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NEWSLETTER : Scrivici a [email protected] per ricevere le prossime uscite in anticipo e in digitale Il Ve(T)ro E… state calmi! Periodico intramurario d’informazione trasparente Anno 4° - Numero 32 18/07/2015 MUCCHE - pagina 2-3 SPORT - pagina 4 DAL MONDO - da pagina 5-6 INTERVISTE - pagina 7-8 Chi pensava che Flegetonte, il torrido an- ticiclone africano che si è abbattuto con prepotenza sul nostro Paese, fosse la cosa più tremenda che la stagione estiva potesse portarci in dote, non è Carpine- tano. Ebbene si, ne sono successe di cose dalle nostre parti: come non pensare ad esempio al ricorso promosso e vinto dalla semisconosciuta associazione animalista Earth contro l’ordinanza di abbattimen- to delle mucche? Una questione che ha sollevato l’indignazione dei carpinetani e scatenato una vera e propria “sommossa popolare” (virgolette d’obbligo dal mo- mento che la sommossa è avvenuta solo rigorosamente via social) contro questa associazione che, dopo aver rivendicato con orgoglio la vittoria nel ricorso attra- verso la sua pagina Facebook, ha lanciato una vera e propria campagna diffamato- ria nei confronti del nostro paese (em- blematica la vignetta che raffigurava una mucca adagiata su un prato con la scritta “Uccisa perché trovata a pascolare senza auricolare, vergogna!”) riuscendo di fatto solo a dimostrare quanto l’associazione stessa non fosse minimamente a cono- scenza della portata e della pericolosità di questo problema. Qualche perplessità ha destato poi la mancata costituzione in giudizio del Comune che, non difenden- dosi, ha lasciato che questa associazio- ne avesse vita facile davanti al giudice che infatti ha accolto il ricorso. Il Sinda- co però si è giustificato per mezzo del- le nostre pagine dalle quali ha tra l’altro annunciato ricorso in appello. Come non commentare poi la scelta della Regione Lazio di chiudere i reparti di Ginecolo- gia, Pediatria e Ostetricia dell’Ospedale di Colleferro? Una scelta scellerata che priva il nostro territorio di reparti che, in particolare dopo la chiusura dell’Ospeda- le di Anagni, sono diventati fondamentali perché raccolgono un bacino di utenza molto ampio. Inutile dire che i più pena- lizzati dalla chiusura di questi reparti sia- mo proprio noi carpinetani che ad oggi, per raggiungere il primo ospedale utile per un parto cioè Palestrina, dobbiamo percorrere circa 50 km. Un disagio enor- me che la politica sembra però non abbia colto. Se non loro chi? Chacun à son goût

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Il Ve(T)roE… state calmi!

Periodico intramurario d’informazione trasparenteAnno 4° - Numero 32 18/07/2015

MUCCHE-

pagina 2-3

SPORT-

pagina 4

DAL MONDO-

da pagina 5-6

INTERVISTE-

pagina 7-8

Chi pensava che Flegetonte, il torrido an-ticiclone africano che si è abbattuto con prepotenza sul nostro Paese, fosse la cosa più tremenda che la stagione estiva potesse portarci in dote, non è Carpine-tano. Ebbene si, ne sono successe di cose dalle nostre parti: come non pensare ad esempio al ricorso promosso e vinto dalla semisconosciuta associazione animalista Earth contro l’ordinanza di abbattimen-to delle mucche? Una questione che ha sollevato l’indignazione dei carpinetani e scatenato una vera e propria “sommossa popolare” (virgolette d’obbligo dal mo-mento che la sommossa è avvenuta solo rigorosamente via social) contro questa associazione che, dopo aver rivendicato con orgoglio la vittoria nel ricorso attra-verso la sua pagina Facebook, ha lanciato una vera e propria campagna diffamato-ria nei confronti del nostro paese (em-blematica la vignetta che raffigurava una mucca adagiata su un prato con la scritta “Uccisa perché trovata a pascolare senza auricolare, vergogna!”) riuscendo di fatto solo a dimostrare quanto l’associazione stessa non fosse minimamente a cono-scenza della portata e della pericolosità di questo problema. Qualche perplessità

