il secondo numero di libera roma

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la notte della democrazia può finire Raniero La Valle A ll’Università di Roma 3 c’è una scuola di diritto grazie alla quale i guasti alla democrazia provocati dal berlusconismo sono stati analizzati e accertati scientificamente. Le lezioni del prof. Ferrajoli che denuncia la de- generazione in “poteri selvaggi” dei poteri di governo infedeli ai principi costituzionali, sono seguite anche da studenti e magistrati dell’America Latina che nel costituzionalismo italiano trovano un modello da realizzare nelle giovani democrazie dei loro Paesi. L’altro giorno alla libreria “Le Storie” si è potuto applicare questa analisi scientifica del rapporto tra democrazia e Costituzione al recente voto ammini- strativo e in particolare a quello di Milano. Questa analisi è utile per tutti. Essa parte dalla constatazione che negli ultimi anni in Italia si è sviluppato, a partire dai vertici del potere politico, un processo di distruzione della rappresen- tanza e di messa in crisi della democrazia, essenzialmente basato su quattro fattori o condotte politiche nocive. Il primo fattore è quello della riduzione della rappresentanza alla figura di un solo soggetto che incorporerebbe in sé l’intero popolo sovrano, secondo l’ideologia del capo solo al comando che è l’ideologia specifica di Berlusconi. Il secondo fattore è la perdita della divisione dei poteri, non solo per la lotta dell’esecutivo contro la rappresentanza parlamentare e la ma- gistratura, ma soprattutto per l’assunzione della sfera pubblica e della sfera privata nell’unico cerchio degli interessi personali del presidente del Consiglio, fino al- l’istituzione di una sorta di “patrimo- nialismo populista”. Il terzo fattore è la liquidazione dei partiti come strumenti della società e la loro trasformazione in organi delle istituzioni elettive integrati nello Stato. Il quarto fattore è il mono- polio dell’informazione e l’indissolubile unità stabilita tra potere politico, potere economico, potere di informazione e potere ideologico nella costruzione della pubblica opinione. A queste quattro crisi indotte dall’alto corrispondono quattro crisi che si river- berano in basso, nel cuore della società: anzitutto il conformismo, associato ad una violenta contrapposizione ai “dis- senzienti”, ai “diversi” ai seguaci del- l’opposta opinione, ai precari, ai deboli, agli stranieri, fino alla creazione della nuova categoria delle “persone illegali”; in secondo luogo la diffamazione della politica, la spoliticizzazione di larghi settori dell’elettorato, la perdita della nozione degli interessi pubblici; in terzo luogo la caduta della partecipazione po- litica e il rifugio nell’astensionismo elet- torale; infine l’assuefazione e l’assog- gettamento al messaggio unico propinato dai media. La cosa straordinaria delle elezioni del 15 e 16 maggio è che proprio dal basso hanno cominciato ad essere rovesciati questi fattori di crisi: uscita dal confor- mismo, difesa dei deboli e nuova paca- tezza, da parte dell’elettorato di sinistra, del confronto politico, ripresa della cura popolare dell’interesse pubblico, nuova passione politica, con un ampio ritorno all’impegno e alle urne di giovani e di “non più votanti”, rifiuto del messaggio prevalente dei media tradizionali, ritorno del rapporto diretto con i candidati, co- mizi, assemblee, volantinaggio casa per casa, uso del web. Ciò vuol dire che la notte può finire, le cose possono cambiare, la democrazia, a partire dal basso, può essere ripristinata e rilanciata. Anche da Roma. Periodico della Federazione della Sinistra di Roma - numero 0/2 del 6 giugno 2011 - prezzo a sottoscrizione - www.liberaroma.it Il referendum nel passaparola della rete quattro “sì” al futuro Segue a pagina 2 Segue a pagina 2 Segue a pagina 2 Segue a pagina 2 Luigi Mazza Hanno in mente un’altra città, un altro quartiere, i militanti dei centri sociali “Esc” e “32” e del comitato “San Lo- renzo cambia. Cambia San Lorenzo”, che dal 15 aprile scorso occupano l’ex Cinema Palazzo (ora ribattezzato “Sala Vittorio Arrigoni”) di piazza dei San- niti, nel quartiere di San Lorenzo. Un sito storicamente dedicato alla cultura, al teatro e all’effervescenza artistica fin dai primi anni del secolo scorso quando sul palco andava in scena, fra gli altri, anche Ettore Petrolini, e che negli anni, anche dopo la conversione da teatro a cinema, ha rappresentato sempre un luogo di aggregazione so- ciale per residenti e non, studenti, mi- granti, giovani e anziani. Ma le intenzioni dei proprietari dello storico palazzo, “Paoletti Mobili”, sono ben altre; sanno che con “la cul- tura non si mangia”, come ebbe a dire il ministro Tremonti, motto a cui fe- delmente pare ispirarsi la politica di Alemanno, e che occorre convertire la destinazione d’uso in D8, servizi com- merciali, e non più attività poco remu- nerative quali il cinema o, “peggio”, il teatro. Ci sarebbero già dal 1987 ri- chieste di conversione della destina- zione d’uso dell’immobile: il condi- zionale è d’obbligo vista “l’assoluta mancanza di trasparenza degli atti e della documentazione storica relativi all’edificio”, come ci spiega Sara, una militante di Esc. Nei primi anni 2000, il palazzo fu ristrutturato internamente per ospitare una sala Bingo, ma il pro- getto si rivelò tanto ambizioso quanto fallimentare: portone di nuovo sbar- rato, dunque, in attesa di altri progetti. Così nel 2011 si affaccia la Camene s.p.a., una società creata ad hoc per gestire casinò e macchinette quali slot- machine e video-poker. Stando alle voci che circolano nel quartiere, la Ca- mene s.p.a. avrebbe stipulato con la proprietà un contratto di affitto pari a circa 15mila euro mensili per trasfor- mare l’edificio in un casinò: macchi- nette al piano superiore, e tavoli per il gioco cash, con tanto di privé, divanetti e luci soffuse, al piano inferiore. Il tutto evidentemente facilitato dalla li- beralizzazione del gioco d’azzardo, in- cluso il poker cash e non a tornei, come previsto dalla legge 184 del 2008, e dall’articolo 12 del cosiddetto “De- creto Abruzzo” che include il gioco del poker online e alcuni tipi di lotterie e scommesse tra le voci di bilancio per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma del 2009. I militanti che occupano lo storico edi- ficio vogliono impedire proprio che possa sorgere un casinò nel cuore di San Lorenzo, un quartiere sempre più lasciato a se stesso, il cui degrado, dallo spaccio alla microcriminalità, serve solo alla politica per farne cavalli di battaglia demagogici, ma mai per mettersi realmente a tavolino e deci- Fabio Nobile* Il voto alle elezioni amministrative ha lanciato un segnale importante. Laddove i candidati Sindaci rappresentano una svolta o vengono percepiti come tali vengono premiati. Quindi non solo c’è la sconfitta di Berlusconi, ma emerge una richiesta di cambiamento. Da questo punto di vista, il 12 e 13 Giugno si gioca una partita fondamentale, di avanzamento di un’ipotesi d’alter- nativa che si qualifica sui contenuti. Dopo anni di ubriaca- tura neo liberista, la scelta di percorrere la strada del Refe- rendum su un terreno cruciale quale quello delle privatizzazioni rappresenta un’occasione da non perdere. Vanno ringraziati per questo le migliaia di militanti dei co- mitati per l’acqua pubblica che hanno compiuto uno sforzo organizzativo impressionante raccogliendo 14000000 firme. Questa forza ha permesso di renderne possibile la vittoria. Lo stesso PD, che su un piano generale e nei governi locali ha sempre sposato e promosso le privatizzazioni, oggi si schiera per un’affermazione dei Referendum. Il dibattito si sta concentrando soprattutto sul Nucleare che, dopo il dramma giapponese, può risultare importantissimo in termini di trascinamento. E’ per questo che il Governo sta fa- cendo l’impossibile per impedirne lo svolgimento. Ma senza togliere nulla all’importanza del quesito sul Nucleare e al senso profondo di una sua affermazione o a quello diretto contro il legittimo impedimento, la partita vera si gioca sui 2 quesiti che intendono bloccare i processi di privatizzazione del servizio Roberta Cecili Vista la quantità di parole che soprat- tutto nei giorni prima del voto refe- rendario ci investiranno da tutte le parti, rischiando di confonderci le idee, abbiamo scelto di fare un’operazione solo di “servizio” offrendovi una serie di link che parlano degli argomenti og- getto dei referendum in modo che pos- siate essere voi a scegliere come volete essere informati, quanto volete essere informati, di cosa volete essere infor- mati. Abbiamo quindi selezionato i siti che, a nostro giudizio, offrono le in- formazioni più dettagliate ma, ovvia- mente, ci siamo lasciati la libertà di scegliere quelli che, come noi, sosten- gono i 4 si; con questo non vogliamo assolutamente astenerci dal “raccon- tare” cosa si rischia se l’acqua diven- tasse un bene che produce profitto op- pure se non si abrogasse la legge che consente al capo del governo di non presentarsi alle udienze penali durante un voto anche contro I poterI fortI e per I benI comunI sala vittorio arrigoni occup ata eX cInema palazzo: uno “spazIo lIberato” a san lorenzo una protesta di “q uorum” Il prezIoso lavoro deI comItatI neI quartIerI Silvia Garambois La tv non ne parla? E allora… Al capolinea degli autobus, nel piazzale di Termini, una “volontaria dell’acqua” monta sui mezzi pronti alla partenza, or- mai pieni di passeggeri, e chiede al conducente di poter fare un annuncio: il 12 e 13 giugno si vota per l’acqua pubblica, appuntamento che non si può man- care, è in gioco il futuro. Distribuisce i volantini, ringrazia, scende e… monta su un altro bus e rico- mincia. Nessuno le ha mai detto “no”. Ogni Municipio ha un suo Comitato - a volte affol- latissimi, come al Pigneto o al Nomentano -, ogni volontario la sua strategia. Iniziative pubbliche, as- semblee, volantinaggi, reti di amici del bar o di amici su internet. Chi porta i volantini casa per casa rac- conta che spesso si sente rispondere al citofono: “La pubblicità fuori”; “Ma è per l’acqua”, ribattono… e i portoni che si aprono. Chi fa il giro dei mercati racconta che la gente, carica di buste, a volte passa oltre e non prende il volantino. Ma c’è una formula magica: “E’ per l’acqua”. Spesso tornano indietro… «Sì, c’è una risposta molto positiva da parte dei ro- mani - spiega Simona Savini del Comitato cittadino per l’acqua pubblica -. Certo, si trova qualcuno che polemizza, che sostiene: “Il pubblico spreca, meglio i privati”. Ma al 90 per cento la reazione della gente è tutt’altra, sono preoccupati. E qualcosa di più: “Adesso anche l’acqua ci vogliono privatizzare!”, dicono. E non ci stanno». A Roma non c’è il problema della bolletta come in

