il ruolo economico-sociale dei circoli cooperativi

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ASSOCIAZIONE REGIONALE CIRCOLI COOPERATIVI LOMBARDI IL RUOLO ECONOMICO-SOCIALE DEI CIRCOLI COOPERATIVI: EVOLUZIONI E PROSPETTIVE a cura di Gianni Gaboardi dicembre 2000

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Page 1: IL RUOLO ECONOMICO-SOCIALE DEI CIRCOLI COOPERATIVI

ASSOCIAZIONE REGIONALE CIRCOLI COOPERATIVI LOMBARDI

IL RUOLO ECONOMICO-SOCIALE DEI CIRCOLI

COOPERATIVI: EVOLUZIONI E PROSPETTIVE

a cura di Gianni Gaboardi

dicembre 2000

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Via l e Pa lman ova ,2 2 M i lan o t e l . 0 2 /2 8 4 56 2 69 fax 0 2 /2 8 476 8 9 e- ma i l : c i rc o l i co op @lomb ard i a . l egac oop . i t

I N D I C E

PREMESSA

CAPITOLO 1 LINEE GUIDA E OBIETTIVI DELLO STUDIO

1.1 L’esperienza sociale dei circoli cooperativi e le possibili evoluzioni

1.2 Cooperative analizzate: criteri scelti

CAPITOLO 2 I CIRCOLI COOPERATIVI OGGI

2.1 Una difficile ma interessante ripresa

2.2 La legge regionale n. 24/88 e gli investimenti

2.3 Le politiche sociali ed economiche

CAPITOLO 3 ANALISI DEI DATI RELATIVI AD UN CAMPIONE DI 15

CIRCOLI COOPERATIVI

3.1 Criteri scelti nell’analisi dei dati

3.2.Le strutture

3.3 Le attività commerciali

3.4 Le attività sociali, culturali e formative, sportive e ricreative

3.5 I soci e i frequentatori

CAPITOLO 4 TENDENZE E POSSIBILI EVOLUZIONI

4.1 Quale futuro?

4.2 Il circolo è una cooperativa sociale

4.3 Conclusioni

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PREMESSA

I circoli cooperativi presenti in Lombardia sono centri di ritrovo e di

aggregazione di grande tradizione e di forte valenza attuale, perché cercano

di soddisfare i bisogni di socialità e di solidarietà che si manifestano tra i

lavoratori , i pensionati , i giovani, gli emarginati e le fasce sociali più deboli ,

in particolare, nei quartieri periferici metropolitani e nei piccoli comuni.

I circoli cooperativi rappresentano, quindi, momenti significativi di

aggregazione, se si pensa alle situazioni di incomunicabilità e di solitudine

sociale presenti nelle grandi aree urbane di periferia e nei piccoli centri

abitati.

Essi svolgono una funzione economica e sociale e divengono sempre

più strutture polivalenti in cui l’anziano e il giovane (uomo o donna),

possono trovare occasioni non solo di svago ma anche di util ità sociale,

momenti, cioè, di aggregazione e di attività per combattere la solitudine.

Inoltre, i circoli più attivi, dimostrano la possibilità di offrire nuovi

servizi sociali ai soci e ai frequentatori e nuove occasioni di lavoro associato

a giovani cooperatori.

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CAPITOLO 1

LINEE GUIDA E OBIETTIVI DELLO STUDIO

1.1 L’ESPERIENZA SOCIALE DEI CIRCOLI COOPERATIVI E LE

POSSIBILI EVOLUZIONI

Ogni giorno, decine di migliaia di cittadini, in parte prevalente

pensionati, si ritrovano ed in molti casi permangono per numerose ore, nelle

sedi dei circoli cooperativi. Molti di essi partecipano alle più svariate

iniziative ricreative e culturali promosse dai soci più attivi dei circoli

medesimi.

Vi è quindi l’esigenza della difesa e dello sviluppo di queste esperienze

in quanto sedi di larghissima e reale socializzazione attiva di cittadini di ogni

tendenza politica o credo religioso.

L’impegno di queste società cooperative è continuo e dura 365 giorni

all’anno; ma è evidente che l’accelerazione, anche in termini quantitativi, del

presentarsi di nuove esigenze legate alla trasformazione della società, rende

sempre più difficile l’intervento sociale. Solo se esso continuerà a poggiare

fondamentalmente sulla attività volontaria e l’apporto della base sociale,

potrà essere garantito il futuro dei circoli.

Si pone, di conseguenza, l’esigenza di un maggiore riconoscimento

della funzione sociale svolta dal circolo cooperativo e quindi di azioni a

sostegno di tale funzione sociale. Lo scopo dello studio è pertanto quello di

analizzare quali servizi è opportuno che i circoli cooperativi offrano alla

collettività, identificandone l’utili tà e la socialità. Contemporaneamente deve

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rinforzarsi la consapevolezza che queste cooperative potranno continuare a

svolgere la loro funzione solo rafforzando anche la struttura economica.

Bisogna imparare a valorizzare le peculiarità e le particolarità di tanti

circoli cooperativi, nei quali la base sociale di lunga e solida tradizione,

riesce ad operare quasi totalmente in forma volontaristica e solidaristica. La

gestione economica di un patrimonio strutturale storicamente accumulato e di

un tipo di esercizio commerciale particolarmente impegnativo, sono pertanto

affidati ad un Consiglio di amministrazione volontario, che opera nel tempo

libero, di sera e dopo il lavoro, senza alcun interesse economico individuale e

solo per cogliere gli obiettivi della cooperativa e dei suoi valori nel

territorio.

Gli obiettivi dello studio sono pertanto sintetizzabili in alcuni aspetti

prioritari: 1) valutare il modo attuale di svolgimento del proprio ruolo da

parte dei circoli cooperativi; 2) il lustrare lo stato attuale dei servizi offerti

nel territorio ed analizzare un campione di circoli cooperativi per conoscere

“come” e “in che modo” si risponde alle esigenze sociali della cooperativa e

per identificare le situazioni particolarmente positive e quelle di crisi . Il fine

ultimo è di indicare interventi tesi a promuovere sviluppo e solidarietà; 3)

individuare le necessità di formazione, di assistenza e consulenza necessari ai

circoli cooperativi per qualificare i servizi offerti ai soci e ai frequentatori;

4) indicare come potrebbero evolvere i servizi offerti ai soci e ai

frequentatori anche attraverso una modifica degli statuti .

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Sia riguardo all’oggetto sociale che alla natura dello stesso corpo

sociale e degli scopi mutualistici bisogna pensare al futuro, se necessario

anche attraverso cooperative miste di lavoro ed utenza; valorizzare la

significativa funzione sociale dei circoli cooperativi per consentire

l’applicazione agli stessi delle norme della legge n. 381/91 sulla

cooperazione sociale.

*****

1.2 COOPERATIVE ANALIZZATE: CRITERI SCELTI

Lo studio si è proposto di analizzare alcuni dati significativi di quindici

circoli cooperativi. La scelta delle cooperative tiene conto dell’obiettivo di

visualizzare realtà territoriali diverse; da quelle delle periferie urbane della

città di Milano a quelle delle differenti realtà provinciali.

Ma non solo, i circoli sono stati scelti anche in modo da rappresentare

le diverse realtà economiche esistenti: da quelle in situazioni di crisi e che

hanno bisogno di un maggior sostegno, a quelle già consolidate e che possono

servire da stimolo ed esempio per lo sviluppo generale.

