il sabato della bovisa

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Design system of events to recreate the physical and cultural bond between the academic community and its neighborhood. / M.Sc. Thesis project in Product Service System Design, Politecnico di Milano.

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Il Sabato della Bovisa al Politecnico di Milano

Design di un sistema di eventi per ricreare il legame fisico e culturale tra la comunità accademica e il quartiere

Studente: Roberta Motter

763644

Relatore: Davide Fassi

Coesaminatore di Torino: Silvia Belforte

Politecnico di Milano Laurea Magistrale in Poduct Service System Design

Politecnico di Torino Doppia laurea Alta Scuola Politecnica

A.A. 2012/2013

Data di discussione: 22 Aprile 2013

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“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.”

Marcel Proust

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/ AB

STR

ACT

ENG

LISH

Abstract english

1 | A. Madanipour, Whose public space?, 2010

“Public spaces mirror the complexities of urban society”1 and in our contemporaneity become fluid places of exchange and participatory action, not just contexts, but scenarios that appropriate new meanings, helping to build the identity of new communities, channeling social innovations.The public space forgotten for years by industrial society is returned of primary importance due to the contemporary society based on services and consumption that turn it into a privileged place for marches. Under this layer of uniformity and conformity something moves in the opposite direction. The public space becomes a place of social innovation context in which creative communities act to create new solutions to everyday problems that the economic system and the society are no longer able to give. The bottom-up actions of these active groups of citizens who choose their answers is combined with top-down action of the institutions that can’t turn a blind eye to the obvious needs of the citizens. This creates opportunities for social innovation, sustainable growth that modify the current pattern replacing the old individualistic values with a new sense of community, sharing, exchange of knowledge and information, mutual support. Reclaiming of public spaces is claimed the right to sociality in an inclusive way, opening roads, squares, the city itself to the free enjoyment of all and it happens when people take a full awareness of their rights and responsibilities which open horizons to endless opportunities.However, there are hidden spaces, not because hidden from the public, but as they relate to historical memory and are no longer traced to contemporary places: is this the case of the Campus Durando, ex-factory Ceretti & Tanfani, retrained with the advent of Politecnico di Milano at the beginning of the 90’s reducing that feeling of attachment and belonging to this site by local residents. How to reconnect these two parallel worlds that exist so close and

“opening roads, squares, the city itself to the free enjoyment of all and it happens when people take a full awareness of their rights and responsibilities which open horizons to endless opportunities”

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2 | Elective course of the second year of Master in Product Service System Design3 | Coltivando is analyzed as an opportunity in chapter 2.2

at the same time are divided by a cultural barrier more than a real one? It would be possible to create a meeting point for the two communities, the academic and Bovisiana, to share interests and knowledge by creating micro-communities active in the space of the campus? The courses of Temporary Urban Solutions2 of the Design School concluded with events C’è Spazio per Tutti 2011 and 2012 and Coltivando3, the community garden at the Politecnico di Milano, have tried to give an affirmative answer attempting to return the public to the public.This thesis project is trying to continue pushing in this direction by exploring opportunities, both internal to the university and local of Bovisa with the aim of creating a system able to reconnect using the potentialities of the campus urban space as a framework for innovation and incubator of social experiments that can lead to new dynamics and opportunities of dialogue.The design tool that adheres to this changing and fluid urban context is the event, which turns into a monthly appointment with activities and workshops. A palimpsest changeable and adaptable turns on different occasions suiting to the dynamics that have been establish over time. The design solution, which is defined as “il Sabto della Bovisa” toolbox, contains several elements which composed into the system provide the opportunity to open the campus once a month with an event by relying on both internal resources, such as the Polimi Desis Lab, the Department of Design, Polisocial, and on local communities, such as associations who want to collaborate in the initiative where the campus Durando becomes the background, context, open and permeable to the districtThe tools of strategic planning and service design, combined with event management can create a bridge between the university area and the neighborhood by defining a system of events that becomes an incubator for new synergies experiments with the aim of generating a new sense of belonging and strengthen the subtle relationship created in the last two years between the two communities.

“a system of events that becomes an incubator for new synergies experiments with the aim of generating a new sense of belonging”

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ACT

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“aprendo strade, piazze, la stessa città alla fruizione libera di tutti gli abitanti e ciò accade quando si acquisisce una piena consapevolezza dei diritti e delle responsabilità che aprono orizzonti ad infinite opportunità.”

1 | A. Madanipour, Whose public space?, 2010

“Public spaces mirror the complexities of urban society”1 e nella nostra contemporaneità diventano luoghi fluidi di scambio ed azione partecipata, non solo contesti, ma scenari che si appropriano di nuovi significati, contribuendo a costruire l’identità di comunità, incanalando innovazioni sociali. Lo spazio pubblico dimenticato per anni dalla società industriale è tornato di primaria importanza con la società contemporanea basata su servizi e consumo che lo rendono luogo privilegiato per la merce. Sotto questo strato di uniformità e conformismo qualcosa si muove nella direzione opposta. Lo spazio pubblico diventa luogo di innovazione sociale, contesto nel quale agiscono le comunità creative per portare nuove soluzioni ai problemi quotidiani che il sistema economico e la società predominante non sono più in grado dare. Le azioni bottom-up di questi gruppi attivi di cittadini che scelgono le proprie risposte si combinano all’azione top-down delle istituzioni che non possono fingersi cieche di fronte ai bisogni dei cittadini. Si creano così opportunità di innovazione sociale, di crescita sostenibile che vanno a modificare i pattern correnti sostituendo ai vecchi valori individualistici un nuovo senso di comunità, di condivisione, di scambio di conoscenze e informazioni, di aiuto reciproco. Riappropriandosi del luogo pubblico si rivendica il diritto alla socialità in modo inclusivo, aprendo strade, piazze, la stessa città alla fruizione libera di tutti gli abitanti e ciò accade quando si acquisisce una piena consapevolezza dei diritti e delle responsabilità che aprono orizzonti ad infinite opportunità.Esistono però spazi nascosti, non perché celati al pubblico, ma in quanto legati alla memoria storica e non più ricondotti a luoghi della contemporaneità: è il caso del Campus Durando, ex fabbrica della Ceretti & Tanfani, riqualificata con l’avvento del Politecnico di Milano alla fine degli anni 90 diminuendo quel

Abstract italiano

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“un sistema di eventi che diventa un incubatore di esperimenti di nuove sinergie con l’obbiettivo di generare un nuovo senso di appartenenza”

2 | Corso a scelta del secondo anno di laurea magistrale in Product Service System Design3 | Coltivando viene analizzato come opportunità al capitolo 2.2

senso di affezione e di appartenenza a questo luogo da parte degli abitanti del quartiere. Come riconnettere questi due mondi che esistono parallelamente così vicini e allo stesso tempo divisi da una barriera culturale più che reale? Sarebbe possibile creare un momento di incontro per le due comunità, quella accademica e quella Bovisiana, in cui condividere interessi, scambiarsi conoscenze, creando micro-comunità attive nel grande spazio del campus? I corsi di Temporary Urban Solutions2 della Scuola del Design terminati con gli eventi C’è Spazio per Tutti 2011 e 2012 e Coltivando3, l’orto conviviale al Politecnico di Milano, hanno provato a dare risposta affermativa cercando di restituire il pubblico al pubblico. Questo progetto di tesi vuole continuare a spingere in questa direzione esplorando le opportunità, sia interne all’ateneo, sia locali del quartiere Bovisa con l’obbiettivo di creare un sistema in grado di riconnettere sfruttando le potenzialità dello spazio urbano del campus come contesto di innovazione e incubatore di esperimenti sociali creando nuove dinamiche e occasioni di dialogo. Lo strumento progettuale che aderisce al presente mutevole e fluido nel contesto urbano è l’evento, che si trasforma in appuntamento fisso con attività e laboratori. Un palinsesto mutevole e adattabile che si rinnova nelle diverse occasioni adattandosi alle dinamiche che si vanno ad instaurare nel corso del tempo. La soluzione progettuale, che viene definita toolbox de “il Sabato della Bovisa”, contiene diversi elementi che messi a sistemi danno l’opportunità di aprire il campus una volta al mese con un evento appoggiandosi sia su risorse interne, come il Polimi Desis Lab, il Dipartimento di Design, Polisocial, che su realtà locali, come associazioni, che vogliono collaborare all’iniziativa dove il campus Durando diventa sfondo, contesto aperto e permeabile al quartiereGli strumenti progettuali di strategic e service design, combinati con management dell’evento riescono a creare un ponte tra lo spazio universitario e il quartiere definendo un sistema di eventi che diventa un incubatore di esperimenti di nuove sinergie con l’obbiettivo di generare un nuovo senso di appartenenza e consolidare il sottile rapporto creatosi negli ultimi due anni tra le due comunità.

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Indice

PremessaPercorso progettualeMetodologie

Luogo pubblico come bene comuneTrasformazioni storiche dello spazio pubblicoLo spazio pubblico nella società contemporaneaCaratteristiche di uno spazio pubblico civileIl quartiere unità dello spazio pubblico

Introduzione

Abstract English

Abstract Italiano

Ricerca e analisi

Lo spazio pubblico

Le comunità creative nel contesto pubblico

0.

1.1.1

1.2

1

7

8

23

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L’aproccio strategico all’evento

Timeline sviluppo del progetto

1 | University garden: harvard, stanford, yale2 | Action-walk exhibition Human Cities Festival3 | Critical City Upload4 | Segnaletica sperimentale Esterni

Design dell’esperienza1.5

Conclusioni:il ruolo del design1.6

cs

Il contesto Bovisasco: intreccio di passato e presente Un quartiere tra abitanti e fruitoriPercezione e uso del quartiereRealtà locali e valorizzazione del territorio

Metodologia, sintesi, fase creativa

Analisi strategica

2.2.1

Rapporto università e societàcs: Nuovo campus Bocconi Sanaa

Università come nuovo senso urbano1.4

Strumenti partecipativiLivelli di partecipazione nel Comune di Milanocs: Copia e incolla x Milano

Partecipazione nei processi decisionali 1.3 26

32

44

54

51

37

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Design dell’esperienza

Conclusioni:il ruolo del design

Palinsesto generale: il cuore dell’offertaMappa del sistema generaleCreazione del brand

Visualizzazione valoriVisualizzazione opportunitàMind mapCostruzione e valutazione degli scenariClassificazione e selezione dei toolkit

Temporary Urban SolutionsCampus Durando scenario di nuove socialità

Analisi durante il corsoMappando l’eventoRisultati feedback fruitoriRisultati feedback studenti: team toolkitRisultati feedback studenti: team di comunicazioneRisultati feedback staff docenti e assistentiColloquio con Cristian Borrello dell’A.G.I.S.

PSS per il Sabato della Bovisa

Il sistema

Sintesi e sviluppo creativo

Esplorando le opportunità

Analisi sul campo

3.3.1

2.4

2.2

2.3Università come nuovo senso urbano

Partecipazione nei processi decisionali

99

71

81

64

100

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Aspetto organizzativo e comunicativoInteresse singole attività

Risultati3.6

Comunicazione e promozioneOrganizzazione del teamProgetto di welcomingGestione materiali

AllestimentoEvento realizzatoSmontaggio

Management dell’evento

Prototipazionedell’evento pilota

3.4

3.5

Sveglia all’Ovale!Ricuciamo Bovisa: Attacca Bottone e Knit CaffèbabyColtivandoBo-Legge

Definizione palinsestodell’evento pilota3.3

Livello istituzionaleLivello locale

Diffusione e Coinvolgimento3.2 108

112

122

128

117

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ManifestoIl palinsesto flessibileMateriali della toolboxTeam di volontariImmagine coordinata e comunicazioneIl Sabato della Bovisa 13 Aprile 2013

Nell’immediato futuroOrizzonti più lontani

Lista graficiLista allegatiLista immagini

Il Sabato della Bovisa: la toolbox

Conclusioni e scenari futuri

Allegati

Bibliografia

4.

5.

Risultati

151

155

166

133

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Introduzione0.In questa prima parte viene presentata l’origine del progetto, le premesse di partenza, il percorso creativo e la metodologia seguita. Questo capitolo preliminare è importante per comprendere la complessità del terreno progettuale su cui ci si muove in cui si cerca di combinare all’analisi tradizionale una ricerca-azione e un immersione nel contesto.

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“perchè non portare avanti un progetto sullo spazio pubbllico che unisca il sistema, l’evento e lo spazio...”

1 | Progetto Europeo www.humancities.eu2 | Blog Human Cities Toolbox www.sustainable-everyday-project.net/humancities-toolbox3 | Corso a scelta della laurea magistrale in Product Service System Design

Durante il tirocinio a Bruxelles nello studio Strategic Design Scenarios ho avuto la possibilità di seguire il progetto Human Cities Festival1, un festival Europeo sullo spazio pubblico di una settimana, per il quale progettammo una Action-Walk Exhibition nel quartire Matongé della capitale Belga. L’esibizione era in realtà una toolbox, contenitore di diverse esperienze europee sulla riappropriazione dello spazio pubblico, raccolte durante diversi workshop da professionisti di tutta Europa. La mostra esibiva case study sotto forma di poster posizionati in punti strategici del quartiere multietnico di Bruxelles, che seguendo un percorso preciso, invitavano a una riflessione sul luogo pubblico e sul suo utilizzo. Non era, però, una semplicemente esibizione: le persone erano invitate, infatti, a fotografare delle card, con alcuni degli esempi esibiti nei poster, mettendole in relazione ad uno spazio che avrebbero voluto vedere diverso e, poi, a mandare le loro foto al blog2 del festival per creare una raccolta di proposte di riqualificazione per la città di Bruxelles e altre città europee. È qui che entra in gioco l’azione: vedo dei case studies con esempi promettenti in aree strategiche della città, li metto in relazione con lo spazio attorno a me e agisco fotografando come potrebbe diventare questo spazio inutilizzato o non valorizzato se con la mia comunità riuscissimo a trasformarlo in un orto comunitario, un skate park, una piazza per la festa dei vicini e così via… Questo progetto e i case studies dei quali sono venuta a conoscenza durante il periodo di tirocinio, innescano riflessioni sul ruolo dello spazio pubblico e riattivano il mio background di progettista di interni: perché non sviluppare un progetto sullo spazio pubblico che unisca il sistema, l’evento e lo spazio e che abbia come fruitore principale la comunità che lo vive? Il contesto del quale vorrei occuparmi è però Milano, città che ha permesso la mia formazione universitaria e culturale alla quale sono molto legata. Davide Fassi accetta di seguirmi nel percorso sulla valorizzazione del luogo pubblico dandomi l’opportunità di seguire il corso a scelta Temporary Urban Solutions3 che sarebbe partito in Ottobre 2012. Questa, infatti, era la possibilità, il campo perfetto per vedere, assistere e sperimentare l’apertura di uno spazio pubblico universitario tramite la progettazione di toolkit testati durante

Premessa

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3

Grafico 0.1Mappa origine del progetto

l’evento “C’è Spazio per Tutti” dopo una settimana di workshop attraverso il processo di PAR, Partecipatory Action Research, e ricevere feedback dagli abitanti del quartiere che avrebbero partecipato all’evento ignari di essere loro i veri protagonisti.

Dalla ricerca desk, alla progettazione e poi tornare nuovamente alla fase di scoperta e analisi, verificando le premesse del progetto, in una sequenza di processi circolari: questo il processo che ha caratterizzato anche il mio progetto di tesi. Lo sviluppo non è stato infatti lineare e si sono dovuti combinare diversi fattori per arrivare al risultato finale che in realtà rimane flessibile e mutevole nel tempo adattandosi al bisogno del quartiere e della comunità accademica.

Percorso progettuale

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“un sistema evento che nasce per il quartiere Bovisa all’interno del Campus del Politecnico di Milano”

Il primo obbiettivo che mi ero posta era la costruzione di un modello di “evento” che potesse essere applicato in diversi contesti universitari e che riuscisse o aiutasse la riproposizione di un evento con lo scopo di aprire gli spazi di un campus universitario al suo circostante quartiere. Un modello tuttavia sarebbe risultato troppo statico e non in grado di prendere in considerazione le variabili fondamentali per un progetto del genere. Se la tipologia di campus poteva essere, difatti, prevista a seconda degli spazi a disposizione dell’università stessa, le specificità legate all’ambito di insegnamento universitario da valorizzare in un evento di questo tipo, le caratteristiche locali del quartiere nel quale l’università si inserisce, la densità abitativa, le peculiarità urbane, i servizi del territorio, i collegamenti e così via sono specifiche indissolubilmente legate al contesto che si prende in considerazione e di conseguenza risulta impossibile tradurli in quella che poteva diventare una matrice, un toolkit di evento anche pensando alla presenza di un facilitatore, che caso per caso prendesse in considerazione le singoli variabili. Il passo indietro, dunque, è stato fondamentale per comprendere che il progetto del “modello” era se non troppo ambizioso sicuramente forzato. Come tradurre tutta la ricerca fatta sulla riappropriazione degli spazi pubblici, su Temporary Urban Solutions e C’è Spazio per Tutti 2012, sulle dinamiche che si sono instaurate tra Bovisa e il Politecnico in un progetto fattibile e concreto che portasse ad un effettivo strumento di apertura degli spazi universitari agli abitanti del quartiere limitrofo?È così che nasce “il Sabato della Bovisa”: portare un caso concreto, con tutte le sue specificità, ma che possa diventare un rompighiaccio per futuri esperimenti di questo tipo; un sistema-evento che nasce per il quartiere Bovisa all’interno del Campus del Politecnico di Milano. Partire, quindi, dalla specificità di un contesto per dare un esempio di come si possa aprire uno spazio, fisico e culturale, chiuso da tempo in sé stesso. Un appuntamento mensile che presenti una serie di iniziative per capire, osservare e far fruire uno spazio pubblico universitario alla cittadinanza innescando un processo di scambio di conoscenze tra abitanti e studenti in un clima di convivialità. Un opportunità di conoscenza di persone, competenze, luoghi, di intessere relazione che possono avere delle ricadute non solo in termini di affezione di un luogo ma anche di nuove micro-economie legate alle realtà locali e micro-comunità.

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5

Trovare trattazioni sullo spazio pubblico è fin troppo semplice, la vera abilità da affinare diventa filtrare e selezionare le diverse fonti. La letteratura, però, su se e come viene utilizzato lo spazio pubblico universitario da parte degli abitanti del quartiere è praticamente inesistente. Sviluppare quindi una solida base su cui fondare il progetto a partire da un analisi generale sullo spazio pubblico e sulle comunità che lo vivono è stata la prima fase. La ricerca di letteratura è stata combinata con la ricerca sul campo in occasione del corso a scelta Temporary Urban Solutions e dell’evento C’è Spazio per Tutti che ha permesso di avvicinarmi al focus del problema su due direzioni: l’aspetto organizzativo e l’attenzione sui fruitori. La combinazione quindi di ricerca, immersione nel contesto ed azione ha permesso di andare a fondo nel problema e iniziare la fase creativa utilizzando lo strumento della scenaristica, attraverso delle azioni allestitive, si sono costruite delle casistiche su cui programmare le occasioni di apertura periodiche e strutturate che agevolassero una continuità nel processo di riappropriazione dello spazio pubblico e al tempo stesso generassero delle dinamiche di innovazione sociale.Definito quindi il sistema-evento si è creata la possibilità di testare la soluzione direttamente sul contesto e a scala naturale, con il primo evento di inaugurazione di il Sabato della Bovisa il 16 marzo 2013. Questa opportunità ha permesso di raccogliere feedback e innestare nuove riflessioni. In questo modo il ciclo di analisi tradizionale si sovrappone alla scoperta, all’analisi, allo studio, alla progettazione, alla raccolta di feedback con nuove riflessioni e riscoperte, continuando ad oscillare tra la generazione di conoscenza e riflessione critico-consapevole. Questi cicli intrecciati si combinano in un movimento di ottimizzazione volto a creare una maggiore comprensione della soluzione proposta e un miglioramento che sarà incrementale durante tutti i successivi appuntamenti di il Sabato della Bovisa.

Metodologie

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Ricerca e analisi1.La prima fase di lavoro è la fase di ricerca e analisi incentrata su quattro tematiche chiave:lo spazio pubblico e il quartiere le comunità creative nello spazio pubblico partecipazione ai processi decisionali design dell’esperienzaLa parte di ricerca della letteratura che include casi studio italiani ed internazionali ha premesso di creare solide basi per gli step successivi di analisi sul campo e di generazione degli scenari. Le conclusioni interpretano i punti rilevanti emersi in chiave progettuale interrogandosi sul ruolo che il design acquisisce in ambito di spazio pubblico e partecipazione cittadina.

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1 | Definizioni dall’enciclopedia Italiana Treccani

Con questa prima parte di analisi sullo spazio pubblico come bene comune si vuole tratteggiare un quadro in realtà fortemente complesso che introduce al contesto che è stato sviluppato nello specifico per il progetto di tesi. La ricerca che si potrebbe fare sullo spazio pubblico con tutte le sue accezioni e trasformazioni nel corso della storia non risulterebbe mai del tutto completa e adeguata, essendo un argomento vasto e tortuoso, con molteplici sfumature, studiato da e nei secoli con articolati gradi di approfondimento e sotto diversi punti di vista.La trattazione viene quindi fatta per sottolineare quegli aspetti dello spazio pubblico che sono stati presi in considerazione per lo sviluppo della parte progettuale relativi all’uso conviviale e partecipativo dello spazio, alla progettazione dell’evento come strumento di significazione e apertura, con uno sguardo particolare all’unità del quartiere nel contesto cittadino.

Lo spazio pubblico1.1

L’aggettivo pubblico, dal latino publicus (affine a populus), possiede tre significati principali: il primo si riferisce a ciò “che riguarda la collettività” e quindi è di interesse per la comunità, il secondo relativo al possesso “che è di tutti, che è comune a quanti fanno parte della collettività” ed il terzo “che è accessibile a tutti, aperto a tutti, che tutti possono utilizzare”1. Nelle tre definizioni vengono messe il luce caratteristiche interessanti quali il diritto e il dovere che sono sottintesi dall’aggettivo, l’interesse e il senso di comunità e di appartenenza a una certa totalità. Questa caratteristica di “legame” viene

Luogo pubblico come bene comune

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9

“Quali degli spazi che attraversiamo tutti i giorni sono in realtà luoghi?”

2 | C. Mattongo, Idee di spazio, lo spazio nelle idee, 2008, p. 51 3 | A. Madanipour, Whose public space?, 2010, p. 94 | A. Berra, G. Griffini, R. Maccapani, G. Thiella, L’occupazione di spazi ed aree pubbliche, 1999, p. 23

evidenziata anche dal suo contrario privato, che oltre ad indicare un’esclusività di possesso, come participio passato del verbo privare, indica mancanza, assenza. Le considerazioni etimologiche, riportate alla natura dello spazio, rimandano a una storia antica che affonda le sue radici nella civiltà greca, dove lo spazio pubblico dell’agorà, la piazza principale della città, era il luogo della vita pubblica e del confronto civile. Durante il corso della storia e per le diverse culture, l’area pubblica è stata sempre parte integrante della città e ne ha seguito i mutamenti cambiando essa stessa caratteristiche, assumendo di volta in volta diverse nature e valori. Una distinzione che diventa necessaria per comprendere la trasformazione storica degli spazi fino alla nostra contemporaneità è quella tra spazio e luogo. Quali degli spazi che percorriamo tutti i giorni sono in realtà dei luoghi? Lo spazio si sviluppa nelle tre dimensioni fisiche di cui la caratteristica principale è l’estensione. Il luogo supera il significato spaziale acquisendo la dimensione di temporalità che riesce, quindi, ad attribuirgli una profondità esperienziale con tutto ciò che questa comporta: “sovrapposizione di spazio ed esperienza, quella sovrapposizione che trasforma delle “semplici” unità spaziali in ambiti vissuti dai soggetti, dove si stratificano, appunto, esperienze percezioni, avvicendamenti.”2 Il mero spazio si carica di significati grazie alle nostre percezioni, modificandone il senso e talvolta il linguaggio, appartenendo ora ad un gruppo sociale, ora ad un altro, frammentandosi e ricomponendosi, diventando ostile e poi accogliente, e così via. Seguendo l’excursus storico possiamo individuare tre periodi principali di rimbalzo tra luogo e spazio: da luogo nella storia antica a spazio con una progressiva perdita di significato legata all’espansione urbana della città moderna per poi riacquisire progressivamente valore tornando al luogo grazie alla sua integrazione con la società contemporanea basata sui servizi che “embrace them for their aesthetic value, as well as they provision of spaces of consumption.”3.

Si ricollega in modo immediato anche la relazione che intercorre tra il “luogo pubblico” e la “sfera pubblica” che ricorre attuale nella contemporaneità. Lo spazio pubblico sono “porzioni di suolo appartenenti a determinati enti pubblici e rientranti nel rispettivo demanio o patrimonio indisponibile e, in quanto tali, normalmente soggetti […] all’uso generale da parte della collettività”4, mentre la “sfera pubblica” non è uno spazio in senso

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“the concrete, physical experience of the presence of others, of others cultural manifestations,[...]associated with the same physical space is important for developing social intelligence”

5 | M. Hajer, A. Reijndorp, In search of new public domain, 2001, pag. 126 | Ibidem7 | A. Madanipour, Whose public space?, 2010, p.7

stretto, ma è un luogo che ha acquisito nel tempo valori culturali, filosofici e politici addizionali: “the public sphere is the place where society is formed, or at least the arena where the collective will is formed with regards to the future society”5. La relazione quindi tra il luogo pubblico e la sfera pubblica è un legame imprescindibile, dove lo scambio e il confronto tra i cittadini ha luogo dove “the concrete, physical experience of the presence of others, of others cultural manifestations, and of the confrontation with different meanings associated with the same physical space is important for developing social intelligence and forming judgment.”6

“For most of urban history, the primary public spaces of the city were the core of the urban society, integrating the political, economic, social and cultural activities of a small and relatively coherent urban population.”7 Madanipour si riferisce alla sopra citata agorà delle polis greche o al foro, il teatro, i templi, le terme delle città romane e ancora alla piazza mercato, il municipio, la cattedrale delle città medioevali. Lo spazio pubblico ha, dunque, mantenuto per secoli un ruolo centrale all’interno del tessuto urbano diventando palcoscenico privilegiato per le attività più nobili dell’uomo, dalla politica, alla cultura, all’arte.Con l’espandersi della città in epoca industriale, l’aumento della popolazione, l’eterogeneità degli abitanti, si arriva ad un progressivo svuotamento di identità del luogo pubblico: è così, infatti, che il luogo diventa spazio, perdendo il valore di punto di convergenza nel reale, frammentandosi e abbandonando il suo ruolo di consolidamento sociale. La priorità viene data al flusso di persone e merci che modifica, conseguentemente, gli assetti urbani ritagliando un ruolo prettamente tecnico e monofunzionale, fatto di incroci, snodi stradali e spazi attrezzati quali stazioni, centri commerciali e parchi urbani.

Trasformazioni storiche dello spazio pubblico

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“ibridazione dello spazio contemporaneo che non è più possibile infatti inquadrare nelle rigide classificazioni di pubblico e privato.”

8 | Ivi, p.39 | Si sviluppano le definizioni di spazio “aperto al pubblico”, “semi-pubblico”, “semi-privato” 10 | A. Madanipour, Whose public space?, 2010, p.9

Dopo la seconda Guerra Mondiale, con le grandi opere di ricostruzione a carico dello stato, architetti e urban planner, conducevano il risanamento urbano con una visione globale della città e delle sue estensioni pubbliche. Con la crisi degli anni ’70, però, e il conseguente declino del settore pubblico, le grandi opere vennero abbandonate e, successivamente, trasferite al settore privato che era ovviamente interessato a quelle attività di rinnovamento urbano che portassero un ritorno degli investimenti e non certo alle dinamiche locali e alla comunità urbana. “As a result, both public- and private-sector agencies abandoned public spaces as cities suffered from accelerated decline.”8 A partire dagli anni ’80 inizia la privatizzazione degli spazi pubblici i quali persero la loro natura accessibile e inclusiva diventando controllati e fruibili solo da strette minoranze e portando all’ibridazione dello spazio contemporaneo che non è più possibile infatti inquadrare nelle rigide classificazioni di pubblico e privato.9 La popolazione urbana nella società di massa, dove le innovazioni tecnologiche, dei trasporti e dei consumi sono a portata di tutti, diventa densa ed eterogenea rendendo la vita nelle città atomizzata e frammentata e porta alla sostituzione dei legami primari con legami secondari scelti in modo strumentale e per convenienza. Ciò si ripercuote anche sulla relazioni che si instaurano tra persone a livello urbano. È con lo svilupparsi di una società basata sui servizi che lo spazio riacquisisce un ruolo centrale nella città post-moderna: la comunicazione della città, diventata essa stessa un prodotto da promuovere, passa soprattutto dai suoi spazi urbani trasformatisi in spazi di vendita e di esibizione. “Public spaces become an essential part of the regeneration of cities through promoting retail development.”10 Questo fenomeno, nato come caratteristico della cultura occidentale, ha contaminato il resto del mondo diventando un fenomeno globale, per il quale, sebbene lo spazio pubblico torni ad essere considerato come centrale, la dimensione locale viene persa nella generazione mega piazze urbane clonate e prive di una autentica identità. Si deve precisare però che la complessità e l’eterogeneità dell’argomento non permette una banale semplificazione sulla questione dello spazio pubblico contemporaneo. Se nelle mega-city, nelle zone centrali o in aree riqualificate prevalgono marchi di archi-star e si privilegiano gli aspetti commerciali, movimenti

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“La quotidianità è resa fluida dalle nuove tecnologie, i mezzi di trasporto e le informazioni che riescono ad andare oltre agli spazi puramente fisici creando nuove reti e connessioni e punti di convergenza sociale.”

11 | P. Bertola, E. Manzini, Design Multiverso, 2004, pag17

opposti di cui parleremo in seguito crescono in dimensione e quantità, diffondendosi e acquisendo sempre più importanza. Questi movimenti rivendicano l’identità locale, la storia, il contesto, le micro-economie rivitalizzando e proponendo scenari futuri sostenibili.