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Il secondo numero di Libera Roma

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Page 1: Il secondo numero di Libera Roma

la notte dellademocraziapuò finire

Raniero La Valle

All’Università di Roma 3 c’è unascuola di diritto grazie alla qualei guasti alla democrazia provocati

dal berlusconismo sono stati analizzatie accertati scientificamente. Le lezionidel prof. Ferrajoli che denuncia la de-generazione in “poteri selvaggi” deipoteri di governo infedeli ai principicostituzionali, sono seguite anche dastudenti e magistrati dell’America Latinache nel costituzionalismo italiano trovanoun modello da realizzare nelle giovanidemocrazie dei loro Paesi.L’altro giorno alla libreria “Le Storie”si è potuto applicare questa analisiscientifica del rapporto tra democraziae Costituzione al recente voto ammini-strativo e in particolare a quello diMilano. Questa analisi è utile per tutti.Essa parte dalla constatazione che negliultimi anni in Italia si è sviluppato, apartire dai vertici del potere politico, unprocesso di distruzione della rappresen-tanza e di messa in crisi della democrazia,essenzialmente basato su quattro fattorio condotte politiche nocive. Il primofattore è quello della riduzione dellarappresentanza alla figura di un solosoggetto che incorporerebbe in sé l’interopopolo sovrano, secondo l’ideologia delcapo solo al comando che è l’ideologiaspecifica di Berlusconi. Il secondo fattoreè la perdita della divisione dei poteri,non solo per la lotta dell’esecutivo controla rappresentanza parlamentare e la ma-gistratura, ma soprattutto per l’assunzionedella sfera pubblica e della sfera privatanell’unico cerchio degli interessi personalidel presidente del Consiglio, fino al-l’istituzione di una sorta di “patrimo-nialismo populista”. Il terzo fattore è laliquidazione dei partiti come strumentidella società e la loro trasformazione inorgani delle istituzioni elettive integratinello Stato. Il quarto fattore è il mono-polio dell’informazione e l’indissolubileunità stabilita tra potere politico, potereeconomico, potere di informazione epotere ideologico nella costruzione dellapubblica opinione. A queste quattro crisi indotte dall’altocorrispondono quattro crisi che si river-berano in basso, nel cuore della società:anzitutto il conformismo, associato aduna violenta contrapposizione ai “dis-senzienti”, ai “diversi” ai seguaci del-l’opposta opinione, ai precari, ai deboli,agli stranieri, fino alla creazione dellanuova categoria delle “persone illegali”;in secondo luogo la diffamazione dellapolitica, la spoliticizzazione di larghisettori dell’elettorato, la perdita dellanozione degli interessi pubblici; in terzoluogo la caduta della partecipazione po-litica e il rifugio nell’astensionismo elet-torale; infine l’assuefazione e l’assog-gettamento al messaggio unico propinatodai media.La cosa straordinaria delle elezioni del15 e 16 maggio è che proprio dal bassohanno cominciato ad essere rovesciatiquesti fattori di crisi: uscita dal confor-mismo, difesa dei deboli e nuova paca-tezza, da parte dell’elettorato di sinistra,del confronto politico, ripresa della curapopolare dell’interesse pubblico, nuovapassione politica, con un ampio ritornoall’impegno e alle urne di giovani e di“non più votanti”, rifiuto del messaggioprevalente dei media tradizionali, ritornodel rapporto diretto con i candidati, co-mizi, assemblee, volantinaggio casa percasa, uso del web.Ciò vuol dire che la notte può finire, lecose possono cambiare, la democrazia,a partire dal basso, può essere ripristinatae rilanciata. Anche da Roma.