I dati sono stati raccolti dallo studio delle revisioni biennali a cui sono

soggette le società cooperative, dai bilanci relativi all’anno 1998 e dai

questionari appositamente predisposti dalla nostra Associazione regionale dei

circoli cooperativi lombardi.

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CAPITOLO 2

I CIRCOLI COOPERATIVI OGGI

2.1 UNA DIFFICILE MA INTERESSANTE RIPRESA

I circoli sono luoghi di importanti relazioni interpersonali e di

amicizia. La frequenza maggiore è quella dei pensionati che spesso vedono il

circolo come l’unico luogo che li valorizza in una società che sempre più li

emargina e non comprende il patrimonio di tradizioni che essi possono

trasmettere, sia alle nuove generazioni che nelle famiglie.

I pensionati sono, purtroppo, sostanzialmente esclusi dalla vita sociale,

e portati a rifluire verso un senso di inutilità che è poi anche l’anticamera

della solitudine. I circoli, r ispetto a queste indifferenze e insensibilità

sociali , sono luoghi dove esiste e si rinnova un comune sentire, basato sul

valore dell’uomo e della sua dignità, soprattutto quando è in difficoltà e

quando deve ritrovare nuovi interessi. Ma attenzione, anche molti giovani

manifestano un rinnovato interesse verso i circoli.

Ovviamente, le loro esigenze sono diverse da quelle degli anziani ed è

molto difficile conciliare le une con le altre. In diversi circoli cooperativi si è

tuttavia riusciti a far convivere diverse generazioni, con intelligenti polit iche

di ristrutturazione degli spazi e, soprattutto, attraverso la programmazione

dell’utilizzo degli stessi.

Molti circoli sono visti dall’esterno, da chi non li conosce, da chi non li

frequenta, come luoghi marginali, superati dalle mode, dai modelli di

relazione prevalenti . Indubbiamente, in diversi casi, le difficoltà economiche

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e finanziarie non hanno permesso di ristrutturare i locali e/ o di rinnovare gli

arredi, ma, in numerosi circoli, questo è avvenuto o sta avvenendo, spesso

con grandi sacrifici e soprattutto con l’impegno di molti soci volontari . Non

dobbiamo inoltre dimenticare che anche le att ività di svago, di gioco, di

impegno socio-culturale, sportivo, ecc., vengono svolte in modo volontario.

Questo straordinario impegno rappresenta una caratteristica distintiva

dei circoli e va sempre più stimolato per soddisfare le esigenze e i bisogni dei

soci e dei frequentatori. In questi ultimi anni si tende, inoltre, ad una

migliore qualificazione dei servizi erogati dai circoli . L’Associazione ha

svolto un ruolo di stimolo per qualificare l’att ività dei circoli

Questo orientamento riguarda la polit ica delle ristrutturazioni degli

spazi immobiliari e una maggiore sensibilizzazione dei consiglieri di

amministrazione, verso le att ività che devono sempre più caratterizzano i

circoli cooperativi, quali , appunto, quelle relazionali e sociali , ricreative,

culturali e sportive.

Si cerca di dar vita ad un maggior coordinamento delle att ività svolte e

ad una qualificazione dei servizi e a favorire, dove è possibile, una politica di

unificazione fra circoli. Una importante caratteristica dei circoli cooperativi

della Lombardia è la loro diffusione territoriale. I circoli cooperativi che

aderiscono alle due associazioni più consistenti sono oltre 600, dei quali 486

aderiscono alla Associazione Regionale dei circoli cooperativi di Legacoop.

Essi associano oltre 100000 soci. In questi anni, anche grazie alla legge

regionale n° 24/88, che all’art. 1 dice: “la Regione Lombardia riconosce la

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particolare e ri levante funzione economica e sociale dei circoli cooperativi

nonché i valori storico-culturali che essi rappresentano nella società

lombarda”, numerosi circoli hanno provveduto ad effettuare rilevanti

investimenti per continuare ad assolvere e dove è possibile implementare il

proprio ruolo di util ità relazionale per la collettività.

L’art. 2 della stessa legge, specifica che sono considerati circoli

cooperativi le società cooperative esercenti l’attività di somministrazione al

pubblico di alimenti e bevande e che sviluppano anche una rilevante azione

sociale attraverso iniziative ricreative, culturali, sportive e del tempo libero.

La legge regionale è chiara nella definizione dei circoli e li distingue in

luoghi di consumo e in spazi ricreativi e di sviluppo culturale. Queste

funzioni, come si è detto, sono in continuo mutamento e pongono sempre

nuovi problemi ai circoli. Se si prende in considerazione, ad esempio,

l’att ività di somministrazione di alimenti e bevande, si vede che ci si deve

misurare con una evoluzione continua della domanda che pone sempre più in

relazione i consumi con il loro valore simbolico e di mezzo dei rapporti

umani e della convivibilità.

Da una parte il lavoro e le sue mutazioni spingono ad una alimentazione

veloce e sbrigativa, ma, dall’altra, cresce l’esigenza di una alimentazione di

qualità ed equilibrata, in relazione al mantenimento dell’efficienza fisica e

dello stato di benessere. Anche se prendiamo in considerazione il circolo

come luogo del tempo libero, di creazione culturale, esso si distingue dalla

cultura prevalente, fortemente individualista. I circoli esistono per la cultura

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della solidarietà, dell’accoglienza, soprattutto verso chi vive rischi di

marginalizzazione sociale. Chi può disconoscere il ruolo che svolgono i

circoli nei quartieri popolari e periferici delle città e nei paesi, dove spesso

sono i soli o tra i pochi luoghi di aggregazione, di incontro per tanti anziani e

per i giovani dopo il lavoro o lo studio?

Le difficoltà per i pensionati ed i giovani di alcune zone della città di

Milano e dell’hinterland sarebbe ancora maggiore. Esiste la possibilità in

molte aree, a partire da quelle “dismesse”, di rilanciare una presenza sociale

nuova, consentendo l’inserimento di nuovi circoli .

Con alcune amministrazioni comunali è stato aperto un confronto per

avviare progetti di r ivitalizzazione di questi territori . Si tratta di considerare

anche gli aspetti sociali. Si vogliono, cioè, creare nuove occasioni di lavoro,

ma anche di svago, offrendo spazi per attività sociali ed occasioni di

confronto e crescita culturale. E’ necessario favorire la crescita di un

dibattito nella città di Milano e interrogarsi sulle cause del degrado e

dell’indifferenza diffusa. Il problema maggiore è quello del recupero dei

valori.

La gente è viva quando può comunicare e quindi occorre cambiare

registro e chiedere all’amministrazione comunale di non occuparsi solo dei

soliti miti aziendali . Si chiede che gli spazi, le aree dismesse, non vengano

pensate nel riutilizzo solo per le sfilate di moda, ma anche per i giovani. Si

chiede di innestare le memorie di Milano con le nuove tendenze, ma

soprattutto, di coinvolgere le persone attraverso un grande impegno di tutti i

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soggetti del volontariato, del cosiddetto “terzo settore” no-profit , dei centri

sociali , di quelle associazioni impegnate in modo così diffuso ed articolato

nella realtà sociale.

I circoli cooperativi vogliono contribuire, per quel che possono e con le

loro specificità, alla rivitalizzazione della vita sociale nella cit tà di Milano,

nelle periferie urbane, nei paesi e nei territori dove esiste una loro

significativa presenza.

