il museo archeologico di terracina - bollettino d'arte · 2016. 12. 28. · ad altro uso...

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p. 39, I: "26 maggio 16161/: " A messer Ant onio carraciolo pittore sc udi 40 di monet a a bon conto delle pitture c he lui fa nelle stanze della fabrica nuova del Palazzo di Monte Cava ll o ... II" p. 42, 2: " 23 giugno 1616 1/: "A messer Antonio carraciolo pittore scudi 40 di moneta a bon conto delle pitture che lui fa ... 1/ ecc. p. 45,2: " 21 luglio 16161/: " ... a Messer Antonio carraciolo pittore scudi 30 ... 1/ ecc. p. 59, I : "24 novembre 16161/ : " A messer Antoni o carraciolo pittore sc udi 250 di moneta giusto di scudi 400 simili che importa le pitture da lui fatte alla terza stanza di detta fabrica ... II" M. CHIARINI N. B. - II nume ro l e 2 che seg ue la numerazione della pa gina nella cita- zione dei docc., si riferisce ili foglio di sinis tra o di destra del fa scicolo con- sultato, che ri sulta numerato due vo lt e all o stesso modo. I) Cfr. Artisti veneli in Roma, Venezia 1884, p. 57; ID., A rti sti modenesi, parmensi e della Lu nigiana in Roma, Moden a 1882, pp. 85-86. 2) Per Si SlO B ada/occhi e la cronologia del L anfranco, in Commema ri, 1958, pp. 54 e 64· 3) Op. cir., p. 86. 4) Op. cir., p. 54. 5) Cfr. L. SALERNO, nel comm ent o all'ed . de ll e Considerazioni sulla pillura di Giulio Manci ni, e M. CALVES I in Ene. Universale dell'arl e, III, co l. 205. IL MUSEO ARCHEOLOGICO DI TERRACINA I L MUSEO di Terra cina I) fu ospitato, fino alla vigi li a del presente riordin amento, in cinque locali al piano terreno del Li ceo L eonardo da Vinci, per la verità assai poco idonei alla funzione cui vennero destinati. Come spesso accade nelle civiche raccolte, ent rarono a far parte del Museo materiali eterogenei, sia cl assici che moderni. Essi fur o no esposti con criteri antiquari e senza alcuna selezione. Le vicende dell' ultima guerra recarono gravi danni a ll a città, ed anche le a ntichità ebbero a soffrire non po co. Nella distruzione del Palazzo del Co mun e sco mpar vero le prin cipali epigrafi di carattere civile ivi raccolte ; danni maggiori sop portarono le collezioni del Museo per la sco m- parsa dell'intero Med agliere, di varie sculture, di qu asi tutte le terracott e architettoniche e degli ex- voto delle stipi votive del tempi o di Gi ove Anxur e della stipe sco- perta presso il ponte S. Salvatore. La sparizione, infine, dei registri re nde oggi assai ardua la ricognizione inventariale. 2) In tali condizioni era necessario che si provvedesse a trasferire il materiale in locali più idonei, che si isolassero gli oggetti antichi dai moderni , che si provvedesse al ripri- s tino dell'inventario ed alla registrazione delle nuove acqui- sizioni. La sollecita collaborazione dell' Ammini strazione c it- tadina 3) ha permesso alla Soprintendenza alle Anti chità di Roma I di condurre a termine il riordinament o del Mu- seo con la creazione di un nuovo Istitut o - spe cificamente archeologico - al piano terreno del Palazzo del Comune, ricostruito nel sito stesso dell'antico Foro 4) della città. Il materiale è stato sistemato in due sale di esposizione ed in un grande atrio con una parete ad ampie arcate, dalle quali si vede la città bassa e si contempla il sugge- stivo panorama del Ca po e del Golfo del Circeo. La sistemazione della Sala A ha presentato varie diffi- coltà, la più notevole delle qu ali è stata quella di a umentar e le superfici di esposizione, onde lasciare spazio intorno a ciascun monumento. A ta le scopo si sono realizzate delle divisioni in- terne per mezzo di pannelli lignei a tre qu ar ti altezza sostenuti da mon- tanti a soffitto, lignei anche essi (fig. I). FIG. I - TERRACINA, MUSEO ARCHEOLOGICO - PARTICOLARE DELLA SALA A In questa sala hanno trovato post o la raccolta delle epigrafi superstiti, la collezione dei ritr atti, le statue di gra ndi dimensioni. Ri co rdiamo, fra le scu ltur e, un ritr atto di principe elle- nistico (inv. I), originale greco de ll a metà del II secolo a. C. ; una repli ca (fig. 2), alqu anto corrosa (inv. 2), del c. d. "Pseudo-Seneca 1/ del Mu seo Nazionale di Napoli ; 5) una statua di Di vinit à barb ata, probabilme nt e Zeus (inv. 39), di schema ellenistico; un a testina di Efebo (i nv. 18), probab il- mente un originale del V secolo a. C. ; un a replica del Sa tiro Anapauòmeno s (inv. 25) di Prassitele; 6) una replica della Melpomene (inv. 23) e della Tersicore (inv. 24) del noto gruppo di Filisco di Rodi; 7) una statua di Personaggio virile clamidato, prob a- bilme nte un Hermes Psychopompos (inv. 32), riproducente un tipo del IV secolo a. C.; alcune statue femminili, ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