Periodico della Federazione della Sinistra di Roma - numero 0/2 del 6 giugno 2011 - prezzo a sottoscrizione - www.liberaroma.it

Il referendumnel passaparoladella rete

quattro“sì”al futuro

Segue a pagina 2

Segue a pagina 2

Segue a pagina 2

Segue a pagina 2

Luigi Mazza

Hanno in mente un’altra città, un altroquartiere, i militanti dei centri sociali“Esc” e “32” e del comitato “San Lo-renzo cambia. Cambia San Lorenzo”,che dal 15 aprile scorso occupano l’exCinema Palazzo (ora ribattezzato “SalaVittorio Arrigoni”) di piazza dei San-niti, nel quartiere di San Lorenzo. Unsito storicamente dedicato alla cultura,al teatro e all’effervescenza artisticafin dai primi anni del secolo scorsoquando sul palco andava in scena, fragli altri, anche Ettore Petrolini, e chenegli anni, anche dopo la conversioneda teatro a cinema, ha rappresentatosempre un luogo di aggregazione so-ciale per residenti e non, studenti, mi-

granti, giovani e anziani. Ma le intenzioni dei proprietari dellostorico palazzo, “Paoletti Mobili”,sono ben altre; sanno che con “la cul-tura non si mangia”, come ebbe a direil ministro Tremonti, motto a cui fe-delmente pare ispirarsi la politica diAlemanno, e che occorre convertire ladestinazione d’uso in D8, servizi com-merciali, e non più attività poco remu-nerative quali il cinema o, “peggio”, ilteatro. Ci sarebbero già dal 1987 ri-chieste di conversione della destina-zione d’uso dell’immobile: il condi-zionale è d’obbligo vista “l’assolutamancanza di trasparenza degli atti edella documentazione storica relativiall’edificio”, come ci spiega Sara, unamilitante di Esc. Nei primi anni 2000,

il palazzo fu ristrutturato internamenteper ospitare una sala Bingo, ma il pro-getto si rivelò tanto ambizioso quantofallimentare: portone di nuovo sbar-rato, dunque, in attesa di altri progetti.Così nel 2011 si affaccia la Camenes.p.a., una società creata ad hoc pergestire casinò e macchinette quali slot-machine e video-poker. Stando allevoci che circolano nel quartiere, la Ca-mene s.p.a. avrebbe stipulato con laproprietà un contratto di affitto pari acirca 15mila euro mensili per trasfor-mare l’edificio in un casinò: macchi-nette al piano superiore, e tavoli per ilgioco cash, con tanto di privé, divanettie luci soffuse, al piano inferiore. Iltutto evidentemente facilitato dalla li-beralizzazione del gioco d’azzardo, in-

cluso il poker cash e non a tornei, comeprevisto dalla legge 184 del 2008, edall’articolo 12 del cosiddetto “De-creto Abruzzo” che include il giocodel poker online e alcuni tipi di lotteriee scommesse tra le voci di bilancio perla ricostruzione delle zone colpite dalsisma del 2009.I militanti che occupano lo storico edi-ficio vogliono impedire proprio chepossa sorgere un casinò nel cuore diSan Lorenzo, un quartiere sempre piùlasciato a se stesso, il cui degrado,dallo spaccio alla microcriminalità,serve solo alla politica per farne cavallidi battaglia demagogici, ma mai permettersi realmente a tavolino e deci-

Fabio Nobile*

Il voto alle elezioni amministrative ha lanciato un segnaleimportante. Laddove i candidati Sindaci rappresentano unasvolta o vengono percepiti come tali vengono premiati.Quindi non solo c’è la sconfitta di Berlusconi, ma emergeuna richiesta di cambiamento.Da questo punto di vista, il 12 e 13 Giugno si gioca unapartita fondamentale, di avanzamento di un’ipotesi d’alter-nativa che si qualifica sui contenuti. Dopo anni di ubriaca-tura neo liberista, la scelta di percorrere la strada del Refe-rendum su un terreno cruciale quale quello delleprivatizzazioni rappresenta un’occasione da non perdere.Vanno ringraziati per questo le migliaia di militanti dei co-mitati per l’acqua pubblica che hanno compiuto uno sforzo

organizzativo impressionante raccogliendo 14000000 firme.Questa forza ha permesso di renderne possibile la vittoria.Lo stesso PD, che su un piano generale e nei governi localiha sempre sposato e promosso le privatizzazioni, oggi sischiera per un’affermazione dei Referendum.Il dibattito si sta concentrando soprattutto sul Nucleare che,dopo il dramma giapponese, può risultare importantissimo intermini di trascinamento. E’ per questo che il Governo sta fa-cendo l’impossibile per impedirne lo svolgimento. Ma senzatogliere nulla all’importanza del quesito sul Nucleare e al sensoprofondo di una sua affermazione o a quello diretto contro illegittimo impedimento, la partita vera si gioca sui 2 quesitiche intendono bloccare i processi di privatizzazione del servizio

Roberta Cecili

Vista la quantità di parole che soprat-tutto nei giorni prima del voto refe-rendario ci investiranno da tutte leparti, rischiando di confonderci le idee,abbiamo scelto di fare un’operazionesolo di “servizio” offrendovi una seriedi link che parlano degli argomenti og-getto dei referendum in modo che pos-siate essere voi a scegliere come voleteessere informati, quanto volete essereinformati, di cosa volete essere infor-mati. Abbiamo quindi selezionato i sitiche, a nostro giudizio, offrono le in-formazioni più dettagliate ma, ovvia-mente, ci siamo lasciati la libertà discegliere quelli che, come noi, sosten-gono i 4 si; con questo non vogliamoassolutamente astenerci dal “raccon-tare” cosa si rischia se l’acqua diven-tasse un bene che produce profitto op-pure se non si abrogasse la legge checonsente al capo del governo di nonpresentarsi alle udienze penali durante

un voto anche contro I poterI fortI e per I benI comunI

sala vittorio arrigoni occupataeX cInema palazzo: uno “spazIo lIberato” a san lorenzo

una protesta di “quorum”Il prezIoso lavoro deI comItatI neI quartIerI

Silvia Garambois

La tv non ne parla? E allora… Al capolinea degliautobus, nel piazzale di Termini, una “volontariadell’acqua” monta sui mezzi pronti alla partenza, or-mai pieni di passeggeri, e chiede al conducente dipoter fare un annuncio: il 12 e 13 giugno si vota perl’acqua pubblica, appuntamento che non si può man-care, è in gioco il futuro. Distribuisce i volantini,ringrazia, scende e… monta su un altro bus e rico-mincia. Nessuno le ha mai detto “no”.