Ciò di cui intendo occuparmi, dunque, è lo spazio pubblico della quotidianità, quello che frequentiamo ogni giorno, che usiamo per arrivare da un posto all’altro della città, che è un punto di incontro con i nostri amici, colleghi, che ci ospita in giornate di sole sotto l’ombra di grandi alberi, che ci ripara dalla pioggia quando aspettiamo qualcuno. Molto spesso non ci rendiamo neanche conto di essere all’interno di uno spazio, perché esso non è codificato e riconosciuto da noi. La città è diventata sempre più mutevole e la fretta con cui trasforma i luoghi non lascia il tempo di capire, apprendere, fare nostro e comunicare “il dove siamo”. La casa, il posto di lavoro, il ritrovo della sera sono posti puntuali e precisi spesso molto distanti tra loro e non ci fermiamo a riflettere su cosa sta nel mezzo a questi luoghi: decine di spazi di diversa natura ciascuno con propri codici propri, propri linguaggi che attraversiamo durante i nostri percorsi urbani. È così che perdiamo il senso del luogo pubblico che rimane mero attraversamento spaziale. È vero che le ibridazioni fra spazi rendono difficile la classificazione di essi: cos’è veramente lo spazio pubblico? È spazio pubblico o privato? Risulta ormai arduo classificare in categorie precise, ma questo è il giusto specchio della nostra contemporaneità, definita da Bauman una modernità liquida o fluida dove “La solidità delle cose è sciolta nella fluidità delle informazioni”.11 La quotidianità è resa fluida dalle nuove tecnologie, i mezzi di trasporto e le informazioni che riescono ad andare oltre agli spazi puramente fisici creando nuove reti e connessioni e punti di convergenza sociale. Gli individui perdono quei valori tradizionali di comunità per concentrarsi sulla libertà individuale e su misura.La mancanza di stabilità “Interruzione, incoerenza, sorpresa sono le normali condizioni della nostra vita. Sono diventate finanche dei bisogni reali per tante persone le cui menti non sono più

Lo spazio pubblico nella società contemporanea

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12 | Cit. Paul Valéry in Z. Bauman, Modernità liquida, 2002, p.V13 | Concetto di dematerializzazione della felicità14 | J. Green, intervista a MWG, 2010

nutrite […] da nient’altro che mutamenti repentini e sempre stimoli nuovi”12; sono infatti stimoli per nuove sfide, cioè che ci spinge a cambiare, innovare, migliorare. Siamo esseri mutevoli e consapevoli della nostra effimerità che ci istiga a non accontentarci mai, a porci obbiettivi ambiziosi, a non avere legami troppo stabili perché non si può mai sapere cosa succederà domani, dove andremo, quali occasioni potremmo cogliere, quali difficoltà dovremo affrontare. La profonda diversità che ci separa dalla generazione dei nostri nonni è così palese e pensare che la società, il mondo sono cambiati in meno di mezzo secolo e anche il tempo è diventato accelerato come lo spazio si è deformato restringendosi. Non viviamo più in una società rigidamente strutturata basata sulle tradizionali convenzioni sociali e culturali localizzate, ma in un mondo fortemente globalizzato dove la perdita di un identità locale si compensa con una riscoperta del valore individuale. Sotto il sottile strato dei consumi, però, ci sono valori e chiari elementi che muovono la società verso nuovi approcci: la diversità tra gli individui, che genera conflitti e produce molteplici visioni di verità e arricchisce in modo eterogeneo la realtà. La creatività di massa, con l’aiuto del Web 2.0 in cui gli utenti possono creare da sé soluzioni e valori, diventando attivi prosumer con le conseguenti responsabilità; inoltre l’idea di benessere e la qualità della vita diventano meno tangibili13 e più personalizzate, viste sotto la luce di crescita personale. Come Josephine Green descrive la nostra società sta diventando piatta come un pancake “it’s much flatter, it’s not top-down, it’s connected, it’s network, it’s collaborative and as much as possible it’s people trying to be winners and winners rather than says I’m a winner you must be a looser.”14

Questa condizione contemporanea di mutevolezza, instabilità e connessione si ripercuote anche sugli spazi sociali per i quali si possono identificare due direzioni divergenti: da un lato la spersonalizzazione totale delle città decise a tavolino, la ripetizione fotocopia di centri commerciali, stazioni, piazze, vie alla moda e dall’altro la voglia di riconquista di micro-comunità dello spazio pubblico per fin troppo tempo negato. Nascono orti comunitari nei luoghi più impensati delle città, si riqualificano dal basso aree abbandonate e degradate, la città diventa contesto per sfide lanciate su piattaforme virtuali che si propagano nello spazio reale: esempi di un’intima volontà di riappropriarsi insieme al luogo pubblico della socialità che si era andata perdendo con l’onda violenta della tecnologia e dei beni

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“A public space is one that allows a range of necessary activities to take place, but also a place in wich ‘unecessary’ social activities are perfomed.”

15 | P. Bertola, E. Manzini, Design Multiverso, 2004, p.2016 | A. Madanipour, Whose public space?, 2010, p.1017 | Mattongo, Idee di spazio, lo spazio nelle idee, 2008, p. 15

di consumo degli anni di industrializzazione e che non aveva lasciato tempo alla riflessione di come, cosa, con chi, perché. Siamo dunque passati da un’economia che produceva beni fisici, materiali ad un economia di servizi, esperienze e conoscenza in cui “servizi, esperienze, trasmissioni di conoscenze non sono cose ma “eventi”: cambiamenti nello stato del sistema che si realizzano in un dato luogo e in un dato tempo.”15 Lo spazio contemporaneo è sempre più ibridato tra pubblico e privato, influenzato dall’uso di tecnologie e social media, da nuove ritualità, dalla flessibilità che le nuove dinamiche urbane impongono. Sempre Ali Madanipour in una definizione di luogo pubblico mette in risalto la multidimensionalità che un luogo acquisisce: “A public space is one that allows a range of necessary activities to take place, but also a place in wich ‘unecessary’ social activities are perfomed.”16 Si trova la funzionalità, l’attività, il livello sociale, la temporalità, l’evento, tutto ciò che dovrebbe caratterizzare il luogo pubblico odierno a si deve aggiungere accessibilità e collettività che rendono pubblico il pubblico. Lo spazio pubblico a livello urbano, può anche essere definito composizione delle aree di connessione tra i pieni della città, aree di collegamento che in alcuni casi diventano vuoto: vuoti privi di una funzione specifica, ma indispensabili collanti tra i diversi pieni urbani. Il vuoto in architettura viene assunto come elemento di linguaggio, pausa tra il costruito dove l’aggettivo vuoto diventa un paradosso, perché privo di contenuto in realtà si scopre essere contenitore di elementi fisici qual è qualunque tipo di spazio per sua intrinseca natura. “Nella lunga storia della città europea il vuoto è stato componente essenziale per la valorizzazione e la distanza tra i singoli volumi, scenografia allargata per mettere in risalto magnifici elementi architettonici, contro-forma dell’edificato nella quale fa dipanare percorsi urbani e strutture gerarchiche.”17 L’area interna racchiusa tra strutture costruite, barriere per segnare un confine o separare un territorio da un altro che si identifica con strade, piazze, verde, aree di separazione e zone di risulta. Ci rendiamo conto dell’importanza dei vuoti proprio quando si progettano i pieni che li condizionano a seconda del loro divenire. Cosa rende così importante un vuoto da diventare luogo privilegiato di incontro di una comunità? Non posso astenermi dal citare Marc Augé, antropologo ed etnologo Francese che ha

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18 | A. Rossi, L’architettura della città, 1981, p. 174 19 | Ivi, p. 177 20 | Ivi, p.17821 | M. Augé, La città dall’immaginario alla finzione, 2002

dedicato la sua vita alla ricerca dei/nei luoghi. Tre sono i valori fondamentali che identifica perché si crei aggregazione e socialità in uno spazio e in particolare nello spazio urbano: la memoria, l’incontro e l’identità.

Memoria e storia della cittàLa città è intrinsecamente pregna di storia e la sua memoria è racchiusa dai segni fisici e culturali del passaggio del tempo, della sua evoluzione, delle trasformazioni storiche. Il consolidamento dei fatti urbani non riguarda solo la parte materiale della città “ma anche l’idea che noi abbiamo della città come sintesi di una serie di valori. Esso riguarda l’immaginazione collettiva.”18 “la città stessa è la memoria collettiva dei popoli; e come la memoria è legata a dei fatti e a dei luoghi, la città è il locus della memoria collettiva.”19 Possiamo aggiungere che il paesaggio città diventa sintesi di tutte le memorie accumulate nel tempo: i nuovi fatti, le nuove idee concorrono a riplasmare la città a rivitalizzare le storie antiche.Accanto alla memoria individuale e soggettiva che si ha di un luogo c’è la memoria collettiva e profonda della storia che viene rivelata nel percorso urbano ad ogni individuo attento al linguaggio nascosto della città. “Natura collettiva e individualità dei fatti urbani si dispongono ora come la stessa struttura urbana”20 I ricordi personali si stratificano in noi mischiandosi con i ricordi collettivi che entrano a far parte del nostro passato anche se ne siamo inconsapevoli. Ciò che citavamo prima, la città come testimone fisico dei cambiamenti e delle forme che la società assume, rientra a far parte di questo valore storico con la duplice valenza individuale e collettiva: “città in cui si inseriscono le tracce della grande storia collettiva, ma anche milioni di storie individuali”21.

Incontro e relazione nella cittàL’incontro, la relazione con la città e nella città del presente si lega strettamente al valore della memoria. Si può incontrare la città riscoprendone i luoghi non solo con la vista, ma percependola attraverso tutti i sensi, i rumori, gli odori, la densità dell’aria, il linguaggio del parlato, i colori, le luci, le diverse matericità che caratterizzano le superfici, i riflessi, i suoni una completa “invasione

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“Il contesto su si agisce è la chiave del successo o del fallimento di un progetto perché cambia le percezioni e le esperienze dello spazio, i comportamenti dei singoli e della collettività, le loro reazioni e risposte.”

22 | M. Augé, Disneyland e altri nonluoghi, 1999, p. 10223 | R. Sennet in Z. Bauman, Modenità liquida, 2002, p.10324 | M. Augé, Tra i confini,2007, p. 42

dei sensi”22, che stordisce, affascina, ci immerge nella natura avvolgente della città sempre filtrata attraverso l’individualità della scoperta. La città, però, è anche luogo dell’incontro tra i diversi individui, il privato incontra il pubblico in uno spazio di socialità e aggregazione, spazio di relazione e condivisione, spazio che viene scelto come scenario e protagonista della progettazione senza mai dimenticare il valore storico e di memoria discusso in precedenza. Il contesto su si agisce è la chiave del successo o del fallimento di un progetto perché cambia le percezioni e le esperienze dello spazio, i comportamenti dei singoli e della collettività, le loro reazioni e risposte. Creare situazioni, espedienti per l’incontro tra estranei e la socializzazione è un compito difficile: ci si muove tra sociologia, psicologia, prossemica, progettazione di spazi e molte altre discipline. La città viene definita proprio come “un insediamento umano in cui è probabile che individui estranei si incontrino”23. Incontriamo la città perché vi siamo immersi e incontriamo gli altri negli spazi della città, che si impersonifica diventando essa stessa una persona che riconosciamo per tutti quegli aspetti sensoriali ed emozionali attraverso i quali l’abbiamo percepita che ci rimandano al ricordo dell’incontro con gli altri. Trasformare gli altri in una comunità di individui che si sentano appartenenti alla medesima cerchia è l’ambizione del progettista. Bauman dice che in realtà gli individui nelle relazioni con gli estranei indossano la comoda maschera di persone pubbliche che gli permette di non doversi esporre con desideri, sogni, paure e intimi pensieri. Tuttavia è proprio la maschera pubblica della collettività un atto di partecipazione alla cosa comune: si lascia nascosto l’intimo io per l’io comune condiviso.

Identità “Il luogo antropologico si definisce innanzitutto come luogo chez soi, “a casa propria”, il luogo dell’identità condivisa, il luogo comune a coloro i quali, abitandolo insieme, sono identificati come tali da chi non lo abita”24. Quando si parla di identità di un luogo si prende sempre in considerazione il singolo e la collettività: l’identità di uno spazio è infatti data dalla collettività che lo vive, ma è l’apporto personale di ogni singolo che contribuisce a creare quell’identità collettività. “La città attraverso i suoi spazi pubblici e collettivi, fornisce occasioni di confronto e di identificazione o di negazione con

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“è proprio il contatto con gli altri, il confronto, il rapporto che ci permette di formare la nostra identità, la nostra singolarità”

25 | A. Rebaglio, La città disvelata: lo spazio urbano teatro di eventi, 200426 | Cit. del protagonista Christopher McCandless, Into the Wild, 200727 | Cit. G. Gaber, L’uomo non è fatto per stare solo, dall’album Polli d’allevamento, 197828 | Rif. all’opera Pirandelliana Uno, nessuno e centomila del 192629 | J. Gehl, Cities for people, 2010, p.630 | Ivi, p.63

la società, nel momento dell’incontro con l’estraneo”25. Il nostro essere solitari, ma individui sociali ci premette di sentirci membri di una comunità condividendo momenti e azioni insieme agli altri. Il film into the wild tratto dal romanzo di Jon Krakauer Nelle terre estreme rimanda a quest’idea: il protagonista vaga in cerca di nuove esperienze per trovare la felicità, ma solo poco prima della morte capisce che “la felicità è reale solo quando condivisa”26 o anche come cantava Giorgio Gaber “l’uomo non è fatto per stare solo […] Quando non c’è più l’urgenza e nemmeno una vera ragione è proprio lì che vien fuori il bisogno di aggregazione”27. Ed è proprio il contatto con gli altri, il confronto, il rapporto che ci permette di formare la nostra identità, la nostra singolarità che riusciamo a percepire essere differente da quella degli altri, senza citare Uno, nessuno e centomila sulle molteplici identità soggettive individuali che il singolo acquisisce dal punto di vista degli altri.28

I valori di memoria, incontro e identità nascono integrandosi agli aspetti più specificatamente tecnici e legati al paesaggio urbano delle città. Una delle sfide che ci si trova ad affrontare oggi è la dimensione umana delle città considerando che ormai la maggior parte della popolazione mondiale è urbana e non più rurale. Le priorità dello sviluppo urbano devono tornare ad essere i bisogni e le esigenze delle persone che vivono la città che si possono riassumere in quattro “key objectives – lively cities, safety, sustainability and health – can be strengthened immeasurably by increasing the concern for pedestrians, cyclist and city life in general.”29.

Città vivaceLa città vivace è una città in cui si incoraggia l’interazione sociale grazie alle qualità funzionali e ai valori emotivi: “it is not the numbers, crowds and city size that matter but the sense that city space is inviting and popular that creates meaningful place”30.

Caratteristiche di uno spazio pubblico civile

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31 | Ivi, p.11432 | Sii intende sostenibilità sia ambientale che sociale

Grafico 1.1 Relazione tra qualità dello spazio pubblico e le attività che vi si svolgono, J. Gehl Cities for people, 2010, p.21

È una città che può essere reinventata dai suoi abitanti, trasformando gli spazi abituali in luoghi speciali per un’ora, una giornata o più a lungo. Il processo di rivitalizzazione della città è ciclico: dato l’impulso inziale le attività tendono a richiamare più persone che fanno più attività e così via rinforzando la vivacità stessa.

SaluteLa questione della città salubre comprende sia l’ambiente che la città offre per i suoi utenti e sia gli stimoli che propone ai cittadini per mantenere alta la qualità della vita. Il livello di traffico e l’inquinamento sono tanto importanti quanto la possibilità di passeggiare e andare in bicicletta in sicurezza quotidianamente e fare attività sportive durante il tempo libero. L’introduzione di politiche e di infrastrutture per invitare i cittadini a trasformare la loro vita sedentaria con esperienze attive aumenterebbe la qualità della vita ed eviterebbe problemi di salute fin dall’infanzia. “When walking and biclying are a natural part of daily pattern of activity, there is a positive spin-off for the life quality and well-being of the individual – and even greater benefits to society.”31.

Sostenibilità32

Iniziare a pianificare città sostenibili sia per quanto riguarda l’impatto ambientale e sia considerando il problema sociale è un passo verso una vita diffusa più sostenibile: tenere sotto controllo il consumo di energia e le emissioni degli edifici, utilizzare un sistema ecologico di trasporto, dare la priorità a pedoni e biciclette,

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33 | J. Gehl, Cities for people, 2010, p.10934 | Project for Public Spaces, info: www.pps.org

diminuire i rifiuti , garantire l’accesso alle risorse, progettare città inclusive. “If cities are to function efforts must focus on all aspects from the physical environment and social institutions to the less obvious cultural aspects that have great significance on how we perceive quarters and entire city societies.”33.

Seguendo il grafico 1.2 di Project for Public Spaces34, che analizzando migliaia di spazi pubblici del mondo ha definito quattro carrieristiche fondamentali per il successo di uno spazio pubblico, i tre obbiettivi chiave di vivacità, sicurezza e salute delineati da Gehl, si possono inscrivere in due sovra categorie: usi e attività and immagine e comfort, a cui si aggiungono l’aspetto sociale e accessi e collegamenti. Le quattro caratteristiche sono connotate da valori intangibili e si basano su misurazione effettive.

• usi e attività: le attività che vengono svolte in uno spazio sono espedienti per promuovere e facilitare l’affluenza nello stesso. Quando uno spazio si propone come contesto

Grafico 1.2Caratteristiche tangibili e valori intangibili che definiscono lo spazio pubblico, What Makes a Successful Place?, Project for Public Spaces

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per uno specifico uso si favorisce la creazione di una mappa mentale per i fruitori che saranno invogliati a ritornare.

• immagine e comfort: il comfort e una buona immagine di uno spazio sono due aspetti fondamentali che si riferiscono, oltre alla sicurezza sopra descritta, anche alla pulizia, il decoro, la vivibilità. Le donne sono giudici più severi ed esigenti, soprattutto quando creano una famiglia sviluppano un alto senso di protezione.

• aspetto sociale: la socievolezza è una qualità molto difficile da sviluppare, ma una volta acquisita riesce a perdurare nel tempo caricando lo spazio di valori affettivi ed emozionali e creando un senso di appartenenza e comunità.

• accessi e collegamenti: l’accesso viene considerate da Manadipour una delle due caratteristica principali assieme all’inclusione. Un luogo facilmente raggiungibile, ben visibile, con dei confini morbidi che sfumano da privato a pubblico sarà considerato più piacevole.

I concetti che abbiano brevemente descritto sono i punti da cui partire nella progettazione di eventi che coinvolgano i luoghi sociali e non rigide categorizzazioni per classificare lo spazio. La città, quindi le sue connessioni pubbliche, deve essere pensata come luogo che favorisca l’incontro, lo scambio e la condivisione con le caratteristiche di vivacità, sicurezza, salute, accesso, sociabilità e immagine che diventano fondamentali e devono essere considerate durante la fase di progettazione.

Immagini 1.1Musée des possibles, Daily Tous le Jour, Montreal, 2010

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“l’unità del quartiere, porzione di territorio specifica [...] che mantiene quegli aspetti di multidimensionalità territoriale, sociale con risorse e criticità specifiche.”

35 | B. Borlini, F. Memo, Il quartiere nella città contemporanea, 2008, p.2736 | De Certeu in Ivi, p.3037 | Keller in Ibidem 38 | Con moblità lenta si intende il traffico pedonabile e ciclabile39 | B. Borlini, F. Memo, Il quartiere nella città contemporanea, 2008, p.89

Scendendo di scala dallo spazio della città ci addentriamo nell’unità del quartiere, porzione di territorio specifica con caratteristiche più facilmente riconoscibili, che mantiene quegli aspetti di multidimensionalità territoriale, sociale con risorse e criticità specifiche. Essendo il quartiere una sub-area del territorio cittadino, durante questa analisi, si riscontreranno molte similarità con il discorso più ampio sul luogo pubblico della città tratteggiato in precedenza. Le definizioni di quartiere sono molteplici e a volte discordanti tra loro e, come per lo spazio pubblico, è soggetto all’analisi da parte di diverse discipline e sotto diversi punti di vista: territoriale, sociologico, urbanistico, psicologico, ambientale, etc. Possiamo definire i quartieri come “contesti di formazione del valore degli immobili, luoghi di consumo e uso di risorse e servizi locali, ambiti dove interagiamo con gli altri e veniamo socializzati alle norme e alla complessità di peculiari situazioni sociali.”35 o come “porzione di spazio pubblico generale (anonimo, di tutti) in cui s’insinua a poco a poco uno spazio privato contraddistinto dalla pratica quotidiana dell’abitante.”36 o ancora aree definite da contributi come “confini geografici, caratteristiche culturali, o etniche degli abitanti, unità psicologica tra persone che sentono di appartenere ad medesimo ambito, uso concentrato di servizi locali per l’approvvigionamento, il lesure e l’educazione”37. In tutte le definizione si presentano sfumature e sfaccettature di con caratteri comuni fondamentali: l’estensione territoriale ridotta che privilegia la mobilità lenta38, l’organizzazione sociale e le relazione che si instaurano tra gli abitanti e, infine, i servizi e le funzioni che il quartiere ricopre per chi lo abita e chi lo frequenta. L’aspetto comunitario è ancora una volta protagonista: la comunità è persa nella fluidità del tempo contemporaneo o i rapporti si fanno più stretti grazie al supporto di nuove risorse? “Questa condizione fluida e in rapida trasformazione in cui si trova a vivere oggi una larga fascia della popolazione urbana ha come effetto imprevisto la riscoperta del quartiere di residenza, in quanto fattore di definizione della propria posizione sociale”39.I rapporti sociali tra vicini sono chiaramente cambiati negli ultimi decenni: la possibilità di scegliere le proprie relazioni, l’eterogeneità

Il quartiere unità dello spazio pubblico

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degli abitanti di una zona, la disconnessione tra persona e luogo possibile grazie alle nuove tecnologie, la frammentazione con infinite estensioni spaziali e un’alta compressione temporale. L’individuo è diventato il punto focale dei propri legami sociali e costruisce da sé la propria comunità. Non per questo, però, i legami sono diventati meno stretti: la visione condivisa, gli interessi comuni, il senso di appartenenza sono ancora sentimenti in cui il contesto locale mantiene un ruolo di rilevante importanza. Nel quartiere l’idea dello spazio collettivo da proteggere e preservare si mantiene viva: la strada davanti alla mia casa deve essere in ordine, pulita, curata, così come il parchetto dove si portano i bambini a giocare o la piazza ritrovo degli amici, perché il quartiere in cui si abita è in qualche modo specchio di chi si è e identificatore della posizione sociale che si ricopre. Nella dimensione del quartiere, le nuove tecnologie che ci permettono di divincolarci dalla posizione spaziale, sono in realtà facilitatori di fenomeni di riterritorializzazione. Alla partecipazione online della vita del quartiere si affianca una partecipazione offline, dove in molti esempi si riesce a sviluppare una forte identità di quartiere e movimenti di valorizzazione del territorio a livello locale. “gli abitanti con alto livello di attività online sono infatti quelli che socializzano di più in quartiere e spesso visitano i vicini. I contatti via internet faciliterebbero inoltre la discussione e la mobilitazione intorno a questioni locali, rafforzando il senso di comunità del quartiere.”40 che quindi non viene perso, ma rafforzato.

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“Lo scoprirsi consapevoli delle proprie capacità permette di non cercare più soluzioni imposte dall’alto, ma di fabbricarle consci dei propri bisogni e delle opportunità riprendendo pieno possesso delle scelte.”

1 A. Meroni in F. Jégou, E. Manzini, Collaborative services, 2008, p.30

Definiti i valori fondamentali e le caratteristiche che rendono sociale e civile lo spazio cittadino vorrei introdurre l’importanza delle comunità intese come creative communities che trovano nel luogo pubblico il contesto di azione privilegiato di innovazione sociale. Le creative communities si definiscono come “people who cooperatively invent, enhance and manage innovative solutions for new ways of living”1 verso una direzione sostenibile. Sono in grado di trasformare una situazione critica o di disagio in un punto di partenza per nuove soluzioni usando elementi preesistenti in modo originale e combinando tradizione e tecnologia in modo innovativo. I campi in cui si muovono sono svariati: dal cibo prodotto localmente, alla salute come prevenzione adottando stili di vita sani, il trasporto alternativo all’automobile, la cultura come condivisione della conoscenza e molti altri, cercando di dare delle risposte che il modello dominante di produzione e consumo non è più in grado di garantire. Lo scoprirsi consapevoli delle proprie capacità permette di non cercare più soluzioni imposte dall’alto, ma di fabbricarle consci dei propri bisogni e delle opportunità riprendendo pieno possesso delle scelte.L’impatto che le creative communities hanno sull’economia non può essere trascurato: emerge infatti un nuovo scenario con qualità sostenibili e di dimensioni umane che accompagna un nuovo tipo di economia, la next economy, basata sulla collaborazione, sulla condivisione, sostenibile a livello ambientale e sociale che è supportata e non dominata dalla tecnologia. Definita anche social economy essa è caratterizzata da “a strong role for values and missions in groups active in certain fields; an emphasis on collaboration and repeated interactions to accomplish bottom-up actions aiming to achieve common goals; a preference

Le comunità creative nel contesto pubblico1.2

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“Le comunità creative agiscono per lo più a livello locale, legate indissolubilmente al quartiere o al territorio specifico”

2 | R. Murray, Danger and opportunity, 2009, p.23 | A. Meroni, P. Trapani, Social innovation, collaborative networks and public space, in Human cities celebrating public space, 2010, p. 164 | B. Borlini, F. Memo, Il quartiere nella città contemporanea, 2008, p.13

for care and maintenance rather than one-off consumption; blurring boundaries between production and consumption; the intensive use of distributed networks to sustain and manage relationships capable of being conducted via broadband, mobile and other means of communication”2. “Public space seems to be one of the favorite hot spots of this economy and of social innovation, given its intrinsic nature as space of and for relationship.”3.Ma cosa spinge e motiva gruppi di persone a riunirsi in micro-comunità e agire nello spazio pubblico? Il suolo pubblico può diventare area per la produzione di beni, come un estensione della propria abitazione, ma questa volta condivisa con altri se pensiamo, ad esempio, ai community garden o orti urbani. Nei co-housing la condivisione si fa ancora più estrema: si decide infatti di condividere alcuni servizi, come la cucina, la zona living, il deposito e così via. In questo caso la condivisione diventa la vita vera e propria. Ci sono poi tutte quelle occasioni di espressione di una comunità, di natura artistica, culturale, politica che fanno vivere il suolo pubblico in modo completamente inusuale durante performance, festival, attività. Tutto ciò si ripercuote sul senso di sicurezza, sulla piacevolezza dei luoghi come si delineava in precedenza. Le comunità creative agiscono per lo più a livello locale, legate indissolubilmente al quartiere o al territorio specifico “dove sono rintracciate le condizioni per la condivisione di valori, norme ed esperienze e, dunque, per lo sviluppo e il mantenimento di legami comunitari nella città.”4.Le nuove tecnologie facilitano e supportano l’azione delle creative communities nello spazio generando nuovi comportamenti come la facilità a trovare e connettersi a chi ha gli stessi interessi, la collaborazione con gli altri per raggiungere obbiettivi comuni, condividere conoscenze e esperienze generando contenuti multimediali, come foto, video, post, da scambiare, mostrare e mettere in comune con gli altri. La possibilità di inserirsi in un network diffuso che permette la condivisione di esperienze e raggiungere un bagaglio esperienziale già consolidato di altre aree e culture. Quando si parla di network e scalabilità di progetti si intende come la dimensione locale permette di tenere sotto controllo e avere relazioni più veritiere con gli attori coinvolti e allo stesso tempo inserire una serie di micro-progetti in scenari ampi in termini spaziali e temporali che guardino al futuro ponendo obbiettivi concreti di crescita sostenibile.

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5 | A. Meroni P. Trapani Social innovation, collaborative networks and public space in Human cities celebrating public space, 2010, p.19

Il luogo comune riesce quindi a ritrovare il suo status di punto di convergenza reale di situazioni sociali e grazie ai social network diventa raggiungibile in ogni tempo e spazio. Le attività, le iniziative riguardo lo spazio pubblico “can be top-down initiatives […] However they more often emerge as bottom-up actions […] Between the two extremes we find cases where the municipality and the local community are engaged in a joint project, such as the ‘Neighborhood Shares’ project at The Hague in the Netherlands, where residents have taken over responsibility form local authorities for certain neighborhood maintenance task.”5. Immagini 1.2

Adopter un arbre in Human Cities Toolbox, Saint Gilles, 2011

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“cosa può effettivamente fare un cittadino per la città? Fino a dove può arrivare la sua voce all’interno dei processi decisionali[...]?”

1 | Multi Level Governance Charter, 2012, info: www.sustainable-everyday-project.net/multi-level-governance-charter2 | European Commission White Paper, info: http://ec.europa.eu/white-papers/index_en.htm

Dall’analisi sullo spazio pubblico, sulla più piccola unità del quartiere e sulle comunità che lo vivono ci si può interrogare sulla reale possibilità di intervento e partecipazione ai processi decisionale da parte dei cittadini. Oltre all’ordinario, seppur non scontato, buon comportamento per la preservazione del luogo comune, all’utilizzo attivo o passivo come luogo di socializzazione e relazione, all’interesse dichiarato o meno, cosa può effettivamente fare un cittadino per la città? Fino a dove può arrivare la sua voce all’interno dei processi decisionali dell’amministrazione pubblica e delle compagnie private riguardo alla città, bene pubblico di proprietà di tutti? Credo che l’argomento, in Italia e nei paesi sviluppati, non sia mai stato così attuale come in questo momento. Mi occuperò quindi di cosa sia la partecipazione e come può essere raggiunta a livello amministrativo locale. Non tratterò di questioni governative italiane ad oggi non ancora risolte, ma mi sembra importante accendere una luce silenziosa di riflessione personale sull’attuale stato delle cose nella politica italiana. Durante il tirocinio a Strategic Design Scenarios ho avuto l’occasione di lavorare sulla prima fase di definizione di una carta, la Multi Level Governance Charter1, commissionata dal Committee of the Regions, l’assemblea dell’Unione Europea dei rappresentanti regionali e locali. Il progetto consisteva nello stendere una carta di governance multi livello per il coinvolgimento delle autorità locali e regionali nel processo decisionale dell’Unione Europea e di conseguenza incoraggiare una maggiore partecipazione da parte dei cittadini. Appoggiandosi sul Libro Bianco sulla governance multilivello2, adottato nel giugno 2009, il Comitato delle Regioni, si pone l’obiettivo di costruire carta reale per il 21° secolo, la cui elaborazione, attuazione e messa in opera deve essere la più inclusiva, trasparente e aperta possibile a tutti i livelli di governo e all’opinione pubblica.

Partecipazione nei processi decisionali 1.3

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“La democrazia partecipata rappresenta il superamento del sistema attuale attraverso l’integrazione tra l’antica democrazia diretta e la moderna democrazia rappresentativa”

3 | Rif. S. R. Arnstein, A Ladder of Citizen Participation, 1969

L’approccio che lo studio Strategic Design Scenarios adotta per produrre la Multilevel Governance Charter è stato progettato per ispirare ed essere ispirato dai suoi stessi principi: è, infatti, collaborativo e coinvolgente, un dialogo aperto con i diversi livelli di governo, da quello locale alle autorità regionali e nazionali alle istituzioni europee, cercando di coinvolgere i diversi soggetti interessati. L’approccio ovviamente, vuole essere partecipativo coinvolgendo gli aderenti attraverso workshop, sia per co-produrre la nuova Carta, sia per scrivere in modo collaborativo il suo contenuto utilizzando le tecniche della narrazione, adottando strumenti di co-design online e offline. L’approccio sperimentale utilizzato corrisponde alla stessa questione della governance multilivello per testare l’effettività dell’intervento pubblico prima di implementarlo.Questa occasione è stata la prima in cui ho potuto sperimentare realmente l’uso di metodologie e approcci di design per supportare un cambiamento in ambito istituzionale in un panorama così complesso, che dal cittadino si estendeva fino alle istituzione Europee, e realizzare le potenzialità che il design può avere nel migliorare il sistema amministrativo in tutti i livelli. La democrazia partecipata rappresenta il superamento del sistema attuale attraverso l’integrazione tra l’antica democrazia diretta e la moderna democrazia rappresentativa e assume differenti caratteristiche a seconda della posizione presa rispetto a questi due estremi. Attraverso strumenti partecipativi si può favorire il coinvolgimento diretto dei cittadini nel processo decisionale in cui, però, la decisione finale rimane nelle mani dei rappresentanti eletti. Per questioni di livello locale risulta fattibile e facilmente attuabile considerando la prossimità dei cittadini alle problematiche legate al contesto urbano, dove l’obbiettivo è il miglioramento del contesto stesso per la comunità. Sebbene non sia verosimile definire delle attività preimpostate nel quartiere che apportino un miglioramento sicuro, è possibile fare delle considerazione caso per caso valutando la specificità del luogo, la sua storia, le relazioni che intercorrono tra gli abitanti e i fruitori, i servizi che il quartiere offre, etc.I modelli di democrazia partecipativa sviluppati da diversi studiosi sono molteplici. Già alla fine degli ‘60 Sherry Arnstein3

descriveva otto livelli, dalla manipolazione al controllo dei cittadini raggruppandoli in tre categorie: la non partecipazione, il tokenism con un finto livello di partecipazione e infine il potere cittadino in cui la partecipazione è reale ed effettiva.