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Page 1: IL MUSEO ARCHEOLOGICO DI TERRACINA - Bollettino d'Arte · 2016. 12. 28. · ad altro uso questi locali, il Museo fu trasferito nel Liceo " L eonardo da Vinci Il' dove rimase durante

p. 39, I: "26 maggio 16161/: " A messer Antonio carraciolo pittore scudi 40 di moneta a bon conto delle pitture che lui fa nelle stanze della fabrica nuova del Palazzo di Monte Cavallo ... II"

p. 42, 2 : " 23 giugno 1616 1/: "A messer Antonio carraciolo pittore scudi 40 di moneta a bon conto delle pitture che lui fa ... 1/ ecc.

p. 45,2: " 21 luglio 16161/ : " ... a Messer Antonio carraciolo pittore scudi 30 ... 1/ ecc.

p. 59, I : "24 novembre 16161/ : " A messer Antonio carraciolo pittore scudi 250 di moneta giusto di scudi 400 simili che importa le p itture da lui fatte alla terza stanza di detta fabrica ... II" M. CHIARINI

N. B. - II numero l e 2 che segue la numerazione della pagina nella cita­zione dei docc., s i riferisce ili foglio di s inis tra o di destra del fascicolo con­sultato, che risulta numerato due volt e all o s tesso modo.

I) Cfr. Artisti venel i in Roma, Venezia 1884, p. 57; ID., A rtisti modenesi, parmensi e della Lunigiana in Roma, Modena 1882, pp. 85-86.

2) P er SiSlO B ada/occhi e la cronologia del L anfranco, in Commemari, 1958, pp. 54 e 64·

3) Op. cir., p . 86. 4) Op. cir., p. 54. 5) Cfr. L . SALERNO, nel comm ento all'ed . delle Considerazioni sulla pillura

di Giulio Manci ni, e M. CALVES I in Ene. Un iversa le dell' arl e, III, col. 205.

IL MUSEO ARCHEOLOGICO DI TERRACINA

I L MUSEO di Terracina I) fu ospitato, fino alla vigi lia del presente riordinamento, in cinque locali al piano

terreno del Liceo L eonardo da Vinci, per la verità assai poco idonei alla funzione cui vennero destinati.

Come spesso accade nelle civiche raccolte, entrarono a far parte del Museo materiali eterogenei, sia classici che moderni. Essi furono esposti con criteri antiquari e senza alcuna selezione.

Le vicende dell'ultima guerra recarono gravi danni alla città, ed anche le antichità ebbero a soffrire non poco. Nella distruzione del Palazzo del Comune scomparvero le principali epigrafi di carattere civile ivi raccolte ; danni maggiori sopportarono le collezioni del Museo per la scom­parsa dell'intero Medagliere, di varie sculture, di quasi tutte le terracotte architettoniche e degli ex- voto delle st ipi votive del tempio di Giove Anxur e della stipe sco­perta presso il ponte S. Salvatore. La sparizione, infine, dei registri rende oggi assai ardua la ricognizione inventariale. 2)

In tali condizioni era necessario che si provvedesse a trasferire il materiale in locali più idonei, che si isolassero gli oggetti antichi dai moderni, che si provvedesse al ripri­stino dell'inventario ed alla registrazione delle nuove acqui­sizioni.

La sollecita collaborazione dell' Amministrazione cit­tadina 3) ha permesso alla Soprintendenza alle Antichità di Roma I di condurre a termine il riordinamento del Mu­seo con la creazione di un nuovo Istituto - specificamente archeologico - al piano terreno del Palazzo del Comune, ricostruito nel sito stesso dell' antico Foro 4) della città.