Ogni Municipio ha un suo Comitato - a volte affol-latissimi, come al Pigneto o al Nomentano -, ognivolontario la sua strategia. Iniziative pubbliche, as-semblee, volantinaggi, reti di amici del bar o di amicisu internet. Chi porta i volantini casa per casa rac-conta che spesso si sente rispondere al citofono: “Lapubblicità fuori”; “Ma è per l’acqua”, ribattono… ei portoni che si aprono. Chi fa il giro dei mercati racconta che la gente, caricadi buste, a volte passa oltre e non prende il volantino.Ma c’è una formula magica: “E’ per l’acqua”. Spesso

tornano indietro… «Sì, c’è una risposta molto positiva da parte dei ro-mani - spiega Simona Savini del Comitato cittadinoper l’acqua pubblica -. Certo, si trova qualcuno chepolemizza, che sostiene: “Il pubblico spreca, meglioi privati”. Ma al 90 per cento la reazione della genteè tutt’altra, sono preoccupati. E qualcosa di più:“Adesso anche l’acqua ci vogliono privatizzare!”,dicono. E non ci stanno».A Roma non c’è il problema della bolletta come in

Page 2: Il secondo numero di Libera Roma

idrico e che complessivamente mettonoin discussione l’ondata di privatizzazionedei servizi pubblici.In un sistema produttivo quale quelloitaliano ormai basato sulla piccola emedia impresa subordinata al capitalefinanziario e sulla gestione privata deiservizi quale sbocco alla fame di inve-stimenti profittevoli, il risultato refe-rendario può aprire un’inversione ditendenza colpendo al cuore alcuni equi-libri di potere.Questo vale tantissimo in una città comeRoma dove l’intreccio tra rendita e ap-propriazione dei servizi pubblici sta as-sumendo la fisionomia di sistema. Bastipensare alla forza sempre più rilevantedi Caltagirone in Acea o al processo diprivatizzazione che si vuole avviare neltrasporto e nell’intera gestione dei ser-vizi.Nella sostanza ai tagli sistematici, checontinuano pesantemente nell’ultimobilancio della Giunta Alemanno, ai ser-vizi e alle aziende pubbliche sfasciateda “parentopoli” si accosta il processodi privatizzazione. Un processo checontinua ad avere effetti devastanti sullaqualità e sui costi ai cittadini ovunquevenga praticato. Votare i 4 SI ai Referendum non èquindi solo giusto, ma può riaprire undibattito nel Paese e nella città. Un di-battito che mette in discussione ven-t’anni di neo liberismo, di certezze sucui la stessa sinistra ha spesso cercatoimprobabili mediazioni. Il tempo dellachiarezza comincia a riemergere e que-sta occasione non va sprecata.

Fabio Nobile

altre zone del Paese; non c’è la preoc-cupazione che l’acqua non arrivi dairubinetti. Tra la gente fa premio sututto la convinzione che l’acqua è undiritto, ed è un diritto da non perdere.Eppure anche su Roma, dove la “bat-taglia per l’acqua” è soprattutto unmovimento d’opinione, ci sono motiviconcreti di preoccupazione: il gruppoAcea, che è costituito da ben 84 società(tra quelle a controllo esclusivo o col-legate), è infatti partecipato per il 51%dal Comune di Roma, mentre il restoè già in mano ai privati, il 10% di GasFrance Suez, il 13% di Caltagirone,mentre il resto è azionariato diffuso.La battaglia per l’acqua ha già varcatoanche la soglia del Campidoglioquando il sindaco Alemanno ha an-nunciato - e più volte - che intendeva

dere come contrastarlo; un quartierein cui si sta cercando di chiudere il li-ceo classico Gaio Lucilio, dove nonesistono centri di aggregazione socialee l’unico campo sportivo per i ragazziè di proprietà dell’oratorio, in cui leuniche licenze rilasciate riguardanobar, pizzerie e discoteche, mentre tea-tri, cinema, librerie e centri ricreativispariscono perché disincentivati o,peggio, contrastati. Dal 15 aprile ad oggi gli occupantistanno dimostrando che il quartiere chehanno in mente è un altro, e che unquartiere non è quartiere se non investenella cultura, nell’arte e nel sapere; leattività quotidianamente svolte lo di-mostrano: proiezioni di film, spettacoliteatrali, mostre, serate musicali, dibat-titi, eventi dedicati a bambini, anzianie migranti. E tantissimi sono gli ospitid’onore intervenuti a dare sostegnoall’iniziativa: dai fratelli Guzzanti aElio Germano e Franca Rame per ci-tare solo qualche nome. Come affer-mato lo scorso 7 maggio da SabinaGuzzanti in veste di presentatrice du-rante la proiezione del film di Boris:

addirittura anticipare la vendita dellequote Acea del Comune, per fare cassa.Ed è stato proprio il movimento perl’acqua pubblica a portarlo - almenoper ora - ad una vera e propria retro-marcia. Si sentivano forte infatti, dal Campi-doglio, gli slogan “Fuori i partiti dal-l’acqua” e “Fuori l’acqua dal mercato”,urlati dai manifestanti che l’annoscorso sfilavano sotto le finestre diAlemanno: erano i centomila della ma-nifestazione nazionale per l’acqua benecomune, che aveva invaso le stradedella capitale. E fra loro erano tanti iromani che si erano ritrovati al con-centramento a piazza della Repubblica,e soprattutto tanti quelli che via viascendevano in strada rigonfiando lefila dei cortei. I romani hanno dettono alla privatizzazione, manifestandoe firmando per i referendum. Adesso,però, c’è l’ultima battaglia: quella delquorum.«Nei Comitati dei diversi Municipisono tutti mobilitati. Ci sono anche irappresentanti di associazioni, persinodegli scout o delle botteghe del com-mercio equo e solidale - raccontanodal Comitato romano -. Quasi tuttihanno fatto cene di autofinanziamentoper poter avere le disponibilità eco-

il suo mandato piuttosto che il ritorno all’energia nucleareinvece che l’incremento delle risorse per l’energia pulitama ci sembra sia utile anche solo dare delle coordinate di“informazione” che consentano, a chi ne abbia voglia, difarsi un’idea più dettagliata degli argomenti che riguardanoi referendum. Per fare questo siamo partiti dal fatto chespesso, in passato, proprio un’idea falsata o superficialeabbia condizionato le altre tornate referendarie e ci siamoconvinti che è molto importante sollecitare una riflessionepiù analitica da parte di ciascuno di noi. Ecco perché quelloche di seguito forniamo può essere considerato vero e pro-prio “materiale didattico”.