Partecipazione nei processi decisionali

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4 | Rif. a S. Davidson, Wheel of Participation, 19985 | Congress of Local and Regional Authorities, 21st session, Strasburgo, Ottobre 20116 | Ibidem

Un altro modello descritto come una ruota4, che abbandona quindi la struttura gerarchica piramidale, si divide in quattro passaggi chiave: l’informazione, la consultazione, la partecipazione e il senso di potere e responsabilità. Utilizzando un approccio più olistico alla questione si può dire che le informazioni nelle due direzioni, dal cittadino all’amministrazione e viceversa, la co-definizione di obbiettivi per il quartiere, una comunicazione fluida attraverso tutti i livelli di governanza, la deliberazione coinvolgendo il maggior numero di attori conducono ad un equilibrio tra potere cittadino e istituzioni. Come si afferma al congresso del concilio europeo delle autorità locali e regionali “reaffirms its commitment to public participation in local and regional affairs as a basic right at the heart of local democracy, giving people the ability to influence the decisions of the representative bodies that affect their lives and communities. To participate effectively people need to have both the capacity and the motivation to act. Local and regional authorities, for their part, need to have dynamic communication policies and ensure easy access to relevant information.”5.E ancora “Providing clear, comprehensive and accessible information on local and regional policies strengthens active citizenship and fosters a feeling of belonging to a community as well as the civic duty to contribute to this community in a democratic society. Recent developments concerning the online publication of raw government information as ‘open data’ in some countries have shown how new information and communication technologies combined with a policy of transparency can have a direct impact on participation and services at the local and regional level.”6. L’importanza dell’attivismo cittadino a livello locale e regionale è un fondamento riconosciuto e incoraggiato a livello Europeo. Dobbiamo interrogarci se questi argomenti attivi nell’ambito istituzionale europeo lo siano anche a livello locale nelle amministrazioni Italiane, ambito di interesse per lo sviluppo del progetto di tesi. Il passo successivo è di identificare degli strumenti utili per facilitare la partecipazione all’interno delle amministrazioni locali che possano essere introdotti nelle amministrazioni locali e valutare la presenza di metodi sperimentali di partecipazione nel Comune di Milano.

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Nel campo del design si utilizzano diverse metodologie per creare orizzonti futuri comuni tra pubblica amministrazione e cittadini, approccio che rafforza il dialogo tra gli attori e le parti interessate e costruisce i passi per raggiungere scenari sostenibili. Co-design, attività di storytelling, sondaggi di opinione pubblica, mappe, strumenti di visualizzazione, focus group, ecc. questi strumenti possono essere classificati secondo il loro obiettivo principale, se si tratta di comunicazione, consultazione, deliberazione o co-governance, ma naturalmente queste categorizzazioni non sono rigide.Descrivendo alcuni strumenti7 per governanza partecipata utili a livello locale per coinvolgere i cittadini nelle decisioni più importanti per il quartiere, possiamo trovare accanto a metodi tradizionali come referendum, schede multi scelta, pre-referendum alcuni strumenti che permettono un coinvolgimento maggiore dei cittadini.Uno è la partecipazione dei cittadini ai tavoli di partenariato locale (participation on local partnership boards) in cui un numero selezionato di abitanti si siede al tavolo con istituti e partner istituzionali. Questo è quello che succede già per il Comune di Milano nel Consiglio di Zona, ma i cittadini in questo caso possono solo assistere e non intervenire sulle decisioni. Un altro strumento è la valutazione partecipativa (participatory appraisal), una metodologia che viene utilizzata per promuovere l’apprendimento e l’interazione, usando metodi di visualizzazione, come diagrammi, grafici con l’obiettivo di permettere ai cittadini di analizzare i problemi in modo indipendente.Uno degli strumenti più incisivo è il bilancio partecipativo (participatory budgeting): consente ai cittadini di decidere dove investire e destinare una parte del bilancio del quartiere della città. I cittadini hanno il potere di prendere la decisione finale su progetti di spesa pubblica.Inoltre, uno mezzo che si concentra sul coinvolgimento dei giovani è il consiglio dei giovani (youth council) un’assemblea indipendente composta da giovani di massimo 25 anni d’età che definisce le soluzioni da presentare al consiglio della città.L’introduzione di questi o altri strumenti all’interno della pubblica amministrazione sarebbe il primo passo per aprire il processo decisionale agli abitanti. Il processo sarà lungo, ma alcuni provvedimenti si stanno già muovendo in questa direzione, come abbiamo visto a livello europeo dove l’interesse a promuovere e sostenere una democrazia partecipativa è già di primaria importanza.

Strumenti partecipativi

7 | Metodi e strumenti partecipativi possono essere trovati al sito web http://participedia.net

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“Social change depends, in other words, on alliances between what could be called the ‘bees’ and the ‘trees’.” G. Mulgan

8 | Dal sito del Comune di Milano www.comune.milano.it9 | Ibidem10 | G. Mulgan, Social innovation: what it is, why it matters and how it can be accelerated, 2008, Rif. alle piccole organizzazioni, le api, e alle più solide istituzioni, gli alberi.

Accanto agli organi generali nell’aministrazione del Comune di Milano, si affiancano le aree servizi al cittadino e aree di servizi al territorio concepiti come punti di contatti locali tra il comune e l’ampio territorio di Milano. In particolare sono presenti nove consigli di zona che costituiscono l’articolazione decentrata dell’amministrazione comunale definiti dal comune stesso “organismi di partecipazione, di consultazione e di gestione di servizi di base, nonché di esercizio delle funzioni delegate dal Comune”8. Il numero dei Consiglieri di Zona è fissato dal Regolamento del Decentramento Territoriale in relazione al numero di abitanti per zona e vengono eletti a suffragio diretto dai cittadini residenti aventi diritto al voto, contestualmente al Consiglio Comunale. I consigli di zona nascono per migliorare la valorizzazione del territorio locale e favorire la compartecipazione. Ogni consiglio da vita a delle Commissioni Istruttorie che si occupano di temi specifici col compito di “analizzare, in dettaglio, le questioni che, inserite nell’ordine del giorno del Consiglio, saranno poi oggetto di votazione. Le Commissioni operano in seduta pubblica. Possono essere invitati a partecipare ai lavori, ma senza diritto di voto, i cittadini che mettono a disposizione volontariamente la loro competenza.”9.Accanto alla partecipazione tradizionale possiamo dire frenata a livello amministrativo, ci sono progetti di confronto e di scambio di idee che si appoggiano alle nuove tecnologie, combinando alle procedure offline, strumenti di condivisione online. La combinazione di iniziative top-down (da parte di esperti, decisori, attivisti politici) e bottom-up (da persone direttamente coinvolte nel problema) serve a rendere un servizio complesso fattibile: infatti sia l’ente pubblico che la collaborazione dei cittadini sono attori fondamentali per il successo di nuovi servizi e attività. “Social change depends, in other words, on alliances between what could be called the ‘bees’ and the ‘trees’.”10.L’amministrazione locale, attore fondamentale per la valorizzazione del territorio, dovrebbe riuscire a superare quella barriera di principio e aprire il dialogo e il processo decisionale alla partecipazione cittadina. Chiaramente arrivare a questo momento di svolta non è semplice: bisogna trovare gli strumenti adeguati che possano sostenere questo tipo di approccio innovativo al decision-making e dall’altra parte una volontà dei cittadini di diventare partecipi e responsabili per il proprio contesto urbano e sociale.

Livelli di partecipazione nel Comune di Milano

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Immagine 1.3Copia e incolla x Milano, pagina facebook, 2013

Copia e incolla x Milanocs

Un esempio di utilizzo della tecnologia per migliorare il livello di partecipazione dei cittadini nel Comune di Milano è il progetto Copia e incolla x Milano idee in Comune, lanciato nel 2011.Una piattaforma supportata11 dalla pagina facebook12 che i cittadini possono utilizzare per evidenziare problemi o proporre idee e soluzione attraverso post, commenti, foto. Il progetto funziona a livello di duplice scambio e riesce a creare una connessione tra cittadini e amministrazione. Alcune tra le migliaia di idee proposte, infatti, sono poi state prese in considerazione e discusse durante i consigli comunali. I temi più frequenti e di interesse per i cittadini riguardano il trasporto, l’ambiente e il verde. Interessante notare che Chiara Bisconti, assessore al benessere, suggerisce come l’adozione di idee da parte di compagnie private o gruppi di cittadini sarebbe un valido aiuto per l’attuazione di progetti di interesse anche per il Comune che da solo non riesce ad attuare.

11 | La piattaforma si trova all’indirizzo www.comune.milano.it/portale/wps/portal/CDM?WCM_GLOBAL_CONTEXT=/wps/wcm/connect/ContentLibrary/elenco+siti+tematici/elenco+siti+tematici/copiaincolla12 | Pagina facebook si trova all’indirizzo https://www.facebook.com/pages/COPIA-E-INCOLLA-X-Milano-idee-in-Comune/117067281725004

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1| A. Borlenghi, Il Campus. Organizzazione e funzione di uno spazio pubblico in età romana. Le testimonianze in Italia e nelle province occidentali, 2011, p.15

Esistono molti spazi pubblici o aperti al pubblico che rimangono segreti, aree frequentate solo da una certa parte della popolazione urbana, non perché non siano accessibili, ma perché sconosciuti al resto della città. Dallo spazio pubblico generico, nel contesto specifico del quartiere, è il Campus universitario lo scenario che diventa protagonista nel progetto di tesi.Il campus, termine latino che significa campo, spazio libero contenuto entro limiti concreti o ideali, era nella Roma antica, “un complesso pubblico di carattere ludico-atletico, destinato genericamente al tempo libero degli abitanti di un insediamento di tipo urbano ma, soprattutto, alle esercitazioni militari e all’esercizio fisico degli iuvenes, con significative differenze funzionali determinatesi nel corso del tempo.”1. Inserito nelle dotazioni urbane della città si configurava come un complesso pubblico aperto alla cittadinanza, un’area polifunzionale, la cui principale funzione era ludico ricreativa e di spazio di socializzazione per i giovani. All’esercizio fisico col tempo si sostituisce l’esercizio della mente, il termine Campus, da tradizione anglosassone, è usato correntemente per indicare l’insieme delle aree ed edifici che costituiscono l’università. Preserva i valori di luogo pubblico destinato prettamente a fruitori giovani per la formazione superiore sia culturale che tecnica e per la ricerca. Il contesto di progettazione sarà proprio il campus universitario, più precisamente il Campus Durando del Politecnico di Milano. Sembra corretto quindi analizzare il rapporto società-università creandosi un panorama dei diversi tipi di insediamento urbano e suburbano in cui ci si può imbattere durante le successive fasi di ricerca sul campo e progettazione.

“Contribuire il passaggio dalla città dello scambio alla città della formazione”E. Calvi, P. Derossi

Università come nuovo senso urbano1.4

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2 | F. Lattes, Ipotesi di lettura del rapporto università-città in L’università per la metropoli, 1982, p.393 | Ibidem4 | A. Mambriani, Università architettura in Università citta piano piano, 1999, p.7

Università come nuovo senso urbano

Sempre controverso e aperto rimane il rapporto tra società e università, processo dinamico di contaminazione che perdura nel tempo. Questo rapporto si evidenzia nella rappresentazione territoriale “la stretta connessione esistente tra le forme e finalità assunte dall’organizzazione funzionale dell’istruzione universitaria e la morfologia particolare degli insediamenti che ne costituiscono la proiezione fisica sul territorio.”2. L’evoluzione storica di questo rapporto risulta leggibile nei diversi modelli fisici di insediamento universitario: se pensiamo dalle università in epoca medioevale legate ai monasteri si trasformano in università centrali per l’insediamento urbano e così via; “i modelli di insediamento universitario riproducono nei rapporti fisici tra gli oggetti che li compongono, il mutare dei concetti che guidano l’organizzazione dell’attività accademica al suo interno.” 3

“Nel corpo della città l’università ha trovato storicamente forme di insediamento di volta in volta differenti al cambiare del contesto proprio per la sua natura di sistema autonomo rispetto al complesso urbano, senza per questo rinunciare ad un dialogo, ora esplicito, ora sottointeso con il corpo della città.”4. Secondo Lattes si possono astrarre tre tipologie di insediamento universitario: il campus inteso come università fuori dalla città, il nucleo universitario urbano e l’università dispersa nel territorio cittadino. Il Campus, di origine anglosassone, è un modello universitario quasi completamente isolato dal resto della città, in cui la comunità accademica svolge la maggior parte delle funzione senza dover entrare a contatto con il territorio in cui si insedia: le relazione sono infatti solo limitate a quelle di carattere amministrativo, politico e di rifornimento. L’università è considerata come una micro-città indipendente ed autonoma. Questa tipologia risulta di basso interesse per il progetto in quanto manca di relazione con l’insediamento urbano, aspetto fondamentale su cui si è basata la successiva fase di design.Il nucleo universitario urbano è quello invece di tradizione italiana ed europea, che si insedia nel cuore della città: la città e l’università hanno una stretta relazione e sono vicendevolmente influenzate. “L’insediamento urbano dell’università permette di scaricare sulla città le funzioni di servizio all’attività accademica (residenze, mense, ecc.) e nel contempo permette una permeabilità

Rapporto università e società

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“Così come lo spazio della città muta al mutare dei fenomeni sociali, anche l’università assume diverse forme in relazione alla contingenza di spazio e tempo.”

5 | F. Lattes, Ipotesi di lettura del rapporto università-città in L’università per la metropoli, 1982, p.406 | Ibidem7 | A. Mambriani, Università architettura in Università citta piano piano, 1999, p.88 | F. Lattes, Ipotesi di lettura del rapporto università-città in L’università per la metropoli, 1982, p.41

di accesso alle altre funzioni legate alla formazione che già esistono in essa (biblioteche, teatri, ecc.).”5. L’insediamento delle università si profila talvolta come strumento di riqualificazione e intervento sul territorio, sia in centri cittadini che in aree più periferiche e suburbane. “I risultati cui si è giunti in questi casi […] fanno tuttavia pensare che questo potenziale sia stato colto solo nel suo aspetto quantitativo, senza uscire dalla logica di una funzione sia pur distribuita sul territorio ma comunque separata, estranea alla specificità del contesto in cui si inserisce.”6, questione chiave da cui è partito il progetto di tesi, l’insediamento universitario che seppur riesce a dare nuova spinta di riqualificazione urbana ad una zona in difficoltà non arriva poi a integrarsi fino in fondo con il contesto.L’università dispersa nel territorio si sviluppa in una fase contemporanea seguendo l’idea di università diffusa “che vede le strutture universitarie occupare in modo articolato contenitori, sia nuovi che di riuso qualificato, distribuiti in gran parte nella città stessa.”7. Questo concetto non riguarda solo gli aspetti formali delle componenti fisiche dell’università, ma amplia lo sguardo su sistemi di diffusione e conoscenza dilatati, ad esempio la possibilità grazie alle tecnologie di ampliare i momenti e i modi di produzione della conoscenza, la domanda di formazione in crescita che proviene dall’estero, un maggior livello di connessione dato dai mezzi di comunicazione che diminuisce l’importanza dei collegamenti tradizionali. Un punto importante in questo tipo di insediamento è la capacità di riqualificazione territoriale che porta con se rivitalizzazione sociale, espansione economica e diffusione culturale che riesce a spostare gli assetti urbani dando nuova centralità a questi poli universitari: “un sistema universitario inteso come rete di insediamenti articolati e dispersi sul territorio, fortemente intrecciato con i processi produttivi e riproduttivi che su di esso si sviluppano, organizzati in funzione delle specificità che i vari nodi della rete assumono, reso organico dalla realizzazione di una fitta ed efficiente rete di comunicazione a diversi livelli.”8. Così come lo spazio della città muta al mutare dei fenomeni sociali, anche l’università assume diverse forme in relazione alla contingenza di spazio e tempo. L’università contemporanea si confronta con un momento cruciale in cui “i movimenti di decentramento nelle varie scale e livello internazionali, nazionali, regionali, metropolitani, hanno sconvolto i vecchi criteri di localizzazione dei posti di lavoro ed hanno introdotto nuovi criteri

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9 | E. Calvi, P. Derossi, Università e dispersione dei saperi in L’università per la metropoli, 1982, p.510 | Ivi, p.1411 | Ivi, p.15

per la divisione delle mansioni”9 e deve affrontare la questione del ruolo all’interno della società contemporanea. Superare i paradigmi tradizionali arrivando alla sintesi di un nuovo modello che risponda alla complessa e pluralistica società post-moderna mantenedo alti i livelli di efficienza scientifica e culturale. L’università dispersa e decentrata trova le sue esigenze nel nuovo metodo scientifico che deve saper interagire con processi locali e in modo temporaneo “un sistema aperto, diffuso nel territorio, sostenuto da una vasta partecipazione attiva, capace di entrare in rapporto con la necessita di efficienza attraverso l’espletamento della critica dei soggetti coinvolti.”10. Un nuovo modello richiede conseguentemente una nuova organizzazione spaziale, che accanto a un nodo centrale statico accompagni poli decentrati, flessibili, all’interno di strutture specializzate come enti locali, imprese private, istituzioni culturali.“Questo modello articolato di università, che interagisce con la crescita della partecipazione e democratizzazione del territorio, può contribuire con forza a dare nuovo senso alla funzione urbana; è possibile prefigurare una città (o città regione) in cui le aggregazioni di individui e di beni non siano determinate dalle esigenze (apparentemente oggettive) delle varie fasi dei ciclo industriali (zone industriali, zone commerciali, zone residenziali, zone di servizi o per il tempo libero) o dalle esigenze amministrative dello Stato(zone direzionali), bensì dai processi di riappropriazione del controllo su queste fasi ed esigenze, con l’instaurarsi di un reale potere di trasformazione che passa attraverso i processi formativi.”11.

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Immagini 1.4visualizzazioni progetto del nuovo campus Bocconi di Sanaa, 2012

3 | Harvard community garden info: www.garden.harvard.edu/4 | Stanford community farm info: www.stanford.edu/group/scfarm5 | Yale organic farm info: www.yale.edu/sustainablefood/farm.html

Nuovo campus BocconiSanaacs

Uno dei diversi esempi di università aperta progettate negli ultimi decenni il nuovo del campus dell’università Bocconi, progettato dallo Studio SANAA di Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa si sviluppa sull’area dell’ex Centrale del latte, tra via Castelbarco e Parco Ravizza. Il progetto si definisce per tre elementi chiave: trasparente, verde e aperto alla città inserendosi pienamente nel discorso sul rapporto tra università e città descritto precedentemente. Non solo il parco urbano è fruibile da tutti i cittadini, ma saranno presenti anche all’interno degli edifici alcuni servizi, come centro sportivo e ricreativo di tre piani, aperti a tutti gli abitanti. La trasparenza utilizzata come strumento progettuale nei disegni organici rende esplicita nell’architettura questa apertura, non solo integrando il campus con la città, ma rendendolo una parte attività e di servizi per il quartiere stesso.

“La trasparenza utilizzata come strumento progettuale nei disegni organici rende esplicita nell’architettura questa apertura.”

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“Le esperienze riescono a attribuire allo spazio nuovi significati generando nei fruitori ricordi e attaccamento emotivo, fisico e culturale al luogo dove le hanno vissute.”

1 | R. Rescinti, Event experience, 2008, p. 152 | L. Crespi, in D. Fassi, In-trattenere,2010, p.133 | D. Fassi, In-trattenere, 2010, p. 23

Abbiamo tratteggiato il panorama della società contemporanea con elementi veri e falsi a seconda i punti di vista adottati di volta in volta e tutti i limiti che una trattazione riassuntiva possa avere. L’esperienza, il progetto dell’evento si inseriscono aderendo al quadro contemporaneo in cui città e società sono caratterizzate da leggerezza, temporalità, fluidità, instabilità, alto livello di comunicazione, multidimensionalità, memoria e altro ancora. Il legame che intercorre tra esperienza ed evento è molto stretto, dove “le esperienze sono viste come eventi che coinvolgono gli individui in maniera personale e degna di essere ricordata; dall’altro, gli eventi sono considerati un importante strumento per creare esperienze”1. Abbiamo definito la città come insediamento umano in cui è molto probabile che estranei si incontrino; ora si vuole riuscire a trasformare quell’incontro casuale e poco piacevole in esperienza condivisa, l’evento che “arresta il tempo, anche in quanto manifestazione collettiva, comunanza, anzi rappresentazione di questa comunanza nella sua forma più completa.”2. Come descrive Fassi gli interventi temporanei nella città possono essere “dei moltiplicatori di valori, generando delle dinamiche nuove di fruizione dello spazio, valorizzandone gli aspetti legati alla cultura del luogo, depolarizzando città monocentriche, inserendosi in modo complementare rispetto a un non-valore causato dall’abbandono, dalla mal-fruizione, da dis-comportamenti, contestualizzandosi in un intorno dalle definite caratteristiche ambientali.”3. Le esperienze riescono a attribuire allo spazio nuovi significati generando nei fruitori ricordi e attaccamento emotivo, fisico e culturale al luogo dove le hanno vissute. L’utilizzo inusuale di uno spazio lo arricchisce e lo carica di valori inconsueti andando ad

Design dell’esperienza1.5

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4 | F. Careri, Walkscapes, 2006, p.74

Grafico 1.3 L’event experience: le tre fasi fondamentali R. Rescinti l’event experience, 2008, p.19

aggiungersi alla memoria urbana collettiva e al ricordo personale individuale. Fassi identifica quattro categorie su cui l’event experience interviene: la vendita con finalità commerciali e di promozione legata ad un brand, l’ospitalità connessa a eventi tematici (mostre, fiere, etc.) il tempo libero e l’intrattenimento per piccoli, medi o grandi eventi, come concerti, cinema, fiere. La categoria di interesse per la successiva fase progettuale si rispecchia maggiormente in quella del tempo libero dove l’uso di spazi pubblici per eventi collettivi riescano a trasformare il tempo libero dei cittadini in tempo di attività, interesse, scambio e condivisione, quello che Fassi definisce tempo pieno. Utilizzare la città come allestimento per questo tipo di eventi vuol dire cogliere le potenzialità e le sinergie di tutti quegli spazi di transizione e passaggio, spesso nascosti che il paesaggio urbano offre. La città è scenario, “gioco da utilizzare a proprio piacimento, uno spazio da vivere collettivamente e dove sperimentare comportamenti alternativi dove perdere il tempo utile e trasformarlo in tempo ludico-costruttivo”4.

L’esperienza di un evento, in realtà comincia prima dell’inizio della manifestazione stessa: è il tempo dell’attesa da quando si viene a conoscenza dell’evento, tempo che si carica di aspettative, durante il quale si forma il giudizio, si ricercano informazioni, si prepara il viaggio, si pianifica l’esperienza in modo personale. L’evento poi viene esperito e le aspettative possono essere colmate o disattese attraverso i sensi coinvolti, le conoscenze acquisite, le informazioni assorbite, le emozione percepite. Infine l’evento è

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“Il sistema di eventi si carica del compito di rispondere ai nuovi bisogni di socialità e convivialità, bisogni di cultura e di comunanza”

5 | D. Fassi, In-trattenere, 2010, p. 276 | A. Rebaglio in D. Fassi, In-trattenere, 2010, p. 497 | J. Pine, J. Gilmore, L’economia delle esperienze, 1999

ricordato, l’esperienza viene assimilata e il vissuto sintetizzato. La conclusione è positiva se nel fruitore nasce il desiderio di rivivere l’esperienza che come in un ciclo fa ripartire l’evento dall’attesa. L’obiettivo del progetto di tesi è però più ambizioso di una unica esperienza: le potenzialità del singolo evento sono amplificate in modo incisivo da un sistema di eventi che sia flessibile e mutevole nel tempo, capace di adattare il proprio palinsesto a seconda delle dinamiche instauratesi durante l’evento stesso, con l’obbiettivo di formare micro-comunità indipendenti, ma interconnesse col sistema stesso fondendosi col contesto locale valorizzandolo. “Quando un evento funziona, tutti i partecipanti sono percorsi dalle reazioni condivise, che si manifestano dipendentemente da un ritmo dettato dall’evento, facendo nascere un sentimento di appartenenza ad un gruppo di cui si condividono emozioni, giudizi e convinzioni.”5. Il sistema di eventi si carica del compito di rispondere ai nuovi bisogni di socialità e convivialità, bisogni di cultura e di comunanza e “diventano occasione di riappropriazione della città come luogo dello spettacolo esistenziale[…] come luogo della convivenza e della contemplazione. È il recupero di un senso di comunità perduta, dei rituali del passato atti a spettacolarizzazione la vita urbana.”6. Si creano nuove relazione, si risignificano spazi, si instaurano nuovi rapporti con il territorio, si forma un nuovo linguaggio e nuove forme di espressione collettiva.

L’evento è un sistema complesso che viene definito quarta economia. Da sempre stato legato al business di prodotti e servizi, in realtà supera tutte queste aree e discostandosene in modo evidente. Il servizio, infatti, è un mix di artefatti tangibili e servizi intangibili che soddisfa i bisogni dell’utente espressi o latenti in una soluzione win-win che porta tutti gli attori coinvolti a beneficiare del sistema. L’esperienza, invece, deve essere per sua natura memorabile. Quando una persona “compra un’esperienza questa persona paga per poter trascorrere del tempo a gustarsi una serie di eventi memorabili messi in scena da un impresa come in una rappresentazione teatrale, per coinvolgerlo a livello personale”7; i bisogni, in questo caso più difficili da individuare,

L’aproccio strategico all’evento

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Grafico 1.4 La progressione del valore economico J. Pine, J. Gilmore, The experience economy, 1999, p.22

sono legati all’emozione, i sentimenti, il divertimento, la catarsi e giocano ad un livello strettamente personale. È frequente che per allestire “esperienze” ci si avvalga di diversi servizi come supporto all’evento che facilitano l’immersione del fruitore nell’atmosfera che si vuole creare. L’experimental marketing descrive cinque tipi di esperienza, i Moduli Strategici Esperienziali (SEM): sensoriale, emozionale, cognitivo, comportamentale e relazionale. Il marketing del sense (sensoriale) si riferisce ai sensi e vuole quindi ottenere un impatto di tipo sensoriale sull’utente, il marketing del feel (emozionale) richiama l’area dell’emozioni e dei sentimenti, mentre quello del think (cognitivo) richiama al pensiero attraverso la sorpresa e la provocazione, l’act (comportamentale) coinvolge invece l’azione e la materialità, infine il marketing di relate (relazionale) mette in relazione l’individuo con gli altri. Queste esperienze possono essere create attraverso dei tactical tools anche detti experience provider come la comunicazione, l’identità visiva e verbale, le persone, la presenza del prodotto, i siti web, il co-branding, gli spazi espositivi. L’esperienza incisiva e completa viene offerta quando più esperienze vengono combinate tra loro.

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L’utente è chiaramente il destinatario principale e unico focus del progetto di eventi su cui si vanno a definire diversi parametri. Il primo è il grado di partecipazione che assumerà durante l’esperienza: passiva, quando non influenza direttamene l’evento rimanendo solo recettore e osservatore, attiva invece quando prende parte alla performance creando il valore dell’evento stesso. L’altro parametro di progettazione da considerare è l’immersione o l’assorbimento. L’immersione si verifica quando il fruitore diventa fisicamente o virtualmente parte dell’esperienza, mentre l’assorbimento avviene quando si cattura mentalmente l’attenzione dell’utente. Tra i quadranti di questo schema vengono individuati i quattro settori della progettazione di eventi: intrattenimento, educazione, evasione, esperienza estetica.

Il campo più interessante è sicuramente quello dell’evasione in cui l’utente partecipa attivamente all’evento ed è immerso nel contesto e sarà quello che utilizzeremo per il progetto di tesi. L’ambizione è quella però di instaurare un dialogo tra gli utenti e far scaturire in loro un senso di appartenenza a un micro-comunità che condivide gli stessi interessi e valori portandoli ad essere loro stessi promotori dell’esperienza.Il primo passaggio per la costruzione dell’esperienza è l’identificazione della mission dell’evento, degli obbiettivi principali e secondari, l’individuazione del target che si vuole coinvolgere nella manifestazione e la composizione del budget. Si costruisce quindi l’immagine coordinata, dopodiché la progettazione si focalizza su tre aree progettuali definite da

Grafico 1.5Gli ambiti dell’esperienza J. Pine, J. Gilmore, The experience economy, 1999, p.30

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8 | R. Rescinti, Event experience, 2008, p.22

Rescinti “event mix”: il palinsesto, la location e i servizi. Event mix• Il palinsesto è il cuore del sistema dell’offerta che si identifica

con l’evento stesso e costituisce il motivo principale per cui una persona sceglie di partecipare e in quale misura. Si compone delle attività, degli attori coinvolti, dei protagonisti o ospiti presenti e così via. Si decide inoltre il ruolo che avrà il visitatore, se attivo o passivo e quindi il tipo di esperienza che si vuole donare.

• la location è il luogo, il contesto dove avviene l’evento e in alcuni casi diventa talmente essenziale, che senza quella particolare location l’evento non potrebbe nemmeno esistere. È un elemento fondamentale, che come abbiamo prima descritto, influisce sulla percezione e sulle emozioni dei visitatori.

• i servizi rappresentano tutte quelle interazioni tra fruitori e l’organizzazione che favoriscono l’appropriazione dell’esperienza: ogni forma di comunicazione, informazioni e assistenza. “Nella prospettiva esperienziale le informazioni sono la conditio sine qua non per consentire l’autodeterminazione dell’offerta.”8.

Si descrivono ora le tra fasi dell’esperienza che devono essere comprese e considerate durante la progettazione.

L’evento attesoIn questo passaggio di fondamentale importanza le azioni di comunicazione sono mirate a convincere il possibile fruitore a interessarsi all’evento e a sceglierlo perché soddisfa i suoi bisogni di intrattenimento e a consolidare l’interesse dei fruitori già sicuri. La promozione dovrebbe partire molto tempo prima e essere un costante rimando e invito a partecipare. Attraverso il web, i social media, la stampa, pubblicazioni, newsletter si pubblicizza l’evento in modo più convenzionale a cui si possono affiancare degli happening, come flash mob, in punti strategici che hanno un impatto di maggiore rilevanza.

L’evento realizzatoQuesta è la fase di fruizione dell’evento e di erogazione del servizio, il momento centrale dell’offerta. “L’obbiettivo di questa fase è quello della massima valorizzazione dell’esperienza di fruizione: l’offerta deve coinvolgere le persone su più dimensioni della personalità, deve essere in grado di soddisfare bisogni compositi, deve far percepire al cliente come l’evento abbia un

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9 | Ivi, p.4610 | Rif. all’event mix, Grafico 1.4

valore simbolico per la città e la sua comunità e deve permettere al visitatore di autodeterminare la propria esperienza di fruizione” 9.