*****

2.2 LA LEGGE REGIONALE N. 24/88 E GLI INVESTIMENTI

Gli investimenti effettuati in questi anni in numerosi circoli cooperativi

hanno permesso un loro rinnovamento sostanziale. La legge 24/88 ha favorito

questi investimenti, riconoscendo il ruolo storico di strutture che

appartengono ad imprese sociali cooperative, ma che sono sempre state

concepite come strumenti al servizio delle comunità locali .

Per l’approvazione di questa legge, i soci dei circoli cooperativi

avevano prodotto iniziative sostenute da migliaia di cittadini di ogni

generazione. La sua approvazione e gli stanziamenti erogati hanno permesso

di effettuare investimenti per oltre 60 miliardi. A questi si devono aggiungere

gli investimenti comunque fatti da altri circoli senza chiedere il contributo

regionale. Le risorse finanziarie previste dalla legge regionale n. 24 sono

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sempre più esigue. La percentuale dei contributi rispetto agli investimenti

effettuati è andata sempre più diminuendo e per l’anno 2000 non è stata

stanziata nessuna risorsa. Noi chiediamo infatti che vengano trovate delle

soluzioni al riguardo nel bilancio 2001. Nonostante le sempre più numerose

difficoltà esistenti nei circoli per far quadrare i conti, si assiste quindi ad una

coraggiosa politica di investimenti e di progettazione che guarda al futuro.

Per questo sono necessari più finanziamenti per i prossimi anni. La nostra

associazione chiede inoltre che vengano applicati, finalmente, anche gli

articoli 9 e 11 della legge, per permettere un ulteriore salto di qualità

nell’attività di promozione e formazione. Esiste infatti l’esigenza di mettere

in comunicazione le varie esperienze, di promuovere attività culturali

ricreative e di spettacolo, di attivare maggiori iniziative di formazione, di

qualificare le attività economiche, di incentivare il turismo locale nell’ambito

regionale o in altre regioni, ecc..

Sempre più, i circoli, si pongono in un’ottica progettuale. Le

ristrutturazioni, avvenute in questi anni, sono state finalizzate ad offrire

servizi di qualità per andare incontro alle richieste dei soci e dei non soci,

senza pensare di far concorrenza o di copiare i modelli dell’effimero, di quei

locali che aprono e chiudono tanto velocemente. Si cerca sempre di tenere in

considerazione i valori cooperativi che mettono al centro le persone e non il

profit to. Certo, anche le piccole imprese cooperative devono puntare e

puntano a gestioni economiche efficienti ma mettendole al servizio delle

comunità locali con spirito solidale, di mutualità.

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In questi circoli esistono le condizioni per un salto di qualità che va

favorito, soprattutto, nel campo della promozione socio-culturale, affinchè il

livello di qualità raggiunto in alcuni circoli, sia anche ad essi esteso.

Resta però molto da costruire. Sono tanti i circoli che sono nella fase in

cui per avviare un il rinnovamento è necessario trovare le risorse da investire.

Per queste realtà gli incentivi della legge 24 per la ristrutturazione dei locali

e/o l’ammodernamento degli arredi e delle attrezzature, sono di vitale

importanza e possono favorire e stimolare la predisposizione della

progettazione e degli investimenti.

*****

2.3 LE ATTIVITÀ SOCIALI ED ECONOMICHE

Le attività sociali, ricreative, sportive, culturali, di volontariato ed

altre ancora, sono organizzate anche in collaborazione con altre associazioni

presenti nei circoli . Infatti, sono più di 2000 le associazioni e gli enti

ospitati , spesso gratuitamente, nei locali dei circoli .

In modo del tutto volontario queste attività vengono incentivate e

coordinate dai consigli dei circoli. Le attività sociali sono prevalentemente

rivolte alla popolazione di età oltre il limite lavorativo della Lombardia.

Una stima porta a considerare che circa 200.000 anziani passano il loro

tempo libero giornalmente, organizzando la loro attività socio-ricreativa, nei

circoli . In misura inferiore, ma non meno importante, migliaia di giovani

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trovano nei circoli cooperativi le sedi delle loro attività sportive, ricreative,

culturali, di volontariato. Pertanto, grazie anche alle oltre 250 ristrutturazioni

che sono state attuate, i circoli cooperativi sono considerati luoghi di ritrovo

accoglienti per gli anziani ed i giovani. Le attività commerciali dei circoli

cooperativi sono quelle tipiche della somministrazione di alimenti e bevande.

Dalla somministrazione di questi servizi i circoli traggono i loro ricavi per

affrontare sia le spese generali di gestione sia quelle necessarie ad

incentivare le varie attività sociali che, appunto, le caratterizzano e

qualificano.

Tali servizi vengono erogati mediante la gestione di bar, trattorie,

mense inter-aziendali, sale da ballo, bocciodromi e campi per il gioco delle

bocce ed altre varie attività. Diverse sono le modalità di gestione delle

attività commerciali:

- l’autogestione di tutte o di parte delle attività commerciali;

- l’applicazione di contratti di lavoro dipendente;

- l’applicazione di contratti di lavoro autonomo a carattere coordinato e

continuativo;

- l’applicazione di contratti di affitto d’azienda per le sole attività di

ristorazione;

- l’applicazione di contratti d’affit to d’azienda dell’intera attività

commerciale del circolo.

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Le difficoltà nel reperimento del personale qualificato ha portato, negli

ultimi anni, ad una maggiore diffusione dei contratti d’affitto d’azienda

dell’intera gestione del circolo.

Tra le varie modalità di gestione si è diffusa l’applicazione di contratti di

lavoro dipendente o di lavoro autonomo per la gestione dell’attività di bar e

l’applicazione di un contratto d’affit to d’azienda per la gestione dei servizi di

ristorazione.

Le modalità di gestione sono gli aspetti più difficoltosi e più critici per il

buon funzionamento dei circoli cooperativi. Con riferimento all’occupazione,

diretta o indiretta, i circoli cooperativi offrono occasioni di lavoro a migliaia

di persone, contribuendo, in modo concreto, a dare risposte qualificanti in

chiave di formazione professionale. Un maggior impegno verso la ricerca di

una migliore qualificazione delle attività commerciali può e potrà

contribuire, in maniera determinante, allo sviluppo dei circoli cooperativi e

soprattutto delle att ività sociali .

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CAPITOLO 3

ANALISI DEI DATI RELATIVI AD UN CAMPIONE DI 15 CIRCOLI

COOPERATIVI

3.1 CRITERI SCELTI NELL’ANALISI DEI DATI

Nell’attuale situazione della imprese cooperative in forma circolistica,

sono state riscontrate situazioni difficili , dovute soprattutto alla mancanza di

ricambio generazionale del corpo sociale che aveva espresso, molti anni fa,

valori e idee realizzate in forma volontaristica e con forte impegno e passione

personale.

Il mutamento della società e dei valori anche economici che tale evento

ha portato, come conseguenza comporta spesso la difficoltà ad un ricambio

degli amministratori .

