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Il Muro di Berlino (1961-1989)

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Il Muro di Berlino(1961-1989)

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La divisione della Germania

Com’è noto, all’indomani della fine della II guerra mondiale, le nazioni vincitrici decisero di dividere il territorio della Germania in quattro distinte regioni, sottoposte all’autorità militare alleata (accordi di Potsdam, luglio-agosto 1945, tra Truman, Churchill e Stalin).

Questa situazione, che durò dal 1945 al 1949, prevedeva le seguenti ripartizioni:

• Zona americana: Baviera, Brema, Hesse, Baden-Wuerttemberg (16,7 milioni di abitanti);

• Zona britannica: Amburgo, Bassa Sassonia, Nord Reno-Westphalia, Schleswig-Holstein (22,7 milioni di abitanti);

• Zona francese: Renania-Palatinato, Saar, Sud Baden, Hohenzollern (5,8 milioni di abitanti);

• Zona sovietica: Brandeburgo, Meclenburgo-Ovest Pomerania, Sassonia, Sassonia-Anhalt, Turingia (17,8 milioni di abitanti).

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La prima divisione della Germania

(1945-1949)

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Gente e frontiere

Naturalmente, questa divisione creò tutta una serie di frontiere, esterne ed interne, che, con l’aumentare delle tensioni tra l’U.R.S.S. ed i suoi ex alleati, divennero altrettante “zone calde”: i chilometri di frontiera tra la Germania controllata dai Paesi occidentali e quella controllata dai Sovietici erano 1.391, mentre, all’interno del territorio tedesco, inizialmente, i transiti attraverso questa frontiera erano 21, equamente ripartiti tra il settore britannico e quello americano: alcuni erano solo valichi commerciali, mentre altri prevedevano il passaggio anche di persone. In effetti, nei primi anni della divisione, la gente poteva spostarsi con una certa libertà nei vari settori.

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Questi punti di passaggio divennero tristemente famosi col

nome di “Checkpoints”

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La divisione di Berlino

• Anche la capitale della Germania venne divisa in 4 parti, analogamente al resto del Paese: la città si trovava all’interno del settore sovietico, ed era collegata agli altri settori da un’autostrada, dichiarata “zona franca”. Il Muro non esisteva ancora e i Berlinesi, rovine a parte, se la passavano discretamente..

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I settori di Berlino

• Settore USA: Kreuzberg, Neukoelln, Schoeneberg, Steglitz, Tempelhof, Zehlendorf (211 kmq);

• Settore GB: Charlottenburg, Spandau, Tiegarten, Wilmersdorf (169 kmq);

• Settore F: Reinickendorf, Wedding (105 Kmq);• Settore URSS: Fridrichshain, Koepenick,

Lichtenberg, Mitte, Pankow, Prenzlauer Berg, Treptow, Weissensee (403 kmq)

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I checkpoints di Berlino

• All’interno della città divisa, esistevano sette checkpoints (2 francesi, 1 inglese e 4 americani-sovietici): il più famoso, Checkpoint Charlie, era riservato agli stranieri e al personale diplomatico

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Naturalmente, in una grande città come Berlino, esistevano, poi, altri corridoi di transito: le ferrovie (4 passaggi) e le vie d’acqua lungo la Sprea ed i canali (8 passaggi): questi varchi erano abbastanza transitabili, fino alla crisi del 1948, quando, prendendo a pretesto la riforma monetaria della Germania Ovest, il governo sovietico decretò il blocco totale di Berlino (24 giugno 1948), in palese contravvenzione degli accordi di Potsdam: questo atto unilaterale, che segnò l’inizio ufficiale della guerra fredda in Germania, secondo il diritto internazionale avrebbe potuto essere un casus belli. I tre alleati replicarono con un poderoso ponte aereo, che sortì il risultato di legare più strettamente i berlines dell’Ovest alle potenze occidentali e che costrinse l’URSS a revocare il blocco di strade, ferrovie e vie d’acqua, il 12 maggio del 1949.