da dove si parte: il testo del decreto Ronchi sulla priva-tizzazione dell’acqua, da leggere soprattutto l’articolo15 http://liberlex.altervista.org/blog/2009/11/testo-decreto-legge-25-settembre-2009decreto-ronchi-privatizzazione-ac-qua/

chi ha promosso il referendum sull’acqua:http://www.acquabenecomune.orghttp://www.referendumacqua.it/http://www.siacquapubblica.it/

cosa ne pensano:http://www.wwf.it/client/render.aspx?root=6883 il WWFhttp://www.camminandoscalzi.it/wordpress una blog-zine(rivista on line gestita da ragazzi)http://www.federconsumatori.it/ShowList.asp?cat=1&t=news i consumatori italiani..anche dell’acqua

chi ha promosso il referendum sul nucleare:http://www.fermiamoilnucleare.it/

Periodico dellaFederazione della Sinistra

numero 0/2 - ciclinpropchiuso in redazione il 3/06/2011

Direttore responsabileFabio SebastianiGrafica e impaginazioneGiorgio AuriziRedazione Via Dancalia 300161 - Roma T. 064254045

Stampa: Rotopress srl

via E. Ortolani 33 - 37

00125 - Roma Z.I. Acilia

Il referendum nel passaparola della rete

Segue dalla prima

Quattro “Sì” al futuro

Una protesta

di quorum

Sala Vittorio Arrigoni

occupata

legame con la natura. E’ così che si spiega neipaesi sviluppati della politica come “altra cosa”dal sentimento generale e da ciò che vive il sin-golo individuo e la comunità giorno per giorno.Lezione ben presente, invece, nelle culture lati-noamericane che da quelle indigene traggono an-cora la loro forza. La privatizzazione ne esce con le ossa rotte, nonsolo perché prodotto di una visione distruttiva edistruggente, ma come atto di sopruso davantialla forza e alla bellezza del mondo. La secondaparte del libro è dedicata all’Italia ed è un ottimaraccolta di tutti i “buoni motivi” e i “buoni stru-menti” che hanno dato vita al movimento “perl’acqua” e che daranno vita in futuro ad una verae propria rivolta per la difesa dei beni comuni. Yaku, che in lingua Quechua vuol dire acqua, èun’associazione italiana impegnata nella difesadei beni comuni e nella promozione dei dirittisociali. Nata a sostegno delle lotte delle comunitàindigene latinoamericane, ha dato vita, insiemealla Coordinadora en Defensa del Agua y la Vida(Bolivia) e ad altre realtà sociali, al progetto Es-cuela Andina del Agua, per la difesa dell’acquabene comune. È membro del Forum Italiano deiMovimenti per l’Acqua.Eduardo Galeano, giornalista e scrittore urugua-yano, ha iniziato, da giovane, l’attività giornali-stica. Dal 1973 è vissuto in esilio in Argentina ein Spagna. All’inizio del 1985 è tornato nel suoPaese, dove vive tuttora. È autore di numerosi libri, tradotti in varie lingue,che vìolano spesso le frontiere tra i generi letterarimescolando il racconto e il saggio, la poesia e lacronaca.Per la trilogia Memoria del fuoco ha ricevuto nel1998 l’American Book Award.

Fabrizio Salvatori

Cosa lega la guerra dell’acqua di Cochabambain Bolivia alla lotta del popolo U’wa in Colombiae alle mobilitazioni in Italia contro la privatiz-zazione dell’acqua e la difesa dei territori? “Lavisione dell’acqua, un viaggio dalla cosmogoniaandina all’Italia dei beni comuni” cerca di svol-gere il sottile filo rosso mettendo insieme espe-rienze e saperi, storie e riflessioni intorno all’ac-qua. “De agua somos” è il verso di EdoardoGaleano che da il là a queste pagine intense epiene di “acqua”, ovvero della trasparenza del-l’evidenza. Una evidenza che sembra sfuggire inun mondo occidentale ormai impastoiato nell’as-surdità della valorizzazione a tutti i costi. Perché questa “riflessione globale” parte dallaBolivia? Perché dalla Bolivia a partire nel 2000ci fu una insurrezione popolare che alla fine cac-ciò dal paese l’impresa californiana che avevaavuto l’acqua in regalo, «con pioggia e tutto»,scrive Galeano nell’introduzione, portando le tar-iffe a prezzi impossibili. Dopo quattro anni il“No” venne dall’Uruguay, questa volta attraversoun referendum. In questa “geografia dei beni co-muni” entrano non solo «quelli che hanno sete»,veri e propri “proprietari” dell’acqua, ma anchequei paesi e quelle genti che “sull’acqua” hanno

costruito una parte della loro cultura, del loromodo di stare al mondo. Come l’etnia colombianadegli U’wa, proprietaria, questo sì, di una visionedel “mondo unito”, dal filo d’erba al neurone. Illibro è ricco, anzi ricchissimo, di contaminazionie globalizzazioni, alla ricerca di quei “fondamen-tali” che hanno fatto la storia del mondo e dellegenti che ne sono ospiti.

Il volume “fuori” si presenta come una preziosaraccolta di interventi e testimonianze sulle lottecontro la privatizzazione dell’acqua, accompag-nate da preziose bibliografie, e “dentro” comeuna serie infinita di spunti di riflessione su aspettiche nemmeno il “sapiente” mondo occidentale èin grado di collocare. E questo per il semplicemotivo che il mondo occidentale ha perso ogni

la visione dell’acquadal sudamerica all’Italia

un lIbro con InterventI e testImonIanze delle lotte nel mondo

http://www.legambiente.it/dettaglio.php?tipologia_id=3&contenuti_id=2348 ..nucleare e ..non solo…per difendere l’am-biente…e il futuro

chi ha promosso il referendum sul legittimo impedi-mento: http://youtu.be/-_-DAdsxHjU

video-visti:http://youtu.be/RJpsLtse_Pw il “business”…sicuro, garan-tito, infinito..http://youtu.be/oG1V9lus9Rw …passaparola..http://youtu.be/aaKVCv1D8a4 spiegazione con elenchi pun-tati.http://youtu.be/d1D2GwAE8W8 bianco su nero…non tipuoi sbagliare…http://youtu.be/aUcTPElsWY ridere …riflettendo…http://youtu.be/7RgwfLM45eg ritorno al futuro…? http://youtu.be/xq8uk0UgA-U prendiamo una posizione…ragionata e sicurahttp://youtu.be/YvbR-tJ47xs un po’ di scienza…http://youtu.be/xNO0gDweyRw e un po’ di realtà..http://alessandroghebreigziabiher.blogspot.com/2010/02/berlusconi-legittimo-impedimento.html molto istruttivohttp://www.gqitalia.it/viral-news/articles/2011/1/legittimo-impedimento informativo

e per finire…tv e radio…http://www.libera.tv/videos/133/i-mondi-dellund039acqua-in-movimento.htmlhttp://www.ondarossa.info/content/brescia-si-mobilita-vista-del-referendum-sull%E2%80%99acquahttp://www.lamaddalenatv.it/2011/05/16/referendum-la-sardegna-boccia-il-nucleare/