ha destato poi la mancata costituzione in giudizio del Comune che, non difenden-dosi, ha lasciato che questa associazio-ne avesse vita facile davanti al giudice che infatti ha accolto il ricorso. Il Sinda-co però si è giustificato per mezzo del-le nostre pagine dalle quali ha tra l’altro annunciato ricorso in appello. Come non commentare poi la scelta della Regione Lazio di chiudere i reparti di Ginecolo-gia, Pediatria e Ostetricia dell’Ospedale di Colleferro? Una scelta scellerata che priva il nostro territorio di reparti che, in particolare dopo la chiusura dell’Ospeda-le di Anagni, sono diventati fondamentali perché raccolgono un bacino di utenza molto ampio. Inutile dire che i più pena-lizzati dalla chiusura di questi reparti sia-mo proprio noi carpinetani che ad oggi, per raggiungere il primo ospedale utile per un parto cioè Palestrina, dobbiamo percorrere circa 50 km. Un disagio enor-me che la politica sembra però non abbia colto. Se non loro chi?

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Salvate la mucca Ryanl’eterna lotta tra EARTH e Carpineto

Qualche settimana fa il popo-lo del web si è indignato no-tevolmente alla notizia della vittoria del ricorso dell’asso-ciazione EARTH, contro l’ordi-nanza del 24 novembre 2014 del Comune di Carpineto Ro-mano, con la quale si procede-va all’abbattimento dei bovini inselvatichiti che avessero co-stituito un problema per la si-curezza dei cittadini. Tra mille chiacchiere e dubbi riguar-do questa vittoria di EARTH, vediamo di fare un pochino di chiarezza: innanzitutto si deve sapere che il Comune di Carpineto si è prodigato affin-ché non fosse risolto il proble-ma solamente con l’uccisione delle bestie. La presidentessa di EARTH, Valentina Coppola, ha invece dichiarato, in tempi non sospetti, che per la que-stione bovina venne scelta la strada più facile: l’uccisione. Mai affermazione fu più di parte. Forse la paladina dei ruminanti bovini non sapeva che il nostro comune aveva programmato un intervento su doppio binario, preveden-do infatti che una parte delle mucche vaganti doveva esse-re abbattuta ( per motivi sani-tario-alimentari e soprattutto di sicurezza, perfettamente in linea con il regolamento UE 1053/2010), mentre un’altra parte doveva essere catturata e affidata a persone e strut-ture che avrebbero saputo cosa farne. Così è stato: il 27 febbraio 2015, grazie alla col-laborazione dell’ASL, Regione Lazio, Ministero della salute, e delle forze dell’ordine loca-li, un numero considerevole

di bovini inselvatichiti è stato affidato ad una ditta del fru-sinate, vincitrice dell’appalto varato dal comune, curando il trasporto presso le proprie strutture. La domanda che in molti vi starete facendo è: perché non continuare con gli appalti allora? Ebbene, la li-nea di interventi che si vuo-le tracciare è proprio questa, solamente che per venire a Carpineto, prendere le be-stie, trasportarle nelle proprie strutture, visitarle, vaccinarle e mantenerle, richiede costi da affrontare, e non tutte le ditte possono permetterselo. Naturalmente le ditte che si fanno avanti, devono avere un tornaconto, che potrebbe essere la vendita delle carni (o altri prodotti bovini) o de-gli animali stessi. Forse po-chi sanno che queste ditte, prima di mettere in commer-cio animali e relativi prodot-ti derivati, devono attendere 90 giorni da quando vengono avviate le procedure di profi-lassi e controllo sulle bestie (questo è quanto emerge da una nota del Ministero della salute, pervenuta al Comune di Carpineto). Supponiamo quindi che una ditta, la qua-le già possiede molti capi re-golari nelle proprie strutture, leggendo il bando preleva 40 mucche provenienti da Carpi-neto (le quali devono essere sottoposte a tutte le profilas-si e ai 90 giorni stabiliti dal-la legge), prima di tornare a prenderne altre, dovrà smal-tire il precedente carico, altri-menti un potenziale secondo carico di bestie per le proprie