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L’operazione Muraglia CineseLa crisi del 1958

• Dal 27 novembre 1958, dieci anni dopo il blocco, Berlino fu teatro di un’altra crisi internazionale, quando Nikita Kruscev inviò un ultimatum alle tre potenze occidentali , dando loro sei mesi per trasformare Berlino Ovest in una " libera città smilitarizzata ", minacciando di voler stipulare con la DDR un trattato di pace separato. Questo ultimatum segnò l’inizio di una lunga crisi, che avrebbe portato alla costruzione del Muro. Incontri diplomatici tra l’URSS e le potenze occidentali, a Ginevra (maggio-agosto1959), a Parigi (maggio 1960) e a Vienna (giugno 1961), non sortirono alcun risultato positivo.

• Dato che a Berlino la tensione restava alta e l’esodo di fuggitivi dalla DDR in Occidente diveniva sempre più massiccio, rischiando di destabilizzare il regime, il presidente Ulbricht domandò ripetutamente a Kruscev il permesso di fare passi decisivi. Nell’incontro dei capi dei paesi comunisti, a Mosca, il 5 agosto 1961, egli ottenne finalmente ciò che andava da tempo chiedendo: la chiusura dei confini tra le due Berlino Due giorni dopo, Kruscev annunciò in una trasmissione radiofonica che " le strade di fuga " attraverso Berlino Ovest dovevano essere bloccate. Questa notizia inquietante scatenò un " terrore delle porte sbarrate " che provocò un’impennata nel numero dei fuggitivi – più di 4.000 soltanto il 12 agosto!

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I due ideatori del Muro:a sin. Erich Honecher (che diverrà l’ultimo

presidente della DDR) e a destra Walter Ulbricht

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L’operazione “Muraglia cinese” venne decisa segretamente da Ulbricht e pianificata da Honecker. Eranco circa le 4 del pomeriggio del 12 agosto 1961, quando Ulbricht firmò il decreto che ordinava la chiusura delle frontiere e lo comunicò a Honecker. In previsione di questa operazione, erano stati stoccati in apposite baracche 40 chilometri di filo spinato e migliaia di cavalli di frisia. La polizia e le milizie del popolo, create durante i disordini del giugno 1953 vennero mobilitate. Il Ministro dell’Interno annunciò che, da quel momento, i cittadini della DDR avrebbero dovuto ricevere un permesso speciale per recarsi nel settore occidentale. Alla mezzanotte, i servizi speciali furono allertati. Berlino est venne invasa dalle truppe speciali (NVA); 25.000 miliziani del popolo armati e la tristemente nota Polizia Popolare (Vopos) vennero piazzati, ad intervalli di un metro e mezzo uno dall’altro, lungo la linea di demarcazione. Il 13 agosto 1961, una domenica di festa, all’una e 11 del mattino, l’agenzia di stampa ufficiale della DDR annunciò che i Paesi del Patto di Varsavia avevano chiesto alla DDR di applicare un reale controllo attorno e dentro Berlino. Nel giro di un’ora, 67 degli 81 passaggi esistenti vennero sbarrati, subito seguiti da altri 7. Tutto il traffico tra le due Germanie venne bloccato. I collegamenti della U-Bahn e della S-Bahn vennero interrotti.

Sotto l’occhio vigile di polizia ed esercito, filo spinato e cavalli di frisia venenro piazzati in tutti i punti di accesso a Berlino ovest: le strade vennero interrotte e si eressero vere e proprie barricate. In poche ore, l’intero confine a Berlino era sotto controllo: era il primo atto del Muro.

Dal 23 agosto, divenne del tutto impossibile ai berlinesi occidentali visitare il settore est, senza un certificato di residenza.

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13 agosto alla Brandenburger Tor

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La gente è incredula e non capisce esattamente cosa stia

accadendo

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I berlinesi dell’ovest osservano la scena, che pare loro surreale. Dieci centimetri oltre il loro naso è DDR: un mondo che è loro proibito visitare: molti hanno parenti, amici, fidanzati, nel settore est…

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Lavori in corso…

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Gli accessi a Berlino

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Il tracciato del muro

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Come appariva dall’alto

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E come appariva dal basso

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Cartoline da Berlino

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Il muro divideva in due le chiese…

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..i cortili..