Il materiale è stato sistemato in due sale di esposizione ed in un grande atrio con una parete ad ampie arcate, dalle quali si vede la città bassa e si contempla il sugge­stivo panorama del Capo e del Golfo del Circeo.

La sistemazione della Sala A ha presentato varie diffi­coltà, la più notevole delle quali è stata quella di aumentare le superfici di esposizione, onde lasciare spazio intorno

a ciascun monumento. A tale scopo si sono realizzate delle divisioni in­terne per mezzo di pannelli lignei a tre quar ti altezza sostenuti da mon­tanti a soffitto, lignei anche essi (fig. I).

FIG. I - TERRACINA, MUSEO ARCHEOLOGICO - PARTICOLARE DELLA SALA A

In questa sala hanno trovato posto la raccolta delle epigrafi superstiti, la collezione dei ritratti, le statue di grandi dimensioni. Ricordiamo, fra le sculture, un ritratto di principe elle­nistico (inv. I ), originale greco della metà del II secolo a. C. ; una replica (fig. 2), alquanto corrosa (inv. 2), del c. d. "Pseudo-Seneca 1/ del Museo Nazionale di Napoli ; 5) una statua di Divinità barbata, probabilmente Zeus (inv. 39), di schema ellenistico; una testina di Efebo (inv. 18), probabil­mente un originale del V secolo a. C. ; una replica del Satiro Anapauòmenos (inv. 25) di Prassitele; 6) una replica della Melpomene (inv. 23) e della Tersicore (inv. 24) del noto gruppo di Filisco di Rodi; 7) una statua di Personaggio virile clamidato, proba­bilmente un H ermes Psychopompos (inv. 32), riproducente un tipo del IV secolo a. C.; alcune statue femminili,

©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

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una delle quali ripete il tipo ellenistico-romano della " Pudicitia 11 (inv.44); un'altra statua (inv. 41), riproduce il tipo più comune della "panneggiata 11 replica da un originale tardo ellenistico del I secolo a. C. ; due statue di personaggio virile togato (invv. 37, 38), del primo secolo dell'impero.

Fra il materiale epigrafico - esposto entro due nicchie aperte su una delle pareti lunghe della sala - riveste una particolare importanza storica un'iscrizione di Aviano Vindiciano (inv. 61), recante i nomi di ottanta coloni del­l'età tardo- repubblicana o proto-imperiale chz si sotto­scrissero per erigere una statua ad una divinità di cui non è conservato il nome. Un'epigrafe dedicata a Lucio Fa­berio Murena (inv. 71), augure, quattuorviro, edile, ricorda che questo personaggio costruì un vivaio presso il lago di Paola utilizzando l'alternarsi delle maree. Un'importanza particolare per la conoscenza dei rapporti commerciali della città riveste una iscrizione dedicata a M anio Sabidio (inv. 72) dai cittadini che esercitavano la mercatura in Sicilia a Palermo. Un'epigrafe dedicata a Trajano (inv. 73) ricorda un'edificio eretto a spese dell ' Imperatore, ed è datata esattamente al 109 d. C. dall ' indicazione della Po­testà tribunicia (XIII) e del Consolato (V). Al centro della sala è stata posta una base onoraria dedicata alla Provvi­denza di Traiano (inv. 53) recante sui lati delle rappresen­tazioni relative alle elergizioni imperiali (istituzione degli Alimenta Italiae) ; essa proviene dal Foro Emiliano sul cui lastricato sono ancora visibili i fori per l'imposta della cancellata.

Nella Sala B (fig. 3), sono state esposte le opere di minore importanza ed i frammenti. Il materiale è stato disposto su mensole lignee sorrette da colonnine metal­liche tutte della stessa altezza e poste lungo le pareti della sala. Ricordiamo una doppia erma con Dioniso barbato e Dioniso imberbe (inv. 22), un pilas tri no terminante con una testa di Hermes propylaios (inv. 68), una meridiana (inv. 74), al­cuni capitelli e frammenti di capi­telli. In due ampie nicchie aperte nella parete di fondo sono state collocate alcune " teste ideali 11 di grandi di­mensioni. M eritano di esszre segna­late: una testa femminile (inv. 16) di derivazione pras3itelica; una testa fem­minile (inv. 17) gravemente danneg­giata, che ricorda opere della cerchia di Damofonte di M essene; una testa di Dioniso giovane (inv. 47) con benda e corona di foglie d'edera intorno al capo, rielaborazione del Dioniso di Prassitele, tipo Chatsworth; 8) un ri­lievo marmoreo con amorini vendem­mianti (inv. 59), di gusto alessandrino, databile ad età flavia. Al centro della sala una teca a pianta rettangolare rac­chiude i pochi ex-voto superstiti e gli oggetti più fragili.