L’evento ricordatoL’ultima fase è importante quanto le prime due: è qui che si instaura un rapporto positivo e duraturo con gli utenti. Si può puntare sul continuo rinnovamento dell’offerta, sull’aggiornamento con foto e video dell’evento sui social media e blog, richiami della stampa e dei media, sul chiedere feedback da parte degli utenti per tenerli legati all’evento stesso, sviluppare un’attività di merchandising, sul coinvolgimento di attori locali, etc.

Il Design dell’esperienza è, quindi, un progetto complesso a livello sistemico che si compone di molteplici nodi collegati tra loro, il cui buon funzionamento riesce a generare scenari ad alta innovazione sociale. Gli aspetti della progettazione in questo ambito, come abbiamo visto, sono diversi e devono essere coordinati tra loro. Le competenze necessarie a coprire le tre principali aree di progettazione10 sono artistiche/design, territoriali e manageriali e di solito sono garantite da un team di progetto multidisciplinare. Immagine 1.5

installazione ‘On space time foam’ di Tomas Saraceno, Hangar Bicocca, 2013

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“Il filo rosso è dichiaratamente il luogo pubblico con le sue due stratificazioni fondamentali: l’aspetto sociale e l’aspetto formale. ”

1 | E. Manzini, The social construction of public space in Human cities celebrating public spaces, 2010, p.122 | Ibidem

L’analisi fatta è stata svolta in diverse direzione che possono sembrare slegate tra loro: dopo il primo grande tema dello spazio pubblico, il quartiere e le comunità creative, ci si è addentrati nel complesso argomento della partecipazione cittadina ai processi decisionali, all’analisi del rapporto università-città e le forme che questa assume nel territorio e infine al progetto dell’evento inserito nel contesto urbano. Il filo rosso è dichiaratamente il luogo pubblico con le sue due stratificazioni fondamentali: l’aspetto sociale e l’aspetto formale. Ciò che è stato abitualmente preso in considerazione nella progettazione era l’aspetto estetico e materico della città e dei suoi spazi, trascurando il costrutto sociale che è la vera essenza della società e della città stessa. L’aspetto sociale influisce sull’estetica e sulla forma del luogo, e non il contrario come è stato per secoli, sottolineato da Manzini “Something happened in the last century that forces us to look at cities in a different way: the speed and enormity of changes which occurred, and are still taking place, broke with an age-old mechanism of quasi-mutual adaptation”1. Il progettista contemporaneo attento ai bisogni deve riuscire ad interpretare la città come un “social laboratories where new ideas and new solutions are being invented and experimented within all fields of daily life”2 dal cibo, al trasporto, all’abitazione, alla salute e ancora più importante la cultura che porta a nuove forme di cittadinanza partecipata e senso di comunità profondamente rinnovato.Il rapporto tra l’individualità e la collettività, non può essere dato per scontato, parlando di progettazione di spazi e eventi, amalgamando la folla in generici modi di dire: l’identità del singolo deve sempre essere prese in considerazione anche parlando di spazi pubblici e sociali, nell’incontro tra le diverse singolarità.

Conclusioni: Il ruolo del design1.6

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Un altro aspetto fondamentale è la storia del luogo, il rispetto per il contesto, la memoria patrimonio custodito dal costrutto urbano e dalle precedenti generazioni che rappresenta il fondamento per i futuri scenari. Il progettista appoggiandosi a questi valori e allo slancio innovativo bottom-up delle comunità creative deve supportare e favorire nuove soluzioni, nuovi modi di vivere e nuove forme di spazio pubblico e di condivisione.Anche nella più raccolta unità multidimensionale del quartiere entrano in gioco diversi fattori che ne determinano il valore per la comunità che lo vive, lo frequenta e per gli attori che ne sono in relazione. Seguirà, nella parte di ricerca sul territorio, l’analisi del quartiere Bovisa, contesto in cui si sviluppa il progetto cercando di leggere il territorio, gli usi che se ne fanno, le risorse materiali e sociali, individuare di pattern ricorrenti e i modelli urbanistico-architettonici.L’università entra nell’ambito di ricerca come spazio nascosto per troppo tempo celato all’uso dei cittadini: un mondo sconosciuto alla società che appartiene soltanto a chi lo frequenta. Ricreare quel collegamento che si è fatto sempre più sottile nel tempo, aprendo non solo lo spazio fisico alla fruizione di tutti, ma soprattutto la conoscenza, la cultura innestando scambi tra la comunità accademica e l’intorno sociale, creando relazioni sincere e nuove micro-comunità. Nei più recenti dibatti sulla riforma universitaria è emersa l’esigenza di attribuire all’università un’utilità sociale che con la partecipazione attiva e un spirito critico riesca a portare soluzioni innovative a problemi reali. Lo strumento di progetto che è stato scelto per cercare un’ambiziosa soluzione alla questione è l’evento che ben s’inserisce nel panorama contemporaneo. Un sistema complesso che rispecchia la complessità della società odierna. L’evento nella sua contingenza spazio temporale viene vissuto, esperito direttamente dai fruitori più o meno consapevoli che entrano a far parte del sistema stesso permettendo l’accadimento di situazioni e influendo direttamente nell’azione. Il coinvolgimento diretto diventa espediente della creazione di valori, simboli, emozioni, sensazioni che portino il partecipante a sentirsi membro di una comunità e portatore attivo di questi valori che condivide. Ogni contesto cittadino, ogni scenario urbano può trasformarsi in sfondo di nuove socialità e situazioni aiutate da una regia esterna, ma che si auto-alimentano generando nuovi valori sociali e opportunità di dialogo.Il progettista si inserisce dunque in un ambiente complesso, in cui la multidisciplinarità è un elemento, chiavo per affrontare la complessità contemporanea e coglierne le problematiche trasformandole in spunti progettuali. Sintetizzare i molteplici elementi che caratterizzano le singole arre di ricerca confrontandole con l’immersione nel contesto di indagine aiuta ad avere un quadro completo in cui inserire la migliore soluzione progettuale.

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Immagini 1.6 da sinistraPranzo Harvard community garden, prodotti della Standford community farm, coltivazioni alla Yale organic farm

3 | Harvard community garden info: www.garden.harvard.edu/4 | Stanford community farm info: www.stanford.edu/group/scfarm5 | Yale organic farm info: www.yale.edu/sustainablefood/farm.html46

University garden:harvard, stanford, yale cs1

Gli orti urbani stanno diventando sempre più frequenti nelle città organizzati spesso spontaneamente da cittadini in zone verdi abbandonate. Parallelamente un altro fenomeno diventa sempre più comune: sono gli orti universitari, organizzati dalle istituzioni d’ateneo all’interno dei campus. Harvard, Stanford e yale sono i tre casi più noti di univesity garden al mondo. Il community garden di Harvard3 è stato aperto nel 2010 ed ha l’obbiettivo di educare ad una sana alimentazione e di procurare cibo agli studenti e ai membri della comunità interna.Nella community farm di Stanford4 si producono tutti i tipi di ortaggio e frutta di stagione. In questo caso il focus è sull’educazione verso una sana allimentazione, il cibo biologico e l’educazione alimentare. L’attività è portata avanti da gruppi di studenti volontari e altro personale interno. La Yale organic farm5 del 2003 è stato trasformato da semplice community garden in un vero e proprio business. La comunità coinvolta è quella legata alla scuola ed è diretto da un team di esperti agricoltori.

“un altro fenomeno diventa sempre più comune: sono gli orti universitari, organizzati dalle istituzioni d’ateneo all’interno dei campus”

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6 | Il materiale della toolbox di Human Cities è scaribabile al sito www.sustainable-everyday-project.net/humancities-toolbox

Immagini 1.7Human Cities Action-Walk workshop, Bruxelles, 2012

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In occasione del festival europeo Human Cities Reclaiming Public Spaces lo studio Design Strategic Scenarios in collaborazione con altri partner europi ha sviluppato una toolbox composta da casi esemplari di azioni collettive nello spazio pubblico: dal recupero e riqualifacazione urbana a feste comunitarie in piazza o per le strade. I canali di disseminazione della toolbox sono stati molteplici: il blog online6 sulla piattafroma sustainable everyday project, l’action-walk diffusa per il quartiere Matongé/saint Boniface in Buxelles attraverso poster con alcuni dei casi selezionati, l’azione di picture yourself con 9 carte da fotografare in spazi che necessitano nuova vita e infine l’esperienza, il workshop collettivo dell’action-walk exhibition durante il simposio di Human Cities festival a Bruxelles. Incoraggiare le persone ad una attenta riflessione sugli spazi pubblici e sul loro utilizzo era il fine principale della toolbox che specialmente attraverso l’azione di picture yourself riusciva a creare una reazione nei partecipanti dando loro lo spunto a riflettere sulla propria città immaginando nuovi scenari sociali di alta qualità.

Action-walk exhibition Human Cities Festivalcs2

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Immagini 1.8Critical City Upload, Milano e Torino, 2012

7 | Critical City Upload info: http://criticalcity.org/

“moderni esploratori, in grado di svelare nuovi tratti dei territori che abitano, vivendoli in forma originale”

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CriticalCity Upload7 è un progetto di rivitalizzazione urbana concepito in chiave creativa, un pervasive game che utilizza una piattaforma web per lanciare sfide nel contesto reale portando i giocatori ad uscire di casa e chiede loro di realizzare “missioni” nella città. Le missioni divententi e provocatorie sono azioni ideate per far interagire i giocatori con lo spazio urbano in modo nuovo e inaspettato. Il gioco si caratterizza per la forma ibrida online offline che si basa su una struttura dal carattere democratico. I micro-progetti creativi sono concepiti come missioni da portare a termine da documentare con foto e video che vengono poi condivisi sulla piattaforma online con gli altri utenti. I giocatori agiscono in veste di moderni esploratori, in grado di svelare nuovi tratti dei territori che abitano, vivendoli in forma originale e modificandone la percezione, non solo a livello personale ma anche a quello sociale, coinvolgendo spesso passanti casuali nei loro happening urbani.

Critical City Uploadcs3

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8 | Segnaletica sperimentale Esterni info: www.esterniservice.com/portal/IT/handle/?page=collezione&riferimento=segnaleticasperimentale

Immagini 1.9Segnaletica sperimentale, Esterni

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Lo studio Esterni ha sviluppato una segnaletica sperimentale, cartelli di segnaletica urbana inediti che creano aree di socializzazione e integrazione, identici per dimensione e forma a quelli esistenti, ma rivisti e reinventati per stimolare nuovi comportamenti, segnalare nuovi e diversi percorsi stradali, modificare con messaggi semplici e spiazzanti la percezione dello spazio. L’obbligo di saluto, il procedere a passo di danza, la periferia, questa è una piazza, sorridi i stanno filmando, spot area inquinata da pubblicità, vietato esibirsi sono messaggi semplici e immediati che invitano a fermarsi a riflettere sulla frenesia del tempo in cui viviamo, a prenderci una pausa, rilassarci, sorridere a chi incontriamo, gesti semplici che a volte non sono più spontanei. Modificano il senso, la percezione dello spazio e sopratutto i comportamenti nel luogo pubblico cercando di ristabilire il senso di socialità e convivialità, valori intrinsechi dello spazio pubblico.

Segnaletica sperimentale Esternics4

“cartelli di segnaletica urbana inediti che creano aree di socializzazione e integrazione”

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Metodologia, sintesi, fase creativa2.

Creare sistemi di PSS (Sistemi Prodotto Servizio) è alla base di innovazioni radicali che portano sostanziali mutamenti nel panorama economico e sociale. Le metodologie per l’implementazione di questo tipo di soluzioni sono focalizzate sulla progettazione di sistemi interconnessi di prodotti, attori e luoghi. Per arrivare a questo tipo di innovazione si seguono metodologie e si utilizzano approcci strategici di design. Da un sistema di PSS in questo caso si è passati ad un sistema-evento appoggiandosi su metodologie e strumenti del design per i servizi immergendosi dapprima nel contesto di riferimento, analizzando e sintetizzando i risultati e passando alla fase creativa. In dettaglio descriveremo le seguenti fasi seguite per il progetto:L’analisi strategica volta ad analizzare il contesto Esplorazione le opportunità per individuare il campo d’azione Analisi sul campo attraverso strumenti qualitativi Sintesi e sviluppo creativo con la generazione degli scenari

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Timeline sviluppo del progetto

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“L’analisi strategica ha come obbiettivo costruire una conoscenza approfondita e sistematica del contesto e delle opportunità su cui si può agire”

L’analisi precedente ha permesso di acquisire solide basi in materia di spazio pubblico, comunità, partecipazione e design dell’evento supportate da riferimenti nazionali e internazionali sulle diverse tematiche.L’analisi strategica ha come obbiettivo costruire una conoscenza approfondita e sistematica del contesto e delle opportunità su cui si può agire; questa avviene attraverso un osservazione focalizzata sulle trasformazioni storiche del quartiere Bovisa e le successive evoluzioni che si sono create con il Politecnico, comprendendo le dinamiche che si instaurano tra abitanti e fruitori e i loro bisogni. La ricerca inoltre di realtà locali che si occupino di valorizzare il territorio facilita la comprensione dei meccanismi che agiscono nel contesto. Dalla completezza di questa analisi si genera una visione completa del sistema complessivo sul quale si vuole agire definendo le fasi successive e aprendo nuove opportunità progettuali.

Analisi strategica2.1

La Bovisa è un ex distretto industriale di Milano situato a Nord e racchiuso per la maggior parte della sua estensione tra i binari della rete ferroviaria presenza fondamentale per il quartiere. Il nome di questa zona deriverebbe dalla fertilità della terra che era destinata al pascolo dei buoi (bovis), da cui Bovina, luogo dei buoi. Nei primi decenni del ‘900 grandi fabbriche chimiche e della lavorazione dei metalli, come la Ceretti e Tanfani, la Montecatini, l’Officina del Gas, convertirono l’area in un importante distretto industriale dell’epoca contribuendo alla formazione della classe operaia del quartiere. Venne annessa ufficialmente al comune di Milano nel 1932.

Il contesto Bovisasco: intreccio di passato e presente

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Immagini 2.1Quartiere Bovisa anni ‘50, da sinistra Fabbrica del gas, Casa cinematografica Armenia Films, via Durando Ceretti & Tanfani

Le cesure nette date dalla ferrovia, il cavalcavia Kennedy e il Ponte della Ghisolfa hanno favorito nel tempo una geografia puntuale dei luoghi: tra piazza Bausan, via Imbriani e piazza Schiavoni la zona residenziale e storica, che va perdendosi man mano che ci si avvicina al tracciato ferroviario e lungo la via Baldinucci. Dopo un periodo di massima espansione economica, coincidente col secondo dopo guerra, segue una fase di declino che terminerà con la progressiva dismissione delle fabbriche a partire dagli anni ’80. Isolata dal resto della città e perso il suo status di polo centrale per merci ed energia, l’area subisce un’importante cambiamento della sua natura intrinseca che si ripercuote principalmente sugli abitanti: meno opportunità di lavoro specialmente per i giovani che abbandonano la zona in cerca di situazioni migliori lasciando un vuoto significativo soprattutto a livello sociale.

Il periodo di incertezza e abbandono è seguito all’inizio degli anni Novanta da nuovi ed interessanti scenari di riqualificazione che si propongo per la zona e trasformano l’area in un cantiere continuo: è il Politecnico di Milano che diventa attore principale di recupero e riurbanizzazione per l’area intuendone le potenzialità di un territorio denso di opportunità. Uno dei campus universitari è il Campus Durando che viene localizzato proprio nella ex area della Ceretti e Tanfani con

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il preciso intento di mantenere intatte le strutture storiche industriali riconvertendole nel 1994 nel nuovo polo universitario che accoglierà la facoltà di Architettura, parte dell’Ingegneria e dal 2000 Design. Si assiste dunque a una progressiva riattivazione dell’area, portata non solo dal Politecnico in sé, ma dalle attività di supporto necessarie alla nuova popolazione di 12.000 abitanti temporanei destinata a crescere. Grafico 2.1

Mappa integrata industrie 1980 e nucleo del quartiere Bovisa,F. Cognetti, Bovisa in una goccia, 2007, p.12-14

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1 | F. Pirola in F. Cognetti, Bovisa in una goccia, 2007, p.452 | Rif. al Campus Durando e La Masa del Politecnico di Milano

Da questo momento si creano anche due mondi paralleli, che seppur vivono vicini l’uno all’altro e imprescindibilmente si influenzano a vicenda, non si incontrano mai. L’opera di riqualificazione da parte del Politecnico viene sicuramente percepita dagli abitanti del quartiere, che nel periodo di abbandono delle fabbriche non potevano avvicinarsi sereni a quella zona degradata, mentre ora hanno visto nascere insieme al Campus negozi di take away, piccoli ristoranti, copisterie, ma senza entrarne veramente a contatto, guardandoli con sospetto da lontano. “c’è però un grosso limite: non si è ancora riusciti a integrare la presenza degli studenti con la popolazione, gli anziani di Bovisa, abbiamo anche cercato di fare delle cose ma è difficile, lo studente è visto come roba a sé, mentre gli operai facevano parte del tessuto di Bovisa”1 descrive Pirola, un’abitante del quartiere.L’area si è popolata nel frattempo di diversi gruppi sociali che co-esistono senza una vera e propria integrazione: accantono agli abitanti storici del quartiere, per lo più in età anziana, sono arrivati gruppi di immigrati di diverse etnie, Cinesi, nord Africani, Rom, che portano con i loro nuovi usi nuovi bisogni, creano micro-comunità stabilendo proprio confini. Gli utilizzatori temporanei della zona sono la comunità accademica e più in dettaglio gli studenti, che affollano l’area in momenti precisi della settimana e della giornata e non conoscono altro che il Campus vero e proprio dell’università. La maggior parte di loro non abita propriamente in Bovisa, ma in altre zone di Milano e per lo più nelle case dello studente per limitare le spese. I mezzi di trasporto utilizzati per raggiungere l’università sono il treno con la stazione Trenord di Bovisa, o il tram. Si tratta di un movimento di giovani non indifferente, che riesce a mutare completamente l’aspetto della zona tra lunedì e venerdì dalle 9 alle 18. Questo flusso è in qualche modo simile a quello tipico degli operai che lavoravano nelle fabbriche: dalle stazioni ai due poli universitari2.L’altra categoria che si sta espandendo, generando cambiamenti puntuali nel territorio, specialmente negli ultimi anni sono i professionisti che prevedono per Bovisa una forte espansione nell’immediato futuro che la rende un’attraente base per il business legato al Politecnico di Milano e al mondo del design e dell’architettura.Un’ultima categoria anch’essa in forte espansione è quella dei lavoratori che non risiedono però nel quartiere. Le aree che

Un quartiere tra abitanti e fruitori

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“Il suo perimetro, però, potrebbe essere in alcune sue parti un po’ più labile [...] per cercare di rendere il Politecnico un luogo pubblico vissuto anche dagli abitanti,”

3 | F. Redaelli in F. Cognetti, Bovisa in una goccia, 2007, p.474 | Sono circa 12 mila i residenti del quartiere Bovisa

occupano sono in realtà limitate e concentrate nella zona nord della ferrovia.Come creare un punto di incontro tra questi mondi che proseguono paralleli? Come attivare gli spazi del Campus, seppur già utilizzati, ma in maniera superficiale e renderli protagonisti, nuovi scenari della vita di quartiere? Come abbattere quella recinzione che, seppur divida, in realtà racchiude uno spazio speciale, luogo della formazione e della cultura di progetto? Come ritornare al tempo in cui il Campus e l’università erano parte integrante della città e della società?Scorrendo il libro “Bovisa in una goccia” tra i diversi punti di vista raccolti di abitanti, commercianti, studenti, ne ho trovato uno particolarmente interessante di un giovane abitante della zona che descrive pienamente la situazione “La presenza del Politecnico per la Bovisa è sicuramente positiva, è proprio linfa vitale. Anche l’idea del campus non mi dispiace. Il suo perimetro, però, potrebbe essere in alcune sue parti un po’ più labile di quello che è in questo momento, che di fatto è costruito da un insieme di recinzioni, per cercare di rendere il Politecnico un luogo pubblico vissuto anche dagli abitanti, attraversabile, con attività che richiamino non solo lo studente di Architettura…perché, pur essendo una cosa ultrapositiva e meno male che c’è, io non vedo alcuno sforzo del Politecnico in questo senso, a cominciare dalle piccole cose.”3 coglie a pieno il problema di un grande spazio pubblico utilizzato come tale solo dalla comunità accademica, mentre il resto del quartiere non riesce ancora a coglierne l’intrinseco valore dello spazio e delle attività che vi si svolgono.

La percezione e l’uso della zona che le diverse tipologie di fruitore e abitante hanno si discostano sensibilmente tra loro. Seguendo le rappresentazione locali raccolte nel libro Bovisa in una goccia possiamo notare queste differenze non solo dai racconti ma anche dalle mappe disegnate dalla popolazione di Bovisa. L’abitante storico4 individua come area di frequentazione la zona compresa tra la ferrovia e via Maffucci con due punti focali piazza Bausan e piazza Schiavone. All’interno dell’area ci sono diversi luoghi puntuali frequentati come alcune associazioni (La Scighera, il circolo famigliare, la Garibaldina, la biblioteca, la chiesa, etc.).

Percezione e uso del quartiere

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Immagini 2.2 Zona Bovisa attuale, da sinistra, via Lambruschini, piazza Schiavone, piazza Bausan

La zona al di là della ferrovia, chiamata Mungus rimane al difuori dell’ambito di frequentazione, una terra ad oggi sconosciuta.Lo studente del Politecnico5 utilizza entrambe le stazioni di Bovisa e Villapizzone e le due aree al di qua (quartiere Bovisa) e al di là (Mungus) della ferrovia. In realtà le zone che frequenta sono concentrate in prossimità dei Campus universitari e specialmente nelle vie che offrono servizi di ristorazione, copisterie, e simili.Gli immigrati formano in realtà un gruppo eterogenea tra loro: i cinesi hanno in realtà molte attività commerciali nel quartiere, come bar, ristoranti, lavanderie calzolai. Gli egiziani sono l’altra forte presenza con attività come pizzerie, kebab, ristoranti. Possiamo definire le geografie d’uso come la zona tra la stazione Bovisa, piazza Bausan, piazza Schiavone e piazza Lugano, area che rimane al confine della ferrovia, le zone più degradate del quartiere. I creativi professionisti vanno anch’essi nelle zone frequentate dagli studenti di architettura e design allargando la loro area di interesse agli studi di architettura, grafica e design, a case di produzione e a servizi di supporto come set fotografici.Lo stesso spazio viene quindi percepito e usato in maniera molto diversa a seconda dei fruitori e della loro storia e cultura personale, della conoscenza che hanno dei luoghi in cui si muovono.

5 | Circa 15 mila stidenti frequentano abitualmente le aree del Politecnico nel quartiere Bovisa

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60 6 | info sul progetto: www.coltivazionisociali.org

Queste informazioni sono dati utili che si possono utilizzare per capire le modalità di coinvolgimento dei potenziali partecipanti e fruitori della zona. Se ci si rivolge infatti all’abitante storico si privilegeranno un linguaggio e un contesto diverso rispetto a quello dello studente e dell’immigrato.

Addentrandosi nell’analisi del quartiere ci si imbattute in molte realtà locali interessanti che già operano per una valorizzazione del territorio di Dergano/Bovisa coinvolgendo abitanti, cittadini, associazioni, gruppi di architetti, onlus e con sorpresa anche attività commerciali. L’interesse dei Bovisiani per questo tipo di esperienze è alto soprattutto nei giovani che hanno scelto il quartiere come residenza per creare una famiglia. È presente un’ampia rete di associazioni di quartiere che si occupano di diverse tematiche e interessi: arte, cultura, letteratura, musica, teatro, attività fisiche di diversa origine, come yoga, tai chi, ballo, canto, cinema, orti urbani, attività per bambini. Molti sono i progetti di aggregazione urbana, riqualificazione del territorio, integrazione culturale, sostenibilità e la qualità della vita, che insieme a eventi ed attività sono in grado di riattivare luoghi in disuso grazie alla collaborazione con associazioni e di enti esterni promuovendo lo sviluppo della comunità e favorendo una partecipazione cittadina attiva. Da quest’analisi sono emerse alcune iniziative interessanti che possono dare spunti e suggerimenti utili come le modalità di azione, gli obbiettivi, gli attori e potrebbero essere anche inserite o entrare a far parte di progetti affini o più ampi.

coltivAzioni sociali6

ColtivAzioni Sociali Urbane è un progetto di tre anni (2012-2015) che punta a rafforzare i legami sociali nel quartiere Dergano attraverso una serie di sperimentazioni collettive legate al cibo. Il progetto, cofinanziato da Fondazione Cariplo, è promosso dall’ONG ICEI insieme all’Associazione ABG (associazione di genitori), ASNADA onlus (intercultura), associazione De.de.p (design partecipato) e L’amico Charly onlus in collaborazione col Dipartimento di Design del Politecnico di Milano e l’istituto Bodio Guicciardi e altre realtà del quartiere.

Realtà locali e valorizzazione del territorio

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61Immagini 2.3 I Love Bovisa perché, scuola Bodio Guicciardi, 2012

Il progetto nasce per dare vita a momenti di aggregazione che renderanno vivo il quartiere, sol coinvolgimento di associazioni e gli abitanti del quartiere utilizzando il cibo come elemento che crea coesione sociale e favorisce lo scambio interculturale.Viene promossa la partecipazione attiva dei bambini e le loro famiglie, degli italiani e degli stranieri, dei residenti storici di Dergano e Bovisa e di quelli nuovi, con l’obiettivo di creare una rete di micro-servizi di utilità collettiva e di favorire un miglioramento concreto e misurabile del vivere nel quartiere.

foto i love bovisa perche

I Love Bovisa perché…Un evento di coltivAzioni sociali si è tenuto il 20 ottobre 2012 in collaborazione alla società Umanourbano nel cortile della scuola Giacomo leopardi di viale Bodio. Si trattava della la mostra “I love Dergano“ con i primi scatti realizzati lo scorso 16 settembre, al parco Bassi di via Livigno, durante la prima festa di ColtivAzioni Sociali. Nel cortile della scuola è stato allestito il secondo set fotografico “I love Dergano perché…” e per l’occasione anche il set “I love Bovisa perché…”. Per ColtivAzioni Sociali infatti è importante favorire il dialogo e consolidare il legame tra i due quartieri limitrofi.

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Immagini 2.4 Passparverd,via Guerzoni, 2013

PassparverdUn altro progetto di coltivAzioni sociali in collaborazione con l’associazione de.de.p è passparverd, per la valorizzazione di tratto di strada abbondonato tra via Butti e via Guerzoni in zona Dergano. Sono state coinvolte diverse associazioni di zona per collaborare a un progetto condiviso e partecipato per la riqualificazione del passaggio. tra cui Il giardino degli aromi, le libere rape metropolitane, gastardi, cascina albana, architetti senza frontiere e la rete del progetto “coltivAzioni sociali urbane” (icei, abg, scuola guicciardi-bodio, amciocharly, asnada)

spazi in_attesi Architetti Senza Frontiere7

Spazi in_attesi è un progetto di rigenerazione urbana che ASF Italia ha avviato da circa un anno nei quartieri Bovisa e Dergano a Milano. ASF ha cominciato ad operare nel quartiere Bovisa-Dergano durante il workshop Ecoweek, all’interno del ciclo di seminari “Urban Communities + Green Architecture”, tenutosi al Politecnico di Milano a Settembre 2011.

7 | info sul progetto: http://asf-italia.ning.com/events/spazi-in-attesa-inattesi-e-comunita-emergenti

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Immagini 2.5 Spazi in_attesi ASF, Parco Bassi, 2012

A partire dagli esiti del workshop si sono avviate una serie di attività che potessero raccogliere le energie presenti nel quartiere, la vivacità sociale e culturale di Bovisa-Dergano, con la finalità di riunire diverse associazioni sulla base di progetti e obiettivi comuni. Il lavoro di mappatura svolto durante la settimana del workshop ha dato vita a una mappa online con contenuti liberamente modificabili dagli utenti (su invito), evolutasi nel tempo per fornire un supporto ai diversi contributi stratificati nel quartiere. La mappa, gestita da ASF-Italia, costruisce un quadro dinamico e continuamente aggiornato dei progetti attivi sul territorio di Bovisa e Dergano. Inoltre, in questi mesi si è dato il via ad un lavoro congiunto, finalizzato ad attivare ed intensificare lo scambio di esperienze/idee/risorse fra i partecipanti.

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“Si è potuto esplorare, quindi, l’impatto che questo tipo di evento ha sugli abitanti e sulla comunità accademica”

La fase seguente all’analisi strategica è stata fondamentale per lo sviluppo della soluzione proposta ed è stata possibile grazie al corso a scelta Temporary Urban Solutions del docente Davide Fassi. Queste sono state infatti le due prime occasioni, gli eventi C’è Spazio per Tutti 2011 e 2012, durante i quali gli spazi del Campus Durando del Politecnico di Milano sono stati aperti al quartiere Bovisa con attività e laboratori proposti da gruppi di studenti sotto forma di toolkit. Si è potuto esplorare, quindi, l’impatto che questo tipo di evento ha sugli abitanti e sulla comunità accademica, i meccanismi più adeguati di progettazione, organizzazione, comunicazione e sono stati sviluppati alcuni interessanti scenari colti e riproposti per la successiva fase di progettazione.

Esplorando le opportunità2.2

Dal 2010 il dipartimento di Design del Politecnico di Milano con il Polimi Desis Lab ha iniziato un processo di apertura del campus al quartiere con una serie di attività per creare un punto di incontro tra gli studenti e personale universitario e gli abitanti del quartiere, riscoprendo il grande potenziale di questo spazio pubblico, in realtà già aperto alla cittadinanza, ma utilizzato quasi esclusivamente dalla comunità accademica che ne fa parte.Il corso Temporary Urban Solutions è un corso a scelta per gli studenti del secondo anno della laurea magistrale di Product Service System Design e studenti Erasmus, di una settimana tenuto dal docente Davide Fassi. Durante l’intensa settimana di corso gli studenti, divisi in gruppi, progettano delle attività sotto forma di toolkit da proporre e testare durante l’evento attraverso le PAR (Partecipatory Action Research) che possano essere ripresentate in eventi successivi. Il sabato, giorno dell’evento C’è Spazio per Tutti, si ha la possibilità di testare direttamente i progetti che creano il palinsesto dell’evento stesso.

Temporary Urban Solutions

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Due sono gli obbiettivi conseguiti con il corso Temporary Urban Solutions: da un lato il tempo compresso per la progettazione dei toolkit, la promozione e la messa a punto di tutto l’evento, che coincide con il sabato, rende il corso un acceleratore di idee con la possibilità unica di testare sul campo le attività ricevendo feedback in tempo reale da abitanti e altri studenti. Dall’altro lato l’obbiettivo dell’evento è dare nuovo significato al luogo pubblico universitario, creando esperienze inusuali per gli abitanti del quartiere che sono gli ignari protagonisti dell’evento stesso.

C’è spazio per tutti 2011Il primo evento temporaneo di “C’è Spazio per Tutti” si è tenuto il 12 Novembre 2011 all’interno del Campus Durando del Politecnico di Milano. L’evento è stato supportato da Esterni e in collaborazione con il progetto europeo Human Cities a cui ho potuto lavorare durante il mio tirocinio a Strategic Design Scenarios. Queste organizzazioni, coinvolte attivamente durante l’evento, hanno agito da frame work e come abbiamo descritto precedentemente Human Cities ha prodotto una toolbox includendo alcuni dei toolkit proposti dagli studenti.Durante la settimana gli studenti divisi in gruppi hanno progettato i diversi toolkit/attività a budget quasi zero. Un gruppo era invece dedicato esclusivamente alla comunicazione dell’evento, occupandosi dei canali web, dell’aggiornamento del blog posterous creato per il corso, dei social media, della promozione al mercato con un piccolo happening, diffusione nelle scuole e attivismo nel quartiere.