finanze rappresenterebbe una spesa non remunerativa. Chiarito questo punto, deve ora essere affrontato il tema del ricorso di EARTH: pochi sapranno che prima della de-cisione del TAR, EARTH ave-va notificato ben due ricorsi al comune di Carpineto, che non hanno avuto alcun segui-to perché mai iscritti al ruo-lo. Quando è stato presentato il terzo ricorso, il comune era pronto ad argomentare ogni difesa, ma non si è potuto co-stituire in giudizio perché dal portale telematico ( dal quale gli avvocati delle parti si con-nettono tramite speciale pas-sword, per vedere i processi pendenti dei propri assistiti, e per constatare da quale accu-sa ci si debba difendere) non risultava, né risulta ad oggi, nessuna procedura tra le par-ti EARTH e il nostro comune. Semplicemente, quindi, un errore del sistema che a vol-te può verificarsi. Nonostante la pronuncia del giudice am-ministrativo di primo grado, il comune ha già comunque dichiarato di voler far appel-lo e portare così la questione davanti al Consiglio di Sta-to. Tralasciando il polverone che si è creato, la decisione del comune è stata coraggio-sa, poiché il Sindaco Matteo Battisti è stato minacciato dai presunti padroni delle muc-che. Un’iniziativa che sicura-mente ha segnato una forte discontinuità con l’inazione degli anni precedenti, e che ha voluto dare un messaggio forte ai probabili responsabi-li. C’è anche da considerare il

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fatto che i poveri animali non possono più vivere in queste condizioni, perché sarebbe una sconfitta per tutti. Nessu-no pensa che le vacche siano contente di essere bersaglia-te in mezzo alla strada dalle auto che circolano, o siano fe-lici di essere prese a fucilate nel cuore del centro storico (come già accaduto). La cro-nologia degli attacchi sferrati e subiti dalle vacche ( per ul-timo quello subito da una ra-gazza nei giardini pubblici) è lunga, a tratti allarmante. Per queste motivazioni si è de-ciso nel novembre scorso di intervenire. I commenti sulla pagina Facebook di EARTH, lasciati da chi evidentemente per nulla conoscono la nostra realtà locale e il nostro amore per gli animali ( che per de-cenni hanno accompagnato i nonni e bisnonni nel lavoro dei campi, e hanno rappresen-tato un mezzo di sussistenza di primo livello) ci hanno ad-ditato come novelli sceriffi, popolo di bifolchi ignoranti, propenso ‘’alle bestemmie e cattive maniere’’ ; perché cari signori, benpensanti, non venite a vivere per un perio-do a Carpineto, o nelle zone circostanti? Così vedrete che i bifolchi, in fondo, un po’ di ragione e raziocinio per le situazioni che vivono sulla

pelle da decenni, ce l’hanno. Impossibile da commentare l’immagine postata da EARTH su internet, che ha dato no-tizia della vittoria del ricorso contro l’ordinanza comunale: figura in bella vista, una muc-ca, che placida se ne sta in un campo verde, a pascola-re, con le montagne intorno. Sotto la foto, la scritta che recita l’abominio della nostra collettività, rea di aver ucciso animali indifesi che se ne sta-vano, a loro avviso, tranquil-lamente a pascolare in mezzo ai campi. Chiaramente questi signori considerano la Car-pinetana una valle verdeg-giante, che ricorda a tratti il Tennessee made in USA, dove migliaia di bovini possono mangiare e brucare in pace, e non una strada ad alto scor-rimento, percorsa ogni giorno da migliaia di persone per la-voro, per necessità; la stes-sa strada percorsa dai vigili del fuoco, o dalle ambulanze , che per motivi di servizio non possono proprio proce-dere lente. Purtroppo non c’è niente da fare! Queste cose nelle terre di confine come Los Carpinetos, accadono ogni giorno, e i cowboys loca-li hanno la mania del grilletto facile. Eppure gli attacchi che si sono registrati sono avve-nuti nel centro abitato, e non