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…le piazze…

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…e perfino i cimiteri!

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I confini urbani

• 1 - Schwedter Strasse2 - Brunnenstrasse3 - Bernauer Strasse4 - Checkpoint Charlie5 - Brandenburger Tor

6 - Palazzo della Repubblica7 - Alexanderplatz8 - Postdamer Platz9 - Invalidenfriedhof10 - Reichstag11 - Niederkirchner Strasse12 - Friedrichstrasse13 – Galleria sett.Est14 – Museo dell’Arte proibita

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Il Muro era, in realtà, una struttura costantemente accresciuta ed integrata con sistemi anti-fuga

sempre più sofisticati: questo era, all’incirca, il suo aspetto nel 1980

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I Berlinesi, specie dell’Ovest, finirono per rassegnarsi a considerare il Muro come parte del paesaggio della loro città : il suo principale effetto fu lo sviluppo di due comunità del tutto indipendenti e diversissime per sistema di vita.

Tagliata fuori dal suo hinterland naturale, Berlino perse quasi 350.000 abitanti nel periodo tra il 1961 ed il 1983 e sopravvisse solo grazie agli aiuti della DBR. Per rimediare questo esodo, vennero chiamati a Berlino, come forza-lavoro, immigrati dalla Turchia (131 000), Yugoslavia (35 000) e Polonia (22 000). Il Muro trasformò profondamente le località che lo circondavano. Tutti gli accessi all’Est vennero chiusi con mattoni: le case furono abbandonate, lasciate andare in rovina e , come a Kreuzberg, occupate abusivamente. La vicinanza col Muro, causò a Berlino ovest lo svilupparsi di un forte movimento isolazionista e alternativo: gli antenati degli Squatters.

Viceversa, la parte est assunse carattere di capitale della DDR e venne perciò ricostruita com’era (Nikolaiviertel) o, più spesso, abbellita (si fa per dire) da palazzi pubblici in stile sovietico (Palazzo della Repubblica, Torre TV, Alexanderplatz).

Durante i primi dieci anni di Muro, Berlino attraversò periodi di grande tensione, intervallati da periodi di relativa quiete.

Nel primo anniversario del Muro, il settore Ovest fu scosso da durissimi scontri e proteste, in cui, per molti giorni i veicoli sovietici vennero attaccati dalla gente.

Nel dicembre 1963, il Senato giunse ad un accordo con le autorità dell’Est, per permettere a centinaia di migliaia di berlinesi dell’Ovest di visitare amici e parenti, in occasione delle festività natalizie. Questo accordo venne rinnovato fino al 1966. Dopo quella data, i permessi vennero estesi a compleanni, matrimoni, nascite o morti. Dal novembre 1964 , vennero concessi permessi anche a persone dell’Est. Nel dicembre 1964, la DDR introdusse un cambio forzato di denaro per i propri visitatori e, dal giugno 1968, ai viaggiatori che attraversassero il confine venivano richiesti passaporto e visti a pagamento: questo creò lunghissime code ai checkpoint , a Dreilinden e Helmstedt.

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• Quando Willy Brandt divenne Cancelliere della DBR, egli introdusse una nuova politica verso la DDR, con lo scopo di diminuire la tensione tra le due Germanie. Questo provocò una serie di accordi per stabilizzare la situazione attorno e dentro la città di Berlino.