“in meno di un mese sono stati svoltipiù eventi qui che in tutta l’Estate Ro-mana”.Le firme raccolte a sostegno di chi sioppone alla nascita del casinò sono or-mai oltre seimila, e l’occupazione di-venta sempre più inclusiva: le mammee le nonne, dopo aver portato figli enipoti a scuola, passano a dare unamano per pulire o fare la spesa; arti-giani e commercianti si rendono utilicome possono, e qualche anziano siaffaccia e chiede di vedere un vecchiofilm che ha visto durante la sua gio-ventù, e che in televisione non dannopiù; qualche altro ci tiene a raccontareai ragazzi com’era San Lorenzo du-rante la guerra, della Resistenza, dellafame e dei partigiani del quartiere...Una prima vittoria pare sia stata giàottenuta dai tenaci sostenitori del mo-vimento: il municipio ha dichiarato chela destinazione d’uso dell’edificio ri-marrà quella di attività teatrali, e nonpotrà mai diventare un casinò. “Manoi da qui non ce ne andiamo – di-chiara ancora Sara – soprattutto dopoche Alemanno spende due milioni dieuro per la beatificazione di Giovannipaolo II e 12 milioni per comprareCasa Pound ... e intanto blocca i fondialla cultura. Noi chiediamo che si apraun vero tavolo di trattative per chiarirequale sarà il futuro di questo edificio,che deve diventare uno ‘spazio libero’,di socialità nuova, diversa e genuina”.L’occupazione dunque continua, e“Sala Vittorio Arrigoni” rappresentaun piccolo bene comune liberato, unpiccolo tassello di una città da ricon-quistare.

Per info: sito ufficiale http://salavitto-rioarrigoni.wordpress.com/pagina facebook http://www.face-book.com/profile.php?id=100002350215700

Luigi Mazza

nomiche necessarie per la campagnareferendaria». Recentemente ci sonostati anche incontri del Comitato conil mondo religioso: nel nome dell’ac-qua pubblica si sono ritrovati insiemevaldesi, evangelisti e cattolici romani.E da lì, altri incontri ancora, in un mo-vimento che cresce: nel convento deifrati francescani, dalle suore paoline… Su Roma, poi, molte iniziative acqui-stano valore nazionale: per questol’iniziativa del movimento romano perl’acqua è particolarmente rilevante. Daqui è partita la manifestazione sotto lasede Rai di viale Mazzini, dove unacircolare interna impediva di parlaredei referendum nelle trasmissioni tv (epersino al concerto del Primo Maggioin piazza San Giovanni gli artisti – indiretta televisiva - sono stati vincolatial silenzio). Di qui è partita l’iniziativa per il pre-sidio sotto la Commissione parlamen-tare di Vigilanza sulla Rai, a San Ma-cuto, per protestare contro il tentativodi affossare i referendum non soltantocon i decreti dell’ultim’ora, ma anchecon il silenzio della tv sull’appunta-mento referendario.Adesso la parola è ai cittadini: e per

l’acqua bisogna dire due volte “SI”.Silvia Garambois

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da veltroni ad alemannostoria di una roma in vendita

Valerio Micheli

Una spartizione a metà, come una mela a Nordla ndrangheta, a Sud la camorra. E’ la spartizioneche ha messo in atto la “Quinta Mafia” nella ca-pitale. E’ il prezzo che paga Roma alla propriaincapacità di uscire dalla crisi, e al bisogno dellaclasse dirigente politica di costruire un “poteresotterraneo” che alimenti la costruzione del con-senso. La denuncia arriva direttamente dal Silp,il sindacato di polizia, che ha deciso di uscireallo scoperto con i suoi massimi dirigenti. «InItalia non esistono più isole felici – spiega Clau-dio Giardullo, segretario generale Silp -. E’ inatto un salto di qualità da parte dei diversi clan,che non si limitano più alle sole attività criminaliper procacciarsi denaro e risorse, ma puntano alcontrollo del territorio. Il passaggio avviene at-traverso l’infiltrazione negli enti locali, soprat-tutto Comuni, ma anche Asl, come nel caso diPavia». Secondo una mappa recente nella “cittàeterna”, riportata da “Rassegna sindacale”, sono

all’opera 16 clan camorristici, 24 ndrine e duegruppi legati alla Sacra Corona Unita. L’attenzione delle mafie a Roma si concentra sulriciclaggio, i cui campi di interesse sono l’edili-zia e le società finanziarie e, nell’ambito delcommercio, la ristorazione, l’abbigliamento, leconcessionarie di auto, i punti vendita di noleg-gio film. Uno dei terreni privilegiati sono i centricommerciali, sia nella fase della costruzione chein quella della gestione. Ovviamente, questi“nuovi” settori di attività si affiancano a quellitradizionali, come il traffico di stupefacenti. IlLazio detiene il triste primato del maggior nu-mero di decessi per droga (66 casi), a confermadi quanto vasto sia l’attuale giro d’affari. La tecnica delle organizzazioni criminali èquella dell’infiltrazione silente nelle attivitàcommerciali e imprenditoriali. Senza troppo cla-more e violenze, gli emissari di ndrangheta e ca-morra utilizzano le società come una corazzamimetica facendo affluire i ricchi canali del ri-ciclaggio del denaro sporco e del traffico di stu-

pefacenti. Non a caso, tra immobili ed esercizicommerciali sono stati quasi 400 i beni seque-strati negli ultimi mesi. La crisi economica, poi,sta facendo il resto dei danni, perché costringe isoggetti presi di mira a scendere a patti senzatroppi complimenti. In questo caso la criminalitàagisce come uno sportello bancario perché sonogli unici in grado di assicurare risorse fresche nelpiù breve tempo possibile. Una rete di “front of-fice” che arriva fino alla singola famiglia in dif-ficoltà. La disoccupazione, la cassa integrazione,la povertà, i canoni di affitto alle stelle, il tartas-samento di Equitalia: sono tutti fattori chestanno piegando in due il tanto lodato “nucleofamigliare”, che non ce la fa più a reggere i colpidella crisi in una metropoli che ormai è lasciataa se stessa. Roma, infatti, è in cima alle classifi-che sull’usura, come denuncia la Cgil. «In un periodo di difficoltà economiche – sotto-linea il sociologo Rocco Sciarrone – legarsi allemafie può costituire un vantaggio competitivoper non rischiare di essere espulsi dal mercato.

Non solo perché la mafia offre tradizionalmenteattività di protezione, ma anche per la sua spe-cialità nell’intermediazione. Le competenze deimafiosi possono tornare utili, insieme allagrande disponibilità di denaro che possono of-frire in un momento in cui è difficile accedere alcredito». L’allarme è sulla formazione dell’areagrigia, ovvero di un territorio di comportamentiprivati e pubblici, che coinvolgono la politica, ilmondo degli affari e anche quello istituzionale,in cui non c’è più una netta distinzione tra legalee illegale. «Ci sono forme di imitazione – diceil sociologo -. Da parte di operatori dell’econo-mia, e purtroppo anche della politica e delle isti-tuzioni, che cercano di tradurre in opportunità ivincoli imposti dalle mafie. Ciò avviene in uncontesto che potremmo definire di legalità de-bole. In un paese caratterizzato da livelli di cor-ruzione diffusi ed elevati, si abbassano i vostimorali per entrare in scambi occulti, ma nellostesso tempo si sviluppano anche delle compe-tenze di illegalità».