Si pone perciò l’esigenza di un’inversione di tendenza e di un

rinnovamento della base sociale insieme ad un intervento programmatorio e

di pianificazione sulle strutture edilizie, affinchè i circoli possano avere uno

spazio importante anche nel futuro: potranno così esprimere una proposta

sociale e culturale ancora attuale e, parimenti, rappresentare una struttura

economica ancora valida in una società in cui sembra esserci posto soltanto

per imprese di grandi dimensioni. I circoli cooperativi, pertanto, come alcuni

esempi dimostrano, possono, con opportuni interventi , diventare strutture

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polivalenti a prevalente interesse ricreativo-culturale e realtà autosufficienti

economicamente nell’esercizio commerciale.

Essi devono attrezzarsi per offrire, attraverso una più attiva

partecipazione dei soci, quelle attività ricreativo - culturali e quei servizi che

si ritengono util i ai cit tadini (giovani ed anziani) nelle singole realtà

territoriali .

Lo studio si è perciò indirizzato solo agli aspetti e ai problemi che i

circoli cooperativi immessi nel campione presentano, cercando di individuare

ogni elemento dell’esistente che possa rappresentare un punto di forza dello

sviluppo futuro. L’indagine ha messo in evidenza i seguenti elementi che si

ritengono indispensabili per valutare gli interventi per i l futuro:

- il numero dei soci e l’età degli stessi;

- gli spazi esistenti nell’immobile utilizzato e la ripartizione degli stessi tra

l’esercizio commerciale e le finalità r icreativo-culturali;

- il modo in cui avviene l’accoglienza quotidiana di soci e cit tadini;

- i tempi, l’articolazione e l’incidenza economica delle iniziative sociali;

- se e quali associazioni esterne di tipo ambientalistico, culturale, ricreativo

e assistenziale, sono ospitate o promosse nei locali della cooperativa e i l

rapporto tra i l circolo e queste associazioni;

- la t ipologia di tutte le iniziative sociali , dal tradizionale gioco delle carte

al biliardo, dal bocciodromo alla pesca, dalla musica al teatro, dalle

attività ricreative al ballo, dalle feste alle gare sportive, dalle

manifestazioni ambientalistiche alle mostre di pittura, ecc..

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- i dati sintetici della gestione economica;

- l’efficacia della gestione da parte del consiglio di amministrazione nelle

problematiche economiche e in quelle della socialità;

- il rapporto tra base sociale e consiglio di amministrazione;

- il rapporto tra i soci e i cittadini che util izzano o frequentano il circolo.

E’ importante sottolineare che dall’analisi dei bilanci si sono

riscontrate difficoltà nella gestione complessiva dell’esercizio commerciale

collegato al circolo.

Trattandosi, infatti, di strutture commerciali piccole e sovente deboli

(si tratta di servizio bar e, in molte occasioni, di trattoria e/o servizio di

ristoro per l’ora di pranzo), a volte la gestione economica si presenta difficile

per vari motivi ( tra cui il rapporto tra gli amministratori e il gestore del

servizio bar/ristoro).

Per questo è opportuno evidenziare:

- la tipologia della gestione dell’attività commerciale;

- dove e come si verifichino situazioni positive di bilancio;

- dove, invece, avviene il contrario;

- quali sono le cause gestionali che producono situazioni di crisi e quali

sono gli interventi che si prospettano per migliorare la gestione

economica.

*****

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3.2 LE STRUTTURE

I circoli cooperativi presi in esame, sono dislocati in diverse realtà

territoriali : due in zone semiperiferiche della città di Milano, sette in comuni

della provincia di Milano, uno nella città di Varese, due nella provincia di

Varese, uno nel centro storico di Bergamo, uno nella periferia della cit tà di

Mantova e uno nella cit tà di Lecco. Si è cercato di individuare un campione

abbastanza rappresentativo della variegata realtà circolistica.

La maggior parte degli edifici util izzati da queste cooperative sembrano

trovarsi in buone condizioni. I circoli proprietari degli immobili sono undici,

quindi circa il 73 per cento. Questa percentuale è simile a quella che riguarda

la generalità dei circoli e che si aggira attorno al 75 per cento. E’ da

sottolineare che nei 15 circoli interessati, oltre ai locali adibiti a bar e/o

trattoria, ovunque presenti, 11 possiedono ampi giardini, 7 sono le sale da

ballo, 11 i saloni e 6 i bocciodromi. In tutti gli 11 circoli proprietari di

immobili sono stati effettuati negli ultimi 5 anni degli interventi di

manutenzione e ristrutturazione; in particolare hanno riguardato l’impianto

elettrico, la r istrutturazione dei locali, l’impianto di r iscaldamento e quello

idraulico.

Oltre il 60 per cento di questi interventi sono stati finanziati attraverso

l’utilizzo degli utili derivati dall’attività dei circoli ed accantonati a riserva

indivisibile. Circa il 15 per cento sono stati effettuati attraverso un

contributo della Regione Lombardia. Gli istituti bancari ed i privati , rispetto

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a questo tipo di finanziamenti, hanno assunto un ruolo abbastanza marginale

e sporadico. I circoli considerati , si sono costituiti in misura maggiore nel

periodo del 2° dopoguerra, e precisamente: nove negli anni dal 1945 al 1956,

quattro dal 1973 al 1987 e due nell’anno 1922. E’ da notare che anche i

circoli che si sono costituiti in anni più recenti sembrano essere in perfetta

coerenza con quelle che sono state e sono ancora (anche se parzialmente

modificate) le finalità dei circoli: procurare ai soci ed alle loro famiglie un

luogo di convegno, di ricreazione e di divertimento; provvedere all’acquisto

ed alla produzione di generi alimentari di prima necessità per somministrarli

ai soci e ai consumatori alle migliori condizioni possibili; promuovere tutte

quelle iniziative che possono contribuire al miglioramento delle condizioni

economiche e sociali dei soci.

*****

3.3 LE ATTIVITÀ COMMERCIALI

La somministrazione di bevande ed/o alimenti è l’attività a cui viene

dedicato maggiore spazio. Oltre al 50 per cento della superficie è util izzata

per questa attività. Tutti i 15 circoli considerati possiedono la l icenza di

pubblico esercizio di bar e 11 quella di trattoria. I circoli che possiedono

contemporaneamente la l icenza di bar e di trattoria sono 12 e 9 anche quella

per intrattenimenti e spettacoli. L’attività di somministrazione è quella che

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permette, grazie anche all’impegno di soci volontari , di mantenere in vita

questi circoli. Nel 1998, 11 circoli chiudono l’esercizio con un utile e 4 con

una perdita. Le altre attività ricreative e culturali non sono state una fonte di

guadagno. Solo in un caso è risultata l’att ività commerciale prevalente. Si

tratta però di un circolo particolarmente attivo e creativo che si r ivolge

soprattutto a frequentatori di giovane età.

La conduzione diretta del circolo della sola somministrazione di

bevande riguarda 9 realtà. In questi circoli la gestione delle trattorie è invece

affidata, con un contratto di affit to d’azienda, a terzi. Cinque circoli, però,

gestiscono direttamente sia il bar che la trattoria. Si notano difficoltà nel

produrre utili dalle att ività commerciali. Esse sono di diverso tipo: da un

lato, le minori disponibili tà dei frequentatori , soci e non soci, dall’altro, un

aumento dei costi , sia di gestione che delle merci acquistate.

