il viaggio dei sapori n. 2

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Vi proponiamo una rivisitazione “golosa” di alcu- ne opere composte da illustri poeti del Romantici- smo… Al Pandoro! Ne più mai toccherò il sacro dolce ove le mie labbra vorrebbero giacere, Pandoro mio, che te specchi nei miei occhi da cui sei tu amato, col mio primo sorriso, io non taccio il tuo zucchero a velo e i tuoi strati nell’inclito verso di colui che volle assaggiarti, per lui diverso esito: bello di fama e di ventura, ti assaggiò! Tu non altro che il canto avrai del figlio, o materno mio dolce; a noi prescrisse il fato lacrimata divisione! Sarah Di Pinto (III G) L’Infarcito Sempre caro mi fu quest’ermo dolce, e questa torta che da tanta parte dell’ultima verdura il guardo esclude. Ma sedendo e mangiando, interminati sapori di là da quello, e sovrumane sgranocchiate, e fragrante cottura Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il gusto si spaura. E come il gusto Io assapor tra questi dolci, io quello Infinito sapor a questo gusto vo comparando: e mi sovvien la storia, buono è il sapor di lei . Così tra questa immensità s’annega … ma aspetta: il naufragar non è dolce nella verdura !! Giacomo Milici (III G) Il “lato goloso” della poesia... CLASSI I-II-III G SCUOLA SEC.DI I GR. “R.MONTERISI” BISCEGLIE Il viaggio dei sapori DICEMBRE 2011 NUMERO II L’unico sapore dolce che l'uomo conosceva nel passato era quello del miele; certo man- giava anche frutta e radici zuccherine o petali di fiori dolcia- stri, ma il gusto pieno e tondo del dolce lo trovava solo nel mie- le. Ai giorni nostri, invece, esistono altri tipi di zuccheri: il sac- carosio, di origine ve- getale, che è estratto dalla canna da zuc- chero e dalla barba- bietola, il fruttosio (presente nella frutta e nel miele), il lattosio (presente nel latte) e il maltosio (presente nei cereali). Tutti questi zuccheri, che sono la principale fonte di energia dell'organismo, ven- gono rapidamente as- sorbiti e possono ave- re un’azione analgesi- ca, ma il loro consu- mo eccessivo può pro- vocare l'aumento di patologie degenerati- ve come il diabete. Questa è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di ele- vati livelli di glucosio, cioè zucchero, nel sangue (iperglicemia). La quantità regolare di zuccheri, presenti nel sangue, è control- lata dall’insulina, l’ormone prodotto dal pancreas, che consen- te al glucosio l’ingresso nelle cellu- le e il suo conseguen- te utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo si altera, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno e il pancre- as, sottoposto ad un eccessivo lavoro, ri- duce le sue capacità di produrre insulina, fino ad esaurirsi; di conse- guenza l’insulina vie- ne somministrata tera- peuticamente. Un altro problema legato agli zuccheri è quello costituito dalle carie, che oggi sono più diffuse perché si consumano zuccheri più frequentemente nei cibi e per questo è consigliabile lavarsi i denti tre o più volte al giorno per non avere problemi seri. Per evitare ulteriori danni dovuti ad un consumo eccessivo di zuccheri, è bene os- servare alcune regole importanti: * modera il consumo di bevande e dol- ci, per non supera- re la quantità consigliata di zuc- cheri; * tra i dolci preferisci i prodotti da for- no, perché conten- gono meno zuc- cheri e più amido; * utilizza in quantità limitata dolci da spalmare sul pane; * limita il consumo di prodotti che con- tengono poco sac- carosio, ma, se lo fai, ricordati di lavare i denti dopo il loro consumo; * se vuoi consumare alimenti e bevan- de dolci senza zucchero, leggi sull'etichetta il tipo di edulcorante usato e le sue av- vertenze. Marita Acquaviva Carmela Favullo Francesca Grosso Marco Dell’Olio Cinzia Troilo III G Zucchero: non è tutto dolce ciò che “luccica”! Ci stiamo avvicinando al Natale, al periodo in cui sulle nostre tavole non mancheranno i dolci e perciò in questo numero non possiamo non prendere in considerazione il protagonista principale: lo zucchero. Volete conoscerne la storia con tutte le sue peculiarità? Mettetevi comodi e “gustate” il suo lungo e affascinante viaggio!

