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Daniela Accorgi
Profilo di competenza e curriculum formativo Dell’’infermiere addetto al controllo delle
infezioni
Il Profilo e Il Curriculum
Seminari Regionali ANIPIO 2012 Roma 27 gennaio 2011
Profilo di competenza e curriculum formativo dell’’infermiere addetto al controllo delle infezioni
Il Profilo e Il Curriculum – Roma 27 gennaio 2012
1955: Colebrook propose rilevazioni di infezioni in ogni grande ospedale
1959 Grave epidemia di post-operatoria sepsi ferita avvenuto nel Royal Devon Exeter Hospital Dottor Brendan Moore - Direttore del Laboratorio di Sanità
Pubblica.
The emergence of the ICNA and progression to the IPS British Journal of Infection Control July 2008 9: 06-09
Un altro evento epidemico all’Ospedale di Torbay che si trova ad una certa distanza da Exeter
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The infection control nurse in England — past, present and future British Journal of Infection Control October 2005 6: 18-21
Miss EM Cottrell
la prima Infection Control Sister (ICS
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1963,
Gli Stati Uniti seguito l'esempio dell'Inghilterra nel campo della controllo delle infezioni e nominano la prima infermiera al controllo delle infezioni:
Kathryn Wenzel, presso l’Ospedale Stanford University
in California, . La nomina di infermieri addetti al controllo delle infezioni nelle Regno Unito e Stati Uniti segnati l'inizio di una nuova era, il riconoscimento di controllo delle infezioni come una specialità a se stante. La disciplina del controllo delle infezioni ospedaliere è stato così nasce dalla grande determinazione per ridurre al minimo infezioni in pazienti
ricoverati e per aiutare ottimizzare la cura del paziente.
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1980 L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) elabora il programma italiano di controllo delle IO.(SIPIO/1984)
Emanazione delle circolari del Ministero della Sanità N°52/1985 e N°8/1988
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CIRCOLARE MINISTERIALE 52/85
1 – INTRODUZIONE 2 - AZIONI DI CONTROLLO 2.1 – La sorveglianza 2.1.1 Comitato responsabile del programma di lotta contro le Infezioni Ospedaliere 2.1.2 L’infermiera addetta al controllo delle infezioni 3 – DEFINIZIONI 4 – LA SITUAZIONE IN ITALIA 5 – DETERMINANTI DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE 5.1 L’eziologia 5.2 I fattori di rischio 5.3 Determinanti della trasmissione delle Infezioni Ospedaliere 5.4 LA CARICA INFETTANTE 5.5 LA RICETTIVITA’ DELL’OSPITE 6 - LA FORMAZIONE 7 - LA PREVENIBILITA’ 8 – IL COORDINAMENTO REGIONALE
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E’ una figura fondamentale per la sorveglianza delle
infezioni ospedaliere: è un’infermiera professionale con
una certa esperienza consolidata nel lavoro di reparto
(chirurgico o medico) e coinvolta nel programma di
controllo.
Le sue funzioni sono le seguenti:
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2.1.2 L’infermiera addetta al controllo delle infezioni
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1. Sorveglianza delle infezioni ospedaliere (rilevazione dei dati
ed analisi periodica, indagini di eventi epidemici).
2. Educazione- insegnamento (programmi di aggiornamento,
nuovi assunti, ecc.) nei confronti del personale di assistenza.
3. Collegamento tra il Comitato per le Infezioni Ospedaliere e le
diverse aree ospedaliere (applicazione delle misure di
controllo decise).
4. Modificazione dei comportamenti del personale di assistenza.
Tale figura dovrebbe essere identificata all’interno del personale esistente ed essere dotata di specifica competenza per assolvere alle sue mansioni.