A tale riguardo, i circoli interessati , mettono in evidenza l’esigenza di

rafforzare gli strumenti consortili per ottenere dai fornitori prezzi più

contenuti sui beni acquistati. Esiste da anni, infatti, una cooperativa che

associa oltre 150 circoli e che si occupa di tale problema con qualche

risultato positivo, anche se ritenuto dai circoli consultati, insufficiente. Le

strutture e le attrezzature a disposizione dei circoli (locali , banconi,

tavoli ,ecc.) sono considerate adeguate da quasi tutti i circoli interessati . In

questi ultimi 5 anni gli acquisti si sono concentrati su attrezzature per il bar e

la cucina,il bancone, tavoli e sedie, macchine per il caffè, bicchieri e

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stoviglie, ecc.. Una delle note più dolenti, sembra essere quella che riguarda

la difficoltà nel r icercare bravi gestori per l’att ività di somministrazione.

Le insoddisfazioni per il contenzioso tra le parti sembra essere diffuso

in mancanza anche di una legislazione che regoli in modo più chiaro la

diversa natura dei rapporti di lavoro (autonomi o subordinati). Il fatturato

complessivo medio annuo dei circoli cooperativi presi in esame, è stato di £.

504.262.000. Si tratta di una cifra di tutto rispetto che però ha solo un valore

indicativo, in quanto si sono considerate delle realtà diverse, con fatturati

disomogenei in relazione alle attività svolte.

Nel campione, possiamo meglio precisare che 9 circoli , con un fatturato

che va da £ 180.766.000 a £ 721.876.000 sono confrontabili, perché

abbastanza omogenei in quanto svolgono attività economiche e sociali

abbastanza simili e si rivolgono a soci e frequentatori più anziani.

Altri tre circoli, con un fatturato che va da £ 1.178.187.000 a £

1.448.633.000, sono confrontabili perché gestiscono molte attività

commerciali e socio-culturali simili e rivolgono prevalentemente le loro

attività verso le giovani generazioni. Altri tre circoli sono particolarmente

impegnati nelle att ività sociali, ricreative e culturali e meno in quelle di

natura commerciale. Il loro fatturato varia da £ 174.941.000 a £ 290.018.000

e deriva, in parte, dalla riscossione degli affitt i di alcuni dei loro spazi

concessi a terzi (gestori delle attività di somministrazione, associazioni ed

enti).

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3.4 LE ATTIVITÀ SOCIALI, CULTURALI E FORMATIVE, SPORTIVE E

RICREATIVE

La finalità principale dei circoli, indicata negli statuti e come si è detto, è

quella di offrire ai soci, alle loro famiglie e ai cittadini, un luogo di

convegno e ricreazione. Come assolvono questa funzione i circoli esaminati

all’interno del campione ? Tutti i circoli esaminati organizzano diverse

attività ricreative tradizionali: il gioco delle carte, il gioco delle bocce, i l

calcetto, il ballo, i l bil iardo, le cene, le gite, l’animazione, vari giochi, ecc..

Accanto alle att ività ricreative, in nove circoli vengono organizzate iniziative

di carattere culturale, come ad esempio dibattiti, convegni, concerti musicali,

spettacoli teatrali e di cabaret, corsi di musica e su tematiche specifiche, gite

culturali e naturalistiche, ecc.. In otto circoli si praticano attività sportive,

anche in collaborazione con società ospitate nel circolo. Il tipo e il numero

delle iniziative più significative, organizzate nell’anno 1998 e indicate nei

questionari, sono state le seguenti: n. 46 spettacoli teatrali, n. 205 concerti di

musica,n. 411 serate o pomeriggi danzanti, n. 13 gite e viaggi, n. 12 corsi di

musica, n. 12 altri corsi , n .35 dibattiti, n. 18 discipline sportive, n. 27

cineforum, n. 63 feste n. 78 altre attività sociali .

Tra queste attività dobbiamo precisare che il teatro ha interessato tre circoli.

In uno di questi è presente una interessante scuola di cabaret dove si sono

affermati noti artisti comici, oggi professionisti. I concerti vengono svolti in

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sette circoli e in quattro superano le dieci iniziative annue. In un circolo si

sono organizzati 123 concerti di vario genere. Le gite e i viaggi sono stati

organizzati in dieci circoli e le feste in dodici.

In sette circoli si sono svolti dibattiti ed incontri su temi di attualità e

quattro circoli hanno organizzato cineforum. In sette circoli poi si sono

svolte numerose altre att ività, alcune molto interessanti , come le serate

enogastronomiche e per l’educazione al gusto, attività in collaborazione con

le scuole, ecc.. Va segnalata inoltre la forte richiesta di formazione. Infatti, 9

circoli chiedono corsi di aggiornamento, 3 per animatori, 6 per gestori bar e 4

per gestori di trattorie.

Inoltre 14 circoli su 15 sono d’accordo sull’istituzione di una scuola

professionale che risponda alle esigenze formative che si esprimono nel corpo

sociale e per migliorare la gestione delle varie att ività commerciali e sociali.

Un dato che emerge dall’analisi dei bilanci e dai colloqui con i

cooperatori riguarda il fatto che raramente le attività culturali e ricreative

rappresentano dei guadagni, anche se in diversi casi, incrementano le entrate

delle consumazioni al bar.

Nei circoli si discute molto e con pareri diversi sulle modalità che

possono permettere l’organizzazione dell’attività sociale e culturale, facendo

quadrare anche il bilancio. Qualcuno vorrebbe eliminare i bocciodromi,

qualcun altro invece propone di coprire i l campo da bocce o di ampliare la

sala da ballo, altr i propongono più dibatti ti, altr i ancora di aumentare i corsi

o le feste sociali, ecc.. La strada non è univoca, così come non lo sono le

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risposte dei cooperatori. Il dibattito sul tenere aperte o meno attività che

lavorano in perdita è forte, a volte vede aspre contese.

Il problema vero è quello che in realtà non esistono modelli di circolo.

Devono essere realtà economiche che si autofinanziano, magari

riconsiderando un po’ la polit ica del “tutto gratis” o quella di voler

accontentare tutti anche quando una attività non regge economicamente ?

Devono essere sempre di più dei centri di aggregazione e promozione

del pensiero cooperativo con un forte impegno in attività e servizi sociali ?

Non sono da sottovalutare, inoltre, i rapporti tra i circoli cooperativi e

le numerose associazioni no-profit che nei loro locali sono ospitate, quasi

sempre gratuitamente.

Nei 15 circoli presi a campione le associazioni presenti sono 56.

Spesso, in collaborazione con queste associazioni, i circoli svolgono altre

attività. Non si deve dimenticare inoltre, che tra le attività che i circoli hanno

organizzato in questi ultimi anni, molte rappresentano per essi una novità, e

questo testimonia una certa effervescenza e voglia di innovazione.

Sul versante dei problemi, si evidenzia la difficoltà ad aumentare la

partecipazione, l’att ività di un maggior numero di soci volontari.

Tra i problemi segnalati da alcuni cooperatori , vi è quello relativo agli

spazi da offrire ai giovani affinchè si autogestiscano le loro attività.

Inoltre, si ri tiene che le iniziative non siano adeguatamente pubblicizzate,

fatte conoscere all’esterno e ad altr i circoli.

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3.5 I SOCI E I FREQUENTATORI

La partecipazione dei soci alla vita della cooperativa sembra abbastanza

buona. Alcuni circoli si pongono il problema dell’aumento del numero dei

soci. Ma cosa può spingere un abitante del quartiere di una città o di un

piccolo comune, a divenire socio del circolo? Quali sono i vantaggi, visto che

non vi sono consistenti incentivi di tipo economico, né diversità di

trattamento, tra soci e non soci ? Forse il sentirsi parte di un gruppo ed utili ,

il rapporto di solidarietà sui valori comuni.