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Il giornalino scolastico degli alunni del corso G della Scuola Secondaria di Primo Grado "Riccardo Monterisi" - Bisceglie

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Page 1: IL VIAGGIO DEI SAPORI n. 2

Vi proponiamo una rivisitazione “golosa” di alcu-ne opere composte da illustri poeti del Romantici-smo…

Al Pandoro!

Ne più mai toccherò il sacro dolce

ove le mie labbra vorrebbero giacere,

Pandoro mio, che te specchi nei miei occhi

da cui sei tu amato,

col mio primo sorriso, io non taccio

il tuo zucchero a velo e i tuoi strati

nell’inclito verso di colui che volle assaggiarti,

per lui diverso esito:

bello di fama e di ventura, ti assaggiò!

Tu non altro che il canto avrai del figlio,

o materno mio dolce; a noi prescrisse

il fato lacrimata divisione!

Sarah Di Pinto (III G)

L’Infarcito

Sempre caro mi fu quest’ermo dolce,

e questa torta che da tanta parte

dell’ultima verdura il guardo esclude.

Ma sedendo e mangiando, interminati

sapori di là da quello, e sovrumane

sgranocchiate, e fragrante cottura

Io nel pensier mi fingo, ove per poco

Il gusto si spaura. E come il gusto

Io assapor tra questi dolci, io quello

Infinito sapor a questo gusto

vo comparando: e mi sovvien la storia,

buono è il sapor di lei . Così tra questa

immensità s’annega … ma aspetta:

il naufragar non è dolce nella verdura !!

Giacomo Milici (III G)

Il “lato goloso” della poesia...

C L A S S I I - I I - I I I G

S C U O L A S E C . D I I G R .

“ R . M O N T E R I S I ”

B I S C E G L I E

Il viaggio dei sapori D I C E M B R E 2 0 1 1 N U M E R O I I

L’unico sapore dolce che l'uomo conosceva nel passato era quello del miele; certo man-giava anche frutta e radici zuccherine o petali di fiori dolcia-stri, ma il gusto pieno e tondo del dolce lo trovava solo nel mie-le. Ai giorni nostri, invece, esistono altri tipi di zuccheri: il sac-carosio, di origine ve-getale, che è estratto dalla canna da zuc-chero e dalla barba-bietola, il fruttosio (presente nella frutta e nel miele), il lattosio (presente nel latte) e il maltosio (presente nei cereali). Tutti questi zuccheri, che sono la principale fonte di energia dell'organismo, ven-gono rapidamente as-sorbiti e possono ave-re un’azione analgesi-ca, ma il loro consu-mo eccessivo può pro-vocare l'aumento di patologie degenerati-ve come il diabete. Questa è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di ele-vati livelli di glucosio, cioè zucchero, nel sangue (iperglicemia).

La quantità regolare di zuccheri, presenti nel sangue, è control-lata dall’insulina, l’ormone prodotto dal pancreas, che consen-

te al glucosio l’ingresso nelle cellu-le e il suo conseguen-te utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo si altera, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno e il pancre-as, sottoposto ad un eccessivo lavoro, ri-duce le sue capacità di produrre insulina, fino ad esaurirsi; di conse-guenza l’insulina vie-ne somministrata tera-peuticamente. Un altro problema legato agli zuccheri è quello costituito dalle carie, che oggi sono più diffuse perché si consumano zuccheri più frequentemente nei cibi e per questo è consigliabile lavarsi i denti tre o più volte al giorno per non avere

problemi seri. Per evitare ulteriori danni dovuti ad un consumo eccessivo di zuccheri, è bene os-servare alcune regole importanti: * modera il consumo

di bevande e dol-ci, per non supera-re la quantità consigliata di zuc-cheri;

* tra i dolci preferisci i prodotti da for-no, perché conten-gono meno zuc-cheri e più amido;

* utilizza in quantità limitata dolci da spalmare sul pane;

* limita il consumo di prodotti che con-tengono poco sac-carosio, ma, se lo fai, ricordati di lavare i denti dopo il loro consumo;

* se vuoi consumare alimenti e bevan-de dolci senza zucchero, leggi sull'etichetta il tipo di edulcorante usato e le sue av-vertenze.