• Per prima cosa, incontrandosi presso il vecchio “Consiglio di controllo”, gli ambasciatori delle 4 potenze occupanti firmarono un trattato, il 3 settembre 1971, col quale l’URSS garantiva l’accesso a Berlino Ovest; in cambio, la DBR accettava che Berlino non fosse parte integrante del proprio territorio. Due accordi successivi intercorsero direttamente tra le due Germanie per stabilire i dettagli. Il primo (17 dicembre 1971) semplificava il transito tra DBR e Berlino Ovest. Il secondo (tre giorni più tardi) rendeva più semplice ai Berlinesi dell’Ovest recarsi ad Est, dove potevano soggiornare per 30 (poi 45) giorni. Dopo questi accordi, il numero di visitatori di Berlino aumentò visibilmente. Un anno dopo, il 21 dicembre 1972, le due Germanie stipularono un " Trattato di base " per normalizzare le proprie relazioni e favorire il loro ingresso nell’Onu.

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Willy Brandt, prima sindaco di Berlino Ovest e poi Cancelliere della DBR

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Almeno 5 043 tedeschi dell’Est, tra cui 574 guardie di frontiera, tentarono di superare il Muro: il primo fu Conrad Schuman che scavalcò il filo spinato, il 15 agosto 1961(è una delle foto più celebri del Muro). La maggior parte di queste fughe avvenne, ovviamente, nei primi mesi di blocco, quando il Muro aveva ancora molti punti deboli. 60.000 cittadini della DDR furono imprigionati per aver tentato o preparato una fuga. Chi aiutava i fuggitivi, rischiava l’ergastolo. I fuggiaschi usarono un’infinità di sistemi per violare il blocco. Nei primi tempi, 14 tentativi si svolsero usando automezzi pesanti come arieti.

Nel dicembre 1961, 24 persone fuggirono a bordo di un treno. Nel giugno 1962, 14 berlinesi ubriacarono il comandante di un battello che usarono per fuggire lungo la Sprea, sotto una tempesta di pallottole. La fuga più spettacolare avvenne nell’ ottobre 1964 quando 57 berlinesi passarono sotto il Muro con un tunnel. Già da aprile, 37 studenti ed amici dei fuggitivi che stavano all’Ovest, avevano scavato a 13 metri di profondità, un tunnel di 145 metri alto 70 cm, unendo un ex panificio in Bernauer strasse al retro di una toilette in Strelitzer strasse, nel settore Est. Tra il 3 e il 5 ottobre, 31 donne, 23 uomini e 3 bambini passarono da quello stretto tunnel. La loro fuga, l’ottava dalla costruzione del Muro, finì con una sparatoria, in cui morì un soldato della DDR.

Nella notte del 28 luglio 1965, la famiglia Holzapfel fuggi grazie ad una rudimentale teleferica che partiva dal tetto di un ministero nell’Est e finiva al di là del Muro..

Le automobili furono usate in molti modi per scappare. I fuggitivi si nascondevano in doppifondi, in serbatoi svuotati, sotto i sedili. Un’auto sportiva molto bassa passò perfino sotto le sbarre alla frontiera a tutta velocità. Nove persone a turno scapparono su di un’Isetta: una piccolissima automobile cui erano state asportate batteria e riscaldamento.

Quattro uomini, con divise da ufficiali sovietici, confezionate dalle loro fidanzate, passarono la frontiera, salutati rispettosamente dalle guardie.

Nel gennaio 1984, 6 tedeschi dell’Est si rifugiarono nell’ambasciata Usa e, dopo lunghe trattative, ottennero il permesso di espatriare.

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Ecco l’immagine di un tentativo di fuga con un mezzo

pesante

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Un fuggitivo esce dal radiatore di un’automobile…

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Spesso, però, le cose andavano diversamente: questa croce ricorda Peter Fechter (18 anni): una delle vittime più note del Muro. Colpito da una guardia nella terra di nessuno, agonizzò per 50 minuti, prima di essere raccolto e soccorso, mentre i

Berlinesi dell’Ovest urlavano e protestavano.

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Queste croci, che ricordano i caduti del Muro, terminano con quella dedicata a Chris Geoffroy

(20 anni): l’ultima vittima (6 febbario 1989)

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L’abbattimento del Muro fu il risultato di pressioni sia interne che esterne. L’evoluzione politica dell’URSS giocò un ruolo fondamentale in questa storia.

