il rilievo ittito di hamide

6
I I IL RILIEVO ITTITO DI HAMIDE di ALFONSO ARCHI Il rilievo di Hamide (Hemite) (figg. 2, 3), pubblicato dal Bossert alcuni anni fa I, si trova a poche centinaia di metri dal paese da cui prende il nome, sulla riva destra di un modesto torrente che proprio in questo punto, prima di immettersi nel Ceyhan (Pyramos), forma una specie d'ansa ove l'acqua a volte ristagna (v. fig. 1: sulla sinistra è il paese, a destra in primo piano è lo sperone roccioso in cui è inciso il rilievo sul fianco che dà sul torrente; all'estrema destra della fotografia, in secondo piano, si vede il Kale); la posizione quasi esatta è data dal meridiano di Kadirli. Lo stato di con- servazione non è buono. Vi è rappresentata di profilo una figura maschile, stan- te, di grandezza quasi naturale, volta verso sinistra; essa ha in testa un berretto a calotta, ma almeno nelle condizioni attuali non è visibile il corno che usual- mente viene raffigurato nella parte anteriore, in corrispondenza con la fronte; il gonnellino è oggi difficilmente distinguibile, i calzari, anch'essi danneggiati, hanno la punta rialzata. Alla cintura è appesa una spada dalla nota impugna- tura ittita, la mano sinistra tiene un arco che è appoggiato alla spalla corri- spondente, il braccio destro è proteso, e impugna un'asta. Sulla destra della figura è inciso il nome del personaggio ritratto, diviso da quello del padre da una losanga di roccia leggermente danneggiata nella parte destra. L'iscri- zione (fig. 4) è da leggere x-TRH LUGAL.DUMU 1 2 TRH-45 LUGAL. DUMU DUMU «x-TRH, principe, figlio di Targunda, principe ». La let- tura M 45 (trl' = di E. Laroche), come mi suggerisce P. Meriggi, è senz'al- I Or. 19, 1950, p. 124 s. e tav. VII. Ho visitato il rilievo nel settembre del 1969, quando in compagnia di P. E. Pecorella e M. Salvini ebbi occasione di compiere un viaggio nell'Anatolia orientale al fine di raccogliere una documentazione fotografica sulla plastica ittita, autorizzato amabilmente dal Direttore generale delle Antichità turche H . Gifrçay, che qui desidero ringraziare per le cortesie a noi rivolte in quella ed in altre circostanze. Le foto- grafie qui pubblicate sono di P. E. Pecorella.

Upload: others

Post on 01-Dec-2021

8 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: IL RILIEVO ITTITO DI HAMIDE

I I

IL RILIEVO ITTITO DI HAMIDE

di ALFONSO ARCHI

Il rilievo di Hamide (Hemite) (figg. 2, 3), pubblicato dal Bossert alcuni anni fa I, si trova a poche centinaia di metri dal paese da cui prende il nome, sulla riva destra di un modesto torrente che proprio in questo punto, prima di immettersi nel Ceyhan (Pyramos), forma una specie d'ansa ove l'acqua a volte ristagna (v. fig. 1: sulla sinistra è il paese, a destra in primo piano è lo sperone roccioso in cui è inciso il rilievo sul fianco che dà sul torrente; all'estrema destra della fotografia, in secondo piano, si vede il Kale); la posizione quasi esatta è data dal meridiano di Kadirli. Lo stato di con­servazione non è buono. Vi è rappresentata di profilo una figura maschile, stan­te, di grandezza quasi naturale, volta verso sinistra; essa ha in testa un berretto a calotta, ma almeno nelle condizioni attuali non è visibile il corno che usual­mente viene raffigurato nella parte anteriore, in corrispondenza con la fronte; il gonnellino è oggi difficilmente distinguibile, i calzari, anch'essi danneggiati, hanno la punta rialzata. Alla cintura è appesa una spada dalla nota impugna­tura ittita, la mano sinistra tiene un arco che è appoggiato alla spalla corri­spondente, il braccio destro è proteso, e impugna un'asta. Sulla destra della figura è inciso il nome del personaggio ritratto, diviso da quello del padre da una losanga di roccia leggermente danneggiata nella parte destra. L'iscri­zione (fig. 4) è da leggere x-TRH LUGAL.DUMU 1

2 TRH-45 LUGAL. DUMU DUMU «x-TRH, principe, figlio di Targunda, principe ». La let­tura M 45 (trl' = tà di E. Laroche), come mi suggerisce P. Meriggi, è senz'al-

I Or. 19, 1950, p. 124 s. e tav. VII. Ho visitato il rilievo nel settembre del 1969, quando in compagnia di P. E. Pecorella e M. Salvini ebbi occasione di compiere un viaggio nell'Anatolia orientale al fine di raccogliere una documentazione fotografica sulla plastica ittita, autorizzato amabilmente dal Direttore generale delle Antichità turche H . Gifrçay, che qui desidero ringraziare per le cortesie a noi rivolte in quella ed in altre circostanze. Le foto­grafie qui pubblicate sono di P. E. Pecorella.