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6 - LA FORMAZIONE Un elemento decisivo nel programma di riduzione della incidenza delle infezioni ospedaliere è la formazione professionale del personale che deve concentrare i suoi sforzi sul personale direttamente coinvolto nell’assistenza al malato, ma, almeno a livello informativo, non deve escludere nessuna delle componenti ospedaliere. Il personale infermieristico sarà quindi il primo obiettivo di tale formazione; questa potrà attuarsi sia attraverso gli spazi didattici già previsti nelle scuole per infermieri professionali, assegnando un adeguato numero di ore di teoria e di pratica nelle tecniche di sorveglianza e controllo delle infezioni ospedaliere, sia con seminari o corsi di aggiornamento appositamente predisposti. Anche il personale medico deve essere coinvolto in un processo di formazione specifica sull’argomento, differenziato in quantità ed intensità a seconda se rivolto a figure istituzionalmente coinvolte dal problema (igienisti, microbiologi, infettivologi) oppure a figure che necessitano solo di un aggiornamento informativo. Le Regioni devono favorire la nascita di corsi di specializzazione pertinenti al tema trattato nelle scuole di preparazione del personale infermieristico, nei maggiori centri ospedalieri.
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fondamentale agg. [dal lat. tardo fundamentalis]. –
1. Che costituisce il fondamento, la base di qualche cosa, o
serve di sostegno (in senso fig.):
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fondamentale Sinonimi: basilare, capitale, elementare,
essenziale, iniziale, originario, importante, maggiore, nodale, precipuo, primario, primo, principale, prioritario, sostanziale, vitale, imprescindibile, necessario, centrale, determinante, di base, di fondo, indispensabile, preliminare
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MANSIONARIO DELL’INFERMIERE
PROFESSIONALE
Modifiche al R.D. 2 maggio 1940, numero
1310, sulle mansioni degli infermieri
professionali e infermieri generici
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MANSIONARIO DELL’INFERMIERE
PROFESSIONALE
Modifiche al R.D. 2 maggio 1940, numero
1310, sulle mansioni degli infermieri
professionali e infermieri generici
sorveglianza sulla distruzione medicinali, dei disinfettanti, dei veleni e degli stupefacenti
sorveglianza e somministrazione delle diete sorveglianza sulle attività dei malati affinché le stesse si
attuino secondo le norme di convivenza prescritte dai regolamenti interni.
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MANSIONARIO DELL’INFERMIERE
PROFESSIONALE
Modifiche al R.D. 2 maggio 1940, numero
1310, sulle mansioni degli infermieri
professionali e infermieri generici
opera di educazione sanitaria del paziente e dei suoi familiari;
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•Promuovere il riconoscimento e sviluppo della figura •Attivare ricerche scientifiche •Promuovere attività educative informative •Divulgare i progressi e le informazioni
Gli scopi
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19/02/1991 documento ANIPIO
“ Ruolo, funzioni dell’infermiere addetto
alla sorveglianza e controllo delle infezioni ospedaliere”
ANALISI DELLA PROFESSIONALITÀ DELL’ICI •Livello di specializzazione conoscenza applicata (processi di diagnosi, progetto, intervento, verifica di attività) conoscenza dei principi di epidemiologia, statistica, clinica microbiologia,… •Livello di interdipendenza con altri professionisti progetti comuni e integrazione di interventi con altri abilità personali nella comunicazione, relazione, negoziazione •Livello di gestionalità (o discrezionalità decisoria) influenzare le cure prestate, favorendo l’interiorizzazione dei principi.. modifica dei comportamenti a rischio influenzare l’organizzazione finalizzata all’assunzione di decisioni, allocazione delle risorse materiali e organizzative
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I programmi formativi per le figure addette al controllo delle infezioni ospedaliere hanno da sempre accompagnato l’evoluzione dei programmi di controllo delle infezioni. Soprattutto nei paesi anglosassoni, fin dagli anni ’60 sono stati avviati corsi di specializzazione per le Infection Control Nurse (Icn) ed in Gran Bretagna nel 1981 la formazione di ICN è stata ratificata da parte del National Executive Committee. Nel 1983 il Consiglio d’Europa ha emanato, per tutti gli Stati membri raccomandazioni specifiche relative alla formazione di una figura definita “Infermiera Igienista”. Anche nel nostro paese è stata più volte reiterata la richiesta di prevedere una specifica formazione per l’infermiere addetto al controllo delle infezioni. Il tentativo fortemente esperito nel 1993 –
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Anche nel nostro paese è stata più volte reiterata la richiesta di prevedere una specifica formazione per l’infermiere addetto al controllo delle infezioni. Il tentativo fortemente esperito nel 1993 – fase di predisposizione del profilo professionale dell’infermiere – non ha avuto l’auspicato riscontro in quanto il legislatore allora ha ritenuto, specificandolo nel preambolo dello stesso
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MINISTERO DELLA SANITA'
DECRETO 14 settembre 1994, n. 739
Visto l'art. 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, recante: "Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'art. 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421", nel
testo modificato dal decreto legislativo 7 dicembre 1993, n.517; Ritenuto che, in ottemperanza alle precitate disposizioni, spetta al Ministro della sanità di
individuare con proprio decreto le figure professionali da formare ed i relativi profili, relativamente alle aree del personale sanitario infermieristico, tecnico e della riabilitazione;
Ritenuto di individuare con singoli provvedimenti le figure professionali; Ritenuto di individuare la figura dell'infermiere;
Ritenuto di prevedere e disciplinare la formazione complementare; Visto il parere del Consiglio superiore di sanità, espresso nella seduta del 22 aprile 1994;
Ritenuto che, in considerazione della priorità attribuita dal piano sanitario nazionale alla tutela della salute degli anziani, sia opportuno prevedere espressamente la figura dell'infermiere
geriatrico addetto all'area geriatrica anziché quella dell'infermiere addetto al controllo delle infezioni ospedaliere, la cui casistica assume minor rilievo;
Udito il parere del Consiglio di Stato espresso nell'adunanza generale del 4 luglio 1994; Vista la nota, in data 13 settembre 1994, con cui lo schema di regolamento è stato trasmesso,
ai sensi dell'art. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, al Presidente del Consiglio dei Ministri;
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A quasi dieci anni di distanza e con un quadro normativo profondamente
cambiato sia per quanto riguarda l’esercizio professionale, sia riguardo i
percorsi formativi di base e post base è possibile prevedere specifiche
modalità formative per l’acquisizione di competenze necessarie
all’infermiere addetto al controllo delle infezioni ospedaliere.
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Il profilo di competenza che ne deriva è quello di un infermiere con competenze avanzate ed in grado di svolgere le seguenti funzioni:
1. funzione di prevenzione e controllo:
comprende tutti gli interventi preventivi a vari livelli mirati
all'individuazione dei fattori di rischio, alla definizione
delle misure di controllo nei confronti dell'utente,
degli operatori e dell'ambiente, all'individuazione
delle fonti e alla definizione della misure di controllo
atte a contenere la diffusione delle I.O.;
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Il profilo di competenza che ne deriva è quello di un infermiere con competenze avanzate ed in grado di svolgere le seguenti funzioni:
2. funzione di sorveglianza:
comprende tutti i programmi di monitoraggio sulla
frequenza, sulle caratteristiche delle I.O. e sulle procedure
e aree a rischio al fine di attivare una strategia diretta al
controllo della infezioni;
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Il profilo di competenza che ne deriva è quello di un infermiere con competenze avanzate ed in grado di svolgere le seguenti funzioni:
3. funzione di informazione/formazione:
comprende tutti gli interventi informativi/ educativi e
di formazione rivolti agli operatori sanitari e agli utenti
atti ad indurre un cambiamento dei comportamenti;
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Il profilo di competenza che ne deriva è quello di un infermiere con competenze avanzate ed in grado di svolgere le seguenti funzioni:
4. funzione di ricerca:
comprende gli interventi di sviluppo di una
pratica infermieristica basata su metodologie
innovate, evidenza scientifica attraverso
l'attivazione di progetti o con l’utilizzo di
risultati già a disposizione
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Master di I° livello in “Epidemiologia del rischio infettivo correlato alle pratiche assistenziali (ICPA)
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I percorsi di formazione attivati e attivi in Italia
Le Università proponenti: Pescara Genova Milano Napoli Torino Verona Roma
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Master di 1° livello
60 CFU
Durata: dai 12 ai 18 mesi
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I percorsi di formazione attivati e attivi in Italia.
Il Titolo:
Epidemiologia e prevenzione del rischio infettivo correlato alle pratiche
assistenziali ( ICPA)
Infezioni correlate alle attività assistenziali
Nursing avanzato per la sorveglianza epidemiologica e il
controllo delle infezioni correlate ai processi assistenziali ( ICPA)
Sorveglianza e controllo delle infezioni correlate
all’assistenza
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Frequenza: 70-80% Selezione Posti disponibili: 25 – 35 Requisiti di accesso: •Assistente sanitario •Infermiere •Infermiere Pediatrico •Ostetrica Esami in itinere e finale
I percorsi di formazione attivati e attivi in Italia
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Articolazione della didattica Verona
(Ambiti)
Torino
(Moduli)
Genova
(Moduli)
Milano
( Moduli)
Napoli
(Moduli)
Scienze propedeutiche 1. La legislazione sanitaria e
il sistema professionale
infermieristico
1. Legislazione sanitaria
deontologia professionale
1. Propedeutico di base 1. Legislazione sanitaria e deontologia
professionale
Scienze della prevenzione e
dei servizi sanitari
2. Metodi e strumenti della
ricerca
2. Principi di statistica sanitaria,
informatica, metodologia
epidemiologica e della ricerca
2. Programmazione, organizzazione e
valutazione dei servizi
2. Principi di statistica sanitaria,
informatica, metodologia epidemiologica
e della ricerca
Metodologia per una pratica
infermieristica basata sulle
evidenze
3. Epidemiologia e clinica
delle ICA
3. Infezioni correlate alle pratiche
assistenziali: aspetti laboratoristici
e clinico-epidemiologici
3. Processi di formazione e
comunicazione
3. Infezioni correlate alle pratiche
assistenziali: aspetti laboratoristici e
clinico-epidemiologici
Scienze biomediche 4. Le misure efficaci nel
controllo del rischio
infettivo
4. Moderne strategie di
prevenzione per il controllo delle
ICPA
4. ICPA parte generale 4. Moderne strategie di prevenzione per
il controllo IPCA
Scienze del management 5. Gli strumenti della
clinical governance
5. Programmazione,
organizzazione e valutazione dei
servizi dei servizi sanitari
5. ICPA parte speciale 5. Programmazione, organizzazione e
valutazione dei servizi sanitari
6. La formazione e il
cambiamento organizzativo
6. Processi di formazione e
comunicazione
6. Strategie di prevenzione 6. Processi di formazione e
comunicazione
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Distribuzione ATTIVITA’ FORMATIVE Tipo di attività Verona Torino Genova Milano Napoli
“Federico II”
attività didattica
formale e studio
individuale
26 CFU = 650
ore
seminari di
approfondimento
specialistici per
prevenzione e
controllo delle
infezioni
2 CFU = 50 ore
tutorato individuale o
in piccolo gruppo
3 CFU = 75 ore
attività di laboratorio
4 CFU = 100
ore
44 CFU = 1.100
ore
Didattica
frontale:342 ore
Didattica
alternativa: 42
ore
Studio
individuale: 716
ore
37 CFU = 925
ore
Attività in aula (
lezioni, attività
formative in
piccoli gruppi,
role playing..):
412 ore
Studio
individuale:
513 ore
Didattica
frontale e altre
forme di
addestramento:
500 ore
42 CFU =
1.050
Didattica
frontale: 400
ore
Studio
individuale,
ricerca project
work: 650 ore
attività di tirocinio
professionalizzante e
studio individuale per
la preparazione di
report stage
15 CFU =
2 esperienze di
stage in strutture
accreditate, di
cui 1
extraregionale
14 CFU = 350
ore
23 CFU = 575
ore
250 ore 12 CFU = 300
ore
preparazione prova
finale
10 CFU = 175
ore
2 CFU = 50 ore 2 CFU 6 CFU = 150
ore
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Progetto Nazionale di Ricerca
• Profilo di Competenza e Curriculum Formativo dell’Infermiere addetto al Controllo delle Infezioni (ICI)
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Profilo di competenza e curriculum formativo dell’’infermiere addetto al controllo delle infezioni
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Legge 1 febbraio 2006, n. 43 "Disposizioni in materia di professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione e delega al Governo per l'istituzione dei relativi ordini professionali" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 40 del 17 febbraio 2006
ART. 6.
(Istituzione della funzione di coordinamento).
……. il personale laureato appartenente alle professioni sanitarie di cui all'articolo 1, comma 1, della presente legge, è articolato come segue: a) professionisti in possesso del diploma di laurea o del titolo universitario conseguito anteriormente all'attivazione dei corsi di laurea o di diploma ad esso equipollente b) professionisti coordinatori in possesso del master di primo livello in management o per le funzioni di coordinamento c) professionisti specialisti in possesso del master di primo livello per le funzioni specialistiche
d) professionisti dirigenti in possesso della laurea specialistica
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Legge 1 febbraio 2006, n. 43 "Disposizioni in materia di professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione e delega al Governo per l'istituzione dei relativi ordini professionali" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 40 del 17 febbraio 2006
c) professionisti specialisti in possesso del master di primo livello per le funzioni specialistiche rilasciato dall'università ai sensi dell'articolo 3, comma 8, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509, e dell'articolo 3, comma 9, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270;
ART. 6.
(Istituzione della funzione di coordinamento).
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Definizione dell’ ’infermiere Specializzato nel Rischio Infettivo (ISRI) L’ISRI è un infermiere in possesso del Master di primo livello nel controllo del Rischio Infettivo che opera in autonomia e in collaborazione con gli altri professionisti, nei vari contesti sanitari e socio sanitari, sia pubblici che privati. L’ISRI rappresenta un “professionista-risorsa” per i cittadini, per gli operatori e per le organizzazioni socio sanitarie, al fine di garantire la tutela della salute della collettività
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Partecipa alla definizione delle politiche sanitarie e
socio sanitarie a livello nazionale, regionale e locale
per tutelare la salute e la sicurezza del cittadino.
Partecipa alla identificazione del rischio infettivo
nei contesti sanitari e socio sanitari pubblici e
privati.
L’infermiere Specializzato nel Rischio Infettivo (ISRI)
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L’infermiere Specializzato nel Rischio Infettivo (ISRI)
Pianifica, gestisce e valuta gli interventi di
prevenzione, controllo, sorveglianza del rischio
infettivo, in un ambito multi professionale e
multidisciplinare.
Pianifica, gestisce e valuta progetti di formazione,
ricerca e innovazione nell’ambito del rischio infettivo.
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L’infermiere Specializzato nel Rischio Infettivo (ISRI)
Garantisce attività di supervisione e consulenza
sul controllo del rischio infettivo basati sulle
evidenze scientifiche evidence based.
Utilizza, nel controllo del rischio infettivo,
metodi e strumenti per orientare le scelte e
migliorare la qualità degli interventi, in relazione
all’evoluzione tecnologica e delle conoscenze.
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L’infermiere Specializzato nel Rischio Infettivo (ISRI)
Gestisce relazioni efficaci, attraverso l’utilizzo di tecniche di comunicazione finalizzate al coinvolgimento dell’utente, del caregiver e degli operatori per il controllo del rischio infettivo. Promuove il cambiamento nei diversi contesti organizzativi, favorendo l’adesione alle buone pratiche nel controllo del rischio infettivo Adotta strategie di autoapprendimento e aggiornamento continuo delle proprie conoscenze e competenze specialistiche.
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Il Core Curriculum coincide con la definizione degli obiettivi educativi che si identificano quasi totalmente con lo specifico Profilo professionale di riferimento e che definiscono ciò che la persona deve essere capace di fare in relazione ai problemi prioritari di salute della società. Questi obiettivi sono da ritenersi necessari e sufficienti per fare del soggetto un professionista con un bagaglio di competenze irrinunciabili e adeguate , cioè completo e permanente, per intraprendere lo specifico percorso professionale.
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FATTORI CHE CONCORRONO ALLA COSTRUZIONE DI CORE CURRICULUM
• Definizione chiara e completa dei problemi prioritari di salute e di qualità dei servizi a cui riferire gli obiettivi da raggiungere di tipo teorico e pratico.
• Selezionare i contenuti culturali essenziali rispetto ai diversi ambiti scientifico-disciplinare che caratterizzano il profilo dello studente a cui è rivolto il curriculum.
• Ipotesi di collocamento temporale di questi contenuti in rapporto alla rispettiva propedeuticità e alla organizzazione dei vari semestri.
• Descrizione puntuale delle competenze professionali che lo studente deve possedere al termine del corso di studi, precisando il livello di autonomia e abilità che deve raggiungere.
• Attribuzione dei crediti formativi, intesi come lavoro complessivo dello studente necessario per il raggiungimento degli obiettivi previsti
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FATTORI CHE CONCORRONO ALLA COSTRUZIONE DI CORE CURRICULUM
•Segmentazione dei contenuti in temi omogenei e in unità didattiche elementari precisando
il livello di approfondimento che lo studente dovrà raggiungere.
•Proposta della metodologia didattica considerata come la più efficace ed idoena per il
raggiungimento degli obiettivi scelti
•Ipotesi di suddivisione della quota oraria tra le diverse attività che lo
studente deve svolgere per raggiungere i suoi obiettivi
•Indicazione della metodologia di valutazione pertinente
•Segnalazione della rilevanza professionale che ciascun obiettivo ha per gli studenti.
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I documenti di riferimento.
Nell’elaborazione della proposta , si considerano documenti di riferimento: la normativa vigente italiana le raccomandazioni europee in materia di infezioni il profilo professionale dell’infermiere italiano il Codice Deontologico il documento Ipse i criteri dell’Accreditamento i risultati della ricerca ANIPIO-IPASVI
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Ia Proposta di contenuti Core
Per la complessità del profilo atteso, per il contributo rilevante all’interno delle organizzazioni socio sanitarie che tale figura può apportare nonché per i benefici in termini di salute per i cittadini, si prone come percorso formativo un Master di 1° livello, articolato in 60 CFU, intitolato “ Rischio infettivo”. Il requisito di accesso previsto è il diploma/laurea in infermieristica.
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MODULI
1 Epidemiologia e clinica delle infezioni 2 Programmi , metodi e strumenti per il controllo delle ICA 3 Metodologie formative e di comunicazione 4 Legislazione e organizzazione sanitaria e del sistema professionale
infermieristico 5 Metodi e strumenti della ricerca
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M o d u l i C o n o s c e n z e c a r a t t e r i z z a n t i
P r i n c i p a l i c o n t e n u t i
E P I D E M I O L O G I A E C L I N I C A D E L L E
I N F E Z I O N I
Microbiologia V a r i e s p e c i e m i c r o b i c h e ( b a t t e r i , m i c e t i , v i r u s e p r o t o z o i )
C a t e n a d i t r a s m i s s i o n e d e l l e i n f e z i o n i
I m m u n o l o g i a L a d i a g n o s t i c a
I g i e n e
L e p r i n c i p a l i m a l a t t i e i n f e t t i v e
M e t o d o l o g i a d i c o n t r o l l o
M i s u r e i n c a s o d i e p i d e m i e
I m p l i c a z i o n i i n c a s o d i d i s a s t r o <
m i s u r e i n t e r n a z i o n a l i
… C e n n i c l i n i c i … A g e n t i i n f e t t i v i … D i f f u s i o n e … S e r b a t o i o … M o d a l i t à d i t r a s m i s s i o n e … P e r i o d o d i i n c u b a z i o n e … P e r i o d o d i c o n t a g i o s i t à … S u s c e t t i b i l i t à
… M i s u r e p r e v e n t i v e … C o n t r o l l o p z / c o n t a t t i / a m b i e n t e
Profilo di competenza e curriculum formativo dell’’infermiere addetto al controllo delle infezioni
Il curriculum – Roma 27 gennaio 2012
M o d u l i C o n o s c e n z e c a r a t t e r i z z a n t i
P r i n c i p a l i c o n t e n u t i
PROGRAMMI , METODI E STRUMENTI PER IL
CONTROLLO DELLE ICA
EPIDEMIOLOGIA e statistica
Andamento epidemiologico malattie infettive e ICA Gli studi di prevalenza/incidenza Statistica sanitaria : Concetto di popolazione, dimensioni del campione e metodi di campionamento;Concetto di P o significatività statistica; Statistica inferenziale e descrittiva. Controllo: misure di prevenzione e sorveglianza (misurare il fenomeno in termini di impatto epidemiologico; le buone pratiche evidence based per prevenire infezione a livello lavorativo, scolastico e di comunità; monitoraggio secondo i vari sistemi di denuncia; monitoraggi ad hoc per le ICA
EVIDENCE BASED PRACTICE
La ricerca della letteratura; concetti di EBN la ricerca degli articoli e l’identificazione del disegno di studio banche dati e strategie di ricerca
Q u a l i t à
I il risk management e gli strumenti di gestione del rischio (RCA, Audit, ..) - progetti di miglioramento
Profilo di competenza e curriculum formativo dell’’infermiere addetto al controllo delle infezioni
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P r i n c i p a l i c o n t e n u t i
METODI E STRUMENTI DELLA RICERCA
RICERCA I disegni di ricerca:
osservazionali e sperimentali
doppio cieco
I Disegni degli studi
randomizzazione
Il consenso informato,
il comitato etico,
la good clinical practice
Caratteristiche, regole,
tipologie di dati,
strumenti: schede di raccolta,
questionari e interviste
metodologia
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P r i n c i p a l i c o n t e n u t i
METODOLOGIE FORMATIVE E DI COMUNICAZIONE
DIDATTICA - il processo di comunicazione - condurre una riunione - gestire conflitti - l’apprendimento in età adulta -gli strumenti ( materiale informativo, strumenti mediatici) - la progettazione formativa
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M o d u l i C o n o s c e n z e c a r a t t e r i z z a n t i
P r i n c i p a l i c o n t e n u t i
LEGISLAZIONE E ORGANIZZAZIONE SANITARIA E DEL SISTEMA PROFESSIONALE INFERMIERISTICO
MANAGEMENT E LEADERSHIP - Analisi sistemica delle organizzazioni sanitaria e sociale; progettualità di intervento - legislazione socio sanitaria - i setting di cura - programmazione e valutazione dei servizi sanitari
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Il Profilo e Il Curriculum – Roma 27 gennaio 2012
TIPOLOGIE DELLE ATTIVITA’ PREVISTE:
1. Attività didattica formale e studio individuale
2. Tutorato individuale o in piccolo gruppo
3. Tirocinio professionalizzante da effettuarsi ad esempio nelle possibili sedi di :
Laboratorio microbiologico
Centro EBN
Unità Operative
Affiancato ad un ICA
4. laboratori metodologici, per sperimentare in ambiente protetto ad esempio:
la costruzione di un questionario
la conduzione di una riunione
condurre un incontro di formazione destinato a professionisti
presentazione di report e dati
5. Seminari di approfondimento
6. Prova finale: Presentazione di un progetto di ricerca
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Il Profilo e Il Curriculum – Roma 27 gennaio 2012
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