in aperta campagna; inoltre siamo sicuri al 100% che le persone attaccate non erano assolutamente bracconieri, ma persone che si trovava-no al momento sbagliato, nel posto sbagliato. Il problema non è stato che EARTH abbia difeso gli animali (perché una associazione animalista que-sto deve fare ed è giusto che lo faccia), bensì che ci abbia trattato da selvaggi e spieta-ti scagnozzi. Il bene dell’uo-mo deve prevalere su ogni altro bene ( e si badi, non abbiamo utilizzato il termine ‘’A DISCAPITO DEGLI ALTRI BENI’’), garantendo comun-que un intervento misurato e ragionevole nell’ottemperare questo dovere. L’ordinanza prevedeva tutto ciò, perché teneva conto sia del benesse-re delle persone, quanto degli animali ( abbattimento solo se necessario, e per gli altri integrazione in strutture e fattorie apposite, dove sareb-bero stati vaccinati, registrati e recuperati). Alla fine di tut-to, noi scerif..ehm, cittadini, ci auguriamo che questa si-tuazione venga risolta al più presto, e che venga archivia-ta la pratica mucche.

Azzeccagarbugli

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SEMPREVISA, GOL PER IL CONGOUna compaesana che lavora all’estero. Nella Repubblica Democratica del Congo, per l’Unicef. Quotidianamente a contatto con la miseria più bieca. Quella di un paese dove nei decenni del secolo scorso dittature locali filo-occidentali (e ti pareva!) andavano, venivano, tornavano senza soluzione di continuità, scombussolando un territorio dove morire di diarrea è ancora triste realtà.Con Valentina Prosperi il rapporto a distanza è per forza epistolare, e ci si racconta di tutto come si fa con le persone care. Per lei che sente la mancanza di casa, aggiornarsi su quello che suc-cede a Carpineto è un modo di mitigare la nostalgia, forse. Allora ci si scrive anche d’argomenti paesani, dal più serio a quello più leggero. Anche di calcio, ovvio. Che poi sarebbe lo spunto dal quale nasce questo resoconto.«E la Semprevisa come va? » Fitta all’animo tifoso: «Insomma. Così così» (era aprile).Però. Però da cosa nasce cosa. Per esempio: «Senti, che ci fa la Società con le maglie da gara delle stagioni precedenti?», chiede lei. «Ci fa poco, anzi nulla», la risposta. «Dovessero risultare inservibili o essere destinate al secchio, perché non “riciclarle” per i ragazzi svantaggiati di qui, che per il calcio vanno pazzi? Potrei fare da corriere, se volete», s’illumina l’interlocutrice. Voglia-mo? Dobbiamo! Così tra contattare la Ssd Semprevisa per metterla al corrente dell’iniziativa solidale e sentirsi dire un entusiasta “Sì!” da presidente e dirigenti, passa mezz’ora scarsa. Due paia di corredi: uno biancoverde utilizzato lo scorso anno dai ragazzi dell’agonistica, e un secondo arancione nuovo di zecca, acquistato dal settore giovanile per l’occasione, ovviamente composto da taglie differen-ti, così d’accontentare giovani di diverse età e corporature. Tutto sistemato dentro un bel pacco capiente, e il gioco è fatto. Sarà la nostra ambasciatrice Valentina a destinarle ai ragazzi africani, sognanti chissà che con indosso quei panni tecnici.

Un mese dopo riaprire la mail è scoprire una fotografia d’una improvvisata squadra in posa dietro un pallone a losanghe consumate, su quello che potrebbe essere il cortile della loro “casa”. Sono quattordici ragazzi, dodici dei quali indossano le nostre maglie e guardano fisso l’obbiettivo con espressioni serie, come si conviene agli atleti in procinto di misurarsi in gara. Non c’è voluto molto, dopotutto. Il piccolo gesto dalla nostra comunità torna utile a ribadire la forza aggregante dello sport, capace di sfruttare la potenza del suo linguaggio universale parlato coi piedi e finemente pensato con la testa. Così d’abbattere - in questo caso con un semplice dono - distanze geografiche, differenze sociali, barriere razziali, pregiudizi atavici. Perché sì, fa gol an-che così, col buon uso del cuore e del cervello. Soprattutto con quelli. Dentro e fuori dal campo.