Immagine 2.6 C’è Spazio per Tutti, Campus Durando, 2011

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Sono stati creati 6 toolkit divisi in quattro categorie – tempo libero, cibo, luoghi, intrattenimento - testati con più o meno successo durante l’evento:

• Polihunt: caccia al tesoro per tutte le età all’interno del campus per scoprire gli spazi nascosti e la loro storia collezionando cartoline

• Piccoli cuochi: attività per bambini cucinare dolcetti usando l’approccio creativo di design, dalla selezione degli ingredienti, alla scelta degli strumenti da cucina alla preparazione finale

• Il mio taccuino: toolkit per bambini, attraverso le fasi di design ricercare, creare e realizzare si impara a conoscere la natura, i materiali, le superfici colorando, ricercando, incollando, usando la tecnica del frottage…

• Re-design: dedicato ai bambini, si reinterpretano famosi oggetti di design scoprendo la differenza tra diversi materiali scegliendo quello che si ritiene più appropriato per ricreare l’oggetto

• Peter e Gisella: come fare attività fisica senza fare attività fisica? Scopriamo con questo toolkit per tutti che le attività quotidiane, come salire le scale, ci fanno perdere peso in modo divertente

• C’è giardino per tutti: quello che diventerà poi Coltivando, micro progetto di orto urbano con un kit per testare l’interesse degli abitanti verso un orto conviviale all’interno del campus

Durante la giornata del 12 novembre sotto un bel sole ho potuto partecipare in qualità di studente fruitore all’evento accompagnando Lola, la cuginetta di Chiara Isner Matera, video maker del team di comunicazione. È stata una giornata molto divertente e abbiamo potuto sperimentare insieme i diversi toolkit, lei con il suo spirito fresco di bambina io con lo sguardo attendo di designer. Gli ingressi registrati sono stati più di 200 tra abitanti, studenti, docenti e l’evento si è concluso verso le tre di pomeriggio. In questa occasione si sono attivati spazi nel campus in modo del tutto originale che il sabato sono completamenti inutilizzati.

C’è spazio per tutti 2012L’evento del 2011 aveva riscosso un sorprendente successo e nell’Ottobre 2012 viene riproposto il corso Temporary Urban Solutions con C’è Spazio per Tutti 2012. Il successo si può dire sia stato incrementale, arrivando a portare alla sua seconda edizione circa 500 ingressi tra abitanti del quartiere Bovisa, studenti, personale universitario. L’evento cade nel contesto delle Giornate della sostenibilità del Politecnico di Milano, aderendo inoltre a Polisocial-Didattica sul campo, il programma di impegno / C

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e di responsabilità sociale del Politecnico di Milano. L’obbiettivo anche in questo caso è quello di aprire gli spazi del Campus al quartiere Bovisa con diverse attività.Gli studenti internazionali che hanno partecipato sono stati cinquantotto divisi in nove gruppi: otto gruppi per la preparazione di toolkit divisi in quattro categorie – storie del campus, gioco, signore e signori e Coltivando, l’orto conviviale inaugurato per l’occasione e un team di dieci persone per la comunicazione dell’evento.

Sono stati sviluppati 8 toolkit/attività:• Bovisa Mission: una caccia al tesoro dedicata ai bambini

con attività design oriented per scoprire punti del campus e formare un grande puzzle collettivo

• Bo-Legge: installazione di book crossing tra l’edificio di design e la biblioteca, per scambiarsi un libro, lasciare un commento, un suggerimento al prossimo lettore

• 2nd life 2: con vecchi materiali come lana, t-shirt, si creano piccoli oggetti imparando l’arte del riciclio e del riuso per bambini, ma anche per tutta la famiglia

• Laborastorie: tour aperti a tutti all’interno dei laboratori del Politecnico di Milano, il lab. Allestimenti, il lab. Movie e Foto, il lab. Moda e Maglieria, etc..

• Punti di vista: percorso all’interno del campus che viene

Immagini 2.7 C’è Spazio per Tutti, Campus Durando, 2012

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mostrato sotto una nuova luce; attraverso card grafiche si scoprono storie antiche, si confronta il presente con il passato

• Ricuciamo Bovisa: due attività parallele, “Attacca Bottone” per riparare gli abiti degli studenti insegnando loro a rammendare e “Ricama il tuo spazio” con il logo di C’è Spazio per Tutti

• Quanto Bovisiano sei? Quiz sugli aneddoti e storie del quartiere per testare quanto ne sai su Bovisa e sul Politecnico di Milano

• Coltivando: si inaugura l’orto conviviale e per l’occasione si regalano piccole brochure il cui packaging diventa contenitore per una pianta aromatica regalo

Il team di comunicazione si è occupato di promuovere l’evento attraverso i social network, come facebook, twitter, flickr, con attività di disseminazione all’interno del quartiere Bovisa, proponendo un happening al mercato rionale del mercoledì in Piazza Bausan, punto di convergenza centrale per il quartiere. Il lavoro svolto durante la settimana, come l’anno precedente, viene raccontato sotto forma di diario nel blog posterous documentato da foto, video e racconto. L’evento si è tenuto sabato 13 Ottobre 2012 durante un’altra bellissima giornata di sole dalle 10 alle 18, estendendolo dunque fino a fine giornata. C’è stato particolare interesse tra il quartiere e anche per la stampa grazie al framework delle giornate della sostenibilità di ateneo e all’inaugurazione dell’orto conviviale.Il mio ruolo è passato da fruitore dell’evento 2011 a tutor junior del corso 2012, grazie al docente e relatore Davide Fassi che mi ha dato l’opportunità di seguire da vicino l’organizzazione per il mio progetto di tesi all’inizio ancora della sua fase di analisi di cui si parlerà in seguito.

Coltivando l’orto conviviale al Politecnico di Milano1

Coltivando è nato come progetto pilota con un’aiuola rettangolare creata, come abbiamo descritto, in occasione del primo C’è Spazio per Tutti, in cui un gruppo di circa 10 ragazzi ha progettato e prototipato una piccola porzione di un potenziale orto comunitario all’interno del campus Durando del Politecnico di Milano con la voglia e l’intenzione di mettere in contatto le distanti realtà dell’università e del quartiere Bovisa. L’entusiasmo della gente e le numerose richieste di mantenere l’orto anche dopo l’evento, hanno portato a sviluppare più a fondo il progetto in tre tesi di laurea magistrale, una dedicata allo sviluppo del servizio e altre due per il progetto spaziale, che hanno portato oggi a Coltivando, l’orto conviviale al Politecnico di Milano.

1 | info su Coltivando: www.coltivando.polimi.it68/ C

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La comunità di Coltivando è di circa 20 ortisti fissi (abitanti del quartiere, studenti o semplici appassionati di giardinaggio) che si ritrovano ogni sabato per la creazione e la cura dell’orto, a cui si sommano una trentina di persone che vengono ogni tanto a passare un sabato in compagnia. Le decisione più importanti riguardo all’orto, la semina, i materiali, etc. sono state prese dalla comunità stessa e il Politecnico ha funzionato da supporto logistico ed economico mettendo a disposizione le conoscenze specifiche del Dipartimento di Design.Coltivando è un modello esemplare del passaggio da un progetto pilota, nato sotto forma di toolkit, ad una comunità reale che agisce nello spazio urbano e, ancor più nello specifico, utilizza una parte del Campus Durando per la creazione e il mantenimento di un orto conviviale. Si è iniziata da qui una vera apertura stabile degli spazi, in realtà, già aperti al pubblico, ma fino ad ora non utilizzati dagli abitanti del quartiere.Il progetto sta creando un’eco fortissima, sia a livello locale che nazionale e diventerà sicuramente modello da seguire anche in ambiti internazionali dove già esistono degli orti universitari, ma riservati alla comunità accademica: in questo caso gli abitanti del quartiere che collaborano con gli studenti condividendo questa passione e creando una vera e proprio micro-comunità mista.

Immagine 2.8Coltivando, Campus Durando, 2012

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Come abbiamo descritto prima il Politecnico ha avuto un ruolo centrale per la riqualificazione dell’aerea ex industriale di Bovisa. Iniziata nel 1989 con lo spostamento di un dipartimento di ingegneria meccanica nel vecchio magazzino di “Fbm Costruzioni Meccaniche” in via Lambruschini, ha proseguito con la creazione del Campus Durando nelle sedi della Ceretti e Tanfani, industria che produceva meccanismi di sollevamento e di trasporto di merci e persone. L’apertura del nuovo campus è avvenuta nel 1994 con una parte della facoltà di ingegneria e architettura e successivamente nel 2000 di Design.L’impatto della nuova realtà sul quartiere è evidente; le strutture storiche della fabbrica sono preservate e si colorano in memoria Rietveldiana di giallo, rosso e blu e di spazi verdi come l’ovale e la nuova grande aree verde tra via Candiani e l’edificio B9 (biblioteca). I pezzi meccanici si trasformano in sculture che congelano la memoria passata nella presente vita del campus. La Bovisa non ha molte zone verdi e acquisisce in questo modo uno spazio aperto di non trascurabile importanza legato alla memoria storica del luogo. Quella cancellata però che segna il perimetro e divide il dentro dal fuori è vista come una barriera non oltrepassabile dagli abitanti, barriera fisica, ma soprattutto mentale che separa queste due realtà e sembra non lasciare spazio al dialogo.Dalle esperienze di C’è Spazio per Tutti 2011 e 2012 e di Coltivando si è voluto continuare però a spingere nella direzione di apertura dell’università come spazio pubblico a tutti gli effetti cercando una soluzione che raccogliesse il successo di questi eventi positivi e creasse degli scenari di convivialità e scambio tra studenti e abitanti di Bovisa. Il valore esperienziale che lo spazio acquisisce durante una manifestazione, un’attività, un evento riesce a caricare di nuovi significati un luogo, ad attivare nuove dinamiche, diventando punto di convergenza sociale e luogo di aggregazione per un quartiere come Bovisa.

Campus Durando scenario di nuove socialitàImmagine 2.9Campus Durando, 2013

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“essere coinvolta in prima persona nell’organizzazione, nella gestione, negli aspetti comunicativi, nelle fasi prima e durante l’evento, e in quelle successive di valutazione e debriefing.”

Si accennava prima al ruolo di tutor junior che ho potuto coprire durante il corso di Temporary Urban Solutions dall’otto al tredici ottobre 2012. La settimana di corso e l’evento finale sono stati determinanti per osservare da vicino ed essere coinvolta in prima persona nell’organizzazione, nella gestione, negli aspetti comunicativi, nelle fasi prima e durante l’evento e quelle successive di valutazione e debriefing.

Analisi sul campo2.3

Il lavoro di organizzazione del corso a scelta della Laurea Magistrale in PSSD è in realtà iniziato prima dell’effettivo inizio di Temporary Urban Solutions. I collaboratori, Liat Rogel e Francesca Terzi, i tutor, Paola Russo, Stefano Ciardiello e io stessa, con il docente Davide Fassi abbiamo iniziato a definire le linee guida del corso a inizio Settembre 2012. In questa fase pre-corso sono state definire

• le aree tematiche di interesse per la progettazione dei toolkit - storie del campus, gioco, signore e signori e Coltivando – e i brief di progetto

• la creazione di un google doc da aggiornare con tutti i dati dell’evento, account e password che rimanga di riferimento anche per gli anni successivi

• la sistemazione del blog creato l’anno precedente per migliorarne il funzionamento

• la creazione di account e una mail google • l’apertura dei canali social media: pagina facebook www.

facebook.com/cespaziopertutti, canale youtube www.youtube.com/user/cespaziopertutti2011, account twitter @spaziopertutti

• realizzazione di un toolkit per il gruppo di comunicazione con gli accessi ai canali media e il loro brief della settimana

Analisi durante il corso

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• promozione iniziale dell’evento attraverso blog, zero e interna al Politecnico con il comunicato stampa e i flyer di invito all’evento

Il kick-off del corso con la formazione dei gruppi è stato fatto il venerdì precedente, il 5 ottobre, per lasciare che le informazioni si sedimentassero durante il weekend e gli studenti iniziassero a pensare ai possibili sviluppi progettuali essendo la settimana di lavoro molto concentrata. In questa occasione sono state presentate le quattro aree tematiche, il ruolo del team di comunicazione, il programma della settimana.Il team di comunicazione è un gruppo fondamentale che si occupa della promozione dell’evento attraverso i social network e radio, dell’attività di disseminazione all’interno del quartiere Bovisa, proponendo un happening al mercato rionale del mercoledì in Piazza Bausan e all’interno del campus agli studenti. Il lavoro svolto durante la settimana viene raccontato sotto forma di diario nel blog e documentato da foto, video e post. Il gruppo inoltre si occupa di produrre il materiale informativo per il giorno dell’evento (brochure, poster, flyer) e dell’attività di welcoming e infopoint.

Immagini 2.10Lavori durante il corso di Temporary Urban Solutions, 2012

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Durante il corso si è tenuto il seguente programma:• Lunedì mattina due letture: i nuovi modi di collaborazione

di Liat Rogel e i toolkit ed esempi di Davide Fassi e Roberta Motter; nel pomeriggio sviluppo dei concept per tutti i gruppi a parte per il gruppo Coltivando che ha avuto degli incontro per capire meglio lo sviluppo in progress dell’orto

• Martedì mattina sviluppo dei concept; nel pomeriggio presentazione, sessione di feedback e sviluppo degli scenari e considerazione su materiali e costi

• Mercoledì mattina promozione al mercato rionale in piazza Bausan con happening; nel pomeriggio prosecuzione della definizione del progetto

• Giovedì mattina presentazione dei toolkit e sessione di feedback; successivamente definizione finale dei toolkit

• Venerdì preparazione finale dei toolkit ed essere pronti per l’evento del giorno successivo

Durante la settimana di corso il ruolo dello staff di docenti e assistenti è stato quello di ascoltare e dare feedback sui toolkit proposti dagli studenti, aiutando a superare delle situazioni problematiche e indirizzando verso le soluzioni progettuale migliori considerando il budget basso a disposizione e l’esperienza dell’anno precedente. Una situazione critica si è presentata con due gruppi che non riuscivano a trovare la strada da seguire ai quali abbiamo consigliato di fondersi e trovare insieme un toolkit da proporre che rispondesse ad entrambe le aree tematiche.L’altro ruolo svolto dallo staff di docenti e assistenti, in particolare da Davide Fassi, riguarda gli aspetti istituzionali di ateneo, il contatto con le giornate della sostenibilità e Polisocial e i permessi logistici necessari dall’Area Gestione Infrastrutture e Servizi.Il giorno dell’evento ciascun gruppo ha condotto l’ attività con la supervisione leggera dello staff di docenti e assistenti che si sono cimentati nelle diverse attività testandole. Dopo l’evento si sono tenute due sessione di feedback: un debriefing in cui sia gli studenti che lo staff hanno commentato la settimana di corso e l’evento con suggerimenti, impressioni, curiosità. In questo momento si è anche chiesto una scheda di valutazione sul proprio lavoro e sul lavoro dei componenti del team e un altro questionario1 più generale sul corso e sull’evento di cui analizzerò successivamente i risultati. Un questionario2

di valutazione è stato fatto anche compilare al docente e agli assistenti per avere un panorama completo dell’andamento del corso. La seconda occasione di feedback è stata la valutazione, il voto, ai singoli studenti.

1 | Rif. allegato A2, A3 2 | Rif. allegato A4

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Grafico 2.2Mappando l’evento

Feedback fruitori dell’evento1

La forma che è stata scelta per raccogliere impressioni, suggerimenti, commenti da parte di chi ha partecipato sia attivamente che passivamente all’evento è quella del questionario semplice e con poche domande. Questa attività ha un duplice l’obbiettivo sia formare una solida base di analisi per il progetto di tesi, sia essere un momento di riflessione per i partecipanti sull’esperienza appena vissuta e sullo spazio del Campus come luogo pubblico.Il questionario si compone di 4 parti:

• La fascia di età e l’appartenenza al quartiere o alla comunità accademica

• La comunicazione riguardo a come si è venuti a conoscenza dell’evento

I feedback che sono stati raccolti relativi al corso Temporary Urban Solutions e all’evento C’è Spazio per Tutti 2012 hanno l’obbiettivo di creare un quadro completo che va dall’organizzazione all’esperienza dell’evento da i diversi punti di vista, sia dei fruitori, sia dalla parte organizzativa (studenti e staff di docenti/assistenti) e dalle parte logistica del Politecnico. Da queste mappe si estrapoleranno degli insight e idee da utilizzare durante la creazione degli scenari.

Mappando l’evento

1 | I risultati dei questionari ai partecipanti sono sintetizzati nel grafico 2.3, per il questionario si veda l’allegato A1

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• Un giudizio sui i toolkit che sono stati sperimentati• La scoperta degli spazi che offre il campus e il desiderio di

tornare in altre occasioniIl questionario aveva inoltre una parte da lasciare all’utente, come una cartolina, per ricordargli i canali social media con cui può apprendere maggiori informazioni, guardare le foto e video dell’evento, etc.Sono stati raccolti 180 feedback, un quinto dei partecipanti all’evento ed è stato utile per capire la tipologia di persone che hanno partecipato, categorizzare la fascia di età dei fruitori anche in relazione ai toolkit che hanno avuto maggiore successo, i canali comunicativi migliori che hanno raggiunto i fruitori, a quali attività tra quelle proposte si sono interessati maggiormente e se tornerebbero al Campus nel tempo libero. La netta maggioranza delle risposta ha valenza positiva con un forte interesse per Coltivando, l’orto conviviale al Politecnico di Milano, inaugurato per l’occasione, e per Bo-Legge il book-crossing.

Feedback studentiPer gli studenti sono stati proposti due diversi questionari: uno per i team che si occupano di sviluppare i toolkit2 e uno specifico per il gruppo di comunicazione3. Il focus è sui toolkit è stato pensato per farli riflettere sull’attività che hanno proposto, capire i target coinvolti, i materiali che sono stati necessari, la location, la replicabilità e raccogliere le loro impressioni e i commenti ricevuti dai fruitori durante l’evento. Il questionario del team di comunicazione ha l’obbiettivo invece di capire quali ruoli sono stati assegnati dal gruppo durante la settimana di corso, quale strategia di comunicazione è stata seguita, se sono riusciti a sviluppare un toolkit di comunicazione, commenti e suggerimenti dagli utenti e dal gruppo.

Feedback staff docenti e assistenti4Questi feedback sono incentrati a coprire tutto il processo che ha portato l’evento: dall’organizzazione pre-corso, al kick-off, alla settimana di corso e infine all’evento. L’obbiettivo è capire i possibili sviluppi e miglioramenti che si posso portare nell’organizzazione, nell’attività di promozione, gli eventuali problemi di comunicazione con gli studenti. Riguardo all’evento si è voluto raccogliere un giudizio sui singoli toolkit progettati dagli studenti e una riflessione sui target che non sono stati coinvolti nelle diverse attività.

2 | I risultati dei questionari degli studenti team toolkit sono sintetizzati nel grafico 2.43 | I risultati dei questionari del team di comunicazione sono sintetizzati nel grafico 2.54 | I risultati dei questionari dello staff docenti e assistenti sono sintetizzati nel grafico 2.6

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Risultati feedback fruitori

Grafico 2.3 Infografica feedback partecipanti a C’è Spazio per Tutti 2012

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Risultati feedback studenti: team toolkit

Grafico 2.4 Infografica feedback studenti: team toolkit

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Risultati feedback studenti: team di comunicazione

Grafico 2.5 Infografica feedback studenti: team di comunicazione

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Risultati feedback staff docenti e assistenti

Grafico 2.6Infografica feedback staff docenti e assistenti

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Colloquio con Cristian Borrello dell’Area Gestione Infrastrutture e Servizi

Per integrare i risultati con l’aspetto organizzativo e di gestione da parte del Politecnico si è deciso di organizzare un colloquio con il responsabile delle A.G.I.S. creando un quadro completo degli attori coinvolti all’evento C’è Spazio per Tutti 2012.La A.G.I.S. si occupa della manutenzione e controllo di tutti i servizi, spazi e infrastrutture riguardanti i campus del Politecnico di Milano con un personale di circa 7 membri per i campus Durando e La Masa e un altro ufficio per il Campus Leonardo. I compiti che svolgono sono dalla gestione degli spazi di Ateneo all’assicurare la pulizia, il riscaldamento e il raffreddamento, la manutenzione delle aule e degli spazi comuni, etc. Lo spazio universitario del Politecnico di Milano è un misto di spazio privato e spazio dato in concessione dal Comune di Milano. Per quanto riguarda gli spazi esterni sono concepiti come spazi ad uso pubblico, quindi accessibile a tutti secondo determinate regole (es. orari, vietato l’ingresso ad animali), ma per organizzare eventi o manifestazioni si deve fare un’apposita richiesta. Le richieste per l’utilizzo degli spazi universitari per eventi o manifestazioni di diverso tipo può essere effettuato da chiunque, sia interno che esterno rispetto all’ateneo, attraverso il modulo online su sito del politecnico. La richiesta viene quindi inoltrata al rettore che valuta se concedere tali spazi a titolo gratuito o dietro eventuale pagamento. La richiesta viene valutata secondo dei criteri di conformità e interesse per l’ateneo e i suoi membri (studenti, docenti, etc..).Per le zone interne, come le aule, lo spazio è considerato “privato” e si richiede un’autorizzazione per l’uso. Il politecnico ha una copertura assicurativa generale per incidenti (es. una persona inciampa o scivola) che accadono all’interno del Campus che coinvolgano sia persone interne sia esterne all’università. Per attività particolari gli organizzatori si devono occupare di stipulare un’assicurazione aggiuntiva per coprire eventuale danni o emergenze. Il politecnico sta cercando di sfruttare al massimo le potenzialità di apertura dei campus sia per gli studenti (biblioteca Leonardo aperta fino a mezza notte, sabato apertura campus durando e biblioteca, edificio in Leonardo durante le sessioni di esame fino alle 23.30) che per qualunque persona interessata attraverso eventi (es. biblioteca tesserino anche per gli esterni, eventi per i 150 anni, Focus Junior la rivista con attività per i bambini, visite guidate con FAI ai laboratori). Le richieste abitualmente nascono in comune tra il Politecnico e i cittadini.

“Lo spazio universitario del Politecnico di Milano è un misto di spazio pubblico e privato”

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Dalle analisi sul campo si passa alla sintesi degli spunti raccolti per la creazione di scenari. Attraverso gli strumenti strategici come la mind map, lo scenario building, si convogliano le analisi sul campo e le opportunità verso la definizione della soluzione progettuale da testare nella fase di prototipazione. In questa fase si sintetizzano i diversi spunti generati con l’analisi, analizzano e si comparano i toolkit/attività raccolti per una loro possibile messa a sistema negli scenari e si identificano i possibili attori da coinvolgere nel sistema, considerando l’esperienza e le conoscenze acquisite durante il corso di Temporary Urban Solutions 2012. Attraverso la valutazione degli scenari si deciderà poi quale soluzione risulta ottimale per le nostre premesse.

Sintesi e sviluppo creativo2.4

Immagine 2.11Valutazione delle tipologia di attività secondo i target, 2012

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1 | Rif. al capitolo 1 e ai sotto capitoli 2.1-2.2-2.3

Grafico 2.7 Sintesi dei valori generati dalla combinazione di luogo pubblico ed evento Nel grafico sopra visualizzato si evidenziano i valori che è possibile

generare dall’associazione tra luogo pubblico ed evento risultati dalla parte precedente di analisi e immersione nel contesto1. Il luogo pubblico usato in modo inusuale genera nuovi significati spaziali. Dall’altro lato l’evento si declina come espressione collettiva. L’evento visto sotto la luce di espressione collettiva attiva un senso di appartenenza.L’unione dei due ambiti riesce a generare uno scambio di idee e conoscenze spingendo nella creazione di nuove comunità e allo stesso tempo di attività che originano nuove dinamiche che possono portare ad innovazione in termini sociali.

Visualizzazione valori

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Grafico 2.8 Visualizzazione delle opportunità

La mappa delle opportunità riesce a visualizzare in modo efficace i punti chiave su cui è possibile costruire il sistema. Attraverso la domanda “Come si può fare per…?” (How might we..?) si innescano una serie di serie di riflessioni che porteranno alla creazione degli scenari.Nel caso specifico del grafico 2.8 sono visualizzate le dinamiche instauratesi durante gli eventi C’è Spazio per Tutti 2011 e 2012. In particolare la connessione tra il Politecnico di Milano e il quartiere che si va instaurandosi attraverso un evento di questo tipo. La domanda che ci si pone è come mantenere e sviluppare questo legame creatosi con gli eventi che ha portato alla generazione di Coltivando. Si cercherà di trovare la risposta ottimale attraverso la creazione di scenari e la fase successiva di progettazione della soluzione.

Visualizzazione opportunità

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Le mappe mentali sono strumenti utilizzate per creare, visualizzare, strutturare e classificare le idee aiutando a studiare e organizzare le informazioni, nonché a risolvere criticità. Nel grafico si individuano due aree principali: il Politecnico, da un lato e il quartiere dall’altro, che possono essere sia a livello generico, quartiere dove si insedia un università, o nel nostro caso specifico il Politecnico di Milano nel contesto del quartiere Bovisa. A questi due nodi si connettono le comunità corrispondenti che creano uno spazio di cultura e uno spazio di incontro uniti dalla condivisione, valore comune a entrabe le aree. L’evento, l’incontro e l’aggregazione diventerebbero i collanti, ma qual’è la declinazione più appropriata? Questa è la domanda a cui si deve rispondere con una soluzione progettuale adeguata ad alta innovazione sociale.

Mind map

Grafico 2.9 Mindmap

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Grafico 2.10Costruzione degli scenari

L’analisi degli scenari è uno strumento che permette di creare e analizzare futuri scenari possibili considerando diverse soluzioni progettuali. Facilita in questo modo il processo decisionale grazie alle considerazioni sui risultati e le loro possibili implicazioni. Gli assi degli scenari sono stati scelti tenendo in considerazione il progetto dell’evento e il contesto Politecnico-Bovisa e come focus della progettazione l’esperienza dell’utente, facendo riferimento al grafico 1.7 descritto nel capitolo 1.4 di ricerca. Sono stati presi in considerazioni anche gli aspetti sociali delle attività selezionate in precedenza, la fruizione dello spazio del Campus come spazio pubblico e l’obbiettivo di creare di micro-comunità indipendenti sul modello della comunità di Coltivando.Il diagramma è composto dagli assi:- verticale esperienza/informazione considerando il livello di coinvolgimento dell’utente- orizzontale individuale/collettivoSi generano così quattro quadranti nei quali si individuano i conseguenti scenari.-attivo&locale: il Sabato della Bovisa e C’è Spazio per Tutti-attivo&digitale: Mappa il tour al Politecnico-passivo&digitale: Politecnico open24h-passivo&locale: Lezioni di Politecnico

Costruzione e valutazione degli scenari

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Il Sabato della BovisaEvento collettivo per piccoli gruppi attivi, riguarda sia attività che si svolgono all’interno dell’università sia attività proposte da cittadini locali. L’evento è simile a C’è Spazio per Tutti, ma il numero è più ristretto e i fruitori partecipano attivamente perchè coinvolti in prima persona nell’attività.

Mappa il tour al PolitecnicoPer incentivare i cittadini a visitare gli spazi del Campus il Politecnico sviluppa un’applicazione che permette di mappare il percorso fatto e di condividerlo con gli altri utenti attraverso il sito dell’università. Il percorso può essere fatto in diverse modalità: a piedi, correndo, in bicicletta, su skateboard e essere integrato con una mappa più ampia del quartiere Bovisa. Si possono lasciare commenti, dare feedback.

Immagine 2.12Scenario il Sabatodella Bovisa

Immagine 2.13Scenario Mappail tour al Politecnico

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Politecnico open24hL’apertura del Politecnico è virtuale attraverso un tour guidato online all’interno di tutte le aree del campus: sia negli spazi aperti del campus che dentro ai laboratori. Dopo la registrazione come utente interno o esterno si può entrare nel tour ed esplorare lo spazio universitario 24 ore su 24.

Lezioni di PolitecnicoPer accedere non agli spazi, ma anche agli insegnamenti viene composto un calendario di lezioni pubbliche aperte a tutti sulle diverse discipline di ingegneria, architettura e design. Gli spazi utilizzati sono quelli del campus e i partecipanti sono invitati ad assistere alle letture. I target possono essere diversi a seconda delle lezioni: dai bambini ai ragazzi agli adulti.

Immagine 2.14Scenario Politecnico open24h

Immagine 2.15Scenario Lezioni di Politecnico

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Grafico 2.11Matrice valutazione degli scenari Per identificare lo scenario da sviluppare ulteriormente nella

fase di progettazione ho utilizzato la matrice del grafico 2.13. I punteggi vanno da 0 a 4, dove zero è la valutazione più bassa, mentre cinque il punteggio più alto.La valutazione è stata fatta secondo i criteri del livello di:

• Partecipazione: coinvolgimento attivo dell’utente• Attrattività: ipotizzando il livello di interesse che potrebbe

suscitare la soluzione proposta• Collettività: il grado di appartenenza a una comunità creata

dallo scenario• Fattibilità: sia in termini organizzativi, che di costi e

tecnologie necessarieLo scenario col punteggio più alto è risultato essere il Sabato della Bovisa che tiene conto degli aspetti che erano già stati individuati nella fase di ricerca, quali l’evento come espressione collettiva e creazione di micro-comunità. Il fattore temporale è un aspetto importante: si vuole trasformare un evento periodico in un apputamento fisso al campus per abitanti e studenti.In questo scenario è possibile inserire alcuni toolkit sviluppati durante C’è Spazio per Tutti e raccolti da Human Cities Festival. che si andranno quindi a valutare.

partecipazione attrattiva collettività fattibilità

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POLITECNICOOPEN 24H

LEZIONI DI POLITECNICO

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2 | Rif. Grafico 2.103 | Rif. Grafico 2.114 | Valori che nel Grafico 1.6 J. Pine e J. Gilmore definiscono partecipazione passiva e partecipazione attiva5 | Il cluster faccio da me con te ha come target principale i bambini e verrà approfondito nelle pagine successive

La classificazione dei toolkit collezionati da C’è Spazio per Tutti 2011, Human Cities Toolbox e C’è spazio per Tutti 2012 è stato il passaggio successivo e ha avuto l’obbiettivo di selezionare quei toolkit ritenuti promettenti da inserire nello scenario individuato come il Sabato della Bovisa. Nel primo step si sono definite i parametri di classificazione2:

• tipo di attività: intellettuale, manuale, esplorativa• target principale: bambini, teens, adulti, anziani o un mix

di questi target• spazio interno o esterno dove è stata proposta l’attività• la replicabilità: sì, da adattare, no• il tipo di supporto, materiali necessari a proporre l’attività

Da questa classificazione sono stati selezionati 15 toolkit con un alto livello di replicabilità che possono essere facilmente riproposti in contesti diverse da quelli che li hanno generati.