E’ importante riflettere sul ruolo e la condizione dei soci e stimolare un

confronto su questo punto, perché è un aspetto fondamentale al fine di un

consolidamento e sviluppo dei circoli . Tra le finalità primarie, alle origini, i

circoli si ponevano l’obiettivo di provvedere all’acquisto e alla produzione di

generi alimentari di prima necessità per somministrarli ai consumatori,

garantendo loro qualità e prezzo.

Con il passare del tempo questa finalità ha perso di importanza, è stata in

molti casi trascurata, anche perché svolta da altr i soggetti.

Ma, non si pone, forse, in termini nuovi, l’esigenza di garantire la

qualità dei prodotti , la salute dei consumatori, il contenimento dei prezzi?

Vi sono alcuni circoli che hanno scelto di valorizzare i prodotti

enogastronomici delle singole realtà locali e acquistano molti prodotti di

qualità da contadini che hanno ripreso a produrre con i metodi biologici e/o

biodinamici.

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In questi circoli, si programmano con continuità serate a tema, dove si

propongono piatti delle più diverse tradizioni locali e si organizzano

iniziative culturali e di educazione al gusto. L’esperienza di un circolo del

campione che ha fatto questa scelta, ha anche dimostrato la possibilità di far

convivere e dialogare, negli stessi spazi, persone di ogni generazione, dai

bambini ai più anziani. Esperienze preziose e rare ; difficil i da estendere ma

che dimostrano che vi sono dei terreni su cui tutto è possibile.

Ritornando ai soci ed al loro rapporto con il circolo, vi è da segnalare

una buona partecipazione alle assemblee di bilancio e, ancor di più, in

occasione del rinnovo delle cariche sociali. Nei circoli del campione i soci

sono 4251. Solo due circoli hanno meno di 150 soci. , sei circoli associano da

150 a 250 soci e sette da 250 a 680 soci. Gli amministratori con una età

inferiore ai 35 anni sono 12, tra i 35 e i 50 anni sono 42, tra i 50 e i 65 anni

sono 50 e oltre i 65 anni sono 33. Sono presenti, quindi, un po’ tutte le

generazioni, ma prevalgono gli anziani. Potremmo dire che il “socio tipo” è

un uomo sui 50 anni e che poche sono le donne e i giovani. Solo in 5 circoli è

presente almeno un giovane amministratore, in 11 circoli abbiamo la presenza

di amministratori con oltre 65 anni e la fascia di età che va dai 35 ai 65 anni,

è presente in tutti i 15 circoli. Un altro elemento da considerare, emerso nel

dialogo con i circoli e con l’Associazione, è quello che riguarda i

frequentatori dei circoli.

Il numero dei non soci sembra infatti essere circa il 50 per cento dei

frequentatori complessivi. Inoltre, una buona parte dei non soci, si rende

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disponibile nel lavoro volontario. Mediamente, nei circoli interessati, almeno

quattro persone operano gratuitamente per la cooperativa. Circa la metà di

questi volontari dedica alcune ore ogni giorno, gli altri qualche ora alla

settimana.

I volontari si occupano principalmente delle attività ricreative, in

alcuni casi anche delle attività di somministrazione. Vi è, dunque, un

notevole impegno e sicuramente, alla base di tanta disponibilità, ci sono delle

forti motivazioni.

Un problema da segnalare, riguarda la durata in carica dei presidenti. In

circa il 50 per cento dei circoli , i l presidente è in carica da oltre otto anni.

Quasi ovunque dedica tante ore di attività senza essere retribuito. Ciò

vale anche per i vice-presidenti. In sostanza, il ricambio degli amministratori

sembra essere abbastanza lento e questo frena spasso le esigenze di

rinnovamento.

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CAPITOLO 4

TENDENZE E POSSIBILI EVOLUZIONI

4.1 QUALE FUTURO ?

I circoli cooperativi offrono, spesso, sedi ad altre associazioni ed enti.

Molti di essi si aprono sempre più all’esterno, organizzano iniziative sociali

in collaborazione con altre associazioni; è questa una esigenza sentita

fortemente perché la visibilità esterna, le iniziative pubbliche e non rivolte ai

soli soci, servono a rilanciare e spesso a far sopravvivere il circolo. Infatti, là

dove si è socialmente attivi, vi è anche una partecipazione maggiore

all’att ività che si svolge negli spazi del circolo.

Anche oggi, come nel passato, il circolo vuole divenire sempre più il

luogo da cui partire per allargare il campo delle iniziative ed offrire anche

occasioni di lavoro nel sociale ai giovani.

Oltre al lavoro svolto nelle attività commerciali di gestione dei bar e

della trattorie, vi è la tendenza, in diversi circoli , a gestire att ività

socialmente utili direttamente o/e in collaborazione con cooperative sociali,

culturali e altre associazioni.

La nascita recente di alcune piccole società cooperative, sta favorendo

esperienze di lavoro che riguardano sia la gestione dei bar e delle trattorie

dei circoli , sia attività sociali e culturali, ricreative, sportive, di salvaguardia

ambientale.

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Su queste possibilità si cerca di aprire un serio confronto con gli enti

locali e le altre realtà sociali ed economiche. Il circolo cerca di stimolare il

dibattito, il diffondersi dell’importanza del lavoro associato, no-profit, in

alternativa anche, perché non dirlo, al diffondersi di un precariato che rischia

purtroppo di divenire la modalità di lavoro prevalente da offrire ai giovani. Il

lavoro associato deve invece maturare da una libera scelta delle persone, che

può derivare solo dalla condivisione di un progetto di lavoro e dalla

possibilità di realizzarlo attraverso una organizzazione aziendale più

democratica.

La forma cooperativa offre questa possibili tà, può permettere anche a

dei giovani cooperatori con poche risorse economiche, di gestire insieme una

attività che per molti di loro non sarebbe possibile avviare singolarmente.

Certamente, questa possibilità, non va solo individuata ma favorita,

stimolata, soprattutto dalle isti tuzioni pubbliche e dalla stessa cooperazione

nell’ambito delle proprie azioni solidali , non dimenticando mai l’art .45 della

Costituzione italiana che si esprime in questa direzione.

Molte risorse finanziarie oggi potrebbero essere dirottate per favorire la

nascita di imprese sociali, anziché sostenere imprese decotte, senza

prospettive. Il grave problema della qualità occupazionale è quindi la

questione su cui anche i circoli cooperativi si sentono direttamente

impegnati. Per favorire questo impegno è anche utile r ichiamare alcune

problematiche specifiche da porre alle isti tuzioni ai vari livelli .