Durante la sua prima visita ufficiale in BDR, nel maggio1989, Mihail Gorbaciov, la cui ambizione era di salvare il suo Paese dal declino e dalla rovina attraverso una politica di innovazioni, basata sulle riforme (perestroïka) e sulla trasparenza (glasnost), informò il cancelliere Kohl che la dottrina Breznev era stata abbandonata ; Mosca non intendeva più usare la forza per impedire trasformazioni politiche nei suoi Paesi satellite. Questo, per la DDR significava la fine in tempi brevi giacchè, al di là dell’ideologia, essa non aveva nessuna ragione di esistere.

Immediatamente, il 2 maggio, l’Ungheria decise di abbassare la “Cortina di ferro” e l’11 settembre aprì le frontiere con l’ Austria. Queste misure permisero a molti tedeschi dell’Est di lasciare il Paese. Altri trovarono rifugio nelle ambasciate della DBR a Praga o a Varsavia. Nel giro di sei mesi, 220.000 tedeschi dell’Est passarono all’Ovest.

Contemporaneamente, i gruppi d’opposizione della DDR (Nuovo forum, Democrazia Ora, Rinnovamento Democratico), volendo partire da questo per cambiare la DDR, occuparono le chiese e protestarono contro le autorità di Berlino Est.

A Lipsia, le preghiere per la pace e le manifestazioni attirarono sempre più dimostranti, a dispetto della brutale repressione della polizia. Il 4 settembre, i dimostranti non erano più di 1.000, il 16 ottobre in 120.000 gridarono : " Libere elezioni! ", " Noi resteremo qui! ", " Siamo noi il popolo! "...

Il 7 ottobre, la DDR celebrava il suo 40° anniversario, ma la celebrazione si trasformò in un’ennesima protesta contro il regime che causò più di 1.000 arresti. Come ospite d’onore, Gorbaciov fu accolto al Palazzo della Repubblica dai dimostranti, che urlavano:" Gorbi, aiutaci! ". E lui annunciò che: " chiunque arrivi troppo tardi perde la vita" (Wer zu spät kommt, den bestraft das Leben). Questo avvertimento era a beneficio dei leader della DDR che decisero immediatamente di rimpiazzare Honecker, che lasciò il posto all’apparatchnik Egon Krenz, a sua volta costretto a dimettersi il 3 dicembre.

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Gorbaciov godette di un’immensa popolarità a

Berlino…

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La manifestazione di Lipsia

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La situazione si evolveva rapidamente. Rispondendo all’appello dell’Unione Artisti e del Neue Forum, una dimostrazione ad Alexanderplatz, il 4 novembre, radunò circa un milione di persone, che fischiarono i deputati della DDR e domandarono le libertà fondamentali. Quattro giorni dopo, l’intero parlamento della DDR si dimise. Ma i politici tentarono di evitare il collasso totale dello Stato, soddisfacendo una delle principali richieste dei manifestanti: il diritto di muoversi liberamente.

Per questo motivo, il 9 novembre, alle 18.57, Günter Schabowski, capo del parlamento di Berlino e membro influente del dimissionario Politburo, annunciò ai giornalisti stupiti che il Consiglio dei Ministri aveva appena deciso di permettere ai Tedeschi dell’Est il libero transito in DBR. E aggiunse che tale misura aveva effetto immediato. La notizia si sparse come un incendio in città e paesi. Nelle ore successive, cittadini dell’Est si riversarono a migliaia ai Checkpoint di Berlino. Non avendo ricevuto specifiche istruzioni, le guardie li lasciarono passare. Dopo 10.315 giorni, il Muro era virtualmente crollato, anche se per rimuoverlo fisicamente ci sarebbero voluti ancora diversi mesi. Due anni dopo, sarebbe toccato all’URSS rappresentare il crollo del Comunismo in Europa.

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Ci si rivede….

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Il Muro c’è ancora, ma è virtualmente abbattuto

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La gente, soprattutto i ragazzi, festeggia…e comincia a fare a pezzi il Muro: quei pezzi diverranno icone per

turisti!