Marita Acquaviva Carmela Favullo Francesca Grosso Marco Dell’Olio Cinzia Troilo III G

Zucchero: non è tutto dolce ciò che “luccica”!

Ci stiamo avvicinando al Natale, al periodo in cui sulle nostre tavole non mancheranno i dolci e perciò in questo numero non possiamo non prendere in considerazione il protagonista principale: lo zucchero. Volete conoscerne la storia con tutte le sue peculiarità? Mettetevi comodi e “gustate” il suo lungo e affascinante viaggio!

Page 2: IL VIAGGIO DEI SAPORI n. 2

Pagina 2

Detti

popolari:

“Il saggio

mette un

pizzico di

zucchero in

quello che

dice agli altri

e ascolta con

un grano di

sale tutto

quello che gli

dicono gli

altri.”.

La lunga storia dello zucchero di canna

“Un miele che non ha bisogno di api” A Natale, la festa più magica e ghiotta dell’anno, la tradizione abbonda con offerte di dolci. Ingrediente base è lo zucchero semolato, ricavato dalla barbabie-tola, oppure lo zucchero di canna, un elemento energetico di cui vi farà piacere conoscere la storia con tutte le sue caratteristiche.

ETIMOLOGIA La parola italiana "zucchero" deriva dal termine arabo s”ukkar”. LUOGO ORIGINARIO Si ritiene che lo zucchero di canna, l’unico tipo di zucchero disponibile per molti secoli, sia stato portato dagli abitanti della Polinesia nell'Asia sud-orientale, in Cina e in India sud-orientale. DESCRIZIONE La canna da zucchero può rag-giungere i 4-5 metri d'altezza. Ha grandi foglie verdi di forma allungata e fiori riuniti in una grande infiorescenza (pannocchia) che può raggiun-gere la lunghezza di 90 centi-metri. I fusti, di 3-5 centimetri di diametro, possono raggiun-gere persino il peso di 10 chili. Nell'interno di ogni fusto vi è un liquido sciropposo, da cui si ricava lo zucchero. STORIA Nel 325 a.C. Alessandro Ma-gno, dopo aver sottomesso buona parte dell’Asia occiden-tale, raggiunse l’India dove tro-vò “Un miele che non aveva bisogno di api”. Si trattava della canna da zucchero da cui si ricavava uno sciroppo denso e

dolcissimo. Al suo ritorno in Grecia, portò con sé la canna da zucchero che venne così piantata nei luoghi dove egli passava. Furono però gli Arabi che dif-fusero la coltivazione della canna nell’area mediterranea nel 700 d. C. Nell'XI secolo lo zucchero di canna, detto “sale arabo”, perché in origine aveva l’aspetto di granelli di sabbia, tramite i Genovesi e i Venezia-ni si diffuse in Italia, quale pro-dotto di lusso destinato solo a nobili e regnanti, perché molto costoso. Nel 1575 l’agronomo francese Olivier de Serres intuì che nella barbabietola era contenu-ta una sostanza molto dolce, ma non gli riuscì di realizzare un processo valido per l'estra-zione. Solo nel Settecento, un chimi-co tedesco ideò un processo industriale per ricavare il sacca-rosio dalle barbabietole e, gra-zie a lui, si ebbe il primo zuc-cherificio industriale in Slesia nel 1802. Napoleone incoraggiò la pro-duzione di barbabietola da zucchero in tutti i territori e furono aperti altri stabilimenti in Francia; da quel momento il costo inferiore dello zucchero lo rese disponibile a più ampie fasce della popolazione, cam-biando considerevolmente le abitudini alimentari dell'Europa. COLTIVAZIONI Il clima adatto alla canna da zucchero è quello caldo-umido e perciò viene coltivata soprat-tutto nei caldi paesi tropicali, dove vi è anche una notevole abbondanza di piogge e una temperatura non inferiore ai 20°. In Italia, solo alcune zone della Sicilia sono favorevoli alla colti-vazione di questa pianta. LEGGENDA Circa le origini della canna da zucchero, si racconta che una ragazza di Samoa, un’isola della Polinesia, prima di sposarsi e trasferirsi in un’isola dell’Indonesia, mentre osserva-va su una collina un topo che