Dario Abece

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“Nulla è più anarchico del po-tere, il potere fa praticamente ciò che vuole”. Nel pronun-ciare queste parole, probabil-mente, Pier Paolo Pasolini non sbagliava affatto. Lo scenario globale si va modificando. Gli Stati Uniti, che per più di ses-santa anni hanno spadroneg-giato sull’intero globo, stanno perdendo terreno. Nuove po-tenze ( in primis la partnership Cina Russia ) si affermano e si propongono come alterna-tiva al potere nord americano. Verità, si! Ma mal digerita da quella oligarchia, definita da David Rothkopf ( ex collabo-ratore di Kissinger ) “segre-ta”, che controlla gli USA. Il pensiero di perdere il gradino più alto del podio si è muta-to in ossessione. Tant’è che negli ultimi giorni, la NATO, sotto controllo americano,( la votazione per l’interven-to non è stata eseguita ) ha rafforzato le difese militari sul fronte dell’Europa orientale, rischiando di scatenare uno nuovo conflitto armato. La causa? E’ il vecchio nemico, la Russia. Washington vuo-le infliggere, dopo la caduta dell’URSS, il colpo finale. Un primo tentativo fu fatto negli anni 90. Il paese era diviso tra chi difendeva il potere politi-co e chi difendeva la ricchezza che ha avuto in regalo, diven-tando “miliardario per decre-to, dalla sera al mattino” ( pa-rola di Putin ). La differenza era tra sostenitori dell’inte-resse nazionale russo ( Putin ) e sostenitori del mercato (

Michail Khodorkovskij) . Alla fine i due diversi schieramen-ti si accordarono e il tentati-vo americano di “acquistare” la Russia fallì. Ma i cowboys, si sa, non mollano mai! Tant’è che ci stanno riprovando. Il braccio di ferro tra le due po-tenze, oggi, avviene sul terri-torio ucraino. Perché proprio l’Ucraina? Le ragioni sono molteplici. Punto 1: l’annes-sione dell’Ucraina all’Unione Europea e alla NATO permet-terebbe di arrivare alle porte di Mosca. Punto 2: La questio-ne energetica. La Russia, con il gigante Gazprom, copre il 30% del fabbisogno europeo di gas. Le forniture transitano attraverso i gasdotti posizio-nati in Ucraina, la quale, se annessa all’Alleanza Atlantica, costringerebbe Putin a trovare nuove rotte per i flussi ( Tur-kish Stream ). Ma filtra ottimi-smo per un eventuale accordo tra Kiev e Mosca. Piccola cu-riosità. Gli Stati Uniti tramite una nuova tecnica di estra-zione, fracking, ( estrazione che avviene tramite la fran-tumazione delle rocce ) con-tano di esportare gas lique-fatto ( shale gas ) in Europa nei prossimi anni. Gli esperti, però, restano dubbiosi. Punto 3: la penisola di Crimea. Gli interessi russi sono rappre-sentanti dalla base della flotta sul Mar Nero a Sebastopoli, che secondo gli accordi con-sentono la stanziamento del-le navi russe fino al 2042. La posizione strategica permette il controllo dell’intera area.

Però, se i separatisti anti-rus-si dovessero spuntarla, per la Russia sarebbe una grossa perdita. L’impressione è che Putin sia con le spalle al muro. Ma la realtà è ben diversa. La reazione c’è stata. In partico-lar modo in Crimea, dove l’e-sercito russo ha aumentato il proprio numero e potenza di fuoco. Gli Usa e i suoi vassalli europei replicano con le san-zioni economiche. Secondo le stime, i mancati import/export tra Europa e Russia, stanno massacrando l’econo-mia europea, (volutamente, anche quella russa) già boc-cheggiante a causa della cri-si (100 miliardi € di perdita). Ma l’Europa, da buon vassal-lo, continua su questa linea. L’imperativo è non guardare a est! Anche perchè qualcuno ci ha già provato, la Grecia, ed è meglio non rischiare di nuo-vo. Perciò, avanti con la linea dura. Inoltre, se il Parlamento europeo dovesse approvarlo, c’è pronto il TTIP: il Trattato sul libero scambio tra USA e UE. La strategia è indebolire economicamente i paesi eu-ropei, tramite sanzioni anti-russe, inducendoli a tagliare i legami con Mosca e massi-mizzando le concessioni eco-nomiche nei colloqui sul TTIP. Analisi, supposizioni, ipotesi, che però prefigurano uno sce-nario dove il potere prevarrà sulla democrazia.