Nel secondo step si sono posizionati i toolkit selezionati nel grafico assiale3 formato dai due assi: - verticale individuale/collettiva: a seconda se l’azione è prettamente individuale o viene fatta in gruppo- orizzontale informazione/esperienza4: a seconda se l’utente viene coinvolto attivamente nell’esperienza o se rieceve informazioni in modo passivoSi sono quindi formati quattro quadranti con diverse caratteristiche nei quali si individuano dei cluster di toolkit: nel quadrante I -attività collettive di azione- troviamo costruiamo insieme e interessi condivisi, nel quadrante II -attività collettive educative- gli spettatori, nel quadrante III -attività individuali di informazione- interagire con lo spazio, nel quadrante IV -attività individuale di esperienza - faccio da me con te5. Sono stati quindi selezionati quattro toolkit/attività ritenuti più interessanti, con un alto livello di collettività e fattibilità e una buona indipendenza che descriveremo nello specifico e il cluster faccio da me con te per le attività dei bambini di cui spiegheremo in dettaglio successivamente potenzialità e le relative problematiche.

Classificazione e selezione dei toolkit

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Grafico 2.12Tabella classificazione toolkit di C’è Spazio per Tutti 2011 e 2012 e Human Cities Festival

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Il grafico 2.13 visualizza il posizionamento dei toolkit selezionati nei quadranti appropriati e la generazione di cinque cluster. Tra questi sono stati selezionati i due cluster -costruiamo insieme- e -interessi condivisi- poichè propongono azioni collettive e attive, e il cluster bambini che racchiude sei attività di natura simile che spingono il bambino a produrre tramite un processo creativo. Sono stati, invece, esclusi il cluster gli spettatori, perchè considerato poco attrante per i possibili fruitori e interagire con lo spazio poichè, sebbene possono essere riproposti facilmente e a basso budget, sono attività prettamente individuali e non creano interazione e occasione di dialogo tra i fruitori.

Grafico 2.13Posizionamento toolkit nel sistema assiale individuale/collettiva partecipazione attiva/passiva

info

rmaz

ione esperienza

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Grafico 0.1mappa delle attività

93info: Julija Škarabot Plesniar, Health Association, Ljubljana, Slovenia [email protected]

Summer in motion fa parte della toolbox di Human Cities Festival ed è stato proposto dal partner del progetto europeo l’istituto di pianificazione urbana della repubblica Slovena (UIRS), Ljubljana, Slovenia – www.uirs.siDopo sette anni di successo di “Yoga nei parchi” e di “Yoga nelle vita quotidiana della società in Slovenia”, l’idea è stata condivisa con altre ONG e associazioni è stato sviluppato un nuovo programma presentato al pubblico come “Summer in Motion”. Le motivazioni e obbiettivi di questo progetto sono sviluppare attività di gruppo adatte a spazi verdi pubblici, di invogliare una vita sana e all’attività fisica, di offrire programmi di qualità gratuiti e nello spazio pubblico, contemporaneamente promuovere le ONG e le loro attività.Questa attività può essere usata da organizzazione non governative per coinvolgere diversi gruppi di persone a utilizzare gli spazi pubblici verdi. È rivolta al pubblico in generale, persone interessate in attività fisiche o che amano le attività all’aperto, visitatori di parchi e gli utenti hanno partecipato attivamente al programma proposto.

Summer in motion

Immagine 2.16Yoga in parks, Health Association and Yoga in daily life, 2011

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Toolkit progettato da un gruppo di cinque studenti, Ilaria Degradi, Serena Leonardi, Sofia Pinheiro, Martina Rossi e Dany Satiyadi in occasione di C’è Spazio per Tutti 2012 all’interno del campus Durando del Politecnico di Milano, che ha ottenuto notevole interesse da parte delle signore di Bovisa. L’area tematica in cui dovevano progettare era Signore e Signori con target quindi adulto/anziano. Il toolkit è composto da due attività parallele: -Attacca Bottone- per insegnare agli studenti del Politecnico di Milano come riparare i propri vestiti e -Ricama il tuo spazio- per insegnare a ricamare il logo di C’è Spazio per Tutti. La location scelta è lo spazio di fronte al laboratorio di maglieria all’interno dell’edificio B8. In questo modo è stato possibile anche far visitare il laboratorio ai partecipanti creando una connessione con le strutture usate da design della moda.L’attività ha avuto successo per sua semplicità e immediatezza e perché ha saputo combinare le doti della tradizione manuale delle signore di Bovisa con l’interesse e il bisogno degli studenti che spesso lontani da casa non possono rivolgersi alle proprie nonne per riparare i vestiti.

Ricuciamo Bovisa

Immagini 2.17Ricuciamo Bovisa durante C’è Spazio per Tutti 2012

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95info: Simona Muc, Niti Niti, Ljubljana, Slovenia www.nitiniti.si [email protected]

Il Niti Party caffè fa parte della toolbox di Human Cities Festival ed è stato proposto dal partner del progetto europeo l’istituto di pianificazione urbana della repubblica Slovena (UIRS), Ljubljana, Slovenia – www.uirs.siL’attività ha l’obbiettivo di promuovere l’arte tradizionale del lavoro a maglia e motivare le persone all’incontro e alla socializzazione all’aria aperta. L’attività è aperta a tutti gli amanti della maglia di ogni età e bravura di solito riuniti in gruppi da quattro a dodici persone. After Work Niti Party è organizzato tutte le settimane ad un orario preciso, dalle 5 alle 7 di sera, all’aria aperta. Ogni partecipante porta i ferri e il suo lavoro e si chiacchiera lavorando a maglia con gli altri. Gli strumenti necessari sono filati e ferri, un luogo piacevole dove ritrovarsi, un organizzatore entusiasta e la promozione dell’attività.Questa esperienza può essere di fatto legata a Ricuciamo Bovisa creando una macro-attività con diversi interessi: il riparo, il ricamo e la maglia

After Work Niti Party

Immagini 2.18After Work Niti Party, Ljubljana, 2011

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Bo-Legge è stato progettato in occasione di C’è Spazio per Tutti 2012 all’interno del campus Durando del Politecnico di Milano da un gruppo di quattro studenti, Gonzalo Bascuñan, Emiliano Carbone, Tommaso Martucci e Ludovica Vando.È un installazione temporanea di book-sharing o un book-crossing prodotta dagli stessi visitatori che sono invitati a portare un libro appenderlo e sceglierne un altro da portare a casa lasciando un commento. L’atmosfera rilassante e sospesa invita le persone a indugiare nel luogo immergendosi nella lettura e instaurando conversazioni con gli altri. L’invito a far parte della comunità del book-sharing è aperto a tutti, dagli adulti ai bambini.L’installazione è stata creata in uno spazio di passaggio tra l’edificio B8 e l’edificio B9 (la biblioteca) valorizzando quella passerella coperta poco utilizzata. L’attività è stata apprezzata dai visitatori che hanno lasciato commenti sia sui libri che sull’installazione e il book sharing stesso.

Bo-Legge

Immagini 2.19Bo-Legge durante C’è Spazio per Tutti 2012

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Al target dei bambini viene dedicato un discorso particolare e complesso che prende forma dalle osservazioni fatte durante i due eventi C’è Spazio per Tutti 2011 e 2012 e dalla classificazione dei toolkit. Le attività per bambini sono prettamente di natura manuale e devono essere seguite da un animatore che guida l’attività attraverso i diversi passaggi. In questo cluster sono state collocate le seguenti attività: Re-design, Il mio taccuino, Piccoli cuochi, Adotta un albero, Bovisa mission, 2nd life 2L’approccio di design di questi toolkit ha permesso di rendere delle semplici attività dei processi mentali e creativi insegnando ai bambini, mentre si divertono, a definire degli obbiettivi, ricercare, creare e produrre. I supporti utilizzati sono delle card o manuali con le linee guida da seguire e dei materiali, dalla carta agli ingredienti da cucina, che portano al voluto risultato.

Cluster faccio da me con te bambini

Come accennavamo l’attività deve essere seguita da un adulto che può essere un membro della famiglia o un facilitatore esterno come ad esempio un insegnante.L’aspetto critico di queste attività è il fatto di non poter essere ripetute in tempi brevi: i bambini infatti si annoiano facilmente e la loro tendenza a fare sempre nuove esperienze sconsiglia di ripetere un’attività due volte in un tempo ravvicinato. Per il progetto, quindi, si deve tenere conto che il target bambini dovrà essere letto in chiave attenta e particolare.

Immagini 2.20Attività bambini durante C’è Spazio per Tutti 2012

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PSS per il Sabato della Bovisa3.Utilizzando strumenti del design strategico e dei servizi si facilita la creazione dei componenti del sistema-evento, definiti nella fase di ricerca event mix, quali il palinsesto, la location e i servizi per il progetto pilota. Si sceglie infatti di testare a tutti gli effetti l’evento nelle sue componenti per capire potenzialità e difficoltà della soluzione scelta. L’evento pilota, primo di cinque appuntamenti mensili previsti da Marzo a Luglio 2013, viene testato sabato 16 marzo dopo il processo di definizione del sistema, degli attori e dopo un’importante fase di diffusione e coinvolgimento nel progetto sia all’interno dell’ateneo che a livello locale. In questo capitolo sono descritti i seguenti passaggi che hanno portato alla creazione della toolbox de il Sabato della Bovisa:Palinsesto generale Mappa del sistema generale Creazione del brand Diffusione e coinvolgimento Definizione in dettaglio del palinsesto pilota Management dell’evento pilota Prototipazione Risultati

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“Si vanno quindi a definire in questa fase gli elementi che compongono il sistema-evento.”

Come dimostrato durante la fase di ricerca e la parte creativa l’evento risulta essere lo strumento adeguato per abbattere quella recinzione che divide il quartiere Bovisa dall’università, barriera più mentale che fisica. La valutazione degli scenari ha portato alla scelta di un evento in cui l’utente sia parte attiva dell’attività per destare in lui sentimenti di appartenenza al luogo e creare micro-comunità che diventino indipendenti col tempo e utilizzino il campus come punto di ritrovo, luogo pubblico e di scambio di conoscenza anche con la comunità accademica. Si è definito poi l’evento come evento mensile, un appuntamento che entri nella quotidianità sia dei Bovisiani che degli studenti, un sabato speciale, sociale per imparare, conoscere, condividere e divertirsi insieme utilizzando come contesto il campus Durando.Si vanno quindi a definire in questa fase gli elementi che compongono il sistema-evento.

Il sistema3.1

Nel design degli eventi l’offerta vera e propria è formata dal palinsesto, lo spettacolo che si offre ai fruitori. Durante la valutazione e selezione dei toolkit sono emersi 4 contenitori-attività più un cluster di attività per i bambini da rimodulare di volta in volta. Le componenti, quindi, che saranno messe a sistema nel palinsesto saranno quattro contenitori-attività2, più la comunità già presente di coltivando appoggio fondamentale e un’attività aggiuntiva per il target bambini. Entriamo nel dettaglio dei contenitori-attività, la tipologia, i target associati, il tipo di spazio, e la possibile location delle attività.

Palinsesto generale: il cuore dell’offerta1

1 | Rif. Grafico 3.12 | In questa fase non sono state fatte modifiche ai singoli toolkit, ma si sono adattati al contesto in una fase successiva (vedi capitolo 3.3)

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Grafico 3.1Contenitori-attività del palinsesto generale

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ColtivandoLa comunità si ritrova a lavorare all’orto tutti i sabati. Si pensa quindi di inserire un laboratorio speciale aperto a tutti durante il particolare giorno dell’evento. Il target è rimodulabile a seconda dell’attività proposta. La location per questa attività è l’orto in caso di bel tempo, un aula all’interno dell’edificio B8 in caso di pioggia o freddo.

Ricuciamo Bovisa e After Work Niti PartyIn questo caso si accorperanno due attività legate dall’uso tradizionale del lavoro a maglia e cucito. Si punta a creare una vera e propria comunità a modello di quella di Coltivando che possa in futuro trovarsi tutte le settimane con un laboratorio speciale durante l’evento. Vista la natura dell’attività che si lega alle Lauree del Politecnico in fashion design si presenta l’occasione di unire il lavoro di persone appassionate con quello degli studenti di moda e maglieria. La collocazione dell’attività può essere all’interno dell’edificio B8, davanti al lab. Maglieria (come era stata per il toolkit Ricuciamo Bovisa) o nella bella stagione negli spazi verdi del campus all’aria aperta. Il target è prevalentemente adulto e anziano, ma non si escludono attività per bambini e teenager.

Bo-LeggeDiventa un’istallazione fissa di book-sharing nell’edificio B8 sempre accessibile sia dagli studenti sia dagli abitanti del quartiere. Durante l’evento si propone una lettura modulata di volta in volta a seconda del target che può essere tenuta anche dagli stessi abitanti del quartiere.

Summer in Motionè pensato come appuntamento mensile abituale il giorno dell’evento di ginnastica, risveglio muscolare o un’altra attività fisica. Non avendo competenze all’interno dell’università si pensa di appoggiarsi alla realtà locale attraverso un associazione che già si occupa di attività simili e vuole prendere parte all’iniziativa. La partecipazione si vuole mantenere aperta ad ogni tipo di target con attività adeguata sia a bambini che agli anziani. Come location si prevede lo spazio aperto, ma contenuto dell’ovale.

Attività bambinicome abbiamo già descritto l’attività per i bambini è l’area più problematica. Dovrebbe cambiare ad ogni evento e coinvolgere oltre che i bambini anche e famiglie. Come location si prevedeva di usare gli spazi esterni adeguati a seconda dell’attività proposta. Si potrebbe anche integrare di volta in volta l’attività bambini all’interno di una delle altre quattro (Coltivando, Ricuciamo Bovisa/After Work Niti Party, Bo-Legge, Summer in Motion).

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1033 | Rif. Grafico 3.2

Questa mappa non è la mappa del sistema effettivo; è stata usata come strumento per visualizzare gli attori potenziali che potevano essere coinvolti nel sistema dell’evento e nei singoli contenitori-attività.Il cuore del sistema-evento sono, infatti, i contenitori-attività che devono essere sostenuti da un sistema di attori. Da un lato si trova il politecnico di Milano dall’altro il quartiere Bovisa e in centro, punto di incontro delle due aree si trova l’evento che contiene i 4 contenitori-attività più Coltivando. Nelle due aree Politecnico/quartiere si individuano una serie di attori potenziali da coinvolgere nel progetto, ciascuno legato ad una contenitore-attività specifico o all’interno cuore del sistema evento. Ci sono poi degli attori secondari, perché forniscono un supporto diciamo logistico, come il lab. Moda e Maglieria, la biblioteca Durando e la circoscrizione nove Dergano-Bovisa. Ancora più distanti sono gli attori che partecipano a livello istituzionale appoggiando e supportando il progetto, come Polisocial, il Dipartimento di Design, Desis Network.

Mappa del sistema generale3

Immagine 3.1Schemi della costruzione della mappa del sistema

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Grafico 3.2Mappa del sistema generale

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“Con sole due parole si riescono a racchiudere un insieme di emozioni, simboli e significati grazie al rimando con la celebre poesia”

Definiti i contenitori-attività portanti del sistema e identificati i potenziali attori da coinvolgere, per iniziare la fase successiva di diffusione e coinvolgimento del progetto, si costruisce l’identità, il brand e l’immagine coordinata del sistema. L’idea iniziale era di chiamare l’evento Bovisa Social Saturday con l’acronimo BSS che racchiudeva il contesto Bovisa, il momento Saturday e il cosa/come Social. L’italianità intrinseca dell’evento però richiedeva un nome italiano e la traduzione in Bovisa Sabato Sociale non aderiva bene alla mission dell’evento. Si sono andati quindi a raccogliere i punti chiave necessari da comunicare con il nome: Bovisa | Sabato | Campus | Quartiere | Festacon la composizione delle parole, dopo, una serie di proposte si è sintetizzato su -il Sabato della Bovisa- con chiaro rimando al Sabato del Villaggio di Giacomo Leopardi. –Il Sabato della Bovisa- è infatti un nome semplice e immediato che richiama alla festa della comunità del villaggio della poesia Leopardiana. Con sole due parole si riescono a racchiudere un insieme di emozioni, simboli e significati grazie al rimando con la celebre poesia che definisce il sabato come il giorno più gradito della settimana pieno di speranza e gioia.La poesia è anche stata rivisitata in chiave scherzosa per la prima promozione dell’evento al mercato rionale in Bausan di cui parleremo in seguito. Insieme al nome e al logo è creata l’immagine coordinata che verrà presentata nel capitolo 4.

Creazione del brand

Immagine 3.2Costruzione brand e immagine coordinata

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La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole,

col suo fascio dell’erba; e reca in mano un mazzolin di rose e viole,

onde, siccome suole, ornare ella si appresta dimani, al dí di festa, il petto e il crine.

Siede con le vicine su la scala a filar la vecchierella,

incontro là dove si perde il giorno; e novellando vien del suo buon tempo, quando ai dí della festa ella si ornava,

ed ancor sana e snella solea danzar la sera intra di quei

ch’ebbe compagni nell’età piú bella.Già tutta l’aria imbruna,

torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre giú da’ colli e da’ tetti,

al biancheggiar della recente luna.Or la squilla dà segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta.

I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta,

e qua e là saltando, fanno un lieto romore;

e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore,

e seco pensa al dí del suo riposo. Poi quando intorno è spenta ogni altra face,

e tutto l’altro tace, odi il martel picchiare, odi la sega

del legnaiuol, che veglia nella chiusa bottega alla lucerna,

e s’affretta, e s’adopra di fornir l’opra anzi al chiarir dell’alba.Questo di sette è il più gradito giorno,

pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia

recheran l’ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Garzoncello scherzoso, cotesta età fiorita

è come un giorno d’allegrezza pieno, giorno chiaro, sereno,

che precorre alla festa di tua vita.Godi, fanciullo mio; stato soave,

stagion lieta è cotesta.Altro dirti non vo’; ma la tua festa

ch’anco tardi a venir non ti sia grave.

il sabato del villaggio G. Leopardi

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“la futura realizzazione dell’evento dipende dall’approvazione da parte del Politecnico di Milano e dal coinvolgimento di attori locali che supportino l’iniziativa.”

Definita la struttura portante del sistema, il brand e i possibili attori si intraprende il processo di diffusione e coinvolgimento, la fase più critica dall’inizio del progetto: infatti la futura realizzazione dell’evento dipende dall’approvazione da parte del Politecnico di Milano e dal coinvolgimento di attori locali che supportino l’iniziativa. Da un lato ci si muove a livello istituzionale all’interno dell’ateneo e del comune, dall’altro a livello locale per verificare l’interesse da parte della comunità, dei servizi locali, delle associazioni di Bovisa e diffondere l’iniziativa nella rete dei commercianti della circoscrizione nove.

Diffusione e coinvolgimento3.2

In questo ambito è stato fondamentale il lavoro del relatore Davide Fassi, che ha continuato un dialogo, già aperto con C’è Spazio per Tutti 2011 e 2012 e Coltivando, con le diverse aree organizzative del Politecnico, come l’Area Comunicazione e Relazioni Esterne, l’Area Gestione Infrastrutture e Servizi, il Dipartimento di Design, che hanno approvato con entusiasmo e dato il via libera per la realizzazione di – Il Sabato della Bovisa- all’interno del Campus Durando dando un supporto generale. L’iniziativa è entrata a far parte del Polimi Desis Lab; si tratta del Design Lab del Politecnico di Milano inserito nelle rete internazionale Desis Network1, fondata da E. Manzini nel 2008, che si occupa di progetti di sostenibilità e innovazione sociale. In questo modo il progetto riesce ad inserirsi e avere visibilità in un network internazionale incentrato su progetti di innovazione

Livello istituzionale

1 | informazioni du Desis Network: www.desis-network.org

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sociale e potrebbe diventare un esempio da trasportare, con le dovute modifiche, in altri contesti, favorendo dinamiche di apertura e di integrazione tra comunità accademiche e i contesti cittadini in cui si inseriscono.L’altro attore fondamentale è Polisocial, che aveva già appoggiato C’è Spazio per Tutti 2012 inserendolo nel programma “Polisocial-Didattica sul campo”: Polisocial, infatti, tra i suoi programmi Poli4social sviluppa un filone di politiche per l’abitare e dell’abitabilità con un progetto sulla zona 9 “z9 Spazi di condivisione: Laboratorio di azione locale di Zona nove per riavvicinare Politecnico e quartiere Bovisa” in collaborazione con

ASF- Architetti Senza Frontiere. La presentazione de –il Sabato della Bovisa- è avvenuta all’inizio di Febbraio e hanno deciso di appoggiare l’iniziativa. Se a livello istituzionale d’ateneo si sono avuti gli ok necessari per la partenza del progetto, dall’altro si devono costruire ancora tutti i collegamenti con i potenziali attori dei singoli contenitori- attività.In particolare era interessante cominciare un dialogo con i corsi di Fashion Design per Ricuciamo Bovisa e After Work Niti Party. Si sono quindi contatti Giovanni Conti, professore del laboratorio di sintesi finale in design della Maglieria del Corso di laurea in Design della Moda, Angelo Sabbioni, referente del Laboratorio Modelli per la Moda e Maglieria del Dipartimento di Design per presentare il progetto di Ricuciamo Bovisa. Giovanni Conti si è detto subito favorevole ad una collaborazione sull’attività di maglia portando i suoi studenti del laboratorio di sintesi a lavorare

Immagine 3.3Presentazione C’è Spazio per Tutti, Coltivando e il Sabato della Bovisa, Polisocial meets Siena Italian Studies, 2013

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“a livello locale, è stato necessario individuare sia degli attori da mettere a sistema nell’evento sia dei canali di comunicazione”

insieme con le signore di Bovisa creando un binomia creatività-manualità interessante. Angelo Sabbioni ha dato la disponibilità dei filati del laboratorio di Maglieria garantendo il materiale necessario per l’attività. Per problemi assicuratici e di sicurezza non viene accordato l’accesso al laboratorio di Moda e Maglieria per persone non abilitate all’utilizzo dei macchinari.Nell’ambito del comune di Milano sono in corso le procedure per richiedere il patrocinio di circoscrizione per l’iniziativa che diventerà effettiva nel mese di Maggio.

All’interno del quartiere Bovisa, a livello locale, è stato necessario individuare sia degli attori da mettere a sistema nell’evento sia dei canali di comunicazione per la promozione e la diffusione delle informazioni.

AssociazioniLina Scavuzzo di ASF – Architetti Senza Frontiere – ha contribuito in questa fase aprendo un canale di comunicazione con le associazioni della Zona 9 integrandolo con altre ricerche sulle associazioni che operano a Bovisa. Il coinvolgimento di associazioni interessate a prendere parte all’iniziativa è sempre aperto.In particolare si voleva trovare un’associazione che si occupasse della ginnastica di Summer in Motion. Dopo un’analisi approfondita sulle diverse possibilità si è preso contatto con il circolo arci il Vaso di Pandora2 che ha sede in via Tartini 38. Le Attività che vengono svolte nel circolo hanno l’obbiettivo di educare e sensibilizzare le persone verso una migliore gestione della propria vita e del proprio corpo, accrescendo la consapevolezza delle proprie capacità di movimento ma anche di rilassamento e efficacia, tra cui yoga, qi gong e altre discipline di origine orientale ancora poco conosciute. A fine febbraio si è tenuto il primo incontro con la responsabile del circolo, la signora Silvia Marchesa Rossi, durante il quale è stato illustrato il progetto e il Vaso di Pandora ha accettato con entusiasmo di entrare a far parte del sistema concordando con loro quale tipo di attività era più adeguata da proporre considerate le strutture del Politecnico.

Livello locale

2 | Informazioni sull’associazione il Vaso di Pandora: www.vasodipandora.it

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ScuoleUna seconda area di diffusione è stata negli asili del quartiere Bovisa e nelle tre scuole primarie e secondarie di primo grado della circoscrizione: - L’elementare Bodio Guicciardi3 con i due plessi scolastici che formano la scuola “Marie Curie”, con sede in via Guicciardi 1 e la scuola “G. Leopardi” con sede in via le Bodio 22 - L’istituto comprensivo Scialoia4 Via Scialoia 21, formato dalla scuola dell’infanzia, la scuola primaria e secondaria di primo grado - Istituto comprensivo Rinnovata Pizzigoni5, via Castellino da Castello 10, formato dalle scuole primaria e secondaria di I grado, dislocati in tre distinti edifici

Biblioteca BaldinucciLa biblioteca Baldinucci è la biblioteca della Zona nova Dergano-Bovisa, di via Baldinucci 76, un servizio locale che potrebbe essere coinvolto per l’iniziativa Bo-Legge di book-sharing. La biblioteca partecipa al progetto “Ci vediamo tutti in biblioteca”6 del Comune di Milano che promuove la coesione sociale, il dialogo interculturale e intergenerazionale per vincere l’isolamento sociale, abbattere i pregiudizi, sostenere processi di integrazione e stimolare l’immaginazione e la creatività.

I mercati RionaliSono stati individuati due mercati rionali di Bovisa:- Il mercato di Via de Capitani, piazza Bausan del mercoledì- il mercato di via catone, parallela di via Imbriani, del venerdìSono entrambi due canali ad altissimo potenziale comunicativo per diffondere la notizia direttamente agli abitanti del quartiere, specialmente al target di pensionati e nonni con nipoti.

Attività commercialiI commercianti diventano un buon canale di comunicazione nel quartiere. Il panettiere, il macellaio, la parrucchiere sono infatti luoghi molto frequentati da diversi target di utenti e riescono a diffondere il messaggio tramite passaparola.In Bovisa ci sono due tre tipologie evidenti di attività commerciali:- I negozi che orbitano attorno all’università - I negozi storici di Bovisa da piazza Bausan, via Imbriani, via Tartini- I negozi aperti da immigrati di origine nord africana e cineseA loro si chiede principalmente l’affissione del manifesto dell’evento e di distribuire ai clienti le cartoline promozionali.

3 | Informazioni scuola elementare Bodio Guicciardi: www.elementarebodioguicciardi.mi.it4 | Informazioni istituto Scialoia: www.icscialoia.gov.it5 | Informazioni istituto Rinnovata Pizzigoni: www.scuolarinnovata.it6 | Informazioni sull’iniziativa: www.tuttiinbiblioteca.it

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Mentre viene definito il palinsesto del primo evento vengono anche rivisti i singoli toolkit armonizzandoli all’immagine coordinata di - il Sabato della Bovisa – e scegliendo dei nomi in lingua italiana immediati. Le attività sono programmate dalle 10.30 alle 18.00, mentre il welcoming all’ingresso di via Candiani per dare informazioni ai fruitori si prevede dalle ore 10.00.

Definizione palinsestodell’evento pilota3.3

Immagine 3.4Visualizzazione della Timeline Scenario dell’evento in fase di progetto, 2013

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Summer in motion si trasforma in Sveglia all’ovale contestualizzandolo all’interno del campus nello spazio dell’ovale. Assieme all’associazione il Vaso di Pandora si decide che l’attività più opportuna sia quella del Qi Gong perché viene svolta in posizione eretta con le scarpe senza dover sedersi per terra. Il Qi Gong pratica cinese antica che permette di riequilibrare il corpo e di raggiungere uno stato di rilassamento in tempo abbastanza breve. Attraverso le sue tecniche di autodisciplina e allenamento regola la circolazione energetica dell’uomo. I tre stadi sono: Tiao Shen -regolare e armonizzare i movimenti del proprio corpo- Tiao Xi -regolare e armonizzare il proprio respiro- Tiao Xin -regolare e armonizzare il proprio cuore, la propria energia- Tutti possono praticare con facilità questa disciplina dai movimenti lenti e rilassantiSi decide che il momento migliore è aprire la giornata con questa attività, dando la sveglia con l’esercizio fisico e la meditazione. . In caso di freddo o mal tempo l’attività verrà spostata al piano -1 dell’edificio B8.

h 10.30 “Sveglia all’Ovale”Una lezione gratuita all’aperto, nello spazio verde dell’Ovale, di Qi Gong, attività fisica che si basa su meditazione, concentrazione mentale, controllo della respirazione. Tenuta dall’associazione “Il Vaso di Pandora” di Dergano/Bovisa.

Sveglia all’Ovale!

Immagine 3.5Lezione di Qi Gong a il Sabato della Bovisa, 13 Aprile 2013

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Dal toolkit di Ricuciamo Bovisa viene selezionato -Attacca Bottone- integrandolo con After Work Niti Party che si trasforma nel più semplice Knit Caffè. L’attacca Bottone è l’attività di riparo abiti fatta dalle signore di Bovisa per gli studenti del Politecnico che hanno bisogno di riparare i loro vestiti segiota da parte del gruppo di PSSD che aveva progettato il toolkit.Il Knit Caffè nasce in collaborazione con Giovanni Conti, come citato in precedenza, che coinvolge gli studenti di moda a collaborare con le signore appassionate di maglia della Bovisa e dintorni. L’attività viene seguita dalle due assistenti di Conti, Laura Vicelli e Noemi Grazia Gentili. Per facilitare la creazione delle coppie studente e signora, si progetta un piccolo happening per rompere il ghiaccio: le signore e le studentesse vengono invitate a pescare delle carte e a formare le coppie per iniziare il lavoro. Lo scopo dell’attività è quella di creare ad ogni appuntamento piccoli oggetti a maglia che, uniti insieme, andranno a creare un installazione che verrà esibita nell’ultimo appuntamento. L’attività viene disposta nell’edificio B8 davanti al laboratorio di Maglieria per creare una connessione con i laboratori di moda dell’università.

h.11.30 “Ricuciamo Bovisa” edificio B8Lavoro a maglia con gli studenti del laboratorio di sintesi finale in design della Maglieria, del Corso di laurea in Design della moda al “Knit caffè” per creare piccoli oggetti e iniziare un’installazione che verrà esposta nei successivi appuntamenti. In parallelo, “Attacca Bottone”: maglione sfilacciati, pantaloni a cui è saltato il bottone, t-shirt strappate? Insieme alle “sciure della Bovisa” si impara a rammendare!

Ricuciamo Bovisa: Attacca Bottone e Knit Caffè

Immagine 3.6Materiale di Ricuciamo Bovisa

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Si decide che Coltivando per il primo evento propone l’attività dei bambini nell’orto che nel far piantare dei fiori sulle collinette vicino all’orto nel grosso prato tra l’edifico B9 e via Candiani. Ad ogni bambino vengono dati guanti, palettina e fiore con la missione di piantare la pianta dove pensa sia meglio insegnado in questo modo il rispetto per la natura e coinvolgendolo in un’azione pratica. Al termine della incarico gli viene rilasciato l’attestato di piccolo ortista che certifica l’esito positivo della missione creato in collaborazione con Paola Russo che si occupa di Coltivando. La comunità di Coltivando e i genitori sono invitati a partecipare seguendo i bambini e divertendosi con loro. In caso di brutto tempo si decide che verrà fatta un’attività di conoscenza e disegno sui fiori in un aula dell’edificio B8.

h. 14.30 “babyColtivando” all’orto a ridosso di Via Candiani 72“Coltivando - L’orto conviviale del Politecnico di Milano”, inaugurato a ottobre 2012, propone un laboratorio didattico sperimentale per i bambini delle scuole elementari.

babyColtivando

Immagine 3.7Inaugurazione Coltivando a C’è Spazio per Tutti, 2012

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Bo-Legge, il book sharing, viene installato in due punti del Campus: l’installazione permanente nell’edificio B8 al piano -1 davanti alle macchinette del caffè per creare un piccolo ma accogliente angolo di lettura. Il secondo punto allestito per la durata dell’evento è la passerella coperta tra gli edifici B8 e B9, come in C’è Spazio per Tutti 2012. Oltre ad accogliere le persone per tutta la giornata si invita il giovane scrittore Mario De Rosa a leggere un suo brano tratto dal libro “Il festival dei cerotti” per inaugurare il book sharing permanente. La lettura in caso di bel tempo verrà fatta fuori, in caso di freddo o pioggia sarà nello spazio Bo-Legge edificio B8 al piano -1.

h. 16.30 “Bo-Legge” edificio B8 e area fra edifici B8-B9Inaugurazione del book sharing nell’edificio B8 e lettura pubblica all’aperto con lo scrittore Mario De Rosa.Si possono scambiare libri che non si leggono più e prenderne altri lasciando una traccia, un consiglio, un commento al prossimo lettore.