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4.2 IL CIRCOLO È UNA COOPERATIVA SOCIALE

Una prima questione riguarda l’esigenza di allargare, di ridefinire il

concetto di cooperazione sociale, oggi previsto dalla legge n. 381/91. Una

risposta positiva è nel frattempo arrivata dal Ministero del lavoro in risposta

ad un nostro quesito. Infatti l’Associazione regionale dei circoli cooperativi

lombardi aveva chiesto al Ministero del lavoro di pronunciarsi in merito

all 'applicazione delle norme della L. 381/91 sulla cooperazione sociale, anche

ai circoli cooperativi che abbiano alcune caratteristiche. Nel quesito si

richiamava: “[…] i circoli cooperativi sono dei centri di aggregazione sociale

senza scopo di lucro, la cui attività viene prevalentemente rivolta agli

anziani, ai giovani ed ai ceti più svantaggiati. Questi centri di aggregazione,

come abbiamo visto, gestiscono normalmente anche l’attività di

somministrazione con licenza di pubblico esercizio. E’ difficile infatti

immaginare un centro di aggregazione senza la gestione di un servizio di

somministrazione di bevande e/o alimenti. I circoli cooperativi, possiedono la

licenza di pubblico esercizio, anziché le autorizzazioni per soli soci, perché

si è sempre teso a svolgere le attività verso la comunità e non solo verso i

propri soci, anche per non cadere in una logica “ghettizzante”. Questa scelta

comporta difficoltà non indifferenti sul piano economico, in quanto viene

praticata una politica di prezzi contenuti sulle consumazioni dei frequentatori

soci e non soci. E’ opportuno, inoltre, precisare che in questi centri di

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aggregazione la frequenza è libera e nessuno è vincolato alle consumazioni.

Sul piano fiscale e degli adempimenti però, come si sa, i circoli cooperativi,

come ogni altra società cooperativa, sono soggetti ad una mole di obblighi ed

adempimenti superiori a molti esercizi pubblici privati che operano, al

contrario, con finalità lucrative. Inoltre, non si giustifica una situazione in

cui i circoli cooperativi, pur svolgendo la stessa attività di altri circoli non

cooperativi, vengono, di fatto, trattati alla stregua di normali bar o trattorie

[…].”

L’Associazione aveva chiesto, per questi motivi, di considerare

l’att ività dei circoli cooperativi tra quelle previste dalla legge. 381/91 all’art.

1, comma 1 lettera a) e cioè tra le attività socio-sanitarie ed educative, in

quanto, tra le attività sociali previste dalla richiamata legge, già rientrano i

centri di aggregazione per gli anziani e per i giovani.

Si trattava di precisare che nei centri di aggregazione è normalmente

presente anche l’att ività di somministrazione. Per quanto concerne la natura

mutualistica e solidale dei circoli cooperativi e l’esigenza che i servizi

debbano essere finalizzati alla promozione umana ed alla integrazione sociale

dei cittadini, come interesse generale della comunità, così come richiamato

anche nella circolare ministeriale n. 116 del 9/10/1992, si sottolineava:

1- i soci dei circoli cooperativi sono utenti dei centri di aggregazione e

quindi fortemente interessati al buon funzionamento degli stessi in

relazione alle finalità statutarie. Infatti , nell’intento di migliorare e

controllare l’attività dei soci prestatori dei servizi, sarebbe auspicabile che

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gli utenti o i genitori degli utenti minori, fossero anche soci della

cooperativa.

2- Nei circoli cooperativi questa coincidenza tra socio ed utente è già

presente; nei centri di aggregazione gestiti dai circoli cooperativi il

principio mutualistico può esprimersi sia per i servizi offerti ai soci ed ai

cittadini, sia per le occasioni di lavoro offerte ai soci-lavoratori.

Per questi motivi si chiedeva un parere circa la possibilità, per i circoli

cooperativi che avessero adottato uno statuto adeguato, di chiedere il

riconoscimento di cooperative sociali con riferimento alla legge 381/91.

La risposta positiva che è venuta dal Ministero al quesito posto può ora

incentivare un maggior interesse allo sviluppo di centri aggregativi,

soprattutto rivolti ai giovani ed a persone svantaggiate sul piano economico e

sociale.

I circoli cooperativi interessati che gestiscono centri di aggregazione

sociale, possono così chiedere il riconoscimento di cooperativa sociale ai

sensi della legge 381/91, art . 1, comma 1, lettera a), previa modifica della

statuto. Il consolidamento e il rilancio di queste società cooperative sono,

perciò, degli obiettivi su cui oggi è ancor più importante puntare. Segnali

importanti giungono alla nostra Associazione, che vede in questi anni un

interesse maggiore verso i circoli, soprattutto di molti giovani. Sono sorte in

questi ultimi due anni nuovi circoli e alcune piccole società cooperative per

la gestione di circoli dati in affitto d'azienda.

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Hanno aderito all 'Associazione dei circoli anche cooperative diverse

dai circoli tradizionali , ma con oggetti sociali più specifici e definiti e che

possono essere considerate come esempi di possibili evoluzioni per alcuni

circoli .

Mi riferisco, ad esempio, alle botteghe per il commercio equo-solidale

che in parte evolvono verso la forma cooperativa, e ad alcune esperienze di

vendita di prodotti dell’agricoltura biologica e/o biodinamica e che svolgono

anche una attività collaterale di carattere formativo rivolta ai soci (ha aderito

all’Associazione una cooperativa con circa 1500 soci).

Sul commercio equo-solidale, ad esempio, si sta sviluppando l’interesse

in molti circoli cooperativi e in collaborazione con alcune botteghe si stanno

avviando interventi formativi-informativi e varie iniziative. Il futuro dei

circoli cooperativi dipenderà dalla capacità o meno di far affermare le

potenzialità di sviluppo ed evoluzione presenti . Oggi, solo una parte di essi

possiede energie e capacità per rinnovare la propria presenza nei territori.

Le esperienze positive rappresentano però un fortissimo stimolo anche

per chi oggi è più in difficoltà, non dimenticando mai, inoltre, il fatto che

l’esperienza dimostra che alle volte là dove sembrava non vi fossero

possibilità di innovazione, è bastato il cambio dei consiglieri per invertire

radicalmente e in positivo la situazione. Certamente, i circoli , oggi, per

reggere hanno anche la necessità di utilizzare tutti gli strumenti necessari alle

piccole imprese. Innanzitutto i finanziamenti agevolati, la formazione

professionale e l’assistenza, ma anche una maggiore considerazione delle

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istituzioni affinchè ne riconoscano il ruolo sociale e li mettano in condizione

di reggere economicamente, con opportuni sgravi fiscali e leggi di sostegno.

Purtroppo queste esperienze sono spesso dimenticate o sottovalutate non solo

dalle forze politiche e sociali, ma anche all’interno dello stesso movimento

cooperativo.

*****

4.3 CONCLUSIONI

Cosa faranno i circoli nei prossimi anni? Più attività ricreative,

maggior promozione delle att ività del circolo, maggiore sviluppo ed

attenzione alle attività commerciali attraverso la ristrutturazione dei locali e

l’acquisto di nuove attrezzature, maggiore qualificazione dei servizi attuali,

sviluppo di nuove attività! Attraverso una similitudine, oggi, la maggioranza

dei circoli può essere paragonata ad un uomo prossimo alla pensione, un

produttore un po’ stanco, ma che sta tentando di ricondizionarsi.

Molti circoli cercano di rinnovarsi attraverso ammodernamenti e

ristrutturazioni sostenuti, nonostante le lamentele, da soci e volontari che

sempre sono presenti nei momenti più significativi: attorno ai circoli ruotano

positivamente una grande quantità di associazioni ed essi cercano di

consolidarsi e di tramandare gli ideali cooperativi alle future generazioni.

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Molti circoli stanno vivendo un momento critico, di passaggio; alcuni

stanno andando bene, altr i male, qualcuno punta più sullo svago, altri sulla

cultura, sulla musica, il teatro e su attività attraenti per i giovani.