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La città fu percorsa da una gioiosa pazzia (Wahnsinn) in cui i Berlinesi sembravano al colmo della felicità. " Non posso crederci, sono dall’altra parte! " (Ick glob es erst, wenn icke drüben bin), esclamò ai giornalisti una donna di Berlino Est. Vi furono scene di gioia indescrivibili, con grida, lacrime, applausi, canti e risate... I Tedeschi dell’Est vennero accolti con dei fiori. Razzi, champagne, brindisi e danze: il Muro era stato occupato da una gran folla che cantava e ballava. Ai poliziotti di entrambe le parti venivano offerti vino caldo e caffè. I Vopos si erano volatilizzati. Al Checkpoint Charlie, le Trabant suonavano i clacson, tra gli applausi e le congratulazioni della gente ai guidatori. Il Kurfürstendamm venne invaso da una folla enorme e il traffico fu proibito. Nei giorni seguenti, un esercito di “picchi” umani martellò via il Muro, aprendovi buchi sempre più grandi. Il violoncellista Rostropovich tenne un concerto di Bach ai piedi del Muro. Lunghe code si formarono ai Checkpoint, di fronte alle banche, dove ai Tedeschi dell’Est venivano regalati 100 marchi come regalo di benvenuto (Begrüssungsgeld), e davanti ai negozi, specialmente il grande KaDeWe tempio del commercio e del lusso.

In soli 3 giorni, Berlino Ovest accolse 3 milioni di tedeschi dell’Est.La sera del 10 novembre, di fronte al municipio di Schoeneberg,

una grande manifestazione vide la partecipazione del cancelliere Kohl, del ministro degli esteri Hans-Dietrich Genscher, del presidente onorario della DBR Willy Brandt, e del sindaco Walter Momper, per il quale: " oggi, il popolo tedesco è il più felice sulla terra ".

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Buchi nel Muro

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I lavori per l’apertura del Muro cominciarono immediatamente, per aprire numerosi punti di passaggio. Il 12 novembre, il Muro venne aperto a Potsdamerplatz. I due sindaci di Berlino si incontrarono nel mezzo, attorniati da una grande folla. Il sindaco occidentale, Walter Momper, dichiarò che " la Potsdamer Platz è il vecchio cuore di Berlino e tornerà a battere come un tempo " (Der Potsdamer Platz war das alte Herz Berlins ; es wird wieder schlagen wie früher). Il 22 dicembre 1989, la Brandenburger Tor, il simbolo stesso di Berlino, venne aperta al transito.

Fin dalla fine di novembre cominciarono le pressioni per la riunificazione delle due Germanie. Quando il cancelliere Kohl propose di creare una federazione tedesca, nelle strade lo slogan " Siamo noi il popolo! " si trasformò gradualmente in: " Noi siamo UN popolo! ". Seguendo il modello polacco, una tavola rotonda, che, dal 7 dicembre riunì insieme rappresentanti del governo della DDR e dei movimenti di cittadini, stabilì la data del 18 marzo 1990 per le nuove elezioni democratiche. I sostenitori dell’unificazione le vinsero con facilità. I negoziati intertedeschi fecero rapidi progressi e, il 20 settembre, la Camera del Popolo e il Bundestag adottarono il trattato di riunificazione (Einigungsvertrag) che entrò in vigore il 3 ottobre 1990, nello stesso momento in cui i 4 ex occupanti rinunciavano alle proprie prerogative (il trattato " 2 + 4 “ del 12 settembre). Dopo più di 40 anni di divisione, la Germania e Berlino erano riuniti. Il 20 giugno 1991, il Bundestag, con l’esigua maggioranza di 19 voti, decise che Berlino sarebbe dovuta tornare ad essere la capitale della Germania. Il trasferimento del governo e del parlamento federale avvenne gradualmente, tra la primavera e l’estate del 1999, segnando l’inizio della " Repubblica Berlinese ".

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L’apertura di Bornholmer Strasse

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I lavori di demolizione

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La riunificazione delle due Germanie

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Ciò che resta del Muro

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FINE?