Bo-Legge

Immagine 3.8Installazione Bo-Legge a C’è Spazio per Tutti, 2012

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Definiti palinsesto e location si passa alla fase delicata di preparazione e gestione dei servizi che comprendono l’evento atteso, l’evento realizzato e l’evento ricordato.In questa fase ci si occupa della:

• Comunicazione e promozione• Formazione e organizzazione del team• Progetto di welcoming• Gestione materiali

Management dell’evento3.4

Come si è visto ed abbiamo sottolineato più volte l’aspetto comunicativo e di promozione è in assoluto il punto chiave per la buona riuscita dell’evento: più si diffonde la notizia più la notizia è diffusa.La comunicazione tradizionale avviene attraverso cartoline e poster in evidenza nelle attività commerciali del quartiere Bovisa, nella biblioteca Baldinucci, nelle scuole della circoscrizione che abbiamo descritto in precedenza. Un primo volantinaggio al mercato di mercoledì 6 Marzo viene fatto da me con l’aiuto di Sara Mustillo e Paola Russo sotto una pioggia abbastanza insistente. Alcune persone sono interessante, altre si allontano infastidite, alcune sanno già dell’iniziativa, altri ancora avevano già partecipato a C’è spazio per Tutti. Riusciamo a distribuire circa 200 cartoline. Per il mercato di mercoledì 13 Marzo, la stessa settimana dell’evento, si è deciso di fare un piccolo happening spiritoso rivisitando la poesia “il sabato del villaggio” di Leopardi in chiave

Comunicazione e promozione1

1 | Il materiale relativo alla promozione e alle pubblicazione è visibile all’indirizzo: www.facebook.com/ilsabatodellabovisa

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2 | Rivisitazione de il sabato del villaggio di G. Leopardi per l’happening al mercato in Bausan di mercoledì 13 marzo 2013

scherzosa trasformandola nel - Il Sabato della Bovisa -. Dopo aver distribuito un buon numero di cartoline, armati di microfono in un piccolo gruppo di una decina di persone, è stata fatta la decantazione attirando l’interesse di clienti del mercato e passanti. È stato un momento divertente sia per il team che per le persone che si sono trovate coinvolte. Nel cerchio dei curiosi una mamma filmava col telefonino la performance di Nicolò Merendino che ha recitato la poesia sotto una leggera pioggerella: ma come si dice promozione bagnata, promozione fortunata! La comunicazione cartacea è stata integrata con l’indirizzo mail [email protected] e la pagina facebook mi piace dalla natura leggera per la diffusione di notizie up to date con foto, post e video. In poco tempo si è arrivati a quota 100 like destinati a crescere rapidamente.L’evento viene inoltre è stato pubblicato su:- Siti e social media di ateneo (Politecnico di Milano, Scuola del Design. Polisocial, Fondazione Politecnico)- SurviveMilano- AsideDesign blog e la pagina facebook- All event in Milano- Blog scuola don OrioneLa comunicazione alla rete di associazione viene fatta attraverso una mail da Lina Scavuzzo di ASF, per invitare chi è interessato a venire durante la giornata e a proporre nuove collaborazioni.Si è rilasciata inoltre un intervista al programma Tell Me Why di Poli.Radio spiegando in dettaglio l’iniziativa e i laboratori e le attività dell’evento pilota e pubblicando successivamente il podcast sulla pagina facebook.Le alte potenzialità dei social media come mezzi di comunicazione diventano evidenti quando il target che si vuole includere all’evento sono giovani o adulti che utilizzano frequentemente internet e facebook: l’evento riesce infatti ad avere una diffusione a network in pochissimo tempo coinvolgendo un numero sempre in crescita di interessati.Data l’azione locale e il coinvolgimento anche di target più anziani è giusto combinare i due aspetti offline e online di promozione. Il passaparola risulta essere sempre lo strumento più efficace.

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Della Bovisa vengon all’università, alla metà del mese,

gli abitanti del quartiere; tutti van alla lezione di Qi Gong,

onde, siccome suole, risvegliarsi essi si apprestan per il sabato, il dí di festa, il corpo e il cuor.

Siede a filar con le studentesse al Knit Caffè la vecchierella,

con la sposa e la sorella; e insegnando vengono della loro arte,

alle giovani designer, - non chiamatele sarte! -

che ancor non sanno attaccar bottone!Già tutta l’aria è pura,

torna azzurro il sereno, e arrivano i bambini

allo splendor del sole.Or la squilla dà segno

della nuova attività che viene; e presso l’orto, a Via Candiani ridosso,

la folla freme.I fanciulli gridando,

durante il babyCcoltivando, all’orto del Polimi

imparano amando la natura!E intanto torna all’edificio B8,

fischiettando, lo scrittore, per leggere un passo d’autore!

si scambia il libro con un consiglio; e odo i bimbi saltellare, odo l’ago

della scìura, che ancora al Knit Caffè, s’affretta, e s’adopera

di finir l’opera prima del venir della sera.Questo di sette è il più gradito giorno,

pieno di vita e di gioia: domani tristezza e noia

recheranno le ore, e al campus animato ciascuno in suo pensiero farà ritorno!

Oh bovisiano scherzoso, cotesto campus

è un luogo d’allegrezza pieno, luogo per tutti, sereno,

che poco dista dal resto della tua vita!Venite, abitanti del quartiere; da oggi,

ogni mese!Altro dirvi non vo’; ma la vostra presenza non fatemi pregare!

il Sabato della Bovisa2

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Per tutta la durata dell’organizzazione dell’evento pilota non esisteva un vero e proprio team. Gli organizzatori dell’evento nella sua completezza sono stati io stessa e Davide Fassi. Altre persone che sono state coinvolte e hanno collaborato alla riuscita della promozione e dell’evento stesso sono state circa una quindicina in diverse fasi.Per la promozione al mercato come accennavo prima sono riuscita a formare un piccolo gruppo di dieci persone tra amici e studenti di PSSD del secondo anno.Per le singole attività si sono turnati degli studenti di PSSD che avevano partecipato a C’è Spazio per Tutti 2012 e collaboratori esterni:Per Sveglia all’Ovale l’istruttrice Silvia Marchesa Rossi che ha tenuto la lezione durante l’evento. Per Ricuciamo Bovisa “Attacca Bottone” Serena Leonardi, Dany Setyadi, Sofia Pinheiro, mentre per il Knit Caffè le due assistenti di Giovanni Conti Laura Vicelli e Noemi Gentili si sono rese disponibili a seguire l’attività nella giornata dell’evento. Per Bo-Legge Ludovica Vando, che a poi iniziato il tirocinio presso Polisocial entrando a far parte del team organizzativo di il Sabato della Bovisa.

Organizzazione del team

Immagini 3.9Promozione al mercato, di piazza Bausan, 2013

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Per babyColtivando la signora Agostina si è occupata dell’acquisto dei fiori e la comunità ha aiutato a seguire l’attività durante l’evento.Mentre l’attività di welcoming il giorno dell’evento pilota è stata coperta alla mattina da Sara Mustillo e Paola Russo e al pomeriggio da Elisabetta Rossi e Stella Cattani.Si sono rese necessarie circa una decina di persone sia in fase di preparazione sia durante l’evento stesso che in fase di smontaggio.

Il progetto di comunicazione e welcoming ha come obbiettivo accogliere e dare informazioni ai partecipanti all’evento sia attraverso un sistema di comunicazione grafica, sia con un infopoint.Sono stati individuati due punti strategici per invitare le persone all’interno del Campus: l’ingresso di via Durando 10 e l’ingresso di via Candiani 72 in prossimità dell’orto di Coltivando. Appeso alla recinzione di entrambi gli ingressi è stato collocato un poster formato A2. In aggiunta è stato collocato un tavolo con le cartoline dell’evento e un poster A3 che invitava a prendere una cartolina e raggiungere la location delle attività. L’ingresso di via Candiani 72, considerato ingresso principale per l’evento, era presidiato inoltre da due persone del team che esortavano ad entrare dando informazioni aggiuntive e offrendo delle mele ai visitatori.L’aspetto comunicativo per le singole attività è stato risolto attraverso poster A3 appesi o su dei supporti da collocare nel terreno con il logo e il nome dell’attività.

Riguardo ai materiali il budget è stato destinato su due tipologie principali: il materiale per la comunicaizione e il materiale per gli allestimenti.Per la comunicazione ci si è appoggiati per questo primo evento ad una copisteria esterna. Il costo per le stampe di cartoline, poster e altro materiale comunicativo è stato di poco più di duecento euro. Per quanto riguarda l’acquisto di materiale per gli allestimenti di Bo-Legge e i supporti per i poster è stata circa di cinquanta euro.Si sono poi volute offrire delle mele ai visitatori acquistate al mercato di Bausan spendendo circa venti euro.

Progetto di welcoming

Gestione materiali

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La fase di prototipazione ha l’obbiettivo di facilitare i progettisti a valutare e adattare i progetti in una fase ancora iniziale prima che siano coinvolte risorse ingenti. È possibile infatti testare le idee su piccola scala ad un costo contenuto per ottenere dei feedback immediati da parte degli utenti e perfezionare quindi la soluzione. Per questa fase si seleziona di solito un gruppo ristretto di persone, un campione rappresentativo dell’utente finale su cui testare il progetto. Nel mio caso la prototipazione era in realtà l’evento di inaugurazione de il Sabato della Bovisa, il primo di altri quattro eventi, tenutosi sabato 16 Marzo 2013. La prototipazione è stata fondamentale per capire e valutare le potenzialità del progetto, individuare i punti critici da risolvere nella fase successiva di definizione della soluzione finale. L’osservazione è avvenuta con due focus principali:

• testare l’aspetto organizzativo e comunicativo per gli organizzatori stessi dell’evento

• testare l’interesse dei partecipanti verso le singole attività proposte

I feedback sono stati raccolti in modo qualitativo informale chiacchierando semplicemente con i visitatori durante e dopo le attività. Successivamente, attraverso la pagina facebook, si è invitato a lasciare commenti e suggerimenti sulla giornata scrivendo alla mail [email protected]

Prototipazionedell’evento pilota3.5

La fase allestitiva si può dividere nella preparazione dei punti di welcoming e nell’allestimento delle location delle singole attività. Il team di circa cinque persone si è riunito verso le otto e mezza di una fredda, ma bellissima giornata impiegando circa un’ora e mezza per predisporre tutte le zone.

Allestimento

“È stato fondamentale per capire e valutare le potenzialità del progetto, individuare i punti critici da risolvere nella fase successiva di definizione della soluzione finale. ”

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I permessi per i materiali da utilizzare, come tavoli e sedie, e l’autorizzazione ad appendere la comunicazione visiva all’interno del campus sono stati preventivamente richiesti ed accordati con l’Area Gestione Infrastrutture e Servizi.Nei due ingressi di via Durando 10 e via Candiani 72, come già descritto, sono stati posizionati due cartelli appesi ai cancelli e due tavoli con cartoline e un poster fissati con il nastro adesivo per via del vento. Si è dunque passati a preparare l’area per Ricuciamo Bovisa davanti al laboratorio di Maglieria, allestendo lo spazio con tavoli e sedie, lo stendino con appesi i vestiti da riparare, il carello con i filati per la maglia. All’orto per l’attività di babyColtivando è stato preparato un tavolo da supporto per gli attrezzi da giardinaggio, i fiori e gli attestati del piccolo ortista.Gli allestimenti di Bo-Legge tra gli edifici B8 e B9 e al pianio -1 dell’edificio B8 erano stato predisposti nei giorni precedenti l’evento a cui sono stati aggiunti sedie e un tavolo per i lettori.

Alle 10.00 è iniziata l’accoglienza all’interno del Campus.Sveglia all’Ovale è cominciato alle 10.30. Visto il freddo pungente, nonostante il bellissimo sole, si è deciso di spostare la location dell’attività all’interno dell’edificio B8 al piano -1. Si è creata una curiosa situazione: il gruppo di più di una ventina di persone, guidato dall’istruttrice Silvia Marchesa Rossi dell’associazione il Vaso di Pandora, seguiva la lezione di Qi Gong accanto agli studenti incuriositi del Politecnico trovatisi di sabato a lavoravano ai loro progetti. Questo è proprio uno degli obbietti delle attività de il Sabato della Bovisa: creare curiosità in entrambe le comunità. In quella accademica abituata a fruire gli spazi del Politecnico in maniera tradizionale, sia negli abitanti di Bovisa verso il lavoro degli studenti.Alle 11.00 terminata la lezione di Qi Gong inizia il Knit Caffè. Una trentina di studentesse di moda e circa venticinque signore si sono riunite davanti al laboratorio di maglieria. Per rompere il ghiaccio e formare le coppie è stato pensato un piccolo gioco: le signore pescano una carta e si abbinano con una studentessa che ha pescato una carta uguale. In questo modo si facilita l’inizio del dialogo e si passa a sferruzzare.

Evento realizzato

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Immagini 3.10Sveglia all’ovale a il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013

Immagine 3.11 Knit Caffè a il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013

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Immagini 3.12babyColtivando a il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013

L’attività viene lasciata libera dalle coordinatrici. Ogni coppia può decidere quale punto, quale forma e che filato utilizzare. Si formano in realtà dei piccoli gruppi attorno al tavolo: c’è chi insegna, c’è chi impara e tutti sembrano divertirsi. Alla fine del proprio lavoro si metterà un cartellino con il nome della coppia che ha creato il pezzo che verrà in seguito unito agli altri per formare l’installazione del Knit caffè.L’attività di Attacca Bottone viene seguita da alcune signore che non volendo far la maglia decidono di dedicarsi a riparare i vestiti degli studenti. Verso le 14.00 si decide di chiudere entrambe le attività per la pausa pranzo e di ritrovarsi al prossimo appuntamento di Aprile.Nel frattempo la comunità di Coltivando, come ogni sabato, ha già iniziato a lavorare all’orto riempiendo le box in alluminio di terra per la coltivazione accolgiendo i curiosi che vogliono avere qualche informazione in più su Coltivando.La Rossa, il bar presente nel campus, ha dato disponibilità a tenere aperto il bar durante l’evento e diventa quindi il punto di concentrazione durante la pausa pranzo. Dalle 14.30 inizia babyColtivando. Bambini entusiasti di sporcarsi le mani nell’orto. Con guanti, ma anche senza e paletta scelgono il fiore che gli piace di più e corrono a piantarlo a tutta velocità. Aiutati dai genitori e i più grandi da soli, tornano in fretta, ma non per conseguire il diploma di piccola ortista, bensì per prendere altri fiorellini da piantare per affinare la tecnica.

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I bambini si divertono molto mentre i genitori chiacchierano tranquilli. L’attività dura per tutto il pomeriggio oltre le 16.30 previste fino a calare del sole.Alle 16.30 è fissato l’inizio della lettura del giovane scrittore Mario De Rosa per l’inaugurazione del book sharing. Si cerca di convogliare le persone dall’orto verso l’installazione di Bo-Legge, operazione tutt’altro che semplice. Le famiglie devono tener d’occhio i bambini che vogliono restare a giocare nel prato. Si crea un buon numero di persone interessate e si da il via alla lettura. Il brano è tratto dal libro “il festival dei cerotti”. Le persone sono attente a non farsi sfuggire una parola dell’autore sulla commuovente storia di due giovani dalla vita complicata. Il brano è breve, ma molto intenso e riesce a tenere alta l’attenzione e il coinvolgimento emotivo che sfocia in applauso alla fine della lettura. È il momento di domande e commenti sia su la lettura e sul book sharing Bo-Legge.Verso le 17.30 la giornata finisce, il campus si svuota tra saluti e arrivederci al prossimo appuntamento. Immagine 3.13

Lettura di Mario De Rosa a Bo-Legge, il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013

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Congedati i partecipanti alla fine delle giornata si è provveduto allo smontaggio e smantellamento dei materiali utilizzati. La durata di questa operazione è stata di circa un’ora. I tavoli e le sedie sono stati riposti nell’aula Ct 68 da dove erano stati presi, così come i poster comunicativi all’interno del campus sono stati rimossi. Il lavoro a maglia delle signore è stato preso in consegna per essere conservato per i prossimi eventi. Gli attrezzi e i guanti utilizzati dai bambini durante babyColtivando sono stati puliti e risposti nella casetta dell’orto da parte della comunità di Coltivando. Si è quindi smontato l’allestimento di Bo-Legge tra gli edifici B8 e B9 avendo cura di recuperare le corde, i libri e i cassetti che serviranno per i prossimi eventi. Entro le 18.30 è stato tutto sistemato.

Smontaggio

Immagini 3.14il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013

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“Il giudizio complessivo sull’evento pilota è stato molto positivo.”

Il giudizio complessivo sull’evento pilota è stato molto positivo. Gli ingressi in questa prima giornata sono stati circa 130 tra adulti, anziani e bambini. Più di quaranta contatti sono stati lasciati per ricevere informazioni sugli eventi successivi, da aggiungere agli ottanta già collezionati per i toolkit Bo-legge e Ricuciamo Bovisa a C’è Spazio per Tutti 2012 andando a creare la base di un network di partecipanti fissi a il Sabato della Bovisa.I feedback sono stati raccolti chiacchierando con i partecipanti durante la giornata dell’evento: il primo l’aspetto organizzativo e comunicativo, il secondo relativo alle singole attività, come migliorarle quali sono stati gli aspetti positivi e quali da migliorare. Una seconda richiesta di feedback è stata fatta attraverso la pagina facebook dell’evento richiedendo commenti, suggerimenti e proposte mandando una mail.

Risultati3.6

Per quanto riguarda l’organizzazione si è evidenziato la necessità di un team di volontari che aiutino nelle fasi di evento atteso per la promozione attraverso le attività commerciali, associazioni e durante il mercato per diffondere in modo più capillare l’iniziativa e creare azioni di attivismo all’interno nel quartiere. Il team si occuperà anche dell’allestimento e smontaggio e di creare un numero critico di persone durante l’evento stesso; come si sa più partecipanti ci sono più partecipanti arrivano. Il gruppo sarà di almeno una decina di persone che siano interessate al progetto e abbiamo voglia e entusiasmo di portare avanti un iniziativa di dinamismo sociale. Descriveremo in seguito la formazione del team.Sulla comunicazione si sono ricevuti feedback contrastanti: alcune persone erano entusiaste di aver trovato la locandina e

Aspetto organizzativo e comunicativo

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Immagine 3.15Momento di feedback con l’insegnante di Qi Gong a il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013

le cartoline in tutti i negozi, mentre altre dicevano che mancava proprio la comunicazione nei negozi di Bovisa. Su questo punto si è deciso di tenere come formato minimo il poster di dimensione A3 più visibile e di continuare l’affissione nei negozi di via Imbriani, via Tartini, piazza Bausan e più in generale il quartiere Bovisa sviluppando una google maps di attività commerciali che collaborino alla diffusione dell’iniziativa per facilitare l’ operazione.Si sta cercando di avere una maggiore diffusione per quanto riguarda pubblicazioni su giornali e blog locali e in radio. Per il prossimo evento del 13 Aprile l’iniziativa sarà pubblicata su MilanoSette, giornale di zona di Milano e andrà in onda un’intervista telefonica a Radio Lombardia al programma -Sarah un bel weekend-. Su Marie Claire sarà pubblicato l’evento del 4 Maggio 2013. È stata inoltre contattato il programma –si può fare- di Radio24 a cui Coltivando aveva già rilasciato un’intervista. Per quanto riguarda la comunicazione durante l’evento realizzato, data la dimensione vasta del Campus e il disorientamento per chi lo esplora per la prima volta bisognerebbe cercare di concentrare di più le attività e collocarle in posti visibili. Con l’arrivo della bella stagione sarà più facile e piacevole spostare le attività all’esterno creando una piazza centrale nell’ovale come punto di convergenza. Come suggeriva un partecipante con un feedback via mail sarebbe opportuno “creare un centro di attenzione permanente durante l’intera giornata, parallela alle singole attività, tale da trattenere le persone che hanno terminato l’attività di interesse o in anticipo per l’attività successiva.” (feedback signor Sergio). Potrebbe essere della musica che crei il sottofondo per chiacchierare e passare piacevolmente il tempo in attesa che inizi l’attività seguente.

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Sveglia all’Ovale con l’attività di Qi Gong ha avuto molto successo. Più di una ventina di persone hanno partecipato compreso un bambino. Il coinvolgimento de il Vaso di Pandora è stata una collaborazione vincente per entrambe le parti, loro hanno avuto l’occasione di promuovere le attività dell’associazione e il Sabato della Bovisa ha fatto il primo passo nel coinvolgimento di realtà locali nell’iniziativa che potrebbero portare ad altre future collaborazioni. Ai prossimi eventi quando si spera faccia più caldo l’attività verrà spostata all’ovale all’aria aperta acquisendo una maggiore visibilità.Ricuciamo Bovisa in questo caso era composta dalle attività parallele di Knit Caffè e Attacca Bottone. Al Knit Caffè hanno partecipato circa 30 studentesse del corso di laurea in design della moda e circa 25 signore di Bovisa e dintorni. L’attività ha avuto molto successo. Tra i consigli è arrivata la proposta di fare due gruppi: uno per chi deve imparare e uno dei già esperti. Per quanto riguarda l’Attacca Bottone non ha avuto molto successo perché mancava quel passaggio in più di creazione di un vero sistema funzionante studiando l’interazione tra studenti e signore. Si è deciso quindi di congelare l’attività e riproporla in un secondo tempo. babyColtivando si può dire che è stata l’attività col maggiore successo durante la giornata. La combinazione del target bambini con una attività manuale nell’orto è stata una strategia vincente. L’attività si estesa più a lungo della durata che era stata programmata e sia i bambini che le famiglie erano sodisfatte.A Bo-Legge, sebbene l’installazione fosse attiva per tutto il corso dell’evento per problemi di comunicazione con i partecipanti, si è riusciti a creare interesse nell’area solo nell’orario della lettura dello scrittore. La posizione nascosta dell’installazione l’ha isolata dal resto delle attività. Il passaggio coperto, infatti, tra gli edifici B8 e B9 non è visibile dall’estero perché rialzato. Una strategia che si potrebbe adottare è il posizionamento di un’altra attività vicino all’installazione, ad esempio il Knit Caffè, nel grande spazio vuoto tra gli edifici oppure ricreare l’installazione in un posto più centrale, come nello spazio attorno all’ovale appendendo i libri agli alberi. Nonostante ciò alla lettura del brano dello scrittore Mario De Rosa hanno assistito molti fruitori, circa una quarantina, godendosi il momento sotto al sole calante in una atmosfera davvero coinvolgente.

Interesse singole attività

Immagini 3.16 pagina accantoattività de il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013

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Il Sabato della Bovisa: la toolbox4.

Grazie alla prototipazione attraverso l’evento pilota è stato possibile fare molte considerazioni sia a livello generale che più in dettaglio sulle singole attività. Si va quindi definendo quello che ho deciso di chiamare toolbox di il Sabato della Bovisa che contiene una serie di elementi e strumenti che determinano il carattere dell’evento e permettono la messa in scena del sistema-evento stesso. La toolbox rifacendosi al format possiamo descriverla come un apparato di regole che determinano lo svolgersi dell’evento. Le caratteristiche sono alcune fisse, come la missione e gli obbiettivi che il Sabato della Bovisa si pone, altre flessibili, ad esempio il palinsesto fatto da contenitori-attività che vengono definiti di volta in volta valutando anche suggerimenti e collaborazioni di associazioni o gruppi locali.Il sistema finale è quindi un complesso meccanismo formato da più parti che devono collaborare tra loro in modo fluido e dinamico creando opportunità di socializzazione all’interno di uno spazio pubblico che è il campus Durando del Politecnico di Milano.

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C’è spazio per tutti al Campus Durando: Attività è laboratori aperti al quartiere!

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Mission Il Sabato della Bovisa è un sistema di eventi all’interno del Campus Durando del Politecnico di Milano che ha come obbiettivo ricostruire il legame fisico e culturale tra la comunità accademica e gli abitanti del quartiere.

Obbiettivi• Fruizione dello spazio pubblico del Campus Durando del

Politecnico di Milano

• Creazione di micro-comunità che condividono gli stessi interessi

• Scambio di conoscenze tra gli abitanti del quartiere e la comunità accademica in un clima di convivialità.

• Generazione di nuove dinamiche sociali all’interno del quartiere Bovisa e valorizzazione del territorio e delle positività locali

• Creazione di possibili nuove micro-economie legate alle al contesto locale

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Il palinsesto flessibile

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Grafico 4.1Palinsesto toolbox

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Grafico 4.2Materiali toolbox

Nel pacchetto di supporto per la messa in scena dell’evento sono presenti diversi strumenti e materiali che sono di volta in volta aggiornati e adatti alle necessità. Alla messa in opera del secondo evento si trovano:

• Format cartoline• Format poster• Press kit con comunicato stampa e invito web• Pagina mi piace facebook con più di 270 like• La do to list con i vari compiti • Google maps con i canali comunicativi come le attività

commerciali, le scuole, i mercati rionali• Mailinglist contatti dei diversi collaboratori agli eventi• Mailinglist contatti delle associazioni • Mailinglist dei contatti dei partecipanti abituali

Materiali della toolbox

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Per reclutare una squadra di volontari che già avessero già un background di sistema-evento e potessero facilmente entrar a far parte del progetto è stata fatta una call tra gli studenti del primo anno del corso di Laurea magistrale in Product Service System Design. Il giorno 28 marzo 2013 è stata presentata l’iniziativa descrivendo il sistema e l’evento di inaugurazione del 16 marzo. Le attività che sono richieste ai componenti del team sono:

• Un paio di riunioni prima di ogni evento• Promozione nel quartiere e all’interno del campus• La presenza il giorno dell’evento per seguire le attività• Collaborazione per l’allestirlo e lo smantellamento

Tra gli studenti ci sono stati diciotto interessati che entreranno a far parte del team in un sistema di turni.Gli organizzatori saranno fino all’evento di Luglio 2013 il docente Davide Fassi, io stessa Roberta Motter e la tirocinante presso Polisocial Ludovica Vando.

Team di volontari

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Immagine coordinata e comunicazione

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Immagini 4.1 Cartoline promozionaliil Sabato della Bovisa,16 marzo 2013

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Immagini 4.2 Materiale di welcoming il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013

Page 159: Il Sabato della Bovisa

Immagini 4.3Poster de il Sabatodella Bovisa, 16 marzo e 13 aprile 2013

Sveglia all’ovale! | ore 10.30Iniziamo con la lezione di Qi Gong tra esercizi e meditazione all’aria aperta

Ricuciamo Bovisa | edificio 8 | ore 11.30Fai la maglia al “Knit Caffè” e “Attacca Bottone” riparando i tuoi vestiti

C’è spazio per tutti al Campus:attività e laboratori aperti al quartiere!

Campus Durando del Politecnico Di Milano, ingresso via Candiani 72

[email protected] | pagina facebook: il sabato della bovisa

baby COLTIVANDO | all’orto | ore 15.30Spazio ai bimbi nell’orto di COLTIVANDO con un laboratorio creativo

Bo-Legge | tra gli Edifici B8 e B9 | ore 16.30Inaugurazione del book sharing con una lettura dello scrittore Mario De Rosa

Sabato 16 Marzo 2013 dalle ore 10.00

il Sabato della Bovisaal Politecnico di Milano

Page 160: Il Sabato della Bovisa

144

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4 |

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Immagine 4.4 Cartolina promozionaleSveglia all’ovaleil Sabatodella Bovisa, 13 aprile 2013

Ti aspettiamo a il Sabato della Bovisa!

Sabato 13 Aprile 2013 dalle ore 10al Campus Durando del Politecnico di Milano

il Sabato della Bovisaal Politecnico di Milano

Page 161: Il Sabato della Bovisa

145

Ti aspettiamo a il Sabato della Bovisa!

Sabato 13 Aprile 2013 dalle ore 10.00al Campus Durando del Politecnico di Milano

il Sabato della Bovisaal Politecnico di Milano

Immagine 4.5 Cartolina promozionaleColtivandoil Sabatodella Bovisa, 13 aprile 2013

Page 162: Il Sabato della Bovisa

146

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4 |

IL S

ABAT

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ELLA

BO

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TOO

LBO

X

Ti aspettiamo a il Sabato della Bovisa!

Sabato 13 Aprile 2013 dalle ore 10.00al Campus Durando del Politecnico di Milano

il Sabato della Bovisaal Politecnico di Milano

Immagine 4.6 Cartolina promozionaleKnit Caffèil Sabatodella Bovisa, 13 aprile 2013

Page 163: Il Sabato della Bovisa

147

Ti aspettiamo a il Sabato della Bovisa!

Sabato 13 Aprile 2013 dalle ore 10.00al Campus Durando del Politecnico di Milano

il Sabato della Bovisaal Politecnico di Milano

Immagine 4.7 Cartolina promozionalebaby Bo-Leggeil Sabatodella Bovisa,13 aprile 2013

Page 164: Il Sabato della Bovisa

Immagini 4.8 questa e pagina successivamomenti di il Sabatodella Bovisa,13 aprile 2013

il Sabato della Bovisa 13 Aprile 2013

Page 165: Il Sabato della Bovisa
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Page 167: Il Sabato della Bovisa

Il progetto è partito con l’intento di trasformare l‘evento annuale di C’è Spazio per Tutti in un appuntamento mensile che riuscisse a coinvolgere gli abitanti del quartiere Bovisa facendoli oltrepassare il cancello della ex Ceretti e Tanfani trasformatasi poi nel Politecnico di Milano. Durante l’evento di ottobre di C’è Spazio per Tutti ho avuto un’emozionante chiacchierata con un signore del quartiere che aveva lavorato per anni nella fabbrica e un giorno l’aveva vista chiudere e lasciata in stato di abbandono. Da quando aveva smesso di lavorare non era più entrato, non osava addentrarsi in quello che non riconosceva più come una parte del quartiere e una parte della sua storia. Quel giorno preso coraggio grazie ai giovani che lo invitavano a vedere come il campus fosse cambiato e nello stesso tempo rimasto uguale ha deciso di rivedere e rivivere parte della sua vita. Raccontava cosa si trovava nei singoli edifici e cosa facevano durante il lavoro. L’emozione nei suoi occhi si poteva toccare. L’obbiettivo di un progetto come il Sabato della Bovisa è restituire un pezzo di storia ai suoi abitanti attraverso la rinnovata fruizione di uno spazio che vive di nuovo vigore grazie all’università, ma che resterà per sempre una parte di storia da rispettare e ricordare. La scelta di un sistema-evento composto da diversi contenitori-attività mutevoli è lo strumento che meglio si adatta alla contemporaneità riuscendo a creare dei nodi fissi al tempo stesso variabili che hanno l’obbiettivo di creare delle micro-comunità indipendenti che si auto-gestiscano. L’obbiettivo è sicuramente ambizioso, ma è grazie alla natura sperimentale che si potenzia l’opportunità di innovazione sociale. Per comprendere la cultura nella quale ci si inserisce è stato necessario svolgere attività di ricerca a livello locale per capire le caratteristiche del quartiere, le problematiche, gli aspetti da valorizzare. Un aiuto fondamentale che si vuole evidenziare è stato dato dalla comunità di Coltivando appoggio, costante e certo per l’ancora nuovo e in crescita sabato della Bovisa.Le competenze che sono state necessarie alla creazione del sistema-evento sono management con un forte orientamento di strategic design, coperte senza particolari problemi crendo un mix vincente per il team de il Sabato della Bovisa.