Al centro una ve-ra di pozzo, con Satiri e Menadi danzanti con tirsi e patere (inv. 60). Intorno all'atrio, in corrisponden­za dei pilastri, sono stati posti vari cippi e basi. Ricordiamo una base onoraria di Tiberio Giuli o Optato Ponziano (inv. 72), procu­ratore e prefetto della flotta, 9) de­dicata dal figlio, duumviro della città intorno alla metà del I seco­lo d. C.

T erminato l'al­lest imento del

FIG. 2 - TERRACINA, MUSEO ARCHEOLOGICO

REPLICA DEL C. d. PSEUDQ-SENECA

Museo, continua il lavoro di rilevamento inventariale, IO)

la schedatura scientifica dei materiali, l'impianto di un archivio fotografico. B. CONTI CELLO

I) Il Museo fu fondato, come Museo Civico, da Pio Capponi, appassio· I1ltO s tudioso e raccoglitore di antichità locali , con un primo nucleo di ma­teriali provenienti dagli scavi condott i a partire dal 1894 sul Monte S . An­gelo, per l'esplorazione del T empio di Giove Anxur. Si aggiunsero, in segui to, le donazioni private ad ope ra dello stesso Capponi e delle principali fam igli e (Antonell i, Matthias, Narducci) . L a prima sed e dell'Istituto fu posta in un edificio della Piazza Garibaldi; nel ]907, per il continuo incremento delle raccolte, si rese necessario occupare altri locali attigui, e si giunse ad un compl esso di nove salette. Nel 1930, dovendosi destinare

Nel grande atrio che precede l'in­gresso del Museo, sono stati collo­cati due sarcofagi di mediocre fattura. FIG. 3 - TERRACINA, MUSEO ARCHEOLOGICO - PARTICOLARE DELLA SALA B

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ad alt ro uso q uesti locali, il Museo fu t rasferito nel L iceo " L eonardo da Vinci Il' dove rimase d urante e dopo il secondo confli tto mondiale. Nel I 959, la Soprintendenza all e Ant ichi tà di Roma I s i assunse il compito del riordinamento dell'Is t i tuto. T ale programma venne attua to in due t empi : il 22 ottobre 1959 fu a perta al pu bblico la Sala A ed il 13 novembre 1960 fu compl etata la sis t em azione con l'alles ti mento d ella S ala B e dell 'atrio.

2} Ri ngrazio vivamente il prof. Giulio ] acopi, Soprint end ente all e An­ti chit à di Roma I, per avermi affid ato l'incarico della sistemazion e e s tudio del materiale terracinese.

3) Ringrazio l'avv. G aetano N apoletano, Commissario Straordinario al Comune, per aver concesso con liberalità i mezzi per attuare una d ecorosa s is temazione d el Museo i il dott o Carmelo Cordova, Segretario Capo, ottimo conosci tore dell e antichità t erracinesi, per l'affettuosa collaborazione; l'ing. Gi ovanni M elchiado, Ingegnere Capo, per aver agevolato la nostra opera con cordiale solleci tudin e; il prof. Arturo Bianchini , Direttore Onorario del Museo ed insign e s t orico della ci ttà, per i dotti suggeriment i; il prof. Sirio Ferri della Soprintendenza, per ave r curato l'arredamento della Sala B ; il s ig. Fausto Blasett i, res tauratore, del Museo Nazional e Romano, per aver condotto a buon fine la part e pi ù gravosa dell'opera, il s ig. Bonanno d ella Fornace, ass untore di c us todi a delle antichità terracinesi, per essersi prodi­gato in ogni modo.