Le vie da seguire possono essere diverse e devono considerare le

esigenze dei soci e dei frequentatori nei singoli territori; la tensione verso il

sociale si scontra spesso con la necessità di non lavorare in perdita. Le

questioni dei gestori e degli acquisti probabilmente saranno i primi nodi da

sciogliere, Molti circoli hanno indicato nella sinergia fra circoli e fra i circoli

ed altre associazioni, una strada nuova da seguire, una via su cui insistere.

Per chi si fosse chiesto se i circoli non siano destinati all’estinzione e che le

alternative che hanno i giovani, soprattutto rispetto allo svago, sono

veramente molte e spesso più qualificate di quelle offerte dai circoli , la

risposta probabilmente apparirà chiara nei prossimi anni, quando si vedranno

i frutti degli attuali cambiamenti (si r icorda che molte delle att ività che i

circoli svolgono oggi sono nate negli ultimi anni).

Rimane, come certezza indiscutibile, i l fatto che i circoli cooperativi

hanno rappresentato e costituiscono ancora oggi, a Milano ed in provincia e

in molte realtà lombarde, una esperienza particolare e significativa di

solidarietà, di autogestione e di socialità relazionale; essi svolgono, come

appare dai risultati dell’indagine, una importante opera di aggregazione nelle

varie forme in cui la stessa si realizza (ricreazione, svago, cultura,

associazionismo e vita politica) che è necessario conservare, difendere e

consolidare.

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Sono mutati i tempi e si sono modificate le condizioni per cui i circoli

cooperativi sono nati ed hanno svolto la funzione sociale prevista dagli

statuti: il circolo però ha ancora un ruolo e uno spazio rispetto all’anonimo

bar o ristorante od esercizio commerciale basato solo sul profitto. Il

consolidamento ed il rilancio di queste società cooperative e la promozione di

nuovi circoli cooperativi sociali sul territorio regionale e nazionale sono

perciò un obiettivo da perseguire. La partita o la sfida, oggi, è ancora aperta.

I circoli, il movimento cooperativo e le isti tuzioni democratiche devono

saperla cogliere.

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TABELLE STATISTICHE

Tabel le n . 1 LE ATTIVITÀ SOCIALI, CULTURALI E FORMATIVE, SPORTIVE E RICREATIVE CIRC. COMM.EQUO SOLID. TURISMO CULT.SOC. ASSOC.OSP. CORSI FORM.PROFESS. SCUOLA PROF.

COOP. iniziat. Mercat. Vend. iniz. Cultur. Sociale Natural. Si No Aggiorn. Animat. Gest. Gest. Si No

Corsi Prod. Scuole n. bar tratt.

1 Si Si 2 Si

2 Si Si 10

3 Si Si Si 2 Si Si Si Si

4 5 Si Si

5 Si Si Si 1 Si Si Si

6 Si 4 Si

7 Si Si Si 5 Si Si Si Si

8 Si Si Si Si Si 2 Si Si

9 Si Si Si Si Si 4 Si Si Si Si

10 Si Si 6 Si

11 Si Si Si Si 6 Si

12 Si Si Si Si Si

13 Si Si Si 3 Si Si

14 Si Si Si 3 Si Si

15 Si Si Si Si Si 3 Si Si Si Si Tabelle n . 2 I NUMERO SOCI E SPAZI A DISPOSIZIONE.

CIRC. ANNO NUM. ETA' AMMINISTR. SPAZI A DISPOSIZIONE (mq.) COND. DIRETTA

COOP. COSTIT. SOCI Meno Da 35 Da 50 Oltre Bar Tratt. Sala Boc- Sala Giard. Altre Dipend. Collab.

35 a. a 50 a. a 65 a. 65 a. ballo ciof. riun. attiv. numero numero

1 1948 157 4 5 80 p. 120 p. 70 p. 150 p. 150 p. 2

2 1946 218 2 3 2 108 p. 88 p. 54 p. 300 p. 590 p. 1

3 1947 146 1 2 4 4 158 a. 110 a. 48 a. 150 a. 2

4 1973 295 5 5 138 a. 66 a. 73 a. 140 a. 2

5 1974 680 1 7 3 800 p. 1500 p. 25 p. 4500 p. 1

6 1922 144 2 5 2 289 p. 154 p. 48 p. 496 p. 1200 p. 2

7 1981 542 3 4 2 3 100 a. 200 a. 350 p. 400 a. 500 a. 30 a. 11

8 1987 63 2 6 100 p. 500 p. 20 p. 250 p. 220 p. 2 3

9 1056 376 5 1 1 40 p. 120 p. 100 p. 50 p. 300 p. 80 p. 17

10 1955 310 2 1 5 3 150 p. 600 p. 150 p. 150 p. 800 p. 2

11 1945 280 2 5 65 p. 140 p. 65 p. 130 p.

12 1945 169 1 2 100 a. 127 a. 85 a. 2

13 1945 395 5 3 3 45 p. 100 p. 61 p. 1

14 1946 164 1 5 2 60 p. 230 p. 200 p. 250 p. 145 p. 300 p. 65 p. 7 1

15 1922 312 3 8 2 156 p. 136 p. 600 p. 148 p. 1

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Tabelle n . 3 DATI DI BILANCIO

CIRC. D A T I B I L A N C I E S E R C I Z I O 1 9 9 8 dati in migliaia FONDO ATTIVITA' SVOLTE

COOP. Utile Perdita Fatturato Riserve Cap. soc. Diff. Valore Immobilizz. Ammort. Deb.entro Attivo MUTUAL. Bar Tratt. Bar e

Prod.e costi 12 mesi circol. 3% tratt.

1 26.640 233.052 216.166 1.460 30.472 90.168 10.669 20.362 147.592 799 209.268

2 6.625 247.741 61.740 1.125 12.853 49.699 5.700 40.887 67.779 199 215.998 15.975

3 13.880 284.796 190.686 805 16.157 133.911 31.530 72.646 129.905 416 203.978 35.430

4 5.398 381.387 206.714 2.625 725 119.249 22.955 4.886 229.454 162 375.651

5 94.141 252.007 1.611.513 18.870 -90.739 1.565.839 126.907 42.256 97.750 51.881

6 49.000 370.330 329.000 7.700 62.600 339.293 29.323 50.274 1.463 370.330 20.000

7 7.410 1.178.187 24.968 35.190 46.000 493.530 126.320 302.055 305.603 222 1.071.000

8 25.486 1.249.412 84.000 2.385 152.671 42.300 282.510 333.348

9 8.686 1.448.633 433.372 5.584 96.131 1.831.549 106.636 652.734 368.140 261 1.448.633

10 41.538 721.876 811.566 2.075 44.660 901.664 114.026 125.453 266.878 1.246 397.366 51.521

11 19.661 159.898 370.253 4.970 35.823 510.196 36.556 179.392 59.329 590 26.721 103.615

12 8.660 180.766 130.647 1.065 -8.224 85.776 21.514 35.260 84.398 159.162 5.464

13 22.771 290.018 283.614 7.400 88.218 1.156.579 61.929 519.311 100.608 683 179.355

14 23.687 390.882 469.753 5.892 -3.292 353.119 60.421 48.755 178.281 711 390.882

15 5.430 174.941 16.872 36.210 22.432 438.973 20.354 439.565 38.182