Zoran Ban

Gli Stati Uniti vincolano la RussiaL’Europa si accoda

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Prego…Vorrei ringraziare tutte quelle as-sociazioni che hanno permesso alle scuole elementari di Carpi-neto, Montelanico e Gorga di fare attività motorie gratuite per l’in-tero anno scolastico.

In cosa è consistito questo progetto?Il progetto del CONI è un pro-getto gratuito che si svolgeva all’interno dell’orario scolastico e che ha permesso ai ragazzi del-le scuole elementari di seguire ogni mese un’attività sportiva diversa: tennis, karate, calcio, pallavolo. Tutto ciò è stato pos-sibile solo grazie alla collabora-zione delle associazioni sportive che per l’intero anno a rotazio-ne mensile, hanno insegnato ai bambini discipline diverse.

Com’è nata questa idea?L’idea è nata a Segni qualche anno fa e va ancora avanti, con

discreto successo, nelle scuole dell’infanzia (asilo). Da qui l’idea di farlo anche a Carpineto, Mon-telanico e Gorga.

Ma parliamo ora di Semprevisa, ci dice prima che potessimo ag-giungere altro..

Parliamo allora dell’artico-lo de Il Vetro dal titolo “Un granchio di nome Semprevi-sa”. Lo hai letto?Si, è un articolo che ha fatto scal-pore si può dire.

Cosa ne pensi?Non c’è nulla di sbagliato o falso in ciò che è stato scritto. Ma non è niente che non ci sia già stato. Spiegaci meglio..È fatto benissimo e rispecchia perfettamente la realtà però, quando si dice “bisogna che si faccia meglio di ciò che è sta-to fatto”, io posso dire: è sem-

plice giudicarlo da fuori. Io dico che l’anno è stato positivo però se qualcuno ha qualcosa in con-trario sono contento che venisse dentro a proporci, passare dal “fate” a “facciamo”.

Ora una domanda più scomo-da. Non pensi che il fatto di avere educatori “non qualifi-cati” possa essere un limite per la crescita dei bambini?Speravo in una domanda del ge-nere. Io sono 25 anni che faccio l’educatore e ho preso il paten-tino solo 4 anni fa ma sono ca-pace tanto ora a fare l’educatore quanto lo ero prima che diven-tassi “qualificato”. Questo per dire che non è il patentino in sé a renderti un buon educatore bensì l’esperienza che maturi sul cam-po e la voglia che ci metti. Partia-mo dal presupposto che mentre solo un bambino su 50.000 di-venta professionista, e per pro-fessionista intendo Lega Pro non

Beato tra i bambiniL’intervista a Ettore Cacciotti

Si può dire che la Semprevisa sta a Carpineto come fave e pecorino stanno al Primo Maggio. Un rapporto che la tradizione impone, un legame quasi centenario e che si può dire oramai indissolubile. Un legame talmente forte da vivere la retrocessione in Promozione con un tra-sporto emotivo ai limiti dell’accettabile. Il Ve(T)ro e Mumbai Radio molto spesso hanno vesti-to i panni del tifoso tanto da trattare il tema bianco verde praticamente in ogni uscita, in ogni puntata. Così, per rendere il finale meno amaro ai tifosi, abbiamo deciso di scrivere di una storia bianco verde di successo: il settore giovanile. Abbiamo deciso dunque di andare alla scoperta di questo mondo a volte forse un po’ troppo snobbato. E chi meglio di uno degli ar-tefici di questa bellissima stagione per raccontarcelo? Siamo andati così ad intervistare Ettore Cacciotti. Nominato a Novembre scorso anche fiduciario del CONI di Carpineto Romano, ruolo che gli ha permesso di dare vita ad un progetto di collaborazione con le scuole elementari. “Il fiduciario - ci spiega - è la figura che serve a fare da raccordo tra le associazioni sportive e il CONI Regione Lazio, ad organizzare eventi con le scuole, a stimolare le associazioni sportive a sviluppare progetti nell’ambito, come avvenuto qualche tempo fa con le Lepiniadi ad esem-pio e quest’anno appunto con il progetto portato avanti dal CONI nelle scuole elementari di Carpineto, Montelanico e Gorga”.