rosicchiava una pianta, notò che il roditore, dopo averla mangiata, dapprima apparve soddisfatto e rilassato al punto di addormentarsi, ma dopo un po’ diventò audace, forte e più energico. La ragazza, quindi, intuendo che quella pianta, che era la canna da zucchero, così confortante e nutriente, era un alimento che migliorava lo stato di benessere e produceva energia, la portò con sé a Su-matra. Di qui, in seguito, la pianta fu trapiantata in India. I SEGRETI DELLA NONNA Per rendere la pelle più liscia, almeno una volta alla settima-na, conviene trattarla con pro-dotti non troppo aggressivi e naturali.

Ecco come preparare una cre-ma delicata e tonificante con semplici ingredienti: mescolare un cucchiaio e mezzo di zuc-chero con un cucchiaio di latte detergente o con un cucchiaio di yogurt. Applicare la crema allo zucchero sul viso e mas-saggiare per circa 30 secondi. Infine risciacquare con acqua tiepida, passare il tonico astrin-gente e distendere uniforme-mente una crema idratante. CURIOSITA’ Lo zucchero restò per molto tempo una spezia rara, prezio-sa e costosa, venduta dagli speziali e dai farmacisti a caris-simo prezzo come medicina in uso per sciroppi e impacchi e per questo in passato faceva parte addirittura del corredo nuziale delle ragazze. Carlo Damiano Cosmai (II G) Fabio Ladogana (II G) Marialetizia Cosmai (II G) Lucia Dell’Olio (II G) Rossella Troisi (II G)

La Storia

nel piatto

Page 3: IL VIAGGIO DEI SAPORI n. 2

Panettone, pandoro e cartellate:

Solleticano il nostro palato e … la nostra curiosità!

Pagina 3 N U M E R O I I

“Ah, cè addaure pe re strote de pezzeitte e carteddote, de tarad-d e , d e f r e s é i d d e , d e ciamméill’ecalzengéidde…”!. Con i primi versi della poesia “U Na-tale”del poeta Riccardo Monterisi ci immergiamo nell’atmosfera natalizia e nella consuetudine di preparare dei dolci che si tra-mandano di generazione in gene-razione e che si differenziano a seconda della regione o addirittu-ra del comune. Anche sulle vostre tavole sicura-mente campeggeranno il panet-tone o il pandoro assieme ad altri dolci tipici natalizi della nostra Puglia, come le cartellate, e per-ciò pensiamo che, mentre li gu-sterete con i parenti intorno ad una tavola imbandita, vi farà piacere conoscerne la storia e dare sfoggio delle vostre cono-scenze.

Il PANETTONE Le origini del panettone sono sicuramente legate alla città di Milano, ma sono ancora avvol-te nel più fitto dei misteri. Tra le diverse leggende, la più accreditata narra che la vigilia di Natale, alla corte del duca Ludovico il Moro (1452-1508), si tenne un grandioso pranzo. Il capo della cucina aveva pre-disposto un dolce particolare che, però, si bruciò. Per rime-diare, uno sguattero, chiamato Toni, propose un dolce che aveva preparato per sé, usan-do gli ingredienti che aveva trovato a disposizione tra gli avanzi della precedente prepa-