4) Allo s tato attuale gli ambi enti appaiono sufficien ti ad accogliere il materiale del Museo, considerato che in esso Sona conservat i ora solamente i materiali archeologici e che numerosi monumenti sono scompars i in seguito agli eventi bellici. L ' incremento continuo delle raccolt e, dovuto in part e agli scavi che s i stanno conducendo e che si condurranno nei pross imi anni, in parte al continuo ritrovamento di oggetti affioranti fortuitament e da un ter­reno ricco di memori e co ma è qu ello della ci ttà, non mancherà di porre alle autorità comunali il probl ema di un futuro allargamento. Una soluzione defi­nitiva ed a ppropriata al pres tigio dell' Is tituto non potrà aversi che con la costruzione di un edificio da d estinarsi esclusivamente alle raccolt e archeo­logich e.

5} In L . L AURENZI, Riuaui Greci, Firenze, 1941, p. 138, app. A, la di­sc ussione d ella bibli ografia sul ritratto di Napoli.

6} P er il Satiro prass itelico ved ere: G. E . RI ZZO, Prassitele, Milano- Roma, ' 932, p. 34 ss .

7) Sul gruppo delle Muse di Fili sco s i veda : G. KRAH MER, Stilfasen der hellenistischen Plastik, in R om. Mitt ., XXXVIII- XXXIX, ' 923- 24, p. 140ss.

8) Per il Dioniso Chatsworth, G. E . RIZZO, op. cit ., p . 77, tavv. CXVI­CXVII .

9) Si tratta della fl o tta della base navale d el Capo Miseno. IO) L a Guida d el Museo d i T erracina, redatta nel 1940 dal prof. GIU­

SEPPE L UG LI, è oggi l'unico documento cui att ingere per la ricostruzion e inventariale e per il controllo d el mat eriale scomparso. Una n uova Guida d el Museo è att ualment e in preparazione.

LA MOSTRA DEL SANMICHELI A PALAZZO CANOSSA

D ELL'INDUBBIO incremento di interessi storico-artistici in questi ultimi quattro o cinque decenni mi sembra

che l'architettura del Rinascimento sia stato uno dei capi­toli che meno si sono avvantaggiati. Forse il ricordo, ormai di cinquant'anni fa, dei turisti pertinaci che guida alla mano e binocolo a tracolla cercavano insistentemente per le strade selciate e vuote di Mantova la Casa di Giulio Romano o del Mantegna, mi si è mitizzato nella memoria; comunque certo è che in tutti questi anni nel divino chio­stro di S. Maria della Pace non mi è mai accaduto di in­contrare persona osservante; non ho mai visto nessuno guardare col binocolo la cupola di S. Pietro e intorno alle Porte del Sanmicheli a Verona non ho visto che auto­mobili e autotreni giranti al largo, veloci. Sarebbe lungo e difficile ricercare le ragioni di ciò; che penso rientri in tutto il quadro di impazienza per le forme d'alto organismo artistico che è nella nostra epoca, sì che la tendenza del­l'uomo di cultura media, e non specialistica, è di dare per scontata e quasi direi per esaurita la presenza della nostra grande architettura del primo Cinquecento. Non è facile reagirvi ; ed uno dei pochi mezzi possibili e a noi

accessibili è appunto la mostra didattica di architettura, come ha fatto per Michele Sanmicheli con gran cura e con gran gusto il collega Gazzola, Soprintendente ai Monu­menti di Verona, nel quadro delle celebrazioni sanmiche­Iiane. Una larga documentazione fotografica, risultato di una nuova e approfondita lettura degli edifici, corredata con grafici diligentissimi e con modelli in legno ov'erano necessari ; e poi il Catalogo copioso di dati storici e biblio­grafici, ben ordinato e dimensionato, che è in conclusione una eccellente aggiornatissima monografia : un saggio sto­rico-critico del Gazzola stesso, le schede delle singole opere della dotto Kahnemann e 256 belle riproduzioni che ripresentano in formato domestico il materiale stesso esposto alla Mostra.

Il Sanmicheli fu il secondo - dopo il più anziano Gio­van Maria Falconetto e prima del Palladio - dei tre grandi architetti veneti, che abbiano creato un ponte -e solidissimo - tra la squisita imagérie architettonica veneziana e l'alta poetica e cultura architettonica ro­mana ; fatto - è risaputo - determinante per la civiltà artistica italiana e non solo italiana. Chè questi tre artisti veneti videro con occhi nuovi e con una nuova sensibilità quello che ancora era della Roma classica e quel che era già della Roma dell' Alto Rinascimento, con sviluppi e interpretazioni che daranno all 'architettura veneta tutt'un altro tono poetico da quella della Roma di Giulio II , dei Papi Medicei e di Paolo III.

VERONA - MOSTRA DEL SANMICHELl

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