Prima di iniziare vorrei fare dei ringraziamenti, posso?, esordisce il duttile ex-calciatore bian-coverde.

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Serie A, tutti quanti devono però diventare uomini. E l’educatore ha il compito di crescere innanzi-tutto l’uomo, non il calciatore. E loro sono stati bravissimi in que-sto. Se poi proprio vogliamo par-lare di risultati, anche se a me non piace farlo, c’è da dire che addirittura i bambini del 2004 hanno pareggiato con i coetanei del Frosinone, hanno vinto par-tite con squadre contro cui ad inizio anno prendevano 6-7 gol, i 2003, insieme ai coetanei del Segni, sono arrivati terzi al Tor-neo di Palestrina battendo squa-dre blasonate come Internapoli Kennedy e Lupa Roma e questo a conferma della crescita.

Quindi valuti positivamente il loro “operato”?Assolutamente si. Ma non sono il solo a dirlo perché anche gli stes-si genitori sono rimasti soddisfat-ti. Hanno capito sin dall’inizio che i bambini sarebbero stati in buo-ne mani. I ragazzi poi tengono ai bambini e lo dimostra il fatto che durante l’anno hanno segui-to i corsi di formazione, quello al CONI per la comunicazione, a Segni per le riunioni con gli edu-catori, si sono documentati leg-gendo i libri, si scambiavano le schede tecniche con gli allenatori di Segni. E fatemelo dire è sta-ta proprio questa interazione tra società diverse l’aspetto più bel-lo. Gli educatori poi hanno fatto la scelta di rinunciare ai rimborsi e questo non è poco. È sbagliato dire che è stata una scelta della società per risparmiare.

Dove si può migliorare?In primo luogo, si può migliora-re in quello che non si farà mai ovvero invertire il flusso dei sol-di deve essere inverso. Secondo me i soldi delle iscrizioni dovreb-bero passare per la scuola calcio, cioè entrare ed uscire dai bambi-ni e poi quello che resta va alla Prima Squadra, non al contrario come invece avviene. In secondo luogo, per dare maggiore con-tinuità si deve lavorare di più sui piccoletti che sui grandi. Ad esempio non commettere l’erro-

re di far giocare i bambini sotto età: se avessi 3 classe ‘72, 10 classe ‘73 e 8 classe ’74, io non posso fare la categoria per i ‘72 solo per permettere a quei tre di giocare. Perché cosi facendo i ’74 non vincono perché più piccoli, quindi non si divertono e quindi poi il rischio che smettano. Ogni anno perciò bisogna fare que-sti conteggi. Bisogna scegliere il male minore anche se quest’an-no siamo riusciti a non lasciar fuori nessuno e a far iscrivere 90 bambini. Poi altri problemi come l’acqua fredda o gli spogliatoi piccoli ci sono sempre stati e noi possiamo farci ben poco.

Passiamo ora al campo esti-vo che sta per iniziare per il dodicesimo anno consecutivo grazie all’Associazione Gioco Sport.Pensate che è stato creato per gioco e non credevamo che avesse questo successo. Anche quest’anno, nonostante la crisi ci impedisca di chiedere sponsor ai negozianti, siamo ri-usciti a non aumentare la retta: i bambini pagano circa dieci euro al giorno e con quel prezzo han-no kit, pranzo e li teniamo fino alle 16.00. Inoltre il nostro cam-po estivo è l’unico in Italia pa-trocinato dalla ONLUS Caramella Buona. Anche quest’anno inoltre riusciremo a dare i rimborsi agli istruttori maggiorenni, un po’ di soldi ai ragazzi carpinetani che si impegnano sono doverosi.

Ci saranno novità quest’an-no?Cercheremo di portare novità come ogni anno. Abbiamo com-prato un altro gonfiabile, abbia-mo strutturato il pomeriggio in modo differente visto che i bam-bini avranno l’opportunità di ap-prendere da altre discipline come verrà il muai thay, il teatro o l’ar-te. Quindi non più solo tornei nel pomeriggio. La mattina invece continueremo a fare il multi sport (calcio, tennis, pallavolo, basket, attività motorie). Quest’anno la giornata finale sarà invece dif-ferente, sarà meno visiva dei

gonfiabili dell’anno scorso ma più coinvolgente. Proporremo di nuovo la coppa del mondo tra genitori..