razione. Il "pane dolce", prepa rato con farina, zucchero, uova burro e frutta candita, fu molto apprezzato da tutti i commensali e Ludovico il Mo-ro, avendo saputo dal cuoco il nome dell’artefice della preli-batezza, lo battezzò "pan del Toni", ossia il panettone. Roberto Loconsolo ( II G) Il PANDORO Il pandoro è un tipico dolce veronese che viene consuma-to, insieme al panettone, du-rante le festività natalizie. La sua nascita risale al 1894, quando Domenico Melegatti, fondatore dell’omonima indu-stria dolciaria, depositò all'uffi-cio brevetti un dolce morbido dalla forma di stella a otto punte, opera dell'artista Ange-lo Dall’Oca Bianca, pittore impressionista. La nascita del dolce, però, po-trebbe risalire ai tempi della Repubblica Veneta del 1500, quando si servivano, sulle ric-che tavole, dolci di forma coni-ca, ricoperti da foglie d’oro zuccherino, chiamati "pane de oro" per il colore giallo oro conferito all’impasto, leggero e sof f ice, da l le uova. Riccardo Ponziano (II G) LE CARTELLATE Le cartellate, tipico dolce nata-lizio della Puglia, erano già no-te ai tempi di Bona Sforza e furono servite al suo matrimo-nio nel 1517. Le cartellate sono dei nastri di sottile sfoglia di pasta: infatti il loro nome deriva dal fatto che la sfoglia deve essere sottilissi-ma, come la "carta oleata" (un tipo di carta da cucina che si usava un tempo, simile alla moderna "carta forno"). Le strisce di pasta, tagliate con una rotella dentellata, vengono unite e avvolte su loro stesse sino a formare una specie di "rosa". Secondo alcune tradi-

zioni, le striscioline strette raffigurerebbero le fasce con cui fu avvolto il Bambinello; secondo altre, invece, i bordi seghettati simboleggiano la corona di spine di Gesù.

RICETTA LE CARTELLATE Ingredienti: 1 kg. di farina 200 gr. di zucchero 150 gr. di olio d’oliva 200 gr. di vino bianco olio d’oliva per friggere vincotto oppure miele cannella in polvere zucchero a velo Preparazione: Impastare la farina, lo zucchero, l’olio e il sale con il vino bianco intiepidito. Lavorare il composto fino a ren-derlo morbido. Spianare la pasta con il matterello e tagliare con la rotella delle stri-sce della larghezza di 4 cm. Piegare in due le strisce e unirle con le dita, a distanza di 3 cm., creando cosi delle conchette. Arrotolare le strisce a spirale in modo da ottenere delle specie di “rose”. Friggere le cartellate in abbondan-te olio bollente, girandole veloce-mente. Immergerle delicatamente nel vincotto di uva o nel miele. Spolverarle con la cannella unita allo zucchero a velo. Una volta preparate, si possono conservare anche per molto tem-po però in ambienti interni, bui e asciutti. Valerio Pellegrini (II G)

“Le cartellate

sono dei nastri

di sottile sfoglia

di pasta: infatti

il loro nome

deriva dal fatto

che la sfoglia

deve essere

sottilissima,

come la carta

oleata”

Tradizione e

folklore

Page 4: IL VIAGGIO DEI SAPORI n. 2

Pagina 4 RESTAURATO UN SARCOFAGO CON…LO ZUCCHERO!!

Nel Museo Archeologico di Bolzano si può ammira-re un sarcofago dell’Alto Medioevo scoperto in un sepolcreto nel comune di

Vipiteno e restaurato con… lo zucchero. Il metodo impiegato è sta-to semplice: il sarcofago, ricavato da un tronco di

L’angolo dello sponsor GOLDEN PASTICCERIA

Via Seminario, 29 Tel. 3207951189

Bisceglie

Il “gusto”

nell’arte

Stuzzica…

mente

Andrea Monticelli (IG)

Giuseppe Campagnola (IG)

Rebus (8,5,8) Definizione:

RO: LCE Vincenzo Di Molfetta (I G)

legno è stato immerso completamente in una soluzione di acqua e zucchero che ha lenta-mente prosciugato l’acqua contenuta nelle cellule del legno, sosti-tuendosi ad essa. La struttura tombale, sor-retta da un’impalcatura di cristalli di zucchero, può essere ammirata dai visitatori, che ne apprezzano anche le tracce della lavorazione del legno conservatesi sulla superficie. Rossella Troisi (II G) Pietro Losciale (II G)

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO!