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Il „perché‟ e il „come‟ di un percorso di cambiamento nella scuola secondaria di II grado Elena Vaj 21 maggio 2011 ISISS “E. Montale” – Tradate elena vaj

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Il „perché‟ e il „come‟ di un percorso

di cambiamento nella scuola

secondaria di II grado

Elena Vaj21 maggio 2011

ISISS “E. Montale” – Tradate

elena vaj

innovazione

sviluppo

velocità

In una società in movimento…dov‟è

la scuola?

nuove tecnologie

informazione

cambiamento

… il perché del

cambiamento

nel cambiamento

della società

elena vaj

Ia storia di un cambiamento

Il dibattito pedagogico

I mutamenti sociali, culturali,

economici, tecnologici

Le indicazioni dell‟Unione Europea

La normativa italiana

elena vaj

1993

1995

2000

20012003

2001

1999

1997

2005 2004

2006 2007

2010

2009

2010

1996

2008

elena vaj

1993: Jacque Delors

Crescita, competitività, occupazione.

Il problema della “disoccupazione tecnologica” e i nuovi bisogni legati al cambiamento degli stili di vita

L‟inadeguato livello di istruzione e formazione

Formazione e istruzione: strumenti di politica attiva del mercato del lavoro

Il principio fondamentale alla base della formazione:

la valorizzazione del capitale umano

L‟obiettivo:

imparare ad imparareelena vaj

1995: Édith Cresson

Insegnare e apprendere: verso la società della conoscenza

Mondializzazione degli scambi, società dell‟informazione, progresso scientifico e tecnico..... Ogni giorno possiamo renderci conto dei cambiamenti prodotti da questi fenomeni. In seno all‟impresa essi conducono a nuove forme di lavoro.

A scuola esigono nuove forme del sapere.

Nella vita di tutti i giorni modificano le abitudini. Queste mutazioni non sono una semplice parentesi ma preannunciano la società del domani.

elena vaj

1996: Jacque Delors

Nell‟educazione un tesoro

Rapporto all‟UNESCO della Commissione Internazionale sull‟Educazione per il XXI secolo

Quattro grandi finalità per la scuola:

Imparare a conoscere

vivere insieme

a fare

ad essere

elena vaj

Lisbona 2000: i cinque parametri concreti …

…di riferimento per il miglioramento dei sistemi

d‟istruzione e formazione in Europa entro il 2010 diminuzione degli abbandoni precoci percentuale non superiore al 10%

aumento dei laureati in matematica, scienze e tecnologia - aumento

almeno del 15% e al contempo diminuzione dello squilibrio fra sessi

aumento dei giovani che completano gli studi secondari superiori - almeno

l'85% della popolazione ventiduenne

diminuzione della percentuale dei quindicenni con scarsa capacità di lettura

almeno del 20% rispetto al 2000

aumento della media europea di partecipazione ad iniziative di lifelong

learning - almeno fino al 12% della popolazione adulta in età lavorativa

25/64 anni

elena vaj

2001: Un nuovo impulso per la

gioventù europea

Bruxelles 21-11-2001

I giovani in primo piano

aprire il processo decisionale dell‟Unione

Europea alla partecipazione dei cittadini, e

quindi anche dei giovani cittadini, alle

decisioni che li riguardano.

elena vaj

PROGETTO DeSeCo 2002

(Definition and Selection of Competencies : Theoretical and Conceptual

Foundations)

UNA MAPPA DI COMPETENZE CHIAVE

STABILIRE BUONE RELAZIONI CON GLI

ALTRI

COOPERARE IN RAPPORTO AD UN FINE

COMUNE

GESTIRE E RISOLVERE CONFLITTI

UTILIZZARE LA LINGUA, I SIMBOLI E I TESTI IN

MANIERA INTERATTIVA

UTILIZZARE LE CONOSCENZE E LE INFORMAZIONI IN

MANIERA INTERATTIVA

UTILIZZARE LE NUOVE TECNOLOGIE IN MANIERA

INTERATTIVA

DIFENDERE E AFFERMARE I PROPRI DIRITTI, INTERESSI, RESPONSABILITA’, LIMITI E BISOGNI

DEFINIRE E REALIZZARE PROGRAMMI DI VITA E PROGETTI PERSONALI

SAPER AGIRE IN UN CONTESTO COMPLESSO

AGIRE IN MODO AUTONOMO

SERVIRSI DI STRUMENTI IN MANIERA

INTERATTIVA

FUNZIONARE IN GRUPPI SOCIALMENTE

ETEROGENEI

elena vaj

2005: Europass

DECISIONE N. 2241/2004/CE DEL PARLAMENTO

EUROPEO E DEL CONSIGLIO

del 15 dicembre 2004 relativa ad un quadro comunitario

unico per la trasparenza delle qualifiche e delle

competenze(Europass)

1. CV Europass

2. Europass-Mobility

3. Supplemento al diploma Europass

4. Portfolio Europass delle lingue

5. Supplemento al certificato Europass

elena vaj

2006: Le otto competenze chiave

Comunicazione nella madrelingua Comunicazione nelle lingue straniere Competenza matematica e competenze di base in

scienza e tecnologia Competenza digitale Imparare ad imparare Competenze sociali e civiche Spirito di iniziativa e imprenditorialità Consapevolezza ed espressione culturale

elena vaj

2008: EQF

RACCOMANDAZIONE

2008/C 111/01/CE

DEL PARLAM ENTO

EUROPEO E DEL

CONSIGLIO

del 23 aprile 2008

elena vaj

2010: Europa 2020

Una strategia per una

crescita intelligente,

sostenibile e

inclusiva

Bruxelles, 3.3.2010

COM(2010) 2020

COMUNICAZIONE DELLA

COMMISSIONE

EUROPA 2020

elena vaj

2007: il nuovo obbligo di istruzione

elena vaj

Le priorità per la piena

occupabilità dei giovani

Facilitare la transizione dalla

scuola al lavoro

Rilanciare l‟istruzione tecnico-

professionale

Ripensare l‟utilizzo dei tirocini

formativi, promuovere le

esperienze di lavoro nel

corso degli studi

……………

2009: Italia 2020

elena vaj

2009: Nuove norme sulla valutazione

Decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009,

n. 122 (in GU 19 agosto 2009, n. 191)

Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti

per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità

applicative in materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del

decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito, con

modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169

elena vaj

2010: i RegolamentiD.P.R. 15 marzo 2010, nn. 87, 88, 89

Regolamenti recanti “Revisione dell‟assetto

ordinamentale, organizzativo e didattico degli

istituti professionali, degli istituti tecnici e dei licei

ai sensi dell‟articolo 64, comma 4, del decreto

legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla

legge 6 agosto 2008, n. 133”

elena vaj

VISTO, VISTO, VISTO….VISTA,…VISTO, CONSIDERATO, ACQUISITO,…

la storia del cambiamento nella premessa all‟articolo 1

il „come‟ è oggetto di riflessione da parte

delle scuole sulla base dei Regolamenti,

delle Indicazioni e delle Linee guida

Se il „perché‟ è legittimato da un cambiamento,

davvero significativo, che a più livelli ha

investito la società europea e italiana …

elena vaj

Dai “Programmi”

a “Profilo”, “Linee guida” e

“Indicazioni”:

due logiche a confronto

elena vaj

La logica curricolare

Centratura sulle discipline

Discipline come “fine”

Definizione degli obiettivi

Unità didattiche

Tecnicismo

Individualizzazione dell‟insegnamento

I Programmi

Il dibattito sul curricolo verticale

Il modello organizzativo attuale

elena vaj

La logica dei Piani di studio

Centratura sulla persona

Discipline come “mezzi”

Promozione di competenze

Didattica per compiti reali

Unità di apprendimento

Il Profilo e le Indicazioni

I possibili modelli organizzativi

elena vaj

Ma quanti Profili?

Profilo educativo, culturale e professionale dello

studente alla fine del secondo ciclo di istruzione (D.lgs.

226/2005)

Il Profilo educativo, culturale e professionale dello

studente a conclusione del secondo ciclo del sistema

educativo di istruzione e formazione per gli Istituti

Tecnici/Professionali

Il Profilo culturale, educativo e professionale dei Licei

Il profilo culturale e risultati di apprendimento dei

percorsi dei settori economici/ del settore tecnologico

Il profilo culturale e risultati di apprendimento dei

percorsi del settore servizi/ del settore industria e

artigianato

elena vaj

Il rapporto tra Profilo e Indicazioni

Nota introduttiva alle Indicazioni nazionali:

Il Profilo definisce le competenze attese e i risultati di

apprendimento al termine del percorso di studi. Chiama

in causa la capacità progettuale delle Istituzioni

scolastiche – autonomia e flessibilità.

Le Indicazioni definiscono gli obiettivi specifici di

apprendimento: gli „oggetti‟ culturali strumentali alla

realizzazione del Profilo.

elena vaj

In ogni caso si parla di competenza…

… indica la comprovata capacità di usare

conoscenze, abilità e capacità personali, sociali

e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di

studio e nello sviluppo professionale e/o

personale; le competenze sono descritte in

termine di responsabilità e autonomia.

.

elena vaj

Polisemia del termine „competenze‟

DPR 323/98 : “… accertare le competenze in quanto

possesso di abilità …”

L. 9/99: … è rilasciata una certificazione … indicante il

percorso didattico educativo svolto e le competenze

acquisite

L. 53/03: … è promosso l'apprendimento in tutto l'arco

della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di

raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le

capacita e le competenze, attraverso conoscenze e

abilita, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le

scelte personali, adeguate all'inserimento nella vita

sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle

dimensioni locali, nazionale ed europea.

elena vaj

Polisemia del termine „competenze‟

Indicazioni per il curricolo ...polisemia dichiarata!

D.M. 22 agosto ‟07 (obbligo): la competenza indica la

comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e

capacita personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni

di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o

personale; le competenze sono descritte in termini di

responsabilità e autonomia.

Regolamenti 15 marzo 2010/Linee guida … ancora

polisemia

elena vaj

Sviluppare competenze personali …

… è l‟aggettivo che fa la differenza e pone,

per esempio, la questione del rapporto tra

elena vaj

Competenze

personali Competenze

disciplinari

Cfr: OECD, The definition and selection of key competencies (DeSeCo): theorical and conceptual foundations.

Strategic paper, 07-Oct.2002.

Fronteggiare efficacemente richieste e compiti

complessi; questo comporta non solo il possesso di

conoscenze e abilità, ma anche emozioni e

atteggiamenti adeguati a un’efficace gestione di

tali componenti.

la nozione di compentenze include componenti cognitive ma anche

componenti motivazionali, etiche, sociali, risultati di

apprendimento (conoscenze e abilità), sistemi di valori e

credenze, abitudini e altre caratteristiche psicologiche.

elena vaj

La competenza è esterna o interna a chi

apprende? È oggettivabile o è

situazionale?

elena vaj

Persona che

apprende

Competenza disciplinare,

di comportamento,

oggettivabile, misurabile

quantitativamente

Visione

pedagogica

x

Persona che

apprendeCompetenza personale,

complessa, situazionale,

osservabile e valutabile

qualitativamente, mai

quantitativamente

Visione

pedagogica

y

È evidente la necessità di riflettere su…

lo scenario antropologico di riferimento da cui

consegue

un determinato concetto di apprendimento

Lo scopo dell‟azione educativa

Le scelte metodologiche

Il concetto di valutazione

L‟organizzazione dell‟azione didattica e

dell‟istituzione scuola (es. i tempi del docente non

dedicati all‟aula, l‟orario delle elzioni, l‟uso dei

laboratori,…)

elena vaj

Un esempio …

Modello meccanicistico, behaviorista uomo

Il rapporto tra maestro e allievo e up-down, uno sa e l‟altro non

sa

Il buon insegnamento „garantisce‟ il buon apprendimento

Il cuore del processo e la corrispondenza input – ouput

Modello costruttivista, cognitivista soggetto

Il rapporto tra maestro e allievo resta asimmetrico, ma l‟allievo e

riconosciuto artefice del proprio apprendimento

E‟ necessario porre attenzione alla diverse modalità di

apprendimento

Il risultato di apprendimento è sempre intrecciato con

l‟esperienza personale

elena vaj

Un esempio …

Modello personalista persona umana

Esiste una relazione tra chi insegna e chi apprende, sono due

persone , sia pur con saperi e ruoli diversi

L‟apprendimento e esercizio di liberta da parte dell‟allievo

responsabilità

L‟apprendimento coinvolge l‟integralità della persona, quindi

anche il suo agire senza agire, libero e personale, non c‟è

testimonianza di avvenuto apprendimento

elena vaj

Qualche domanda

Quale metodologia favorisce lo sviluppo di competenze

personali?

Si può valutare e certificare competenze senza aver

agito intenzionalmente per promuovere competenze?

Qual è la differenza tra una programmazione centrata

sulla disciplina e una progettazione per promuovere le

competenze personali di ciascun allievo?

può esserci sviluppo di competenze senza auto-

valutazione dell‟allievo?

elena vaj

nella progettazione formativa occorre

dunque intrecciare …

Discipline

DipartimentiNuovo

obbligo

Assi

culturali

Abilità

Competenze

di

cittadinanza

Studenti

Competenze

chiave

Certificazione

delle

competenze

Regolamenti

riordino

Consiglio

di classe

POF

Conscenze

elena vaj

Quali modalità e metodologie

didattiche?

la finalità non è ininfluente :

è diverso progettare percorsi per

Insegnare per

trasmettere

conoscenze

Insegnare per

sviluppare

competenze

elena vaj

Le Linee guida parlano di didattica per

progetti…

« … la pedagogia del progetto è una pratica educativa che

coinvolge gli studenti nel lavorare intorno a un compito

condiviso che abbia una sua rilevanza, non solo all‟interno

dell‟attività scolastica, bensì anche fuori di essa …»

« … Lavorare per progetti induce la conoscenza di una

metodologia di lavoro di grande rilievo sul piano dell‟agire, la

sensibilità verso di essa e la capacità di utilizzarla in vari

contesti. Il progetto, infatti, è un fattore di motivazione, in

quanto ciò che viene imparato in questo contesto prende

immediatamente, agli occhi degli studenti, la figura di

strumenti per comprendere la realtà e agire su di essa …»

elena vaj

Didattica per progetti. Il pensiero originale.

W.H. Kilpatrick (1871-1965), allievo di Dewey, matematico e

filosofo, direttore dell‟istituto di Pedagogia della Columbia

University. Elabora la didattica per progetti intorno agli anni „20 del

XX secolo.

“Lo stretto problema del metodo si preoccupa soltanto della

materia da insegnare e di come disimpegnarsi meglio in questo

ristretto tipo di insegnamento. Il largo problema del metodo si

preoccupa dei molti valori che sono in gioco. E per decidere come

trattare un ragazzo alla luce di questi diversi valori si richiede la

filosofia, cioè la considerazione dei valori in gioco e la ricerca di ciò

che una più profonda penetrazione indicherebbe come il più saggio

corso da seguire”.

da La filosofia dell‟educazione (1951)

elena vaj

Un modello per la didattica

Analisi dei bisogni formativi

Progettazione per competenze

Situazioni di lavoro/di studio/progetto/compito

Strumentalità dei contenuti

Unità di apprendimento

Verifica e valutazione degli apprendimenti

Osservazione e valutazione delle

competenze

elena vaj

«(…) gli sembrò possibile trasmettere questo

stabile patrimonio così identificato a tutti („tutto a

tutti‟) e ottenere ottimi risultati formativi con

ciascuno, adoperando lo stesso libro di testo

(„stessa edizione, che corrispondano nel numero

delle pagine, delle righe ecc.‟), la stessa

organizzazione metodologica e didattica, la

stessa preparazione dei docenti; numero di

esercizi individuali (…)

elena vaj

dedicando „un determinato tempo a una sola

materia di studio‟ (le ore di ciascuna

disciplina); ripartendo „accuratamente le

classi‟ e le materie di studio, „in modo che le

prime spianino la strada e siano di

chiarimento alle seguenti‟, programmando „i

tempi (…) in modo che ad ogni anno, mese,

giorno, ora sia assegnato un determinato

compito‟; suddividendo „ il tempo e i lavori

(…) cosicché niente venga tralasciato o

invertito‟;

elena vaj

Se poi qualche allievo „indolente e pigro‟,

nonostante questi interventi organizzativi e

didattici, non si fosse impadronito a dovere

delle materie di studio, a meno che fosse

„irrecuperabile (perché)…‟terra marcia‟

(„…ma di ingegno così degenerati ne troverai

uno su mille‟), doveva essere sottoposto a

un‟esposizione più prolungata nel tempo

delle stesse cose e invitato, con „molta

prudenza e pazienza‟, a svolgere un maggior

numero di esercizi individuali …

elena vaj

A. Comenio, Didactica magna, 1632

Già allora veniva messo in discussione

questo metodo… ma da allora qualcosa è

cambiato !

Jan Amos Komensky

1592 - 1670

elena vaj

elena vaj

La questione della valutazione è

complessa …allora tre domande:

Si può valutare e certificare competenze senza

aver lavorato intenzionalmente per promuovere

competenze?

Qual è la differenza tra una programmazione

disciplinare e una progettazione per promuovere le competenze degli allievi ?

Come mai nei nuovi documenti non si parla più di

obiettivi educativi e obiettivi cognitivi ?

elena vaj

se progettare per competenze è irrinunciabile,

che fare?

Occorre consapevolezza rispetto a:

1. Concetto di competenza capacità

conoscenze

abilità

2. Natura e scopo dell‟agire educativo in funzione

della persona umana

3. Professionalità docente necessaria

elena vaj

se progettare per competenze è irrinunciabile,

che fare?

Sviluppare competenze personali…

…è l‟aggettivo che fa la differenza e pone, per

esempio, la questione del rapporto tra

Competenz

e

personali Competenz

e

disciplinarielena vaj

Cfr: OECD, The definition and selection of key competencies (DeSeCo): theorical and conceptual foundations.

Strategic paper, 07-Oct.2002.

Fronteggiare efficacemente richieste e compiti

complessi; questo comporta non solo il possesso di

conoscenze e abilità, ma anche emozioni e

atteggiamenti adeguati a un’efficace gestione di

tali componenti.

la nozione di compentenze include componenti cognitive ma anche

componenti motivazionali, etiche, sociali, risultati di

apprendimento (conoscenze e abilità), sistemi di valori e

credenze, abitudini e altre caratteristiche psicologiche.

elena vaj

…da tutto questo tre consapevolezze:

1. una competenza è fatta di conoscenze e di abilità ma non solo

• non può esserci competenza senza conoscenza e abilità ma possono esserci conoscenze e abilità senza competenza

2. La competenza si manifesta solo in una situazione

• se non c‟è una situazione non può manifestarsi

3. Si tratta di un oggetto nuovo per il quale occorrono nuovi strumenti di progettazione, realizzazione, documentazione

elena vaj

10 requisiti della progettazione per competenze

1.progettuale :

intenzionale, partecipata,

comporta il diretto

coinvolgimento del

soggetto

3. operativa :

laboratoriale, concreta, ricca di risvolti pratici, sostenuta da una didattica attiva

2. realistica

rispondente a un bisogno, a una sollecitazione, a uno

stimolo della realtà,

desunta dal contesto ambientale

4. pragmatica

mira a produrre un risultato,

a realizzare un 'prodotto' ( non solo un 'processo'),

a fornire un esito funzionale,

elena vaj

10 requisiti della progettazione per competenze

5. spendibile

attinente cioè al quotidiano,

al vissuto, all'esperienza,

non unicamente riferibile a un sapere teorico, astratto,

avulso dal contesto

7. trasversale

pluridisciplinare ma portatrice di

apprendimenti anche metodologici, strategici,

metacognitivi

6. complessa

capace di produrre competenze molteplici,

di attivare i vari aspetti della persona

8. autoconsapevolizzantegeneratrice di stimoli,

motivazioni, estensioni dell'esperienza personale, spunti di autovalutazione,

assunzioni di responsabilità

elena vaj

10 requisiti della progettazione per competenze

9.comprensibile e

verificabile

non in astratto (attraverso

operazionismi fittizi e

artificiosi), ma sul campo

10. elaborata socialmente

attraverso la contestualizzazione e la condivisione sociale delle

informazioni,

(in aula l'apprendimento è frutto in prevalenza di lavoro mentale,

individuale, simbolico)

la progettazione per comoetenze

risponde a quanto stabilito dal

DPR 275/99

che affida al Ministero il compito di

fissare “gli obiettivi specifici di

apprendimento relativi alle

competenze degli alunni” (art.8)

e alle scuole di “ contribuire a

definire gli obiettivi specifici di

apprendimento…riorganizzando i

propri percorsi didattici secondo

modalità fondate su obiettivi

formativi e competenze ” (art. 13)

elena vaj

Perché si parla di VALUTAZIONE AUTENTICA?

Una valutazione che voglia essere maggiormente autentica dovrebbe

consentire di esprimere un giudizio più esteso dell‟apprendimento e cioè

della capacità «di pensiero critico, di soluzione dei problemi, di

metacognizione, di efficienza nelle prove, di lavoro in gruppo, di

ragionamento e di apprendimento permanente» (Arter & Bond,1996, p.

1).3

La prospettiva di una “valutazione alternativa” in sostituzione di quella

tradizionale è stata proposta da Grant Wiggins (1993) e sta a indicare

una valutazione che intende verificare non solo ciò che uno studente sa,

ma ciò che “sa fare con ciò che sa” fondata su una prestazione reale e

adeguata dell‟apprendimento. Perché una verifica attraverso una

prestazione e non attraverso un test?

elena vaj

SCOMPOSIZIONE DEL SAPERE IN UNITA‟ DISCRETE

RIPRODUZIONE DI UN SAPERE PREDEFINITO

RIFERIMENTO AD UNA CONOSCENZA INERTE

ATTENZIONE ESCLUSIVA ALLA PRESTAZIONE

SCARSA RICADUTA FORMATIVA

DERESPONSABILIZZAZIONE DELLO STUDENTE

LA CRITICA ALLA VALUTAZIONE SCOLASTICA

Perché si parla di VALUTAZIONE AUTENTICA?

elena vaj

“Ciò che distingue soprattutto la valutazione

tradizionale da quella autentica è la sua tendenza a

cercare la misura solo della comprensione

„scolastica‟ di un contenuto o dell‟ acquisizione di

un‟abilità da parte dello studente e non della

capacità con la quale quest‟ultimo dà senso ai

problemi di vita quotidiana o risolve problemi reali

utilizzando le conoscenze che possiede.”

(Comoglio, 2004)

elena vaj

SIGNIFICATIVITA‟ DEI COMPITI VALUTATIVI

RESPONSABILIZZAZIONE DELLO STUDENTE

INTEGRAZIONE PROCESSO/PRODOTTO

RIFERIMENTO A PROBLEMI COMPLESSI

Le caratteristiche della VALUTAZIONE AUTENTICA

VALENZA METACOGNITIVA DELLA VALUTAZIONE

“Si tratta di accertare non ciò che lo studente sa, ma ciò

che sa fare con ciò che sa.” (Wiggins,

1993) elena vaj

DAL “SAPER FARE” AL “SAPER AGIRE”

L‟importanza del contesto

Capacità di ricostruire lo “spazio del problema”

Repertorio ricco di strategie di soluzione

Principi chiave e quadri interpretativi sul dominio di conoscenza

Uso funzionale delle variabili contestuali

Attenzione alle condizioni d‟uso della conoscenza

Quali INDICATORI DI UNA COMPETENZA „ESPERTA‟?

Abilità di auto-regolazione

elena vaj