Anche quest’anno il Centro Estivo si svolgerà contempo-raneamente al GREST dell’A-zione Cattolica.Si, sono dispiaciuto per questo. Il mio auspicio è che tra qual-che anno GREST e campo estivo possano evitare di svolgersi con-temporaneamente, cercare un accordo per dare un servizio più ampio alla comunità, magari due mesi invece di uno.

La tua speranza per lo sport carpinetano invece?Il mio sogno è una polisportiva, con più discipline: calcio, tennis, pallavolo, calcetto, femminile, arcieri eccetera.

A cosa serve avere più as-sociazioni sportive con nomi diversi? Riuniamoci tutti sotto lo stesso tetto, poi ogni discipli-na gestirebbe la sua situazione contabile in autonomia. Di fatto quindi non cambierebbe nulla però tutti si chiamerebbero allo stesso modo. Immaginate che bello una festa di fine anno con tutti gli atleti di tutte le associa-zioni sportive con la stessa tuta. E poi avresti inoltre anche un potere maggiore sul fornitore di materiale tra l’altro.

Poco prima di chiudere l’inter-vista ci ricorda che l’8 Giugno comincerà il primo Torneo inter-nazionale dei Papi della catego-ria Allievi. Parteciperanno, oltre alla squadra di Carpineto, anche quella di Wadovice, Segni, Au-dace San Vito-Empolitana, For-titudo Velletri e Concessio dalla Lombardia, oltre a Savio e Lodi-giani invitati d’eccezione.Un saluto a Il Ve(T)ro?Grazie a Il Ve(T)ro e grazie ai ra-gazzi che lo dirigono, molti dei quali li ho allenati e cresciuti e a cui voglio bene.

Chacun à son goût

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Carpineto Romano, 18/07/2015

Realizzazione grafica, Prof. Moriarty

Stampato da “Elioarch”stampa digitale, plotter service, xerocopie, fotocopie

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Che il mondo arabo e mu-sulmano in generale fosse ai più sconosciuto fino a quel fatidico 11 settembre 2001 è cosa risaputa. Tuttavia da quel giorno tutti o quasi si sono presi la briga, pur non conoscendo una virgola di quella che è la cultura islamica, di giu-dicare e additare tutti gli abitanti di quella striscia di mondo, che va dal Maroc-co fino all’Indonesia (Paesi Musulmani in generale fat-te le dovute eccezioni geo-grafiche), come terroristi e sfruttatori del gentil sesso. Nonostante ciò da circa quattordici anni si è anda-ta a creare e promuovere una cultura (neanche tanto mainstream) che esalta più i lati negativi della tradizio-ne musulmana che quel-li positivi.Da questo punto parte la mia critica nella vostra scelta di inserire nel-la rubrica “Storie di donne

immortali” il libro “My Feu-dal Lord”. Un libro che, seppur impor-tante nella letteratura inter-nazionale secondo i canoni della cultura occidentale, è ricco di quegli stereotipi che hanno contraddistinto le critiche al mondo arabo e musulmano. Acido per sfigurare la faccia alle don-ne, botte alle mogli infedeli e, non poteva mancare, la figura del paese occiden-tale, democratico e aper-to alle diversità, in questo caso l’Italia (nel 2008 l’On. Santanché era a Milano a strappare i veli alle donne musulmane), che accoglie la vittima le fa scoprire un nuovo mondo e addirittura una penna (in quei paesi non sanno scrivere). Con ciò non si vuole negare la difficile situazione della donna nei paesi musulma-ni, ma allo stesso tempo sarebbe meglio descrive-

re le vicende che stanno segnando questa parte di mondo e sottolineare che il processo di emancipazione della donna dovrebbe pas-sare attraverso la demo-cratizzazione che proprio noi occidentali stiamo bloc-cando. Grazie.

Mattia Giampaolo

La pagina dei lettoriDi seguito il commento di un lettore sulla rubrica “STORIE DI DONNE IMMORTALI, del 09/05 n.31