Page 2: IL RILIEVO ITTITO DI HAMIDE

72 Alfonso Archi

tro più probabile del ti a cui pensavo in origine. Il nome pertanto è Targunda, teoforo del tipo che riproduce semplicemente un nome divino, e corrisponde allicio Trokondas 2. Il Laroche, in Noms nr. 1267,1 pare che legga TRH-pi .

La tipologia del rilievo è ben nota: innanzittutto è da confrontare il personaggio ritratto a Hanyeri 3, anch'esso un principe, .che presenta lo stesso abbigliamento: berretto con un corno, il gonnellino ittito, calzari dalla punta rialzata, e gli stessi attributi: l'arco sulla spalla sinistra, l'asta impugnata con la destra, la spada alla cintura. Per Hanyeri già è stato ricordato il rilievo di Karabel, ma il personaggio là ritratto, un sovrano \ porta la tipica tiara alta e a punta, con diverse fila di come. La fattura del rilievo di Hanyeri, a parte il miglior stato di conservazione, è certo più raffinata, la disposizione

2 V. E. Laroche, Noms, p. 281 s. 3 V. H. Th. Bossert, Or. 23, 1954, pp. 129-147 e tavv. XXIV-XXVI; cfr. E. Laroche,

Syria XL, 1963, p. 282 s. 4 V. da ultimo K. Bittel, MDOG 98, 1967, pp. 5-23, con bibl. precedente.

Page 3: IL RILIEVO ITTITO DI HAMIDE

TAV. I

·1

1. Hamide: veduta generale.

2. Hamide: lo sperone roccioso col rilievo (sopra alla persona seduta).

Page 4: IL RILIEVO ITTITO DI HAMIDE

TAV. II

3. Hamide: il r.i1ievo. -

4. Hamide: l'iscrizione.

Page 5: IL RILIEVO ITTITO DI HAMIDE

Il rilievo ittito di Hamide 73

dei volumi è sicura ed equilibrata, ma l'impianto della figura, stante, è la stessa di Hamide. Invece nel rilievo di Karabel l'ssse della figura è spostato sulla gamba anteriore, il busto è sottile, e contrasta con le gambe e anche le braccia s.

Il fatto che nei tre rilievi sopra considerati siano senza dubbio rappre­sentati non divinità ma personaggi d'alto rango, può essere un elemento per « umanizzare » un altro gruppo di raffigurazioni, e cioè quelle su sigilli che presentino lo stesso schema compositivo e i medesimi attributi 6. Che nella glittica del Grande regno siano rappresentati a volte semplici esseri umani, e cioè i possessori dei sigilli, pare evidente da esemplari come SBo II 110, 111, o Ugaritica III p. 55 figg. 76-77 (Tabrammi): la figura maschile si presenta di profilo, con uno degli avambracci piegato verso l'alto e la mano serrata, nel caratteristico segno di omaggio ittito, e indossa una lunga veste del tipo di quella che portano i sacerdoti dei rilievi di Alaca Hoyiik (un poco rialzata nella parte anteriore) e un berretto a forma di calotta, con un corno. Lo stesso vale per i sigilli SBo II 112-115. Ora, certo, di arco era armato il dio protettore dei campi DKAL.LfL, come risulta da un inventario di ijattusa, e nell'esemplare ivi descritto il dio teneva nell'altra mano un'aquila. Già il Brandenstein, nel pubblicare il testo, ha raccolto il materiale per l'ico­nografia di questa divinità nelle sue variazioni 7; si aggiunga ora ad es. una figurina di Karkemis 8, oppure il rilievo tardo-ittito del Karasu, ove il dio, armato d'arco, sta sull'animale a lui sacro: il cervo 9. Qui è il caso di sotto­lineare solo il sigillo Hogarth, HS 313, ove sulle due facce la divinità, due volte rappresentata con gonnellino, alta tiara, e l'aquila sulla mano destra, porta sulla spalla ora l'arco, ora illituus (così come nella placca di Alaca Hoyiik IO

e in SBo II 222). Ancora una divinità sarà in Hogarth, HS 314, e per la figura armata d'arco e stante su un leone del sigillo CIH XL 15 Il può richiamarsi l'altra immagine di DKAL, descritta nell'inventario sopra citato, anch'essa su un leone.

Ma altri sigilli, accanto ai tre rilievi rupestri, testimoniano l'usanza per alti personaggi ittiti, di farsi ritrarre armati d'arco, col corto gonnellino che

5 Cfr. le foto del calco in K. Bittel, AfO XIII, 1939-41, p. 183 Abb. 1 b; non dissi­mile doveva essere il rilievo Karabel B, ibid. p. 182 ss. Cfr. ancora il rilievo più tardo di Domuztepe: Belleten XVI, 1952, tav. XXXVI.

6 Cfr. gli schemi sulle composizioni dei sigilli dati da E. Laroche, Ugaritica III, p. 141 s.

7 C. G. von Brandenstein, Bildbeschr., pp. 78-82. Per le descrizioni di immagini del DKAL o DLAMA v. il quadro riassuntivo di L. Rost, M/O IX, 1963, p. 204 5.

8 C. L. Woolley, Carchemish III, tav. 64 b = E. Akurgal, L'arte degli ittiti, prima fi-gura alla tav. 53.

9 C. A. Burney - G. R. J. Lawson, AnSt VIII, 1958, p. 218 e pl. XXIV b. IO E. Akurgal, op. cit., tav. 47 b. Il Cfr. D. A. Kennedy, RHA 65, 1959, p. 160 n. 38.

Page 6: IL RILIEVO ITTITO DI HAMIDE

74 Alfonso Archi

lasciava liberi i movimenti, e il semplice berretto sopra descritto. Così SBo II 13 (un principe), 104 e 106, ove la figura, con un braccio piegato in segno di omaggio, è al centro del campo, circondata dai · caratteri geroglifici che indicano il nome proprio e l'ufficio a cui il funzionario era preposto. In SBo II 109 lo scriba ivi rappresentato impugna invece con la mano libera un'asta, ed è armato di spada: si tratta insomma esattamente della stessa tipo­logia di Hamide. Ugualmente il possessore del sigillo sarà rappresentato nel­l'esemplare, non molto chiaro, del Louvre 12 o in Hogarth, HS, p. 90 fig. 114 B 13, anche se il braccio libero dall'arco è proteso, e sorregge il segno M 201, il triangolo, motivo che si ritrova per alcune divinità 14. Uno schema più complesso presentano invece alcune impronte venute alla luce a Ugarit: nel sigillo di Kumjaziti (Ugaritica III, p. 56 figg. 78-79) il personaggio armato d'arco, col braccio levato in segno di omaggio, è innanzi a un altare, al lato opposto del quale è una figura solo parzialmente leggibile (cfr. SBo II 226 ?); in quello del principe Taki-Sarruma (ibid., pp. 41-43, figg. 54-57), questi rende omaggio a IStar. Dei tre personaggi del sigillo di Amanmasu (ibid., pp. 48-50, figg. 66-69), uno è il Dio della tempesta, su due divinità della montagna, di fronte, su un leone ( ?), il Laroche vede a ragione il sovrano idealizzato, la maestà raffigurata con gli attributi del Dio sole 15; invece il per­sonaggio sul lato destro, in piedi su un genio inginocchiato, con arco, asta e tiara alta a punta, con un corno, può essere lo stesso Amanmasu. Certo non è affatto usuale che il Dio sole (o il sovrano come Sole) sia rappresentato su un animale ferino, e un essere umano su un genio, ma qui probabilmente si è voluto portare all'altezza del Dio della tempesta le altre due figure, armo­nizzando così l'intera composizione 16; la tiara a un corno è portata anche da Ijattusili III a Fraktm. Nel sigillo di Lat-DKUR (ibid., p. 51 s., figg. 70-72), questi, con arco e berretto a calotta con un corno, sta in atto di omaggio di fronte alla maestà idealizzata.

12 Ibid., p. 156 n. 24. 13 Il nome è Ura-TRH-ta, ma sul recto è ritratto un altro personaggio (vi è inciso un

altro nome) di rango principesco, con la veste lunga. Il sigillo fu pubblicato da J. Garstang, AAA I, 1908, p. II pl. XIV, L

14 V. E. Laroche, Ugaritica III, p. 143 s. 15 Ibid., p. 141 s. Un elenco delle rappresentazioni del Dio sole è in P. E. Pecorella,

Studi in onore di P. Meriggi, Athenaeum XLVII, 1969, p. 231 ss. n. 15, il quale giusta­mente riconosce nella quasi totalità dei casi trattarsi della divinità; il motivo ideologico dato dal rapporto tra il Dio sole e la maestà con gli attributi del dio è a volte presente, ma solo allusivamente.

16 Non così in un sigillo di Tarso: H. Goldman, Excavations at Go:du KUle, Tarsus, II, 1956, pl. 407, 42; qui il proprietario del .sigillo rende omaggio al Dio della tempesta.