Conclusioni e scenari futuri5.

Page 168: Il Sabato della Bovisa

152

Nell’immediato futuro si sperimenteranno le diverse proposte, alcune già arrivate, di associazioni e gruppi di persone interessate, e si verificheranno le possibilità di creazione di micro-comunità ad esempio attorno all’attività di Ricuciamo Bovisa che potrebbe trasformarsi in un vero proprio servizio interno all’università diretto da signore del quartiere. È difficile dare delle conclusioni definitive sul progetto. Si deve, infatti, considerare che la fine di scrittura di questa tesi avviene quando ancora il progetto è in progress. Il secondo evento de il Sabato della Bovisa sarà infatti sabato 13 Aprile in occasione della settimana del salone mobile e si potranno raccogliere ulteriori feedback e fare ulteriori riflessioni.Gli eventi mensili sono previsti fino a Luglio 2013 e di volta in volta si vanno definendo i palinsesti con le diverse attività come si è evidenziato nel palinsesto flessibile. Grazie al passa parola, alla formazione del team di il Sabato della Bovisa, al patrocinio con Comune di Milano e all’interesse dimostrato per il primo evento si prevede un successo incrementale che faccia riconoscere l’evento come un appuntamento da non mancare. Tra i nodi importanti ancora da risolvere si trova la definizione puntuale del gruppo di volontari con compiti specifici e definiti e la messa a sistema di un metodo di comunicazione diretto ed adeguato all’interno del team di volontari e degli organizzatori dell’evento. Si è riscontrato, infatti, la difficoltà di veicolare le informazione e la correttezza e l’effettività dei compiti svolti dal gruppo di volontari.Un altro punto fondamentale ribadito spesso durante la trattazione è la comunicazione e la promozione dell’evento all’interno del quartiere. Si potrebbe pensare ad un coinvolgimento maggiore delle realtà locali per dare eco all’evento, estendere la comunicazione tradizionale attraverso la distribuzione di cartoline anche il sabato per carpire un maggior numero di partecipanti. Individuare inoltre altri canali di diffusione: uno sarà il Comune di Milano che grazie al patrocinio dell’evento di Maggio, Giugno e Luglio metterà a disposizione i propri canali e permetterà una maggiore apertura anche delle scuole primarie e secondarie.L’ultimo aspetto fondamentale di cui abbiamo poco trattato durante le fasi di progetto è la messa a disposizione di un budget solido con cui prospettare un uso maggiore di risorse. Ad oggi infatti le spese vengono tutte destinate alla stampa del materiale comunicativo e sono coperte dall’area Comunicazione del Politecnico. Con un budget maggiore si può pensare a investire su aspetti attrattivi come una merenda social o espandere i canali di comunicazione.

Nell’immediato futuro

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5 |

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Page 169: Il Sabato della Bovisa

“La toolbox del sistema-evento è pensata per essere la più aperta possibile sia per trasformazioni in corso d’opera per il campus Durando sia per essere adottata da altre università”

Alla fine dei primi cinque mesi si riusciranno a fare delle considerazione più approfondite tenendo conto del panorama di tutti e cinque gli evento.Il mio desiderio è che quello che il sistema venga riproposto anche per la primavera/estate 2014, riletto con una chiave più consapevole che deriva dalla prima stagione. Le potenzialità per un’iniziativa sociale di questo tipo sono molteplici come abbiamo visto racchiuse sia dalla mission dell’evento sia dagli obbiettivi. La toolbox del sistema-evento, sebbene non possa diventare un manuale da seguire, è pensata per essere la più aperta possibile sia per trasformazioni in corso d’opera per il campus Durando sia per essere adottata da altre università, che con le opportune contestualizzazioni, possono seguire un esempio reale di apertura degli spazi universitari al quartiere. L’inserimento del progetto nel Desis Network facilita in questo senso la diffusione a livello internazionale. Nel contesto milanese ci sono già degli usi inusuali degli spazi universitari. Pensiamo infatti in occasione del salone del mobile come l’università statale si trasforma ogni anno diventato uno dei punti centrali per visitatori e professionisti. Si vuole quindi spingere a fare un passo in più, rendendo la fruizione degli spazi pubblici universitari una consuetudine per gli abitanti. Nel campus Durando si vedono già alcune mamme con passeggini durante la settimana di lezione chi sà se si riuscirà a trasformare questo enorme luogo in un punto di ritrovo effettivo per il dopo scuola dei bambini, come ritrovo per giocare a carte per anziani e così via, riuscendo finalmente a ricostruire quel legame fisico e culturale perduto tra le comunità accademiche e gli abitanti dei quartiere in cui le università si insediano. Un primo passo in questa direzione è stato fatto.

Orizzonti più lontani

Immagine 5.1Bambini che giocano a il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013

Page 170: Il Sabato della Bovisa
Page 171: Il Sabato della Bovisa

Allegati

Page 172: Il Sabato della Bovisa

SPAZIO

IL CAMPU

S È SEMPRE APERTO

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Allegato A1 questa paginaQuestionario per i partecipanti a C’è Spazio per Tutti 2012 frontepagina a fiancoretro

Page 173: Il Sabato della Bovisa

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Page 174: Il Sabato della Bovisa

SPAZIOGROUP NAME ________________

ACTIVITY NAME ________________

MAPPING THE EVENT

1) Which target did you identify for your activity?

Everyone

2) Which were the main objectives according to your target?

Children

Families

Young people

Old people

Discovery of the campus’ places

Socialization among neighbours

Socialization between students and neighbours

Building of something

Setting up of a durable activity

___________________________

3) Type of activity

Manual activity

Intellectual activity

Sport exercise

Creative design process

___________________________

Little manual / instructions

Material to do/build something

Intangible part (es. an activity that has to be done by an organizer)

Suggestions for the future

___________________________

4) Is it a toolkit?

Yes No

Why? ________________________________________________

5) From which part is it composed?

158

Allegato A2 aQuestionario studenti toolkit team (fronte)

Page 175: Il Sabato della Bovisa

SPAZIOGROUP NAME ________________

ACTIVITY NAME ________________

MAPPING THE EVENT

1) Which target did you identify for your activity?

Everyone

2) Which were the main objectives according to your target?

Children

Families

Young people

Old people

Discovery of the campus’ places

Socialization among neighbours

Socialization between students and neighbours

Building of something

Setting up of a durable activity

___________________________

3) Type of activity

Manual activity

Intellectual activity

Sport exercise

Creative design process

___________________________

Little manual / instructions

Material to do/build something

Intangible part (es. an activity that has to be done by an organizer)

Suggestions for the future

___________________________

4) Is it a toolkit?

Yes No

Why? ________________________________________________

5) From which part is it composed?

MAPPING THE EVENT

Yes No, it needs to be adapt

7) Can the toolkit be replicated in other context as it is?

6) Where it was located?

A specific point in the campus

More specific points in the campus

Spreaded in the campus

_____________________________

8) Was it a temporary activity (only during the event) or can it last over time?

It was temporary

It can last

It lasts until today

_____________________________

9) How many people approximately participated to your activity?

_____________________________________________________

_____________________________________________________

SPAZIO

___________________________

10) What feedback did people give to your activity?

but can be improved

11) Did people give you any suggestion or comments? What?

159

Allegato A2 bQuestionario studenti toolkit team (retro)

Page 176: Il Sabato della Bovisa

SPAZIOCOMMUNICATION & MANAGEMENT

MAPPING THE EVENT

1) Which was your role in the team?

Social networks responsible

2) Which were the targets you identify for the communication?

Video/photo

Communication/Advertising

Market happening project

Brochure & map design

Coordination of the team

____________________

___________________________

3) How did you try to reach them? (es. market, schools, etc..)

Little manual / instructions

List of social network with account and password

Folder containing all the materials used (es. brochure, pictrures, cards, etc..)

Suggestions for the future

___________________________

4) Did you develop guidelines for managing the communication team?

Yes No

5) If yes, from which part is it composed?

Children

Families

Young people

Old people

Children

Families

Young people

Old people

___________

160

Allegato A3 aQuestionario studenti team di comunicazione (fronte)

Page 177: Il Sabato della Bovisa

SPAZIOCOMMUNICATION & MANAGEMENT

MAPPING THE EVENT

1) Which was your role in the team?

Social networks responsible

2) Which were the targets you identify for the communication?

Video/photo

Communication/Advertising

Market happening project

Brochure & map design

Coordination of the team

____________________

___________________________

3) How did you try to reach them? (es. market, schools, etc..)

Little manual / instructions

List of social network with account and password

Folder containing all the materials used (es. brochure, pictrures, cards, etc..)

Suggestions for the future

___________________________

4) Did you develop guidelines for managing the communication team?

Yes No

5) If yes, from which part is it composed?

Children

Families

Young people

Old people

Children

Families

Young people

Old people

___________

6) Which was your role during the the event?

Welcome desk

Red chair pictures

Coordination of the team

____________________

____________________ MAPPING THE EVENT

7) Would you change something in the organization of the team during the event?

8) And during the whole workshop?

_____________________________________________________

_____________________________________________________

SPAZIO

____________________________________________

____________________________________________

____________________________________________

9) What feedback did people give to your activity during the event?

but can be improved

(es. difficulties in understanding the map)

10) Did people give you any suggestion or comments? What?

161

Allegato A3 bQuestionario studenti team di comunicazione (retro)

Page 178: Il Sabato della Bovisa

SPAZIOTEACHING STAFF

MAPPING THE EVENT

1) What did you notice could be improved in the organization of the course?

Defining the roles of the staff

2) What did you notice could be improved in the communication of the event?

Define more the schedule

Extend the course (time)

_____________________________

___________________________

Why? __________________________________________________

3) Do you think there was a lack of communication between staff and teams and among the teams?

Extend the course (time)

Use more the communication channels (es. association)

Yes

No

Use more the social network

Start the advertising at the market before

BEFORE

LAUN

CH

WORKSHOP

EVEN

T

- INTEREST AREAS DEFINITION - CONTACT CAMPUS SOSTENIBILE- SOCIAL NETWORK & ACCOUNT PREPARATION- POSTER & FLYER- STUDENT LIST- CONTACT WITH ASSOCIATIONS- GUIDELINES FOR COMMUNICATION TEAM

- PRESENTATION OF EXAMPLES - BRIEF- SUPERVISION- CONCEPT COLLECTIVE REVIEW- TOOLKIT COLLECTIVE REVIEW- REQUESTS MANAGING (LABS, LOGISTIC)

- KICK

OFF

- TEA

M CO

MPOS

ITION

- SUP

ERVIS

ION

- COL

TIVAN

DO- P

EOPL

E FEE

DBAC

K

162

Allegato A4 a Questionario staff docenti e assistenti (fronte)

Page 179: Il Sabato della Bovisa

SPAZIOTEACHING STAFF

MAPPING THE EVENT

1) What did you notice could be improved in the organization of the course?

Defining the roles of the staff

2) What did you notice could be improved in the communication of the event?

Define more the schedule

Extend the course (time)

_____________________________

___________________________

Why? __________________________________________________

3) Do you think there was a lack of communication between staff and teams and among the teams?

Extend the course (time)

Use more the communication channels (es. association)

Yes

No

Use more the social network

Start the advertising at the market before

BEFORE

LAUN

CH

WORKSHOP

EVEN

T

- INTEREST AREAS DEFINITION - CONTACT CAMPUS SOSTENIBILE- SOCIAL NETWORK & ACCOUNT PREPARATION- POSTER & FLYER- STUDENT LIST- CONTACT WITH ASSOCIATIONS- GUIDELINES FOR COMMUNICATION TEAM

- PRESENTATION OF EXAMPLES - BRIEF- SUPERVISION- CONCEPT COLLECTIVE REVIEW- TOOLKIT COLLECTIVE REVIEW- REQUESTS MANAGING (LABS, LOGISTIC)

- KICK

OFF

- TEA

M CO

MPOS

ITION

- SUP

ERVIS

ION

- COL

TIVAN

DO- P

EOPL

E FEE

DBAC

K

5) Regarding the space organization there was someting which could have been improved?

Welcome desks

Red chair point

The disposition of the activities outside

The disposition of the activities inside

____________________

How? ___________________________________________

MAPPING THE EVENT

_____________________________________________________

_____________________________________________________

SPAZIO

7) Did people give you any suggestion or comments? What?

4) Which targets do you think were not really involved during the event?

Old peole

Children

Family

Young people

Adults

___________

6) Which ativities in your opinion are toolkits?

Laborastorie

Punti Di Vista

Ricuciamo Bovisa

Bovisa Mission

Bo-legge 2nd Life 2

Coltivando Quanto Bovisano Sei?Politecnico di Milano

L’ORTO CONVIVIALE

163

Allegato A4 bQuestionario staff docenti e assistenti (retro)

Page 180: Il Sabato della Bovisa

“Il Sabato della Bovisa” è un evento presso il Campus Durando del Politecnico di Milano sviluppato dal POLIMI DESIS LAB del dipartimento di Design e promosso da Polisocial, che apre gli spazi del campus al quartiere Bovisa.

“Il Sabato della Bovisa” raccoglie il successo di “C’è spazio per tutti”, evento tenuto nel novembre 2011 e ottobre 2012, presentando una serie di iniziative per capire, osservare e far fruire uno spazio pubblico universitario alla cittadinanza innescando un processo di scambio di conoscenze tra abitanti e studenti in un clima di convivialità. Cinque sono gli appuntamenti mensili previsti fino a Luglio 2013 che coinvolgeranno gli studenti del Politecnico di Milano e le associazioni del quartiere in attività aggregative e servizi aperti al pubblico.

Si parte Sabato 16 Marzo 2013 dalle ore 10 conh 10.30 “Sveglia all’Ovale”Una lezione gratuita all’aperto, nello spazio verde dell’Ovale, di Qi Gong, attività fisica che si basa su meditazione, concentrazione mentale, controllo della respirazione. Tenuta dall’associazione “Il Vaso di Pandora” di Dergano/Bovisa.h.11.30 “Ricuciamo Bovisa” edificio B8Lavoro a maglia con gli studenti del laboratorio di sintesi finale in design della Maglieria, del Corso di laurea in Design della moda al “Knit caffè” per creare piccoli oggetti e iniziare un’installazione che verrà esposta nei successivi appuntamenti. In parallelo, “Attacca Bottone”: maglione sfilacciati, pantaloni a cui è saltato il bottone, t-shirt strappate? Insieme alle “sciure della Bovisa” si impara a rammendare! h. 14.30 “babyCOLTIVANDO” orto a ridosso di Via Candiani 72“Coltivando - L’orto conviviale del Politecnico di Milano”, inaugurato a ottobre 2012, propone un laboratorio didattico sperimentale per i bambini delle scuole elementari. h. 16.30 “Bo-Legge” edificio B8 e area fra edifici B8-B9Inaugurazione del book sharing nell’edificio B8 e lettura pubblica all’aperto con lo scrittore Mario De Rosa. Si possono scambiare libri che non si leggono più e prenderne altri lasciando una traccia, un consiglio, un commento al prossimo lettore.

il Sabato della Bovisa16 Marzo 2013 h 10-18Campus Durando – Politecnico di Milano, ingresso da via Candiani 72, Milano.

Un’iniziativa di POLIMI DESIS LAB – Dipartimento di Design, Politecnico di Milano www.desis.network.org Col supporto di POLISOCIAL – il programma di impegno e di responsabilità sociale del Politecnico di MilanoIn collaborazione con Roberta Motter, laureanda in Product Service System Design con l’aiuto degli studenti del corso di Laurea magistrale in Product Service System Design Si ringrazia il sistema dei Laboratori del Dipartimento di Design, Area Gestione infrastrutture e servizi, area comunicazione e relazione esterne del Politecnico di Milano, Giovanni Conti, Coltivando www.coltivando.polimi.it

il Sabato della Bovisaal Politecnico di Milano

Allegato A5 Comunicato stampail Sabato della Bovisa 16 marzo 2013

Page 181: Il Sabato della Bovisa

“Il Sabato della Bovisa” è un evento presso il Campus Durando del Politecnico di Milano sviluppato dal POLIMI DESIS LAB del dipartimento di Design e promosso da Polisocial, che apre gli spazi del campus al quartiere Bovisa.

“Il Sabato della Bovisa” raccoglie il successo di “C’è spazio per tutti”, evento tenuto nel novembre 2011 e ottobre 2012, presentando una serie di iniziative per capire, osservare e far fruire uno spazio pubblico universitario alla cittadinanza innescando un processo di scambio di conoscenze tra abitanti e studenti in un clima di convivialità. Cinque sono gli appuntamenti mensili previsti fino a Luglio 2013 che coinvolgeranno gli studenti del Politecnico di Milano e le associazioni del quartiere in attività aggregative e servizi aperti al pubblico.

Si parte Sabato 16 Marzo 2013 dalle ore 10 conh 10.30 “Sveglia all’Ovale”Una lezione gratuita all’aperto, nello spazio verde dell’Ovale, di Qi Gong, attività fisica che si basa su meditazione, concentrazione mentale, controllo della respirazione. Tenuta dall’associazione “Il Vaso di Pandora” di Dergano/Bovisa.h.11.30 “Ricuciamo Bovisa” edificio B8Lavoro a maglia con gli studenti del laboratorio di sintesi finale in design della Maglieria, del Corso di laurea in Design della moda al “Knit caffè” per creare piccoli oggetti e iniziare un’installazione che verrà esposta nei successivi appuntamenti. In parallelo, “Attacca Bottone”: maglione sfilacciati, pantaloni a cui è saltato il bottone, t-shirt strappate? Insieme alle “sciure della Bovisa” si impara a rammendare! h. 14.30 “babyCOLTIVANDO” orto a ridosso di Via Candiani 72“Coltivando - L’orto conviviale del Politecnico di Milano”, inaugurato a ottobre 2012, propone un laboratorio didattico sperimentale per i bambini delle scuole elementari. h. 16.30 “Bo-Legge” edificio B8 e area fra edifici B8-B9Inaugurazione del book sharing nell’edificio B8 e lettura pubblica all’aperto con lo scrittore Mario De Rosa. Si possono scambiare libri che non si leggono più e prenderne altri lasciando una traccia, un consiglio, un commento al prossimo lettore.

il Sabato della Bovisa16 Marzo 2013 h 10-18Campus Durando – Politecnico di Milano, ingresso da via Candiani 72, Milano.

Un’iniziativa di POLIMI DESIS LAB – Dipartimento di Design, Politecnico di Milano www.desis.network.org Col supporto di POLISOCIAL – il programma di impegno e di responsabilità sociale del Politecnico di MilanoIn collaborazione con Roberta Motter, laureanda in Product Service System Design con l’aiuto degli studenti del corso di Laurea magistrale in Product Service System Design Si ringrazia il sistema dei Laboratori del Dipartimento di Design, Area Gestione infrastrutture e servizi, area comunicazione e relazione esterne del Politecnico di Milano, Giovanni Conti, Coltivando www.coltivando.polimi.it

il Sabato della Bovisaal Politecnico di Milano

Al suo secondo appuntamento, “Il Sabato della Bovisa” si inserisce nella settimana de Il Salone del Mobile con una serie di appuntamenti “social oriented”

Sabato 13 Aprile 2013 dalle 10 alle 18 oltre 50 studenti internazionali offrono le proprie competenze al quartiere Bovisa:

h.10.00 - 11.00 “Sveglia all’Ovale!”Una lezione gratuita all’aperto, nello spazio verde dell’Ovale, di Qi Gong, attività fisica che si basa su meditazione, concentrazione mentale, controllo della respirazione. Tenuta dall’associazione “Il vaso di Pandora” di Dergano/Bovisa.h.10.00 - 18.00 “Coltivando –l’orto conviviale al Politecnico di Milano” ingresso via Candiani 72A “Coltivando - L’orto conviviale de l Politecnico di Milano” si costruisce l’area picnic e relax.h.11.00 - 13.30 “Ricuciamo Bovisa” al bar La RossaSi lavora a maglia con gli studenti del corso di Laurea in Design della Moda del “Knit caffè”al bar La Rossa .Imparare, consigliare, creare insieme.h. 14.30 -18.00 “babyBo-Legge” all’OvaleIl book-crossing si sposta all’Ovale e propone una lettura animata all’aperto per bambini e un laboratorio di creazione origami con materiale di riuso. In collaborazione con la Biblioteca Dergano/Bovisa

Per tutta la durata della giornata, sarà inoltre possibile visitare le mostra “Focus O n | Abet Laminati” (edificio 7) e “Alcantara Jewellery Design” (edificio 8) ._____________________________________________________________________________________

“Il Sabato della Bovisa” è un evento presso il Campus Durando del Politecnico di Milano sviluppato dal POLIMI DESIS LAB del di partimento di Design e promosso da Polisocial, che apre gli spazi del campus al quartiere Bovisa. Raccoglie il successo di “C’è spazio per tutti”, evento tenuto nel novembre 2011 e ottobre 2012, presentando una serie di iniziative per capire, osservare e f ar fruire uno spazio pubblico universitario alla cittadinanza innescando un processo di scambio di conoscenze tra abitanti e studenti in un clima di convivialità. Gli appuntamenti mensili sono previsti fino a Luglio 2013 e coinvolgeranno gli studenti del Politecnico di Milano e le associazioni del quartiere in attività aggregative e servizi aperti al pubblico.

13 Aprile 2013 h 10.00-18.00Campus Durando – Politecnico di Milano, ingresso da via Candiani 72, Milano.

Un’iniziativa di POLIMI DESIS LAB – Dipartimento di Design, Politecnico di Milano www.desis.network.org Col supporto di POLISOCIAL – il programma di impegno e di responsabilità sociale del Politecnico di Milano Da un’idea di Roberta Motter, laureanda in Product Service System Design con l’aiuto degli studenti del corso di Laurea magistrale in Product Service System Design Si ringrazia il sistema dei Laboratori del Dipartimento di Design, Area Gestione infrastrutture e servizi, area comunicazione e relazione esterne del Politecnico di Milano, Giovanni Conti, Coltivando www.coltivando.polimi.it, La Rossa bar, la Biblioteca Dergano/Bovisa, il Vaso di Pandora

165

Allegato A6 Comunicato stampail Sabato della Bovisa 13 aprile 2013

Page 182: Il Sabato della Bovisa

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BIBLIOGRAFIA

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LISTA GRAFICI

Grafico 0.1 Mappa origine del progetto, p.3

Grafico 1.1 Relazione tra qualità dello spazio pubblico e le attività che vi si svolgono, J. Gehl Cities for people, 2010, p.21, p.18

Grafico 1.2 Caratteristiche tantigibili e valori intangibili che definiscono lo spazio pubblico, What Makes a Successful Place?, Project for Public Spaces, p.19

Grafico 1.3 L’event experience: le tre fasi fondamentali, R. Rescinti l’event experience, 2008, p.19, p.38

Grafico 1.4 La progressione del valore economico, J. Pine, J. Gilmore, The experience economy, 1999, p.22, p.40

Grafico 1.5 Gli ambiti dell’esperienza, J. Pine, J. Gilmore, The experience economy, 1999, p.30, p.41

Grafico 2.1 Mappa integrata industrie 1980 e nucleo del quartiere Bovisa, F. Cognetti, Bovisa in una goccia, 2007, p.12-14, p.56

Grafico 2.2 Mappando l’evento, p.74

Grafico 2.3 Infografica feedback partecipanti a C’è Spazio per Tutti 2012, p.76

Grafico 2.4 Infografica feedback studenti: team toolkit, p.77

Grafico 2.5 Infografica feedback studenti: team di comunicazione, p.78

Grafico 2.6 Infografica feedback staff docenti e assistenti, p.79

Grafico 2.7 Sintesi dei valori generati dalla combinazione di luogo pubblico ed evento, p.82

Grafico 2.8 Visualizzazione delle opportunità, p.83

Grafico 2.9 Mindmap, p.84

Grafico 2.10 Costruzione degli scenari, p.85

Grafico 2.11 Matrice valutazione degli scenari, p.88

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170

Grafico 2.12 Tabella classificazione toolkit di C’è Spazio per Tutti 2011 e 2012 e Human Cities Festival, p.90-91

Grafico 2.13 Posizionamento toolkit nel sistema assiale individuale/collettiva partecipazione attiva/passiva, p.92

Grafico 3.1Contenitori-attività del palinsesto generale, p.101

Grafico 3.2 Mappa del sistema generale, p.104-105

Grafico 4.1 Palinsesto toolbox, p.136-137

Grafico 4.2 Materiali toolbox, p.138

LISTA ALLEGATI

Allegato A1 Questionario per i partecipanti a C’è Spazio per Tutti 2012, p.156-157

Allegato A2 a-b Questionario studenti toolkit team, p.158-159

Allegato A3 a-b Questionario studenti team di comunicazione, p.160-161

Allegato A4 a-b Questionario staff docenti e assistenti, p.162-163

Allegato A5 Comunicato stampa il Sabato della Bovisa 16 marzo 2013, p.164

Allegato A6 Comunicato stampa il Sabato della Bovisa 13 aprile 2013, p,165

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LISTA IMMAGINI

Immagini 1.1 Musée des possibles, Daily Tous le Jour, Montreal, 2010, p.20

Immagini 1.2 Adopter un arbre in Human Cities Toolbox, Saint Gilles, 2011, p.25

Immagine 1.3 Copia e incolla x Milano, pagina facebook, 2012, p.31

Immagini 1.4 Visualizzazioni del progetto del nuovo campus Bocconi di Sanaa, 2012, p.36

Immagine 1.5 Installazione ‘On space time foam’ di Tomas Saraceno, Hangar Bicocca, 2013, p.43

Immagini 1.6 da sinistra Pranzo Harvard community garden, prodotti della Standford community farm, coltivazioni alla Yale organic farm, p.46

Immagini 1.7 Human Cities Action-Walk workshop, Bruxelles, 2012, p.47

Immagini 1.8 Critical City Upload, Milano e Torino, 2012, p.48

Immagini 1.9 Segnaletica sperimentale, Esterni, p.49

Immagini 2.1 Quartiere Bovisa anni ‘50, da sinistra Fabbrica del gas, Casa cinematografica Armenia Films, via Durando Ceretti & Tanfani, p.55

Immagini 2.2 Zona Bovisa attuale, da sinistra, via Lambruschini, piazza Schiavone, piazza Bausan, p.59

Immagini 2.3 I Love Bovisa perché, scuola Bodio Guicciardi, 2012, p.61

Immagini 2.4 Passparverd, via Guerzoni, 2013, p.62

Immagini 2.5 Spazi in_attesi ASF, Parco Bassi, 2012, p.63

Immagine 2.6 C’è Spazio per Tutti, Campus Durando, 2011, p.65

Immagini 2.7 C’è Spazio per Tutti, Campus Durando, 2012, p.67

Immagine 2.8 Coltivando, Campus Durando, 2012, p.69

171

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172

Immagine 2.9 Campus Durando, 2013, p.70

Immagini 2.10 Lavori durante il corso di Temporary Urban Solutions, 2012, p.72

Immagine 2.11 Valutazione delle tipologia di attività secondo i target, 2012, p.81

Immagine 2.12 Scenario il Sabato della Bovisa, p.86

Immagine 2.13 Scenario Mappa il tour al Politecnico, p.86

Immagine 2.14 Scenario Politecnico open24h, p.87

Immagine 2.15 Scenario Lezioni di Politecnico, p.87

Immagine 2.16 Yoga in parks, Health Association and Yoga in daily life, 2011, p.93

Immagini 2.17 Ricuciamo Bovisa durante C’è Spazio per Tutti 2012, p.94

Immagini 2.18 After Work Niti Party, Ljubljana, 2011, p.95

Immagini 2.19 Bo-Leggedurante C’è Spazio per Tutti 2012, p.96

Immagini 2.20 Attività bambini durante C’è Spazio per Tutti 2012, p.97

Immagine 3.1 Schemi della costruzione della mappa del sistema, p.103

Immagine 3.2 Costruzione brand e immagine coordinata, p.106

Immagine 3.3 Presentazione C’è Spazio per Tutti, Coltivando e il Sabato della Bovisa, Polisocial meets Siena Italian Studies, 2013, p.109

Immagine 3.4 Visualizzazione della Timeline Scenario dell’evento in fase di progetto, 2013, p.112

Immagine 3.5 Lezione di Qi Gong a il Sabato della Bovisa, 13 Aprile 2013, p.113

Immagine 3.6 Materiale di Ricuciamo Bovisa, p.114

Immagine 3.7 Inaugurazione Coltivando a C’è Spazio per Tutti, 2012, p.115

Immagine 3.8 Installazione Bo-Legge a C’è Spazio per Tutti, 2012, p.116

Immagini 3.9 Promozione al mercato, di piazza Bausan, 2013, p.120

Immagini 3.10 Sveglia all’ovale a il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013, p.124

Immagine 3.11 Knit Caffè a il Sabato della Bovisa, 16 marzo

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173

2013, p.124

Immagini 3.12 babyColtivando a il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013, p.125

Immagine 3.13 lettura di Mario De Rosa a Bo-Legge, il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013, p.126

Immagini 3.14 il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013, p.127

Immagine 3.15 Momento di feedback con l’insegnante di Qi Gong a il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013, p.129

Immagini 3.16 Attività de il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013, p.131

Immagini 4.1 Cartoline promozionali il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013, p.140-141

Immagini 4.2 Materiale di welcoming il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013, p.142

Immagini 4.3 Poster de il Sabatodella Bovisa, 16 marzo e 13 aprile 2013, p.143

Immagine 4.4 Cartolina promozionale Sveglia all’ovale il Sabatodella Bovisa, 13 aprile 2013, p.144

Immagine 4.5 Cartolina promozionale Coltivando il Sabatodella Bovisa, 13 aprile 2013, p.145

Immagine 4.6 Cartolina promozionale Knit Caffè il Sabatodella Bovisa, 13 aprile 2013, p.146

Immagine 4.7 Cartolina promozionale baby Bo-Legge il Sabatodella Bovisa, 13 aprile 2013, p.147

Immagini 4.8 Momenti di il Sabatodella Bovisa, 13 aprile 2013, p.148-149

Immagine 5.1 Bambini che giocano a il Sabato della Bovisa, 16 marzo 2013, p.153

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I primissimi ringraziamenti sono dedicati a chi ha reso possibile la realizzazione di questo progetto di tesi, seguendomi nell’intenso e coinvolgente percorso, credendo nelle mie capacità e offrendomi l’occasione unica di organizzare il Sabato della Bovisa all’interno del campus Durando del PoliMi. Alle persone che hanno condiviso con me il periodo di tesi, e anche qualcosa in più, con le quali ho potuto costruire e mantenere una bellissima amicizia che spero continui a crescere nel tempo. A chi mi è stato accanto durante tutto il percorso da sempre, il mio punto fisso, e mi ha permesso di diventare la persona che sono oggi con i pregi e anche gli evidenti difetti.Alle quattro persone che nonostante il mio modo sfuggente di esprimere affetto sanno quanto siano fondamentali per me.Grazie alla persona che mi ha aiutato, supportato e sopportato in questi quattro anni e con la quale spero di condividere ancora molti anni insieme. I nomi non sono importati, conta solo l’immenso affetto che provo per loro.

GRAZIE...