rendimento di trasformazione da energia primaria a
energia elettrica e REP è il rapporto energia primaria
della pompa di calore ad assorbimento.
ConclusioniLe apparecchiature ad assorbimento con ciclo acqua
ammoniaca godono attualmente di un rinnovato interes-
se dei progettisti e degli installatori date le loro peculia-
rità intrinseche: altissima efficienza in riscaldamento,
sfruttamento di fonti rinnovabili, abbattimento degli
impegni elettrici, ampio campo operativo per le tempe-
rature dei fluidi termovettori elaborati, affidabilità ope-
rativa della macchina e sicurezza del vettore energetico.
Pur essendo nel recente passato (anni novanta del XX
secolo) oggetto tecnologico di nicchia, attualmente assu-
mono ruoli sempre più importanti nel panorama impian-
tistico nazionale ed internazionale, grazie ad una mag-
giore attenzione dell’opinione pubblica ai temi ambien-
tali ed energetici.
Questi temi, uniti al dato di fatto che la tecnologia
GAHP utilizza come vettore energetico principale il gas
naturale, hanno indotto la Commissione Europea a
finanziare un importante progetto di ricerca e sviluppo
nell’ambito del settimo programma quadro, vedendo
nelle pompe di calore ad assorbimento uno strumento
strategico essenziale per ridurre i fabbisogni energetici
del comparto della climatizzazione, senza implicare
investimenti di aggiornamento delle infrastrutture di
distribuzione dei vettori energetici. Il progetto che ne è
scaturito, condotto con la collaborazione di numerosi ed
importanti partner europei, è stato battezzato con l’acro-
nimo HEAT4U. W
11. RefRigeRatoRi peR pRoduzione
acqua gelida peR impianto pRodut-
tivo agRo-alimentaRe (RobuR).
35Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
LINEA CALDA
EfficiEnza
EnErgEtica
nEl sEttorE
industrialE
di GIACOMINO REDONDI
’efficienza energetica rappre-senta oggi una straordinariaopportunità per il sistemaindustriale nazionale ed euro-peo, sia in termini di sviluppo
delle relative tecnologie, sia per conse-guire quell’indispensabile equilibrio conla produzione di energia da fonti rinno-vabili. È quanto è stato ribadito nellaseconda edizione dell’Energy EfficiencyReport, presentato il mese scorsodall’Energy & Strategy Group delPolitecnico di Milano, nonché nella con-ferenza conclusiva del progetto H-REII(Heat Recovery in Energy Intensive
Industries). È noto che le imprese italia-ne scontano un importante deficit dicompetitività sui mercati internazionali,determinato dal prezzo di acquisto del-l’energia che è mediamente del 25%superiore rispetto alla media europea.Tale discapito è determinato essenzial-mente dal mix energetico del nostroPaese, che si caratterizza per una dipen-denza dall’estero superiore all’80%.Con l’efficienza energetica, entro il2020 si potrebbero dimezzare i consumidel comparto industriale. Quasi tutte letecnologie per l’efficientamento energe-tico industriale, risultano economica-mente sostenibili in tutte le condizioni,anche in assenza di sistemi di incentiva-zione; tuttavia gli investimenti sonocaratterizzati da tempi di rientro piutto-sto lunghi, raramente al di sotto dei 3 -5anni. Il fatto che l’efficienza energeticanon stia esprimendo attualmente il suo