Fabio Sebastiani

«Non dite ad Ale-danno di recarsi in li-breria». Così, lo scorso 4 maggio, ilsito internet dagospia.com ha antici-pato l’uscita del nuovo libro scritto aquattro mani dall’urbanista - nonchéeditorialista de il manifesto - PaoloBerdini, e da Daniele Nalbone, giorna-lista di Liberazione. Le Mani sullaCittà (ed. Alegre), nelle librerie trapochi giorni, è un’inchiesta a 360 gradisulla Roma transitata da Veltroni adAlemanno, dal “Modello Roma” agli“Stati Generali”. Il tutto, analizzandoil nuovo modello di governance che sista instaurando in città: la governancedei grandi eventi. Stella polare, leOlimpiadi del 2020. In questa Roma,cosa c’è dietro l’abbattimento di TorBella Monaca? Chi guadagnerà dallespeculazioni dell’Eur? Chi sta spin-gendo per raddoppiare l’aeroportoLeonardo da Vinci, il porto di Fiumi-cino, ampliare il porto di Ostia? Avva-lendosi dei contributi di giornalisti(Ylenia Sina e Stefano Galieni) e urba-nisti (Paula De Jesus e Andrea Schia-vone), nonché di tal Caio Gregorio

(probabilmente uno pseudonimo diqualcuno molto “dentro” il palazzo co-munale) autore del capitolo dal titoloForchettoni Neri, nel volume Le Manisulla Città emerge lo scenario di unaRoma sì consegnata ai poteri forti, maal tempo stessa mal-gestita da perso-

naggi legati a doppio filo all’estremi-smo di destra. L’assunto da cui muo-vono Berdini e Nalbone è molto“scontato”: sono venti anni che in Ita-lia è stata cancellata l’urbanistica pub-blica. Venti anni che a Roma portano icognomi Rutelli, Veltroni, Alemanno.Venti anni iniziati con i Mondiali diCalcio del 1990 gestiti da Carraro, Pe-scante, Montezemolo e oggi in marciaverso le Olimpiadi del 2020 gestite daCarraro, Pescante, Montezemolo. Conloro, ad instaurare la governance deigrandi eventi, c’è tutta la classe im-prenditoriale della Capitale: la Romadei “poteri forti”. Poteri forti che, a ini-zio 2011, come spiegano Berdini eNalbone «hanno letteralmente com-missariato il Comune di Roma: Capi-talia al Bilancio con l’assessoreLamanda; la Chiesa che conquistaScuola e Famiglia con la nomina di DePalo, presidente delle Acli romane; Eu-genio Batelli, presidente Associazionecostruttori edili romani, che si schieraapertamente per la conferma all’Urba-nistica di Marco Corsini». Altro cherimpasto “di governo”: quello fatto daAlemanno pochi giorni prima degli

Stati Generali del 22 e 23 febbraio èstato un rimpasto “di poteri”. E pro-prio gli Stati Generali sono, secondogli autori de Le Mani sulla Città, la ve-trina con cui i poteri forti – e non gliamministratori – hanno messo in ven-dita al miglior offerente la Capitale.Un aeroporto, quello di Fiumicino, daraddoppiare su terreni marca Benetton,«voce – e quota grossa – dentro lanuova Alitalia e in Aeroporti diRoma». Quindi, un porto – quello“della Concordia” di Fiumicino – bu-siness della famiglia Caltagirone. Unwaterfront da “riqualificare”, Ostia,con alberghi, casinò, centri benessere,e addirittura una “passeggiata raziona-lista” di stampo mussoliniano. Un in-tero quartiere, l’Eur, oggetto dispeculazioni pubblico-private. Infine,l’abbattimento per la ricostruzione diTor Bella Monaca, lo spot scelto daAlemanno per attrarre finanziamentiprivati - o meglio - per regalare terrenipubblici ai costruttori.E l’alternativa a questo modello? PerBerdini e Nalbone è proprio questo amancare. Dopo Alemanno, ci sarà unnuovo Alemanno o, molto più proba-

bile visto il crollo di consensi del sin-daco “con la celtica al collo”, NicolaZingaretti. L’attuale presidente dellaProvincia di Roma si sta ben guardandodall’incarnare una vera alternativa al-l’attuale modello di governo e gover-nance. A inizio anno, per celebrare isuoi mille giorni di governo, ha sceltodi cenare – al Salone delle Fontanedell’Eur – con gli stessi poteri forti chehanno voluto gli Stati Generali di Ale-manno. Agli Stati Generali, Zingarettiè salito sul palco al fianco di SergioChiamparino, Gianni Letta, Mario Pe-scante, Renata Polverini, per parlaredelle Olimpiadi del 2020. Nessuna “op-posizione”. Nessun cenno di disaccordocon l’attuale amministrazione. Addirit-tura la scelta di far affiancare il comi-tato olimpico – composto dai variAbete, Montezemolo, De Laurentiis,Caltagirone, Malagò, Carraro, Elkann -da un uomo “di Veltroni”: Andrea Mon-dello, ex presidente della Camera diCommercio al tempo del “modelloRoma”. Ecco perché il sottotitolo sceltoper Le Mani sulla Città recita: «da Vel-troni ad Alemanno, storia di una Romain vendita».

questo mese In lIbrerIa “le manI sulla cIttà”

mafie, camorre e ‘ndrine bussano alla portanon solo polItIca, cemento e assalto al terrItorIo mInaccIano la capItale

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spacciatori di falseriqualificazioni urbane

alemanno toglie ai poveriper donare ai ricchi

Daniele Nalbone

È il grande “spot” della Roma degli Stati Gene-rali. Un business da 1miliardo e 45milioni dieuro. Primo esperimento “alla romana” di rige-nerazione urbana. Che, da noi, significa abbat-tere un intero quartiere e ricostruirlocementificando ben 20 ettari di agro romano.Parliamo, ovviamente, di Tor Bella Monaca, lacui demolizione e ricostruzione è una “grandeopera” che trova favori non solo nella destra vi-cina a Fabio Rampelli, ma anche in molti mean-dri della sinistra.Perché Fabio Rampelli? Semplice. Rampelli,con Alemanno e Augello uno dei tre assi portantidella destra laziale, non è solo il teorico della de-molizione-ricostruzione-densificazione maanche fraterno amico - nonché socio in affari -dell’architetto Cristiano Rosponi, presidentedella fondazione Ce.s.a.r. Onlus di cui LeonKrier, progettista del masterplan di Tor BellaMonaca, è membro del Comitato scientifico.Presentato in pompa magna agli Stati Generalidello scorso febbraio. La “rigenerazione urbana”di Tor Bella Monaca è in realtà un progetto av-versato da un’ampia fetta della stessa cittadi-nanza del quartiere. Lì, in via dell’Archeologia,è nato - dal basso e a sinistra - il comitato NoMasterplan «per la riqualificazione popolare diTorbella». Sono loro, con l’aiuto degli urbanistidel comitato LabUr (Laboratorio Urbanistica),che stanno smontando, pezzo per pezzo, lagrande vetrina di Alemanno. Cosa c’è dietrol’operazione Tor Bella Monaca? Non solo quelmiliardo (e 45milioni) di euro, ma la possibilità- per il Comune - di togliersi di mezzo l’onerosamanutenzione delle torri (in capo alla Romeo)prima della scadenza del 2012. Ma abbattere TorBella Monaca significa anche applicare la “teo-ria Batelli” (Eugenio Batelli è presidente del-l’Associazione costruttori edili di Roma) che il21 settembre 2010 spiegò chiaramente che perrilanciare il settore edilizio «bisogna prevedereun premio di cubatura per i costruttori del 60%nella riqualificazione delle periferie». Esatta-mente il 60% previsto a Tor Bella Monaca.E se è scontato il favore all’operazione da partedella presidente della Regione Lazio, RenataPolverini, dal presidente della Provincia di Roma(e futuro candidato sindaco per il centrosinistra)Nicola Zingaretti, sarebbe forse lecito aspettarsiqualcosa di più di un semplice interesse «a spe-rimentare immediatamente un progetto di demo-lizione e ricostruzione e di riqualificazioneurbana».Ma il vero bluff consiste nell’operazione cheAlemanno & Co. dicono di voler far partire a

