il ruolo della fotografia nell'informazione

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Il ruolo della fotografia nell'informazione di Malì Erotico e Nicola Rabbi

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Art & Photos


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Il ruolo della fotografia nell'informazione

di Malì Erotico e Nicola Rabbi

Negli ultimi anni il ruolo dell'immagine nell'informazione ha sicuramente preso il sopravvento, anche nella carta stampata, poiché quello che rimane nella nostra mente altro non è che l'immagine, alla quale colleghiamo concetti, sensazioni, pensieri, un "bagaglio emozionale" che viene richiamato quando ricordiamo o rivediamo quell'immagine.

Negli ultimi decenni l'utilizzo delle immagini nell'informazione si è incrementato per rendere quest'ultima più accessibile, più "attraente" e dunque più efficace ad un numero sempre più elevato di persone ma questo rischia, in alcuni casi, di impoverire la capacità critica di molti.

L'immagine è una rappresentazione della realtà e non la realtà stessa. L'immagine è uno strumento, un mezzo della comunicazione e non ciò che viene comunicato.

Un esempio di utilizzo dell'immagine come strumento è quello che troviamo nella formazione, con la finalità di dare la possibilità al bambino di apprendere in maniera più semplice e rapida un concetto.

Attraverso l'immagine il messaggio è più semplice da recepire. Attraverso l'educazione successiva si interviene sulla complessità di rielaborazione del messaggio, dato che questo non riguarda solo l'aspetto cognitivo ma anche quello emozionale della persona.

L'immagine è una rappresentazione della realtà e non la realtà stessa. L'immagine è uno strumento, un mezzo della comunicazione e non ciò che viene comunicato.

Un esempio di utilizzo dell'immagine come strumento è quello che troviamo nella formazione, con la finalità di dare la possibilità al bambino di apprendere in maniera più semplice e rapida un concetto.

Attraverso l'immagine il messaggio è più semplice da recepire. Attraverso l'educazione successiva si interviene sulla complessità di rielaborazione del messaggio, dato che questo non riguarda solo l'aspetto cognitivo ma anche quello emozionale della persona.

Questa fotografia è del fotografo svedese Paul Hansen e gli ha fatto vincere il Swedish Picture of the Year Award 2011. Rappresenta Fabienne, una ragazza haitiana di 14 anni uccisa dalla polizia che l' aveva scoperta mentre aveva appena rubato da un negozio alcuni oggetti di arredamento dopo il terremoto che aveva squassato il paese.

Questa foto, scattata da Nathan Weber lo stesso episodio viene visto da una prospettiva diversa e svela che il cadavere della ragazza uccisa è a terra ma è circondato dai fotografi.

Siamo tutti fotografi

• Ogni due minuti vengono scattate più foto di tutte quelle che l’uomo ha fatto nel ‘900

• Ogni giorno invece vengono caricate sui social network qualcosa come 500 milioni di fotografie

• oltre un miliardo e mezzo di persone hanno un cellulare connesso alla rete, più di quanti abbiamo un accesso facile alla toilette

• Con networked photography o social photography si intende proprio questo documentare collettivo della realtà

• Ma siamo così tutti fotografi?

Di fronte al dolore degli altri

• Come per le notizie così le immagini di sesso e morte sono quelle che ci attirano di più

• E noi come ci poniamo? Che atteggiamento avere?

• Nella nostra società il livello dello violenza mostrata si fa sempre più alto: siamo in una società spettacolarizzata

• Si potrebbe contare sulla “Cura Ludovico“, ve la ricordate? Come per Alex, il disagiato protagonista di Arancia Meccanica

• Nella nostra società iperconnessa cosa possiamo aprire e cosa chiudere?

Immagini vere?