potenziale, è dovuto essenzialmente adue motivazioni:- il quadro normativo, che nel nostroPaese sconta un ritardo significativorispetto al benchmark europeo;- l’assenza di una vera cultura dell’ef-ficienza energetica negli operatoriindustriali e negli istituti di credito.Soprattutto sul versante culturale c’èmolto da fare!Dalla ricerca dell’Energy & StrategyGroup emerge che poco meno del 17%delle imprese esaminate e non soggettead obbligo di nomina (L. 10(91),dispone di un Energy Manager.Solo il 22% delle aziende adotta unapproccio strutturato alla gestione del-l’energia, a fronte di un 6% che utiliz-za metodi rudimentali e quasi il 15%che non prevede nemmeno questi ulti-mi. Nel 90% dei casi gli investimentisono legati a scelte forzate o ad inter-venti di miglioramento dei processiproduttivi, non guidati da alcun riferi-mento energetico diretto.Per cogliere i benefici che l’efficienzaenergetica è in grado di offrire, sononecessarie decise azioni di diffusionedella relativa cultura e delle opportuni-tà ad essa associate, nonché di abbatti-mento delle barriere finanziarie esi-stenti nel ricorso al credito.Nel periodo più recente si rilevanodeboli segnali positivi come la cre-scente attenzione delle imprese versole ESCo (Energy Service Company), ladiffusione del concetto di efficienta-mento energetico come strumento dimarketing, lo sviluppo di forme di sup-porto al finanziamento di questi inter-venti. È certamente una inversione dirotta, che però attende una decisivaspinta propulsiva da un chiaro quadrolegislativo di riferimento. W
L
PRODOTTI & SISTEMI
Toshiba, presenta la nuova linea di Barriere d’aria.Il prodotto è la perfetta combinazione di una bar-riera d’aria propriamente detta con una pompa dicalore, unità esterna. Il sistema impedisce all'ariaesterna, con temperatura e umidità non conforte-voli, di "inquinare" le condizioni termoigrometricheinterne e di generare lavoro addizionale agliimpianti di climatizzazione e riscaldamento, favo-rendo un elevato risparmio energetico, grazieanche al positivo contributo della pompa di calore.Altro aspetto è quello della riduzione al minimo glispifferi d'aria, causa di notevoli disagi per gliimpiegati e clienti che si trovano nelle vicinanzedelle porte.La temperatura e l'umidità all'interno rimangonocontrollate e costanti garantendo così un livello dicomfort ottimale. Compatibili con tutte le unità condensanti Digital eSuper Digital Inverter, sono disponibili nei modelli aCassetta, a Soffitto e Canalizzabile con potenze edimensioni differenti adatte per porte di ognidimensione e sono dotate di ventilatori a tre velo-cità, per permettere all'utilizzatore di selezionare ilcorretto flusso d'aria a seconda delle differenti con-dizioni ambientali. Inoltre per particolare soluzioniapplicative possono venire realizzate anche unitàsu specifica del cliente. Durante l’inverno, in moda-lità riscaldamento, il prodotto genera una barrieraverso l’esterno creando un blocco all’ingresso del-l’aria fredda. In estate invece la macchina crea unabarriera al flusso di aria fresca presente nel localeaffinchè non si disperda verso l’esterno.Il motoventilatore utilizzato è conforme alla nor-
mativa ErP 2013 (Regolamento EU No 327/2011).Altra caratteristica tecnica del prodotto è laBacinella di raccolta della condensa. Durante i cicli
di sbrinamento il ventilatore continua a funzionare:la condensa, eventualmente formatasi , viene rac-colta nella bacinella ed evapora una volta ripreso ilnormale funzionamento in riscaldamento.Per un’installazione più agevole le Barriere d’ariaToshiba sono equipaggiate con attacchi flare, men-tre la scheda elettronica integrata, posizionataall'interno dell'unità e facilmente accessibile, ridu-ce i tempi e i costi d’installazione : non è necessa-rio installare un kit di interfaccia e un’alimentazio-ne separata .Concludendo, dalla Fabbrica il prodotto esce giàconfigurato abbreviando il lavoro dell’installatore eil suo funzionamento è compatibile con tutta lalinea di Controlli Toshiba per un’agile e perfettagestione del suo funzionamento.
www.toshibaclima.it
BARRIERE D’ARIA PER IL SETTORE DELLIGHT COMMERCIAL
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36 Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
Honeywell Environmental Control (EVC Italia),annuncia un nuovo prodotto della gamma per iltrattamento delle acque: il riduttore di pressioneflangiato ad azione diretta D15S. Il dispositivo sostituisce il precedente D15P offren-do diverse funzionalità e caratteristiche tra cui: - Nuovo design della cartuccia con inserto per con-sentire la riparazione on-site;- Facile accesso a tutte le parti interne e ai compo-nenti. L’ingresso da un unico lato permette così dimantenere installato il riduttore sulla linea durante
RIDUTTORE DI PRESSIONE FLANGIATOla manutenzione e la riparazione;- Manutenzione eseguibile senza l’ausilio di attrez-zi speciali;- Maggiore protezione contro la corrosione graziealla verniciatura epossidica della ghisa sferoidale inallineamento con gli standard di protezione controil deterioramento pesante (GSK);- Migliore portata in conformità alle normative diomologazione (DVGW).D15S può essere installato e utilizzato in edificiresidenziali, condomini, scuole, industrie, societàdi distribuzione di acqua e per molti altri scopi com-merciali, laddove sono richieste performance speci-fiche. Le sue innovative caratteristiche permettonodi aumentarne l’efficienza e parallelamente ridurrei tempi e il costi di manutenzione.Il nuovo design e la verniciatura in resina epossidi-ca, inoltre, consentono di contenere i costi di pro-duzione e, di conseguenza, il prezzo di vendita,rendendo il D15S molto competitivo rispetto allaconcorrenza.
www.honeywell.it
Comap presenta ilnuovo “TectiteCarbon”, un innovati-vo raccordo ad inne-sto rapido in acciaioal carbonio, nonsmontabile, leggero,semplice e facile dainstallare.Progettata per l’utiliz-zo in impianti diriscaldamento e di
raffrescamento a circuito chiuso e aria compressanon lubrificata, la nuova gamma di raccordi “TectiteCarbon” è stata perfezionata con alcuni particolaritecnici che ne migliorano le prestazioni rendendo-ne più sicuro l’utilizzo: nella zona dell’inserimentodel tubo è stato aggiunto un collare guida in poli-mero che facilita allineamento del tubo con il rac-cordo, eliminando ogni possibile rischio per l’O-Ring di tenuta. Inoltre, è stata aggiunta una picco-la clip in acciaio inossidabile per garantire la conti-nuità elettrica necessaria per una perfetta messa a
RACCORDI AD INNESTO RAPIDOterra del sistema. I nuovi raccordi Tectite Carbon,garantiti 10 anni, hanno il corpo in Acciaio al car-bonio RST34/2, gli O-ring di tenuta in EPDM e laghiera elastica di bloccaggio in acciaio inossidabi-le. La gamma è attualmente composta da oltre 110articoli, disponibili nei diametri da 15 a 54 mm.I raccordi ad innesto rapido “Tectite Carbon” diComap, non richiedendo attrezzature per la loroinstallazione, sono, di fatto, la migliore risposta allanecessità di riduzione dei tempi di installazione daparte del professionista, uno dei temi, unitamentea quello della “sicurezza” a cui Comap guarda conestrema attenzione in fase di progettazione di tuttii suoi sistemi.
www.comap.it
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37Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
39Impianti Clima - Dicembre/Gennaio 2013 - N. 11
Fondatore e Direttore responsabileantonio Briganti
Condirettori editorialiGiacomino redondi energie rinnovabili e riscaldamento
Massimo Vizzotto sistemi per climatizzazione, refrigerazione e a pompa di calore
Cristiano Vergani Qualità dell’aria, aeraulica e salute
Marketing advisor
luca Ferrari
redazione e coordinamento
luca Ferrari, lara Bindi
redazione
Via Val Blenio 10 - 20147 Milano Mi
tel. 024035019 - Fax: 0299983105
www.impianticlima.com - [email protected]
© La riproduzione intera o parziale di testi è vietata se non dietro
autorizzazione dell’editore.
KLIMAHOUSE27 - 27 GENNAIO 2013BOLZANO
ASHRAE 2013 WINTERCONFERENCE26 - 30 GENNAIO 2013DALLAS - USA
SOLAREXPO8 - 10 MAGGIO 2013MILANO
LE PROSSIME FIERE
Un dialogo da sempre non facile quello tra utente
finale e installatore, anche se fino adesso si è trascina-
to in qualche modo con reciproca sopportazione.
l'entrata sul mercato di prodotti tecnologicamente
avanzati e ad alta efficienza energetica, obbliga ad un
maggiore sforzo da parte di entrambi a capirsi meglio,
soprattutto affinché i vantaggi di questi nuovi prodot-
ti possano realizzarsi interamente. Fino adesso il rap-
porto tra i due è stato più o meno di questo tipo:
l'utente interpellava l'installatore per un prodotto o
una trasformazione o un impianto ex novo, senza pre-
occuparsi di approfondire gran che le sue stesse
necessità, a parte quasi sempre quella del prezzo.
anche da parte sua, l'installatore ben poco si preoccu-
pava di capire e accertare le esigenze dell'utente,
facendo invece il possibile di scegliere il prodotto che
gli offriva il maggior guadagno e concludere il lavoro
nel minor tempo possibile. nel caso di prodotti sem-
plici e senza particolari pretese questo rapporto pote-
va anche funzionare: l'utente si ritrovava il lavoro con-
cluso rapidamente ad un prezzo contenuto, e questo
era tutto. Ma le cose da tempo sono cambiate, mentre
l'atteggiamento sia dell'uno che dell'altro è cambiato
molto meno. ora sono subentrate diverse esigenze
prima inesistenti: valutazione dell'efficienza energe-
tica necessaria per poter rientrare nelle detrazioni
fiscali, e quindi varie alternative nella scelta delle
macchine e dello stesso impianto. l'utente purtroppo
è ancora ben poco documentato sui pro e i contro
degli impianti, sulle pompe di calore, sui sistemi sola-
ri ecc. l'installatore, dal canto suo, mantiene una dia-
lettica ancora limitata: poco si preoccupa di accertare i
requisiti effettivi del cliente, mantiene al minimo il
dialogo con lui, se non per la parte economica che
ritiene gli spetti. insomma, le due parti comunicano
ancora troppo poco, e a perderne è quasi sempre l'im-
pianto e con esso tutti i benefici che l'utente poteva
legittimamente aspettarsi. Finché questo anello non
migliorerà tante opportunità rimarranno delle pie
intenzioni. W
Utente e installatore
IL MINIMALISTAPRESUNTUOSO
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������Il sostegno dellazeolite
Deumidificazionepiscine. Impiantie macchine
Il gas naturalecome vettoreenergetico sicuro
Numero 10
lettori 4124*
Numero 1 Numero 2 Numero 3 Numero 4
lettori 7142* lettori 10972* lettori 8320* lettori 6843*
IMPIANTI69.960 lettori
CLI
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* Dati aggiornati al 13/12/2012
Regole aureeimpianti ad
espansione diretta
Microchiller permicroimpianti
MercatoCompressori
Novità da MostraConvegno
Expocomfort
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Impianti SpecialiImpianti Speciali
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Illuminazione LEDIlluminazione LED
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impianti a tutta aria
Trattamento delleemissioni nella cogenerazione
Rinnovabili, efficienza energetica
e formazione
Numero 6
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������4 Regole Auree per gli impianti di ventilazione
Compressori frigoriferi: scroll o vite
O ttimizzazionesalto termico dell’acqua nella climatizzazione
Numero 7
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12
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������4 Regole Auree per gli impianti di riscaldamento
Compressori frigoriferi: scroll o vite II Parte
Filtrazione aria:nuove tecnologiein arrivo
Numero 8
lettori 4528*
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������Ventilatori peredifici di grandealtezza
Aria sotto controllo neilaboratori
Deumidificazionearia per piscine coperte
Numero 9
lettori 5016*
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