fine 2011: in realtà partirà soltanto il primo“pezzo” di riqualificazione: l’abbattimento e ri-costruzione del Comparto R8, composto da seiedifici a cinque piani in linea e da quattro torridi 15 piani. «Ma perchè partire proprio dall’R8e non dalle parti più degradate di Torbella?» sichiedono dal comitato No Masterplan. Semplice:perché “liberando” le aree oggi “occupate”dall’R8 si libereranno le aree più vicine alla fer-mata della nuova linea della metropolitana. Si li-bereranno le aree di maggior valorerimmobiliare. Quello che Alemanno sta spac-ciando per progetto globale, quindi, è in realtàun piano di intervento spezzettato in diverse fasi- che interesserà diversi costruttori. Si dice chesi abbatteranno le torri - «ormai decadenti»spiega Alemanno - mentre si abbatteranno anchei palazzi in linea. Si parla di intervenire in fun-zione del degrado e invece si predispone una va-riante per intervenire subito dove più conviene -cioè nel comparto R8, quello più vicino alla me-tropolitana. Si parla di riqualificare tutte le casecomunali e invece alcuni comparti (R1, R6, R7,M7 e M9) non vengono neppure considerati.

Franco Castellano

Una manovra profondamente iniqua. E’ il giudiziodella Federazione della sinistra sul bilancio 2011della giunta capitolina. Un bilancio che da un latotaglia i servizi essenziali per almeno 125 milionie, dall’altro, si re immettono altre imposte e altriaumenti delle tariffe. Il tutto, ovviamente, conti-nuando a gravare maggiormente sui redditi bassi.Infine, sul fronte delle opere pubbliche, una ulte-riore ondata di privatizzazioni alla ricerca di altrerisorse per il finanziamento. «Nella sostanza Ale-manno - scrive la Fds di Roma in un documentoin cui illustra i punti della manovra e le contro-proposte - toglie ai poveri per dare ai ricchi».«Occorre fare esattamente il contrario - si leggeancora nel documento corredato anche di graficie statistiche - ovvero impostare una politica diredistribuzione dei redditi dal basso verso l’altoche consenta di mantenere almeno gli attuali li-velli di servizio».Nello specifico, il progetto di bilancio presentatodel Campidoglio è pari a sei miliardi e mezzo

(entrate ed uscite), con un aumento nominale di200 milioni rispetto allo scorso anno. Aumentonominale perché, come accade spesso nella strut-turazione dei bilanci, le cifre vengono spostatequi e là con lo scopo di ottenere una “facciata”soddisfacente. In questo caso va sottolineato chenei conti del 2011 mancano in realtà 500 milionidi investimenti che prima comparivano alla voce“Ama”, la municipalizzata dei rifiuti. «Anche lespese correnti, che sono direttamente legate aiservizi erogati - scrive ancora la Federazione dellasinistra - sono solo apparentemente aumentate.Infatti, se si depura questo dato dal trasferimentoallo stato di 200 milioni delle “addizionali com-missariali per il finanziamento del piano di rien-tro” (i proventi dell’aumento dell’addizionale Ir-pef e della tassa sui biglietti aerei) e della spesaper i rifiuti urbani rendendolo comparabile al bi-lancio 2010 si verifica che quasi tutti i settorisono in realtà de finanziati». Questi i tagli: polizialocale (- 8%), cultura (-5%), sport (-52%), viabi-lità e trasporti (-6%). Stesso discorso sulla scuola,che subisce un taglio del 4% nelle voci di mense

e trasporto scolastico. Anche nella assistenza pub-blica a fronte di un aumento dei fondi per gli asilinido (8%) vengono tagliati ben 18 milioni (-8%)alla “assistenza, beneficienza pubblica e servizidiversi alla persona”. Per i cittadini romani quindiil bilancio 2011 del Comune di Roma significheràmeno servizi, meno lavori pubblici meno occu-pazione. Tutte voci che andranno a pesare diret-tamente sui redditi da lavoro. Come avere altri-menti i servizi che Gianni Alemanno sottrae aicittadini? Senza contare che le entrate provenientidai tributi locali che gravano sui cittadini romani(addizionale Irpef e Ici) sono aumentati di 200milioni. Le entrate provenienti dalle tariffe sonoaumentate di altri cento milioni. «Nel suo insieme- a giudizio della Fds - il bilancio 2011 preleveràdalle tasche dei cittadini romani 307 milioni dieuro, pari a circa 109 euro per cittadino, bambinicompresi».Togliere ai poveri per dare ai ricchi. Un esempioè la vicenda dell’Acea che quest’anno ai Caltagi-rone darà ben 23 milioni di euro di dividendi,«che sarebbero andati al comune se fosse rimasta

pubblica». Per il 2011 il Comune di Roma si ap-presta a fare la stessa operazione con alcune areedella città, la valorizzazione delle caserme e altribeni pubblici, senza contare l’alienazione del pa-trimonio immobiliare per 213 milioni di euro.La Federazione della Sinistra fa le seguenti pro-poste: istituzione di una imposta di scopo dello0,5% sulla base imponibile Ici per finanziare leopere pubbliche, l’immediata istituzione del Con-siglio tributario e la compartecipazione del Co-mune di Roma alla lotta alla grande evasione fi-scale con l’obiettivo di recupero di un miliardodi evasione; l’estensione dell’aliquota per le casesfitte ai costruttori, l’applicazione dell’Ici agli im-mobili del Vaticano con la sola esclusione dellechiese, l’istituzione del contributo straordinariosulle valorizzazioni immobiliari generate daglistrumenti urbanistici (tassa sulla rendita), l’esen-zione dall’aumento dell’addizionale Irpef dei red-diti inferiori a 28mila euro, il blocco di tutte letariffe e l’estensione delle esenzioni sulla basedell’Isee puntuale, il mantenimento del livello deiservizi almeno al livello 2010.

NO ALLA GUERRA

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tor bella monaca: una colata dI cemento mascherata

bIlancIo del comune dI roma, gIudIzI e proposte della federazIone della sInIstra