• L’immagine sembra più vera e soggettiva della parola ma in realtà le cose non stanno proprio così

• Susan Sontag diceva che quando si scatta si ritaglia un pezzo di quello che vedi e quello che rimane fuori dall’inquadratura non esiste, non conta

Le bufale fotogiornalistiche

• “Su internet trovi di tutto”, dice la nonna

• Si falsifica per disinformare, per divertirsi, per avere più follower

• I siti di controinformazione: http://hoaxes.org/photo_database

• Paolo Attivissimo

L’orfano siriano che dorme tra le sepolture dei suoi genitori

Si tratta in realtà di una foto scattata dal fotografo Abdel Aziz Al-Atibi e fa parte di un progetto artistico. Quand'è venuto a conoscenza del fatto che la fotografia era stata interpretata male, il fotografo ha postato nuove foto che ritraevano il bambino (suo nipote) per dimostrare che si trattava di un progetto artistico

I grandi fotoreporter

2. Kevin Carter: Il bambino affamato e l'avvoltoio, 1994Probabilmente una delle immagini più empatiche mai realizzate. Questa bambina sudanese era inseguita da un avvoltoio, e l’uccello è a conoscenza del fatto che la bambina morirà a causa della fame, quindi è in paziente attesa del suo pasto. Questo scatto vinse il premio Pulitzer, ma purtroppo il fotografo era così sconvolto dalla povertà che aveva documentato che si suicidò tre mesi dopo aver ottenuto il riconoscimento per la fotografia. Ebbe il merito di far conoscere al mondo gli effetti spietati della carestia in Africa.

1. Robert Capa: Il momento della morte, 1936Questa immagine fu scattata nel momento della morte di un miliziano durante la guerra civile spagnola. Quando fu pubblicata su una rivista francese causò grande scalpore, rafforzando la causa repubblicana. Capa dichiarò, anni dopo, che la fotografia fu scattata mentre i soldati stavano assaltando una torretta nemica e cadevano come foglie d’autunno.

3. Malcolm Browne: Il monaco che brucia, 1963

I monaci buddisti di Saigon fecero ricorso all’immolazione in segno di protesta contro le riforme del Vietnam. Tra i tanti esempi, uno è di questi è il monaco buddista Mahayana, Thich Quang Duc. Egli stesso si incendiò nella periferia di Saigon, e divenne un simbolo di protesta suicida per tutto il mondo.

4. Jeff Widener: La protesta in piazza Tienanmen, 1989

Come mezzo per stroncare la protesta sul nascere, il governo cinese inviò i carri armati per fermare lavoratori, studenti e bambini protagonisti della protesta di piazza Tiananmen. Come visibile nell’immagine, un manifestante è davanti ai carri armati con coraggio e stoicità. Anche se la persona è rimasta sconosciuta fino ad oggi, quest’uomo è il simbolo universale del coraggio.

5. Dorothea Lange: Madre emigrante, 1936

Scattata durante la Grande Depressione, quest’immagine riflette il triste stato delle persone in quel preciso momento storico. La donna nella foto è Florence Thompson, madre di sette figli. Era così a corto di denaro che dovette vendere le gomme della sua auto per sfamare i propri figli.

6. Steve McCurry: La ragazza Afgana, 1984

L'immagine divenne una sorta di simbolo dei conflitti afgani degli anni ottanta. La foto, scattata in un campo profughi di Peshawar, ritrae l'orfana dodicenne Sharbat Gula. L'espressione del suo viso, con i suoi occhi di ghiaccio, resero ben presto l'immagine celebre in tutto il mondo.

7. James Nachtwey: Genocidio in Ruanda, 1994

Questa immagine fu stata scattata in Ruanda, durante il genocidio operato dalle forze militari. L’uomo è della tribù degli hutu, e fu in seguito liberato.

8.Osman Sagirli: Hudea simbolo di guerra, 2014

Questa foto straziante che sta facendo il giro del web e ha commosso il mondo ritrae Hudea una bimba siriana dal volto spaventato e dai tratti precocemente adulti che si arrende alla macchina fotografica scambiandola per un'arma.